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35 focus IN GIRO PER… le città del progetto East Lombardy, unite dal comune denominatore di arte, natura, cucina. E anche gelato Bergamo passato e presente TRADIZIONE ANTICA Piatti poveri e piatti ricchi di grassi. La cucina bergamasca riflette questi due estremi, sia per la diversità della conformazione del territorio sia per l’influenza della tradizione veneta. Da non perdere sono i “casonsei”, ravioli con mollica di pane, salsiccia e grana, conditi con burro fuso, e la “polenta e osei”, cioè polenta con uccelletti cotti in padella. Di questo piatto esiste la versione dolce, una cupola di pan di spagna ricoperta da zucchero e farina di mais, sulla cui cima sono adagiati piccoli uccelli in cioccolato. Città Alta e Città Bassa. La bellezza di Bergamo nasce dall’unione di queste due parti tramite una storica funicolare. Il suo cuore è piazza Vecchia, “una delle più affascinanti piazze del mondo” secondo Le Corbusier, dove ci si ritrova circondati da palazzi sto- rici, come quello della Ragione, torri e chiese, quale Santa Maria Maggiore con la Cappella Colleoni. Da lì scendendo si incrocia l’Accademia Carrara e la Galleria di arte moderna e contempora- nea. Nei dintorni i vigneti rigogliosi della Valcalepio e la genero- sità delle sue cantine, la tranquillità dei paesaggi del lago d’Iseo, il senso del tempo che si è fermato ad Arnosto, borgo una volta sede della Dogana Veneta. Sperimentare sempre Un’oasi di nome e di fatto. Nella Gelateria Oasi, creata a Fara Gera d’Adda da Candida Pelizzoli, i clienti trovano di che “ristorarsi” non solo con la vista, ma anche con il palato. Qualità e fantasia sono il filo conduttore delle proposte di gelateria e cioccolateria, realizzate da Candida e dal mari- to Colombano, seguendo ognuno la propria pas- sione. La voglia di sperimentare e l’ispirazione dalle tradizioni e dai prodotti del territorio si sono tradotte in mantecati inediti che celebrano la sto- ria di Bergamo, come quello al M’Oro, nuovo dolce in omaggio alle mura antiche, o quello al pane Garibalda, pane ufficia- le della città; oppure esaltano sapo- ri tipici, come quello al Moscato di Scanzo, prezioso vino passito della Cantina Biava nella Valcalepio, o al Caprino Ber- gamasco, rinomato formaggio locale. Tutti sono prodotti con ingredienti freschi e selezionati, a partire dal latte, dalla panna, dagli zuccheri. ILGELATODA

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IN GIRO PER… le città del progetto East Lombardy, unite dal comune denominatore di arte, natura, cucina. E anche gelato

Bergamopassato e presente

TRADIZIONE ANTICAPiatti poveri e piatti ricchi di grassi. La cucina bergamasca riflette questi dueestremi, sia per la diversità della conformazione del territorio sia per l’influenza della tradizione veneta. Da non perdere sono i “casonsei”, raviolicon mollica di pane, salsiccia e grana, conditi con burro fuso, e la “polenta eosei”, cioè polenta con uccelletti cotti in padella. Di questo piatto esiste laversione dolce, una cupola di pan di spagna ricoperta da zucchero e farina dimais, sulla cui cima sono adagiati piccoli uccelli in cioccolato.

Città Alta e Città Bassa. La bellezza di Bergamo nasce dall’unionedi queste due parti tramite una storica funicolare. Il suo cuore èpiazza Vecchia, “una delle più affascinanti piazze del mondo”secondo Le Corbusier, dove ci si ritrova circondati da palazzi sto-rici, come quello della Ragione, torri e chiese, quale Santa MariaMaggiore con la Cappella Colleoni. Da lì scendendo si incrocial’Accademia Carrara e la Galleria di arte moderna e contempora-nea. Nei dintorni i vigneti rigogliosi della Valcalepio e la genero-sità delle sue cantine, la tranquillità dei paesaggi del lago d’Iseo,il senso del tempo che si è fermato ad Arnosto, borgo una voltasede della Dogana Veneta.

Sperimentare sempreUn’oasi di nome e di fatto. Nella Gelateria Oasi,creata a Fara Gera d’Adda da Candida Pelizzoli,i clienti trovano di che “ristorarsi” non solo con lavista, ma anche con il palato. Qualità e fantasiasono il filo conduttore delle proposte di gelateriae cioccolateria, realizzate da Candida e dal mari-to Colombano, seguendo ognuno la propria pas-sione. La voglia di sperimentare e l’ispirazione

dalle tradizioni e dai prodotti del territorio si sonotradotte in mantecati inediti che celebrano la sto-ria di Bergamo, come quello al M’Oro, nuovo

dolce in omaggio alle mura antiche, oquello al pane Garibalda, pane ufficia-

le della città; oppure esaltano sapo-ri tipici, come quello al Moscato

di Scanzo, prezioso vino passitodella Cantina Biava nellaValcalepio, o al Caprino Ber -gamasco, rinomato formaggiolocale. Tutti sono prodotti coningredienti freschi e selezionati,

a partire dal latte, dalla panna,dagli zuccheri.

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La missione del gelatiereCon le pesche di Prevalle Roberto Bedont pre-para uno dei gusti di gelato estivi che offre neidue suoi locali a Brescia. Dalla Val Camonica sifa arrivare le castagne che, aromatizzate allavaniglia con punta di caramello e mandorlad’Avola con Anesone triduo, storico liquore bre-sciano  alle erbe, utilizza per uno dei principaligusti d’autunno. Per i mantecati alle creme im -piega latte fresco intero di un piccolo allevamen-to di razza pezzata rossa, alimentata a fieno,situato ad Agnosine in Valsabbia, panna fresca

raccolta dalla centrale del latte di Brescia,uova fresche dell’Azienda agricola

Castello di Bedizzole e per i sorbettiacqua della sorgente Manivadell’Alta Val Trompia. Ricettestoriche e tanta passione perun lavoro tramandato in fami-glia spiegano la varietà di gustidel territorio e la ricerca di qua-lità con lo scopo di contribuire

a conservare prodotti caratteri -stici e a salvaguardare il tessuto

socio-economico locale.

TERRITORIO A TAVOLALa cucina propone piatti gustosi che risentono dell’influsso delle provincevicine, come i casonsei e i tortelli di zucca, e delle tradizioni della pianura,delle montagne e dei laghi, come il manzo all’olio e le lumache alla bresciana.La polenta è un’istituzione che si sposa spesso con i formaggi, in particolareil bagoss. Tra i dolci si segnalano il Bossolà, lievitato a forma di ciambella; laSpongada, focaccia soffice e zuccherina originaria della Val Camonica; laPersicata, confettura solida preparata con pesche di Collebeato.

Romana e longobarda. Sono le facce che presenta Brescia con isuoi monumenti simbolo: il Capitolium e il Foro romano costruitida Vespasiano e il monastero di San Salvatore-Santa Giulia eret-to da re Desiderio. La città, però, è stata anche libero Comune,dominio di Venezia e “Leonessa d’Italia” nel Risorgimento, cometestimoniano il Castello, la piazza della Loggia, il Duomo Vecchio,il Broletto, il Teatro Grande. Fuori dal centro è interessante per-correre la Strade dei Vini e dei Sapori del Garda e la Strada delvino di Franciacorta, dove tra vigneti e casali, castelli e centri dibenessere, piste ciclabili e campi da golf è possibile assaporareun’altra dimensione del tempo, accompagnata da vini, olio, for-maggi e carni eccellenti.

Bresciadai molti aspetti

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Tortelli e Salva… sul conoAndando nella storica Gelateria Bandirali in viaPiacenza o in quella nuova in via XX Settembrea Crema è possibile ritrovare i sapori dellagastronomia locale nella versione “dolce freddo”.I gelati al tortello cremasco, al Salva Cremasco,al torrone e alla Spongarda (dolce tipo Panforte)sono il frutto dello spirito di ricerca che accompa-gna Mauro Bandirali da quando ha preso inmano l’attività creata dai nonni e continuata dalpadre. Importante conoscere bene le materieprime, le ricette e le tecniche di produzione per

offrire gusti originali che, all’inizio incurio-siscono, ma poi conquistano i clienti.

Come quello al Salva Cremasco,preparato con formaggio pocostagionato per risultare meno in -tenso e abbinarsi al peperone

verde “tiga”; o quello al tortellocremasco, il cui mix di dolce delripieno a base di amaretto ecacao e di salato del condimen-

to a base di grana padano, burroe salvia piace sempre di più.

UNA CUCINA GENEROSANella gastronomia locale un posto importante ricoprono i salumi, con ilSalame Cremona Igp in testa, e i formaggi con Dop rinomate come il GranaPadano, il Provolone Valpadana e il Salva Cremasco. La mostarda si distin-gue per il sapore originale e la presenza di frutta intera o a grossi pezzi.Classici tra i primi sono i marubini in brodo e i tortelli cremaschi. Il torrone èil dolce più noto, cui si affiancano la sbrisolosa, cugina di quella mantovana,e i bumbunéen, biscotti secchi con farina gialla.

Visitare Cremona significa fare un viaggio oltre che nell’arteanche nella musica e nel gusto, in quanto città dei celebri liutaiAmati, Stradivari, Guarneri del Gesù e città del torrone e dellamostarda. Dal centro, dove si concentra il complesso monumen-tale di piazza del Duomo con la Cattedrale, il Battistero, ilTorrazzo, il Palazzo Comunale, attraverso una piacevole passeg-giata, lungo la quale si ammirano le botteghe dei maestri liutai edelle specialità gastronomiche, si arriva al moderno Museo delViolino. Il territorio offre diverse possibilità di itinerari, dalle cittàmurate di Crema, Soncino e Pizzighettone a percorsi fra santuari,alla Strada del Gusto Cremonese nella terra di Stradivari.

Cremonatra violini e torrone

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Ricette esclusiveNon manca il gusto al Tortello, dolce mantovanonella Gelateria Passaparola a Castiglione delleStiviere, a base di polpa di zucca mantovana,amaretti, mostarda di sole mele campanile e sci-roppo di zuccheri. Una ricetta messa a punto daMichele Ciccarelli, intraprendente gelatiere cheama sperimentare e creare mantecati ricercati,partendo da materie prime selezionate e di primaqualità. Anche i suoi sorbetti sono preparati usan-do frutta fresca di stagione, proveniente da picco-le aziende agricole del territorio. Tra questi spic-

cano i gusti al melone mantovano e allaciliegia di Ceresara. Nel tempo, gra-

zie alla passione per il proprio lavo-ro e ai corsi di formazione, haarricchito l’offerta del locale abiscotti, praline e cioccolata.L’intento è il medesimo, pro -porre prodotti rigorosamenteartigianali capaci di spaziaredai gusti tradizionali a quelli in -

novativi, ma con un occhio sem-pre al territorio.

VARIETÀ DI SAPORIPur influenzata dall’arte culinaria dei cuochi dei Gonzaga e dalla semplicitàdella tradizione contadina, la cucina mantovana trae anche dall’acqua dueingredienti importanti, il riso e il pesce con cui si preparano i risotti coiSaltarei o con il Pesce gatto. Piatto per eccellenza sono, però, i tortelli dizucca ai quali si può abbinare la mostarda, preparata usando mele o pere.Dolce per antonomasia è la Sbrisolona, ma non vanno dimenticate la Torta ditagliatelle e l’Helvezia con zabaione e mandorle.

Spente le luci di Capitale italiana della Cultura 2016, si accen-dono quelle di partner del progetto “East Lombardy”. Un’altraoccasione per Mantova per promuovere le proprie bellezze.Già la vista della città che si riflette negli specchi d’acqua delfiume Mincio rappresenta il primo biglietto da visita. Poi l’iti-nerario si snoda attraverso alcune tappe irrinunciabili: Basilicadi Sant’Andrea, Palazzo Ducale, Piazza delle Erbe e PalazzoTè. Irrinunciabile è il giro a Sabbioneta, concepita da Ve -spasiano Gonzaga come città ideale del Rinascimento. Per chivuole abbinare natura, arte e gastronomia non c’è che l’imba-razzo della scelta tra la Strada dei vini e dei sapori mantovani,la Strada del riso e dei risotti, la Strada del tartufo.

Mantovadestino di capitale

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