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JacopoZucchi - Amore e Psyche

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JacopoZucchi - Amore e Psyche

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Daniel ROUCOUX "Tableau T 91" "Havane1" huil sux toile cm 25X35

Viviane GROUARD "Monument Valley"cm 45x60

Francesca Romana FRAGALE "Neuroni"tecnica mista cm 80x100

Johann MEIER "Hommage an Albrecht Durer"tecnica mista cm 85x70

V. Salvatore CONSIGLIO tecnica mista cm 60x100

Anna Rita RENZI "La danza della vita"olio/tela cm 50x60

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 2015 3

IL NOTIZIARIODELL' ACCADEMIA INTERNAZIONALE

D'ARTE MODERNA (A.I.A.M.)

Rivista trimestrale d’Arte e CulturaDirettore responsabile Andrea Apruzzese

Redattore Capo Alfredo Bonomo

Comitato di redazionePietropaolo Cannistraci

Francesca GrazianoAldo Jatosti

Maurizio MariniLuigi Tallarico

Segretaria di redazioneFranca Di Furia

Reg./ne Tribunale di Roma - n. 16432 - 30/6/76.Iscritto al R.O.C. N. 499 -2001

Direzione e redazione 00167 Roma Via Giulio Sacchetti 10 Tel./Fax +39 06.6373303 Cell. +39 380.6373303

c.c.p. 11521002 - C.F. 80250430586Poste Italiane S.p:A. Spedizione in Abb.Post. - D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 comma 1 - RomaDistribuzione ai soci A.I.A.M. - Biblioteche - Enti Pubblici

Una copia fuori abbonamento = € 1,25www.aiam.it - [email protected]

TIRATURA 5.000 COPIE

Designer Luciano Frontini

Stampa: Arti Grafiche s.r.l - 00040 Pomezia Via Vaccareccia, 57Per conto di Grafiche Professionali s.r.l. Via Sequals 4 Roma

NON GOVERNMENTAL ORGANIZATIONN. 8886 - DESA - 5 JULY 2002

UNITED NATIONS - NEW YORK - NY - 10017 - USA

© Testi - Fotografie AIAM

ALBO  D ’ORO

Il Trofeo "MEDUSA AUREA"Opera dello scultore Nunzio Bibbò

La collaborazione è aperta a tutti , ma non è retribuita inalcun caso. I lavori pubblicati rispecchiano il pensiero degliautori, i quali assumeranno tutte le responsabilità di legge.I testi dovranno essere dattiloscritti e firmati dall'autore.É preferito in file archivio, I pezzi scritti e le fotografie,anche se non pubblicati ,non saranno restituiti.Non si effettua pubblicità a pagamento. Le inserzionipubblicitarie che possono apparire in qualche numerosono da ritenere un omaggio ai sostenitori benemeritidella rivista.Il periodico viene inviato gratuitamente in abbonamentopostale ad Enti Pubblici e Privati, Biblioteche e AssociazioniCulturali.L'attività editoriale è di natura non commerciale a normadegli art. 4 e 5 del D.P.R. del 26 ottobre 1972, n.633 esuccessive modifiche.

Antonio H.AMARAL

Pietro ANNIGONI

Bruno BARBORINI

Nunzio BIBBÒ

David BOYD

Massimo CAMPIGLI

Ferruccio CASCIOLI

Felipe CASTAÑEDA

Eduard CHILLIDA

Lamberto CIAVATTA

Guillaume CORNEILLE

Pericle FAZZINI

Giannetto FIESCHI

Salvatore FIUME

Emilio GRECO

Virgilio GUIDI

Alez KATZ

Umberto LILLONI

Giacomo MANZÙ

Ivan MARCHUK

Marino MARINI

Luciano MINGUZZI

Alfio MONGELLI

Henry MOORE

Rodolfo MORALES

Henry MUELLER

Ceng NAN- YAN

Josè ORTEGA

Pablo PALAZUELO

Antonio PASSA

Augusto PEREZ

Arnaldo POMODORO

Mario RADICE

Mario RIVOSECCHI

Benedetto ROBAZZA

Mimmo ROTELLA

Sveltin RUSSEV

Aligi SASSU

Gregorio SCILTIAN

Nello SEGURINI

Luigi SERVOLINI

Orfeo TAMBURI

Ernesto TRECCANI

Mario TOZZI

Sandro TROTTI

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 20154

CONCORRENTI AMMESSIALLA XXXVIII EDIZIONE DEL TROFEO 

“MEDUSA AUREA” PER LE ARTI FIGURATIVE

Patricia ABDALA DEL VALLE Franco AURIZITina BERNARDONE Carmela CALIMERA Constant Indiana CASTILLO Dante CIPULLI Giuseppe COLLALTI Salvatore CONSIGLIO V. Walter DALLABRIDA Alba D'ALPAOS Emanuela DE FRANCESCHIAlessandra DE LEONI Rosa DELLA MONICA Maria Cristina DIAZ DI RISIO Maurizio DIRETTI Maria FIOR Francesca FRAGALE Leo GIAMMICHELE Viviane GROUARD Paola GUIA MUCCIOLI Daniela HAAS Rita LOMBARDI Anna Lisa MACCHIONE Emilio MARINO

Gianni MATTONI Paola MARIA MAZZA Johana MEIER Romeo MESISCARoberta MORZETTI Ester MUNTONI Gianni MUNTONI Carole PAVIO Anna PELLEGRINOGoyo PEREZViorica PETROFF Matteo RENDINE Anna Rita RENZI Maurizio RINAUDO Antonella ROMANO Daniel ROUCOUX Gianluca RUSSO Amparo SALVADORRomina SCIPIONE Giovanni SONCINO Lorenzo M. Luigi VALENTINI Joop VAN DER LINDEN Margarita VERDURAS DORADOEmiliana VERRENGIA

Concorrenti Ammessi alla XXXVIII Edizione Trofeo “Medusa Aurea” Arti figurative 2

Cannes 68 esima edizionedi Francesca Graziano 4-5

Concorrenti Ammessi alla XXXVIII Edizione Trofeo “Medusa Aurea” per la Poesia 6

Pablo Atchugarry ai Fori Imperiali 3/4

EXPO ITALIAdi Pietropaolo Cannistraci 10

Ariccia e il barocco romano di Tiziana Davoli 11

MariaPia CAPOCCI 12

Lettera futura dal passatodi Danie Falco 13

Comunicazione e spiritualità di Aldo Jatosti 14

Il poeta e la poesia di Alfredo Tutino 14-15

Il mondo dell'arte si mobilita per il Nepaldi Peter P Nc Kann 16

MATISSEalle Scuderie del Vaticano 17

L'osservatore e l'arte contemporanea di Francesca R. Fragale 18

EXPO e sopravvivenzadi Girolamo Galluccio 19

Caterina a Magnanapolidi Aldo Jatosti 20

CONTENUTI

I soci in regola col versamento della quota sociale, rimasta invariata in€ 75,00 per l’anno accademico 2013/2014, usufruiranno dei seguentiservizi:

G Iserimento nell’Albo Accademico, a numero chiuso, aggiornato all’anno in corso;

G Abbonamento al periodico “Il Notiziario dell’A.I.A.M: “ recapitato a mezzo abbonamento postale;

G Inserimento di brevi notizie, relative all’attività artistica, nel periodicotelematico e cartaceo.

G Pubblicazione delle quotazioni aggiornate nel periodico “VAL ARTE”edito dall’A.I.A.M. ogni due anni. (telematico)

G Fornitura dei certificati di autenticità delle opere elaborate dagli artisti.

G Mostre sociali con rimborso parziale dei costi, rimanendo le spese organizzative a carico dell’A.I.A.M.

G Partecipazione alla XXXVI Edizione del Trofeo “ Medusa Aurea”.

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 2015 5

IL VESUVIO NEI MIEI OCCHI

Nei miei occhi il Vesuviomi lega ancora a te,che tu dicevi il senoviolaceo di Partenope.Affatturato eridall' ampia curva dolceche piano declinava,stupivi alla bellezzache sempre nuova ardevafiaccola mitologica.Nel tuo sguardo affamatodi mirarla scorgevila storia in quella boccaaperta verso il cielo.Sentivi il suo respironei cirri biancheggiantiche in scia si trasformavanod' onde lungischiumanti.Del connubio incantatofra la montagna e teresta il gigante altero,la luce che digradasopra la conchigliantcsagoma di Neapolis.Ma si erge anche per tenegli occhi miei il Vesuvio.

Maria APICELLA

CANDIDA SPERANZA

Il dolore ha prosciugato tuttodietro di teesiste solo il nulla.La mano del destinoha ingannatola tua candida speranza.Dietro un oscuro linguaggiopoggia un fremito di paceil vuoto assorbele ore vuote,stanche appesantite daun male sordoche accarezza l'anima.Un'onda sporca nascedal battesimo del fuocomentre attende ancorala felice sorteche mai pace ti darànegli anni, anestetizzandole tue palpebreper nascondere la veritàdi un'ora non umanadiversa e ugualea tante altreche ti sollevi dalle gridadell'anima finita

Catia PUGLIESE

SONO AQUILAAUSTERA

Mi sono sbigottitomagicamente stupitod’un vespro di limonetra lisergiche zagare

s’incastonano intricati cammeitra rughe di sabbia

nell’anima... nei suoi Scrigni

fragorosi clisir di silenzio.Sono aquila austera

incastrata tra solitarie rupilassù

acuminatealgideeterne

dove il respiro del temposcandito clisir di mughetto

lusinga fragili stelleavatar

di ologrammi di eterno.Impenitente

giocatore d’azzardoho puntato tutto

anche l’ultimo centesimo di dignitàsull’aroma della vita... ho redento l’animal’ho lasciata librare

conte leggiadro albatroche le ali dispiega sereno

oltre iridescenti lucorioltre postreme galassie

La realtàcinica

ha dipinto lacerti di utopiesu tele trapunte

di variopinti colori lentamente ha libato

agro-dolceil sacro graal del tormento.

Mauro MONTACCHIESI

A MIA MADRE

C'è una fievole voceche canta.

Essa è dentro di me!Ho qualcuno che mi ascolta,

riempie i mie vuoti,la mia solitudine.Sei tu mamma!

II tuo calore mi riscaldaancora Oggi,

come Ieri.Quel calore che solo tu mamma,

riesci a trasmetteree placare il mio animo inquieto.

Rosa DELLA MONICAIndiana Castillo Constant

"El silencio de los perfumados" tinta ,acril, paper cm 30x24

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 20156

prirà i battenti il 13 maggio e parlerà parecchio italiano il Fe-stival del Cinema di Cannes 68esima edizione. In lizza sulla Croi-sette nella sezione principale i registi di casa nostra piùriconosciuti a livello internazionale, Nanni Moretti, Paolo Sorren-tino e Matteo Garrone.

A conferma del momento storico, i tre autori hanno man-dato una sorridente fotografia che li ritrae assieme e un com-mento congiunto: “Siamo felici e orgogliosi di rappresentare l’Italia.consapevoli che è una grande occasione per noi e per tutto il ci-nema italiano. I nostri film- sottolineano- ognuno a suo modo, cer-cano di avere uno sguardo personale sulla realtà e sul cinema; ciauguriamo che la nostra presenza a Cannes possa essere uno sti-molo per tanti altri registi italiani che cercano strade meno ovviee convenzionali”. Non accadeva dal 1994, quando i titoli in lizza furono “CaroDiario” di Moretti (che fu premiato per la regia), “Le buttane” diAurelio Grimaldi, “Una pura formalità” di Giuseppe Tornatore e“Barnabo delle montagne” di Mario Brenta. Sorrentino e Garronegià una volta hanno diviso il palco del Festival quando nel 2008“Il Divo” si aggiudicò il Premio della Giuria e “Gomorra” il GrandPrix. Garrone è tornato sulla Croisette nel 2012 con “Reality”premiato dalla giuria presieduta da Nanni Moretti che gli attribuìnuovamente il Grand Prix. L'anno prima “Habemus Papam” e“This Must Be the Place” erano tornati a mani vuote. Come pure“La grande bellezza” poi trionfatore agli Oscar 2014. I film degli italiani in gara per la palma d’oro sono: Tale of tales (Ilracconto dei racconti) di Matteo Garrone. Il regista di “Go-morra” (Grand prix 2008 e premio della giuria 2012 con “Rea-lity”), porta a Cannes il film ispirato a Lo cunto de li cunti diGianbattista Basile, interpretato da Salma Hayek e Vincent Cassel. Un’immersione sorprendente in un universo di fiabe, un affrescoincantato popolato di re, regine, principi e principesse, orchi,draghi e artisti da circo, un mondo fantastico che ben si prestaal gusto pittorico e visionario del regista.

Paolo Sorrentino, a poco più di un anno dall’Oscar per “Lagrande bellezza”, ritorna sulla Croisette con “Youth La giovinezza”.Il film, in realtà sulla vecchiaia, racconta la storia d’amicizia traun direttore d’orchestra Fred e un regista Mick, entrambi ottan-tenni, in vacanza in un lussuoso resort alpino (lo Schatzalp Hoteldi Davos dove Thomas Mann ambientò la sua Montagna incan-tata). Con Michael Caine, Harvey Keitel, Jane Fonda.

Mia madre di Nanni Moretti : nel silenzio freddo e ango-sciante di una stanza d’ospedale e nel caos di un set cinemato-grafico si consuma il tempo di Margherita (Margherita Buy), alterego a cui Nanni Moretti ha affidato il ruolo da protagonista,una regista in crisi divisa fra il set di un film che parla dell'occupa-zione di una fabbrica con un attore italoamericano indisciplinato(John Turturro) e il capezzale della madre (Giulia Lazzarini).

A confondere ancora di più Margherita una relazione che sta fi-nendo e la figlia adolescente che si rende conto di non cono-scere a fondo. Moretti interpreta il fratello di Margherita,Giovanni ed esprime in questo film un dolore realmente vissuto,la perdita della madre avvenuta mentre montava “HabemusPapam”.

Il quarto autore, italiano d’origine, ma statunitense d’ado-zione, è Roberto Minervini, che rappresenterà l’Italia nella se-zione “Un certain Regard” con “Louisiana (The Other Side)”, undocumentario aspro e duro sugli abissi dell’America di oggi. Dice il regista: “Questo è senza dubbio il mio film più complesso.Credo che l'invito a un festival così prestigioso costituisca un fortesegnale di apertura nei confronti di un cinema senza compro-messi. Trovo molto interessante il fatto che la maggior parte dinoi italiani selezionati a Cannes abbiamo girato un film in linguastraniera. Penso sia indicativo di una presenza sempre più signifi-cativa del cinema italiano nel panorama internazionale”.I nostri autori dovranno vedersela con una massiccia presenzafrancese, quattro i titoli nel concorso principale oltre al film diapertura La tete Haute di Emmanuelle Bercot,: Deepan di Jac-ques Audiard, Marguerite et Julien dell'attrice Valérie Donzelli,Mon roi di Maiwenn, La loi du marché di Stéphane Brizé, congli orientali Mountains may depart del regista cinese Jian ZhangKe, Our little sister del giapponese Kore-Eda Hirokazu, The as-sassin del regista taiwanese Hou Hsiao-Hsien. Due i registi dipeso statunitensi Gus Van Sant e Tod Haynes. Van Sant ha am-bientato in Giappone “The sea of Trees”, un film che parla divita dolore, suicidio. Con Matthew Mac Counaughey, Ken Wa-tanabe e Naomi Watts impegnati ad uscire dalla “Foresta dei sui-cidi” per iniziare un duro cammino di sopravvivenza, riflessionee consapevolezza.

L’altro nome della cinematografia USA Todd Haynes arri-verà a Cannes accompagnato da Cate Blanchett e RooneyMara protagoniste di Carol;. tratto dal secondo romanzo di Pa-tricia Highsmith, “The price of salt” del ‘52 , il film racconta unaprovocatoria storia d’amore fra donne che scandalizzò la NewYork anni ’50. Gli altri film per ora svelati in corsa per la Palmad’oro, (nei prossimi giorni sarà annunciato ancora qualche ti-tolo), dopo aver visionato 1854 film, sono: The Lobster del registagreco Yorgos Lanthimos con Léa Seydoux e Colin Farrell, Louderthan bombs del regista norvegese Joachim Trier, Son of Saul, di-retto dall’ungherese László Nemes ex assistente del grande etenebroso Bèla Tarr, la rivisitazione in chiave gotica del Macbethdel regista australiano Justin Kurzel con Marion Cotillard e Mi-chael Fassbender, Sicario del canadese Denis Villeneuve conBenicio del Toro sul traffico di droga internazionale. Carica statu-nitense per il Fuori Concorso che schiera Woody Allen, NataliePortman e due film d’animazione.

La carica degli italiani: tris d’assi composto dai nostri registi più conosciuti Nanni Moretti,Matteo Garrone, Paolo Sorrentino in lizza per la Palma d’oro. I colori dell’Italia

anche nella sezione parallela Un certain Regard con “Louisiana” di Roberto Minervin

Francesca GRAZIANOUltime FranciaCANNES

68ESIMA EDIZIONE

Ad

alla

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 2015 7

Dopo alcuni anni di assenza torna a Cannes Woody Allen perpresentare il suo nuovo film ambientato in un campus universita-rio Irrational Man, con Emma Stone, Joaquin Phoenix, ParkerPosey. Fuori concorso anche il nuovo capitolo della saga postapocalittica degli anni ‘80 Mad Max: Fury Road di George Millere due film d'animazione, il nuovo della Pixar Inside Out di PeteDocter e Ronaldo del Carmen e la produzione francese Thelittle prince, ma con il regista di Kung Fu Panda, lo statunitenseMark Osbourne. Il debutto dietro la macchina da presa di Na-talie Portman “A Tale of Love and Darkness “ tratto dalle me-morie dello scrittore israeliano Amos Oz, sarà presentato in"sezione speciale".

Una selezione ufficiale, a detta del delegato generale ThierryFrémaux “ bella , nuova, che formula delle ipotesi, prende dei ri-schi, ha l’ambizione di dire cose sullo stato del mondo” La sele-zione, ben equilibrata tra habituès e nomi nuovi, assicura alFestival il necessario glamour con il consueto profumo di divi,da Catherine Deneuve a Charlize Theron, Tom Hardy, Emma

Stone, Natalie Portman, Benicio Del Toro, John Turturro, SalmaHayek, Michael Caine , Harvey Keitel e il suo corollario di sor-prese, successi, feste, mercato. Saranno i fratelli Coen a presie-dere la Giuria principale del 68esimo Festival del film (13 al 24maggio). Scelta eccellente fatta da Thierry Frèmaux delegato generale allaselezione e da Pierre Lescure, Presidente del Festival. E’ laprima volta di una presidenza condivisa, per omaggiare i fratellidel cinema, i Lumière, nei 120 anni della nascita della settimaarte. Joel ed Ethan sono nel contempo seri ed ironici, registi,sceneggiatori, ci hanno offerto i film più diversi come Fargo,un thriller, True Grit, un western,

The big Lebowski, una parodia divenuto film cult ed il po-tente e terribile No country for old men. La loro intelligenza, illoro gusto per il cinema che coniuga qualità e quantità permet-teranno decisioni, si spera unanimi, mai così semplici da ot-tenere.

ELISA

Esplosero le corolle, rallegrati, bella Elisa, La primavera é verde nei tuoi anni e tutto é primavera a te attorno, il glicine, la catenzuola, il gelsomino campagnolo.Vai tra i fiori,se ne vuoi un uno,si chiede soloche allunghi la tua mano.

Zefiro é tornato da lontano, ti porta un canto d’altre terre,e il sole nel vasto cielo splende sulla sua lindura come un gigantesco ostensorio.Si é fatto tardi, fili di Luce esconoda tutte le imposte chiuse e il sonno ti forza le palpebre. Addormentati, bella Elisa.

Nel cielo, a voce bassa, cantano tante stellee il vento fa frusciareLe fronde degli alberi insonnoliti.

Filippo BELFIORE

AL CIRCOLO CANOTTIERI ROMA“IL MISTERO DELLA DAMA DI PICCHE”

DI SERGIO ROSSI

Lunedì 20 aprile il prestigioso Sodalizio giallorosso haospitato un'affollata conferenza per la presentazionedell'ultimo libro del suo storico socio Sergio Rossi, dalsuggestivo titolo "Il Mistero della Dama di Picche", 

un intrigante romanzo a tinte gialle.

Roma - Il Salone di Rappresentanza del Circolo Ca-nottieri Roma, gremito in ogni ordine di posti, ha ospi-tato lunedì 20 aprile la presentazione del libro “IlMistero della Dama di Picche”, ultima fatica letteraria diSergio Rossi, fondatore della rivista Tennis Oggi e sto-rico socio del Club giallorosso. Un romanzo che ha giàcominciato ad appassionare i tanti amici e consoci in-tervenuti, tutti molto attenti ad ascoltare alcuni passaggidel libro letti dall’attore Adriano Amidei Migliano perritrovare se stessi tra i personaggi di un’opera definitaun “giallo dai toni autobiografici” dal giornalista e scrit-tore Stefano Brusadelli. In ognuno dei protagonisti delromanzo sembrano riocnoscersi i fraterni compagnidi vita dell’Autore che ha così illustrato la genesi dellasua opera: “Quando ho cominciato a buttar giù i primiappunti, una piovosa domenica d’autunno, non avevola benchè minima intenzione di scrivere un romanzo”ha spiegato Sergio Rossi. “Forse influenzato dal com-missario Montalbano di Camilleri, ho immaginato di es-sere anch’io un commissario di polizia (che nel libro sichiama Rubini) e attorno alla figura di questo poliziottoho costruito pian piano una storia con personaggi esituazioni di pura fantasia. Alla fine mi sono ritrovatotra le mani un romanzo, ed eccomi qui”. “Il Mistero della Dama di Picche” è un romanzo a tintegialle che intriga il lettore già dalle prime righe, cattu-rando il suo interesse fino all’ultima pagina. La scritturadell’Autore è agile, incisiva e molto ben curata nelladescrizione dei personaggi e delle situazioni che dannovita e colore alla narrazione. Il racconto è arricchito da momenti culturali, storici epolitici che si inseriscono con proprietà nel susseguirsidegli avvenimenti, stimolando la curiosità del lettorefino alla conclusione della storia.

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 20158

CONCORRENTI AMMESSIALLA XXXVIII EDIZIONE DEL TROFEO “MEDUSA AUREA” PER LA POESIA

ATTIVITÀ DELL'A.I.A.M. PRO SOCI PRESTAZIONI OFFERTE AI SOCI A TITOLO GRATUITO

Adriana ANTONINI

Maria APICELLA

Virgilio ATZ

Rosario AVENI

Federica BARBIERI

Nadia BETTI

Daniele BIANCO

Marisa BOTTO

Ezio CANDIDO

Simone CARUSO

Carlo CASTELLI

Alessandra COLOMBO

Giorgio CONTE

Francesco COSTA

Nicola DANGELO

Lucio DE ANGELIS

Rosa DELLA MONICA

Antonio DE LUCA

Cinthia DE LUCA

Giulio DE ROSA

Salvatore DE SANTIS

Salvatore DODDIS

Agnese ESPOSITO

Paola FABBRI

Fabio ARINA

Matteo FERRARA

Adriana FERRARI

Marta FERRARO

Alice FERRI

Ferro LUCA

Fiore CARLO

Martina FONTANA

Arianna FRANCHI

Beatrice GRECO

Pietro LEONE

Roberto LOMBARDI

Camilla LOMBARDO

Paola LONGO

Mari VALERIA

Irene MARIANI

Silvio MARINI

Caterina MARINO

Piero MARTINELLI

Tommaso MARTINI

Gabriele MAZZA

Matteo MESSINA

Elena MICELI

Mauro MONTACCHIESI

Antonio MONTI

Giusy MORELLI

Sara MORETTI

Filippo NATALE

Edoardo PARISI

Luigi Antonio PILO

Catia PUGLIESE

Barbara RICCI

Lucia RINALDI

Valeria RIVA

Giuseppe RIZZI

Paolo RIZZO

Ambra ROMANO

Francesco ROSSETTI

Serena ROSSI

Roberto ROSSI

Adelaide Luca RUSSO

Tiziana SABATINI

Aldo SALA

Federico SANNA

Romina SCIPIONE

Alessandra TESTA

Laura TONELLI

Luciana VASILE

Tommaso VIOLA

Cristian VITALE

1) Tessera accademica.2) Diploma d'iscrizione.3) Pubblicazione delle quotazioni

ufficiali delle opere, comunicate, una volta l'amo.

4) Inserimento nell'Albo Accademico a numero chiuso, con ammissione annuale limitata.

5) Inserimento ne Il Notiziario l’A.I.A.M. di notizie dell’attività artistica comunicate alla Segreteria per la classe seconda, o pubblicazione gratuita di una lirica per la classe prima.

6) Certificati di autenticità della firma (mod: 27) per le Arti Figurative.

PRESTAZIONI OPZIONALI CON RIMBORSO PARZIALE DEI COSTI

1) Mostre personali alla Galleria "Marco Aurelio " di Roma, gestita dall'A.I.A.M.

2) Mostre collettive Italia/Estero.3) Trofeo Internazionale annuale

"Medusa Aurea" per l'attribuzione dei Premi della Cultura.

4) Spazi in Rivista “AI Notiziario dell' A.I.A.M. " con riduzione del 30% sui costi correnti.

5) Cenacoli e dibattiti promozionali; 6) Note di critica o monografie

a cura di critici aderenti all' A.I.A.M.7) Pubblicazione di raccolta di poesie

o di riproduzioni di opere grafiche.8) Riproduzioni litografiche di originali

in bianco e nero o a colori:9) Collaborazione alla Rivista “A.I.A.M.”

previo parere del Comitato diRedazione.

10) Esposizione nella Galleria telematica del' 'A.I A.M. con annessa sezione “Shop on line” , collegata ai motori di ricerca.

11) L'adesione comporta una tassa d'iscrizione una tantum ed una quota sociale annuale i cui importi sono deliberati dall'Ufficio amministrazione annualmente.

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 2015 9

FIOCCO DI NEVEValentina,un fiocco di neve sopra le nuvolevicino a sua madresospinta dal ventotra le rime delle mie poesie.È buio l'alba è lontanala luna comparescompare dietro l'orizzontenel silenziouna clessidra imparzialecontinua a contare......un fiore una voce sensualeche mi avvolge e mi assalespogliarla petalo dopo petalofino al cuoree sussurraglitutta la mia simpatiaa quel fiocco di neveche mi guardae mi sfugge viaspoglia tra le rosel'accarezzo sulla frontele sfioro le labbrae si addormenta in un dolce abbandonoè l'albauna tuna sbiaditati saluta divertitaaddio Vale, tu vai verso il soleverso l'orizzonteio per la strada più breveverso il tramontoe quando no ci sarò piùportami un fioreil colore sceglilo tu.

Ezio CANDIDO

LA CHIAVE DEL SAPEREUn raggio di luce trafigge le ombre del tempo nell'eremo di antiche memorie,quando il precario equilibrio delta saggezza si aggrappa allo polvere intrisa di vetusta sapienza,bussando alla porta delle segrete, dimentico,di possedente la chiave,

Un filo di vita rimane nella brocca che toglie la sete fino all'ultima goccia, reminescenzadi viva passione,dolcemente anch'essa si piega al' sapere,in cerca di perdono.

E quando scende fa sera un moccolo di luna si specchia nel vetro , da voce alla tela

silente in attesa di donare pace alla mente, una carezza allo spirito.

Nadia BETTI

ALLA MIA MALINCONIAPur s'è confuso tra le fioche luci il tramonto.

Il mondo non s'è accortodelle tue dita intrecciate alle mie,

nell'oscurità di cobaltoche inizia ad ammantare il creato.

Gioisco dal mio balcone,del delirio della maestà di lucecalante sopra le cime, laggiù.Talora, similmente all'acciaio,

mi si incendia un lembo di tramontoin mezzo alle dita.

E mi sovvengo di te, del tuo cuore assillatodalla stessa malinconia che vedi in me.

In quale landa dal cuore arido eri in quel tempo?Per quale motivo mi avvolge

l'intero sentimento, repentinamente,allorché mi ritrovo malinconico

e ti percepisco distante?Dalle mie mani mi son scivolate Ie poesie,

quelle che di solito leggo al calar delle tenebre.Ogni volta, ogni volta che mi lasci al tramonto,

mi sento come le vette laggiù,risucchiate dal vortice del buio.

Mauro MONTACCHIESI

È GUERRA ?Dal pacifico occidente

al bellico orientel'ombra della morte minaccia ?

Ora dimmi cosmopolita uomo politico,sei fiero?

Sei fiero di tanta crudeltà ? Al fratellod'ogni religione, per il tuo iniquo interesse,

si brucia la casa, si tortura, si decapita,s'inganna, si plagia la gioventù, s'istiga

alla guerra, ecco il creato: un mondo di sofferenza.Sei fiero ?

Sei fiero della Libia, della Siria, dell'Ucraina, dell'Iraq, delle nazioni africane, dei tanti morti

per un'unica causa:la tua cupidigia ?

Chi in natura, animale o vegetale è degno di taleconfronto?

Non v'è creatura al mondo responsabile di talescempio,

solo tu, uomo civilizzato, sei vanto di tale gloria.Si perseguita il cristiano, si attenta all'ebreo,si uccide il musulmano, il buddista, l'indiano.Politico, qual è il valore della vita umana ?

Non piegarsi al ricatto ?È meglio essere povero in un mondo di umani,

che ricco un mondo di assassini.Govemante di ogni colore, vinci il demone,

porgi la mano al fratello che da sempre grida pace,giustizia e onesta.

Salvatore DODDIS

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 201510

Roma, Museo dei Fori Imperiali Mercati di Traiano Via Quattro Novembre, 94

Pablo AtchugarryCittà Eterna, eterni marmi

22 maggio 2015 - 7 febbraio 2016

Dal 22 maggio 2015 al 7 febbraio 2016 il Museo dei Fori Im-periali – Mercati di Traiano di Roma ospita la mostra “Pablo Atchu-garry. Città Eterna, eterni marmi”, un’importante retrospettivadedicata allo scultore uruguayano Pablo Atchugarry promossa daAssessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - SovrintendenzaCapitolina ai Beni Culturali, e dall’IILA - Istituto Italo-Latino Ame-ricano, dalla Fundación Pablo Atchugarry con il patrocinio dell’Am-basciata dell’Uruguay in Italia. Organizzazione di Visiva e servizimuseali di Zètema Progetto Cultura.Una rassegna di quaranta opere, di cui dieci monumentali che sa-ranno esposte all’aperto, scaturite nella quasi totalità da quelmarmo di Carrara che ha fornito indispensabile alimento agli irri-petibili capolavori della classicità e del Rinascimento custoditi nel-l’Urbe. Grazie all’abilità di Atchugarry si intende rinnovare l’anticoe magico rapporto con lo statuario, evocando nelle composizionidelicatamente ascensionali del Maestro innegabili rimandi a unaclassicità che ci appartiene nell’intimo e nutre la sensibilità di chiammira gli “eterni marmi”.Il Museo dei Fori Imperiali - Mercati di Traiano appartiene di dirittoai luoghi mitici che conservano le vestigia di tale memoria e il titolodella mostra, “Città Eterna, eterni marmi”, è un evidente richiamoa quell’uso dello statuario di Carrara che dalla Roma dei Cesaritocca il Rinascimento michelangiolesco e si sofferma sul Baroccodel Bernini per approdare ai nostri giorni.Ad ammirare le opere monumentali, che nella circostanza sonostate collocate all’esterno, si comprende come quel percorso av-

viato più di duemila anni fa conosca qui la sualogica conclusione. Pertanto, un’opera come il Grande an-gelo del 2006 può disperdere l’immagine di un fantasma nelle ipotetiche ali e in talmodo, avendo come sfondo le antichearcate, accentua una palpabile vocazioneaerea che sfugge a ogni costrizione spa-

ziale. Come si può arguire da un si-

mile esempio l’aggancio figurale, legato alla storia del marmodi Carrara, aleggia sempre nel lavoro di Atchugarry come puntodi partenza ideale per poter inseguire le vette di quel sublimeche risiede nella trasformazione astratta di un pensiero solleci-tato da straordinari rimandi. Ma non sempre il trapasso avvienein senso ascensionale: Pomona del 1994 fa sbocciare un ger-moglio di compattezza al centro di una forma che si sfrangiatutto intorno in molteplici pieghettature di soave eleganza. EVertunno si appoggia saldamente al terreno prima di aprire ilventaglio di fioriture laterali dove i vuoti e i pieni si alternanoalla rincorsa della leggerezza.

A corollario verranno inoltre collocate altrettante sculturedalle dimensioni leggermente più contenute. Infine, le stanze si-tuate sui quattro livelli del complesso architettonico sarannooccupate da piccole composizioni concepite sempre in marmodi Carrara e in quel bronzo dipinto recentemente utilizzatocon successo dall'artista uruguayano.

Le opere dialogano tra di loro tracciando percorsi, senzasovrastare l’imponenza dello sfondo, si contestualizzano conesso in un unico concerto architettonico, così che la magia siperpetua.Marmi che ritrovano finalmente il loro spazio ottimalee l’immobilità del tempo, il concetto di equilibrio e di armonianon viene condizionato dalle dimensioni, dagli argomenti trattatio dalla sostanza su cui viene esercitata l’invenzione. Le operealimentano l’eternità creativa del marmo che ne ha decretataquella gloria di cui ora, al Museo dei Fori Imperiali, riusciamoad ammirare una nobile e godibile rappresentazione.

BiografiaPablo Atchugarry è nato il 23 agosto del 1954 a Montevideo,Uruguay. Nel 1979, dopo aver sperimentato diversi materiali,scopre la straordinaria eleganza del marmo e crea a Carrarala sua prima scultura intitolata La Lumière. Nel 1982, intra-prende il primo progetto monumentale in marmo di Carrara esi stabilisce definitivamente a Lecco. Nel 2002 Atchugarry è in-signito del premio "Michelangelo" a Carrara, in riconosci-mento della sua carriera artistica. Nel 2003 partecipa alla 50ªEsposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia conl'opera Sognando la Pace.Alla fine del 2013 la casa editrice Mondadori Electa termina ilCatalogo Generale della scultura, due tomi che racchiudonotutte le sculture dell'artista dal 1971 al 2013, curati dal profes-sor Carlo Pirovano. Nell’aprile del 2014 finisce di scolpire Mo-vimento nel Mondo, opera di 8,35 metri di altezza realizzatain marmo statuario di Carrara, ora collocata a Kallo- Beveren(Belgio). Al momento Atchugarry vive e lavora a Lecco (Italia)e a Manantiales (Uruguay), dove si occupa dello sviluppo dellaFundación Pablo Atchugarry, del parco internazionale di scul-ture monumentali e dell’insegnamento e diffusione dell’arte.

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i è svolta a Marudo nella splendida location della CascinaCorte Grande, la seconda edizione del Concorso di Pitturadal titolo “Emozioni Dipinte”. L’evento organizzato dalla FOILin collaborazione con il Comune di Marudo, anche que-st’anno ha avuto un gran seguito di partecipanti. In una splendida giornata di sole, la Cascina Corte Grande,completamente ristrutturata e rinnovata dal M° Antonio Me-neghetti che ne mantenuto le maestose e delineate formeoriginali, ha accolto gli artisti, i quali si sono lasciati ispiraredalle avvolgenti architetture e dai variopinti profili della strut-tura. L’evento, in linea con la funzione designata alla CascinaCorte Grande dal M° Antonio Meneghetti, si è dimostratoun’occasione di convivialità ed un momento di incontro perincentivare l’arte e la sua diffusione. Alle ore 10, all’apertura delle porte della Cascina, gli artistisi sono avventurati alla ricerca ciascuno del proprio spazioprivilegiato da dove trarre l’ispirazione per la creazione dellapropria opera d’arte. I lavori sono proseguiti fino al primo pomeriggio quando gliartisti hanno consegnato le opere e le hanno disposte nellospazio aperto della cascina, la Corte Pianoforte, trasforman-dola in una vera e propria “galleria d’arte” all’aperto, mentrei giudici attentamente studiavano una ad una le tele in vistadella decisione finale del vincitore.La scelta molto difficile, dato l’ottimo livello delle opere pre-sentate, è stata raggiunta dai giudici dopo un’attenta e meti-colosa analisi che ha portato ad evidenziare tra tutte, alcuneopere degne di nota: creazioni che si sono distinte per l’ac-curatezza della tecnica utilizzata, l’originalità del soggetto el’emozione trasmessa dall’opera. Tra gli autori di queste ricordiamo gli artisti Angelo Augelli,Stefano Santi, Daniela Bricchi, Paolo Franco Grassi e SimoneOcchiato. Successivamente si è passati alla proclamazionedel vincitore: Nadia Marni, si attesta dunque come vincitricedella II edizione del Concorso di Pittura “Emozioni Dipinte”. Tra applausi e sorrisi viene consegnata dal Sindaco IngegnereClaudio Bariselli e dalla Dr.ssa Pamela Bernabei responsabiledella F.O.I.L., la targa ed il premio per il primo classificato.Anche quest’anno l’evento, la location e gli artisti che vihanno preso parte sono stati un mix vincente al fine di in-coraggiare ed incentivare l’arte, intesa come esposizione dicreatività, stile e talento. Vi aspettiamo numerosi per la pros-sima edizione!

Estemporanea di PITTURA II edizione“Emozioni Dipinte” sabato 9 Maggio 2015

Cascina Corte Grande, Marudo

Spirito ArtisticoANTONIO

MENEGHETTIpermea Marudo

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Il PADIGLIONE ITALIA DELLO STUDIO NEMESI

Pietropaolo CANNISTRACIEXPO Milano2015

così ha preso il via anche la settantesima (circa, fra quelle classi-ficate “storiche”, “generali”, “riconosciute”, “universali”, “internazio-nali”) edizione delle Esposizioni elencate dal Bureau International desExpositions, la sesta dopo la svolta del millennio regolata dal nuovoprotocollo datato 1988. L’EXPO Milano 2015 è stata regolarmenteinaugurata il 1° maggio, nei tempi previsti ma parzialmente incom-piuta, in un clima di festa e di innovazione che solo i grandi eventi adampia partecipazione globale possono suscitare ma lasciando apertiinterrogativi logistici e culturali. L’area su cui si sviluppa questa edi-zione è grande più di un milione di metri quadri ed è impostata sudue assi ortogonali chiamati, con chiaro riferimento citazionista,Cardo e Decumano. Il Decumano è il principale e attraversa tuttal’area dell’EXPO sul lato lungo, da est a ovest, per circa un miglio,cioè un chilometro e mezzo; il Cardo lo interseca perpendicolar-mente a circa due terzi della lunghezza ed è lungo circa 350 metri.Nell’intersezione tra questi due assi strutturanti, lì dove l’urbanisticaromana prevedeva l’ubicazione del “Forum”, si trova la piazza cen-trale dell’EXPO, Piazza Italia, che rappresenta simbolicamente il luogoin cui l’Italia incontra tutti gli altri paesi del mondo. Ai quattro estremidel Cardo e del Decumano sono situate le strutture più importanti

dell’Expo Milano 2015: l’EXPO Centre, la Collina Mediterranea, laLake Arena e l’Open Air Theatre. Il tutto è preceduto, in prossimitàdegli ingressi principali od altri punti importanti, da quattro aree de-dicate ad approfondimenti: il Padiglione Zero, in cui è presentato ilrapporto storico fra l’uomo ed il cibo, dalla notte dei tempi ad oggie da oggi in avanti; il Future Food District che si interessa delle pro-spettive di conservazione, distribuzione, acquisto e consumo del cibo;il Children Park, area dedicata ai bambini con giochi a tema alimen-tare; il Parco della Biodiversità, formato da giardini e ambienti dovela scienza sarà padrona di casa. Molta tecnologia, unita ad estetica ecreatività è data dai 53 padiglioni di nazioni partecipanti, mentre unarimanente novantina di Paesi troverà ospitalità in 62 padiglioni col-lettivi (denominati “cluster”). Le nove parole chiave dei cluster tema-tici sono: riso; cacao e cioccolato; caffè; frutta e legumi; spezie; cerealie tuberi; bio-mediterraneo; isole, mare e cibo; zone aride. Occorrerilevare che data l’importanza del tema generale, ben 93 nazionihanno presentato progetti con temi specifici sull’alimentazione futurain relazione alla popolazione. Il Padiglione Italia riveste un’importanzaparticolare, soprattutto per il mondo degli architetti italiani e romaniin particolare.

Situato a nord dell’esposizione, si trova appena prima della LakeArena, sul limite settentrionale del Cardo, concludendo quindi l’areaa nord. L’edificio, denominato Palazzo Italia sviluppa circa 12.000 metriquadrati disposti su quattro piani, a destinazione permanente, affian-cato da alcuni edifici temporanei che coprono altri 13.700 metri qua-drati. I quattro piani del Palazzo rappresentano i quattro “punti diforza” dell’Italia sul tema dell’EXPO e ognuno sarà espresso tramitesculture, quadri e installazioni. Al primo piano sarà rappresentata la“potenza del saper fare”, della creatività, dell’eccellenza e dell’inno-vazione; al secondo piano “la potenza della bellezza”, il turismo, laqualità della vita e i paesaggi italiani; al terzo piano “la potenza del li-mite”, la dimensione nella tradizione e nella gestione delle risorse ali-mentari; al quarto piano “la potenza del futuro”, dove vienepresentata la ricerca scientifica italiana sulla biodiversità.

Grande soddisfazione nell’ambiente degli architetti romani èstata data dal Padiglione Italia: esso è il risultato di un concorso in-ternazionale di progettazione in cui, su 68 studi partecipanti, è risul-tato vincitore il progetto del romano Michele Molè, fondatore edirettore dello Studio Nemesi che ha la sua sede nella Capitale, af-fiancato da Susanna Tradati, suo partner associato. Per gli addetti ailavori, i tempi di esecuzione hanno del sorprendente: 7 mesi di pro-gettazione dal preliminare all’esecutivo e solo 14 mesi di cantiereper giungere pronti all’inaugurazione il 1 maggio 2015.

I progettisti hanno descritto così l’opera, in un comunicatostampa delle settimane precedenti l’inaugurazione: “Per l’architetturadi Palazzo Italia lo studio Nemesi è partito dall’idea di coesione, intesacome forza di attrazione che genera un ritrovato senso di comunitàe di appartenenza. L’energia della comunità è rappresentata dallapiazza interna; cuore simbolico e partenza del percorso espositivo,riunisce attorno a sé i quattro volumi che danno forma a PalazzoItalia. A dar risalto alle forme scultoree dell’edificio, ispirato a una “fo-resta urbana”, è la ricca trama ramificata dell’involucro esterno. Per ildesign di questa “pelle” Nemesi ha dato vita a una texture geome-trica unica ed originale che evoca l’intreccio casuale di rami. L’interasuperficie esterna di Palazzo Italia sarà costituita da oltre 700 pannelli,tutti diversi tra loro, di cemento “i.active BIODYNAMIC” con princi-pio attivo TX Active brevettato da Italcementi. A contatto con la luce del sole, il principio presente nel materialeconsente di “catturare” alcuni inquinanti presenti nell’aria trasforman-doli in sali inerti e contribuendo così a liberare l’atmosfera dallosmog. A copertura di Palazzo Italia, Nemesi ha progettato una “vela”dal design innovativo che interpreta l’immagine della chioma di unaforesta; caratterizzata da vetro fotovoltaico e da campiture geome-triche per lo più quadrangolari, sia piane che curve, assieme all’invo-lucro ramificato dell’edificio è espressione d’innovazione sia in terminidi progettazione che di tecnologia. L’andamento della coperturatrova il suo punto di maggior espressione architettonica in corrispon-denza del cuore della piazza interna; un grande lucernario vetrato diforma conica si inserisce in “sospensione” sulla piazza e sulla scalacentrale irradiandole di luce naturale. L’edificio è considerato una sfida architettonica e costruttiva, per lacomplessità e l’innovazione, in termini di design, di materiali e di tec-nologie impiegati. Palazzo Italia è stato progettato in un’ottica sostenibile e concepitocome edificio a energia quasi zero, grazie anche al contributo delvetro fotovoltaico in copertura e alle proprietà fotocatalitiche delnuovo cemento per l’involucro esterno”.

E

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Anna PELLEGRINO "Infinito" pastello/carta

Viorica PETROFF "Omaggio a Constantin Udroiu"

oma è bella non solo per la sua città ma anche per il suoterritorio! La vasta aerea pianeggiante che la accoglie e le suecolline intorno offrono un paesaggio di particolare bellezza. Inparticolare i Castelli Romani, situati sul versante a sud della città,agiscono come vera e propria barriera contro i venti caldi del-l'estate che spirano da meridione, rendendoli piacevoli luoghi divilleggiatura estiva. I Castelli, come li chiamano familiarmente iromani, sono però anche occasione per una passeggiata fuoriporta durante l'arco dell'anno, in cui poter visitare i piccoli centriche la compongono: tra questispicca in modo particolare, per lasua ricchezza anche architettonica, lacittadina di Ariccia. Il paese assunse un'importanza par-ticolare quando, intorno al 1660, lafamiglia Chigi, noti banchieri senesidi cui un ramo si trasferì a Roma, loscelse come luogo di residenzaestiva. Subito dopo l'elezione al so-glio pontificio di uno dei membridella famiglia, Papa Alessandro VII, iChigi acquistarono infatti un castello dalla famiglia Savelli e lo re-staurarono secondo i principi della moderna architettura di al-lora, ovvero chiamando a corte il più prestigioso architettodell’epoca nonché maestro del barocco romano, Gian LorenzoBernini. La residenza, oggi divenuta polo museale comunale, nemostra le stanze riservate esclusivamente all'accoglienza ponti-ficia, oltre alla possibilità di visitare le stanze della famiglia e gliambienti originali che ne scandivano vita e abitudini.

Al suo interno è stato inoltre allestito un piccolo museo checonserva opere barocche di notevole pregio, come l’imponentecollezione Fagiolo o altre, e ospita mostre tematiche non per-manenti. Il palazzo, oltre ad un raffinato giardino concepito dalBernini, gode di un magnifico parco monumentale di 28 ettari,popolato da daini, che conserva arbusti di notevole pregio! Al-l'esterno, la Chiesa della Collegiata, ubicata davanti al palazzo edintitolata a Santa Maria Assunta, conclude l'assetto urbanisticodell'area, in un'apoteosi di curve barocche e di volumi puri,

espressione della miglior produzionedel Bernini e del suo giovane assistenteCarlo Fontana.L’esedra che circonda la chiesa vuole ri-cordare in qualche modo il colonnatodi San Pietro a Roma, anche se l’attualestrada, concepita in tempi moderni, na-sconde purtroppo l’imponenza dell'in-tero compesso con cui il progettistaaveva studiato quell’effetto di stuporeche doveva scaturire dopo la breve sa-lita che portava lì dal paese. Ora, per fa-

cilitarne l’accesso, è stato portato tutto alla stesso piano: segnodei tempi moderni, che allo stupore preferiscono la comodità!In ogni caso, il contenuto rimane spettacolare e merita in questoperiodo, in occasione della rassegna “Barocco a Roma - la me-raviglia delle arti”, una visita attenta, da concludere poi nella ca-ratteristica via "delle fraschette", ambienti semplici dal sapore diuna volta, che offrono il vino locale e cibi tradizionali particolar-mente gustosi.

Una ricchezza architettonica tutta da scoprire

Tiziana DAVOLIARICCIABarocco Romanoe il

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La carica poetica della pittura di Maria Pia Capocci rivela una vo-cazione bivalente, sia verso gli elementi estroversi che popolanola rappresentazione dell’universo, sia verso I meandri del mondointeriore in cui si annidano i sentimenti stratificati, mentre unsenso unito di velata tristezza. di improvvisa euforia, di memoriesenza data e di soffusa tenerezza si posa sull’immagine senza con-dizionarla.Sicché la visione della realtà (interiore o esterna) rivela - una voltacompiuta la scelta compositiva - la sua bipolare funzione, direttaindifferentemente sia su] versante razionale che in quello non ra-zionale. La sua opera ritrova, cioè, l’unità dei contrari e, pur con-fermando la scelta nella contraddizione (e nella sofferenza) tra il“vero fisico e il “vero poetico”, In effetti vivifica i due elementi cheattengono alla condizione primaria della creazione e di cui la fan-tasia è la vera matrice coesiva.È del tutto evidente che, sul piano della resa pittorica, il discorso

si riduce al momento magico dell’espressione, quando cioè l’ar-tista riesce a fondere il reale e il poetico, mentre il colore diventaluce e trova in sottilissimi motivi quella cadenza malinconica cheaccompagna la creazione nel sottofondo impalpabile.Ma solo nell’opera compiuta si avverte il miracolo della creazionee che non è infrequente nella produzione dl Maria Pia Capocci. Ese “la fantasia - come ha scritto Jung - ha un suo valore intrinsecoe irriducibile, In quanto rappresenta la funzione della psiche, radi-cata sia nella coscienza che nell’inconscio, sia nell’individuale chenel collettivo”, non vi è dubbio chel’unità del linguaggio pittorico, a cui ogni opera d’arte aspira nellacompenetrazione della sua attualità espressiva, possa e debba es-sere beneficiaria e insieme dispensatrice del momenti indissolubiliche concorrono alla formazione del reale e anche alla coscienzae alla libertà dell’uomo.

Luigi TALLARICO

Inconnare e intervistare un'amica pittrice e parlare con lei nonsolo di pittura. ma dell'animo ornano, della capacità di esprimereI'inuunginifitvr che inonda il proprio essere, del rapporto trauomo e natura, con un'intima devozione per tc cose, i paesaggi,le albe nebbiose. l'azzurrità del mondo, sperata e sognata. è giàun'esperienza affascinante. Osservare poi come i quadri materia-lizzano la sensibilità artistica di Maria Pia Capocci e il suo mododi intendere la pittura, permette al fascino di trasformarsi In magia.Nei dipinti di Maria Pia Capocci il colore non é inteso nella suamaterialità fisica: i mezzo espressivo dell'intuizione; valore delbello: é evocazione delle vibrazioni luminose che partono dall'in-conscio, è principio di stile. Per analogia penso a Debussy, in par-ticolare al suo 'Prelude à l'aprés-midi d'un faune", che suscitaappunto la suggestione delicata di atmosfere sentimentali su unasognata disposizione interiore.Case sulle rocche velate e soffuse dl azzurro, vogliono restituireal mondo l'immagine del sereno, dell'ottimismo, del sorriso del-l'anima, dell'impegno, privilegiando sempre l'Essere all'Avere. Nona caso il grande critico d'arte Flora Antonioni cosl scrive di MariaPia: "Ha dipinto d'azzurro la vita celando il grigiore cd il sangue diun mondo smarrito dietro il velame celeste di sogni soffusid'amore". Dall'azzurro - attraverso una scala di toni cite non si ri-

solvono solo nei colori - possiamo oggi ammirare tele che si ac-cendono di rossi, di bruni, di rosati violacele tinte più calde sempreallagate di luce. di oro, di bagliori che rimandano ad un messaggiodl armonica accoglienza. di maturità riflessiva. Il sogno, la favola, lapoesia cedono il passo alla prosa de! reale. all'oggettivazione dipensieri e considerazioni che noti sfuggono al dramma del viverequo-tidiano, pur sempre intriso di genialità, gusto. fanta-sia...liricadell'anima: marine. paesaggi, fiori e campanili.Mi attrae particolarmente il quadro: "Senefrati, l'artica chiesa dellaMadonna delle Grazie".Maria Pia ha la capacità di trasferire una magica visione, sulla tela,inondandola di sfumature che si rincorrono e si completano esal-tando due elementi centrali: il passato ancestrale col mistero delletante leggende tramandate nella chiesena: la storia - che si ripetepuntuale ogni anno - di religiosità, di fede. di preghiera. di com-mozione corale. Come nelle altre opere, anche qui palpita unsenso nuovo di freschezza, e la struttura delle vedule si dissolvenella esaltazione del dipinti "en plein air, nel libero uso delle fun-zioni tonali, nella dissonanza risolta sempre con naturale disposi-zione alla pacatezza dell'animo umano ed all'armonia del creato.

Marilisa CORONA

MARIAPIA CAPOCCIMomento magico dell’espressione

"Promenade" tra i pensieri lirici dei dipinti

"Melagrane con rose" olio/tela cm 50x70 "Case sul lago" olio/tela cm 50x70

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ensando e ripensando, mi trovo a scrivere questa lettera quasicome se fosse una dichiarazione d’intenti, o meglio, una confessioned’una missione improba.Quando si capisce di trovarsi nell’occhio d’un vortice e di gioire neltrasporto da parte del vento del proprio pensiero, ci si sbatte inun muro: il muro della realtà.Pur avendo innata la passione per la poesia e la capacità di scrivere(è indubbio che poeti si nasca), è solo da pochi anni che sono en-trato nel panorama artistico prima locale poi nazionale; dopo es-sermi “fatto le ossa” (cosa che ancora sto facendo peraltro) hocapito che nell’arte il futuro è a rischio. Vi confesso di vergognarmiun poco a presentarmi alla premiazione dei concorsi letterari e tro-varmi di fronte una marea di teste bianche, quando i capelli ancoraci sono, e di persone anziane che, seppur vivaci nel loro viverel’arte, non possono mentire dinnanzi al filo delle Parche.Vivendo poi a stretto contatto con i miei coetanei ho notato consommo dispiacere quanto l’arte sia per loro un mondo distante equasi dannoso di passare il tempo: quante volte mi sono sentito ri-spondere di andare a ballare piuttosto che presenziare ad una se-rata letteraria o quante volte mi sono sentito rinfacciare quanto iltempo speso a scrivere fosse stato inutile “tanto di libri non si puòvivere”. Queste critiche, però, mi hanno dato la voglia di continuareed oggi posso permettermi di mettere sotto gli occhi di tutti i ri-sultati; sin dal principio però ho voluto provare a divulgare questavisione artistica della vita, cercando di accendere la fiamma sopitanei giovani che mi sono stati vicini.Dal momento in cui mi è arrivata la lettera d’iscrizione all’Accade-mia Internazionale di Arte Moderna, questa voglia si è trasformatain una missione. A mio avviso, tutti coloro che fanno parte di unmovimento più ampio devono porsi degli obbiettivi: il mio fine in

quanto membro A.I.A.M. è quello di portare i giovani a riscoprirel’arte nelle sue forme più svariate. Forse è una frase trita e ritritama i giovani sono il futuro in ogni ambito e l’arte non ne è esclusa:le nuove leve portano freschezza ed entusiasmo, una visione nuovadi tutto ciò che è stato detto o fatto tanto da portare a riscoprireanche ciò che si dava per assodato. Nel mio piccolo posso dire diaver portato al battesimo artistico già due giovani artisti locali dibelle speranze: Ruggero Civita, di ventotto anni, ha sempre nascostoil suo lato poetico chiuso nella bruttura di un contesto bruto e me-schino: introducendolo nei salotti artistici ha potuto dare sfogo allasua vena poetica vincendo tre premi letterari locali e mettendo incantiere il suo primo libro la cui pubblicazione avverrà presumibil-mente in inverno; Marzia Ghessa ha sempre covato la sua passioneper il disegno in segreto, quasi umiliata nel custodire questa doteper molti considerata infantile: oggi è illustratrice per una piccolacasa editrice piemontese con tanto di quattro libri illustrati, unquinto in cantiere, dipinge ed ha vinto un paio di premi locali, il tuttoa vent’anni. Nei prossimi mesi presumibilmente assurgeranno allecronache locali altri due giovani debuttanti: un ragazzo con im-portanti studi artistici alle spalle e gran talento per il disegno eduna ragazza con grandi capacità di fotografia che aspettano d’esseremesse in mostra. Non voglio peccare di presunzione data la miaesperienza ancora limitata nel settore ma questo granello di vissutoha rappresentato per questi ragazzi l’appiglio giusto per cominciarela salita verso il Parnaso.Il ricambio generazionale è una necessità, non un capriccio, pena lascomparsa di ogni arte dal mondo bruto e corrotto d’oggi chegrida di dolore.Se io nel mio piccolo sono riuscito a fare ciò, molti altri, nel lorogrande, possono fare molto di più.

Il Premio internazionale Leonardo Sciascia Amateur d’estampes èstato istituito nel 1998, su iniziativa dell’Associazione Amici di Leo-nardo Sciascia, per ricordare la grande passione dello scrittore sici-liano – da sempre assai legato a Firenze – ed in particolare agliartisti e agli intellettuali che da sempre frequentano Il Bisonte – perl’incisione originale d’arte. Le incisioni che concorrono all’VIII edizione del premio, che primadi giungere a Firenze sono state presentate alla Fondazione Whita-ker di Palerno, sono ventinove. Dal 10 aprile, al Bisonte, partnerstorico premio, oltre alle ventinove opere in concorso, sarà poi pos-sibile ammirarere anche quattordici incisioni di uno degli esponentipiù originali della grafica d’arte del Novecento: Luigi Bartolini – l’ar-tista marchigiano, scomparso nel 1963, tra i più amati e collezionatida Sciascia – al quale è dedicata questa VIII edizione del premio. Il Premio Leonardo Sciascia Amateur d’estampes, nel corso deglianni si è andato affermando come uno tra i più importanti e ac-creditati appuntamenti per la grafica d’arte contemporanea, ancheper l’enfasi data allo stretto rapporto tra incisione e letteratura. Al

premio si accede solo per invito dell’Associazione Amici di Leo-nardo Sciascia, mentre il giudizio finale sulle opere è affidato ad unagiuria di sei artisti particolarmente apprezzati da Leonardo Sciascia: Piero Guccione, Carla Horat, Edo Janich, Giuseppe Modica, RobertoStelluti, Gaetano Tranchino. In precedenza Luisa Adorno, EduardoArroyo, Bruno Caruso, Rodolfo Ceccotti, Domenico Faro, FedericaGalli, Gian Franco Grechi e Nunzio Gulino, si sono avvicendati ingiuria. La pausa seguita all’edizione straordinaria svoltasi in occasionedel ventennale della scomparsa di Sciascia (1989 – 2009) ha por-tato ad alcune significative innovazioni. In particololare. la valorizza-zione complessiva dei riconoscimenti offerti agli artisti Fondazione Il Bisonte di Firenze, dal Museo della Carta e della Fili-grana di Fabriano, dalla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia,dalla Fondazione Federica Galli di Milano, dalle Edizioni Il Girasoledi Valverde di Catania, e conta ormai da due edizioni sul contributodell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, principale sostenitore dellaFondazione Il Bisonte. 055 0120830 – 333 2226171 – [email protected]

Sconfortante elogio d’un futuro che mai nascerà

PREMIO LEONARDO SCIASCIA 2015Amateur d'estampes 10 Aprile / 22 Maggio Vernice Giovedì 9 aprile ore 18.00

Fondazione Il Bisonte via S. Niccolò, 24r Firenze

Daniel FALCOLettera futurapassatodal

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ell’antica Grecia, la poesia, era ritenuta di grande impor-tanza. In tutte le città, si organizzavano a intervalli competi-zioni, alla presenza del re, cui partecipavano poeti da tuttoil mondo ellenico. Ai vincitori, era assegnato lo stesso trat-tamento, che ricevevano gli atleti vincitori alle olimpiadi.Molto famoso a quei tempi,il poeta di Corinto, Arion.Il quale tra le tante, risultò vincitore di una competizione inSicilia. Già in epoca arcaica, prima dei greci, la composizionepoetica, era regolata da precise norme, che nel tempo,hanno dato vita ad autentici manuali. A questa materia èstato dato il nome di metrica, dal greco métron. Nell’anticaGrecia, Aristotele è stato colui che in maggior misura hacontribuito, alla stesura di quelle norme, che con modifiche,sono arrivate sino ad oggi. D’allora, la poesia ha attraversatoi secoli, con alterna fortuna. La metrica, non basta da sola, afare una poesia. Con il suo rigido ordine, rende le poesieprevedibili. Inoltre, limita la possibilità di espressione, avolte,le rende banali. In un’era segnata dall’alta comunica-zione, la poesia, dev’essere immediata, attuale nella formae nei contenuti, non un letterario sterile esercizio, nato peril compiacimento dell’autore (Shakespeare), privo del “de-lirio divino” di cui scriveva Platone. A coloro, che pervasidal palpito, volessero verificare la “divinità dell’afflato”,Hou-sman proponeva,ahimè, un modo tutto maschile. Pronun-ciare silenziosamente una certa sequenza di parole, mentreil rasoio scorre sulla pelle. Se i peli della barba si drizzano eun brivido percorre la spina dorsale, si è in presenza di“Poesia”.Poesia è un fiore appassito.Una vita finita inattivo.Attaccamento alla vita,tanto dimenticato. È luce checorre sull’acqua, i colori di un tramonto, uno svolo di uccelli,un ricordo improvviso. Poesia è una donna vestita di versi.Vi è poi, la solitudine. Non per scelta, non come assolutoisolamento e chiusura in se stessi, bensì l’esclusione dei pia-ceri che deteriorano e impediscono di negoziare con il po-tere evocativo delle parole, che plasmano forme ecristallizzano il senso dei termini. Perché, per trovare qual-cosa di veramente originale,penetrare la realtà,carpire glistrati profondi di nuove realtà,bisogna essere soli.Si è al co-spetto di qualcosa che si tenta di cogliere, che implica i sen-timenti,l’intuizione.È un continuo rifugiarsi nella preziosastraordinaria atemporalità dell’immaginazione, nella sua fra-gilità. Emozioni che mettono in moto altre emozioni. Pos-sono durare così poco che è possibile non rendersi contodi essere in loro presenza.La mente cerca di cancellare i

confini tra il reale e l’immaginario. O quando siamo alla ri-cerca di qualcosa, che noi stessi non sappiamo, ma è conti-nuità. C’è sempre qualcosa che resta, anche se a volte puòrisultare paralizzante. Forse, non può essere altrimenti.Poe-sia è un sogno, fatto alla presenza della realtà,ebbe a scri-vere il gesuita Tommaso. Poesia è arte e l’arte si prefigge dicreare, a parte un mondo reale, un mondo più umano, as-seriva André Maurois. La poesia, educa al rapporto con lasocietà, con il mondo dei valori. Fra gli uomini, c’è un’inca-pacità, a parlarsi dell’affetto reciproco. Scrivere una poesiaè come entrare in un territorio sconosciuto. Bisogna avereil coraggio, di esplorare territori proibiti, i conflitti dell’anima,quel suo essere ai confini della ragione. Poesia è espe-rienza,amore della realtà,una piccola ma centrale vittoria,sulla stupidità.È scoprire, che si può trovare il tutto nel me-nomo, e il particolare nel collettivo. Non serve a modificaregli indici economici. Una poesia, può mutarsi in storia intimadell’anima, forse ti permette di intravedere, la tua vita oquella di un amico. Ha il potere di coltivare la fantasia e sol-lecitare la comprensione tra gli esseri. È il nostro umanosguardo, sulle miserie del mondo. Il segreto,consiste nelguardare gli avvenimenti ordinari,con occhio non ordina-rio.Permette di scoprire,l’anima nascosta delle cose che cicircondano. Poesia è luce dei sentimenti, del pensiero e delvivere, fonte inesauribile di bellezza e amore. Ciascuno dinoi è il primo attore del dramma della propria esistenza. Ilpassato è la nostra memoria e quest’ultima, non è solo pas-sato, bensì ne costituisce l’identità stessa. Si legge e si scrivedi poesia, per tenere lontano il passato, prevenire il futuro,quando la gioia o il desiderio di vivere, non bastano.Nascedal desiderio,dal bisogno,di liberarsi dall’ossessione, dalla ri-corrente angoscia,dalla frustrazione di essere uomini,dal ri-morso.Di labirinti ne ho visti tanti. Dimoro in un grandelabirinto, tra persone acculturate in vario modo: i diversi.Come me, come altri. Come i tori di Pamplona che nonsanno verso quale meta corrono, quando finirà, se finirà,come finirà, la folle corsa. In cerca di solidarietà e accetta-zione che non trovano. Congelati nei feudi del multicultu-ralismo. Vittime inutili di una umanità, che di umano non haavuto mai nulla.Tutti clienti e venditori di variegate illusioni.Le mie poesie, cercano di descrivere le loro vite. Negli ultimicent’anni, la poesia, non ha avuto quella evoluzione chemolte altre forme d’arte hanno subito.Il bellissimo “Infi-nito”di Leopardi, non riesce a ingenerare sentimenti, nei let-

Già in epoca arcaica, la composizione poetica, era regolata da precise norme

Alfredo TUTINOIl poetapoesiae la

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tori e giovani di oggi, che vivono esperienze, nuovi linguaggie problematiche diverse, che sono in continua evoluzione.Descrive emozioni, più o meno, come un testo letterario.Se oggi le masse preferiscono leggere le foto e guardare itesti, è perché la foto trasmette istantaneamente il suo con-tenuto con tutta la sua forza espressiva, al di là di qualun-que barriera linguistica. In altri termini, una cosa è leggerela descrizione di un dolore, anche se fatta benissimo. Un’al-tra è osservare la fotografia di una persona prostrata daldolore. Nessun poema o testo letterario può essere piùimmediato, penetrante, vero, di una foto. La poesia, se vuolesopravvivere,dev’essere attuale, cioè da descrittiva deve di-ventare fotografica. Diventa fotografica quando i versisono diretti, usano il linguaggio di tutti i giorni, e parlano dicose comuni a tutti gli abitanti dei labirinti. Il dolore è unqualcosa atavico, un’ansia che si spegne raramente, bastascalfire un pó, perché ritorni. Scriverne, puó essere un gestodi autodifesa, leggerne, significa tenerlo a distanza. Se deci-dessi di scrivere una poesia, attenendomi rigorosamentealla metrica, dovrei amministrare sapientemente, le cesure,nonché le allitterazioni, la paronomasia, l’iterazione e la rimache costituiscono il timbro di una poesia, e tutto il restoche non menziono per brevità. Se dopo tutto ciò, la poesiariesce a superare la mia severa autocritica, in Italia, il lavorosarebbe finito. Ma per me, non è così. Gli italiani in loco, nonsi interessano di queste cose. Se voglio che qualcuno milegga, devo tradurre la poesia in inglese. Nel mio terzo vo-lume di versi ,“The Corners of the Circle”, ogni poesia(145) è stata presentata in formato bilingue, italiano e in-glese. Tradurre una poesia è molto più, che trovare le parolenel dizionario. Tradurre è tradire, recitano gli addetti.

La traduzione letterale è quella che del testo cerca di resti-tuire il senso più profondo, non quella parola per parola, néuna sotto-letteratura né una sotto-critica, ma una vera tra-duttologia. Di testi orrendamente tradotti il mondo è stra-colmo, Italia compresa. Poiché le lingue sono nate persoddisfare esasperati nazionalismi, restituire il senso più pro-fondo al testo inglese, o in qualunque altra lingua,di unapoesia,è in verità ardua missione.Il testo inglese può risul-tare banale,incoerente.Se si vuole ottenere due poesieeguali in tutti i sensi, bisogna ritornare sul testo in origine emodificarlo. Solo dopo un lungo lavorio di simbiosi lingui-stica, tra le due poesie, esse risultano eguali. Di conseguenza,la metrica nel testo in italiano, è svanita. Continuando peripotesi. Se riuscissi a conservare la metrica nelle due poesie,dopo travaglio lunghissimo,non credo il contenuto sia mi-gliorato. E poi le poesie ne perderebbero di spontaneità.Inoltre, i soli che potrebbero apprezzare tanto strapazzo,gli accade-mici,non leggono i miei libri,bensì quelli di altriaccademici,per poi glorificarsi a vicenda.L’interessante di una traduzione, è il riuscito o mancato at-traversamento,dello scarto fra le lingue.Tradurle di mio,piut-tosto che vederle orrendamente tradotte da altri.Le linguesono condizionanti. Shakespeare in francese non funziona,stessa cosa per Racine in italiano,così come Goldoni e Pi-randello in francese.Che cosa ci dev’essere, in una poesia?Deve avere, una base di verità, si deve fondare sulla direttaconoscenza della vita, pena di scrivere versi sospesi nelvuoto, parlare all’uomo comune, così il rumore della vita,diventa musica. Avvicina all’io più profondo e umano, in essac’è pazzia e incanto, capace di parlare a coloro che hannotutto, a quelli che non hanno niente.

(Castelvetere in Val Fortore, 23 marzo 1946 – Roma, 19 ottobre 2014), è stato uno scultore e pittore italiano che segue gli inse-gnamenti di Renato Marino Mazzacurati, di Emilio Greco e di Umberto Mastroianni. La memoria, la storia e la natura sono le te-matiche guida dell’artista, le sue fonti primarie d’ispirazione. Dal 1969 ad oggi ha esposto in Italia e all’estero. Fra le diverse operemonumentali create da Bibbò, la più complessa viene terminata nel 1988, e si tratta della “Porta sui temi della vita di San Paolo”realizzata per la Cattedrale di Reggio Calabria. Ma la sua arte lo ha portato ad essere conosciuto e apprezzato fuori dai confini na-zionali e le sue opere sono oggi conservate in Bulgaria, in Germania, in Inghilterra, negli Stati Uniti. Bibbò ha rafforzato il suo legamecon Reggio Calabria realizzando altre due opere monumentali: la “Porta del Bene” e la “Porta del Male”, portali laterali del Santuariodi San Paolo a Reggio Calabria.

NUNZIO BIBBÒ

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al Nepal alle aree confinanti di India, Tibet, Pakistan e Bangla-desh, il terremoto di magnitudo 7.9, che le ha colpite al mattinodi sabato 25 aprile, ha disseminato di distruzione e disperazionel’intera regione, non solo nella zona dell’epicentro localizzato nelNepal centrale, a circa 60 chilometri a est della località turisticadi Pokhara. Abbiamo tutti conoscenza dell’elevato numero dimorti causati dal sisma, destinati purtroppo a salire man manoche i soccorsi potranno raggiungere i villaggi più isolati, purchéarrivino in tempo prima dell’arrivo dei monsoni: a tale data, infatti,il dramma potrebbe diventare catastrofe umanitaria. Altrettantodevastanti sono state le conseguenze delle scosse sulle pendicidell’Everest: i precari ricoveri e tracciati da percorrere delle co-siddette “spedizioni” di scalatori, sono stati spazzati via da valanghedi neve e lastroni di ghiaccio, con feriti e morti fra gli sherpa e gliatleti dell’estremo. I costosi e sofisticati soccorsi subito prestati aisopravvissuti nei campi in quota hanno, fra l’altro, generato pole-miche forse inutili, dato che non si può parlare di discriminazionefra ricchi e poveri nel momento dell’emergenza e del dolore col-lettivo. Un geologo dell'Università di Cambridge, J. Jackson, ha cal-colato che la capitale del Nepal si è spostata di circa 3 metri asud scivolando sotto la placca eurasiatica, confortato dall’analogamisurazione riscontrata dal fisico Sandy Steacy, dell'Università diAdelaide. L'altezza dell'Everest, sempre secondo gli esperti, po-trebbe essere cresciuta di qualche millimetro, anche se ovvia-mente occorreranno approfondite analisi per averne conferma.C’è poi un'altra componente drammatica, che si rivelerà appienosolo fra anni, quando sarà stata ripristinata la normalità della vitaquotidiana. Dalle prime immagini, giunte soprattutto tramite i so-cial network, si è subito compreso come sia stato messo in gi-nocchio (o a tappeto?) un già fragile tessuto tradizionale di culturasapienziale, con i terribili danni inferti al patrimonio storico-arti-stico. A partire da monumenti e templi della capitale Kathmandu,risultano danni ingenti anche alle città storiche di Patan e Bhak-tapur, tutti di elevato pregio. La Valle di Kathmandu è stata infattiriconosciuta “Patrimonio dell’Umanità” dall'Unesco sin dal 1979con questa motivazione “I sette gruppi monumentali rappresen-tano una testimonianza eccezionale della civiltà tradizionale dellavalle di Kathmandu". La lista comprende sette siti: le piazze Durbardi Hanuman Dhoka (Kathmandu); le cittadine di Patan e Bhakta-pur; le aree buddiste di Swayambhu, con il più antico stupa pre-sente nella valle, e Bauddhanath, con il più grande stupa presentein Nepal; i templi hindu di Pashupati e Changu Narayan che com-prende sia l'insediamento tradizionale Newari sia un tempiohindu con una delle prime iscrizioni locali del V secolo d.C. Perquesti siti, comunque, è prevedibile un potenziale intervento diripristino, facendo ricorso alle teorie ed alle tecniche del mo-derno restauro (di cui noi italiani abbiamo una tradizione ed unascuola d’eccellenza mondiale). La dispersione culturale oltre chedemografica è a rischio, invece, nei villaggi delle valli e delle alture,spesso isolati o difficilmente raggiungibili; analogo discorso valeper i monasteri isolati ed ascetici, ove occorrerebbe evitare chepreziose testimonianze scritte (meditazioni, precetti, preghiere)vadano a disgregarsi fra le macerie, insieme a preziose opered’arte a tema filosofico-religioso. Bernardo Bertolucci, premio

Oscar e celebre maestro del cinema italiano contemporaneo, haraccontato in una lettera scritta al quotidiano La Repubblica latristezza che l'ha colpito nell'apprendere le notizie del terremotoche ha colpito il Nepal, luogo in cui ha girato nel 1993 il film Pic-colo Buddha. «Ho avuto voglia di piangere. […] Quei luoghi li hoscoperti nel 1973, quando partii per la prima volta in Orientecon mia moglie Clare. […] Andammo in Thailandia, poi a Bali, poia Benares e Kathmandu, dove abitammo per un mese. Ricordolo stupore e la meraviglia di fronte ai palazzi di Patan, in cui poiavrei girato “Piccolo Buddha”. Tutto era decorato, in ogni centi-metro. Architetture e sculture mirabili in cui l'arte buddista sifonde con quella induista e troviamo Buddha insieme a Visnu, Kalie Ganesh, Ricordo la prima volta che arrivammo in quella valleisolata, quasi inaccessibile. Restammo senza fiato per la bellezzadi Bhaktapure Patan, che chiamavamo Patan city. […] Ora le ma-cerie di una città così antica si sono mescolate alle macerie delcinema che avevamo portato noi. Vicino a Bhaktapur c'è ungrande, bellissimo stupa con gli occhi di Buddha dove, nel film, ilbambino americano chiede cosa vuol dire la parola imperma-nenza. I buddhisti tibetani creano dei meravigliosi coloratissimimandala di sabbia che saranno distrutti da un colpo di vento. Ecco l'impermanenza. […] Alla tragedia del Nepal c'è già statauna risposta del mondo. Spero che sia forte, che ci sia una grandesolidarietà per quelle popolazioni lontane. Sono luoghi e uominimolto lontani, montanari, testimoni di qualcosa che va assoluta-mente salvato».

“Una Luce per il Nepal”

Fra queste preziose testimonianze, considerate da numerosi stu-diosi come le radici della cultura, tanto occidentale quanto orien-tale, una in particolare è stata a lungo coltivata da Explora NunaatInternational, ONG-ONLUS. Premiata nel 2008 dalla Presidenzadella Repubblica, l’Associazione ha effettuato dal 2011 una seriedi spedizioni a fini umanitari in Himalaya, denominata Earth Mater.Nell’occasione, dopo aver portato una pietra della vetta più altadel mondo al Vittoriale degli Italiani sul lago di Garda, ha intra-preso rapporti di cooperazione con il Governo del Nepal, sot-toscrivendo nel 2011 un protocollo d’intesa nei settori dellerisorse idriche, sanità e turismo, in un progetto denominato“Nepal – Gaurishankar 2013”. Explora Nunaat si occuperà dellaricostruzione dei monumenti della sacra valle del Rolwaling, làdove è nata la Dea Madre Arcaica. La valle è sacra per la sua unicaesposizione. Si distende da Est ad Ovest, ovvero tra i punti cardi-nali che attestano quotidianamente “Nascita e Morte del Sole”,traguardata dal Thasi Lapcha, gnomone naturale a 5800 metri sue ad est, dove il ciclo ricomincia...quindi il luogo della nascita dellaDea Madre Arcaica. Questo è anche il luogo dove la culturaSherpa è tramandata solo in forma orale, sostenuta dalla elemen-tarità di architetture simboliche: oltre ad evitare la dispersionedemografica, per garantire la continuità della tradizione, i gompadi Simogaon, di Beding-Na saranno tra gli obbiettivi di "rinascita"di Explora Nunaat. Ci informa Davide Peluzzi, medico e presi-dente di Explora Nunaat International: «La violenza del terre-

Salviamo il patrimonio culturale a rischio

Peter P. McKANNMondo Artesi mobilita per il NepalIL

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moto che ha colpito la Regione è un dramma non solo per l’areadi Kathmandu e Campo Base Everest. Sono i villaggi dell’entro-terra, quelli ignorati completamente dai massmedia e dai Governi,che sono distrutti totalmente e senza alcun aiuto. Il nostro appello- dice Davide Peluzzi - è quello di attivarsi nei confronti delle areeremote e delle città minori dove il terremoto ha bloccato le vied’accesso agli aiuti e molti villaggi sono stati distrutti quasi total-mente. L'intervento Explora sarà concentrato sui villaggi dimen-ticati della Rolwaling Himal Valley, raggiungibile solo attraverso unimpervio viaggio di 4/5 giorni, dove da anni abbiamo intrapresola costruzione di un acquedotto e dove durante la spedizione

"Extreme Malangur Expedition 2015" porteremo realmente aiutinei villaggi di Singati-Jagat-Simigaon e Beding-Na, doneremo deitelefoni satellitari e ricostruiremo le case. Ora in Nepal non ser-vono più le BELLE PAROLE ma buone mani e concretezza».

È già attivo un conto corrente su cui chi vuole può effettuare ilproprio versamento intestato a: “EXPLORA progetto” presso la

Banca TERCAS di Montorio al Vomano (TE) IBAN IT 19 P06060 76930 CC0310052148

Per poter essere sempre aggiornati:http://www.exploralimits.com/emergenza_nepal_earthquake.php

ono passati più di cento anni dall’esplosione del movimentofauve. Per chi avesse dimenticato, “fauve” significa belva e il nome,che divenne la bandiera del nuovo movimento, deriva dall’infelicefrase “Donatello chez les fauves” pronunciata da Henry-GustaveVauxcelles, critico d’arte nella Parigi d’inizio secolo, durante l’inau-gurazione di una mostra al Salon d’Automne . I “fauves”, le bestieferoci citate da Vauxcelles, altri non erano che i giovani autori diquei quadri violentemente colorati appesi alle pareti della stanzan° VII del Salon e rispondevano ai nomi di Matisse, Vlaminck, De-rain, Soutine, Van Dongen, Roualt… Le “Belve”, destinate a lasciareun segno non indifferente nella storia dell’arte del ‘900, ebbero al-lora un’idea semplice semplice: via libera al colore acceso parago-nato ad “un tubetto di dinamite”, ai rossi, ai gialli, ai blu nelle tonalitàpiù esasperate, all’accostamento di tinte in contrasti squillanti edarbitrari. Era un modo per esprimere una visione esaltata delmondo, una vitalità piena e impaziente. Il movimento durò poco, intempo però per rivoluzionare e semplificare la pittura, che divennesensuale ed esuberante e per produrre alcuni capolavori comei quadri di Matisse, i paesaggi dell’Estaque di Braque, le falesie e lespiagge di Dufy.

La mostra alle Scuderie del Quirinale riepiloga la straor-dinaria avventura del caposcuola dei Fauves, Henri Matisse (Ca-teau-Cambrésis 1869-Nizza 1954), puntando i riflettori soprattuttosulla sua fascinazione per l’Oriente. “ Matisse Arabesque” curatada Ester Coen racconta con una raffinata scelta di opere pro-venienti dai maggiori musei del mondo (Ermitage, Puskin, Israel Mu-seum,Tate..), l’ attrazione dell’artista francese per un Orientefavoloso, intimamente percorso da un’armonia che scorre palesee sotterranea nei capolavori in mostra, armonia di colori e di ritmiricreati nei suoi ateliers attraverso stoffe preziose alle pareti,stampe giapponesi, maschere africane. “ La rivelazione mi è venutadall’Oriente “ scriveva al critico Gaston Diehl nel 1947 sintetiz-zando in una frase la sua fascinazione per quei mondi lontani. Lamostra si concentra soprattutto sui ritratti, Zorah in giallo 1912,Zorah sulla terrazza 1912 , L’Italiana,1916, Giovane con copricapopersiano 1915-16., Marocchino in verde 1912, Il paravento moresco1921, Edera in fiore 1941. I’ interesse per la decorazione ed i tes-suti preziosi sono raccontati anche attraverso la collaborazionecon i Balletti Russi di Sergej Diaghilev. L’avventura artistica più im-portante del ‘900, destinata a realizzare il sogno wagneriano del-l’opera d’arte totale, scatenò allora l’entusiasmo delle menti più

brillanti dell’epoca, da Proust a Cocteau, Rainaldo Hann, Misia Sert, Coco Chanel. Parigi scopriva le danze polinevsiane del PrincipeIgor, l’esotismo dell’harem dove viveva Zobeide, le odalische e glischiavi assetati di sesso, gli artisti delle avanguardie che Diaghilev,il geniale impresario dei Ballets, chiama a collaborare, Picasso, Bra-que, Matisse , Larionov, Gonkarova, i più brillanti musicisti del-l’epoca, Strawinski, Ravel, Prokofiev, De Falla, danzatori-mito che sichiamavano Nijinsky, Fokine, Massine, Balanchine, Lifar, Karsavina.Matisse, durante la feconda e meravigliosa stagione che vide con-vergere a Monte-Carlo i più grandi geni della danza e della pittura,disegnò i costumi per il balletto Le chant du Rossignol messo inscena nel 1920 con le coreografie di Massine e le musiche di IgorStrawinsky. Video e manufatti di culture figurative esotiche fannorivivere tutto il fasto e l’eleganza di mondi antichi esaltati dallosguardo visionario e molto contemporaneo di un artista geniale.Il percorso artistico matissiano viene indagato anche attraversouna sezione dedicata ai paesaggi dipinti negli anni dieci, alle sug-gestioni e ai ricordi del viaggio in Marocco del 1912, percorsidalle linee sensuali dell’ arabesco che , partendo dal cromatismopuro e dinamico che fa testo per tutta l’esperienza fauve, passa perla lunga stagione della maturità in cui predominano le Odalische, iNudi, gli Interni con finestra, fino alla sintesi e alla semplificazionefinale quando accentua la bidimensionalità fino a ottenere “un ac-cordo vivente di colori, un’armonia analoga a quella di una compo-sizione musicale”. Negli anni dell’immediato dopoguerra l’armonia ricercata si sa-rebbe infine concretizzata nei papiers dècoupès, i ritagli di cartacolorata a toni puri ed intensi.. In mostra dell’ultimo periodo “Laballerina 1948-49 guache e collage decoupé: in quegli anni il vec-chio Matisse se ne stava chiuso nel suo eremo di Vence, (visoggiornò cinque anni e creò le sublimi vetrate della Cappella delRosario), quando si divertiva a ritagliare con le forbici cartoncinicolorati in disegni che sembravano sculture montandone i pezzicome in un cinema delle origini. Erano immagini di clowns, cavalli e cavalieri, mangiatori di spade,Pierrot, cow-boy, ballerine, un circo immaginario che evocava unmondo dove l’artista deve saper dimenticare la tecnica e “conser-vare la freschezza dell’istinto”. Disse che le sue carte ritagliateerano “improvvisazioni cromatiche e ritmate”, che avrebbe usatola propria grafia “come sfondo sonoro” creando il suo circo colo-rato al ritmo di un jazz immaginario.

alle Scuderie del Quirinale dal 5 marzo al 21 goiugno 2015

Francesco GRAZIANOL’esotico paradisoMatissedi

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Arte è un medium straordinario per attivare gli emi-sferi del cervello umano. A seconda degli stili vengono azio-nati persino in modo differenziato i due settori antagonistidella razionalità e dell’emotività, come si evince dalle ricer-che di Jean Pierre Changeux, neurologo parigino di famamondiale. Pare che lo stile figurativo se costruito e com-plesso attivi dapprima l’emisfero della razionalità e succes-sivamente e non sempre la sfera emotiva. Così l’osservatorequando vede un paesaggio, assieme al giudizio del bello edel brutto, si chiede inevitabilmente cosa o dove sia, se vedeun ritratto si chiede chi sia e così via.Dinanzi a un’opera astratta l’istintivo processo mentale nonè sufficiente: bello o brutto o curioso e poi il meccanismosi complica. In taluni casi occorre attivare l’emisfero destroper tentare di rispondere a cosa sia rappresentato.La pittura è disegno e colore su tela. Così la scultura, nonostando la diversa matericità. Per valutare occorre la vista.Il discorso appare diverso quando si assiste a opere d’arteche volutamente tentano di coinvolgere altri sensi oltre lavista. Il mio ultimo viaggio a New York mi ha condotta aispezionare anche i siti museali meno noti. Il Whitney Mu-seum, le avanguardie newyorkesi, le ultime espressioni dellastreet art. Un calendoscopio di immagini suoni colori sensa-zioni. Da opere su strada fatte di fili di lana annodate sucancelli o reticolati arrugginiti a pareti di edifici pregne diespressioni miste di colori a vivo e scritte significanti a ag-glomerati materici di varia specie.Ma quello che è stato a mio avviso degno di nota sono statigli allestimenti. Stanze dedicate ognuna a un artista diverso. Così in una stanza, seduta su un voluttuoso divano una

bambola gonfiabile altezza umana, totalmente vestita conabiti sexy. La stanza richiamava il sesso senza volgarità per itendaggi, gli oggetti, i monili, i colori adoperati. Si dovevastare nella stanza per vedere, toccare e udire musica sen-suale. Non era eccitante ma coinvolgente .O nella stanza attigua oggetti rotti di vario tipo, pezzi di au-tomobili, bambole, vasi da fiori, con solo installazioni di lucia faro nel buio generale, registrazioni sonore di rumori e dicose che si frantumavano. Inquietante ma suggestivo.Verso queste installazioni particolari quali sono i meccani-smi mentali?I sensi sono maggiormente stimolati nel loro insieme indub-biamente. Ma bisogna chiedersi se è necessaria questasovra stimolazione sensoriale e se si tratti di Arte in sensostretto. Probabilmente si creano collegamenti più rapidi tragli emisferi perché si devono rapidamente superare gli stepsbello-brutto-curioso-emozione. Quando si esce e a di-stanza di tempo rimane un confuso senso di avvenuto scuo-timento dei neuroni. Nulla di sgradevole, ma non certoparagonabile al gusto dell’enigma di alcuni quadri dei grandiMaestri del passato o del coinvolgimento regalato da undripping famoso o impressioni donate da pennellate sa-pienti o punti di colore o dalla genialità di taluna pittura naif.Forse oggi l’osservatore attento ha bisogno di stimoli di-versi, probabilmente non ha troppo tempo di soffermarsio studiare o forse vuole solo per un momento distogliersidalle sue problematiche quotidiane, un po’come fare lemontagne russe al lunapark piuttosto che la romanticaruota del Prater di Vienna.

Francesca Romana FRAGALE

l’OsservatoreE L’ARTE CONTEMPORANEA

L’

«Disonesta e senza coscienza, —le disse la tazzina alla tazza — tu ti mangi tre fettedi pane biscottatoe mi lascicon una goccia di caffè"».La tazza rispose tutta arrabbiata:«Non sai quel che dici;io sono di grande stazza, porto il pesola responsabilità della giornataeppure non mi lamento;parli Invece tu che sei privilegiatatrattata con caffè brasiliano zuccherato.Il mondo è pieno di persone come te,padano di giustizia, ma sono comechi vince e vuole ripetere la partita.

Non sa com'è la vita,che infatti è come il tempo:piove, nevica, esce il sole e tira vento.Chi la sa apprezzare riesce a goderselae vive contento».A ciascuno i suoi affanni.Tenendosi per mano,così come i buoni cristianisi danno rispetto.C'è comunque la disparità,solo la morte mette tutto in parità.Aspetta davanti la porta, non si sposta,lascia fare e dice: «Fanne quanto ne vuoi,tanto sono qua che aspetto».

Filippo NATALE

LA TAZZA E LA TAZZINA

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 2015 21

na nuova grande vetrina del mondo economico, un altroappuntamento importante per tutta l’Umanità per la solu-zione di problemi inerenti la crescita economica, il rapportocon la Natura, la soluzione di problemi sempre più difficilifra i governi e il popolo e la riduzione del divario immensoesistente fra aree del pianeta povere per motivi sia geo-grafici e storici, che economici e politici, e le aree del co-siddetto mondo ricco ed industrializzato dell’occidente, alquale mondo è da addebitare per la maggior la causa dellasituazione.L’EXPO’ 2015 non potrà lasciare solo una scia odorosa escintillante della visione del mondo di oggi, non potrà solorisolversi nei grandi progetti fantasmagorici e cromatici, digrande effetto scenografico, con l’affluenza prevista di 20milioni di visitatori “paganti” che compenseranno le spesesostenute dagli organizzatori. Non potrà essere solo unpasso di danza nelle illusioni chimeriche di chi ha soldi etempo per partecipare alla grande abbuffata di spettacoli,soluzioni tecnologiche fantastiche e futuristiche forse mairealizzabili per problemi cogenti, impellenti e vitali dellaparte preponderante delle popolazioni del nostro pianeta.Bisogna tenere presente che “il pianeta azzurro “ è solouna grande palla di roccia ed acqua che viaggia nello spazioa velocità inimmaginabili, cambiando sempre e continua-mente la sua posizione rispetto alle coordinate astrono-miche e delle infinite stelle, e dei mondi e oggettidell’Universo di cui facciamo parte. Nelle dichiarazioni programmatiche dell’EXPO’ 2015, iltema selezionato annuncia : ”Nutrire il pianeta, energia perla vita”, intendendo con ciò tutto quanto concerne l’alimen-tazione umana, l’educazione alimentare, la pressante man-canza di cibo in molte popolazioni del “sud del mondo”, ilproblema relativo e sentito riguardo gli OGM. Quindi cer-care una nuova disponibilità per l’equa distribuzione dellerisorse, anche tenendo conto dell’aumento continuo dellapopolazione mondiale. Grandi programmi, eccellenti inten-zioni, scomodando parole importanti :” salute, benessere,qualità della vita, cibo a sufficienza, ambiente, ricerca, inno-vazione, biotecnologie, bio-diversità, educazione alimen-tare”. Ma accanto a queste parole edificanti sono presenti anche:” fame, sete, malnutrizione, mortalità infantile, epidemie, tu-mori, riduzione dei ghiacciai, distruzione delle foreste, siccità,carestie, nuove malattie.” Nel frattempo, la desertificazione della terra procede aritmo accelerato, grazie all’ingordigia e all’insensatezza degliuomini, di coloro che vogliono sempre più agiatezza e co-modità personale a spregio di ogni principio di equanimità,di responsabilità e buon senso, perché LORO hanno il da-naro e le possibilità, mentre moltissimi non riescono so-pravvivere al calar del sole. E i poveri,che vivono nella loroterra, ereditata dagli avi, ricca di risorse, nell’insensatezza

della presente condizione di miseria e di bisogno, allettatidalle offerte delle grandi multinazionali, distruggono la lorostoria, l’ambiente, il futuro. Leggiamo quotidianamente di fo-reste date alle fiamme per ottenere legname pregiato peri ricchi della terra, seminare e produrre raccolti che servonoa nutrire altri individui, lontani e più ricchi.Tutte le grandiaree verdi della terra sono in rapido declino e desertifica-zione, devastazione di intere regioni sono attuate perestrarre metalli preziosi, necessari per le industrie dellenuove tecnologie, sempre più alla ricerca di novità e com-petitività. Ogni anno, nel Bacino del Congo, la deforesta-zione distrugge settecentomila (700.000) ettari di forestetropicali. E l’Amazzonia, e altre dieci “grandi aree verdi” delmondo, sono in rapida inesorabile diminuzione. Aggiun-gendo a questi mali, l’abbandono e il rilascio nelle stessearee dei rifiuti delle lavorazioni e gli scarti delle lavorazionenelle trivellazioni petrolifere e minerarie. Accanto a questacorsa per il nuovo, lo sfruttamento indiscriminato dellaterra, l’uso incosciente del territorio, lo spreco incredibiledi beni alimentari, di suolo agricolo fertile e comodo, la co-struzione di edifici e case inutili e in eccesso, strade, luoghidi svago, supermercati superflui, è continuo e accorato l’ap-pello della gente di cultura, cosciente, responsabile e degliscienziati, “ i controllori dell’ambiente”, che da anni lancianoallarmi, inviti ed intimazioni alla morigeratezza, alla coscienzaumana, rivolgendo i loro accorati appelli durante i congressi,convegni, summit, in cui i governi responsabili di scelte eco-nomiche importanti e decisive, possono e devono decidereed indirizzare verso scelta giuste, coerenti, ponderate e convisioni coscienti per un futuro vivibile dell’Umanità. Intantoi ghiacciai di tutto il mondo si ritirano, i fiumi si ammalano,le foto del polo nord e sud che si ritirano e diminuisconovelocemente, sono deprimenti nella loro realtà ormai irre-versibile. L’oceano Atlantico è invaso da un’isola di rifiuti diplastica del diametro di 2000 km. I mari del mondo sonoirrimediabilmente inquinati, nonostante coloratissimi filmatici illudono con meravigliosi paesaggi subacquei mozzafiato,pesci mai visti, foreste oceaniche meravigliose, colori inim-maginabili. Filmati delle coste italiane e del mediterraneomostrano, sotto il blu dell’acqua, depositi di spazzatura, pla-stica deteriorata, e rifiuti d’ogni tipo. E per finire, il cambiorepentino e impressionante delle precipitazioni, tempera-ture, instabilità delle stagioni, fenomeni ai quali dovremoadattarci inesorabilmente. Grazie alla gente che si dichiaraamica della terra e dell’ambiente e ipocritamente scarica einquina. Tutti, senza limiti ed esclusioni, dal più alto livelloculturale, sociale ed economico a quello di grado inferiore,meno acculturato, meno abbiente: “ tutti inquinano, tutti nesono responsabili, TUTTI, moriranno nei loro rifiuti e nelleloro personali discariche. E che Dio ci perdoni!

02 maggio 2015

EXPÒSOPRAVVIVENZAE

Girolamo GALLUCCIO

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il notiziario dell’AIAM n.81 aprile-giugno 2015 22

1. Santa Caterina a MagnanapoliDavanti al portale e, subito dentro, ci sono uomini in divisa: cara-binieri e avieri. È normale, giacché, come dice l’invito del dottorPoletti, S. Caterina, eretta nel Seicento da G.B. Soria, è la chiesaprincipale dell’Ordinariato militare d’Italia. Nella penombra fasci-nosa l’altare maggiore mi rapisce di colpo con il suo tabernacolo,dove tra marmi, bronzi dorati, e lapislazzuli “vola” berninianamentela statua della Santa (che però fu eseguita dal Cafà). Sulla balaustradella prima cappella sono state messe, a disposizione del pubblico,parecchie copie della Via Crucis: sono unariedizione di quella cheFrancesco Terrone scripsit A.D. MMXII.La prima fila a sinistra,nono-stante la penombra, attira il mio sguardo a causa di nume-rose berrette viola e porpora. Mi diranno dopo che sono presentil’Ordinario militare mons. Marcianò, il cardinale Giovan BattistaRe, Prefetto emerito della Congre-gazione per i Vescovi, l’Arcive-scovo Luigi Travaglino, Nunzio Ap.co del Principato di Monaco, ilVescovo Fabio Fabene del Sinodo dei Vescovi, l’Amm. Felicio An-grisano, C.te Gen. delle Capitanerie di porto, il Prefetto CarloBoffi, Vice capo dip.to Vigili del Fuoco ed il dottor GuglielmoBuzzo, Sindaco di Dipignano (CS) e, naturalmente, “l’anfitrione”Cardinale Ravassi, prefetto del Pontificio Consiglio della cultura,sotto la cui egida è la Fondazione per i beni e le attività culturalie artistiche della Chiesa, il cui Presidente è il dottor Poletti, cheha organizzato l’evento.

2. La Sacra rappresentazioneDanno le spalle all’altare due laici ed un sacerdote: Francesco Ca-stiglione, voce recitante, Federico Veltri, voce solista e don MicheleLoda, Cappellano dell’Aeronautica, qui in veste di chronicus. È luiad annunciare le “stazioni” della Via Crucis, declamando in latinola situazione. Nel frattempo il Mº Perri, all’organo, diffonde dall’altoil proprio commento musicale, che accompagna anche la vocesolista del tenore che, ad intervalli regolari,attira su di sé l’attenzione dei presenti. . La scorrevolezza dei versiben si amalgama sia alla lettura sia allatrasposizione musicale che - mi pare - interpreta e fa propria lasituazione squisitamente sentimentale e drammatica. Ho moltoapprezzato questa musica proprio perché caratterizzata da unacostante ricerca espressiva, mirante a fondere il gusto melodram-matico italiano con la tradizione barocca tedesca, non senza in-telligenti riferimenti agli stilemi sinfonici del Novecento.Partendo da questi presupposti la partitura del Perri dà voce piùalle situazioni di ogni statio che alle corrispondenti meditationes,dosando saggiamente i vari adagi,gravi, lenti, forti che la Musa Po-limnia ha messo a disposizione assieme agli echi illustri, vagamentehaidniniani, come nella XV statio: la Resurrezione.Tutto ciò suscita nell’ ascoltatore commozione ed empatia, che sialternano a momenti di contemplazione e di esame di coscienza.Forse, perché no?, di preghiera, ma silente ed intimistica, giacchéil testo non contiene (non può contenere!) l’orazione, appunto.Per la Chiesa, «la Musica sacra sarà tanto più santa quanto piùstrettamente sarà unita all’azione liturgica, sia esprimendo più dol-cemente la preghiera e favorendo l’unanimità, sia arricchendo dimaggiore solennità i riti sacri»1.

3. La parola della ChiesaPer questo era opportuno delineare con chiarezza i contorni edi confini dell’arte non profana e perciò la Chiesa si spinse a di-stinguere tra arte religiosa ed arte sacra, la quale è «il vertice del-l’arte religiosa, perché le belle arti, ma soprattutto l’arte sacra, perloro natura hanno relazione con l’infinita bellezza divina [e] nessunaltro fine è loro assegnato se non di contribuire, quanto più effi-cacemente possibile […] a indirizzare pienamente le menti degliuomini a Dio»2. 1 Costituzione su «la sacra liturgia» Sacrosan-ctum concilium del 4 dicembre 1963, cap. IV, 112 c.2 Ibidem, 122.

4. EsegesiScorrendo le meditationes, le parole Cristo, Dio, Maria, croce, cro-cifisso compaiono molto di rado. L’autore medita su se stesso,sulla propria sorte e su quella degli uomini come lui, ovviamentepartendo dalla situazione. Anche mons. Agostino, arcivescovoemerito di Cosenza- Bisignano, ha scritto nella Presentazione:«Questo testo della “via crucis” è stato elaborato con pathos in-tensamente umano ed operato al pensiero divino». Emblematicoun distico tratto della XIV statio: «Maria culla quel corpo/batuffolod’amore che ha allattato…». Amore, umano, profondamente,squisitamente ed esclusivamente carnale, che non può essere píe-tas. Ma nulla viene tolto all’icasticità ed all’incisività del testo. D’altraparte, per dirla con il De Sanctis, «la parola vale non solo comesegno, ma come parola» in sé, attirando l’attenzione sull’impor-tanza di significante e significato. Ed ancora,parlando del Petrarca: «Il verso è non solo armonia, ma rispon-denza con quel di dentro. […] Base del poeta è l’uomo». Unuomo capace di solidarietà e di amore, l’unico rimedio controquello che papa Francesco definisce «il grande rischio del mondoattuale: la tristezza che scaturisce dal cuore comodo e avaro»5.

5. CongedoComplimenti, dunque, a tutti. Una menzione particolare per il gio-vane tenore Veltri, dotato di ottime qualità vocali, di profonda mu-sicalità, finora ben coltivate dal suo insegnante. L’ho esortato acontinuare a studiare con serietà, spirito di sacrificio ed abnega-zione, senza dare ascolto alle “sirene” dei facili successi, di certoallettantima sconsigliabili a chi potrà fare un’ottima carriera operistica. Unbel successo, dunque, che ripaga i protagonisti, tra i quali l’Orga-nizzatore, assente per grave lutto. La serata è stata incorniciatadal conclusivo commento di S.E. il Cardinale Ravasi che, da parsuo (io lo considero ormai il novello Crisostomo di romanaChiesa) ci ha“affettato il pane della scienza”, cominciando con ilsottolineare che la musica e la poesia sono due corde magicheche il Signore ha donato alla sensibilità delle sue creature umaneaffinché, beandosi, lo celebrassero rendendogli gloria. L’amore canta in fondo al cuore: Cristo è risorto! All’ingressod’una chiesa di cui nonricordo il nome, un cartello diceva: «Quisi entra per amare Dio, di qui si esce per amare il prossimo». Ecco,da stasera, e tu eschata, cioè le cose ultime, mi sembrano menomisteriose.

SANTA CATERINA A MAGNAPOLI

18-03-2015 - VIA CRUCIS

4 FRANCESCO DE SANCTIS, Storia della Letteratura italiana, IST.EDIT.MODERNO, Milano, 1965, p.208.5 FRANCESCO, Evangelii gaudium,2.__

Aldo G. JATOSTI

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l. Frontini

Tamara de LEmpicka