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BIMESTRALE N.3 www.themwl.org Editore Nizar Ramadan - Periodico Culturale, autorizzazione tribunale di Roma n. 250 - Copia omaggio In Nome di Allah il Clemente il Misericordioso Corano “O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati” (Surat 1 - 83). Hadith “Chi digiuna nel mese di Ramadan con fede e fiducia nella ricompensa divina, avrà i suoi peccati cancellati” (Bukhari 1910, Muslim 760) Da Milano a Manchester e all’Egitto pag. 2 25 Aprile Festa della Liberazione pag. 5 Caro Ramadan, ecco l’ennesima strage di in- nocenti e questa volta alcuni degli assassinati hanno meno dell’età del terrorista. Noi mu- sulmani del vecchio continente, e in ogni parte del mondo, naturalmente condanniamo queste vili azioni e confermiamo ciò che la Comunità Musulmana del Regno Unito, ha preso come slogan: Stronger together: “forti insieme”. Più volte, ho spiegato che non si possono in- terpretare le Sacre Scritture, senza l’ausilio dei sapienti. I terroristi e deviati, in nome della religione o della loro distorta ideologia, usano metodi sconcertanti, snaturando il messaggio divino, rendendolo irriconoscibile. Mi chiedo chi siano, invece, questi estremisti e da dove provengano. L’identikit stilato fino ad oggi, ha dimostrato che sono giovani sbandati, con alle spalle, piccoli reati, non conoscitori della religione, ma del resto an- che se l’hanno studiata, manipolati da menti diaboliche, che conducono al caos ed al- l’anarchia. Solo menti inferme e demoniache, possono in- centivare alla morte giovani facilmente in- fluenzabili, specie, se non seguiti, dalle fami- glie e quindi comodamente dominabili. Arrivare ad uccidere, senza un briciolo di rancore, di misericordia, deve farci doman- dare quali, siano le cause. Da dove parte la loro vendetta o rappresaglia? I moventi sono principalmente due. Mancanza di libertà e di giustizia sociale nei paesi sotto- sviluppati e decenni di occupazione, guerre, nei Paesi, in assenza di Stato e di partecipa- zione della Comunità Internazionale. A pochi giorni dall’attacco di Mancester, e Minya nel Sud dell’Egitto, non mancano po- lemiche, le quali, fanno ricadere sulle Comu- nità Musulmane, il peso di quanto accaduto. Le bombe che sono esplose, piene di chiodi e bulloni, che dovrebbero servire per costruire e non per distruggere, hanno ferito tutti noi, musulmani e non, non lasciandoci indifferenti. Con l’arrivo del Ramadan, Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara, come può un giovane che si fa chiamare musulmano, privarsi della pro- pria vita a 22 anni e stroncare quella di coe- tanei e bambini? Questo segna l’inizio di una nuova brutalità, che è decisamente estranea ad ogni religione rivelata. United we stand “ siamo uniti”. Alfredo Maiolese President della Genoa Diplomatic Academy LETTERA ALL’EDITORE Asiya, la moglie del faraone pag. 12 Benvenuto Ramadan Kalima - Il Ramadan è il mese nel quale si pratica il digiuno ed è, secondo il calendario musulmano, il nono mese dell’anno. Ha una durata di 29 o 30 giorni. Costituisce un periodo eccezio- nale dell’anno per i fedeli musulmani. Le virtù del digiuno sono davvero grandi. Al-Bukhārī riporta nell’hadith Qudsi che il Profeta ha detto: “… ad ec- cezione del digiuno che è solo per la Mia Causa, ed Io lo ricompenserò per questo.” . Allāh ha benedetto le sue creature con al- cune stagioni di bontà, in cui le ricom- pense per le buone azioni si moltiplicano e le cattive sono perdonate, lo status delle persone viene innalzato, i cuori dei cre- denti si volgono al loro Signore; coloro che si purificano raggiungono il successo e quelli che si corrompono, falliscono. Uno dei più grandi atti di culto nell’Islam è il digiuno nel mese di Ramadān, che Allāh ha reso obbligatorio per i Suoi segue a pag. 6 Roma-Cairo Assalamu alaykum di Nizar Ramadan L’incontro voluto con forza dal Grande Imam egiziano Al Tayeb per combattere l’ideologia dello Stato islamico. Ve- scovo copto-ortodosso di Tanta: Al ter- rorismo rispondiamo con la pace. Il 28 apile Francesco è stato il primo a en- trare nella grande università islamica di Al-Azhar, il secondo a visitare l’Egitto, dopo Giovanni Paolo II. Un momento storico che segna una tappa importante nel dialogo tra le due grandi fedi mono- tesite: islam e cristianesimo. L’invito a Papa Francesco a visitare il celebre ate- neo sunnita è arrivato dal grande Imam Ahmed Al-Tayyib. Il capo della chiesa cattolica romana, dopo un incontro con il presidente egi- ziano Abdel Fattah Al-Sisi nel palazzo presidenziale di Ittihadiya al Cairo, si è recato ad Al-Ahzar per partecipare alla Conferenza di Pace promossa dal- l’Imam Al-Tayyib. Alla conferenza era presente anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. L’incontro tra Papa Francesco e il grande Imam Al-Tayyib è stato caloroso fin dalle prime battute, con l’abbraccio tra le due personalità e il saluto segue a pag. 3

In Nome di Allah il Clemente il Misericordioso · Ka i a - Il Ramadan è il mese nel quale si pratica il digiuno ed è, secondo il calendario musulmano, il nono mese dell’anno

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Page 1: In Nome di Allah il Clemente il Misericordioso · Ka i a - Il Ramadan è il mese nel quale si pratica il digiuno ed è, secondo il calendario musulmano, il nono mese dell’anno

BIMESTRALE

N.3

www.themwl.org Editore Nizar Ramadan - Periodico Culturale, autorizzazione tribunale di Roma n. 250 - Copia omaggio

In Nome di Allah il Clemente il Misericordioso

Corano

“O voi che credete, vi è prescritto il digiunocome era stato prescritto a coloro che vi hannopreceduto. Forse diverrete timorati” (Surat 1 - 83).

Hadith

“Chi digiuna nel mese di Ramadan con fedee fiducia nella ricompensa divina, avrà isuoi peccati cancellati” (Bukhari 1910, Muslim 760)

Da Milano a Manchestere all’Egitto

pag. 2

25 AprileFesta della Liberazione

pag. 5

Caro Ramadan, ecco l’ennesima strage di in-nocenti e questa volta alcuni degli assassinatihanno meno dell’età del terrorista. Noi mu-sulmani del vecchio continente, e in ogniparte del mondo, naturalmente condanniamoqueste vili azioni e confermiamo ciò che laComunità Musulmana del Regno Unito, hapreso come slogan: Stronger together: “fortiinsieme”. Più volte, ho spiegato che non si possono in-terpretare le Sacre Scritture, senza l’ausiliodei sapienti. I terroristi e deviati, in nomedella religione o della loro distorta ideologia,usano metodi sconcertanti, snaturando ilmessaggio divino, rendendolo irriconoscibile. Mi chiedo chi siano, invece, questi estremistie da dove provengano. L’identikit stilato finoad oggi, ha dimostrato che sono giovanisbandati, con alle spalle, piccoli reati, nonconoscitori della religione, ma del resto an-che se l’hanno studiata, manipolati da mentidiaboliche, che conducono al caos ed al-l’anarchia. Solo menti inferme e demoniache, possono in-centivare alla morte giovani facilmente in-fluenzabili, specie, se non seguiti, dalle fami-glie e quindi comodamente dominabili. Arrivare ad uccidere, senza un briciolo dirancore, di misericordia, deve farci doman-dare quali, siano le cause.Da dove parte la loro vendetta o rappresaglia?I moventi sono principalmente due. Mancanzadi libertà e di giustizia sociale nei paesi sotto-sviluppati e decenni di occupazione, guerre,nei Paesi, in assenza di Stato e di partecipa-zione della Comunità Internazionale.A pochi giorni dall’attacco di Mancester, eMinya nel Sud dell’Egitto, non mancano po-lemiche, le quali, fanno ricadere sulle Comu-nità Musulmane, il peso di quanto accaduto.Le bombe che sono esplose, piene di chiodi ebulloni, che dovrebbero servire per costruiree non per distruggere, hanno ferito tutti noi,musulmani e non, non lasciandoci indifferenti.Con l’arrivo del Ramadan, Il mese in cui furivelato il Corano come guida per gli uominie prova chiara, come può un giovane che sifa chiamare musulmano, privarsi della pro-pria vita a 22 anni e stroncare quella di coe-tanei e bambini? Questo segna l’inizio di unanuova brutalità, che è decisamente estraneaad ogni religione rivelata. United we stand “siamo uniti”.

Alfredo MaiolesePresident della Genoa Diplomatic Academy

LETTERA

ALL’EDITORE

Asiya, la mogliedel faraone

pag. 12

Benvenuto RamadanKalima - Il Ramadan è il mese nelquale si pratica il digiuno ed è, secondoil calendario musulmano, il nono mesedell’anno. Ha una durata di 29 o 30giorni. Costituisce un periodo eccezio-nale dell’anno per i fedeli musulmani.Le virtù del digiuno sono davverograndi. Al-Bukhārī riporta nell’hadith

Qudsi che il Profeta ha detto: “… ad ec-

cezione del digiuno che è solo per la

Mia Causa, ed Io lo ricompenserò per

questo.” .Allāh ha benedetto le sue creature con al-cune stagioni di bontà, in cui le ricom-pense per le buone azioni si moltiplicanoe le cattive sono perdonate, lo status delle

persone viene innalzato, i cuori dei cre-denti si volgono al loro Signore; coloroche si purificano raggiungono il successoe quelli che si corrompono, falliscono. Uno dei più grandi atti di culto nell’Islamè il digiuno nel mese di Ramadān, cheAllāh ha reso obbligatorio per i Suoi

segue a pag. 6

Roma-Cairo Assalamu alaykumdi Nizar Ramadan

L’incontro voluto con forza dal GrandeImam egiziano Al Tayeb per combatterel’ideologia dello Stato islamico. Ve-scovo copto-ortodosso di Tanta: Al ter-rorismo rispondiamo con la pace.Il 28 apile Francesco è stato il primo a en-trare nella grande università islamica diAl-Azhar, il secondo a visitare l’Egitto,dopo Giovanni Paolo II. Un momentostorico che segna una tappa importantenel dialogo tra le due grandi fedi mono-tesite: islam e cristianesimo. L’invito aPapa Francesco a visitare il celebre ate-

neo sunnita è arrivato dal grande ImamAhmed Al-Tayyib.

Il capo della chiesa cattolica romana,dopo un incontro con il presidente egi-ziano Abdel Fattah Al-Sisi nel palazzopresidenziale di Ittihadiya al Cairo, si èrecato ad Al-Ahzar per partecipare allaConferenza di Pace promossa dal-l’Imam Al-Tayyib. Alla conferenza erapresente anche il patriarca ecumenico diCostantinopoli Bartolomeo I.L’incontro tra Papa Francesco e ilgrande Imam Al-Tayyib è stato calorosofin dalle prime battute, con l’abbracciotra le due personalità e il saluto

segue a pag. 3

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Kalima Primo piano pag. 2

di Nizar RamadanIl ragazzo che giovedì 18 maggio seraha accoltellato un poliziotto e due mili-tari alla Stazione Centrale di Milano sichiama Ismail Tommaso Ben YoussefHosni: 20 anni, nato in Italia nel '96, pa-dre tunisino da tempo rimasto in patria,madre italiana vivente in Puglia. Luirientrato nel 2015 in Italia, senza pro-spettive: un “perfetto” mix tra disgrega-zione familiare ed emarginazione so-ciale, terreno ideale per l'attecchire dellarabbia dei terroristi. Non troppo dissi-mile è il profilo del 22nne SalmanAbedi, d'origini libiche, l'attentatore sui-cida responsabile della criminale stragedi Manchester del 22 maggio, rivendi-cata dall' ISIS e costata la vita a 22 per-sone. Diverso, infine, il contesto dell'at-tentato di venerdì 26 maggio in Egitto,con 35 morti e numerosi feriti: repli-cando, in sostanza, gli attentati allechiese copte di Tanta e Alessandria delladomenica delle Palme, un commando diuomini armati ha aperto il fuoco su unconvoglio di autobus che trasportavacristiani copti a Menyah, nell’Egitto oc-cidentale.Identica, però, non può che essere lareazione di condanna di tutta la societàcivile: “Condanniamo l’attentato aManchester ed esprimiamo solidarietànei confronti delle vittime di questomassacro, invitando tutti ad essere an-cora più “Uniticontroilterrorismo”, riba-discono le Comunità del Mondo Araboin Italia (Co-mai) e la ConfederazioneInternazionale Cristianinmoschea (nata,a dicembre scorso, dall'iniziativa per ildialogo interreligioso e interculturaleche, su impulso appunto della Co-mai,l’11-12 settembre aveva visto, in tutta

Italia, migliaia di cristiani entrare nellemoschee, in risposta all'altra iniziativa“Musulmani in chiesa” del 31 luglio,dopo gli attentati a Nizza e altre città eu-ropee).“Siamo coi copti e col popolo egiziano,condanniamo gli assassini delle reli-gioni, delle donne e dei bambini neiPaesi arabi, in Occidente, in Africa e nelMondo”: così Foad Aodi, Fondatoredelle Co-mai, commenta appunto il tra-gico attentato del 26 maggio. “Non fac-ciamo mai distinzioni in base alla reli-gione delle vittime”, prosegue Aodi:“perché sono, siamo tutti vittime di que-sta catena di violenza, portata avanti dalterrorismo cieco che colpisce copti, cri-stiani, musulmani e laici per scatenareuna guerra alle religioni”.Al G-7 di Taormina, che ha visto un in-

dubbio impegno dell’Italia (già forte-mente attiva, assi piu' degli altri partnereuropei, nell’accoglienza quotidiana de-gli immigrati), la dichiarazione comunesul terrorismo (che, oltre a ribadire l'im-pegno per la sicurezza dei cittadini e la

tutela dei valori e del modo di viveredell’Occidente, chiede uno sforzo di

collaborazione agli Internet provider,per combattere il cattivo uso della reteda parte dei terroristi) ha rappresentatouna prima risposta unitaria delle demo-crazie industriali. Manca, però, un veroimpegno mondiale a combattere seria-mente tutti i movimenti estremisti nelmondo.Il segretario generale della Lega musul-mana mondiale (Mwl,) Mohammed binAbdul Karim al Issa, ha fermamentecondannato gli ultimi due attacchi ter-roristici che hanno colpito Manchester,nel Regno Unito, e Minya in Egitto. Losceicco Mohammed bin Abdul Karim alIssa ha detto in una nota che "questi atticriminali dimostrano che l'estremismoterroristico è privo di valori umani".

Kalima - "Lo sforzo mondiale con-giunto sarà in grado di sconfiggere ilterrorismo e tutte le tendenze estremi-ste", ha dichiarato il Segretario Gene-rale lo sceicco Mohammed bin AbdulKarim al Issa.Il 30 maggio al Issa si è recato a Londradove ha incontrato una delegazionedella Comunione anglicana. I colloqui

hanno riguardato il dialogo tra le reli-gioni, e le attività della Mwl nel RegnoUnito. Al Issa ha sottolineato che l'Islamtutela i diritti fondamentali e i valoridella convivenza pacifica e ha ribaditol'importanza di concertati sforzi interna-zionali per raggiungere la pace nelmondo.In precedenza, il 16 maggio, al Issa, era

stato accolto dall'ambasciatore dell'Ara-bia Saudita a Londra, il principe Mo-hammed bin Nawaf bin Abdul Aziz. Icolloqui avevano riguardato le nume-rose attività della Mwl nel Regno Unito,un paese cui la Mwl guarda con grandeinteresse.Presso la sede dell’Università di Londraè la Mwl ha organizzato una conferenzaintitolata “Tolleranza dell’Islam”. Nelsuo intervento al Issa ha detto che lamoderazione è sottolineata dai testidella Sharia e dagli insegnamenti delProfeta e che questi valori sono incom-patibili con l'estremismo e la violenza,tante volte associate all’Islam. All'in-contro hanno partecipato leader dellacomunità musulmana in Europa, profes-sori e politici del Regno Unito.A Londra Al Issa ha incontrato anche labaronessa Pola Udd, membro della Ca-mera dei Lord, con la quale ha ribadito

l'importanza di concentrare gli sforzi in-ternazionali nella lotta al terrorismo.Infine Al Issa ha fatto una visita al Cen-tro culturale islamico a Londra. Nelcorso del colloquio, la delegazione haincontrato il direttore del Centro e imembri della comunità islamica nellacapitale inglese: Al Issa ha sottolineatogli sforzi della Mwl nel sostenere lascienza e gli istituti islamici nel mondo.

Segretario Generale Muslim World League a Londra

Da Milano a Manchester e all’EgittoIl mondo arabo, e le Comunità musulmane in Europa, condannano senza riserve gli attentati

Testimonianza dell’Egittodi Alfredo Maiolese

Ad aprile, mi trovavo al Cairo per un incontro di dialogo, durante il periodo delle Palme, quando,apprendo, dei doppi attentati, di Tanta ed Alessandria d’Egitto. Non so che fare rimango sgo-mento.Mentre nell’hotel, presso, il quale, alloggio, si svolge un programma tra Cristiani e Musulmani,appunto, un’importante seminario, per definire futuri programmi, in campo sociale e del dialogointerreligioso, a distanza di pochi chilometri, innocenti, vengono inutilmente, assassinati e senzaragione, perchè appartenenti ad un’altra fede.Vorrei spostarmi verso le città colpite, per convogliare a mio nome e quello dei musulmani eu-ropei, le più profonde condoglianze e comunque dare, con la mia presenza, un significato di so-stegno morale e di solidarietà, ma le autorità consigliano di non uscire dalla capitale. Mi coglie un profondo senso di angoscia per non poter far nulla, vorrei almeno essere vicino aquesti fratelli in Adamo e in umanità, tragicamente colpiti dal terrorismo e quindi non mi restache rilasciare delle interviste sui giornali che sono state lette ed alle quali, il Papa copto, ha ri-sposto, mandandomi una email.Al tavolo con me, un professore egiziano riceve una telefonata da suo nipote capo della Polizia,a guardia, ad una delle Chiese. Zio:”non ti preoccupare sto bene...ma tra le mie braccia è appenaspirato il mio collega Muhammed.”I miei amici Cristiani venuti dall’Italia con me, si commuovono e capiscono che tutti ne possiamoessere colpiti. Piccoli o grandi gesti sono importanti, per essere tutti insieme contro il terrorismoche si maschera da Islamico ma che di Islamico non ha nulla, solo il nome di ignoranti, mani-polati, che si uccidono, uccidendo anche musulmani.

Testimonianza dell’Egittodi Alfredo Maiolese

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KalimaPrimo pianopag. 3

segue da pag. 1

musulmano del Papa in arabo: “Assa-

lamu alaykum“.“Nel campo del dialogo, specialmenteinterreligioso, siamo sempre chiamati acamminare insieme, nella convinzioneche l’avvenire di tutti dipende anchedall’incontro tra le religioni e le culture”ha sottolineato Papa Francesco nel suodiscorso, che ha ricordato la ripresa deldialogo tra due tra le massime istitu-zioni religiose musulmane e cattoliche:

il Pontificio Consiglio per il Dialogo In-terreligioso del Vaticano e il Comitatodi al-Azhar per il Dialogo. Annunciataun anno fa in Vaticano durante la visitaa Roma dell’Imam Al-Tayyib, la ripresadel dialogo tra Al-Azhar e il Vaticanoarriva a sei anni di distanza del discorsodi Papa Benedetto XVI sull’Islam e imusulmani che nel mondo islamico erastato interpretato come un’accusa aimusulmani di perseguitare i seguaci dialtre fedi in Medio Oriente.Tre gli “orientamenti fondamentali” cheaiutano il dialogo, secondo Papa Fran-cesco figurano il dovere dell’identità, ilcoraggio dell’alterità e la sincerità delleintenzioni. Tutto “senza secondi fini”.Sulla violenza in nome delle religione,il Papa non ha fatto sconti: i leader reli-giosi sono chiamati a “smascherare leperverse commistioni tra linguaggio re-ligioso e atti violenti” perché “la vio-lenza è la negazione di ogni autenticareligiosità”. Papa Francesco ha toccatoanche il tema del traffico di armi: “è ne-cessario arrestare la proliferazione di

armi che, se vengono prodotte e com-merciate, prima o poi verranno pure uti-lizzate”.Sheikh Al-Azhar ha invito i partecipantialla Conferenza a un minuto di silenzioper le vittime del terrorismo.“Vi ringrazio, o Papa, per le vostre giu-ste dichiarazioni che non qualificanol’islam come terrorismo”, ha detto Al-Tayyib, il cui discorso ha toccato preva-lentemente temi politici.“L’islam non è una religione di terrori-smo solo perché un gruppo di suoi se-guaci distorce i suoi testi e poi cominciaa spargere sangue e a uccidere gente in-nocente” ha ricordato Al-Tayyib, che haproseguito il discorso con una serie dieloquenti paragoni. AL-Tayyib ha voluto ricordare il ruolodell’istituzione che rappresenta: “Al-Azhar si adopera incessantemente peruniformare il metodo della predica alfine di costruire una filosofia basatasulla comune convivenza e ridar vita almetodo del dialogo nel rispetto dellafede altrui. Dobbiamo lavorare insieme

su quanto c’è in comune tra i credentidelle religioni: e non è poco, bensì tan-tissimo”.Frenare le ideologie che distorcono lereligioni e tornare al dialogo tra i popolisarà un cammino lungo, che richiederàtempo, dialogo e capacità di coesi-stenza.In Egitto il Papa ha incontrato anche ilpatriarca dei copti, papa Tawadros II.“Ancora recentemente, purtroppo, ilsangue innocente di fedeli inermi è statocrudelmente versato” ha detto France-sco ricordando i recenti attacchi del-l’Isis alle chiese copte di Tanta e Ales-sandria. La visita del Papa “ha confermato laprofondità e l’eccellenza dei rapportitra l’Egitto e il Vaticano e ha trasmessoun messaggio di pace e di riconcilia-zione al mondo intero”. Così ha dichia-rato l’ambasciatore Alaa Youssef, por-tavoce ufficiale della presidenza dellaRepubblica egiziana al termine dellastorica visita di papa Francesco inEgitto. Adesso un altro importante passo per ildialogo tra Islam e cristianesimo è statocompiuto. L’invito dell’Imam Al-Ta-yyib e la visita di Papa Francesco reste-ranno nel cuore di musulmani e cristianiche sperano nella pace e nella serenacoesistenza tra i popoli.

Traduzione di abd Al -Aziz Shady

“Errori di analisi e di metodo possono con-durre a un nuovo capitolo dello scontro diciviltà. Volenti o nolenti, il terrorismo ha se-gnato dolorosi ricordi storici in tutte le reli-gioni”. Queste le parole dello sceicco Mo-hammed Al-Issa, segretario generale dellaLega Musulmana Mondiale, in occasionedel suo intervento al Convegno Globaledella pace ad Al-Azhar.Il segretario ha così proseguito: “la pace èun grande obiettivo nell’Islam e non si con-cretizza solo ipotizzando tesi o dialoghi oc-casionali che restino nell’ambito della spe-ranza e della supposizione. Ci deve essereun effetto tangibile, anticipato da un lavorosincero e operoso. Ciò non avviene senza iveri requisiti della pace: volere il bene al-l’umanità, elevarsi sull’egocentrismo. Nellaletteratura politica non c’è un altro valore

invocato e disatteso quanto la pace. Tutte lecreature desiderano la coesione e la convi-venza, che mancano – con sommo dispia-cere – a tanti essere umani.Inutile sventolare la bandiera della salva-guardia della pace mondiale, se laferocia dell’uomo prende il so-pravvento Non v’è pace doveregnano il doppio peso e ladoppia misura. Non v’è pacese dominano la forza, il mate-rialismo, l’ingiustizia. Nonv’è pace senza serenità neicuori e tolleranza. Tali sono lebelle frasi che recitiamo (verbal-mente) nei nostri incontri e dettiamoai nostri figli (nelle lezioni teoriche), con lequali ci esprimiamo sullo scenario interna-zionale: ma ci crediamo davvero nei fatti? Il creatore con la sua provvidenza ha creatoun sistema perfetto, tradito da chi si lascia

prendere dal suo materialismo e dalla fero-cità, da tutti coloro che rendono la pace unamerce da vendere. Rientra nella provvi-denza divina il fatto che il male ritorni aisuoi fautori. Anche se tale provvidenza con-

cede loro del tempo, e la storia n’è te-stimone,Allah ha predestinato un

tempo ad ogni cosa.Quanto detto non ci porta, però,aessere pessimisti e privi di vo-glia di fare, perché l’Islam in noiha radicato la speranza e l’otti-mismo.

Tollerare positivamente le natu-rali differenze tra gli uomini ri-

specchia il volere di Allah che ha vo-luto la diversità: questa convinzione è unodegli atti fondanti della pace. La diversità;questa conferenza n’è un vivo esempio.Oggi ci uniscono l’incontro, la collabora-zione e il dialogo, per servire e rendere fe-

lice l’umanità. La corretta diagnosi ci con-duce a un’importante verità, attraverso laquale ci si rende conto che estremismo eterrorismo non hanno una determinatascuola religiosa e che i loro seguaci sonostati formati in cento e uno Stati. Sono statiassoldati quarantacinque mila guerrieri didiverse correnti di pensiero, uniti da ununico obiettivo. Molti tra loro sono nati eistruiti in paesi non islamici: da un solopaese europeo sono usciti 1500 combat-tenti che si sono aggregati alle file del ter-rorismo.Ci auguriamo che il nostro mondo si rendaconto che la politica ha un ruolo importantenell’accendere la miccia del terrorismo. Poi-ché gli errori della politica sono una miccianella strategia dell’estremismo, che con-sente di accendere i sentimenti religiosi inpersone semplici e ingenue facilmente coin-volgibili con slogan e prediche incitanti. Ilprimo fautore dell’estremismo può esserecolui che ha creato la crepa, vuoi per ten-denze contro-estremiste, vuoi per odio et-nico per conto di correnti politiche: da ciò èscaturita l’islamofobia.

Segretario Generale della Lega Musulmana Mondiale al Cairo:

“La pace deve avere solide basi”

Roma-Cairo Assalamu alaykum

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Kalima - Prosegue il dialogo tra Vati-cano e la Lega Musulmana Mondiale –Italia (Mwl). Il dottor Abdul Aziz Sar-han ha recentemente fatto visita alla

sede del consiglio pontificio del dialogointerreligioso a Roma. Il direttore dellaLega musulmana mondiale Italia è statoricevuto dal Segretario del consiglio,Sua Eccellenza Monsignor Miguel Án-gelAyusoGuixot. L’incontro è stato cor-diale e amichevole: sono state scam-biate idee e opinioni. MonsignorAyuso,

Segretario del consiglio, ha manifestola sua soddisfazione nell’incontrare ilrappresentate della Lega, organizza-zione a lui già nota. Il segretario gene-

rale della Lega, Mohammad al-Issa,aveva incontrato in passato MonsignorAyuso a Vienna. All’inizio di maggio, l’ufficio dellalega musulmana mondiale Italia ha or-ganizzato una serata dal tema “opi-

nioni e dialogo in miniatura” prese-duta dal direttore Abdul Aziz Sarhan,alla presenza di S.E. l’ambasciatoredel Regno Saudita, Krimly. Alla seratahanno partecipato personalità delleistituzioni, il professor Tito Rizzo, perlo Stato del Vaticano, SE MonsignorMiguel Ayuso, segretario del Pontifi-cio Consiglio per il Dialogo Interreli-gioso; Monsignor Michael F. Crotty,Sezione relazioni con gli Stati, Segre-teria di Stato Santa Sede. Presente an-che il mondo accademico con Profes-sor Sandro Schipani professore di Di-ritto Romano, Università Roma LaSapienza, il segretario Nizar Rama-dan, l’interprete dell’ufficio Abdela-ziz Shady. L’incontro, svoltosi in unclima di massima cordialità.L’incontro interreligioso rientra nellospirito del Muslim world league, im-prontato al dialogo, alla consultazione.

Relazione diplomatiche e rapporti interreligiosi

di Abdul Aziz SarhanNon c'è nulla di più bello che di esserein Italia e vivere in mezzo al suo po-polo, vivendo l’effluvio dell’antichitàdel passato e il fascino del presente. Daquando ho messo piede sul territoriodell’antico Impero Romano, la Repub-blica Italiana attuale, vivo una realtà cheaffonda le proprie radici nella storia enella religione, poiché l’Italia è culladella Cristianità e della Santa Sede, ilVaticano. Navigando nella vita italianacontemporanea, colorata di slogan didemocrazia, partiti politici percepiscoun’accelerata corsa nei modi di vivere el’attacco del consumismo sfrenato. Iostesso mi trovo a dover assumere tantidoveri per convivere con la comunitàmusulmana in Italia, lavorando sottol’ombra della cupola e il minareto dellagrande moschea del centro culturaleislamico a Roma. Accompagnato sem-pre dalla tutela e dalla benedizione diAllah, sono assistito nel mio lavoro dafratelli, non solo musulmani, scelti daAllah per accompagnarmi. Quando miritiro, meditando e sorseggiando uncaffè “espresso italiano” con un dol-cetto, mi trovo a fare un confronto conciò che ha offerto l’islam per il genereumano. Traggo la conclusione che la ci-viltà non è ciò che lasciamo alle futuregenerazioni, come le maestose viste delColosseo, le mappe d’espansione del-l’Impero romano. La civiltà non è fattadi slogan di libertà e uguaglianza pro-clamati da Oriente e Occidente. Né diavanzate tecnologie della scienza per

quanto necessarie per il benessere del-l’uomo e per vivere una vita migliore.La civiltà è la civilizzazione dell’uomoche si comporta bene con con i suoi fra-telli, essere umani, nella tolleranza e nelrispetto della persona umana, della suafede, delle sue peculiarità, usi e costumi,etnia, razza e colore. Se applicassimoquesti concetti e principi nella nostravita quotidiana troveremo il nostromondo tinto di pace, sicurezza, tranquil-lità, prosperità e amore. Tale è l’intentodell’islam e di tutte le religioni celestirivelate ai nostri signori: Noè, Muse,Gesù, Abramo e Mohammad, che Allahbenedica tutti loro.L’Islam, in merito ai rapporti di reli-gione e fede, ha rispettato la fede altrui.Allah altissimo ha detto nel Corano:“Avete la vostra religione e ho la mia” ,“non v’è costrizione nella religione” ,“Dio non vi proibisce di agir con bontàed equità verso coloro che non vi com-battono per religione e non vi hannoscacciato dalle vostre dimore, poichéDio ama gli equanimi”. Facendo in-sieme un’attenta lettura di tali versetti,possiamo dedurre chiaramente i più altivalori umani indicati dall’Islam in ma-teria di libertà religiosa.Un racconto di un compagno del mes-saggero sintetizza la questione. Ga’afaribn Abi Talib racconta che in udienzadinanzi a Negus, il re di Abissinia,disse: “Oh Re, eravamo un popolod’ignoranza, adoravamo gli idoli, man-giavamo gli animali morti, commette-vamo i peccati, laceravamo i legami di

parentela, non rispettavamo i vicini, ilpiù forte tra noi mangiava il più debole,cosi eravamo; finché non è stato inviatoa noi un messaggero di cui sappiamoorigini, sincerità, onestà e castità; che ciha invitato a credere in Allah, come diounico, adorarlo e abbandonare ciò cheadoravamo, noi e i nostri antenati oltreAllah tra statue e feticci; ci ha ordinatodi dire la verità, restituire i depositi,stringere i legami di parentela, la buonavicinanza, fermare l’incesto e lo spargi-mento del sangue; ci proibito le immo-ralità e dire il falso, appropriarsi deibeni dell’orfano e calunniare le caste; eci ha ordinato di adorare Dio, e nonavere altro dio che Lui; ci ha ordinato lapreghiera, la decima e il digiuno”.La civiltà non è essere arabo, europeo,americano o giapponese. Non è coluiche si sacrifica per interessi mondani,che cerca di realizzarsi. No. La civiltàsi giudica dal punto di vista del compor-tamento tra gli uomini, per l’elevatezzadello spirito e la nobiltà d’animo. Chesi tenda la mano a chi ha bisogno, purnon essendo dalla tua stessa religione.Perciò adoperiamoci per diffonderequesta civiltà, nobilitiamo la nostraumanità, siamo umanamente civilizzati,iniziamo ora!

Kalima pag. 4Notizie della comunità

Conferenzadell’Associazionedei Medici arabiin Italia - UMAI

Il 20 maggio presso l’UniversitàLa Sapienza di Roma si è svolta laterza conferenza dell’Associazionedei Medici arabi in Italia. Vi hannopreso parte numerosi medici arabidi diverse specializzazioni. Gli in-terventi si sono focalizzati sullamedicina moderna. Ha concluso laconferenza il dottor Sabri Sham-san, presidente dei Medici arabi inItalia, che ha ringraziato i mediciarabi e italiani per la presenza nu-merosa e la riuscita della manife-stazione.

L’umanità e la civiltà

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di Nizar Ramadan

Lo scorso anno nella ricorrenza della fe-sta della Liberazione dell’Italia dal Na-zifascismo, il presiedente Mattarella

volle significativamente ricordare l’in-scindibile legame esistente tra la Resi-stenza, il nuovo carattere dell’Italia de-mocratica e l’ordinamento repubbli-cano, al cui fine si erano levate le“coscienze limpide” del Paese, di ogniceto ed appartenenza, unite per l’affer-mazione di una condizione di cittadi-nanza come forma di integrazione ci-vica e democratica, nel passaggio dallacondizione di “sudditi” a quella di “cit-tadini”.Da quella temperie morale, si sarebbegiunti alla Costituzione, con i suoi va-lori personalistici e solidaristici, nel-l’ambito di un diffuso desiderio di pacee di libertà, che portava all’anelito diuna nuova Italia la quale, lasciando allespalle le atrocità vissute, guardava ad unfuturo ricco di speranza e di progresso.Nella ricorrenza del 25 aprile, ci siaconsentito attualizzare la consapevo-lezza che il bene prezioso della Libertàricevuto in eredità dai Martiri che peressa si batterono, va alimentata e rinno-vata perennemente presso le giovani ge-nerazioni, e non solo.Libertà da intendersi prioritariamentecome emancipazione da ogni forma didittatura, presente nei Regimi instaura-tisi tramite colpi di Stato, come in quellidemocraticamente eletti, ma successiva-mente “deragliati” nella repressione deldissenso.

Libertà dal bisogno, da ogni forma dicorruzione, da una visione mercantili-stica che tutto riduce ad algidi parametrieconomici, disancorati dalla morale; li-bertà dall’egoismo refrattario al soc-corso di coloro che non hanno più la-crime per piangere.Libertà di recuperare il senso autenticodella politica, come servizio da rendersialla polis, cioè alla collettività, e noncome fonte di autopromozione perso-nale: questo è il senso più profondo del25 aprile, come perenne tensione mo-rale e civile, in un processo di crescitache si è avviato nel momento fondantedell’Italia libera e democratica; ma chein atto appare regressivo in un’ inquie-tante divaricazione tra Paese legale ePaese reale, tra elettori ed eletti. Libertà di continuare ad appartenere adun’Europa, che non è certo quella dei

mercati, bensì dei valori evocati nelmezzo del secondo conflitto mondialeda Benedetto Croce, il quale auspicòcome fattore di equilibrio internazionaleper garantire stabilmente la pace fra leNazioni, la costituzione dell’Europa, darealizzarsi con abundantiacordis. Ciòsignificava uscire dagli egoismi e dal-l’indifferenza all’altrui povertà: «La

moralità –spiegava il filosofo -si attua

solo con gli uomini tutti, combattendo o

collaborando con essi per la comune

umanità. E solo per questa via della

ognora crescente civiltà, la pace si

manterrà a lungo e sempre si ristabilirà

più profonda e forte».La Liberazione che pertanto ci accin-giamo a celebrare, per non ridursi aduna sterile esornazione priva di concre-tezza nel vissuto quotidiano, ci imponedi aprire la mente ed il cuore alle vicis-

situdini di coloro che sbarcano disperatisulle nostre coste, consapevoli che il va-lore della solidarietà è richiamato anchenella Costituzione dell’Unione Europea,coerentemente con i suoi principi ispi-ratori, onde l’Unione medesima è defi-nita «spazio privilegiato della speranza

umana».

Liberazione -last butnotleast-dallapaura della diversità religiosa, la qualediversità lungi dal costituire un ele-mento divisivo, può costituire un mutuoarricchimento nel confronto intercultu-rale, vieppiù significativo in un Paesecome l’Italia, che da secoli è ovunquericonosciuto quale “culla della civiltà”,intendendosi tale termine senza caratteridi esclusività, bensì di accoglienza dinuovi apporti, come quelli che vennerosignificativamente mutuati nel periodomedioevale dal mondo arabo. La solennità civile che gli italiani diogni appartenenza si apprestano a cele-brare, non si risolve allora nello strug-gente ricordo del periodo aureo delle ri-trovate libertà, bensì in un nuovo e gal-vanizzante impegno ad allargare le basidella democrazia, di cui sono partecipiattivi cittadini di più recente acquisi-zione. Essi con consapevole e liberoatto di amore, hanno scelto l’Italia – conle sue leggi- come nuova Patria, noncosì rinnegando quella pregressa, maproiettandosi in una nuova dimensionecosmopolitica, nella quale ci si ritrovaaffratellati nell’appartenenza a quellagrande, meravigliosa famiglia che è ilgenere umano.

KalimaNotizie della comunitàpag. 5

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Kalima pag. 6

servi, come Egli dice: “Vi è prescritto ildigiuno com’era stato prescritto a co-loro che vi hanno preceduto. Forse di-verrete timorati.” [2, 183]Egli ha reso loro caro il digiuno, e glieloha reso anche facile in modo che le per-sone non trovino troppo difficile rinun-ciare alle loro abitudini e a ciò a cui sonoabituati. Allāh dice: “[digiunerete] per un deter-minato numero di giorni.” [2, 184]Non stupisce quindi, che in questo bene-detto mese di Ramadān i cuori dei cre-denti si volgono al loro Signore Miseri-cordioso, temendoLo, e sperando di otte-nere la Sua misericordia e il buonariuscita nell’Aldilà.Digiuno in lingua araba si dice “siyām”,che vuol dire astensione: nell’Islām ciòsignifica astenersi dalle cose che rom-pono il digiuno, dall’alba al tramonto,dopo aver formulato l’intenzione (niyya)di digiunare.Il digiuno di Ramadān è uno dei cinque

pilastri dell’Islām: il Qur’ān è stato rive-lato in questo mese, e in esso vi è unanotte che è migliore di mille mesi. Unesempio della straordinarietà di questomese benedetto è nelle parole del Profeta(pace e benedizioni di Allāh su di lui):“Quando Ramadān ha inizio, le porte delParadiso sono aperte e le porte dell’In-ferno sono chiuse, e i diavoli vengono in-catenati.”[Riportato da Al-Bukhārī]L’inizio di Ramadān è confermato dal-l’avvistamento della luna nuova o dalcompletamento di trenta giorni diSha’bān. Chi vede la falce della lunanuova o sente del suo avvento da unafonte affidabile è obbligato a digiunare.Usare i calcoli per determinare l’inizio diRamadān è una innovazione religiosa(bid‘a), perché il detto del Profeta(pbsl)afferma chiaramente: “Digiunate quandola vedete (la luna nuova) e rompete il di-giuno quando la vedete.”La niyya (intenzione) è una condizionenecessaria nei digiuni obbligatori, comerecuperare i digiuni persi o quelli fatticome atto di espiazione, perché il Pro-feta(pbsl) disse: “Non c’è digiuno per lapersona che non ha intenzione di digiu-nare dalla sera prima.” [Riportato daAbū Dāwūd] La persona che sta digiu-nando in Ramadān non deve ripetere l’in-tenzione ogni notte, ma gli è sufficienteformulare l’intenzione all’inizio del mesestesso. Le virtù del digiunoIl digiuno in Ramadān equivale al di-giuno di dieci mesi, e come menzionatonel hadīth, “Chi digiuna in Ramadān confede e con la speranza della ricompensa,tutti i suoi precedenti peccati sarannoperdonati.” [Riportato da Al-Bukhārī];

Se una persona si astiene dalle cose lecitesperando di ottenere il compiacimento diAllāh e per timore della Sua punizione,sarà più facile per lui astenersi dal com-piere le cose proibite. Se lo stomaco diuna persona è affamato, questo tratterràmolte delle sue altre facoltà dal sentirefame o desiderio; ma se il suo stomaco èsoddisfatto, la sua lingua, i suoi occhi, lesue mani e le sue parti intime inizierannoad avere fame. Il digiuno conduce allasconfitta di Shaytān; controlla i desiderie protegge le proprie facoltà.Il digiuno è anche una dimostrazione dipartecipazione, poiché la comunità di-giuna e rompe il suo digiuno nello stessomomento.Il digiuno fornisce anche una grande op-portunità per chi chiama alla rettitudine.In questo mese molte persone vanno allamoschea per la prima volta, o non ci sonostate per lungo tempo, e i loro cuori sonoaperti, quindi dobbiamo sfruttare al mas-simo quest’opportunità con la predica-zione fatta in una maniera dolce, inse-gnando lezioni appropriate e pronun-ciando parole benefiche, pur cooperandonella giustizia e nelle buone azioni.Chi è obbligato a digiunare?Il digiuno è un obbligo per ogni musul-mano, maschio o femmina che sia,adulto, sano di mente, non viaggiante,che è in grado di digiunare e non si trovinel periodo del ciclo femminile.I bambini devono essere istruiti, con ladovuta comprensione, a digiunare all’etàdi otto anni, se sono in grado di farlo: ilbambino sarà ricompensato per il di-giuno, e i genitori saranno ricompensatiper averlo educato correttamente e gui-dato a compiere il bene. Allāh dice:“O credenti, preservate voi stessi e levostre famiglie, da un Fuoco (infernale)il cui combustibile saranno uomini epietre e sul quale vegliano angeli for-midabili, severi, che non disobbedi-scono a ciò che Allāh comanda loro eche eseguono quello che viene loro or-dinato.” [At-Taĥrīm, 6] I malati di mente non sono respon-sabili per le loro azioni, mase una persona è a voltefolle e altre volte sanodi mente, alloradeve digiunare du-rante i suoi pe-riodi di sanitàmentale, ed èscusato durante isuoi periodi difollia. Se qualcuno nonsa che è obbligato-rio digiunare in Ra-madān, o che è proibitomangiare o avere rapportiintimi durante il giorno in que-sto mese, allora secondo la maggioranzadei sapienti questa scusa è accettabile,come è anche il caso di un nuovo conver-tito all’Islām, un Musulmano che vivenelle terre non-Musulmane e un Musul-mano che è cresciuto tra i negatori. Mauna persona che è cresciuta tra i Musul-mani ed è stato in grado di porre domande

al proposito e venire a conoscenza di ciò,non ha scuse.Alcuni aspetti obbligatori e raccoman-dati del digiunoQuando arriva l’alba - che è la luce biancaproveniente dall’orizzonte a Oriente - lapersona che digiuna deve immediata-mente smettere di mangiare e di bere, siache senta la chiamata alla preghiera(adhān) o meno. L’idea di essere al sicuro nello smetteredi mangiare e di bere un certotempo prima dell’alba, come adesempio dieci minuti prima,è una biasimevole inno-vazione religiosa(bid‘a). In alcuniorari stampati se nepuò vedere unoindicante il ter-mine “imsāk”(smettere dimangiare ebere) e un al-tro indicantela preghieradell’alba (fajr):questo è qual-cosa che nonviene dall’Islām.Dobbiamo fare inmodo di mangiare ebere qualcosa nel pa-sto che precede l’alba, eritardarlo fino a pocoprima della adhān del Fajr. IlProfeta(pbsl) disse: “Fate il pa-sto che precede l’aurora (suhūr),perché in esso c’è benedizione(baraka).”[Riportato da Al-Bukhārī]; Egli disse anche: “Il suhūr è cibo bene-detto, ed è ciò che ci distingue dalla

Gente del Libro. Che buon suhūrper il credente sono i dat-

teri.”[Riportato da AbūDāwūd].

Una volta che l’in-tero disco delsole è scom-parso, la per-sona deverompere il suodigiuno, e nonprestare alcuna

attenzione al ba-gliore rosso che

rimane all’oriz-zonte, perché il Pro-

feta(pbsl) disse: “Unavolta che la notte viene da lì

e il giorno scompare da lì, e il sole ètramontato, la persona che digiuna deverompere il suo digiuno.” [Riportato daAl-Bukhārī]La Sunnah è affrettarsi a rompere il di-giuno (iftār). Il Profeta (pbsl) non avrebbepregato il Maghrib finché non rompeva ilsuo digiuno, anche se solo con un sorso

d’acqua. Se una persona a digiuno nonriesce a trovare nulla con cui rompere ilsuo digiuno, deve formulare nel suocuore l’intenzione di rompere il suo di-giuno.Si dovrebbe rompere il proprio digiunonella maniera descrittanel hadīthn a r -

rato daAnas: “Il Pro-feta(pbsl) rompeva il di-giuno prima di fare la preghiera con dat-teri freschi;e se non c’erano datteri fre-schi, con datteri secchi; e se non c’eranonemmeno questi, beveva qualche sorsod’acqua.” Dopo la rottura del digiuno, andrebberorecitate le parole riportate nel hadīth nar-rato da Ibn ‘Umar (che Allāh sia soddi-sfatto di entrambi), secondo il quale ilProfeta(pbsl), quando rompeva il suo di-giuno, diceva: “Dhahaba al-zama’,wa’btallat al-‘urūq, wa thabat al-ajru inshā Allāh(La sete è andata, le vene scor-rono di nuovo, e la ricompensa è certa,seAllāh vuole).”[Riportato da AbūDāwūd]Bisogna guardarsi dal rompere il digiunoprima del corretto tempo.Quando si digiuna, allo stesso modo diquando non lo si fa, è obbligatorio tenersilontano dal peccato, perché ilProfeta(pbsl) disse: “Quando uno di voista digiunando, non lasciate che com-metta peccato…” [Riportato da Al-Bukhārī].

“Chi digiuna inRamadan con fedee con la speranza dellaricompensa, tuttii suoi peccatisaranno perdonati”

Benvenuto Ramadan

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Kalimapag. 7

Il Profeta(pbsl) disse anche: “Per chi nonevita di pronunciare falsità e agire falsa-mente, Allāh non avrà alcun desiderioche egli eviti cibo e bevande.” [Riportatoda Al-Bukhārī].La persona che sta digiunando dovrebbe

evitare ogni tipo diazione proi-

b i t a ,

c o m ela maldicenza,

l’oscenità e le bugie, altri-menti la sua ricompensa può andare tuttaperduta. Il Profeta(pbsl) disse: “Può es-sere che una persona che digiuna non ot-tenga nulla dal suo digiuno se non lafame.” [Riportato da Ibn Māja].Non bisogna lasciarsi provocare, perchéil Profeta (pbsl) disse: “Se qualcuno vicombatte o vi insulta, dovete dire: «Stodigiunando, sto digiunando».” [Riportatoda Al-Bukhārī] Tuttavia chiunque osserva la condotta dimolti di coloro che digiunano, vedràqualcosa di assai diverso. E’ essenzialeesercitare autocontrollo e restare calmi,ma spesso purtroppo vediamo l’oppostonei comportamenti di molti.Non si dovrebbe mangiate troppo, perchéil Profeta(pbsl) disse: “Il figlio di ‘Ādam-non riempie nessun vaso più del suo sto-maco.” [Riportato da Al-Tirmidhī]La persona saggia vuole mangiare per vi-vere, non vivere per mangiare.Purtroppo durante il mese di Ramadān lagente indulge nel cucinare ogni tipo dicibo e nella preparazione del cibo come

se fosse una forma d’arte, così le casalin-ghe passano tutto il proprio tempo a cu-cinare pietanze, e questo le tiene lontanedall’adorazione: in questo modo Ra-madān diventa il mese dell’indigestione,della grassezza e della malattia gastrica.In questo mese benedetto si dovrebbe es-sere generosi condividendo la cono-scenza, donando denaro, usando la pro-pria posizione di autorità o forza fisica

per aiutare gli altri, e avere un buon at-teggiamento. Al-Bukhārī e Muslim

riportarono che Ibn ‘Abbās(che Allāh sia soddisfatto di

lui) disse: “Il Messaggerodi Allāh era il più ge-

neroso degli uomini,e durante il mese

di Ramadān loera ancor di piùdi quanto lofosse di solito,quando Jibrīlveniva a tro-varlo tutte lenotti delmese, e gli in-segnava il Qu-r’ān. Quando

veniva a tro-varlo Jibrīl, il

Messaggero diAllāh era più gene-

roso del vento cheporta la pioggia.” [Ripor-

tato da Al-Bukhārī]Combinare il digiuno con il nu-

trimento dei poveri è uno dei mezziper ottenere il Paradiso, come il Pro-

feta(pbsl) disse: “In Paradiso ci sonostanze il cui esterno può essere vistodall’interno e l’interno può essere vistodall’esterno. Allāh le ha preparate percoloro che nutrono i poveri, che sonogentili nell’eloquio, che digiunano rego-larmente e che pregano di notte, quandole persone dormono.”[Riportato da Ahmad]Ed egli disse: “Chi offredel cibo per la rottura deldigiuno a uno che sta di-giunando avrà una ri-compensa pari alla sua,senza che nulla sia toltodalla ricompensa di coluiche digiunava.”[Ripor-tato da Al-Tirmidhī]Che cosa dovrebbe es-sere fatto durante que-sto grande mese?In primo luogo è necessa-rio preparare se stessi e ilproprio ambiente per ilculto, affrettarsi a pentirsie a ritornare ad Allāh, ral-legrarsi al momento dellacomparsa del mese, di-giunare correttamente,

avere il giusto stato d’animo e temereAllāh, non sentirsi stanchi durante i diecigiorni centrali del mese, cercare Laylatal-Qadr nelle ultime dieci notti, leggeredi volta in volta l’intero Qur’ān e com-prendere quello che si sta leggendo. La‘Umra durante Ramadān è equivalente alPellegrinaggio (Hajj), e la carità data du-rante questo tempo virtuoso si moltiplica,e il ritiro nella moschea per l’adorazione(i’tikāf) è confermato essere parte dellaSunnah. Non c’è niente di sbagliato nelcongratularsi l’un l’altro all’inizio delmese. Il Profeta(pbsl) era solito dare aisuoi compagni la lieta novella dell’av-vento di Ramadān, e li esortava a farlorendere al massimo.Alcuni esempi di coloro che sono esen-tati dal digiunareAllāh dice: “E chiunque è malato o inviaggio assolva [in seguito] altrettantigiorni (in cui non ha digiunato).” [2, 185]Il viaggiatore: affinché sia consentito alviaggiatore rompere il suo digiuno, al-cune condizioni devono essere soddi-sfatte. Il suo tragitto deve essere lungo,altrimenti noto come viaggiare (anche sec’è una ben nota differenza di opinionetra i sapienti su questo tema), ed egli deveandare oltre la città e la sua periferia.Nonè considerato come un viaggiatore fino ache non ha lasciato la città:se è ancoraall’interno della città, è considerato comeuno che è stabile, quindi non gli è per-messo accorciare le preghiere, pertantodeve digiunare. Il malato: in caso di qualsiasi malattia chefa sì che le persone si sentano poco bene,è permesso loro non digiunare. Se il di-giuno provoca perdita di coscienza, unodeve rompere il suo digiuno e recuperarloin seguito. Se una persona sente fame o sete in modoestremo e teme di morire a causa di que-sto o che alcune delle sue facoltà possanosubire danni irreparabili, e ha basi razio-nali per credere che sia così, può rompereil suo digiuno e recuperarlo in seguito,perché salvare la vita è obbligatorio e haprecedenza. Il malato che spera di ristabilirsi deveattendere fino a quando non sta meglio,quindi recuperare i digiuni che haperso. Coloro che soffrono di una ma-

lattia cronica e non hanno alcuna spe-ranza di recupero e le persone anzianeche non sono in grado di digiunare, de-vono nutrire una persona povera conmezzo sā’ (più o meno equivalente adun chilo e mezzo di riso) di alimentobase del proprio paese per ogni giornoche hanno perso.L’anziano: le persone molto anziane chehanno perso la loro forza e stanno diven-tando ogni giorno più deboli con l’ap-prossimarsi della morte, non devono di-

giunare, e sono autorizzate a non farlo,dalmomento che il digiuno sarebbe troppodifficile per loro. Comunque sia, i malati devono farsi con-sigliare dal proprio medico. Ibn ‘Abbās disse riguardo il versetto:“Ma per coloro che [a stento] potreb-bero sopportarlo (ad esempio un an-ziano, ecc.), c’è un’espiazione: (possonoscegliere il digiuno o) il nutrimento diun povero (per ogni giorno).” [2, 184]: “Ciò non è stato abrogato. Si riferisceall’anziano e all’anziana che non possonodigiunare, cosìessi devono nutrire un po-vero per ogni giorno (in cui non hanno di-giunato.” [Al-Bukhārī]Coloro che sono divenuti anziani e con-fusi non devono digiunare o fare qualsiasialtra cosa, e la loro famiglia non deve farnulla per loro conto, perché queste per-sone non sono più considerate come re-sponsabili. Se essi sono a volte sani dimente e in altri momenti confusi, devonodigiunare quando stannobene e non de-vono farlo quando sono confusi.In conclusione, questo è ciò che siamostati in grado di sintetizzare sulle que-stioni riguardanti il digiuno di Ramadān.Chiediamo ad Allāh di aiutarci a ricor-darLo, ringraziarLo e adorarLo corretta-mente, e alla fine del nostro Ramadān diperdonarci e di salvarci.

“E chiunqueè malato o in viaggioassolva (in seguito)

altrettanti giorni(in cui non ha digiunato)

Benvenuto Ramadan

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Kalima pag. 8Muslim World League

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KalimaMuslim World Leaguepag. 9

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Kalima pag. 10Etica e Religione

di Elisabetta Aicha MunirIl digiuno è benefico per ilcorpo, lo dice la scienza e lereligioni. La fisiologia delcorpo umano consente unaastensione dal cibo anche per12/16 ore , e così è stato per mil-lenni. L’organismo si adatta a ciò ,anzi, il digiuno lo rende più resistente (l’energia, immagazzinata sotto forma di Gli-cogeno, si esaurisce dopo circa 12h; vengono al-lora utilizzati gli acidi grassi del tessuto adiposo, chetrasformati in chetoni, trasportati dal flusso sanguigno, rappre-sentano una fonte di energia per muscoli e cervello). Il digiuno puo’ defi-nirsi come una tecnica di guarigione. Cambiamenti nella dieta produconoeffetti sul cervello; dopo 24h di digiuno si evidenzia la formazione di nuovineuroni. Un digiuno di 2 gg/settimana potrebbe ridurre rischio di svilup-pare Morbo di Parkinson ed Alzheimer,migliorare apprendimento e me-moria,capacità di combattere malattie croniche, riduzione delle infiamma-zioni, del rischio di malattie cardiovascolari e cancro.( dott. Mark Mattson,professore di Neuroscienze presso la Johns Hopkins University di Balti-mora)Nella religione Ebraica , il digiuno è espiazione, purificazione, rinnova-mento. In quella Cristiana è penitenza, espiazione e coinvolge corpo e spi-rito. Padre Bianchi, monaco priore della comunità di Bose, definisce il di-giuno una professione di fede con il corpo.Nell’Islam il digiuno implica autocontrollo, comprensione dei doni e dellamisericordia di Allah swt ; non è espiazione o pentimento , è l’impegno adiventare sempre più timorati di Allah, controllo delle pulsioni negativema anche compassione, carità, condivisione dei doni di Allah swt (nellaforma della Zakat Al Fitr). Rientra nella pratica di uno sforzo maggiore.Imam Al-Baqer (a.s) disse: “Ogni cosa ha una stagione primaverile e laprimavera del Corano è il mese di Ramadan”

di Alfredo MaioleseIl benessere talvolta ci

porta involontariamente a di-menticare, il dovere islamico

di disponibilità per gli altri, peri bisognosi, per i vicini di casa,

per i viaggiatori.Il Ramadan,  il mese in cui Allah l’Al-

tissimo, ha fatto scendere il Santo Corano,è il mese del digiuno dedicato esclusivamente

a Lui, mi riporta alla mente una storia della miavita, rimasta indelebile nei miei ricordi.

Era il mio primo pellegrinaggio alla Mecca appunto,  nel mesedi Ramadan e mi trovavo in volo verso la Città Santa, quando,  il capitanoannunciava il tempo del magareb e quindi la rottura del digiuno (sauwm).Prima che la hostess mi portasse acqua e cibo,  molti passeggeri, intornoa me, facevano a gara per offrirmi datteri, dolci, caffè o tè....mi chiedevocome persone sconosciute e mai viste prima, potessero avere tanto riguardoe cordialità nei miei confronti..... quel giorno ho capito cosa significavamuabba.Lacrime di commozione scendevano sul mio viso, gradendo fratellanza,amore in Dio, ed il  legame creato tra i digiunanti in aiuto vicendevol-mente,  a seguito della sofferenza nella privazione.Dopo aver iniziato a bere acqua e mangiato  alcuni datteri,  non avevo mai,fino a quel momento, apprezzato cosi intensamente il cibo, incominciavoa ringraziare Allah a (Lui la Lode) con ardore,  per avermi fatto superareuna così  dura prova,  ricordandomi di milioni di persone che ne eranoprive. Bere, mangiare, sono gesti, qui da noi scontati, che il Ramadan miha fatto rammentare  riaffermando, la fortunata condizione, in cui viviamo,senza apprezzare. Anche questo è il Ramadan che seppur difficile , in giornate lunghe e calde,ci lascia al termine, una profonda nostalgia,  sperando di riviverlo, quandoritornerà.

di Karima Angiolina Campanelli

Bismi-llah.Un vecchio saggio - chiamato a sal-vare un paese dalla siccità - si ap-partò a digiunare e meditare per tregiorni; all’alba del terzo giorno unapioggia benefica cadde sul paese esui suoi abitanti che, sbalorditi e am-mirati, chiesero al saggio cosa avessefatto per ottenere un tale miracolo. Ilvecchio saggio rispose:” “ Ho digiu-nato e ho messo ordine in me stesso,così il mondo esterno si è di conse-guenza riequilibrato”. tutti noi siamoconsapevoli e documentati sugli ef-fetti e sulle grandi possibilità che ildigiuno riserva a chi lo pratica?, masembra che il cuore pulsante delsanto Mese di Ramadan, in questofrangente storico, ormai sia solo – edisgraziatamente nella grande mag-gioranza dei casi negli ambientiopulenti - il momento di festa el’iftar pantagruelico, in cui simangia a crepapelle. Il digiunoè, invece, uno strumento diprecisione, per ripristinarel’integrità spirituale e ren-derci meritevoli del favoredi Allah. rifulga lo splen-dor della Sua Luce; raf-forzare le virtù ed elimi-nare gli ostacoli e le forzeavverse all’integrità del-l’individuo. Il digiunoprotegge dalla malattia e

dalle suggestioni di Shaytàn; esso èpurificazione dello spirito, ci donapace interiore, e una libertà dal giogodi “an-Nàfsu l-ammàratu bi-s-su”

l’anima passionale che spinge almale. Il digiuno, anche per i diversa-mente credenti, è un cammino versola crescita spirituale, è la cura depu-rativa di tutte le sedimentazioni delcorpo e dell’anima. In questo mesebenefico di Ramadan la comunità siraduna in preghiera alla presenza diAllah, o si presenta affamata alle ta-vole imbandite oltre misura, dovel’abbondanza di cibi per il nu-trimento del corpoprevarica suln u t r i -

mento di cuore, mente e anima! Festee banchetti, piatti speciali e troppo,troppo cibo in questo mese! Un meseche dovrebbe essere all’insegna dellasobrietà e della pacatezza. Doman-diamocelo: Quanta ricchezza e ab-bondanza di pentimento è presentenelle nostre preghiere? Quanta ric-chezza e abbondanza di cibi è in an-titesi sulle nostre tavole? Abbiamoinvitato alla nostra tavola di Rama-dan l’umiltà, la pazienza, la rinuncia,la riflessione, il vero sacrificio, lacompassione e la misericordia? Que-

sti nobili valori non hanno daessere solamente

estemporaneie spora-

d i c i

riti di passaggio nella nostra vita; eciò perché sono i comandamenti e iprecetti che costituiscono il fulcrodell’anima del musulmano, manife-stazioni dei Decreti dell’Altissimo etutto si rivela e si risolve nella SuaMisericordia. Fratelli e sorelle, inquesto mese santo riempiamo i cuoripiù dei piatti! Facciamo in modo cheil nostro cibo sia calore e poesia, fac-ciamo del Ramadan la tavola imban-dita dello spirito, dove invitare il po-vero, il migrante, l’ammalato, che èdentro e fuori di noi. Lasciamo unposto a tavola per i lavoratori sotto-pagati, per i muratori, per i contadiniche per ore e ore sotto il sole cocentea schiena piegata coltivano e raccol-gono quel che noi porteremo sulle ta-vole.Offriamo un piatto ai rifugiati chenegli angoli del mondo, nei campi

profughi, nelle baraccopoli dellenostre città, alle frontiere o sui

barconi della speranza, vivonoil Ramadan, nutriti solo dallaforza della speranza e dallafede. La vita del vero mu-sulmano è Nobiltà, che èl’arte del guidare la pro-pria anima sul diritto sen-tiero.Apriamo le porte dei no-stri cuori alla verità, allacompassione, alla giusti-zia e alla famiglia umana.

La tavola del fedele in Ramadan

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KalimaCultura e dialogopag. 11

Islam. Una nuova traduzione storicaKalima - La vita del Profeta Moham-mad (P.B su di Lui), oggetto di amore edevozione da parte dei fedeli. Il Coranocome conforto spirituale, rassicurazionee ammonimento. La teologia e la filoso-fia islamiche e il pensiero politico. Ledivisioni e le differenze tra alcunescuole di pensiero. E poi le donne e lequestioni di genere nelle società musul-mane, in una prospettiva storica che ar-riva fino ai giorni nostri. Sono solo al-cuni dei temi affrontati nell’interessantee accurato saggio di Carole Hillenbrand,intitolato “Islam” (Einaudi), nel qualeviene offerto un quadro esaustivo delmondo musulmano in una ricostruzionestorica e antropologica ricchissima. Ilvolume è utile per chi desidera orien-tarsi in una religione e in un modo di vi-vere che riguardano oltre un miliardo emezzo di persone. L’Islam è la più te-

muta e la meno compresa delle religionial mondo, spiega Hillenbrand: proprioper questo l’autrice ha scelto di scrivereun testo indirizzato non a esperti, ma allettore comune, cercando di smontareuno a uno i pregiudizi e le false convin-zioni legate al mondo musulmano. Trale prime menzogne segnalatedall’au-trice c’è quella che associa l’Islam alterrorismo. Se è la storia che modella lareligione, allora secondo Hillenbrand èutile ricostruire il passato, per poi leg-gere i fatti di oggi alla luce di ciò che èaccaduto ieri. Di capitolo in capitolo -10 in tutto, ognuno leggibile in manieraindipendente, per permettere di appro-fondire anche solo un argomento, la stu-diosa racconta di dottrine e personaggi,filosofie e costumi popolari, sempre te-nendo acceso il faro dell’obiettività,della misura e della razionalità, e sem-

pre nella ferma convinzione che, oggipiù che mai, sia necessario parlare dei“tanti volti dell’Islam”. Non esiste un“corpo unico, monolitico, di musul-mani”, ma “ci sono conservatori e radi-cali, letteralisti e intellettuali, quelli chehanno la visione di una fede diffusa intutto il mondo e quelli la cui visione nonandrà oltre la propria comunità fami-liare”. Tra tradizioni, etnie e tendenzediverse, in una religione che si estendepraticamente in tutti i continenti, chipuò parlare ufficialmente in nome del-l’Islam? Ma il tema riguarda anche lacosiddetta ‘islamofobia’, nata dopo l’11settembre, e oggi cavalcata, come ci ri-corda ogni giorno la cronaca, da moltipolitici.(Einaudi, pp. 404, 34 Euro).

Salve a tutti, as salamualaykum! Mipresento. Mi chiamo Luca, per i fratellie le sorelle nell’Islam Luqman (arabiz-zazione del mio nome originario) e ho23 anni. Sono uno studente universitariodi lingue orientali ed ho sempre avutola passione per l’arabo e il mondo isla-mico. Ho cominciato ad avvicinarmi al-l’Islam all’età di 12 anni dopo averascoltato in televisione l’adhaan, lachiamata alla preghiera: la voce delmuezzìn mi colpì a tal punto che nonriuscii a pensare ad altro per giorni egiorni, finche decisi ad un tratto di ap-profondire meglio la mia conoscenzadella religione islamica. Cominciai aleggere il Corano e a visitare la GrandeMoschea di Roma, la città in cui sononato e tuttora abito con la mia famiglia.Sì, questo è un aspetto importante dellamia vita: la famiglia, alla quale sonomolto legato e il cui sostegno morale miè di notevole ausilio. Inizialmente,come tutte le persone che conoscevo, imiei genitori si mostrarono perplessi e(comprensibilmente per quanto si sen-tiva e purtroppo anche oggi si sente daimedia) anche un po’ spaventati dal miodesiderio di conversione. Con il tempo,però, hanno capito che la mia scelta, perquanto fosse molto precoce, era dettatada una grande convinzione e ho potutocontare sul loro appoggio. Gradual-mente ho cominciato a pregare e fare ildigiuno, frequentare la moschea e cono-scere i miei correligionari. Nonostante

qualche piccola incertezza posso direcon sicurezza che i miei genitori hannofinalmente approvato la mia religiosità.Ciò, mi è stato detto da alcuni fratelli, èda considerarsi una benedizione di Al-lah, in quanto molti italiani ritornati al-l’Islam sono costretti a vivere la propriafede di nascosto e con il timore che lapropria famiglia possa ripudiarli seppurmetaforicamente. Anche gli amici di fa-miglia non mi hanno allontanato, Anzi,ricordo le parole dell’amico sacerdoteche sposò i miei genitori: “evidente-mente Dio ha voluto che Luca diven-tasse un ponte fra due culture così vi-cine, ma anche così distanti”. Ed è pro-prio quello che io mi sento di fare:contribuire ad abbattere le barriere deipreconcetti e costruire dei ponti di dia-logo e fratellanza fra i figli dell’UnicoDio. Del resto, sono diventato anche ilrappresentante per l’Islam della sezionegiovanile dell’Associazione Internazio-nale Karol Wojtila, che raggruppa le tregrandi religioni monoteiste. Di recenteho avuto anche il privilegio di poter vi-sitare per la prima volta i luoghi santidell’Islam: La Mecca e Medina. Ma diquesto vi racconterò meglio prossima-mente in un nuovo articolo… insha’Al-lah (se Dio vorrà)!Grazie a tutti i lettori della rivista Ka-lima e alla sua redazione per l’opportu-nità concessami di raccontare la miastoria.

My name is Luca()

a cura di Luca Mercuri

KALIMA - All’inizio di maggio il centro culturale islamico di Fondi ha organiz-zato un evento dedicato alla nuova versione della traduzione del sacro Corano diOsman Al-Sharif. L’evento è stato patrocinato dalla Lega Mu-sulmana Mondiale Italia. La traduzione ha ricevuto l’appro-vazione dell’Università islamica dell’Al Azhar. All’eventohanno partecipato numerosi imam di varie città italiane eistituizioni locali della città di Fondi, oltre che numerosicittadini di varie fedi. In Italia sono fatte undici traduzionidel sacro Corano da parte di diverse istituti culturali e caseeditrici. La più nota è quella del fratello Hamza Piccardo.

Una nuova traduzione del Corano

Distribuzione dei datteri per RamadanCome ogni anno l’ufficio della Lega Musu-slmana Mondiale Italia in collaborazionecon l’ambasciata del Regno saudita, iniziala distribuzione dei datteri nella comunitàmusulmana per l’arrivo del mese sacro diRamadan. Quest’anno verrà distribuita perl’occasione la traduzione del Sacro Coranoin lingua italiana. La direzione della Legaaugura a tutti i fedeli della comunità musul-mana italiana “Ramadan karim”.

Il 21 maggio l’ufficio della Lega Musulmana Mondiale ha organizzato un troneodi calcio a cinque. Hanno partecipato otto squadre di otto diversi paesi: Egitto,Perù, Marocco, Costa d’Avorio, Algeria, Tunisia, Somalia, Libia. Gli arbitri sonostati scelti italiani. Al torneo hanno partecipato i rappresentanti di tutte le comunità.Ha vinto la squadra del Marocco, prima nella classifica al quale il direttore sarhaninsieme il direttore tecnico Hassan Batal hanno consegnato il trofeo alla squadravincente.

Torneo della Lega Musulmana Mondiale italia

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KALIMA - Quella che oggi racconteremo èla storia di una grande donna tra le miglioridell’umanità, che sono state scelte dall’Altis-simo per testimoniare la Sua Unicità e il Suodiritto esclusivo di essere adorato e obbe-dito.Ci sono alcune donne la cui determinazioneè granitica: esse sono rafforzate da Allāh enon si sottomettono a niente e a nessunotranne che a Lui. E così neanche il piùgrande tiranno può piegarle o farle recederedalla loro fede.Āsiya, la moglie di Faraone fu una di questedonne.La sua forza e il suo status rimarranno persempre un esempio per l’intero genereumano. Ella fu una donna che non permisemai a se stessa di essere sopraffatta o limi-tata dalle sue circostanze dolorose, infatti leafflizioni che patì instillarono in lei una pro-fonda fede e la consapevolezza di chi è per-fino disposto a morire per ciò in cui crede.Forse fu per questo motivo che il ProfetaMuhammad (pace e benedizioni di Allāh sudi lui) parlòdi Āsiya come una delle piùgrandi donne di ogni tempo.Non abbiamo molte informazioni sulla vir-tuosa Āsiya bt. Mazahīm, la moglie di Fa-raone.La figura di Āsiya ha sempre suscitato tra imusulmani e le musulmane una grande am-mirazione. Il Messaggero di Allāh (pace ebenedizioni di Allāh su di lui) disse: “Gli uo-mini che raggiungono la perfezione sonomolti, ma non c’è nessuna donna che abbiaraggiunto la perfezione ad eccezione diĀsiya la moglie del Faraone e di Maryam bt.‘Imrān, e la superiorità di ‘Ā’isha su ogni altradonna è come la superiorità del tharīd sututti gli altri cibi.”Ciò che qui si intende è che esse raggiun-sero il più alto grado di virtù, giustizia etaqwā. E Allāh ne sa di più.”“Non inviammo prima di te (come Mes-saggeri) altro che uomini abitanti delle

città e che Noi ispirammo.” [corano -Yūsuf, 109]Allāh l’Altissimo dice nel Qur’ān: “Allāh ha

proposto ai credenti l’esempio della mo-

glie di Faraone, quando invocò: «Si-

gnore, costruiscimi vicino a Te una casa

nel Giardino. Salvami da Faraone e dalle

sue opere sue. Salvami dagli ingiusti».”

[At-Taĥrīm, 11]E’ stato narrato che Ibn ‘Abbās disse: Ungiorno, il Profeta (pace e benedizioni di Allāhsu di lui) se ne stava seduto con i suoi com-pagni e tracciò quattro linee e poi chiese:“Sapete di che si tratta?” Al che essi rispo-sero, “Allāh e il Suo Messaggero ne sanno

di più.” Egli allora disse, “Le migliori delledonne del Paradiso sono Khadīja la figlia diKhuwailid, Fātima la figlia di Muhammad,Āsiya la figlia di Muzahīm e moglie di Fa-raone, e Maryam la figlia di Imrān, che Allāhsia soddisfatto di loro.” [Narrato da Ahmad,2663. Classificato come sahīh da Al-Albānīin Sahīh al-Jāmi’, 1135]Al-Hāfiz b. Hajar disse:Tra le virtù di Āsiya lamoglie di Faraone vi è che ella scelse lamorte sul privilegio regale e il tormento inquesto mondo sul lusso in cui viveva. E lasua intuizione riguardo Mūsā (pace su di lui)fu corretta quando disse: “[Questo bambinosarà] la gioia dei miei occhi…” [corano -Al-Qaşaş, 9]La storia di Āsiya ebbe inizio in Egitto, doveviveva con il marito Faraone, il più grande ti-ranno di tutti i tempi. Dopo che gli era stato

predetto da un indovino che sarebbe statosuperato da un uomo dei BanūIsrā’īl, Fa-raone ordinò che ogni due anni, i bambinimaschi avrebbero dovuto essere uccisi. IlQur’ān descrive questa terribile condizionedei Banū Isrā’īl:“E [ricordate] quando vi abbiamo liberato

dalla gente di Faraone che vi infliggeva

le torture più atroci! Sgozzavano i vostri

figli e lasciavano in vita le vostre fem-

mine. In ciò vi fu un’immensa prova da

[parte del] vostro Signore.”[Al-Baqarah,49]Così, quando Mūsānacque, sua madre te-mette per la sua vita. Ma Allāh le assicuròche il piccolo sarebbe stato salvato e ledisse di metterlo in una barca sul Nilo. Aquesto proposito ilQur’ān ci racconta:“Rivelammo alla madre di Mūsā: «Allat-

talo e, quando temerai per lui, gettalo nel

fiume e non temere e non essere afflitta:

Noi te lo restituiremo e faremo di lui uno

degli Inviati».” [Al-Qaşaş, 7]E proprio come Allāh aveva promesso,Mūsā giunse salvo sulla riva, dove fu trovatoda Āsiya. Ella quindi convinse il marito a te-nere il bambino. A questo proposito Allāh cidice: “Lo raccolse la gente di Faraone, sì

che potesse diventare loro nemico e

causa di tristezza. Davvero Faraone e

Hāmān e le loro armate erano colpevoli.

Disse la moglie di Faraone: «[Questobambino sarà] la gioia dei miei occhi e dei

tuoi! Non lo uccidete! Forse ci sarà utile,

o lo adotteremo come un figlio». Non

avevano alcun sospetto.” [Al-Qaşaş, 8-9]Così Mūsā crebbe sotto che la protezione diĀsiya, nella casa di Faraone. Mūsā crebbefino a diventare un grande Profeta che

chiamò il suo popolo all’adorazione del DioUnico. Ma a causa della oppressione di Fa-raone, molte persone non gli credettero, per-ché questi li minacciava: egli era solito rac-cogliere i suoi accoliti e annunciare, “io sonoil vostro Signore, il più grande.”Āsiya credette nel messaggio di Mūsā(Mosè) e mantenne ferma la sua fede.Quando Faraone scoprì che sua moglie cre-deva, la torturò severamente. Ma la fede diĀsiya in Allāh fu così forte che la rese unsimbolo eterno.Allāh l’Altissimo dice nel Qur’ān:“Allāh ha proposto ai credenti l’esempio

della moglie di Faraone, quando invocò:

«Signore, costruiscimi vicino a Te una

casa nel Giardino. Salvami da Faraone e

dalle sue opere sue. Salvami dagli ingiu-

sti».” [At-Taĥrīm, 11]

ASIYA, la moglie del faraone

Supervisore GeneraleAbdul Aziz Sarhan

EditoreNizar RamadanDirettore ResponsabileAlessandro Cardulli

Si ringraziano tutti coloro che hanno scrittoe collaborato a realizzare questo numero:Tito Lucrezio RizzoOmar CamillettiAlfredo MaioleseRahma MistrettaMaria ScorzaAlberto RizzerioMaurizio FoschiMohammed Youssef SalemElisabetta Aisha MunirPatrizia GrandiAdel Al HarbiNour Lucia InguaggiatoEva AlibertoEleonora MazzurcoGeorge RashedKarima Angelina CampanelliAbdelaziz ShadiPierangelo AbdsSalem PierobonManal EitMarisa Iannucci

Autorizzazione Tribunale di Roma n. 250Via della Moschea 85 - Roma

Kalima pag. 12L’ultima

Kalima - A partire dagli inizi di maggioper tutte le neo-mamme l’Inps mette a di-sposizione un n premio alla nascita. Ledomande per ususfruire del bonus do-vranno essere trasmesse all?inps esclusi-vamente in via telematica secondo le mo-dalità di indicate.Questi i requisiti richiesti per ottenere ilbonus di 800 euro.•compimento del 7° mese di gravidanza(inizio dell’8° mese di gravidanza);•nascita (anche se antecedente all’iniziodell’8° mese di gravidanza);•adozione del minore, nazionale o inter-nazionale, disposta con sentenza divenutadefinitiva ai sensi della legge n. 184/1983;•affidamento preadottivo nazionale dispo-sto con ordinanza ai sensi dell’art. 22,comma 6, della legge 184/1983 o affida-mento preadottivo internazionale ai sensidell’art. 34 della legge 184/1983.Modalità di presentazione della domanda.

-WEB – Servizi telematici dell’Inps ac-cessibili direttamente dal cittadino tramitePin-Contact Center Integrato - numero verde803.164 (numero gratuito da rete fissa) onumero 06 164.164 (numero da rete mo-bile con tariffazione a carico dell’utenzachiamante);-Enti di Patronato attraverso i servizi of-ferti dagli stessi.Per agevolare la compilazione della do-manda on line, nella sezione moduli delsito www.inps.it sarà disponibile un mo-dulo facsimile che ripropone le mascheredel servizio on line.

Bonus di 800 euro per le neo mamme