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news INSUBRIAE N O T I Z I E D A L L U N I V E R S I T À Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 2, DCB (Varese) - Taxe perçue marzo-aprile-maggio 2007 2

INSUBRIAE NOTIZIE D ALL’UNIVERSITÀ

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Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento Postale

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art 1 comma 2, DCB (Varese) - Taxe perçue

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3 Inaugurato il nono anno accademico dell’Università degli Studi dell’Insubria

4 All’Università dell’Insubria la grande festa dello sport varesino

6 Beppe Severgnini all’Università dell’Insubria

Inaugurato il nuovo Laboratorio di patologia generale e immunologia

Il ministro Nicolais ha tenuto a battesimo il Laboratorio sull’innovazione aziendale del Cresit

7 Sindrome di Rett: un congresso ha riunito i massimi esperti mondiali per creare un gruppodi lavoro internazionale

8 Open Day 2007: oltre millequattrocento partecipanti

L’Università dell’Insubria apre le porte al mondo del lavoro

9 Una giovane ricercatrice indiana per un anno al Dipartimento di Medicina Clinica dell’Università dell’Insubria

10 Lo scoiattolo al centro di una ricerca condotta dal DASS approdata sulle pagine di Science

12 Bilancio sociale: importante collaborazione tra CreaRes e AVIS Lombardia

In Cile col Dottorato di Astronomia e Astrofisica

Unioni civili: pubblicata una monografia nella collana dell’Università dell’Insubria

13 Una ricerca del DBSM ottiene la copertina di Protein Science

Il tessile sceglie la Tunisia

Una dottoranda dell’Insubria premiata con la “Amelia Earhart Fellowship”

14 L’impiego terapeutico delle piante medicinali: le nuove frontiere della fitoterapia scientificaal centro di un meeting internazionale

15 Il benessere dei pesci in allevamento al centro di un meeting internazionale

Debutta la Carta delle specie ittiche della Provincia di Varese

16 Incontro sulle storie locali 2

Corso “Donne, Politica e Istituzioni”, Maddalena Mombelli di Dongo si è piazzata primaalla selezione come migliore allieva

17 Biotecnologie a Varese: la parola agli studenti

18 Si è conclusa la VI stagione concertistica di Ateneo

19 Il Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale compie 10 anni

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Sommario

In copertina dall’alto:

• La presentazione delvolume “Varese unaprovincia con lacultura dello sport”

• Beppe Severgniniil giornalista

• L’inaugurazione delIX anno accademicodell’Universitàdell’Insubria

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Con una solenne cerimonia svoltasi nell’Aula Enrico Musa diviale Cavallotti, a Como, lunedì 26 marzo è stato inaugurato ilIX° anno accademico dell’Università degli Studi dell’Insubria.Nel suo intervento, il magnifico rettore, professor Renzo Dionigi,ha stilato un bilancio dei nove anni di vita dell’Ateneo e ha indi-cato gli obiettivi per il prossimo futuro, non senza nasconderealcune preoccupazioni sul difficile momento che il sistema uni-versitario italiano sta ormai da anni attraversando. «La mancanza di finanziamenti adeguati è nel nostro Paeseuna indiscutibile realtà, che ci relega agli ultimi posti nellegraduatorie che misurano gli investimenti in ricerca e altaformazione tra i Paesi più avanzati. Bisogna ribadire che diquesto passo l’esclusione della ricerca italiana dal circuitointernazionale sembra l’esito più probabile di una politicadissennata, che vede sostanzialmente scendere da circa un

quindicennio il rapporto sulPIL della quota di bilanciostatale dedicata a ricerca eformazione – ha sottolineatoil professor Dionigi.Gli Atenei sono chiamati oggia impegnarsi sempre di piùsul piano della cosiddettaricerca applicata e dell’inno-vazione tecnologica. È sullaricerca applicata che si misu-ra più immediatamente losviluppo nazionale ed euro-peo ed è quindi scontata l’at-tenzione di cui essa gode,

anche in sede di finanziamento. Il rafforzamento dell’inter-vento universitario nel campo della ricerca maggiormenteorientata ad applicazioni industriali o, in generale, produt-tive non deve peraltro essere guidato da strette logiche di per-seguimento del profitto, ma deve continuare a essere gover-nato dal principio di libertà della ricerca garantito dallanostra Costituzione. Ovviamente bisogna ribadire che laricerca umanistica e la ricerca tecnologica non devono esse-re poste in competizione tra loro, sia perchè sono per loronatura non confrontabili, sia perchè svolgono funzionidiverse, ma entrambe essenziali, su piani complementari,nel connotare e rafforzare la modernità di una società».Quindi sono seguiti gli interventi programmati del professorGiorgio Conetti, rettore vicario in Como, di Riccardo Artaria,rappresentante degli studenti e della dottoressa Daniela Maffioli,rappresentante del personale tecnico - amministrativo. Nel corsodella cerimonia è stata conferita la laurea magistrale honoriscausa in Chimica Industriale al professore Michele Parrinello,uno dei più autorevoli esponenti della scuola italiana e interna-zionale di Fisica Computazionale dei Materiali. Il professor AldoGamba, preside della Facoltà di Scienze di Como, ha letto lemotivazioni del conferimento, quindi il professor GaetanoZecchi, presidente del Consiglio di Coordinamento didattico inChimica, ha declamato la Laudatio del professor MicheleParrinello. La cerimonia si è conclusa con la Lectio Doctoralisdel professor Parrinello, dal titolo “Il laboratorio virtuale”. Quest’anno, la prestigiosa onorificenza della Rosa Commacinaè andata a Jean Marc Droulers, amministratore delegato delGrand Hotel Villa d’Este di Cernobbio, per il suo prezioso contri-buto per l’attivazione del Corso di Laurea in Scienze delTurismo.

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È stata conferita la laureamagistrale honoris causain Chimica industriale alprofessore MicheleParrinello, consideratouno dei più autorevoliesponenti della scuolaitaliana di FisicaComputazionale deiMateriali, attualmente èprofessore ordinario alPolitecnico Federale diZurigo

Inaugurato il nono anno accademicodell’Università degli Studi dell’Insubria

Il professor Dionigi conferisce la laurea honoris causaal professor Parrinello

La relazione del magnifico rettore

Una veduta della sala Musa

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Una grande festa dello sport, un momento dedicato al ricor-do, una celebrazione delle glorie senza tempo e dei campionidel presente: ha significato tutto questo la presentazione delvolume de “La Storia di Varese” dedicato alla storia dello sporte intitolato: “Varese una provincia con la cultura dello sport”. Un parterre d’eccezione ha preso parte all’eventoorganizzato dall’Università dell’Insubria, insiemeal grande Gigi Riva - l’attaccante più potente delcalcio italiano, oggi dirigente della Nazionaleazzurra, “rombo di tuono” secondo una celebredefinizione di Gianni Brera - non sono volutimancare tanti altri campioni rappresentativi diogni disciplina: Pietro Anastasi, varesino d’ado-zione mitico centravanti della Juventus, che siaffermò nel calcio professionistico proprio nelVarese; Stefano Garzelli, vincitore del Giro d’Italianel 2000 e protagonista anche del Giro 2007;Fabrizio Macchi, atleta diversamente abile prima-tista mondiale dell’ora su pista, pluricampioneanche in altre discipline; Viola Valli, due voltemedaglia d’oro ai Mondiali di Barcellona 2003nella 5 e 10 km di fondo; Pinuccio Molteni, gentleman detto“mister 1000” per il numero di vittorie conquistate in Italia eall’estero in 57 anni di attività sugli ippodromi; Aldo Ossola,

il capitano della mitica Ignis di GiovanniBorghi vincitrice di scudetti e Coppe deiCampioni, soprannominato il “vonKarajan del basket”; Cecco Vescovi, stori-ca bandiera del basket varesino che ha dapoco lasciato l’attività agonistica; EliaLuini, pluricampione mondiale di canot-taggio e argento olimpico; MicheleFrangilli, fuoriclasse del tiro con l’arco havinto in carriera ha vinto 10 titoli mon-diali, 5 europei, un argento e un bronzoolimpici nella gara a squadre; EmilioCroci Torti, all’epoca gregario di Kübler.Secondo una celebre definizione di MarioLodi, direttore della Prealpina di recentescomparso: «Croci Torti fu il maestro di

percorso di Kübler nel ‘51, perché abitando all’ epoca aVarese, conosceva perfettamente il tracciato della gara».Il libro - oltre 650 pagine curate da quasi 60 autori - è ilsecondo tomo del settimo volume de “La Storia di Varese” edè il secondo della collana ad essere pubblicato; il primo a

vedere la luce, nel dicembre 2006, era stato il volume sullastoria delle Romite ambrosiane: “La storia del Monastero diSanta Maria del Monte sopra Varese”.Il progetto editoriale della Storia di Varese nasce su iniziativadell’“International Research Center for Local Histories andCultural Diversities” (Centro Internazionale di Ricerca per leStorie Locali e le Diversità Culturali) dell’Università degliStudi dell’Insubria: si tratta di un’opera monumentale cheracconterà in nove volumi, per un totale di 5.400 pagine lastoria della Città Giardino dalla protostoria all’epoca contem-poranea. «Con la pubblicazione di questo volume – com-menta il direttore del Centro Internazionale di Ricerca per leStorie Locali e le Diversità Culturali, professoressa ClaudiaStorti - un nuovo primato si può aggiungere a La Storiadi Varese, quello di aver prodotto un volume di storia dellosport che, per completezza ed impostazione, potrebbe ser-vire di modello o di confronto per la storia sportiva dialtre città italiane».La realizzazione del volume: “Varese una provincia con la

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All’Università dell’Insubria la grandefesta dello sport varesino

La presentazione delvolume de “La Storia diVarese” intitolato: “Vareseuna provincia con la cultu-ra dello sport” è stataoccasione per una grandefesta dello sport

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cultura dello sport” è stata possibile anche grazie alla prezio-sa collaborazione della Gazzetta dello Sport e dellaPrealpina, che hanno aperto i loro archivi e attivato lememorie storiche presenti in redazione e dei numerosi sporti-vi e delle loro famiglie, che hanno aderito con entusiasmoall’iniziativa dell’Università dell’Insubria.«Il compito di scrivere la prima storia dello sport di Varesee della sua provincia dalla fine dell’Ottocento ai nostrigiorni è stato affidato a Nuccio Ambrosetti e a PierBergonzi, giornalisti e varesini doc, la cui competenza,esperienza e conoscenza del mondo sportivo sono statecapaci di portare a termine l’impresa di traghettare nelmondo dell’accademia la storia dello sport, finora trascu-rata dalla ricerca universitaria – spiega il magnifico retto-re, professor Renzo Dionigi». Nuccio Ambrosetti è nato aVarese da famiglia varesina e ha da poco festeggiato il suocinquantesimo anno di militanza giornalistica, Pier Bergonziè nato a Tradate ed è caporedattore centrale della “Gazzetta”e prima firma del ciclismo. Proprio questo è il primato delvolume “Varese una provincia con la cultura dello sport”: perla prima volta lo sport viene assurto a dignità accademica. «Lo sport, per troppo tempo, è stato considerato come unsottoprodotto culturale. Nelle Università la parola sportera bandita e quando entrava lo faceva dalla porta diservizio - spiegano Bergonzi e Ambrosetti nella prefazione del

libro. Le cose stanno cambiando. Certi campioni e certiavvenimenti hanno finalmente diritto di cittadinanzaanche nelle aule più austere. Comincia a farsi largo laconsapevolezza che lo sport fa parte del percorso di cresci-ta socio-culturale di tutti noi.Per questo abbiamo accettato con entusiasmo e un pizzi-co di orgoglio la proposta dell’Università degli Studidell’Insubria di curare questo volume, che consideriamoun mattoncino nella costruzione di quel grande edificioche è “La storia di Varese”. Ci siamo sentiti onorati per ilcontributo che speriamo di poter dare all’iniziativa digrande respiro culturale e sociale della nostra provincia.Sapevamo, fin dall’inizio, che ci aspettava un compito dif-ficile. Lo sport, proprio per i motivi che abbiamo accenna-to, ha vissuto di storia e di cronaca che non sono mai statioggetto di studi approfonditi. L’Università dell’Insubria,da questo punto di vista si pone all’avanguardia».«La Storia dello sport di Varese, nell’idea editoriale origi-naria, doveva soltanto costituire un capitolo della storiacontemporanea, al massimo un centinaio di pagine –aggiunge il professor Dionigi – dopo un’attenta riflessioneNuccio Ambrosetti e Pier Bergonzi hanno constatato cheraccontare la storia dall’ottocento ai giorni nostri in cosìpoche pagine sarebbe stato impossibile: Varese è stata, nelcorso del XX secolo, una provincia di primati in ogniambito delle attività sportive. Scorgendo l’indice del volu-me si scoprirà che non vi è luogo del territorio che non siastato coinvolto da primati e vittorie in quasi ogni sport,dal ciclismo al basket, dal calcio al tiro con l’arco». Ha preso parte alla presentazione del volume anche il diretto-re della Gazzetta dello Sport, Candido Cannavò, che ha sotto-lineato il valore dell’opera, la prima a raccontare in manierascientifica e documentata la storia dello sport di una interacittà e ha auspicato che in futuro le aule delle scuole e delleUniversità si aprano ad insegnamenti sulla vita dei grandicampioni italiani, come lo stesso Gigi Riva, definito una “leg-genda di umanità fantastica”. Invito che il magnifico rettoredell’Università dell’Insubria ha accolto immediatamente,impegnandosi a far introdurre insegnamenti ad hoc nelCorso di laurea in Scienze della Comunicazione.

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Gigi Riva e Candido Cannavò

Pier Bergonzi

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Una platea affollatissima ha accolto ilcelebre giornalista del Corriere dellaSera, Beppe Severgnini, a Varese per ilsuo “Under Italian Eyes. L’ultimaAmerica vista da noi”, un incontrovoluto e organizzato dall’InsubriaUniversity Club. Con un excursus sto-rico-bibliografico Severgnini ha rac-contato l’America a modo suo, a parti-re dagli anni ‘60, fino ai giorni nostri,citando gli articoli di scrittori e giorna-listi dell’epoca sugli aspetti salientidella vita politica e sociale statunitensee sui fatti di cronaca che hanno segna-to la storia americana dell’ultimo cin-quantennio. Il racconto è stato accompagnato dalla recitazio-ne di alcuni brani da parte dell’attore milanese ChristianPoggioni. Il magnifico rettore, professor Renzo Dionigi, ha

colto l’occasione per insignire il dottorSevergnini della Rosa Commacina, lamassima onorificenza assegnatadall’Università degli Studidell’Insubria.Severgnini conduce dal 1998 il forum“Italians” per l’edizione on line delCorriere della Sera. Ha scritto per undecennio per l’Economist ed è ancheun apprezzato autore di narrativa. Ilsuo libro “La testa degli italiani” del2005, pubblicato negli Usa con il tito-lo “La Bella Figura. A Field Guide tothe Italia Mind” è diventato un NewYork Times bestseller.

Severgnini ha anche insegnato nelle Università di Parma,Pavia, Bocconi, Middlebury College (Vermont). Nel 2004 è statovotato come “European Journalist of the Year”.

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Beppe Severgnini all’Università dell’Insubria

È stato inaugurato il nuovo Laboratorio di Patologia Generale eImmunologia dell’Università degli Studi dell’Insubria, situatonel padiglione Biffi di via Ottorino Rossi. Le linee di ricerca prin-cipali condotte dal Laboratorio sono nell’ambito dei tumori edelle infezioni da retrovirus, Hiv. «Abbiamo scoperto un gene (AIR – 1) – spiega il direttore delLaboratorio, professor Roberto Accolla – che produce una pro-teina (CIITA, class two trans activator) che regola le funzionidel sistema immunitario e, recentemente, abbiamo visto chequesta proteina ha un effetto diretto di inibitore della repli-cazione del virus Hiv. Poiché la proteina inibisce la diffusio-ne del virus Hiv, stiamo cercando di usarla come “farmacobiologico” proprio contro l’Hiv. Questa proteina – aggiungeil professor Accolla – serve, inoltre, per modificare le cellule

tumorali. Una volta espressa nelle cellule tumorali, CIITArende queste cellule più aggredibili dal sistema immunita-rio e di conseguenza rigettabili. La proteina, insomma, cista coadiuvando nella ricerca di un vaccino contro i tumo-ri». L’Università ha ristrutturato i locali concessi dalla Asl e haacquistato - per oltre un milione di euro - le attrezzature neces-sarie per compiere tutte le attività sperimentali correlate con illavoro del Laboratorio e in particolare le attività di coltura cel-lulare, biochimica e biologia molecolare, attinenti ai progetti diricerca sull’Hiv e sui Tumori. Il Laboratorio vanta prestigiosecollaborazioni internazionali, solo per citarne qualcuna, quellacon il professor Robert Gallo di Baltimora, scopritore del virusdell’Hiv e con il professor Lloyd Old, direttore del LudwigInstitute for Cancer Research di New York.

Inaugurato il nuovo laboratorio di patologiagenerale e immunologia

Il giornalista del Corrieredella Sera ospite nell’AulaMagna di via Ravasi in unincontro pubblicoorganizzato dall’InsubriaUniversity Club

Docenti e ricercatori delLaboratorio sonoimpegnati nella ricerca diun vaccino contro Hiv etumori

È stato inaugurato dal Ministro per le Riforme e l’Innovazionenella Pubblica Amministrazione, professor Luigi Nicolais, il“Laboratorio sull’innovazione aziendale” attivato dal Centro diRicerca in Economia Sanità Innovazione e Territorio (CrESIT),specializzato nella ricerca sulle tematiche dell’innovazione diimpresa. Il Laboratorio è stato realizzato con l’obiettivo di racco-gliere e mettere a sistema esempi e best practices di innovazionepresenti sul territorio; analizzare e studiare i casi aziendali disuccesso per declinare e proporre delle guidelines e routines ope-rative; valorizzare e promuovere la capacità di innovazione esi-stente sul territorio favorendo lo scambio di conoscenze; “farescuola” di innovazione all’interno dell’Università con il coinvol-gimento diretto delle imprese eccellenti. Come ha spiegato il

direttore del CrESIT, professor Alberto Onetti, il concetto di inno-vazione va inteso in senso ampio: accanto alla sua dimensionetecnologica, si riconosce e si intende valorizzare anche l’innova-zione nella sua prospettiva strategica (business model, posizio-namento e approccio al mercato, distribuzione, organizzazione,etc.). «L’innovazione è un tema strategico per il nostro Paesee non può essere lasciato all’iniziativa dei singoli – ha affer-mato il professor Onetti. Il Laboratorio si propone di mettere asistema Ateneo e imprese, con evidenti effetti sinergici:l’Università potrà aiutare le imprese a migliorare il proprioapproccio all’innovazione e, al contempo, a beneficiare delleesperienze di imprese di successo. Da questo scambio ritenia-mo ci possano essere ricadute virtuose a tutti i livelli».

Il ministro Nicolais ha tenuto a battesimo ilLaboratorio sull’innovazione aziendale del Cresit

Il Laboratorio è statopresentato durante ilconvegno: “L’innovazionein provincia di Varese:un Laboratorio perl’università e l’impresa”

Il Magnifico rettore insignisce Beppe Severgninidell’onorificenza della Rosa Commacina

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Il congresso internazionale “European working Group onRett Syndrome” ha riunito a Busto Arsizio i maggiori esper-ti mondiali della Sindrome di Rett, malattia genetica cheper la sua incidenza (1 su 10.000) rappresenta la secondacausa di ritardo mentale femminile dopo la sindrome diDown. La malattia colpisce prevalentemente le bambine, anche seoggi sono noti alcuni casi maschili. I sintomi sono moltocomplessi, ma nella sua forma classica (che rappresenta il75% dei casi) le bambine nascono e si sviluppano in manie-ra apparentemente normale per i primi 6-36 mesi di vita, inun tempo brevissimo, spesso poche settimane, perdono pra-ticamente tutte le abilità acquisite, se sapevano camminarenon lo sanno più fare, non sono più in grado di usare lemani e di parlare. A questi sintomi si aggiungono ulterioriproblemi, quali crisi epilettiche, gravi forme di scoliosi edisturbi dell’alimentazione. La malattia in seguito si stabi-lizza e, a seconda dei casi, si può verificare, anche a distan-za di anni, una seconda fase di regressione. Le bambine ingenere raggiungono lo stadio adulto, in rari casi si ha morteinfantile dovuta ad arresto respiratorio. La malattia è stata riconosciuta e classificata solo nel 1983(e infatti molti ancora non la conoscono). Le sue cause sonorimaste del tutto ignote fino al 1999, anche perché l’identi-ficazione del gene responsabile era estremamente difficile inquanto l’insorgenza è prevalentemente sporadica a causa dimutazioni a carico dello sperma. I pochi casi familiarihanno però permesso di dimostrare che il gene responsabilesta sul cromosoma X e si chiama “MECP2”. «Si è capito chesi tratta di una malattia dello sviluppo neuronale in cuii neuroni restano “immaturi” con poche sinapsi - spiegala professoressa Nicoletta Landsberger, docente di BiologiaMolecolare dell’Università dell’Insubria. Meno di due mesi

fa il laboratorio di Edinburgo del professor Adrian Bird– uno dei massimi esperti mondiali della sindrome diRett - attraverso sofisticati approcci di terapia genica, perora applicabili solo ai topi, utilizzati come modello perlo studio della malattia, è riuscito a dimostrare come isintomi della malattia siano completamente reversibili.Questo risultato non solo dimostra inequivocabilmentecome nella Rett non vi sia alcuna neurodegenerazione,ma dimostra come la ricerca, se adeguatamente soste-nuta, possa giungere allo sviluppo di approcci che per-mettano la guarigione delle molte persone affette dallaSindrome di Rett o da altre malattie affette da un distur-bo neurologico di spettro autistico. Molti ricercatori sonoconvinti che si possa ottenere un cocktail di farmacicapace di risvegliare le bambine. Ad oggi non esistealcuna cura ma le ragazze vengono trattate con diver-se terapie, non specifiche. Oltre agli interventi di fisiote-rapia e all’uso spesso di tutori per le braccia (per blocca-re le stereotipe che impediscono loro ogni forma di con-centrazione), busti per la scoliosi, tutori per gli arti infe-riori che le aiutino a camminare in modo corretto; spes-so, inoltre, le pazienti sono trattate con antiepilettici, las-sativi e altri farmaci utili ad alleviare alcuni dei sinto-mi. Inoltre, ovviamente, sono sempre in corso tratta-menti sperimentali».L’organizzazione del meeting è stata resa possibile graziealla collaborazione tra i ricercatori dell’Universitàdell’Insubria e la “proRettricerca”, associazione onlus ita-liana di genitori focalizzata a sostenere e finanziare la ricer-ca scientifica internazionale sulla sindrome di Rett(www.prorett.org) ed è stato patrocinato dal Comune diBusto Arsizio. Hanno aderito all’evento scientifico espertidella malattia provenienti da tutto il mondo, rappresentantidi associazioni di diversi Paesi europei e la fondazione ame-ricana “RSRF” (Rett Syndrome Research Foundation), cheda circa otto anni continua a finanziare progetti scientificiinternazionali sulla malattia.

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Sindrome di Rett: un congresso hariunito i massimi esperti mondiali percreare un gruppo di lavoro internazionale

La malattia si manifestasoprattutto nelle bambine:dopo uno svilupponormale, in brevissimotempo, le piccole perdonola facoltà della parola,non sanno più camminaree usare le mani

I partecipanti al meeting

Il professor Adrian Bird

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Anche quest’anno si è registrata una notevole affluenza di stu-denti alla sesta edizione dell’Open Day la manifestazione chel’Università degli Studi dell’Insubria dedica agli studenti dellescuole medie superiori per far conoscere l’offerta didattica dellesue Facoltà e dei suoi Corsi di Laurea. In totale tra Varese e Comosono stati oltre millequattrocento i ragazzi che hanno raggiuntole sedi universitarie di via Monte Generoso a Varese e viaValleggio a Como, per assistere alla presentazione delle Facoltà eper raccogliere materiale informativo sui Corsi di Laurea.

L’Università dell’Insubria, inoltre, ha confer-mato ancora una volta la sua capacità attratti-va: all’evento, infatti, hanno aderito non sol-tanto scuole delle province di Varese e Como,ma anche di Milano, Novara, Lecco, dellaValtellina e del Canton Ticino. I ragazzi hannoincontrato negli appositi stand docenti e ricer-catori e hanno potuto ascoltare la testimonian-za di studenti già iscritti all’Insubria.Un’attenzione particolare è stata riservata agli

sbocchi professionali di ciascuna Facoltà: ex studenti hanno rac-contato il mondo del lavoro attraverso la loro esperienza perso-nale. Per gli aspiranti medici, si è svolta una simulazione dei testd’ingresso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. A Como, tra levarie iniziative ha suscitato notevole interesse la presentazionedel concorso “Proponi la tua idea imprenditoriale”, organizzatodalla Facoltà di Economia, in collaborazione con il Comune diComo e con il patrocinio della Provincia di Como,dell’Associazione Univercomo e dell’Ufficio ScolasticoProvinciale. L’iniziativa, presentata dalla preside della Facoltà diEconomia, Rossella Locatelli e dai professori Gianluca Colombo,Alfredo Biffi e Mariacristina Pierro e per il Comune di Como, dal-l’assessore all’Università, Anna Veronelli, consiste in una gara dibusiness plan riservata agli studenti delle ultime due classi degliIstituti Superiori di Como. I partecipanti dovranno presentare unprogetto imprenditoriale innovativo, in qualsiasi ambito, cultu-rale, sociale, amministrativo. Il termine per iscriversi alla gara èil 30 novembre 2007 all’Ufficio didattica della Facoltà diEconomia dell’Università dell’Insubria.

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Open Day 2007:oltre millequattrocento partecipanti

Hanno preso parte allamanifestazione studentidelle scuole mediesuperiori di Varese eComo, ma anche diMilano, Novara, Lecco edel Canton Ticino

Sono già oltre duecento gli studenti dell’Università degli Studidell’Insubria che hanno deciso di iscriversi al “Punto Borsa”,lo sportello attivato dall’Ateneo, in collaborazione con ItaliaLavoro (Agenzia tecnica del Ministero del Lavoro), per favorirel’ingresso dei propri laureati nel mondo del lavoro. Il servizio è stato attivato nell’ottobre del 2006 con l’adesione daparte dell’Università degli Studi dell’Insubria alla BorsaContinua Nazionale del Lavoro, sulla base di un progetto delMinistero del Lavoro e della Previdenza Sociale e delle Regioni,finalizzato a favorire l’occupazione in tutti gli strati sociali. LaBorsa del Lavoro non è altro che un portale internet per l’in-contro domanda-offerta di lavoro utilizzabile gratuitamente eliberamente da cittadini, imprese e intermediari pubblici e pri-vati. Il nostro Ateneo, grazie all’adesione al Progetto“L’Università entra in borsa”, può svolgere la funzione di inter-mediario e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro,mettendo on line le candidature dei laureati e laureandi e con-sultando la banca dati presente sul portale. Il funzionamento èmolto semplice: ogni laureato o laureando dell’Universitàdell’Insubria in cerca di un lavoro può richiedere agli operato-ri dei due sportelli Punto Borsa di Como e di Varese di fissare uncolloquio orientativo. Gli operatori dello sportello al momentodel colloquio analizzano le aspirazioni e le attitudini del can-didato e lo guidano nella compilazione del curriculum vitae,quindi avviano la procedura di incrocio tra domanda e offertadi lavoro, ossia confrontano le caratteristiche del candidato coni requisiti richiesti dall’azienda e inviano la candidaturaall’azienda, la quale - se interessata a quel profilo - contatteràdirettamente il candidato. Dall’ottobre 2006 al maggio 2007ben 108 neodottori si sono iscritti al Punto Borsa di Como e 94al Punto Borsa di Varese. Sono stati sostenuti 76 colloqui in

azienda a Como e 41 a Varese. A Como 17 di questi contatti sisono trasformati, a vario titolo, in occupazione: 8 contratti diapprendistato nel settore turistico a favore di laureati di Scienzedel turismo; 4 contratti di inserimento nei settori delle risorseumane e chimico riguardano rispettivamente laureati inGiurisprudenza e Scienze Ambientali; 4 contratti a tempo deter-minato nel settore legale e uno a tempo indeterminato nel set-tore turistico. A Varese, dei 41 colloqui sostenuti in azienda, 5 si sono concre-tizzati in 3 contratti di lavoro a progetto nel settore informatico(per due laureati in Informatica e per uno in Economia); 2 instage, rispettivamente nel settore della energia e telecomunica-zioni e nel settore informatico. Serietà, buona formazione di base, grande preparazione – sonole qualità riscontrate da Roberta Prina, manager assistant delGrand Hotel di Tremezzo nei neolaureati dell’Insubria chehanno trovato un impiego nella struttura alberghiera, grazie alcontatto creato dallo Sportello Punto Borsa. «Attualmente –spiega la dottoressa Prina - tre neolaureati in Scienze delTurismo lavorano da noi con un contratto di apprendista-to. Due ragazzi e una ragazza, rispettivamente, responsa-bile attrezzature sportive, concierge e addetta al ricevimen-to. Già in passato abbiamo assunto alcuni neolaureatidell’Università dell’Insubria ma, da quando è stato istitui-to il Punto Borsa, i nostri rapporti con l’Ateneo sono diven-tati più sistematici, grazie alla capacità degli operatori dellosportello di metterci in contatto con il candidato ideale.Sono molto soddisfatta della collaborazione instaurata conl’Università, che continuerà senz’altro a dare ottimi risul-tati: non escludo a breve di fissare qualche altro colloquiodi lavoro con altri giovani laureati dell’Insubria».

L’Università dell’Insubria apre le porteal mondo del lavoro

L’Ateneo aiuta i neodottoriin cerca di un’occupazionegrazie all’adesione allaBorsa Continua Nazionaledel Lavoro

Alcuni momenti della manifestazione svoltasi nella sededi via Valleggio a Como

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Si chiama Seema Rai e viene dalla Banaras Hindu Universitydi Varanasi (India) la giovane ricercatrice che quest’anno si èaggiudicata la borsa di studio di 20.000 Euro assegnata a unostudioso extraeuropeo dalla Commissione RelazioniInternazionali dell’Università degli Studi dell’Insubria. Laborsa di studio permetterà alla ricercatrice indiana di restareper dodici mesi alla Sezione di Farmacologia Sperimentale eClinica del Dipartimento di Medicina Clinica dell’Universitàdell’Insubria, dove svolgerà – sotto la guida del professor SergioLecchini, ordinario di Farmacologia della Facoltà di Medicinae Chirurgia - un progetto dal titolo: «Endogenous melatoninand catecholamines in the cross talk between human T-effector and T-regulatory cells». La ricerca della dottoressaRai verte nel campo della farmacologia della risposta immuni-taria, ossia tratta della possibilità di modificare nel senso desi-derato mediante l’uso appropriato di farmaci i meccanismi chel’organismo usa per difendersi dalle minacce esterne e interne. «Obiettivo del progetto – spiega il professor Marco Cosentino,docente di Farmacologia e coordinatore della ricerca - è lo stu-dio di alcuni meccanismi fondamentali della rispostaimmunitaria e la possibilità di modificarli farmacologica-mente nel senso voluto. Si tratta di un progetto di base consviluppi applicativi clinici e terapeutici potenzialmente diestrema importanza. Le aree maggiormente interessatedalle ricadute terapeutiche sono quella Oncologica, dellemalattie autoimmuni, (come sclerosi multipla, lupus,artrite reumatoide) e dei trapianti d’organo.È una linea di ricerca piuttosto ampia che nel nostro Ateneostiamo sviluppando da anni – continua il professorCosentino - rappresenta una delle aree di studio fondamen-tali per il nostro istituto, caratterizzata da svariate collabo-razioni internazionali, come ad esempio quella storica conil professor Giorgio Maestroni direttore del Laboratorio di

Patologia Sperimentale presso l’Istituto Cantonale diPatologia di Locarno nel Canton Ticino o quella più recen-te con il gruppo guidato da Rainer H. Straub del Laboratoryof Exp. Rheumatology and Neuroendocrino-Immunologypresso l’University Hospital di Regensburg in Germania».La dottoressa Seema Rai all’interno del progetto si focalizza inparticolare sulla melatonina, una sostanza nota da diversi annicome ormone prodotto dal nostro organismo ma anche comefarmaco attualmente utilizzato per curare i disturbi del sonno.La dottoressa Rai studierà i possibili effetti di questo ormone sualcuni dei meccanismi fondamentali che controllano la rispo-sta immunitaria. Spiccano nel suo curriculum già numerosepubblicazioni scientifiche, in massima parte su riviste interna-zionali, su argomenti riguardanti la neuroendocrinologia e inparticolare la fisiologia della melatonina. Impressioni positivequelle della giovane ricercatrice, alla sua prima esperienzaall’estero, sia sulla città di Varese che sull’Università: «sonocontenta di essere in questa bella città – ha affermato - lanatura rivela tutto il suo fascino in questo luogo felice aipiedi delle Alpi. Di questa zona apprezzo soprattutto i laghiche ne sono l’anima. Al Dipartimento di Medicina Clinica –ha continuato – lavorano molti ricercatori nell’ambito del-l’immunofarmacologia e vi è un laboratorio ben organiz-zato con tutto l’equipaggiamento necessario per svolgere inostri studi. Tutti i colleghi sono cordiali e mi hanno accol-to bene. Spero che l’opportunità che mi è stata concessa - haconcluso la dottoressa Rai - rappresenti l’inizio di una frut-tuosa collaborazione tra l’Università dell’Insubria e laBanaras Hindu University, nel campo dell’Immuno-Farmacologia, in un’area di ricerca che sta crescendorapidamente con un grande potenziale di applicazioninella cura delle malattie e nella diffusione della salute e delbenessere. Personalmente sono contenta di vivere un’espe-rienza che accrescerà le mie conoscenze e mi consentirà diapprendere nuovi metodi scientifici».

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Una giovane ricercatrice indiana perun anno al Dipartimento di MedicinaClinica dell’Università dell’Insubria

La ricerca si inserirà in unprogetto che studia lapossibilità di modificarecon i farmaci alcunimeccanismi fondamentalidella rispostaimmunitaria.La dottoressa Rai inparticolare si focalizzeràsulla melatonina

La dottoressa Seema Rai e il professor Marco Cosentino

La dottoressa Seema Rai

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La prestigiosa rivistascientifica Science hadi recente dato ampiospazio in un articoloai risultati di un pro-gramma di ricerca alungo termine con-dotto su vari aspettidella biologia di duespecie di MammiferiRoditori, lo scoiattolocomune europeo(Sciurus vulgaris) elo scoiattolo rossoa m e r i c a n o(Tamiasciurus hudsonicus), condotta da un gruppo inter-nazionale di zoologi, composto da ricercatori dell’Universitàdi Anversa (Belgio), dell’Università dell’Alberta e del Quebec(Canada), dell’Università Cornell e del Michigan (Stati Uniti)e, per quanto concerne l’Italia, dal professor Guido Tosi e daldottor Luc Wauters, del Dipartimento Ambiente – Salute –Sicurezza dell’Università dell’Insubria.Lo scoiattolo rosso americano, caratterizzato da un peso cor-poreo variabile tra 200 e 300 grammi, frequenta le foreste diconifere, in cui si nutre principalmente di semi di abete bian-co americano (Picea glauca). Lo scoiattolo comune europeoha dimensioni sensibilmente maggiori, con peso variabile trai 300 e i 400 grammi. Frequenta una notevole varietà diambienti forestali, nutrendosi di semi di diverse specie arboreetra cui, in particolare, pino silvestre, pino nero, castagno, fag-gio, nocciolo, quercia e carpino bianco.In Europa, la ricerca sullo scoiattolo comune è iniziata inBelgio a metà degli anni ‘80, per poi proseguire in Nord-Italia,

nei parchi regionali lombardi della Pineta di Appiano Gentilee Tradate e delle Orobie Valtellinesi, nel Parco Nazionale delloStelvio e in alcune altre aree della provincia di Sondrio. Nellostesso periodo, i colleghi d’oltreoceano hanno condotto unanalogo studio a lungo termine sullo scoiattolo rosso america-no nelle foreste boreali dello Yukon, in Canada. L’articolo pubblicato su Science affronta una problematica diinteresse decisamente generale, cercando di dare una risposta,nel caso specifico degli scoiattoli, alla domanda “Come fare lescelte giuste in un mondo imprevedibile?”. Fare le sceltegiuste è importante anche per gli uomini, per i quali pianifi-care correttamente, nell’ambito della propria vita, quantomeno le azioni più importanti e decisive può risultare deter-minante, a seconda dei casi, per ottenere gratificazione ebenessere psicofisico ovvero successo economico e sociale. Maper gli animali selvatici commettere “errori di programmazio-ne” può significare la perdita della vita o, quanto meno, l’im-possibilità di riprodursi e di trasmettere alla prole il propriopatrimonio genetico. La riproduzione rappresenta, in effetti, ilprocesso più importante ma anche “più costoso” nella vita,soprattutto per gli animali con complesse e impegnative cureparentali, uccelli e mammiferi al primo posto che, pertanto,tentano di riprodursi nei periodi di maggiore abbondanza dirisorse alimentari. Alcuni animali, che si nutrono di risorse alimentari primarie(piante o i loro prodotti, come fiori, semi, frutti) vivono inambienti caratterizzati da una produttività stabile e stagiona-le, un “mondo sostanzialmente prevedibile” in cui, ogni anno,in una certa stagione, la disponibilità alimentare è pressochécerta e garantita ed in cui, conseguentemente, risulta abba-stanza facile “scegliere” il momento giusto per riprodursi enutrire la prole. Peraltro diversi sistemi naturali sono caratte-rizzati da forti fluttuazioni nella disponibilità delle risorse che,sostanzialmente, risulta imprevedibile nel tempo: si tratta deicosiddetti “resource-pulse systems”. Un buon esempio è rap-presentato dalla produzione di semi da parte di molte specie dialberi nelle foreste temperate che coprono gran parte del NordAmerica e dell’Eurasia, inclusa una vasta porzione dell’arcoalpino. In questo contesto geografico ed ecologico molte spe-cie arboree mostrano un fenomeno conosciuto come“masting” o “pasciona”, mediante il quale gli alberi presen-ti in una vasta regione sincronizzano, in un determinatoanno, la produzione, in quantità enormi, dei loro semi (annodetto, appunto, della pasciona) mentre, nell’anno successivo,non ne producono o, comunque, ne producono pochissimi. Èstato recentemente scoperto che questo “comportamento” rap-presenta una vera e propria strategia evolutiva delle piante,definita, dagli anglosassoni “swamp and starve strategy”,finalizzata a “confondere” dunque, limitare le popolazioni dianimali che si nutrono dei lori semi. La scarsa produzione checaratterizza alcuni anni, causa, infatti, la morte per fame dimolti “predatori di semi”, che si ritrovano pertanto in unnumero relativamente ridotto a usufruire della quantitàsovrabbondante di semi negli anni di forte produzione. In tal

Lo scoiattolo al centro di una ricercacondotta dal DASS approdata sullepagine di Science

L’articolo pubblicato dallaprestigiosa rivistaamericana affronta unaproblematica di interessegenerale, cercando di dareuna risposta, nel casospecifico degli scoiattoli,alla domanda “Come farele scelte giuste in unmondo imprevedibile?”

Copertina del numero di Science

Guido Tosi (a destra) e Lucas Wauters

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modo molti semi sopravvivono alla “predazio-ne” e possono germogliare, assicurando lariproduzione degli alberi. In generale, ovvia-mente, i predatori “rispondono”, in terminidemografici, a questa abbondanza di risorse,ma, normalmente, lo fanno solo dopo essersinutriti abbondantemente, a spese della grandequantità di semi disponibile. In particolare,nelle foreste temperate e mediterranee, i semimaturano e risultano disponibili soprattuttoverso la fine dell’estate e in autunno, quandomolte specie animali non sono più nelle con-dizione fisiologiche necessarie per potersiriprodurre, ovvero non hanno più il tempo perfarlo prima dell’inverno: i piccoli nascerebbe-ro infatti in un periodo caratterizzato da con-dizioni ambientali decisamente sfavorevoli,con scarsa probabilità di sopravvivenza.Pertanto la risposta dai consumatori di semiarriva, di norma, solo nella primavera dell’anno successivo,con la successiva stagione riproduttiva, quando ormai gli albe-ri hanno raggiunto il loro scopo e, nella foresta, ha potuto svi-lupparsi una grande quantità di germogli. In questo scenariogli animali che si nutrono di semi sono pertanto “alla mercé”degli alberi, costretti ad adattarsi “a posteriori” alla disponibi-lità delle risorse alimentari, con elevati successi riproduttivisolo negli anni successivi alla “pasciona”.Ma qualche giocatore non segue le regole del gioco... ed è que-sto , per l’appunto, il caso delle nostre due specie di scoiattoliarboricoli. Gli studi condotti, per oltre 15 anni, dal gruppo diricercatori di cui fanno parte anche gli “zoologi insubrici”,sullo scoiattolo comune europeo e sullo scoiattolo rosso ame-ricano, hanno permesso di scoprire che queste due specie diroditori hanno trovato una contromossa vincente al “giocoduro” degli alberi. Wauters, Tosi e i loro colleghi hanno sco-perto che gli scoiattoli sembrano capaci di prevedere quandogli alberi produrranno una grande quantità di semi e produ-cono una cucciolata extra, sovrannumeraria, in anticiporispetto a questa sovrabbondanza. Nello scoiattolo americanoquesta seconda cucciolata vede la luce in giugno, con più diun mese di anticipo rispetto alla eccezionale produzione disemi, che si verifica in luglio-agosto, mentre nello scoiattoloeuropeo le nascite avvengono verso fine giugno o nella primasettimana di luglio. In questo caso i semi ancora non del tuttomaturi vengono consumati dalle femmine alla fine della lorogravidanza ovvero all’inizio dell’allattamento, mentre il con-sumo di altre risorse alimentari (giovane ghiande, nocciole,semi di carpino e castagne) inizia solo dopo diverse settimane

di un crescente investimento energetico nella cura della prole. Dunque… invece di produrre una seconda, eccezionale, cuc-ciolata solo quando un altrettanto eccezionale apporto energe-tico, conseguente alla straordinaria abbondanza di semi, si siareso disponibile, gli scoiattoli producono più prole prima ditale evento.I vantaggi di tale “scelta” sono indiscutibili: le femmine, gra-zie al consumo di semi particolarmente ricchi di energia, pos-sono infatti produrre più latte nelle ultime fasi dell’allatta-mento della prole, prima dello svezzamento, con un vantaggioper la sopravvivenza dei piccoli. D’altra parte, come conse-guenza di tale tempistica, anche i giovani possono disporre,durante la crescita, di una grande quantità di risorse. Un otti-mo investimento, in termine evolutivi, che consente agli sco-iattoli di prevedere le eccezionali produzioni semi e di investi-re energia in una seconda nidiata, producendo una prole par-ticolarmente numerosa nel momento più favorevole per la suasopravvivenza, la sua crescita e, dunque, per la sua successivariproduzione. Con un meccanismo di co-evoluzione, in unasorta di “corsa alle armi”, gli scoiattoli hanno dunque messoa punto una contro-strategia che consente loro di contrastaree rendere meno efficace la strategia difensiva degli alberi! Si tratta di una scelta certamente vantaggiosa, ma apparente-mente molto rischiosa, dal momento che gli scoiattoli devonoaccoppiarsi, iniziare lo sviluppo embrionale e produrre unaseconda cucciolata in primavera, in un momento dell’annocaratterizzato da condizioni ambientali ancora sfavorevoli, incui le risorse alimentari, rappresentate dai semi prodotti l’an-no precedente, stanno ormai per esaurirsi ed altre risorse dibuona qualità non sono ancora disponibili. Investire nellaprole prima che “la tavola sia realmente imbandita e il ban-chetto abbia inizio” sembrerebbe avere tutte le caratteristichedi un pericoloso “gioco d’azzardo”, ma gli scoiattoli hannodimostrato di possedere indiscusse doti di “veggenti”, e di nonbasare il loro futuro sulla casualità di una “roulette russa”! Su quali meccanismi si fondino tali capacità predittive non èperaltro ancora del tutto chiaro: una ipotesi è che gli scoiatto-li siano in grado di “fare previsioni” probabilmente basando-si sulla disponibilità delle gemme degli alberi disponibili di cuisi nutrono nella primavera precedente alla “pasciona”, riu-scendo, in base a “segnali” visivi o chimici (ormoni presentenelle gemme), a stabilire se la maggior parte di questegemme si trasformerà in frutti e, dunque, in semi, ovvero inmeno produttivi nuovi rami!

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Femmina marcata con radiocollare

Controllo di un animale catturato

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Il Centro di Ricerche su Etica e Responsabilità Sociale (CreaRes)dell’Università degli Studi dell’Insubria ha svolto un ruolo di primopiano nella realizzazione del Bilancio sociale 2006 di AVIS Lombardiae della Guida “Raccontiamoci responsabilmente”. Le pubblicazionisono state presentate in Regione Lombardia nello scorso maggio allapresenza, tra l’altro, dell’alta dirigenza dell’Assessorato alla Famigliae Solidarietà Sociale. Il compito di introdurre i lavori e illustrare l’im-portanza del bilancio sociale nelle associazioni di volontariato e nelleistituzioni è stato affidato alla professoressa Cristiana Schena, vicedirettore del CreaRes. La collaborazione tra il CreaRes e AVISLombardia risale al 2004 e si è tradotta in un affiancamento tecnicoe scientifico nello sviluppo di una serie di iniziative sul tema dellarendicontazione sociale. La redazione del Bilancio sociale 2006 rien-tra in questo percorso: il documento, strutturato e coerente con iprincipi ed i criteri di rendicontazione sociale, intende costituire nonuno strumento autoreferenziale, ma partecipato e condiviso da unapluralità di stakeholder (i portatori di interesse). Per questo, nellafase di redazione, è stato istituito un Gruppo di Lavoro interno con il

compito di curare la stesura del documento e, inoltre, sono state pro-mosse iniziative di consultazione e workshop con gli stakeholderstrategici per l’organizzazione, che hanno favorito il costante miglio-ramento della chiarezza e della trasparenza informativa del Bilancio.Frutto della collaborazione con il CreaRes è anche “Raccontiamociresponsabilmente”, la Guida operativa che intende offrire un suppor-to semplice ed efficace a tutte le AVIS interessate a sviluppare una pro-pria esperienza nel campo della rendicontazione sociale e, in partico-lare, ad avviare al proprio interno il lavoro di stesura del BilancioSociale. Grazie ad un confronto articolato e pluralistico tra diverseAvis Lombarde è stato possibile definire all’interno della Guida unoschema di rendicontazione sociale rispettoso dei principi di redazio-ne, ma anche e soprattutto condiviso e adeguato alla specifica realtàdelle organizzazione non profit interessate alla stesura del bilanciosociale. La guida “Raccontiamoci responsabilmente” è a disposizio-ne di tutti sul sito Internet di AVIS Lombardia (www.avislombardia.it)nella sezione dedicata al Bilancio Sociale. Per maggiori informa-zioni sul CreaRes: [email protected].

Bilancio sociale: importante collaborazionetra CreaRes e AVIS Lombardia

Il riconoscimento entro gli ordinamenti di molti Paesi stranieri dinuovi modelli di convivenza, generalmente ascrivibili alle unionicivili - siano esse formalizzate tramite accordi oppure tramite parte-nariati - determina rilevanti problemi di diritto internazionale priva-to, recentemente affrontati nella monografia della professoressa SaraTonolo, docente di Diritto Internazionale Privato, “Le unioni civilinel diritto internazionale privato”, pubblicata nella Collanadell’Università degli Studi dell’Insubria, Facoltà di Giurisprudenza,Milano, Giuffrè, vol. 27, 2007, pp. XIII – 244. Tali problemi vengo-no affrontati secondo diversi aspetti: «individuare il giudice com-petente o la legge applicabile a una determinata questione sortatra soggetti che intrattengono relazioni nel quadro delle unionicivili appare, infatti, funzionale alla realizzazione di un dirittofondamentale dell’individuo, secondo quanto prevede laConvenzione europea per la salvaguardia dei diritti fondamen-tali – spiega la professoressa Tonolo. Inoltre, poiché tra gli obbli-ghi posti in capo agli Stati dalla Convenzione del 1950 ricorre

anche quello di riconoscere le decisioni riguardanti gli attoridella vita di relazione, quando quest’ultima si svolge entrodiversi ordinamenti, è evidente che anche la disciplina del rico-noscimento delle sentenze può costituire un mezzo di tutela deldiritto fondamentale dell’individuo alle relazioni interpersona-li». La ricostruzione della disciplina concernente la competenza giu-risdizionale, la legge applicabile e il riconoscimento di decisioni eprovvedimenti in materia di unioni civili si configura dunque comeun contributo all’evoluzione normativa diretta alla realizzazione diun diritto fondamentale dell’individuo. Tale contributo appare par-ticolarmente significativo nell’ordinamento italiano, per l’assenza diriconoscimento normativo dallo stesso attribuito alle unioni civili,nonostante i forti stimoli derivanti dal sistema internazionale ditutela dei diritti dell’uomo, nonché dal diritto comunitario, nell’am-bito del quale il riconoscimento delle unioni civili e la ricerca dellaloro disciplina appare sempre più come uno strumento funzionalealla libertà di circolazione dei cittadini dell’Unione.

Unioni civili: pubblicata una monografianella collana dell’Università dell’Insubria

Il Centro di Ricerche delnostro Ateneo ha fornitoun affiancamento tecnicoe scientifico ad AVISLombardia per la redazio-ne del Bilancio Sociale2006 e della Guidaoperativa diretta allesezioni del territorio cheintendano redigere questodocumento

Nel libro si affrontanoproblemi di dirittointernazionale privatolegati ai nuovi modelli diconvivenza

Il gruppo di Astrofisicadell’Università dell’Insubriada anni ha in corso un pro-gramma per lo studio deibuchi neri nei quasar. Si trat-ta di oggetti di milioni/miliar-di di masse solari. Il program-ma fa uso di osservazioni di

tipo spettroscopico e di immagini con i grandi telescopi delloEuropean Southern Observatory in Cile. Nell’ambito deldottorato di Astronomia e Astrofisica della nostra Università,l’allievo dottor Decarli ha condotto nel marzo 2007 un runosservativo di tre notti in condizioni di cielo perfette, permisurare dettagliatamente le righe di emissione di quasar dialto redshift (1.3<z<2.7), usando il telescopio di 3.6 metri didiametro e lo spettroscopio EFOSC.

In Cile col Dottorato di Astronomia e Astrofisica

Una visione dei telescopi dell’ESO a La Silla, Cile

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Ha ottenuto la copertina di “Protein Science”, pubblicazione della“Protein Society” americana, la più autorevole rivista internazio-nale nel campo della ricerca sulle proteine,, la rappresentazionedella struttura molecolare di una proteina umana presentata dallaprofessoressa Mirella Pilone, ordinario di Biochimica alla Facoltà diScienze di Varese, in collaborazione con un gruppo di ricercatorigiapponesi. La struttura cristallografica, a una risoluzione di 2.5 Å,costituisce uno dei numerosi studi condotti dal gruppo di ricercadella professoressa Pilone, che opera presso il Dipartimento diBiotecnologie e Scienze Molecolari (Unità di post-genomica funzio-nale ed ingegneria proteica); proprio su questa proteina è, infatti,focalizzato da molti anni un diffuso interesse anche per le possibi-lità di applicazioni biotecnologiche che essa offre. L’immagine èinfatti la rappresentazione grafica della struttura di una proteina

presente nel cervello dell’uomo, la D-amino acido ossidasi, coinvol-ta a livello molecolare nella complessa fisiopatologia della schizo-frenia. La fantasiosa figura qui riportata (la proteina su di unascacchiera) fa riferimento al fatto che parte della struttura moleco-lare di questa proteina, come scoperto nel corso degli studi compiu-ti, è altamente flessibile e può subire variazioni tridimensionali diconformazione (ecco le mosse degli scacchi...) che potrebberoappunto avere una correlazione precisa col suo ruolo nel cervello.La conoscenza di questi aspetti strutturali della proteina contribui-rà a delucidare possibili interazioni molecolari che portano almanifestarsi nell’uomo di questa grave patologia neuropsichiatria,per la quale la spesa sanitaria mondiale ammonta al 2.5% del tota-le, aprendo la strada a possibili terapie mirate, ancora oggi nondisponibili.

Una ricerca del DBSM ottiene la copertinadi Protein Science

La copertina di “Protein Science”dedicata a una ricerca delDipartimento di Biotecnologiee Scienze Molecolari

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Giorgia Sironi, studentessa del dottorato di ricerca diAstronomia e Astrofisica del nostro Ateneo, ha ricevuto il pre-stigioso premio intitolato a Amelia Earhart, assegnato dalla“Zonta International”, per un progetto di ricerca legato anuove tecnologie applicate alla produzione di ottiche perastronomia X. Il progetto è sviluppato dall’INAF - OsservatorioAstronomico di Brera, che è un ente consorziato al dottorato,

in collaborazione con la “Media Lario Technologies”.La “Zonta International” è un’organizzazione nata nel 1919con lo scopo di sostenere lo status delle donne nel mondo.L’“Amelia Earhart Fellowship”, è un riconoscimento istitui-to in onore dell’aviatrice zontiana, riservato a studentesse didottorato in Scienze aerospaziali, impegnate nei campi inno-vativi di ricerca applicata e ingegneria.

Una dottoranda dell’Insubria premiata con la“Amelia Earhart Fellowship”

Sono quasi 300 le imprese italiane del settore tessile abbiglia-mento che hanno scelto di investire in Tunisia. Il Centro diEccellenza sull’Internazionalizzazione dell’Università degliStudi dell’Insubria ha di recente avviato una ricerca dal titolo:“L’internazionalizzazione delle imprese italiane inTunisia”, che analizzerà cause ed effetti del fenomeno. I ricer-catori del Cresit hanno provveduto a inviare i questionari atutte le imprese, la fase di raccolta dei questionari si dovrebbeconcludere entro settembre 2007 e i risultati dello studiopotrebbero essere presentati entro la fine dell’anno.La ricerca costituisce il naturale proseguimento di quella fattanei Paesi dell’Est presentata a Ville Ponti nel mese di gennaio.Dalla quello studio erano emersi due elementi fondamentali: ilprimo, che le distanze contano nei processi di internazionaliz-zazione, soprattutto per le imprese di piccole dimensioni. Ilsecondo, che l’Est Europa sta diventando sempre meno compe-titivo per imprese che cercano mete di delocalizzazione a bassicosti. Unendo questi due elementi, la Tunisia si presenta comeuna possibile soluzione a questo problema in quanto disponedi prossimità geografica e di costi competitivi (solo per limitar-si a fornire un dato, il salario mensile per un operaio qualifica-to è di poco superiore a 200 euro, cui si aggiungono bassi costidell’energia industriale e un sistema di tassazione morbido cheoffre indubbi vantaggi agli investitori esteri). Come spiega ilprofessor Alberto Onetti, direttore del Centro di Eccellenza ecuratore dello studio, la Tunisia è una realtà consolidata per iltessile-abbigliamento. I primi dati ci dicono che ben 300imprese delle circa 2000 imprese che compongono il settoresiano a capitale italiano. Quindi una presenza importante cheper le ragioni sopra addotte riteniamo possa soltanto crescere.La ricerca verterà sull’analisi dei processi di internazionalizza-zione in atto ed esplorerà sia la realtà della casa-madre italia-

na sia quella delle loro unità produttive tunisine. L’obiettivo èquello di approfondire il processo di internazionalizzazionemesso in atto da queste imprese e, nel contempo, accertare l’ef-fettivo livello di know-how ed expertise acquisito dal settoreTessile Abbigliamento tunisino. con la convinzione che l’anali-si potrebbe offrire spunti interessanti per eventuali migliora-menti delle relazioni dei rapporti economico-industriali del set-tore tra i due Paesi. «La ricerca è condotta dai ricercatori delCentro di Eccellenza sull’Internazionalizzazione - spiega ilprofessor Alberto Onetti - e si avvale anche del contributo diquattro brillanti laureandi del mio corso di “InternationalManagement” (Gabriele Bavera, Emanuele Calveri,Cristina Donà, Katia Maggi) e di un grande esperto delsettore quale l’ingegner Enrico Ottolini che ci sta suppor-tando sugli aspetti operativi. Inoltre, contiamo nel suppor-to istituzionale delle autorità tunisine che fin da subitohanno guardato con grande interesse al progetto di ricer-ca. Dallo studio è già emerso un primo significativo datorelativo alla provenienza “territoriale” delle imprese ita-liane che hanno delocalizzato in Tunisia: - 30% proven-gono dal Veneto ed in particolare dalle province di Treviso,Vicenza, Padova; 30% provengono dalla Lombardia ed inparticolare dalle province di Varese, Bergamo, Milano;30% provengono dalla Toscana ed in particolare dalleprovince di Arezzo, Prato, Grosseto. Questa prima risul-tanza conferma, né poteva essere diversamente, la pre-senza in Tunisia di aziende provenienti dai più impor-tanti distretti tessili italiani.Va altresì segnalata l’ormai radicata presenza di importan-ti gruppi industriali quali Benetton, Miroglio-Gvb,Marzotto, Tacchini senza dimenticare la presenza di alcu-ne imprese della nostra provincia».

Il tessile sceglie la TunisiaIl Paese nordafricanometa di numerose aziendeitaliane: al via uno studiodel Cresit.I risultati sarannopresentati a fine anno

Giorgia Sironi, studentessa deldottorato di ricerca di Astronomiae Astrofisica

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Si sono riuniti nel Centro del Monte Verità Ascona (CantonTicino) nel mese di maggio, alcuni dei massimi esperti mondia-li di fitoterapia, per confrontarsi sulle proprietà curative dellepiante medicinali, nel corso del “First collaborative meetingon Phytomedicine”. Il convegno è stato organizzatodall’Università dell’Insubria e dalla Fondazione Alpina per leScienze della Vita di Olivone (Svizzera), Centro di ricerca sullepiante medicinali diretto da Ario Conti, in collaborazione conl’Università delle Scienze Applicate del Valais, l’Università diGinevra, l’Università di Heidelberg e l’Università di Zurigo. Come ha spiegato il professor Marco Cosentino, docente diFarmacologia dell’Università dell’Insubria e organizzatore delmeeting, la moderna farmacoterapia origina storicamente dalleconoscenze tradizionali sulle proprietà curative delle piante egran parte dei principi attivi contenuti nei medicinali utilizzaticorrentemente derivano dal mondo vegetale, basti pensare adesempio all’aspirina; alla digossina, farmaco salva-vita per lepersone cardiopatiche; o ai derivati della vinca e del tasso, cherappresentano alcuni tra i più moderni ed efficaci farmaci anti-tumorali. D’altra parte, la maggior parte della popolazionemondiale ancor oggi si cura con rimedi derivati direttamentedalle piante medicinali che nascono nelle loro terre, per esem-pio in Sud America, in Africa o nei Paesi orientali. L’impiego dirimedi erboristici si sta, inoltre, nuovamente diffondendo anchenei Paesi industrializzati in parte anche come conseguenzadelle difficoltà della moderna medicina di rispondere a unaaccresciuta esigenza di salute e benessere anche dal punto divista psicologico e sociale.«Da queste considerazioni – spiega il professor Cosentino -scaturisce l’importanza di approfondire, su rigorose basiscientifiche, le evidenze riguardanti l’efficacia e la sicurezzadelle piante medicinali e dei loro derivati e la possibilità difarne uso a scopo terapeutico. Da un lato, è infatti impor-tante acquisire le necessarie conoscenze per utilizzare al

meglio questi prodotti e, dall’altro, va considerato che lepiante rappresentano tutt’ora una fonte di principi farma-cologicamente attivi in massima parte sconosciuti o comun-que non ancora sufficientemente studiati e, che, di conse-guenza, potrebbero fornire lo spunto per la messa a puntodi farmaci fortemente innovativi per la cura e la prevenzio-ne di molte malattie».Il convegno di Ascona ha riunito alcuni dei massimi espertimondiali nel campo dell’impiego terapeutico delle piante medi-cinali e dei loro derivati, con lo scopo di promuovere il confron-to e lo scambio di esperienze, al fine di costituire una rete colla-borativa internazionale in grado di definire e realizzare proget-ti di ricerca utili allo sviluppo di nuovi farmaci derivati dallepiante e di chiarire la reale efficacia e il rapporto rischio-benefi-ci connesso all’impiego dei rimedi erboristici. «Una ricerca indipendente e libera da condizionamenti,quali quelli potenzialmente derivanti dalle logiche di svi-luppo industriale dei medicinali - aggiunge il professorCosentino - è tanto più necessaria in un settore come que-sto, per moltissimi aspetti estremamente ricco e promettente,oltre che di importanza strategica, ma reso scarsamenteappetibile per l’industria farmaceutica dalla normativainternazionale sui brevetti».La Farmacologia Medica dell’Università dell’Insubria in questocontesto è da alcuni anni capofila di un progetto internaziona-le che vede la partecipazione di alcune tra le più prestigiose isti-tuzioni europee impegnate nella ricerca scientifica sul temadelle piante medicinali, tra cui l’Università di Heidelberg inGermania e le Università di Zurigo e Ginevra in Svizzera, oltre acentri di ricerca di livello internazionale, quale l’Istituto deInvestigacciones Biologicas di Montevideo in Uruguay. Il meeting di Ascona è stato anche l’occasione per un bilanciodei primi due anni di attività della rete collaborativa internazio-nale per lo studio delle piante medicinali nata nel 2005, anchegrazie a un finanziamento finalizzato del Ministerodell’Università e della Ricerca.

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L’impiego terapeutico delle piantemedicinali: le nuove frontiere dellafitoterapia scientifica al centro di unmeeting internazionale

L’Università dell’Insubriacapofila di un progettoscientifico che ha comepartner l’Università diHeidelberg in Germania;le Università di Zurigo eGinevra in Svizzera;l’Istituto deInvestigacciones Biologicasdi Montevideo in Uruguay

Il professor Marco Cosentino

L’uditorio del meeting di Ascona

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Esperti di fish welfare provenienti da tutta Europa si sono riu-niti a Varese nell’Aula Magna di via Dunant in occasione delWorkshop “Welfare of fish in European Aquaculture” orga-nizzato dal Dipartimento di Biotecnologia e ScienzeMolecolari dell’Università dell’Insubria. Il Workshop dell’Azione COST 867 (la rete europea di studio-si di fish welfare) aveva come obiettivo di far incontrare imaggiori esperti mondiali di benessere degli animali acqua-tici, per trasferire le conoscenze e le opinioni tra i gruppi diricerca e sviluppare proposte di regolamenti e leggi per l’ado-zione di corrette misure negli allevamenti ittici, al fine digarantire il benessere degli animali allevati e di conseguenzaanche la qualità del prodotto destinato all’alimentazioneumana. L’azione COST 867 è ristretta a un centinaio di ricercatorinelle regioni del Consiglio d’Europa. Referente per l’Italia è ilDipartimento di Biotecnologia e Scienze Molecolaridell’Università dell’Insubria.

«Per fish welfare – spiega il professor Marco Saroglia, ordina-rio di Acquacoltura e di Ittiologia, alla Facoltà di ScienzeMatematiche, Fisiche e Naturali di Varese - si intende ilbenessere generale dei pesci ed in particolare dei pesci inallevamento intensivo. Il benessere dei pesci deve esseremonitorato, pertanto il gruppo di lavoro si è riunito perdiscutere dei metodi di monitoraggio comportamentale ofisiologico e molecolare. Al momento esistono due linee dipensiero: la linea inglese di Linn Sneddon di Liverpool,che, basandosi su osservazioni sul comportamento delpesce sotto la pressione di agenti esterni, afferma che ipesci sono in grado di sentire dolore e sofferenza, mentrela linea americana sostenuta dal professor Roosedell’Università del Wyoming, afferma che i pesci, man-cando di adeguate strutture cerebrali ed in particolaredella corteccia cerebrale, non sono in grado di elaboraresofferenza in senso “psichico” ma al massimo di recepirestimoli dolorosi, reagendo a questi».

Il benessere dei pesci in allevamento al centrodi un meeting internazionale

È stata presentata ufficialmente nel corso di una conferenzastampa congiunta tra il nostro Ateneo e la Provincia di Varesela Carta delle specie ittiche della Provincia di Varese. Lo studio è stato realizzato dal Dipartimento di Biotecnologie eScienze Molecolari (DBSM) dell’Università degli Studidell’Insubria, Unità di Ittiologia ed Acquacoltura su indicazio-ne della Provincia di Varese, Assessorato Agricoltura Caccia ePesca. Il DBSM, insieme al Centro per lo Studio del Lago diVarese, ha preparato il documento richiesto, corredandolo diun CD interattivo, contenente la chiave per il riconoscimentodelle stesse specie ittiche. «Una Carta delle specie ittiche – spiega il professor MarcoSaroglia, docente di Acquacoltura e di Ittiologia alla Facoltà diScienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Varese - è un elen-co documentato delle specie di pesci presenti in una deter-minata regione. Contiene una breve descrizione per ciascu-na specie, dell’habitat e delle abitudini alimentari. Serveper scopi didattici per le scuole, per gli appassionati di pescae di natura, ma al tempo stesso rappresenta un documen-to per l’Amministrazione Provinciale competente. Si trattadi uno strumento didattico che potrà essere messo a dispo-sizione delle scuole – continua il professor Saroglia – e di tuttigli appassionati di pesca, inoltre, la Carta delle specie itticherappresenta anche un utile compendio per lo studio deglistudenti universitari. Nel CD è stato adottato un metodo pergiungere alla identificazione delle specie (“chiave dicotomi-ca”) caratterizzato sì da rigore scientifico, ma al tempo stes-so molto semplice da utilizzare: consiste in una serie didomande con due risposte possibili, quali, ad esempio lascelta tra due possibili forme di pinna caudale, pinne pet-torali, forma della bocca, ecc. Seguendo la sequenza delle

domande e risposte si giunge facilmente alla determinazio-ne della specie di pesce che si sta esaminando. Chiunque ècapace di “giocare” con un computer sarà in grado di inte-ragire con il CD e avendo di fronte un pesce sarà in gradodi riconoscerlo in pochi minuti. Infine sarà possibile localiz-zare ogni specie: una cartina della Provincia di Varesemostrerà dove ciascuna ha il proprio habitat».

Debutta la Carta delle specie ittiche dellaProvincia di Varese

Un workshop ha riunito aVarese i maggiori espertia livello mondiale di Fishwelfare per discutere sulbenessere animale inAcquacoltura

Il poster delle specie ittiche alloctone

Realizzata dalDipartimento diBiotecnologie e Scienzemolecolari è un utilestrumento didattico escientifico per riconoscerele specie presenti neinostri laghi

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Un parterre in rosa ha partecipato alla giornata conclusiva delCorso “Donne politica e istituzioni” organizzato dalla Facoltà diGiurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria. Nelcorso della cerimonia si è svolta la premiazione della miglioreallieva del corso, Maddalena Mombelli di Dongo (Como).Erano presenti alla premiazione la dottoressa DanielaMelchiorre, sottosegretario al Ministero della Giustizia; laSenatrice Emanuela Baio; l’onorevole Rosalba Benzoni; l’asses-sore all’Istruzione del Comune di Como dottoressa AnnaVeronelli; la consigliera regionale di parità della Lombardia dot-toressa Rossana Caggiano; la dottoressa Fabrizia GhisolfiCupella, commissaria per le pari opportunità della RegioneLombardia; la consigliera provinciale di parità di Como dotto-ressa Paola De Dominicis; Rosangela Arrighi, consigliere pro-vinciale di Como e Irene Riva, consigliere provinciale di Lecco.

L’esame finale del Corso consisteva in una prova scritta, un testa risposta multipla sui temi trattati durante il ciclo di lezioni(dalla posizione della donna nel diritto longobardo, ai sistemielettorali; dalle tecniche di comunicazione politica, al gendermainstreaming; dall’organizzazione e funzionamentodell’Unione Europea, alla capacità fiscale dei Comuni) e in unaprova orale, in forma di colloquio con un docente su un temascelto dalla candidata. Per l’orale è stato assegnato un punteg-gio per ciascuna di queste tre voci: preparazione scientifica, atti-tudine alla comunicazione in pubblico, capacità di rielabora-zione personale (approfondimenti personali, approccio multidi-sciplinare, etc.). La vincitrice, Maddalena Mombelli, attualmen-te è iscritta al Corso di laurea specialistica in Ingegneria infor-matica al Politecnico di Milano. Per un solo punto di scarto, siè piazzata seconda Benedetta Re di Como, laureata in Biologiaall’Università di Firenze. «Il corso è stato un’esperienza formidabile, ma di granderesponsabilità – ha spiegato Maria Dominique Feola, coor-dinatrice del Corso - tutti i docenti hanno condiviso unasensazione di soddisfazione per l’entusiasmo e l’interessedimostrato dall’uditorio nonostante l’impegno gravoso.Mi ha colpito il fatto che siano risultate vincitrici due per-sone con un curriculum decisamente orientato in camposcientifico, nonostante il corso fosse incentrato su temigiuridici. Il Ministero delle Pari Opportunità ha riservatoalla vincitrice un corso di una settimana presso la ScuolaSuperiore della Pubblica Amministrazione, ma poiché ilcambio politico dovuto alla recente tornata elettoralepotrebbe causare rallentamenti nella fissazione del corso,valuteremo la possibilità di far svolgere alla dottoressaMombelli uno stage presso un dicastero».

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Sono state presentate a Villa Toeplitz nel corso di un incontroorganizzato in collaborazione con l’Insubria University Club,le pubblicazioni del 2007 dell’“International ResearchCenter for Local Histories and Cultural Diversities” (CentroInternazionale di Ricerca per le Storie Locali e le DiversitàCulturali) dell’Università degli Studi dell’Insubria. All’incontro sono stati presentati i seguenti volumi: “Incontrisulle storie locali. Tra Varese, la California e il mare”, che rac-coglie gli atti dell’incontro del 24 maggio 2006; “Figure del-l’ambiente giuridico lombardo tra il XVI e il XIX secolo”, acura di Claudia Storti e Cristina Danusso; “Gli Statuti delVerbano. Atti della Giornata di Studio Centro CulturaleElisarion” (Minusio, 8 novembre 2003), a cura di FiladelfoFerri; “Il notariato a Como. Liber matricule notariorum civi-tatis et episcopatus Cumarum” (1427-1605), di Marta L.Mangini; “Le carte della chiesa di Santa Maria del Monte diVelate”, volume II: 1171 – 1190, a cura di Patrizia Merati. Sono intervenuti “Incontro sulle storie locali” il professor

Renzo Dionigi, ret-tore Università degliStudi dell’Insubria;la professoressaClaudia Storti,direttore dell’I n t e r n a t i o n a lResearch Centerfor Local Historiesand CulturalDiversities; la pro-fessoressa Giglioladi Renzo Villata,dell’Università degliStudi di Milano; il professor Giorgio Chittolini, dell’Universitàdegli Studi di Milano; il professor Gian Maria Varanini,dell’Università degli Studi di Verona; il professor DaniloZardin, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Incontro sulle storie locali 2Presentate le pubblicazionidel 2007 dell’“International ResearchCenter for Local Historiesand Cultural Diversities”

Corso “Donne, Politica e Istituzioni”,Maddalena Mombelli di Dongo si è piazzataprima alla selezione come migliore allieva

Il percorso formativomirava a promuoverel’affermazione delladonna e l’inserimentonella vita politica e neicentri decisionali

Maddalena Mombelliprima classificata del Corso “Donne, Politica e Istituzioni”

Il professor Renzo Dionigi

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Il laureato in Biotecnologie in Lombardia trova una occu-pazione in breve tempo in ambiti di competenza coerenticon la propria preparazione.È uno dei dati più interessanti emersi nel corso di: “LeBiotecnologie a Varese: dalla didattica al mondo del lavo-ro”, un incontro voluto e organizzato dai rappresentantidegli studenti del Corso di Laurea in Biotecnologiedell’Università dell’Insubria, Valentina Grampa, DanieleParisi e Alessio Barcellini con l’aiuto della professoressaFlavia Marinelli, Segretario del Corso di Laurea inBiotecnologie. Occasione dell’incontro è stata la richiestadel Coordinamento Nazionale degli Studenti diBiotecnologie di presentare le proprie iniziative e di cono-scere lo stato dell’arte della didattica delle ScienzeBiotecnologiche all’Università dell’Insubria, che attual-mente vanta un corso di Laurea Triennale, una LaureaSpecialistica in Biotecnologie Industriali e Biocatalisi(entrambi diretti dal professor Loredano Pollegioni) e unDottorato di Ricerca in Biotecnologie (diretto dal professorGiancarlo DeLuca). Svariati i punti di forza del corso diLaurea in Biotecnologie dell’Insubria, illustrati dal rappre-sentante degli studenti Alessio Barcellini, come ad esempiol’ottimo rapporto docenti-studenti, più alto rispetto ad altriAtenei come quelli di Milano o Bologna; l’attenzione riser-vata alla preparazione pratica degli studenti, anche grazieall’opportunità di frequentare corsi sperimentali; il consoli-dato rapporto tra Ateneo e tessuto imprenditoriale locale,che permette agli studenti di svolgere periodi di stages inazienda. Individuata dagli studenti anche qualche ombra,come la carenza di strutture logistiche per la didattica e per

attività ad essa connesse, quali ad esempio mensa e aree distudio.Il presidente del Corso di Laurea in Biotecnologiedell’Insubria, professor Loredano Pollegioni, ha evidenzia-to i risultati positivi progressivamente ottenuti in termini diincremento nel numero di studenti immatricolati, di lau-reati e di impiego dei laureati in Biotecnologie all’Insubria.Ha sottolineato inoltre come l’attività di tutorato e il moni-toraggio continuo delle attività didattiche abbia permessoal CCD di ridurre gli abbandoni e il numero di fuori corso.«La scelta di attivare a Varese, ormai sei anni fa, ilCorso di Laurea in Biotecnologie – ha spiegato il profes-sor Pollegioni - nacque dalla constatazione che laLombardia rappresenta un importante distretto biotec-nologico nazionale (con il 40% delle aziende biotech) eche all’Università dell’Insubria erano attivi già alloragruppi di ricerca di eccellenza nel settore.Le attività didattiche hanno poi trovato positivo riscon-tro in diverse attività del territorio, basti pensare alleiniziative promosse dalla Provincia di Varese (come laFondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita) edal Polo Scientifico e Tecnologico Lombardo».La collaborazione attiva tra i gruppi di Biotecnologiedell’Università dell’Insubria e le aziende del territorio èstata testimoniata dall’intervento della dottoressa MariaLuisa Nolli, amministratore delegato di Areta, una aziendabiotecnologia di Gerenzano e dedita alla produzione dianticorpi monoclonali e proteine ricombinanti.Gli spin off biotecnologici sono stati al centro della tavolarotonda moderata dalla professoressa Mirella Pilone.

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Biotecnologie a Varese:la parola agli studenti

I rappresentanti degli studenti di Biotecnologia dell’Università dell’Insubria insieme al Responsabile del Coordinamento Nazionale degli Studenti diBiotecnologie e al Responsabile per la Regione Lombardia dell’Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani durante la giornata dedicata alleBiotecnologie a Varese

Un incontro voluto dairappresentanti deglistudenti per conoscere lostato dell’arte delladidattica delle ScienzeBiotecnologicheall’Università dell’Insubria

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Con il concerto sinfonico straordinario del 6 luglio si è con-clusa la Stagione Concertistica 2006-2007 (VI dalla fonda-zione) organizzata dal nostro Ateneo con la direzione arti-stica del maestro Corrado Greco.Il palco dell’Aula Magna di via Ravasi a Varese ha vistoschierata l’Orchestra universitaria del Conservatorio dellaSvizzera Italiana, guidata per l’occasione dal direttore sviz-zero-ungherese Marc Kissoczy.Il concerto, particolarmente apprezzato per l’organo impo-nente, la bellezza e la particolarità delle musiche, ha vistol’esecuzione di due pagine famose, l’Overture dall’operaDer Freischütz di Carl Maria von Weber e la Terza Sinfonia“Eroica” di Ludwig van Beethoven, a far da cornice a unacomposizione di rarissima esecuzione, il Concerto per 4corni e orchestra di Robert Schumann (quartetto ospitel’American Horn Quartet).La congerie protoromantica, le suggestioni del bosco con isuoi richiami misteriosi, le leggende (come quella riguar-dante il primo dedicatario della terza Sinfonia beethove-niana, Napoleone Bonaparte), contribuiscono a restituirein questo programma il distillato di un momento peculia-re nella storia della musica, quello di passaggio tra unaconcezione d’arte oggettiva, classica, apollinea, e quella,tutta terrena, dell’io romantico tormentato ma finalmenteprotagonista.Il concerto sinfonico del 6 luglio ha chiuso una Stagioneparticolarmente prestigiosa, quest’anno giocata prevalente-mente nel segno della kammermusik più raffinata.Il concerto inaugurale, lo scorso novembre, è stato affidatoa un quartetto d’archi (l’Amarcord Quartett Berlin) gem-mato da una compagine di indiscusso valore musicale,quella dei Berliner Philharmoniker.Indimenticabile rimarrà la loro interpretazione dell’inten-

so quartetto op. 83 diDmitri Shostakovich,come pure la leggerez-za e il brio con cui,affiancati al pianofor-te da Corrado Greco,hanno reso le paginedel Quintetto op. 81 diAntonin Dvorak.In dicembre è stata lavolta del trio compostodai fratelli Francesco eAngelo Pepicelli (vio-loncello e pianoforte)e dal clarinettistaFabio Furia. Ci hannoofferto, con sobria eprovata professionali-tà, belle pagine diAnton Eberl (amico eallievo di Mozart),Ludwig van Beethoven(il celebre Trio op. 11),Nino Rota e AstorPiazzolla. Dopo lapausa natalizia, èstata la volta di unconcerto particolare,dedicato alla annualericorrenza della Giornata della Memoria.Le musiche, tutte di compositori vicini all’ebraismo pernascita o affinità, sono state eseguite con grande perizia esensibilità dai musicisti tedeschi del Quartetto Henschel edal chitarrista Giampaolo Bandini.Il filo conduttore del quarto concerto della Stagione, ametà marzo, è stato quello della confluenza tra musica eletteratura: lieder di Goethe e Metastasio musicati daBeethoven per voce e pianoforte (Maria Chiara Pavone ilsoprano, Sandro De Palma al pianoforte) inframmezzatida ricercate variazioni beethoveniane eseguite al flauto daMassimo Mercelli.Il concerto più recente, lo scorso maggio, è stato eseguito daun brillante pianista francese, Hugues Leclère, che ha con-quistato la platea eseguendo con audace virtuosismo musi-che di Debussy, Ravel (Gaspard de la Nuit) e Mussorsgky(Quadri di un’Esposizione). La Stagione Concertisticadell’Università dell’Insubria, nata nel 2001 per iniziativadel Rettore professor Renzo Dionigi, si inserisce ormai apieno titolo tra le proposte culturali più valide rivolte allaCittà e alla Regione.Gli appuntamenti, a ingresso gratuito e sempre affollati dipubblico, hanno visto succedersi proposte di grande valoreper la qualità degli interpreti e per il repertorio eseguito.Tra gli artisti ospitati citiamo gruppi da camera prestigiosiquali il Borodin String Quartet, i Virtuosi Italiani, il Trio diParma, il Quartetto Savinio; tra i solisti Bruno Canino,

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Si è conclusa la VI stagioneconcertistica di Ateneo

L’ultimo appuntamento conl’Orchestra universitariadel Conservatorio dellaSvizzera Italiana

Quartetto Henschel

Giampaolo Bandini

Hugues Leclère

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Laura De Fusco, Cyprien Katsaris, Karl Leister, Arturo eRodolfo Bonucci, Cristina Ortiz; tra i jazzisti StefanoBollani; tra le compagini orchestrali l’Orchestra da CameraMilano Classica, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo,l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e l’Orchestradella Svizzera Italiana dirette da direttori quali GianandreaNoseda, John Storgards e James Setapen.

I concerti sono rivolti non solo a un pubblico di appassio-nati, ma soprattutto agli studenti e a chi desideri accostarsiper la prima volta alla grande musica; i generi musicalispaziano trasversalmente attraversando i sentieri colti dellamusica da camera e sinfonica senza trascurare le suggestio-ni del jazz, del musical, della musica latina.Grazie alla sensibilità e alla fattiva collaborazione delComitato per lo sviluppo in Varese dell’Università, è statopossibile raccogliere in CD le registrazioni di alcuni deimomenti più significativi delle passate StagioniConcertistiche, per farne omaggio al pubblico più assiduo.Il quinto cofanetto della serie finora realizzata verrà distri-buito in occasione dell’ultimo concerto della Stagione.

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Corrado Greco

Massimo Mercelli

Focalizzato sulla ricerca biologica nell’ampia varietà dei suoiaspetti, il DBSF, Dipartimento di Biologia Strutturale eFunzionale dell’Università degli Studi dell’Insubria, ha rag-giunto il traguardo dei primi dieci anni di vita. Fondato nelfebbraio 1997 come Dipartimento dell’Università degli Studidi Milano, è infatti più vecchio dell’Ateneo di cui ora fa parte,istituito nel luglio del 1998. A partire dai venti docenti fonda-tori, il DBSF è cresciuto fino a raggiungere i cinquantuno

membri nel 2003, per arrivare ai trentuno attuali, in seguitoalla gemmazione di altri Dipartimenti dell’Ateneo, il DASS eil DBSM. Alla sua guida del DBSF si sono succeduti comedirettori i professori Roberto Valvassori, Giovanni Bernardinied Antonio Peres. Il compleanno è stato festeggiato il 20 giu-gno scorso, alla presenza del magnifico rettore e di molti gra-diti ospiti, nella sede del Dipartimento, in via Dunant 3 aVarese. L’evento è stato qualificato scientificamente dalla pre-

senza del professor GiorgioForti, Accademico dei Lincei,che ha tenuto una conferenzasu “La fotosintesi, unica sor-gente di energia libera per labiosfera”. L’attività delDipartimento, incentrata sullaricerca, ma rivolta anche allaformazione degli studenti e deigiovani ricercatori, si è concre-tizzata nel decennio in più diquattrocento lavori scientificipubblicati su riviste interna-zionali. Per l’occasione, è statacurata la pubblicazione di unaraccolta di lavori scientificiselezionati, prodotti dai mem-bri del Dipartimento neldecennio 1997 - 2007.

Il Dipartimento di Biologia Strutturalee Funzionale compie 10 anni

In occasione del decennalesi è tenuta una conferenzasul tema “La fotosintesi,unica sorgente di energialibera per la biosfera”

Il gruppo di lavoro del DBSF

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