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LA RIVISTA DEGLI AMICI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA www.istitutotoniolo.it ENTE FONDATORE DELL’UNIVERSITA` CATTOLICA DEL SACRO CUORE ISTITUTO TONIOLO www.istitutotoniolo.it OSSERVATORIO GIOVANI I desideri delle nuove generazioni INCONTRO - LA RIVISTA DEGLI AMICI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA - Anno XXXII n.3-4-2019 Milano - Pubblicazione bimestrale Sped. in abbonamento postale art. 1, comma1, del DL n.353/2003 convertito in L. n. 46/2004, DCB di Milano. In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Contiene I.P. Il concorso per le scuole

L A R IV IS T A D E G L I A M IC I D E L LÕU N IV E R S …...Ernesto Preziosi REDAZIONE Silvia Bonzi, Lucia Felici Silvia Piaggi, Jean Pierre Poluzzi Vito Pongolini, Federica Vern

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LA RIVISTA DEGLI AMICI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA

www.istitutotoniolo.it

ENTE FONDATORE DELL’UNIVERSITA CATTOLICA DEL SACRO CUORE

ISTITUTO TONIOLO

www.istitutotoniolo.it

OSSERVATORIO GIOVANI

I desideridelle nuove generazioni

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Il concorso per le scuole

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2 SETTEMBRE 2019 Incontro

INDICE

crivere racconti di fantasia dà una sensazio-ne di grande libertà a chi, come me, ha pas-sato la vita a rincorrere le notizie, quelle ve-re, non le fake news che dilagano in rete econ le quali dobbiamo fare tutti i conti negliultimi tempi. Quando scrivi storie create dal-la tua immaginazione nessuno potrà mai dirti

che sei andato fuori tema o che non hai raccon-tato la verità. Puoi essere te stesso, facendo vi-vere i personaggi che hai ideato. Puoi immergertiin un mondo ideale dove vorresti vivere, puoi de-nunciare ciò che non ti piace della realtà, facen-do emergere il confine tra il bene e il male. Anchela fiction necessita di studio e preparazione, maha regole e tempi diversi dal buon giornalismoche impone una verifica continua delle notizie,ritmi sempre più veloci, affidabilità delle fonti.Scrivere romanzi richiede concentrazione, iso-lamento e allenamento, non ti puoi distrarre. Perassurdo sono le stesse tre caratteristiche neces-sarie per avere succeso sui social media. I follo-wers crescono e ti seguono se rimani costante-mente connesso, concentrato e reattivo. A dispo-sizione. Lo stesso accade con i lettori che impa-rano ad amarti e ad aspettare la tua nuova opera.I risultati, però, sono completamente differenti.La scrittura di un racconto o di un romanzo re-sterà per sempre, mentre un post o un tweet du-reranno lo spazio di poche ore e si perderannonella prateria sconfinata della rete. Ci sono libriche hanno segnato le vite di chi li ha letti, chehanno aperto orizzonti, indicato la via e fattosognare. Difficile che accada con i 140 caratteridi un tweet che suscita un’emozione di breve du-rata, sostituita rapidamente da una nuova emo-zione. Nulla va demonizzato, però, è l’evoluzionedella comunicazione.Sono mezzi diversi, da usare per scopi differenti.Ciò che conta sono i contenuti che trasmettiamo, ivalori ai quali facciamo riferimento nel raccontarele nostre storie. Scrivere è una grande fatica, mane vale la pena. Riuscire a pubblicare una propriaopera dà un’enorme soddisfazione. Stringere trale mani un libro che si è scritto è un’emozione for-tissima. Avete anche voi l’opportunità di provarlapartecipando a questo concorso letterario. Ognunoha un proprio stile, scopritelo, insistete e non fateviscoraggiare. Tutto il resto arriverà.

EDITORIALESCRIVERE, UN’EMOZIONE CHE DÀ LIBERTÀ

STiziana Ferrario Membro del Comitato di indirizzo dell'Istituto Toniolo

DIRETTORE RESPONSABILEErnesto Preziosi

REDAZIONESilvia Bonzi, Lucia FeliciSilvia Piaggi, Jean Pierre PoluzziVito Pongolini, Federica Vernò

SEDE REDAZIONALEIstituto Toniolo Pubbliche RelazioniLargo Gemelli 1 – 20123 MilanoTel. (02) 7234.2816 Fax (02) 7234.2827e-mail [email protected]

GRAFICAStudio Migual

STAMPALitostampa Istituto Grafico s.r.l.Bergamo

Registrazione del Tribunale di Milanon. 348 del 13 maggio 1988

La quota associativaè pari a 10 euro, di cui solamente aifini postali 1 Euro per quota abbona-mento alla rivista. I contributi destinati a sostenere l’atti-vità dell’Ente possono essere versatisul c.c.p. n. 713206 intestato a: Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Su-periori – INCONTRO

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Lo scrittoree l’importanza del dettaglio

Moda e mode,quando l’apparenza inganna

Osservatorio Giovani I desideri delle nuove generazioni: quali evidenze dal Rapporto Giovani?

Opera primaIl regolamento

del concorso per le scuole

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3anno scolastico 2019-2020

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3SETTEMBRE 2019 Incontro

crivere è un atto di amoreper la realtà. In fondonon si può davvero scri-vere se si è indifferenti aciò che esiste e a ciò cheaccade. Per lo scrittore

ogni aspetto del reale è avvincente,nulla è banale, tutto vibra di inte-resse e merita di essere notato, os-servato, descritto, compreso, rac-contato. Uno scrittore sa che ognidettaglio, anche quello apparente-mente più insignificante e margina-le, è veramente in grado di fare ladifferenza. Uno zaino è più zainose la sua tela è rossa e un po’ sman-giata sul fondo, un cane è più canese possiede una chiazza caffelattesul dorso del suo mantello e non ab-baia mai, nemmeno agli sconosciuti,una ragazza è più ragazza se ha ledita delle mani macchiate di penna-

rello, se si attorciglia i capelli quan-do si concentra e le piacciono gliorecchini che brillano. Solo così lozaino diventa proprio quello zaino,il cane quel cane, la ragazza quellaragazza. Solo così zaino, cane, ra-gazza assumono piena esistenza ecarnalità uscendo dal mondo delleidee e degli archetipi.Con la scrittura accade una speciedi miracolo: la realtà scomposta nel-le parole dei suoi dettagli riprendenuova vita nelle frasi che vengono acomporre la storia. Mentre narra, loscrittore crea la realtà che descrivee al tempo stesso descrive la realtàche crea. Questa forma, piena, dipossedere il reale accade a chiunquesi metta a scrivere. In qualunque mo-mento dell’esistenza. Tuttavia vi èun’età in cui ciò si esalta, in cui lavita appare particolarmente carica dipromesse, di paure, di speranze, didubbi, di desideri, di certezze: ed èproprio la giovinezza. Per questoOpera prima, il concorso letterario

nazionale dedicato ai giovani daiquattrodici ai diciannove anni, si ri-volge proprio ai giovani scrittori. Lofa perché conta non solo sulla lorocompetenza di pensare e pensarsi,ma anche sulla loro capacità di usci-re dalla pura autobiografia per co-struire nuovi personaggi vividi e in-tensi e credibili, sulla possibilità disuperare i limiti del tempo per cor-rere con libertà dal passato al futuro,per raccontare con la tecnica del ge-nere più congeniale la storia che nonè ancora stata raccontata. Il premioè ciò che ogni scrittore esordientedesidera: la possibilità che la propriaopera venga pubblicata da un veroeditore, ossia che possa raggiungerei lettori per i quali è stata pensata,scoprendo assieme al suo editor chenon esiste scrittura di getto, ma solocura della frase e della storia. Unacura che nel tempo affina la penna ela fa sempre più capace di renderevivi quello zaino, quel cane, quellaragazza.

Lo scrittore e l’importanza del dettaglio

Sdi Luigi Ballerini, psicoanalista e scrittore

PROPOSTE PER LE SCUOLE

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4 SETTEMBRE 2019 Incontro

PROPOSTE PER LE SCUOLE

Regolamento concorso 2019-2020Ogni tempo e ogni luogo ha i suoi mo-di di vivere e anche le sue mode: i mo-di sono molti vicini alle culture e alletradizioni che costituiscono la culturadei popoli e sono piuttosto lenti a cam-biare; le mode - che spesso trasforma-no il nostro corpo (pensa ai vestiti eagli accessori che usi in generale, aitatuaggi e a tanto altro) - appaiono escompaiono velocemente e le cose chepiacciono oggi, domani potrebberosembrarti già ‘vecchie’. Ci hai mai pen-sato?

Condizioni di partecipazioneLa partecipazione è gratuita, può esseresolo individuale e implica l’accettazioneintegrale del Regolamento. Ogni con-corrente può partecipare al concor-so inviando una sola tipologia dielaborati.

DestinatariSono previste due categoriedi concorrenti:• Studenti della scuola pri-

maria• Studenti della scuola se-

condaria di primo grado

Tracce per l’elaborato1. Quali mode oggi ti piaccio-

no molto (come ami vestirti,pettinarti, divertirti, stare incompagnia) e ti aiutano a dire chisei?

2. Quali modi di mangiare, di abitare,di viaggiare, di fare festa che vivi dasempre nella tua famiglia, nel tuo pae-se e/o della tua comunità, anche selontana da dove vivi adesso, accen-dono la tua fantasia?

Sezione iconograficaScegli una delle due tracce e rappresen-tala con le matite e i pennelli. Il formatomassimo consentito è A3 (cm 42x29,7);si sconsiglia di usare la carta delle foto-copie ma di preferire fogli da disegnoda album ornato.

Sezione narrativaScegli una delle due tracce e scrivi unracconto di circa 3000 battute (spazi in-clusi).

Invio lavoriGli elaborati devono pervenire entroe non oltre il 13 gennaio 2020 (fa fedeil timbro postale di partenza o la datadi invio della mail). I disegni vannospediti in busta chiusa all’Associazio-ne Amici dell’Università Cattolica inLargo Gemelli 1 – 20123 Milano.Ogni tipologia di elaborato deve es-sere accompagnata dalla scheda di

partecipazione compilata in ogni suaparte e scaricabile dal sito www.ope-raprima.info.

I racconti vanno inviati via mail colle-gandosi al sito www.operaprima.infocompilando il form in ogni sua parte.

GiuriaLa Giuria è composta da docenti del-l’Università Cattolica, esperti ed espo-nenti delle altre realtà promotrici. Il suogiudizio è insindacabile.

Cerimonia conclusiva e premiazioneSi terrà nel mese di maggio 2020 pressol’Università Cattolica di Milano. Tutti i partecipanti sono invitati, previaprenotazione via mail all’indirizzo [email protected]. Le spesesostenute per il viaggio e la permanen-za sono a carico dei partecipanti.

PremiI primi tre classificati di ciascuna cate-goria verranno premiati con materialetecnologico.

Pubblicazione e utilizzo degli elaborati

Le prove selezionate sarannopubblicate sugli strumenti dicomunicazione dell’IstitutoToniolo. Nessun elaboratoverrà restituito. Una selezio-ne degli elaborati iconogra-fici sarà donata alla Pinaco-teca dell’età evolutiva PInAC“Aldo Cibaldi” di Rezzato

(BS), ai fini della loro custodiae per l’eventuale esposizione

in occasione di mostre tematicheinerenti.

OrganizzazionePromotore del concorso è l’Istituto To-niolo, ente fondatore dell’Università Cat-tolica.L’elenco dei partner è pubblicato sul sitowww.operaprima.info.

Per ulteriori informazioni: tel. 02/72342817/2816 (dal lunedì al venerdì ore 9.00-16.00) e mail: [email protected]

REGOLAMENTO PER LA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO

anno scolastico 2019-2020

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5SETTEMBRE 2019 Incontro

PROPOSTE PER LE SCUOLE

Regolamento concorso 2019-2020Il concorso di narrativa Opera prima,dedicato agli studenti della scuola se-condaria di secondo grado, desiderapromuovere la scrittura come esperien-za di racconto di sé, degli altri e delmondo a partire da un tema attuale co-me l’influenza delle mode sui modi diessere. I racconti, che dovranno avereun minimo di 10.000 e un massimodi 15.000 battute, possono esseredi ogni genere narrativo, per la-sciare la massima libertà diespressione sul tema. Il pro-prio racconto breve andràcaricato in formato pdf entroe non oltre lunedì 13 gen-naio 2020 alla paginawww.operaprima.info.

GiuriaUna qualificata Giuria, pre-sieduta dallo scrittore LuigiBallerini, formata da rappresen-tanti del mondo accademico, del-la scuola, della scrittura e dell’edi-toria, valuterà gli elaborati per sele-zionare i dieci racconti migliori. Que-sti testi costituiranno la base per un li-bro edito da “Il Castoro” che avrà laparticolarità di essere scritto dai gio-vani per i giovani.

PremiIl premio del concorso Opera primaconsiste infatti in una pubblicazionedi alta qualità editoriale, distribuitanelle librerie nazionali. I giovani stu-denti avranno l’occasione di rielabo-rare, raffinare e ripensare il propriotesto alla luce dei suggerimenti edito-

riali esattamente come accade ad ogniautore professionista. Tale esperienzaall’interno di una casa editrice si con-figura come una vera e propria scuoladi scrittura sul campo e risulta origi-

nale e interessante anche nell’otticadi un futuro orientamento professio-nale.

Modalità di partecipazioneL'invito a iscriversi è rivolto alle stu-dentesse e agli studenti dai 14 ai 19anni compiuti delle scuole secondariedi secondo grado italiane. L’iscrizione deve essere effettuata com-pilando l’apposito form sul sito di Ope-

ra prima www.operaprima.info entro il31 ottobre 2019.La partecipazione al concorso Operaprima è gratuita e sarà valida a frontedell’iscrizione sul form del sitowww.operaprima.info comprendentela compilazione, la firma e il carica-mento del modulo della privacy e dellacessione dei diritti d’autore firmati da

parte dei concorrenti o dei loro ge-nitori se minorenni.

Giuria e criteri di valutazioneLa Giuria di Opera prima,composta da scrittori, lin-guisti, critici letterari, inse-gnanti, professionisti dellacomunicazione ed espertidel mondo dell’editoria perragazzi, membri del Comi-

tato scientifico, pubblicheràla classifica finale dei 10 rac-

conti vincitori sul sitowww.operaprima.info entro sa-

bato 7 marzo 2020.I racconti verranno valutati in base aiseguenti criteri: coerenza narrativa, sti-le, originalità, pertinenza e rilevanzadel racconto rispetto al tema. Il giudiziodella giuria è insindacabile.

I 10 racconti vincitori saranno pre-sentati e premiati alla giornata con-clusiva di Opera prima 2020 che siterrà a maggio presso l’Università Cat-tolica di Milano e, a seguito di un la-voro di editing con gli esperti dellacasa editrice il Castoro, verranno pub-blicati in un libro per ragazzi entrosettembre 2020.

Quanti modi di essere esistono? Quante mode li determinano? Essere se stessi, si dice.Ma che cosa significa, davvero? È possibile? Mode e modi sono dei mondi. Mondi abitatida persone i cui destini individuali si sfiorano, si incrociano, si scontrano. Ma anchemondi dove le persone possono annullarsi in una massa che agisce al posto loro. E lestorie in fin dei conti sono proprio questo: donne e uomini alle prese con le consuetudinie gli stili del proprio tempo alla ricerca di un modo per dire io, per dire noi.

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O p e r a P r i m aREGOLAMENTO PER LA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

anno scolastico 2019-2020

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6 SETTEMBRE 2019 Incontro

PROPOSTE PER LE SCUOLE

he la moda, artefice di ap-parenza, inganni non èuna affermazione chepossa sorprendere. Ma èproprio l’apparente ov-vietà di tale luogo comu-

ne che vorrei mettere in discussione.In realtà le cose sono un po’ più com-plicate di così. La moda è uno stru-mento di comunicazione, ci consentedi conformarci alle situazioni o di mar-care la nostra differenza: vestirci perandare alla festa di compleanno dellanonna sarà un rito diverso da quellocon cui ci prepariamo per un primo ap-puntamento. Possiamo modulare la no-stra apparenza, e lo faremo in base allenostre preferenze e ai nostri gusti. Scel-te individuali? Sì certo, con il modo incui scegliamo di vestirci abbiamo lapossibilità di dire come ci piacerebbeessere.Le scelte nel campo dell’abbigliamen-to, come in ogni tipo di consumo, però,non sono solo individuali, poiché i no-stri gusti dipendono in larga misura dailuoghi in cui viviamo, dalle esperienzeche abbiamo fatto, dalle persone chefrequentiamo e con cui viviamo. Inol-tre, i capi di abbigliamento tra cui sce-gliere non capitano casualmente sottoi nostri occhi. Sono il prodotto di unsistema industriale molto organizzatoche attraverso giornali, vetrine, socialmedia, influencer ci raggiunge e pene-tra nella nostra immaginazione. Lamoda, come sistema economico, eser-cita una pressione rilevante, dobbiamo

riconoscerlo; non è possibile sottrarsia essa nel forgiare l’immagine interioredi noi stessi. Possiamo onestamente di-re di esservi estranei solo perché nonnutriamo particolare interesse per quel-lo che indossiamo e riteniamo di ac-quistare in base al bisogno, all’utilità eall’economicità dei capi?Chi studia questi fenomeni sa che nonè così. Per le ragioni enunciate sopra,il nostro modo di vestire non è mai ve-ramente estraneo alla moda, anchequando ha la pretesa esplicita di esserlo.Ma la mia domanda è un’altra. Nel ca-so fosse possibile, sarebbe auspicabilevivere completamente al di fuori degliimmaginari e dei canali economici del-la moda?Io credo di no, perché la moda, contutti i rischi che pure porta con sé, èperò anche un deposito di opportunitàche ampliano le nostre possibilità diazione. Non possiamo dimenticare, in-fatti, che noi siamo sempre anche ilnostro corpo e che con il nostro corpo,vestito, entriamo in relazione con glialtri e occupiamo il nostro posto nelmondo. Gli abiti, dunque, non sono so-lo un codice comunicativo tramite cuinoi diciamo qualche cosa, ma sonosempre anche una parte di noi che cipermette di essere - e soprattutto di di-ventare - noi stessi, insieme agli altri,nel contesto in cui viviamo.E dunque non può essere lasciato alcaso il modo in cui li usiamo, occorreallenare la nostra abilità a negoziaretra i nostri desideri e progetti da un lato

Ce le regole proposte e imposte dallamoda come sistema dall’altro. La modaè un media, come i giornali, il cinema,la televisione, i social media. E comequelli funziona, in quanto coordina efornisce degli immaginari alle persone:propone ideali estetici e morali con cuiidentificarsi, suggerisce e abilita pos-sibilità di azione, crea ambienti di co-munanza con alcuni e di differenza daaltri. Finora però abbiamo lasciato allapubblicità e al marketing delle aziendel’egemonia sulle mediazioni tra la mo-da e le nostre vite, senza imparare amuoverci criticamente e creativamentein mezzo agli immaginari proposti.Propongo di abbandonare pregiudizi etimori nei confronti della moda e di in-terrogarsi su che cosa potremmo faredi bello con essa. E i campi nei qualicercare proposte sono moltissimi: nuo-vi ideali di bellezza corporea e di rela-zione tra i generi, accoglienza e intera-zione tra culture diverse, nuove formeespressive che coniughino interiorità eapparenza, desideri di novità e bellezzanel rispetto della sfida ecologica, di-versità e originalità senza esclusionesociale, e tanti altri ancora.

Emanuela Mora, docente di Sociologia della comunicazione e direttore Centro ModaCult, Università Cattolica

Moda e mode, quando l’apparenza inganna

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7SETTEMBRE 2019 Incontro

PROPOSTE PER LE SCUOLE

estate è appena finita, ma isuoi effetti potrebbero con-tinuare nel tempo che siapre adesso, almeno perquel che riguarda il legamecon i libri. Essi, infatti, han-

no un rapporto molto stretto con il con-cetto di vacanza: qualcosa che è vacuo,cioè vuoto, dunque qualcosa da riem-pire. Per quanto mi riguarda, i librisono sempre stati degli oggetti in gradodi colmare ciò che mi pareva manche-vole, fornivano una specie di materiacon cui pareggiare i conti in termini diaffetto, di sentimenti, di conoscenza.Sono sicuro che, se avessimo a dispo-

sizione tutto, se cioè nella vita di cia-scun individuo sparissero parole comedesiderio, dolore, speranza, paure el’esistenza si risolvesse semplicementenel percorrere un eterno presente cheazzera ogni forma di attesa, sparireb-bero anche i libri e le storie di cui sonofatti. Si esaurirebbe la funzione “col-mativa” che è nella loro essenza: qual-cosa che discende da una dimensionedi generosità e che si manifesta nelladisposizione a dare, regalare, donare. Ilibri sono generosi perché hanno la ca-pacità di generare, far nascere, origi-nare. I libri riempiono il vuoto, rime-diano a ciò che manca, azzerano l’han-

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dicap e nell’eterna distanza che c’è tradire e ascoltare, dare e ricevere, hannola stessa funzione di un seme che chiu-de il vuoto riempendolo di vita. Saràquesto il motivo per cui il primo librodella storia umana comincia propriocon l’inno alla parola (In principio erail Verbo), al suo potere di creare (Diodisse) e al suo aggiungersi alla specieumana (il Verbo si fece carne). Proprioperché vacante, l’estate destinata allevacanze può essere l’occasione in cuiriempirsi. Leggere tuttavia non può es-sere un esercizio nato da un’imposi-zione, motivo per cui io stesso, più miamadre insisteva con me, più mi rifiu-tavo di obbedire. Semmai è un piacereche nasce in maniera totalmente spon-tanea, come il divertimento, come losport. Non si nasce lettori, lo si diventa.Bisogna soltanto aspettare che si creil’occasione favorevole. Poi tutto vieneda sé. Come l’autunno, che potrebbeessere la stagione da riempire.

Lettori si diventadi Giuseppe Lupo, romanziere e docente di Letteratura italiana contemporanea,Università Cattolica

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O p e r a P r i m a

Borse per Merito UCSC-Toniolo 2019Sono state pubblicate le GraduatorieIdonei al Concorso Nazionale Borseper Merito UCSC-Toniolo 2019.

Charity Work ProgramIl Charity Work Program, pro-mosso dal Centro di Ateneoper la Solidarietà Internazio-nale dell’Università Cattolica,anche grazie al supporto del-l’Istituto Giuseppe Toniolo, haofferto, nel periodo estivo, 51scholarship della durata di 3-8 settimane dando la possibi-lità agli studenti di svolgereattività di volontariato inter-nazionale presso alcuneONG, associazioni, fondazio-ni, onlus e missioni nei Paesiin via di sviluppo.

Bando per internshipL’Istituto Toniolo offre a laureandi e studentipostgraduate dell’Università Cattolica l’op-portunità di intraprendere un internshippresso gli uffici della Missione Permanentedella Santa Sede presso le OrganizzazioniInternazionali in Vienna e presso gli ufficidi Ginevra della Missione Permanente del-la Santa Sede presso le Nazioni Unite. In-formazioni e bando su:www.istitutotoniolo.it

Progetto Città visibiliÈ stato presentato in giugno il progetto Città visibili. Scenari di futuro di giovanilucani a Matera nell’ambito di “Università Cattolica incontra Matera 2019”, l’iniziativapromossa dall’Ateneo, dall’Istituto Giuseppe Toniolo, dalle diocesi di Matera, Potenzae Melfi, e in collaborazione con Matera 2019 Capitale europea della cultura. L’eventoha rappresentato la fase conclusiva di Lucania FutureLab, il programma di alternanzascuola-lavoro che ha coinvolto oltre 200 studenti tra licei e istituti lucani.

Istituto Toniolo: ultime notizie

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8 SETTEMBRE 2019 Incontro

ra le attività più belle almondo ci sono scrivere eleggere. Sono due attivitàfortemente connesse, manon complementari. Si puòessere forti lettori senza es-

sere scrittori, nemmeno amatoriali,senza scrivere nemmeno il propriodiario personale, ma si può esserescrittori senza essere lettori? Comeconsigliava William Faulkner comeesercizio propedeutico alla scrittura:“Leggere, leggere e ancora leggere.Leggere di tutto, robaccia, classici,romanzi buoni e cattivi, e capirne imeccanismi. Come un apprendistafalegname che studia il maestro”.Purtroppo assistiamo oggi a un con-tinuo calo dei lettori, anche tra i ra-gazzi e i giovani. Se teniamo contoche l’Italia è già fanalino di coda nellepercentuali di lettori e, come hannodimostrato i recenti test Invalsi, anchenella capacità di comprensione deitesti, questa è una notizia drammati-ca. In molti danno la colpa ai nuovimedia, ai social, ai cellulari che di-straggono e tolgono tempo alla lettu-ra. A mio parere è solo parzialmentevero. Il “non avere tempo” è la scusache tutti accampiamo quando non te-niamo veramente a una cosa. Non c’ètempo per ciò che non abbiamo vo-glia di fare. Il vero pericolo dei socialmedia, e di internet, è che ci abituanoa una lettura superficiale, di brevedurata, continuamente interrotta. Tut-to il contrario della lettura di un libro,che è una lettura concentrata, profon-da e quando il libro ci piace, ininter-rotta.Un fattore ancora più importante peril calo dei lettori è la scarsa attenzioneche la scuola presta alla lettura. Nonè prevista dai programmi ministerialila lettura di libri che non siano i clas-sici. Basterebbe invece un’ora alla

settimana di lettura ad alta voce sindalla scuola primaria, l’esistenza dibuone e aggiornate biblioteche sco-lastiche per abituare i ragazzi a leg-gere e, chissà, farli appassionare. Bi-sogna però chiedersi che cosa la scuo-la dovrebbe fare leggere e qui pur-troppo ci scontriamo con la volontàdi fare leggere libri “educativi”, ocon un valore “letterario” che rischia-no di allontanare per sempre i ragazzidalla lettura. Per fare crescere dei let-tori bisogna appassionarli e per ap-passionarli è necessario andare in-contro ai loro gusti e ai loro interessi.Ben vengano gialli, diari, romanzid’amore, fantasy o drammi adole-scenziali. I libri devono spalancaremondi, sollecitare la curiosità, mo-strare nuovi sguardi. Ci sarà poi tuttoil tempo per leggere libri più impe-gnativi, per soffermarsi ad apprezzarela scrittura e lo stile.

Leggere è anche, come si diceva al-l’inizio, il modo per costruire la pro-pria cassetta degli attrezzi per comin-ciare a scrivere. Che si tratti di nar-razione autobiografica, della narra-zione di mondi, del punto di vista diun personaggio cui stiamo dando vita,sentimenti, avventure, è necessarioappropriarsi della tecnica. Osservaregli incipit, i diversi modi di narrare,la costruzione della trama, i passaggitra passato e presente, le dinamichetra i personaggi, l’uso delle parole ela lingua, insomma tutto quello chevogliamo mettere nel nostro scrittoquando vogliamo costruire una nar-razione per qualcuno. E quel qualcu-no è il lettore, il lettore che già noisiamo stati, ed è parte fondamentaledel processo creativo, è colui checompleta la nostra scrittura nel bel-lissimo cerchio che soltanto i librisanno creare.

TLeggere e ancora leggere, per poter scrivereRenata Gorgani,

direttrice dell’editrice Il Castoro

PROPOSTE PER LE SCUOLE

Questo è il titolo dellaVII edizione di Roma-nae Disputationes, con-corso nazionale di filo-sofia per scuole superio-ri: un percorso per riflet-tere sulla relazione tra lin-guaggio e mondo, in un pe-riodo in cui è sempre più urgente capireil potere che abbiamo sulle cose e i li-miti del mondo a cui le nostre parole ciaprono.

Si comincia con la lezioneinaugurale del prof. Car-mine Di Martino (Univer-sità degli Studi di Milano)

il prossimo 25 settembre inAula Magna dell’Università

Cattolica del Sacro Cuore, par-tecipazione gratuita in presenza o

in diretta streaming. La lezione sarà vi-sionabile nei giorni successivi sul sito.Info e iscrizioni: www.romanaedisputationes.com

“LINGUAGGIO E MONDO. Il potere della parola”

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9SETTEMBRE 2019 Incontro

n Festival dell’italiano (edelle lingue d’Italia) aiu-ta a far comprendere –così almeno è stato pernoi – che il vocabolariodi una lingua è testimone

e interprete di un sapere che lavoraper la conservazione culturale e la sot-trazione di tante parole a un poteremanipolatorio che punta a svuotarledi significato. Oggi sembriamo avere in parte smar-rito la capacità di attingere al nostrolontano passato, greco o latino, attra-verso il vocabolario che ci è stato tra-smesso. Sono qui in questione sia leparole che stentano, soffrono o anna-spano, provando a resistere a chi vor-rebbe spedirle in soffitta prima del

tempo, sia tante parole di uso comuneo frequente, centrali per un’interpre-tazione che sappia scavare sotto la su-perficie di un pensiero anonimo e tornia riempire di senso le forme di unaconoscenza piatta e indifferenziata.Fra queste parole c’è tempo. È anchegrazie all’eredità greco-latina se riu-sciamo ancora a percepirne nitidamen-te i significati dell’infinitezza e del-l’indefinitezza.Il latino tempus, in genere, stava per‘istante, momento’ oppure indicava unperiodo misurabile, limitato (‘inter-vallo’) o molto ampio (‘età, epoca’);il greco esprimeva perlopiù la brevitàistantanea con στιγµή (o ἀκαρές), einvece con καιρός il momento adattoo stabilito. Per significare l’eternità,

come dimensione ciclica in cui si svol-geva la vita degli esseri umani, e si ri-solveva l’universo, il tempo era dettoaevum dai latini e χρόνος, e soprattuttoαἰών dai greci, che esprimevano, conquest’ultimo termine, anche il concet-to di forza vitale. C’era insommal’idea, nell’antica Grecia e nell’anticaRoma, di un tempo come durata infi-nita (contrapposto al tempo come du-rata definita). Far risuonare la voce degli antichi nondev’essere un’operazione consolatoriama un modo per continuare ad attin-gere, anche attraverso le loro parole,a un patrimonio culturale prezioso nelsuo ruolo di intermediazione (fra pas-sato e presente) e di ausilio alla con-servazione della memoria di sé.

UL’infinito nelle paroledi Massimo Arcangeli,

linguista, scrittore e direttore artisticodel Festival della lingua italiana

PROPOSTE PER LE SCUOLE

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O p e r a P r i m a

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10 SETTEMBRE 2019 Incontro

ké la scrittura è cambiatacon i social? Cm abbiamomodificato il nostro mo-do di esprimerci nell’eradel web? Qualche annofa, quando scrivevamo

sms per comunicare con amici e pa-renti tutti abbiamo usato questo tipodi abbreviazioni, modalità che possia-mo considerare come le prime mani-festazioni di trasformazione del nostrolinguaggio a seguito dell’avvento dicellulari, smartphone e computer.I 140 caratteri di un messaggio o quellidi un tweet, ad esempio, ci hanno ob-bligati ad andare oltre le regole gram-maticali così come le abbiamo impa-rate a scuola. Regole che sono statemodificate in diverse occasioni.Fermiamoci un attimo a pensare allenostre conversazioni in chat: rispettia-mo sempre la punteggiatura e la gram-

matica? Possiamo tranquillamente ri-spondere di no e, se sacrifichiamo lagrammatica, non è per sciatteria, maperché la velocità di interazione cherichiede una conversazione online nonci lascia tempo per curarne troppoi dettagli.Il vero cambio di passo,però, è arrivato quandoabbiamo iniziato a so-stituire le parole, pri-ma con dei segni dipunteggiatura :-) :-D,e poi con quelle cheoggi riconosciamo conil nome di emoji, ovverole simpatiche faccine cheutilizziamo per esprimere unampio ventaglio di sentimenti. Nuo-vi segni per un nuovo paradigma co-municativo che ha l’obbligo di essererapido, ma deve avere la capacità dirappresentare una varietà articolata ecomplessa di situazioni e attività.Ed è sempre la velocità nelle comuni-cazioni che, unitamente all’abbondanza

di stimoli visivi durante le letture online,ha modificato la nostra capacità di com-prendere appieno quello che leggiamo.La velocità degli schermi rischia, infatti,di provocare la perdita di questa nostra

capacità primaria. Lo dimostra-no i risultati degli ultimi

test Invalsi secondo cuiil 35% degli studentidi terza media noncapisce un testod’italiano.Ma quindi, dob-biamo preoccu-

parci di quanto staaccadendo alla no-

stra lingua e al nostromodo di comunicare? Vo-

gliamo essere cauti e rispondereche, come è sempre accaduto, il lin-guaggio è in continua evoluzione:cambieranno le modalità ma mai ver-rà a mancare una delle necessità prio-ritarie dell’uomo, quella di mettersiin comunicazione per condividereemozioni e storie.

X

Scrivere al tempo degli emoji

di Tiziana Montalbano, comunicazione di Parole O_Stili

PROPOSTE PER LE SCUOLE

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11SETTEMBRE 2019 Incontro

utti i linguaggi – dal ver-bale al visivo, dalla musicaalla danza – hanno una lorospecificità comunicativa.Li cogliamo attraverso inostri sensi, li decodifichia-

mo se ne conosciamo le regole che necostituiscono la grammatica e la sin-tassi, per dirla alla vecchia maniera.I linguaggi visivi, in particolare, sem-brano immediati, perché analoghi allarealtà che viviamo: di questa hanno icolori, le forme, le sembianze percet-tive, magari non sempre le grandezzee le profondità. Ma poco importa, conun’occhiata ci sembra di aver colto tut-to al volo. Il linguaggio visivo (video,foto, fumetti, grafici, simboli…) ap-partiene a questo tipo e noi tutti vi sia-mo talmente immersi (a volte sopraf-fatti) da non accorgerci di come i codici

che lo determinano siano precisi e or-ganizzati. Ce ne dobbiamo invece pre-occupare quando andiamo a produrreuna comunicazione o una narrazionefatta esclusivamente di immagini.C’è subito da chiedersi se sia possibileprodurre una narrazione su una solatavola senza ricorrere alla sequenzadi più immagini. E poi, è possibile farlo a scuola?La storia dell’arte ci risponde subitoche sì, è possibile: si pensi alle inci-sioni rupestri, agli arazzi medioevali,agli affreschi rinascimentali, fino airacconti di alcuni impressionisti e allenarrazioni surrealiste, dai grandi lavoriastratti di Burri a quelli psichedelicidi Basquiat. La tavola unica congelail tempo del racconto in uno spazio

T

definito ma non impedisce la narra-zione, anzi la accentua, perché la com-prime in un tempo altro ed evoca unapartecipazione molto attiva di chiguarda, che è chiamato a collaborarealla narrazione stessa. E perché tutto ciò avvenga, per esem-pio a scuola quando si partecipa a unconcorso, è fondamentale predisporreil progetto: chiedersi che cosa si è im-pigliato negli ami della memoria chelo sbalza dallo sfondo di un eventopiù complesso, distribuito nel tempo.In che modo quel ricordo-emozione-suggestione può essere rappresentato?Che cosa si vuole narrare col segno ocol colore? Come bisognerà utilizzarelo spazio del foglio? Quali i protago-nisti, le comparse, i fondali? Dunque, niente improvvisazione, nonun “prendete il foglio e disegnate” mariflettete, progettate, fate uno schizzo,valutate, scegliete la tecnica (fra quelleinsegnate o conosciute) e poi partiteper la vostra speciale narrazione d’im-magine nello spazio-tempo di un fo-glio, in cui saranno leggibili e chiarele piste del pensiero e dell’azione cheavrete “riacciuffato” dai cassetti dellamemoria.

Elena Pasetti, direttrice della Pinacoteca Internazionale dell’Età Evolutiva- Pinac (Rezzato, BS)

Il gruppo dei Giovani Amici del Museo Poldi Pezzoli nascenel 2015 dal forte desiderio di aprire le porte della casa-mu-seo di Gian Giacomo Poldi Pezzoli ai giovani. È tra i socifondatori dell’Associazione Giovani Amici dei Musei d’Italia(GAMI), istituita nel 2017 per volontà della Federazione Ita-liana delle Associazioni degli Amici dei Musei (FIDAM).

Gli obiettivi del gruppo:– Avvicinare i ragazzi alla nostra realtà museale, togliendo

quell’aurea istituzionale che viene spesso attribuita a unmuseo e che è una delle principali cause che tiene lontanii ragazzi.

– Museo Young Friendly: orari più flessibili, possibilità di vi-sitare il museo durante l’orario aperitivo, ma anche un più

ampio ventaglio di eventi collaterali, capaci di catturarel’interesse dei più giovani, senza dimenticare il conteni-mento del prezzo del biglietto di ingresso.

– Rendere il museo come un luogo di incontro, dialogo e con-fronto, facendo conoscere giovani con lo stesso interesse perl’arte o che hanno desiderio di avvicinarsi al mondo dell’arte.

Gli eventi del gruppo:– Visite guidate– Instameet– Canon Creative Academy– Aperitivi– Live musicPer saperne di più: www.amicipoldipezzoli.it

I giovani del Poldi Pezzoli

Nello spazio-tempo di un foglio

PROPOSTE PER LE SCUOLE

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O p e r aP r i m a

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12 SETTEMBRE 2019 Incontro

OSSERVATORIO GIOVANI

giovani hanno desideri? Quali?Per rispondere anche a questedomande l’Osservatorio Giovanidell’Istituto Toniolo ha dato vitanel 2012 al Rapporto Giovani,una ricerca sui giovani dai 18 ai

32 anni. Dai dati del Rapporto Giovani emergecon evidenza come i giovani di oggisiano portatori degli stessi desideridei giovani di ieri: costruire una fa-miglia, avere un lavoro, dare il propriocontributo alla società e trovare unsenso alla vita. La differenza rispettoal passato è la presenza di una consi-stente ambivalenza interna a questidesideri. Infatti, se da una parte i gio-vani dichiarano che in assenza di cri-ticità vorrebbero avere più di un figlio,dall’altra parte affermano che reali-sticamente ne avranno uno o nessunoper le difficoltà socio-economiche diquesti anni, ma anche per la volontàdi dedicare risorse ed energie alla pro-pria realizzazione lavorativa e alla ri-cerca del partner “perfetto”. Parimen-ti, se da una parte il desiderio in am-bito lavorativo è quello di trovareun’occupazione, dall’altra tale lavorodeve non solo valorizzare, legittima-mente, la propria formazione ma an-che garantire ampi spazi di tempo li-bero. Contro ogni stereotipo, i giovani

italiani sono disposti a dare il propriocontributo per costruire il bene delPaese, ma preferiscono farlo in ma-niera episodica, mal tollerano le stret-toie della vita organizzata degli entidi Terzo Settore, da cui si allontananocome se non fossero uno strumentoper testimoniare valori di solidarietàe prosocialità. Infine, preoccupati didare un senso alla vita si incammina-no alla ricerca di Dio, ma quando loincontrano interpretano “a modo loro”il messaggio evangelico e le sue rica-dute nella vita quotidiana. Dai datiemerge anche un altro forte e costantedesiderio: poter costruire relazioni au-tentiche, per far fronte all’ambivalen-za e alle sfide del vivere, per potercomprendere, accettare e gestire leproprie fragilità. Relazioni autenticheanche capaci di valorizzare i talentidi cui sono portatori. Relazioni au-tentiche con adulti credibili che cre-dano in loro così come GiovanniXXIII quando pronunciò queste pa-role: «Non consultarti con le tue pau-

re, ma con le tue speranze e i tuoi so-gni (…). Non pensate alle vostre fru-strazioni, ma al vostro potenziale ir-realizzato. Non preoccupatevi per ciòche avete provato e fallito, ma di ciòche vi è ancora possibile fare».

Idi Elena Marta, docente di Psicologia di Comunità, Università Cattolica

I desideri delle nuove generazioni: quali evidenze dal Rapporto Giovani?

Gli Zeta al Cinema

La visione del film rappresenta per il 69%degli Zeta (i ragazzi tra i 10 e i 19 anni),una pratica consueta, quasi quotidiana. Il51% dichiara di vedere 2/3 film alla setti-mana e il 19,7% un film al giorno. Nell’ambito della Mostra internazionale diarte cinematografica di Venezia è stata pre-sentata un’anticipazione del Rapporto Ci-nema 2019, volume a cura della Federa-zione Ente dello Spettacolo e realizzato incollaborazione con l’Osservatorio Giovanidell’Istituto Giuseppe Toniolo e l’UniversitàCattolica del Sacro Cuore.Per saperne di più www.rapportogiovani.it

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ono stati recentementepubblicati nel volume Ado-lescenti di valore (ed. Vitae Pensiero) i risultati dellaseconda indagine condottadall’Osservatorio Giovani

dell’Istituto Toniolo sulla Generazio-ne Z, ovvero i ragazzi dai 14 ai 19anni, per offrire spunti su come ac-compagnare gli adolescenti alla tran-sizione adulta. Il volume utilizza la prospettiva delPositive Youth Development, in basealla quale gli adolescenti dovrebberosviluppare, grazie ad un ambiente divita adeguato, cinque risorse: Com-petence, cioè la competenza in ambitoscolastico, sportivo e rispetto alla per-cezione della propria accettazione so-ciale; Confidence, ovvero l’atteggia-mento positivo nei confronti di sestessi e del proprio corpo; Connection,intesa come la qualità positiva dellerelazioni che gli adolescenti sentonodi aver instaurato con la famiglia, lascuola, il vicinato e i pari; Character,ovvero il rispetto di norme e valorisociali e culturali; ed infine Caringand Compassion che riguardano lacapacità di assumere la prospettivaaltrui. Si tratta di risorse spesso nonvalorizzate dal mondo adulto, diffi-cilmente quantificabili in un “voto”,ma di primaria importanza per lo “svi-luppo positivo” delle giovani genera-zioni. Poiché esse si sviluppano nel-l’interazione con il proprio contestodi vita, in primis la famiglia e la scuo-la, l’invito al mondo adulto è di so-stenerle ed incoraggiarle.All’interno di tale prospettiva, i ca-pitoli del volume si articolano grazieai dati empirici raccolti sulla Gene-razione Z, approfondendo il tema deivalori. Utilizzando il modello teoricoproposto da Schwartz (1992), i risul-tati mettono in luce come la com-plessità del contesto odierno si riflettanei valori della Generazione Z, perla quale è importante sia mantenerele proprie usanze culturali, religiosee il rispetto per le proprie radici (tra-dizione) sia ricercare la gratificazionee il piacere dei sensi (edonismo), adesempio nella coltivazione di hobby

e interessi. Gli adolescenti ricercanosfide stimolanti e la possibilità di ope-rare delle scelte in modo indipendente(stimolazione), mentre si allontananosoprattutto dal rispetto di aspettativee norme sociali e dalla limitazionedelle proprie azioni per evitare didanneggiare gli altri (conformismo).A questo riguardo, è possibile con-cepire il rifiuto per l’obbedienza e ladisciplina non tanto come ribellioneadolescenziale, quanto piuttosto co-me una nuova concettualizzazionevaloriale che deve essere affrontatacon la promozione di nuove compe-tenze relazionali. È fondamentale in-fatti che genitori e insegnanti sosten-gano gli adolescenti nello sviluppare

un senso di giustizia ed integrità enell’imparare a comunicare, a lavo-rare in gruppo, a rispettare non solole norme sociali e culturali della pro-pria tradizione, ma anche quelle dipersone che provengono da culturealtre. Come emerge dai risultati dellaricerca, tali competenze sono fonda-mentali in un’epoca fortemente ca-ratterizzata dall’incontro con etniedifferenti dalla propria. A tal propo-sito, vengono riscontrati pari livellidi aperta condanna nei confronti degliimmigrati (il cosiddetto “pregiudizioclassico”) e di trattamento celatamen-te distaccato verso di essi (“pregiu-dizio moderno”); tali dati dovrebberofar riflettere il mondo adulto sull’im-portanza di sostenere la dimensionedi Caring and Compassion, e di crea-re spazi in cui confrontarsi con gliadolescenti rispetto al tema della pos-sibilità dell’incontro e del dialogo traculture, prima che vengano conside-rati assodati riferimenti valoriali natiin un’epoca storica sempre più orien-tata verso il rifiuto e la paura dellostraniero. In quest’ottica, non sonosolo le competenze degli adolescentia dover essere sostenute. Gli adole-scenti stessi chiedono ai propri inse-gnanti di mettersi in gioco insieme aloro, sviluppando competenze “rela-zionali moderne”, intese come capa-cità di stimolare e motivare allo stu-dio, prestando attenzione al clima diclasse. Tutto ciò per creare situazionidi apprendimento partecipativo, con-testualizzato ed emotivamente cura-to. Una grande sfida attende il mon-do adulto… saremo in grado di co-glierla?

Sdi Sara Alfieri, Docente di Metodi e Tecniche dell’Intervista e del Questionario, Università Cattolica

Sara Martinez Damia, dottoranda di ricerca di Psicologia sociale, Università Cattolica

13SETTEMBRE 2019 Incontro

OSSERVATORIO GIOVANI

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VITA E PENSIERO

ADOLESCENTI DI VALOREIndagine Generazione Z 2017-2018

a cura di SARA ALFIERI PAOLA BIGNARDI ELENA MARTA

Vita e Pensiero, Milano, pp. 144,euro 16

Gli adolescenti ci lanciano una sfida

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14 SETTEMBRE 2019 Incontro

OSSERVATORIO GIOVANI

I giovani sono “spirituali”?

siste un pregiudizio oggi diffuso soprattutto negliambienti che si occupano dell’educazione deigiovani alla fede, o in quelli che guardano almondo giovanile da lontano, non importase la lontananza sia fisica o sia quella do-vuta alla mancanza di empatia e a quel-

l’atteggiamento di giudizio che impedisce di co-noscere la realtà effettiva: è il pensare che i giovaniabbiano perduto il senso dei valori spirituali, chesiano superficiali e si accontentino di guardareall’apparenza delle cose. Così avrebbero persoil gusto per le dimensioni interiori della vita ela ricchezza delle domande, spesso inquietanti,che sono via verso la profondità. L’indagine che l’Osservatorio Giovani del To-niolo ha avviato da alcuni mesi smentisce que-sto modo sommario di guardare al mondo gio-vanile, rivelando percorsi e ricerche inedite,forse difficili da decifrare, ma non per questomeno autentiche e interessanti.I giovani pensano che sia spirituale la spintaverso la propria crescita interiore, quella chepermette di vivere in pace con se stessi; al con-trario, nega la spiritualità tutto ciò che allontanada se stessi. Anche chi non crede in Dio ha un approccio spiri-tuale alla propria vita connesso alla domanda ri-guardante il senso della vita, alla ricerca della felicità,al modo di affrontare le proprie crisi e le situazioni discacco. Per tutti, la paura più grande è la solitudine, laperdita dei propri punti di riferimento, che sono soprattuttogli affetti familiari. Sembra sempre più diffusa una spiritualità senza Dio, persinoin chi è credente e sembra vivere una forma di separazione tra ipercorsi attraverso cui dà un senso all’esistenza, la propria aperturaalla trascendenza e la propria appartenenza ad una comunità credente. Il contatto con la natura, i propri affetti, le piccole cose di ogni giorno sonola fonte di un benessere soggettivo che fa vivere in pace con se stessi. È unaspiritualità ricca di relazioni brevi, carica di emozioni, meno di impegno, di grandivisioni e di responsabilità verso la società e il mondo.Dunque non l’assenza di tensione spirituale caratterizza il mondo giovanile, mapiuttosto un’apertura che chiede di essere educata, da adulti disposti a capire ead accompagnare, dentro un’umile ricerca condivisa, in un arricchimento cherenderà gli adulti stessi più in sintonia con questo tempo di cambiamenti.

Edi Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo

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e borse di studio in memo-ria, promosse dall’IstitutoToniolo e giunte alla quintaedizione, rappresentano unamodalità concreta e origi-nale di amicizia verso

l’Università Cattolica, che si realizzaattraverso il sostegno diretto a studentimeritevoli o in condizioni economichedifficili.

La predisposizione dei bandi avviened’accordo con i donatori, in modo dadare maggiore rilievo ad alcuni aspettie qualità che i candidati devono pos-sedere. Le borse vengono consegnate duranteuna cerimonia che rappresenta un mo-mento di festa e di incontro tra dona-tori e vincitori: al di là dell’ufficialitàdel momento, si percepisce una cor-rente di simpatia che lega immediata-mente i primi ai secondi. Istituire una borsa in memoria è unatto di generosità ed insieme di fidu-cia verso le giovani generazioni, chein Università Cattolica si formano dalpunto di vista professionale e perso-nale. I vincitori sono incoraggiati aproseguire con impegno nel propriopercorso di studi e, al tempo stesso, sisentono interpellati dall’esempio deidonatori per essere a loro volta gene-rativi negli ambiti professionali e so-ciali nei quali si troveranno adoperare.

Vengono istituite grazie al sostegno digenerosi benefattori, a volte anche perpiù anni di seguito, non solo per ricor-dare un proprio caro defunto ma ancheper festeggiare un evento particolare,quale ad esempio un anniversario dimatrimonio: le persone e le storie chesono alla base di questo gesto testimo-niano affetti, valori, vite vissute perse-guendo ideali.

15SETTEMBRE 2019 Incontro

ASSOCIAZIONE AMICI

di Piera Roncoletta,membro del Comitato di Indirizzo dell’Istituto Toniolo

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Un atto di fiducia

Nove borse di studio in memoria ad al-trettanti studenti. Promosse dall’IstitutoToniolo e finanziate da alcuni amici del-l’Università Cattolica, sono state con-segnate in giugno nella sede milanesedell’Ateneo. Grazie alla generosità dialcuni benefattori, che hanno sceltoquesta modalità per ricordare e onorareloro parenti e conoscenti o un eventoimportante della propria vita, nove stu-denti meritevoli della Cattolica possonoavvalersi di un accompagnamento peril proprio percorso di studio, un gestoche, oltre a essere un aiuto in denaro,significa anzitutto il senso di partecipa-zione degli adulti alla vita delle nuovegenerazioni.

L’iniziativa si inserisce nel contesto delsostegno alla formazione da parte del-l’Istituto Toniolo. Erano presenti gli stu-denti premiati, i loro familiari, i dona-tori delle borse. Chi fosse interessato per l’edizione2020 può scrivere alla mail [email protected]

Cerimonia di consegna delle borse in memoria in Università Cattolica

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Maryanne WolfLETTORE, VIENI A CASAIL CERVELLO CHE LEGGE IN UN MONDODIGITALEPagine 224 | 20,00 euro |Vita e Pensiero, Milano 2018

Miguel BenasayagFUNZIONARE O ESISTERE?Pagine 104 | 13,00 euro |Vita e Pensiero, Milano 2019

Silvano PetrosinoRIPENSARE IL QUOTIDIANOPagine 176 | 10,20 euro |Vita e Pensiero, Milano 2012

Uno studente universitario e una professoressa discutono,in un ‘dialogo socratico’, del populismo. Diversi sono i ‘fat-tori di domanda’ che spingono la gente a richiedere politichedi protezione (globalizzazione, diseguaglianze, crisi delwelfare, flussi migratori), così come i ‘fattori di offerta’ chestimolano la nascita di leader carismatici, movimenti e partitipopulisti. Il libro li affronta affidando al personaggio delloStudente le domande che tutti vorremmo porre sull’argo-mento e alla Prof il compito di spiegare con rigore scientifi-co, ma insieme con disponibilità e passione civile, questofenomeno sempre più rilevante nella politica di oggi.

Andrea Boitani, Rony Hamaui, SCUSI PROF, COS’È IL POPULISMO?Pagine 172 | 13,00 euro |Vita e Pensiero, Milano 2019

Francesco Del Pizzo, Pasquale Incoronato GIOVANI E VITA QUOTIDIANA. IL RUOLO SOCIALE DELLA FAMIGLIA E DELLA RELIGIONEPagine 208 | 27,00 euro |Franco Angeli, Milano, 2019

È possibile addentrarsi nei fatti della cronaca quotidianasenza farci schiacciare dal peso a volte ingombrante dellenotizie per filtrarne la logica e il senso? È quanto ha volutofare Silvano Petrosino nei testi riuniti in questo volume. Chesi tratti della crisi economica o dei premi agli studenti meri-tevoli, del legame tra marketing e politica o del senso dellavera povertà, l’autore offre sempre uno sguardo nuovo, ca-pace di andare oltre il conformismo dilagante dei luoghicomuni.

Potenzialità del mondo giovanile e famiglia come “risorsa”costituiscono il filo conduttore di questo volume, che de-dica particolare attenzione al rapporto tra giovani e adultie ai temi del lavoro, della politica, della fede, della mar-ginalità, della fragilità. Non ultimo il divario sempre piùevidente tra Nord e Sud. Il percorso che si traccia è, per-tanto, quello della consapevolezza e del valore del capi-tale umano e sociale, capace di abitare la vita quotidianacon coraggio e speranza.

Anziani considerati ormai ‘vecchi’, fuori dal ciclo produttivoe soprattutto da quello del consumo. Giovani che non hannopiù il diritto di essere gio vani, ma sono inseriti da subitonella giostra delle competenze da acquisire, dei risultati daconse guire. Solo ac cettando di andare al di là del semplice ‘funziona -mento’ della macchina e riguadagnando invece la com-plessità piena di senso dell’umano, si può tornare a consi-derare senza angoscia la morte come parte dell’esperienzasapida della vita, a guardare la fragilità del corpo e delleemozioni come ricchezza della relazione con gli altri. E re-cuperare così uno sguardo aperto verso un futuro che siasempre meno un risultato e sempre più un cammino, avolte facile e a volte difficile come la vita vera.

Maryanne Wolf, neuroscienziata appassionata dei meccanismidella lettura, ne parla sotto forma di lettere all’amico lettore,cercando la semplicità nelle spiegazioni scientifiche, la vicinanzadel racconto personale, il calore dell’invito. L’autrice ci mostra,grazie ai progressi delle neuroscienze, il modo in cui quel ca-polavoro di adattabilità che è il cervello risponde agli stimolidel mondo digitale, e guadagna di certo ad aumento dell’infor-mazione, accesso universale al sapere, sviluppo delle relazionisociali, ma può irrimediabilmente perdere qualità umane fon-damentali come il pensiero critico, l’immaginazione creativa,l’introspezione, l’empatia, cioè la capacità di assumere la pro-spettiva e le emozioni degli altri. Si tratta allora non di guardarecon nostalgia al passato, ma di creare le condizioni per unanuova mente – quella dei nostri figli e dei figli dei nostri figli, ilcui cervello impara a leggere proprio in quest’ambiente pro-fondamente mutato – capace di integrare la preziosa ereditàdella cultura analogica con l’innovazione digitale.