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Indice

Introduzione, F. Costantin

CAPITOLO 1

L’ULSS 16 E IL SERVIZIO TUTELA SALUTE ANZIANI: NUOVE REALTÀ ASSISTENZIALI E

NUOVE MODALITÀ ORGANIZZATIVE D’INTERVENTO

La realtà socio-sanitaria nell’ULSS 16 ed i nuovi bisogni di assistenza: la necessità dell’intervento

psicologico, M. Molinari Introduzione

L’Ulss 16 e le diverse tipologie di assistenza per la popolazione anziana non autosufficiente

Conclusioni

Il coordinamento psicologi del Servizio Tutela Salute Anziani ULSS 16 Padova, L. Baccaro Il perché della nascita del Coordinamento degli psicologi

La rete istituzionale

L’attività

CAPITOLO 2

ASPETTI DEL PRENDERSI CURA

Il senso del prendersi cura: curare avendo cura, L. Baccaro

Introduzione Il prendersi cura

Le relazioni che curano

Saper-essere-con: l’agenda del paziente

Dal saper essere al saper sentire: le emozioni della cura

Riflessioni finali

Quale cura? Prendersi cura dell’anziano non autosufficiente: intervento psico-sociale e riabilitazione

cognitiva, V. Scarpazza

Autobiografia ed il metodo delle storie di vita.

La terapia occupazionale Terapia di Orientamento alla Realtà (ROT)

Terapia della Reminiscenza

Memory training

Validation therapy

Stimolazione sensoriale

Gentle care Musicoterapia

La Pet-Therapy

Attività intergenerazionali, culturali, artistiche e ludico-ricreative.

Supporto psicologico

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Aspetti cognitivi nell’attività degli operatori socio-sanitari, E. Bellinello

Introduzione La teoria cognitiva delle emozioni

L’approccio ai problemi emotivi secondo Albert Ellis

Errori del pensiero secondo Beck

Variabili funzionali implicate nei processi inferenziali

Il corpo delle emozioni e tecniche di comunicazione corporea, A.Castelliti Introduzione

Comunicazione sensibile per non “perdersi”

La comunicazione al Centro Diurno

Le tecniche di comunicazione corporea

a. Arte terapia b. La danza terapia - espressione corporea

c. Il training autogeno

Conclusioni

CAPITOLO 3

LUCI ED OMBRE DEL PRENDERSI CURA

Il dramma dell’ingresso in struttura, M. Terrigni

Separazioni, angosce e paure da affrontare

Il dolore dei familiari I vissuti degli anziani verso gli operatori: il concetto di transfert

I sentimenti degli operatori verso gli anziani: il controtransfert

La comprensione del disturbo comportamentale nell’anziano con demenza, M. Rapattoni

Introduzione Cos’è il disturbo comportamentale?

Come si arriva al disturbo comportamentale?

Cos’è il caregiver burden?

Come il caregiver può rompere il circolo vizioso

Piano di Assistenza Individualizzato (P.A.I.) Un esempio: la gestione del delirio

Il lutto dell’operatore, A.L.Mariggiò

Introduzione

La morte e il morire nell’anziano

L’operatore accanto al morente

Essere in sintonia. Analisi degli aspetti del prendersi cura, B. Quartiani, N. Smonker

Introduzione

Lo stato degli operatori: il senso dell’intervento, finalità e obiettivi

Strategie Conclusioni

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Coping nelle strategie relazionali, V. Calogiuri Introduzione

Fattori implicati

Come affrontare una situazione di burnus.

Quando un collega è in burnus, cosa fare?

CAPITOLO 4

LA CURA DELL’EQUIPE

Lavoro in equipe e comunicazione efficace: due antidoti al burn out, C. Derni, C. Bigolaro

Relazioni di aiuto Il burn out

Il lavoro in Equipe

La comunicazione efficace

Elementi di teoria

L’arte di ascoltare e buone norme per coltivarla Concludendo e proseguendo..

Definizione di un percorso per l’attivazione di gruppi di discussione di casi, E.Falcetti, C. Fietta

Premessa al progetto

Fase A: fase di implementazione

Fase B: attivazione di gruppi di discussione di casi Risultati

Il gruppo che cura, la cura del gruppo, P. Minervini, E. Falcetti

Integrare le diverse competenze mettendole in relazione

Le diversità tra le persone e le diversità all’interno dell’individuo Il gruppo come contenitore

Le aspettative nascoste condizionano il modo di lavorare in gruppo

I gruppi di supervisione aiutano a sostenere il benessere dell’Istituzione

Accrescere la funzione riflessiva

Brevi considerazioni sull’esperienza Conclusioni

Cosa significa prendersi cura, M. Baldan, C. Berto, M. Fanton, M. Prando, E. Urban

E per finire…

Bibliografia ragionata

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E per finire…

L'essere consapevoli di se stessi e del proprio ruolo è il primo passo verso la libertà della persona.

Il nostro compito di Operatori della Sanità, Operatori del fare, è quello di dare una risposta al bisogno degli utenti; questa risposta è sempre un Trattamento. Il Trattamento di una persona coinvolge tutte le sue dimensioni, affinché possa essere fornito un aiuto

globale. Obiettivo non ultimo di questo libro è quello di contribuire all'acquisizione di strumenti che possano produrre un miglioramento e, in taluni casi, un cambiamento del rapporto tra curante (colui che si prende cura: caregiver, medico, psicologo, infermiere, etc. ) e paziente.

Ciò può avvenire introducendo l'Empatia e “l'atteggiamento Identificatorio” nella relazione di cura (G.Lai, 1976). L'UOMO oggetto di cura, non è un uomo astratto che produce lamentele, chiede conforto, esprime bisogni ai quali non è più in grado di dare risposte da sé, “rumori” che disturbano l'iter diagnostico terapeutico - riabilitativo. Egli è colui che riconosciamo in noi stessi attraverso le

nostre esperienze.

Una relazione identificatoria è una relazione centrata sulla comprensione dei significati e del legame che segni, sintomi ed esami di laboratorio hanno con l'esperienza emotiva del paziente. (G.Trabucco, 1990). È di primaria importanza per noi che lavoriamo nella Sanità acquisire la capacità di avvicinarsi al

paziente, indirizzandosi, non solo alla “parte malata”, ma alla persona nella sua globalità.

Infatti, Marina, partecipante al corso di formazione così scrive: Cara laura

sono marina, non so se ti ricordi ma nel periodo in cui si è svolto il corso attraversavo un momento non troppo

favorevole. Alcune cose, però, mi sono rimaste come scolpite nella mente la prima: il corso di training autogeno mi ha fatto capire che, fare la “furba” (io ce la faccio da sola) non mi è servito a nulla, in un’unica seduta mi ha fatto scoppiare come una bolla di sapone!

La seconda: mi devo amare nella mia complessità e quindi non privilegiare la mente al corpo. Sapevo già che non puoi

amare gli altri se non riconosci il sentimento dell'amore e se non ami te stesso, che tutto ciò che ti circonda e in grado di darti amore, persone, animali, oggetti, ricordi ...quello che non sapevo ma che in alcuni casi facevo istintivamente è che devi lasciare andare qualcosa di “vecchio” per quanto caro ti sia, per poter vivere il nuovo e questo va applicato a tutti gli

aspetti della vita non solo per le emozioni ma anche per le persone, i luoghi, i ricordi ecc.

Un'altra cosa che mi ha colpito è che questo corso ha dato “nome e cognome” alle cose che inconsapevolmente facevo già come ti ho sottolineato sopra, questo è importante perché molte volte l'istinto ci tutela da noi stessi, quando ce ne accorgiamo è bello sapere che non siamo scemi e che riusciamo a volerci bene nostro malgrado.

Spero di essermi spiegata, almeno ci ho provato! Ciao Marina

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Baccaro L., psicologa, Coordinatrice psicologi ServizioTutela Salute Anziani, Ulss 16

Baldan M., infermiera professionale

Bellinello E., psicologa, psicoterapeuta

Berto C., infermiera professionale

Bigolaro C., psicologa, psicoterapeuta

Calogiuri V., psicologa, psicoterapeuta

Castelliti A., psicologa, psicoterapeuta Costantin F., Direttore Servizi Sociali, Ulss 16

Derni C., psicologa, psicoterapeuta, IRA

Falcetti E., psicologa, psicoterapeuta

Fanton M., infermiera professionale

Mariggiò A.L., psicologa, psicoterapeuta Molinari M., Direttore U.O.C. Servizio Tutela Salute Anziani, ULSS 16

Minervini P., psicologa, psicoterapeuta

Prando M., infermiera professionale

Quartiani B., psicologa, psicoterapeuta

Rapattoni M., psicologa, psicoterapeuta

Scarpazza V., psicologa, psicoterapeuta

Terrigni M., psicologa, psicoterapeuta

Urban E., infermiera professionale