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foto by Eleonora Gadducci Anno 1 N.13 Gennaio 2012 - Periodico quindicinale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011. Dal romanzo alla fotografia di Eleonora Gadducci La mia passione per “Mr Smith” Ogni materiale è un messagio! di Annalù Dall’immagine allo scatto di Giorgio Ginelli numero 13 www.iocome.it

Io Come Artista 13

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Rivista dedicata agli artisti, fotografi, designers

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foto byEleonora Gadducci

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Dal romanzo alla fotografiadi Eleonora Gadducci

La mia passione per “Mr Smith”

Ogni materiale è un messagio! di Annalù

Dall’immagine allo scattodi Giorgio Ginelli

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numerosommario

in copertinafoto by Eleonora Gadducci

Eventi• Italian NewBrowa cura di Ivan QuaroniCollettiva

Eleonora GadducciDal romazo alla fotografiaFotografa

The Wavesdi Dina NerinoOnda d’urto

CopertineDall’immagine allo scattodi Giorgio Ginelli

Boudoir di Indira FassioniIntervistando gliEvil Devil

MrSmithLa mia passione per MrSmithDesigners

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AnnalùOgni materiale è un messagio!Artista

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editoriale

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Anche l’accademia della crusca mi tradisce!Sono sempre stato un cultore della lingua, un amante della letteratura e della poesia per poi appassionarmi e fare mia la semiotica.Dopo aver analizzato immagini per studio e poi per lavo-ro, mi trovo a scontrarmi con quello che è l’organo più competente sul linguaggio e la sua struttura: L’Accade-mia della crusca.Tradizionalista per principio e correttezza nei confronti di chissà chi o cosa, ho sempre storto il naso davanti a ne-ologismi quali: avvocatessa per intendere un avvocato di genere femminile, l’uso improprio degli aggettivi maschi-li e femminili quali “gli “o “le”, salciccia al posto di salsic-cia ma….fans al posto di fan mi urta davvero i nervi!Premesso che per chi ha avuto una buona preparazione nella lingua inglese sa benissimo che il termine “Fan” tra-dotto in italiano significa “Appassionato” o “ Tifoso”, è altresì a conoscenza che può essere utilizzato sia al sin-golare sia al plurale.Non per nulla esistono i Fan Club e non i Fans club e nel descrivere molte persone appassionate a un genere mu-sicale è normale dire: vi sono molti fan del jazz, espri-mendo già nel verbo la pluralità del soggetto.Detto questo con l’arrivo del social network dove l’uso di inglesismi è sempre più frequente, si è intuito che una “S” alla fine della parola, può fare davvero la differenza, soprattutto dal singolare al plurare. Così le parole vengono storpiate con un piacere quasi ludico e sadico anche da giornalisti affermati e scrittori noti e a questi mi rivolgo: FANS è l’acronimo dell’espres-sione farmaci anti-infiammatori non steroidei e individua una classe di farmaci dall’effetto anti-infiammatorio, anal-gesico etc.etc e paragonare persone a questo vuol dire, usando la metafora dell’analogia, dare a tutti degli “Stor-diti”!Buon italiano a tutti.

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Ogni opera è il capitolo di una storia, la sfaccettatura di un prisma, uno sguardo possibile sulle esperienze che appartengono al lato più onirico, l’o-pera è una finestra che si apre su mondi nascosti.Osservo. Ascolto. Rifletto. Rielaboro.Dalle impronte nere lasciate sulla neve bianca traducibili in cemento e cene-re, alle parole dette velocemente dalle persone: certi modi di dire infatti sono spesso motivo di creazione. E poi la musica, i viaggi: ogni spostamento cor-risponde ad un salto nel lavoro, è inevitabile...Ogni materiale corrisponde ad un messaggio preciso. I materiali sono sem-pre fortemente simbolici ed il discorso continuo che svolgo sulle sospensio-ni e leggerezze ritorna nei materiali che uso: le foglie sono esse stesse leg-gere e volatili; l’impronta del corpo fatta di vetroresina trasparente su Daphne non è che l’ombra del suo corpo senza peso. Così i prati delle isole Flore-Ali fatti in cemento sono prati volatili che evaporano sotto il colore; le piume che ricoprono Su-Nar (uovo di legno e piume) capovolgono il senso comune tra interno ed esterno, contenuto e contenitore.L’operazione che svolgo non è poi così lontana dalle alchemiche stregone-rie…e cioè dalla trasmutazione di una materia in un’altra. Racconto mondi sospesi in metamorfosi dove l’alchimia è la leggerezza e mi pongo in quell’istante di transizione fra pittura e scultura, in un terreno ibrido che mi permette di sperimentare differenti possibilità espressive. Nelle mie composizioni esiste una “Reverie” che definisco, però, un deja vu analitico che vuole trattenere il sogno: un non-luogo che crea cattedrali d’acqua, il non-Oceano di sottovesti meduse, esoteriche spirali di farfalle che si sgreto-lano in metamorfosi, un limbo che genera libri di ghiaccio e giochi d’infanzia sotto l’egida dei 4 elementi naturali.. •

Annalù

ArtistaAnnalù

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ArtistaAnnalù

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Annalù - “Acqua”2010 - vetroresina, carta, inchiostro, trasferibili80x75x70 cm

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Annalù - “Bleak field”2008 - cenere, inchiostro, carta e vetroresinasu tavola 150x55 cm

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Every work is the chapter of a story, the facet of a prism, a possible look on the most dreamlike experiences. The work is a window opening onto hidden worlds. I observe. Listen. Reflect. Elaborate.From black footprints left on white snow, which can be translated into concre-te and ash, to words, quickly spoken by people: indeed some expressions can inspire creation. Furthermore music, journeys: any travel inevitably turns into a leap forward in work…Every single material is a definite message. Materials are always deeply symbo-lic, and my eternal dedication to suspensions and lightness also is inside the materials I choose: leaves are light and volatiles themselves; the body’s print in transparent fiberglass, in “Dafne”, really is the shadow of her weightless body. Similarly. The meadows of “Isole Flore-Ali”, made of concrete, are vola-tile lawns, evaporating under the colours; the feathers covering “Su-Nar” (egg in wood and feathers) turn common sense upside down, between inside and outside, content and container.The operation I perform is not so different from alchemic witchcrafts… that is, turning a material into a different one.I tell tales of worlds hanging in metamorphoses, whose alchemy is lightness, and I choose the moment of transition between painting and sculpture, a hybrid land where I can experiment different forms of expression.In my compositions is a “Rêverie”, which I define an “analytic deja vu” willing to hold dreams back: a non-place creating cathedrals made of water, a non-Ocean of petticoat jellyfish, esoteric spirals of butterflies crumbling down in metamorphosis, a limbo generating ice books and children toys, under the aegis of the 4 natural elements. •

Annalù

ArtistAnnalù

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ArtistaAnnalù

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Annalù - “Close to the edge”54 Biennale di Venezia

Installazione:vetroresina, lana di vetro.6545 farfalle di carta dipinta, sasso e sabbia

165x165x150 cm

2011

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www.annalu.it

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Annalù - “Meduse”

OPERA E DETTAGLI

INSTALLAZIONE LUMINOSA:sottovesti e vetroresina

2010/2011 - dimensioni variabili

ArtistaAnnalù

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Annalù - “Nymphaea”OPERA E DETTAGLIlana di vetro, resina su telacm 205x100x122010

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Annalù“Water age(Dactylopterus Volitans / Aporia Crataegi)”

OPERA E DETTAGLIINSTALLAZIONE A PARETEpinne di pesce volante e ali di farfalla dipinte su carta,cenere e bruciature su vetroresina

cm 150x150x152010 - 2011

ArtistaAnnalù

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Annalù - “Placida dendritica”

OPERA E DETTAGLIcorteccia, vetroresina,ali di farfalla dipinte su carta resinata

cm 180x60x102010

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Boudoir

Indira Fassioni

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Gli EVIL DEVIL sono una band Psycho-billy Emiliana che inizia la sua attività agli inizi del 2001, dall’unione di musicisti che avevano già alle loro spalle diverse esperienze in gruppi diversi legati alle scene Psycho-Rockabilly-R’n’R-Punk.Nello stesso anno pubblicano per l’eti-chetta tedesca “Crazy Love Records” il loro primo album, “Devil Scream” a cui sotto la stessa etichetta, fanno se-guire nel 2003 “Breakfast at The Psy-chohouse” e nel 2005 “Drink To Kill My Pain”. Di pari passo con ogni loro lavo-ro discografico, la band raggiunge livelli di popolarità sempre maggiori, coronati da numerosi concerti in giro per i palchi d’Europa per arrivare a sbarcare anche negli U.S.A con diversi concerti nel No-vembre del 2003.A conclusione del minitour americano suonano anche al mitico C.B.G.B. di New York facendo registrare il sold out. Seguono nel 2005 un Tour Europeo di 3 settimane ed un altro grande concerto

negli U.S.A., ad Hollywood, L.A., al Key Club, sulla Sunset Boulevard, dove an-che questa volta il quintetto emiliano fa segnare il tutto esaurito, consacran-dosi come una realtà dello Psychobil-ly a livello mondiale.Nel 2006, durante il secondo Tour Euro-peo, i ragazzi iniziano a scrivere materia-le per il nuovo album, tutt’ora in lavora-zione e la cui uscita è prevista per la fine del 2007.

Gli Evil Devil hanno suonato con band del calibro di Exploited, Business, Spe-cials, Mad Sin, Demented Are Go, Me-teors, Backyard Babies, dimostrando di saper sempre entusiasmare le folle sui palchi dei più importanti Festival d’Eu-ropa e quest’estate apriranno per l’uni-ca data tedesca dei Toy Dolls insieme a molte altre bands di importanza mondia-le. Alla fine dell’estate gli Evil Devil entre-ranno in studio per registrare il nuovo al-bum, a cui farà seguito un Tour Europeo.

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Evil Devil

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Musica e moda.Come mai questo connubio?La musica è sempre stata legata direttamen-te e indirettamente alla moda, in alcuni casi è stata lei stessa a creare le mode, raggrup-pando usi e costumi di generi a volte anche più underground...Mi riferisco per esempio al connubio di Rockabilly e Punk che ha dato vita allo Psychobilly generando dei veri e pro-pri must nell’abbigliamento.

Esistete da molti anni, avete suonato an-che a NYC, Come procedono le cose?(nuovi tour, date particolari)Si, oramai iniziamo il nostro 12° anno di atti-vità, per il 2012 abbiamo molti progetti per la band, tra i quali suonare in posti a noi inusuali come può essere il concerto in occasione del Pitti a Firenze, ed abbiamo recentemente ri-cevuto richieste per la Russia, America e Ca-nada.

Avete aperto il concerto di molte band fa-mose. Chi vi ha dato più emozioni?In questi anni siamo stati molto fortunati par-tecipando ad alcuni dei festival Europei più importanti, sicuramente le occasioni in cui abbiamo suonato con bands del calibro di Ex-ploited e Toydolls sono degne di nota.

Progetti futuri, album, singoli?Dopo un cambio di line-up quest’anno abbia-mo trovato una stabilità artistica, da un paio di mesi abbiamo iniziato a lavorare ai pezzi nuo-vi, ne abbiamo già un numero sufficiente per pubblicare il nuovo album, e per ora ci stiamo dedicando a perfezionarli.Il disco verrà pubblicato nel 2012, anche se non abbiamo ancora deciso un periodo parti-colare di uscita, poichè come ho detto voglia-mo prenderci il tempo necessario per fare un album da paura!

Pare vi stiate spostando verso l’Italia.Si torna a casa?Dopo oltre 10 anni on the road, ma sopratut-to all’estero, abbiamo deciso di proporci in maniera più assidua in Italia. Per tanto tempo abbiamo suonato fuori dai confini nazionali, e non per nostra scelta, ma perchè lo Psy-chobilly era considerato troppo di nicchia per permetterci una continuità live in casa.Per il futuro vorremmo esibirci di più nel no-stro paese, vista anche l’apertura di molti club ispirati a questo genere musicale.

Le etichette straniere funzionano in modo diverso da quelle nostrane?Non siamo molto esperti in materia, anche se penso che le etichette si comportino un pò come fanno i locali per i live, noi dal nostro pri-mo album, siamo sempre usciti con l’etichetta Tedesca “Crazy Love Records” e, di fatto, non abbiamo mai avuto bisogno di appoggiarci ad etichette nazionali.

Come giudicate il panorama musicale ita-liano?Purtroppo solo chi fa musica commerciale in Italia ha un seguito e le giuste spinte per otte-nere visibilità. Lo Psychobilly nel nostro Paese è conosciuto da molti amanti della musica al-

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intervistandoEvil Devil

ternativa, ma spesso i concerti non sono af-follatissimi fatta eccezione per i grandi nomi. Credo che un’aria di cambiamento e maggior interesse si stiano sviluppando però: in questi ultimi anni alcune bands come Nekromatix, Horrorpops,Tiger Army sono usciti su Hell-cats Rec e, così facendo in un qualche modo il genere è uscito un pò dalla nicchia, ed il ter-mine Psychobilly è arrivato all’orecchio di chi non sapeva nemmeno della sua esistenza.

www.evildevil.moonfruit.com www.myspace.com/evildevilitaly

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Fulvia MendiniPipilotti Rist2011, acrilici su tavola,cm 42x30

Vanni CuoghiSei pensieri di primavera2011, acquerello su carta, cm 74x96

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evento del ½ mesenazionale

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Nella prestigiosa cornice della Pinacoteca di Palazzo Volpi a Como, dall’11 febbra-io al 25 marzo 2012, Ivan Quaroni presenta Italian Newbrow, per la prima volta in un’istituzione pubblica: un nucleo di 16 artisti che con i loro lavori – dipinti, sculture, installazioni – restituiscono uno spaccato fortemente rappresentativo della giovane arte italiana. Una pluralità di voci e modi espressivi che recupera iconografie popo-lari di oggi - dal fumetto all’illustrazione, dal graphic design alla pubblicità, alla mu-sica - incrociandole con l’arte di ieri. Dialogo reso più evidente in questa particolare occasione espositiva, dall’intreccio delle opere contemporanee con quelle della Quadreria storica del museo comasco. La mostra, la cui direzione organizzativa è stata affidata a Nicoletta Castellaneta, è promossa dalla Fondazione Club Lombar-dia, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Como e il patrocinio della Regione Lombardia.

La rassegna intende raccontare i mutamenti artistici seguiti alla diffusione di massa di Internet e alla globalizzazione e mostrare come sia cambiato il contesto in cui si trovano a operare le nuove generazioni di artisti. “Italian Newbrow non è propriamente un movimento artistico – spiega Ivan Quaroni – e neanche un nuovo linguaggio condiviso, ma un’attitudine, un’inclinazione anzi,

a cura di Ivan Quaroni COMO, PINACOTECA CIVICA PALAZZO VOLPI

11 FEBBRAIO - 25 MARZO 2012ITALIAN NEWBROW

Conferenza stampa venerdì 10 febbraio, ore 11Sala conferenze - Pinacoteca Civica Palazzo Volpi, Como

Inaugura venerdì 10 febbraio, ore 18.30

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INFORMAZIONI E ORARI:Direzione organizzativa: Nicoletta CastellanetaProgetto di Fondazione Club Lombardia www.clublombardia.it Sede : Pinacoteca Civica Palazzo Volpi, Como - Via Diaz, 84Date: 11 febbraio – 25 marzo 2012Conferenza stampa : Venerdì 10 febbraio, ore 11Sala conferenze - Pinacoteca Civica Palazzo Volpi, ComoInaugurazione: Venerdì 10 febbraio, ore 18.30Orari: da martedì a sabato 9.30 - 12.30 / 14 – 17mercoledì orario continuato 9.30 - 17. Domenica 10 – 13. Chiuso lunedì.

Ingresso: € 3 (il biglietto consente di visitare anche la collezione permanente)Catalogo: Con testi di Ivan Quaroni e Igor ZantiInformazioni al pubblico: Pinacoteca Civica Palazzo VolpiTel. 031.269869 – www.museicivici.comune.como.itUFFICIO STAMPA: NORA comunicazione - Eleonora Caracciolo di Tor-chiarolo Via A. Sforza 9 – 20136 Milano - 339 89 59 372 [email protected] - www.noracomunicazione.it

Marco Demis,Senza titolo, 2011,olio su tela,cm 90x100

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che si coglie simultaneamente da più fonti e che rappresenta una direzione sug-gerita dall’immaginario di massa determinato dal mondo globale e dai mutamenti tecnologici e culturali che ne derivano”.Gli artisti, tutti di età compresa fra i 25 e i 45 anni, chiamati a raccontare tale scena-rio sono: Silvia Argiolas, Diego Cinquegrana, Alice Colombo, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Marco Demis, Emiliano Di Mauro, Diego Dutto, Eloisa Gobbo, Massimo Gurnari, Fulvia Mendini, Elena Rapa, Michael Rotondi, Giuliano Sale, Tiziano Soro, Giuseppe Veneziano.Gli artisti di Italian Newbrow captano lo zeitgeist del mondo contemporaneo, ne colgono i differenti linguaggi e codici espressivi e li uniscono in lavori che com-binano tra loro culture lontanissime, mantenendo però intatte le caratteristiche di stile dei loro luoghi di appartenenza. Un’arte che si esprime nella zona di confine tra globale e locale e che fonde ironia e irriverenza, influssi neo-gotici e suggestioni folk, citazioni punk e cultura popolare.Italian Newbrow è una modalità di pensiero che attinge simultaneamente ad una pluralità di fonti iconografiche, siano esse alte o basse, che sono radicate nella cultura e nell’immaginario pop di questo nostro mondo globale e connesso.

Ivan Quaroni ha presentato per la prima volta il progetto Italian Newbrow nel 2009, durante la quarta Biennale di Praga. Il termine newbrow nasce in opposizione al termine lowbrow, considerato dagli artisti della scena Pop surrealista americana sminuente e avvilente, per porre l’accento sull’aspetto nuovo e inedito di fare arte.

Giuseppe Veneziano,Mc Emmaus, 2010,acrilico su tela,cm 110x140

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“ The Mad Hatter”tribute to“Alice in Wonderland “by L.Carroll

Self Portrait

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La mia storia

Io,Eleonora Gadducci, in arte Etè Nocturnes, sono nata il 27 agosto 1989.I miei amici d’infanzia sono lo Stregatto e il Cap-pellaio Matto di Alice nel paese delle meraviglie. Amo fotografare, scrivere, disegnare e comporre musica con la chitarra.

La mia arte è un’ispirazione, anche se non diretta, alle opere letterarie romantico-decadenti e ai di-segni gotico-romantici di Victoria Frances.La passione per la fotografia si sviluppa in me dopo aver ammirato i capolavori di Ansel Adams.La mia ricerca nel campo della fotografia, autodi-datta, va avanti ininterrottamente dal 2008, prima con delle analogiche qualunque, poi con una Nikon L19 fino agli attuali lavori eseguiti con una Nikon L110.

Ho esposto alcune mie opere in una collettiva di pittura, nella chiesa degli Armeni a Livorno in oc-casione di “Effetto Venezia 2010”.Nel Giugno 2011 mi sono aggiudicata il titolo di “Artista della settimana” nel concorso di Weeklart, ricevendo come premio un esposizione on linedal 13 al 19 giugno 2011.Il 7 settembre 2011, è uscita la mia prima intervista on line su : “Creative artists blog”.

Da maggio 2011, effettuo anche lavori su commis-sione.

Eleonora GadducciFotografa

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All’hallow’s eve nightLa notte di tutti i santi

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Self story

Myself,Eleanora Gadducci, Etè Nocturnes in art, I was born August 27, 1989.My childhood friends are the Cheshire Cat and The Hatter of Alice in Wonderland.I love photography, writing, draw and compose music with the guitar.

My art, is an inspiration, though not direct, the li-terary romantic-decadent drawings and gothic-romance by Victoria Frances.The passion for photography grows in me after admiring the masterpieces of Ansel Adams.My research in the field of photography, self-tau-ght, goes on without interruption since 2008, first with any analog, then with a Nikon L19 up to the actual work performed with a Nikon L110.

I exhibited some of my works in a group exhibition of painting,in Church of Armenians Livorno on the occasion of “Effect Venice 2010”.in June 2011 I won the title of “Artist of the Week” in Weeklart in competition, received as a reward an online exhibition 13 to 19 June 2011.

On 7 September 2011, came out my first interview onlineon “Creative artists blog.”

From May 2011 I’m also working on commission.

Eleonora GadducciFotografa

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Fotografa3232

Absinthe the Green Fairy inside youAssenzio La fata verde dentro te

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Eleonora GadducciFotografa

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Eleonora GadducciFotografa

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Ask and you shall receiveChiedete e vi sarà dato

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Blue sunsetTramonto Blu

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Eleonora GadducciFotografa

Per capirmi meglio: un mio scritto

“Il treno e i suoi passi,nel rincorrere un orario,scrivono nei miei ricordi una poesia postuma di Marinetti e il tempo tiranno e bastardo scorre per riportarti già indietro...Le luci di festa rischiarono il buio della notte addormentata nella morsa di nubi decadenti e grigie...alberi si stagliano nel cielo con i loro rami, come braccia mutilate come mani senza dita, cercano di afferrare le stelle lontane al di là delle cime innevate dove faville mi spiano come occhi nelle tenebre...un borgo oscuro di cui non vedo la fine mi rammenta gli incubi di qualche antica fiaba...poi il mio sguardo si ferma, stanco, su una porta di fuoco, visione offuscata, ai lati due lanterne...mi fermo dinnanzi...è ancora notte ed io aspetto...”

da “Il viaggio”

by - Etè Nocturnes - Eleonora Gadducci

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Hope in the skyLa speranza nel cielo

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The MoonLa Luna

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Eleonora GadducciFotografa

To understand me better: one of my written

“The train and its steps, chase in a time,write in my memory a posthumouspoem by Marinettiand the time and the tyrant bastardalready running to bring you backThe festive lights risked the darkness of the night sleepingin the grip cloud decadent and gray ...trees stand in the sky with their branches,as arms mutilatedas hands without fingers,trying to grasp distant starsoutside mountain peakswhere sparks I spyas eyes in the darkness ...a dark town I do not see the end I do not seethe end of reminds me nightmaresof some ancient fairy tale ...then my eyes tiredon a fire door, blurred vision;flanked by two lanterns... I’ll stop before ...it’s still night and I wait ... “

From “Il viaggio”

by Etè Nocturnes - Eleonora Gadducci

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“Io non sono ciò che vedete, io sono ciò che voi sognate “

E.

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The Night FlowerIl fiore della notte

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The Street of HeavenLe strade del paradiso

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“I am not what you see, I am what you dream…”

E.

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Eleonora GadducciFotografa

nocturnesphotos.altervista.orgetenocturnes.carbonmade.comwww.facebook.com/EteNocturnes

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Lucy in the Sky with Diamonds - In Memory of Emily - In memoria di Emily

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Negli anni ‘50 il mondo è iniziato a cambiare a rotta di collo. Non ci metteremo certo qui a raccontare il perché e il percome, ma ci piace l’idea di “fotografare” quel particolare perio-do attraverso i magazine che da un lato all’al-tro dei continenti occidentali hanno scandito il passare delle settimane, dei mesi e degli anni.L’idea di usare il termine “fotografare” ci è ve-nuta grazie al constatare come, proprio nel dopo guerra, si è potuto assiste in modo più tangibile a una rivoluzione: quella apporta-ta alle possibilità comunicative dall’impiego delle tecniche inventate nel XIX secolo dal francese Niépce e ancor prima forse dal britannico Wedgwood, per la registrazione permanente dell’immagine statica.Anche se a onorare la fotografia sulle co-pertine delle riviste ci aveva già pensato in modo chiaro e incontrovertibile fin da-gli anni ‘30 un magazine come Life, è solo negli anni ‘50 che si assiste al suo proliferare.

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Dall’immagine allo scatto

Da meditazionead azione nellecopertine delleriviste

di Giorgio Ginelli

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Dall’immagine allo scatto

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Quando cioè riviste del calibro di Esquire, Vo-gue, Time (solo per dirne tre a caso) abban-donano gli illustratori per dare spazio sulle copertine non solo ai nomi emergenti della fotografia, ma anche a grafiche sperimentali che di fotografia fanno ampio utilizzo. Se è vero che Henri Cartier-Bresson identifi-cava la fotografia nell’azione immediata e il disegno nella meditazione, il passare da uno all’altro per la comunicazione ha avuto un si-gnificato veramente profondo per qualsiasi tipo di rivista. Ed è forse per questa ragione che in Italia, una pietra miliare come la Domenica del Cor-riere, solamente a partire dagli anni ‘60 ha ini-ziato ad alternare le illustrazioni alle fotogra-fie, ma sporadicamente, quasi non osasse finire un discorso iniziato nel lontano 1899 e chiuso nel 1989.Mettere una foto in copertina ades-so pare facile, perché praticamente non ci sono alternative, ma negli anni ‘50 è stato un vero e proprio azzardo. Prendiamo come esempio Esquire, tra le più longeve riviste di moda maschile statunitensi, alla quale hanno collabora-to scrittori di fama internazionale del ca-libro di Hemingway, Faulkner, Steinbeck, Capote, Dos Passos e così discorrendo. La prima cover (ottobre 1933) ha un’anoni-ma illustrazione alla quale si sono poi ispirati i pubblicitari di un liquore digestivo italiano,

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Dall’immagine allo scattodi Giorgio Ginelli

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e sicuramente fa poca storia, era an-cora un’esperimen-to. Ma dal gennaio del 1934 le idee sono più chiare e compare il protagonista illu-strato che accompa-gnerà praticamente tutte le copertine per sparire gradualmente tra il 1956 e il 1957, ma iniziando già dalla copertina del nume-

ro di aprile del 1952 (storicamente la prima con una fotografia) dove appare accasciato ed esanime a fianco di una giovanissima e splendida Liz Taylor.Come ogni rivista per uomini che si rispet-ti, Esquire ha un rapporto privilegiato con le

donne in copertina; non a caso è la rivista che negli anni ‘40 legò la sua popolarità principalmente alle copertine nelle quali comparvero prima le “Petty Girl” e succes-sivamente le “Varga Girl”. Ma è con George Lois, il direttore creativo del decennio 1962/72, che le copertine di questo magazine segnano la storia e il mo-dello di riferimento. La provocazione, l’inno-vazione, ecc, assegnarono a Esquire il ruolo di icona grafica della cultura americana; e, visto il periodo, alla fin fine anche del mondo occidentale. Ma gli anni ‘60 vedranno anche la concorren-za di molti altri magazine, che in fatto di don-ne avranno da dire la loro.

52Giorgio Ginelli

Dall’immagine allo scattodi Giorgio Ginelli

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Da giorni mi insegue una falena dalle fra-gili ali.Le sbatte in modo inconsueto, quasi a tentare un approccio con me. Come se ogni apertura verso l’alto trasmettesse un messaggio a cui rispondere tacitamente.Ci penso anche quando Vito Ferrante, uno scultore, amico di famiglia, mi mostra la sua piccola alcova di sogni plasmati in ferro.“Vito, che rapporto hai con la natura?”. Gli chiedo.E mi parla del bisogno di rifugiarsi in po-sti verdi dell’Irpinia; luoghi ove rintanarsi quando il mondo diventa una cappa.“Ed è lì che trovo ispirazione” continua, indicandomi alcune opere.“Sai con cosa le ho fatte queste?”– E intanto mi affabulano i personaggi dei suoi lavori; storie che mi riportano indie-tro a quando il mondo aveva ancora bi-sogno di tradizioni. A quando una donna ritornava dai campi con un cesto in testa

The Waves

Dina Nerino

e, a farle compagnia, non c’erano che due animali da soma –“Con dei bidoni abbandonati, materiali re-cuperati nelle campagne. Quello lì – e mi indica con l’indice la scultura di un uomo che miete –, quello lì è frutto di una trave in ferro ricavata da un solaio crollato du-rante il sisma del 1980.”Nel frattempo, Vito lascia la prima stanza mentre io resto dietro, sola, ad osservare i dettagli delle vite che ha ricreato. Mi av-vicino un po’ di più per annusare l’odore dei bidoni un tempo abbandonati, desti-nati, ora, a nuove forme.Ripenso alla falena dalle fragili ali.E a breve me la ritrovo tra le poche spi-ghe di grano messe intorno alla scultura della donna che torna dalle campagne.Come sarà arrivata fin qui? Perché conti-nua a seguirmi?La falena questa volta accenna a flebili movimenti. Che sia questo un altro mes-saggio?

ONDA D’URTO

[email protected]

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Mater, Vito Ferrante (www.vitoferrante.gomilio.com)

Ma ora non posso dedicarmi a lei. Vito mi attende nell’altra sala. Faccio per raggiungerlo, quando noto che la falena riprende, lenta, il volo. Mi segue.“Ti chiedo scusa” – gli dico – “ ma mi ero lasciata trasportare dall’immaginazione”.Lui sorride e continua a parlarmi delle sculture a cui tiene di più.Intanto con la coda dell’occhio, seguo i movimenti della falena: sta volando in-torno ad una bambina ferrigna che corre dietro il suo aquilone.Per non perderla di vista chiedo a Vito di parlarmi di questa scultura.“Brezza di Irpinia”, fa lui, – è la contraddi-zione della nostra terra. Il bisogno dicoto-mico di restare qui e al contempo andare via.–Capisco solo ora perché la falena si sia messa a vorticargli intorno.Chissà dove vorrebbe essere in questo momento.Eppure ha scelto di essere qui, inseguir-mi, di iniettare in me il seme della doman-da.Ad un tratto la falena decide di dirigersi verso un’altra struttura in ferro. Si poggia sulla testa di questa figura che sembra travolta da un vento (chimico?), una ca-tastrofe imminente, l’esplosione di una

dinamite. La falena resta ferma.Non vola. Non so cosa mi sorprenda di più se il movimento dell’uomo di ferro o la stasi della falena.E’ tutto inspiegabile. Sto accedendo ad un mistero.La falena sta cogliendo un presagio.– Vedo che ti sei soffermata su Onda d’urto –, anche Vito ci raggiunge. – Questa è l’opera che più mi rappresen-ta. Forse è quella che porterei con me se qualcuno mi chiedesse di sceglierne solo una. Siamo tutti costipati in questo

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mondo. Pronti, dopo la tregua, ad essere travolti da inattese onde d’urto.–E intanto ripenso alla danza frenetica della falena, poi al suo posarsi, lento, in attesa dell’irrimediabile catastrofe.Quando Vito mi accompagna all’uscita, non vedo più le sue ali.Sull’uscio della porta ringrazio l’alchimista per avermi dato la chiave d’accesso alla vita dei suoi immortali golem.Lo saluto e faccio per uscire fuori, mentre scorgo nuovamente la falena.Eccola è di nuovo qui!Tiro un sospiro di sollievo.

Ma faccio per chiudere la porta dietro di me e una folata di vento travolge la mia silenziosa compagna, mentre il colore del cielo sembra quello di una tenda da sipa-rio che cala lentamente sulla scena.L’onda d’urto è arrivata anche per il lepi-dottero. Improvvisa non tanto per le sue ali quanto per i miei occhi, ora, umidi.Torno lentamente alla macchina. Apro lo sportello anteriore. Mi siedo.

Onda d’urto, Vito Ferrante

Ma non riesco a mettere in moto. Come sopravvivere a queste improvvise onde d’urto?Come imparare a non morire con esse?Forse solo vivendole.O forse solo chiudendo gli occhi e riaprirli un attimo dopo. Vedere nuovamente la falena danzare nella propria auto.Scorgerla dallo specchietto retrovisore, prima di ripartire.

[email protected]

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MrSmith Studio è l’alter ego progettuale di Marco Mascetti e Michele Menescardi, nati nel 1979 e laureati in Industrial Design presso il Politecnico di Milano nel 2004.

MrSmith Studio is the designing alter-ego of Marco Mascetti and Michele Mene-scardi, both born in 1979 and graduated in Industrial Design at Politecnico di Mila-no in 2004.

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Since 2005 MrSmith was conceived as a bu-siness card to present to companies, usually a bit skeptical towards the youngsters: a sort of “Mario Rossi” with international ambitions.The group initially consisted of four university mates: long were the evenings passed discus-sing about “project and passione”; we still re-member the late quarrels but also the disco-very of a stron will to be freelance designers from the outset. Our path soon separated, gi-ving rise to the real core of the studio, formally founded by Marco and Michele, now joined by some collaborators.To do that, it was fundamental to roll-up our sleeves, fight the shyness to pick up the pho-ne and fix appointments with companies, knowing to have a lot, lot of patience.With experience, we learned to understand that companies need their time and that the typical all-and-now frenzy of when you are young must be replaced or at least accompa-nied by the ability to be adaptable and be able to diversify activities during the whole year.Our different training, experience and skills acquired over the years have contributed to understand the importance of a well built team capable of tackling with enthusiasm, profes-sionalism, commitment and different points of view (sometimes opposing) any possible new project with the common aim to preserve a process of synthesis.In 2008 we decided to register the MrSmith trademark, as we have always set our vision of projects as proper products themselves, from time to time tailored over the needs of clients.

Dal 2005 MrSmith è stato concepito come bi-glietto da visita per presentarsi alle aziende, solitamente un po’ scettiche di fronte ai giova-ni: un “Mario Rossi” con ambizioni esterofile. Il gruppo inizialmente era costituito da quattro compagni di università: ci trovavamo la sera a discutere di “progetto e passione”; ricordo ancora le litigate fino a tardi ma anche la sco-perta di voler fortemente fare il designer fre-elance fin da subito. Le nostre strade si sono presto separate, dando vita al nucleo vero e proprio dello studio, formalmente fondato da Marco e me, oggi affiancati da alcuni colla-boratori. Per fare ciò, è servito rimboccarsi le maniche, combattere la timidezza di prendere in mano il telefono per provare a fissare degli appuntamenti con le aziende, consapevoli di dover avere molta, molta pazienza.Con l’esperienza abbiamo imparato a capire che le aziende hanno bisogno dei loro tempi e che l’urgenza, tipica di quando si è giovani, di voler avere tutto e subito deve essere sosti-tuita o almeno accompagnata dalla capacità di sapersi adattare e riuscire a diversificare la propria attività nell’arco dell’anno solare.I nostri differenti percorsi formativi, le espe-rienze e le competenze acquisite nel corso de-gli anni hanno contribuito a farci comprendere l’importanza di un team ben costruito, capace di affrontare con entusiasmo, professionalità, impegno e punti di vista diversi (talvolta op-posti) ogni possibile nuovo progetto, con l’o-biettivo comune di rispettare un processo di sintesi. Nel 2008 abbiamo deciso di registra-re il marchio MrSmith® Studio, in quanto da sempre abbiamo impostato la nostra visione del progetto come un vero e proprio prodotto, di volta in volta calzato “su misura” rispetto alle esigenze dei committenti.

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Gli inizi - Il progetto e l’ironiaDurante il Salone del Mobile di Milano del 2005, MrSmith (allora ancora un gruppo di amici e compagni di università), complice la collaborazione di uno di noi con la rivista “Abitare”, fu invitato a presentare dei progetti sul tema del food-design legato al mondo del dolce per la mostra “Dolcevita” organizzata dalla rivista in collaborazione con Schiffini.L’occasione è servita per capire che i giova-ni alle prime armi possono sempre giocarsi la carta dell’ironia per attirare un po’ di attenzio-ne; scegliemmo di presentare due concept che giocassero con il dolce, più che due pro-getti veri e propri.“Sale QB” (cubi...e Quanto Basta), interpre-tando il dolce come non-salato, nasceva dall’idea di realizzare delle zollette di sale che permettessero anche agli chef meno virtuosi un dosaggio calibrato nella preparazione della pasta.“Past-it” (lascialo al passato), prendendo in prestito in maniera “virale” i celeberrimi logo e prodotto della 3M, rappresentava un invito a rimangiarsi letteralmente parole di cui ci si fosse pentiti, scritte con un pastello di cioc-colata su dei notes realizzati in carta comme-stibile.

The Beginning - Project and IronyIn 2005, during the Salone del Mobile di Mila-no, MrSmith (still a group of friends and uni-versity-fellows), thanks to the collaboration of one of us with “Abitare” magazine, was invited to submit projects on the theme of food-de-sign related to the world of sweet for the exhi-bition “Dolcevita” organized by the magazine in collaboration with Schiffini.This occasion served to understand that young novice can always play the card of iro-ny to attract attention, so we chose to pre-sent two concepts that played with the idea of sweetnes, rather than two more projects themselves. “Sale” QB (cubes and short-cut for “enough” quanto-basta), played with sweet seen as not salty, was born from the concept to create cubes of salt, which also allow the less virtuous chefs a calibrated tool to dose in the preparation of a perfectpasta.“Past-it” (leave it to the past), virally borrowing the famous logo and product by 3M, was an invitation to literally eat back words we had repented of, written with a chocolate crayon on notes made from edible paper.

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I prototipi - Dalla carta al progettoL’anno successivo, MrSmith aveva già assun-to la configurazione di piccolo studio gestito da due giovani designer, divisi tra collabora-zioni part-time con altri professionisti e la pas-sione per il progetto mischiata al desiderio di mettersi in proprio.Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Ros-sana Orlandi, che ci commissionò la realizza-zione di alcuni prototipi da esporre presso il suo omonimo spazio in Via Bandello, uno dei più suggestivi di Milano, in occasione della mostra “All the Forces”, durante il Salone del Mobile di Milano del 2006.Di fatto, questa è stata la prima volta in cui dei progetti del nostro studio sono passati dalla carta allo spazio fisico. E’ stata un’esperien-za unica, che ricordo con immenso piacere, perchè ci ha fatto imparare l’importanza della collaborazione tra designer e fornitori, indi-spensabile per conoscere i metodi produtti-vi più o meno artigianali a disposizione di chi progetta.Inoltre, abbiamo capito che spesso bisogna spostarsi e visitare personalmente le real-tà produttive che il nostro paese ci offre, per poter entrare in contatto con le persone che sono in grado di dare vita alle nostre idee.Siamo stati, per esempio, a Murano, presso NasonMoretti, vetreria storica che ha seguito la mini-produzione dei bicchieri “Anna & Bob” realizzati per l’occasione e ricavati tutti dallo stesso stampo.E’ bene sottolineare che la necessità di spo-starsi si traduce inevitabilmente in un investi-mento consistente sia in termini di tempo che risorse: fare il designer freelance può essere costoso e chi desidera intraprendere questa strada deve anche mettere in conto sacrifici economici, ripagati da soddisfazioni almeno inizialmente più morali che “materiali”.

Prototypes - From paper to projectThe followinh year MrSmith had already been configured as a small studio run by two young designers, divided between part-time colla-borations with other professionals and pas-sion for the project mixed with the desire to settle down.We were lucky enough to meet Rossana Or-landi, who commission us the productio of some prototypes to be exhibited at her own show-room in Via Bandello, one of the most evocative of Milan, during the exhibition “All the Forces”, at the Salone del Mobile di Mila-no in 2006.Practically, this was the first time that some projects of our studio have gone from paper to physical space. This was a unique expe-rience, that I remember with great pleasure, because we did learn that the collaboration between designers and suppliers is essential to get to know the production methods more or less artisanal available to designers.In addition, we understood that you often have to move and personally visit the produc-tion realities that our country offers us, getting in touch with the people who give life to our ideas.We had to go, for example, in Murano, at Na-sonMoretti, historical glassware company that helped us in the developement of the mini-production of “Anna & Bob” glasses designed for that occasion.It is important to stress that the need to move inevitably leads to a substantial investment both in terms of time and resources: being freelance can be expensive and who want to take this route must also take into account economic sacrifices, initially rewarded with moral satisfaction rather than “material”.

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Capitolo 2

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IndustrializzazioneDal prototipo al prodottoUno step successivo fondamentale nel nostro percorso formativo è stata la messa in produ-zione seriale e conseguente inserimento in un catalogo, di due progetti, il sistema di lampa-de “Medito” e la maniglia in vetro “Round”, rispettivamente prodotte da FontanaArte e Glass Design, entrambi realizzati nel 2007.Questa è stata la prima volta che MrSmith Studio ha avuto a che fare con l’industrializ-zazione di un prodotto, culminata con un con-tratto e un compenso a royalties.Credo sia importante accennare al sistema di retribuzione a royalties, in quanto, di fronte alla longevità di un progetto sul mercato, si traduce in una sorta di “vitalizio” che lega de-signer ed azienda nel corso degli anni.Forse inizialmente il risultato economico può sembrare esiguo, ma esistono prodotti che ri-mangono con successo sul mercato per de-cenni, garantendo introiti sia per l’azienda che produce e commercializza, che per il designer che ha inizialmente concepito l’idea di par-tenza, suscettibile di modifiche ed integrazio-ni anche sostanziali nel corso del processo di sviluppo del prodotto.

IndustrializationFrom prototype to productA crucial next step in our training program was the officially putting into serial production and subsequent inclusion in a catalog of two projects, the “Medito” lamp system and the “Round” glass-handle, respectively produced by FontanaArte and Glass Design, both made in 2007 .This was the very first time MrSmith Studio had to deal with the industrialization of a pro-duct, culminating in a contract and compen-sation with royalties.I think it’s important to mention the royalties payment system as a sort of life-annuity lin-king designers and company over the years, in front of the longevity of a project on the mar-ket.Perhaps the economic feedback may initially seem small, but there are successful products on the market for decades, providing income both for the company that produces and sells, and for the designer who conceived the ini-tail concept, subject to changes and additions also substantial in the process of product de-velopment.

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Capitolo 3

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I concorsi - Realtà e opportunità peri giovani e per le aziendeCredo sia importante dare rilievo alla realtà dei concorsi così come a quella dei blog di design: da un lato rappresentano per i giova-ni un’occasione concreta per dare visibilità alle loro idee e al loro modo di interpretare il mondo del progetto, dall’altro lato danno alle aziende la possibilità di ricevere in breve tem-po una mole davvero consistente di proposte (più o meno innovative) a fronte di un investi-mento spesso contenuto.Per un giovane designer indipendente, l‘op-portunità di lavorare concretamente ad un concept indicato in un brief è molto utile, po-tendo così focalizzare la propria attenzione e le proprie energie in una direzione ben precisa. Il fatto di non avere a che fare con delle limita-zioni di tipo produttivo o economico permette di uscire un po’ dal tracciato ed addentrarsi in proposte più concettuali, forse meno facili da produrre e commercializzare, ma sicuramente lungimiranti.Dalla collaborazione tra il blog di design “de-signboom.com” e l’azienda produttrice di ra-diatori “Bisque Radiators UK” è nato il con-corso “Radical Radiator of the Future”, per cui lo studio ha presentato il progetto “Phoebe”, poi finalista, che reinterpreta il classico radia-tore elettrico a sezioni lamellari, trasforman-dolo in un elemento di arredo da posizionare al centro della stanza e non da nascondere in un angolo, mimetizzato con le pareti.

Contests - Reality and opportunityfor young designers and for companiesI think it is good to emphasize the reality of competitions as well as that of design-blogs: on one hand for young people they represent a concrete occasion to give visibility to their ideas and their way of interpreting the world of design, on the other hand they give compa-nies the possibility of receiving in a short time a very large amount of proposals (more or less innovative) against an often small investment.For a young independent designer the oppor-tunity to work specifically onto a given brief can be very useful, being able to focus the at-tention and energy in a definite direction.The fact of not having to do with limitations such as production technologies and costs set designers free to “walk out of the track” and aim onto more conceptual proposals, perhaps less easy to produce and market, but certainly more visionary.A collaboration between the designboom.com design-blog and the UK company Bi-sque Radiators led to the Radical Radiator of the Future competition.Our Studio presented the project “Phoebe”, finalist amongst 3500 participants, that rein-terprets the classic industrial electric radiator made with lamellar sections, transforming it into a piece of furniture to be placed at the center of the room and not hidden in a corner, disguised with the walls.

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Capitolo 4

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Il Salone del Mobile -Evento clou dell’”anno milanese”Con i progetti “Bend” e “She”, presentati per la prima volta ad Euroluce 2007 da Fonta-naArte, MrSmith ha fatto il suo ingresso al Sa-lone del Mobile, fino ad allora vissuto solo da spettatore.Le fiere di settore sono appuntamenti imper-dibili per le aziende che producono, per gli agenti che rappresentano il link tra queste ul-time ed i clienti, per i progettisti che concen-trano le proprie energie nei mesi precedenti fino al lancio delle novità, e perchè no, per gli studenti che possono imparare a guardarsi in-torno nel “mondo dei grandi”.

The Milan Furniture Fair -Event highlight of the “milanese-year”With the projects “Bend” and “She”, presen-ted for the first time in 2007 by FontanaArte at Euroluce, MrSmith made its first entrance at the Salone del Mobile, since then only lived as a spectator.The trade shows are unmissable for compa-nies that produce, for the agents who repre-sent the link between design-firms and custo-mers, for designers who focus their energies during the previous months leading up to the launch of new-entries, and why not, students who can learn to look around in the world of “grown-ups”.

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Le prime commesse - Calligaris, il nuovo “Catalogo Luce” e le prime lampadeNel corso del 2008 Calligaris ci ha commis-sionato il progetto di due lampade da inserire nel nuovo “Catalogo Luce 2009”, lanciato in occasione del 75° Anniversario di fondazione dell’azienda e del restyling della sua immagine coordinata.Questo ha rappresentato per noi un primo passo verso l’indipendenza, poichè fino a quel momento avevamo comunque dovuto tene-re in piedi lo studio di pari passo con alcune collaborazioni esterne che ci garantissero una base economica solida.Abbiamo proposto a Calligaris, azienda stori-camente leader nella produzione di comple-menti d’arredo, delle lampade molto semplici dal punto di vista produttivo ma dal forte im-patto visivo, che giocassero con la morfologia della classica abat-jour, reinterpretandola in chiave contemporanea ed ironica con materiali che fossero all’ordine del giorno per il nostro cliente e con una componente di investimento estremamente contenuta. Questa si è rivelata una scelta vincente: la lampada Sextans si è guadagnata la copertina del catalogo e l’anno sucessivo è stato fatto un’ampliamento della gamma, con una versione a sospensione.

The first commissions - Calligaris, the new “Catalogo Luce” and our first lampsIn 2008, Calligaris commissioned us the design of two lamps to be included in their new “Cata-logo Luce 2009”, launched with the redesign of its corporate image on the occasion of the 85th anniversary of the foundation of the company. This was for us a first step towards independen-ce, since until then we still had to prop-up the studio together with some external partnerships that would ensure a solid economic basis. We proposed Calligaris, leader in the production furniture, very simple lamps from the point of view of production, but with an appealing visual impact, playing with the morphology of the clas-sic lampshade, reinterpreted in a contemporary and humorous way and to be produced with ex-tremely low investment component.This proved to be a winning choice: the lamp Sextans earned the cover of the catalog and the following year it was decide to extend the family range with a suspended version.

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Imprenditori e passioneZaninelli Bagni, qualità e tecnologiaAlla fine del 2009 siamo stati contattati da Luca Zaninelli, titolare della azienda Zaninelli Bagni, per lo sviluppo di una famiglia di pro-dotti per l’arredobagno da realizzare a con-trollo numerico sfruttando legno e pietra, ma-teriali tipici della loro produzione.Benchè il catalogo dell’azienda fosse carat-terizzato da un’immagine di stampo classi-co e “in stile”, la passione di Luca Zaninelli per il mondo del design, unite ad una elevata competenza, una profonda conoscenza dei materiali e la possibilità di utilizzare apparec-chiature tecnologiche molto valide, ci hanno permesso di realizzare una intera collezione di arredi dalle linee semplici ed essenziali, più vicina al mondo del design.Credo che l’accoppiata imprenditore appas-sionato - designer giovani ed entusiasti non possa che tradursi in una esperienza positiva ed istruttiva.Per il nostro studio questa è culminata con l’allestimento “Sticks & Stones”, da noi cura-to nel corso del Salone del Mobile del 2010, presso il concept store “Verger”.

Entrepreneurs and passionZaninelli Bagni, quality and technologyAt the end of 2009 we were contacted by Luca Zaninelli, owner of the company Zaninelli Ba-gni, for the development of a family of pro-ducts to be made using CNC wood and stone, typical materials of their production.The core business of the company is a cata-logue of classical kitchens and bath, but Luca Zaninelli’s passion for the world of design, combined with a high level of expertise, deep knowledge of materials and the possibility to use high-end technical equipment, we had the chance to build an entire collection of furnitu-re with simple and minimalistic lines, closer to the world of design.I think that combining passionate entrepre-neurs with young and enthusiastic designers can only result in a positive and educational experience.For our studio that culminated with the event “Sticks & Stones”, edited by us during the Salone del Mobile 2010, in the concept store “Verger”.

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Capitolo 7

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Out of the box - Calze e designPenso che per noi designer debba essere all’ordine del giorno l’abusato motto Rogers-iano “Dal cucchiaio alla Città”. Avere la pos-sibilità e la capacità di misurarsi con diverse tipologie di progetto, costituisce uno dei pun-ti di forza di un designer, che deve imparare ogni volta nozioni nuove, siano esse produtti-ve, economiche o normative (...), evitando di ristagnare in una posizione troppo specializ-zata, e portando una prospettiva diversa ed innovativa in un settore magari abituato a ve-dere sempre le stesse cose.Su questo tipo di approccio al progetto, ab-biamo sviluppato per lo storico Calzificio Re-depaolini di Parabiago una collezione di calze, avendo il privilegio di essere completamente coinvolti nel processo produttivo dal suo ini-zio, dalla scelta dei filati, alla costruzione di una palette cromatica dei fondi, alle grafiche da stampare, fino al packaging.L’idea di partenza, proposta dal nostro com-mittente, era quella di introdurre la serigrafia nel mondo delle calze da uomo, da alcuni anni “monopolizzate” dalle rigone colorate.Abbiamo pensato di creare un accessorio “in-dustrial-dandy”, ispirato al mondo delle cra-vatte, delle pochette e dei micro-disegni all-over, che parlassero però il linguaggio della stampa serigrafica, tipicamente votata a tira-ture elevate.Questa idea si è tradotta nello sviluppo di pat-tern estremamente ordinati e grafici, popola-ti da animali, personaggi, oggetti e frasi che rendono ogni calza diversa dall’altra.

Out of the box - Socks and designI think we designers must always remember the abused Rogers-ian motto “from spoon to city”. To have the possibility and ability to me-asure different types of project is one of the strengths of a designer, who must learn new notions each time, whether they are about production, commercial or regulatory, avoi-ding stagnation in too specialized sectors, and bringing a different and innovative perspective in an industry maybe accustomed to seeing more or less always the same things.On this type of approach to project, we de-veloped a collection of socks for the historic Calzificio Redepaolini Parabiago, having the privilege of being fully involved in the produc-tion process from its beginning, the choice of yarns, to build a color palette of the bases, the graphics to be printed and the packaging.The starting point, proposed by our client, was to introduce the silk-screen in the world of men’s socks, in late years monopolized by coloured stripes.We decided to create an industrial-dandy ac-cessory inspired to the world of neckties, pur-ses and the micro-all-over designs that spoke the language of screen printing, typically vo-ted to large numbers of copies.This idea resulted in the development of hi-ghly ordered and graphic patterns, populated by animals, characters, objects and phrases that make each sock different from the other.

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Capitolo 8

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Il Design e la crisi economicaL’arma della differenziazioneStiamo ancora oggi vivendo un periodo di cri-si a livello nazionale, europeo e mondiale. E’ risaputo.Le aziende sono diventate molto scrupolose riguardo agli investimenti da affrontare e alcu-ni prodotti del settore arredo ne richiedono di consistenti.Una delle componenti fondamentali di MrSmith è stata quella di differenziare a 360° la propria offerta, con l’ambizione di poter col-laborare con aziende di ogni tipo di settore, forti della nostra volontà di instaurare rapporti professionali corretti ed integrati tra designer e committente, dove la reciproca condivisio-ne delle proprie competenze non può che tra-dursi in un risultato positivo.Il 2010 ha per noi rappresentato un anno mol-to particolare, in cui ci siamo momentanea-mente “distratti” dal mondo del design del mobile, per dedicarci ad una importante col-laborazione con Ferrero, concretizzatasi, tra le altre cose, con il lancio, per il Natale 2010, del “Ferrero Temporary Store” in Corso Gari-baldi a Milano, per cui noi abbiamo progettato un sistema di packaging modulare e persona-lizzabile impiegato per tutta la durata dell’e-vento e ora anche per l’e-shop.L’intento di Ferrero era quello di far conoscere al pubblico l’intera gamma delle loro praline, tipicamente votata alla GDO, con una veste premium che ne valorizzasse l’immagine e l’essenza sostanzialmente “pasticcera”. Ab-biamo pertanto attinto all’immaginario del lusso, vestendo fisicamente le confezioni di colori e materiali solitamente usati nel setto-re della moda e della gioielleria, dando inoltre la possibilità ad ogni singolo cliente di perso-nalizzare sia il contenuto che l’involucro della sua confezione, resa così unica ed elegante.

The design and the economic crisisThe weapon of differentiationWe are nowadays experiencing a period of economic crisis: in our country, in Europe and worldwide. Companies have become very scrupulous regarding to investments and some furniture products require substantial ones. One of the key features of MrSmith is to differentiate its offer on a 360° degree, with the ambition to work with companies of eve-ry kind of industry, with the aim to establish strong professional integrated relationships between designer and clients, where the mu-tual sharing of skills can produce a positive outcome. 2010 has been an important year for us especially because momentarily di-stracted from the world of furniture, while de-dicating to a partnership with Ferrero which resulted, among other things, in the launch for Christmas 2010 of the Temporary Ferrero Sto-re in Corso Garibaldi in Milan, for which we designed a modular and customizable packa-ging system used for the duration of the event and currently for the on-line e-shop.Ferrero’s purpose was to make the public aware of the entire range of their pralines, typically devoted to retail stores, with a new premiumness that would substantially enhan-ce their brand-image and patisserie-values. We have therefore drawn from the imaginery of lux, physically dressing packs with colors and materials commonly used in the fashion and jewelry world, also giving each customer the possibility to customize both the content and the outer shell of its packaging, in this way unique and elegant.

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Le ultime novità Testa dura e sedie in plasticaNel 2011 Calligaris ha presentato al Salone del Mobile di Milano due nuove sedute da noi progettate.Dopo un lungo corteggiamento (e svariate proposte), volto a raggiungere questo obiet-tivo, la collaborazione tra noi designer e il nostro cliente si è tradotta in una coppia di importanti prodotti realizzati in plastica stam-pata, di fatto il primo vero investimento consi-stente affrontato da un’azienda per realizzare un progetto del nostro studio e sancendone una produzione industriale seriale di elevata tiratura.Il frutto di questa collaborazione sono state le sedie “Basil” e “Cream”, entrambe realizzate in Restilon, materiale polimerico completa-mente riciclabile che contiene il 35% di mate-riale di recupero.Quello che mi interessa sottolineare è l’impor-tanza, per un designer, di riuscire ad incontra-re aziende che credano nella sua professio-nalità e decidano di investire sulla sua attività, instaurando un rapporto professionale dura-turo e costruttivo.

The latest news - Stubborn plastic chairsIn 2011, Calligaris has presented at the Salone del Mobile di Milano two new chairs designed by us.After a long courtship (and a huge number of proposals) designed to achieve this goal, the collaboration with our client is translated into a couple of important products made from molded plasti, by fact the first substantial in-vestment made by a company to be addres-sed for a project of our studio for mass pro-duction, establishing a serial high circulation.The output of this collaboration were the chai-rs and “Basil” and “Cream”, both made of Re-stilon, a fully recyclable polymer material that contains 35% of post-consumer waste.What I wish to emphasize is the importance for designers to meet companies who believe in their professionalism and decide to invest on their activities by establishing a profitable and positive working relationship.

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Cool Hunter: Indira Fassioni

Fotografa e scrittrice: Dina Nerino

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