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MARTINA S - HTTP://WWW.SHARENOTES.IT 2012 Istituzioni di diritto pubblico Appunti delle lezioni Prof. re Fabio Tririo FACOLTA DI ECONOMIA - GENOVA

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MARTINA S - HTTP://WWW.SHARENOTES.IT

2012

Istituzioni di diritto pubblico

Appunti delle lezioni Prof. re Fabio Tririo

F A C O L T A ’ D I E C O N O M I A - G E N O V A

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ISTITUZIONI DI DIRITTO PUBBLICO

Il diritto è una parola conosciuta da ogni cultura del passato; è inoltre un

fenomeno molto importante.

DIRITTO=INSIEME DI NORME O LEGGI VOLTE TUTELARE LE PROPRIETA’.

Il diritto è uno strumento (invenzione dell’omo) volto a orientare le condotte

umane: a coltivare le condotte socialmente utili e disincentivare quelli inutili

all’interno di un’organizzazione sociale.

Es. Due uomini su un’isola hanno bisogno del diritto per regolare le risorse scarse.

Il diritto è uno strumento che serve a far crescere, prosperare le società umane.

FUNZIONI DI BASE DEL DIRITTO

1. Regola di sopravvivenza (diritto penale), divieto delle condotte socialmente

più pericolose.

2. Disciplinare la distribuzione delle risorse in una società.

3. Ridurre le incertezze nelle nostre società (diritto civile).

Ognuno di noi ha dei progetti nella propria vita. Ad esempio per aprire

un’attività economia in proprio un soggetto:

Non ha bisogno di concorrenza

Ha bisogno della cooperazione di altri(soci, collaboratori interni-

dipendenti- o esterni-produttori- di cui potersi fidare il diritto civile aiuta

a ridurre queste incertezze.

4. In una società, sempre più complessa, il diritto per funzionare ha bisogno di

apparati pubblici (diritto pubblico).

FUNZIONI DI BASE DEL DIRITTO PUBBLICO

Diritto che regola l’attività degli enti pubblici.

Diritto che regola i rapporti tra lo stato e i cittadini, ossia coloro che

risiedono o si trovano in un certo momento nello stato.

5. Il diritto è legato anche alla nascita dello stato sociale, cioè all’aumentare

delle funzioni e dell’economia dello stato (norme pubbliche).

6. Tutela della concorrenza.

Esiste l’Autorità Garanti della Concorrenza, ne sono un esempio ANTITRUST o

CONSOB: esse sono autorità pubbliche che governato un determinato

settore con norme di diritto pubblico o amministrativo volte a sanzionare chi

le trasgredisce (cartelli).

In questo senso, raramente in Italia, si potrebbero usare anche le norme del

diritto civile per far valere i propri diritti (ad esempio se si scopre di aver

pagato 200€ in più sull’assicurazione dell’auto).

Funzionano meglio le autorità antitrust perché un consumatore non rischia di

aprire un processo molto costoro rischiano di rimetterci anche dei soldi ma

preferisce fare una denuncia all’antitrust.

Le connessioni tra i vari strumenti giuridici sono sempre più studiate sia da giuristi

che conoscono l’economia che da economisti che conoscono il diritto.

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IMPATTO DEL DIRITTO NELLA SOCIETA’

Porre una norma è una specie di esperimento sociale.

Es. Negli USA, le norme penali sono state introdotte da vari stati. Al terzo reato di

rapina scatta l’ergastolo; al momento dell’entrata in vigore della norma

l’illuminazione è stata: ”dopo la seconda rapina il rapinatore ci penserà un po’ di

più prima di farne una terza rischiando l’ergastolo”.

I risultati a distanza di anni ci dicono che:

Le rapine sono rimaste all’incirca negli stessi numeri.

Gli omicidi sono aumentati (alla terza rapina il ladro uccide anche i

testimoni).

L’impatto sociale di una norma è in parte incontrollabile e questo dipende dal

contesto e dall’influenza sociale.

IL DIRITTO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO

Il diritto ha un’applicazione limitata al territorio dello stato con alcune eccezioni: le

ambasciate e alcuni fatti avvenuti all’esterno sono regolati dal diritto esterno.

Il diritto si applica a casi e condotte che si verificheranno in futuro; ha quindi un

EFFETTO RETROATTIVO.

Il diritto retroattivo è usato dalle dittature e dalle società extraterritoriali. Il diritto

penale non è retroattivo per conseguenze sfavorevoli e retroattivo per quelle

favorevoli.

OGGETTO DEL DIRITTO

Un tempo il diritto di famiglia non era regolato dallo stato, oggi invece è

ampliamente regolato dallo stato. Stessa cosa vale per diritto commerciale, diritto

nucleare, diritto dello sport, diritto ambientale (200 anni fa non vi erano problemi

per il rischio della sopravvivenza della specie).

Storia dell’isola di Pasqua: è uno dei primi casi di catastrofe ambientale; sull’isola si

è iniziato a far gara a chi costruiva la statua più grande: per trasportare il marmo si

è iniziato a disboscare l’isola con conseguenze ambientali notevoli: gli uccelli ad

esempio non potevano più nidificare, gli altri animali si sono estinti e poiché era

finito il legno disponibile per le imbarcazioni, la popolazione non poté più cibarsi

nemmeno con il pesce. Hanno iniziato quindi a cibarsi prima con i topi e poi con il

cannibalismo.

Lo sport invece è nato come fenomeno privato, lo stato era completamente

estraneo: oggi invece lo stato considera lo sport molto pericoloso soprattutto dal

punto di vista delle scommesse.

FONTE DEL DIRITTO: atto o fatto idoneo a produrre diritto.

Fatto CONSUETUDINEcomportamento che si ripete nel tempo poiché si crede

sia obbligatorio farlo.

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Le regole consuetudinarie sono regole statiche di cui non si conosce l’origine,

funzionano solo in una società semplice. L’invenzione della scrittura è stata molto

utile per raccogliere tutte le regole consuetudinarie.

Il diritto moderno è un diritto di cui si conosce l’origine e la data: si sa chi l’ha fatto

e quando (parlamento, regioni, governo, ecc.).

Si è arrivati al diritto moderno con molta fatica: ci sono state molte lotte tra classi

sociali. Il diritto scritto prodotto dai primi parlamentari è il diritto delle classi

emergenti, della borghesia.

(consigliata lettura dell’articolo “Antidone e l’alba della legge”- sito della camera

dei deputati-rassegna stampa-parole chiave).

La lotta tra consuetudine e legge termina con la rivoluzione francese e il diritto

diventa un prodotto legislativo, diventa UGUALE PER TUTTI, NON PUO’

DANNEGGIARE IL POPOLO perché è ESPRESSIONE DELLA VOLONTÀ DEL POPOLO

stesso. In realtà non è stato proprio così, in seguito non sono state impedite le

dittature. Dopo la legge si è arrivati a creare le COSTITUZIONI. Anche oggi la legge

non è condivisa da tutti, ma nelle società complesse come la nostra è normale: ci

sono teorie di pubblico interesse che pensano che la legge sia creata per

raggiungere il pubblico interesse e sia quindi ricca di compromessi; altre teorie

invece sostengono che la legislazione sia frutto d’interesse privato volte a favorire

un determinato gruppo; altra ancora sostengono che il diritto è prodotto per

favorire gli enti pubblici che dovranno poi far rispettare queste leggi. In certi casi la

corte costituzionale può spazzare via queste leggi per interesse privato.

LE FONTI DEL DIRITTO

In un dato ordinamento sociale il diritto forma il così detto ORDINAMENTO

GIURIDICO, completo e coerente.

Completo perché ogni problema si può risolvere con le norme vigenti. Se non si

trovano le norme, si procede per analogia.

Coerente perché le norme non devono e non sono in conflitto tra di loro.

COSTITUZIONE

FONTI PRIMARIE (leggi, leggi regionali … )

FONTI SECONDARIE (regolamenti del governo, delle regioni)

CONSUETUDINI

DIRITTO INTERNAZIONALE

o CONSUETUDINI INTERNAZIONALI Seguite da tutti gli stati,

si applicano direttamente.

o TRATTATI Accordi, contratti tra stati, negoziati (conclusi)

dal governo, ratifica (controllo) da parte del governo.

Il trattato impegna lo stato solo a livello internazionale.

Per diventare diritto vigente è necessaria una legge

di esecuzione che lo renda valido nello stato.

Fonti interne

Fonti esterne

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Il diritto comunitario è basato su trattati e prevale

sul diritto nazionale e costituzionale, salvo il nucleo

essenziale della costituzione.

NORME GIURIDICHE

Se c’è un conflitto tra due norme si applica il principio gerarchico, se non si può

usare significa che il diritto emerge da fonti uguali a livello si applica quindi il

principio cronologico e quindi la norma più recente prevale su quella più vecchia.

In fine in altri casi si applica il principio della competenza, le leggi sono fonti di pari

livello ma occorre vedere chi l’ha fatta e chi la doveva fare (di solito stato e

regione).

INTERPRETAZIONE DEL DIRITTO

L’interpretazione del diritto deve presupporre che il diritto costituisca un sistema,

così contribuendo a far sì che lo divenga effettivamente.

DISPOSIZIONI E NORME

Le disposizioni sono vere e proprie formulazioni linguistiche, potenzialmente

suscettibili di diverse interpretazioni.

Le norme sono il risultato dell’interpretazione, operata sulla base di più criteri:

INTERPRETAZIONE LETTERALE: interpretazione che emerge dalle parole di un testo.

INTERPRETAZIONE LOGICO-SISTEMATICA: interpretazione di una norma

guardandola nel complesso e collegandola ad altre.

INTERPRETAZIONE ADEGUATRICE: interpretazione che deve essere conforme alla

Costituzione.

INTERPRETAZIONE COMPARATISTICA: si trovano sentenze che danno valore ad una

norma sulla base del valore che la norma stessa assume in un altro Stato.

INTERPRETAZIONE AUTORITATIVA: è utilizzata spesso dalle Autorità Garanti, come la

CONSOB e l’ANTITUST, esse guardano quale norma deriva da un organo più

competente.

INTERPRETAZIONE ANALOGICA.

LO STATO

Gli stati sono nati all’aumentare della popolazione in quanto i compiti da svolgere

erano tanti e fu necessario creare un gruppo di persone specializzate per svolgere

questi compiti.

S’iniziò a chiedere alla comunità di partecipare alle spese dei servizi comuni

come:

Tutela contro le avversioni esterne (ESERCITO).

Tutela dell’ordine pubblico interno (FORZE DELL’ORDINE ).

Amministrare i conflitti pacifici (GIUSTIZIA).

Benessere.

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Quando lo stato si evolse di cercò anche di migliorare il benessere della collettività

creando, ad esempio strutture volte ad incentivare il lavoro, strutture dove potersi

curare, strutture dove potersi istruire. Lo stato dovrebbe aiutare la popolazione a

vivere meglio.

Gli stati si affermarono in varie parti d’Europa, si organizzarono attorno a un

feudatario che per forza militare, economica o strategica assume posizioni di

superiorità rispetto ad altri. Il processo si è sviluppato in una duplice direzione:

1. Affermando la propria autonomia nei confronti del Papato e

dell’imperatore.

2. Affermando la propria supremazia nei confronti degli ordinamenti particolari

come gli ordinamenti feudali e municipali.

LO STATO È UNA FORMA DI ORGANIZZAZIONE SOCIALE CHE AMMISTRA UNA

COMUNITA’ STANZIATA IN UN TERRITORIO.

Lo stato moderno è caratterizzato da:

POPOLO: insieme di persone legate dal fatto di condividere tutti un’eguale

cittadinanza, ovvero una tendenziale uguaglianza di diritti e doveri di fronte

al governo sovrano. Si diventa cittadini e quindi si acquisisce la cittadinanza:

si è figli di madre e padre cittadini di un determinato stato

se si nasce in un determinato stato

se ci si sposa con un cittadino di un dato stato

se si ottiene il riconoscimento ( ossia se si è risieduto in un dato stato per

un determinato numero di anni) .

Si può definire come popolo anche una collettività di individui stanziati su

uno stesso territorio.

TERRITORIO: territorio dentro il quale lo stato esercita i propri poteri e le

proprie leggi.

Il rapporto tra leggi e territorio è molto complesso poiché non si riesce a

capire se una determinata condotta è affidata a questo o all’altro stato:

c’è rischio di una moltiplicazione punitiva oppure che nessuno affermi la

giurisdizione. Le tecnologie informatiche travalicano i confini dello stato (es.

apertura di conti correnti in altri stati).

SOVRANITA’ (GOVERNO SOVRANO) : un’organizzazione può dirsi sovrana, e

quindi stato, se all’interno del territorio che amministra non ci sono

organizzazioni superiori ad essa.

Uno stato può dirsi sovrano se è indipendente da tutti gli altri stati.

La sovranità non è un potere non costituito ma costituente. SOLO GLI STATI

SOVRANI POSSONO DARSI (O COMUNQUE POSSEDERE) UNA COSTITUZIONE.

Al giorno d’oggi lo stato assoluto non esiste più, la sovranità ha perso forza

per motivi di fatto e per motivi di diritto. Per motivi di fatto in quanto nel

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secondo dopo guerra esistevano dei grandi gruppi di potere ma alcune

decisioni li hanno limitati: c’è stata quindi una volontà di fatto. Per motivi di

diritto poiché alcuni stati hanno ceduto giuridicamente pezzi di sovranità

mediante trattati (es. UE).

Allo stato resta comunque il monopolio della forza: ossia il monopolio di

agire senza resistenze al proprio interno e senza interferenze dall’esterno.

SOVRANITA’- LIMITAZIONI ALLA SOVRANITA’ DI DIRITTI DI FATTO, derivano da

trattati (es. rapporto di vassallaggio tra le super potenze e gli altri stati.

Un’altra limitazione di fatto riguarda la sovranità dello stato nei rapporti

interni, tra lo stato e il suo territorio. La criminalità organizzata, radicata in un

territorio, è una sorta di concorrente dello stato. La criminalità organizzata

prospera laddove ad esempio lo stato vita il consumo di alcolici (USA),

divieto scambio prostituzione. La criminalità organizzata prospera laddove ci

sia una domanda della collettività e lo stato lo proibisce.

Servizi in concorrenza con lo stato: la criminalità organizzata chiede il pizzo

ai cittadini, una sorta di tassa, per dire loro che deve proteggerli. Questo è

un servizio in concorrenza con lo stato. In periodi di crisi economica, se lo

stato non ti impresta i soldi per vivere si cercano circuiti di prestito alternativi,

circuiti ”abusivi” di recupero crediti. Non raramente i servizi offerti dal la

criminalità organizzata sono più efficienti di quelli dello stato. Chi guarda

l’albero e non la foresta può avere un’impressione che questa sia una

migliore organizzazione. È dimostrato che la repressione non serve a nulla, la

criminalità organizzata si rigenera, criminalità organizzata scompare in un

dato territorio , solo quando lo stato diventa più efficiente.

LIMITAZIONI ALLA SOVRANITA’ DI DIRITTI DI FATTOtrattati o criminalità

organizzata.

LA COSTITUZIONE

Cos’è e a che cosa serve?

La costituzione è un altro strumento inventato dall’uomo per proteggersi

ulteriormente dai rischi. Le costituzioni sono strumenti che intendono proteggere la

collettività anche dallo stato.

La costituzione è uno strumento frutto della dottrina del costituzionalismo volto a

limitare l’arbitrio delle istituzioni pubbliche.

Da un punto di vista funzionale si può vedere come un’assicurazione contro i rischi,

com’era il diritto, com’è lo stato.

Al suo interno si trovano diritti che sono fondamentali per la collettività, il cui rischio

di perderli è considerato inammissibile. In passato molte di queste esigenze erano

garantite dalla società stessa. Quando buona parte della collettività si è sradicata

dalle sue radici, questi legami non furono più garantiti. L’idea fu che questi diritti

potessero essere garantiti dallo stato. Lo stato finì però per non garantire più le

minoranze. Molti rischi si possono garantire con assicurazioni, ma il mercato non

copre tutti i rischi ed i soggetti più deboli non possono garantirsi con le protezioni

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offerte dal mercato. Con le costituzioni certi diritti vengono garantiti a tutti e non

possono essere eliminati da una maggioranza, dalla famosa volontà popolare.

Quando uno stato entra in crisi, certi valori sono a rischio, la costituzione aiuta a

rendere più difficile eliminare certi diritti e garanzie. La costituzione può far si che

una malattia sociale possa essere curata prima che esploda ad esempio in una

guerra civile.

La costituzione è un documento che ha contenuto sia politico che giuridico.

Politicocontiene al suo interno valori inconciliabili tra loro, alcune espressioni

sono frutto di partiti ed ideologie politico sociale diverse. Dal punto di vista politico

contenere questi valori inconciliabili significa reciproca legittimazione. Equivale a

dire “farò anche un passo indietro, perché ci sono anche le tue ragioni oltre alle

mie”. Le costituzioni sono frutto di eventi che hanno sconvolto la società, sono il

testamento di una generazione che ha versato il suo sangue per la sua

generazione e quelle future.

Giuridicola costituzione è il diritto più elevato nel sistema delle fonti. Le

costituzioni solitamente sono scritte ma non è sempre così: ad esempio la

costituzione inglese non esiste scritta, ma gli inglesi rispettano comunque certe

garanzie per natura del loro popolo; oggi qualcuno richiede comunque una

costituzione scritta. Usa e Inghilterra hanno dato una protezione forte ai diritti: per

una ragione geografica, l’Inghilterra è un’isola, gli Usa sono stati protetti per secoli

dagli oceani; per l’Europa c’è stato un rischio continuo di avversioni dall’esterno,

fu quindi necessaria una capacità di comando rapida, e quindi una poca

garanzia dei diritti.

Le costituzioni flessibili (1700-1800) per certi aspetti superiori alla legge, ma il

Parlamento può con leggi superiori, fare leggi superiori a quelle della costituzione

o farne altre incompatibili ad essa. In Italia le leggi fasciste hanno modificato lo

Statuto Albertino e non si è potuto far nulla per vietarlo in quanto esso era flessibile.

Costituzione scritta e rigida: costituzione che non può essere modificata mediante

procedure ordinarie. Una costituzione è rigida se può essere modificata solo con

procedure aggravate (es. una legge può essere modificata con votazioni multiple

e notevoli maggioranze, la costituzione può essere modificata da un’assemblea

costituente, eletta ad hoc per quella data situazione oppure da un’assemblea

popolare). Un’altra tecnica per dar forza alla costituzione è quella di dire che certi

punti non possono essere modificati. Di fatto potrà accadere che vengano

cambiate anche queste parti ma con procedure molto difficili, la conseguenza

sarebbe una nuova costituzione imposta con la forza, incompatibile con i limiti

della precedente.

Esame- differenza tra costituzione formale e materiale

La costituzione formale è il documento, ciò che è scritto in precedenza.

La costituzione materiale è formata dai principi fondamentali di una costituzione

oppure è formata dai diritti effettivamente vigenti in un dato ordinamento .

COME PUO’ ESSERE MODIFICATA LA COSTITUZIONE ITALIANA (Art. 138 della

costituzione)

Una legge può essere modificata dalla camera e dal senato mediante due

approvazioni.

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Devono passare almeno tre mesi dalla prima approvazione.

Nella seconda approvazione in una delle camere non si è raggiunta la

maggioranza assoluta dei componenti a favore, la costituzione prevede (anche

se non è scritto) che non vi sia la modifica

Nella seconda approvazione sia in camera che in senato la legge è approvata

con i 2/3 dei costituenti. Il rischio è che i 2/3 non siano sufficienti a esprimere il

parere del popolo.

Situazione intermedia, più frequente in una delle due camere si ottiene una

maggioranza compresa tra i 2/3 e la maggioranza assoluta. La legge viene

pubblicata sulla gazzetta ufficiale, lo scopo è consentire entro tre mesi dalla

pubblicazione un referendum approvativo, entro tre mesi cinque membri di una

camera, cinque consigli regionali o cinquecentomila elettori possono chiedere il

referendum popolare, se ciò non viene fatto la legge entrerà in vigore. Se invece

viene chiesto il referendum la legge viene approvata mediante la maggioranza

dei SI e dei NO. Affinché il referendum sia valido non è necessario che votino il

50%+1 degli aventi diritto (solo in caso di referendum costituzionale) . Unico limite

(Art. 139) la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione

costituzionale. Il presidente della repubblica inoltre deve essere una carica

temporanea e non a vita, se così non fosse si violerebbe l’Art 139.

Limiti impliciti (esame):

Altre parti della costituzione non modificabili:

principi supremi dell’ordinamento( democraticità di un ordinamento,

principio lavorista, principio internazionalista, il nostro stato è uno stato

laico(art .7 - Art. 8), diritti inviolabili)

seconda parte della costituzione( principio di indipendenza della

magistratura e divisione dei poteri, rigidità della costituzione(l’art. 138 può

essere modificato ma con una procedura rinforzata), esistenza di un

controllo di costituzionalità, non significa che debba esistere solo una corte

costituzionale ma deve esistere il controllo del principio di costituzionalità. I

nostri giudici ordinari e la corte costituzionale possono eliminare le leggi in

contrasto con il diritto comunitario).

FORME DI STATO

Una forma di stato è un rapporto che intercorre tra gli elementi costitutivi di uno

stato, tra sovranità e territorio, tra sovranità e popolo.

In riferimento al territorio si distingue tra:

Stati unitari

Stati ad autonomia regionale

Stati federali

Rapporto tra stato e cittadini:

Stato Assoluto:” è meglio un leone solo che cento lupi” , è un rapporto di

tutto o niente, c’è un monarca assoluto e sudditi che non hanno diritti; il

potere è tutto concentrato sul sovrano: in realtà la giustizia è amministrata

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da funzionari in nome del re, che può decidere della vita dei suo sudditi

come vuole.

Stato Liberare: è il frutto della lotta tra il re e la borghesia, ceti emergenti che

non hanno una legittimazione al potere. Si ha il riconoscimento delle prime

costituzioni flessibili che riconoscono la divisione del potere tra sovrano e

assemblea elettiva. In questo tipo di stato inizia a riconoscersi la giuridicità,

anche lo stato inizia ad avere dei limiti. È uno stato in parte democratico-

rappresentativo, c’è una piccola assemblea rappresentativa (3%-4% della

popolazione). È uno stato che svolge funzioni sociali minime (tributi,

avversioni dall’esterno, giustizia, libertà delle classi sociali più ricche). Questo

stato riconosce l’uguaglianza formale di fronte alla legge, non esistono più

forme di giustizia diverse a seconda delle classi sociali. Di fatto nella realtà,

non fu così.

È uno stato che teoricamente non interviene sull’economia (concorrenza,

laissez faire).

Stati democratici-sociali:

Cosa accade tra lo stato liberale e lo stato odierno che è uno stato

democratico - sociale?

Le dittature erano uno stato totalitario che limitavano le libertà

fondamentali. L’essenza dello stato totalitario sta nel fatto che esso era volto

a trasformare la natura umana. Gli stati totalitari più forti sono stati il nazismo

e lo stalinismo che si fondano sul principio di sovranità della razza. Il rapporto

che si instaura con i cittadini è quello di trasformare l’uomo controllandolo

sia sulla vita pubblica che in quella privata. I cambi di concentramento

sono stati l’istituzione fondamentale di uno stato totalitario, è il luogo dove

avviene la demolizione dell’uomo dove si distrugge la sua personalità,

giuridica levandogli ogni diritto, ed il suo corpo. Nei campi di

concentramento il numero dei suicidi non era molto alto.

Concetto di democrazia: ci sono vari livelli di democrazia. Quando

mancano alcuni requisiti minimi non parla di democrazia.

Churchill forma di stato peggiore ad eccezione di tutte le altre. Paradosso.

La democrazia è una forma di stato imperfetta, le democrazie

soffrono dello scarso rendimento, nella democrazia c’è spazio per

tutti, c’è una forte domanda da parte della collettività da parte dello

stato. A una forte domanda corrisponde una risposta debole.

Le democrazie a volte hanno fatto guerra. Non rendono

necessariamente tutti pacifici. Ad oggi è stato constatato che una

guerra non è mai scoppiata tra due democrazie. Questo risultato ci

segnala, che la voce dell’opinione pubblica conta.

Molti studi osservano che dove c’è una democrazia la tutela

dell’ambiente è maggiore. La pressione collettiva popolare può avere

un forte impatto, a differenza delle dittature.

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Spesso si pensa parlando di democrazia al suffragio universale, pluralismo

dei partiti, ecc. La democrazia è anche un insieme di valori condivisi dalla

società.

Condizione essenziale perché ci sia la democrazia: deve esserci almeno un

organo eletto a suffragio universale. Queste elezioni devono svolgersi in

modo libero con tutte le garanzie previste e devono ripetersi nel tempo ad

intervalli ragionevolmente brevi. (Elezioni ogni 2,4,5 anni modo per

ricambiare la classe politica senza l’uso della violenza). Questo porta ad

una competizione pacifica tra i partiti.

Secondo principio: chi ottiene la maggioranza del consenso ha il diritto e il

dovere di governare. In una democrazia a questo diritto e dovere della

maggioranza corrisponde il diritto e dovere della minoranza di controllare la

maggioranza.

Una democrazia è tale se esistono forme di controllo politico. Sono di tre tipi:

1. Politicoconsente all’opposizione di avere voce in parlamento e

controllare l’operato della maggioranza.

2. Giurisdizionaleuna democrazia è tale se il suo assetto istituzionale è

strutturato in modo tale da avere una magistratura indipendente che

abbia determinati poteri.

3. Controllo sociale sul poterepossibilità da parte dell’opinione

pubblica di controllare e mettere sotto pressione il potere. Ciò

presuppone la libertà di stampa ed il pluralismo. Il controllo sociale

non si limita al controllo dei mass media. Tutti noi possiamo far sentire

la nostra voce quando le cose non vanno. In alcuni stati come gli

USA, il controllo sociale è molto forte. A seguito di alcuni servizi dei

media, alcuni personaggi ai vertici della politica sono stati costretti a

dimettersi. Negli stati anglosassoni la figura dell’editore puro è molto

importante, così come negli USA. In Italia invece non ci sono editori

puri ma più che altro imprenditori.

Valori della democrazia (articolo “democrazia, decalogo contro apatia

politica”)

Principio del relativismo dei valoriall’interno della democrazia non c’è

un'unica concezione dei valori. La democrazia consente a tutti di avere una

propria visione del mondo.

1. La cura degli individui è al centro della democrazia. L’obbligo sociale

delle democrazie è quello di dare rispetto e cura agli individui. Ciò in

antitesi con i totalitarismi.

2. La democrazia ha una propensione al dialogo.

3. La democrazia è diffidente verso le decisioni irrimediabili (guerra,

pena di morte).

4. La democrazia ha un atteggiamento sperimentale. Essa incoraggia le

innovazioni, la ricerca. Per fare questo deve garantire le libertà.

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L’apatia politica è primo passo verso altre forme di stato poiché essa non ha

bisogno di manutenzione.

Nelle democrazie c’è il rischio di dar tutto per scontato.

Dove la democrazia è sana e c’è un buon controllo, essa sente propri questi

valori.

Se il potere viene preso ed utilizzato contro i principi della democrazia la

reazione è forte.

Se invece c’è un atteggiamento meno rigido, e le cose avvengono poco

alla volta ci si abitua.

Concetto di socialeinvenzione europea su vasta scala. Invenzione dello

stato liberale. Laddove le popolazioni diventano numerose e c’è un

suffragio universale c’è domanda di protezione. Votano anche le classi

sociali che senza intervento dello stato non potrebbero essere soddisfatte. In

seguito questi principi di protezioni vennero inseriti nella costituzione.

Stato sociale è un patto tra classi sociali più abbienti e quelle meno

abbienti. È l’idea che una quota della ricchezza delle classi più abbienti sia

trasferita tramite lo stato ai meno abbienti. Dovrebbe essere un patto

sociale anche tra generazioni. Le generazioni più giovani producono,

lavorano e una parte della ricchezza viene trasferita allo stato per pagare le

pensioni, con l’implicita condizione che quando i giovani saranno vecchi ,

questo meccanismo continuerà.

Oggi c’è una forte crisi dello stato sociale a causa delle influenze estere. C’è

inoltre il grande problema dell’evasione fiscale e dello spreco e dell’abuso

delle risorse sociali. In questo stato di crisi dello stato sociale un’altra risposta

è il principio di sussidiarietà, previsto dalla costituzione: alcuni servizi pubblici

sono dati invece che dallo stato da altre fonti private.

Alcuni diritti dello stato sociale:

diritto alla salute

diritto allo studio

diritto ad avere i servizi pubblici

diritto di avere una pensione

diritto di avere un avvocato dello stato, se non lo si può pagare

Questi diritti non sempre sono garantiti in modo efficiente.

Una giapponese ha fatto uno studio profondo sulle democrazie dei paesi

del terzo mondo. Secondo la sua analisi è stata introdotta in questi stati una

democrazia con i principi del libero mercato. Ciò ha generato la tendenza

alla concentrazione del potere politico. La democrazia a suffragio

universale porta al potere la maggioranza, in questi stati la maggioranza ha

molti disagi ha problemi di vita, aizzata da leader che proponevano l’odio.

Questo è un genere di conflitto esplosivo che ha come conseguenza la

guerra civile. In questo sistema è mancato lo stato sociale, che solitamente

fa da cuscinetto.

FORME DI GOVERNO

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13 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Modo in cui sono organizzati i pubblici poteri, il modo in cui è distribuito l’esercizio

politico tra i vari organi costituzionali:

GOVERNO ASSOLUTO Tutto il potere è formalmente e sostanzialmente in mano

del monarca. (monarchia assoluta)

GOVERNO LIBERALESeparazione dei poteri. Il potere esecutivo in mano alla

monarchia, quello legislativo, in parte, alla borghesia. Non c’è rapporto fiduciario

tra parlamento e governo.

GOVERNO PARLAMENTARESi regge sul rapporto fiduciario tra parlamento e

governo. Storicamente rappresenta una maggiore forza della borghesia. Nella

realtà odierna in stati democratico-sociale dove c’è una forma di governo

parlamentale , le scelte fondamentali sono fatti dal governo perché i compiti del

governo sono numerosi e richiedono capacità specialistiche che i parlamentari

non hanno.

Laddove c’è un sistema con due partiti il governo è ancora più forte, perché il

governo avrà in parlamento una maggioranza più forte.

Laddove c’è un sistema pluri-partito il governo è più monitorato.

In questo tipo di governo ha peso anche il capo di stato che ha dei poteri

laddove l’indirizzo politico è meno compatto; laddove l’indirizzo politico è più

compatto il capo di stato ha più poteri.

Dove il meccanismo tra il governo e il parlamento funziona bene il presidente ha il

potere di controllo di costituzionalità. Un altro organo fondamentale è la corte

costituzionale che ha il ruolo di garanzia e ha il compito di annullare le leggi

incostituzionali: è un compito difficile da svolgere soprattutto per le nuove leggi in

quanto hanno la maggioranza politica vigente. Un’altra istituzione è il referendum

che può incidere su una scelta fatta dal parlamento, è la possibilità di rimuovere

un indirizzo politico. La differenza tra la corte costituzionale e il referendum è che

la prima elimina solo quelli incostituzionali mentre il referendum può eliminare

anche leggi costituzionali, ma non condivise. Le regioni concorrono all’indirizzo

politico e possono rivolgersi alla corte per leggi costituzionali ma che toccano il

loro potere.

GOVERNO PRESIDENZIALE SI è evoluto soprattutto negli USA.

Caratteristiche:

Forte separazione dei poteri, quando è stato creato, era per formare un

governo costituzionale senza il monarca ma con un presidente.

Ci sono due organi eletti dal popolo: l’assemblea con il potere legislativo e il

presidente con potere esecutivo. Sono eletti in tempi diversi: il presidente

rimane in carica per quattro anni, per massimo due volte, il senato e il

parlamento invece cambiano ogni due anni: capita dunque spesso che il

presidente e il congresso siano d’idee politiche differenti.

Il presidente e i suoi ministri si possono opporre fortemente alle idee del

congresso perché non c’è bisogno di un rapporto fiduciario. Il presidente

può porre il veto sulle leggi del congresso che non raggiungono la

maggioranza dei 2/3. l congresso può determinare la disputazione del

Presidente se incorre in reati (“impeachment”).

Il congresso interviene nella politica economica e estera con finanziamenti

e autorizzazioni.

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14 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Ruolo fondamentale:

o Corte suprema: vigila sul rispetto della costituzione e i giudici sono

nominati a vita, vengono scelti dal presidente e accettati dal

senato, continuano il loro lavoro dietro il presidente che li ha scelti.

La scelta del cittadino per quale presidente votare ricade anche

su chi scegliere come giudice.

o Contratto sociale molto forte dei media.

Di solito s’inserisce negli stati federali i quali mantengono dei poteri.

LA COSTITUZIONE ITALIANA

Guardiamo ora la costituzione come elemento politico ossia guardiamo le norme

che ne evidenziano l’aspetto politico. Ci sono norme che contestano il passato e

sono una base per il futuro.

Le norme che lo evidenziano sono:

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Il principio fondamentale è il lavoro, prima l’Italia era fondata sulla distinzione delle

classi sociale. Ora la dignità è data dal lavoro. La comunità s’impegna a creare

lavoro e a lavorare (Art. 4).

Art. 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e

come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in

condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un

ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e

favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Ripudio della guerra come rimedio delle controversie.

Art. 78.

Le Camere deliberano lo stato di guerra e

conferiscono al Governo i poteri necessari.

Lo stato di guerra è dichiarato dal Parlamento.

Art. 80.

Le Camere autorizzano con legge la ratifica

dei trattati internazionali che sono di natura

politica, o prevedono arbitrati o regolamenti

giudiziari, o importano variazioni del territorio

od oneri alle finanze o modificazioni di leggi.

I trattati sono regolati dal Parlamento.

Art. 27.

Come protesta

contro il

monarca.

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15 Martina S. http://www.sharenotes.it/

La responsabilità penale è personale.

L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e

devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte.

La pena di morte è abolita.

Art.18/49 libertà di associazione e pluralismo di partiti.

Le disposizioni transitorie Art. 12 o 13 vietano il partito fascista e associazioni militari

politiche.

Norme che guardano al futuro:

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di

condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,

che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno

sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori

all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Il secondo comma dice che la nostra società è fondata su disuguaglianze e la

Repubblica deve eliminarle.

Art. 44.

Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti

sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti

alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la

bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità

produttive; aiuta la piccola e la media proprietà. La legge dispone provvedimenti

a favore delle zone montane.

Distribuzione dei latifondi per stabilire rapporti sociali più equi.

Art. 53.

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità

contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Progressività dell’imposta.

PRINCIPI FONDAMENTALI

ART. 1, COMMA 2. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Forme:

o democrazia diretta: il corpo elettorale prende decisioni immediate

utilizzando il referendum che può essere abrogativo, applicativo e

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manipolativo (cioè quando si toglie solo una parte di legge, della quale se

ne modifica il significato).

o democrazia rappresentativa: il corpo elettorale elegge dei rappresentanti a

cui da poteri vincolanti.

Nel dicembre del 2011 in Islanda è stata approvata una costituzione nuova

con una partecipazione massima della popolazione.

o democrazia partecipativa: sono gli strumenti e le modalità che permettono

alla società di intervenire in altri ambiti come scuola, enti locali, sanità. I

giovani contano poco perché non possono votare, c’è la necessità che

questa democrazia abbia più peso.

I sistemi moderni si fondano su un misto di democrazia diretta e rappresentativa on

prevalenza della rappresentativa perché era impossibile mantenere le urne

elettorali aperte tutto l’anno, ora questa salsa con le tecnologie informatiche è

venuta a meno. L’esercizio della democrazia diretta presupporrebbe una

conoscenza elevata su tutto o molto e non è così.

In California c’è la democrazia diretta in cui la popolazione può decidere su tutto,

può anche decidere come modificare la costituzione. Nel ’78 è stata approvata

una riforma che diceva che per mettere nuove tasse bisognava avere un quorum

dei 2/3 delle assemblee. Negli anni successivi si sono approvate molte altre leggi

con spese da parte dello stato. Dunque finché la società era ricca tutto andava

bene, il problema c’è stato quando ha iniziato ad esserci la recessione, si sono

quindi cercati finanziamenti esteri e ora la California è sull’orlo del fallimento.

Si è dunque capito che forme di democrazia diretta non controllate hanno molti

problemi. In Svizzera la democrazia diretta funziona meglio perché c’è un dialogo

tra ka democrazia diretta e quella rappresentativa. La democrazia diretta ha la

forza di essere un contro potere ed è fondamentale che ci sia. Nella democrazia

rappresentativa si eleggono dei rappresentanti che prendono decisioni. Essa ha il

vantaggio di tutelare le minoranze cioè quei gruppi con intenso interesse in un

qualcosa. Nella democrazia rappresentativa c’è negoziazione tra maggioranza e

minoranza: dovrebbe esserci più conoscenza.

Il problema è mantenere un contatto con gli elettori, vedere se i rappresentanti

sono coerenti con gli elettori e se rappresentano la volontà degli elettori.

La democrazia rappresentativa è uno strumento con cui si delega una decisione.

Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come

singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede

l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e

sociale.

L’Art. 2 riconosce la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo.

Riconosce= principio individualista, la persona è al centro dello stato.

Il problema del riconoscimento dei diritti nei paesi democratici sta nell’effettivo

garantimento dei diritti:

o libertà

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17 Martina S. http://www.sharenotes.it/

o sociali

o libertà politiche (far partito, votare)

o di quarta generazione (tutela ambiente) Si sono ricavati da altre norme.

La differenza tra la libertà e i diritti sociali è che i diritti sociali costano lo stato ma

la libertà no. Le libertà sono dei bisogni che assumono valore di diritto e che le

persone possono esercitare naturalmente; lo stato interviene in questi

presuppongono sin dall’inizio l’intervento dello stato (scuola, sanità, servizi pubblici,

lavoro, ecc.) e questo crea un problema di risorse.

INVIOLABILI= lo stato deve intervenire per regolare, disciplinare e limitare i diritti

perché altrimenti andrebbe ad interferire su altri diritti.

Limiti della libertà di pensiero, tutela dell’onore altrui, riservatezza, segreto di stato,

segreto d’istruttoria, sciopero dei servizi pubblici, i quali devono garantire un

minimo di presenza, sono diritti inviolabili.

Come interviene il legislatore? Con il principio di proporzionalità cioè quando si

tutela un diritto o un principio si usano dei mezzi miti che sacrificano meno gli

interessi contrapposti. (es. si può ottenere l’accesso ad alcune informazioni ma

non si possono fare fotocopie, si dice che si può prenderne mera visione).

Dunque INVIOLABILI significa che non possono essere cancellati dalla costituzione

(art. 1/54) e che quindi il legislatore non può sacrificare completamente un diritto

per l’altro.

Possiamo ricavare altri diritti oltre quelli degli art. 13/54? In realtà sì, perché un

diritto può essere non tutelato perché non riconosciuto ma essere fondamentale

per la società di adesso. Come si fa se un diritto non è garantito?

Si cerca un riconoscimento legislativo, si fa pressione sul parlamento ma questa è

una strada spesso impervia per le minoranze politiche. Si può anche usare la

strada giurisdiziale cioè avvocati che faranno battaglie basandosi sull’Art. 2 o su

carte internazionali o su leggi di altri stati. Se la giurisdizione accetta il diritto allora

interviene il parlamento che fa un’opera di bilanciamento.

Diritti d’identità personale è un diritto riconosciuto dalla giurisprudenza un altro

esempio è il diritto all’identità sessuale, il c.c. non riconosceva neanche il

cambiamento dei dati anagrafici.

La tutela dei diritti inviolabili solo da lesioni dello stato o anche dal privato? Le

costituzioni in teoria sono fatte per tutelarsi dal potere dello stato ma si è arrivati

anche a utilizzarle nei confronti del privato. Infatti esistono diritti inviolabili anche

all’interno della famiglia.

L’articolo parla anche dei doveri inderogabili:

Art.54 dovere di lealtà.

Art.53 dovere tributario.

Art.52 la difesa della patria, ma il servizio obbligatorio è stato abolito.

Art.48 l’esercizio del voto è dovere civico.

Art.34 dovere di istruirsi.

Art.4 il lavoro, ogni cittadino ne ha il diritto e dovere, almeno di provarci.

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Art.32 la salute, c’è un dovere di cercare di essere sani? Sostanzialmente ognuno

di noi è obbligato a non diffondere malattie contagiose, sono lecite la

quarantena e sono obbligatori i vaccini.

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di

condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,

che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno

sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori

all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Stabilisce:

o Eguaglianza tra persone e quindi garantisce pari dignità.

o Eguaglianza della distribuzione dei diritti e dei doveri della società.

o Eguaglianza di risultato significa che lo stato deve garantire a tutti alcuni

beni, ma non si può raggiungere universalmente per un problema di risorse

e perché ognuno di noi ha esigenze diverse.

o Eguaglianza di pari opportunità: es se ci sono 100 persone nelle stesse

identiche condizioni e la nave sta affondando, le 50 scialuppe a

disposizione possono portare ciascuna 1 persona, come si fa? Con

l’eguaglianza di risultato l’unico modo sarebbe affondare tutti. Allora si

estrae a sorte, qui compare il concetto di pari opportunità: ogni persona

può essere salvata. È quello che accade anche nei concorsi pubblici.

Il primo comma stabilisce che tutti i cittadini hanno pari dignità e sono tutti uguali

di fronte alla legge, senza alcuna distinzione.

In passato c’erano leggi che punivano legalmente il mendicareno pari dignità.

In alcune forze armate non ci possono essere persone tatuate no pari dignità.

L’Art. 3 dice anche che tutti i cittadini “sono eguali davanti alla legge, senza

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di

condizioni personali e sociali” . Le leggi in realtà distinguono e classificano

sempre. Ma quando sono conformi al principi di uguaglianza? Quando trattano in

modo diverso situazioni uguali e in modo uguali situazioni diverse.

La costituzione da ipotesi per cui le persone devono essere trattate in modo uguali

di fronte alla legge:

sesso

razza

lingua

religioni

opinioni politiche

condizioni personali e sociali.

Dietro questi vocaboli c’è la storia dell’umanità.

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Le leggi che utilizzano questi criteri sono leggi che danno diritti e si dicono sospette

perché se ne presume l’incostituzionalità. Occorre che lo stato dimostri che si

avvalgano ad un caso specifico e siano requisiti necessari a svolgere un dato

compito. Ci sono casi in cui si hanno discriminazioni indirette : la legge non

distingue, la realtà invece si.

(es. altezza nei concorsi, considerato un requisito minimo per svolgere date

funzioni. In realtà questo requisito produce discriminazioni. Si pone il problema di

capire se c’è una ragione strettamente indispensabile. Valutazioni di questo tipo,

se fatte seriamente, sono molto complesse. In altri stati l’altezza non è un requisito

per entrare nelle forze dell’ordine. Nel nostro stato ci sono dei decreti che

specificano le eccezioni.).

In alcuni casi c’è una discriminazione rovesciata: la legge sull’allattamento per il

primo anno di vita per le donne è stata dichiarata incostituzionale circa una

decina di anni fa. La corte ha stabilito che la donna lavora al giorno d’oggi e lo

stato non può interferire nelle scelte della famiglia. Sarà la coppia a decidere

personalmente se sarà l’uomo o la donna ad avvalersi dell’allattamento. L’unico

compito della corte è controllare che non se ne avvalgano entrambi.

L’Art. 3 comma 2, pone il PRINCIPIO D’ UGUAGLIANZA SOSTANZIALE, è la norma

cardine, ci dice che il principio di uguaglianza formale (comma 1 )non è

sufficiente . il comma 2 riconosce che in realtà pari opportunità non ci sono. È

necessario l’intervento della Repubblica di creare una società meno diseguale,

meno ingiusta. Ma come? Mediante azioni positivi:

agevolazioni per l’imprenditoria femminile o giovanile

borse di studio

posti riservati nei concorsi pubblici (disabili)

punteggi agevolati.

In base all’Art.3, comma 1, si fanno classificazioni positive.

Nella realtà sono classificazioni sospette le classificazioni odiose, che distinguono

sulla base di un presupposto implicito il fatto che una data categoria di persone

debba essere considerata inferiore.

Nel Art. 3, comma 2, ci sono classificazioni benigne, che non mirano a

svantaggiare qualcuno ma ad aiutare coloro che non in condizioni obiettive di

svantaggio.

Art. 6 tutela delle minoranze linguistiche. Questo ci dice che si devono fare delle

leggi per tutelare le minoranze.

Art. 51 pari opportunità uomo-donno. Questo ci dice che anche le donne

possono accedere agli uffici pubblici.

Art. 7-8IL RAPPORTO TRA STATO E CONFESSIONI RELIGIOSE È UN CONCETTO

FONDAMENTALE. Le norme antiche erano sia religiose che civili.

I problemi nascono perché possono nascere conflitti tra l’essere cittadini e il fatto

di aderire a una certa norma religiosa. L’Art. 7 risolve questo principio sotto il

principio di laicità.

Stati e relazioni con la religione

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20 Martina S. http://www.sharenotes.it/

1) Stato giurisdizionalista il criterio è quello secondo cui le norme dello stato

prevalgono su quelle religiose. Questo significa potere del monarca di

cambiare il credo religioso dei propri sudditi.

2) Stato confessionale-confessionista lo stato cede all’autorità religiosa il

potere. lo stato riconosce espressamente nelle sue leggi che una data

religione è la religione di stato. Lo stato presta le forze armate alla religione

per punire chi non rispetta i precetti della religione.

3) Stato laico ci sono due significati diversi di laicità

a) Laicità come indifferenza dello stato al fenomeno religioso.

b) Laicità come imparzialità dello stato al fenomeno religioso. lo stato si

tutela ponendo norme penali. Si tutela perché alcuni comportamenti

possono offendere una notevole maggioranza. Lo stato tuttavia non può

distinguere tra le varie fedi religiose. Il nostro stato ad oggi è uno stato

laico nel senso di imparzialità.

4) Principio concordatario stato e professioni religiose regolano i reciproci

rapporti con degli accordi.

Nel sistema italiani si sono vissuti tutti e quattro questi rapporti. Fino al 1884

esisteva un principio secondo cui la religione cattolica era la religione di stato.

Nel 1929 è stato stabilito il principio concordatario (Patti Lateranensi) .

Art. 7

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e

sovrani.

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti,

accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione

costituzionale.

Questo principio è un principio di laicità. Rapporti tra stato e religione sono regolati

dai patti lateranensi del 1929. Contenevano tre documenti:

1) Trattato con cui venne istituito e riconosciuto lo stato del Vaticano.

2) Convenzione finanziaria. Ha regolato i rapporti finanziari tra stato e città del

Vaticano.

3) Concordato vero e proprio. È il patto con cui stato e chiesa cattolica hanno

regolato aspetti delicati del loro rapporto. Nel 1929 il fascismo non aveva

ancora massimo consenso in Italia. La riappacificazione con la chiesa

cattolica significò per i fascisti riuscire dove aveva fallito lo stato.

Alla chiesa è stata data la possibilità di fare propaganda religiosa. Sono

sopravvissute le Associazioni cattoliche. A queste associazioni è stato chiesto

di non occuparsi di politica.

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È stato previsto l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica nelle

scuole.

È stato previsto che coloro che vengono espulsi dalla comunità religiose non

possano entrare a lavora negli uffici pubblici.

È stato previsto che l’annullamento del matrimonio religioso da parte della

sacra rota è seguito dall’annullamento del matrimonio civile.

I vescovi inoltre dovettero giurare fedeltà al fascismo.

Alcuni punti di questo patto erano in contrasto con la Costituzione, infatti l’Art. 7

dice che lo stato può modificare i punti del patto solo con lo strumento di

revisione costituzionale. Se vuole usare la legge ordinaria è necessario il consenso

da parte della chiesa.

Nel 1984 sono stati cambiati alcuni aspetti:

la regione cattolica, non è più religione di stato.

Vengono soppresse alcune norme: l’annullamento di fronte alla sacra rota

non è più valido anche ai fini civili. È necessaria una valutazione da parte

della corte d’appello. Si deve verificare che non sia stato annullato per

cause non previste dal codice civile. Davanti alla sacra rota, se una delle

due parti agisce

Art. 8

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi

secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico

italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le

relative rappresentanze.

Riguarda i rapporti tra lo stato e le altre professioni religiose in base ad un principio

di libertà. I rapporti possono, tuttavia, essere regolato da accordi con le relative

religioni. Non si dice nulla sulle modifiche dei patti con queste religioni. Sono stati

negli anni disciplinati diversi rapporti. La religione ebraica vorrebbe il sabato come

festa. Ma in alcuni rapporti di lavoro è necessario lavorare il sabato: questo

conflitto può portare al licenziamento: per questo sono necessari dei patti.

Art. 10-11 RAPPORTI INTERNAZIONALI

Ci sono due aspetti che riguardano :

1) Rapporto tra stato e stato.

2) Rapporto tra stato e stranieri.

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Articolo 10

L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale

generalmente riconosciute.

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle

norme e dei trattati internazionali.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà

democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio

della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. (*) NOTE:

(*) La legge costituzionale 21 giugno 1967, n. 1, ha disposto che l'ultimo comma dell'art. 10 e

l'ultimo comma dell'art. 26 della Costituzione non si applicano ai delitti di genocidio.

Dobbiamo distinguere tre casi:

Rapporto con i cittadini dell’UE cittadinanza europea disciplinata da

trattati e parificata con i cittadini italiani.

Diritto di asilo dello straniero c’è nei casi in cui nello stato da cui proviene

non sono garantite le libertà garantite dalla costituzione italiana. Diritto di

asilo ossia diritto di entrare in Italia e di starci. Questo diritto potrebbe essere

garantito direttamente dal giudice. Riguarda il caso in cui una persona che

giunge qui e dice che nello stato in cui vive non sono garantite libertà non

solo del singolo.

Condizione del rifugiatodiscriminazione solo a livello personale.

Rapporto con stranieri non appartenenti all’UE si deve guardare se lo

stato italiano ha stipulato un trattato con gli stati stranieri, se c’è un trattato

che regola i rapporti tra cittadini si fa fede ad esso. Se i trattati non ci sono lo

stato disciplina con la legge la condizione del cittadino straniero. Ha un

margine più ampio, ma la costituzione prevede norme che devono essere

comunque applicate a tutti, cittadini e non. Le prestazioni sanitarie vanno

garantite anche agli stranieri. Anche il matrimonio non può essere impedito.

Articolo 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e

come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in

condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un

ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e

favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Le fonti dell’ordinamento internazionale sono le consuetudine e i trattati (Art. 10).

La costituzione prevede una subordinazione del nostro ordinamento alle

consuetudini e i trattati internazionali.

Art.117 modificato nel 2001

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23 Martina S. http://www.sharenotes.it/

“La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della

Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli

obblighi internazionali.”

Art. 80 i trattati spettano al governo. L’autorizzazione è fatta dal Parlamento

mentre la ratifica spetta al Presidente della repubblica.

Il parlamento è vincolato dai trattati? Esso può solo autorizzare o no il trattato?

L’art. 80 non ci dice nulla, la prassi ci dice che il parlamento può imporre delle

condizioni aggiuntiva oppure far si che alcune parti vengano eliminate. Non si

può stravolgere tuttavia il contenuto essenziale del trattato: la negoziazione

essenziale spetta in ogni caso al Governo.

Articolo 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e

come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in

condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un

ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e

favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Tra i trattati, hanno importanza quelli politici e quelli mediante i quali l’Italia cede

parti di sovranità come:

istituzione dell’ONU (hanno aderito quasi tutti gli stati): questo trattato

dovrebbe centralizzare l’uso della forza. Questo meccanismo non ha

sempre funzionato come dovrebbe. Attualmente l’ONU è formata da 15

membri: 10 sono a rotazione e 5 permanenti che hanno il diritto di veto.

Trattato dell’Unione Europea: “mai più guerre tra di noi”. L’Europa è stata

per secoli bottino di guerre, causate spesso da ragioni economiche. Negli

anni ’50s si riteneva che un’unione politica fosse prematura. L’idea è stata

quella di mettere in comune le risorse economiche creando un mercato

libero e rendendo quindi liberi gli scambi.

Accordo che ha istituito la corte penale di giustizia: l’ordinamento

internazionale regola i rapporti tra gli stati. Questo trattato consente che

siano messi sotto processo persone fisiche che hanno cittadinanza di uno o

l’altro stato che abbiano commesso omicidio, genocidio, criminalità di

guerra. A questo trattato mancano le firme e le adesione degli stati più

grandi.

Trattato CEDU: Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, utilizzato per:

o Dare valore ai diritti della nostra costituzione.

o Dà la possibilità ai cittadini di chiedere la condanna del proprio stato.

Per condanna si intende “risarcimento dei danni” causati ad esempio

per omissioni, come per non aver emesso una legge che sarebbe

stata necessaria.

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24 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Articolo 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e

tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Questa norma parla delle ricchezze più grandi che abbiamo in Italia ma si limita a

promuovere lo sviluppo e a tutelare il paesaggio. Non è molto chiara. La

costituzione Islandese è molto diversa: è molto più chiara e ben specificata. La

natura è fondamento di vita del paese.

Entriamo ora nel campo delle libertà. La prima norma che vediamo è sulla

LIBERTA’ PERSONALE.

Titolo I - Articolo 13

La libertà personale è inviolabile.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione

personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto

motivato dall'Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge,

l'autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono

essere comunicati entro quarantotto ore all'Autorità giudiziaria e, se questa non li

convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di

ogni effetto.

E' punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a

restrizioni di libertà.

La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.

La libertà personale è garantita da tutte le costituzioni. Nella libertà personale

rientra anche la personalità morale.

Che tipo di garanzie sono previste? Questo può essere considerare come modello

abbastanza tipico:

Non si può restringere la libertà personale se non nei casi e modi previsti

dalla legge. Riserva di legge e giurisdizione. Le forze dell’ordine pubblico

possono restringere la libertà. Deve anche essere un intervento preventivo

del giudice (riserva di giurisdizione). L’intervento preventivo deve essere

motivato per tutelarci in futuro nei confronti del giudice.

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla

legge, l'autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori

che limitano la libertà personale, che devono essere comunicati entro

quarantotto ore al giudice e, se questa non li convalida nelle successive

quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.

non si può restare più di 96 ore ristretti nella libertà personale senza un

intervento del giudice.

Questo modello si ritrova nella libertà di stampa , ecc .

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RISERVA DI LEGGE (POSSIBILE DOMANDA ESAME)

Questo concetto ha diversi significati:

o La riserva di legge, per essere tale, deve essere prevista dalla costituzione

che ne stabilisce i tipi.

o Alcuni tipi non sono sempre definiti della legge.

Tipi di riserve di leggi

Costituzionale: la costituzione stabilisce che una data materia deve essere

disciplinata sono con riforme di legge costituzionali. Non si può intervenire con una

legge ordinaria del Parlamento. Per approvare una legge ci vuole il procedimento

138.

Assoluta: casi in cui la costituzione vuole che la materia sia disciplinata

esclusivamente da leggi in parlamento, da atti aventi forze di legge (decreti

legislativi o decreti legge) o da leggi regionali (fonti primaria). Non c’è spazio per i

regolamenti (fonti secondarie). Si tratta di materia che tutela diritti fondamentali.

Comma 2, Art. 13 vengono indicati i modi e le modalità concrete. Di i modi

solito sono enunciati dai regolamenti.

Rinforzata: casi in cui la costituzione fa una cosa in più a livello di garanzia vs le

persone. La materia non solo deve essere tutelata dalla legge ma la materia deve

essere regolata dalla costituzione.

Es. Art. 14 sulla tutela del domicilio

“Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini

economici e fiscali sono regolati da leggi speciali. ”

È la costituzione che dice quando devono essere previsti accertamenti.

Es. Art. 16

“Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del

territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per

motivi di sanità o di sicurezza.”

Il legislatore non è libero , i motivi li sceglie il costituente.

Relativa : il costituente impone al legislatore di disciplinare la parte fondamentale

di quella materia con principi fondamentale lascia la libertà che i modi concreti di

disciplina vengano stabiliti da regolamenti.

Come la individuiamo? C’è un criterio letterale. Il costituente è più generico. Es.

Art. 23 “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non

in base alla legge” , non si dice “se non nei casi e modi tassativamente previsti

dalla legge”.

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Art. 97 “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che

siano assicurati il buon andamento e la imparzialità dell'amministrazione.”

Apparentemente l’artico 13 prevede solo dei casi di riserva di legge assoluta. In

realtà c’è una riserva di legge rinforzata. Lo si vede collegando l’Art. 13 con gli

Artt. 25-27. Il costituente ha detto delle condizioni più precise e concrete.

Titolo I - Articolo 25

Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.

Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore

prima del fatto commesso.

Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla

legge.

Comma 2, principio di retroattività della legge. Questo principio nel campo

penale è stabilito da una norma costituzionale.

Titolo I - Articolo 27

La responsabilità penale è personale.

L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e

devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di

guerra.

Un altro principio che viene dedotto da questi articoli è il principio della tassatività,

della determinatezza della legge penale. Un altro limite del legislatore è quello di

stabilire norme di reato precise chiare.

Altro principio riguarda la personalità penale e personale: non si può essere

condannati per un reato per una condotta commessa da altri (per questo si parla

di personalità personale).

Principio di colpevolezza: possiamo solo rispondere di fatti materialmente

commessi da noi.

Si può essere responsabili solo se:

a) si è materialmente commesso il fatto

b) si è responsabili solo per non aver fatto qualcosa che si doveva fare, ci deve

essere un giudizio di ri-colpevolezza su una nostra condotta.

Principio di offensività del reato: il legislatore non può prevedere un reato per

qualsiasi inflazione. Possono essere previsti reati solo per condotte socialmente

pericolose.

Alcuni principi riguardano anche la sanzione come il principio di proporzionalità:

non si può infliggere 20 anni di pena per il furto di un motorino.

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E' punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a

restrizioni di libertà. (Art. 13)

Le finalità classica della pena sono:

una finalità punitiva ( “occhio per occhi, dente per dente”)

una finalità deterrente: la pena ha questa finalità quando guarda al futuro,

vuole diminuire la possibilità che un fatto simile riaccada.

La costituzione ci parla di una terza funzione: “Le pene non possono

consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla

rieducazione del condannato.” finalità rieducativa della pena, si vuole

reinserire il condannato nella società, si pensa che ci sia oltre che una

responsabilità personale del condannato anche una responsabilità sociale.

Nel ‘600 e nel’700 la sanzione era l’esecuzione sulla pubblica piazza. Fino al

1700 non esistevano le carceri, la sanzione era diversa: pena di morte,

espatrio forzato, marchi a fuoco. Il carcere esisteva solo ai fini di custodia

cautelare ai fini della condanna. (es. Socrate). Nell’1700 si è iniziata a

formare l’idea sociale del rieducamento dei condannati. Le carceri sono

nate con la peste e il colera, per evitare il contagio. Successivamente

vennero usate per controllare i condannati. Al giorno d’oggi le carceri sono

invivibili. La recidiva dei condannati è del 50%-60%: solo il 40% dei carcerati

al termine della pena cambia vita. In Calabria c’è un carcere dove la

recidiva è circa del 6%.

La costituzione parla anche di principi di sicurezza (Art. 25).

Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti

dalla legge. si danno nei casi in cui non si possono dare sanzioni penali

(condannato incapace di intendere o volere, oppure un fatto/reato che

non può essere punibile. Es. la moglie che mette lo zucchero invece che il

cianuro della minestra del marito perché si sbaglia, questo non è un reato.

Non si può dare una pena ma si da una misura di sicurezza perché si è

dimostrato del il soggetto è pericoloso).

Carcerazione preventiva:si restringe la libertà personale quando non è

ancora stata accertata la colpevolezza. (Art. 13). Deve essere utilizzata

tendo conto dell’Art. 27 che dice:” L'imputato non è considerato colpevole

sino alla condanna definiti.”

Ma quali sono i principi che regolano?

Negli anni ’60 l’allarme sociale era altissimo. Si intervenne con misure ai limiti

della costituzionalità. La corte dichiarò provvisoriamente le misure prese

costituzionali. Queste misure erano:

gravità del reato

colpevolezza del reato in via preventiva non si ha la certezza, ma si ha

un’alta probabilità, basata sulla statistica

pericolo di fuga

rischio di reiterazione del reato

pericolo di occultamento delle prove, se lasciato libero

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durata massima della carcerazione preventiva in base alla pena (1/3 della

pena).

Con queste misure le leggi che prevedevano la carcerazione preventiva sono

provvisoriamente costituzionali.

Art. 14 LIBERTA’ DI DOMICILIO (ESAME)

Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri se non nei casi e

modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà

personale. (come Art. 13).

Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini

economici e fiscali sono regolati da leggi speciali.

DOMICILIO = ogni luogo ogni area dentro la quale una persona ha il diritto di stare

escludendo chiunque altro.

Non è necessario essere proprietari dell’abitazione. Si può avere la locazione in

prestito come comodato. Anche il proprietario non può entrare senza permesso.

Esempi di domicili: abitazione, ufficio, camera d’albergo, auto tappezzata,

roulotte.

Quali garanzie sono date per la libertà di domicilio?

Il terzo comma è molto importante perché c’è una riserva di legge rinforzata:

Sanità i NAS che entrano nei locali e trovano piccioni e topi in cucina.

Incolumità pubblica ispettori del lavoro che controllano le misure di

sicurezza nei cantieri.

Fini economici e fiscali guardia di finanza che entrano nelle imprese per

fare accertamenti.

Il sequestro non è permesso. Manca una garanzia procedurale importante,

rispetto alla libertà personale: manca il provvedimento del giudice. Solo in queste

tre ipotesi è possibile fare accertamenti e ispezioni senza andare a chiedere il

mandato per fare l’accertamento al giudice.

Lo schema generale per le riserve di legge intervento del giudice. Anche per il

domicilio vale. Sono esclusi solo i casi di accertamento e ispezione per controlli di

sanità, incolumità pubblica o ai fini economici.

Non c’è un intervento preventivo del giudice.

Art. 15

La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di

comunicazione sono inviolabili.

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La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria

con le garanzie stabilite dalla legge.

Nel 1948 come forme di comunicazione si pensava alle lettere. Tutte le nuove

tecnologie sono coperte dall’Art. 15 grazie all’espressione “ e di ogni altra forma di

comunicazione”.

Art. 21 (libertà di manifestazione del pensiero)

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo

scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

… Quando la comunicazione è tutelata dall’Art.15 e quando dall’Art. 21?

Art. 15 Comunicazione riservata verso soggetti determinati.

Art. 21 Comunicazione non riservata.

L’art. 15 ha forza di tutela più forte della libertà personale. La limitazione può

avvenire soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria con le garanzie

stabilite dalla legge.

Quale ipotesi manca?

Il modello è: riserva di legge intervento preventivo del giudice casi

eccezionali ( privazione della libertà personale per 48 ore).

Nell’Art. 15 manca la misura eccezionale delle 48 ore. Perché questo?

1) È difficile immaginare casi di urgenza: questo lavoro si fa nel tempo. C’è

sempre la possibilità di andare prima dal giudice.

2) Spesso sono coinvolte persone inconsapevoli ed innocenti.

Art. 16 (LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E SOGGIORNO)

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del

territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per

motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da

ragioni politiche.

Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo

gli obblighi di legge.

C’ è una riserva di legge rinforzata. Non c’è l’intervento preventivo del giudice ma

solo nei casi di:

sanità epidemia , si possono stabilire forme di quarantena

sicurezza non si dice mai in costituzione “ordine pubblico”, questo non è

casuale, nel 1948 si usciva da una dittatura in cui ordine pubblico significa

non solo tutela contro fenomeni che potessero provocare danni alle

persone ma andava contro l’ordine pubblico tutto ciò che era in contrasto

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con le ideologie fasciste. L’Art. 16 infatti precisa che nessuna restrizione può

essere determinata da ragioni politiche.

Perché lo precisa?

Valore simbolico: ricordare quello che è stato e rifiutarlo.

Valore giuridico restrittivo: il concetto di sicurezza può limitare la libertà

di circolazione solo se limita la libertà pubblica, e non per quello che si

dice, per i valori che non sono condivisi.

C’è un caso che crea ancora oggi problemi: il caso della prostituzione nelle

strade. Ci si chiede se sia compatibile con l’Art. 16. Lo si è fatto ma è

dubbio, si giustifica questo con il fatto si possono creare rischi per la

circolazione stradale (incidenti). In realtà si vieta per altri motivi si sicurezza.

Si è al limite della costituzionalità. La misura migliore sarebbe cambiare la

costituzione.

Libertà di espatriare prima del 1948 non era così. Oggi avere il passaporto è

un diritto. Fino al 1948 era un potere delle attività giurisdative. Nel periodo fascista

l’espatrio senza passaporto era un reato.

Art. 17 (LIBERTA’ DI RIUNIONE )ESAME

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.

Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.

Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che

possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità

pubblica.

DIFFERENZA TRA RIUNIONE E ASSOCIAZIONE

RIUNIONE = AGGREGAZIONE PREORDINATA DI PERSONE IN UN DATO LUOGO E UNA

DATA ORA PER UN DETERMINATO MOTIVO CHE PUO’ ESSERE MOLTO VARIO

ASSOCIAZIONE = AGGREGAZIONE (ASSEMBLAMENTO) DI PERSONE NON

PREORDINATA, ANCHE IDEALE, LE PERSONE SONO VINCOLATE GIURIDICAMENTE TRA

LORO. NELLO STATUTO CI SONO DIRITTI E OBBLIGHI. L’ASSOCIAZIONE E’ VINCOLATA

DA LIMITI GIURIDICI.

Ci si può riunire pacificamente. Le riunioni in luogo privato non hanno necessità di

essere comunicate. Quelle in luogo aperto al pubblico (teatro, stadio, ecc) non

vanno comunicate ma devono essere rispettate le norme di sicurezza. Le riunioni

in luogo pubblico devono essere comunicate alle autorità 3 giorni prima. Possono

essere vietate solo per comprovati motivi di sicurezza. Se il questore non dice nulla

si può fare. Può vietarla solo per comprovati (si adduce ad elementi di fatto)

motivi. Quando si limita un diritto si deve fare nel modo meno invasivo: se i

promotori non avvisano l’autorità di pubblica sicurezza, il questore può sciogliere

la riunione solo se individua concreti motivi di sicurezza, perché deve rispettare il

diritto di riunione delle persone. Si punirà il promotore.

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Se la riunione viene comunicata da parte di più gruppi di promotori in conflitto tra

di loro nello stesso luogo e alla stessa ora. Il questore può vietarle entrambe. Una

soluzione di questo genere è giusta? Si sarebbe potuto spostare il luogo, ma

questo può essere difficile. Il giudice rispetta il criterio cronologico. Fa la riunione

chi l’ha chiesta per primo.

Art. 18

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che

non sono vietati ai singoli dalla legge penale.

Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche

indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.

È come se ci fosse scritto che l’art. 18 consideri anche la libertà negativa, ossia

libertà di non associarsi. Lo si capisce dall’avverbio “liberamente”. In realtà il

legislatore impone degli obblighi di associazione (ordini delle professioni (es.

commercialisti, federazioni sportive)). Laddove l’obbligo di appartenere a una

associazione è fondato su valori costituzionali va bene. (es. i medici devono

tutelare il diritto alla salute, che è un forte valore sociale).

I limiti positivi:

il primo comma dice che ci si può associare liberamente per fini che non sono

vietati ai singoli dalla legge penale (non sbagliare all’esame, bisogna essere

molto precisi). Tutto ciò che può fare il singolo, lo possono fare le associazioni.

Questo secondo la legge penale. Se non ci fosse l’inciso,legge penale,

basterebbe che il parlamento decidesse con legge:” da domani le associazioni

sportive non possono più esistere”. Nell’Art.18 sono vietate le associazioni a

delinquere.

Comma 2: vietare l’associazionismo politico. La legge del 1982 ha precisato che

sono segrete le associazioni con queste caratteristiche:

1) struttura: è palesemente segreta, o di per sé, o all’interno di una

associazione più grande

2) finalistico: interferisce indirettamente nei servizi dei soggetti che svolgono

servizi pubblici essenziali.

Il secondo limite è il divieto delle associazioni parlamentari:

struttura gerarchie , uniformi, organizzazione che può creare problemi per

l’ordine pubblico. Non necessariamente devono esserci le armi. Un’organizzazione

così strutturata non può perseguire fini politici. Questo perché la maggioranza del

potere politico, in democrazia, deve avvenire mediante la persuasione delle idee

e non mediante l’intimidazione. Un caso importante riguardava i gruppi tirolesi

shuzzen. Il problema era che erano associazioni paramilitari secondo gli scopi

della legge. Si dovette capire quali fini perseguivano. Non si dichiararono

incostituzionali anche se erano molto al limiti.

In base all’Art. 18 non ci sarebbe nemmeno bisogno dell’Art. 49.

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Art. 19 (LIBERTA’ RELIGIOSA)

Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi

forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in

pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.

Questa è stata la prima libertà garantita.

In questo articolo sono previsti tre principi.

La libertà negativa di non esercitare nessuna professione religiosa, tutela l’ateismo

e l’agnosticismo: è detta libertà di coscienza. Come viene tutelata? Nei processi

un tempo c’era il giuramento al re e a Dio. Alcuni si rifiutavano di giurare di fronte

a Dio. L’ordinamento cambiò il codice civile nelle parti che riguardavano il

rapporto dei carcerati e la professione religiosa.

L’obiezione di coscienza: un medico cattolico deve essere costretto a praticare

l’interruzione di gravidanza? Egli può rifiutarsi. Il crocifisso nelle scuole? Uno stato

laico può avere il crocifisso nelle proprie aule? Ci sono state alcune sentenze

anche a livello Europeo. Il crocifisso non può essere vietato. Attualmente si può

lasciare.

Liberta positiva: libertà di professare la propria fede religiosa possibilità di

comportarsi in modo coerente con la propria fede religiosa: anche qui sorgono

molte questioni come il problema dei simboli e degli indumenti. In Francia è

vietato indossare indumenti di caratteri religiosi nelle scuole e per strada. In Italia

non c’è questo divieto ma si ha l’obbligo del volto scoperto per le carte di identità.

C‘è una legge italiana che dice che nei luoghi pubblici si deve essere

riconoscibili.

Libertà religiosa in contrasto con obbligo di portare il casco in moto: questione di

bilanciamento dei diritti. Una distinzione importante da fare tra limiti che:

1) hanno come scopo di vietare una libertà religiosa (leggi che vietano di

indossare gli abiti religiosi: deve esserci un valore fondamentale per vietare

questo, è difficile trovare un motivo che non sia un pregiudizio. Vietandolo si

tutela le minoranza. In altre società dove la maggioranza non lo mette,

questo rischio non si corre. La legge sul volto scoperto della carta d’identità

è posto per ragioni di sicurezza).

2) incidono indirettamente sulla libertà religiosa : la legge impone il casco per

motivi di sicurezza, c’è un interesse generale forte, le statistiche dimostra

che le morti in presenza del casco erano calate in maniera esponenziale. In

queste leggi non c’è un intento minatorio. Gli inglesi hanno fatto una legge

deroga per cui i SiK possono girare senza casco.

La seconda libertà positiva è la libertà di fare propaganda.

Esercitare “in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al

buon costume” Ma cosa si intende per buon costume? È contrario al buon

costume tutto ciò che è in contrasto con il comune senso del pudore sociale, che

può ledere la sensibilità dei minori, è in contrasto tutto ciò che lede la dignità. In

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precedenza era in contrasto con il buon costume ciò che era in contrasto con la

morale comune.

Art. 21(LIBERTA’ DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO)

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo

scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria nel

caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel

caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei

responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo

intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere

eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai

oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'Autorità giudiziaria. Se questa non lo

convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo

d'ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi

di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni

contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a

prevenire e a reprimere le violazioni.

Anche qui c’è la libertà negativa: libertà di non essere costretti a manifestare il

proprio pensiero. Nei processi si ha l’obbligo di parlare, di testimoniare.

C’è l’obbligo di fornire i dati all’ISTAT (es. censimento).

L’art. dice “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la

parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Vale quanto detto per l’art. 15.

Cosa intendiamo per manifestazione del pensiero? Espressione di trasmettere ad

altri fatti ed opinioni, valutazioni nostre su determinati fatti. Espressamente si parla

solo del buon costume. Ci sono anche molti limiti impliciti: onore, reputazione,

riservatezza. Questi valori sono tutelati da norme penali.

è vietato esprimere opinioni che istigano a commettere reati o che costituiscono

la difesa di reati già commessi (apologia dei reati).

La libertà di stampa è disciplinata da questo articolo: la stampa non può essere

soggetta ad autorizzazioni (che riguardano la possibilità di intraprendere

un’attività editoriale ) e censure (attiene al contenuto dello stampato è una

forma di controllo preventivo. Prima che la stampa sia pubblica la censura

interviene e può vietare la pubblicazione dello stampato o una sua parte). È

possibile da parte dello stato il procedimento del sequestro: è una misura

successiva alla pubblicazione dello stampato. Può essere fatta in caso di riserva di

legge rinforzata. “Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato

dell'Autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa

espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge

stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia

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34 Martina S. http://www.sharenotes.it/

assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'Autorità

giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di

polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore,

fare denunzia all'Autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro

ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.” (24h+24h)

Art. 21 → Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la

parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria

nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel

caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei

responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo

intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere

eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai

oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'Autorità giudiziaria.

Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende

revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi

di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni

contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a

prevenire e a reprimere le violazioni.

Divieto di stampa clandestina → chi scrive deve prendersi le proprie responsabilità.

Il diritto di informare è la libertà dei giornalisti, da qui nascono molti problemi tra

cui la diffamazione → la legge tutela le reputazioni altrui, le persone non possono

diffondere informazioni su altri, anche se vere, per non ledere le persone stesse.

Queste regole però non valgono sempre per i giornalisti, infatti c'è un decalogo in

cui vengono messi i casi per avere diritto a diffondere le notizie.

Ci sono 3 regole principali per le notizie:

• devono essere di interesse generale

• devono essere vere o veritiere

• devono essere in forma corretta

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Il diritto di essere dimenticati → non c'è più un interesse generale di divulgare delle

notizie su una persona. Il fattore tempo cambia le cose.

Il diritto alla satira → è più protetto del diritto dell'informazione, perché in una

democrazie è un:

Elemento imprescindibile.

esagerare la realtà, mancano le condizioni della veridicità del fatto

Veridicità → la giurisprudenza dice che il giornalista deve raccontare notizie vere

(o verosimili). Sorge però il problema delle fonti. Per questo la giurisprudenza

impone l'obbligo di verificare la veridicità delle fonti perché può capitare che il

giornalista divulghi in buona fede una notizia avuta da una fonte falsa.

La forma deve essere rispettosa e non oltraggiosa. Es:

1. È simpatico, ma è un farabutto → giudizio negativo.

2. È un farabutto, ma è simpatico → giudizio d’indulgenza.

La cassazione avverte sulla forma.

Diritto alla rettifica → quando una notizia è falsa. La persona interessata può

chiedere la modifica.

La rettifica deve avere lo stesso spazio della notizia.

ALTRI MASS MEDIA

TV, radio → di cui la costituzione non dice nulla, non ne parla.

Si è posto il problema dei mass media in mano a pochi soggetti. Se si lasciavano in

mano al mercato c'era il rischio di creare monopoli dominanti e questo è un

rischio anche per la democrazia, per questo motivo si è scelto il monopoli

pubblico in modo da diventare un interesse generale.

Dagli anni '70 in poi è cambiata la tecnologia che ha dato maggiori possibilità,

poi è intervenuta la corte dichiarando incostituzionale il monopolio pubblico.

Hanno iniziato a fiorire nuove radio ed hanno iniziato ad essere introdotte delle

leggi antitrust che cercano di evitare la formazione di posizioni dominanti. Si sono

create posizioni di oligopolio private e pubbliche.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi

di finanziamento della stampa periodica → norma volta a garantire la trasparenza

Collegato all'art. 21 c'è l'art. 33 → libertà di fare ricerca scientifica e diritto delle

università di essere autonome nei limiti previsti dalla legge.

Art. 33

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36 Martina S. http://www.sharenotes.it/

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sulla istruzione ed istituisce scuole statali

per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri

per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la

parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento

scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

E' prescritto un esame di Stato per la ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o

per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi

ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per

tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri

per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la

parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento

scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole, per

la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi

ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Sorgono però dei problemi. Ad es. Nelle scuole private, di origine religiosa, se

nell'insegnamento s’incontrano delle limitazioni, può il contenuto della lezione

essere in contrasto con i principi della scuola?

La giurisprudenza ritiene che la libertà dell'insegnamento non debba essere

incompatibile con la scuola.

DIRITTI DELLA FAMIGLIA → art.29-31

La famiglia è una formazione sociale di tipo naturale.

Art.29

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul

matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti

stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.

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37 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Sorge il problema sulle convivenze di fatto per quanto riguarda la tutela giuridica.

Ad es non hanno diritto alla pensione di invalidità oppure se un convivente sta

male, il diritto di assistenza spetta solo ai famigliari. Ci sono poi problemi di tipo

successorio che però può essere risolto con il testamento.

Il diritto di sposarsi avere figli è inteso come famiglia.

Possono esserci dei limiti: ad es. le clausole di celibato o assenza di prole che

riguardavano le forze armate, non potevano sposarsi per un certo periodo di

tempo. La carta costituzionale le ha considerate incostituzionali.

Quest’articolo si basa sull'eguaglianza formale e giuridica dei coniugi.

Prima della riforma del '75 il codice civile non era compatibile con questa norma

infatti c'era la patria potestà.

La costituzione italiana prevede che i figli abbiano solo il cognome del padre,

mentre in altri Stati si può scegliere.

Art.30

E' dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati

fuori del matrimonio.

Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro

compiti.

La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale,

compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.

La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro

compiti.

La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale,

compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.

La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

È dovere dei genitori istruire i figli anche quelli nati fuori dal matrimonio.

Prima c'era una norma irragionevole → il c.c. vietava ai figli nati da incesto

(rapporto tra parenti stretti) il riconoscimento.

La costituzione la dichiarò incostituzionale in quanto violazione del principio di pari

dignità sociale (art.2-3).

Diritto di riconoscere le proprie origini:

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38 Martina S. http://www.sharenotes.it/

1) Diritto di riconoscere il proprio patrimonio genetico.

2) Diritto di riconoscere l'identità dei propri genitori (a meno che la madre non

abbia chiesto espressamente di non essere riconosciuta).

DIRITTI SOCIALI

Sono una serie di pretese affinché lo Stato fornisca dei servizi alla collettività.

• Art.32 → diritto alla salute

• Art.33-34 → diritto all'istruzione

• Art.35-36-37 → diritto al lavoro

• Art.38 → diritto alla pensione

Art.32

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse

della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per

disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal

rispetto della persona umana.

I giudici hanno riconosciuto il diritto al riconoscimento del danno biologico.

Consiste in una conquista giurisdizionale.

Danno emergente → è tutto ciò che si spende per le cure mediche.

Lucro cessante → rappresenta tutto ciò che non abbiamo guadagnato a seguito

dell'incidente.

Questo però non proteggeva i disoccupati o le casalinghe, per questo la

giurisprudenza ha riconosciuto il danno biologico cioè alla salute.

Bisogna anche poter vivere in un ambiente salubre.

SOCIALE → significa diritto a prestazioni da parte dello Stato.

Lo Stato garantisce le cure gratuite a chi non può permettersele. Dall'articolo si

ricava anche il diritto a riceve prestazioni sanitarie non gratuite (es. i ticket negli

ospedali).

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per

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39 Martina S. http://www.sharenotes.it/

disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal

rispetto della persona umana.

C’è una riserva di legge (es. obbligo di vaccinarsi)

Principio di dignità (ultima riga/espresso dall'art.3-41-36) → è fondamentale e si

trova alla base di tutti i diritti sociali.

Sorgono poi dei problemi sull'accanimento terapeutico, laddove ci sia un coma

irreversibile e si volesse continuare gli interventi sanitari, la limitazione alimentare

forzata non è consentita.

Art.33-34 → diritto all'istruzione

Art. 33.

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per

tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri

per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la

parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento

scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per

la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi

ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Art. 34.

La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi

più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle

famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

È previsto e garantito il diritto di riceve l'istruzione e l'obbligo per lo Stato di

garantire questo diritto. Va garantito il minimo essenziale (es. borse di studio)

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40 Martina S. http://www.sharenotes.it/

anche se a volte le risorse mancano.

Questione delle scuole private → lo Stato le riconosce ma non devono gravare

sulla collettività.

I buoni dati agli studenti, al fine di acquistare materiali di studio, è giusto che siano

dati sia alle scuole pubbliche che a quelle private? Destinare dei soldi alle scuole

private sfavorisce quelle pubbliche.

L'esame di Stato non può essere abolito perché previsto dalla Costituzione.

Diritto al lavoro → è già contenuto nell'art.4.

Il lavoro è disciplinato dal titolo 3 intitolato i “i rapporti economici”.

Art. 35.

La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.

Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.

Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad

affermare e regolare i diritti del lavoro.

Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge

nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero.

Il diritto al lavoro è visto come norma precettiva → diritto a fare una libera scelta

della propria professione. Lo Stato non può porre delle barriere irragionevoli.

Diritto allo svolgimento delle proprie mansioni, anche questo lo ricaviamo

dall'art.4.

Consiste anche al diritto alla conservazione del posto di lavoro? Secondo la

giurisprudenza no, o meglio, solo per giusta causa o giustificato motivo.

Lo stato ha l'obbligo di attuare le migliori politiche possibili per garantire la

massima occupazione.

Art. 36.

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del

suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza

libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

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41 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può

rinunziarvi.

Bisogna considerare due aspetti:

1) Minimo vitale → rientra il concetto di famiglia.

2) Merito → diritto alla differenziazione retributiva in base a ciò che si fa.

La giurisprudenza da ragione ai lavoratori laddove non siano garantiti i minimi

contrattuali dei contratti collettivi.

Diritto al riposo e alle ferie, oggi lo diamo per scontato ma un tempo non erano

garantiti.

Art. 37.

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni

che spettano al lavoratore.

Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale

funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata

protezione.

La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.

La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a

parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

Questo articolo tutela il lavoro della donna e dei minori. Stabilisce il principio di

parità con il lavoro maschile ma è solo in teoria perché nella realtà il numero di

donne e le loro retribuzioni sono inferiori rispetto a quelle degli uomini.

Art. 38.

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha

diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.

I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro

esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia,

disoccupazione involontaria.

Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.

Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o

integrati dallo Stato.

L'assistenza privata è libera.

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42 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Trattamento pensionistico → spetta in modo automatico in base al

raggiungimento di certi parametri oggettivi. È un patto tra generazioni.

Art.39-40 → i sindacati e lo sciopero

Art. 39.

L'organizzazione sindacale è libera.

Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione

presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.

È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un

ordinamento interno a base democratica.

I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati

unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro

con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il

contratto si riferisce.

L'organizzazione sindacale è libera → significa che posso scegliere di aderire

oppure no o di costituire una pluralità di sindacati.

Vi è la partecipazione dei sindacati alle trattative con le altre forze per le riforme

riguardanti il lavoro.

Una norma che non è mai stata attuata prevedeva un sistema mediante il quale

determinati sindacati potevano fare contratti collettivi anche con quelli non iscritti.

I sindacati del pubblico impiego sono obbligatori per tutti.

Art. 40.

Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.

Lo sciopero è un'astensione collettiva dal lavoro motivata da ragioni di tutela delle

proprie condizioni lavorative.

Lo sciopero, durante il periodo fascista, era considerato reato. Oggi è un diritto.

Se è configurato come libertà, non è considerata come una condotta

socialmente pericolosa, è una libera scelta ma è soggetta a delle conseguenze

negative (ad es. può portare al licenziamento).

Se invece è un diritto non può essere considerato inadempimento al contratto di

lavoro, non può essere soggetto a sanzioni disciplinari e tanto meno al

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43 Martina S. http://www.sharenotes.it/

licenziamento.

È stato disciplinato dai contratti collettivi e dalla giurisprudenza.

Ci sono alcuni limiti:

• Non danneggiare le strutture e i beni aziendali.

• Non può essere a scacchiera (es un giorno scioperano certi addetti e il giorno

dopo degli altri.

Libertà → chi decide di non scioperare ha diritto di lavorare.

Le finalità dello sciopero:

1. Sciopero economico-puro → mira a rivendicare delle condizioni di lavoro migliori

2. Sciopero solidale → quando si sciopera non per tutelare i propri diritti ma i diritti

di un'altra categoria, se c'è un ragionevole collegamento tra me e l'altra

categoria.

3. Sciopero politico-economico → quando è volto a fare pressioni alle istituzioni

pubbliche affinché prendano o no dei provvedimenti riguardanti la propria

categoria.

4. Sciopero politico-puro → quando si fanno pressioni alle istituzioni pubbliche

affinché prendano o no delle decisioni politiche.

Conseguenze: sciopero puro e di solidarietà sono rivolete a far pressione al proprio

datore di lavoro, le altre due fanno pressione sulle istituzioni.

Lo sciopero dei servizi pubblici essenziali è regolato dalla legge, una legge del

1990. La disciplina dello sciopero in questo settore è più complessa: ogni volta che

si faccia sciopero si crea un conflitto con la collettività.

Un tempo la legislazione lo considerava un reato. In questo contesto però

tutt’oggi vige una disciplina più attenta.

Garanzie:

Lo sciopero è ammissibile ma devono essere garantiti i servizi minimi necessari;

deve essere dato un preavviso di almeno 5 giorni in modo tale che la collettività si

possa organizzare; in certi casi è possibile fare sciopero senza preavviso, ad

esempio si sciopera per la violazione dei diritti inviolabili o per motivi di sicurezza;

è possibile ordinare una precettazione, i lavoratori possono essere costretti

nonostante lo sciopero a lavorare perché si ritiene che non si possa sospendere

determinati servizi in quel determinato periodo.

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44 Martina S. http://www.sharenotes.it/

LO SCIOPERO VIRTUALE: riguarda lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, si

concretizza da parte dei dipendenti nello svolgere la propria funzione lavoratori. Il

servizio è svolto normalmente, il dipendente rinuncia al suo stipendio e il datore di

lavoro al ricavato della giornata: questa somma viene devoluta a fini sociali o per

creare un clima migliore tra società e dipendenti pubblici. Spesso tra collettività e

dipendenti pubblici si creano tensioni perché non si capiscono le ragioni dello

sciopero. A volte tuttavia è necessario lo sciopero tradizionali. In Italia lo sciopero

tradizionale dei servizi pubblici che lavorano in perdita questo sciopero può essere

un vantaggio per i datori di lavoro: questo potrebbe essere un interesse a indire lo

sciopero.

Lo sciopero è tradizionalmente appannaggio dei lavoratori subordinati, a volte la

legge lo attribuisce ad alcuni lavoratori indipendenti.

DISCIPLINA DELLE LIBERTA’ ECONOMICHE (artt. 41-42-43)

Es. svolgere attività territoriale ed avere proprietà.

41-43 riguardano l’impresa

42 riguarda la proprieta.

Questi articoli sono una progressione alle limitazioni di libertà d’impresa. In queste

norme ci sono l’anima cattolica, liberista, socialista.

Art. 41

L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità; sociale o in modo da recare danno alla

sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica

pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Qui è intervenuta anche l’UE. Non si può obbligare nessuno a investire capitali per

svolgere una determinata attività economica. Quando si decide di investire in

un’attività si entra nei comma successivi. (es. disciplina tutela del consumatore,

disciplina della pubblicità. Questi interventi normativi condizionano la libertà).

Il terzo comma assomiglia alle formule care alle economie collettiviste fondate

sulla condizioni sociali: sono interventi fondati sul criterio dell’incentivazione. Si

creano situazioni che generano misure che l’imprenditore possa valutare. Altre

formule incentivano le società miste (pubblico e privato): queste sono promosse

dall’ UE. Lavorare insieme può portare vantaggi alla collettività. Titolo III - Articolo 42

La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad

enti o a privati.

La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i

modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione

sociale e di renderla accessibile a tutti.

La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo,

espropriata per motivi d'interesse generale.

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45 Martina S. http://www.sharenotes.it/

La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria

e i diritti dello Stato sulle eredità.

Ttolo III – Art. 43

A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire,

mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a

comunità di lavoratori o di utenti, determinate imprese o categorie di imprese, che

si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di

monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

Si nega la libertà dell’articolo 41. Quest’articolo è la forma decisiva del legislatore.

La riserva si legge è assoluta e rinforzata. I settori di cui parla sono considerati

cruciali per i problemi di cui parla l’articolo.

Per situazioni di monopolio non è prevista nella costituzione una disciplina anti-

trust. L’unico rimedio previsto è la trasformazione di un monopolio privato in uno

pubblico.

Anche per i servizi pubblici essenziali (universali c’è la necessità che questo

servizio si reso a tutta la collettività a prezzi accettabili, ragionevoli) potrebbe

esserci interesse del mercato a escluderli dal mercato per alcune ragioni:

non si può concedere a prezzi accettabili per gli imprenditori privati. (Es.

portare la posta in posti perduti è controproducente). Un imprenditore

privato non è disposto a farlo: lo farebbe a costo di farsi pagare prezzi

elevatissimi. L’assunzione del monopolio pubblico fa si che la collettività

possa godere di questi servizi anche se grava sul bilancio pubblico;

oggi nei servizi pubblici si coinvolge i privati, i quali gestiscono i servizi

essendo vincolati da contratti con lo stato; la logica imprenditoriale è

sempre più efficiente, anche per questa viene compensata.

Il terzo comma è la proclamazione per incentivi.

Che ruolo ha avuto lo stato nell’economia?

Lo stato era imprenditore, proprietario di beni e servizi. Negli anni ’90 questo ruolo

è mutato. In Europa si sta assistendo alla rafforzazione capitalismo di fatto. In Italia,

oggi, lo stato tende ad alleggerire la sua posizione di stato imprenditore. Quando

c’è stato il crollo di Wall Street in Italia si sono costituite società pubbliche che

hanno rilevato società private: questo servì a controllare l’economia totale. Dopo

di che si è passati ad una privatizzazione.

Privatizzazione Formale limitate a trasformare enti pubblici economici in S.p.A.

Privatizzazione Sostanziale dopo la privatizzazione formale, anche la

maggioranza della proprietà è stata venduta ai privati. Lo stato ha conservato

tuttavia la Golden Share.

LO STATO COME REGOLATORE

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46 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Anche qui si ha un passaggio graduale. Si passa da uno stato che produce

regolamentazione a uno stato che produce regolazione.

Regolamentazione forma di intervento nell’economia affidata agli interventi

pubblici tradizionali (programmazione dei limiti posti dalle leggi, i ministeri

stabiliscono norme più settoriali con dei regolamenti volti a disciplinare un dato

settore comma 2, Art. 41).

Le regole formate in base alla legge e amministrate delle strutture tradizionali

lasciano un certo margine di discrezione alle amministrazioni. Esse ad esempio

sono: norme per aprire una farmacia, norme che alleggeriscono le barriere.

Deve esserci un numero minimo di farmacie in un territorio, devono essere stabilite

tariffe massime obbligatorie, deve esserci un numero massimo di farmacie. Perché

questo? Queste limitazioni sono costituzionali? Un ‘indice interessante potrebbe

essere chiedersi se in tutto il mondo è così. L’attività garante è contraria, nel caso

dei notai, in Inghilterra il notaio non esiste e in molti altri stati si possono aprire

farmacie se vogliono. Ci poniamo quindi dei dubbi. Di fatto quando il legislatore

decide chi svolge l’attività e quanti possono svolgere. Questi mercati sono quindi

protetti e i redditi di queste categorie sono sempre molto elevati. Questo chiude

l’entrata a questi mercati a giovani: c’è quindi meno lavoro per loro. Solitamente

in questi settori i prezzi sono alti e la qualità dei prodotti inferiori: questo poiché non

c’è competizione.

Il senso della tariffa minima sta a dire che sotto quella cifra non si può dare un

servizio con una qualità sufficiente. Un esempio significativo riguarda gli appalti di

opere pubbliche. Se il prezzo è basso il rischio è che si utilizzino materiali scadenti.

Meno evidente è la funzione della tariffa minima delle attività intellettuali, es

avvocati. Non ci sono spese che andando sotto la tariffa minima possano rendere

un servizio qualitativamente accettabile.

Regolazione forma di intervento pubblico nell’economia innovativa. Nei suoi

fondamenti generali viene stabilita dalla legge. Viene poi affidata ad autorità

amministrative indipendenti. (CONSOB, BANCA D’ITALIA, AUTORITA’ GARANTE PER

LE TELOCOMUNICAZIONI, AUTORITA’ GARANTE PER L’ENERGIA ELETTRICA). L’idea di

fondo è che non debbano esserci barriere d’entrata stabilite dalla legge: i

mercati devono essere contendibili, tutti possono entrarvi, se ciò avviene violando

delle regole, le autorità garanti intervengono. Queste autorità sono indipendenti

dal controllo del governo, dovrebbero avere nello staff personale molto

competenti: questo serve a garantire che i limiti posti dalle autorità garanti siano

posti per tutelare l’interesse generale.

Questo forma dovrebbe essere una forma di regolazione più leggera.

IL RITORNO DELLO STATO CAPITALISTA

Questo sta accadendo soprattutto all’estero. Si assiste da parte dei paesi

emergenti (Sud America, Russia, India, Cina ). Queste forme di capitalismo

innovative sono più efficienti di quelle del passato. Sono state imparate alcune

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47 Martina S. http://www.sharenotes.it/

lezioni del passato e certi sprechi non vengono più ripetuti. I manager delle

imprese di stato sono manager veri, che arrivano dall’estero o hanno studiato

nelle migliori scuole ed università. Queste imprese portano buona parte del Pil. Lo

stato le controlla pur avendo poca parte delle azioni. Questi stati entrano

nell’economia con fondi sovrani che servono a finanziare attività all’estero.

Questo capitalismo di stato è diventato globale. I colossi sono nel mercato

direttamente o indirettamente (possiedono azioni ad esempio di imprese in crisi

americane).

Riassumiamo:

possiamo distinguere tre forme di regolamentazione che abbiano come scopo

quello di tutelare altri valori / diritti costituzionale che possono essere lesi da un

esercizio indiscriminato dell’attività economica. (es. sicurezza dei giocattoli,

sicurezza degli alimenti, localizzazione degli impianti e tutela dell’ambiente).

Questa regolamentazione ha degli scopi importanti volti a tutelare i diritti.

(regolamentazione “BUONA”)

Un’altra regolamentazione, sempre volta a limitare le scelte di un imprenditore

imponendo ad esempio costi superflui: è prodotta in modo incompetente

(regolamentazione “ CATTIVA” SCOPI BUONI, PRODOTTA IN MODO

INCOMPETENTE)

Un'altra regolamentazione, volendo tutelare i diritti, impone degli standard volti ad

avvantaggiare certe imprese su altre. ( regolamentazione “PROTEZIONISTICA” ).

C’è inoltre una quarta forma di regolamentazione che incide sulle barriere in

entrata: si dice chi può produrre e chi no, si impongono tariffe minime per entrare

in un mercato. Questa regolamentazione è combattuta in questo ultimo periodo

e viene sostituita dalla regolazione: viene sostituita mediante la regolazione delle

autorità competente.

DISCIPLINA DELLA PROPRIETA’ PRIVATA

Art. 42

La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad

enti o a privati.

La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i

modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione

sociale e di renderla accessibile a tutti.

La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo,

espropriata per motivi d'interesse generale.

La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria

e i diritti dello Stato sulle eredità.

Qui c’è un espresso riconoscimento alla proprietà privata che è “ riconosciuta e

garantita dalla legge”: è quindi un diritto inviolabile, ma è soggetta in modo molto

forte dalla costituzione: c’è una riserva di legge rinforzata, piuttosto generica.

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48 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Il c.c. dice che si può godere delle proprietà in modo pieno ed esclusivo. Solo per

i beni personali si può godere ancora in modo meno esclusivo.

La disciplina urbanistica edilizia è stabilita dal governatore, dei comuni, ecc.: loro

decidono come costruire e dove.

Il terzo comma disciplina il trasferimento coattivo del diritto proprietà. Si ha anche

qui una riserva di legge rinforzata e indennizzo. Si tratta di un intervento pesante.

Un intervento così incisivo era previsto anche nello Stato liberale, che conosceva

l’istituto dell’espropriazione. Allora però l’indennizzo previsto era pari al valore di

mercato del bene. Si imponeva al privato di vendere il bene. Oggi non è più così

la costituzione parla di indennizzo. Questo è giusto o sbagliato? Di fatto ci sono

ragioni per cui il sistema debba essere così, cioè indennizzo e non valore di

mercato. Il valore del bene molto spesso è determinato, almeno in parte, da una

decisione del legislatore o dell’ente comunale o provinciale dell’area urbanistica.

Il valore delle zone edificabile è comunque più alto. Il valore dei beni per questo

motivo dipende dalla decisione del legislatore.

Cosa si intende quindi per indennizzo? La corte Costituzionale è intervenuta

diverse volte per eliminare leggi che prevedevano indennizzi non giusti. Il giusto

indennizzo deve essere tra circa il 40% e il 60%.

LIBERTA’ POLITICHE (Artt. 48 e successivi)

Ci colleghiamo alle forme di democrazia diretta e rappresentativa.

Art.49

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con

metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Art. 49 non sarebbe stata necessaria: valeva già in base all’Art. 18. Ma la

situazione storica ha fatto si che venisse fatta la distinizione.

Quali forme di partito esistono?

Tradizionalmente ci sono due tipi di partiti:

quelli dell’Europa occidentale: i partiti sono nati nell’1800, essi volevano che

fossero garantiti i diritti fondamentali. Questi partiti si sono evoluti facendo in

modo di trovare un punto in comune con il governo. La funzione

fondamentali sono:

organizzare i cittadini, raccogliere da i cittadini le loro esigenze e far

pressioni sulle autorità per fargliele ottenere. Essi hanno anche bisogno del

consenso della popolazione.

Un’altra importante funzione è quella di selezionare la classe politica in

modo corretto e nobile.

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49 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Il partito si può definire tale se possiede una visone globale del mondo, se è

quindi in grado di offrire una sua visione sul un problema, proprio per questo

si differenzia dai movimenti i quali non hanno una visione globale.

quelli Anglossassoni: la caratteristica più differente sono gli strumenti

elettorali, durante il periodo elettorale si comportano come quelli europee.

Nei periodi di carica diventano sonnolenti.

Ci sono oggi strumenti per cercare di capire il consenso: esiste il mercato delle

scommesse che riguardano la politica. Essi sono strumenti da tenere sotto

controllo danno risultati migliori dei sondaggi.

Qual è la disciplina costituzionale nell’articolo 49?

È garantito dalla costituzione il pluralismo partitico. L’azione esterna dei partiti

deve essere democratica. (elezione).

L’organizzazione interna e gli scopi del partito devono anch’essi avere metodo

democratico. I metodi elettorali interni devono consentire a tutti gli iscritti di poter

votare per scegliere i vertici del partiti. Il rischio è che lo stato o la magistratura

possa interferire in modo eccessivo all’interno del partito. Il sistema delle primarie

che sta entrando nella vita italiana, si forma a questo principio: è il popolo che

decide quale sarà il candidato del partito. Il sistema delle primario per essere

democratico dovrebbe richiedere una partecipazione alta.

Quali finalità ha il partito? Che tipo di visione globale è?

La monarchia non si può introdurre ma le associazioni monarchiche esistono. La

monarchia nei partiti non è illecita. In Germania la costruzione ha vietato fuori

legge i partiti che vanno contro la democrazia.

Se il partito funziona correttamente è giusto che venga finanziato con fondi

pubblici. Il rischio è che il finanziamento pubblico possa essere utilizzata male. Nel

nostro sistema era prevista una legge che è stata sottoposta due volte a

referendum. La legge si chiama “ legge sul rimborso elettorale”. Questa legge

prevedeva rimborsi molto elevati che consentivano il rimborso laterale ai partiti.

(1€ per ogni elettore).

IL DIRITTO DI VOTO

Art. 48

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini

residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione

Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero

stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di

sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

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50 Martina S. http://www.sharenotes.it/

I cittadini possono partecipare alla politica mediante i partiti. Per ottenere il diritto

di suffragio ci sono volute un sacco di lotte, nelle quali sono morte un sacco di

persone.

Il voto è personale, eguale, libero e segreto.

Personaledobbiamo andare di persona a votare, salvo casi di incapacità fisica.

Eguale ogni voto pesa nello stesso modo. Un tempo non era così: ad esempio il

voto del capo famiglia valeva di più.

Libero da condizionamenti, la disciplina normativa prevede che non si possa

fare propagande poco prima delle elezioni. C’è una normativa che regola le

trasmissioni televisive nel periodo elettorale.

Segreto ci sono le cabine per votare: esse danno segretezza.

Come si va a condizionare la libertà e la segretezza?

I voti vengono truccati, viene consegnata una scheda con la preferenza scritta, e

si aspettano che venga riconsegnata una scheda bianca. Questo è fatto ad

opera della criminalità organizzata.

Nel nostro sistema siamo tutti iscritti d’ufficio al seggio elettorale. In altri sistemi è

obbligatorio andare ad iscriversi, molta gente non è incentivata ad andare a

registrarsi. privazione del diritto di voto a priori. Se si iscrivono in troppi, ci sono

code interminabili (1km)alle urne, e le persone si stufano e se ne vanno a casa.

La costituzione dice che per i cittadini all’estero il voto viene fatto per

corrispondenza: anche in questi casi non è garantita la segretezza.

IL REFERENDUM ABROGATIVO DI LEGGE Strumento per cancellare una legge o

parte di essa.

Art. 75

E' indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di

una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono

cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. (*)

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di

indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di

partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei

deputati.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione

la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti

validamente espressi.

La legge determina le modalità di attuazione del referendum. (*) NOTE:

(*) Con la legge costituzionale 3 aprile 1989, n. 2, è stata disposta l'indizione di un referendum di

indirizzo sul conferimento di un mandato costituente al Parlamento europeo da svolgersi in

occasione delle elezioni del 1989 per il rinnovo del Parlamento europeo.

(*) Con la legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1, "Norme integrative della Costituzione

concernenti la Corte costituzionale", è stato attribuito alla Corte costituzionale il giudizio

sull'ammissibilità dei quesiti referendari.

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51 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Questa norma è stata concretamente attuata nel 1978: questo è avvenuto in

ragione di uno scambio politico. Nel ’70 è stata introdotta la legge sul divorzio

purché venisse istituto il referendum per far abrogare la legge velocemente.

Il referendum si può fare solo su leggi fatte dallo stato ed aventi forza di legge.

I referendum sulle leggi elettorali sono parziali, se ne cambia una parte e se ne

modifica un'altra.

Chi può chiedere il referendum?

500000 elettori o 5 consigli regionali.

Bisogna raccogliere le firme e consegnarle entro il 30 settembre all’ufficio centrale

della Corte di Cassazione il quale controlla la regolare raccolta delle firme. Esso

inoltre riformula il quesito per renderlo più chiaro. Questo è un compito importante:

inizialmente la cassazione non lo possedeva. Superata la soglia dell’ufficio

centrale, il referendum passa al controllo della corte costituzionale che deve

valutare l’ammissibilità entro il 10 febbraio (ESAME). Il referendum può essere

chiesto per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e d’indulto, di autorizzazione

a ratificare trattati internazionali. Limiti espressi al referendum abrogativo.

La corte costituzionale non valuta la costituzione ma l’ammissibilità.

Non si possono fare referendum per leggi tributarie perché la disciplina tributaria

deve restare fuori perché le tasse sono necessarie, se non ci fossero, non

funzionerebbe nulla.

Non si possono fare referendum per leggi di bilancio perché la nostra forma di

governo si forma sul rapporto fiduciario tra parlamento e governo; il controllo del

parlamento sul governo è fatto soprattutto sulle scelte di politica estera del

governo. Il bilancio è il fulcro di tutte le scelte.

Non si possono fare referendum per amnistia ed indulto. Un fatto curioso è che in

principio era stato aggiunto che non si potevano fare referendum anche sulle

leggi elettorali. Non si sa per quali motivi non sia apparso sulla gazzetta ufficiale:

sulle leggi elettorali ci sono state diverse controversie.

La corte ha poi enunciato limiti impliciti (ESAME) che sono diventati ancora più

importanti ampliati dalle Legge 16 del 1978: possono essere divisi in due categorie:

a) altre leggi

1) Altre leggi: non sono sottoponibili al referendum le leggi strettamente

connesse a quelle legate all’art. 75 (es. legge finanziaria che incide sul bilancio,

leggi che danno esenzione ad un trattato internazionale, leggi tributarie che

impongono tasse (non imposte) ). Queste sono tutte leggi escluse.

2) Leggi ordinarie a contenuto costituzionalmente obbligatorio: leggi per dare

operatività a un principio costituzionale. Non hanno contenuto

costituzionalmente vincolato. ( es. Leggi Elettorali) . Se abrogo una legge

elettorale il Presidente della Repubblica non potrebbe sciogliere il

parlamento.

3) Leggi ordinarie a contenuto costituzionalmente vincolate.

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4) Leggi atipiche rinforzate: leggi che sono approvate con un procedimento

diverso dall’approvazione di una legge ordinaria semplice. (es. che

modifica i patti lateranensi).

5) Leggi attuazione del diritto comunitario.

b)Formulazione del quesito

1) omogeneità del quesito all’interno di una domanda referenziale si può

chiedere l’abrogazione di più articoli di più legge o più leggi: questo lo si

può fare se si trova un’ispirazione comune che le lega: solo in questo caso il

quesito è omogeneo. (es. 842 del c.c.).

Sui referendum c’è la lotta tra animalisti e ambientalisti.

Perché si dichiara inammissibile un quesito? È un capriccio della corte o c’è

un motivo importante sotto?

In assemblea costituente fu ovvio che il quesito dovesse essere omogeneo.

Il referendum confermativo può essere chiesto da 1/5 dei membri di una delle due

camere.

Se il referendum passa il valico dell’ammissibilità della corte, il referendum può

essere indetto dal presidente della repubblica tra metà aprile e metà giugno.

Cosa può accadere nel frattempo? Il parlamento potrebbe pensare di fare una

legge che vada incontro alle esigenze referendiali. Potrebbe accadere che il

parlamento abroghi la legge facendone un’altra simile. La legge 352 del 1970 non

ha disciplinato il problema: aveva detto che l’ufficio centrale valuta la nuova

legge e abroga le procedure referenziali. (es. sul nucleare il referendum si è

fatto sulla nuova legge).

Il voto

L’art. 75 prevede una doppia barriera:

1) Soglia di partecipazione 50% +1 degli aventi diritto al voto. Se non

partecipano il referendum non è valido. Se hanno partecipato si guardano i

voti validamente espressi.

2) Il referendum è abrogato se prevale il SI. Resta al Presidente della

Repubblica di differire l’approvazione di 60 giorni invitando il parlamento a

fare una legge nel frattempo.

3) Se prevalgono i NO non si può fare una legge sullo stesso argomento per i

successivi 5 anni. Se non si raggiunge il quorum non scatta il limite dei 5 anni.

CONSEGUENZE DEL REFERENDUM

Cosa accade se viene abrogata una legge per referendum?

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53 Martina S. http://www.sharenotes.it/

C’è un obbligo per cui il parlamento deve adeguarsi ma per quanto tempo è

vincolato da una pronuncia referendaria? Non si trovano nella costituzione

risposte a questo problema.

Sicuramente se anche un giorno il parlamento volesse reintrodurre una legge, il

parlamento non può farlo retroattivamente: la volontà popolare sarebbe messa

totalmente da parte. Lo potrà eventualmente fare eventualmente solo per il

futuro, ma a quali condizioni? Una delle tesi più accreditate è quella di dire che

c’è un vincolo fino a quando resta in carica il parlamento sotto cui si è svolto il

referendum. Il nuovo parlamento, eletti con un voto del corpo elettorale

successivo al referendum potrebbero cambiarlo. Questa tesi però dovrebbe

avere la verifica di una nuova condizione: i candidati dovrebbero dire nel

programma elettorale la loro idea a ripristinare la normativa abrogata 3 anni fa. A

questo punto può starci anche la presunzione. Altrimenti la tesi non sarebbe molto

forte.

La valutazione della corte dovrebbe essere fatta prima della raccolta delle firme.

Questa sarebbe una modifica neutra, una modifica di efficienza.

Qualcuno chiede un limite massimo di referendum all’anno: questo perché

l’esperienza ha dimostrato che se si vota su pochi referendum il corpo elettorale si

informa di più e decide in modo adeguato.

IL PARLAMENTO

I sistemi elettorali

I vari sistemi prevedono dei sistemi elettorali che servono per trasformare i voti in

seggi.

Noi ci occuperemo dei principi generali dei sistemi elettorali.

Per le elezioni di un singolo soggetto (organo monocratico) si adottano sistemi di

tipo maggioritario quando invece si eleggono delle assemblee, si adotta un

sistema proporzionale o maggioritario.

Il sistema proporzionale → mantiene un equilibrio tra il numero dei voti dati e il

numero dei seggi ottenuti. Sembrerebbe un sistema di perfetta rappresentanza.

Gli svantaggi di questo sistema e che può creare problemi di governabilità. Infatti

in una società molto divisa politicamente ci si trova in parlamento con un numero

di partiti eccessivo molti dei quali con poco peso e quindi c'è difficoltà a formare

delle maggioranze.

Il sistema maggioritario → è un sistema in base al quale chi ottiene più voti ottiene

tutto, non c'è una divisione di tipo proporzionale. Teoricamente dovrebbe portare

migliore governabilità ma può creare problemi di rappresentabilità.

Maggioritario puro →

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54 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Sistema proporzionale corretto → es in Italia, sono quelli che prevedono premi di

maggioranza a chi vince, per rafforzare ancora di più il partito. Esistono poi le

soglie di sbarramento per evitare la formazione di troppi partiti piccoli. Sono

meccanismi che stenterebbero il sistema proporzionale puro.

Correzioni maggioritario puro → ad es si possono richiedere maggioranze più

elevate, se non si raggiunge la soglia si va al ballottaggio.

Con la fine della guerra e l'uscita dalla dittatura si adottò un sistema proporzionale

allo scopo di evitare di creare governi troppo forti, ma con il tempo si sono visti i

difetti della poca efficienza.

Nel 2005 si è tornati a un sistema proporzionale puro con dei correttivi.

La camera è formata da 630 deputati divisi in varie circoscrizioni, 12 deputati sono

eletti nelle circoscrizioni estere. Si vota con liste bloccate (ci sono già dei

nominativi): si vota il partito o la lista. Eleggiamo chi ci impongono nella lista. Il

vantaggio di queste liste bloccate è che diminuiscono le spese elettorali. Le liste

sono formate da singoli partiti o sono liste coalizzate. Viene poi scelto il premier

che è colui che prevale, in questo modo si arriva ad una elezione diretta del

governo.

I correttivi

Premio di maggioranza → se la lista coalizzata ottiene almeno 640 seggi non c'è il

premio. Se ne raccoglie meno ma vince scatta il premio e si aggiungono i seggi

rimanenti per arrivare a 640.

Le soglie di sbarramento servono per disincentivare la formazione di piccoli partiti:

infatti se non si ottiene il 10% dei voti non si concorre alla ripartizione.

4% → per le singole liste

2% → se si presentano partiti singoli.

Al senato funziona in maniera leggermente diversa.

I voti sono divisi in proporzione alla popolazione della regione che rappresentano.

Sono assegnati 6 seggi senatoriale per le circoscrizioni estere. La lista bloccata e il

premio di maggioranza al senato sono un problema. Il premio di maggioranza

viene assegnato su base regionale. In teoria dovrebbe essere assegnato a chi ha

dimostrato a livello nazionale di aver ricevuto più voti, ma quando viene dato

all'interno di ogni singola regione salta tutto, vanno a beneficiare il soggetto

casualmente. Il premio consiste nel dare il 55% dei voti che spettano a quella

regione. La conseguenza è che chi vince alla camera non può vincere al senato,

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55 Martina S. http://www.sharenotes.it/

in tal caso ci sarebbe la paralisi.

IL PARLAMENTO ITALIANO

È un parlamento bicamerale.

Si parla di bicameralismo necessario o eventuale. Quello necessario è tipico degli

stati federali, è volto a rappresentare i singoli Stati, mentre quello eventuale è una

scelta di opportunità, ragione tecnica con il passaggio da una camera all'altra di

ordine politico → camera di raffreddamento. L'aspetto negativo della presenza di

2 camere è la nascita di conflitti e di tempi molto lunghi in questo modo il

rendimento dell'assemblea diminuisce.

Per porre rimedio si è optato al bicameralismo imperfetto.

È perfetto quando dal punto di vista funzionale le camere hanno gli stessi poteri e

anche dal punto di vista strutturale sono eletti con criteri simili.

È imperfetto quando dal punto di vista funzionale hanno competenze e funzioni

diverse e anche dal punto di vista strutturale sono eletti con criteri diversi.

L'Italia ha scelto un bicameralismo perfetto sotto il profilo funzionale e imperfetto

sotto quello strutturale.

Il parlamento è formato da:

-630 deputati

-315 senatori + i senatori a vita ossia ex presidenti e senatori nominati dal

Presidente della Repubblica per meriti illustri.

Senato

25 anni → elettorato attivo

40 anni → elettorato passivo

Camera

18 anni → elettorato attivo

25 anni → elettorato passivo

Organizzazione

• Presidente e Ufficio di presidenza → hanno il compito di dirigere i lavori

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56 Martina S. http://www.sharenotes.it/

dell'assemblea, hanno poteri disciplinari.

• Gruppi parlamentari → 20 deputati e 10 senatori rappresentanti i partiti o le

coalizioni che si sono formate durante le elezioni. Hanno voce importante

nella redazione del lavoro.

• Commissioni parlamentari → sono 14 e dovrebbero corrispondere ciascuna od

ogni ministero ma non sempre è così. Rispecchiano la formazione dei gruppi

parlamentari.

• Giunte per regolamento → se non è chiara una norma deve dare una sua

interpretazione.

• Giunte sulle elezioni → controllano se le elezioni sono valide.

• Giunta per le autorizzazioni → esprimono un parere sull'arresto di parlamentari .

I lavori del Parlamento sono pubblici salvo decisioni di riunirsi segretamente. Vige il

principio della trasparenza.

È necessaria la maggioranza assoluta perché le approvazioni delle delibere siano

valide, se il quorum è 50%+1 sarà valida se raggiunge la maggioranza dei presenti.

Il voto è palese salvo alcuni casi in cui è segreto. Deve essere obbligatoriamente

palese per le scelte di tipo economico/finanziario.

Status membri del parlamento

Art. 67-68-69

Art. 67.

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni

senza vincolo di mandato.

I membri eletti rappresentano la collettività. Esercitano le loro funzioni senza

vincolo di mandato cioè non possono essere condizionati. È possibile però

l'espulsione dal gruppo parlamentare.

Art. 68.

I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni

espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.

Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del

Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può

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57 Martina S. http://www.sharenotes.it/

essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in

detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna,

ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto

l'arresto obbligatorio in flagranza.

Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad

intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro

di corrispondenza.

Ci sono 2 garanzie: insindacabilità e immunità penale.

3. L'insindacabilità consiste nell'irresponsabilità per le opinioni date nell'esercizio

delle funzioni (reati d'opinione), non vi è responsabilità di tipo giuridico. Se

commette ingiuria non è responsabile ma solo nell'esercizio delle sue

funzioni e questo dura per sempre.

4. L'immunità penale consiste nella posizione del parlamentare nei confronti della

legge penale. Per quanto riguarda i provvedimenti restrittivi della libertà la

giunta deve chiedere l'autorizzazione all'assemblea di appartenenza. Non è

necessaria l'autorizzazione in flagranza di reato o condanna passata in

giudicato.

L'insindacabilità I membri del Parlamento non possono essere chiamati a

rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni».

L'obiettivo, in questo caso, è quello di salvaguardare la piena libertà di

espressione del parlamentare, senza i condizionamenti che potrebbero derivare

dalla coscienza di dover in futuro render conto, in sede penale o disciplinare o in

sede di eventuale responsabilità civile, della propria attività in Parlamento. In

questo senso, l'insindacabilità costituisce un'esplicazione del principio

generalissimo posto dall'art.67 della Costituzione, secondo cui «ogni membro del

Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di

mandato». Per questa ragione quella dell'insindacabilità è una garanzia che non

può essere rimossa neppure su autorizzazione dell'Assemblea.

Il secondo comma dell'articolo 68 della Costituzione stabilisce che «senza

autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del

Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può

essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in

detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna,

ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto

l'arresto obbligatorio in flagranza». «Analoga autorizzazione è richiesta per

sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di

conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza» - aggiunge il terzo

comma dello stesso articolo. Queste garanzie, che danno vita alla immunità

parlamentare dell'«inviolabilità», hanno lo scopo di evitare che attraverso

pretestuosi atti giudiziari nei confronti di singoli parlamentari si possa turbare la

libera esplicazione del loro ufficio e, nei casi più gravi, si venga ad incidere sulla

stessa composizione dell'Assemblea.

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Art. 69.

I membri del Parlamento ricevono un'indennità stabilita dalla legge.

INCOLLA LEZIONE MILENA lunedì 23 aprile 2012

La nuova legge sul pareggio di bilancio entrerà in vigore l’8 Maggio 2012.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Il Presidente della Repubblica è disciplinato al titolo II Art. 83 e seguenti.

Si possono avere due tipi di Presidente della Repubblica:

titolare di poteri politici

titolare di poteri neutri , non titolare di poter politici: se ha un indirizzo politico

e costituzionali li possiede solo per tutelare e garantire la forma di Governo.

I poteri che possiede sono: diritto di veto

Il nostro Presidente della Repubblica è

titolare di poteri neutrali, ma ha poteri più forti quando c’è la crisi del potere

politico;

è un organo monocratico;

è in contatto, previsto dalla Costituzione, con tutti gli altri organi del sistema;

nei confronti dei singoli cittadini egli diventa la voce dei “dimenticati dalla

politica”: non ha poteri decisionali politici, ma una volta acquisite le richieste

può rivolgerle alle camere;

nel confronti dei singoli cittadini può concedere le grazie, ossia può

decidere che un soggetto in carcere con condanna definitiva possa uscire.

Requisiti del Presidente della Repubblica:

50 anni

Cittadinanza italiana

Titolarità dei diritti civili e politici

Il Presidente della Repubblica viene eletto in seduta comune dal Parlamento e da

tre consiglieri regionali (tranne la Valle d’Aosta che ne ha solo uno).

Scrutinio

Primi tre scrutini 2/3

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59 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Dal quarto basta la maggioranza assoluta (50%+1). Questo funziona con un

sistema proporzionale puro, un sistema maggioritario proporzionale con

premi può essere che non sia sufficiente.

Il Presidente della Repubblica dura in carica 7 anni, non vi sono in costituzione

norme sulla rieleggibilità. La prassi ci dice che non si è rieletto nessuno. Ma

nonostante ciò non è vietato.

Se ci sono malattie gravi del Presidente, viaggi all’estero,tutte le funzioni sono

svolte dal Presidente del Senato.

Art. 89

Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai

ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità.

Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono

controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Di solito:

Il Presidente della Repubblica agisce con atti che sono decreti e nessuno di questi

è valido se non è controfirmato dal ministro proponente. In alcuni casi deve essere

controfirmato anche dal Presidente del Consiglio.

(esame)

A seconda del tipo di atto la responsabilità ricade sul Presidente o sui ministri che

controfirmano.

Questi atti si possono dividere in tre categorie: il primo a distinguerli è stato Enaudi.

Atti presidenziali formalmente presidenziali e sostanzialmente governativi atti la

cui scelta politica è voluta dal ministro competente o proponente, da altri ministri

o dal Presidente del consiglio. L’assunzione di responsabilità politica grava sul

controfirmante. Egli si assume anche la responsabilità giuridica (es. se viola le

responsabilità civili, penali, ecc. si può chiedere il danno al controfirmante)

Il Presidente della Repubblica è garante della costituzionalità di quest’atto: egli

garantisce che l’atto non è palesemente incostituzionale.

Es. di questi atti: (atti normativi del governo) Decreto Legge, Regolamenti

Atti presidenziali sostanzialmente e formalmente presidenziali atti il cui

contenuto è frutto di una decisione autonoma del Presidente della Repubblica.

Es. di questi atti: nomina di cinque senatori a vita. Qui si è posto il problema se ogni

Presidente della Repubblica possa nominare 5 senatori a vita o se all’interno del

Senato ce ne possano essere solo 5. La prassi è stata: non più di cinque in senato

ma Pertini l’ha interpretata in modo diverso poiché ne ha nominati altri 5 oltre a

quelli già presenti in senato.

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60 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Il voto dei senatori a vita è stato fondamentale per far nascere o cadere il

Governo: è per questo che i Presidenti sono tornati all’interpretazione restrittiva “

non più di 5 senatori a vita in senato”.

Il Presidente della Repubblica inoltre può nominare 5 giudici della Corte

Costituzionale e rinviare le leggi.

Può generale è il potere del Presidente della Repubblica di inviare messaggi alle

camere.

Il Presidente della Repubblica può concedere la grazia: qui c’è un conflitto di

poteri con il ministro di grazia e giustizia ma nella storia ha vinto il Presidente della

Repubblica.

La responsabilità politica di questi atti se l’assume il Presidente della Repubblica.

(possibilità di critica per queste scelte)

La responsabilità giuridica di questi atti grava sul ministro controfirmante. Il

Presidente della Repubblica è responsabile dal punto di vista giuridico solo per atti

di tradimento o attentati alla costituzione.

Atti presidenziali complessi (categoria incerti) la scelta politica dovrebbe essere

condivisa dal Presidente della Repubblica e dal controfirmante che il questo caso

è il Presidente del consiglio.

Si distinguono due casi:

1) nomina del presidente del consiglio

2) scioglimento delle camere si pensa che questo atti sia sostanzialmente e

formalmente presidenziale.

Art. 88

Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o

anche una sola di esse.

Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che

essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura. (*) NOTE:

(*) Il secondo comma dell'art. 88 è stato sostituito dall'art. 1 della legge costituzionale 4 novembre

1991, n. 1.

Il testo originario del comma era il seguente:

«Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato.»

Questa norma non dici nulla sullo scioglimento del Parlamento.

La prassi è questa: il Presidente della Repubblica scioglie le camere se il gabinetto

non è più in grado di dare la fiducia a un Governo. (frattura tra Parlamento e

Governo).

Prima il Presidente della Repubblica guarda se è possibile un altro Governo con lo

stesso Parlamento, se ciò non è possibile attua lo scioglimento delle camere.

Questo è stato condiviso fino agli anni 90’, poiché i partivi non dicevano quale

sarebbe stato il futuro Premier e quindi si poteva riguardare se si riusciva a fare un

altro Governo. Dagli anni 90’ in poi gli elettori hanno detto la loro sul Governo e

quindi se cade il Governo si deve tornare alle urne e rieleggere il nuovo Premier.

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61 Martina S. http://www.sharenotes.it/

I Presidenti della Repubblica rimangono tuttavia con l’idea di provare a

mantenere lo stesso Parlamento anche se con il nuovo Governo.

Una seconda ipotesi si è verificato una sola volta: il Presidente della Repubblica ha

accertato che il Parlamento in carica non era più rappresentativo della volontà

popolare. Il Presidente della Repubblica aveva della prove solide. Come fa a dire

questo?

Qualcuno dice lo capisce guardando i risultati dei referendum in quanto se una

legge passa dal Parlamento e al referendum viene abrogata sembra che il

Parlamento non sia più rappresentativo.

Il segnale ufficiale sono i risultati di altre elezioni amministrative o europee

clamorosamente divergenti (es. coalizione dal 70% al 10% tangentopoli 1992)

ottenute nel frattempo.

Terzo caso è l’incapacità di funzionamento del Parlamento.

Procedimento di scioglimento del Parlamento (art. 88)

Il parere dei presidenti della camera e del Senato non è vincolante. Tuttavia il

presidente non può sciogliere le camere negli ultimi sei mesi salvo che gli ultimi sei

mesi della carica del Presidente della Repubblica siano anche gli ultimi delle

camere. Questa precisazione è stata introdotta nel 1991 per il timore che il

presidente possa sciogliere le camere negli ultimi sei mesi del mandato per

cercare di essere rieletto da un parlamento più favorevole alle sue direzioni.

Perché è stata introdotta l’eccezione nel 1991?

Cosa succede negli ultimi sei mesi di vita del Parlamento? Il Parlamento non

funziona più, c’è la campagna elettorale. È accaduta in un’occasione che il

Presidente della Repubblica fosse negli ultimi sei mesi e il Parlamento non

funzionasse più, allora è stata posta l’eccezione.

La responsabilità del Presidente

Art. 90

Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio

delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.

(*)

In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a

maggioranza assoluta dei suoi membri. NOTE:

(*) La legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1, "Norme integrative della Costituzione concernenti la

Corte costituzionale", ha attribuito alla Corte costituzionale il potere di determinare le sanzioni in

caso di condanna del Presidente della Repubblica a seguito della messa in stato d'accusa da

parte del Parlamento in seduta comune.

Il Presidente della Repubblica è responsabile per alto tradimento o attentato alla

costituzione. L’attentato si verifica quando gli atti del Presidente sono volti

volutamente a destabilizzare la Costituzione ( es non nomina i 5 cinque giudici

della corte). Per alto tradimento ci si riferisce ad atti volti a passare informazioni

importanti sulla sicurezza dello stato all’estero.

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62 Martina S. http://www.sharenotes.it/

In questi casi è responsabile: se il ministro controfirma ci sarà la corresponsabilità.

Cosa succede se il Presidente della Repubblica esce dalla Feltrinelli e viene

sorpreso con Cd in tasca? Questi sono atti non compiuti nell’esercizio della

Costituzione, sono atti da privati cittadini. La Costituzione non ci dice nulla su

questi casi. La prassi ha dimostrato che fatti simili non si sono mai verificati.

Se il Presidente della Repubblica avesse compiuto reati prima, verificati durante la

carica, la prassi è per l’improcedibilità temporanea: si attende la scadenza del

mandato e si procede successivamente con il processo giudiziario. Il buon senso

porta alla dimissione volontaria del Presidente della Repubblica in tali casi. Questa

è una consuetudine.

Domande ai fini dell’esame

Ruolo del Presidente della Repubblica

Funzioni del Presidente della Repubblica

La controfirma

La responsabilità

Lo scioglimento delle camere

IL GOVERNO

È regolato dal titolo III Artt. 92-96. È un organo complesso, alcuni organi sono

costituzionalmente necessari (Presidente del Consiglio, Ministri, Consiglio del

Ministri), altri di fatto esistono ma non obbligatori (vice ministri, sottosegretari,

comitati interministeriali.

Noi ci occuperemo solo degli organi costituzionalmente necessari e daremo un

occhio ai sottosegretari.

Art. 92

Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri,

che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica

nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

Non è chiaro quale sia il vero motore del Governo , Presidente del Consiglio o

Ministri o Consiglio del Ministri). Fino agli 90’ i Ministri erano molto forti, ora, con il

nuovo sistema elettorale il Presidente del Consiglio lo è di più.

I Ministri hanno competenze attribuite dalla legge: non possono essere sostituiti né

da Presidente del Consiglio né dal Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio

può sospendere un Ministro ma dovrà esserci la valutazione anche del Consiglio

dei Ministri.

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Al Presidente del Consiglio manca la revocazione dei Ministri. Di fatto fa firmare al

Ministro le dimissioni, ma al livello giuridico non ha il potere fondamentale per

tenere compatto il Consiglio dei Ministri.

Al Presidente del Consiglio manca lo scioglimento delle Camere e quindi non può

tenere compatto il Parlamento.

I ministri possono essere sfiduciati dal Parlamento ma non dal Presidente del

Consiglio.

Le aree dei Ministri non possono essere influenzate più di tanto dal Consiglio dei

Ministri.

La forza del Presidente del Consiglio sta nel fatto che se si dimette cade tutto il

Governo e tutti i ministri.

Come si forma il Governo

Se ci sono le elezioni il Presidente della Repubblica è vincolato a scegliere il Capo

della Coalizione. I ministri e il Presidente del Consiglio fanno il giuramento e entro

10 giorni devono ottenere la fiducia del Parlamento. In questo periodo non ha le

piene funzioni, non può attuare atti del suo programma politico. Mette in pratica

le funzioni ordinarie e interviene con tutto il potere solo in casi gravi (es. terremoti,

catastrofi, urgenza).

I poteri del Governo

Sostanzialmente il Governo ha due poteri normativi (introduce norme giuridiche) e

poi svolge funzioni amministrative ed esecutive.

Tra le funzioni normative (art. 76-77) ci sono quelle di fare decreti leggi e decreti

legislativi. Questi poteri normativi del Governo sono sottoposti al Parlamento.

Art.76

L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non

con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per

oggetti definiti.

Nel caso dei decreti legislativi si ha un controllo preventivo (art. 76). Deve esserci

un legge del Parlamento che da il potere al Governo di fare.

Nella legge delega ci sono dei limiti:

l’oggetto deve essere preciso: ben preciso e rispetto

limite di tempo ragionevolmente breve

principi e criteri direttivi fondamentali

questi sono i principali ma nulla impedisce al Parlamento di imporne ulteriori.

Ci sono materie non delegabili? L’art. 76 non lo dice ma sono quelle che hanno

una riserva di legge formale – Es. “Le Camere devono con legge….” (legge di

bilancio, legge amnistia e indulto).

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Se il Presidente della Repubblica nota che il Parlamento concede troppe leggi

delega, può limitare il potere.

(laura)

Le leggi delega dovrebbero farsi per quelle materie strettamente tecniche. (es.

riforma del codice della strada).

Problemi di costituzionalità:

Cosa succede se la legge delega non contiene le direttive dell’Art.76, o le

contiene in modo blando? La legge delega non è costituzionale.

Cosa succede se la legge delega è costituzionale e il Governo la attua male? Il

decreto legislativo è incostituzionale e la corte lo abrogherà.

Art. 77

Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che

abbiano valore di legge ordinaria.

Quando, in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la

sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno

stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono

appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni .

I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro

sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con

legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.

Nel caso dei decreti legge il Governo parte di sua iniziativa casi straordinari, di

emergenza ( calamità naturali: in questo caso servono interventi più veloci).

Spesso si è utilizzato il decreto legge per saltare e posticipare i lavori parlamentari

e far entrare in vigore la legge immediatamente. Questa prassi è stata in vigore

fino a circa quindici anni fa.

Cosa accade quando un Governo fa un decreto legge?

Il decreto deve essere presentato subito alle camere che lo devono convertire in

legge entro 60gg. Non c’è la “vacatio legis”.

Se il parlamento non converte entro i 60 gg o boccia il decreto, art. 77 dice che il

decreto legge decade retroattivamente, come se non fosse mai esistito. In realtà

per 60 giorni ha avuto valore di legge: possono essere stati emanati atti

amministrativi, sentenze, contratti tra privati. Questo è previsto dalla costituzione

(art. 77, ultimo comma)

Se il decreto viene modificato entra in vigore dopo la conversione.

Casi in cui non può essere usato il decreto legge:

non si può fare un decreto legge nei casi dell’Art. 72 della costituzione

non si può fare decreti leggi per regolare i rapporti giuridici sorti sulla base

dei decreti non convertiti

non si può far rivedere il contenuto di una legge che era incostituzionale

non si può con un decreto legge approvare (reiterare) un decreto legge

non convertito: questo è stato detto chiaramente dalla Corte con alcune

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sentenze che hanno posto fine alla prassi utilizzata (si facevano catene di

30-40 decreti legge sullo stesso oggetto – materia scolastica e tributaria). La

corte ha detto che essendo un potere particolare la mancata visione del

Parlamento fa si che un nuovo decreto legge non possa essere rifatto sullo

stesso oggetto.

I regolamenti

Sono fonti secondari nel sistema delle fonti e devono essere conformi a decreti

legge e decreti legilslativi.

Possono essere

di escuzioneesecuzione a un decreto legge che ha bisogno di leggi

specifiche per far si che si attui;

di organizzazione con il quale il Governo organizza il funzionamento dei

propri uffici;

indipendenti o autonomi si usano quando, in una data materia, non esiste

completamente una disciplina legislativa e in quel settore non vi è una

riserva di legge. Con queste condizioni si può intervenire con regolamento

autonomo;

regolamenti delegati favoriscono le delegificazione: si ritiene che in Italia

ci siano troppe leggi di rango primario, anche molto vecchie, di cui è

difficile saperne l’esistenza. Un legislatore può trovarsi vincolato da queste

leggi. Questi regolamenti servono per sfoltire l’ambiente normativo(usati ad

esempio nel settore pubblico – appalti): per prima cosa deve esserci una

legge di delega che autorizzi il governo a disciplinare la materia con

regolamenti fatti sulla base dei principi della legge di delega. Se si vuole

successivamente cambiare qualcosa basta cambiare il regolamento

delegato, rispettando sempre la legge delega. A volte è successo ce un

legislatore delegante abbia detto che le leggi preesistenti verranno

abrogate una volta entrata in vigore il regolamento oppure che sarà il

governo a decidere quali saranno

(laura)

Funzioni esecutive (2)

Spesso le leggi hanno vasti settori di competenze e un ministro deve operare in

settori non regolati dalla legge. Occorre pianificare il modo con cui dare

attuazione ad esempio alle riforme.

Il ministro pone obiettivi e formula direttive ai dirigenti. Saranno i dirigenti a dare

attuazione alle direttive. La legge attribuisce poteri per perseguire 5 priorità ma

non implica la priorità temporale, questa attività amministrava spetta ai ministri. I

ministri devono anche pianificare le risorse e svolgere un attività di controllo sul

lavoro dei dirigenti.

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Come cade un Governo:

Crisi parlamentari : disciplinata della costituzione (art. 94). È stato previsto un

sistema mediante il quale un governo sarebbe dovuto cadere su sfiducia delle

camere. La mozione di sfiducia è presenta e motiva dal decimo membro di una

delle due camere che non può essere discussa e provata prima di tre giorni dalla

sua approvazione. La costituzione vuole che vi sia tempo prima di fare questa

scelta ed evitare imboscate da parte delle opposizione. Se la sfiducia si potesse

votate subito? Potrebbero accadere imboscate delle opposizioni : le opposizioni

votano quando la maggioranza è assente. Si consente alla maggioranza di

rientrare in tempo per votare. Di fatto i governi sono caduti solo una volta in

questo modo.

Ci sono anche altri modi con cui il governo cade.

La maggior parte delle crisi di Governo sono di origine extraparlamentari: si hanno

con le dimissioni spontanee del Governo. (es. un partito della coalizione ha

sottratto il sostegno al Governo, insanabili conflitti tra ministri). Se il Presidente del

consiglio decide di dimettersi spontaneamente, il Governo cade.

Rimpasto: caso in cui vi è una sostituzione dei ministri dimessi. In questo caso non si

apre la crisi di Governo e non si deve chiedere la fiducia al Parlamento. Questa

non sembrava una procedura legittima. La prassi odierna dice che il Governo si

ripresenta nuovamente alle camere ed ottiene un voto di fiducia.

Quando si fa il rimpasto o quando si fa cadere il Governo?

Se i ministri si dimettono per ragioni personali, il rimpasto è ragionevole. Se i ministri

si dimettono per ragioni politiche, si ha la crisi di Governo.

Il Premier non può revocare i ministri, il parlamento, con una mozione di sfiducia

individuale, può obbligare un ministro a dimettersi.

L’art. 96 parla dei reati commessi dai ministri durante l’esercizio delle sue funzioni.

Se si riscontra un reato ministeriale, deve esserci una valutazione delle camere. Il

giudizio delle camere può essere negato solo se si dimostra che il ministro ha agito

per tutelare interessi pubblici o generali del paese.

LE REGIONI (TITOLO V DELLA COSTITUZIONE)

Si distinguono stati unitari da quelli federali. In mezzo ci sono stati con forti influenze

regionali, il nostro è uno Stato di questo tipo.

Nel nostro sistema fino al 1999-2001 – più poteri, più risorse, meno controlli.

Le regioni si possono dividere in:

regioni statutarie: statuto previsto dalla legge costituzionale.

regioni statuto ordinario (art. 123): le regioni con lo statuto possono

determinare la forma di Governo. Esse possono stabilire se istituire una forma

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di Governo Parlamentare o Presidenziale. Se non scelgono la forma è

Presidenziale.

Lo statuto regola:

i referendum regionali

le leggi regionali.

Lo statuto si attua con la doppia approvazione del consiglio regionale nel

giro di due mesi. Il governo se non è convinto della costituzionalità di questa

può farla analizzare dalla corte. 5 consiglieri regionali possono chiedere

entro tre mesi. In precedenza lo statuto regionale era approvato dal

Parlamento che diceva alle regioni: “ o lo cambi come dico io, oppure

decido io”. Se lo statuto non piace agli elettori si può fare il referendum.

(laura)

La potestà legislativa

Art.117

Alcune materie sono disciplinate solo dallo stato(rapporti internazionali, sicurezza,

rapporto con le religioni, tutela della concorrenza, tutela dell’ambiente).

Competenze concorrenziali: lo stato pone i principi base, le regioni fanno delle

modifiche (tutela della salute, sport, ecc.). tutte le materie non previste

dall’Art.117 spettano alle regioni che devono rispettare il diritto internazionale, il

diritto comunitario e la costituzione. Inoltre le regioni non devono andare contro il

diritto penale e il diritto civile. Prima del 2001 tutto il resto spettava allo stato

(turismo, agricoltura, ecc.).

I controlli

Un tempo il commissario di Governo aveva il controllo preventivo delle leggi

regionali.

Oggi la regione fa la legge, se il Governo la ritiene incostituzionale entro 60 giorni

la fa rivedere alla Corte.

Autonomia amministrativa (Art. 118 – PRINCIPIO DI SUSSIDIARITA’)

Art.118

Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne

l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato,

sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.

I Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni

amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale,

secondo le rispettive competenze.

La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle

materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'articolo 117, e disciplina

inoltre forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni

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68 Martina S. http://www.sharenotes.it/

culturali.

Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma

iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse

generale, sulla base del principio di sussidiarietà. (*)

NOTE:

(*) L'art. 118 è stato sostituito dall'art. 4 della legge costituzionale 18 ottobre 2001,

n. 3. Il testo originario dell'articolo era il seguente:

«Spettano alla Regione le funzioni amministrative per le materie elencate nel

precedente articolo, salvo quelle di interesse esclusivamente locale, che possono

essere attribuite dalle leggi della Repubblica alle Provincie, ai Comuni o ad altri

enti locali.

Lo Stato può con legge delegare alla Regione l'esercizio di altre funzioni

amministrative. La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative

delegandole alle Provincie, ai Comuni o ad altri enti locali, o valendosi dei loro

uffici.»

Si parla di Principio di sussidiarietà verticale ed orizzontale.

Principio di sussidiarietà verticale = distribuzione delle funzioni amministrative che

sono svolte dall’ente pubblico più vicino al cittadino: si tratta del Comune.

Se possibile le funzioni amministrative le svolge il comune, poiché è l’ente più

vicino al territori oda amministrare. Non tutte le funzioni amministrative possono

essere svolte a livello locale; se non è il Comune a svolgere le funzioni si procede in

scala crescente; provincia, regione, Stato.

Questo sistema si cerca di farlo funzionare con degli accordi tra membri del

Comune, delle Provincie, della Regione, dello Stato nelle quali si dividono i ruoli.

Principio di sussidiarietà orizzontale = criterio di ripartizione delle funzioni tra lo Stato

e i privati (Art. 118, ultimo comma). Talvolta chi potrebbe essere i meglio in grado

di svolgere le funzioni pubbliche potrebbero essere i privati o i privati associati. Ad

es. costruzione di asili nidi, centri per anziani, svaghi per i giovani. A questi

organismi si da voce all’interno dei consigli e alcune agevolazioni fiscali.

Su questa attività che controlli svolge lo Stato? I controlli non partono dal centro,

(regioni).

Prima del 2001, lo Stato aveva un controllo molto forte e soprattutto preventivo.

Anche le regioni attuavano controlli preventivi. Oggi, in linea di principio, i controlli

preventivi sono stati eliminati. Lo stato può intervenire sulla base dell’Art. 120.

Art.120

La Regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le

Regioni, nè adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera

circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, nè limitare l'esercizio del

diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale.

Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle

Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati

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internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per

l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela

dell'unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli

essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai

confini territoriali dei governi locali. La legge definisce le procedure atte a

garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di

sussidiarietà e del principio di leale collaborazione. (*)

NOTE:

(*) L'art. 120 è stato sostituito dall'art. 6 della legge costituzionale 18 ottobre 2001,

n. 3. Il testo originario dell'articolo era il seguente:

«La Regione non può istituire dazi d'importazione o esportazione o transito fra le

Regioni.

Non può adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera

circolazione delle persone e delle cose fra le Regioni.

Non può limitare il diritto dei cittadini di esercitare in qualunque parte del territorio

nazionale la loro professione, impiego o lavoro.»

Se c’è un inerzia o una grave violazione agli organi della Regione, lo Stato deve

diffidare, dicendo che l’intervento è stato illegittimo. Se la diffida non funziona, si

da ancora un’opportunità agli enti locali di fare da sé. Se le cose non cambiano

allora interviene direttamente.

Gli organi regionali possono essere sciolti con decreto dal Presidente della

Repubblica. Questo è un atto molto complesso. Se fosse solo un potere attribuito

solo al Governo, si potrebbe avere lo scioglimento solo a fini politici.

Atti contrari alla Costituzione: se interpretato letteralmente andremmo fuori strada,

potremmo pensare che ogni volta che si va contro di essa si dovrebbe sciogliere il

Consiglio Regionale. Occorre un’altra interpretazione: si scioglie il Consiglio solo

per atti reiterati e gravi.

Autonomia finanziaria (Art. 119)

Titolo V - Articolo 119

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia

finanziaria di entrata e di spesa.

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome.

Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e

secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema

tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al

loro territorio.

La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione,

per i territori con minore capacità fiscale per abitante. Le risorse derivanti dalle

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fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città

metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro

attribuite.

Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per

rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti

della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro

funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore

di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio

patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello

Stato. Possono ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di

investimento. E' esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti.

(*) (**)

NOTE:

(*) L'art. 119 è stato sostituito dall'art. 5 della legge costituzionale 18 ottobre 2001,

n. 3. Il testo originario dell'articolo era il seguente:

«Le Regioni hanno autonomia finanziaria nelle forme e nei limiti stabiliti da leggi

della Repubblica, che la coordinano con la finanza dello Stato, delle Provincie e

dei Comuni.

Alle Regioni sono attribuiti tributi propri e quote di tributi erariali, in relazione ai

bisogni delle Regioni per le spese necessarie ad adempiere le loro funzioni

normali.

Per provvedere a scopi determinati, e particolarmente per valorizzare il

Mezzogiorno e le Isole, lo Stato assegna per legge a singole Regioni contributi

speciali.

La Regione ha un proprio demanio e patrimonio, secondo le modalità stabilite con

legge della Repubblica.»

(**) Si riporta di seguito l'art. 11, recante disposizioni transitorie, della legge

costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3:

«1. Sino alla revisione delle norme del titolo I della parte seconda della

Costituzione, i regolamenti della Camera dei deputati e del Senato della

Repubblica possono prevedere la partecipazione di rappresentanti delle Regioni,

delle Province autonome e degli enti locali alla Commissione parlamentare per le

questioni regionali.

2. Quando un progetto di legge riguardante le materie di cui al terzo comma

dell'articolo 117 e all'articolo 119 della Costituzione contenga disposizioni sulle

quali la Commissione parlamentare per le questioni regionali, integrata ai sensi del

comma 1, abbia espresso parere contrario o parere favorevole condizionato

all'introduzione di modificazioni specificamente formulate, e la Commissione che

ha svolto l'esame in sede referente non vi si sia adeguata, sulle corrispondenti

parti del progetto di legge l'Assemblea delibera a maggioranza assoluta dei suoi

componenti.»

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71 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Le Regione hanno entrate come tributi propri: questo è un federalismo fiscale per

le Regioni ricche. Una parte di questi tributi ritornerà sul territorio. Per provvedere a

scopi determinati, e particolarmente per valorizzare il Mezzogiorno e le Isole, lo

Stato assegna per legge a singole Regioni contributi speciali.

In questo sistema in cui si danno più funzioni agli enti locali dovrebbero esserci più

risorse: se questo funzionano aumentano i tributi degli enti locali e diminuiscono i

tributi statali. In realtà non è così: il federalismo porta ad una ulteriore pressione

fiscale. Se si trasferiscono dal centro alle periferie le competenze, difficilmente lo

Stato accetterà di avere meno risorse.

Le risorse, tuttavia, sono non vincolata: la spesa degli enti locali è libera.

Restano fondi vincolati, quelli previsti dall’Art. 119 per raggiungere determinati

obiettivi: lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per

rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti

della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro

funzioni.

Oggi si stanno cercando dei criteri e delle procedure dette dei “Costi standard”

per capire quale sia il costo medio di un servizio. Questi soldi saranno trasferiti agli

enti locali per svolgere le funzione. Si sta pensando anche ad un sistema di Premi e

Sanzioni.

In Svizzera, lo stato federale prevede, un sistema che detta il quadro generale

delle tassazioni. La maggior parte delle sanzioni è posto dai Cantoni e dai comuni.

Se un cantone vuole favorire le imprese attua un politica ad hoc. I cantoni si

fanno “competizione tra loro” e questo abbassa la qualità dei servizi. Se un

Cantone vuole attuare una politica mirata ad attirare investimenti esteri

abbasserà le imposte.

I Comuni a loro volta possono maggiorare ulteriormente le imposte stabilite dai

Comuni.

(autonomie a livello d’esame)

DIRITTO AMMINISTRATIVOcura concreta e quotidiana di tutti gli interessi pubblici

La qualità delle amministrazione pubblica vale a seconda della forma di Stato.

Liberale difesa, tributi, giustizia.

Sociale funzioni fondamentali, scuola, servizi pubblici, infrastrutture per i trasporti,

incentivo della crescita dell’occupazione, controllo della salute in via preventiva e

non, tutela dell’ambiente.

Stato federale o a forte autonomia ci sono anche strutture amministrative

parallele che fanno si che si moltiplichino anche gli enti. Fino a dieci anni fa c’è

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72 Martina S. http://www.sharenotes.it/

stata una corsa incontrollata alla moltiplicazione degli enti. Questi enti magari

dopo molti anni si sono radicati nel territorio e non svolgono più competenze utili.

In questi casi si hanno molti sprechi.

(Esame)

Si hanno due volti della pubblica amministrazione: il volto feroce è quello della

pubblica amministrazione che agisce con atti autoritativi (provvedimenti

amministrativi) atti con la quale la pubblica che si impongono a prescindere dalla

volontà del destinatario. (espropriazione della casa); il volto più “buono” è quello

che eroga servizi pubblici (scolastici, culturali, sanitari): in questo caso agisce con

atti del diritto privato, salvo eccezioni.

Nella realtà le cose sono molto più complesse. La legislazione sui contratti pubblici

(decreto del 2006) mostra un’ evidente compresenza del diritto amministrativo e

privato.

Se una pubblica amministrazione vuole far costruire una scuola cosa fa? Non può

fare come un privato cittadino. Essa è vincolata alle norme del diritto pubblico.

Deve fare delle gare pubbliche per individuare il contraente migliore

(tecnicamente, economicamente, moralmente). Dal momento

dell’individuazione del contraente, la pubblica amministrazione stipulerà un

contratto che sarà regolato dal codice civile. Nei concorsi, la fase del concorso è

regolata dal diritto pubblico, nel momento in cui si entra il rapporto del singolo

sarà disciplinato dal diritto privato.

Quando la pubblica amministrazione emette dei provvedimenti si hanno:

Attività amministrative di tipo vincolato: la legge predetermina l’azione della

pubblica amministrazione.

(es. iscrizione all’università la legge prevede il possedimento di un

diploma, l’ente pubblica (università) deve accettare i presupposti contenuti

dalla legge ( in questo caso il possedimento del diploma. Non può dire:” tu

non puoi stare qui, vai a Milano” se non è previsto il numero chiuso. L’ente

pubblico deve solamente attuare un mero controllo dei presupposti della

legge.

Attività discrezionali: casi in cui la legge lascia margini alla pubblica

amministrazione. Valutazione di tutti gli interessi in gioco.

Ad. Es. se vuole costruire un autostrada e si devono espropriare molti terreni,

la pubblica amministrazione dovrà fare dei controlli discrezionali per capire

se farla su una collina o sull’altra. Se decide che sia indifferente deve

guardare se ci sono più case dall’altro lato, ecc. Essa deve fare inoltre

valutazioni coerenti.

L’attività della pubblica amministrazione può essere attiva (innovazione

dell’ordinamento giuridico) consultiva (attività di aiuto per coloro che devono fare

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delle scelte, ad es. il consiglio di Stato) o di controllo ( si esercita sul provvedimento

già formato, si controlla infine se questo atto già deciso è conforme al diritto, ecc.)

Manca lezione mercoledì 9 / 05 / 2012

VIZI DEL PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO

VIZI DI LEGGITTIMITA’ casi in cui il provvedimento non è conforme

all’ordinamento giuridico

VIZI DI MERITO Casi conformi all’ordinamento, ma non conforme all’interesse

pubblico.

Se un provvedimento ha un vizio di legittimità lo si potrà far valere in tutte le sedi.

Se è di merito non si può far valere, in questi casi ci si può rivolgere solo alla

pubblica amministrazione per farlo eliminare: il giudice non può intervenire.

VIZI DI LEGGITTIMITA’

Sono di due tipi:

1. VIZI CHE CONDUCONO ALLA SUA NULLITA’

Un atto è nullo se manca degli elementi essenziali:

mancanza del soggetto ( è emanato da un soggetto che non appartiene

alla pubblica amministrazione)

emanato da un soggetto che appartiene ad una pubblica amministrazione

non competente in materia

mancanza dell’oggetto del provvedimento

mancanza del contenuto dispositivo dell’atto ( es. provvedimento

d’esproprio, si sa cosa di va ad espropriare ma manca alla fine la parte

dispositiva con cui si dice “ con questi motivi, l’Autorità x, espropria..”

manca la forma prescritta dalla legge (forma scritta)

assenza di motivazione, in realtà non è un elemento essenziale dell’atto

assenza della causa ( provvedimento di esproprio, serve ad estinguere il

diritto di proprietà di un soggetto per trasferirlo alla pubblica

amministrazione per ragioni di pubblico interesse)

I VIZI CHE CONDUCONO ALLA SUA NULLITA’ POSSONO FARSI VALERE SEMPRE.

1. VIZI CHE CONDUCONO ALLA SUA ANNULLABILITA’

Possono essere fatti valere entro brevi termini.

Sono di tre tipi:

a) incompetenza relativa l’atto è stato emesso da un organo che

appartiene alla pubblica amministrazione competente ma non era l’organo

prettamente competente a farlo.

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74 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Es. Incompetenza per territorio emesso dal prefetto, ma non dal prefetto della

provincia giusta

b) Violazione di legge violazione di ogni norma dell’ordinamento giuridico

(diritto comunitario, Costituzione)

Il responsabile del procedimento non ha chiesto il parere o in nulla osta previsto,

non ha indetto la conferenza di servizio.

a) Eccesso di potere elaborato dalla giurisdizione. È nato nel 1800 a seguito

del provvedimento di un sindaco, che nell’ambito dei suoi poteri aveva

trasferito un posteggio dei taxi da una zona all’altra della città. La legge

dava questo potere al sindaco ma per ragioni di interesse generale. Si è

scoperto che questo provvedimento era stato emesso perché non gli

gravava che questi taxi stessero posteggiati tutta la notte sotto una sua

proprietà o di un famigliare. Il consiglio di stato, inizialmente, non ne vedeva

il contrasto con la legge, il potere era attribuito al sindaco, il procedimento

era corretto, ma capì come erano andate le cose ed istituì l’eccesso di

potere.

L’eccesso di potere può essere di due tipi:

o sviamento di potere possedere il potere ed usarlo perseguendo

scopi sbagliati o altre attività pubblicistiche.

o travisamento dei fatti o erroneità dei presupposti la pubblica

amministrazione prende un provvedimento su un errata

rappresentazione della realtà.

o Difetto d’istruttoria la pubblica amministrazione giunge ad emettere

un provvedimento non avendo raccolto tutti gli elementi che

avrebbe dovuto raccogliere in quel contesto specifico.

o Difetto di motivazione è anch’esso un eccesso di potere. la

motivazione deve emergere dagli atti.

o Ingiustificata violazione della prassi le pubbliche amministrazione,

laddove la legge lasci degli spazi, decidano di seguire sempre una

prassi, talvolta ci sono anche delle circolari che hanno valore interno,

con i quali si dice come ci si deve comportare. Essa deve continuare

a seguire la prassi. Può eventualmente discostarsi dalla prassi ma

deve motivarlo.

o Illogicità manifesta e la contraddittorietà la pubblica

amministrazione prende decisioni che sono palesemente in contrasto

con altre decisioni prese in precedenza.

Laddove la legge lasciava margini di manovra, essi sono stati usati in modo

scorretto.

Come si può reagire di fronte a questi vizi?

Un provvedimento che è viziato può essere rimosso mediante tre strade:

1) AUTOTUTELA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE la pubblica

amministrazione ha il potere di rivedere il proprio operato e se riscontra vizi

di legittimità o di merito può valutare se intervenire o no.

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75 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Se interviene la prima valutazione che fa è vedere se si tratta di un vizio

rimediabile: se ciò è possibile estirpa il vizio e salva l’atto (principio di

conservazione degli atti amministrativi).

Se è un vizio di incompetenza, lo salva con la ratifica.

Se è un vizio di violazione di legge e manca un nulla osta, la pubblica

amministrazione competente lo convalida.

Se un vizio è particolarmente grave e insanabile la pubblica

amministrazione procede all’annullamento d’ufficio dell’atto. Non è per la

pubblica amministrazione un obbligo, dovrà fare delle serie valutazioni

prima della rimozione.

Più passa il tempo meno spazio c’è per l’annullamento, se il tempo è ridotto

è molto più probabile che l’amministrazione possa annullarlo.

La pubblica amministrazione deve tenere conto della buona e della

malafede dei soggetti.

Terzo elemento da considerare è l’interesse dei terzi.

Caso particolare: violazione delle leggi edilizie. La pubblica amministrazione

può essere più severa: in caso di abuso edilizio la pubblica amministrazione

si ritiene che possa intervenire anche dopo tanti anni.

Se l’atto è considerato gravemente inopportuno, se è proprio necessario, la

pubblica amministrazione revoca l’atto. Es. revoca di una concessione

demaniale. La pubblica amministrazione decide di usare certe aree per

realizzare opere pubbliche ma la concessione non era fuori regola: in

questo caso è necessario dare un compensazione al concessionario.)

2) RICORSI AMMINISTRATIVI Chi è danneggiato, fa ricorso alla pubblica

amministrazione obbligandola ad intervenire. Esistono tre di tipi di ricorso:

o Ricorso in opposizione si fa all’organo che ha emesso sentenza. Si può fare

nei soli casi previsti dalla legge.

Lo si può fare personalmente, per vizi di merito o legittimità, lo si deve fare

entro 30 giorni dalla data di pubblicazione.

o Ricorso gerarchico si fa ricorso all’organo gerarchicamente superiore

all’organo che ha emesso l’atto. Oggi non c’è sempre un organo

gerarchicamente superiore. Anche in questo caso, lo si può fare

personalmente, per vizi di merito o legittimità, lo si deve fare entro 30 giorni

dalla data di pubblicazione.

Il silenzio della pubblica amministrazione di fronte a questi due tipi di ricorso

si può far difendere da giudice.

o Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica se si sceglie questo

ricorso non si potrà più andare a contestare dal giudice. Questo ricorso può

essere fatto solo per vizi di legittimità.

I termini sono più lunghi: 120 giorni dalla pubblicazione.

Nella realtà si fa questo ricorso, quando scade il termine per fare un ricorso

di altro tipo.

Anche in questo caso non è necessario di per sé l’avvocato.

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Il ricorso va presentato al ministero competente in materia, da un paio

danni la decisione finale è del consiglio di stato che da un parere

obbligatorio e vincolante. Fino a pochi anni fa il ministero poteva discostarsi

dal parere del consiglio di stato rimandando la questione al consiglio dei

ministri che aveva l’ultima parola.

Vizi dell’atto amministrativo - eccesso di potere – potere di autotutela della

pubblica amministrazione – ricorsi amministrativi

RICORSI GIURISDIZIONALI

Quali giudici sono competenti?

Se un provvedimento amministrativo lede un interesse legittimo il giudice

competente è il giudice ammistrativo.

Se un provvedimento amministrativo lede un diritto soggettivo i lgiudice

competente è il giudice ordinario (giudice civile).

Nei casi di giurisdizione esclusiva, il legislatore decide quale dei due giudici è

competente. In materia di pubblico impiego il giudice competente è il giudice

ordinario.

Art. 24

Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.

La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi

davanti ad ogni giurisdizione.

La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.

In linea generale si va dal giudice amministrativo.

Interesse legittimo potere che è attribuito ai soggetti di un provvedimento

legislativo di reagire al provvedimento pretendendo che l’azione della pubblica

amministrazione sia conforme all’ordinamento giuridico. Se ciò non avviene

esistono provvedimenti di reazione (possibilità di rivolgersi ad un giudice)

Differenza con il diritto soggettivo

Possiedo un’abitazione, un giorno arriva un impresario con una ruspa e dice che

butta tutto giù, occupa mi manda via e provvede a distruggere. Se accadesse

ciò l’ordinamento ci attribuisce la pretesa che questo impresario se ne vada via e

mi risarcisca il danno: tra privati vige il principio del consenso.

Possiedo un’abitazione, un giorno arriva la pubblica amministrazione con una

ruspa e dice che butta tutto giù, occupa mi manda via e provvede a

distruggere. Se accadesse ciò l’ordinamento non possiamo avere la pretesa che

la pubblica amministrazione se ne vada via e mi risarcisca il danno: dovremmo

pretendere che la pubblica amministrazione intervenga in modo corretto.

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77 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Potremmo fare ricorso, ma se il giudice valuterà che la pubblica amministrazione

ha agito in modo corretto e ci è stato dato un giusto indennizzo, io perdo il mio

bene.

LA MAGISTRATURA

Ci riferiamo alla magistratura ordinaria, che è quella civile e penale. I magistrati

penali sono quelli che applicano la legge penale. L’azione di fronte al giudice

civile parte se è attivata da una delle parti del processo, il così detto attore. Lo

stato non interviene e non stimola l’azione giudiziaria. Tanto meno lo fa il giudice.

Di fronte al giudice penale, l’azione parte su impulso dello stato, del pubblico

ministero. Esempio: se c’è un incidente stradale grave, l’azione parte a

prescindere della volontà delle parti, l’azione civile per il risarcimento dei danni

parte se c’è volontà di una delle parti.

Nel primo grado, chi è coinvolto, sia in ambito civile che in ambito penale, può

contestare il così detto fatto.

Una volta accertata la realtà occorre vedere quali norme si possono applicare e

come (sanzioni massime e minime).

Chi non è contento della sentenza di primo grado potrà contestare in secondo

grado il fatto e il diritto. Può anche accettare il fatto e contestare il diritto.

In terzo grado si può criticare la sentenza di appello solo per motivi di diritto. La

cassazione non può entrare nei fatti. Di fronte alla cassazione si può contestare

solo l’interpretazione dei diritti.

Ci sono anche magistrature speciali: Tar, Consiglio di Stato, Corte dei Conti.

Sono magistrature speciali volte a giudicare le controversie in cui almeno una

delle due parti è un ente pubblico.

Alcuni principi sono stati posti per tutelare l’autonomia e l’indipendenza della

magistratura.

Tra gli elementi fondamentali della democrazia c’è un controllo politico, della

magistratura.

Il nostro costituente per tutelare la magistratura ha posto alcuni principi e ha

istituito un organo chiamato Consiglio Superio della Magistratura (CSM) che ha

tutte le funzioni inerenti all’organizzazione della magistratura.

Tutta la vita professionale del Magistrato,il quale è un dipendente dello Stato, è

regolata da interventi del CSM. In assenza del CSM, queste funzioni, sarebbero

svolte dal Ministro di Causa e Giustizia e quindi dal Governo.

Come è composto il CSM?

Il CSM riguarda la magistratura penale e civile

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78 Martina S. http://www.sharenotes.it/

I due terzi dell’organo sono composti dai magistrati stessi, sia della cassazione che

del primo e secondo grado. Sono eletti dai magistrati stessi.

Un terzo del CSM viene eletto dal Parlamento in seduta comune con dei quorum

elevati , 2/3 dei componenti nelle prime due votazioni, 3/5 dei presenti dalla terza

votazione.

Perché 1/3 è scelto dal Parlamento? Si vuole dare autonomia e indipendenza, ma

le decisioni dei Magistrati sono molto forti e il Costituente non ha voluto che

diventasse un corpo totalmente estraneo al potere politico.

I Magistrati del CSM durano in carica 4 anni. Il Presidente della Repubblica è il

primo presidente della corte di cassazione, procuratore generale.

Art. 104

La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro

potere.

Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto dal Presidente della

Repubblica.

Ne fanno parte di diritto il primo Presidente e il Procuratore generale della Corte di

cassazione.

Gli altri componenti sono eletti per due terzi da tutti i magistrati ordinari tra gli

appartenenti alle varie categorie, e per un terzo dal Parlamento in seduta comune

tra professori ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati dopo quindici

anni di esercizio.

Il Consiglio elegge un vice presidente fra i componenti designati dal Parlamento.

I membri elettivi del Consiglio durano in carica quattro anni e non sono

immediatamente rieleggibili.

Non possono, finché sono in carica, essere iscritti, negli albi professionali, né far

parte del Parlamento o di un Consiglio regionale.

Funzioni del CSM

Funzioni amministrative preparazione dei concorsi per accesso alla Magistratura,

assegnazione dei posti, promozioni, conferimenti di incarichi, trasferimenti.

Funzioni disciplinari si fa valere la responsabilità disciplinare.

Un Magistrato nell’esercizio delle sue funzioni o fuori dall’esercizio può avere

condotte che violano la legge penale. Se accade un fatto simile ha responsabilità

penale e ne risponde come chiunque altro. In questo caso ci sarà anche una

responsabilità civile che ha subito l’aggiustamento della decisioni. Essa sarà parte

lesa e potrà esprimere volontà di risarcimento. L’azione viene fatta nei confronti

dello Stato. Se l’illecito in sede civile, ci sarà il risarcimento e lo Stato si rifarà nel

confronti del Magistrato.

C’è una corte Europea che ha bocciato questo sistema.

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Responsabilità disciplinare ogni comportamento del Magistrato contrario ai

doveri d’ufficio (codice deontologico). È una responsabilità tipica di tutte le

professioni regolamentate.

Corruzione triplice responsabilità:

civile

penale

disciplinare

le condotte penalmente rilevanti integrano la responsabilità disciplinare ma non

viceversa.

Esempio: frequentare le parti di un giudizio in corso, è una infrazione alla

deontologia professionale. Se si tratta di due amici d’infanzia non significa che

stanno infrangendo il processo, ma la deontologia professionale non lo accetta.

Esempio: accettare regali di valore, da una delle parti che difende va contro la

deontologia. Poi non è detto che si comporti in modo scorretto. Ma va tutelata

l’imparzialità reale ma anche l’apparenza di imparzialità reale.

Nei casi in cui scatta la responsabilità penale l’azione parte su richiesta del

procuratore generale della Corte di Cassazione o dal Ministro di Grazia e Giustizia.

In caso di provvedimenti di tipo amministrativo il Magistrato può ricorrere al

giudice amministrativo, in caso di provvedimenti disciplinari può ricorrere alla

Corte di Cassazione.

PRINCIPI COSTITUZIONALI SULLA MAGISTRATURA

CSM

Art. 101 da collegare all’ultimo comma dell’Art.107

Art. 101

La giustizia è amministrata in nome del popolo.

I giudici sono soggetti soltanto alla legge.

Art.107

I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospesi dal

servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a decisione del

Consiglio superiore della magistratura, adottata o per i motivi e con le

garanzie di difesa stabilite dall'ordinamento giudiziario o con il loro

consenso.

Il Ministro della giustizia ha facoltà di promuovere l'azione disciplinare.

I magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni.

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80 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Il Pubblico ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle

norme sull'ordinamento giudiziario.

ACCESSO ALLA MAGISTRATURA

In Inghilterra la maggior parte dei giudici sono nominati dal potere politico a vita.

L’indipendenza è garantita dal fatto di essere professionisti da 20-30 che hanno

indipendenza economica e dal fatto di essere nominati a vita.

In Italia i Magistrati sono dipendenti dello Stato ed entrano in magistratura molto

giovani, mediante concorso. Per passarlo è necessaria una solidissima

competenza giuridica.

Art.106

Le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso.

La legge sull'ordinamento giudiziario può ammettere la nomina, anche elettiva, di

magistrati onorari per tutte le funzioni attribuite a giudici singoli.

Su designazione del Consiglio superiore della magistratura possono essere

chiamati all'ufficio di consiglieri di Cassazione, per meriti insigni, professori ordinari

di università in materie giuridiche e avvocati che abbiano quindici anni di

esercizio e siano iscritti negli albi speciali per le giurisdizioni superiori.

Nel nostro sistema la promozione avviene per anzianità e non per merito. Fino al

1956 c’era un’analisi delle sentenze dei giovani ai fini delle promozioni. Un sistema

di questo genere comportava un rischio: se le sentenze dei giovani erano

innovative il rischio reale era che fossero interpretazione ai vecchi giudici che le

giudicavano.

Per questo di è passato a promozioni automatiche per anzianità. Questo porta il

rischio del lassismo perché non si è spinti a migliorarsi. L’aggiornamento e il

miglioramento vengono lasciati alla coscienza individuale.

Art. 107

Un magistrato può essere trasferito o con il suo consenso o in base al

provvedimento del CSM, secondo le norme di legge.

PRINCIPI CHE RIGUARDANO IL PROCESSO Volti a tutelare chi è giudicato

Giudice Naturale, previsto dall’Art. 25 giudice da cui dovremmo andare

Art. 25

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81 Martina S. http://www.sharenotes.it/

Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.

Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in

vigore prima del fatto commesso.

Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti

dalla legge.

Prima che inizi un processo dobbiamo sapere in quale ufficio va la causa. Si

vuole evitare che possa essere scelto il giudice della controversia dopo che

sono avvenuti i fatti: se non fosse stabilito a priori dalla legge potrebbe

essere manovrata la scelta del giudice competente. Questo accadeva

nelle dittature. Questa norma va letta con l’Art. 103 che vieta la nomina di

giudici straordinari dopo i fatti.

Diritto di azione e di difesa (Art. 24)

Noma collegata all’Art. 113 è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei

diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o

amministrativa.

Art. 24

Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi

legittimi.

La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e

difendersi davanti ad ogni giurisdizione.

La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori

giudiziari.

Nella realtà la Corte Costituzionale ha stabilito che il termine debba essere

ragionevolmente lungo.

In materia tributaria, se ritengo che una imposta sia stata calcolata male,

c’era leggi che dicevano puoi fare ricorso ma prima paghi. Questa norma è

stata interpretata restrittiva.

Diritto di difesa tutti i provvedimenti processuali devono essere

comunicati in tempi ragionevoli, si devono avere mezzi di prova, diritto di

stare in silenzio per non auto criticarsi: il testimone non può stare zitto,

l’imputato si.

L’art. 24 va letto insieme all’Art. 111 che pone il procedimento del GIUSTO

PROCESSO.

La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni

processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parita', davanti a

giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.

Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di un reato sia,

nel piu' breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi

dell'accusa elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari

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82 Martina S. http://www.sharenotes.it/

per preparare la sua difesa; abbia la facolta', davanti al giudice, di interrogare o

di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la

convocazione e l'interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni

dell'accusa e l'acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore; sia assistita

da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nel processo.

Il processo penale e' regolato dal principio del contraddittorio nella formazione

della prova. La colpevolezza dell'imputato non puo' essere provata sulla base di

dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si e' sempre volontariamente sottratto

all'interrogatorio da parte dell'imputato o del suo difensore.

La legge regola i casi in cui la formazione della prova non ha luogo in

contraddittorio per consenso dell'imputato o per accertata impossibilita' di natura

oggettiva o per effetto di provata condotta illecita.

Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati.

Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati

dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali, è sempre ammesso ricorso in

Cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale norma soltanto per le

sentenze dei Tribunali militari in tempo di guerra.

Contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti il ricorso in

Cassazione è ammesso per i soli motivi inerenti alla giurisdizione. (*)

NOTE:

(*) I primi cinque commi dell’art. 111 sono stati introdotti dalla legge costituzionale

23 novembre 1999, n. 2. Si riporta di seguito l’art. 2 della legge costituzionale 23

novembre 1999, n. 2: «1. La legge regola l'applicazione dei principi contenuti nella

presente legge costituzionale ai procedimenti penali in corso alla data della sua

entrata in vigore.» (*) I primi cinque commi dell’art. 111 sono stati introdotti dalla

legge costituzionale 23 novembre 1999, n. 2.

Si riporta di seguito l’art. 2 della legge costituzionale 23 novembre 1999, n. 2:

«1. La legge regola l'applicazione dei principi contenuti nella presente legge

costituzionale ai procedimenti penali in corso alla data della sua entrata in

vigore.»

Principi fondamentali dell’art. 111

Parità di difesa.

Se qualche testimone mi accusa devo poter controinterrogarli.

Ragionevole durata del processo attuato da una legge dello stato.

Mediamente in primo grado deve essere 3 anni, a scalare per gli altri gradi.

Scattato il terzo anno, ogni anno di ritardo da diritto ad un risarcimento di

1000-1200€ ogni anno in più.

I ritardi si hanno spesso per mancanza di sufficienti risorse: attrezzature

informatiche, mancanza di cancellieri, ecc.

Il principio di ragionevole durata vale sia per chi vince che per chi perde,

salvo che non fosse manifestamente chiaro all’inizio che avevo torto.

Modi di riparazione degli errori giudiziari

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83 Martina S. http://www.sharenotes.it/

o Se è stata privata la libertà personale, i risarcimenti sono abbastanza

rilevanti.

Principi costituzionali (tutela autonomia e la nostra), CSM

LA CORTE COSTITUZIONALE

Disciplinata dagli Artt. 134-135.

Si hanno vari modelli di controllo di costituzionalità:

Sindacato accentrato modello in cui si affida il compito di controllare la

costituzionalità ad un organo precostituito

Sindacato diffusoogni magistrato ha il potere di non applicare in processo una

legge non costituzionale.

Controllo preventivo la costituzionalità di una legge viene valutata prima

dell’entrata in vigore.

Controllo successivo la legge viene valutata quando oramai la legge è entrata

in vigore.

Il nostro è un sistema accentrato e successivo: nel 1948 si è scelto questo sistema

perché i magistrati non erano abituati a controllare le leggi.

Negli Usa c’è un sistema diffuso iniziato nel 1823.

La Corte Costituzionale è stata introdotta nel 1956. Per 8 anni il controllo è stato

fatto dai giudici. Di fatto in questi anni i giudici continuarono a giudicare le leggi

conformi. Appena è entrata in vigore la Corte Costituzionale ne ha giudicate un

sacco incostituzionali.

Un sistema preventivo sembrerebbe migliore perché evito che produca danni. Il

problema concreto dimostra che i maggiori casi di incostituzionalità non

emergono da una lettura semplice del testo. Spesso ce ne si rende conto con gli

anni. L’esperienza ha dimostrato che serve un controllo successivo.

Come è composta la Corte?

Può diventare giudice della Corte o un magistrato di ordine superiori, o un

professore universitario di diritto ordinario, o un avvocato con almeno 20 anni di

esperienza.

La corte è composta da 15 membri:

5 eletti dal Parlamento in seduta comune con dei quorum elevati , 2/3 dei

componenti nelle prime due votazioni, 3/5 dei presenti dalla terza votazione.

5 eletti dal Presidente della Repubblica

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84 Martina S. http://www.sharenotes.it/

I giudici durano in carica 9 anni, non sono rieleggibili. Durante il mandato non

possono svolgere nessun’altra attività economica o privata.

Sarebbe oppurtuno che non svolgessero attività economiche private ed

economiche anche per 5/6 anni futuri in modo da evitare che il giudice negli

ultimi anni del mandato sia inefficiente.

CAMBIA CON VERSIONE MAC E AGGIUNGI LA LEZIONE DEL 21/05/12

Funzione fondamentale controllo di costituzionalità delle leggi: valutazione sulla

conformità degli atti aventi forza di legge e delle leggi di revisione costituzionali

per due motivi:

1) Deve essere seguita la procedura dell’138

2) Ci sono alcune norme della costituzione che non possono essere

modificate.

La Corte Costituzionale non fa una valutazione della sua costituzionalità alla luce

di tutte le norme della Costituzione ma solo alla luce dei parametri contestati. È

possibile che una legge sia costituzionale secondo alcuni parametri e dopo alcuni

anni viene dichiarata illegittima.

Come arrivano le questioni alla Corte Costituzionale?

Ci sono due modi:

1) Giudizio in via incidentale strada statisticamente più percorsa: il

procedimento è avviato dinanzi a qualsiasi giudice/magistrato che sta nel

mezzo di un procedimento giudiziario. Il giudice può sollevare la questione o

su propria iniziativa o su richiesta di una delle parti del processo se la

questione è rilevante e non manifestamente infondata.

Rilevante il giudice deve applicare la disposizione di legge nel suo

processo. Si vuol far si che la Corte Costituzionale si pronunci su una

questione che ha una rilevanza concreta, che si deve applicare.

non manifestamente infondata il sistema chiede al giudice di sollevare la

questione su una norma che applica. Questo requisito vuole evitare che la

Corte Costituzionale si debba occupare di questioni infondata. Se c’è un

dubbio o la certezza di un giudice sulla incostituzionalità allora:

o si sospende il processo

o si presenta la questione alla corte, vanno indicati i parametri per cui

una legge potrebbe essere incostituzionale(es. violazione Art. 3, ecc.)

o questo va comunicato a tutte le parti del giudizio: questo consente al

Parlamento o al Consiglio Regionale di abrogare la legge. Questo

non capita spesso.

Le decisioni della Corte Costituzionale

Il sistema è stato concepito in modo molto semplice: la corte avrebbe dovuto

esprimersi con sentenze di accoglimento o di rigetto. Nella realtà la questione è

più complicato.

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Sentenze di rigetto la Corte Costituzionale dice che la legge non è

incostituzionale. Il giudice è costretto ad applicare la legge nel suo processo. La

decisione influisce solo il caso del giudice che ha sollevato la questione. Se un

altro giudice risolleva la questione nel breve periodo, la Corte Costituzionale darà

lo stesso giudizio negativo. Nel medio periodo, potrebbero esserci giudizi differenti.

Sentenza di accoglimento la legge viene dichiarata incostituzionale. Questa

sentenza è vincolante per tutti. Da quando sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale

non potrà più essere applicata da nessuno. Questo vale per il futuro. La sentenza

di accoglimento della corte ha efficacia retroattiva? Non c’è un principio in

Costituzione, ma il principio generale dice che la sentenza di accoglimento è

retroattiva. Essa retroagisce ma incontra un limite solo con le sentenze già

esaurite. C’è un eccezione per cui la retroattività non trova ostacoli quando sono

state emanate condanne penali irrevocabili. Se la legge viene dichiarata

incostituzionale un condannato viene scarcerato. Si ritiene inaccettabile che una

persona possa restare in carcere sulla base di una legge che viene dichiarata

incostituzionale. Questa sentenza si abbatterà sui processi pendenti

(rapporti/processi aperti).

In realtà circa il 50% delle decisioni della corte appartengono ad altre categorie.

Sentenze interpretative di accoglimento o di rigetto la legge in questione può

essere interpretata in più modi.

Un giudice solleva un contrasto tra la legge A e l’Art. 3.

Il giudice costituzionale dice che la legge A va interpretata con l’interpretazione

n°2. Le sentenze di rigetto vincolano solo il giudice che ha sollevato la questione.

Solo il giudice in questione può applicare la questione nel modo 2. In questo caso

molti giudici possono continuare ad applicarla nel modo n°1. La corte passa alle

interpretazioni di accoglimento: la legge A è incostituzionale se applicata nel

modo n°1.

Sentenze additive la Corte Costituzionale dichiara incostituzionali le leggi nelle

parti in cui non ha espresso qualcosa. Queste sentenze creano problemi perché

la corte va a riscrivere la legge.

Sentenze sostitutive le Corte Costituzionale dichiara incostituzionale una legge

perché ha detto qualcosa invece che qualcos’altro.

2) Giudizio in via accidentale La regione può contestare solo invasioni delle

proprie competenze da parte della legge dello Stato.

Si possono contestare leggi in materia costitutiva delle Regioni.

Se la Corte Costituzionale dichiara infondata la questione sollevata dallo

Stato o dalla Regione può essere che un giudice risollevi la questione.

Altre competenze della Corte Costituzionale

1) Conflitti di attribuzione tra Stato e Regione conflitti che vertono su atti non

legislativi.

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Sia lo Stato che le regioni possono fare ricorso entro 60 giorni dalla

pubblicazione della legge.

La Regione può contestare soltanto l’invasione delle proprie competenze.

Lo Stato può fare ricorso per una legge regionale per qualsiasi vizio (forma

applicazione,… )

Se la Corte dichiarasse infondata la ragione dello Stato o della Regione,

non è definitiva, un altro giudice potrebbe risollevarla.

Si deve fare ricorso entro 60 giorni e gli atti non devono essere legislativi.

Si hanno conflitti da invasione e conflitti di interferenza.

2) Conflitti di attribuzione tra i poteri dello stato la Corte dice allo stato di

vedersela da se.

Può accadere che il conflitto nasca tra quesiti e competenze garantite

dalla Costituzione. Il processo si svolge in due parti:

a. si guarda se c’è l’ammissibilità del conflitto.

Se è ammissibile il conflitto si giudica nel merito.

b. Si distingue tra conflitto di interferenza o conflitto competenza

analogamente al caso dei Conflitti tra Stato e Regioni.

Quando il sistema polito è abbastanza in armonia non ci sono molti conflitti Stato-

Regione o conflitti di potere. I conflitti vengono risolti folicamente. In momenti di

crisi essi aumentano.

Dare un’occhiata al giudizio sul presidente della repubblica, ai sottosegretari di

stato.

UNIONE EUROPEA

Quali sono gli organi dell’Ue?

CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA Formato dai capi di Stato degli Stati dell’UE.

CONSIGLIO DEI MINISTRI Organo a geometria variabile. Composto dai ministri

dei singoli stati membri a seconda dei giudizi che si deve deliberare. Cos’è

cambiato nel tempo? Un tempo era molto importante, faceva le leggi Europee,

doveva decidere tutto all’unanimità. Oggi ha acquistato importanza anche il

Parlamento.

IL PARLAMENTO Unico organo eletto a suffragio universale. Un tempo aveva

funzioni semplicemente consultive. Per approvare normative, bilanci ecc., occorre

il consenso del consiglio dei ministri e del Parlamento.

CORTE DI GIUSTIZIA corte costituzionale dell’UE

Competenze:

risolvere i conflitti tra gli stati membri

giudica sui ricorsi di inadempimento di applicazioni di leggi comunitarie nei

vari stati

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giudica la validità delle direttive comunitarie per vedere che se sono in

contrasto con il diritto comunitario.

RINVIO PREGIUDIZIALE (MOLTO IMPORTANTE) se i giudici degli stati

membri, in un loro processo, devono applicare norme di diritto comunitario,

che prevale sul diritto comunitario. Se ha dei dubbi sull’applicazione chiede

notizie e informazioni alla Corte di Giustizia la quale dice: “il regolamento va

applicato in questo modo e per queste ragioni la legge nazione è

compatibile/incompatibile con le norme nazionali”. In questo caso si sono

ampliate le funzioni le competenze della Corte di Giustizia. E si sono fatti

passi avanti nell’applicazione del diritto comunitario.

Tribunale di primo grado sentenze sul diritto antitrust.

COMMISSIONE EUROPEA Composta da un membro per ogni stato. (27 membri)

è un organo fondamentale perché è il titolare esclusivo dell’iniziativa normativa.

Vigila sull’osservanza delle normative comunitarie da parte degli stati membri.

Equivale alla nostra autorità garante della concorrenza.

BANCA CENTRALE acquisto dei titoli di stato per garantire liquidità.

(domanda d’esame – organizzazione dell’UE)

IL DIRITTO COMUNITARIO

Anche le sentenze della corte di giustizia costituiscono diritto.

Il diritto comunitario prevalgono sulla costituzione.

I regolamenti sono applicati direttamente.

Le direttive vincolano gli stati ma non i mezzi. Occorre una legge di attuazione.

Dato che molte direttive non sono stata attuate, o attuate in ritardo, la Corte di

Giustizia ha formulato la categoria delle direttive auto applicative. Se una

direttiva è sufficientemente dettagliata e se è scaduto il termine di attuazione, un

giudice può applicarla nel suo processo. Viene di fatto trasformata in

regolamento.

(esame)

Se c’è un contrasto tra legge nazionale e diritto comunitario, già direttamente

applicabile, il giudice nazionale continua il processo disapplicando il diritto

nazionale. (anche se è paradossale)

Se il contrasto è con un diritto comunitario non direttamente applicabile (direttiva

non auto applicativa) deve sospendere il processo per contrasto del diritto

comunitario con l’art. 117.

COMPETENZE GENARALI

Oggi le competenze si sono estese molto.

Competenze solo dell’Ue i singoli stati non possono mettere voce

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Competenze concorrenti sono molte l’Ue interviene con direttive solo se può

fare meglio degli stati, altrimenti lascia fare agli stati. Sempre nel rispetto del

principio di proporzionalità.