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Archivio Storicodel Comune di Modena
LA CAMERA SEGRETA
Storiadi una piccola capitale
a cura diFranca Baldelli
Il Bulinoedizioni d’arte
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iI luoghi e gli edifici
di Modena nel 1790Sapresti riconoscerli oggi?
Sai cos’è cambiato?
La soluzione è alla fine del libro...
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C’era una voltal’archivio racconta
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Archivio Storico del Comune di Modena
LA CAMERA SEGRETAStoria di una piccola capitale
a cura diFranca Baldelli
racconto diGaia Ferri
Il Bulinoedizioni d’arte
INDICE
Inizio della visita guidata ..................................... pagina 6
Glossario ........................................................................... 27
Indice delle illustrazioni ............................................. 29
Suggerimenti di lettura ................................................ 31
LA CAMERA SEGRETAStoria di una piccola capitale
a cura di Franca Baldelli
racconto di Gaia Ferri
fotografia e grafica Roberto Bini
illustrazioni Giuliano Della Casa
stampa Formagrafica, Carpi (MO)
Edizione prodotta interamente in Italia
Progetto realizzato con il contributo di
© 2018Il Bulino edizioni d’arteVia B. Cervi, 80 - Modena
isbn 978-88-98813-21-6
L’editore ringrazia Gaia Ferri per la collaborazione gratuita prestata,l’Archivio di Stato di Modenaper l’immagine del Bucintoro,Giuliano Della Casaper l’ulteriore magia conferita a questa favola.
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«Chissà cosa troverò in Archivio…», pensò Carla mentre preparava lo zainetto per raggiungere i compagni di classe e le maestre.Erano tutti nell’atrio del Palazzo dei Musei quando Franca e Silva, due belle e simpatiche archiviste, li raggiunsero e fecero loro strada fino al grande scalone che porta agli istituti culturali.
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«Bambini, ci siete tutti?», chiese il commesso dell’Archivio quando furono dentro. «Sìììì», urlarono in coro i bambini ed entrarono in Sala Prima.
Woooooow! Centinaia di filze e faldoni riempivano tutte le pareti adibite a scaffali di legno.
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In fila indiana salirono le scale e attraversarono un’antica porta di vetro.
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aveva cominciato a seguire un piccolo omino che danzava con grazia sugli scaffali, tra un faldone e l’altro.
«Qui, bambini, è custodita la nostra storia», esordì Franca, ma Carla non ascoltava già più;
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«Guarda Omino, c’è una nave incantata!! Ma dove siamo?»«Ma come? Non hai riconosciuto la tua città? Guarda meglio…»
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Quando lui si accorse di essere stato notato cominciò a correre sui palchetti per scappare finché saltò per sbaglio su una teca e non poté più sfuggire a Carla che gli si parò davanti e domandò: «Dove corri, Omino?»
«Salta sulla teca con me e vedrai cose incredibili con i tuoi occhi».Così Carla tese la mano e fece un balzo, poi, come per magia, si trovò sulle sponde di un canale largo e pieno d’acqua, costeggiato da bellissimi palazzi rosa, gialli e rossi.
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«Un tempo Modena era una città di canali... per questo ancora oggi tante strade portano nomi come Canalchiaro, Canalgrande, Modonella eccetera e ...»
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Carla osservò con più attenzione e … Ma certo! Ora aveva capito: «Ma questo è corso Vittorio Emanuele II, dove abita la mia zia. Ma cosa ci fa tutta quest’acqua?»
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«Oh, come doveva essere bella con tutti i ponticelli e le barchette!E quel signore con il nasone e la parrucca che mi saluta dalla nave chi è?»«Quel signore è il Duca di Modena… e con la sua splendida imbarcazione, il Bucintoro, navigherà tanti canali e raggiungerà Venezia...»
«Oh, che meraviglia. Mostrami qualcos’altro!»«Allora salta con me!», disse il danzatore.Oppalà, saltarono. Quando Carla toccò terra si trovarono nuovamente in Archivio davanti ad una nuova teca.
«Ora tirami giù di qua, per piacere», disse l’omino.
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«Attraversiamo quella porta nascosta!», disse l’Omino.Carla obbedì e non poté credere ai propri occhi: davanti a lei, in tutta la sua magnificenza, si ergeva Napoleone in persona.
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La bambina lo prese in braccio e lo appoggiò a terra, poi insieme raggiunserouna stretta scaletta a chiocciola, così stretta che si faticava quasi a girarsi per salire i gradini; ad ogni passo si sentiva cigolare, ma presto furono in cima e dinnanzi a loro si apriva un labirinto di palchetti sospesi, collegati tra loro da passaggi segreti e straripanti di documenti.
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«Che antipatico!Non lo voglio più vedere nella mia città».
L’Omino allora prese Carla per mano e insieme saltarono ritrovandosi ai piedi della scala a chiocciola.
«Presto, percorriamo questo corridoio e andiamo di corsa nella Sala delle Vacchette, la Sala IV».
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«EhiOmino,
ma non miavrai mica portata
fino a Parigi?». «No, cara. Siamo sempre a Modena,
in prossimità del Palazzo Ducale (oggi Accademia militare), proprio dove
soggiornò l’Imperatore francese che, attratto dalle tante bellissime opere d’arte custodite in
Palazzo, pensò di trasferirne buona parte a Parigi».
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«Ahahah – rise di gusto Carla –. Ma che parole dici?»
«Vacchette! Vacchette! Vacchette!», ripeté più volte il ballerino facendo divertire la piccola. Poi spiegò: «Non è una parolaccia. Si tratta di registri di una forma particolare rivestiti in pelle. Ora prova a tirarne fuori una dallo scaffale».
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Carla non fece in tempo a sfilare la vacchetta perché la grande libreria al centro della sala cominciò a girare su se stessa e, alla fine, Carla e l’Omino si trovarono in Camera Segreta.«Qui i documenti sono tutti chiusi negli armadi», notò la bambina.
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Ecco perché ogni 31 gennaio si fanno ancora grandi fiere e festeggiamenti per rendere grazie al nostro Patrono».
«Che miracolo! Ehi Omino, guarda laggiù, in mezzo alla foschia si fa strada un cavallo!!! E c’è qualcuno a cavalcarlo!!»
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«È proprio lui! San Geminiano, che viene a proteggere la sua città, ne indossa i colori e anche il cavallo ha un mantello oro e azzurro»
«Grazie Omino. Non avrò più paura della nebbia.
Ora torniamo in Archivio, voglio raccontare ai miei amici quante storie incredibili si possono trovare nei documenti».
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«Esatto, ora apri quelle piccole ante ed entriamo».Carla ubbidì e subito i due furono avvolti da una luce chiara e un mare di nebbia fittissima che non lasciava vedere nulla.
«Brrr. Andiamo via. Ho paura!»
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«Non devi avere paura della nebbia. Essa ti avvolge, ti coccola e se la accogli con amore può anche difenderti».«Mmh…e come?»«Riesci a sentire queste voci che sembrano ovattate? Sono gli Unni. Stanno passando per depredare la città ma San Geminiano ha fatto scendere questa nebbia fitta, così i malviventi non vedranno nulla e attraverseranno la città senza nemmeno accorgersene.
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Glossario
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ArchivioCon la parola archivio si intende sia la conservazione ordinata e sistematica di atti e documenti prodotti da Enti pubblici o privati nell’esercizio delle loro funzioni, sia l’ambiente in cui questi sono custoditi.
BucintoroNave da parata per cerimonie solenni, utilizzata dai Duchi di Modena per navigare lungo il Panaro; per antonomasia, nave del Doge della Repubblica di Venezia.
Camera segretaAmbiente dell’Archivio Storico del Comune di Modena che conserva documentazione anticamente ritenuta “segreta”.
FaldoneContenitore chiuso su tutti i lati nel quale vengono raccolti e conservati fascicoli o documenti sciolti. Si usa come sinonimo di busta.
I due compagni di avventura si presero ancora per mano e saltarono. Carla si ritrovò di nuovo in Sala I dove i suoi compagni ascoltavano Franca che raccontava le storie che lei aveva appena visto e vissuto.
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Veduta di Modena. Incisione del 1790 di Guglielmo Silvestri. Edifici e luoghi sono localizzati con la denominazione dell’epoca.
Atrio del Palazzo dei Musei. Il palazzo risale al 1764, costruito dal duca Francesco III. Dal 1880 è sede dei musei modenesi.
Statua del duca Borso d’Este (1413-1471). Borso fu l’ultimo mar-chese di Ferrara e di Modena, poi il primo duca di Modena dal 1452 e di Ferrara dal 1471.
Scala che porta all’Archivio Storico. Ai piani superiori si trovano la Biblioteca Estense Universitaria, i Musei Civici, la Galleria Estense.
Bassorilievo in marmo dedicato a Fulvio Testi (1593-1646). Di-plomatico e poeta al servizio del duca d’Este.
Porta d’ingresso dell’Archivio Storico. Attraverso questa antica porta si accede all’Archivio, dove si è accolti dal personale.
Registro dei Follicelli. Documento redatto per la tenuta della con-tabilità dell’arte della seta; Filze della Frumentaria, magistratura che concerne il frumento e i cereali.
Vacchette. Registri degli atti di amministrazione del Comune di Mo-dena dal 1450 al 1796.
Sala Sesta. “Tavolo delle Vacchette”. Mobile costruito in loco per con-tenere la preziosa documentazione relativa agli atti della Comunità.
Rilievo del percorso del canale Naviglio prima dell’ingresso in porto. Dall’immagine si evince che le barche rientrando a Modena con-tro corrente venivano trainate con l’impiego di uomini e animali.
Particolare del Bucintoro. Era così chiamata la nave personale del duca, con la quale poteva raggiungere Venezia attraverso canali e fiumi.
Edifici di Corso Vittorio Emanuele II nel 1790. Particolare colo-rato di un’incisione realizzata da Guglielmo Silvestri.
Targhe di antichi canali. Lapidi poste in alcune delle vie modenesi che riprendono il nome dell’antico canale che le occupava fino al 1700.
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Indice delle illustrazioni
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FilzaLa parola filza deriva dall’uso risalente al Medioevo di infilzare i documenti d’uso quotidiano su un ago collegato a uno spa-go, custodendoli poi tra due piatti di cartone.
Palazzo dei MuseiGià Albergo dei Poveri, poi Albergo delle Arti, venne indi-viduato verso la fine dell’ ’800 come sede per accogliere gli Istituti culturali cittadini.
Palazzo DucaleCostruito dai Duchi estensi a partire dal 1630 circa, dopo il trasferimento della capitale del ducato da Ferrara a Modena.
PalchettoRipiano di assi di legno con parapetto che consente agli ope-ratori di raggiungere la documentazione conservata nelle parti alte delle sale.
Sala primaAmbiente che per dimensione e “decoro” viene utilizzato per conferenze, iniziative e didattica con le scuole del territorio.
TecaVetrinetta di misura variabile in cui vengono esposti docu-menti e immagini in diverse occasioni: seminari, mostre, ma-nifestazioni culturali.
VacchetteRegistri di forma oblunga con coperta di pelle bovina (da cui il nome) che, a Modena, indicano la serie dei Verbali delle sedute del Consiglio Comunale dal 1450 al 1796.
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Suggerimenti di lettura per bambini
Giocoguida del Duomo di Modena.di Patrizia Belloi - Illustrazioni di Gian Luca Bozzoli
editore Elis Colombini, Modena 2005
Pimpa va a Modenadi Francesco Tullio Altan
editore Franco Cosimo Panini, Modena 2015
Conosci Modenadi Stefano Lei, collana ColoriaMOeditore Artestampa, Modena 2017
Per saperne di più
Modena nella storiadi B. Benedetti, G. Biondi, G. Boccolari, P. Golinelli, L. Righi
editore Il Fiorino, Modena 1992
Visita alla città nel tempoa cura di Aldo Borsari, Clara Ghelfi
editore Comune di Modena 1981
Modena nei secolidi Giancarlo Silingardi
editore TEIC, Modena 1988
Bibliografia essenziale
Modena capitaledi Luigi Amorth
editore Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Modena 1997
Gli Estensi. La corte di Modenaa cura di Mauro Bini, Roberta Iotti
editore Il Bulino, Modena 1999
Ducato di Modena & Reggio 1598-1859a cura di Paolo Vasco Ferrarieditore Artioli, Modena 2007
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Veduta del 1790 dell’attuale Corso Vittorio Emanuele II. Nell’incisione originale di Guglielmo Silvestri, delineata solo con tratto nero, sono stati evidenziati i colori dei palazzi centrali, tutt’ora esistenti, per facilitarne il riconoscimento.
Corso Vittorio Emanuele II in una fotografia del 2018. Dove allora si trovava la darsena del Naviglio ora vi è l’aiuola spartitraffico. Si riconoscono facilmente i palazzi rosa e arancio (Rangoni-Coccapani) presenti anche nell’immagine antica.
Il duca Ercole iii d’Este (1727-1803). Il dipinto ritrae Ercole III, ultimo duca Estense di Modena. Dopo il periodo Napoleonico la Casata sarà Austria-Este.
Il Bucintoro. Disegno della nave personale del duca conservato presso l’Archivio di Stato di Modena. Una fitta reta di canali e fiumi navigabili permetteva di raggiungere Venezia da Modena per via d’acqua.
Scala a chiocciola. Arredo dell’Archivio Storico del Comune di Mo-dena che permette di raggiungere i palchetti superiori.
Napoleone. L’acquerello su carta del 1795 ritrae il Generale in capo dell’Armata francese.
Palazzo Ducale. Il palazzo, iniziato al momento del trasferimento del-la capitale da Ferrara a Modena, venne abbellito dal duca Francesco III.
Vacchette. I registri qui raffigurati sono Deliberazioni del Consiglio comunale di metà Cinquecento.
Armadio - Camera Segreta. Ampio armadio collocato in Camera Se-greta e utilizzato per la conservazione di volumi di grandi dimensioni.
Duomo e Ghirlandina. Acquerello di Giuliano Della Casa. Raffigura-zione degli storici edifici da parte di un artista contemporaneo.
San Geminiano in un antico manoscritto (1327). Il Santo veste i colori azzurro e oro ripetuti nella gualdrappa del suo destriero con croce blu in campo oro. Si tratta della più antica rappresentazione dello stem-ma del Comune di Modena.
San Geminiano. Acquerello di Giuliano Della Casa.
Modena: Piazza Grande. L’incisione di Silvestri del 1790 presenta la Cattedrale (Duomo), Piazza Grande e il Palazzo Comunale con la sua alta torre, conosciuta anche col nome di Torre Mozza.
Veduta di Modena. Incisione del 1790 di Guglielmo Silvestri. Edifici e luoghi sono localizzati con la denominazione e l’uso attuali.
finito di stamparenel mese di maggio
dell’annommxviii
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I luoghi e gli edifici di Modena oggi... ... localizzati sulla carta del 1790
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