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ISSN 1825-4233 • Anno XVIII • POSTE ITALIANE spa -Spedizione in ABBONAMENTO POSTALE DL. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n.46 . art.1, Comma 1, DCB Milano) N. 3 - LUGLIO 2014 - WWW.BACKSTAGENEWS.IT TORINO JAZZ FESTIVAL • PINK FLOYD EXHIBITION • HEINEKEN THE SUB • MOMIX ALCHEMY • MINA RITORNA! TEKSET • TEATRO CARBONETTI • AUDIOTECHNICA ATH M50X • ZAXCOM ZAXNET • SPOTLIGHT CYCLORAMA LED FOCUS PALCHI E PEDANE SPECIALE FORMAZIONE APPROFONDIMENTI SUL LOUDNESS MAURIZIO NICOTRA 30 anni di suoni

ISSN 1825-4233 • Anno XVIII • MAURIZIO NICOTRA … - "Backstage" - Maurizio Nicotra... · che collabora dal vivo con diversi artisti, da Eros Ramaz- ... si parla del tempo in

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N. 3 - LUGLIO 2014 - WWW.BACKSTAGENEWS.IT

TORINO JAZZ FESTIVAL • PINK FLOYD EXHIBITION • HEINEKEN THE SUB • MOMIX ALCHEMY • MINA RITORNA!TEKSET • TEATRO CARBONETTI • AUDIOTECHNICA ATH M50X • ZAXCOM ZAXNET • SPOTLIGHT CYCLORAMA LED

FOCUS PALCHI E PEDANE

SPECIALE FORMAZIONE

APPROFONDIMENTI SUL LOUDNESS

MAURIZIO NICOTRA30 annidi suoni

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sommariosommario luglio 2014

Backstage - Anno 18 - n. 3 - luglio [email protected]

Tecniche Nuove SpA: Via Eritrea, 21 - 20157 Milano - Tel. 02.390901www.tecnichenuove.com

Direttore responsabile: Ivo A. Nardella

Direttore commerciale: Cesare Gnocchi- [email protected]

Redazione: Lorenzo Ortolani - [email protected]

Grafica e impaginazione: Grafica Quadrifoglio S.r.l.

Stampa: EURGRAF - via Magellano 4/6, Cesano Boscone (MI)Distributore: SODIP

Prezzo della rivista: � 1,00 (presso l’editore, fiere e manifestazioni) Arretrati: � 6,00 + spese di spedizioneAbbonamento digitale (� 15,00 ) IVA 21% compresa

Ufficio Abbonamenti: Luisa Branchi (responsabile) - [email protected] Alessandra Caltagirone - [email protected] Domenica Sanrocco - [email protected] Tel. 02.39090440 - Fax 02.39090335 - [email protected]

Ufficio commerciale-vendita spazi pubblicitari: Milano - Via Eritrea, 21 - Tel. 02.39090283-272 - Fax 02.3551535

Coordinamento stampa e pubblicità: Fabrizio Lubner (responsabile); Sara Biscàro - [email protected] Tel. 02.39090308 Uffici regionali:Bologna - Via di Corticella, 181/3 - Tel. 051.325511 - Fax 051.324647 Vicenza - Contrà S. Caterina, 29 - Tel. 0444.540233 - Fax 0444.540270

Comitato Scientifico: Simona Braga (Light Designer, Regista); Fabio Cagnetti (Progettista Audio); Luciano Consigli (Director Technical & Operation at 3zero2tv); Mario Di Cola (Progettista Audio); Giò Forma (Production Design); Amedeo Guizzi (Ingegnere - Blumano); Italo Lombardo (Fonico Live - Studio); Maurizio Maggi (Fonico TV - Live - Studio); Gilberto Martinelli (Fonico Cinematografico, GTCS); Vincenzo Mazzilli (Innovation & Eng. Designer); Mamo Pozzoli (Show Designer); Pierfrancesco Tempesta (Fonico Live-Studio); Aurelio Uncini (Prof. Ordinario Univ. La Sapienza, Roma).Hanno collaborato a questo numero: Stefano Bonagura, Simone Corelli, Fabio Felici, Fulvio Michelazzi, Sanzia Milesi, Andrea Peruffo,Gilberto Martinelli, Domenico Nicolamarino, Marco Paparelli, Luca Scornavacca.

Organo Ufficiale: APIAS (Associazione Produttori e Importatori Attrezzature per lo Spettacolo)

Responsabilità: la riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione della Casa Editrice. I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno restituiti, anche se non pubblicati, e la Casa Editrice non si assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari unici. La Casa Editrice non si assume responsabilità per i casi di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista.Associazioni:

Autorizzazione alla pubblicazione dal Tribunale di Milano N° 273del 6.5.2008 già registrata al Tribunale di Monza N° 1794 dell’11.4.05.Iscritta al ROC Registro degli Operatori di Comunicazione al n° 6419 (delibera 236/01/Cons del 30.6.01 dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni)Poste Italiane Spa: Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Milano.© Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono. Backstage ha frequenza bimestrale per un totale di 6 numeri all’anno. Tutti i marchi citati all’interno della rivista sono di proprietà dei rispettivi depositari.

Dichiarazione dell’editore: la diffusione di questo fascicolo carta+ online è di 12.051.

Tecniche Nuove pubblica le seguenti riviste/Tecniche Nuove publishes the following magazinesAE Apparecchi Elettrodomestici, Arredo e Design, Automazione Integrata, Backstage, Bagno Design, Bicitech, Commercio Idrotermosanitario, Computer Music Studio, Cosmesi in farmacia, Costruire in Laterizio, Cucina Naturale, DM Il Dentista Moderno, Elettro, Estetica Medica, Estetica Moderna, Farmacia News, Fluid Trasmissioni di Potenza, Fonderia - Pressofusione, GEC Il Giornale del Cartolaio, Global Heating and Cooling, Global Metalworking, Griffe Collection, Griffe, GT Il Giornale del Termoidraulico, HA Household Appliances, Hotel Domani, Il Commercio Edile, Il Latte, Il Nuovo Cantiere, Il Pediatra, Il Progettista Industriale, Il Tuo elettrodomestico, Imbottigliamento, Impianti Solari, Imprese Edili, Industria della Carta, Italia Grafica, Kosmetica, L’Igienista Moderno, La tua farmacia, Laboratorio 2000, Lamiera, L’Erborista, L’Impianto Elettrico & Domotico, Logistica, Luce e Design China, Luce e Design, Macchine Agricole, Macchine Alimentari, Macchine Edili, Macchine Utensili, Medicina Naturale, Nautech, NCF Notiziario Chimico Farmaceutico, Noleggio, Oleodinamica Pneumatica Lubrificazione, Organi di Trasmissione, Ortopedici e Sanitari, Plastix, Porte & Finestre, Progettare Architettura – Città - Territorio, RCI, Serramenti + Design, Stampi Progettazione e Costruzione, Strumenti Musicali, Subfornitura News, Technofashion, Tecnica Calzaturiera, Tecnica Ospedaliera, Tecnologie del Filo, Tema Farmacia, TF Trattamenti e Finiture, Utensili & Attrezzature, VQ - Vite, Vino & Qualità, Watt Elettroforniture, ZeroSottoZero

In copertina: il pavimento di un vecchio palcoscenico (Foto Lorenzo Ortolani)

PROTAGONISTI

06 MAURIZIO NICOTRA

PRODUZIONE

10 TORINO JAZZ FESTIVAL

FOCUS

16 PALCHI E PEDANE

INCHIESTA

20 FORMAZIONE

EVENTO

24 PINK FLOYD EXHIBITION

AUDIO

28 FLASH

30 APPROFONDIMENTI SUL LOUDNESS

LUCE

34 MOMIX ALCHEMY

INTERAZIONI

38 THE SUB

STRUTTURE

42 MINA RITORNA!

AZIENDA

46 TEKSET

SPAZI

50 TEATRO CARBONETTI

TEST

56 AUDIOTECHNICA ATH M50X

58 ZAXCOM ZAXNET

60 SPOTLIGHT CYCLORAMA LED

RUBRICHE

04 EDITORIALE

62 NEWS

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A di Stefano Bonagura

Maurizio NicotraMaurizio Nicotra ha terminato recentemente il tour con Claudio Baglioni e subito dopo si è dedicato a Dire Straits Legends. È nato nel 1965 e cresciuto a Catania, una cit-tà che tra la fine degli anni Ottanta e i Novanta musical-mente parlando è stata fra le più vive d’Italia. Dopo una lunga collaborazione con Carmen Consoli, sono 10 anni che collabora dal vivo con diversi artisti, da Eros Ramaz-zotti a Tiziano Ferro, Lorenzo “Jovanotti” Cherubini, Max Pezzali, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Irene Grandi, Mario Venuti. Ha curato la messa in onda musicale di di-versi eventi e spettacoli musicali, tra i quali “Ti lascio una canzone” (Rai Uno) e nel 2013 “Gianni Morandi - Live in Arena” per Canale 5.

Tra elettronica e clarinettoCome ti sei avvicinato a questo lavoro?Avevo circa 13 anni: era un momento un po’ particola-re, perché studiavo elettronica (sono perito elettronico) e contemporaneamente studiavo musica (clarinetto), al

Conservatorio. Mi appassionavano tutte e due le cose. Per farla breve, la fusione di questi due elementi mi ha porta-to a fare quello che faccio.

Hai abbandonato completamente lo studio dello strumento?Oggi sì, ma fino a qualche anno fa no, perché ogni tanto capitava ancora qualche turno. Dal clarinetto sono pas-sato al sax, perché lo studio classico mi ci ha portato. Ho iniziato così: giocherellando con un gruppo che mise su uno studiolo; si parla del tempo in cui c’era l’otto tracce. Da quell’esperienza sono passato in uno studio di una cer-ta importanza, a Catania, che realizzava produzioni legate al folclore ma principalmente al “Festival della nuova can-zone siciliana” voluto da Pippo Baudo. Quel festival in re-altà era a vasto raggio: c’era una parte folcloristica, insie-me a una sezione dedicata ai giovani, tra i quali ha par-tecipato pure Mario Biondi, con un brano pop di giova-ni emergenti siciliani. Lo studio era di Tony Ranno (mem-

Lavora con i suoni da 30 anni, in studio e dal vivo, con grandi artisti italiani. Tecnico del suono, produttore, arrangiatore, musicista, ha maturato un’esperienza a 360°.

BACKSTAGE • luglio 2014

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bro dei Beans, gruppo catanese di discre-to successo tra gli anni Settanta e Ottanta, nda): in quel periodo e in quella situazio-ne, lo studio svolse un’attività importan-te per la città; ci lavorai per parecchi anni, poi nel 1995 cominciò la collaborazione con Francesco Virlinzi (fondatore di Cyclo-pe Records, produttore di Carmen Conso-li, una figura fondamentale nella rinasci-ta musicale catanese, nda), un rapporto per me importante, sia per l’aggancio con Carmen, sia per una questione formativa. Francesco aveva una visione a 360°, con lui cambiò proprio l’aspetto della musica a Catania, fu lui a portare i R.E.M in Italia quando ancora non erano conosciuti. Vir-linzi aveva una visione dell’underground particolare e con lui si è sviluppata la par-te più importante del mio percorso pro-fessionale, sono cresciuto parecchio. Ri-cordo che ai tempi Francesco (scompar-so prematuramente nel 2000) realizzò an-che uno studio di registrazione per le sue produzioni.Sì, infatti io lavoravo lì, con lui. Ci fu l’in-contro con Carmen Consoli: dopo la scomparsa di Francesco, continuai la col-laborazione, perché ormai lavoravamo in-sieme da tempo, con Carmen sono rima-sto per tanti anni. La mamma di Francesco voleva mantenere vivo lo studio, il ricordo: prese tutte le apparecchiature e le spostò da un’altra parte, esattamente com’era; adesso lo gestisce lei, ogni tanto fa qual-che produzione.

L’evoluzione successiva della tua atti-vità è stata determinata da questi an-ni catanesi, dal lavoro svolto con Car-men Consoli?In parte: con Carmen ho consolidato un aspetto, che non era legato solo alla fonìa: con lei ho iniziato curando il suono dal vi-vo, poi sono passato a fare pure i dischi, dalla fonica alla produzione. Con Carmen abbiamo anche creato una società, Due Parole, che non esiste più. Quello però è stato un periodo importante, di grande formazione. Ho sempre amato di più il li-

ve, perché mi emoziona, mi piace di più rispetto al lavoro di studio, però con Car-men facevo tutte e due le cose, quindi rappresentava la quadratura del cerchio. Chiusa questa parentesi, è partita una lunga sequenza di esperienze diverse: da quella con Jovanotti (dal 2004 fin quasi ad oggi), a quelle con Eros Ramazzotti, Tizia-no Ferro, Claudio Baglioni. Sia per quan-to riguarda lo studio, sia per il live, ho ini-ziato con l’analogico: in studio avevamo macchine Studer, si tagliava il nastro. Il pri-mo digitale fu il convertitore della Sony, con la videocassetta (Serie PCM, ndr). Da quell’istante è iniziata una fuga tecnolo-gica in avanti: c’è stato un momento cri-tico, non lo nascondo, quando si lavora-va coi Midas dal vivo e a un certo punto abbiamo cominciato a vedere i mixer digi-tali; s’intuiva che la tendenza era quella…Tranne che per alcuni che fanno scelte “fi-losoficamente” diverse!È un po’ la stessa storia che è accadu-ta in studio: c’erano i 24 piste analogi-ci, poi all’arrivo dei multipiste digitali c’e-ra qualcuno che diceva “usiamo ancora il 2” analogico, registriamo con quello la

batteria“ Questa fase oggi è sorpassata, non esiste più. Eppure questa tendenza durò nel tempo: registrazione analogica di certi strumenti, da riversare poi in digi-tale, per ultimare la lavorazione. Tutto l’e-diting come lo fai? Sarà che oggi i conver-titori sono arrivati a livelli eccezionali, sarà la straordinaria accelerazione che ha subi-to il progresso tecnologico, ma ormai l’a-nalogico è obsoleto, estinto. Se oggi pen-si che carichi una chiavetta in un banco e hai tutto lì… il passo è veramente impor-tante. Ormai con le macchine disponibili è stato raggiunto uno standard; poi in certi territori la maggiore disponibilità di alcuni marchi può ancora fare la differenza (pre-valgono certe macchine), ma ormai siamo lì, non ci sono grandi differenze.Nelle più diverse situazioni di lavoro, si può optare per utilizzare più o meno tutte le risorse del banco, oppure utilizzare anco-ra dell’outboard, apparecchiature esterne, analogiche o digitali, valvolari. Certe volte anche queste scelte appaiono, almeno per alcuni fonici, come delle scelte filosofiche: c’è chi non usa più nulla d’esterno e sfrut-ta a manetta tutto l’on-board, chi invece

Nel 2008, “Safari Tour” con Jovanotti.

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In Ucraina, a Donetsk, nel 2009, per la cerimonia inaugurale dello Stadio Donbass Arena, dove gioca lo Shakhtar.

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Un anno dopo la pubblicazione di “Stato di necessità”, prodotto da Francesco Virlinzi, registrato e arrangiato da Maurizio Nicotra, premiato con un doppio disco di platino, Maurizio Nicotra, Francesco Barbaro e la stessa Consoli producono l’album live “L’anfiteatro e la bambina impertinente” (2001), il primo della cantante Catanese. Nella foto, le prove dello spettacolo a Taormina, davanti a un banco Cadac R-type.

luglio 2014 • BACKSTAGE

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ancora punta su alcune apparecchiature esterne. Non credo che esista una linea di demarcazione netta, precisa: non sto né da una parte, né dall’altra. Secondo me le cose giuste, come può essere ad esempio un Manley ELOP sulla voce, possono avere fascino, ma direi che tutto dipende sem-pre da chi, di quale voce stiamo parlando. Non esagero mai con l’outboard: nel caso dell’ultimo lavoro live fatto con Baglioni, mi sono trovato con un set up già defini-

è tutto lì. Il live e il suono di un disco so-no due cose completamente diverse: il li-ve dovrebbe essere trattatato da live. Per come la vedo io, il concerto non dev’es-sere esattamente come il disco, a livello di suono: deve avere le sue dinamiche, con le sue “sporcizie”, che valorizzano il live.Ciononostante ci sono pure artisti, pro-duttori artistici che vogliono raggiungere dal vivo lo stesso risultato del disco.Sono scelte. Il mio punto di vista, da foni-co, è questo: l’emozione mi arriva quan-do sento una cassa che sta un po’ più fuori o sento una voce oppure un rullan-te che esce. Avere tutto bello impacchet-tato produce insieme a tutto il resto (luci, video, ecc.) uno show bello, però riman-go dell’idea che la musica dal vivo debba essere vissuta fino in fondo per quello che è, molto più naturalmente.

La percezione del suono da parte del pubblicoNel meccanismo di un concerto dal vi-vo, conta molto pure il pubblico. In tutti questi anni di lavoro, ti sei mai accorto di differenze nella percezione del concerto da parte del pubblico? Il tuo modo di realizzare un missaggio, provoca delle reazioni? E di che tipo?La cosa più importante per il pubblico è non perdere mai il riferimento dell’artista: se l’artista è un cantante, il pubblico non lo vuole perdere, deve stare sempre be-ne a fuoco. Se vengo a un concerto pop e faccio fatica a capire cosa sta cantando l’artista, è un problema serio. Altre considerazioni sono legate a quello che dicevo prima: per dire, ho visto certe reazioni del pubblico quando tu riesci ad aiutare le dinamiche della band, ad am-plificarle; se in un certo momento di un brano c’è una cassa, succede qualcosa, parte un groove, tu lo devi assecondare. Se fai tutto un concerto allo stesso livello, esci e non capisci più niente; creare del-

Flashback: Maurizio non ancora ventenne, in studio, nel 1984.

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to (Alberto Butturini aveva impostato il la-voro, nda), con plug-in Waves. Anche coi plug-in: c’è chi usa tutti i plug-in di que-sto mondo, ma io penso che sia necessa-rio usare solo quello che serve, secondo i casi, anche perché questi banchi digita-li nascono con canali che hanno già tutto dentro. Considerando che non prediligo affatto la linea ideale che porta a schiac-ciare, comprimere, stringere, equalizza-re… se la base è buona, lo strumento è buono, i microfoni e la ripresa sono giu-sti, il segnale che arriva al mixer deve so-lo essere assemblato, non stravolto. Altri colleghi possono pure avere un altro ap-proccio, che li porta a comprimere, schiac-ciare, in modo che esca fuori un pacchet-tino. Se dal vivo abbiamo a disposizione un impianto con una dinamica incredibi-le, sfruttiamola! Non siamo mica a casa o in macchina, con l’impiantino: metti il CD e deve stare tutto lì fermo, se no i woo-fer li sfondi, e non si capisce più niente... e comunque vuoi ascoltare ad alto volu-me. Qui abbiamo a disposizione una Fer-rari: facciamola andare! Faccio riferimento a colleghi che la pensano come me, vedi Franco Finetti, che proviene da un mon-do superanalogico: si è adattato anche lui al digitale, però lavora esattamente come se fosse in analogico, senza mai esage-rare con la compressione e tutto il resto.Tutto parte sempre dalla sorgente del suo-no e dalla ripresa: forse le ultime genera-zioni di fonici, rispetto alle precedenti han-no (qualche volta) una minore esperienza di ripresa microfonica. Come in altri set-tori professionali, anche nell’audio ci so-no conoscenze che lentamente declina-no, si perdono. Certo, quando il suono non arriva bene, finiscono per triggerare: andiamo col campione! Attenzione alla ripresa del suono: è importante. Oggi sa-rà pure importante il convertitore, però è determinante pure il microfono che piaz-zi su uno strumento, come lo posizioni,

Il bianco&nero si addice alle leggende: Dire Straits Legends in viaggio per il recente tour italiano. Da sinistra verso destra: Mel Collins, John Illsley, Phil Palmer, Maurizio Nicotra, Steve Ferrone, Primiano Di Biase, Danny Cummings, Marco Caviglia, Emanuela Palmer, Federico Biagetti.

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e questo è un altro argomento di cui po-tremmo parlare per ore, perché l’intona-zione oggi è entrata in una fase… basta dire “Melodyne” e ci siamo capiti. Nell’e-ra analogica invece ti dovevi sforzare a ca-pire bene l’intonazione, quando registravi una voce o un coro. Per me è fondamen-tale questo tipo di formazione. Abbiamo abituato il pubblico a sentire i nuovi can-tanti, quelli della nuova generazione, con il vocal tuner. Perché? È un interrogativo che mi pongo, solo che ormai tutte le pro-duzioni sono così.

Come si torna indietro?È difficile… ora che c’è l’MP3, come tor-niamo indietro? Il click è un’altra arma terribile! Con Carmen Consoli in studio ci confrontavamo spesso sull’argomen-to: facciamo tutte e due le versioni, con click e senza click, poi le confrontiamo. Non c’è paragone! Un batterista che suo-na col click è condizionato, e questa cosa rapportatata al live crea due mondi com-pletamente diversi.

le dinamiche, anche solo di livello sonoro, aiuta ad emozionare, a dare piacere a chi ascolta. La dinamica è importante. Nella postazione F.O.H. tu ascolti l’impianto, co-nosci il suono prodotto alla sorgente, ma-gari qualche volta controlli in cuffia, ascol-ti solo un canale.

Negli anni secondo te è cambiato qualcosa nella modalità d’ascolto del pubblico?La cultura dell’ascolto sicuramente è cam-biata perché, lasciando perdere il live, l’a-scolto di riferimento è l’MP3.

Parlando di qualità ed emozione dell’ascolto, qual è il massimo punto di libidine raggiunto durante il tuo la-voro in postazione mixer F.O.H.?Mi è capitato durante un concerto con Eros Ramazzotti, a Caracas, dove non ave-vo limiti in termini di dB, di pressione so-nora… non è che volessi sfasciare le orec-chie al pubblico, non è questo, parlo piut-tosto dei limiti causati dal tipo di produzio-ne. Era una situazione da festival, impian-to regolare, ben collocato davanti, palco giusto, senza passerelle. Ecco: in quel ca-so ti domandi perché devi faticare a fare una cosa che va contro le leggi della fisi-ca. Si può cantare davanti a un line-array? Sì, però ci sono dei limiti. Il massimo del-la libidine lo provi quando tu hai l’artista che sa cantare, sul palco, nella posizione giusta, vai, tiri su… e hai l’equilibrio giu-sto, la potenza giusta, la dinamica giusta, il massimo che puoi avere. Però devo di-re che comunque con Renato Zero, con Claudio Baglioni, queste soddisfazioni ri-esco a raggiungerle, perché non ci sono limitazioni che impediscono di raggiunge-re il risultato. Spesso non ci sono proble-mi né coi musicisti, né con l’artista: il pro-blema è l’installazione che è stata previ-sta, e che se è stata fatta bene (tecnica-mente, con l’impianto nella giusta posizio-

ne, senza andare a cantare davanti al P.A.) allora stai sereno. Quando misso io non guardo l’aspetto tecnico: quello lo faccio all’inizio, in fase d’impostazione, patch, ecc.. Fondamentalmente mi devo emo-zionare, risultato che non è sempre pos-sibile raggiungere: devo cercare di entra-re “dentro”, voglio essere travolto, sentir-mi parte… e questo può succedere, spes-so. Questa cosa non è per niente legata al mio gusto musicale: devo riuscire a otte-nere qualcosa in più e se questo mi arriva come lo penso io, allora entro in sintonia e riesco a missare come credo sia giusto.Questo però ha a che fare pure con la li-bertà concessa di agire sul suono che ti viene fornito dal palco, che spesso ha esi-genze e obbiettivi precisi.Sì, però anche se ci sono delle esigenze, delle linee guida da rispettare, dei vincoli, non è questo che può creare impedimen-ti. Quello che può creare problemi è rea-lizzare un mix in un posto con una brutta acustica, perché in questo caso non riesco a sentire davvero il suono, devo scendere a compromessi. A me per esempio piace tantissimo fare lavori dove c’è anche l’or-chestra, forse perché la mia formazione musicale mi porta a questo: ne ho fatti tanti, ultimamente con Zero (35 elementi d’orchestra), l’anno scorso con “Coccian-te canta Cocciante” (70 elementi, senza sequenze, senza click), con Leonardo De Amiciis direttore, anche messe in onda tv di orchestre: sono lavori che amo alla fol-lia! Per me qualsiasi strumento si trova sul palco, si deve sentire: il compromesso, in uno spazio dall’acustica imperfetta, vuol dire riuscire a trovare il balance giusto per far sentire tutto.

L’aver studiato musica lo consideri un vantaggio nel tuo lavoro di foni-co live?Assolutamente sì. I tanti anni di studio hanno affinato l’orecchio, l’intonazione…

Due generazioni di tecnici del suono a confronto sullo stesso mixer: Maurizio Nicotra e Franco Finetti, durante la seconda tranche di “Amo Tour” di Renato Zero (2013).

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