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INSTANT REPORT

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INSTANT REPORT

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Complesso degli Agostiniani, via de’ Neri - 26 novembre 2010

Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Buongiorno a tutti,

in questa settimana sono arrivati ben 200

tagliandi di iscrizione: significa che la città

è rivolta a questa iniziativa con aspettative

alte; i giornali hanno dato spazio a questa

voglia di esserci e di mettersi in discussione

tutti: cittadini, professionisti, amministratori.

Per noi oggi è soprattutto una giornata di

ascolto e si concluderà con un report degli

approfondimenti discussi per gruppi tema-

tici. Naturalmente sarà il primo pezzo di un

percorso che da qui riparte, con il compito di

mettersi a disposizione, soprattutto da parte

della pubblica amministrazione. Il percorso

fatto sull’ex mercato è stato relativamente

più semplice in quanto più strutturato, men-

tre oggi avvieremo una discussione più com-

plessa e articolata: quella sul centro storico

della città, ove si condensano molte passioni

e idee per migliorare la nostra Empoli. Oggi

è una grande occasione da cogliere al volo

come stimolo per individuare gli assi della

trasformazione di un nuovo governo.

Buon lavoro!

SalutiLuciana CappelliSindaco di Empoli

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Complesso degli Agostiniani, via de’ Neri - 26 novembre 2010

Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Il grande numero della vostra presenza ci

rincuora: benvenuti e un grazie sincero da

parte di tutta la giunta, sentiamo che qui

oggi è rappresentata davvero tutta la città.

Siamo partiti pensando al centro storico in

modo partecipato in primavera, con un’in-

dagine informale sui temi rilevanti da affron-

tare, che ci ha condotti gradualmente verso

questo grande evento: un momento di con-

centrazione che ci convoglia tutti a riflettere

sui problemi del nostro centro, sul desiderio

collettivo di mettere a punto un piano stra-

tegico di azioni per il rinnovamento della

città. È un problema troppo complesso per

poterlo affrontare da soli noi amministratori,

abbiamo bisogno del contributo ideativo e

concreto di tutti. Il lavoro che affronteremo

tutti in questa giornata di approfondimento

segna un punto di svolta per tutti coloro che

credono nel rinnovamento e che non con-

dannano il nostro centro al pessimismo ed

al declino. Sarà una giornata di ascolto crea-

tivo, non un semplice convegno.

Buon lavoro a tutti!

SalutiEleonora CaponiAssessore al Centro Storico

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Complesso degli Agostiniani, via de’ Neri - 26 novembre 2010

Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Perché è così lunga questa giornata? Per-

ché serve del tempo per poter approfondire

temi così impegnativi e complessi. Avremo

dei gruppi di lavoro sui temi già proposti, in

quanto individuati come cruciali e strategi-

ci. Durante la mattinata affronteremo questi

temi predefiniti, e sulla base degli esiti dei

5 gruppi di lavoro , che verranno esposti

il plenaria, verranno poi individuati i temi

per la seconda sessione di lavoro. Avremo

due importanti aiuti in questa esplorazione

di problemi e soluzioni: due esperti prezio-

si che ringrazio vivamente per la loro pre-

senza, un osservatore esterno nella figura di

Valentino Castellani (già sindaco di Torino e

presidente Unimanagement, centro di Uni-

Credit dedicato allo Sviluppo delle compe-

tenze manageriali) e il prof. Alberto Magna-

ghi (docente di Pianificazione territoriale e

presidente del Corso di laurea in Urbanisti-

ca, Pianificazione territoriale e ambientale

dell’Università di Firenze con sede ad Empo-

li) come osservatore interno, vera e propria

coscienza critica della giornata.

IntroduzioneIolanda RomanoAvventura Urbana

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Complesso degli Agostiniani, via de’ Neri - 26 novembre 2010

Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

INTERVENTO DI:

Buongiorno a tutti,

Ho pensato di raccontarvi il punto a capo che ho vissuto io come sindaco a Torino: si può fare punto a capo, ma bisogna volerlo fortemente.

Torino è una grande città, fuori scala rispet-to a Empoli ma comunque confrontabile. È una città che ha vissuto una grave crisi socioeconomica negli anni ’80, con la chiu-sura dell’era della grande industria che ha comportato la formazione di alta disoccupa-zione (80.000 posti di lavoro persi in pochi anni nell’area metropolitana di Torino, gros-so modo un terzo della città: da due milioni di auto prodotte all’anno a 700.000: un vero e proprio disastro), grandi vuoti urbani, dal futuro incerto e una vera e propria mancan-za di leadership politica.

La svolta avviene nel 1993 con la riforma per l’elezione dei sindaci, che dà grande respon-sabilità diretta al primo cittadino, lo investe di possibilità chiedendo in controparte grande capacità visionaria e grande energia.

Il nostro punto è stato: il passato non è più il motore dello sviluppo, serve un cambiamento!

E il nostro a capo è stato: urge sapere dove si vuole andare, quindi è necessaria una Vi-sione!

In quel momento ci siamo sentiti vicini al secolo precedente, che fu particolare punto di svolta, con l’unificazione d’Italia e lo spo-stamento della capitale: la città all’epoca si

svuotò, ci furono tumulti e si dovette in 30-35 anni ricostruire un futuro per la città.

Avevamo un partito minoritario convinto che il cambiamento fosse possibile, e una mag-gioranza che considerava di poter solo al massimo gestire un declino percepito come inevitabile

La visione che abbiamo proposto è stata im-postata su alcune azioni fondamentali:

Realizzare un Piano Regolatore Gene-rale: dopo cinquant’anni di assenza di linee guida per la struttura fisica della città (avevamo 4 milioni di mq di vuoti urbani da urbanizzare).

Affrontare i problemi delle periferie.

Organizzare le olimpiadi invernali.

Sostanziare un piano strategico di azioni per la città.

Abbiamo dovuto principalmente affrontare l’interramento della ferrovia in città, per po-ter ricucire una consistente ferita urbana e ridare così continuità urbanistica, e il riuso delle aree dismesse: oggi il Lingotto è diven-tato, per fare solo un esempio, uno spazio ricco e vitale. Sono stati fatti anche grossi investimenti nel decoro urbano e la chiave di tutto è stato il rapporto trasparente e si-nergico col privato, che ha consentito, con la facilitazione degli amministratori, slancio e investimenti consistenti: il rapporto tra inve-stimenti pubblici e privati è stato di 1 a 12.

Gli Esperti

Valentino Castellanigià Sindaco di Torino e Presidente di Unimanagement, Centro di Unicredit dedicato allo sviluppo delle competenze manageriali

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Nelle periferie abbiamo iniziato un lavoro di inclusione sociale, con percorsi partecipati-vi lunghi e articolati.

Nel 1997 abbiamo quindi deciso di scommet-tere sulle olimpiadi invernali come elemento che ci poteva aiutare a cambiare la nostra identità e il nostro scenario di prospettive a livello internazionale: valorizzando anche i 300 km di montagne che circondano la città.

L’effetto congiunturale sulla città è stato no-tevole così le Olimpiadi sono state il vero punto di svolta che ha trasmesso ai torinesi una nuova immagine di città in cui credere, un’immagine piena di energia che ha por-tato tutti i cittadini a credere fortemente nel futuro. Prima del 2003 Torino non aveva ri-scontro nelle guide turistiche, poi c’è stato un vero e proprio boom di attenzione e va-lorizzazione.

Rispetto alla pianificazione strategica siamo stati la prima città ad adottare uno strumen-to di governance politica, una regia in cui si condividono obbiettivi comuni e in cui tutta la cittadinanza rema nella stessa direzione. È un processo per piccoli passi, alcuni proget-ti possono fallire ma anche far apprendere molto dagli errori. Vi faccio un esempio di azione strategica tra quelle condotte: Torino è storicamente la città del cinema: noi an-dando alla ricerca di una cosa da fare ab-biamo pensato al museo del cinema, che era allora un contenitore con pochissimo smalto

e risonanza e oggi ha 500.000 visitatori al-l’anno (è il secondo museo del cinema dopo quello di Londra); ma abbiamo voluto anche volgerci al futuro valorizzando un piccolo festival di rassegna cinematografica giova-nile, inserendolo nei circuiti internazionali; in più abbiamo creato un parco tecnologico multimediale per la realizzazione di film e un’agenzia che fa da sportello unico per chi vuole venire a produrre film a Torino, che è così diventata un epicentro cinematografico e che ha ulteriormente promosso la città.

Meno male che la crisi di Torino di Torino era così drammaticamente profonda: non ci lasciato alternative, potevamo solo puntare al miglioramento, che significava rinnovamento.

Identificare e condividere i punti di forza col-legandoli con la memoria storica: la visione futura è un sogno che si riallaccia al passato e via via acquisisce concretezza attraverso lo svolgimento di un passo per volta: chi par-te di corsa scoppia, essenziale è la determi-nazione ad arrivare in fondo e a concepire tutte le tappe dentro una concezione com-plessiva e organica.

Fondamentali sono stati il buon senso, la fles-sibilità e l’aver dato ampio spazio alla parte-cipazione dal basso e alla collaborazione tra pubblico e privato come motore essenziale. Naturalmente la regia politica è determinan-te e spetta all’attore pubblico guidato dal Sindaco.

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

SESSIONE 1 Indice

Sala A: SVILUPPO CULTURALE E RETI: MESSA IN RETE DELLE RISORSE E GRUPPI ESISTENTI

Sala B: QUALITÀ DELL’ABITARE E EDILIZIA PRIVATA: PATRIMONIO EDILIZIO E IL RIPOPOLAMENTO DEL CENTRO

Sala C: SPAZI PUBBLICI E GRANDI CONTENITORI: PIAZZE EDIFICI VUOTI, STRADE E PARCHEGGI

Sala D: SVILUPPO CULTURA ED ECONOMICO: NUOVE FUNZIONI COME VOLANO

Sala E: SPAZI PUBBLICI E GRANDI CONTENITORI: PIAZZE EDIFICI VUOTI, STRADE E PARCHEGGI

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Facilitato da: Rosaria Tartarico

CHI C’ERA23 partecipanti quasi del tutto appartenenti al mondo associativo e dei servizi operanti nel settore della cultura, della promozione sociale, della formazione alla cittadinanza attiva, del-l’educazione ambientale e del tempo libero. Presente anche un rappresentante delle asso-ciazioni di categoria (Confesercenti)

ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONELa discussione è stata molto animata e tal-mente ricca di contributi che non è stato suf-ficiente il tempo a disposizione per analizzare ulteriormente le proposte emerse, specie nella direzione sul come strutturare e dare continui-tà nel breve periodo alla già esistente, seppu-re informale ed estemporanea, realtà locale di reti culturali. Il gruppo ha quindi chiesto di dedicare la seconda sessione del pomeriggio proprio a questo approfondimento.

OBIETTIVI O AZIONI DA REALIZZARE NEL-L’AMBITO DELL’ATTIVAZIONE DI RETI TRA I GRUPPI E LE RISORSE CULTURALI ESI-STENTI.Il gruppo ha evidenziato nell’arco della di-scussione una serie di riflessioni interessanti intorno a:

cosa significa fare rete

cosa comporta in termini di costi e di op-portunità

dove fare rete

quando fare retecon chi fare retecome fare rete

Fare rete comporta anzitutto la valorizzazio-ne, in termini coinvolgimento, promozione e informazione, di tutte le risorse esistenti che sono state individuate: le singole associazio-ni e quelle che già hanno attivato esperien-ze magari piccole di rete, i social network come bacino di coinvolgimento giovanile, i musei non solo come luoghi di trasmissione di conoscenza del passato ma anche di pro-duzione di contemporaneità (con attivazione di percorsi di apprendimento, laboratori arti-stici,…); i giovani artisti come ideatori di pro-poste creative (potrebbero essere convogliati in progetti per l’allestimento delle vetrine del centro e per dare identità ai tanti luoghi del centro; la consulta delle associazioni, il cui regolamento è stato approvato due anni fa e rappresentava un’opportunità di partecipa-zione, ma non è mai stata convocata; le scuo-le; le iniziative di successo del passato come riferimenti che fanno scuola e danno stimoli a replicare nuove esperienze (come ad esem-pio “una notte in biblioteca”).Fare rete offre la grande opportunità di con-solidare il senso di appartenenza e l’affetto per questa città (non solo per il centro ma an-che per le frazioni) attualmente poco radicati, ma comporta dei costi, in termini di: tempo ed energie dedicate all’attivazione della rete, alla motivazione rispetto al farne parte, alla continuità necessaria per rafforzare l’espe-

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Sviluppo culturale e reti: messa in rete delle risorse e gruppi esistenti

SESSIONE 1 Sala A

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

rienza; è quindi ritenuta fondamentale la consapevolezza del senso di responsabilità reciproca nel fare rete, nel ri-nunciare in parte ad elementi di autoreferenzialità per mi-rare ad obbiettivi condivisi che però devono essere chiari e forti, diversamente non si riuscirebbe a convogliare con successo le energie su azioni concrete.I luoghi della rete dovrebbero riguardare tutti gli spazi aperti e chiusi che la città offre lungo tutto l’arco dell’anno e della giornata: soprattutto vanno pensate iniziative a tema anche per le stagioni invernali e per le serate, in modo da portare

la gente in centro sempre, tra le strade e nei luoghi pubblici che devono potersi aprire per svariate attività divenendo così spazi sfaccet-tati e flessibili. Maggiore e costante frequen-tazione e vitalità nel centro riuscirebbero a contenere e forse anche ad annullare il senso di insicurezza percepita tra le vie del centro specie di sera.Quando fare rete? Il prima possibile, magari optando verso modalità abbastanza semplici e non troppo strutturate inizialmente, pur di riuscire a far decollare delle iniziative, anche di carattere sperimentale, attorno alle qua-li convogliare le forze esistenti: ad esempio attivare delle proposte che però non devono essere estemporanee, ma dei veri e propri volani catalizzatori di energia creativa e col-laborativa da consolidare nel tempo offrendo situazioni più strutturate nelle quali ritrovare lo spazio e il modo della continuità.

CON CHI E COMECon chi fare rete? Anzitutto con tutte le risor-se esplicitate nel punto precedente, alle quali vanno aggiunte altre componenti importanti:

i giovani, in quanto attualmente la realtà associativa locale comincia a risentire di un problema di ricambio generazionale (da approfondire come intercettare i gio-vani, attraverso quali proposte, esperien-ze, contenuti…)i commercianti e le relative categorie (CONFESERCENTI, l’associazione centro

storico che cura la promozione delle ini-ziative culturali…) per superare la più vol-te lamentata scarsa collaborazionei privati come partner ideativi, organizzati-vi ed economicila pubblica amministrazione in tutti i suoi uffici più coinvolti nella promozione della cultura come portatrice di valore aggiunto alla vita del centro storico e della città

Come fare rete? Al di là delle singole dispo-nibilità serve un organismo (da individuare) che costituisca da cabina di regia per attivare, facilitare, dare continuità e riferimento costan-te per la formazione e il consolidamento di una rete tra le risorse culturali esistenti. Sono emerse diverse proposte che vanno dalla configurazione più leggera a quella più rigida, vale a dire:

il lancio di un’iniziativa di sperimentazio-ne (sul modello della “notte in biblioteca”) attorno alla quale formare un embrione di rete la costituzione di un tavolo misto rappre-sentativo: di coordinamento ma anche di promozione e produzione delle attività culturalila costruzione di una vera e propria Fon-dazione della Cultura tra pubblico e priva-to (che però, viene fatto notare, non è di semplice gestione, trattandosi di una vera e propria struttura con una sua burocrazia da organizzare)

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Facilitato da: Matteo Robiglio

CHI C’ERAIl tema ha coinvolto un gruppo prevalente-mente composto da professionisti: architetti, ingegneri, geometri, paesaggisti che si con-frontano nella loro esperienza quotidiana con interventi di trasformazione edilizia del centro storico. Erano presenti anche rappre-sentanti del commercio e delle professioni che sono insediate nel centro. Sono interve-nuti anche alcuni residenti, ed è interessante sottolineare che parte dei professionisti pre-senti hanno anche scelto il centro storico come luogo di residenza. E’ mancata la pre-senza di proprietari e operatori del settore immobiliare.

ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONELa discussione è stata molto concreta ed approfondita, potendo contare su una solida conoscenza professionale del tema da parte degli intervenuti, con continui riferimenti a casi ed esperienze dirette. Da una diagnosi condivisa – anche se con accenti diversi – si è rapidamente passati a proposte per come affrontare le criticità e rimuovere gli ostacoli segnalati.

OBIETTIVI O AZIONI DA REALIZZARE NEL-L’AMBITO: CAMBIARE LE NORME, SOSTE-NERE GLI INTERVENTI, VALORIZZARE LE POTENZIALITÀ DEL CENTRO. Oggi il Centro Storico (CS) funziona come “un residence per stranieri”: luogo di abita-

zione temporanea – il turn over è alto – per chi arriva ad Empoli, e poi va dopo pochi mesi ad abitare in altre parti del territorio. A questo si aggiunge la perdita del comparto commerciale “food”, inteso sia come pubblici esercizi che come negozi alimentari.Prima di tutto occorre mantenere nel CS le funzioni pubbliche: non trasferire uffici e sedi dell’Amministrazione perché questo di-strugge la centralità storica nel territorio. Bisogna poi valorizzare le specificità: ad esempio pedonalizzando 24 ore su 24, per-ché la pedonalità è un valore specifico del Centro. Il sistema delle norme agisce oggi da osta-colo alla trasformazione. L’eccesso di vinco-li non tiene conto del fatto che molto dello “storico” è in realtà ricostruzione post-belli-ca, e impedisce anche adeguamenti limitati (il bagno, l’ascensore..) che consentano di adeguare gli edifici alle esigenze della vita contemporanea. Occorre introdurre “flessi-bilità e buon senso” nei calcoli dei volumi, nel distinguere storico e no, nel valutare caso per caso e non per “tipi” che poco cal-zano alla specificità di ogni caso.I valori immobiliari bassi della residenza nel CS sono un elemento potenzialmente attrat-tivo: il CS è competitivo e la sua qualità di vita attrae – ad esempio le giovani famiglie – ma poi la difficoltà normativa scoraggia. Anche la vicinanza alla stazione e ai servizi pubblici è una risorsa. Ma bisogna combat-tere l’immagine univocamente negativa che

Qualità dell’abitare e edilizia privata: patrimonio edilizio e il ripopolamento del centro

SESSIONE 1 Sala B

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

la stampa trasmette del CS, raccontandone anche gli aspetti positivi – ad esempio le ini-ziative recenti di eventi culturali che hanno segnato un inizio di inversione di tendenza.Occorre impedire che i frazionamenti delle proprietà avvengano senza che prima vi sia stata una vera e completa riqualificazione: si formano altrimenti situazioni di degrado su cui è difficile intervenire. Va invece riportata in centro la figura dell’abitante-proprietario, sola che può garantire la vera manutenzione degli edifici, e sostenuta la diversificazione del commercio, l’allungamento degli ora-ri per una maggiore vitalità e sicurezza, la presenza di pubblici esercizi (ristoranti, bar, caffè..) e dell’alimentare.A tal fine si potrebbe immaginare di legare i nuovi interventi sul territorio ad una “com-pensazione” – monetaria o in forma di ser-vizi o attività da insediare nel CS – a favo-re del Centro, riconoscendone la funzione territoriale: il CS è un patrimonio di tutto il territorio empolese. Vanno inoltre introdotte nel “progetto” del CS attenzioni all’ambiente come bio-clima, verde pubblico, consumo energetico: declinandole con attenzione alla specificità storica del tessuto urbano.Occorre sfruttare le occasioni offerte da nuove forme di finanziamento per portare nel CS il social housing e la residenza eco-nomica (ERP): anche questi sono nuovi abi-tanti, e nuovi operatori e gestori di patrimo-nio che “si prendono cura” dei loro immobili nel tempo.

Bisogna infine evitare che altre norme, an-che “virtuose”, abbiamo effetti collaterali ne-gativi: ad esempio scoraggiando l’apertura dei locali e di dehors nel CS a causa di vin-coli di zonizzazione acustica.

CON CHI E COME: IL PARTENARIATO PUB-BLICO-PRIVATOIl nodo centrale non sembra essere in que-sto caso di carattere economico (risorse che mancano) quanto piuttosto di carattere procedurale: è su questo terreno che an-drebbe sperimentata una nuova modalità di relazione che passi dalla “norma-divieto” concepita per “tipi e classi” allo sviluppo di un’attenzione “caso per caso” al singolo in-tervento, alle specificità dell’edificio, in cui l’Amministrazione adotti un atteggiamento di “accompagnamento” della trasformazione che, garantendo il rispetto e la conservazio-ne dei valori storici e identitari, consenta però di valorizzare il potenziale abitativo del centro e le sue qualità specifiche.Anche l’ipotesi di un sistema di “compensa-zioni” tra centro e territorio è un’ipotesi che potrebbe essere sviluppata, formando una ulteriore linea di partenariato: tra pubblico e privato ancora, ma anche tra il centro e tut-ta Empoli. Gli strumenti possono essere ad esempio le convenzioni attuative dei nuovi interventi edilizi di sviluppo.

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Facilitato da: Giovanni Santachiara

CHI C’ERALa discussione ha raccolto l’adesione di mol-ti cittadini (oltre 30), con una forte rappresen-tanza di professionisti e tecnici, in particolare architetti. Erano presenti, tra gli intervenuti, anche cittadini oggi pensionati, tra cui alcuni in precedenza impegnati nella pubblica am-ministrazione, commercianti, un gallerista e diversi membri del consiglio comunale.

ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONEIl tema è risultato molto sentito come dimo-stra l’alta affluenza. La discussione ha toc-cato diversi punti: accessibilità al centro e parcheggi; necessità di una visione per lo sviluppo della città; cura degli spazi pub-blici (con esempi puntuali); possibili usi dei contenitori storici; rilancio del commercio e di filiere produttive radicate nella storia del territorio. La discussione è stata produttiva e pacata, ma a tratti prolungata nella enun-ciazione dei problemi. Diversi partecipanti non sono riusciti, nel tempo a disposizione, a prendere la parola e alcuni temi non hanno avuto la necessaria attenzione e approfondi-mento. I momenti più accesi si sono riscon-trati durante la discussione su accessibilità e parcheggi, ma sono stati anche legati all’at-tenzione da parte di alcuni a questioni ritenu-te troppo puntuali.

OBIETTIVI O AZIONI DA REALIZZARE NEL-L’AMBITO DEL RECUPERO DELLA VITALITÀ DEL CENTRO Necessità di una visione integrata: la prima azione da mettere in campo è l’individuazione di una visione su cui “incanalare” tutti i proget-ti da mettere in campo, una identità. A questo scopo deve concorrere anche una politica in-tegrata di promozione del territorio e delle sue eccellenze economiche (la produzione del ve-tro legata al museo), storiche e culturali (tea-tro, museo della collegiata, biblioteca, “perché non creare un Premio Empoli?”).

Accessibilità e parcheggi: secondo alcuni cittadini si sente l’esigenza di un progetto uni-tario improntato al recupero della pedonalità degli spazi pubblici e di una possibile corona di parcheggi intorno e interni al centro, in pri-mis quello dell’ospedale che potrebbe essere collegato al centro con un servizio navetta. In quest’ottica la ZTL potrebbe essere estesa. Ma strumento fondamentale è comunque la politica dei parcheggi. Alcuni cittadini riten-gono molto valido per la regolamentazione della sosta il disco orario (suggerito per piaz-za Gramsci, via Bramante, via Masaccio).

Il reperimento di nuovi parcheggi potrebbe avvenire nell’operazione di recupero di spazi e contenitori esistenti (esempio piazza guer-ra). Va comunque promossa, viste le distanze contenute, una fruizione sempre più ciclabi-le da parte dei cittadini. Il baricentro per la regolamentazione dei parcheggi dovrebbe essere puntato su piazza della Vittoria e non

Spazi pubblici e grandi contenitori: piazze edifi ci vuoti, strade e parcheggi

SESSIONE 1 Sala C

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

più su piazza Farinata degli Uberti. Qualità e vivibilità degli spazi pubblici: si riscontra il degrado di alcune piazze impor-tanti del centro (luoghi di identità e storia), da riportare al centro della vita cittadina e da riqualificare migliorando la qualità del-l’arredo urbano, dell’illuminazione pubblica, portando opere d’arte e innestando funzioni qualificanti che portino nuovi utenti. Un primo esempio portato dai cittadini è por-ta Pisana con l’adiacente piazzetta Garibaldi che alcuni propongono di pedonalizzare e di potenziare come luogo di attività ed eventi (mercato) come contrappeso a piazza della Vittoria. Altro luogo storico da riqualificare è piazza 24 luglio.I locali USL potrebbero diventare un polo di funzioni (uffici pubblici) che dia risposta al degrado. Per ritrovare la capacità di Empoli di proporsi e presentarsi con una identità forte, elementi da valorizzare sono gli accessi alla città, oggi identificabili solo con due importanti centri commerciali.Uso dei contenitori: diversi sono i contenito-ri che con varie funzioni e opportunamente messi in rete possono portare nuova energia. Il Palazzo Ghibellino, cuore dell’identità empo-lese, può ospitare funzioni di rappresentanza. Il vecchio ospedale viene invece identificato da alcuni cittadini come il luogo in cui speri-mentare la partnership tra pubblico e privato: potrebbe ospitare la parte multimediale della biblioteca, università, ristorazione ed esercizi

commerciali e residenze per studenti e giova-ni coppie. Palazzo delle esposizioni potrebbe ospitare un centro congressi, funzione da più partecipanti citata come possibile attrattore sovralocale. Altro contenitore da rilanciare è il cinema La Perla come polarità teatrale di alto livello.Una funzione importante su cui incentrare il rilancio del territorio è il vetro di cui conso-lidare una vera e propria filiera (produzione, artigianato, cultura, esposizione, vendita) e a cui dedicare spazi nei contenitori centrali.Altri contenitori ritenuti importanti ma su cui non si è ipotizzata una funzione da insediare sono gli ex macelli e l’area ex vitrum. Commercio: un rilancio del tessuto commer-ciale empolese può partire dalla apertura nel centro di una media struttura di vendita. Al-tra operazione su cui investire secondo un cittadino è la fidelity card.

CON CHI E COMEL’Amministrazione ha ovviamente un ruolo centrale nella regia e nella promozione del-le operazioni, ma nuove risorse ed energie devono venire dall’apertura agli operatori privati del territorio, anche se non sono stati individuati nella discussione soggetti in spe-cifico. Il reperimento delle risorse per il recu-pero di immobili storici di proprietà pubblica può venire invece dal coinvolgimento di Fon-dazioni Bancarie.

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Facilitato da: Andrea Pillon

CHI C’ERAIl gruppo, molto eterogeneo, era formato da 43 persone in rappresentanza di diverse ca-tegorie: amministratori pubblici, imprendito-ri, commercianti, operatori sociali e culturali, ricercatori e singoli cittadini. ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONELa discussione è stata pacata ma appassio-nata e molto ricca di spunti di riflessioni e proposte. L’adesione molto numerosa ai lavo-ri non ha purtroppo consentito a tutti i parte-cipanti di prendere la parola per poter espri-mere il proprio punto di vista. Il tema dello sviluppo economico e culturale della Città e in particolare del “centro storico” ha incontra-to l’interesse di tutti i partecipanti, che hanno contribuito a delineare una propria visione dei problemi e ad individuare alcune possibi-le linee e strategie di azione.

LE AZIONI DA REALIZZARE PER RIVITALIZ-ZARE IL CENTRO STORICO E LA CITTA’ DI EMPOLI Nel corso della discussione sono emerse proposte che fanno riferimento ad azioni di tipo immateriale ed altre di tipo materiale che prevedono la realizzazione di attrezzature e infrastrutture di una certa importanza.Le azioni di tipo immateriale Secondo i partecipanti al gruppo di discus-sione la Città di Empoli ha un consistente pa-trimonio storico, artistico, culturale, ambien-

tale ed architettonico che dovrebbe essere valorizzato e che costituisce una importante risorsa ed opportunità di crescita e di svi-luppo. Dovrebbero essere maggiormente va-lorizzate le tradizioni artigianali e gli antichi mestieri (“le cose che ci hanno contraddistin-to in passato”); le vocazioni artigianali ed in-dustriali che hanno caratterizzato lo sviluppo economico recente (l’abbigliamento, la ma-nifattura …); le risorse culturali presenti sul territorio (ad esempio la tradizione musicale) e la capacità dei cittadini empolesi di impe-gnarsi nel sociale e nel volontariato. Per in-tervenire su queste “vocazioni e risorse” non “servono grandi interventi”, ma la capacità e la volontà di lavorare assieme “attorno ad un progetto comune”.

Per rivitalizzare il centro storico bisogna per-tanto “riscoprire le ragioni” e le funzioni che possano rendere attrattivo il “giro d’Empoli” (“perché dovrei andare in centro?… a fare cosa?). Il centro, secondo i partecipanti, do-vrebbe diventare un grande attrattore di at-tività culturali (rivolte ai giovani, ai turisti e agli empolesi stessi) in grado di servire da volano per le attività economiche del territo-rio (attività commerciali, ricettive di ristora-zione ecc).

Alcune idee di cose che si potrebbero fare in tempi brevi;

creare spazi di aggregazione per i giovani (“non si possono ritrovare solo nella yo-gurteria”), anche attraverso la fornitura di servizi innovativi (wi fi gratuito, luoghi

Sviluppo cultura ed economico: nuove funzioni come volano

SESSIONE 1 Sala D

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

per fare musica, spazi per concerti ecc);dotare la Città di servizi per gli studenti (sfrut-tando le grandi opportunità offerte dalla pre-senza dell’Università, “che bisogna difendere e far entrare sempre di più nel tessuto forma-tivo e produttivo della città”);riportare gli uffici pubblici in centro che sono stati recentemente decentralizzati;recuperare gli edifici storici e i “contenitori” che non hanno ancora una funzione precisa o che sono sottoutilizzati (ex ospedale) o poco conosciuti;valorizzare il ruolo dell’Università come at-tore importante del territorio, sia per quanto riguarda gli aspetti legati alla ricerca e alla conoscenza del territorio che per gli aspetti legati alla formazione “collegata” alle esigenze e alle vocazioni del territorio;mettere in rete i musei e i centri culturali cit-tadini al fine di costruire un’offerta culturale integrata, forte e che sappia dialogare con i comuni del comprensorio (“Empoli può diven-tare un centro di servizi alla persona e cultu-rale di riferimento dell’intero comprensorio”).

Per quanto riguarda gli aspetti di tipo materiale la discussione si concentra su due temi particolari:1) il tema dell’accessibilità al centro storico; 2) il tema della sua fruibilità e delle funzioni man-canti. Per quanto riguarda l’accessibilità è ge-neralmente riconosciuto, dal gruppo di lavoro, il problema della sosta (breve) e dei parcheggi (per residenti). Si sente la necessità di provvedere alla realizzazione di nuovi posti auto che possano con-

sentire “di togliere le auto dal centro” e di privile-giare la pedonalizzazione di ampie aree del centro (un cittadino propone di dar vita ad una società formata da empolesi – amministrazione pubblica, proprietari di alloggi e negozi – che provveda alla realizzazione e gestione di un parcheggio da co-struire nelle immediate vicinanze del centro). Altro tema legato all’accessibilità riguarda le modalità di spostamento. Viene suggerito di incrementare i collegamenti (anche attraverso navette elettriche) tra il centro e le frazioni (“luoghi dove si vive be-nissimo”) e di incentivare la mobilità dolce (rea-lizzazione piste ciclabile e incentivazione dell’uso della bicicletta).Per quanto riguarda le funzioni che “mancano”, il gruppo pare concorde nel sostenere la necessità di realizzare un nuovo teatro che sappia ospitare diverse funzioni (spettacoli di prosa, musica, bar, libreria, sala incontri, auditorium per conferenze ecc) e che sappia svolgere, oltre ad una funzione culturale, anche quella aggregativa a di socializ-zazione (“un tempo ci si trovava spontaneamente in piazza della Vittoria .. ora dobbiamo costruire dei luoghi dove poterci incontrare”).Infine, la rivitalizzazione del centro e dell’intera città deve essere accompagnata, secondo alcuni partecipanti, da capacità di incrementare l’offerta ricettiva e di accoglienza della città.

CON CHI E COMEIl gruppo concorda nel sostenere la necessità di individuare forme di cooperazione e collabo-razione più stringenti e strutturate che sappiano coinvolgere e “tenere assieme” diversi soggetti:

l’amministrazione pubblica, i soggetti privati, i cit-tadini, le organizzazioni e le associazioni. Lavora-re assieme potrebbe consentire di:

individuare una visione comune di sviluppo (dove vogliamo andare – una visione “alta”)trovare le risorse (anche private) per realizza-re gli interventi necessari alla rivitalizzazione della Città (“il teatro potrebbe essere realizza-to attraverso una fondazione che veda la par-tecipazione del pubblico e del privato”);concertare e organizzare assieme manifesta-zioni, eventi, mostre ed iniziative con il con-corso di diversi soggetti (operatori economici, culturali ecc) che beneficerebbero delle rica-dute positive delle diverse iniziative (“questo si potrebbe ottenere attraverso la creazione di un’agenzia che sia in grado di valorizzare le attività locali e tenere assieme le forze”);trovare forme di collaborazione e partenariato con gli altri enti ed amministrazioni in modo da consentire alla comunità empolese e del-la Val d’Elsa di porsi come soggetto forte nei confronti degli altri contesti territoriali (come ad esempio nei confronti di Firenze e dell’area metropolitana fiorentina).

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Facilitato da: Vanessa Siebezzi

CHI C’ERAIl gruppo, formato da una parte degli iscritti al tema 4 “Qualità dell’abitare e convivenza”, in cui oltre a due osservatori era presente un solo partecipante interessato a discutere il tema, e da una parte degli iscritti al tema 5 che ha visto un grande numero di partecipan-ti, era composto da circa 15 persone tra cui numerosi architetti, due commercianti, due rappresentanti delle cooperative sociali, un consigliere comunale, un rappresentante delle associazioni di categoria, due dipendenti pub-blici ed alcuni abitanti del centro storico.

ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONEI partecipanti hanno dimostrato un forte de-siderio di esporre le proprie idee e la propria visione di sviluppo della città, ma anche di segnalare interventi ed azioni a piccola sca-la capaci di migliorare la qualità dell’abitare nel centro storico di Empoli. È stato stilato un primo lungo elenco di luoghi e temi che richiedono una visione progettuale o una riconversione funzionale: il gruppo ha poi identificato tre “aree” chiave su cui sviluppa-re delle ipotesi di lavoro.

Il clima è stato disteso e non ci sono state po-sizioni conflittuali, sono emersi molti spunti ed idee ed i partecipanti hanno espresso la necessità di poter approfondire i temi non sufficientemente sviluppati durante la ses-sione di discussione.

OBIETTIVI O AZIONI DA REALIZZARE NEL-L’AMBITO DELLO SVILUPPO STRATEGICO DI EMPOLI E DELLA QUALITÀ DELL’ABITARERipensare il ruolo di Empoli e del centro sto-rico nel territorio

Empoli è una città nata e cresciuta da un’economia mercantile e tale vocazione è considerata oggi ancora valida: Empoli infat-ti dovrebbe candidarsi ad essere il centro urbano della città anello formata dai piccoli centri ad alta specializzazione della Val d’El-sa, sviluppando funzioni non solo commer-ciali, ma anche di formazione,ricerca, servizi avanzati e culturali.

In questo modo il centro storico tornerebbe ad essere centro cittadino, vissuto non solo dagli abitanti e dagli Empolesi ma anche dai residenti e dagli operatori economici dei co-muni più piccoli dell’anello.

Il nuovo Ponte sull’Arno come occasione per progettare un nuovo asse urbano

Con la realizzazione del nuovo ponte si cree-rà tra la stazione ferroviaria, Piazza della Vit-toria ed il ponte stesso un asse di attraver-samento della città che non deve diventare un vettore di traffico automobilistico, ma un nuovo asse di attraversamento urbano ser-vito da mezzi pubblici, piste ciclabili, percor-si pedonali su cui possono trovare di nuovo spazio alcuni servizi ormai assenti dal cen-tro storico.

Alla progettazione di quest’asse deve essere

Spazi pubblici e grandi contenitori: piazze edifi ci vuoti, strade e parcheggi

SESSIONE 1 Sala E

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

affiancato un sistema di parcheggi e di mez-zi pubblici che ampli ulteriormente l’area pedonale attuale.

L’ex ospedale, il Cinema Teatro Perla, Piazza del Popolo e gli ex uffici comunali

Questi contenitori e spazi pubblici vengono indicati dai partecipanti come luoghi su cui ragionare per creare “un sistema” di offer-ta culturale e formativa, ma anche spazi da dare alle associazioni che, in una città non grande come Empoli, potrebbero trarre be-neficio dall’essere in un’unica sede.

Viene avanzata la proposta di realizzare nel-l’ex ospedale un ateneo della moda e/o un centro di ricerca sul settore tessile.

Il centro storico come progetto pilota di un nuovo modo di abitare

Il centro storico, secondo alcuni abitanti, nonostante il degrado continuamente de-nunciato, rappresenta comunque un conte-sto che offre un’elevata qualità dell’abitare grazie all’assenza delle auto, alla possibilità di incontrare e conoscere i vicini, alla qua-lità architettonica dell’edilizia storica e dei luoghi pubblici.

La riqualificazione del centro storico do-vrebbe quindi basarsi su un progetto inno-vativo che:

tenga conto anche degli aspetti sociali e antropologici della popolazione che lo abita;

consideri come una risorsa gli stranieri, soprattutto i bambini che rappresentano il 50/60% degli studenti delle scuole ele-mentari del circolo;

riporti in centro storico servizi come scuole, asili, servizi sanitari ma anche il mercato settimanale, le poste, etc. speri-mentando modelli di eccellenza;

favorisca la nascita di luoghi e momenti di aggregazione tra le nuove popolazio-ni;

sostenga la mobilità verde con bus elet-trici, car sharing, bike sharing,…;

favorisca le giovani famiglie che, grazie ai prezzi particolarmente vantaggiosi degli immobili, sono interessate ad an-dare ad abitare nell’area.

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

INTERVENTO DI:

Vorrei fare un intervento dal punto di vista di un cittadino “di adozione”.

Con l’Università abbiamo fatto insieme agli studenti molte ricerche, anche su ”asse sta-zione-fiume Arno” che è un tema citato in uno dei gruppi di discussione.

Mi fa piacere osservare che qualcosa cova, anche in tempo di crisi: la nascita del polo universitario che è stato creato nel 2001, è l’esempio di un importante investimento su cui riflettere, in linea con la creazione del consorzio per la gestione delle università nel nostro territorio che è in atto ed è in contro-tendenza rispetto a processi improntati alla speculazione edilizia.

Da quello che si evince dalle discussioni di oggi, il ragionamento va nella direzione di recuperare l’anima del luogo, ossia di ca-pirne a fondo le dinamiche e le peculiarità, prima di definire le linee strategiche di in-tervento.

Empoli non è Firenze né Torino, non veniamo da una cultura monoproduttiva ma apparte-niamo a un sistema multisettoriale: il sistema policentrico toscano, che è una rete di cui noi siamo un importante nodo. Si tratta di un primo carattere da tenere presente, quando si parla di centro storico e di rinnovamen-to: c’è un’anima specifica da alimentare e recuperare, che è fondamentale per crea-re un ponte tra “passato” e presente. Carlo Cattaneo scriveva “la città genera il proprio

territorio e ne è continuamente generata”. La riqualificazione del centro dovrebbe ini-ziare dai servizi, per recuperare il rappor-to con il distretto multisettoriale, puntando alla qualità specifica dell’offerta a partire dal rinnovamento delle strutture del settore terziario. Queste forme nuove devono veni-re da motori di sviluppo come l’innovazione e la tecnologia. Si deve puntare su un rap-porto rinnovato: che inverta la “tendenza omologante” che appiattisce il commercio e che propone prodotti standardizzati senza alcun legame con le produzioni identitarie del territorio. Il rischio che si corre, se non si valorizza e potenzia una propria specificità, è quello di diventare la periferia di Firenze. Questo sistema di produzione sociale e cul-turale deve ritrovare la propria identità in-terna, si deve riscoprire un’attività culturale realmente legata al territorio empolese, che porti per esempio a ripristinare i mercati lo-cali, le reti. Un po’ quello che si sta cercando di fare per il Parco della Piana, dove l’agri-coltura diventa una risorsa da rivalutare con una funzione nuova, quella di alimentare la popolazione locale con prodotti di qualità. Anche il nostro territorio è ricco di paesaggi agricoli straordinari, che danno prodotti di qualità: l’olio, il vino, il carciofo ecc.

A proposito della realizzazione di un asse tra la stazione e il fiume, proposta emersa da uno dei gruppi di discussione, ritengo utile che ci chiediamo: dove andrebbe fini-

Gli Esperti

Alberto MagnaghiDocente di Pianifi cazione territoriale e Presidente del Corso di Laurea in Urbanistica e Pianifi cazione Territoriale e Ambientale dell’Iniversità di Firenze, con sede a Empoli

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re quell’asse, in quale fiume? Quel tema ri-lancia un progetto strategico a cui abbiamo lavorato molto in questi anni, che è quello di un parco fluviale che vada da Firenze a Pisa: nella riflessione di oggi si presenta immediatamente la questione – che è anche un’enorme risorsa - della navigabilità del fiume, che sarebbe da ripristinare. Pensate a cosa vorrebbe dire far viaggiare i cittadini e i turisti lungo un nuovo tracciato, mostrando-gli il territorio da un diverso punto di vista, con una mobilità lenta e sostenibile fatta di un sistema di navigazione, di percorsi a ca-vallo, in bicicletta, che si snoda attraverso i vari nodi della rete, che potrebbero così met-tere in valore le proprie risorse.

È importante riflettere su come sfruttare queste possibilità: che fanno parte della no-stra storia come la riqualificazione della navigabilità dell’Arno, non a caso in passato era la principale via di comunicazione, che si potrebbero creare, per esempio, pacchet-ti europei turistici per “itinerari insoliti”, che potrebbero introdurre Empoli nei principali circuiti turistici della Toscana. Questa scel-ta strategica porterebbe alla rivitalizzazione delle industrie artigiane, che in questo per-corso potrebbero senz’altro aprire una nuo-va vetrina per promuovere i propri prodotti e l’identità locale.

L’Arno, collegandomi alla Spina di Torino presentata da Valentino Castellani come l‘as-se della riqualificazione, è la vera spina di

questo territorio; è necessario quindi capire come recuperare il collegamento strategico tra le antiche produzioni, coinvolgendo que-sto elemento come asse portante del proget-to generale di rilancio del centro storico.

Nella stessa direzione si dovrebbe ragionare sul sistema della ricettività: con l’università spesso ci capitano gruppi di studenti da altri paesi, il problema di dove albergarli si pone e ci induce a cercare soluzioni in altre par-ti del circondario. Una proposta di valoriz-zazione del centro storico potrebbe essere quella di recuperare parti di immobili stori-ci per farne “alberghi diffusi”, soluzione che permetterebbe di aiutare la riqualificazione, costituendo al tempo stesso un volano per la rivitalizzazione della città storica. A questo scopo sarebbe fondamentale prevedere una ricognizione delle potenzialità patrimoniali, dal punto di vista architettonico e paesaggi-stico, ma anche dei saperi e dei mestieri che appartengono al territorio.

È importante che questo processo continui, queste visioni devono uscire da qui e trasfor-mare la città. È bello constatare che le idee stanno fiorendo, si può quasi intravedere il sogno del cambiamento di cui Valentino Ca-stellani ci ha parlato. L’Università si mette a disposizione, con le sue ricerche e i suoi stu-denti, per accompagnare questo processo e valorizzare quello che man mano saremo in grado di produrre attraverso mostre e studi di supporto alla progettazione.

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SESSIONE 2 Indice

Sala A: SVILUPPO CULTURALE E RETI: MESSA IN RETE DELLE RISORSE E GRUPPI ESISTENTI

Sala B: QUALITÀ DELL’ABITARE E EDILIZIA PRIVATA: PATRIMONIO EDILIZIO E IL RIPOPOLAMENTO DEL CENTRO

Sala C: SPAZI PUBBLICI E GRANDI CONTENITORI: PIAZZE EDIFICI VUOTI, STRADE E PARCHEGGI

Sala D: SVILUPPO CULTURA ED ECONOMICO: NUOVE FUNZIONI COME VOLANO

Sala E: SPAZI PUBBLICI E GRANDI CONTENITORI: PIAZZE EDIFICI VUOTI, STRADE E PARCHEGGI La Giunta Comunale si confronta su quali temi discutere nella sessione del pomeriggio: si

accoglie la richiesta dei partecipanti di proseguire con gli stessi argomenti del mattino.

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CHI C’ERA16 partecipanti appartenenti prevalente-mente alle stesse categorie della sessione 1 sullo stesso tema

ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONEAll’interno di un clima molto vivace il gruppo ha cercato di sostanziare gli esiti, condivisi, della prima sessione attraverso la struttura-zione di un primo appuntamento successi-vo all’evento di oggi, ovvero ha cercato di rispondere alle domande: quando ci vedia-mo e dove per costituire una struttura pro-gettuale e operativa di rete culturale per il centro storico? Chi e come promuove gli in-viti? Chi coordina? Quale messaggio e quale visione vogliamo trasmettere sull’obbiettivo principale di questo gruppo di lavoro?

OBIETTIVI O AZIONI DA REALIZZARE NEL-L’AMBITO DELLA COSTITUZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO STRUTTURATO CON CARATTERE PROGETTUALE E OPERATIVO PER L’ELABORAZIONE DI PROPOSTE CUL-TURALI PER MANTENERE VIVO IL CEN-TRO STORICO Gli obiettivi raggiunti nel corso di questa se-conda discussione sono:

La strutturazione di un invito allargato ad un primo incontro costitutivo di que-sto gruppo, che si è formato oggi e ha

deciso di ritrovarsi per mantenere vivo il centro attraverso una struttura organiz-zata progettuale e operativa;

La scelta di mantenere un carattere di in-dipendenza delle proposte culturali, per tenere vivo l’elemento di libertà di inter-vento del gruppo rispetto ad obbiettivi di carattere più di marketing e di promozio-ne economica (che già ci sono e hanno un valore ma possono viaggiare su altri binari e anche incrociarsi con quello più squisitamente culturale)

La previsione di un primo incontro di prova, che inizialmente si svolgerà senza l’aiuto di un facilitatore, per vedere come va e nel caso risultasse troppo caotico o dispersivo e inconcludente, si prevederà per gli incontri successivi la presenza di un facilitatore professionista, esterno e in grado di guidare la costituzione del gruppo

CON CHI E COMELa convocazione dell’invito dovrebbe essere promossa direttamente dall’assessore alla cultura e al centro storico; su questo tema si aprono due gruppi: alcuni pensano che non sia necessario un invito ufficiale estensivo per questo primo incontro, che potrebbe così avere da subito un carattere già propo-sitivo e operativo a partire dalle sollecitazio-ni emerse oggi, mentre altri ritengono che

SESSIONE 2 Sala AFacilitato da: Rosaria Tartarico

Sviluppo culturale e reti: messa in rete delle risorse e gruppi esistenti

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il primo incontro dopo quello di oggi deb-ba essere aperto alla cittadinanza, non solo quindi alle associazioni più interessate, con una diffusione e promozione dell’invito su giornali e media locali, e utilizzando anche le forme più innovative e giovanili di comu-nicazione (social network, face book, il por-tale zonelibere.net, …).

Questo invito dovrà farsi carico di intercetta-re nel modo più adeguato i gruppi culturali delle comunità straniere, oggi non presenti.

L’incontro per questo gruppo di promozio-ne, confronto, coordinamento e produzione culturale sarà previsto in biblioteca con una cadenza mensile come prima proposta da verificare.

Si è poi aperta una discussione riguardo alla Consulta delle associazioni, un organo importante e poco conosciuto, per la costi-tuzione della quale è stato anche modificato lo statuto comunale. La questione da chia-rire e comprendere è quale tipo di ruolo si vuole assegnare a questo organismo mai convocato e se il suo compito si vada a so-vrapporre o a integrare con il nuovo gruppo formatosi oggi.

In conclusione si è però sottolineato che non ci si può dimenticare degli altri cuori di Empoli, le altre centralità, poiché in vista di un rinnovamento culturale della città non si può pensare al centro storico come isolato e chiuso rispetto agli altri poli della città, al-

l’università, al nuovo spazio giovani di Avane (per il quale si è costituito un tavolo parteci-pato), alle frazioni e al circondario.

E’ stato proposto di mantenere il CAM in centro in quanto attività qualificante che produce progetti di qualità capaci di caratte-re sovra locale; altra proposta ha riguardato l’utilizzo dei tanti fondi sfitti per installazioni di giovani artisti, naturalmente con il coin-volgimento dei proprietari e la mediazione dell’amministrazione comunale.

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CHI C’ERAHanno partecipato alla seconda sessione di lavoro sostanzialmente dalle stesse persone della prima sessione, professionisti e operato-ri del settore, con la significativa integrazione di una rappresentanza di residenti del centro storico. ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONELa discussione ha ripreso in continuità il lavo-ro del mattino, specificandone i contenuti nel dettaglio attraverso la formulazione di concre-te proposte di intervento.

OBIETTIVI O AZIONI DA REALIZZARE NEL-L’AMBITO:RISCRIVERE IL REGOLAMENTO URBANISTI-CO, CAMBIARE L’INTERAZIONE TRA PRIVA-TO E UFFICI, INTRODURRE NUOVE ATTIVITÀ, FUNZIONI E STILI DI VITA NEL CENTRO.Occorre riscrivere il Regolamento Urbanisti-co ma soprattutto cambiarne l’approccio, che deve essere meno del tipo “norma/divieto” ed invece più dialogico. La conservazione non va affidata esclusivamente ai vincoli, ma deve es-sere il risultato di un lavoro di interazione e collaborazione tra professionisti e uffici. L’at-tenzione deve spostarsi dall’elaborazione di “classi e tipi” allo studio del singolo e specifico “caso” di intervento, perché ogni intervento e ogni edificio rappresentano un “individuo” uni-co con caratteristiche proprie.Si potrebbe ad esempio utilizzare lo strumento della “approvazione preliminare”, che permette al professionista e agli uffici di dialogare aper-tamente sulle scelte di intervento prima di for-malizzare una domanda di intervento in forma

definitiva: “si lavora di più prima ma nell’appli-cazione pratica si faticherà di meno e si farà più in fretta”.Occorre consentire trasformazioni anche di-verse da quelle indicate nel Regolamento se la proposta è basata su ricerca ed argomenti seri e fondati, responsabilizzando il professio-nista nel consentirgli maggiore flessibilità. Per alcuni interventi in siti di particolare delicatez-za (piazze storiche ad esempio) si può ipotiz-zare di introdurre l’obbligo di uno “studio del contesto” che mostri e valuti le ricadute sull’in-sieme microurbano coinvolto.Nella formulazione degli indirizzi di Piano e di Regolamento occorre ampliare il coinvol-gimento del mondo delle professioni e delle imprese, recuperando il dialogo con l’ammi-nistrazione come forma di elaborazione delle linee strategiche che orientino l’elaborazione tecnica delle norme.E’ emersa l’ipotesi di legare concretamente l’espansione della città al recupero del suo centro, che ha funzione di identità territoriale che vale per l’intero territorio e non solo per l’ambito che ricade nel perimetro normativo del centro. Le convenzioni attuative dei nuovi interventi esterni potrebbero ad esempio pre-vedere interventi correlati nel centro storico con realizzazione di residenza o servizi. Si po-trebbe riportare in questo modo nel centro la residenza pubblica, nelle sue diverse forme di ERP, di edilizia convenzionata, di alloggi a ca-none calmierato, di social housing, aprendo a nuove forme di abitare e nuove categorie so-ciali, accogliendo e stimolando il desiderio e la domanda di abitare il centro: studenti, giovani coppie, immigrati, albergo diffuso...La “Domanda di centro” può essere stimolata anche con eventi spalmati su tutto l’anno, ca-

SESSIONE 2 Sala BFacilitato da: Matteo Robiglio

Qualità dell’abitare e edilizia privata: patrimonio edilizio e il ripopolamento del centro

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paci di restituire agli spazi pubblici la loro qua-lità quotidiana. Si può ad esempio riportare in centro un piccolo mercato ortofrutticolo (in piazza Degli Uberti), esperimento da disegna-re con arredi di qualità, per contrastare la fuga dell’offerta agroalimentare, elemento che por-ta anche animazione urbana, presidio naturale della sicurezza dello spazio pubblico. Possono essere localizzate nel centro botteghe artigia-ne di qualità, che potrebbero contribuire alla rivitalizzazione con offerte legate alla storia (vetro) o nuovi temi di lavoro – rivedendo se necessario alcune norme eccessivamente ri-gide (zonizzazione acustica).Il centro è quindi visto come “un ecosistema” di cui bisogna conservare e stimolare la diver-sità, il mix di funzioni e usi. Occorre specializ-zare il centro nell’offerta di qualità, legata al territorio, ampliarne gli orari e i tempi con atti-vità che si estendono alla sera e iniziano prima al mattino, negozi che non spengano la luce la notte, locali e pubblici esercizi. Occorre migliorare l’accessibilità del centro dal territorio, ma in forma nuove, sostenibi-li, ad esempio con collegamenti reali e sicuri ad una rete ciclabile territoriale da migliorare. I parcheggi ci sono e “bastano, ce n’è anche troppi!”.Il SERT rappresenta un nodo localizzato cui si somma una situazione specifica di abbandono dello spazio pubblico e degli edifici lungo la strada, su cui occorre intervenire (illuminazio-ne, suolo pubblico..).La Biblioteca è unanimemente riconosciuta come un polo di vitalità fondamentale; la sua apertura notturna è stata colta dai più come un primo segnale di cambiamento forte, che già segnala un’area su cui concentrare il cam-biamento che molti vorrebbero per il centro

storico. Da qui si potrebbe partire per insedia-re piccoli ristoranti, bar di qualità…Il regolamento attuale della circolazione e so-sta (ZTL) va bene ma c’è poca sorveglianza e mancano presidi ai punti di uscita; ciò consen-te continui comportamenti impropri, che fru-strano il desiderio di qualità di chi quotidia-namente rispetta le regole. Si può intervenire sui comportamenti impropri anche attraverso il disegno dello spazio pubblico, con arredi ur-bani che impediscano la sosta rendendo inuti-le “per natura” la vigilanza.E’ fondamentale nel processo di rivitalizzazio-ne e attrazione di nuova residenzialità verso il centro la questione del credito. I possibili nuovi abitanti sono soggetti che difficilmente accedono al credito, come le giovani coppie; esistono esempi, da cui copiare, esempi in cui le città si sono fatte garante, o le fondazioni bancarie hanno contribuito a costituire un ca-pitale di garanzia per il credito delle giovani coppie.Dobbiamo pensare il centro storico come par-te di una visione della città tra dieci anni, in cui scommettera anche sul cambiamento degli stili di vita.

CON CHI E COMEAttraverso un partenariato tra PA e corpi so-ciali che includa, in forme diverse secondo i diversi temi, i cittadini, gli abitanti, il commer-cio e gli ordini professionali nella definizione degli indirizzi, delle norme e degli interventi.

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CHI C’ERAAlla discussione erano presenti circa 20 cit-tadini con una buona rappresentanza di stu-denti e, come nella mattinata, architetti.

ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONETesto : la discussione ha visto l’alternanza di proposte per progetti puntuali concreti e tendenza al “sogno”, alla ricerca di un pro-getto condiviso per il futuro in cui la città possa riconoscersi. Per tutta la durata del lavoro il clima è stato collaborativo e alcune proposte hanno trovato vasta condivisione tra i partecipanti. Come nella prima sessione di lavoro, grande attenzione è stata portata al progetto per la viabilità.

OBIETTIVI O AZIONI DA REALIZZARE Empoli nel suo piccolo deve essere capitale” è la principale visione emersa: occorre quin-di dotare le città di funzioni di rango sovra locale da riportare o rafforzare in centro (tri-bunale, mercato, potenziamento del polo uni-versitario con aule studio e biblioteca, media distribuzione commerciale, poli espositivi)

La seconda visione emersa è quella di un città sempre più pedonale, a misura d’uomo e di ciclista. Sono stati proposti in questo senso progetti specifici, che vanno anche nella direzione di rafforzare l’attrattività e la vivibilità del centro storico:

pedonalizzazione (o una zona “30”) del-l’asse di via Roma (soprattutto nella par-te finale a ridosso dell’ex Ospedale), da riconquistare come spazio pubblico: area del gioco, luogo di incontro, una “rambla” empolese. Si ipotizza un ripensamento della sezione stradale che non dovreb-be vedere discontinuità tra carreggiata e marciapiede.

Ripensare il centro a partire da piazza della Vittoria come nuovo cuore e dal-l’asse portante stazione-Arno

La riapertura del vicolo dei carbonai potrebbe essere la prima occasione di coinvolgimento dei privati, che potreb-bero trovare interesse in un progetto a regia pubblica (ripristino di un vicolo storico, riqualificazione zona di porta pi-sana, apertura di botteghe, locali, negozi, cortili)

Coprire il giro d’Empoli con una coper-tura trasparente (al di sopra del più alto dei tetti) per rendere agevole l’attraver-samento in inverno, trasformarlo in un centro commerciale e di vita nella città storica

Dal punto di vista viabilistico, Empoli dovreb-be essere pensata con una serie di parcheg-gi a corona del centro storico per facilitarne l’accessibilità anche dal circondario. Da al-cuni cittadini è sottolineata l’inopportunità di un asse viabilistico che oggi attraversa

SESSIONE 2 Sala CFacilitato da: Giovanni Santachiara

Spazi pubblici e grandi contenitori: piazze edifi ci vuoti, strade e parcheggi

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Complesso degli Agostiniani, via de’ Neri - 26 novembre 2010

Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

la città storica (stazione-Arno), con l’idea di spostare il traffico carrabile intorno al cen-tro (ipotesi di circonvallazione?).

L’università è importante e deve essere va-lorizzata, rafforzata come polo culturale. Le parti restanti dell’ex Ospedale possono ospi-tare nuove funzioni qualificanti.

Il piano strategico va costruito da qui in avanti con l’effettiva partecipazione di tutti gli attori interessati

Riportare in auge le tradizioni storiche della città per organizzare eventi di richiamo per il circondario (“tutti andiamo a Vinci quando ci sono eventi”): artigiani del vetro, fiascai, “giornata del gelato” ecc.

Tra le attività del territorio che nel centro possono trovare espressione, occorre in-cludere anche quelle che hanno luogo al di fuori (produzione industriale, agricoltura) ma che sono parte integrante dell’economia locale e che forse possono trovare una pre-senza nella città storica.

Piazza Gramsci è solo un parcheggio e an-drebbe ripensata come luogo per la città.

Altro problema, di difficile di risoluzione, ma che si presenta nell’ambito della viabilità è la presenza di un solo sottopasso carrabile.

CON CHI E COMEMolte delle proposte e dei progetti presen-tati dai cittadini presuppongono un ruolo fondamentale dei privati che devono essere coinvolti come promotori di interventi sulle proprietà (esempio l’ipotesi di riapertura del vicolo dei Carbonai). Per conseguire questo obiettivo fondamentale è la continuità nel coinvolgimento della cittadinanza in tutte le sue forme.

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

CHI C’ERAAnche nella seconda sessione il gruppo era molto numeroso (circa 40 persone) in rap-presentanza di diverse categorie: ammini-stratori pubblici, imprenditori, commercian-ti, operatori sociali e culturali, ricercatori e singoli cittadini.

ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONELa discussione è stata anche al pomeriggio molto pacata, costruttiva e ricca di spunti di riflessioni e proposte. Il secondo momento di discussione comune ha consentito a tutti i partecipanti che non avevano parlato nel corso della mattinata di potersi esprimere nel proporre soluzioni e idee per la rivita-lizzazione del centro storico e della città nel suo complesso.

LE AZIONI DA REALIZZARE PER RIVITA-LIZZARE IL CENTRO STORICO E LA CITTA’ DI EMPOLI Uno dei temi generalmente condivisi riguar-da la pedonalizzazione del centro storico, proposta emersa con molta forza un po’ da tutte le categorie presenti (commercianti, operatori culturali, artigiani, professionisti). La pedonalizzazione del centro viene vi-sto quasi come un requisito necessario, un punto di partenza fondamentale dal quale potranno prendere avvio molte altre iniziati-

ve, soprattutto di animazione economica del centro e di ri-appropriazione degli spazi da parte dei cittadini.

Altro elemento che viene considerato da tut-ti come fondamentale riguarda la “necessità di lavorare assieme” e che le forze economi-che, sociali e politiche della città collaborino per progettare e realizzare gli interventi di riqualificazione e valorizzazione del centro storico e della città. Il tema del lavorare as-sieme è stato declinato in molti modi alcuni hanno proposto di costituire una cabina di regia unica altri di un comitato per la valo-rizzazione della città. Le varie proposte han-no però in comune alcuni obiettivi:

bisognerebbe lavorare assieme perché le “molte cose” e risorse che Empoli può offrire non sono sufficientemente cono-sciute (gli stessi partecipanti al gruppo non conoscevano tutte le iniziative ed at-tività che il comune e la città offrono);

bisognerebbe lavorare assieme perché le politiche di sviluppo e di valorizzazio-ne che si potrebbero progettare e rea-lizzare sarebbero più ricche di ricadute economiche e sociali se sin dalla fase di progettazione degli interventi si tenesse consto conto delle esigenze, delle pro-fessionalità e delle idee di una pluralità di soggetti;

bisognerebbe lavorare assieme perché l’amministrazione pubblica non è in gra-

SESSIONE 2 Sala DFacilitato da: Andrea Pillon

Sviluppo cultura ed economico: nuove funzioni come volano

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

do di “fare tutto da sola” è necessario che gli operatori economici e sociali “faccia-no la loro parte” (il teatro potrebbe esse-re realizzato e gestito da una fondazione che veda la partecipazione del pubblico e del privato, così come per l’ex ospeda-le le cui funzioni potrebbero essere defi-nite assieme).

Un tema su cui è necessario ancora lavorare riguarda la definizione condivisa di una vi-sione comune di sviluppo: cosa vuole diven-tare Empoli, qual è la sua identità culturale e sociale, quali sono le priorità su cui vuole intervenire (l’Università è davvero una prio-rità per il territorio? O forse è necessario puntare su altre cose), quale immagine vuo-le dare di se e infine come “può Empoli di-ventare eccellenza tra le eccellenze”.

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

CHI C’ERAIl gruppo di circa 15 persone ha visto la pre-senza di alcuni partecipanti della prima ses-sione e di altre persone che durante la prima sessione avevano preso parte al gruppo 5.

Erano presenti un nutrito numero di architet-ti, commercianti, cittadini e amministratori.

ANDAMENTO DELLA DISCUSSIONE

Il gruppo ha approfondito i temi emersi du-rante la mattinata, sviluppando e ampliando il ventaglio delle proposte.

OBIETTIVI O AZIONI DA REALIZZARE NEL-L’AMBITO DELLO SVILUPPO STRATEGICO DI EMPOLI

Ripensare il ruolo di Empoli e del centro sto-rico nel territorio

La vocazione mercantile e di centro urbano di Empoli rispetto alla città anello potrebbe concretizzarsi puntando su due ambiti stra-tegici di livello regionale:

lo sviluppo di un tessuto commerciale di eccellenza, che rappresenti un alter-nativa di qualità agli outlet village, per la vendita dei prodotti del territorio (pellet-teria, ceramica, vetro etc.), da costruirsi la collaborazione tra proprietari dei fon-di, proprietari dei negozi, imprese pro-duttrici e Pubbliche Amministrazioni;

la realizzazione di strutture di attrazio-

ne di livello regionale come un polo di ricerca e formazione sulla moda e/o un auditorium da 10.000 posti.

Il nuovo Ponte sull’Arno come occasione per progettare un nuovo asse urbano

L’asse pone la questione della viabilità: chi passa il ponte non deve poter accedere a via Roma che deve diventare un asse albe-rato che connette Empoli al ventaglio della Val d’Elsa, il traffico deve fermarsi in Piazza Guerra. Il passaggio della ferrovia è un altro punto critico, se l’interramento è visto come un’operazione difficile da realizzare, appa-re necessaria invece la realizzazione di un maggior numero di sottopassi.

L’ex ospedale, il Cinema Teatro Perla, Piazza del Popolo e piazza XXIV Luglio e altri con-tenitori

L’ateneo della moda nell’ex ospedale è un progetto che dovrebbe essere sostenuto da Regione, Comune, Università ed imprese lo-cali.

Le imprese dovrebbero anche sostenere tra-mite sponsorizzazioni e fondazioni iniziative anche temporanee che ospitino nei conteni-tori vuoti delle “start up” di imprese innovati-ve nel proprio settore e/o iniziative tempora-nee come mostre o progetti a termine.

Alcune funzioni pubbliche, ora collocate in stabili affittati da privati, potrebbero essere trasferite nei contenitori vuoti di proprietà pubblica liberando così risorse pubbliche

SESSIONE 2 Sala E Facilitato da: Vanessa Siebezzi

Spazi pubblici e grandi contenitori: piazze edifi ci vuoti, strade e parcheggi

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

da investire in nuovi progetti.

Il centro storico come progetto pilota di un nuovo modo di abitare

Il centro storico è il più importante “conteni-tore vuoto” che deve essere:

riempito di altri 1000/2000 abitanti atti-vando strategie per favorire la residenza, come la creazione di accordi l’ammini-strazione, le banche, le proprietà; vanno riportate funzioni importanti; vanno faci-litati i contratti di affitto o lo sviluppo di operazione di housing sociale diffuso;

dotato dei servizi commerciali di base, sostenendo la sperimentazione di nuovi modelli, come la distribuzione alimenta-re su filiera corta, ripensando gli orari e adattandoli ai ritmi delle nuove popo-lazioni o incentivando i nuovi commer-cianti, specie gli stranieri ad andare in-contro alla domanda locale e non solo a quella delle comunità di origine;

pedonale e ciclabile, inaccessibile alle auto non solo nella cerchia del giro d’Empoli ma anche in un area centrale più allargata.

Deve essere inoltre recuperato il patri-monio storico architettonico, rafforzato il ruolo delle nuove centralità come la bi-blioteca.

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Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

CreditiPromotore: Comune di Empoli

Organizzazione: Comune di Empoli

Segreteria: Exponent

Supporto tecnico: PromoCultura, Info2000

Conduzione e instant report: Avventura Urbana

Identità visiva: Adacto

Fotografo: Fabio Serafini

Si ringrazia per la collaborazione: Associazione per il Centro Storico, tutte le Associazioni di Categoria, la Biblioteca Comunale Renato Fucini, i commercianti del Centro Storico, Commissione Consiliare Centro Storico, Forno “Senza Glutine”, Pasticceria Beppino&Moreno, le Forze dell’Ordine, la Polizia Municipale e tutti i cittadini che hanno partecipato.

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Complesso degli Agostiniani, via de’ Neri - 26 novembre 2010

Incontro pubblico di partecipazione per pensare insieme il processo di riqualifi cazione del centro storico

Hanno partecipato*Acomani Serena, Alderighi Maurizio, Arrighi Grazia, Bacchi Francesco, Bagnoli Roberto, Bagnoli Loriano, Baldi Laura, Baldi Erika, Baldini Enrico, Bar-tolucci, Berni Bruno, Bertini Andrea, Biuzzi Fabrizio, Bucalossi Federico, Cagliata, Cappelli Roberto, Cappelli Paola, Carboncini Sandro, Cecchi Danilo, Cei Filippo, Cerbini Andrea, Cerbioni Barbara, Cereni Rezarta, Cerri Maurizio, Ciampolini Alfiero, Ciampolini Luciano, Ciolli Sabrina, Cioni Emilio, Cioni Fabrizio, Cioni Beatrice, Corilli , Corradini , Costagli Mauro, D’anzi Malaica, Dinucci Chiara, Diricatti Pasquale, Don Engels Guido, Donati Stefano, Falorni Simone, Farsetti Vittoriano, Ferretti Fabio, Fondelli Francesca, Fornaciari Alessandro, Franco Francesco, Frati Marco, Fruet Roberto, Gambini Riccardo, Giacomozzi Sara, Gianassi, Giannini Massimo, Gracci Francesco, Gracci (Mazzino) , Grassi Tiziana, Gronchi David, Innocenti Beatrice, Lambruschini Elisabetta, Licitra Andrea, Lodico, Lucchesi Alessandro, Lunghi Paolo, Maestrelli Maria Grazia, Maestrelli Francesco, Maestrelli Cristina, Maiuri Wal-ter, Maltinti Renzo, Marini Fabrizio, Masoni Valentina, Matteoli Massimo, Mazzantini Iacopo, Mazzolini Barbara, Melai Stefano, Meoni Wilma, Mollica Vincenzo, Morello Michela, Mostardini Elena, Nardini Nicola, Nencioni Sergio, Niccolai Rosa, Nigi Enzo, Ninci Roberto, Novi Stefania, Nozzoli Giuliano, Pampaloni Alessandro, Parri Greta, Parri Francesca, Past. Gaggioli E V. , Peis Giovanni, Peruzzi Marco, Pianigiani Carlantonio Andrea, Piccini Sandro, Polli Andrea, Pucci Zeno, Pucci Vania, Raffaelli Cinzia, Ranieri Maria Grazia, Rigatti Rossella, Rizzi Roberto, Romaniello Alberto, Rosselli Cristina, Rossi Francesco, Salvadori Simona, Salvatori Paolo, Sani Gabriele, Sani Paolo, Sbaragli Alessandra, Scarselli Ilaria, Sgherri Maria Luisa, Spinelli Fabrizio, Stigliano Nunzio, Taddei Andrea, Taddei Valentina, Tamburini Antonio, Tamburini Barbara, Tani Sandro, Terreni Leonardo, Tiniti Romano, Trifoglio Alberto, Valleggi Gianluca, Valori Yuri, Vannelli Silvia, Vannucci Manuele, Violanti Piero, Vitale Gaetano, Zarantonello Aurelia.

* a causa della forte affluenza non tutti i partecipanti hanno effettuato la registrazione

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