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Istituzioni di storia e geografia II Modulo Problemi di Geografia economico politica Renato Ferlinghetti Università degli Studi di Bergamo Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’ Bergamo, 17 aprile 2019 Anno accademico 2018-2019 Dipartimento di Scienze umane e sociali

Istituzioni di storia e geografia II di... · 2019-04-19 · Istituzione di Storia e Geografia II modulo Problemi di Geografia economico politica • Il nostro percorso: • Il processo

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Istituzioni di storia e geografia IIModulo Problemi di Geografia economico

politica

Renato Ferlinghetti

Università degli Studi di Bergamo

Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’

Bergamo, 17 aprile 2019

Anno accademico 2018-2019

Dipartimento di Scienze umane e sociali

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Orario del corso

• 24 ore di lezioni

• Mercoledì 09 -11

• Venerdì 10 -11

• 9 ore di laboratorio

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Bibliografia frequentanti e non frequentanti

• 1. Dematteis G., Lanza C., Nano F., Vanolo A.,

Geografia dell'economia mondiale, UTET, Torino 2010

• 2. Vanolo A., Geografia economica del sistema-mondo,

UTET, Torino, 2008;

• Materiali forniti durante il corso e gli itinerari di studio,

elaborati individuali.

• Ulteriori variazioni potranno essere concordate

lungo il corso per gli studenti frequentanti

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Bibliografia non frequentanti

• 1. Dematteis G., Lanza C., Nano F., Vanolo A.,

Geografia dell'economia mondiale, UTET, Torino,

• 2. Vanolo A., Geografia economica del sistema-mondo,

UTET, Torino, 2008;

• Stiglitz J. E., La globalizzazione e i suoi oppositori.

Antiglobalizzazione nell’era di Trump, Einaudi, Torino

2018.

• Materiali proposti

• Attività sperimentali

• Ulteriori variazioni potranno essere concordate

lungo il corso per gli studenti frequentanti

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Istituzione di Storia e Geografia IImodulo Problemi di Geografia economico politica

• Il nostro percorso:

• Il processo di territorializzazione, Geografia della geografia,

Geografia regionale, geografia politica, geopolitica e geografia

economica

• I caratteri geo-storici della Lombardia

• Lo sviluppo sostenibile, Globalizzazione e ambiente, conservazione e

valorizzazione delle risorse locali in una dimensione globale;

Globalizzazione e la nuova centralità dell’urbano: a) dalla smart city

all’intelligenza dell’urbano; b) governance territoriale e partecipazione; c)

il diritto alla città

• 3. Globalizzazione economica e finanziaria: a) lo spazio geo-economico;

b) l’evoluzione del sistema-mondo; c) le disuguaglianze, gli squilibri

territoriali Nord-Sud del mondo;

• Globalizzazione e migrazioni: a) flussi materiali ed immateriali di forza

lavoro, capitali, beni e servizi; b) geografie della migrazione e movimenti

migratori verso l'Europa nell’epoca contemporanea;

4..Elaborati individuali

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Gli itinerari di studio, occasione d’incontro con i luoghi e le

istituzioni, momento qualificante del corso. 8 o 22 maggio?

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La Geografia scienza del territorio

• Geografia: scienza che indaga e

rappresenta le manifestazioni prodotte

sulla superficie terrestre dalla presenza

umana e dalla sua interazione con la

natura

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Il territorio l’esito dell’interazione tra

società e natura

• “Diciamo spazio un’estensione della

superficie terreste dotata di meri attributi

fisici e chiamiamo territorio uno spazio

sopra cui si è esercitato un qualche lavoro

umano; il processo attraverso il quale

questo artefatto si costruisce ed evolve è

la territorializzazione.” (A. Turco, 1988)

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Dallo spazio al territorio, dalla Terra al Mondo

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Teoria della territorializzazione

• - Il processo di territorializzazione si articola in tre fasi:

• 1) Controllo intellettuale; manifestazione che riguarda la sfera intellettuale

• Denominazione

• 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale

• Reificazione

• 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell’organizzazione sociale

• Strutturazione

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• 1) La denominazione una forma di controllo intellettuale

• Ogni fiducia nel mondo comincia con i nomi (…): dando alle cose il nome appropriato si eliminerà l’inimicizia tra di esse e l’uomo, trasformandola in un rapporto di pura utilità. Lo spavento che ha ritrovato la parola è già superato’ H. Blumenberg, 1991

• La denominazione riguarda un tratto della superficie terreste che, per questa via, si fa luogo. Il nome è lo strumento che irrompe nello spazio e dilagando sulla superficie terrestre consente, in modo preciso, di istituire un ordine e di comunicarlo.

• Designando tratti della superficie terreste, l’attore crea identità, ossia complessifica il mondo dotandolo di attributi nuovi: i nomi «prima» non esistevano né, soprattutto, esistevano i fenomeni nella forma in cui essi li rappresentano.

L’Homo geographicus si trova costantemente confrontato ad una

superficie terrestre fenomenologicamente sovraccarica ma

semanticamente povera – o, in certi casi, addirittura vuota. Ciò vuol

dire che vi è un divario tra realtà e rappresentazione e in tale

divario risiede un limite dell’agire sociale.

A. Turco, Configurazioni della teritorialità, 2010

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TORNIAMO ALLA TERRITORIALIZZAZIONE

La superficie terrestre, un manto di nomi

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• Il processo attraverso il quale l’uomo attribuisce il nome a un

tratto della superficie terrestre è la denominazione. L’esito di

ogni processo di denominazione sono i disegnatori.

• La prima caratteristica dei designatori è quella di distinguersi

in accidentali e rigidi

• I designatori accidentali sono quelli che colgono e

racchiudono caratteristiche e proprietà comuni a una

classe di luoghi: monte, fiume, città, porto, lago. I

designatori accidentali sono quindi nomi comuni di luogo

• Quando il designatore si riferisce a un luogo specifico e non a

una classe di luoghi, il designatore diviene rigido: Monte

Rosa, Monte Bianco, Costa Smeralda, Via Pignolo, ecc.

• Un designatore rigido corrisponde a un nome proprio di luogo!

• I designatori si possono, infine, dividere in referenziali,

simbolici e performativi.

Denominazione: dire la Terra è fare la Terra

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Denominazione: dire la terra è fare la terra• Designatori referenziali: hanno lo scopo semplice eppure

fondamentale di istituire riferimenti sulla superfice terrestre epossono essere considerati, per lo più, come abbreviazioni didescrizioni. (Monterosso)

• Designatori performativi racchiudono a loro volta concetti la cuiforza risiede in un contenuto di verità empiricamente accertata orazionalmente giustificata – saperi territoriali Politico /giuridico/funzionale/ agronomico (Comunalia-Campagna, Bandita, Fontedella Febbra, Groane/Brughiera)

• Designatori simbolici: cristallizzano al suolo valori di tipo religioso,morale, estetico socialmente prodotti e diffusamente condivisi; essisono concettualmente assai densi e si fondano su credenze chealimentano il serbatoio metafisico della comunità, con implicazioniideologiche vigorose e assai finemente ramificate (Portone delDiavolo, Malamorte, Bosco delle fate, Montebello, Capo di BuonaSperanza, Oceano Pacifico, Alessandria, ecc. )

• Il lavoro intellettuale condensato nei designatori viene esercitatosulla natura non solo per carpirne i segreti funzionaliall’orientamento, alla mobilità o alla produzione di risorse, ma altresìper conferire ad essa delle proprietà simboliche precise…. Direinfatti controllo simbolico significa imprimere il proprio calcolinguistico allo spazio: a quel che è dato, e si scruta, si misura, siinventaria.

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Denominazione: dire la terra è fare la terra

• Referenzialità può essere originaria (Costa Azzura, Capo Verde, CrestaRossa, Monte Rosa ec.) o riflessa (Lombardia, Carso triestino): la prima,fa leva su disegnatori che colgono proprietà spaziali; la seconda inseguela traccia dell’uomo, la cattura, sino a conferirle, a volte, una preminenzainformativa.

• Designatori originari

• La denominazione originaria si colloca nel dominio della natura esebbene possa riguardare ogni suo componente, di fatto assume quellipiù semplici e stabili, legati al tema generale della drammatizzazione delprofilo visivo e quindi alla rottura della continuità strutturale del paesaggio

• Colori associati a proprietà spaziali, qualificazioni attinenti la posizione, ladimensione, la flora, la fauna, ecc.

• Designatori riflessi

• Inseguono la traccia dell’uomo

• Il territorio come archivio culturale

• La denominazione stratifica nel territorio la storia sociale economica eculturale di un gruppo sociale

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Teoria della territorializzazione

• - Il processo di territorializzazione si articola in tre fasi:

• 1) Controllo intellettuale; manifestazione che riguarda la sfera intellettuale

• Denominazione

• 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale

• Reificazione

• 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell’organizzazione sociale

• Strutturazione

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• 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale

• Reificazione

• Consiste nell’abitare la Terra e nello sfruttarne le risorse, dando così vita a processi in cui l’uomo plasma la Terra non più solo con la forza del suo pensiero, ma anche con l’abilità della sua mano (Homo faber).

• Chiamiamo per l’appunto reificazione il processo che istituisce e/o conserva il controllo pratico, il quale contempla un duplice ordine di manipolazioni: le une, assicurano la trasformazione di una materialità naturale in qualche materiale costruita; le altre si rivolgono non già allo spazio ma al territorio: sicché ricavano da una materialità costruita una nuova materialità, anch’essa costruita.

• L’uomo in situazione sociale, traccia sentieri, incendia la savana, abbatte alberi e ne protegge, perfora, ammucchia, spiana, rialza; e ancora, costruisce strade e città, e ponti, argina fiumi, scava canali, terrazza i versanti delle montagne; insomma interviene massicciamente e nei modi più disparati a modificare le fattezze della superficie terrestre.

• Pure, a dispetto dell’evidenza, stenta a penetrare nella coscienza collettiva l’idea che anche in questi casi ci si trova di fronte ad una produzione di oggetti, non diversi nella loro natura da una tunica, da un carro, da una spada, da un galeone, anche se straordinariamente più arditi nella concezione e più onerosi nella costruzione come nella conservazione. (…)

• La reificazione al pari della denominazione, è certamente un atto trasformativo, in sé conchiuso – pensiamo alla costruzione di una diga, ad esempio. Al tempo stesso, occorre non dimenticare il suo carattere di «momento» di una serie, di anello di una catena, e, in breve, di componente di un processo che lo trascende e che, in ogni caso, rimane aperto ad una molteplicità di percorsi evolutivi

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La reificazione un processo continuo e infinito.

L’isola bergamasca, tra Adda e Brembo, i segni della reificazione

storica

L’assetto romano

L’assetto medievale

L’assetto moderno

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L’Isola bergamasca, tra Adda e Brembo, i segni della reificazione

romana il reticolo delle due centuriazioni del I sec. a.C e del I sec.

d.C.

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Gli esiti della reificazione territoriali contemporanea nell’Isola

bergamasca, tra Adda e Brembo.

Quale le differenze nel rapporto tra spazio edificato e spazio

aperto? Nella localizzazione dell’urbanizzato?

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Nuove reificazioni intorno a noi

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Nuove Geografie, nuove relazioni, nuovi volti ai nostri

luoghi. Dal locale al globale e ritorno, il senso del nostro

corso

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Teoria della territorializzazione

• - Il processo di territorializzazione si articola in tre fasi:

• 1) Controllo intellettuale; manifestazione che riguarda la sfera intellettuale

• Denominazione

• 2) Controllo materiale; manifestazione che riguarda la sfera materiale

• Reificazione

• 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell’organizzazione sociale

• Strutturazione

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• 3) Controllo strutturale; manifestazione che riguarda la sfera dell’organizzazione sociale

• Strutturazione

• Il controllo si esercita attraverso la suddivisione del territorio in porzioni, ognuna delle quali possiede un proprio profilo funzionale, nel senso che è caratterizzata da determinate forme di uso della superficie terrestre e delle sue risorse, e nello stesso tempo è soggetta a un determinato regime normativo e all’autorità di determinati soggetti decisionali. Funzioni, confini, diritto e apparato decisionale costituiscono quindi un complesso di fattori e condizioni attraverso il quale la superficie terrestre è coinvolta in strategie, da quelle puntuali previste dai piani urbanistici nelle singole parti di una città a quelle di ampio respiro, delineate dalla politica infrastrutturale di un determinato paese.

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La strutturazione: la compartimentazione del

mondo

• Il mondo è suddiviso dagli uomini in unità più piccole è compartimentato.

• La compartimentazione serve all’espletamento di una fondamentale

funzione sociale: la politica.

• Il colore simboleggia un corpo di regole in base alle quali si esercita la

funzione politica.

• La ‘Grossa linea punteggiata’ indica le frontiere dello stato e stabilisce

con la massima precisione che le regole, diciamo le regole viola nel brano

di Perec, valgono in quell’ambito, mentre fuori ne valgono altre: diciamo

rosa, o rosse, ma anche nere o verdi.

• Ogni struttura si costituisce a partire da un’esigenza sociale. La sua

vita, poi, il suo sviluppo spaziale dipenderanno dalla natura di quella

esigenza, dalla forza con cui la collettività la vuole, dalle regole che ne

consentono la realizzazione pratica su territorio.

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La geografia delle geografie, Varietà

della disciplina

• La geografia non è una scienza unitaria

per fini e metodi perseguiti, ma procede

lungo molti, paralleli, ma distinti binari di

ricerca, fortemente intrecciata ad altre

discipline scientifiche, umanistiche e

persino filosofiche, che insieme ad essa

hanno tentato di interpretare la realtà

della superficie terrestre.

• Geografi, specialisti nello studio e nella

rappresentazione dell’organizzazione territoriale

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Le tre domande della geografia:

dove, come, perchè• Originario e universale è il problema di

rapportarsi allo spazio, localizzando

(dove!) sé stessi e gli altri oggetti

geografici gli uni rispetto agli altri, nonché

qualificandoli nella loro tipicità, cioè

descrivendoli (come!) qualitativamente

e, progressivamente, classificarli e

interpretarli (perché!).

• (Corna-Pellegrini, 2002, p. 128)

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• La nascita della geografica, nella Grecia classica

• Le origini più antiche della Geografia classica possonoessere ricondotte alle Periegesi, opere storiografichesorte in epoca ellenistica che intorno a un itinerariogeografico raccoglievano notizie storiche su popoli,persone, località, verificate, per quanto possibiledall’esperienza personale

• Ecateo di Mileto (VI –V secolo a. C.), articola l’operaPeriegesi in due libri: Europa e Asia ‘Io scrivo cose checredo vere, invece molti racconti greci sono ridicoli’.Criterio della verosimiglianza, razionalismo, illuministicoionico’

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• Geografia classica

• Dove?

• Localizzazione e rappresentazione degli oggetti e fatti geografici e definizione della forma della Terra

• Dicearco da Messina (IV sec.a.C.), Eratostene di Cirene (III sec. a.C.), Claudio Tolomeo (II sec. d.C.)

• Dicearco da Messina formula il diafragma, linea di riferimento orizzontale, che divide in due parti il mondo conosciuto e tocca le Colonne d’Ercole, lo stretto di Messina, Atene e Rodi.

• Eratostene crea un mappamondo con reticolo geografico e scrive il testo Geografia, prima grande sintesi delle conoscenze del mondo.

• Tolomeo elabora un mappamondo con reticolo geografico “regolare” geometrico e formula le leggi del sistema planetario geocentrico o sistema tolemaico.

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Nell’'Itinerario intorno alla Terra, autorevole opera geografica, Dicearco

da Messina, mostra per la prima volta una carta dotata di due linee di

riferimento, paragonabili alla odierna suddivisione topografica in

meridiani e paralleli.

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Planisfero di Tolomeo, ricostituito dalla Geographia tolemaica (circa

150 d.C.) nel XV secolo, che mostra la "Sinae" (Cina) all'estrema

destra, oltre l'isola di "Taprobane" (Sri Lanka, più grande del

normale) e l'"Aurea Chersonesus" (penisola del Sud-Est asiatico).

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Planisfero di Mercatore. L'Europa

(10.521.324 kmq), risulta più vasta

del Sud America (17.842.000 kmq),

che invece è quasi il doppio.

Il prodotto della cartografia: Il mondo in una carta, la carta

diviene il mondo

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Geografia classica• Come?

• Alcuni eruditi greci portati a Roma si specializzarono nel

fornire ai governanti le conoscenze etnografiche di cui

avevano bisogno per governare e godere il mondo.

• La moderna concezione di utilizzare una guida storico-

geografica per visitare i luoghi deriva da tale sensibilità

storica.

• Strabone (58 a. C. – tra 21 e 25 d.C.)

• Autore dell’opera Geografia e dei Commentari storici

• La Geografia comprende 17 libri che descrivono le

regione dell’epoca conosciute e abitate. I primi due libri

trattano dei problemi, degli scopi, dei limiti e dei

destinatari della scienza geografica, il V e il VI affrontano

il territorio italiano.

• (Strabone, Geografia.L’Italia libri V-VI, Milano, BUR – Rizzoli, 1988)

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Il geografo ‘con gli

stivali’ a caccia delle

forme e dei paesaggi

mondo

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La descrizione del mondo una ‘fatica’ mai

esaurita

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• Perché

• Ricerca delle connessioni esistenti tra gli oggetti geografici e i fatti descritti legata agli indirizzi illuministici e a un nuovo rispetto per i processi razionali del pensiero umano.

• Alexander von Humboldt (1769-1859) Viaggio alle regioni equinoziali del nuovo continente, Kosmos

• Capire il modo nel quale gli uomini vivono lo spazio

• La geografia esce dalla sua fase avventurosa e, in qualche modo, fabulistica, per entrare in quella della precisa osservazione del territorio con i mezzi oggettivi e spersonalizzati che si dispone.

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Alexander von Humboldt (1769-1859) Secondo

Charles Darwin, Alexander von Humboldt “è il

più grande esploratore di tutti i tempi”. Dal 1799

al 1804 esplorò il bacino dell’Orinoco, la

Cordigliera andina, il

Messico e Cuba. Nel 1829, a sessant’anni,

si spinse nella Russia asiatica, oltre gli Urali,

fino alla frontiera con la Mongolia. Conobbe

Federico il Grande, Napoleone e il Presidente

Jefferson. Fu amico di Goethe, Schiller,

Gay-Lussac, Volta e Gauss. La sua opera

e il suo esempio di naturalista-esploratore

contribuirono a far nascere in Darwin,

Wallace, Haeckel e in molti altri scienziati

di entrambi gli emisferi, l’amore per

la scienza e per la ricerca naturalistica

“sul campo”.

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Un sogno letterario che si fa realtà

• « Ho in mente un'idea: racchiudere in un'opera tutto il mondo

materiale, tutto ciò che oggi sappiamo delle apparizioni della

volta celeste e della vita sulla Terra. »

• Negli ultimi 25 anni della sua vita Alexander von Humboldt

scrisse a Berlino la sua opera scientifica principale, Il cosmo.

L'opera è una delle più ambiziose nel mondo scientifico che

mai siano state pubblicate. Con Il cosmo cerca di descrivere in

maniera intelligibile la struttura dell'Universo dal punto di vista

delle conoscenze di allora in uno stile piacevolmente letterario.

I cinque tomi Il cosmo, progetto di una descrizione fisica del

mondo, vennero pubblicati tra il 1845 e il 1862. Il quinto

volume uscì postumo. Tutti e cinque i volumi raggiunsero una

tiratura di 87.000 copie, cosa sensazionale per i tempi. Nel

giro di poco tempo vennero tradotti in quasi tutte le lingue

d'Europa.

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Humboldt e Aime Bonpland ai piedi del vulcano Chimborazo. Il 5 giugno 1799

salparono da La Coruña a bordo della nave "Pizarro". A bordo si trovavano

moderni strumenti, sestanti, quadranti, telescopi, cronometri, teodoliti,

inclinometri, cianometri, igrometri, barometri e termometri, per effettuare il

maggior numero di misurazioni possibili.

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Un mondo da capire e narrare….

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Un mondo da comprendere

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Un mondo da comprendere con uno

sguardo nuovo

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Visioni della Geografia dall’Ottocento al XX secolo

Visioni della territorializzazione

determinismo,

possibilismo,

strutturalismo o funzionalismo,

geografia umanistica

Il concetto di regione e le ragioni della regione

Le invarianti strutturali del territorio lombardo

Ambienti, territori, paesaggi del contesto

lombardo

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Determinismo ambientale

Quando

• Dall’Ottocento al primo Novecento

• Asserti

• La natura determina le forme con cui le comunità umane si insediano sul territorio e ne sfruttano le risorse

• Le manifestazioni umane sono il frutto di un adattamento a ciò che la natura consente di fare

• Il geografo indaga le influenze esercitate dalla natura

• Opere paradigmatiche

• Friederich Ratzel 1882 – 1891, Anthropogeographie (Geografia antropica)

• Contesto ideologico

• Darwinismo, Positivismo

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Determinismo ambientale

Diversi autori dell’età classica (Ippocrate, Platone,

Aristotele, Strabone) avevano trovato le cause, o

meglio le motivazioni del maggiore sviluppo di una

società in alcuni elementi naturali dell’ambiente in

cui era inserita.

Aristotele (Politica, VII libro) “il clima delle regioni fredde

rende quelle popolazioni più vigorose e forti, mentre gli

Asiatici mancano di quell’energia e dunque propendono

maggiormente per il dispotismo e la schiavitù .

Il cristianesimo trascurò la questione partendo dall’assioma

che entrambe, natura e uomo, fossero creature divine.

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Determinismo ambientale

• Nell’età classica

• Descrizione della molteplicità degli aspetti della

superficie terrestre

• Strabone (58 a. C. – tra 21 e 25 d.C.)

• Autore dell’opera Geografia e dei Commentari storici

• La Geografia comprende 17 libri che descrivono le

regione dell’epoca conosciute e abitate. I primi due libri

trattano dei problemi, degli scopi, dei limiti e dei

destinatari della scienza geografica, il V e il VI affrontano

il territorio italiano.

• (Strabone, Geografia.L’Italia libri V-VI, Milano, BUR – Rizzoli, 1988)

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Leggiamo i primi otto

capoversi delle

conclusioni fornite da

Strabone per

giustificare il primato

dell’Italia nel I secolo

a.C.

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Le cause del primato italiano

• 1. Difesa dai mari e dalle catene montuose;

• 2. Presenza di coste basse adatte alla difesa e

insenature riparate adatte alla realizzazione di porti

• 3. Varietà climatica e ampio sviluppo latitudinale della

penisola italiana.

• 4. Fertilità dei suoli e struttura geomorfologica articolata

in costa, pianura, fascia collinare e montana

• 5. Diffuso reticolo idrografico e ampia presenza di

sorgenti e di risorse minerali e di boschi ed elevata

qualità dei prodotti alimentari sia per gli uomini che per

gli animali

• 6. Posizione centrale nel Mediterraneo

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Determinismo ambientale

Nel XIX secolo

Le teorie evoluzionistiche del XVIII e XIX secolodimostravano che è l’ambiente il fattore che influisce inmodo determinante sull’evoluzione e che l’uomo non erapiù al centro della creazione.

Centralità dell’ambiente e nascita dell’ecologia (ErnstHeinrich Haeckel 1834-1919), come scienzedell’ambiente.

Applicando le stesse idee ai gruppi umani, si ricava che losviluppo delle diverse società è una risposta allesollecitazioni dell’ambiente.

L’ambiente non influenza soltanto flora e fauna, ma anchele società umane. Ciò ovviamente non in maniera diretta,ma attraverso tutta una serie di condizionamenti che siesplicano nella distribuzione dell’uomo sulla Terra, neisuoi tratti razziali, nei suoi modi di abitare, produrre,organizzarsi socialmente, politicamente, culturalmente.

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Determinismo ambientale

• All’analisi geografica spetta dunque il compito di esaminare le leggi meccaniche e chimiche della natura i cui elementi sono esattamente quantificabili e di individuare attraverso esse altre leggi che stabiliscano quale tipo di società e di organizzazione del territorio può generare un determinato ambiente. I due termini della ricerca: l’uomo e l’ambiente sono infatti legati tra loro da un rapporto di causa ed effetto; ma le condizioni fisiche dell’ambiente naturale restano il vero soggetto della ricerca perché da esse è possibile determinare il comportamento e il livello di sviluppo della società umana.

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SOCIETA’AMBIENTE

Determinismo ambientale

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Possibilismo

• Quando

• Primo metà del Novecento

• Asserti

• Le manifestazioni territoriali dell’interazione uomo-natura sono il frutto di una reciproca influenza

• “Non è più l’ambiente che determina le azioni dell’uomo, ma è l’uomo che interferisce criticamente con la natura, che la plasma secondo le sue capacità e i suoi interessi, che dà al luogo in cui vive un particolare valore”

• Il geografo indaga le influenze integrando conoscenze fisiche e storiche

• Opere paradigmatiche

• Paul Vidal de la Brache, 1903,1913, 1922; Lucien Febvre, 1922

• Contesto ideologico

• Neoidealismo

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Possibilismo

• Asserti della teoria:

• A) La natura non esprime soltanto vincoli nei riguardi delle comunità umane, ma offre loro anche un campo di possibilità per insediarsi sulla superficie terrestre e utilizzarne le risorse;

• B) Pur essendo soggette a condizionamenti prodotti dall’ambiente fisico in cui si trovano, le singole comunità umane esercitano una scelta tra le possibilità loro offerte dalla natura;

• C) la scelta, che presuppone l’esistenza di gradi di libertà, è compiuta in rapporto alla cultura delle comunità umane e alle tecnologie d’intervento sul territorio di cui esse dispongono;

• D) in questo quadro, la comunità umana si comporta come un fattore geografico, nel senso che è in grado di influire sull’evoluzione della natura.

• (Vallega, 2004, p. 18)

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SOCIETA’AMBIENTE

AMBIENTESOCIETA’

La natura propone e l’uomo dispone

Possibilismo

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Possibilismo

• Genere di vita: l’insieme delle attività, dei mezzi tecnici, degli strumenti di lavoro, delle forme di abitazione, dei modi di vivere, vestire, alimentarsi che caratterizzano una società; deriva dalla storia degli adattamenti e delle scelte che quella società ha compiuto nel suo processo di occupazione di un certo spazio.

• Regione: ambito della superficie terrestre nella quale si è affermato un certo genere di vita, spazio i cui limiti non sono definiti con precisione, ma che sono dati dall’esistenza di condizioni ambientali particolari rispetto alle quali è venuto proponendosi quel genere di vita che connota la regione stessa.

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SOCIETA’AMBIENTE

AMBIENTESOCIETA’

SOCIETA’GENERE DI

VITALUOGO

Possibilismo

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È considerato il padre del possibilismo geografico (o

ecologismo umanista). Dopo aver studiato la geografia

del determinismo di scuola tedesca, formulò un

pensiero innovativo, secondo il quale l'uomo non è

rigidamente vincolato dall'ambiente fisico, ma è a sua

volta un fattore geografico in grado di modellare e

modificare il territorio.

L'uomo, dunque, compie delle scelte tra le varie

possibilità offerte dal territorio, con la tecnologia e la

civiltà riesce addirittura ad aggirare gli ostacoli della

natura, il tutto lasciando la sua impronta nell'"ambiente

di vita".

Partendo dal paesaggio che la collettività umana

modifica con il suo "genere di vita", si arriva alla

regione, rappresentazione concreta del binomio uomo-

ambiente. Ogni regione è dunque unica e irripetibile,

mai se ne troveranno due uguali, anche di fronte a

paesaggi originariamente simili (concetto di regione

vidaliana).

Anche in contesti simili, dunque, un ruolo fondamentale

per l'evoluzione storica delle società è fornito dalle

componenti antropiche e culturali. (Wikipedia, 2012)

Paul Vidal de La

Blache, 1845-

1918)

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Strutturalismo• Quando?

• Anni Trenta

• Opere paradigmatiche

• Richard Hartshorne geografo americano (1899 - 1992),

• le opere The nature of geography (1939) e Perspective

• on the nature of geography (1959).

• Asserti

• La superficie terrestre è costituita da elementi, fisici e umani, legati tra loro da relazioni

• Le relazioni tra gli elementi di una struttura sono interpretate in termini causalistici, cioè gli elementi si comportano in parte come causa in parte come effetto

• La superficie terrestre è come un mosaico di strutture generate dall’interazione tra comunità umane e natura.

• La struttura territoriale è uno spazio omogeneo al proprio interno e differenziato nei confronti dello spazio esterno.

Contesto ideologico

• Strutturalismo

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Strutturalismo

• La superficie terrestre è costituita da

strutture, intese come tessiture di elementi dai

quali dipende la differenziazione del territorio

• La struttura territoriale produce funzioni.

• La funzione è l’insieme di prodotti e dei risultati

che nascono dal modo con cui la struttura si

comporta, agisce e si organizza. Es. la funzione

di un’area agricola consiste nel produrre le

risorse alimentari.

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Visione strutturalista

• La visione strutturalista si basa su un’immagine generale della superficie terrestre territorializzata:

• Il territorio è inteso come un campo di forza in cui un magnete governa l’intorno. In questa visione, il magnete è la metafora di un fulcro territoriale che esercita influenze sul territorio circostante. La città e la sua area di gravitazione costituiscono un esempio dell’applicazione di questa immagine di fondo: la città è il magnete, mentre l’area di gravitazione è la superficie ove l’energia del magnete si sviluppa orientando ogni oggetto.

• Il territorio è dunque immaginato come un mosaico di fulcri e di aree dominate da fulcri, e la territorializzazione è assunta come creazione e ri-creazione di fulcri e aree.

• (Vallega, 2004, pp. 33-34)

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Il territorio è dunque immaginato come un mosaico di fulcri e di

aree dominate da fulcri, e la territorializzazione è assunta come

creazione e ri-creazione di fulcri e aree

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Strutturalismo

• Punti di forza dell’approccio strutturalista

• semplice: rimanda a un archetipo, quello di elementi interconnessi, ben presente nella nostra mente;

• solido: disegna con chiarezza il territorio e il rapporto tra comunità umane e natura;

• polivalente: si presta a spiegare ogni manifestazione territoriale, dalla città agli usi agricoli del suolo, dall’industrializzazione alle reti di comunicazione.

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Visione strutturalista

• L’impianto logico della visione basata sui

principi dello strutturalismo è definita da

Vallega ‘grammatica razionalista’ perché

utilizza la piattaforma concettuale dei

principi cartesiani. (causa, effetto, strutture, spiegazione con la razionalità)

(Vallega, 2004,pp.30-34)

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Strutturalismo

• Finalità

• Ambisce a scoprire verità e principi generali e a fornire strumenti efficaci per la prassi territoriale.

• Persegue

• L’idea di progresso razionale.

• Conoscere secondo ragione produce progresso, il progresso legittima la produzione di conoscenza secondo ragione.

• Il progresso

• Nel Novecento, nel periodo tra i due conflitti mondiali, il progresso si è identificato con la crescita economica espressa dall’aumento dell’occupazione e della ricchezza, in modo da estendere le basi del benessere delle comunità umane.

• Dagli anni Settanta (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano; Stoccolma, 1972) il progresso è stato inteso come produzione di ricchezza e occupazione nel rispetto dell’ambiente.

• Dagli anni Novanta (Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo; Rio de Janeiro, 1992). Il progresso è inteso come sviluppo sostenibile cioè il perseguimento d’integrità ecologica, efficienza economica ed equità sociale.