Upload
others
View
1
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Sede legale: Viale Giolitti,215033 Casale Monferrato (AL)
Partita IVA/Codice Fiscale n. 02190140067
Informazioni per il personale esterno
sui rischi specifici dell’azienda ASL AL
e sulle misure adottate (D.lgs 81/08).
febbraio 2012
A cura del Servizio Prevenzione e Protezione
2
INDICE GENERALE
Introduzione
L’organigramma aziendale
Le sedi aziendali
L’organizzazione aziendale del sistema della prevenzione
Informazioni specifiche sui rischi
Rischio di esposizione ad agenti biologici
Rischio di esposizione ad agenti chimici e cancerogeni
Rischio di esposizione ad amianto
Rischio di esposizione ad agenti fisici
Rischi per la sicurezza
Rischi specifici suddivisi per ambiente
Pag. 3
Pag. 4
Pag. 6
Pag. 8
Pag. 9
Pag. 9
Pag. 10
Pag. 11
Pag. 12
Pag. 13
Pag. 14
3
INTRODUZIONE
I destinatari del presente opuscolo sono le imprese appaltatrici, i lavoratori autonomi e le organizzazioni di volontariato che debbano svolgere la propria attivit� all’interno dell’Azienda ASL AL; per brevit� vengono definiti in questa sede con il termine “personale esterno”.
Ai lavoratori autonomi e ai volontari suddetti si applicano le disposizioni di cui all’articolo 21 del D.lgs. 81/08; se la prestazione dei lavoratori autonomi � in regime di appalto o subappalto si applicano anche le disposizioni di cui all’articolo 26 dello stesso decreto.
In tutti i casi il Datore di lavoro dell’Azienda � tenuto a informare il personale esterno sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui si troveranno ad operare; tali informazioni riguardano i rischi esistenti nell’ambiente e le misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attivit�.
Sono pertanto stati descritti i rischi secondo lo schema della mappatura, ossia in relazione ai luoghi di lavoro in cui dovranno essere svolti i lavori commissionati, articolati per tipologia di lavoro e similitudine di locali, integrati dalle specifiche misure di prevenzione e protezione collettive e individuali adottate.
4
L’ORGANIGRAMMA AZIENDALE
Al vertice dell’azienda ASL AL � collocata la Direzione Generale a cui afferiscono quattro macroaree, la rete dei presidi ospedalieri, la distrettualizzazione, i dipartimenti e gli uffici di staff.
I Presidi Ospedalieri sono intesi come Ospedali facenti parte dell’ASL AL ed orientati all’attivit� di diagnosi e cura.
I Distretti Sanitari sono intesi come l'insieme delle strutture e delle professionalit� che costituiscono la parte territoriale dell'Azienda Sanitaria. Essi provvedono ai bisogni di salute della popolazione per quanto riguarda la prevenzione, la cura e la riabilitazione. L'integrazione tra le attivit� dei Distretti e quelle degli Ospedali garantisce la continuit� assistenziale sia in caso di ricovero che di dimissioni dall'ospedale.
I Dipartimenti sono strutture aziendali trasversali orientate sia allo svolgimento di funzioni specifiche sia destinate allo sviluppo territoriale.
Gli Uffici di Staff sono strutture che svolgono funzioni di supporto e collaborazione alla Direzione Generale; alcune strutture in staff svolgono funzioni con delega della Direzione stessa.
5
Le macroaree sono costituite da strutture omogenee, omologhe, affini o complementari che perseguono comuni finalit� e sono quindi fra loro interdipendenti pur mantenendo le rispettive autonomie e responsabilit� professionali complesse.
Le strutture sono cos� classificate:
Strutture Operative Complesse “SOC”: svolgono funzioni atte a governare o attuare processi complessi che richiedono un elevato grado di autonomia gestionale e che comportano la gestione di risorse umane, tecnologiche o finanziarie rilevanti per professionalit�, entit� o diversit�.
Strutture Operative Semplici a valenza dipartimentale “SOSVD”: svolgono funzioni attribuite all’Azienda o dal P.S.S.R. e non utilmente esercitabili da strutture complesse gi� esistenti o per attivit� svolte a favore di una pluralit� di strutture complesse.
Strutture operative semplici “SOS”: rappresentano l’unit� organizzativa minima; sono inserite all’interno di strutture complesse, nei confronti delle quali godono tuttavia di propria autonomia tecnica e organizzativa.
Incarico di alta professionalit�/specializzazione: comporta elevate competenze tecnico professionali specialistiche riferite a prestazioni quali/quantitative complesse e l’affidamento di un centro di responsabilit� professionale. Gli incarichi individuati non sono esaustivi dell’impianto generale delle funzioni e responsabilit� attribuite a tutti i dirigenti dell’Azienda, che saranno oggetto di specifico provvedimento, ma rappresentano l’evoluzione dell’organizzazione, adottando la doppia scala di progressione che privilegia il professionale rispetto al manager.
6
LE SEDI AZIENDALI
Le sedi in cui sono ubicati gli edifici usati interamente o parzialmente come luoghi di lavoro per il personale dell’ASL AL sono suddivise in sette ambiti territoriali:
7
8
L’ ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DEL SISTEMA DELLA PREVENZIONE
I principali soggetti coinvolti ai sensi del D.lgs 81/08 e s.m.i.:
Datore di Lavoro - Il Commissario/Direttore Generale ASL AL
Dirigenti dell’ASL AL ai sensi del D. Lgs 81/08 e s.m.i.
Direttore Amministrativo e Direttore Sanitario Direttore Medico del Presidio Ospedaliero Direttore di Distretto Direttore del Dipartimento Amministrativo Direttore del Dipartimento Tecnico Logistico Direttore del Dipartimento delle Dipendenze Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Direttore del Dipartimento del Farmaco Direttore del Dipartimento di Prevenzione
Preposti dell’ASL AL ai sensi del D. Lgs 81/08 e s.m.i.:
Direttore di Struttura Operativa Complessa Responsabile di Struttura Operativa Semplice a Valenza Dipartimentale Responsabile di Struttura Operativa Semplice in staff alla Direzione Generale Responsabili SITRO dei 4 centri di responsabilità ospedalieri e territoriali I titolari di Incarico Professionale in staff alla Direzione Generale Il coordinatore dei Medici Competenti
Responsabile e addetti del Servizio Prevenzione e Protezione dell’ASL AL
Medici Competenti dell’ASL AL
Medico Autorizzato dell’ASL AL
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza dell’ASL AL
Esperto Qualificato
9
INFORMAZIONI SPECIFICHE SUI RISCHI
Il Datore di lavoro dell’ASL AL predispone il procedimento di affidamento dei lavori in appalto e individua come referente interno il dirigente titolare del potere decisionale e di spesa.Il personale esterno deve attenersi alle disposizioni dettagliate contenute nel DUVRI, adottandocomportamenti idonei per evitare che eventuali rischi introdotti dalla propria attivit� coinvolgano personale ed utenti dell’Azienda.Di seguito sono illustrati in sintesi i rischi generali e specifici e le misure adottate dall’Azienda.
I principali fattori di rischio esistenti negli ambienti di lavoro della ASL AL sono:
agenti biologici, agenti chimici e cancerogeni, amianto, agenti fisici, radiazioni ionizzanti, rischi per la sicurezza.
Il rischio di esposizione a fattori ambientali comporta un rischio per la salute e per la sicurezza degli addetti alle imprese appaltatrici e ai lavoratori autonomi.La valutazione dei rischi effettuata dal datore di lavoro ASL AL ha previsto sia misure di prevenzione sia misure di protezione per ridurre al minimo o contenere i livelli di esposizione negli ambienti di lavoro; considerato che gli operatori suddetti non utilizzano sostanze e attrezzature fornite dall’ASL AL, questi vengono esposti soprattutto ad un rischio per la sicurezza in quanto l’attivit� che svolgono non integra il ciclo produttivo e non vi interferisce se non per motivi accidentali. Altri fattori di rischio per la salute, in particolare videoterminali e movimentazione manuale dei carichi, essendo specifici dell’organizzazione del lavoro e delle mansioni aziendali, � preferibile associarli ai rischi per la sicurezza legati ad attrezzature, impianti e macchine, poich� possono solo in caso accidentale essere introdotti nell’ambiente e generare un’interferenza; ad esempio un videoterminale potrebbe danneggiarsi durante la pulizia, mentre un lavoratore che movimenta un carico ingombrante, potrebbe perderne il controllo e urtare un addetto dell’impresa.
RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Il rischio da agenti biologici interessa tutti i lavoratori che possono venire a contatto con agenti biologici, microrganismi e colture cellulari. Gli ambienti sanitari sono, per il tipo di attivit� espletato, ad alto rischio biologico.Si riportano le definizioni dell’art. 267 del D.Lgs. n. 81/08: agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazionimicrorganismo: qualsiasi entit� microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale geneticocoltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari. La trasmissione degli agenti biologici, pu� avvenire in forma diretta o indiretta. La forma diretta si realizza attraverso: - contatto diretto attraverso la cute (lesioni provocate da aghi, strumenti appuntiti e da taglio, o
lacerazione dei tessuti)- via aerea (inalazione) La forma indiretta si realizza attraverso: - intervento di un veicolo (acqua, o cibo inquinato, ecc.)- intervento di vettori (altri esseri viventi, insetti, ecc.).
10
Il personale esterno che accede ai locali dell’Azienda per effettuare interventi e lavori di qualsiasi tipo, deve adottare i comportamenti ed i dispositivi di protezione individuale richiesti dalle circostanze. � opportuno ricordare che questi lavoratori, dovranno adottare dispositivi di protezione individuale con un grado di tutela non inferiore a quello utilizzato dagli operatori sanitari. � vietato, da parte del personale non sanitario, manipolare strumenti od apparecchiature o parti di esse che possono essere contaminate da liquidi biologici. Nel caso si debba comunque intervenire, deve essere prima richiesta al personale del reparto la pulizia e la decontaminazione delle attrezzature e/o del posto di lavoro. Quando ci� non � possibile, si devono proteggere le mani con idonei guanti monouso per operare sulle apparecchiature contaminate e le vie respiratorie con idonei dispositivi di protezione individuale, qualora sia accertata la possibile presenza di un microrganismo trasmissibile per via aerea. Per evitare il contagio con i virus HIV, HBV e HCV (AIDS ed epatite virale di tipo B e C) e pi� in generale con tutti i virus, non vanno eseguite manovre assistenziali da parte di personale non sanitario, che espongono a rischio di contatto accidentale con sangue e altri liquidi biologici. � vietato, da parte del personale non sanitario, maneggiare siringhe, aghi ed altri strumenti taglienti di qualsiasi tipo e nel caso fosse necessaria una loro rimozione, richiedere l’intervento del personale del reparto. Usare occhiali di sicurezza a protezione degli occhi o visiera facciale in tutti i casi in cui sia possibile la fuoriuscita del sangue con pressione. In caso di esposizione o contaminazione accidentale, bisogna informare tempestivamente il personale competente per attivare le procedure necessarie. � compito del Datore di lavoro della ditta appaltatrice avvisare il medico competente aziendale per informarlo di questo potenziale fattore di rischio presente per i lavoratori della ditta.
RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI E CANCEROGENI
Gli operatori esterni non devono assolutamente manipolare a qualunque titolo sostanze e preparati pericolosi nei locali dell’Azienda e non pertinenti alla loro specifica attivit�.All’interno della struttura sono stabilite le procedure di emergenza per i rischi specifici presenti in quei locali. Perci�, in caso di esposizione o contaminazione accidentale dovuta ai rischi sopra descritti, bisogna interpellare tempestivamente il personale competente per attivare le procedure.Le sostanze pericolose con cui si pu� entrare in contatto nei locali di lavoro dell’Azienda sono numerosi, ed alcuni di essi possono avere anche effetti cancerogeni; le principali sono:Alcoli: non presentano gravi rischi professionali in quanto l’intossicazione pu� avvenire solo per ingestione di significative quantit�. Possono essere inoltre irritanti per la cute e le mucose, in particolare per gli occhi e per le vie aeree superiori. Acidi: la loro pericolosit�, dipende principalmente dalla loro concentrazione. Gli effetti possono essere di tipo irritante, caustico e corrosivo. Aldeidi: sono generalmente in forma liquida e vengono utilizzate per disinfettare ambienti e oggetti, o come conservanti in anatomia patologica. Possono avere effetti di tipo allergico o irritante sulle mucose e sulla cute, dovuti a contatto o inalazione. addetti alle pulizie, quelli incaricati dello smaltimento dei rifiuti, i tecnici addetti alla manutenzione delle strutture, delle apparecchiature (comprese le cappe) e altre figure professionali che possono avere accesso a tali locali. Le operazioni di pulizia degli arredi e dei locali, utilizzati per la preparazione e la somministrazione dei farmaci antiblastici, devono essere effettuate da personale adeguatamente formato come previsto dalle procedure Aziendali specifiche. Tale personale deve essere identificato. Gas anestetici: vengono utilizzati nelle sale operatorie ed hanno effetti dannosi a seguito di una significativa esposizione dovuta ad un non corretto funzionamento di apparecchi e impianti. Solventi organici: vengono utilizzati nei laboratori biomedici. Possono causare alterazioni cutanee, affezioni a carico dell’apparato respiratorio e del sistema nervoso centrale.Antiblastici: vengono utilizzati nei reparti oncologici. Rientrano negli agenti chimici pericolosi, in quanto, pur non essendo classificati come pericolosi, comportano un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori in quanto sono considerati cancerogeni o sospetti cancerogeni per l’uomo.
11
RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AMIANTO
Presso le strutture dell’ASL AL � stata riscontrata la presenza di amianto in alcuni tipi di manufatti; si tratta precisamente di lastre di copertura piane o ondulate in cemento-amianto, di rivestimenti isolanti delle tubazioni d’impianti tecnologici e tubazioni di sfiato e delle canalizzazioni in cemento amianto per la raccolta acqua piovana o per stesura e passaggio cavi elettrici.L’amianto � presente in alcune forme: crisotilo (serpentino), crocidolite, amosite (anfibolo).I DPI da adottare sono filtranti facciali o semimaschere con filtro FFP3, tute con cappuccio e calzari monouso tipo "Tyvek", guanti e occhiali.
Vi � la possibilit� di rinvenire materiali contenenti amianto in siti costruttivamente sigillati o interrati e visibili con interventi di manutenzione o ristrutturazione.Si fa riferimento all’eventuale possibilit� di rinvenire tubazioni in fibrocemento, come ad esempio finti pilastri passanti per i vari piani dell’edificio (cavedi), camini, scarichi fognari, ecc. Tali tubazioni sono immediatamente distinguibili da quelle di sicura classificazione (ghisa, acciaio, piombo, lamiera zincata, ferro trafilato, resina plastica). Potrebbero ingenerarsi confusioni con quelle in cemento centrifugato e/o rinforzato con fibre diverse dall’asbesto, ecc.In tali casi dubbi sono da trattare prudenzialmente come cemento-amianto.Tutte le ditte esterne che hanno in appalto la manutenzione degli impianti (elettrici, telefonici, riscaldamento, ascensori, ecc.), nonch� tutte le altre ditte che a qualsiasi titolo abbiano un contratto di manutenzione ordinaria e straordinaria, pulizia e vigilanza (imprese edili ed impiantistiche, di pulizie, guardie giurate, ecc.), devono informarsi ed essere tempestivamente informate sulla presenza dei materiali contenenti amianto esistenti all’interno degli edifici. Tale informazione � da ritenersi parte integrante della valutazione dei rischi secondo il D.Lgs. 81/08.La relativa documentazione � disponibile presso gli uffici delle S.O.C. incaricate della gestione dell’appalto o del contratto in modo che le ditte, prima della stipulazione, del rinnovo o dell’affidamento di qualsiasi appalto, siano preventivamente informate circa i rischi con riferimenti specifici agli obblighi di prevenzione nell’esecuzione dei lavori.Le aziende devono rilasciare apposita dichiarazione scritta di aver preso visione della documentazione richiamata, nonch� di obbligarsi ad eseguire tutti gli interventi di loro pertinenza, conformemente a quanto previsto dalla Legge 257/92 e dal D.M.S. del 6/9/94.Nel caso che nel corso dell’intervento si verifichi la presenza di manufatti sospetti in zone non indicate nella relazione tecnica della mappatura – censimento amianto, il responsabile della ditta appaltatrice deve provvedere all’immediata comunicazione al Direttore dei Lavori se nominato, ovvero al responsabile dell’edificio, sospendendo cautelativamente i lavori al fine di stabilire la natura ed il grado dell'esposizione e le misure preventive e protettive da attuare, secondo i criteri stabiliti dalla normativa vigente, di concerto con il Responsabile Amianto dell'Azienda. Durante tali operazioni e fino all'ottenimento dei relativi risultati analitici � impedito l'accesso all'area, escluso che per le azioni finalizzate all'eliminazione del rischio derivante dalla presenza di fibre aerodisperse, effettuate da parte di personale idoneo e debitamente autorizzato. Se si tratta poi di lavori di demolizione o rimozione dell'amianto questi possono essere fatti solo dalle imprese rispondenti ai requisiti del art. 212 del D.Lgs. 152/2006.Nel caso l'impresa Appaltatrice non intervenga con le dovute precauzioni e provochi condizioni d'inquinamento ambientale, assumer� a suo carico tutte le spese per gli interventi di campionamento, analisi, piano di lavoro ed intervento di bonifica e le responsabilit� conseguenti.In caso di mancato rispetto delle clausole sopra riportate da parte della ditta Appaltatrice, la committenza non assume alcuna responsabilit� ed il regime sanzionatorio, di cui al citato D.Lgs. 81/08, far� carico all'appaltatore medesimo che si assume tutti gli obblighi per la protezione dei lavoratori.
12
RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI
Radiazioni non ionizzantiIl rischio da agenti fisici significativi a cui possono essere sottoposti gli operatori esterni, deriva principalmente dall’esposizione ai campi elettromagnetici e alle radiazioni ottiche artificiali; le attrezzature di lavoro possono generare nell’ambiente campi elettrici, campi magnetici e onde elettromagnetiche e pertanto devono essere rispondenti alla normativa sulla compatibilit� elettromagnetica. Per motivi funzionali la maggior parte delle apparecchiature elettromedicali in uso per scopi terapeutici emette sia onde elettromagnetiche incoerenti nella gamma delle radiofrequenze, degli ultravioletti degli infrarossi e del visibile, sia laser; sono presenti anche sorgenti utilizzate per scopi diagnostici e in particolare si segnala la Risonanza Magnetica Nucleare per la cui trattazione si rimanda a specifica sezione. L’esposizione sporadica a campi elettromagnetici dell’intensit� riscontrabile in ambiente ospedaliero non sono attualmente considerate dannose per l’uomo. Le pulizie e gli interventi di manutenzione nei locali di radar-terapia e marconiterapia devono essere effettuate a macchine spente. Per quanto attiene ai raggi laser, il fascio collimato continuo o ad impulsi � caratterizzato da una elevata densit� di energia che pu� causare danni all’epidermide e soprattutto agli occhi qualora se ne sia colpiti inavvertitamente. I principali effetti sull’occhio sono cheratiti, congiuntiviti, erosioni corneali e opacit�. In caso di evento acuto si pu� arrivare anche alla cecit� retinica. Negli ambienti in cui vengono utilizzate attrezzature laser, si dovranno assumere informazioni prima di accedere ai locali di terapia che sono indicati da idonea segnaletica. In caso di necessit�, dotarsi di idonei dispositivi di protezione oculare. Negli ambienti dell’Azienda, non sono presenti macchinari ed impianti che, a meno di eventi eccezionali (esplosioni, etc. ), possono provocare traumi al sistema uditivo, dato che questi si manifestano solitamente in seguito al superamento dei limiti di esposizione; quindi nel caso di interventi manutentivi effettuati saltuariamente e limitati nel tempo, non si ipotizzano danni al sistema uditivo. Comunque in presenza di attivit� rumorose che nella norma espongono i lavoratori a livelli inferiori a quelli di azione, � consigliabile utilizzare dispositivi otoprotettori.
Radiazioni ionizzantiLe norme di radioprotezione sono dettate esclusivamente dal D. Lgs. 230/95 e dalle sue successive modifiche e integrazioni; per quanto attiene la valutazione del rischio da esposizione a radiazioni ionizzanti deve essere contattato l’esperto qualificato per i documenti informativi del caso.Le radiazioni ionizzanti prodotte in azienda appartengono alla categoria dei raggi X e la loropresenza � evidenziata da apposita cartellonistica e da segnalazioni luminose Con “radiazione” si intende la propagazione di energia sotto forma di onde elettromagnetiche o di particelle accelerate mentre “ionizzante” significa che � in grado di muovere anche gli elettroni legati trasformando l’atomo neutro in ione.Le sorgenti di radiazioni ionizzanti sono sostanzialmente gli apparecchi che producono radiazioni (macchine radiogene) nel momento in cui vengono attivate. Le macchine radiogene presenti in ambito ospedaliero sono tutte le apparecchiature impiegate per la diagnostica radiologica.Per motivi di sicurezza la presenza di radiazioni ionizzanti prodotte da una macchina � segnalata dall'accensione di una luce rossa o da una segnalazione acustica. L'accesso all'ambiente in cui la macchina � in funzione � segnalato con l'apposito cartello triangolare.
L'entit� del danno provocato dalle radiazioni ionizzanti dipende dal tipo di radiazione, da quanta energia viene ceduta da queste all’organismo e in quali organi o tessuti. La gravit� degli effetti biologici � proporzionale alla dose efficace e si misura in Sievert (Sv).Gli ambienti di lavoro dove si trovano sorgenti di radiazioni ionizzanti e in cui il lavoratore � tenuto a rispettare un regolamento interno di radioprotezione sono definite zone classificate. Le zone classificate si dividono in zone controllate e in zone sorvegliate. La differenza fra le due zone �
13
determinata dalla diversa entit� dell'esposizione al rischio di radiazioni ionizzanti. In ogni ambiente in cui vengono impiegate radiazione ionizzanti l’ottimizzazione e la limitazione dell’esposizione a radiazioni ionizzanti avviene mediante tre mezzi che sono: il tempo, la distanza e la schermatura. L’esposizione a radiazioni ionizzanti diminuisce all’aumentare della distanza dalla sorgente, con una andamento che segue il quadrato della distanza (ad esempio se si raddoppia la distanza da una sorgente, l’esposizione � 1/4, se si triplica l’esposizione diventa 1/9). I raggi X riescono a penetrare pi� facilmente attraverso alcuni materiali quali l'acqua o l'alluminio mentre sono maggiormente attenuate da materiali quali il ferro o il piombo. Le schermature, che possono essere fisse o mobili, sono dispositivi di protezione collettiva che attenuano le radiazioni; i muri che circondano le sale contenenti sorgenti radiogene costituiscono spesso una schermatura sufficiente per la protezione degli ambienti circostanti.I grembiuli, i collari e i guanti in materiale piombifero sono invece i dispositivi di protezione individuale. � possibile che permanga la possibilit� che il lavoratore corra il rischio di assumere una dose di radiazioni ionizzanti. A seconda dell'entit� del rischio legato all’attivit� il lavoratore viene classificato in categoria A o in categoria B. Il medico autorizzato (per la Categoria A) e il medico competente (per la Categoria B) verificano l'idoneit� dei lavoratori che si espongono per ragioni professionali al lavoro con radiazioni ionizzanti. Tale idoneit� viene controllata preventivamente all'atto dell'assunzione e verificata successivamente con periodicit� semestrale (categoria A). Pu� essere revocata a causa del mutato stato di salute del lavoratore. E' fatto divieto al datore di lavoro adibire ad attivit� che espongano alle radiazioni ionizzanti i lavoratori che risultano non idonei alla visita medica preventiva. L'Esperto Qualificato ha responsabilit� fisica della radioprotezione, ovvero deve procedere ad un esame preventivo su ogni installazione ed impianti che comportano pericoli di irraggiamento e deve rilasciare il proprio benestare prima dell’esecuzione di trasformazioni sostanziali deve verificare l'efficacia dei dispositivi di radioprotezione (controllo di schermature ecc.) ed effettua le valutazione della dose assorbita dai lavoratori esposti. L'esperto qualificato classifica i lavoratori in Categoria A e B e determina le zone classificate definendo le zone controllate e le zone sorvegliate.
RISCHI PER LA SICUREZZA
Con rischi per la sicurezza si intendono quei fattori di rischio che possono causare un evento infortunistico.La distribuzione degli infortuni ASL AL in funzione dell’ambiente indica come modalit� di accadimento pi� frequenti gli scivolamento/cadute e gli urti/colpi/impatti/compressioni.I casi di puntura, movimentazione manuale dei carichi, le aggressioni, i contatti biologici e chimici sono principalmente riferibili all’esercizio dell’attivit� sanitaria ma potrebbero manifestarsi anche per il personale esterno in caso d’interferenza; un esempio evidente � l’effettuazione di lavori in un ambiente in compresenza di pazienti e di lavoratori ASL che svolgono la propria attivit� con:
utilizzo di attrezzature ad alimentazione elettrica (videoterminali, elettromedicali, macchine),
utilizzo di attrezzature manuali e meccaniche movimentazione pazienti e carichi in genere utilizzo di sostanze pericolose utilizzo dei luoghi di lavoro utilizzo di gas
14
RISCHI SPECIFICI SUDDIVISI PER AMBIENTE
Si elencano i rischi prevedibili che si incontrano entrando negli ambienti di lavoro dell’Azienda. In prima approssimazione gli ambienti di lavoro sono suddivisibili in sei tipologie:
A) uffici amministrativiB) laboratoriC) reparti di degenzaD) ambulatori e servizi di diagnosiE) sale operatorieF) servizi generali
Sulla base di questa ripartizione sono stati individuati rischi e contromisure specifiche di ogni attivit� da aggiungersi a quelli generali (cio� comuni a tutte le attivit�) appena prima esposti.
A) UFFICI AMMINISTRATIVI
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi infortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
1.1
Lavoro d’ufficio
Punture, tagli e abrasioni cancelleria
Videoterminali (VDT) Informazione e formazione Procedure Sorveglianza sanitaria Requisiti strutturali degli
ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti
Requisiti della postazione da videoterminalista (ad es. arredo, schermo, programmi informatici) previsti dal D.Lgs. n� 81/2008 e s.m.i.
1.2
Lavoro d’archivio
Caduta dall’alto scala portatile
posizionamento instabile perdita di equilibrio
Urti, colpi, impatti, compressioni scaffalatura
(ad es.: caduta dall’alto di materiale cartaceo per eventuale non corretto posizionamento del carico)
carrello
Punture, tagli e abrasioni cancelleria
Scivolamenti, cadute a livello
Incendio documentazione archiviata
Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC)
Videoterminali (VDT)
Informazione e formazione Procedure Sorveglianza sanitaria Requisiti strutturali degli
ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti
Uso di ausili per la MMC (ad es. carrelli)
Requisiti della postazione da videoterminalista (ad es. arredo, schermo, programmi informatici) previsti dal D.Lgs. n� 81/2008 e s.m.i.
15
B) LABORATORI
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi infortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
2.1
Laboratorichimici
Urti, colpi, impatti, compressioni anche riguardanti
apparecchiature operanti sottovuoto o in pressione.
Punture, tagli e abrasioni
Scivolamenti, cadute a livello
Termici calore
(Da contatto con componenti ad alta temperatura di attrezzature)
IncendioEsplosione reagenti chimici. linee in pressione/bombole di
gas tecnici.
Agenti chimici aerosol
= polveri, fibre(preparazione dei campioni)
= fumi(prodotti della combustione ed emissione da strumentazione)
= nebbie(soprattutto spray e solventi)
liquidi= getti, schizzi e da contatto in
generale(reagenti, disinfettanti e detergenti)
gas/vapori= solventi volatili= prodotti di reazione
SOSTANZE CANCEROGENE:si evidenziano in particolare:= farmaci chemioterapici
antiblastici= amianto
NOTA: l’attivit� nel laboratorio chimico comporta un rischio da esposizione a sostanze chimiche diversificate, difficilmente quantificabili in sintesi, ma definibile come rischio da attivit� complessiva di laboratorio.
Informazione, formazione e, ove previsto, addestramento
Individuazione delle caratteristiche del rischio di preparati e sostanze pericolose attraverso l’esame dell’etichettatura e della scheda di sicurezza
Procedure Sorveglianza sanitaria Monitoraggi ambientali (per i
farmaci antiblastici) Requisiti strutturali degli
ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti
Cappe di aspirazione a flusso laminare
Ove tecnicamente possibile: sistemi chiusi di produzione e automazione.
Per la MMC: Ausili (es. carrelli) Organizzazione del lavoro
Dispositivi di Protezione Individuale: calzature, occhiali/schermo facciale, camici/grembiuli, guanti (ad es. monouso per il rischio chimico)
Movimentazione Manualedei Carichi (MMC)
(SEGUE DALLA PAGINA PRECEDENTE)
16
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi infortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
2.2 Informazione, formazione e,
ove previsto, addestramento Individuazione delle
caratteristiche del rischio di preparati e sostanze pericolose attraverso l’esame dell’etichettatura e della scheda di sicurezza
Procedure Sorveglianza sanitaria
Laboratoribiologici
emicrobiologici
Urti, colpi, impatti, compressioni anche riguardanti
apparecchiature operanti sottovuoto o in pressione.
Punture, tagli e abrasioni
Scivolamenti, cadute a livello
Termici calore
(Da contatto con componenti ad alta temperatura di attrezzature)
Incendio reagenti chimici.
Agenti chimici aerosol
= polveri, fibre= nebbie
liquidi= getti, schizzi e da contatto in
generale gas/vapori
Agenti biologici aerodispersione contattoLa manipolazione di materiale biologico per attivit� di ricerca e/o di controllo, eseguite sia in ‘vitro’ che in ‘vivo’, comporta rischi di esposizione a organismi e/o microrganismi patogeni o non, naturali e/o geneticamente modificati:
= batteri= virus= rickettsie= alghe= miceti= protozoi
nonch� di rischi diversificati connessi con la ”collezione” e “produzione” di “colture cellulari” e “endo parassiti umani”
Movimentazione Manualedei Carichi (MMC)
Adozione dei livelli di “contenimento”: 1,2,3,4 a seconda della tipologia di agente biologico
Requisiti strutturali degli ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti, ad es.: Superfici idrorepellenti e di
facile pulizia e disinfezione Deposito sicuro di agenti
biologici. Impianti di ventilazione
con filtri Hepa (liv. di cont. 3-4)
Ambienti in depressione (liv. di cont. 3-4)
Cappe di aspirazione a flusso laminare.
Ove tecnicamente possibile: sistemi chiusi di produzione e automazione.
Per la MMC: Ausili (es. carrelli) Organizzazione del lavoro
Dispositivi di Protezione Individuale, ad es. calzature, occhiali/schermo facciale, camici/grembiuli, guanti (monouso per il rischio chimico/biologico).
17
C) REPARTI DI DEGENZA
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi infortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
3.1
Elenco reparti:
Anestesia e Rianimazione
CardiologiaChirurgiaMalattie infettiveMedicina e
Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza
Medicina InternaNefrologiaNeurologiaOculisticaOncologiaOrtopedia e
TraumatologiaOstetricia e
GinecologiaOtorinolaringoiatriaPediatriaPsichiatriaRecupero e
Riabilitazione Funzionale
Urologia
Urti, colpi, impatti, compressioni
Punture, tagli e abrasioni dispositivi medici
(ad es.: presidi manuali come forbici o eventuali altri strumenti taglienti o acuminati)
Scivolamenti, cadute a livello
Elettrici dispositivi elettromedicali.
IncendioEsplosione linee in pressione/bombole di
gas medicinali.
Agenti chimici aerosol
= polveri, fibre= nebbie
liquidi= getti, schizzi= immersioni
gas/vapori
Esposizione soprattutto a:= farmaci (specialmente
chemioterapici antiblastici)= detergenti, disinfettanti e
sterilizzanti.
Agenti fisici campi elettromagnetici (CEM)
(Alcuni tipi di apparecchi elettromedicali, ad es.:= apparecchi per diatermia
(marconiterapia, radarterap.)= elettrobisturi
radiazioni ottiche artificiali(Ad esempio:= lampade per uso medico
(fototerapia neonatale e dermatologica)
= laser)
Agenti biologici aerodispersione contattoEsposizione in tutti i reparti e servizi di terapia a:
= microrganismi (anche nell’eventualit� di microrganismi geneticamente modificati)
= endoparassiti umani= vettori virali e cellule
somatiche modificate nel caso di terapia genica
Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC) materiali pazienti
Informazione, formazione e, ove previsto, addestramento.
Procedure. Sorveglianza sanitaria. Adozione dei livelli di
“contenimento”: 1,2,3,4 a seconda della tipologia di agente biologico.
Requisiti strutturali degli ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti, ad es.: Superfici idrorepellenti e di
facile pulizia e disinfezione Finestre e/o dispositivi di
controllo dall’esterno (liv. di cont. 4)
Controllo efficace dei vettori, ad es. roditori e insetti
Impianti di ventilazione con filtri Hepa (liv. di cont. 3-4)
Ove tecnicamente possibile: sistemi chiusi per la somministrazione dei farmaci antiblastici.
Per la MMC: Ausili (es. carrelli,
carrozzine, barelle, sollevamalati)
Organizzazione del lavoro Dispositivi di Protezione
Individuale, ad es. calzature, occhiali/schermo facciale, camici/grembiuli, guanti (monouso per il rischio chimico/biologico)
18
D) AMBULATORI E SERVIZI DI DIAGNOSI
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi infortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
MISURE DI SICUREZZA, INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
4.1
Elenco reparti:CardiologiaChirurgia GeneraleCure PalliativeDay SurgeryDermatologiaDiabetologiaDietologia ClinicaGastroenterologiaGinecologia e Ost.Igiene e Sanit� P.Immunoematologia
e TrasfusionaleMalattie EpaticheMalattie InfettiveMedicina e Chirurg.
d’Accett. e d’Urg.Medicina GeneraleMedicina LegaleMedico CompetenteNefrologia e DialisiNeurologiaNeuropsichiat. Inf.OdontostomatologiaOculisticaOncologiaOrtopedia e Traum.OtorinolaringoiatriaPediatriaPneumologiaPrev. e Sicur. negli
Amb. di Lavoro PsichiatriaPsicologiaReupero e
Riabilitaz. Funz.SenologiaServizio Tossicodip.Terapia del doloreUrologia
Urti, colpi, impatti, compressioni
Punture, tagli e abrasioni dispositivi medici
(ad es.: presidi manuali come forbici o eventuali altri strumenti taglienti o acuminati)
Scivolamenti, cadute a livello
Termici calore
(Da contatto con componenti ad alta temperatura di attrezzature)
Elettrici dispositivi elettromedicali.
IncendioEsplosione linee in pressione/bombole
di gas medicinali.
Agenti chimici aerosol
= polveri, fibre= fumi (’elettrobisturi)= nebbie
liquidi= getti, schizzi= immersioni
gas/vapori
Esposizione soprattutto a:= farmaci (specie antiblastici)= detergenti, disinfettanti e
sterilizzanti.
Agenti fisici vibrazioni
(Alcuni tipi di apparecchi elettromedicali, ad es.:= trapano da dentista= sega gessi (ortopedia)
campi elettromagnetici (CEM)(Alcuni tipi di apparecchi elettromedicali, ad es.:= apparecchi per diatermia
(marconiterapia, radarterap.)= elettrobisturi
radiazioni ottiche artificiali(Ad esempio:= lampade per uso medico
(fototerapia neonatale e dermatologica)
= laser)
Agenti biologici aerodispersione contattoEsposizione a:
= microrganismi (anche geneticamente modificati)
= endoparassiti umani= vettori virali e cellule
somatiche modificate nel caso di terapia genica
Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC) materiali pazienti
Informazione, formazione e, ove previsto, addestramento.
Procedure. Sorveglianza sanitaria. Adozione dei livelli di
“contenimento”: 1,2,3,4 a seconda della tipologia di agente biologico.
Requisiti strutturali degli ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti, ad es.: Superfici idrorepellenti e
di facile pulizia e disinfezione
Finestre e/o dispositivi di controllo dall’esterno (liv. di cont. 4)
Controllo efficace dei vettori, ad es. roditori e insetti
Impianti di ventilazione con filtri Hepa (liv. di cont. 3-4)
Ove tecnicamente possibile: sistemi chiusi per la somministrazione dei farmaci antiblastici.
Per le Radiazioni Non Ionizzanti: apparecchiature apposite
con protezione intrinseca D.P.I. specifici
Per la MMC: Ausili (es. carrelli,
carrozzine, barelle, sollevamalati)
Organizzazione del lavoro Dispositivi di Protezione
Individuale, ad es. calzature, occhiali/schermo facciale, camici/grembiuli, guanti (monouso per il rischio chimico/biologico)
(SEGUE DALLA PAGINA PRECEDENTE)
19
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA
(Rischi antinfortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
MISURE DI SICUREZZA, INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
4.2
Radiodiagnostica(RX, TAC)
Urti, colpi, impatti, compressioni
Punture, tagli e abrasioni dispositivi medici
(ad es.: presidi manuali come forbici o eventuali altri strumenti taglienti o acuminati)
Scivolamenti, cadute a livello
Agenti chimici aerosol liquidi
= getti, schizzi vapori
Esposizione soprattutto a:= mezzi di contrasto= detergenti, disinfettanti.
Agenti fisici radiazioni ionizzanti
Agenti biologici aerodispersione contattoEsposizione a:
= microrganismi= endoparassiti umani= vettori virali e cellule
somatiche modificate nel caso di terapia genica
Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC) materiali pazienti
Informazione, formazione e, ove previsto, addestramento.
Procedure. Sorveglianza sanitaria. Adozione dei livelli di
“contenimento”: 1,2,3,4 a seconda della tipologia di agente biologico.
Requisiti strutturali degli ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti.
Dispositivi di Protezione Individuale, ad es. calzature, occhiali/schermo facciale, camici/grembiuli, guanti di tipologie diverse a seconda del rischio dal quale proteggono, soprattutto: Radiazioni ionizzanti. Chimico/biologico.
Le radiazioni ionizzanti costituiscono una materia complessa per cui in generale si ricorda la necessit� di applicare il D.Lgs. n� 230/1995 e in ogni caso l’uso di: apparecchiature apposite
con protezione intrinseca D.P.I. specifici
Per la MMC: Ausili (es. carrelli,
carrozzine, barelle, sollevamalati)
Organizzazione del lavoro
20
E) SALE OPERATORIE
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA
(Rischi antinfortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
MISURE DI SICUREZZA, INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
5.1
Elenco specialit�:
ChirurgiaGinecologia ed OstetriciaOdontostomatologiaOrtopediaOtorinolaringoiatriaOculisticaUrologia
Urti, colpi, impatti, compressioni
Punture, tagli e abrasioni dispositivi medici
(ad es.: presidi manuali come forbici o eventuali altri strumenti taglienti o acuminati)
Scivolamenti, cadute a livello
Elettrici apparecchi elettromedicali.
Termici calore
(Da contatto con componenti ad alta temperatura di attrezzature)
IncendioEsplosione linee in pressione/bombole di
gas medicinali.
Agenti chimici aerosol
= polveri, fibre= fumi (’elettrobisturi)= nebbie
liquidi= getti, schizzi= immersioni
gas/vapori(Soprattutto anestetici provenienti ad esempio da:= perdite dal gruppo
anestesiologico= aria espirata dal
paziente)
Esposizione soprattutto a:= farmaci= detergenti, disinfettanti e
sterilizzanti.
Agenti fisici radiazioni ionizzanti
(Ad esempio:diagnostica interventistica)
campi elettromagnetici (CEM)= elettrobisturi
radiazioni ottiche artificiali= laser
Agenti biologici aerodispersione contattoEsposizione a:
= microrganismi= endoparassiti umani= vettori virali
Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC) materiali pazienti
Informazione, formazione e, ove previsto, addestramento.
Procedure. Sorveglianza sanitaria. Requisiti strutturali degli
ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti, ad es.: Superfici idrorepellenti e di
facile pulizia e disinfezione Impianto per l’evacuazione
dei gas anestetici Le radiazioni ionizzanti
costituiscono una materia complessa per cui in generale si ricorda la necessit� di applicare il D.Lgs. n� 230/1995 e in ogni caso l’uso di: apparecchiature apposite
con protezione intrinseca D.P.I. specifici
Dispositivi di Protezione Individuale, ad es. calzature, occhiali/schermo facciale, camici/grembiuli, guanti (monouso per il rischio chimico/biologico).
Per la MMC: Ausili (es. carrelli,
carrozzine, barelle, sollevamalati)
Organizzazione del lavoro
21
F) SERVIZI GENERALI
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi infortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
MISURE DI SICUREZZA, INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
6.1RISCHI DIVERSIFICATI A TIPOLOGIA GENERALE
Gli interventi di controllo e manutenzione ‘in loco’ comportano rischi differenziati a seconda delle operazioni da eseguire ed, in particolare, in relazione alle caratteristiche dell’attivit� lavorativa dell’ambiente dove si deve intervenire (reparto di malattie infettive, servizio di radiologia, ecc.).Ne deriva che le misure di sicurezza vanno definite caso per caso seguendo specifiche procedure operative, che prevedono anche idonei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.).
Serviziotecnico
Lavoro di controllo tecnico e di eventuale intervento in loco di manutenzioneLavoro di manutenzione e attivit� lavorativa in officina meccanica, elettromeccanica, falegnameria, ecc.
Cadute dall’alto scala portatile
posizionamento instabile perdita di equilibrio
trabattello soppalco costruito a specifico
servizio di impianti per l’effettuazione della manutenzione
Urti, colpi, impatti, compressioni
Punture, tagli e abrasioni utensili manuali cacciaviti,
seghe, chiodi e altri strumenti taglienti o acuminati).
Scivolamenti, cadute a livello
Termici calore, fiamme freddo
(Lavorazioni all’esterno nella stagione invernale)
Elettrici impianti. attrezzature
IncendioEsplosione linee in pressione/bombole di
gas tecnici solventi per sgrassaggio vernici lacche
Agenti chimici aerosol
= polveri, fibre (ad es. legno e materie plastiche)
= fumi (ad es. saldature)
= nebbie liquidi
= getti, schizzi (ad es. sgorgatori chimici, diserbanti, disinfestanti)
= immersioni(ad es. acque luride in impianti di scarico)
vapori (ad es. solventi per sgrassaggio, vernici, lacche, acque luride, colle)
In generale: rischio di esposizione a sostanze chimiche irritanti, tossiche e nocive.Agenti fisici campi elettromagnetici (CEM)
= Installazioni elettriche vibrazioni
(Alcuni tipi di utensili, ad es.:= trapano= decespugliatore)
rumore= utensili= attrezzature= impianti
Agenti biologici aerodispersione contattoEsposizione a:
= microrganismi= endoparassiti umani= vettori virali
provenienti da eventuali operazioni su apparecchiature, impianti, strutture, materiali potenzialmente infetti
Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC)
Informazione, formazione e, ove previsto, addestramento.
Individuazione delle caratteristiche del rischio di preparati e sostanze pericolose attraverso l’esame dell’etichettatura e della scheda di sicurezza.
Procedure. Sorveglianza sanitaria. Requisiti strutturali degli
ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti.
Per la MMC: Ausili (es. carrelli) Organizzazione del lavoro
Dispositivi di Protezione Individuale: calzature, occhiali/schermo facciale, camici/grembiuli, guanti, cuffie antirumore.
22
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi infortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
MISURE DI SICUREZZA, INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
6.2
Sistemi informatici
Urti, colpi, impatti, compressioni
Punture, tagli e abrasioni utensili manuali cacciaviti,
seghe, chiodi e altri strumenti taglienti o acuminati).
Scivolamenti, cadute a livello
Termici calore
(Da contatto con componenti ad alta temperatura di attrezzature.)
Elettrici impianti. attrezzature
Movimentazione Manualedei Carichi (MMC)
Videoterminali (VDT)
Informazione, formazione e, ove previsto, addestramento.
Individuazione delle caratteristiche del rischio di preparati e sostanze pericolose attraverso l’esame dell’etichettatura e della scheda di sicurezza.
Procedure. Sorveglianza sanitaria. Requisiti strutturali degli
ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti.
Per la MMC: Ausili (es. carrelli) Organizzazione del lavoro
Dispositivi di Protezione Individuale: guanti.
Requisiti della postazione da videoterminalista (ad es. arredo, schermo, programmi informatici) previsti dal D.Lgs. n� 81/2008 e s.m.i.
ATTIVITA’ LAVORATIVA
RISCHI PER LA SICUREZZA (Rischi infortunistici)
RISCHI PER LA SALUTE
(Rischi igienico ambientali ed organizzativi)
MISURE DI SICUREZZA, INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
6.3
Magazzinomerci
(farmaci inclusi)
Caduta dall’alto scala portatile
posizionamento instabile perdita di equilibrio
Urti, colpi, impatti, compressioni scaffalatura
(ad es.: caduta dall’alto di materiale per eventuale non corretto posizionamento del carico.)
carrello
Punture, tagli e abrasioni cancelleria
Incendio prodotti infiammabili a
magazzino
Esplosione bombole a magazzino
Agenti chimici aerosol
= polveri, fibre = nebbie
vapori (ad es. solventi, prodotti volatili)
In generale: rischio di esposizione a sostanze chimiche irritanti, tossiche e nocive, ma di livello irrilevante in quanto le sostanze sono raccolte in contenitori sigillati.
Movimentazione Manuale dei Carichi
Informazione, formazione e, ove previsto, addestramento.
Individuazione delle caratteristiche del rischio di preparati e sostanze pericolose attraverso l’esame dell’etichettatura e della scheda di sicurezza.
Procedure. Sorveglianza sanitaria. Requisiti strutturali degli
ambienti, quindi costruzioni edilizie e impianti.
Per la MMC: Ausili (es. carrelli) Organizzazione del lavoro
Dispositivi di Protezione Individuale: calzature e guanti.