LA BELLA POLITICA. PER CAMBIARE L'ITALIA. Il manifesto aperto di proposte per il Pd e per il territorio provinciale

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    Noi siamo il Partito democratico.Nel modo in cui abbiamo scelto di chiamarci c' gi un programma per l'Italia: avere a cuore lademocrazia che trova il suo fondamento nella nostra Carta Costituzionale. Per noi unvalore indissolubile, il fondamento di tutte le nostre scelte delle nostre pratiche. Voler bene allademocrazia significa interrogarsi sulla crisi, sui pericoli e sui limiti che essa vive in questo periodostorico.

    Prima di affrontare la crisi dei partiti c' una questione ancor pi dirimente che investe l'Italia maanche l'Europa: la crisi della rappresentanza. Un aspetto che coinvolge anche i sindacati e leassociazioni di categoria.Prima ancora degli strumenti sono le fondamenta ad essere in discussione. La democraziarappresentativa in difficolt ovunque nel mondo, perch non capace di interpretare al meglioquel desiderio di partecipazione e di protagonismo che vive nella societ.Le cause vengono da lontano e sono culturali, interessano democratici e conservatori: quando ipensieri deboli hanno prevalso sui pensieri lunghi. Da qui nasce anche la grande debolezzapolitica dell'Europa: il ridursi a un semplice spazio di sanzioni senza una dimensione politica, unapolitica monetaria compiuta, a meccanismi di solidariet e regole comuni per contrastare lespeculazioni, a politiche economiche.In questo contesto l'Italia vive una specificit del tutto particolare. Lo svuotamento della politica

    italiana stato oscurato dal berlusconismo, un fenomeno destinato a vivere pi a lungo del suoleader.L'insorgere di nuovi populismi trova radice in una crisi economica e sociale senza precedenti,alimentandosi di una cattiva politica (spesso accompagnata da una classe politica scadente) cheappare debole perch incapace di decidere. Non possiamo pensare che siano fenomenipasseggeri, cos come non possiamo semplificare che le critiche al sistema politico siano anti-politica. Perch in realt c' un profondodesiderio di bella politica.Il Partito democratico lo strumento che pu davvero aprire una nuova stagione di bellapolitica. Ci pu avvenire nella misura in cui sar capace di spiegare agli italiani la crisi piprofonda dei partiti, nella misura in cui nella maggior parte dei casi sono prevalse le ragioni deinon-partiti: partiti personali quelli di propriet del leader, a loro piacimento, e che si rispecchianoa partire dalla grafica dei simboli dei loro partiti di riferimento. Magari cambiano i profeti e

    inventano nuovi contenitori, ma il metodo sempre quello: leaderismo e frammentazione in piccolipartiti che si alimentano non di partecipazione e contenuti, ma di un pubblico di spettatori.Essere partito per noi significa essere una grande comunit di donne e di uomini, liberi, cheinsieme decide come costruire il futuro confrontandosi attraverso un percorsodemocratico. I partiti sono uno strumento per cambiare le cose, ma le cose cambiano solose c' democrazia nei partiti. Quando simbolo e decisioni appartengono a tutti coloro checontribuiscono alla vita associativa.L'insegnamento degli ultimi tempi prezioso per il lavoro che ancora una volta saremo chiamati afare: la credibilit della politica non una questione che pu riguardare un solo partito, matutto il sistema. Non basta semplicemente riaffermare che non c' democrazia senza partiti,perch questa verit a essere rimessa in discussione. Come altrettanto giusto che nonpossiamo pi limitarci, per quanto sia importante, a valorizzare le nostre differenze dagli altri.Perch vero che rappresenta un valore, ma quando il sistema in crisi agli occhi dei cittadini edelle cittadine siamo tutti uguali. Sappiamo che non cosi, ma percepito cos.Perci il compito del Pd di farsi carico di rinnovare tutto il sistema, per cambiarlo. A cominciaredall'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione: il principio deve essere quello che un partito perassolvere alla propria funzione costituzionale deve garantire trasparenza e meccanismi dipartecipazione democratica. La democrazia in un partito contribuisce a migliorare anche quellaaltrui.La credibilit anzitutto una battaglia culturale che si costruisce dal basso. Abbiamo fattotanto, ma tanto ancora c' da fare. Nei territori abbiamo un compito importante: quello di tornare aincidere nei processi sociali e riallacciare un rapporto con le persone in carne e ossa. Significapensare al compito della politica non come semplice amministrazione dell'esistente, ma come

    progettazione di un nuovo mondo possibile.

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    Ogni stagione della vita buona per impegnarsi in politica.Non c' un'et per fare politica, ma solo un tempo. E il nostro tempo adesso.

    Oggi si apre una straordinaria occasione per ripartire con entusiasmo. La politica ha bisogno direcuperare credibilit e per farlo ha bisogno di ragionare su molti aspetti legati a cosa significaessere oggi partito. Con questa premessa si contribuisce a ridurre la distanza tra politica esociet. Una premessa che non pu ridursi solo ad una buona intenzione del momento perraccogliere consenso e che poi sparisce il giorno dopo le elezioni. Per noi accorciare la distanzatra il dire e il fare una missione della politica.

    La politica non pi un mestiere che dura una vita, ma una ricerca di professionalit perla crescita di competenze.

    Nel Pd provinciale abbiamo gi iniziato a farlo, il cosiddetto funzionariato a tempo indeterminatonon c' pi. Per scelta abbiamo deciso di fare contratti a tempo determinato sia per l'organizzatoresia per il segretario provinciale. Per un Pd che sia capace veramente di premiare non le rendite di

    posizione, ma il merito. Per tornare ad avere fiducia c' bisogno anzitutto di pi umanit, partendodalla genuinit dell'impegno politico. C' tanta gente che aspetta un segnale forte, fuori e dentro ilPd. A cominciare dai tanti volontari che sono il vero volto del Partito democratico. Generazionidiverse, ma con la passione di sempre. Perch sono le passioni, non gli interessi, a muovere ilmondo.

    Noi siamo quelli che vivono la politica per passione, non per i privilegi.

    Il Partito democratico nasce per stare dalla parte dei pi deboli e ci mobiliteremo per combattereogni forma di privilegio.Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande consenso, una grandecredibilit politica e la capacit di colpire esosi e intollerabili privilegi Enrico BerlinguerI politici non possono chiedere sacrifici senza cominciare da loro stessi. I costi della politica devonoessere tagliati: basta privilegi, ridurre il numero dei parlamentari superando il bicameralismoperfetto e adeguare gli stipendi a quelli della media europea. E' vero, l'ammontare del risparmionon risolve granch. I problemi dell'Italia sono pi grandi. Per sarebbe un gesto, un segnaleimportante di umilt e sobriet capace di dare fiducia e credibilit alle scelte decise dalla classedirigente.

    Ridurre gli sprechi della politica, ma non i luoghi della democrazia.

    Occorre dare segnali precisi e importanti per uscire da quella spirale di qualunquismo che negliultimi tempi confonde gli sprechi della politica con i costi della democrazia. E' venuto il momento didire che tagliare i consiglieri e le giunte comunali stata una scelta sbagliata che ha colpito lademocrazia. Gli sprechi sono altrove, non negli enti locali che sono le istituzioni pi vicine aicittadini, spazi politici in cui l'impegno vissuto in primis come volontariato. Il vero costo lapolitica che non decide, il vero spreco sono le occasioni perse per impegnare le persone.

    L'auspicio vivere il congresso provinciale pensando non solo a vincerlo, ma al giorno dopo.E' un passaggio storico molto importante per elaborare una proposta da sviluppare nel tempocapace di creare le condizioni per vincere le prossime elezioni amministrative e tradurre lenostre idee in un'azione di buon governo. Per fare questo non bisogna inventarsi niente di

    nuovo, ma valorizzare il meglio di noi. Da un lato, mettendo in circolo le idee prima dei destinipersonali. Dall'altro, pensare sempre all'esempio di umilt dei volontari: le cose cambiano noncon chi ha solo l'ambizione di essere qualcuno, ma con coloro che desiderano esserci perrealizzare qualcosa.

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    La vita di ogni comunit si misura nella capacit di esprimere un sentimento di solidariet ,dove le difficolt di ognuno appartengono a tutti. Al Pd, come d'altronde all'Italia, servono menopersone che puntano il dito e pi donne e uomini capaci di dare una mano. Negli ultimi anni troppevolte le difficolt di ciascuno sono state interpretate come l'occasione per altri di emergere. Anchein un grande partito ci si pu sentire soli se a prevalere la logica del carrierismo. Le legittimeambizioni di ciascuno non possono essere al di sopra dell'interesse generale del partito. Insiemealla buona volont di ognuno c' bisogno di migliorare anche gli aspetti organizzativi del partito,perch per le sfide che ci attendono non baster eleggere singole personalit. Per portare i risultatia casa serve mettere in campo un progetto. E in ogni livello istituzionale una squadra capace diparlarsi ed entrare in connessione, mettendo in comunione idee e contenuti.

    Ovviamente non si parla di quelli a carattere volontario. Prevedendo una rotazione per impegnarepi persone nei luoghi di responsabilit.

    C' una bella politica. Ognuno pu vederla uscendo di casa entrando in un Circolo delPartito democratico: nella passione di tanti volontari, un gesto di altruismo che motivodi orgoglio e segno distintivo del Pd. Perch i partiti non sono tutti uguali.Si riparte dai Circoli. Siamo una comunit di donne e di uomini, la stragrande maggioranzavolontari, che si dedicano con passione alle proprie citt, ai comuni e ai quartieri. Personeperbene, persone di talento. Ci sono giorni nei quali alcuni tornano a casa a notte fonda,sacrificando gli affetti, pur di portare negli incontri la voce della quotidianit della gente delterritorio, tra le difficolt del vivere e le speranze del futuro.Noi vogliamo un partito che a livello locale ma anche provinciale sia capace di far funzionare almeglio i suoi organismi dirigenti discutendo delle questioni importanti del territorio . In

    questi anni stato fatto tanto, ma ancora tanto c' da fare. Prima del merito c' il metodo e oggi ilmetodo un merito. Insieme si discute, poi si decide. Perch noi siamo il partito che ha inventatole Primarie. E' la storia di una grande comunit dove la democrazia si rinnova ogni giorno.

    Per questo occorrono organismi snelli capaci di discutere e decidere.Un partito provinciale che abbia l'ambizione di avere una direzione politica chiara, frutto dellapartecipazione alle scelte dei Circoli, in un percorso di discussione profondo che inizi dal basso. Lapluralit delle idee un valore. Percorrendo con coraggio la strada della sintesi: la sintesi ditante idee e di tante sensibilit. Tenere in considerazione dell'opinione di tutti prima di giungeread una decisione condivisa con metodo di maggioranza.

    Associare al profilo organizzativo del coordinamento quella naturale identit politica della zona,quell'idea di gestione che il territorio si aspetta e che il Pd deve esercitare. Si inizier eleggendo ilSegretario di Zona, non pi il Coordinatore, e ognuno dovr creare una segreteria aprendo ambititematici sull'indirizzo di quella provinciale.

    La vita di un partito nella capacit di rinnovarsi, sopratutto nella societ in cui viviamo dovecresce ovunque un forte desiderio di cambiamento. Il cambiamento si governa solo cambiando. Ilcompito quello di andare avanti sulla strada del rinnovamento, contro ogni sentimento di

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    restaurazione, oltre la continuit: il rinnovamento non una sola questione generazionale,non tutto e non nemmeno tutto uguale. Il rinnovamento nelle idee, prima di tutto, neimodi di vivere la politica e cammina sulle gambe delle persone.L'impegno di una nuova generazione avr senso nella misura in cui la sua attivit avr un peso neldeterminare la storia di un Paese, cominciando a farsi sentire nella vita dei partiti e orientando laloro missione. Quella attuale, in sostanza, ridare credibilit alla politica.Una nuova classe dirigente credibile si riconosce anzitutto nella passione di viverel'impegno che cresce nella cultura della legalit, con umilt.

    Una sana autonomia di pensieroche, per, non sia autoreferenzialit. L'autonomia non ilpensare in solitudine senza ascoltare nessuno. E' proprio l'esatto opposto: un giovane cresceautonomo rispetto ai meccanismi di cooptazione della classe dirigente nella misura in cui capacedi stringere relazioni nel proprio territorio. Quando cio diventa punto di riferimento per lapopolazione. I giovani nei partiti non devono avere come valore la fed el tnei confronti diqualcuno per avere qualcosa, perch questo atteggiamento alimenta la mediocrit. Quellodi cui c' bisogno di lealt:rispettare le idee, giuste o sbagliate, ma l'essenza nelcoraggio di portarle avanti mettendole al di sopra di qualsiasi rendita di posizione. E' l'unicastrada per un rinnovamento che si fonda sul merito.

    a. Ascolto perch la propria opinione non sia autoreferenziale, ma il frutto di un desiderio dirappresentare bisogni e aspettative della collettivit che cresce con un dialogo con le persone.b. Sapere perch la politica non improvvisazione, ma richiede umilt e competenza. I giovanidevono essere guidati dalla voglia di imparare, approfondire le questioni e dal coraggiodell'innovazione. Il compito del partito accompagnare la crescita di ognuno attraversopercorsi di formazione politica, culturale e amministrativa, in collaborazione con realtesterne, quali Fondazioni, Centri Studi e Universit.c.Saper fare ovvero mettere in pratica le competenze realizzando i progetti. Un Pd capace di farvivere esperienze e mettere in rete il rinnovamento dei Circoli. Un ricambio della classedirigente nelle responsabilit di partito e amministrative con un massimo di due mandati.

    Il Partito democratico un grande partito, con tante buone pratiche seminate in tutta Italia. Lacrescita di un territorio passa attraverso la condivisione delle esperienze migliori che ci sono inmolti ambiti tematici. L'idea che il Pd provinciale organizzi un Festival della Bella Politica:raccontare per condividere le esperienze migliori in giro per l'Italia e le buone praticheamministrative del nostro territorio.

    Siamo orgogliosi di avere una giovanile che inizia a muovere i primi passi nel nostro territorio,perch grazie al loro impegno il Pd si apre alle energie pi fresche. Questi ragazzi e ragazzedevono porsi un obiettivo ambizioso: quello di tornare ad essere un punto di riferimento nel mondostudentesco e nel mondo lavorativo giovanile. Il compito del Pd provinciale sar duplice: da un

    lato, accompagnarli nella loro crescita, coinvolgendoli nei percorsi di formazione; dallaltro,affermare un senso di cittadinanza allinterno del partito. Nel rispetto dellautonomia della giovanilesaranno coinvolti e partecipi delle scelte pi importanti del Pd.

    Ripensare le citt a misura di donna. Consegnare nelle mani delle donne la possibilit di scegliereche fare della propria vita cambiando anche le forme della politica per consentire unacomplementarit tra limpegno sociale, il lavoro e la famiglia. questo che un partito come il Pd

    deve avere tra i suoi principi cardine. un dovere per il Pd conseguire questo obiettivo non soloperch ce lo impone la nostra amata Costituzione, ma anche perch conviene all'Italia e all'Europa(gli stati con maggiore occupazione femminile sono i pi ricchi e con il maggiore tasso di natalit).

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    Il partito democratico provinciale deve parlare al mondo femminile. Pi forza e sostegno alCoordinamento provinciale delle Donne che avr anche una sua rappresentante nella segreteriaprovinciale per provare a portare questi temi nel dibattito politico. Parlare al mondo femminilesignifica trovare soluzioni per l'innalzamento dell'occupazione, per migliorare le norme del mercatodel lavoro e avere un sistema di welfare all'altezza delle esigenze delle donne e delle famiglie.Temi importanti soprattutto in questi anni in cui le politiche del welfare delle amministrazioni localisono strozzate dai tagli continui che i nostri comuni subiscono dai governi nazionali.

    Parlare al mondo femminile inoltre significa incidere sul tema della democrazia paritaria perla rappresentanza femminile nelle istituzioni e nel mondo economico-finanziario. Per questo il Pddeve continuare sulla strada tracciata dalle scorse primarie per la scelta dei parlamentari, unascelta che ha portato a un innalzamento del numero delle donne presenti nelle aule del Senato edella Camera.

    Il tema del femminicidio e delle violenza contro le donne. Un argomento che colpisce semprecon maggiore frequenza la nostra provincia e la nostra regione. Proponiamo, in accordo con le

    amministrazioni locali, di avere una presenza delle volontarie democratiche nei centri antiviolenzasparsi sul territorio per aiutare le donne che hanno subito soprusi, proponendo di contribuire, inbase alle varie competenze e necessit dei centri, spesso spogliati delle loro funzioni per lamancanza di liquidit in cui versano i nostri enti locali. Il tema della violenza contro le donne comunque un problema maschile.

    Il Paese per crescere deve ripartire dai territori, guardando il mondo con gli occhi di un sindaco,cos come il Partito democratico. Per costruire un'Italia nuova bisogna costruire la cultura delbuon governo, non quella del potere.Nei tempi che verranno il Pd provinciale avr una maggiore responsabilit. E' vero, partito eamministratori svolgono due compiti diversi. Noi per non crediamo che la strada del futuro siaquella della sterile contrapposizione. Con il venir meno della Provincia, cos come l'abbiamoconosciuta fino ad oggi, accresce il compito del Pd di stare vicino ai sindaci, agliamministratori, e tenere insieme il territorio lavorando per fare una sintesi provinciale sullequestioni.

    Un partito nuovo deve avere lo scopo di fare di esso il luogo dell'incontro tra gli amministratori e idirigenti di partito, perch solo con una reciprocit di sguardi le cose migliorano. Si inizia dallaSegreteria Provinciale: insieme alla rappresentanza territoriale, le diverse sensibilit, occorreraccogliere l' opportunit di valorizzare le esperienze di buon governo del territorio provinciale eassociare nella scelta delle aree tematiche una buona dose di competenze e capacit. Lidea anche quella di tenere Segreterie Provinciali itineranti.

    Ogni componente della Segreteria Provinciale avr un Area tematica: organismo a carattereconsultivo e di programmazione. Al lavoro nel territorio uniremo gli strumenti dipartecipazione del web (#openpd). Ogni Area Tematica sar il luogo di incontro tra gliamministratori che si occupano del tema, le persone dei Circoli e dei Coordinamenti di Zona e tuttequelle professionalit esterne che intendono dare un contributo.

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    E' un passaggio storico quello del cambiamento del governo locale, in particolar modo perl'entroterra. E' giunto il momento di organizzare gli Stati Generali delle Aree Interne. L'idea quelladi mettere insieme i Circoli Pd, i coordinamenti di zona e gli amministratori dell'entroterra pesareseper fare ogni anno il punto della situazione e rilanciare gli obiettivi.

    Il Partito democratico che vogliamo un partito aperto, coraggioso e accogliente. Ognunodeve sentirsi a casa, non ospite. Siamo stufi del dibattito partito leggero e partito pesante. Tuttisiamo convinti che per fare bene le cose c' bisogno di partiti che ci siano sempre e non soloquando il momento di votare. Un partito altro non che un'associazione: pi haun'organizzazione radicata nel territorio, tanto pi capace di vivere nella quotidianit dellepersone, dei loro bisogni e delle speranze per il futuro. Il Partito democratico che vogliamo quello che capace di vivere nel proprio tempo, migliorando l'organizzazione al fine diaprire una nuova stagione di partecipazione. La bella politica quella capace di aprire le portee intercettare il meglio che c' nella societ.

    Prima di tutto, per, bisogna favorire un cambio di mentalit: il Pd non di propriet dellaclasse dirigente che semmai lo rappresenta in un tempo determinato; il Pd appartiene aivolontari, a chi aderisce, al popolo delle primarie e a tutte le persone che vorranno entrare.

    E' la sfida futura dell'organizzazione del Pd. Cogliere la straordinaria opportunit di utilizzare glistrumenti della nuova tecnologia per migliorare l'organizzazione del partito per far crescere lapartecipazione nella costruzione delle proposte. E' un'idea che nasce da una consapevolezza: lacrisi dei partiti ha coinciso con la crisi della partecipazione. Tanto pi un partito capace di

    coinvolgere i cittadini nella costruzione delle proposte, tanto pi esse saranno rappresentative diuna comunit.

    Con l'avvento dei Social Network abbiamo compreso che, pur non partecipando alla vita dei partiti,le persone su internet discutono di politica, si interessano ai problemi del territorio, creano momentidi confronto. Nella Rete sono nati nuovi luoghi dove la gente si incontra per esprimere leproprie idee. La comunicazione diventata partecipazione. Nel cambiamento del Web 2.0 c'una straordinaria opportunit per il Pd di aprire le porte e costruire ponti con tutti coloro che nonhanno mai partecipato alla vita di un partito. Un lavoro prezioso che anch'esso serve per farrecuperare credibilit.

    Costruzione di un Laboratorio territoriale che sappia mettere in relazione formecomunicative digitali, contesto locale e dimensione politica.

    Un progetto avviato in collaborazione con lUniversit degli Studi di Urbino. Un primo momento dianalisi e progettazione sul modo di fare convergere la comunicazione pi istituzionale di un partitocon quella pi spalmata nella vita quotidiana di iscritti e simpatizzanti.

    Vogliamo un Pd capace di fare rete e stare in Rete. Ogni Circolo avr a disposizione uno spaziodel nuovo sito provinciale. La bella politica sar la categoria dedicata all'attivit dei Circoli Pd,mentre Il buon governo quella per le buone esperienze amministrative.

    Finestre sul web che affiancheranno il lavoro dei responsabili in Segreteria Provinciale, al fine disviluppare un confronto non solo nei luoghi tradizionali ma su internet. La Rete pu aiutare amantenere viva la discussione nel tempo, arrivando a pi persone, riducendo le distanze e

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    offrendo la possibilit di esprimere la propria opinione in qualunque momento. D'altronde anche ilvolontariato cambiato e sempre pi i partiti devono trovare strumenti capaci di tenere insieme lavoglia di partecipare con l'esigenze di vita personali di ognuno.

    Lidea di trasmettere in diretta streaming alcuni eventi del Pd e talvolta offrendo la possibilit diintervenire con la webcam per coloro che seguono l'iniziativa da casa.

    Il Pd deve recuperare il piacere di salire le scale, incontrare le persone in carne e ossa eriscoprire la politica sul territorio. La disaffezione nei confronti della politica talmente cresciutache aprire le porte del Pd pu non essere sufficiente se non c' un partito capace di andare aincontrare le persone. Il casa per casa negli ultimi anni quasi scomparso. Per vincere le elezioninon basta semplicemente parlare a coloro che sono interessate alla politica, ma arrivare anche atutti coloro che si sentono distanti.

    Creare momenti di formazione per i Segretari di Circolo per spiegare come attivare lasquadra dei volontari per il casa per casa e sapere come organizzare il lavoro.

    Identificare i possibili volontari.Il casa per casa funziona se c' la capacit di attivarepersone che organizzano momenti di incontro con loro conoscenti. Le Primarie sono stateuna straordinaria occasione per raccogliere informazioni, bisogna utilizzare al meglio ildatabase. A cominciare da una mappatura citt per citt di dove abitano e lavorano lepersone.

    Costruire una campagna di mobilitazione con le finalit, piccole azioni per attivare lepersone e i necessari strumenti di comunicazione.

    Attivare il Pd. Ciascun dirigente provinciale e amministratore sar a disposizione dei

    Circoli, a cominciare da quello di appartenenza, a partecipare agli incontri casa per casa,nei luoghi di lavoro e di studio, nel mondo dell'associazionismo.

    GOPD una pagina web che consente ai volontari di condividere le informazioni raccoltecostruendo un racconto collettivo delle esperienze: le priorit e le questioni che stanno pia cuore.

    Aprire le porte del Pd significa anche trovare le parole nuove per parlare di politica. Perchesistono tante parole e forme per parlare di politica. Sar compito dellorganizzazione provincialesostenere la fantasia dei Circoli.

    Organizzare la presentazione di un libro con l'autore, cineforum ma anche mostreculturali nei locali del Pd

    Fare iniziative partendo non da un introduzione politica, ma da un racconto di vita.Coinvolgere persone che possono venire a testimoniare la propria esperienza di vita o dellavoro, per poi discutere insieme dell'argomento.

    C' tanto di buono fuori da noi. Un Pd capace di coinvolgere e creare momenti diconfronto con personalit esterne: intellettuali, movimenti, associazioni, mondodelle professioni.

    Aprire i Circoli mettendo a disposizione le sedi del Pd alle associazioni, ancheesterne al Pd, a cominciare da quelle culturali e di volontariato.

    Le Primarie hanno dimostrato nel tempo che c' un forte desiderio di partecipazione. In questi anninon siamo riusciti ancora ad utilizzare al meglio il grande patrimonio di database delle persone chesono venute a votare. Per fare di pi serve prevedere delle consultazioni nelle quali

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    richiamiamo il popolo delle primarie a potersi esprimere su questioni fondamentali, anchedella vita amministrativa del territorio provinciale. Le Primarie delle Idee.

    Il Partito democratico deve diventare una casa di vetro, la trasparenza fondamentale permigliorare l'attivit del partito e garantire una partecipazione consapevole.In questi anni stato fatto tanto: siamo l'unico partito che ogni anno approva negli organismidirigenti il bilancio economico. Ci frutto di un lavoro di autofinanziamento proveniente da chiaderisce, dalle deleghe degli amministratori e dalle erogazioni liberali. Naturalmente, il tutto fortemente condizionato dal periodo di crisi economica.

    E' tempo di fare un salto di qualit coinvolgendo i Circoli nella costruzione del bilancio economicodella Federazione provinciale. Decidere insieme ai Circoli dove investire, al netto dei costi dellastruttura provinciale, e come raccogliere le risorse per l'attivit politica. Intendiamo rimettere alcentro il rilancio della raccolta fondi in un bilancio che responsabilizzi Federazione, Circoli e tutta la

    classe dirigente del Pd.

    Revisione del Regolamento economico provinciale differenziando le deleghe dei sindaci,assessori, consiglieri comunali e amministratori locali. Oggi il regolamento prevede una fasciaunica per tutti del 12% sul lordo, la proposta quella di fare pi fasce a seconda della dimensionedei Comuni riducendo il contributo sindaci e assessori delle realt pi piccole.

    Le Feste Democratiche rappresentano uno dei momenti pi importanti per la vita del partito, capaci

    di ridurre la distanza tra politica e societ. In un periodo nel quale l'immagine conta pi dellasostanza, il tratto distintivo delle Feste quello di regalare l'immagine di quello che siamo.L'espressione pi autentica della generosit, della passione e dell'altruismo dei nostri volontari.L'immagine del Pd che vogliamo: aperto, accogliente e coraggioso.

    Dare una mano alle tante Feste Democratiche nei comuni della Provincia. Fare della FestaProvinciale il calendario di tutte le Feste nel territorio.

    In 5 passi si migliora:

    Istituire un Responsabile Provinciale delle Feste Democratiche e una squadra dilavoro.

    Fare un calendario provinciale di tutte le Feste e promuoverlo nel territorio.

    Innovare il format sul modello di Festa Pesaro a cominciare dai centri maggiori,offrendo un supporto per l'organizzazione degli eventi politici, culturali e musicali.

    Provare a fare Feste laddove da tempo non si organizzano pi, mettendo insieme in unterritorio pi Circoli Pd per organizzare una Festa di Zona.

    Feste Tematiche Provinciali impegnando i responsabili in Segreteria provinciale delleAree Tematiche ognuno in una Festa del territorio per sviluppare iniziative legate altema.

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    Perch nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, cifosse un fiume, per noi. E qualcuno capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume.Immaginarlo, inventarlo Alessandro Baricco

    L'Italia affronta la pi lunga crisi della sua storia. Una crisi che non si misura solo negli indici di

    povert, della disoccupazione, della precariet del lavoro. Essa si traduce nel crescere disentimenti di incertezza e insicurezza. E' una crisi di fiducia nel futuro. La dose di fiducia nel futuroper una comunit rappresenta un fattore decisivo per le possibilit di crescita del Paese.

    L'Italia pu uscire dalla crisi se gli italiani torneranno a immaginare il futuro.

    La storia dell'Italia racconta che la crescita del Paese avvenuta grazie al talento e alla voglia difare degli italiani. Il Partito democratico nato per riaccendere la speranza, che non solo unsentimento ma un motore di sviluppo. La voglia di tornare a costruire il futuro nellaconsapevolezza che oggi alle persone bisogna restituire anche presente.

    La crisi economica maturata nella crisi finanziaria, ma nasce altrove. Per responsabilitnon della politica, ma di una precisa politica: il fallimento del modello neoliberista che hacaratterizzato ovunque le sorti dell'ultimo trentennio.A differenza di quelle precedenti, il cui carattere era sia ciclico sia congiunturale, causato da unaminore domanda, o strutturale dovuto a scarsa competitivit, quella di oggi si configura comecrisi di sistema. E' l'intero modello di sviluppo capitalistico fondato sulla finanza dell'economiacome motore dello sviluppo a essere messo in discussione. La malsana idea che il mercato dasolo potesse essere regolatore autosufficiente di bisogni individuali e collettivi. E' nella subalternitdella politica rispetto alla finanza che la speculazione ha vinto sulla produzione del lavoro, quellovero. Per questo c' bisogno di nuove regole per la finanza, ma soprattutto necessario che apagare questa crisi siano anzitutto i soggetti che l'hanno provocata.

    Il potere di acquisto delle famiglie sotto i livelli del duemila, portando a una riduzione delrisparmio e dei consumi. Il debito pubblico a livelli record, emergono le disuguaglianze sociali ele nuove povert. In Italia 2 milioni di famiglie detengono il 50% della ricchezza. Abbiamo il pibasso tasso di occupazione in rapporto alla popolazione tra i 15 e i 64 anni: 56% in Italia, inEuropa il 65%, nel nord Europa il 72%.La politica sembra essere lontana dalla quotidianit delle tante imprese artigiane, alcunetirano avanti mettendo a disposizione i sacrifici di una vita e altre chiudono in unlicenziamento silenzioso. I loro problemi non fanno notizia sui giornali perch ognuna ha unadimensione strutturale modesta, ma insieme sono un grande numero: rappresentano la stragrandemaggioranza del tessuto economico industriale italiano. Occorre andare dentro le aziende perrendersi conto della situazione, oppure nelle mense operaie che registrano un calo considerevoledi presenze. Quelle che il venerd potrebbero anche rimanere chiuse perch la settimana si accorciata anche per coloro che un lavoro ancora riescono ad averlo. O pi semplicementebasterebbe entrare in un supermercato per capire che le famiglie rinunciano perfino al consumodegli alimenti primari. Nei centri della Caritas, poi, si registra un aumento degli aiuti erogati e lecase di prima accoglienza per i senza tetto, anche nel nostro territorio, dicono di avere in sei mesile presenze che in periodi passati avevano nell'arco di un anno. E per la prima volta a esserepresenti non sono solo gli immigrati ma, soprattutto, gli italiani. L'emergere delle nuove povert lafrontiera nella quale la politica sar chiamata a lottare nel tempo che viene.L'Italia era in crisi gi prima della crisi. Le radici derivano dall'incapacit del Paese di governareil cambiamento. Quello imposto dalla globalizzazione e dall'entrata dell'euro in Italia si tradotto inuna riduzione degli stipendi e in un aumento del costo del lavoro, anzich puntare sulla qualit deiprodotti e dell'innovazione dei processi di produzione attraverso il potenziamento di scuola,

    formazione e ricerca.Oggi il permanere della crisi determinato da bassi investimenti, bassi salari e bassiconsumi.L'Italia che produce ha subto una crescente perdita di produttivit e quindi di competitivit nelmercato globale. I principali limiti strutturali sono legati alla dimensione delle nostre imprese, cui si

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    fatto fronte attraverso forme di aggregazione in distretti e filiere che oggi essendo in sofferenzabisogna ripensare. Il numero medio di addetti per azienda di 8 persone in Italia, 11 in Spagna, 14in Francia e 35 in Germania. Di fondamentale importanza l'assenza dell'industria italiana neigrandi settori innovativi dell'informatica e delle telecomunicazioni. Siamo i pi grandi consumatoridei telefonini senza produrli. L'assenza di qualsiasi politica industriale ha determinato unaregressione del nostro sistema produttivo. Quindi per dare la svolta e puntare alla crescita dellanostra economia bisogna ripartire da qui e da una maggiore qualit del lavoro.

    Noi al tempo della crisi.

    Le Marche sono state particolarmente colpite dalla crisi e la provincia di Pesaro e Urbino ha,all'interno del sistema marchigiano, una specificit ancora pi difficile.Nellanalisi del disagio sociale sulla crisi economica del Censis la provincia pesarese ai vertici,insieme a Varese, Novara e Lecco. In particolare le ripercussioni maggiori sono nel settore delmanifatturiero industriale e artigianale. Se in passato la disoccupazione era praticamenteinesistente, attestandosi a tassi che superavano di poco il 3%, oggi all'8%.Nel 1992 le province che stavano meglio facevano da traino per portare il Paese fuori dallacrisi. Viceversa oggi l'incremento del disagio maggiore nelle realt che partivano da unacondizione migliore. Chi stava meglio riusciva a venir fuori meglio. Oggi non pi cos. C'stato un rimescolamento causato dal perdurare di una crisi mai cos lunga. Gli anni del 2008e del 2009 sono stati molto duri, poi una lieve ripresa nel 2010, per poi di nuovo scendere a picconell'anno successivo.E' acclarato che l'occupazione nella nostra provincia anche nel primo periodo del 2013 incalo, pi di quanto non accada a livello regionale, dovuto alla forte vocazione manifatturierache ha contraddistinto i distretti produttivi: metalmeccanica, edilizia, legno e arredamento,cantieristica da diporto. Essi risentono tutte della difficolt economica nazionale e internazionale.La crisi non pi solo economica, ma si apre una grande emergenza sociale: crisi aziendali,difficolt di accesso al credito, aumento di disoccupazione, lavoratori in mobilit, la questione degliesodati e l'esigenza primaria di un rifinanziamento urgente della cassa integrazione inderoga per le piccole imprese in mancanza della quale moltissime piccole imprese sitroverebbero nella condizione di non sopravvivere.

    Trentamila le persone disoccupate iscritte ai tre Ciof provinciali a fine dello scorso anno. Duemilioni e duecento mila ore di cassa integrazione di marzo e aprile 2013. A tutto ci siaggiunge una precariet diventata ancora pi precaria: anche nel tempo determinato c' statauna riduzione del 40%. Per la prima volta gli avviamenti sono inferiori alle cessazioni di lavoro.E' raddoppiata la componente dei giovani inoccupati che si avvicinano al mercato del lavoro senzaun'esperienza professionale con difficolt nell'ingresso. E' esploso il fenomeno dei NEET, ovverodi una inattivit giovanile che coinvolge circa 8 mila soggetti (dato CNA) in et compresa tra i 15 e i35 anni n in cerca di lavoro, n in formazione, n a scuola. La disoccupazione giovanile siattesta nella nostra provincia al 25%: un livello pi basso della media nazionale, ma sono pinumerosi tra i disoccupati i giovani diplomati e laureati.

    Uno scenario che poteva essere anche peggiore se non ci fosse stato l'impegno, nellimite delle possibilit, di Regione, Provincia e Comuni.

    C' stata una costante attenzione alla difesa dei posti di lavoro. La Provincia di Pesaro e Urbino intervenuta nei Tavoli di almeno 80 crisi aziendali, di mediazione e ricomposizione delle vertenze,a salvaguardia di 2500 posti di lavoro. Altra esperienza stata la gestione, in partenariato, dipercorsi di welfare locale, realizzati insieme ai Comuni, ambiti territoriali sociali, organizzazioni no-profit, per un intervento socio-assistenziale. Alle persone in difficolt, oltre ai servizi dicollocamento, su richiesta viene offerto anche un supporto psicologico. Cos come statoimportante attivare gli Aiuti Anticrisi, misure di sostegno economico per le famiglie in difficolt,tuttora in essere, che prevede per situazioni disagiate agevolazioni sulle bollette di acqua e rifiuti,sconto sul trasporto scolastico, microprestito agevolato, sospensione del mutuo. 3892 agevolazioniconcesse per un totale complessivo di pi di 600 mila euro. 1226 persone hanno richiesto unmicroprestito, di cui 409 accolte e 328 in fase istruttoria, per un importo di 1,8 milioni di euro.

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    L'Italia e le Marche che noi vogliamo sono quelle che guardano alla crisi non con gliocchi della crisi. E' nelle situazioni peggiori che, talvolta, nascono le cose migliori. Il tempo chestiamo vivendo un grande periodo di trasformazione nel quale l'intera societ deveinterrogarsi per aprire a nuovi modelli di sviluppo. Dobbiamo ridigitare la parola futuro. Come

    nel motore di ricerca di Google si ottengono 400 milioni di risultati in appena 20 secondi, sei voltein pi rispetto al vocabolopassato.

    L'Italia e le Marche che ci piacciono sono quelle della solidariet. Un valore che puaiutare realmente la ripresa se chi ha di pi capace di dare di pi. Con un fisco pi leggerodalla parte di chi lavora. La pressione fiscale ha raggiunto livelli insostenibili: colpisce le impresee soffoca i redditi dei lavoratori, non favorendo la crescita. Per questo occorre da subito ridurre letasse nella busta paga dei lavoratori e per le imprese, al fine di ricreare le premesse per unclima di fiducia nei cittadini e rimettere in moto i consumi.

    L'Italia e le Marche che noi vogliamo sono luoghi dove responsabilit significa gestire ilpresente senza scaricare il peso dei sacrifici nelle generazioni future. Il risanamento delbilancio dell'Italia la strada da percorrere per qualsiasi ragionamento sul rilancio dell'economia. In

    questi anni il governo regionale, nonostante i tagli nazionali, ha fatto tanto per la razionalizzazionedelle risorse.

    L'Italia e le Marche che sogniamo aprono il domani dei nostri tanti giovani. Quelli cheoggi si sentono in ritardo rispetto alla vita. La crisi contribuisce a ritardare l'indipendenza dallafamiglia, deprime i tassi di natalit, produce rassegnazione.

    L'Italia che vogliamo, cos come le Marche, un grande Paese a misura di bambini e difamiglie. Le stime dell'Istat dicono che nel 2030 i minori sotto i 18 anni non arriveranno a 10milioni, con un'incidenza pari al 15% circa. 60 mila bambini in meno rispetto alla situazione attuale.La demografia futura avr degli effetti sulla vita di tutti i giorni se si considerano i bassi tassi diricambio. E' una priorit nazionale e regionale.

    L'Italia che costruiremo insieme alle Marche sar un Paese per donne . Quelle che oggi

    vedono pi di ogni altro rimessa in discussione la propria vita. Essere mamme al tempo della crisinon semplice: quasi due donne su tre non lavora se ci sono dei figli, 800 mila interruzioni dilavoro forzate negli ultimi due anni, quasi il 37% delle donne dai 25 ai 34 anni sono inattive.Vogliamo un Paese civile nel quale la questione femminile torni al centro del dibattito.

    LItalia che vogliamo organizza uno Stato semplice che semplifica la vita ai cittadini.Il nostro Paese bloccato dalla burocrazia. Procedure lente che, anzich facilitare, complicano lavita. Dei cittadini, ma anche dei sindaci. Servirebbe spendere meno in burocrazia e molto di pisullinnovazione. Perch la semplificazione e la riorganizzazione dello Stato pu far ripartire ilPaese.

    LItalia e le Marche che tornano a crescere sono quelle che investono nei talenti.A cominciare dalla scuola e dalluniversit che devono diventare un motore di formazione di nuovi

    talenti. Il futuro del nostro Paese passa da qui: dallistruzione dei nostri figli. Merito e sostegno alleborse di studio per dare la possibilit ai giovani di crearsi il proprio percorso a prescindere dallecondizioni economiche di partenza della famiglia. Una scuola che deve avere maggiore sinergiacon il mondo del lavoro, innovativa e sicura dal punto di vista edilizio. Insieme ad un sistema diistruzione di qualit che sia capace di fare sperimentazione nel pieno dellautonomia scolastica,legando gli istituti in un rapporto di reciprocit con lo sviluppo dei rispettivi territori. La formazionedegli insegnanti, uno dei mestieri pi importanti, centrale.

    LItalia e le Marche che vogliamosono quelle capaci di sognare gli Stati Uniti dEuropa.C' ancora tanto da fare. La crisi economica e la crisi dell'euro ha evidenziato tutte lecontraddizioni di una comunit europea ancora imperfetta. Proprio in questo periodo riemergononazionalismi e sentimenti anti-europei, con la complicit di una classe politica che nel tempo haparlato dell'Europa nell'opinione pubblica per giustificare divieti e limitazioni, non per cogliere leopportunit. Per migliorare l'orizzonte italiano c' bisogno non di meno Europa, ma di pi Europa.Un'Europa, per, diversa: che parta dal basso per una pi forte integrazione. Per fare gli europeibisogna avvicinare quell'istituzione che oggi le persone sentono lontana. Tutto questo possibileattraverso la nascita degli Stati Uniti d'Europa: l'elezione diretta da parte dei cittadini del primo

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    cittadino europeo, politiche davvero comunitarie a cominciare da quella estera, la semplificazionedei bandi comunitari e iniziative rivolte al mondo giovanile per far crescere il sentimento europeocome stato il progetto Erasmus.

    Non si crea nuovo sviluppo e nuova crescita dell'occupazione se non si cambiaradicalmente questo modello di sviluppo economico.Un nuovo modello di sviluppo deve essere basato non pi sulla centralit della finanza, ma su unnuovo umanesimo: mettendo al centro la persona e il soddisfacimento della sua vita.Bisogna riformare il welfare per renderlo pi inclusivo quale fattore di sviluppo equilibrato.Servono nuove forme di produzione e risparmio energetico, occorre realizzare un'adeguataredistribuzione della ricchezza per ragioni di equit e di riequilibrio ma anche come fattore disviluppo. Insomma bisogna riformare la finanza, regolare i mercati, contrastare le crescentidiseguaglianze sociali e imboccare la strada dello sviluppo sostenibile. Ci che serve unamodernizzazione ecologica dell'economia. Non la decrescita, quindi, ma uno sviluppo basatosull'economia verde, su nuovi stili di vita e una visione pi sobria e intelligente del benessere. Unosviluppo che faccia leva sul nostro patrimonio di civilt, di bellezze e di qualit delle nostreproduzioni e del lavoro. Bisogna accompagnare il sostegno alle nostre industrie manifatturiere, apartire dalle piccole imprese dell'artigianato, con la necessaria revisione dei suoi modelliorganizzativi che hanno avuto nei distretti industriali il loro punto di forza. L' impresa moderna habisogno di relazioni basate pi sulla partecipazione e il consenso che sul conflitto el'autoritarismo. Il nostro sistema ha bisogno di investimenti sia in innovazione di processi e diprodotto sia in ricerca e formazione. Bisogna porre fine alla precariet, il lavoro stabile devetornare ad essere la normale forma di lavoro dipendente. Il lavoro non solo fonte di reddito, esso condizione per l'affermazione della propria dignit.

    Fare il sindaco oggi non come farlo dieci anni fa: una crisi senza precedenti e bilancicomunali ridotti all'osso dai tagli nazionali. Nei Comuni il disagio sociale non fuori dal Palazzo,ma bussa alla porta. Se l'Italia vuole ripartire dai Comuni, insieme alle risorse c' bisognoche Governo e Parlamento inizino a guardare il mondo con gli occhi di un sindaco.Nei prossimi anni le Provincie non ci saranno pi come le abbiamo conosciute fino ad oggi. Purnon sapendo quale sia la prospettiva nelle funzioni che dovranno mantenere, l'unica certezza che saranno pi deboli. La Regione deve rafforzare il ruolo dei Comuni anzich cedere allatentazione di un centralismo regionale, perch rischia di avere maggiori inefficienze senza unareale garanzia di risparmio.

    Il riassetto istituzionale deve essere una priorit del Governo regionale . Il tema quellodi ridisegnare il governo locale del territorio spingendo con convinzione sull'aggregazione deiComuni: convenzioni, unioni e fusioni. Pertanto la Regione deve mettere in campo, come giaccade altrove, una legislazione pi forte sugli incentivi e disincentivi che sia capace dipremiare chi prova a mettersi insieme, a cominciare dalle Unioni Montane.

    La gestione associatadei servizi comporta dei benefici finanziari, economici e organizzativi.Di pi. Le Unioni dei Comuni possono essere un motore di sviluppo per la crescita delterritorio, nella possibilit per gli amministratori locali di elaborare una strategia condivisa, acominciare dalla pianificazione urbanistica, dalle infrastrutture e dagli investimenti. Un nuovo

    modello locale di sviluppo legato alla capacit degli attori strategici di fare un nuovo patto socialenella consapevolezza che l'aggregazione dei Comuni genera benefici nel tessuto sociale eproduttivo.

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    Oggi tutto smart. Anche le citt diventano Smart City.Questa nuova visione della citt, deve obbligatoriamente avere un approccio olistico e affrontaretutti i settori di una comunit. Pensare ad una citt smart obbliga a rivedere i vari settori inchiave intelligente. Ci si pone come obiettivo il miglioramento della qualit della vita attraversouno sviluppo economico sostenibile, basato su ricerca, innovazione, tecnologia e guidato dallaleadership locale con una logica di pianificazione integrata. Quando si parla di smart city si partequasi sempre da una gestione moderna dellenergia per arrivare ad abbracciare tecnologia eautenticit dei territori. La citt un organismo vivente che necessita di un cervello per guidarne lacrescita sana. In una smart city i cittadini e lamministrazione collaborano per dare vita asoluzioni partecipate, frutto di unintelligenza collettiva. Tutte le reti diventeranno strumento dicondivisone intelligente, sanit, energia, informatica mobilit social network. Le nuove tecnologienon fanno scomparire la citt, trasformano profondamente il modo di viverla. In questa citt, lacreativit diventa lo strumento principale per ridefinirla e ridisegnarla, non con lottica di creare

    una citt virtuale, ma attraverso percorsi di confronto costante e diretti.Il fulcro la partecipazione della comunit alla costruzione della Citt Smart che cambiacon i progetti, le idee sviluppate e realizzate con i fondi messi a disposizione dallUnioneEuropea.

    Costruire sul costruito, Green Economy e Mobilit sostenibile

    Negli anni passati il territorio stato considerato un bene sempre disponibile e illimitato per lo

    sviluppo delle comunit locali fondato sulla crescita urbanistica. Nei prossimi tempi c' bisogno diun'inversione di tendenza.

    Immaginare cio che un sindaco di una citt non venga giudicato da quanto hacostruito, ma per il territorio che riuscito a recuperare. Bisogna pertanto incentivare ilcostruire sul costruito, riqualificare le aree industriali colpite dalla crisi, la valorizzare ilrecupero dei centri storici, la ristrutturazione energetica degli edifici e indirizzare le nuovecostruzioni con la bioedilizia.

    Come non ha pi senso che ogni Comune ragioni da solo nellurbanistica. Disegnare unterritorio oggi vuol dire aprire a processi innovativi e di condivisione allargando i confini territoriali.Lidea cio di fare nuovi piani regolatori oltre il proprio Comune insieme agli altri Comuni , acominciare da quelli confinanti.

    Un punto centrale di questa idea di partenza la green economy. Un concetto che non puessere solo una filosofia, ma in questo periodo di crisi economica pu diventare un volnoimportante di sviluppo economico, sostenibile ed ecocompatibile e pu rappresentare unagrande occasione per rilanciare l'occupazione: uscire dalla crisi con innovazione, tecnologia ericerca, questa la ricetta associata alla creazione di un circuito virtuoso tra sistema formativo,universit e imprese.

    Un nuovo modello di sviluppo realizzabile a partire dalle nostre citt. In primis puntandosul settore energia: occorre convogliare massicci investimenti, pubblici e privati, sul versante delrisparmio e dellefficienza energetica, scommettendo sullenergia pulita prodotta dalle fontirinnovabili e sulla mobilit sostenibile. La mobilit sostenibile un altro punto fondamentale.Meno auto, meno traffico, maggiori vantaggi. Occorre incentivare luso dei mezzi pubblici e dellabicicletta nella nostra citt e nella nostra provincia. Dobbiamo continuare sulla strada che in questi

    anni ci ha visto tra le province che contano un maggior numero di chilometri di piste ciclabili.Il secondo obiettivo difendere il nostro territorio con la lotta a ogni forma di condono,recuperando aree dismesse e degradate promuovendo lutilizzo degli incentivi per la

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    riqualificazione del patrimonio edilizio e l'efficienza energetica che il Governo Letta ha prorogatofino al 2015.Terzo. Ridurre il consumo dellacqua limitando gli sprechi con una riqualificazione delleinfrastrutture di distribuzione e depurative riorganizzando il sistema tariffario in maniera pi equoperriconoscere il diritto allacqua per tutti e garantire gli investimenti.Un altro punto essenziale il ciclo dei rifiuti. Sempre di pi i nostri comuni devono dotarsi di unsistema di raccolta e smaltimento che punti sul riutilizzo e il recupero, raggiungendo lobiettivo diun minore sfruttamento delle discariche e degli inceneritori, che nella nostra provincia abbiamo

    scelto di non adottare. Il rifiuto non deve pi rappresentare solo un costo per la comunit ma deveessere una risorsa economica. Tante esperienze europee ce lo insegnano: i rifiuti sono unagrande risorsa che produce anche grandi ricadute occupazionali e non solo. Parliamo anche diriduzione dei costi di approvvigionamento per le imprese (che comprano sul mercato delle materiesecondarie) e di conseguenza di tutela ambientale.

    Non avere paura del cambiamento, ma governarlo. Le start up sono un altro punto fondamentaledi questo percorso. Per cambiare le amministrazioni pubbliche e le citt occorre partire

    dallinnovazione e dal digitale. Settori che devono essere una leva fondante delle partnershippubblico-privato. Il settore pubblico deve intervenire con strumenti di coordinamento e di sostegno,promuovendo un contesto normativo che faciliti l'innovazione, come fattore primario di successo eincremento del PIL.

    La parola Start up incarna questa filosofia: proviene dalla lingua americana, un verboche in italiano si traduce con decol lareche individua quelle nuove imprese caratterizzate daforte contenuto tecnologico e da capacit dinnovazione.Per questo le amministrazioni pubbliche dovranno coinvolgere start up, universit e piccole emedie imprese, insieme, nelle politiche dell'innovazione che comprendano i dipartimenti diingegneria, di ricerca e sviluppo, di strategia, di business development delle imprese, in sinergiacon il rilancio dell'universit. Un sistema di connessione per puntare su un nuovo modello disviluppo che parta dal digitale per creare nuova e qualificata occupazione e per rendere

    competitivo a livello globale il Paese in questo periodo di grande crisi economica.Con il decreto Sviluppo 2, approvato dal governo uscente, sono state poste basi importanti manon sufficienti a definire le coordinate per il sistema delle start-up. Molto dovranno fare le pubblicheamministrazioni.

    Ci sono esempi di start up anche sul nostro territorio, ma lo sviluppo di questo settorenon pu prescindere dal giusto rapporto e dal giusto feeling con la politica e le istituzioni . Ipolitici e le Istituzioni devono credere nei giovani, nella loro voglia di fare e di mettersi il gioco. Lapolitica deve scommettere sulle potenzialit e sugli impulsi che questo settore pronto ad offrire. Ilruolo principale che le istituzioni dovranno assumere dovr essere in questo processo il ruolo disteering committee, il tutto finalizzato a creare opportunit di finanziamento.

    LUniversit di Urbino rappresenta il vertice della filiera formativa provinciale, e ha semprecontribuito a svilupparne e qualificarne il carattere culturale, sociale ed economico. In questiultimi anni lUniversit di Urbino ha completato il percorso di statalizzazione ed oggi fa parte delsistema universitario nazionale. La statalizzazione stata sostenuta dal centro sinistra e haconsentito di mettere lAteneo in sicurezza rispetto ai problemi di sostentamento finanziario. OggilUniversit, a fronte di una forte riduzione del personale docente e tecnico amministrativo, hamantenuto e pi recentemente incrementato, il numero di iscritti; lofferta formativa si ampliata e,sul versante qualitativo, parecchie facolt e centri di studio si pongono nella parte alta della

    classifica nazionale, davanti a importanti e rinomate sedi universitarie.Tuttavia la situazione odierna messa in difficolt da una riduzione dei finanziamenti statali alleuniversit, da una pi agguerrita competizione tra gli atenei, e resa pi complessa dallaglobalizzazione dei processi formativi, che apre nuovi scenari di competizione internazionale.

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    A queste ultime sfide lUniversit di Urbino risponde con: la ricerca della qualit edelladeguatezza dellofferta formativa, la capacit di internazionalizzazione, la qualificazione dellaricerca scientifica.

    Il PD vuole rappresentare la sponda politica pi affidabile e convinta del sostegno alledinamiche universitarie affermando con decisione che lUniversit di Urbino patrimoniodellintera provincia: agevolando e promuovendo le iniziative che caratterizzano lUniversitdel domani. Non pi luogo di sola accademia, ma centro da cui si dipartono iniziativeconcrete in grado di incidere direttamente sulla dinamica del territorio.

    La creazione di SPIN OFF, aziende la cui idea imprenditoriale prende spunto dalla ricercauniversitaria, portata avanti dai nostri giovani; il supporto formativo alla cultura e alla capacitimprenditoriale per preparare i futuri imprenditori e mantenere costantemente aggiornate leaziende esistenti; fornire alla realt produttiva della provincia la capacit di utilizzo e di accessoagli strumenti pi innovativi necessari a sfidare i nuovi scenari di mercato, inclusa la capacit diattrarre fondi e finanziamenti attraverso progetti Europei; favorire a tutti i livelli e in modotrasversale la permeazione nel territorio del sapere universitario; sostenere le attivit di scambioculturale quali quelle congressistiche, i laboratori di idee, i rapporti tra Universit e scuole superioridella Provincia. Promuovere, infine e per quanto possibile, lo sviluppo di rapporti di consulenza etra le realt produttive locali e le professionalit interne allUniversit di Urbino per rafforzare la retedelle interazioni tra due mondi che devono dialogare e cooperare il pi possibile.

    Questa crisi sistemico-strutturale ha mostrato anche i gravi problemi e i ritardi del nostro interosistema produttivo e culturale. Anche qui arrivato il momento di fare sistema in ci che sino adora ci siamo limitati pigramente e distrattamente a gestire.

    Parliamo del nostro patrimonio culturale su cui incentrare l'azione pi incisiva di rilanciodel paese, e dello straordinario territorio della nostra Provincia Bella.Un territorio che per storia e per vocazione produttore assoluto di valori, specie sul campo della

    cultura. Recenti studi di livello internazionale, ci hanno infatti dimostrato che l'Italia sfrutta poco emale il suo potenziale relativamente al patrimonio culturale, monumentale e paesaggistico,all'enogastronomia, all'intero campo delle arti, specie se alla voce cultura ci si lega quello che deveessere il suo sinonimo quando si parla di messa a sistema e sviluppo economico: il turismo. InItalia si trova il 70% dei beni culturali mondiali. Sempre in Italia che si sono perse 6 posizioni in 20anni nel ranking mondiale del turismo. C bisogno di un cambio di mentalit utilizzando unavisione manageriale dell'insieme, partendo dalla valorizzazione di figure interne legate al territorio.Lidea che con la cultura si mangia, si crea occupazione e lavoro, anche per i giovani chepossono sfruttare le nuove tecnologie per mettere in rete le eccellenze artistiche, culturali,paesaggistiche e agroalimentari. Al fine di farle conoscere al mondo intero.

    L'obiettivo del Pd provinciale quello di dare vita a un piano strategico capace dirilanciare l'immagine della nostra Provincia a livello internazionale, al fine di tornare a darericchezza e lavoro a tutto il nostro territorio. Lo sviluppo del turismo culturale eagroalimentare quindi, come nuova frontiera di una produttivit eco-compatibile e a impattozero, resta per il Partito Democratico di Pesaro e Urbino un punto prioritario di unprogramma di governo volto alla creazione di nuove opportunit occupazionali nel rispettodelle nostre vocazioni territoriali. E il momento giusto, proprio ora che Urbino staconcorrendo a divenire Capitale Europea della Cultura nel 2019. Noi siamo convinti che dalla Citt Ducale che pu iniziare la svolta per dare impulso al turismo tutte le Marche.Nel tempo della globalizzazione che tende a uniformare le culture e gli stili di vita, lidentit di unterritorio e le sue peculiarit possono rappresentare un valore aggiunto per la promozione di unterritorio.

    Il Partito democratico orgoglioso che la Provincia di Pesaro Urbino e la Regione Marche sianoriuscite nell'intento di suscitare interesse attorno alla realizzazione della Fano-Grosseto. Il risultato

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    anzitutto una grande conquista delle amministrazioni locali, delle popolazioni e delle forzepolitiche, come il Pd, che per tanti anni si sono impegnate per accendere i riflettori sulla grandeincompiuta Strada dei due Mari, arrivando perfino a occupare la Guinza.La Fano-Grosseto un'infrastruttura strategica non solo per l'entroterra ma per laprovincia e per le Marche. Unoccasione per linterscambio dei territori che pu diventaremotore di un nuovo sviluppo del territorio. In un tempo segnato da una profonda crisieconomica questo assume ancora pi importanza. Siamo consapevoli che completare l'operaha dei costi, ma non c' pi tempo: la strada si deve fare, perch anche il non averla

    realizzata ha avuto gi dei costi in termini di occupazione e lavoro per i cittadini.Un Consorzio di Aziende intenzionato al completamento ha presentato delle variazioni al tracciatooriginale della Fano Grosseto, con lo scopo di ridurre le spese, ma appaiono discutibili quelle cheinteressano lAlta Val Metauro. Siamo ancora in tempo per un tavolo di confronto tra Regione,Provincia e i Comuni interessati che permetta la valutazione di tutti i miglioramenti possibili.Evitando stravolgimenti eccessivi del progetto originario ormai accettato da tutti e gi inserito difatto negli strumenti urbanistici, frutto di un grande lavoro di concertazione.

    Di fronte alla crisi economica che sta attraversando il nostro Paese e al grande disagio sociale perfamiglie e cittadini la sfida del Partito Democratico non pu che partire dalla difesa del welfare e,in particolare del Sistema Sanitario Nazionale. Occorre uscire dalla logica che un serviziopubblico universalistico non sia pi sostenibile per la collettivit e dal principio di egoismo socialesul quale soffiano le destre e i nuovi populismi. Occorre al contrario rafforzare le politiche diwelfare come elemento fondamentale di redistribuzione delle ricchezza: lo stato sociale non solova salvaguardato ma arrivato il momento che il Governo torni ad investire rifiutando la logica deitagli degli ultimi quindici anni.

    Siamo contrari a tagli lineari nazionali: si stabiliscano costi standard e si penalizzi chinon sta dentro quei costi, non tutte le Regioni in maniera indiscriminata.In questi anni stato fatto molto dal Pd per migliorare il Sistema Sanitario Regionale. Neglianni passati si sono tracciate le coordinate giuste per una buona riforma. Siamo tra le primeregioni dItalia per la qualit della sanit erogata e per una situazione finanziaria corretta dovuta abilanci in ordine che hanno permesso alle Marche di evitare il commissariamento, a differenza dimolte altre realt del Paese. Negli ultimi tempi, per, le condizioni sono profondamente cambiate.Le Regioni debbono sottostare alle regole che pone il Governo nazionale. Dopo la SpendingReview del governo Monti il cambio di rotta rispetto agli impegni presi con i territori, fino al Piano diArea Vasta, dovuto essenzialmente allintroduzione di ulteriori pesanti tagli e prescrizioni che trale altre cose hanno imposto la riduzione della frammentazione ospedaliera, per la quale le Marchesono penultime in Italia. La pesante situazione dei tagli nazionali, che hanno richiesto alle regioni

    lapplicazione delle decisioni in tempi brevissimi, ha prodotto negli ultimi tempi una gestioneregionale di metodo che non condividiamo: il tecnicismo dallalto senza una concertazione con iterritori. Ci non dovr pi accadere, il Pd provinciale sar la garanzia. Vogliamo dare ilcontributo a una riforma sanitaria che preveda il forte coinvolgimento dei territori permigliorare i servizi alle persone.

    In tal senso poniamo alla Regione la riflessione circa lopportunit di continuare nellattivit giiniziata di riequilibrio del territorio regionale superando unorganizzazione regionale in parte ancoraanconocentrica e conferire alle Aree Vaste personalit giuridica.

    Rimangono ancora aperte questioni importanti: ai tagli lineari del governo nazionale nonpossono corrispondere tagli lineari del governo regionale. Al centro del dibattito nelle sceltedevono entrare con forza il principio dellequit di condizioni tra le diverse provincie dellaregione. La riorganizzazione deve dare dignit alle aree interne considerando la diversitterritoriale, legate alle infrastrutture, che non devono penalizzare la qualit dei servizi sanitarinellentroterra. La costante crescita dellet media della popolazione con il conseguenteinvecchiamento ripropone limportanza del tema di assicurare, in particolare alle fasce deboli della

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    popolazione, una qualit della salute con lobiettivo prioritario di fornire ai cittadini e alle famiglieservizi pi efficienti attraverso Case della Salute.

    Questo dovr essere il faro che il Pd dovr tenere davanti a s per unorganizzazionesocio-sanitaria provinciale e regionale efficiente con processi di riorganizzazione cheriducano i problemi che pesano sui cittadini e le famiglie: come linsostenibileallungamento delle liste di attesa e il costo eccessivo dei servizi a carico dei cittadini.E suquesta strada che il Pd deve lavorare, dando continui stimoli alle politiche sanitarie regionali,perseguendo, in particolare, il sentiero, tracciato in questi anni, dellOspedale Unico Provinciale.Una scelta che consente, infatti, di razionalizzare le risorse, eliminare il rischio delladequalificazione e migliorare le prestazioni socio-sanitarie con importanti specializzazioni.

    Lobiettivo prioritario ridurre lamobilit passiva: circa 30 milioni di euro il costo che laRegione Marche sostiene quando un marchigiano decide di curarsi in un'altra regione. Anche cos si possono recuperare importanti risorse da investire nel nostro sistema sanitario.

    Cos come dobbiamo avere a cuore il futuro delle strutture sanitarie delle aree internecon il rafforzamento dellOspedale di Urbino. Insieme a Cagli e Sassocorvaro si aperto il casodi Fossombrone, quella pi segnata dalle ultime vicende. Bisogna spingere affinch sia unastruttura sanitaria potenzialmente legata a Marche Nord, stipulando una convenzione checonsenta, oltre ai servizi che gi ci sono, di reintrodurre posti di lungodegenza e una funzione diDay Surgery.

    Per raggiungere lobiettivo strategico dellospedale unico e di una migliore riorganizzazione sulterritorio provinciale, il Partito Democratico si propone come soggetto attivo e propositivo puntandoa coinvolgere in questo percorso tutte le forze politiche e sociali i cittadini, i sindacati, gli operatoridella sanit, il terzo settore, le associazioni di tutela, il volontariato, le associazioni imprenditoriali,la cooperazione, le banche e le fondazioni.

    Se cresce il welfare cresce lItalia. Ridurre il welfare a una mera spesa sbagliato, perch esso

    rappresenta un investimento. Nel nostro territorio il modello sociale sempre stato un sistemaefficiente per merito di politiche regionali e di sperimentazioni allavanguardia delle amministrazionilocali dove il valore delle relazioni, la qualit professionale degli operatori, lidea di condividerecompetenze ha rappresentato un patrimonio.La crisi insieme ai tagli nazionali hanno reso difficile la gestione dei servizi sociali nei Comuni,anche perch sono aumentate le nuove povert. Uno dei problemi pi gravi sta diventando lacasa, tante persone sottoposte a sfratto. Prima lo Stato garantiva un Fondo Unico, un Fondo per lanon autosufficienza, un Fondo per la Famiglia e Infanzia. Ora sono scomparsi. Le Marche nel 2008avevano trasferimenti statali pari a circa 30 milioni di euro in bilancio, mentre nel 2012 il budget si azzerato.

    Bisogna ripensare il welfare, occorre fare di pi, non basta il mantenimento dellesistente.

    Salvaguardare il sistema e riconvertire le risorse. Luniversalismo lobiettivo fondamentale,oggi minacciato dal taglio delle risorse, dalla dequalificazione dei servizi, dalla mortificazione deglioperatori. Tutto questo non significa cadere nella tentazione di mutare il paradigma del welfare etornare ad essere un modello famigliare-assistenzialistico. La famiglia ha un ruolo importante, manon pu farsi carico completamente del peso dellassistenza dei propri cari, che ricadrebbe tralaltro essenzialmente sulle donne. Insomma, deve essere la comunit a farsi carico dellacomunit, senza lasciare nessuno da solo. Occorre che la Regione consolidi una chiaraposizione.C bisogno di definire livelli essenziali delle prestazioni dei servizi e investire nellintegrazionesocio sanitaria. Una reale integrazione con gli altri settori e il coinvolgimento di tutti i soggetti delterritorio: dalla famiglia ai cittadini, dal sindacato agli utenti, dal prezioso mondo dellacooperazione allo straordinario sistema del volontariato.

    La priorit al welfare deve essere uno dei tratti distintivi di un amministratore del Pd e diunazione di buon governo volta alla coesione sociale . E fondamentale che la nuovaProvincia, insieme alla Regione, accompagni i Comuni nel rafforzare gli Ambiti Sociali nellaprogrammazione e nella gestione associata dei servizi, garantendo che in tutto il territorio ci

  • 7/27/2019 LA BELLA POLITICA. PER CAMBIARE L'ITALIA. Il manifesto aperto di proposte per il Pd e per il territorio provinciale

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    sia omogeneit, pari opportunit di accesso e dignit delle prestazioni: dalla costa alle areeinterne. Con sussidiariet, tenendo in considerazione le diversit territoriali e valorizzando leesperienze migliori. Il Pd provinciale deve avere lambizione di creare un tavolo permanente diconfronto e di analisi con il terzo settore, le forze sociali e gli amministratori.

    I grandi mutamenti avvenuti nell'economia a partire dall'irrompere sulla scena mondiale daigrandi produttori asiatici sostenuti dal basso costo del lavoro, l'accelerazione della sfidatecnologica, sia nella progettazione che nella realizzazione dei prodotti, hanno portato sofferenzeai distretti industriali nella nostra regione. Quelli che erano i punti di forza del nostro sistemaindustriale (la piccola dimensione d'impresa e la specializzazione in produzione a bassa e mediatecnologia) oggi sono potenziali fattori di debolezza. Infatti in questi sei anni di crisi il settoremanifatturiero, fatta eccezione per quello calzaturiero, quello pi colpito e con le perdite pipesanti di occupazione. Le aziende pesaresi e marchigiane erano mediamente pococapitalizzate e mediamente indebitate con il sistema bancario, per cui la stretta creditizia e laconseguente chiusura del credito ha cos fatto il resto. I nostri distretti industriali non sono solo e

    semplicemente entit economiche per quanto fondamentali, ma sono anche il risultato di unarelazione simbiotica con la realt locale. Lo sviluppo e il successo dei nostri distretti industriali stato possibile grazie a delle realt sociali e politiche frutto di relazioni, di cultura, di civilt e divalori che ne hanno connotato l'esistenza e il loro sviluppo. Quindi la loro esistenza, il lorocammino e la loro crisi non sono solo una questione economica, ma anche sociale e politica: alloro destino legato lo sviluppo e il declino di un'intera comunit.

    La ripresa economica della provincia non pu che avvenire attraverso il rilancio delsistema industriale e produttivo che ha costruito la storia del nostro territorio. Pertantooltre a politiche economiche internazionali ed europee capaci di rimettere in moto losviluppo sostenuto da un rilancio della domanda interna, occorre che la Regione e ilsistema delle autonomie locali mettano in campo azioni tese a favorire nuove strategie perrendere pi competitivo il nostro sistema manifatturiero. I vecchi presupposti della flessibilit edell'efficienza non sono pi sufficienti. Bisogna rafforzare le relazioni tra imprese che compongonoil distretto, sviluppare centri per servizi, le relazioni con l'Universit e i centri di ricerca, puntaresulla creazione di poli tecnologici, realizzare la disponibilit di servizi finanziari innovativi ecompetitivi, bisogna rafforzare i supporti tecnici e organizzativi per aggredire nuovi mercati, iltrasferimento tecnologico logistica e reti. Occorre anche puntare sullo sviluppo di settori di attivit api alto contenuto di conoscenza per creare sbocchi occupazioni a giovani diplomati e laureati dicui la nostra provincia e l'intera regione particolarmente ricca. Investire sul talento deimarchigiani per tornare insieme a crescere. E crescere bene e meglio.

  • 7/27/2019 LA BELLA POLITICA. PER CAMBIARE L'ITALIA. Il manifesto aperto di proposte per il Pd e per il territorio provinciale

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    I l Partito d emocratic o nato per c amb iare l'Ital ia. Costr uire u n'Ital ia nuo va la m issio ne.Noi crediamo nel progetto cresciuto nelle radici dell'Ulivo. Un g rande sogno che div enter realtquando r ius cir a interpretare quel desid erio di bella po lit ica per andare al gov erno delPaese. Oggi l'Italia vive una crisi economica e sociale con una drammaticit senza precedenti. Il

    Partito democratico lo strumento, non il fine, per cambiare le cose nella misura in cui sarcapace di essere in sintonia con il Paese. Ci significa stare dentro la quotidianit dei problemi edelle aspettative delle persone. La sfid a del Partito democ ratico quella di torn are a cos truir euna sp eranza. Noi abbiamo tutte le risorse umane per farlo, ma molte di esse sono ancorainespresse. Per riaccendere la fiducia c' bisogno di un Pd capace di dare oltre al le mo zioni piemozioni. Un parti to nuovo in grado d i v ivere dentro i l prop r io tempo, di essere un campoaperto dove poter coltivare sogni e progetti. Capace di utilizzare il tempo non per occupare unapoltrona, ma come uno strumento per cambiare le cose. Perch le cose cambiano, davvero.La stagione congressuale che si aperta ha la straordinaria opportunit di riflettere sul Pd esull'Italia che verr: una start-up del le idee. Le parole al centro saranno fu turo, cambiamentoeinnovazione. Questo documento un mani festo di proposte che diventer mozionecongressuale in un percorso aperto e p artecipatocon il contributo di chi vorr esserci. Vivremo il

    dibattito provinciale senza dividerci sulle mozioni nazionali, ma ritrovandoci ciascuno con la propriasensibilit sulle prop oste per migl io rare i l Pde sul le idee di un nu ovo m odel lo di sv i luppo peri l terr i tor io. Un contributo per un Pd delbuon governo, non del potere. Coraggio, altruismo efantasia: prima ancora delle persone si riparte dalle idee e dal senso di fare squadra. E mettiamocicuore: meno risentimento, pi sentimento.Inizia un tempo che prima di noi non ha vissuto nessuno, tu tt o n os tro.