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EDITORIALE Another Hole In The Belt Di Galdo81

MUSICAMasini: Poeta maledetto Di Various

LETTERATURAHoward Phillips Lovecraft:

la chimica della paura. Di el_maxo

CINEMA On and on and on! Blood Story:remake “originale” Di el_maxo

Il cigno nero:descentio ad inferos. Di el_maxo

MANGA/ANIME E GIAPPONELa Verità Celata Di Palmese

GIOCHI DA FORUMHall of fame Di JosephineLupus in forum Di Knaves

“Kado dalla Vignetta” Di Kado92Contest - Il Consiglia-Film

Tutte le regole che vi faranno vincere.

NOTIZIE DAL MONDOTelevisione: Tra Senso Comune e Media Studies.

Di Nihil Morari (Speciale Inserto.)L’elegante Macchina del gossip e l’intimo voyeurismo

dello spettatore Di el_maxo

IN ALTRE PAROLEBraveheart

Intervista a epic87 Di YoruIl Nuovo Prometeo Moderno:

Il Dott. Mezzocuore. Ecomondo 2011 Un Caffè per salvare Il MondoDi Halfhearth

La Posta Di Various

IN BREVECuriosità dal mondo

Antologia di notizie strane e spassose raccoltequa e là. Di el_maxo

Shingo Araki, lo sconosciuto della nostra infanzia. Di el_maxo

La Redazione.

“Tutto Sommario”

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Another Hole in the BeltA Cura Di Galdo81Quarto numero pubblicato; quarto perché c’è anche il numero zero, esperimento proficuo per misurarci. Spero che quando ci faremo vecchi leggeremo queste pagine tirando un sospiro di sollievo in quanto siamo in un peri-odo nero, ce la passiamo maluccio.La manovra del governo ci costringerà a fare un altro buco nella nostra cinta già sforac-chiata, i mercati hanno preso palesemente il potere politico e decidono sul nostro futuro, sulle nostre scelte, sulle nostre vite.Noi che siamo puntini nell’universo non siamo tuttavia impotenti. Stiamo lanciando la nostra piccola sfida diffondendo gratuitamente cultu-ra col database e le iniziative della community, promuovendo la molteplicità, le differenze e le analogie; tutte cose che sembrano accantonate in questa rincorsa alla felicità mercificata, ma che per noi contano tantissimo. Sono lusin-gato che nel jOURnal tante iniziative trovino confluenza, voce e anche nascita: ci impegner-emo a comunicarle con sussurri, strilli o chi-acchierate tranquille, che possono avere luogo negli spazi appositi del forum.

Buona lettura.L’editoriale - AnimeDB jOURnal - A Cura di Galdo81

Editoriale

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Masini: PoetaMaledettoMarco Masini, nato a Firenze nel 1964, dopo aver la-vorato per diversi anni nel campo della musica come arrangiatore e tastierista (collabora, tra gli altri, con Raf, Gianni Morandi ed Umberto Tozzi), diventa popolare in seguito al proprio exploit al festival di Sanremo del 1990, in cui la sua canzone Disperato si classifica prima nella sezione delle Nuove Proposte. Il primo album (omonimo), contenente la canzone por-tata al festival conquista subito un nutrito pubblico giovanile e scala le classifiche, arrivando a vendere ol-tre 750.000 copie sul mercato italiano e tedesco. Chia-ve del successo di Masini è quel suo presentarsi come “uno qualunque”, il tipico ragazzo che potrebbe essere il nostro vicino di casa, ricco di quella disperazione, ma anche di quella grinta e di quella speranza tipiche dei giovani degli anni ‘90.La sua semplicità (sul palco del festival si presenta con un giubbotto acquistato poco prima a 50.000 lire) ed il suo modo di cantare, caratterizzato da una voce potente e drammatica e da un’estensione vocale fuori dal comune, sono di grande impatto sul pubblico e si sposano perfettamente con le tema-tiche affrontate nelle sue canzoni, piut-tosto atipiche nel panorama musicale contemporaneo. La poetica del Masini degli esordi, così come confermato dal secondo album, Malinconoia, pubblica-to nel 1991 e lanciato, ancora una volta, dal festival di Sanremo con la canzone Perché lo fai (terza classificata nella se-zione Big), è infatti permeata da una marcata disillusione e da un netto ri-fiuto di una “vita che non c’è” (Dentro di te fuori dal mondo), che promette

tanto e dà poco (“bisogna imparare ad amare anche il niente” – Il niente) soprattutto ad una generazione giovanile allo sbando (“è la malinconoia che uccide a questa età” – Malinconoia) ed afflitta dal dilagare di alcuni gravi problemi sociali, come la droga (“perché lo fai […] per una dose di veleno che poi, dentro di te, non basta mai” – Perché lo fai), l’anoressia (“se la forchetta torna su, ma senza cibo, perché sa che la tua bocca non ci sta” – La voglia di morire), la gravidanza

indesiderata e l’aborto (“lui ti ha detto che non è pron-to e che è suo non lo puoi provare, ti ha lasciata da sola e, intanto, tu da sola non sai che fare” – Cenerento-la innamorata) ed il disagio interiore (“il tuo dolore è

senza voce, sbagliato come il mio, sei chiusa in una noce, con la paura dei tuoi vuoti immensi” – A cosa pensi). Tuttavia sono proprio questi temi de-licati e spesso drammatici a rivelarsi un’arma a doppio taglio per Masini: essi finiscono, infatti, per dipingergli addosso un’immagine da cantante “triste” e “depresso”, che pure non gli appartiene: sebbene, infatti, la sua in-fanzia sia stata caratterizzata da avve-nimenti drammatici, come la morte prematura della madre ed il disaccor-do con il padre per via della musica, alla base della sua osservazione do-lorosa della realtà quotidiana c’è una forte volontà di riscatto, la speranza

“E’ la Malinconoia che uccide a questa età”

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in un miglioramento, la ricerca della forza interiore per imporre il proprio io in una società che, invece, tenderebbe a sopprimerlo e la concezione dell’amore come il sentimento più alto e fonte di vita per ogni uomo. E ciò è, d’altra parte, evidente nelle sue canzo-ni, se solo si è disposti a leggerle con un po’ di atten-zione: giusto per citare le medesime canzoni di cui so-pra, si potrebbero riportare alcuni versi, come “c’è un sole dentro di te, che sta nascendo, amore, dentro di te” (Dentro di te fuori dal mondo), “eppure c’è anco-ra qualcosa che vale, la voglia di andare incontro alla gente, la vita è un ragazzo che urla il giornale, invece il silenzio è la voce del niente” (Il niente), “puoi rina-scere quando vuoi” (Perché lo fai), “Ma se un giorno incontri lei che invade gli occhi tuoi, e tu non sai che dire, non ci saranno ‘ma’, l’amore ucciderà la voglia di morire” (La voglia di morire), “Poi ti fermi e ritorni indietro, nel mio cuore me l’aspettavo, mentre l’alba ci appanna il vetro tu sorridi a un amore nuovo” (Cene-rentola innamorata), “Perché non prendi la mia voce? […] Vorrei spaccare questa noce e liberarti dai tuoi vuoti immensi” (A cosa pensi).

Questa voglia di rivincita si trasformerà, negli album successivi, in vera e propria rabbia ed in desiderio di evasione, inteso anche come ritorno agli istinti più semplici, ma veri e sinceri, dell’animo umano. Tutta-

via, l’impronta data al “prodotto Masini” dai primi dischi lo accom-pagnerà sempre, fin anche ad oggi, tanto da valergli l’appellativo di “cantore della malin-conoia” (termine che, peraltro, è entrato a far parte del vocabo-lario della lingua ita-liana di Devoto-Oli). Tutto questo, però, forse non basta a giu-stificare quanto effet-tivamente accaduto al cantautore fiorentino. Ed infatti è forse un altro il fenomeno sca-tenante che marchia a fuoco l’immagine di Masini in quanto per-sona (prima ancora che artista): ed è il fe-roce attacco condotto

nei suoi confronti dall’ambiente della critica musicale. Quando, infatti, sempre nel 1991 un ragazzo si toglie la vita lasciando uno scritto in cui dice: “vado via con la voce dell’unico amico che mi ha capito”, un giornale persino intitola: “Ascolta Masini e s’ammazza”… Que-sto rappresenta l’apice dell’orrore scaricato addosso al cantautore fiorentino, contro il quale si scaglierà, in seguito, la stessa Mia Martini, la quale già da tempo si trovava ad affrontare problemi simili a quelli di Ma-sini.Ma risulterà sin troppo facile, per chi rifiuta il feno-meno Masini, usare anche l’arma del “passaparola” e del vociferare della gente, facendo leva su uno dei fe-nomeni più emblematici dell’ignoranza diffusa nella “cultura” italiana: la superstizione. Coincidenza vuole, infatti, che, proprio nel 1991, la Premiata Ditta dedi-chi un suo sketch a Marco Masini, in cui egli viene descritto come uno iettatore. Lì per lì la cosa è anche simpatica, tuttavia lo scherzo diviene vera e propria diceria, suffragata anche da altri personaggi famosi (gli 883 nel 1992 scrivono 6/1/sfigato, che parla di un ragazzo che, per far colpo sulle donne, utilizza la mu-sica di Masini, sortendo però l’effetto di rivelarsi ridi-colo), e si allarga a livelli tali da portare alla situazione che tutti noi conosciamo: Marco Masini sarebbe, no-toriamente, uno sfigato, nonché un porta-sfiga.

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Il cantautore fiorentino, esasperato e distrutto per quanto accaduto, prende in considerazione la possibi-lità di ritirarsi già nel 1993, ma poi reagisce in manie-ra veemente pubblicando il noto singolo Vaffanculo. La canzone fa molto clamore e, ancora una volta, si rivela un’arma a doppio taglio: se da un lato dimo-stra un coraggio ammirevole e conferma l’indiscussa bravura di Masini nello scrivere e nell’interpretare le proprie canzoni (al di là di tutto, la bontà del brano è indiscutibile), ora Masini, oltre ad essere un depresso ed un perdente, diventa anche volgare.La reazione di Masini acuisce senz’altro l’avversione degli addetti ai lavori, peraltro presi di mira in pri-ma persona dalla canzone di cui sopra, tant’è che si comincia a delineare una lenta ma effettiva azione di boicottaggio nei confronti del cantautore fiorentino: le sue canzoni non vengono più passate nei più im-portanti network radiofonici e televisivi in quanto “non adatte al loro target”, le redazioni delle trasmis-sioni televisive si rifiutano di accogliere Masini come ospite per promuovere gli album successivi in quanto egli è “portatore di energie negative” e via dicendo. Nel 1995 esce Bella stronza (famosissima e splendida canzone d’amore dalle tinte molto forti, che però forse ha fatto più male che bene alla salute della già distorta immagine del ragazzo fiorentino) ed a nulla valgono gli sforzi successivi per tentare di uscire dalla spirale della sfiga: dal rock psichedelico di Scimmie del 1998 alla presunta ritrovata serenità di Raccontami di te del 2000, dalle influenze anglosassoni ed i ritmi trip hop di Uscita di sicurezza del 2001 all’impegno effet-tivo e reale con la canzone Figlio della polvere (pro-paganda per le adozioni a distanza dei bambini del Sudan). Questo, e molto altro, passa completamente ed inesorabilmente in secondo piano e si rivela incre-dibilmente inutile, come se il “prodotto Masini” fosse fermo al 1995 e da lì non si fosse più schiodato.

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Howard PhillipsLovecraft: la chimica della paura.

Ritengo che la cosa più misericordiosa al mondo sia l’incapacità della mente umana di mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del mare nero dell’infinito, e non era destino che navigassimo lontano.1

1 H. P. Lovecraft, L’orrore di argilla in Il richiamo di Cthulhu, Le storie del ciclo di Cthulhu - Il mito I, GTEN, Roma 2004.

Con queste parole si apre uno dei racconti più famo-si, ed esemplificativi, dell’attività scrittoria di Howard Phillips Lovecraft; scrittore statunitense nato a Provi-dence nel 1880, e lì morto nel 1937.Providence, proprio questa piccola cittadina del Rho-de Island, con la sua atmosfera coloniale, carica di at-tesa e possibilità, ma al contempo sorniona e rassicu-rante, diverrà l’ambientazione perfetta per molti dei racconti dell’autore.Mi assumo la responsabilità di questa definizione pe-rentoria: H. P. Lovecraft è l’ultimo dei romantici.Non per lo stile tutt’altro che classicheggiante, né per i risvolti socio-antropologici delle sue opere, ma sem-plicemente perché, desideroso di sfuggire da una vita barbara, difficoltosa e troppo spesso poco gratificante; costui ha usato la sua immaginazione come materia inerte dalla quale plasmare un’intera realtà confinante con la nostra.Muoviamoci con calma, gradatamente, premettendo che i racconti lovecraftiani sono racconti del terrore. In che senso semplicemente “terrore”?Per coloro che hanno confidenza con le opere di Nietzsche, ricordo l’espressione “chimica della mora-le”, in breve: il tentativo del filosofo di scomporre la sostanza morale fino alla materia atomica, indivisi-bile, così da comprenderne e mostrarne l’origine e il reale significato, ripulendolo dagli orpelli e gli appan-naggi che secoli di cultura vi hanno, indebitamente,

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apportato.Per quanto concerne il terrore, il sentimento della paura, Lovecraft compie la medesima operazione: scompone il moto di inquietudine che dimora, cela-to, all’interno dell’animo umano così da ricercarne la quintessenza, la matrice, l’origine archeica.E tutto questo egli lo identifica con l’ignoto. L’ignoto, da in (non) - noscere (conoscere), lungi da sive “non conosciuto”, diviene una commistione tra il celato e il dis-conosciuto cioè tra ciò di cui non possediamo idea alcuna e ciò che inconsciamente ci appartiene, ma rifuggiamo sino a dimenticarlo.L’ignoto di Lovecraft è una costellazione tripartita che racchiude in sé realtà distinte e differenti: è sconosciu-to all’uomo il suo passato: ciò che camminava, abitava e governava il nostro mondo eoni antecedenti la na-scita del primo essere umano; è parimenti sconosciuta la realtà contemporanea che lo circonda: dove adepti ed accoliti intonano, innalzando le loro voci empie e

blasfeme2, litanie raccapriccianti all’insegna di potenti creature sopite e dimenticate; in ultimo risulta estra-neo alla comprensione dell’uomo il cosmo che, lungi dall’essere un piatto vuoto inanimato contiene un bru-licante ed indescrivibile novero di creature senzien-ti, troppo pericolosamente a conoscenza del nostro mondo da poter essere ignorate.Così, grazie a queste premesse e all’abilità dello scrit-tore in questione, “ciò che non si conosce” prende definitivamente forma, si anima e vive disponendosi in una ben precisa visione del reale costruita su una cosmogonia predefinita: I Grandi Antichi (tra i qua-li titaneggia la figura di Cthulhu), alieni multiformi, mostri celati nelle profondità del mare, creature che abbandonano le vestigia umane assurgendo a forme nuove e mostruose: tutto questo si staglia all’orizzonte dell’uomo minacciando quel mondo tranquillo e ras-sicurante in cui crede.Ma se l’ignoto è male, se “ciò che non si conosce” è

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fonte ed origine di tutto, l’ignoranza è una benedizione, la semplice ignoran-za è la sola cura a questo male.Le scienze, ciascuna tesa nella propria direzione, ci hanno nuociuto ben poco; ma, un giorno, la connessione di cono-scenze disgiunte aprirà visioni talmen-te terrificanti della realtà, e della no-stra spaventosa posizione in essa che, o diventeremo pazzi per la rivelazione, o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo Me-dioevo3.

Come testualmente rivela l’autore, l’uomo è benedetto dalla sua stessa ignoranza; tutti i progressi scientifici, essendo parcellizzati e settoriali, per-mettono all’uomo di ignorare le esi-stenze che si celano dietro la superfi-cialità del reale o che si affacciano alla soglia della comune coscienza.Ma se l’uomo ignora, I Grandi Anti-chi vegliano e attendono distenden-do le loro propaggini oltre i limiti del tempo e dello spazio, con l’intento

di catturare chi tra gli uomini è così stol-to da seguire la voce del proprio inconscio, che alimenta la curiosità di inerpicarsi per sentieri oscuri, compiere riti dimenticati o proferire semplici nomi che al solo pronun-ciarli suscitano terrore.L’uomo quindi, un frammento insignifican-te nell’incessante scorrere del tempo, si tro-va solo ed impotente, protetto solo dalla sua stessa ottusità, di fronte ad orrori che, una volta disvelati, offrono un amaro destino di pazzia, dove la verità ultima assume la for-ma del delirare mal sopportato di un uomo apparentemente così scellerato da non esse-re neppure in grado di procurarsi la morte.Quanto detto sin ora assume, romanzato, una portata emotiva considerevole anche perché amplificato dalla tecnica scrittoria dell’autore, che ricorre all’espediente del diario o del manoscritto solitamente redat-to da uomini di stimata cultura e posizione sociale.Questi descrivono gli orrori ai quali hanno assistito con un lucido ed asettico linguag-

gio scientifico che, per la sua semplice icasticità ed autorevolezza, ha l’effetto di rendere quasi tangibile la paura, di dar vita alla creature citate, di coin-volgere il lettore in un sogno delirante e lucido al contempo dal quale vorrebbe staccarsi ma non può, ipnotizzato dal succedersi degli avveni-menti, avido di conoscer-ne il risultato ultimo ed intimamente co - involto nella paura che attanaglia il protagonista.Piccola nota dolente, Lo-vecraft molto spesso uti-lizza toni dispregiativi nei confronti di tutte le etnie lontane da quella occi-dentale, descrivendole con una punta di razzi-smo ineliminabile anche se la si tenta di giustifi-care suggerendo l’ipotesi

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che, quelle particolari culture, essendo all’epoca larga-mente sconosciute, fornivano ottimo materiale scrit-torio ed uno scenario perfetto per ambientare raccon-ti basati sulla paura dell’ignoto.Ulteriore nota di demerito, se è possibile trovarne in questo autore, è il registro linguistico utilizzato. Con l’obiettivo di restare, benché si muova nel fantastico, ancorato al reale, anzi al “vivibile”, spesso l’espediente del manoscritto si ritorce talvolta contro l’autore, col risultato di apparire inutilmente prolisso (soprattutto nelle descrizioni) e di non facile lettura.Anche se dai suoi contemporanei ha ricevuto talvolta scarsa considerazione (forse perché oscurato dall’a-scesa di Poe), riducendosi a scrivere racconti sotto pagamento come ghostwriter, il genio dello scrittore di Providence è indiscutibile, la sua capacità di creare un mondo coerente e terrorizzante è unica, così come unici sono i suoi racconti, riconoscibilissimi a distan-za di tempo anche se venduti, quindi pubblicati con la firma del committente di turno.In definitiva un autore che sentitamente vi consiglio, al quale è doveroso accostarsi non solo se si è appas-

sionati di un preciso genere di letteratura ma se si vuol vivere strane atmosfere inquietanti, colpi di scena e finali ad effetto; il tutto esaltato da un gusto lievemen-te retrò.E se, mentre lo leggerete, nella quiete della vostra stanza, sentite un’eco lontano fatto da mille brusii pro-venienti da luoghi al di là del tempo e dell’immagina-zione, una nenia di orribili parole senza senso … Ya, Ya, Cthulhu Ftagn!4... rasserenatevi, Lui è desto e le parole provengono dalla vostra stessa bocca!

Note di el_maxo:1

2 2Ibidem.3Ibidem.4Ibidem.

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On and on and on!Blood Story:remake “originale” Se cominciaste a pensare che il mondo cinematogra-fico hollywoodiano sia in crisi vi sbagliate di grosso!Ci sono i capitali, tanti e solitamente in possesso di un ristretto gruppo di produttori; e ci sono gli attori, an-cora una volta tanti anche se un esiguo numero di que-sti effettivamente degni di fregiarsi di tale appellativo.Allora cosa manca? Essenzialmente: le idee, le sceneg-giature.Che questo vuoto esista da molto tempo è lampante, ormai si imprime su pellicola qualsiasi cosa: Eragon, vampirelli vari ed eventuali, Beastly, qualsiasi fumetto o libro che abbia venduto più di una manciata di copie.E fin qui tutto bene, è naturale: l’industria cinemato-grafica è, come per tutte le imprese a stampo capitali-stico, pur sempre un’industria e quindi insegue anzi segue a ruota la scia dei dollaroni.Il problema diviene tale, e lampante per uno spettatore attento, quando sembra che ci propinino più di una volta la stessa minestrina riscaldata.Idea degna di un verista: perché non pensare a due amici come due “disinvolti funamboli da letto” e vede-re che succede?!?L’idea ha funzionato? Perfetto!Cavallo che vince non si cambia? Pessima idea!E fu così che le multisale furono invase da ignari spet-tatori che hanno continuato a vedere, e rivedere … on and on and on … la stessa sexy commedia romanti-ca, minimamente variata nella trama, con attori ed ambientazioni diverse: Amore e altri rimedi, Amici, amanti, e… , Zack & Miri - Amore a primo sesso; per ultimo, ma forse non ultimo, Amici di letto con l’idolo

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delle teenager Justin Timberlake.Spoiler sul finale? Finiscono insieme! On and on!Tralasciamo ovviamente le innumerevoli, talvolta di-sgustose, trasposizioni cinematografiche di Ceneren-tola; non basterebbe una vita intera ad elencarle tutte.Evidentemente però, anche lo scrivere sceneggiature diverse su trame identiche è troppo gravoso per gli strapagati sceneggiatori americani! E così, al fine di scongiurare il lungo decorso di un’eventuale sindrome del tunnel carpale, oltre all’ovvio rischio di ictus per lo spremere le meningi nel comporre nuove battutine ad effetto, la soluzione affiora a fil di labbra a qual-siasi studente che abbia superato l’esame elementare: copiare.

In questo modo vengono alla luce i rema-ke. La ricetta è semplice: pren-dere un film di successo, o di spessore, da un paese non anglofono; tra-durre il copio-ne; scegliere un cast di famosi e riproporlo nelle sale come origi-nale.La tradizio-ne dei remake

è lunga e articolata: Abre los ojos (‘97), ad esempio, di Alejandro Amenábar diventa il Vanilla Sky (2001) di Cameron Crowe con Tom Cruise; L’ultimo bacio (2001) di Muccino senior è The last kiss (2006) di Tony Goldwyn con Zach Braff (il J.D. di Scrubs); le serie tv, neanche queste risparmiate, Being Human e Skins (di produzione made in U.K.) diventano più patinate e irreali rigirate come Being Human U.S. e Skins U.S..Ultimo, e ancora probabilmente non l’ultimo, film a subire questa triste sorte è stato Lasciami entrare (ti-tolo originale in svedese Låt den rätte komma).Lasciami entrare è, in origine, un romanzo horror, dello scrittore svedese John Ajvide Lindqvist, edito in Italia da Marsilio Editore nel 2006. L’idea è arguta: trattare argomenti salienti e di grande spessore quali il bullismo, la sociopatia, la pedofilia, la prostituzio-ne, l’omicidio, la criminalità giovanile e l’indifferen-za degli adulti in maniera traslata ed allegorica. Uno sguardo ai lati più oscuri dell’umanità visti con gli oc-

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chi di un amore giovanile metaforico ed impossibile, dove due figure assolutamente antitetiche (il bambino remissivo Oskar e la dodicenne vampira triste, sola e glaciale Eli) si incontrano e attraverso la loro unione (o meglio commistione emotiva) sciolgono i ceppi che li attanagliano, guadagnandosi una precoce maturità psicologica e una libertà antisociale e anticonvenzio-nale unica e commovente: l’amore è solo l’incipit e lo sprono ad abbandonare una realtà vuota ed indegna di essere vissuta.Il regista svedese Tomas Alfredson raccoglie la sfida di tradurre tutto questo in linguaggio cinematografico proponendo un film di spessore dove ambientazioni innevate, ritmo recitativo lento (non la finta balbuzie di Hugh Grant in Notting Hill), cast accuratamente selezionato per la sua riconoscibile realtà, inquadratu-re a volte troppo a campi lunghi e telecamera immo-bile, linguaggio denso ma stringato, contribuiscono a creare una narrazione sospesa, inquietante come un horror, ma riflessivo e ricco di interrogativi come l’in-verno: la lentezza, si sa, favorisce il rapporto con se stessi, e lo spettatore diviene critico consapevole della pellicola e della realtà viva e vera in cui si ri - trova.Matt Reeves, già Cloverfield, ripropone tutto questo in chiave hollywoodiana con Blood Story: la storia d’a-more tra Owen (il ragazzino descritto in precedenza) ed Abby (la vampira sopracitata).Questo remake però, pur riprendendo elementi nar-rativi, cinematografici e scenografici della versione precedente, risulta essere più elementare, più piatto ed a tratti insignificante; l’elemento horrorifico è pre-ponderante a scapito del sottotraccia riflessivo che caratterizza l’antesignano. Insomma una pellicola di diverso valore culturale, incapace di far suo e ripro-

porre l’immenso contenuto del testo da cui è tratta; ma solo capace di adagiarsi passivamente sul lavoro cinematografico precedente, arricchendolo di dettagli “romanzati”(molto originale, vero?).

Breve spunto di riflessione: la versione svedese come sottotitolo ha Let the right one in (letteralmente Fai entrare quello giusto) basato sul gioco di parole Let the right in ossia accogli la verità mentre la versione U.S. ha come sottotitolo semplicemente Let me in … non vi sembra manchi qualcosa?!.Piatto di certo, come di certo sarà di successo: se la sua

versione sconosciuta e low budget ha incassato molto, perché mai non do-vrebbe farlo una riproposizione scial-ba ed elementare, per questo maggior-mente gradita al grande pubblico?In passato si sosteneva che il cinema fosse la fabbrica dei sogni; forse c’è, davvero, poco da aspettarsi da chi so-gna soltanto assegni facili, magari con un mucchio di zeri.

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On and On and on! -Blood Story- A cura di el_maxo

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Il Cigno Nero:Descentio ad inferos.

In medias res: The Black Swan (Il cigno nero), è un film, nelle sale il 2010, scritto e diretto da Darren Aro-nofsky (famoso per Requiem for a dream). La pellico-la è incentrata su un trittico di attori: protagonista è Natalie Portman (già Amici, amanti, e…; ma magari è meglio citare solo V per Vendetta), co-protagonista è Vincent Cassel (già I fiumi di porpora e Il patto dei lupi, e non ditemi che non sapevate fosse il marito di Monica Bellucci); il ruolo di protagonista/antagoni-sta, invece, è interpretato da Mila Kunis (già vista in Codice Genesi, ma vista meglio in Friends with be-nefits).Per coloro che hanno poca familiarità col mondo del-la danza (me, ad esempio), è doveroso citare la “famo-sa” trama dell’opera Il lago dei cigni di Čajkovskij.La storia è incentrata su una principessa, per magia mutata in un cigno, che cerca di riacquistare fattezze umane attraverso l’amore, l’unico “potere” capace di sciogliere il sortilegio che la affligge. E i mezzi per la sua libertà si presentano con l’arrivo in scena di un principe, che si invaghisce di lei, e che quindi, donan-dole il suo cuore, potrebbe liberarla. Ma il cigno nero, gemella invidiosa e malvagia, seduce il principe, che si “innamora del volatile sbagliato”. Il lieto fine non aspettatevelo, perché di fatto, pazzo di dolore, il cigno bianco si lancia da un dirupo e cerca la morte per li-berarsi dalle sue pene.Quest’opera rappresenta, icasticamente, il dualismo insito, secondo la concezione manichea, nell’animo umano: una parte pura ed ultraterrena come ultrater-reni sono i sentimenti di cui è latrice; una parte oscura (non pensate a Star Wars, please), crogiolo magmati-co degli istinti più bassi ed umani, dove l’inganno, la seduzione, il sesso, l’invidia e la fisicità dominano.Nella pellicola, Natalie Portman incarna la prima

componente. Una madre ossessiva che rivive, attra-verso lei, sogni di grandezza ormai tristemente sfu-mati; la ricerca costante della purezza del passo e della perfezione tecnica; una latente e mal celata “frigidità” o quantomeno scarsa familiarità con i più bassi, e in-tuibili, dettami della corporeità; una costante insicu-rezza e fragilità (che emerge anche attraverso atti au-tolesionistici); tutto ciò insomma fa di lei la candidata perfetta all’ambitissimo ruolo del cigno bianco.Infatti lo interpreta alla perfezione, trasfondendo nel passo danzato tutte le componenti “apollinee” del suo animo.Ma, se l’interpretazione del bianco è perfetta, col nero nascono i problemi. Dopo aver descritto il personag-gio, credete possibile che, una persona di tal fatta, possa far propri e rendere visivamente elementi tipo: la seduzione, la sfrontata femminilità, il piacere lus-surioso e le spire incantatrici di un animo malvagio?Vincent Cassel, coreografo, attraverso costanti vessa-zioni (anche “oscene”) cerca di rendere la protagonista più sfrontata e disinibita, cerca di “macchiare” il suo animo, di mutarla nel cigno nero. Così comincia la descentio ad inferos della ballerina, un viaggio all’in-terno di se stessa per liberarsi proprio di se stessa, per vincere la sue insicurezze e completarsi nell’esaltare tutte le componenti, caotiche e stridenti, che dispe-ratamente tiene nascoste così come, disperatamente, queste cercano di venire alla luce.Mila Kunis, invece, incarna il suo opposto; antiteti-camente la protagonista vive in e attraverso lei le fasi della sua discesa liberatoria. Una sorta di sosia oppo-sto e coscientemente vigile.Tutto questo è narrato ed interpretato in maniera magistrale, infondendo al film un ritmo narrativo in-calzante, drammatico e vagamente inquietante; dove trovano spazio anche realistiche allucinazioni, veri momenti di confronto della protagonista con se stessa e punte di spannung narrativo.Doveroso menzionare che l’interpretazione della Portman è stata insignita del premio Oscar.Da sfondo il mondo della danza, rappresentato non nei suoi elementi più fantastici in perfetto stile Step Up, ma nella sua drammaticità, nella durezza insita in quest’arte e nelle difficoltà che, praticarla, comporta.Come metafora del reale, è interessante dare uno sguardo a questo film; possiamo anche negarlo nell’il-lusione bieca della nostra ontologicità, ma l’uomo, in effetti, si struttura come una gerarchia di elementi dif-ferenti, in contrasto tra loro per assurgere ad una po-sizione di primato; e benché antitetici tra loro, questi

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“soggetti” sono destinati ad un destino comune ossia una corsa verso l’annichilimento.Così come, la due protagoniste\antagoniste, a loro in-saputa, durante la stipula del contratto, intrecciavano ironicamente i fili dei loro destini in una corsa ad un fine condiviso; difatti entrambe hanno finito (malgra-do le “migliori” intenzioni iniziali) per innamorarsi dei rispettivi “trombamici” (citazione colta, e letteral-mente riportata, da Amici, amanti, e…).Ah! Il dualismo umano si perde, quando germoglia-no i sentimenti più puri dalle situazioni più imma-ginarie? Oppure, salvando il salvabile, è proprio con “l’amore” che l’animo umano si redime, coniugando le sue componenti più inconciliabili?Al lettore l’ardua sentenza.

Il Cigno Nero: Descentio ad inferos - A cura di el_maxo

Cinema

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LaVeritàCelata

Correva l’anno 1100 e le crociate erano al termine.Un giovane uomo era stato mandato in missione per recuperare un oggetto, quest’uomo si chiamava Altaïr Ibn-La’Ahad (Aquila volante).Altaïr si avvicinò all’oggetto non curandosi di rispet-tare il suo credo, per questo non riuscì a conseguire la missione, finendo per perdere un uomo durante la stessa.Questo è il prologo di Assassin’s Creed I, uno dei gio-chi più belli mai visti per consolle e pc.Il gioco parla di un’antica fai-da tra la fazione degli assassi-ni e quella dei templari.Allora a capo degli assassi-ni c’era Al Mualim, mentre a capo dei templare c’era Rober-to Di Sable. Il gioco si svolge in 4 città: Masyaf, Gerusalem-me, Acri e Damasco, con una storia che farebbe drizzare i capelli a qualsiasi persona.

Le buone parole spese su questo gioco si buttarono fin dall’inizio, di innovazione si parlò sin dall’inizio, di gio-cabilità migliorata rispetto a qualsiasi altro gioco si parlo

tanto e fortunatamente non ci fu plagio o almeno non ci fu un plagio vistoso rispetto a qualche altro gioco.

Non spiegherò tutta la storia del primo capitolo della serie, anzi, vi invoglierò a comprarlo e giocarci come hanno fatto più di 100 milioni di persone in tutto il mondo.

Il primo assassin’s creed infatti è diventato un gioco platino, ovvero uno dei più acquistati di tutti i tempi.

Voi penserete : “conclusosi il primo la Ubisoft ( casa produttrice del gioco) si fermerà, poiché non potrà mai raggiungere un livello superiore di giocabilità sto-ria e longevità!” e invece vi sbagliate alla grande!

Circa un anno dopo l’uscita del primo gioco, la ubisoft fece uscire il secondo capitolo della serie, Assassin’s Creed II.

Questo gioco, a detta di molti, è il più bel gioco creato negli ultimi tempi.

E’, prima di tutto, un gioco che tocca molto noi italiani, poiché ambientato interamente nella nostra nazione.

Si svolge tra le città di: Firenze, Monteriggioni, San Gimignano, Forlì, Venezia e Roma.

Si svolge a cavallo tra il 1400 e il 1500, parla di un gio-vane uomo al quale è stato tolto l’affetto del padre e dei fratelli, uccisi ingiustamente a causa di un complotto.

A Cura Di Palmese

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Il giovane uomo in questione, del quale molti di voi avranno sentito sicuramente parlare, si chiama Ezio Auditore, discendente di una delle famiglie di assas-sini più vecchie d’Italia, il giovane era ignaro del suo futuro di assassino, fin quando, dopo l’incarcerazione del padre, Giovanni Auditore, Ezio venne a sapere del “secondo lavoro” del padre, conosciuto allora come uno dei banchieri fiorentini più importanti.

Il giovane Ezio, dovrà superare prove su prove per di-ventare un assassino e poter vendicarsi di colui che uccise suo padre e i suoi fratelli, Rodrigo Borgia, di-ventato papa ( fatto storicamente reale) proprio in quel periodo.

Ezio sarà aiutato nella sua ascesa ad assassino da per-sone del calibro di Leonardo Da Vinci e Niccolò Ma-chiavelli .

Ma la Ubisoft si è superata ancora una volta, con l’usci-ta di altri ben due capitoli della serie: Assassin’s Creed Brotherhood e Assassin’s Creed Revelation, quest’ulti-mo uscito il 15 novembre 2011. Ebbene per i giocatori più accaniti e per quelli che non hanno ancora giocato a questi due capitoli non rivelerò niente di scottante.

Assassin’s Creed è una serie spettacolare con retro-scena e missioni secondarie tutte da scoprire, non per niente sono usciti già due libri riguardanti il video-game scritti da Oliver Bowden. Non mi stupirei se a breve uscisse anche un film come è stato per un altro famosissimo gioco: Prince of Persia.

Insomma cari lettori, il gioco è una meraviglia con una grafica eccellente e con una giocabilità spettaco-lare, innamorarsi di questo gioco non è difficile, basta giocarci una volta e scatta la scintilla. E ricordate: Nul-la è reale, tutto è lecito!

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La verità Celata - A cura di Palmese

“Nulla è Reale, Tutto è Lecito!”

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Hall ofFame ~

...Sotw & Iotw

Si conclude,dopo settimane di TAVOLATE,il torneo di Texas Hold’em di animeDB. Si aggiudicala vittoria l’utente TORAKI,seguito da Hisoka [II Classificato]e labyrinth 87 [III Classificato]! Complimenti ragaz-zi!

Parliamo di Death Note Game! Anche quest’anno,a vincere,è un Investigatore!Kira stava per farcela,ma Boy Wildand l’ha scovato! Complimenti!

E finalmente tornano i Contest Writers! Tema di quest’ultima competizione era La Not-te di Halloween,descritta egregiamente dal Vincitore,DaVk!Complimentissimi!Ecco a voi il componimento:

“Zampe di ragno, occhi di drago,Ossa di goblin legate con spago,Pece scaldata sul fuoco che langue,Denti di serpe... Brodo di sangue!

Svegliatevi streghe, tornate cruentiDai vostri giacigli in attese dormienti...Gioia finita, paura realeQuesta è la notte dei semi del male!

Inizia a tremare, stirpe inferiore!Halloween sorge con cieco furore!La luce è lontana, la notte è vicina...La vita si spegne e alla morte s’inchina.

Nel buio i demoni errano inquietiA caccia di teste, budella e di piedi;Perciò chi vuol viver nel mondo dilettoRisponda presto! Dolcetto o Scherzetto?”

AMV of The Month - 01 : Primo concorso AMV mensile di animeDB!Vince Helmo xYz con un AMV dedicato a Tengen Toppa Gurren Lagan sulle notedi Closer to the Edge dei 30 seconds to Mars! Com-plimentoni![Per poterlo visionare, vai in Home Forum /Live /Anime & Manga /Contest AMV]

A Cura Di Josephine~

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Iotw 32! Complimenti a LiquidSnake!

SOTW 105! Vince Josephine~

IOTW 33! Parimerito fra ariel97 FaTa e Shiva Dreams D’Azur Complimenti ad entrambe!

SOTW 106! Vince FK95

SOTW 107! Vince TεQυiΙα

IOTW 34! Vince Dastard

Iotw 32 - LiquidSnake Iotw34 - Dastard

Sotw 105 - Josephine~

Sotw 106 - FK95

Sotw 107 - TεQυiΙα

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Hall of Fame - Iotw & Sotw A cura di Josephine~24

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Lupus inForumL’Ottava Edizione

Il lupus eritematoso sistemico è una malattia molto rara che può colpire diverse tipologie di tessuto. Ri-entra nelle malattie autoimmuni, cioè quelle che na-scono da una disfunzione del sistema immunitario. In Italia allo stato attuale il lupus è… Scusate, telefono.

“Come Mauro? Ah. Non quel lupus lì? Ah. Il lupus-lupus? Davvero vuoi un articolo su quello? Ehm… Va bene. Lo scrivo”. Eccomi, scusate di nuovo. Ehm, dicevo, sì, allo stato delle cose il lupus in Italia è un gioco che potremmo definire “di ruolo”. Due fazioni si oppongo con l’intento di scoprirsi e eliminarsi. I ruoli sono tanti e per questo vi rimando alle regole. La chiave di volta è l’inganno. In questo Liar Game non c’è pietà, l’amicizia si fa benedire, la compassione diventa gioiosa baldracca, i giuramenti contano come un lemonissimo a Natale.

Tutto questo a volte lascia anche un po’ d’amaro in bocca, se giocato tra amici, come spesso accade. Men-tire spudoratamente, anche per brula, è una cosa agro-dolce. Come quando si spil-lano 250 euro a poker al pro-prio fratello la sera - sempre di Natale, lo sapete che usci-rà un numero speciale na-talizio sì? - dopo il cenone. Però mentire fa anche bene. Io vedo come mento e come gli altri mentono, allora mi posso ancorare meglio alla realtà. Per esempio, io sono stanco del lupus e di men-tire. Quindi, se mai questo articolo vi farà venire voglia di giocare, dovete sapere che molto probabilmente vi dirò la verità in topic. Ovviamen-te non è vero. Ma neppure quest’ultima affermazione posso garantirvela. Capito il lupus? Sì?

Bene allora siete pronti per giocare, perché se avete det-to “sì”, siete dei bugiardi. Il lupus lo si capisce solo vi-vendolo un paio di volte. Su ADB viene organizzato con una certa regolarità, vedete

voi. Non so se potrebbe piacervi, ma è un’esperienza, quindi vi invito a fare una prova, considerando che se si partecipa, poi si mantiene l’impegno. Esistono an-che tornei dal vivo, sono la maggioranza. Le varianti

A Cura Di Knaves

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sono numerose, con differenti sfumature, a volte ci sono di mezzo lupi, altre volte mafiosi, ma il senso è sempre quello. Wikipedia fa risalire il gioco “Mafia” a un’invenzione di Dimitry Davidoff nel 1986, mentre la variante dei “Lupi” sarebbe di Andrew Plotkin nel 1997. Se queste notizie sono attendibili, lupusicamen-te parlando, sono anche fasulle.

Ultima cosa, si mormora che su ADB si voglia crea-re un gioco simile ma con ampie varianti. Non sarà semplice e servirà una mano da parte delle persone di buona volontà. Anche perché si tratta di giochi su base matematica, come gli scacchi anche se infinita-mente meno complessi. Ritengo che la notizia sia ab-bastanza attendibile, perché m’è venuta in mente ora e se state leggendo a mezza bocca, siete voi a mormo-rarla, sempre su ADB.

Vi amo tutti, ma anche no, oppure sì.

Killericamente Vostro.

Lupus inForumRegolamento Game

Regolamento:Due master dirigono il gioco. I partecipanti si divi-dono in lupi e contadini: i lupi dovranno cercare di uccidere i contadini e i contadini dovranno scovare i lupi e ucciderli.

Ci sono diversi ruoli: LUPI (solitamente più di uno), CONTADINI , VEGGENTE, MEDIUM, GUARDIA DEL CORPO, MERETRICE, CACCIATORE, MI-TOMANE, INDEMONIATO, GIULIETTA, DRU-IDO, CURATORE, FIGLIO DEL LUPO, STREGA, EL DIABLO, IL LOCANDIERE, IL PECCATORE, IL CRICETO MANNARO, BORGOMASTRO. Tali ruoli verranno decisi da un sorteggio. Ogni ruolo ha un “potere” diverso (spiegherò dopo il compito di cia-scun ruolo).

I giocatori che impersoneranno ciascun ruolo verran-no decisi tramite un sorteggio.

Il tempo si divide in notte e giorno.

Di giorno i contadini discutono su chi possa essere il lupo, sui vari sospetti e ipotesi, e votano chi secondo loro è un lupo. Ci saranno dunque due topic: in uno avverranno tutte le discussioni tra i contadini, potrete esprimere i vostri dubbi e discutere con tutti, nel se-condo topic avverranno solo le votazioni: i giocatori dovranno cioè scrivere il nome di coloro che vorranno votare e fornire una motivazione plausibile per iscrit-to, e ogni giocatore potrà votare soltanto UN giocato-re. Ogni ipotesi, incertezza o simili dovranno essere scritte nel topic delle discussioni. Chiunque potrà de-cidere di discolparsi come preferisce per convincere gli altri a non votarlo. Poiché le votazioni dovranno essere effettuate ogni giorno, il topic delle votazioni verrà ripulito ogni giorno, e verranno riassunte in un unico post tutte le informazioni relative a “chi ha vota-to chi”, in quanto tali informazioni potrebbero essere utili…

Durante la notte invece, i lupi uccidono i contadini. Essi possono uccidere solo UN contadino a notte, dunque si accorderanno su chi uccidere comunican-dolo poi al master con un mp.

Il master di notte comunicherà anche con altri ruoli. Ecco i compiti degli altri ruoli:

1. CONTADINI: non hanno alcun potere, ma sono proprio loro che dovranno capire chi sono i lupi, chi il vero veggente, scegliere di chi fidarsi e così via.

2. LUPI: di notte indicano una persona che verrà uc-cisa, ovvero comunicano con un mp al master chi uc-cidere. Essi dovranno mettersi d’accordo e indicare un’unica persona.

3. VEGGENTE: egli di notte dovrà mandare un mp al master con il nome di un giocatore. Il master gli dirà se tale giocatore è o meno un lupo. Non gli verrà dunque detto il ruolo del giocatore, ma solo se è o no un lupo.

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4. MEDIUM: ogni notte riceverà un mp in cui gli ver-rà comunicato se il giocatore ucciso di giorno dai con-tadini era o meno un lupo.

5. GUARDIA DEL CORPO: di notte manderà un mp al master con il nome di un giocatore (diverso da se stesso ovviamente). Tale giocatore verrà protetto du-rante quella notte, ovvero, non potrà essere ucciso dai lupi. La guardia non può proteggere per 2 notti conse-cutive la stessa persona.

6. MERETRICE: ogni notte sceglie una persona da portarsi a letto (^^), salvandola se questa viene in-dicata dai lupi. Se però i lupi indicano la meretrice, morirà anche la persona che è con lei. Inoltre, la me-retrice deve scegliere una persona diversa ogni notte, e se indica un lupo muore.

7. CACCIATORE: se sarà il più votato, dovrà mori-re… ma potrà decidere di portare un giocatore con lui comunicandolo tempestivamente ad uno dei due master.

8. MITOMANE: dovrà mandare un mp al master SOLTANTO LA SECONDA NOTTE, con il nome di un giocatore di cui assumerà il ruolo. Il ruolo verrà

assunto per tutta la durata del gioco, quindi le suc-cessive notti il mitomane non comunicherà più con il master. Se però diventa veggente o lupo, le successive notti dovrà accordarsi con l’altro veggente o con gli altri lupi, decidendo assieme a loro su chi indagare o chi uccidere, in quanto deve sempre essere una la per-sona da indicare.

9. INDEMONIATO: l’indemoniato sta dalla parte dei lupi! Il suo compito è quindi quello di BLUFFARE per difendere i lupi. Dovrà però fidarsi solo del suo istin-to, perché non sa chi effettivamente sono i veri lupi… Faccio alcuni esempi: se il veggente si rivela dicendo di aver scoperto un lupo, l’indemoniato potrà entrare in azione dichiarandosi il vero veggente. A quel punto a chi crederanno i contadini?! Compito dell’indemo-niato è fingersi dalla parte dei buoni ed essere più che mai credibile! È uno dei ruoli che crea maggior scom-piglio, quindi è importante che sappia giocare bene le sue carte

10. GIULIETTA: durante la prima notte essa sceglie il suo romeo, non conosce il ruolo di Romeo, essa sa solo di essere legata a doppio filo con lui, in caso lui morisse giulietta si suiciderà la notte successiva in caso in cui però giulietta venisse meno anche romeo

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sparirebbe la notte successiva in preda al dolore, in sintesi questi giocatori devono fidarsi dell’altro senza sapere nulla di lui. Se Giulietta muore per inattività Romeo continua a vivere e viceversa

11. DRUIDO: egli ha due vite. Se indicato dai lupi una prima volta non morirà (dunque il giorno seguente il master dirà che quella notte non è morto nessuno). Non tornerà invece in vita se ucciso dai contadini.

12. CURATORE: ha la possibilità di guarire una per-sona per tutta la durata del gioco, ovvero di far torna-re in vita un giocatore eliminato. Deciderà lui quando agire, ovvero deciderà lui la notte in cui mandare l’mp al master per dirgli chi far tornare in vita.

13. FIGLIO DEL LUPO: egli è un normale contadi-no, se però viene indicato dai lupi diventa anche lui un lupo: il giorno seguente il master dovrà quindi an-nunciare che non è morto nessuno e la notte seguente agirà come lupo assieme agli altri lupi.

14. STREGA: ha il potere di “deviare” la propria mor-te, una sola volta per tutta la durata la gioco. Se in-dicata dai lupi potrà quindi indicare a sua volta una persona, che morirà al posto suo. Poiché sta dalla par-te dei contadini, deve indicare colui che secondo lei è un lupo.Se la strega decide di usare il suo potere sulla meretrice, il protetto della meretrice non muore.

15. IL LOCANDIERE: Ogni sera i master in base a quanti personaggi saranno rimasti in vita comuniche-ranno voci di taverna al locandiere, queste voci non sono mai sbagliate ma non sono nemmeno totalmen-te esatte(si sa che le storie di taverna sono spesso ingi-gantite) che riguarderanno i morti del villaggio e altri argomenti più o meno futili.

16. IL PECCATORE: esso è un normale contadino, solo che se indicato dal veggente apparirà come lupo, esso ha possibilità una volta per partita di sacrificarsi per la causa dei contadini e sceglie di suicidarsi impe-dendo la fase di attaccao ai lupi.

17. IL CRICETO MANNARO: ai fini del termine del-la partita e per il medium è considerato un umano. Se è visto nella notte dal Veggente, muore insieme alla vittima dei lupi. Il criceto mannaro non appartiene a nessuna fazione: gioca solo per se stesso. Il criceto

mannaro non può essere sbranato dai lupi: se è scelto durante la notte, non viene sbranato nessuno. Il crice-to mannaro È L’UNICO VINCITORE SE È ANCORA VIVO QUANDO TERMINA LA PARTITA.

18. BORGOMASTRO: solo per due volte a partita può decidere di togliere un voto a suo piacere, però non può togliere i due voti nella stessa votazione. Nel caso decidesse di usare il proprio potere per una vo-tazione ma si andasse comunque allo spareggio può usare nuovamente il suo potere (ammesso che non abbia esaurito le sue due possibilità). Gioca dalla par-te del villaggio e in una fase con poche persone, è l’ago della bilancia.

19. EL DIABLO: questo ruolo “gioca da solo” , perché, se riesce a completare il suo obiettivo, è l’unico vinci-tore del gioco. Il suo obiettivo è quello di farsi ucci-dere sia dai lupi che dai contadini. Dunque, se verrà indicato dai lupi non morirà (anche se indicato più volte), mentre morirà se ucciso dai contadini. Il gioco a quel punto finirà e sarà dichiarato unico vincitore. Se però viene ucciso dai contadini prima di essere in-dicato dai lupi, muore normalmente come un sempli-ce contadino, e ha dunque perso.

DIVISIONE DELLA GIORNATA:

Le discussioni tra i contadini avverranno sul topic delle discussioni durante tutto il giorno. Ognuno po-trà agire come meglio crede e fare il proprio gioco. Ci sarà una votazione al giorno. È dunque necessa-rio votare il proprio sospettato entro le 19:45 sul topic delle votazioni. Passata quest’ora uno dei due master farà il conteggio dei voti e comunicherà la morte del più votato.IN CASO PAREGGIO SI PROCEDERA’ A FARE UNA SECONDA VOTAZIONE DALLE ORE 19:45 ALLE ORE 20:30 SE ANCHE IN QUESTO CASO NON SI GIUNGESSE A UNA PERSONA Più VOTATA SALTERANNO LE TESTE DEI CONTA-DINI MAGGIORMENTE VOTATI AL SECONDO TURNO. Il voto è obbligatorio: chi partecipa alle di-scussioni, deve votare. Chi non partecipa e non vota, dopo tre giorni viene eliminato. Chi partecipa e non vota per tre giorni, viene eliminato comunque. Dopo la morte del più votato inizieranno le comunicazioni tra master e ruoli. I ruoli dovranno comunicare con il master entro la mezzanotte. Oltre tale ora i master

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comunicheranno sul topic delle discussioni colui che è stato ucciso dai lupi, e alla luce dei fatti accaduti av-verranno le nuove discussioni. I vari ruoli avranno dunque tempo fino a mezzanotte di comunicare con il master, e oltre tale ora perderanno la possibilità di farlo. Il gioco inizierà con la notte, ovvero i master co-municheranno i ruoli ai vari giocatori. La prima notte agirà soltanto il Veggente, dunque i lupi non colpiran-no nessuno.

IMPORTANTE:

1) una volta morti non si può parlare con i vivi, ovvero non si può più postare nei due topic nè mandare mp ai giocatori ancora vivi, e soprattutto non si deve rivelare a nessuno il proprio ruolo fino alla fine del gioco.

2) si vince sempre “tutti assieme”, ovvero tutta la fazio-ne dei lupi o tutta la fazione dei contadini, malgrado alcuni di questi muoiano durante il gioco. Se invece El Diablo o il Criceto Mannaro raggiungono il proprio obiettivo, sono gli uninici vincitori.

Iscritti alla VIII Edizione Lupus in Forum

01.Kado9202.Josephine~03.Ecocopia04.Vitedo05.Rupy [Bot]06.raizen8807.chidori8908.feffa199109.Schwarze10.mrgoku111.Hisoka1212.Rud Khan13.MefyCactus14.kingboji15.akanechan16.mappezz [bot]17.DarkPhoenix EunCuco18.don9419.Boy Knaves20.Yoda021.Federtut22.Cassiopea9223.miuz88

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Lupus in Forum - A cura di Knaves30

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ContestIl Consiglia-FilmTutte le regole che vi faranno vincere

Presentiamo qui l’iniziativa di collaborazio-ne tra i progetti jOURnal e ConsigliaFilm

Essa è tesa a coinvolgere l’utenza sul tema della critica cinematografica, argomento al-

quanto stuzzicante!

Di seguito il regolamento del contest

Il Consiglia Film proporrà da principio uno, poi più film da recensire. I film saranno scelti da loro trami-te sondaggio entro sette giorni dall’uscita del numero precedente del jOURnal; l’avviso della scelta del film sarà visibile nella discussione “Consiglia Film” pre-sente in Streaming->Film.Tutti gli utenti che vorranno partecipare potranno scrivere una recensione del film proposto e spedirla tramite posta elettronica all’indirizzo [email protected] entro 10gg dalla data in cui è reso noto il ti-tolo del film.La recensione migliore, per scelta della redazione, passerà al vaglio di questa per correzioni di eventuali refusi o ortografiche ed infine sarà pubblicata nel nu-mero successivo.Una recensione per essere accettata deve necessaria-mente essere inviata entro la data prefissata, essere

lunga una cartella al massimo (3000 caratteri, titolo escluso), contenere adeguate informazioni sull’opera da trattare e opinioni motivate.Verrà pubblicata anche un’eventuale recensione idea-ta dai Buffoni sullo stesso film, da inviare secondo le modalità suddette.

Il Consiglia-FilmIl consiglia-film è un sistema efficace per consigliare uno o più film a voi tutti che non sapete cosa vede-re nelle vostre giornate buie e tempestose o anche in quelle belle.Il sistema è semplicissimo:l’utente dovrà compilare questa scheda con tutte le in-formazioni che ci servono per consigliare il film più adatto alle vostre esigenze e particolarità, che natural-mente esporrete nella scheda!

Ecco la scheda da compilare Genere?Italiano o Straniero?Cast, attori o registi famosi?Recente o datato? Film simili:Cose che non voglio vedere:Streaming o download:Altre info(sottotitolati, Tag Cam/Non cam)

Come richiedere:La scheda dovrà essere compilata e riportata completa in un messaggio lasciato da voi in questo stesso topic. Riceverete la risposta in pochi minuti, se possibile... Se la risposta ritarderà è segno che non c’è nessun consi-gliaFilm sul posto (cioè sul forum) in quel momento.Per questo motivo evitate di fare richieste all’ultimo momento (del tipo: fra mezz’ora arrivano degli amici, consigliatemi un film da vedere insieme!). Se proprio avete una scadenza, postate la richiesta con almeno 24 ore di anticipo, per sicurezza...

Guida alla scheda:Per genere si intende uno o più a scelta tra avventu-ra - azione - catastrofico - commedia - drammatico - fantascienza - fantastico - guerra - horror - polizieschi - romantici - thriller - western.Italiano o straniero: si intende la lingua originale; ov-viamente consiglieremo film doppiati in italiano, se

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volete un film straniero (o, al massimo, in lingua ori-ginale con sottotitoli).Cast: potete indicare se c’è un regista o un attore che vi interessa particolarmente...Recente o datato: potete indicare se volete solo film recenti o solo di un certo periodo...Film simili: se volete un film che assomigli assoluta-mente a uno o più film già visto/i...Cose che non voglio vedere: ad esempio, se odiate i film sui vampiri, o quelli romantici, oppure horror...Streaming o download: se non indicate nulla qui, ver-rà consigliato lo streaming...Nelle “altre info” potete specificare meglio se volete qualcosa di particolare; se preferite, ad esempio, i film in lingua originale e sottotitolati in italiano, se non vo-lete i cam, oppure un argomento che vi interessa, ecc.ecc.

Importante:Il contest partirà dal numero che verrà pubbli-cato a gennaio in quanto è prevista una pausa na-talizia della redazione, la quale non potrà per-tanto rispettare i tempi.

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con questo

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L’elegante macchina del gossip e l’intimo voyeuri-smodello spettatore Bla bla bla, parole e parole sino a condurre il più pa-ziente tra gli spettatori al misologismo!Eppure, c’è una sottile differenza tra i vari gruppi di parole, ed è su questo che è doveroso soffermarsi.Il vero non ha opposti: il reale è ed è soltanto, come tale il suo opposto sarebbe il non è ossia l’inesistente sotto qualsivoglia forma.Premettendo questo, termini appartenenti al campo semantico della finzione sono, per ne-cessità, inscrivibili in un contesto puramente rea-le. Finti sono i soldi del Monopoli, ad esempio: astraendo, finto è tutto ciò che, pur essendo re-ale, dichiara a priori la sua mancanza di verità; e come tale è accettato.Il contrario del finto quindi non è il vero ma il falso, come un quadro, per l’appunto, falso d’autore, ossia qualcosa che si ammanta, che si spaccia, per qualcosa di autentico pur non essendolo.Se si accetta questa presa di posizione, costruita su

basi puramente semantiche, è possibile comprendere che la televisione e tutto il costruito che essa contiene è semplicemente finto.Leopardianamente parlando, accettare una realtà poe-tica o scrittoria significa conferire verità a quel mondo artefatto. Se per esempio si legge un fantasy è impos-sibile comprenderlo se non lo si vive: bisogna credere vero che esistono elementi mancanti alla nostra realtà quali la magia, gli elfi, i folletti e tutto ciò che una sana mente prolifica può immaginare.Naturalmente quanto detto è estendibile anche al mondo televisivo, se ad esempio ci si ritrova dinanzi ad un recitato qualsiasi, per gustarlo a pieno, è neces-sario (oltre che l’abilità scrittoria e tecnica di tutti gli operatori del settore) calarsi al suo interno, non im-medesimandosi ma accettando che le premesse tal-volta irreali della storia sono in tutto e per tutto reali e coerenti.Questo porta ad una conseguenza fondamentale. Evi-tiamo inutili prolissità sui fenomeni di dissociazione della personalità ed astrazione dell’ego che la moderna psicologia ha già abbondantemente compreso e svi-

scerato, in questa sede non è il caso di fare della scienza spic-ciola e senza valore; è ne-cessario qui comprende-re come il finto genera

il suo contrario, da ciò che è finto nasce ciò che è falso. E questo semplicemente è il gossip.L’etimo di questo termine è curioso, infatti affonda le sue radici nella storia della politica, dove i capi isti-tuzionali erano soliti conferire incarichi di “spionag-

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gio” ai propri sottoposti dicendo loro di recarsi in luo-ghi

pubblici, debitamente nascosti ai loro avversari, e di “bere qualcosa e prestare orecchio”, tradotto to go sip. E così, dal go sip della politica, il termine ha assunto un valore mediatico e commerciale enorme, indican-do una vera e propria attività di ricerca di dettagli (per lo più privati e scandalistici), evolvendosi nel comune gossip.Ma con l’evolversi, questo mostro ha assunto, anche, connotazioni economiche, e se si riflette attentamente anche di spessore, quindi la ricerca non è più spassio-nata o appassionata ma è finalizzata all’ottenere risul-tati, anzi essa deve ottenere risultati. E il più delle volte questi risultati, se abilmente orchestrati, sono di gran-de vantaggio anche per coloro che dovrebbero esser-ne le vittime, e in questo modo il gossip diviene una macchina economica prorompente. Elegante, e sa-pientemente orchestrata, falsa quanto può esserlo una moneta dal valore di 3€, produce soldi e si alimenta di soldi. E il comburente di questa enorme fiamma sia-mo, ovviamente noi, gli spettatori, che in questa sede divengono sia fruitori passivi che agenti attivi al con-

tempo, quasi che fossimo capaci di costruirci, da noi stessi, bugie che raccontiamo, ancora una volta a noi stessi, e alle quali (odio ripetermi) noi stessi crediamo.

Ma se, come da premessa, il falso ed il finto sono reali, e abbiamo definito qual è il margine di realtà del finto, viene da domandarsi: su cosa affonda le proprie radici il falso, in questo caso il gossip?Ovvio, ancora una volta: la matrice di realtà del gossip

siamo noi.

Abraham Maslow (classe 1908) è uno psicologo sta-tunitense, che a lungo si è interrogato sulla domanda

precedente, pervenendo a semplici regole che defini-scono la validità reale del pettegolezzo per il suo fru-itore.Primariamente l’uomo, da semplice creatura ego-maniaca quale è, ha la necessità di parlare di altri per scaricare le proprie tensioni mentali, quasi fosse un antidepressivo naturale; in particolar modo questo avviene quando si discute di personaggi famosi (ric-

chi o belli o invidiabili che siano): questo li rende agli occhi dei “comuni” più vicini a loro, e quindi riduce il rischio di depressione derivante dal confronto con

“La storia della razza umana è la storia di uomini e donne che si sottovalutano”

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realtà svantaggianti.Se tale attività viene reiterata permette di proiettare su un per-sonaggio feticcio un problema che, per-sonalmente, affligge chi ne parla. Questi, vedendolo in manie-ra traslata, si illude di poterlo facilmente

gestire o superare; riducendo anche l’insorgenza di stati di aggressività o negatività cronici.In ultimo il pettegolezzo cementifica i rapporti sociali, permette l’unione di realtà distanti e consente il man-tenimento vivo del comune, ma vista l’origine malsa-no, senso morale.Ragioni, queste, a cui dobbiamo essere grati se la no-stra televisione è così piena di reality che nulla hanno di reality, talent show fallimentari che si ingraziano il pubblico con storie d’amore posticce, lacrime facili e televoto, insomma: per ogni lato umano c’è qualcuno in grado di sfruttarlo, arricchendosene.Ragion per cui, ancora, si dice che sia necessario tanto ma tanto sesso per giungere alla fama che, una volta conquistata, porta a giurare sulla propria indiscutibile castità.Certamente quanto esposto sin ora è solo il mio pare-re, reso più autorevole con la citazione di uno stimato

uomo di scienza, ma pur sempre opinabile; e il sot-toscritto non ha alcuna voglia di ergersi a giudice, sceso dall’Olimpo dei falsi sapienti, che al pari di un deus ex machina appare per risol-vere una questio-

ne. Mi accontento di sollevare un’onda di attenzione su cosa ci è dato da guardare, proponendo l’idea che, mentre arrostiamo sulle nostre sedie perché il benia-mino di turno è a rischio eliminazione ingiusta, qual-cuno ride della nostra bonaria stupidità traendone non pochi vantaggi. Addirittura riescono a farci chia-mare V.I.P. individui insulsi ed incapaci di cui mai e poi mai, liberamente, avremmo voluto sentir parlare!Per cui un semplice consiglio in conclusione, che per

quanto abusato è e resta sempre valido: bisogna sem-pre fare le cose consapevoli della propria scelta, e con-trastare chi tenta di addomesticarci per portarcela via; anzi dovremmo ricordare a costoro che noi al di qua dello schermo siamo l’origine e il fondamento del loro successo e che questo va meritato.Ironico che lo stesso tasto che ci permette di accende-re la tv, ci consente anche di spegnerla, non trovate??!

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Braveheart Intervista a epic87

Luca, 24 anni, lecchese insediatosi nelle nebbiose pianure brianzole a Rovagnate. Operatore turistico specializzato in pellegrinaggi in luoghi mariani [un omaggio all’intervistatrice?], su ADB lo conosciamo tutti come il G-Mod epic87. Si definisce “la tipica spalla su cui poter contare”, schivo e pensatore. Cosa si nasconde dietro il velo d’indecifrabilità di questo Staffer?

Epic87, un nome un per-chèIn realtà io avevo pensato ad Epic e basta, ma trovan-dolo già occupato nel siste-ma, vi ho aggiunto l’87, ma per me rimane sempre di contorno.Per me la parola Epic come

nickname ha un doppio significato: il primo è legato, banalmente, al tatuaggio di Epic Mazur, uno dei due rapper della band Crazytown, raffigurante appunto il proprio nome d’arte.Il secondo invece è più profondo e nasce da un sogno che ho avuto da piccolo, in cui ricordo di aver salvato una gentil donzella sacrificando la mia stessa vita. Un gesto Epic-o, non trovi?

Raccontaci di cosa ti occupi e di come ha in-fluenzato la tua visione in ambito di fedeIl mio percorso lavorativo inizia a marzo 2010, al con-

seguimento della laurea in Scienze Turistiche.Dopo una stagionalità offertami in un villaggio della Calabria durata tre mesi, mi sono messo alla ricerca di un’occupazione a tempo indeterminato, recandomi personalmente nelle aziende e uffici di Lecco a porta-re il mio curriculum.Per un “disegno divino” [l’intervistato sorride, ndr], notai sul quotidiano locale un annuncio di lavoro per due operatori addetti all’Ufficio Pellegrinaggi di un tour operator, al quale avevo portato il CV proprio la settimana precedente. Durante il primo colloquio, tra le altre cose mi venne illustrato chiaramente la tipolo-gia di clientela con la quale avrei avuto a che fare; ver-so metà dicembre mi richiamarono e dal 10 gennaio 2011 sono ufficialmente assunto.Pur non avendo la stessa visione di coloro che si ri-volgono a noi, per forza di cose sono stato influenzato da molti fattori: la determinazione, i sacrifici e la spe-ranza che queste persone sono disposte a spendere nel perseguire la propria fede, mi ha portato a riflettere e ad apprezzare il mio lavoro. Inoltre, le occasioni di dialogo e scambio di opinioni non mancano, andan-dosi a creare con ogni cliente un rapporto di fiducia reciproco.

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Le tue ambizioni. Quali hai raggiunto, quali no e in quali speri ancoraLe scelte che ho fatto fino alle scuole medie sono state decisamente istintive, com’è normale che sia.Da bambino la mia passione era la paleontologia; ave-vo una fissazione per i dinosauri, seguivo documenta-ri e leggevo manuali. Poi mi dissero che non mi dove-vo aspettare molti soldi da questo tipo di lavoro e così l’incanto svanì.Alle elementari cominciai a trascorrere molto tempo ai videogiochi, coltivandone un vero e proprio hobby che mi ha condotto a scegliere l’ITIS indirizzo infor-matico alle superiori.Per quanto riguarda l’università invece, presi una de-cisione più soppesata e seria, seguendo un’inclinazio-ne che possedevo sul serio; e così scelsi di frequentare la laurea triennale in Scienze Turistiche. Ora grazie al lavoro che faccio ho un collegamento con gli studi che ho fatto e grazie ad essi ho sviluppato una forte volon-tà di viaggiare per conoscere realtà diverse.

Becoming Mod, il tuo percorso su ADBMi sono iscritto al sito nell’ottobre 2008, scoperto gra-zie ad un amico che me lo segnalò per il download di anime e telefilm. [L’intervistatrice aggiunge: “Come tutti!”]

In questi quattro anni, ADB ha trascorso delle vere e proprie “ere”: inizialmente, era tutto molto più in-timo benchè il database fosse comunque sufficien-temente fornito; ma la vera colonna portante era la community del forum. Sezioni come Off Topic, Semplicemente noi e Cazzeggio la facevano da pa-droni.La mia vera carriera è iniziata come Vendicatore; tale ruolo designava coloro che dovevano mantene-re l’ordine in Cazzeggio con una certa rigidità, can-cellando messaggi di spam e vigilando sugli utenti. La carica fu in seguito rimossa in quanto non rite-nuta più necessaria.Così mi sono avvicinato ai Fan, mi notarono per la disponibilità e l’impegno al punto da esser pro-posto come papabile, nonostante all’epoca contasse molto di più la realizzazione di release (non esisteva una distizione tra Fan e Upper). In seguito ci fu il “periodo buio” del sito a causa dell’anno trascorso offline, un evento che spiazzò tutti noi; al ritorno

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tuttavia mi detti da fare nella sezione Presentazione fino ad esserne eletto Moderatore e finalmente, verso fine prima-vera 2010, il salto di qualità a G-Mod.

Il G-Mod, questo scono-sciuto...Puoi ben dirlo!Il G-Mod (Global Mod, ex Staffer) è, appunto, colui che si occupa della moderazione globale del sito. A differenza degli altri colleghi, non ha una sezione di riferimento, agisce idealmente su tutto il fronte, in qualunque sezione del fo-rum e del database.Al momento siamo in due: io e Animelover.

Parliamo ora dei Fan, la “linfa vitale” di ADB per definizioneMi posso ritenere uno dei pro-motori del nuovo ordinamen-to per l’acquisizione del titolo di Fan, attualmente in vigore dopo quattro mesi di battaglie.In esso noi riconosciamo co-loro che si distinguono nella community per la parteci-pazione propositiva e attiva in una o più sezioni del forum, dando un contributo personale attraverso la partecipazione ai contest, il supporto agli altri utenti, le segnalazioni, la candidatura ai vari progetti esistenti e non ultimo, la realizzazione di release. C’è da preci-sare che se un tempo quest’ultimo criterio era ritenuto determinante per lo status di Fan, oggi non è più così; rimane comunque caldamente consigliato.Inizialmente, non esistendo una figura precisa che fa-cesse da tramite tra i Fan e lo Staff per comunicazioni o proposte, mi candidai a tale compito, ed ora mi oc-cupo della convalida delle candidature e della super-visione delle stesse.

Il tempo libero secondo 3picAd avercene!Quando non lavoro e non assesto kick agli utOnti,

faccio il deficiente che corre dietro alla palla nel calcio a 7. [Il terzino, ndr]Un tempo suonavo la chitarra elettrica, la mia Violet; spero un giorno di poter tornare a dedicarmici come si deve.Non mi definisco un gran conoscitore di musica, ho iniziato ad appassionarmi al genere Metal, soprattut-to power europeo e heavy, per poi orientarmi al rock melodico. Il mio gruppo preferito sono gli Our Lady Peace, una band canadese che si definisce Art Rock.Mi piace la musica popolare, quella che racconta le tradizioni dei popoli e fortemente legata al contesto geografico in cui nasce.Non sopporto invece la musica italiana, se non per due eccezioni: Elio e le Storie Tese e Davide Van Der Sfroos.Mi piace andare al cinema, prediligo film incentrati su viaggi introspettivi oppure che raccontano la mor-

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te ed il sacrificio di un personaggio per la salvezza di qualcosa o qual-cuno, quindi generalmente dram-matici. Non per nulla amo Into the Wild e Armageddon!La mia vera pecca è ahimè la let-tura: non vanto un numero spro-positato di libri letti. I due libri che hanno cambiato la mia vita sono Il gabbiano Jonathan Livingston di Bach (scoperto grazie ai miei ge-nitori) e On the Road di Kerouac; quest’ultimo non l’ho apprezzato alla prima lettura, in fondo avevo solo 14 anni. Rileggendolo poi, ho compreso il genio dell’autore nel descrivere la beat generation, facendo giungere a fasi alterne gli impulsi della propria creatività ai protagonisti facendoli agire di puro istinto.Infine ho una passione sfrenata per le nuvole: vorrei avere il tempo, come anni fa, di trascor-rere interi pomeriggi ad osservarle e perdermi nei miei pensieri cer-cando di interpretarle.

Scripta manent: ferma su carta un momento 3pico

A dire il vero un po’ me ne vergogno: ai Mondiali di calcio del 2006 ho indossato ad ogni partita dell’Italia la stessa maglietta; no, non l’ho mai lavata. Però portò bene.Non ho ripetuto la cosa nel 2010 e il risultato s’è visto...

“L’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze”. A cosa ti fa pensare?Questo è Into the Wild, la scena dell’incontro tra il vecchio Ron e Alexander.Il significato è l’essenza dinamica e al contempo statica dell’animo umano. Se ci fossilizziamo ad un determi-nato livello ripetendo meccanicamente le stesse azio-ni, il nostro spirito non si eleverà mai. Quando invece si creano delle situazioni nuove e magari inizialmente problematiche, difficili da analizzare, esso si adegua e si accresce in modo da poterle affrontare e risolvere.

Lo spirito segue l’uomo stesso e per mantenerlo vivo c’è bisogno di rinnovamento.Ecco, Ron era vincolato alla sua realtà: la casa, la vita dopo la morte della moglie che in realtà era una nonvita; scappava dalle situazioni che avrebbe potuto affrontare. Alexander gli ha fatto capire che poteva farcela.E’ una delle mie scene preferite, mi commuovo sempre rivedendola.

Chi è secondo te un Alexander Supertramp del 2011?Qualche tempo fa ho letto di un bambino tedesco, Felix Finkbeiner, che a soli 9 anni si era prefissato di voler piantare un trilione di alberi entro il 2020. Il suo progetto si chiama “Plant for the Planet” ed è ormai patrimonio mondiale.Se consideriamo che ora ha 13 anni ed è arrivato a quota un milione nel suo Paese, è uno smacco al-lucinante ai sedicenti moralisti e antropologisti se-condo i quali il mondo sta decadendo.

Secondo me lui può essere un perfetto Alexander Supertramp del 2011, perchè sta perseguendo un obiettivo che si è posto con determinazione e che non è stato affatto dettato dalla società in cui vive, anzi! La sua è una vera e propria rivoluzione, ben-chè l’obiettivo sia al limite dell’utopia.

Il gabbiano Jonathan Livingston, a parole tuePer descrivere questo libro, farò uso di due stru-menti: la chiave di lettura e di interpretazione.La chiave di lettura è imperniata sull’obiettivo che Jo-nathan persegue da sempre: l’auto-perfezionamento nel volo. Avendo capito di non essere come gli al-tri gabbiani del suo stormo, indaffarati unicamente a procurarsi cibo, dedica la sua vita unicamente al raggiungimento del suo ideale; fino a quando, at-

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traverso il passaggio di livello di coscienza, incontra il Maestro, che gli mostra il motivo per il quale non ave-va ancora raggiunto la perfezione: era vincolato alle sue abitudini e conoscenze, a un quando e a un dove.La chiave di interpetazione si concentra proprio sul concetto del “qui ed ora” espresso dal Maestro: spesso la nostra è una visione delle cose che tiene conto di troppe variabili, quando in realtà non dovrebbero es-sercene. Il segreto è aprire la propria mente, persegui-re la propria volontà senza limiti. L’unico vincolo da dover davvero considerare è la libertà altrui, che deve rimanere inviolabile.

L’3picpensiero sulla politica italianaPremetto che non sono ferratissimo in materia; mi di-chiaro apolitico al 100%, non ho fiducia nei politici né in ciò che cercano di propinarci.E’ stato istituito un governo tecnico che dovrebbe far-ci voltare pagina rispetto a quello precedente, caratte-rizzato più da “bassi” [sottolineatura volontaria, ndr] che alti.Riforma delle pensioni, ritorno dell’ICI sulla prima casa: si parla molto di sacrifici. Io però mi chiedo: perchè Mr Monti (di cui ho un discreto rispetto per ora) gira con tre portaborse? Dov’è a questo punto la differenza con i predecessori politici?Tra Camera e Senato lavorano un totale di dipendenti che non supera i 6.000; le auto blu sono circa 65.000. Qualcosa non va, no?

Definisci la tua vita come fosse un quadro, metaforizzando colori, pennellate, luci e ombre...Il quadro che dovrebbe rappresentare la mia vità è senza persone, un paesaggio naturale senza alcun se-gno di civiltà.

Selvaggio, incontaminato. Contorni non definiti. Una contrastante alternanza tra luci e ombre. Ed un cielo pieno di nuvole, il tipico cielo irlandese. Sullo sfondo, qualcosa che rimandi a un paesaggio montano.Amo la solitudine. Dentro di me, se potessi osservar-mi, mi vedrei nel nulla, senza nessuno intorno. Il col-legamento al paesaggio è volontario: esprime il mio desiderio di non voler essere impattato dalla società.

Un biglietto di sola andata. Per dove?Al corso di Antropologia in università, ho potuto stu-diare un popolo di autoctoni insediatisi nell’Arcipela-go di San Blas, a Panama, nei pressi della capitale: il popolo dei Kuna, di cui mi sono innamorato.In questo momento e da un paio di anni a questa par-te, vorrei andare lì.Il perchè?

Per conoscere una società diversa da quella a cui sono abituato. E per avere una visione globale di quel che il

nostro pianeta ci offre culturalmente, incontrando e studiando più etnie possibili.

Alla prossima 80s-Intervista!

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Il Nuovo Prometeo Moderno:Il Dott. Mezzocuore.

Ecomondo 2011Un Caffè per SalvareIl Mondo

Ogni anno, a Rimini, si svolge Ecomondo: “fiera in-ternazionale del recupero di materia ed energia e del-lo sviluppo sostenibile”. Una fiera di grande importan-za e altrettanto imponente estensione. Quest’anno la fiera si è svolta dal 7 al 10 novembre e l’evento era alla sua 16° edizione.Ciò che colpisce, prima di tutto, è la zona fiere di Ri-mini, con una fermata del treno dedicata. Entrati nella grande hall si è subito coinvolti dal calore, dalla gran-dezza e dal senso di pulizia, dalla folla e, perché no, anche dalla burocrazia, che richiede la compilazione di un modulo prima della concessione del biglietto. L’entrata, da quel che si è potuto capire, prevede il pa-gamento di un prezzo ridotto per professionisti del settore e studenti, e del prezzo intero per gli altri visi-tatori. Per gli interessati, i prezzi aggiornati a quest’ul-tima edizione: 2 euro l’ingresso ridotto, 15 quello normale. Da subito, quindi, è ben chiara la spiccata

tendenza dell’evento ad essere un polo di commercio e business, più che di informazione.La fiera è divisa in quattro grandi aree (A, B, C e D), la segnaletica per muoversi all’interno della vasta zona è chiara, ma a scanso di equivoci ci si può munire di una cartina, all’ingresso. Tra le quattro zone non vi è una marcata differenza di offerta, ognuna delle quattro è divisa in 7 grandi padiglioni, al cui interno si diramano i labirinti degli stand delle varie azien-de. Qualche conferenza, qua e là, da al tutto una ve-ste molto culturale, e di certo la disponibilità da parte delle aziende ad informare (sul loro prodotto) non manca, come non mancano vivande e gadget offerti negli stand, insieme alle riviste ed ai depliant infor-mativi – in carta riciclata, pensereste, giusto? Non è così purtroppo- , si parla di impianti di smaltimento e depurazione, si parla di energia rinnovabile, solare e non, anche di discariche.

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In Altre Parole

Se avrete l’occasione di vedere la fiera con i vostri oc-chi, vi accorgerete che le persone che incontrerete non hanno tempo da perdere, sono business-man, uomini d’affari, che cercano investimenti, tecnologie remune-rative, nuovi campi di guadagno.Certo, si parla comunque di tecnologie volte alla pre-servazione delle risorse e dell’ambiente, di recupero, di salvataggio e prevenzione, questo senza dubbio.Passata la prima area, l’offerta diventa più tangibile, e sembra di entrare in veri e propri mercati, dove si vendono e comprano i macchinari più vari, dai bido-ni della spazzatura per paesi e città, ai camion per la raccolta differenziata, passando fino a mezzi più pe-santi, come gru, arrivando alla vendita di veri e propri macchinari per lo smaltimento di rifiuti solidi (e non) urbani.Di sicuro chi cerca informazione può benissimo evi-tare il prezzo del biglietto, chi cerca affari invece casca

bene. In compenso consolarsi è facile: sono numerose le aree di ristoro: gelaterie, enoteche, paninoteche e chi più ne ha più ne metta. Una volta usciti, anche se stanchi, avrete un ulteriore motivo di soddisfazione nell’ammirare le vostre borsine che saranno piene di matite, riviste, righelli, calendari e blocchi notes.Un piccolo stand fa sorridere, un cartello recita: < >, in sintesi, viene chiesto agli arditi, pieni di idee inno-vative, di scriverle su un foglio (10 righe che salveran-no il mondo) in cambio di un caffè offerto. Io non ho preso il caffè, l’avevo già bevuto, ma vi assicuro che se avessi avuto qualche idea valida, beh, l’avrei scritta, non mi costava niente.Un piccolo avviso per chi non cerca affari: non trove-rete niente, là, per salvare il mondo, in compenso per raggiungere Rimini in qualche modo l’avrete un po’ inquinato.

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In Altre Parole

In questo Numero ci scrive una carissima lettrice del J. nonché nuovissima Dj.White Oleander, “Oleandrina” per chi come noi, (reda-zione) segue la sua trasmissione.Lei è Keep calm and listen dubstep.

Carissima Redazione del Journal,Cari Moderatori, Amministratori,Cari Dj,Cari Writers,Cari Tecnici di AnimeDB, Grafici, Fansub (ho scritto giusto ?!),Caro ANIMEDB,VI STIMO.

Parto in questo modo e con queste due parole perché è tutto ciò che ho voglia di esprimere ed entro nel det-taglio partendo dal mio inizio in questa pagina.Non sono una vecchia iscrizione. Mi considero anco-ra una novellina anche se è un po’ di mesi che sono iscritta, prima frequentavo un’altra pagina dove per mancanza di interesse di chi la seguiva io ero sola-mente un nickname di una persona che guardava solo in streaming ciò che gli serviva.Era vuoto e privo di iniziativa, un forum scadente e la chat sembrava il luogo dello scarto, non c’era un ap-proccio con qualcosa di diverso che le solite battute a fine sessuale, le prese in giro, un bullismo nei con-fronti di chi si esprimeva.

Per me era solo un click per megavideo, nient’altro di più.Poi però mi stufai di tutta quella noia, non trovavo niente da fare quando dovevo aspettare i ben amati e odiati 72 minuti e cliccavo solo su facebook o per lo meno in altre pagine come youtube o weheartit per passare il tempo.Mi stufai e ne avevo piene le palle quindi mi misi alla ricerca di questo sito, del fatidico animedb che mi era stato consigliato da una mia amica.Però lei me lo presentò come migliore sito in piazza per lo streaming, non aveva aggiunto nient’altro.Quindi per me fu come posso dire un momento di sollievo dato che la pagina precedente aveva abbassa-to la saracinesca definitivamente ad internet, così io iscrivendomi non avrei mai pensato una simile rivela-zione, la stessa che tutt’ora voglio esprimere con le mie umili parole e la gratitudine infinita.Quando finalmente mi presentai, ebbi un “benvenu-to” dai welcomers che era come se fossi entrato in un centro benessere così da che ero partita con scopi solo per vedere gli anime che seguivo e i telefilm sono fi-nita a passare il tempo più nel forum che altrove, di-

La Posta DiVariousA Cura Di Various

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menticandomi totalmente di finire la serie che tutt’ora seguo.Ma un motivo di certo ci sarà ? Non credete ?Il fatto che io non frequento più di tanto il mio profilo facebook che a mala pena concludo la serie che tanto seguo oppure il fatto che ora le mie pagine fisse sono solo youtube e animedb.Che non uso più msn ma skype sapendo che qui ci si può parlare tra di noi.

Ebbene sono contenta di tutto questo, contenta del fatto che questo sito non mi ha rapito nell’animo per l’efficienza sui link in streaming o su i download ma tanto per il fatto che è presente nel forum e che rende il tutto più curioso, diverso e divertente.Esempio chi mai penserebbe che c’è il giornale di ani-medb ? Io di certo non me l’aspettavo oltre ad essere un modo molto carino e divertente di essere attuali con il mondo semplicemente perchè certe persone giudicano ancora internet come un luogo che ci scol-lega da tutto il resto che ci circonda, ma in realtà si rivela una soddisfazione. Un’evoluzione.Un cambiamento il fatto che qui esistono persone che si confrontano a livello culturale e culturale io non in-tendo lo studio al liceo o all’università.Io intendo il fatto che qui esistono persone che ci met-tono la fatica, il sacrificio, la voglia, l’energia, la passio-ne nell’avere questo confronto di idee, scambi, nel far-si notare come le proprie anime che ci appartengono esistono, si fanno notare e con tutto quello che fanno al di fuori di qui, ci sono lo stesso.Ognuno è presente a proprio modo e il bello è che ognuno di voi o di noi, si interessa veramente.E vedere come scorrono le correnti su animedb che leggendo l’articolo era partito solo da 1000 iscritti ed era un sito solamente per streaming è diventato un luogo di scambi!E questa rara bellezza reca dentro di me gioia infinita.Sono contenta davvero tanto di trovarmi qui iscritta.Contenta di conoscere, scoprire, incuriosirmi più che mai in cose nuove, di mettermi in gioco e di vedere che c’è partecipazione da tutti e da tutto.Ringrazio di principio i creatori di questa pagina, rin-grazio anche quelli che l’hanno costruita anche dopo la creazione a chi ha aperto mille e cento porte in altre nuove attività.Ringrazio tutti quanti per essere arrivati fino a questo punto e di avermi tolto quella strafottente noia che mi portavo dietro.Grazie di tutto allo Staff di animeDB (e per staff inten-do tutti quanti nessuno escluso!)

White_Oleander

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Apuleio Docet

Alle volte è meglio NON ascoltare…

Chi ha avuto modo di tradurre (incubo!) passi dell’o-pera Asinus aureus di Apuleio, di sicuro avrà poco da stupirsi. Infatti da Mandawa, Zinbabwe, tal Sun-day Moyo, 26 anni, racconta agli agenti una storia che ha dell’incredibile. Andiamo per ordine: due agenti di pattuglia, durante una comune ronda notturna, in risposta a suoni inconsulti, si avvicinano al luogo “sospetto” e con stupore sorprendono il nostro prota-gonista impegnato in atti milesiani con, come patner, un’asina. Subito interrotto, l’uomo, mostrandosi appe-na riscosso da uno stato di trancé, urla stupito per la situazione, asserendo fermamente di essersi apparta-to con una donna, ma che, probabilmente, questa si è tramutata in asina a sua insaputa, ammagliandolo e lasciandolo convinto delle sue precedenti fattezze.Gli agenti, cauti e divertiti, lo hanno arrestato per vio-lenza sugli animali, e l’improbabile giustificazione è costata all’uomo anche una visita psichiatrica.

Columbus, Ohio, è lo sfondo di questo incredibile, ma vero, resoconto di una improbabile rapina in banca.Un giovane, dati anagrafici sconosciuti, si reca in ban-ca ammantato con cappuccio e passamontagna allo scopo evidente di coprire i tratti somatici.Questo però contravviene alla regole imposte in tut-te le filiali della PNC Bank: infatti, proprio allo scopo di prevenire rapine si fa divieto ai “clienti” di recarsi nelle sedi a volto coperto; un impiegato della banca, quindi, si avvicina al giovane chiedendogli gentilmen-te si smettere quella particolare tenuta o uscire dalla fila dato che in quel modo non potrà essere “servito”. A questo punto un ladro normale troverebbe altre soluzioni, diverse dallo scoprirsi, scusarsi e continua-re la fila fino al proprio turno, nel quale, ricoperto-si, consegna un biglietto al cassiere dove dichiara di essere armato e spiega le sue intenzioni. Incassata la refurtiva, grazie al primo piano offerto alle telecamere viene arrestato entro l’ora di pranzo.

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Curiosità dal Mondo Antologia di notizie strane e spassose raccolte qua e là.

Rifuggite la gelosiaUna 25enne di Nelson, Nuova Zelanda, sospettando loschi intrighi del marito, con cui da tempo la situa-zione non era idilliaca, decide di pedinarlo. E questo la porta ad una notizia sconvolgente: i sospetti erano fondati, il marito ha in effetti una relazione “stabile” con un’amante.La donna, sconvolta, aggredisce il marito e lo carica, privo di sensi, nel suo bagagliaio; poi, accecata dall’i-ra più funesta, si reca a tutta velocità verso l’abitazio-ne (una villetta monofamiliare) dove riteneva vives-

se “l’usurpatrice”. A questo punto, ancora con l’auto come strumento, sfonda il cancelletto, il box auto e l’appartamento della donna. Il marito, grazie ad un colpo di fortuna, rinviene e si da alla fuga, mentre i vicini allertano le forze dell’ordine, spaventati.La donna, arrestata, non solo dovrà risarcire la malca-pitata di una somma ingente, ma scopre, suo malgra-do, di aver sfasciato l’appartamento sbagliato. L’aman-te infatti abitava da tutt’altra parte

Curiosità dal mondo - A cura di el_maxo

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Curiosità dal Mondo

Shingo Arakilo sconosciuto dellanostra infanzia.

Un maestro nel suo lavoro: trasformare manga in ani-me. Shingo Araki, originario di Nagoya, classe ‘39, si è recentemente spento in Giappone all’età di settanta-due anni.Sua la penna che ha reso celebri personaggi del mon-do dei manga, trasformandoli in cartoni animati che hanno accompagnato più d’una generazione sino alla giovinezza: Lupin III, Kiss me Licia, La principessa Zaffiro, Rocky Joe, Ryu il ragazzo delle caverne, Babil Junior, Sam il ragazzo del West, Bia, Goldrake, fino ai Cavalieri dello Zodiaco, serie che ha curato personal-mente sino al suo ritiro dall’attività alla veneranda, ed operosissima, età di 69 anni.Per i cultori è doveroso citare il suo primo lavoro, quello che lo rese celebre ai tempi, ossia Kimba il leo-ne bianco, da lui prodotto ed animato nel 1965.Quasi un trentennio di lavoro, dove infaticabile, pre-ciso e stacanovista (come lo ricordano), si adoperava per trasformare l’immagine statica in qualcosa di vivo ed animato; così come animava la comune immagi-nazione divenendo, seppur sconosciuto, un elemento importante per l’infanzia di intere generazioni.Strano che, solo dopo la sua morte, per la maggior parte del suo pubblico, Shingo Araki abbia un volto ed un nome, ma magari nell’intento di un artista c’è il sopravvivere attraverso le sue opere. E se così fosse, Shingo Araki non morirà mai, perché immortale ed indimenticabile nei i ricordi (indiretti) di ognuno di noi. Addio, e grazie.

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Curiosità dal Mondo

Shingo Araki. Lo sconosciuto della nostra infanzia - A cura di el_maxo

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La Redazione

Mauro Aka Various (13 febbraio1987) è un informatico valtellinese, attualmente codiretto-re del jOURnal. Sognatore incazzato. Prova un amore folle verso gli animali e ne posssiede ben 5 di diverse specie. Scrivere è per lui uno sfogo, un momento di riflessione fra se e il mondo che sta dentro di lui.

Nakary detta Nakiiriko/Nakii (Febbra-io ‘84) Annoiata da tutto e da tutti, Sofferente da se stessa e con se stessa... aspirante grafica pubblicitaria, in Italia da 16 anni... convin-ta che la fantasia prevalga sulla ragione... amante dei puntini di sospensioni. Ultra-laureata, lavora in un beershop. Adora i gatti, tanto da considerare la sua micetta la sua bimba adorata.. Gli piacciono i dop-pi sensi, perché i sensi unici sono noiosi..

Marco aka galdo81, del clan Esposito.Convinto assertore della diceria se-condo la quale “Un animo nobile ti-taneggia nel più piccolo degli uomi-ni” (Jebediah Springfield), intervista cani e porci.Architetto abusivo, studente paranoi-co, baseball player, alfiere della fratellanza, ese-cratore dell’arroganza.

Non amo le presentazioni ma devo farlo.Mi chiamo Andrea ma potete chiamarmi Kaze, sono nato a Palermo e ho 21 anni, ma questo potevate vederlo anche nel mio profilo.Non amo moltissime cose, forse sono più le cose che odio che quelle che amo, non sono una persona normale.Infine, nel journal, dò una mano a Naki per la parte grafica.

Stefano aka Knaves (novembre ‘75), redattore del jOURnal.Ricercatore fallito. Romanzie-re stressato. Docente precario. Padrone felice di cane. Subdo-lo ma gentile. Pieno di difetti stilosi. Pessima salute. Scrive perché è un modo per fissare il proprio essere a qualcosa. Ma-stro Buffone emerito. Odia la collega Schwarze, periodicamente.

Salve a tutti sono marco ho 24 anni, sono un laureando in chimica, mi piacciono i videogio-chi e molti di voi mi conoscono come il dj palmsono di Napoli e vi amo tutti *-*P.S. forza napoli ( si adoro il calcio )

Vabbè, mi tocca...e vi avviso che è stato tre-mendo, ma per voi l’ho fatto! Non menzionerò le mie origini “francesi”...Massimiliano aka el_maxo (Giugno ‘85)Non crede neglio oroscopi, ma dei gemelli si dice abbiano una doppia per-

sonalità, e questi due Max sono in perenne contrasto.”Filosofo” per titolo, antropologo per curiosità: esula dalla sua comprensione tutto ciò che reputa non umano, chitarrista con pochi, basette immancabili, aspiran-te docente con una particolare avversione

per tutti gli alunni, idealista e realista, amante dell’élan vital odia le cose statiche, coerente con sé stesso (o almeno con uno dei due), interes-sato agli altri, annoiato dagli altri, spontaneo, calcolatore, razionale, istintivo. Nemico giurato del piattume monotono.

Erika [..] aka Josephine~ (15 Luglio 1989), collaboratrice.AnimeDBholic ! Eternamente Malata. Eternamente Stressata. Eternamente Innamorata. Studentessa per Hobby.

Lunatica,scema e chi più ne Ha,più ne Metta. In Realtà Non Scrive... Si limita a dare una Zam-pata delle sue al jOURnal.

Porca eva se c’è una (una, vabé) cosa che non so fare è scrivere su di me Daniele aka Nihil Morari (20/06/91).Studente universitario speranzoso di diven-tare giornalista. “Chitarrista” a tempo perso; vive di musica e libri. Pensatore fallito. Agno-stico praticante.“[...] And I will spend the rest of forever

trying to figure out who I am”.

Mr T Io sono il nulla, non cercatemi.

Maria, in arte Yoru, virtualmente all’anagra-fica di ADB Schwarze (et ogni derivato che la vostra mente unita all’astio per il tedesco può partorire).Ufficialmente al terzo anno del CdL in Scienze

Infermieristiche, ufficiosamente aspirante killer

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La Redazione

di corsia. Mi piace guardare la vita in tonalità verde, il mio colore preferito. Caffeina&Teina-dipendente. E basta, non mi piace autodescri-vermi. Intervistatrice arrabattata, con un’idea malsana in testa che il futuro forse vedrà na-scere.Odio il collega Knaves, perpetuamente.Lui è Kira. E anche El Diablo. Io vi ho avvisati.

Denis, anno 92 Palermitano, Provengo da ben tre stati diversi. Russia, Spagna, Canada ; Russia perchè mi chiamo Carmuco, e proven-go dalla tribù dei camucchi, poi dalla spagna per il paese che è nato El Carmuco e la festa annessa. Poi dal canada perchè i miei genitori sono canadesi. Amo la musica, sono chitarrista da ben 5 anni di chitarra sia classica che elettri-ca, e sono al 5 superiore d’informatica. Pratico : nuoto, rugby, football americano e pingpong. Fidanzato da 1 anno, innamorato della Com-media di Dante. Il mio sogno nel cassetto; è creare una software house ! speriamo che riesca a crearla. Se divento famoso vi farò programmi gratis ad ognuno componente del giornale!

Aldosanf: Mi fingo spudoratamente Journa-list, ma sono un ignorante,la mia vita è costel-lata di alti e bassi,come il mio carattere (a volte irascibile a volte dolce) amo la musica , quasi più della mia vita stessa, desidero continuare questa esperinza affascinante nel forum e mi imgegnerò, entro i limiti di tempo concessomi a migliorarlo. Attualmente soddisfattissimo di condividere con tutti voi, anche chi mi stà sulle “BALLS”, tale emozionante esperienza.

Halfheart: writers e collaboratore del journal. Ovvero Luca: studente di ingegneria per pro-fessione, mente matematica per predisposizio-ne, poeta fallito per vocazione. Classe ‘90, qua-si ‘91: nato precisamente il 28 Dicembre 1990. Sognatore irriducibile, innamorato, felice (ora). Giocatore di pallacanestro, se preferite basket-ball, ex tennista praticante ora la più economi-ca versione da tavolo. Segni particolari: super-cazzola sempre pronta, tendenza a coltivare la propria barba. Indole pacifica e socievole, con tendenza alla buffoneria.Salve a tutti!Impronunciabilenomesubsahariano [kadim],

in (p)arte kado’, soggiorna in penisola da tanto ma non da sempre. Passa le giornate ad immaginare come sia il mare pur abitan-doci a qualche kilometro di distanza. StU-tente pasticcione e distrattamente innamo-rato, ama perdersi tra le nuvole, mangiare ad orari improponibili ed ascoltare la vita.Crede fermamente nelle potenzialità del jOURnal, tanto da beffeggiarlo per ruolo. Si occupa delle vignette e se fortunato si ricor-da pure di consegnarle...

La sottoscritta, è la rappresentazione vi-vente del LaLaLa~ (rivolgersi a Knaves per delucidazioni a riguardo).Nonostante trovi terribilmente limitante de-finirsi, vi dirò che questa piccola creatura (la sottoscritta) è cronicamente nostalgica, ha l’equilibrio precario e si innamora di tutto.Riservatamente Mia, Emanuela.Non scordatevi la E iniziale.

essemc aka Giuseppe Fonte è nato a Vimercate nel 1987. Studia Lettere Moderne a Milano. Nel 2008 ha partecipato al concor-so Subway-Letteratura con la poesia “Ultima tratta”, classificandosi secondo. Ha collabo-rato con l’associazione A.P.E. alla stesura e alla realizzazione di spettacoli-lezione gioco. Attualmente è membro del gruppo Linea 2, con il quale ha realizzato, nel 2009, l’album autoprodotto “Amhardcore”. Nel 2011 pub-blica presso AbsoluteVille l’estratto poemati-co “Isidoro” e il componimento breve “Oltre la siepe”, a cura di Vincenzo Frungillo. Dj, Radio User, giornalista (per modo di dire) presso il jOURnal. Utente radiottivo odiato dai tecchi. Appassionato di arti e cultura, as-pirante scrittore, rapper e alla costante ricer-ca del modo per non essere fuori luogo.

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www.animedb.tvThe jOURnal Numero 03. Lupus in Forum VIII Edizione

Copertina frontale di NakiirikoCopertina retro di Nakiiriko

Si ringrazia per l’inserto speciale di questo numero, Nihil Morarie per la realizzazione a KazeKage-Sama

Tutte le immagini, sono state inserite in ottemperanza all’articolo 2 della legge numero 2/08 quindi comma1-bis dell’Art. 70 della L. 633/41