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TECNO MOTORS SPA Corso Novara, 135 27029 Vigevano (PV) 0381-326978 TECNO MOTORS SPA Via Don Minzoni, 24 21053 Castellanza (VA) 0331-426711 TECNO MOTORS SPA Via Renè Vanetti, 66 21100 Varese (VA) 0332-335588 TECNO MOTORS SPA Via Ippolito Nievo, 5 20011 Corbetta (MI) 02-97270960 AUTORIZZATA FLEET BUSINESS CENTER TECNO MOTORS SPA www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Giovedì 14 Marzo 2013 Anno 3 n. 14 di Beppe Vigani L’EDITORIALE La campagna di primave- ra di Andrea Stramaccioni sta iniziando. Due sconfit- te pesantissime lo hanno spinto all’angolo dei grandi colpevoli di questa stagione, deludente, ma non ancora compromessa. Vi sono delle colpe, i dubbi sono pochi, ma additare l’allenatore ro- mano come il grande untore è ridicolo. Non capiamo la formazione messa in cam- po contro il Tottenham, né quella anti-Bologna, ma la vittoria contro il Catania e il pareggio nel derby portano la sua firma. Troppo poco, ma numeri alla mano quan- ti giocatori sono degni di indossare la maglia neraz- zurra? I conti della serva di- cono che a parte la vecchia e decrepita guardia (Zanetti, 39 anni, Samuel e Stankovic 34, Milito 33, Cambiasso e Chivu 32) i soli ad esser- ne all’altezza sono Cassano, Guarin, Handanovic e Pa- lacio, per il resto è tutto da vedere. Ranocchia e Juan Jesus promettono bene, ma l’assenza di Samuel non se la possono ancora permette- re. Il vero flop è cominciato questa estate, quando arri- varono Silvestre, Gargano, Mudingayi, Pereyra, Cas- sano e Palacio: ovvero due giocatori all’altezza, nulla di più. La cessione di Pazzi- ni, ad agosto, e di Livaja, a gennaio, sono la cima dell’i- ceberg. La vittoria contro la Juventus appare lontana secoli eppure è accaduta qualche mese fa. Proprio nel mercato di riparazione Branca (o chi per esso) ha portato alla Pinetina Sche- lotto, Kovacic, Kuzmanovic, Rocchi, ovvero un solo gio- catore di prospettiva. continua a pag. 2 All’interno il commento di Sandro Mazzola INTER TOTTENHAM

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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIOGiovedì 14 Marzo 2013 Anno 3 n. 14

di Beppe Vigani

L’EDITORIALE

La campagna di primave-ra di Andrea Stramaccioni sta iniziando. Due sconfit-te pesantissime lo hanno spinto all’angolo dei grandi colpevoli di questa stagione, deludente, ma non ancora compromessa. Vi sono delle colpe, i dubbi sono pochi, ma additare l’allenatore ro-mano come il grande untore è ridicolo. Non capiamo la formazione messa in cam-po contro il Tottenham, né quella anti-Bologna, ma la vittoria contro il Catania e il pareggio nel derby portano la sua firma. Troppo poco, ma numeri alla mano quan-ti giocatori sono degni di indossare la maglia neraz-zurra? I conti della serva di-cono che a parte la vecchia e decrepita guardia (Zanetti, 39 anni, Samuel e Stankovic 34, Milito 33, Cambiasso e Chivu 32) i soli ad esser-ne all’altezza sono Cassano, Guarin, Handanovic e Pa-lacio, per il resto è tutto da vedere. Ranocchia e Juan Jesus promettono bene, ma l’assenza di Samuel non se la possono ancora permette-re. Il vero flop è cominciato questa estate, quando arri-varono Silvestre, Gargano, Mudingayi, Pereyra, Cas-sano e Palacio: ovvero due giocatori all’altezza, nulla di più. La cessione di Pazzi-ni, ad agosto, e di Livaja, a gennaio, sono la cima dell’i-ceberg. La vittoria contro la Juventus appare lontana secoli eppure è accaduta qualche mese fa. Proprio nel mercato di riparazione Branca (o chi per esso) ha portato alla Pinetina Sche-lotto, Kovacic, Kuzmanovic, Rocchi, ovvero un solo gio-catore di prospettiva.

continua a pag. 2All’interno

il commento diSandro Mazzola

MISSIONIMPOSSIBLE

INTER

TOTTENHAM

Giovedì 14 Marzo 20132

Allenatore:Andrea Stramaccioni

INTER (4-4-1-1)

Arbitro: Ivan Bebek (Croazia)

STADIO MEAZZA ORE 19.00

A parziale giustifica-zione di queste ultime debacle dei nerazzur-ri, sono le assenze di Samuel e Milito e una serie d’infortuni che ne hanno minato la rosa, ma una società intel-ligente non può essere messa a nudo di fronte a queste difficoltà. L’Eu-ropa League è una com-petizione che svuota il serbatoio delle energie, più della Champions, e la sconfitta al White Hart Lane ha esacerba-to ancor di più i pro-blemi dell’Inter che, però, non può gettare la spugna così presto. La qualificazione ai quarti di Europa League è, or-mai, compromessa, ma la corsa al terzo posto in campionato deve prose-guire. Sono solo quattro i punti di distacco dal Milan e vi sono anco-ra trenta punti in pa-lio. Cambiasso su Bale, Cassano unica punta a Londra, Pereyra tre-quartista devono far riflettere. A posteriori sono stati errori sesqui-pedali. Ma una stagione non può finire qui. A patto che il centravanti dell’Inter non lo debba fare sempre Ranocchia.

continua da pag. 1di EmanueleTramacere

LA PARTITA

Che confusione! Ancora un ko contro un più che discreto Bolo-gna e ancora una volta tanti indi-ci puntati verso altrettanti, forse eccessivi, obiettivi. È una vicen-da endemica e ricorsiva nella storia recente dell’Inter di Massi-mo Moratti che, di anno in anno, cambia alcuni dei suoi interpreti, ma si ritrova costantemente ad un punto morto, un vicolo cieco, che blocca ogni forma di avanza-mento in risultati, progettualità e prestazioni.Minimo comune denominatore, e parziale scusan-te per i vari Benitez, Leonardo, Gasperini, Ranieri e (oggi) Stra-maccioni, sono principalmente gli infortuni e le scelte sbagliate in sede di mercato operate dal-lo staff dirigenziale nerazzurro. L’essere, però, ancora oggi, anco-rati alle prestazioni della cosid-detta “vecchia guardia”, è anche alla base delle recenti vittorie (culminate con l’eccezionale 1-3 conquistato allo Juventus Sta-dium) e della attuale posizione in classifica che lascia aperti ancora molti scenari ipotizzati a inizio stagione. Cosa manca quindi a questa squadra per uscire dalla grande depressione? Mancano delle certezze. La confusione è massima soprattutto nella testa di Andrea Stramaccioni che non

Che confusione!Stramaccioni alla prese con una rimonta impossibile e un campionato da salvare

riesce a coadiuvare una spicca-ta propensione dei suoi uomini alla “distruzione” del gioco av-versario. I cambi di modulo, più o meno forzati dalla condizione decrescente dei suoi uomini, sono la ciliegina su una ciambel-

la non solo priva del buco, ma anche sgonfia dal punto di vista della lievitazione. In un contesto così confuso, quindi arriva a San Siro un Tottenham agguerrito, forte di un 3-0 guadagnato al White Hart Lane che non lascia spazio a suggestive idee di “re-muntada” nerazzurre. Neanche la squalifica rimediata per diffida da Gareth Bale può far propen-dere l’ago della bilancia verso la sponda nerazzurra. Ecco quindi il grande dubbio che attanaglia l’allenatore romano: chi e quan-

ti dei titolari schierare in cop-pa? Ma soprattutto il rischio di un’imbarcata ancor più clamo-rosa di quella patita a Londra, potrà essere assorbita con facilità dall’ambiente interista? Chiara-mente non ci sono certezze. La

ristrettezza dell’organico inserito in lista Uefa non permette a Stra-maccioni grandi variazioni di modulo e d’interpreti. Cassano sarà il naturale terminale offen-sivo di una formazione infarcita di giovani prospetti. Kovacic, Benassi e Jonathan sono certi di una maglia da titolare insieme a Juan Jesus che salterà per diffida la sfida di campionato contro la Sampdoria. Probabile, data l’esclusione iniziale nel match contro il Bologna, la partenza dal primo minuto di Cambiasso,

che potrebbe concedere al trot-tolino Gargano un turno di ri-poso in vista di ben più probanti (dal punto di vista della posta in palio) incontri. Proprio la linea mediana nerazzurra è finita sotto la lente d’ingrandimento, anche grazie alle deludenti prestazioni del centrocampista uruguagio in prestito dal Napoli. Dal 2010 ad oggi, infatti, la dirigenza neraz-zurra ha vestito i panni della ci-cala di Esopo, trascurando com-pletamente la programmazione futura del reparto nevralgico del campo. Nel 2010, fischiettando sugli allori del trio Thiago Mot-ta – Cambiasso – Sneijder (senza dimenticare i “rincalzi” Stanko-vic e Zanetti) Marco Branca e Piero Ausilio hanno decentrato

le proprie attenzioni dalla fascia centrale della squadra. Lo scorso inverno ricordiamo la parten-za dell’italo-brasiliano, L’estate è finita prima con l’infortunio di Stankovic e poi con la partenza del folletto olandese, quindi la squadra si è ritrovata a vivere un trimestre drammatico con le sole qualità del duo argentino privo, tuttavia della classe necessaria ad orchestrare un’azione. Cosa fare ora? Dimenticare l’Europa League rivestendo i panni della formica e iniziando a lavorare in vista di estati ben più gioiose o continuare a vivere i fasti di un’e-poca che non c’è più, ribaltando una coperta eccessivamente cor-ta con rattoppi troppo poco du-raturi?

Andrea Stramaccioni, vuole vendicare lo 0-3 dell’andata

TOTTENHAM

In CasaUltima Vittoria 7/3/13

Tottenham-Inter 3-0(Europa League)

Ultimo Pareggio 20/1/13Tottenham-Manchester Utd 1-1

(Premier League)Ultima Sconfitta 3/11/12

Tottenham-Wigan 0-1(Premier League)

Fuori CasaUltima Vittoria 25/2/13

West Ham-Tottenham 2-3 (Premier League)

Ultimo Pareggio 21/2/13Lione-Tottenham 1-1

(Europa League)Ultima Sconfitta 10/3/13

Liverpool-Tottenham 3-2(FA Cup)

INTER

In CasaUltima Vittoria 10/2/13Inter-Chievo 3-1Ultimo Pareggio 24/2/13Inter-Milan 1-1Ultima Sconfitta 10/3/13Inter-Bologna 0-1

Fuori CasaUltima Vittoria 3/3/13Catania-Inter 2-3Ultimo Pareggio 20/1/13Roma-Inter 1-1Ultima Sconfitta 7/3/13Tottenham-Inter 3-0(Europa League)

Il primo a sperare in un mi-racolo è proprio mister Stra-maccioni consapevole degli errori nella gara di andata e della difficoltà di rimonta-re un 3-0. Pur considerando la rimonta utopia ci spera, il Barcellona deve pur aver inse-gnato qualcosa, già parliamo del Barcellona, altro pianeta. Il tecnico nerazzurro si di-chiara comunque fiducioso, non potrebbe essere altrimen-ti, di passare il turno. Ma se l’obiettivo, e in questo nulla di nuovo, è il terzo posto in campionato perché l’Inter (quale miglior occasione vi-sta la sconfitta del Napoli a

Verona e quella della Lazio) perde in casa con il Bologna? Stramaccioni si ostina a fare turnover e sostiene di studiare meticolosamente l’approccio alle partite senza, però, ren-dersi conto di non azzeccarne nessuna. I nerazzurri hanno subito e sofferto il Tottenham senza riuscire ad approfittare delle uniche due occasioni da gol che avrebbero cambiato lo spirito di questa gara di ri-torno. Oltre al rammarico di una qualificazione buttata al vento, l’augurio alla squadra di casa è quello di onorare comunque la gara, trattandosi pur sempre di Europa League.

In bocca al lupo di Severa Bisceglia

TOTTENHAM (4-2-3-1)

Allenatore:Andre Villas Boas

Handanovic;Zanetti, Ranocchia, Chivu, Juan Jesus;

Jonathan, Benassi, Kovacic, Alvaro Pereira;Guarin;Cassano

Lloris;Walker, Caulker, Vertonghen, Assou-Ekotto;

Parker, Dembele; Lennon, Sigurdsson, Holtby;Defoe

Giovedì 14 Marzo 2013 3

Il programma degli Ottavi

I risultati dell’andata

Pos. Giocatore Gol Squadra

1. Samuel Eto’o 9 Anzhi Makhachkala 2 Libor Kozák 7 Lazio 2 Rodrigo Palacio 7 Inter 2 Edinson Cavani 7 Napoli 2 Raul Bobadilla 7 BSC Young Boys 2 Borek Dockal 7 Rosenborg BK 2 Tim Matavz 7 PSV 8 Leroy Fer 6 Twente 8 Glynor Plet 6 Racing Genk 8 Michal Duris 6 Viktoria Plzen 8 Nacer Chadli 6 Twente 12 Mate Vatsadze 5 Dila Gori 12 Deni Alar 5 Rapid Vienna 12 Lacina Traoré 5 Anzhi Makhachkala 12 Cleiton Xavier 5 Metalist Charkiv 12 Raul Rusescu 5 Steaua Bucarest 12 Pavel Horváth 5 Viktoria Plzen 12 Szabolcs Huszti 5 Hannover 96

12 Vedad Ibisevic 5 Stoccarda 12 Lasse Nilsson 5 IF Elfsborg 21 Georginio Wijnaldum 4 PSV 21 Yoan Gouffran 4 Bordeaux 21 Marco Streller 4 Basilea 21 Marek Saganowski 4 Legia Varsavia 21 Jermain Defoe 4 Tottenham 21 Sergio Floccari 4 Lazio 21 Jonjo Shelvey 4 Liverpool 21 Leony Leonard Kweuke 4 Sparta Praga 21 Stefanos Athanasiadis 4 PAOK 21 Dmitri Tatanashvili 4 FC Rustavi Metalurgist 21 Salomón Rondón 4 Rubin Kazan 21 Jelle Vossen 4 Racing Genk 21 Nikola Djurdjic 4 Helsingborgs 21 Tamas Gruborovics 4 JJK 21 Asmir Suljic 4 FK Sarajevo 21 Marek Bakos 4 Viktoria Plzen 21 Nemanja Nikolic 4 Videoton FC 21 Didier Konan 4 Hannover 96

La classifica marcatori

Giovedì 14 Marzo 20134

di Enzo Occhiuto

I BIORITMI

di Emanuele Tramacere

L’INTERVISTA

Che grande giocatore è stato Ni-cola Berti, forse uno degli ultimi interpreti di un ruolo che ormai non esiste quasi più. Agile e scat-tante, in grado di ricoprire più di 70 metri di campo con natura-lezza senza una parola di troppo, senza grandi rancori, ma solo con la grande voglia di divertir-si dentro e fuori dal campo con i colori della maglia nerazzurra tatuati addosso. In carriera Nico-la è partito dalla sua Emilia, dalla fascia destra del Parma in cui fra giovanili e prima squadra riesce a sfondare nel calcio che conta. Tre anni di crescita e consacra-zione quelli emiliani, così come quelli vissuti a Firenze con la ma-glia gigliata. Con la casacca viola arrivano le prime rivoluzioni, la più importante arriva sotto la ge-stione Sven Goran Ericksson che intravede nella prepotenza fisica espressa dalla falcata di Nicola le perfette doti di un centrocam-pista di spinta più che di un’ala. Proprio al centro del campo, però Berti riscopre le sue spiccate doti di finalizzatore e rifinitore, quali-tà che non passano inosservate a

“Mission impossibile, ma…”Lo dice Berti, interista nel cuore, che nel ’98 emigrò negli Spurs

Milano dove Giovanni Trapattoni chiede ed ottiene di averlo nella sua rosa che, nel 1988-89 regale-rà agli annali della storia calcisti-ca una squadra da record, la sua Inter, che sulle giocate del tan-dem Berti-Matthaus ha costruito l’incredibile cammino di quella formazione. Insieme a quello scudetto per Berti arrivano nella Milano che è sempre più sua, ben 3 coppe Uefa salvo poi, prima di appendere del tutto gli scarpini al chiodo, lanciarsi nella grande Londra alla ricerca di nuove av-venture. Approda al Tottenham dove nei primi 6 mesi riesce a portare gli Spurs verso una tran-quilla salvezza. Poi il cambio di allenatore e il difficile rapporto con Graham, l’hanno fatto scivo-lare ai margini di una squadra che aveva imparato nel frattempo ad apprezzare.Berti, da ex di entrambe le formazioni che tipo di gara si aspetta?Sarà purtroppo un’impresa impos-sibile per l’Inter che non ha fatto vedere grandi cosi all’andata e che

subisce fin troppo il passivo rime-diato a Londra. Mi aspetto una partita dignitosa, degna del nome e del blasone che portano entram-be le squadre. Serve entusiasmo e magari potrebbe venire fuori un risultato inaspettato.Fosse in Stramaccioni puntereb-be sulla formazione tipo o sfrut-terebbe l’occasione per lanciare

qualche giovane dalla Primavera?Assolutamente io provo a giocar-mela in tutte le occasioni. Fino al 90’ nulla è scontato. È vero, serve un mezzo miracolo, ma nel calcio basta davvero poco a cambiare gli equilibri di un incontro. Segnare nei primi 30 minuti dell’incontro potrebbe dare slancio alla squa-dra e chissà se, senza Bale, questo Tottenham saprebbe resistere fino alla fine. Fossi in Stramaccioni, sceglierei tutti coloro i quali in al-lenamento mi dimostrano di avere la grinta e la cattiveria nel voler scendere in campo per dimostra-re di essere da Inter. Mi sembra il compromesso più giusto.Stramaccioni, però è sembrato poco fiducioso fin dalla confe-renza stampa di presentazione dell’andata in cui aveva dichia-rato che il terzo posto era più importante…È normale che in un periodo dif-ficile un allenatore possa essere portato a fare delle scelte. Credo che Stramaccioni fosse solamente preoccupato per la tenuta e la con-dizione dei suoi uomini. Secondo

me, in ogni caso, ci proverà fino alla fine.In tanti hanno puntato il dito sulla gestione dell’allenatore, reo di non aver dato un’idea di gioco a questa squadra nel corso di questa stagione…Posto che Stramaccioni ha molte attenuanti, tra le quali ci sono gli infortuni, per lui c’è un solo grande rammarico. Aver dovuto cambiare modulo, ritornando dalla difesa a 3 a quella a 4, per l’assenza forzata di Walter Samuel. Con il passaggio a 3 l’Inter aveva trovato una sua quadratura ed un equilibrio tale da permettere al mister di poter effettuare delle scelte importanti. Ora come ora, c’è molta confusione e in tanti stanno facendo fatica ad emergere.E’ ancora in forma? Perché in tanti dicono che soprattutto a centrocampo servirebbe una mezzala con la sua personalità e la sua classe, in grado di dare del tu alla palla.(Ride ndr) Ovviamente qualco-sa alla squadra manca, è sotto gli occhi di tutti, ma non credo che

il problema sia principalmente a centrocampo. Manca equilibrio, e i calciatori fanno fatica ad aiutarsi nella costruzione della manovra. A me piace Kovacic, io già da questa partita gli affiderei il centrocampo e costruirei una squadra attorno a lui e alle sue giocate. Secondo me farà benissimo all’Inter.Che ricordo ha della sua espe-rienza al Tottenham e dove può arrivare questa squadra?Del Tottenham ho un ricordo fan-tastico. È una squadra molto sim-patica in cui mi è piaciuto molto giocare. Il primo anno con gol e assist ci siamo salvati tranquilla-mente e ho anche conquistato l’af-fetto dei tifosi. L’anno successivo, con il cambio di allenatore, sono passato direttamente dalla tito-larità alla tribuna. Al mister non piaceva che dovessi fare un’ora e mezza di macchina ogni giorno per andare ad allenarmi ed è finita li. Ho comunque un bel ricordo e oggi credo che il Tottenham possa giocarsela alla pari con quasi tutte le grandi d’Europa. E’ una signora squadra.

Il Personaggio del Tottenham: Scott Parker di Alessandra Caronni

L’OSPITEIl mastino che non molla maiScott Parker ha debutta-to contro il Bury, e con la maglia del Charlton, il 23 agosto 1997. Era una gara di Football League Championship. Due mesi dopo ha firmato un contratto professio-nistico con il Charlton Athletic, entrando così in prima squadra. Nelle stagioni seguenti, a cau-sa della sua giovane età e della concorrenza di-lagante, non riesce a col-lezionare molte presen-ze. Nel 2000, quando il Charlton era in FA Pre-mier League, viene pre-stato al Norwich City per permettergli di mettersi in luce. Spesso sul punto di lasciare il Charlton, il 30 gennaio 2004 è passa-to al Chelsea per 10 mi-lioni di sterline. Inizial-

mente considerato come un’alternativa a Makélélé e Lampard, viene con-vocato in Nazionale per la partita contro la Svezia. Al termine del-la stagione 2003-2004 è stato nominato Giova-ne dell’anno della PFA (miglior giovane del campionato). Dopo gli arrivi estivi di Robben e Tiago, e un infortunio notevole, Parker termi-na la stagione seguen-te con sole 4 presenze tra i blues. Il 15 giugno 2005 passa al Newcastle United per 6,5 milioni di sterline. Nel marzo dell’anno seguente gli viene diagnosticata una mononucleosi infettiva. La sua stagione è finita. Ma il 14 luglio del 2006 viene nominato capitano

da Glenn Roeder. Il suo primo gol da capitano arriva il 19 agosto con-tro il Wigan. Dopo una lunga assenza, viene ri-chiamato in nazionale il 29 settembre. Nel giugno del 2007, il West Ham United annuncia il suo ingaggio per 7 milioni di sterline. Ma a causa di un nuovo infortunio riesce a debuttare con la sua nuova maglia solo il 26 settembre 2007. Il 31 agosto del 2011 viene acquistato dal Totten-ham per 5,5 milioni di sterline. La sua stagione a Londra è di alto livel-lo. Parker con le sue 29 presenze in Premier (di cui 28 da titolare) e con le sue ottime prestazioni contribuisce alla conqui-sta del quarto posto.

Nel match di andata l’Inter, con valore bio medio di 5.95, umiliata e presa a pallonate dal ritmo in-diavolato imposto dal Tottenham, con 6.06 v.m. bio, che ha dimo-strato lo straordinario momento di forma comandando il gioco a suo piacimento, ha palesemente manifestato una inferiorità qua-si smaccata ed a tratti persino rassegnata per incapacità di rea-zione. Speriamo che a San Siro i

Miracolo a San Sironerazzurri, sorretti oltre che dal proprio pubblico anche da bio-ritmi positivi 6.04, si ricorderan-no di essere ancora una squadra blasonata e quindi di reagire conseguentemente per contra-stare lo strapotere del Tottenham approfittando anche dell’assenza del suo fuoriclasse Gareth Bale. Dalla lettura della biosituazione (energia fisica, concentrazione ed entusiasmo, energia intellettiva e visione del gioco), dei giocatori delle due squadre che presumi-bilmente scenderanno in cam-

po a San Siro, emerge lo stato di benessere psicofisico delle due contendenti pressoché simile: In-ter 6.04 contro Tottenham 6.04. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei vari atleti si nota che la formazione inglese con 6.13 risulterà molto più toni-ca e in grado di dare, ancora una volta, una dimostrazione di supe-riorità fisica eccellente contro un 6.07 dei nerazzurri che, però, po-trebbero difendersi ed aggredire a loro volta: Handanovic, Chivu e Cambiasso 6.49, Ranocchia 6.44,

Pereira 6.32, Cassano, Schelotto e Guarin 6.26 contro Adebayor 6.50, Defoe 6.47, il portiere Fri-edel 6.44, Vertonghen 6.37, Si-gurdsson 6.32, Sandro, Holtby e Assou-Ekotto 6.26. Dal punto di vista della creatività e della auto-stima i bioritmi favoriscono leg-germente i padroni di casa con 5.99 contro 5.96 degli inglesi. Ciò potrebbe consentire ai nerazzurri di avere maggior entusiasmo ri-spetto alla precedente partita gio-cata senza nessuna convinzione: Guarin 6.39, Cassano, Stankovic e Chivu 6.31, Ranocchia e Alva-rez 6.22, Zanetti 6.11 contro Live-

more e Holtby 6.45, Walker 6.39, Dawson e Naughton 6.11. Dal punto di vista intellettivo e intu-itivo la squadra di Strama risulta avvantaggiata con 6.11 rispetto alla formazione guidata da An-drè Villas Boas con 5.96. Ciò po-

trebbe aiutare l’Inter a smentire il pronostico più diffuso: Palacio 6.50 (ha tutte le condizioni per ri-svegliarsi), Zanetti e Handanovic 6.49 (per loro compiere qualche “miracolo” è all’ordine del gior-no), Gargano 6.48 (grande lucidi-tà e forte intuizione), Chivu 6.31 (con una triade di valori positi-vi, 6.50 di intuizione personale), contro Sigurdsson 6.50 (forma ot-tima), Livemore 6.23 (concentra-zione intuitiva 6.50), Walker 6.47 (triade altamente positiva con 6.31 di intuizione naturale). Par-tita con una grande componente emotiva da seguire sino alla fine.

Una sfida al limite del possibile, un’impresa epica, di quelle che si raccontano ai nipotini davanti al camino. Servono tre gol all’Inter per cancellare il match di White Hart Lane e riprendere il Tottenham, quattro per acce-dere ai quarti di finale di Europa League. In entrambi i casi senza subirne alcuno. Stra-maccioni ci crede, punta sull’orgoglio, i nu-meri però non lasciano spazio all’ottimismo: i nerazzurri prendono gol da quattro partite consecutive, mentre gli Spurs hanno sempre segnato nelle ultime undici, tra Campiona-to, FA Cup ed Europa League. E non è fini-ta qui. Il Tottenham non ha subito gol nelle ultime quattro gare contro squadre italiane (tre sfide, prima del successo per 3-0 contro l’Inter, sono terminate 0-0) ed è imbattuto in Europa da cinque trasferte: successo esterno per 4-0 contro lo Shamrock Rovers lo scorso dicembre e quattro pareggi in questa stagio-ne. Nuvole di tempesta si addensano all’o-rizzonte, il match di San Siro non promette nulla di buono. Nonostante la sconfitta di Anfield contro il Liverpool, nell’ultimo tur-no di Premier League, il Tottenham sta deci-samente meglio dell’Inter e in questo finale di stagione ha la forza per centrare tutti gli obiettivi prefissati. Il terzo posto in campio-nato, che vorrebbe dire qualificazione diretta alla prossima Champions League, e la finale di Europa League, in programma il 15 mag-gio all’Amsterdam Arena. La sfida di Milano sembra avere un copione già scritto, anche

Tottenham special onedi Federico Zanon

senza l’attore più atteso. Non ci sarà infatti Gareth Bale, ammonito per simulazione a Londra e squalificato per il match si ritorno. Il gallese quest’anno è stato l’uomo in più de-gli Spurs con 24 gol, 7 dei quali nelle ultime 9 partite, tanto da meritarsi il paragone con Cristiano Ronaldo e l’interesse concreto di Real Madrid e Paris Saint-Germain, secondo radio mercato pronto ad investire 50 milioni di sterline per portarlo in Francia. I tifosi dell’Inter non rivivranno l’incubo della tri-pletta dell’ottobre 2010, il Tottenham ha però dimostrato di avere altre frecce nell’arco per fare male. Defoe, Dempsey oltre che Len-non e Sigurdsson, giocatori seguiti dagli uo-mini mercato nerazzurri, senza dimenticare André Villas Boas, assistente poco rumoroso di Mourinho all’Inter nella stagione 2008-2009, vero artefice della grande stagione degli Spurs. Il (costoso) fallimento al Chel-sea non ha fermato l’ascesa dell’allenatore portoghese, tornato ad essere decisivo come ai tempi del Porto, con un gioco vincente e convincente. Dopo aver conquistato il nord di Londra, roccaforte da anni dei rivali stori-ci dell’Arsenal, AVB vuole chiudere la stagio-ne con un trofeo. Quell’Europa League di cui ha scritto la storia, nel 2010-2011. Di fronte ritroverà il quasi coetaneo Stramaccioni, un becoming Mourinho, a differenza sua, anco-ra troppo poco Special.

Giovedì 14 Marzo 2013 5

di Sandro Mazzola

IL BAFFO

Ragazzi, proprio non ci siamo. Nel giorno in cui il Napoli perde a Verona col Chievo, la Lazio le becca in casa dalla Fiorentina e la Juventus fa fatica a battere il Ca-tania, l’Inter cosa fa? Perde, sen-za alcuna giustificazione, a San Siro col Bologna e getta al vento un’occasione veramente unica per risalire la corrente e collocarsi in zona Champions a sole tre lun-ghezze dal Napoli. C’è davvero da mettersi le mani nei capelli anche perchè stasera, contro il Tottenham, per i nerazzurri, col morale sotto i tacchi per il nuo-vo passo falso, sarà dura se non durissima riuscire a strappare un

Inter fuori la grintaStrama però deve restare

risultato positivo da questa sfida. E› vero che il passaggio del tur-no in Europa League ce lo siamo già giocati la scorsa settimana a Londra incassando tre incredibili gol, però è pure vero che nel cal-cio non bisogna mai arrendersi finché la matematica non ti con-danna. Con gli inglesi è sempre stata dura. Se giochi una partita alla camomilla ti castigano subi-to. A Londra è andata così. Trop-pe distrazioni in difesa quando il Tottenham entrava in area. E alla fine siamo stati puniti. Non po-teva finire altrimenti. Le squadre

britanniche, per tradizione, sono sempre state avversarie ostiche per noi, tuttavia qualche volta sia-mo riusciti a capovolgere il pro-nostico battendole alla grande. Personalmente ho qualche buon ricordo di queste sfide. Col Liver-pool, negli anni Sessanta, in Cop-pa Campioni,l›Inter aveva becca-to tre gol nella gara d›andata. Noi per fortuna riuscimmo a realiz-zare la rete della bandiera e nel ritorno, a San Siro, fu un trionfo perchè si vinse 3-0, con Peirò sca-tenato. Lo spagnolo, dopo pochi minuti, strappò con furbizia il

pallone dalle mani del portiere inglese e appoggiò la palla in rete riaprendo la partita. Quel gol fu un›autentica iniezione di fiducia per tutti. L’Inter, alla fine, passò il turno. Ma si trattò veramente di un miracolo perchè nessu-

no avrebbe scommesso una lira dopo il 3-1 dell’andata. Qualcuno sostiene che dopo la debacle col Bologna Stramaccioni dovrebbe fare le valige. Io dico di no. Gol-pe degli argentini? Conosco bene

Zanetti e Cambiasso, e non credo che ci siano in atto congiure suda-mericane per far licenziare il mi-ster. E poi, chi potrebbe prendere il suo posto? Un nuovo allenatore deve ricominciare tutto da zero, Strama invece, conoscendo bene i giocatori, sa perfettamente quale è la situazione. Io dico che va la-sciato in pace. Facciamolo lavora-re tranquillo. Poi, a fine stagione, tireremo le somme. Per quanto concerne il Milan non so proprio cosa dire. Col Barcellona è stata una scoppola tremenda. Il Milan al Camp Nou ha fatto il Barcello-na di San Siro.

Esteban Cambiasso

Quella contro il Tottenham è una partita da dentro o fuori: Stra-maccioni al termine della gara di questa sera saprà se nella prossi-ma stagione sarà ancora l’allena-tore dell’Inter. Questo non dipen-derà dalla qualificazione (ormai compromessa) ma dall’approc-cio alla gara, da come la squa-dra starà in campo. A Londra la prestazione è stata sconcertante e l’alibi delle numerose assenze, a cui troppo spesso si fa appello, è crollato di fronte all’atteggia-mento e agli errori imperdonabili

che hanno spianato la strada agli inglesi di Villas Boas (sì, proprio lui, l’assistente di Mourinho). E domenica sera, contro il Bologna, si è vista una squadra sfilacciata, divisa in due tronconi, senza una idea. Le ultime due partite non fanno insomma presagire nulla di positivo. Chi scrive non fa par-te della categoria dei sostenitori della tattica prima di tutto (anche dei campioni, per intenderci): da sempre però nel calcio occorre avere una minima organizzazione di gioco e per conseguirla è ne-

cessario schierare gli uomini nel loro ruolo. E ultimamente all’In-ter succede raramente. Uno degli equivoci è Guarin, giocatore uni-co, che però diventa prevedibile e “normale” in una posizione che non fa parte del suo Dna. Se poi nel giro di qualche anno in difesa si passa da Lucio a Silvestre, sulla destra da Figo e Maicon a Sche-lotto, se a centrocampo il testi-mone di Motta viene dato a Gar-gano e in avanti al posto di Eto’o potrebbe giocare Rocchi… beh, non c’è da stupirsi dei risultati

Ultima spiaggia per Stramaccionideludenti. La rifondazione neraz-zurra deve partire dai pochi punti di forza della squadra che oltre ai 2 “inossidabili” (Zanetti e Stanko-vic) sono Handanovic, Juan Jesus, Kovacic, Guarin, Palacio e Ra-nocchia. Poi bisogna scegliere tra chi è da Inter e chi non lo è. Con un accorgimento: la “centratura” tra senatori e giovani deve essere a favore di questi ultimi (se di va-lore) senza avere paura o timore.

di Paolo Pirovano

di Luigi SadaIL FANTAMERCATO

Villas Boas all’InterStrama al Tottenham

Il Real Madrid insiste. Vuole An-tonio Conte sulla panchina delle Merengues nella prossima sta-gione. Josè Mourinho, è un dato ormai scontato, a fine stagione saluterà la Spagna accasandosi al Paris Saint Germain dove gli han-no fatto ponti d›oro pur di averlo alla guida della squadra. «Il Psg deve diventare la prima forza in Europa», scrivono a grandi lette-re i giornali francesi, tirando uno schiaffo in faccia alle big del Vec-

chio Continente, Man-chester United, City, Barcellona e allo stesso Real. E il mister por-toghese è soddisfatto, indipendentemente da

quello che riuscirà a combinare in Champions League dopo aver fatto fuori Rooney e compagni all›Old Trafford. Josè Mourinho è in pratica il primo tassello del blocco vincente che Leonardo vuol costruire all›ombra della Torre Eiffel dopo la parentesi di Carletto Ancelotti, i vari Ibra, Pastore, Verratti, Lavezzi ecc... Ancelotti pare abbia già pronte le valige per raggiungere Barcello-na dove lo aspetta Messi. L’Inter,

intanto, dopo il doppio capitom-bolo col Tottenham e il Bologna, sembra guardare al futuro andan-do alla ricerca di un nuovo mister

che possa sostituire Stramaccioni nella prossima stagione. Il buon Andrea, si sa, è un pupillo di Mo-ratti, però troppa gente in questo momento vuole lo scalpo del tec-nico romano per poter cambiare registro. Il guaio è che nessuno si accorge che tutti i mali dell›Inter, o quasi, non sono dovuti a Stra-ma, bensì dalla struttura tecnica di base dell’organico nerazzurro, decisamente sotto tono rispetto a qualche anno fa. L’allenatore, di conseguenza,fa quello che può. L’idea del dopo Strama nasce comunque in Inghilterra. Viene esattamente da Londra dove il vituperato Villas Boas, alla gui-da del Tottenham, sta portando avanti alla grande in Premier e in Europa League, un grande progetto con Bale e compagni. Conclusione, se l’Inter riuscisse a strappare Bale alla concorren-za, insieme al gallese potrebbe approdare a Milano pure Villas Boas, mister chi piace parecchio ai tifosi della Beneamata, forse anche per la somiglianza fisica a Strama. E, udite, udite, Stramac-cioni, dal canto suo, potrebbe in-vece sedersi sulla panchina degli Spurs dove sembra sia già ama-to dai fan londinesi malgrado i precedenti di Coppa. Nel mirino dell’Inter, oltre alla coppia targa-ta Tottenham, dopo averlo visto all’opera domenica scorsa a San Siro, c’è Diamanti il gioiellino di Pioli. Diamanti non è più un ra-gazzino di primo pelo ma il suo sogno è sempre stato quello di indossare i colori di una grande squadra. Le porte dell’Inter sono aperte, anche se l›arrivo del fan-tasista rossoblu costerà all›Inter qualche cessione eccellente. In primis Cassano, ormai al divorzio a fine giugno dopo la litigata con Stramaccioni.

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Serata con tuoni e fulmini quella di oggi in Europa League. Il Tot-tenham scende a San Siro, contro l’Inter in crisi profonda, con i ta-sca metà del biglietto per il pas-saggio del turno mentre la Lazio, al contrario dei nerazzurri, seppure a porte chiuse, affronterà all’Olimpico lo Stoccarda con la garanzia del punteggio dell’andata fissato a 0-2 grazie ai gol di Enerson e del giovane Onazi. Per l’Inter disastrosa di Londra e Milano (col Bologna) è un discorso difficilissimo, gli inglesi, pur perdenti per 3-2 col Liverpool in campionato, sono in buona forma e hanno capito quali sono i punti deboli dell’avversaria. Villas Boas non è un mago ma sa benissimo come colpire l’Inter al momento giusto. Tre gol di scarto sono poi sinonimo di una certa tranquillità tanto più analizzando a fondo lo stato psicofisico della squadra nerazzurra reduce da due sconfitte pesanti e consecutive. Per quanto concerne la Lazio il pericolo dovrebbe arrivare solo dalla mancata concentra- zione per l’as-senza del pubblico alla quale va aggiunto il passo falso casalingo di domenica sera con la Fioren-tina, ma la squa- dra partirà galvanizzata dalla prima vittoria nella sua storia in G e r m a n i a . Petkovic sa il fatto suo. Negli al-tri impegni odierni, il Chelsea do-vrà cercare di rime- d i a r e alla sconfitta incas-sata a Bucarest con la Ste-aua, per gli inglesi non d o v r e b -be essere difficile recuperare allo Stamford Bridge. Lo Zenit di Spalletti a San Pietroburgo, invece, proverà a rimontare lo svantaggio di due gol di scarto subito a Basilea nel match di sette giorni fa. Difficile invece il passaggio del turno per l’Anzhi di Eto’o fermato sullo 0-0 a Mosca dal Newcastle e quello del Levante che andrà in Russia a Kazan contro il Rubin forte del pareggio di Valencia. Il Bordeaux proverà, da parte sua, in casa propria, a recuperare il gol di svantaggio col Ben-fica e il Plzen in Turchia cercherà di raddrizzare la situazione provando a recuperare lo 0-1 incassato dai turchi del Fener-bahce in Repubblica Ceca.

In attesa del miracolodi Severa Bisceglia

EUROPA LEAGUE

Giovedì 14 Marzo 20136amarcord di Severa Bisceglia

Non poteva mancare un tuffo nel passato anche in occasione di una partita così delicata per i colori nerazzurri. Il centrocampista Ni-cola Berti, ancora nel cuore dei tifosi per il suo attaccamento alla maglia, dall’infaticabile corsa e lo spiccato senso del gol, è stato uno dei protagonisti dello scudetto nel campionato 1988-1989. All’Inter arriverà, dalla Fiorentina, per 7,2 miliardi di lire nel 1998 e indos-serà i colori nerazzurri per dieci anni segnando 29 reti in 229 pre-senze. Con la Beneamata vincerà, oltre allo scudetto, una Supercop-pa italiana e tre Coppa UEFA. Il campionato 98-99 lo giocherà proprio con la maglia del Totten-ham e, con tre reti in 21 presenze, con gli inglesi vincerà anche una Coppa di Lega inglese. Nicola Berti lascerà il calcio giocato nel

Arrivano a San Siro i terribili ra-gazzi di Londra, che solo una set-timana fa, senza troppi sforzi, si sono aggiudicati il primo round degli ottavi di finale della Cop-pa Europea a discapito dell’Inter, quanto mai arrendevole e suicida. Non si aspettavano, i rivali storici dell’Arsenal, di trovarsi di fronte una squadra gracile in ogni repar-to, tanto da rifilarle ben due ‘pap-pine’ nella prima mezz’ora di gio-co. Gli Spurs scenderanno in cam-po competitivi come sempre e non avvertiranno più di tanto l’assenza del gigante Bale. I tre gol segnati a Londra li mettono a riparo da sor-prese contro una squadra in piena difficoltà di risultato. “Sapremo approfittare di questo momento di

Tottenham all’arrembaggiodebolezza dei nerazzurri, - affer-ma il mister Villas Boas - perché ci siamo dimostrati molto più forti dell’Inter. Direi una grossa scioc-chezza se affermassi di avere paura dell’Inter che, mancandole anche tanti uomini, non può scendere in campo in grado di ribaltare il 3 a 0 dell’andata. Se avesse fatto un gol, avremmo avuto di che preoccupar-ci, perché nel passato, un’altra Inter fece fuori il Liverpool, con una ri-monta incredibile. Comunque, noi, non siamo venuti a Milano a fare una gita domenicale, ma per affer-mare la nostra superiorità. Oddio, di miracoli a Milano ce ne sono stati, ma questo sarebbe troppo dif-ficile da realizzarsi. Comunque i miei uomini daranno il massimo

per evitare brutte sorprese”. In at-tesa delle luci che si spengono a San Siro, perché il miracolo è av-venuto, valutiamo le voci che vor-

rebbero proprio Villas Boas a capo della cordata nerazzurra. Lo stesso mister esclude ogni probabilità, sta bene al Tottenham e ringrazia

2000 dopo l’esperienza in Spagna e l’anno successivo in Australia. Paolo Tramezzani, difensore cresciuto nelle giovanili dell’Inter, viene ceduto in prestito a squadre che militano nelle serie inferiori vestendo le maglie di Prato, La-nerossi Vicenza e Cosenza. Rien-trerà all’Inter dal ’92 al ’94 per un totale di 26 e vincerà in nerazzur-ro la Coppa UEFA nella stagio-ne 93-94. Dopo varie esperienze con il Venezia, il Cesena e il Pia-cenza approderà in Inghilterra dove vestirà la maglia del Tot-tenham in sei partite giocate dal 1998 al 2000. Il tedesco Jürgen Klinsmann, di ruolo attaccante, firmò un contratto di tre anni con l’Inter di Trapattoni, dal 1989 al 1992, per 3,2 miliardi di lire for-mando, con Lothar Matthäus  e Andreas Brehme il trio tedesco. Con i nerazzurri, in 123 presen-ze e 40 gol, vincerà 1 Supercoppa italiana e 1 Coppa UEFA. Nella stagione 94-95 indosserà i colo-ri del Tottenham con non poche critiche dei fan e della stampa tedesca. Dopo il gol segnato di

Nicola Berti

Nicola Berti

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testa nel debutto, contro lo Shef-field Wednesday, festeggiò in modo plateale e un giornalista del “Guardian”, che anni prima in occasione dell’eliminazione dell’Inghilterra ai Mondiali pro-prio per opera del tedesco aveva scritto un articolo intitolato “Per-ché odio Klinsmann” scrisse un altro articolo intitolato “Perché amo Klinsmann”. In Inghilterra segnerà 21 reti in 41 partite e vin-cerà il trofeo di migliore giocato-re dell’anno. Il club Hotspur l’ha molto amato dedicandogli una statua al museo delle cere Mada-

Jürgen Klinsmann

Jürgen Klinsmann

me Tussaud. Il francese Stéphane Dalmat, ha giocato nel giro di pochi anni in quattro campiona-ti europei diversi. All’Inter arriva nel 2001 dal PSG e fino al 2004, con la maglia numero 18 segnerà 4 reti in 66 presenze. Il debutto in Serie A è contro il Bari il 28 gennaio 2001 e l’ultima, invece, sarà contro il Perugia il 24 mag-gio 2004. Chiusa l’esperienza in nerazzurro giocherà, la stagione successiva, con il Tottenham se-gnando 3 reti in 22 partite gio-

cate. L’irlandese Robert David Keane, di ruolo attaccante, viene acquistato dall’Inter, proveniente

dal Coventry City, per la stagione 2000-2001 per 10 miliardi di lire firmando un contratto di cinque anni per 3 miliardi a stagione, ma con poca fortuna, in campionato conterà solo 6 presenze a reti in-violate. Il nuovo allenatore Marco Tardelli, arrivato in sostituzione dell’esonero Marcello Lippi, non ha creduto in lui considerandolo praticamente una riserva prefe-rendo Alvaro Recoba. Nel dicem-bre successivo Keane farà le vali-ge. Dal 2002 al 2008 giocherà per il Tottenham segnando 80 reti in campionato nelle 197 partite gio-cate vincendo anche una Coppa di Lega inglese.

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Robert David Keane

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il patron nerazzurro per la stima dichiarata. Tanta euforia, in pas-sato, ha giocato brutti scherzi, una su tutte il Milan contro il Liver-

pool e come ama dire Trapattoni: “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Il pallone è rotondo e tutto può accadere, questa è la speranza dei tifosi interisti. I tifosi inglesi, invece, sono pronti a conquista-re Milano, ci auguriamo in modo pacifico, consapevoli che il pro-nostico è dalla loro parte. Anche Daniel Levi, patron degli Spurs, seppur con la dovuta cautela, ri-tiene i giochi già fatti mettendo in preventivo anche i rischi che il Tottenham dovrà correre per ge-stire i 90’: “Rendiamo merito alla grande Inter e alla Società, ma nel-le competizioni vince solo uno dei contendenti, ed in questo caso sarà il Tottenham che avrà saputo tene-re fede al motto ‘to dare is to do”.

di Giovanni Labanca

Giovedì 14 Marzo 2013 7

Champions - Europa League - Serie A TIMsu MAXI schermo - diretta PREMIUM

di Giovanni Labanca

I CLUB

Uno dei più importanti ed attivi Inter Club del Centro Coordina-mento della Campania è quello di Ottaviano, alle pendici del Vesu-vio, diretto da Mariano Visione. Sarà la vicinanza al vulcano a ren-dere questo Club una fucina di iniziative non solo di carattere lu-dico-sportivo, ma si pone in pri-missimo piano, soprattutto, con l’organizzazione almeno una volta all’anno di sedute socio sanitarie, in collaborazione con gli Enti lo-

Inter Club Ottavianocali. Si è cominciato con la dona-zione del sangue che ha visto tanti soci donare il prezioso oro rosso in segno di maturata consapevo-lezza di aiutare il prossimo. La sezione dell’Avis di Casalnuovo, con Gennaro Capasso, Francesco D’Angelo, Luigi Pirozzi e il Dott. Antonio Arena, ha dato vita alla II° Giornata Raccolta Sangue, in attuazione del progetto “Dona il tuo sangue, fa bene a te, fa bene a tutti”. 24 sono stati i donatori che, con il loro gesto d’amore, hanno nobilitato la cittadina, presso la quale è stata fatta una specifica campagna di persuasione verso un problema di grande impor-tanza socio sanitaria, alla quale, ogni anno, rispondono tanti soci

dell’Inter Club. Altra bella mani-festazione è stata organizzata du-rante la recente Festa della Don-na, sempre nei locali del Club per parlare della prevenzione dei tumori della tiroide. Difatti, per ricordare più compiutamente la ricorrenza della festa della don-na, è stata dedicata una mattinata di prevenzione dei tumori tiroi-dei con esami ecografici gratuiti. Hanno accettato lo speciale dono, eseguito dai volontari di U.Ma.Na. Onlus, 33 signore nerazzur-re. Ovviamente il più soddisfat-to è stato il presidente Mariano Visone: “Il nostro Club si è posto da tempo anche il problema del-la prevenzione delle malattie che hanno colpito duramente qual-

cuno dei nostri. Così, per venire incontro alla nostra popolazione, in accordo con le autorità sanita-rie di Ottaviano, abbiamo defini-to questi due appuntamenti legati alla donazione e prevenzione, ben accetti da tutti, compresi gli amici non interisti. Per noi di Ottaviano è un segnale di grande civiltà di-mostrata da una popolazione un po’ reticente verso la prevenzione in genere”. Questo vi “distrae”, si fa per dire, dai problemi dell’Inter che non se la passa bene. L’Inter Club Ottaviano come gestisce questa situazione e, oltre alla solita spe-ranza, cosa propone?“Stiamo soffrendo molto e non sappiamo cosa fare e dire. Io co-

mincerei da una trasfusione di buon sangue e prenderei anche un bel frustino per far cammi-nare questi ronzini come si deve. C’è poco da proporre, Moratti sa quello che fa ma gli altri non fanno il proprio dovere fino in fondo. Sono certo che in questi

giorni qualcosa succederà a livel-lo societario. Non possiamo patire più di tanto e, anche se cambiereb-be poco, forse uno scossone, una sferzata di nuova fiducia bisogna metterli in previsioni”.Più chiaro di così!

Giunge da Tokio, per bocca di Norihito Goto, presidente dell’IC Giappone, un grido di dolore e grande dispiacere per la situazione in cui versa Diego Milito. “Guar-dando le ultime partite sentiva-mo la grande mancanza di Milito. Anche qui in Giappone ci sono tanti Interisti che aspettano Mi-lito. Dopo la visione della partita dell’Inter in tv, tutti concordi ab-biamo deciso di fare una foto per augurargli una pronta guarigione e per fargli sapere che stiamo aspet-tando il suo ritorno in campo. An-che noi Interisti giapponesi non vediamo l’ora di gioire nuovamente per le sue prodezze. Forza Diego!”

Inter Club Tokio Gli ospiti della Società

Giovedì 14 Marzo 20138

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Messi, ancora lui. Sfida di Cham-pions dell’altra sera del Nou Camp col Milan a parte, il fuoriclasse argentino del Barca, in Liga, con-tinua a stupire (si fa per dire) col-lezionando un record dopo l’al-tro. L’ultimo in ordine di tempo riguarda le segnature a raffica in campionato. Messi ha infatti cen-trato un altro bersaglio realizzan-do il diciassettesimo gol consecu-tivo in Liga superando il primato del polacco, nato in Germania, Teodor Peterek che durava da

Messi, solo Messiben 75 anni. Peterek, con la maglia del Ruch Chor-zow, era andato a segno

per sedici volte di fila nella Prima Divisione polacca del 1938, un anno esatto prima dell’invasione tedesca che diede il via alla Se-conda Guerra Mondiale. Messi in Liga, tanto per cambiare, ha poi stabilito un altro record, quello legato alla realizzazione di 40 gol in 27 giornate. L’ultima prodezza personale riguarda il match di campionato vinto dal Barcellona col Deportivo La Coruna qualche giorno fa. Al Pallone d’oro prova rispondergli CR7, cioè Cristiano

Ronaldo. Il portoghese ha rifila-to a Javi Varas, portiere del Celta Vigo, due gol fantastici portando a 25 reti il bottino personale. Il successo del Real sul Deportivo è servito alla squadra di Mourinho per superare in classifica i cugini dell›Atletico Madrid, battuti cla-morosamente al Calderon per 0-1 dai baschi della Real Societad. Il distacco delle Merengues dal Bar-ca è ora di tredici punti. In Ligue 1 rialza la testa il Psg che con fatica supera in rimonta il Nancy grazie a una doppietta di Ibra mentre Lione e Marsiglia, nello scontro diretto per la zona Champions,

non si fanno male pareggiando 0-0. I parigini adesso hanno quat-tro lunghezze di vantaggio sul Lione, sette sul Marsiglia. Torna a vincere, intanto, il Nizza che bat-te il Montpellier 2-0 collocandosi al quarto posto insieme al Saint Etienne, in pratica un gradino più sopra al Lille e al già citato Montpellier. In coda sussulto del Troyes bravo nel superare nel-lo scontro salvezza il Reims per 4-2. In Inghilterra tiene banco la Facup, con il Chelsea di Benitez in rimonta con lo United dallo 0-2 al 2-2. Aprono Hernandez e Rooney chiudono Hazard e Ra-

mires davanti a 80mila spettato-ri. Ci vorrà il replay. In Premier League, il Tottenham, avversario stasera dell’Inter, perde 3-2 a Li-verpool dove per i Reds va a se-gno l’ex nerazzurro Coutinho. In-fine, la Bundesliga dove il Bayern Monaco ormai non ha più avver-

sari, dal momento che Borussia Dortmund e Leverkusen, coppia inseguitrice, hanno ben 20 pun-ti da recuperare in classifica. Lo Stoccarda, avversario della Lazio, è battuto in casa dall›Amburgo. Un buon segnale per la squadra di Petkovic.

Lionel Messi

di Laura Tangari

I CAMPIONATIESTERI

I sogni muoiono all’alba. Pardon, muoiono di sera. Una serata da incubo quella che ha trascorso il Milan martedì al Camp Nou. Si potrebbe scrivere a caratteri cubi-tali: “Messi stende il Milan”. Messi conquista un nuovo record supe-rando in Champions, a quota 58 reti, il primato di Van Nistelrooy. Ma dopo tutto quello che ha fatto l’argentino in questi anni sembra quasi inutile sprecare altro in-chiostro per segnalare l’ennesima Super prestazione fornita a suon di gol, e giocate, anche in questa

circostanza davanti a un pub-blico entusiasta. Tutto secondo copione, dunque. La remuntada c’è stata, eccome. Il Barca ha fatto quello che voleva per l’intera gara e si è intascato la qualificazione rischiando poco e niente. Il Mi-lan del Camp Nou sembrava lo spento Barcellona di San Siro e il risultato, capovolgendo gli eventi, non ha potuto essere altro che la vittoria tonda della squadra di Vi-lanova. Un poker, però, diciamo la verità, non se l’aspettava nes-suno, specialmente dopo il 2-0 si-glato dai rossoneri a San Siro due settimane fa. E qui, prendendo per buono il risultato casalingo dell’andata, viene da pensare che il Barca, in quell’occasione, abbia fatto un piccolo favore al Cavalie-re per fargli guadagnare qualche punto in più in prospettiva delle elezioni politiche del 24 febbraio scorso. Il Milan ha ringraziato gli

spagnoli. E nel ritorno del Camp Nou dell’altra sera, il Diavolo ha fatto la sua parte spalancando le porte al successo dei blaugrana. Fantacalcio? Può essere. Ma da-vanti a due prestazioni comple-tamente diverse i dubbi vengono, anche se la verità, soprattutto in questa occasione, non verrà mai a galla. Insomma, io faccio un favore a te, tu lo fai a me. Ap-punto, prendendo quattro pere. E pensare che il Milan sullo 0-3, con un po’ più di determinazio-ne, avrebbe potuto segnare alme-no una rete che sarebbe costata però agli spagnoli l’eliminazione dalla coppa. In sintesi, il Milan è fuori e adesso dovrà puntare solo al campionato, dove domina la Juve. Bravo e fortunato invece il Galatasaray di Drogba che si gua-dagna in Germania l’accesso ai quarti superando lo Schalke per 2-3 dopo il pareggio di Istanbul.

di Luigi Sada

LA CHAMPIONS

Milan, addio alle armi

Giovedì 14 Marzo 2013 9

di Debora Cheli

L’HOCKEYSU GHIACCIO

Archiviata definitivamente la stagione in corso, l’Hockey Mila-no Rossoblu si gode un meritato periodo di pausa. Nonostante l’eliminazione a gara 6 dei quar-ti di finale dei playoff, i rossoblu possono fare un bilancio relativa-mente positivo del campionato, considerando il salto di categoria che ha pesato sulle prestazioni di molti giocatori. Senza contare le comprensibili difficoltà organiz-zative nella gestione del team. Chi ha pagato di più in questi termini è stato senza dubbio l’ex allenato-re Massimo Da Rin, il quale non è riuscito ad imporre prestazioni

La bilancia pesa il MilanoLa stagione dei rossoblu risulta positiva, nonostante i flop di alcuni stranieri

più costanti ai suoi. L’insicurezza sul ghiaccio si è tradotta poi in un super lavoro per il portiere Raycroft, provato dai quasi tre-mila minuti di gioco totalizzati da inizio campionato. Troppi match, anche quelli meno importanti, caricati sulle sue spalle, pochissi-mo spazio dato al back-up Della Bella, che ha ritrovato un po’ di gioco solo dopo l’arrivo di Insam. Ormai giunti nella fase due della stagione, l’attuale coach rossoblu non ha potuto fare a meno di im-piegare il goalie titolare negli in-contri decisivi. Tante sono state le delusioni sul

fronte stranieri. I nomi su cui la formazione meneghina puntava (Ryan e Schultz in attacco, Degon nelle retrovie) si sono rivelati in-consistenti. Molto meglio invece l’acquisto di Kinasewich, che in 30 partite ha segnato 20 gol: se l’attaccante sarà confermato e ri-peterà almeno in parte l’ottimo debutto in maglia rossoblu, po-trebbe diventare uno dei pilastri del Milano In stand-by gli altri neo acquisti Knackstedt, molto tecnico ma non al top della con-dizione fisica, ed Esposito, subito infortunato al ginocchio. Bene invece Snopek in difesa e Liffiton,

terzino di sostanza. Per quel che riguarda gli italiani, le prestazio-ni di Lo Presti, Goi e Marcello Borghi in attacco sono andate in crescendo e hanno conquistato il pubblico. In difficoltà Migliore e Ansoldi, Caletti invece è stato protagonista di una stagione di alti e bassi, così come Lutz. Intanto proseguono i playoff e le sorprese non mancano. Il Val Pusteria ha perso due match con-secutivi contro l’Asiago, mentre nella seconda semifinale il Val-pellice ha sconfitto due volte il Cortina portandosi in vantaggio nella serie. Ryan Kinasewich, lo ‘sniper’ del Milano Rossoblu

di Beppe Vigani

IL BASKETTorrone per crescereL’EA7 contro Cremona ha la grande occasione per fare un grande salto in classifica

Milano ora è in piena rincorsa ai primi posti del campionato. La squadra di Sergio Scariolo ha pie-gato al Taliercio l’Umana Venezia, tornando la macchina tritatutto in trasferta. Sabato sera, l’EA7 trasloca a Desio per ospitare la Vanoli Cremona, per l’ottava gior-nata di ritorno del campionato. I cremonesi hanno perso nel po-sticipo serale di domenica scorsa per 87-78, dimostrando di tenere botta a Cantù, che solo nell’ulti-mo quarto ha preso il largo. Nella squadra guidata da Luigi Gresta, sottolineamo la presenza di Luca Vitali, play-guardia, ex di turno (2008-09) che domenica scorsa ha realizzato 22 punti. L’atleta di

San Giorgio ha gran fisico e nei mis-match è fondamentale. Jarri-us Jackson è la guardia che ha il compito anche di fare regia in al-cuni momenti del match. Il gioca-tore di Monroe ha buona velocità, tira con il 48,9% da due e 34,4% da tre. Lance Harris è la guardia-ala che ha una media di 17 pun-ti, con 48,7% da due e 35,7% da tre con ben 4,6 rimbalzi a partita. Hrvoje Peric è l’ala-grande della Vanoli. Il croato di Dubrovnik ha un’ottima mano da due (50,7%) e cattura quasi 5 rimbalzi a partita. Il centro è Andrija Stipanovic, ben 8 rimbalzi catturati a partita e una mano morbidissima da due (65,5%).

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Foto di Savino Paolella 2013

di Marjlja Bisceglia LA FORMULA1

Manca meno di un mese al via del Mondiale 2013. In Qatar a Losail, il 7 aprile, si inizierà a correre sul serio e i protagonisti sembrano già segnati. Su tutte, le Honda sembrano avere una marcia in più, ma i piloti Ya-maha non sembrano mollare la presa. Le prove in Malesia, sul circuito di Sepang, hanno visto, infatti, alternarsi i due favoriti al titolo: Dani Pedrosa e Jor-ge Lorenzo con i compagni di squadra Cal Crutchlow e Valen-tino Rossi che non sono stati a guardare. Vera sorpresa di que-

sto mondiale sembra essere Marc Marquez. Il mondiale

MotoGP 2013 inizierà, come già detto, in Qatar e terminerà il 10 novembre a Valencia Le prove libere sul circuito di Se-pang, che hanno chiuso i test prima dell’esordio stagionale, hanno visto dominare a turno Honda e Yamaha. Nella seconda giornata ha primeggiato Jorge Lorenzo con il miglior crono di 2’00”282 seguito da Pedrosa a 369 millesimi. Il terzo posto l’ha conquistato meritatamente Cal Crutchlow con la Yamaha del Team di Tech3 precedendo Marc Marquez e la Yamaha di

Valentino Rossi, che ha avuto problemi con il nuovo telaio e costretto a correre con i vecchi pezzi, a 783 millesimi dal leader. Dietro a Valentino comunque le due Honda clienti di Batista e Bradl e le due Ducati lontanissi-me dai primi: Dovizioso a 1 se-condo e mezzo e Hayden ancora più distaccato. La prima gior-nata aveva visto, invece, primo Dani Pedrosa, al secondo posto Jorge Lorenzo seguito da Marc Marquez e quarto un sorpren-dente Stefan Bradl. Valentino Rossi sempre quinto con quasi mezzo secondo di distacco e le due Ducati a quasi due secondi.

di Bianca Elton Ara

LA MOTOGP

La sfida calcistica tra Italia e Inghilterra (sia essa tra le Nazionali che tra i club) ha una storia secolare. Dalla gara amichevole del 15 maggio 1933 quando al “Nazionale” di Roma si affrontarono – per la prima volta – gli az-zurri di Giuseppe Meazza (guidati da Vitto-rio Pozzo) che pareggiarono con gli inglesi di Herbert Chapman (famoso per aver intro-dotto la tattica del “sistema”) fino alla vitto-ria agli Europei 2012 (4 a 2 d.c.r) che hanno portato l’Italia di Prandelli alla semifinale contro la Germania. Il cinema e il calcio pos-sono vantare un sodalizio quasi centenario. La prima rappresentazione cinematografica risale al 1911, con il cortometraggio “Harry the footballer”, film muto inglese di Lewin Fitzhamon. Arsenal, Fulham, Manchester, Liverpool sono solo alcune delle squadre in-glesi che sono state protagoniste sul grande schermo e che hanno ispirato numerose ma-jor cinematografiche. “Fulham greatest Barclays Premier Lea-gue goals” (produzione Ilc Media – UK): nel 2001 il sogno del Fulham Football Club – squadra di Mohamed Al Fayed - è diventa-to realtà quando il Club ha ristabilito la sua posizione nel calcio inglese di alto livello, segnando 90 goal e guadagnando più di 100 punti nella stagione vincente per la promo-zione. Mai guardandosi indietro, i giocatori del Fulham hanno segnato più di 400 goal da quando sono stati promossi in Premiere Le-ague e questo programma ne raccoglie i mi-gliori. Con una selezione di magnifici calci di punizione, tiri al volo perfettamente eseguiti ed elevati colpi di testa, i fan scopriranno i

IL CALCIO INGLESE SOGGETTO PER IL CINEMA.ARSENAL, FULHAM, MANCHESTER, LIVERPOOL

cannonieri Clint Dempsey, Luis Boa Morte e Brian McBride, uniti ai risultati di Louis Saha, Bobby Zamora, Steed Malbranque e di molti altri. Uniti ai migliori goal di dieci anni di Premiere League, godetevi i più pregevoli tiri mai segnati di fronte al fedele Fulham.

Per maggiori informazioni visitare www.sportmoviestv.com, il sito che fornisce una informazione completa di notizie sul mondo sportivo, televisivo, cinematografico, tecno-logico e sugli eventi internazionali organiz-zati dalla FICTS - Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs. Enzo Cappiello

Tutto è pronto, mancano pochi giorni all’inizio del Mondiale. La pista di Melbourne –Australia – aprirà le danze il 17 marzo e i motori si accenderanno ufficial-mente il venerdì precedente per le qualifiche. Ogni scuderia ha il suo obiettivo, Ferrari su tutte. Luca Cordero di Montezemolo, dopo 22 anni di presidenza della Rossa non è ancora sazio, le sue ambizioni sono legate sempre ai successi in pista e si aspetta un podio già nella giornata inaugu-rale: “Credo che nel primo Gran Premio in Australia sia realisti-co puntare al podio, sarebbe una partenza importante anche perché negli ultimi anni abbiamo sempre sofferto nelle gare iniziali. E’ sem-pre un momento di grande trepi-dazione per me l’inizio di un Mon-diale. Ho parlato con Domenicali e i tecnici – continua il presidente del Cavallino Rosso - della gestio-ne sportiva, ho parlato a lungo con Massa e Alonso e sono soddisfatti. Dopo un paio d’anni che avevamo sempre delle non corrispondenze totali nei test, ora la macchina ha fatto quello che doveva fare. Que-sto, però, ovviamente non basta, anche se abbiamo fatto importanti miglioramenti sul metodo di la-voro”. Sembra molto più fiducio-so, finalmente i test in galleria e i risultati della pista parlano la

Ferrari, pronti viastessa lingua, c’è correlazione tra il simulatore e l’asfalto, quindi le aspettative sono state conferma-te dai risultati contrariamente ai mondiali 2011 e 2012. I tecnici, gli ingegneri e i piloti della Fer-rari sono soddisfatti, la F138 sarà veloce e più affidabile degli ultimi

due mondiali. Finalmente Fer-nando Alonso sembra più sereno e fiducioso: “Mi sento alla grande, questo sarà il mio anno. Non vedo l’ora di tornare a correre e vincere. Voglio solo una macchina com-petitiva, al resto ci penso io. La base di partenza, comunque, è già buona perché siamo più veloci di un anno fa. In questa stagione do-vremmo essere sul podio e non c’è ragione di pensare che ciò non av-venga anche alla prima gara”. Lo spagnolo sembra pensarla come il suo presidente, e continua: “La macchina è molto migliore rispetto a quella dello scorso anno, anche se non possiamo dire con certezza dove ci troviamo rispetto alla con-

correnza. I test di Barcellona sono andati bene, ma non possiamo sapere come reagiranno le gomme con le alte temperature e che tipo di grip avremo. Il GP d’Australia potremmo definirlo come la gara di nessuno, perché non c’è una vera squadra favorita, quindi questo rende il tutto più interessante”. Anche Philipe Massa, neo confer-mato per il 2013, ha le carte in re-gola per tornare ad essere il pilota utile alla Ferrari. Il Team Red Bull è sempre più sicuro di sé e garan-tisce lo stesso materiale e tratta-mento ad entrambi i piloti, nessu-no deve partire favorito, la leader-ship se la devono conquistare in pista. Dietrich Mateschitz, patron della Red Bull, non vuole favori-tismi. Sebastian Vettel, campione del mondo in carica, e Mark Web-ber partiranno alla pari: “Se è in giornata, Mark è un cliente diffi-cile anche per Sebastian. Il team garantisce lo stesso materiale e lo stesso trattamento ad entrambi”, conclude il proprietario della scu-deria anglo-austriaca consapevo-le che Vettel non dovrà guardarsi solo dal compagno di squadra. Il mondiale iridato, con 19 Gran Premi, si concluderà il 24 novem-bre in Brasile. La tappa italiana è prevista l’8 settembre dopo il GP del Belgio e prima di quello di Singapore.

Honda e Yamaha, lotta a due

Giovedì 14 Marzo 201310

di Riccardo Sada

LA MUSICA

È sbarcato in Italia un format televisivo di successo mondiale. Il programma, realiz-zato dalla Rai in collaborazione con Toro Produzioni, ha debuttato lo scorso giovedì 7 marzo in prima serata su Rai2. Condot-to da Fabio Troiano con la V-Reporter Ca-rolina Di Domenico, il format non punta sull’aspetto, l’età, il look, il pubblico bensì solo sulla voce. Il prossimo 30 maggio “The Voice of Italy” così decreterà il vincitore as-soluto. La prima fase del programma è quel-la delle blind audition delle quali, oltre alle voci “sconosciute”, sono protagonisti i quat-tro coach, grandi nomi della musica italiana

The Voice of ItalyQuando l’ugola conta e…cantaRaffaella Carrà, Riccardo Cocciante, Noemi e Piero Pelù, tutti insieme, e uno contro l’altro, sono i quattro coach delle squadre, veri e propri capitani-allenatori con la missione di trovare la più bella voce in Italia

Chi è Fabio Troiano All’attore Fabio Troiano, all’esor-dio come conduttore, il compito di raccontare tutte le emozioni delle blind audition: l’attesa del cantan-te prima di entrare sul palco nel massimo silenzio, l’ansia e la trepi-dazione di familiari e amici riuniti nella family room per seguire la performance, la gioia del trionfo o la delusione della sconfitta dopo la decisione dei coach.Nella fase di preparazione dei can-tanti Raffaella Carrà sarà affianca-ta da Gianni Morandi in qualità di special coach, Riccardo Cocciante dai Modà, Noemi da Mario Biondi e Piero Pelù da Cristiano Godano dei Marlene Kuntz; al termine di ogni battle sarà il coach stesso a decidere il cantante da premiare e portare ai live.

e non solo: Raffaella Carrà, Riccardo Coc-ciante, Noemi, Piero Pelù. Nessuno di loro, nelle prime quattro puntate, vedrà i candi-dati: seduti di spalle, devono ascoltare solo la voce per scegliere ciascuno sedici cantan-ti tra tutti quelli che salgono sul palco. Così ogni coach si crea la propria squadra. Le esi-bizioni sono tutte, rigorosamente, dal vivo: i cantanti, accompagnati dalla band di “The Voice of Italy”, propongono brani italiani e internazionali di successo. Ogni coach li ascolta e, se ciò che sente gli piace, schiaccia il pulsante I want you. Solo a questo punto la sedia si gira, mettendolo faccia a faccia con il

“suo” cantante. Ma può anche succedere che più coach scelgano la stessa voce: in questo caso è il cantante in gara a scegliere con chi andare. Un’eventualità che costringe i coach a “battersi” per conquistare la preferenza. Se, invece, nessuno schiaccia I Want You, al cantante non resta che tornare a casa.

Sul webwww.thevoiceofitaly.rai.it@thevoice_italy #tvoiwww.facebook.com/thevoiceufficiale

Chi è Carolina Di Domenico La V-reporter Carolina Di Domenico è la “voce” del web e interagisce con i fan sul sito ufficiale e sulle piattaforme dei social network. Nella fase di televoto inoltre la Di Domenico, insieme ai can-tanti dalla web room, risponderà alle domande più interessanti del pubblico del web.

Sei puntate Live con televotoGli otto cantanti finalisti di ciascuna squadra, oltre a cantare da solisti, avranno la possibilità di esibirsi in veri e propri concerti con il coach e con ospiti nazionali e internazionali e le loro performance saranno rese più spettacolari anche dal corpo di ballo di The Voice of Italy. Nella serata finale del 30 maggio a ciascun coach rimarrà una sola voce e sarà il pubblico da casa con il televoto a decretare il vincitore assoluto.

Noe

mi

Cocciante

Carrà

Pelù

Giovedì 14 Marzo 2013 11

di Marjlja Bisceglia

IL GOSSIP

Pamela Anderson *** sembra essere ridotta al lastrico. L’ex bagnina sarebbe ridotta al verde, come confermato dal ‘New York Daily News’, e come se non bastasse il problema con il fisco inizia ad essere serio. Le autorità californiane l’hanno di-chiarata tra i 500 cittadini che più infrangono le leggi in materia di tasse. Dal momento che non sono bastati i pro-fitti dalla partecipazione a ‘Dancing on Ice’ ci chiediamo se sarà sufficiente il ricavato della vendita della bellissima casa di Malibu a risanare le pendenze con il governo sta-tunitense? Sembrerebbe proprio di si. Il debito con il fisco ammonterebbe a 525 mila dollari e la casa da sogno (5 camere da letto, 3 bagni, un home theater e piscina, il tutto con vista sul mare) è stata messa in vendita al prezzo di 7,75 milioni di dollari, quasi sei milioni di euro. Peccato, l’avvenente Pamela dovrà rinunciare al suo posto magico.

Michelle Hunziker *** attende la seconda cicogna? Le ultime voci vorrebbero la conduttrice svizzera in dolce attesa, probabilmente già al terzo – quarto mese, di un bambino con il suo fidanzato Tommaso Trussardi. Pare che i due siano convinti di fare sul serio e mettere su famiglia. La bella Michelle non po-teva sperare di meglio, perdutamente innamorata e se il principe azzurro, l’uomo perfetto come da lei stessa defi-nito, è il rampollo di una maison di moda ancora meglio. Se la notizia trovasse conferma, la bellissima conduttrice, già madre di Aurora avuta dal matrimonio con Eros Ra-mazzotti, ha deciso di fare sul serio e allargare la famiglia sembra la decisione perfetta.

*** Balotelli e la telenovela senza fine. A tre mesi dalla nascita della pic-cola Pia l’attaccante rossonero è ancora “uc-cel di bosco”, non una telefonata e conoscerla neppure a parlarne. Nonostante sia stato lui a fare richiesta della prova del Dna non si è ancora, però, sottoposto all’esame. Raffaella Fico, di contro, si sente costretta a procede-re, con non poco dispiacere, lasciando co-munque una possibilità di soluzione pacifica: “Anche se è stato Mario a richiedermi la prova del Dna per riconoscere Pia come sua figlia, a tre mesi dalla nascita della bambina, non mi ha ancora chiamato e neppure è venuto a vederla. Comunque a questo punto mi vedo io costretta a fare il test del Dna e lo renderò pubblico”. La soubrette napoletana conclude depositando l’ascia di guerra: “Mario lo sa, casa mia è sempre aperta per lui per fargli ve-dere la piccola Pia”.

*** Vittorio Brumotti e Giorgia Palmas presto sposi? Le voci dicono che la coppia abbia deciso di convolare a giuste nozze. Le nozze potrebbero essere celebrate entro la fine dell’anno. L’ex velina di Striscia la Notizia ha deciso di passare la vita con lo scapestra-to biker. I due si sono conosciuti nel 2011 durante le registrazioni di Paperissima Sprint, Brumotti, con il suo romanticismo e tanta simpatia, è riuscito a con-solare la bella sarda in crisi per la fine del suo ma-trimonio con Davide Bombardini. Vittorio vorrebbe anche subito un bambino, Giorgia è già mamma di Sofia. Alla vincitrice dell’Isola dei Famosi e a Vittorio tantissimi auguri.

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Collaboratori Andrea Anelli, Silvia Arosio, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Leone Di Lernia, Bianca Elton Ara, Silvia Fortunato, Giovanni Labanca, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Paolo Pirovano, Enzo Occhiuto, Franco Rossi, Luigi Sada, Riccardo Sada, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011