12
Vincenzo Vittorio Pruiti LA CAVALLERIZZA REALE La Cavallerizza Reale o più propriamente l’Accademia Reale nasce in Torino come istituto il cui scopo precipuo è l’educazione cavalleresca, da cui non a caso il nome, una parte per il tutto, con il quale era nota, di Cavallerizza. Il primo Gennaio 1678, la Madama reale Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, reggente in nome del figlio Vittorio Amedeo, realizzava il desiderio del defunto marito, il duca Carlo Emanuele II, con l’apertura dell’Accademia Reale. Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours. Seconda Madama Reale L’apertura era stata preceduta da un editto, diramato in tutte le corti d’Europa, datato primo settembre 1677, redatto in italiano, latino e francese, nel quale si enunciavano le discipline cavalleresche e militari che sarebbero state insegnate e in particolare “…si insegnerà a montar a cavallo, correr all’Anello, alle Teste, e al Fachino, a Ballare, a far di Spada, a volteggiare, l’Esercitio di Guerra, et evoluzioni Militari, le Matematiche e il Disegno: Quivi s’insegnerà anche il modo d’attaccar Piazze, e difenderle. Il che si tradurrà in pratica coll’attacco e difesa di un Forte, che si farà costruir a quest’effetto. S’aggiungerà inoltre a tutti questi Esercitii lo studio dell’Historie, quello della Cronologia, Geografia, Blasone, e delle lingue, e in particolare dell’Italiana, e Francese...”. La nascita dell’istituto, insieme con altre pianificazioni nel ducato, era compresa nell’ambito di uno sviluppo urbano, culturale, commerciale e militare, scaturito dalla lungimiranza del duca che nel 1668 durante un consiglio, così lo motivava: “…a far luogo al popolo cresciuto in modo da non poter più capire nella cerchia attuale; nobilitare la capitale coll’istituzione di accademie, collegi di nobili e pubblici alberghi per l’esercizio delle Virtù ad effetto di attirarvi artefici, negozianti e banchieri e altri virtuosi, e renderla città insigne e comoda, come posta al principio dell’Italia, e uno dei più avvantagiosi passaggi di quanti provengono da Francia, fatta forte di più con la fondazione di nuove mura a seconda delle vere regole militari “. 1

LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

  • Upload
    others

  • View
    5

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Vincenzo Vittorio Pruiti

LA CAVALLERIZZA REALE

La Cavallerizza Reale o più propriamente l’Accademia Reale nasce in Torino come istituto il cui scopo precipuo è l’educazione cavalleresca, da cui non a caso il nome, una parte per il tutto, con il quale era nota, di Cavallerizza.

Il primo Gennaio 1678, la Madama reale Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, reggente in nome del figlio Vittorio Amedeo, realizzava il desiderio del defunto marito, il duca Carlo Emanuele II, con l’apertura dell’Accademia Reale.

Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours. Seconda Madama Reale

L’apertura era stata preceduta da un editto, diramato in tutte le corti d’Europa, datato primo settembre 1677, redatto in italiano, latino e francese, nel quale si enunciavano le discipline cavalleresche e militari che sarebbero state insegnate e in particolare “…si insegnerà a montar a cavallo, correr all’Anello, alle Teste, e al Fachino, a Ballare, a far di Spada, a volteggiare, l’Esercitio di Guerra, et evoluzioni Militari, le Matematiche e il Disegno: Quivi s’insegnerà anche il modo d’attaccar Piazze, e difenderle. Il che si tradurrà in pratica coll’attacco e difesa di un Forte, che si farà costruir a quest’effetto. S’aggiungerà inoltre a tutti questi Esercitii lo studio dell’Historie, quello della Cronologia, Geografia, Blasone, e delle lingue, e in particolare dell’Italiana, e Francese...”.

La nascita dell’istituto, insieme con altre pianificazioni nel ducato, era compresa nell’ambito di uno sviluppo urbano, culturale, commerciale e militare, scaturito dalla lungimiranza del duca che nel 1668 durante un consiglio, così lo motivava: “…a far luogo al popolo cresciuto in modo da non poter più capire nella cerchia attuale; nobilitare la capitale coll’istituzione di accademie, collegi di nobili e pubblici alberghi per l’esercizio delle Virtù ad effetto di attirarvi artefici, negozianti e banchieri e altri virtuosi, e renderla città insigne e comoda, come posta al principio dell’Italia, e uno dei più avvantagiosi passaggi di quanti provengono da Francia, fatta forte di più con la fondazione di nuove mura a seconda delle vere regole militari “.

1

Page 2: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Nel 1670 quindi un ampio progetto urbanistico prevedeva un ampliamento della zona orientale della città. In particolare la costruzione di nuove arterie viarie. Tra queste la contrada della Zecca, ora via Verdi e la contrada di Po, ora via Po. La Contrada della Zecca a sua volta prevedeva due tratti ben distinti architettonicamente: il primo comprendeva da un lato l’Accademia dei Paggi, la Cavallerizza e la Zecca e dall’altro un insieme di uffici pubblici tra i quali l’Università e l’Ospedale di Carità; il secondo tratto avrebbe previsto un insieme di edifici di tono più vivace, inserendovi particolari organismi della vita teatrale e culturale cittadina tra i quali la Sinagoga.

La costruzione della prima parte “barocca” della via della Zecca, ha seguito molteplici vicende impegnando famosi architetti dell’epoca, dal Castellamonte, allo Juvarra, al Garone, all’Alfieri.Il più importante episodio architettonico, sì da caratterizzare l’intera via, era costituito dal complesso degli edifici dell’Accademia Militare e della Cavallerizza.

Questi edifici costituiscono un insieme urbanistico di rara unità. Essi collegano attraverso il Teatro Regio, la lunga ala della Segreteria Reale all’episodio centrale del Palazzo Reale e al Duomo dedicato a San Giovanni con la Cappella della Sindone.

Theatrum Sabaudie

Dell’Accademia Militare e della Cavallerizza, Amedeo di Castellamonte elaborò un progetto unitario, come citato nella sua relazione, ad “..uso di una nobile accademia nella quale saranno alloggiati, oltre li Paggi di Sua Altezza Reale la nobile gioventù della sua Corte e forestieri, ove saranno ammaestrati negli esercizi di ogni sorte d’armi, de’ cavalli, delle danze, delle matematiche e delle belle lettere”. Il progetto non fu realizzato per intero subendo modifiche nel corso dei lavori ai quali si succedettero diversi architetti regi fra i quali Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri.

2

Page 3: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Torino Accademia Militare

La prima pietra dell’Accademia Militare fu posta l’undici, marzo, 1675 regnante Carlo Emanuele II, ma l’opera fu compiuta dalla vedova del duca che nel 1677, a costruzionepressoché ultimata, emanò l’editto diramato in tutte le corti d’Europa che notificava l’istituzione della Reale Accademia di Savoia.

Si può verosimilmente ritenere che nel 1677 con il Decreto istitutivo in realtà non sia iniziata appieno l’attività dell’accademia ma piuttosto un’attività probabilmente limitata e svolta anche, specie per l’equitazione, in altra sede. Infatti è solo per il Santo Stefano del 1680 che anche il corpo, con annesse cavallerizza e carriera (che sostituivano quelle demolite nel giardino del Palazzo Ducale per consentirne l’ampliamento verso il Bastion Verde), era saldato agli altri.

Accademia Reale

3

Page 4: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

L’Accademia Militare era un grande edificio a pianta quadrata, articolato attorno ad un cortile pressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte rette da colonne abbinate, cui si sovrapponeva un terzo ordine che riprendeva il motivo delle gallerie sottostanti. Un corpo verso Piazza Castello; uno verso via della Zecca(via Verdi); uno verso la Cavallerizza. Nel secondo dopoguerra, per consentire la realizzazione del nuovo teatro regio, anche in considerazione dei danni subiti durante i bombardamenti del luglio 1943, meno gravi di quanto generalmente si crede, fu investito in pratica solo l’angolo sud orientale dell’edificio, ne fu decisa in troppa fretta, nel 1959, l’imperdonabile demolizione.

Modena Accademia Militare – Cortile delle Colonne dell’Accademia Militare di Torino(detto anche Giulio Cesare per la presenza della statua del grande condottiero)

Sul retro del teatro in ricordo della magnifica opera del Castellamonte si possono oggi ammirare alcune colonne binate dell’ex porticato ed analoga ricostruzione è stata realizzata nel palazzo ducale di Modena attuale sede dell’Accademia Militare a indicare la continuità dell’istituto. L’ultimo corpo che chiudeva il cortile dividendolo dai giardini Reali, fu aggiunto con la costruzione degli Archivi Juvarriani. Il grande spazio ad est dell’Accademia Militare contiene appunto il complesso della Cavallerizza.

Nelle “Relazioni sull’Andamento delle costruzioni per le fabbriche e le fortificazioni”, conservate all’archivio di stato di Torino, si dichiara eretto tra il 1740-41 secondo disegno dell’Alfieri, anche se il Cavallari Murat ritiene che l’ideatore sia il messinese Juvarra, per uso dell’Accademia Militare. Diviso a croce con due maniche, destinate alle scuderie e al maneggio, con servizi annessi, alte tre piani, determinanti quattro regolarissimi cortili. All’incrocio delle due maniche era prevista la sala centrale, a forma ottagonale, con una volta a spicchi che si ergeva snella, come perno di tutto il complesso.

La Cavallerizza iniziata dal Castellamonte fu portata a termine dall’Alfieri. L’Alfieri introduce varianti al progetto precedente e costruisce secondo nuovo disegno uno dei quattro bracci centrali della Cavallerizza. La costruzione si distaccò notevolmente dall’originale, in quanto la nuova manica fu realizzata con dimensioni notevolmente maggiori e non più dedicata a scuderie ma a maneggio dei cavalli.

4

Page 5: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Manica di dimensioni maggiori per il Maneggio dei cavalli

La Cavallerizza in realtà rimase incompiuta. L’opera dell’Alfieri infatti avrebbe previsto anche un raddoppio simmetrico, concludendosi con una testata scoperta di forma semicircolare, addossata alla Zecca e costituita da una rampa in curva e in salita, una sorta di cicloide, come oggi le rampe di accesso ai parcheggi a più piani , ma molto più ampia, ideata per “frenare l’impeto dei cavalieri impegnati nella lotta col Saraceno…”. Della cavallerizza ne scrive la guida settecentesca del Crateri come “…nel cortile trovansi le scuderie ripiene di cavalli ammaestrati per ogni sorta di esercizio cavalleresco” e il maneggio é “nuova e bellissima fabbrica fatta costruire dal Regnante Sovrano per gli esercizi della Cavallerizza”…..”fatta a guisa d’un ampio teatro, coperto a volte, coll’area d’arena. Evvi all’intorno un piano di camere, aperte a foggia di Logge per gli spettatori, con tutti li comodi necessari agli Esercitanti per qualunque tempo e stagione.”

Portone di una delle scuderie

5

Page 6: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Nell’istituto , secondo le intenzioni del suo defunto fondatore , si riteneva che i giovani “..dovessero ricevere la morale e studiosa educazione che disponevano agli uffizi della milizia“.

L’Accademia reale avrebbe dovuto quindi ispirarsi all’impostazione dei collegi dei nobili, così diffusi nell’Italia settentrionale e centrale.E’ probabile l’influenza in particolare del Collegio de’ Nobili Convittori di Parma , attivo per volontà del duca Ranuccio I, fin dal 1601, come pure quella dell’Académie Royale des exercises de guerre fondata da Richelieu nel 1636 in Francia. In entrambe le scuole l’impostazione educativa è quella dominante in Europa prima della rivoluzione industriale, conosciuta come modello aristocratico-feudale e cioè “..le èlites civili e militari appaiono socialmente e funzionalmente integrate; in concreto una classe aristocratica esprime indifferentemente nel suo seno competenze civili e militari e le considera fungibili;..”

I programmi di studio dell’Accademia Reale o Cavallerizza Reale comprendevano molte discipline ma le fondamentali erano la pratica dell’equitazione e l’esercizio con le armi. Certo era molto curata l’educazione da gentiluomini e forse, pur “..nella severità degli studi, giustamente equilibrati tra materie umanistiche e materie scientifiche impartite da insegnanti di grido“, come ci ricorda il Ramella , la formazione dei giovani quali futuri quadri della classe dirigente dello stato e delle gerarchie militari non appare come il primo dei compiti affidati all’istituto e neppure poteva essere considerato un vero e proprio istituto militare per il reclutamento degli ufficiali. Almeno fino al 1730 anno in cui per volontà di Vittorio Amedeo II subirà un radicale rinnovamento.

Vittorio Amedeo II

6

Page 7: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Gli allievi, infatti, solo aristocratici ammessi con il consenso reale, indipendentemente dal bagaglio culturale e militare acquisito per assolvere alte responsabilità, ottengono il grado, in quanto nobili, per diritto di nascita.

Carlo Ludovico San Martino d’Agliè

Con atto del 25 Febbraio 1680 si stabilì che a sovrintendere all’istituto fosse il Gran Scudiere di Sua Altezza Reale, Carlo Ludovico S. Martino d’Aglié mentre direttore era il colonnello di cavalleria Salturn. Il cui nome compare nel verbale d’acquisto, datato 23 Dicembre 1680, di 52 cavalli, dei sessantadue richiesti per la cavallerizza.

Dalle Notizie sull’ istituzione dell’Accademia Reale, del 1679 si viene a conoscenza che in quell' anno i frequentatori erano 49, 18 del ducato, gli altri stranieri provenienti in particolare dall’Austria, Baviera, Boemia, Lusazia, Moravia, Sassonia, Slesia, Tirolo e dalle città di Bologna eVenezia.L’attività giornaliera che andava dalle 6:30 circa del mattino, primo tocco, alle 21:30 circa della sera ultimo tocco, era scandita da rintocchi, normalmente a tre riprese, di una campana. Attualmente, detta “del dovere”, si trova alla Scuola d’Applicazione di Torino, fusa e firmata dal Boucheron nel 1678, con la scritta:

MARIA IOANNA BAPTISTA A SABAUDIASABAUDIAE DUCISSA PEDEMONT.

PRINC. CYPRI REGINA UT ACADEMICI HORARUM PULSU AD CONSUETA MUNERA REGIA QUASI VOCE EXCITENTUR REGIIS SUMPTIBUS CONFLARI IUSSIT ANNO 1678

ADMINISTRATIONIS SUAE TERTIO

Campana “del dovere” – Boucheron 1678 .

7

Page 8: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Al mattino al primo rintocco i valletti (ogni accademista poteva disporre in proprio, di un precettore, di domestici e di valletti) dovevano predisporre quanto necessario per i loro padroni (divisi in due gruppi). Il secondo rintocco, dopo mezzora, avvisava del primo turno di maneggio che al terzo tocco (8:30) vedeva l’avvio di un gruppo alla cavallerizza per l’equitazione, dell’altro alla sala di studio per le lezioni di geografia e sfera, di cronologia o genealogia delle più importanti famiglie Reali europee. Le lezioni duravano circa un’ora e al termine gli allievi rientravano nelle proprie stanze per fare la prima colazione e prepararsi per le istruzioni o l’equitazione. Alle 10 circa un nuovo suono della campana avvisava dello scambio delle attività

Dopo un’ora circa alle 11 suonava il primo rintocco d’avvertimento per la messa, mezzora dopo il secondo e subito dopo il terzo per recarsi in cappella dove assistevano alla messa insieme al governatore e gli scudieri. Al termine si andava alla mensa, dove erano apparecchiati tre tavoli rotondi con 17 o 18 posti per ciascuno, per consumare la seconda colazione avendo a disposizione un’ora circa. Al termine seguiva un intervallo.

Nel pomeriggio mentre alcuni erano istruiti da due maestri diversi, a seconda della preparazione raggiunta, nella sala delle matematiche, altri si dedicavano, alle armi al volteggio, alla danza.Le lezioni dei maestri di blasone, disegno e lingue si tenevano nella sala delle matematiche invece, nella sala d’armi o nel cortile quelle con il moschetto e la picca. Nell’intervallo tra un’attività e l’altra l’allievo poteva assentarsi per fare merenda o per altro giustificato motivo. Due o anche tre volte la settimana si effettuavano al comando di un allievo, con gli altri alle dipendenze, delle esercitazioni con le armi. Al termine delle attività pomeridiane gli allievi si ritiravano nelle loro camere, dove potevano impiegare il tempo a loro discrezione. La durata delle lezioni pomeridiane non sembra fosse tassativa anche nella durata. Presumibilmente variava dalle due alle tre ore. Alle sette di sera la campana, a tre riprese, avvisava per la cena. Al termine gli accademisti si recavano nuovamente in chiesa dove, con la guida del cappellano, recitavano per un quarto d’ora le preghiere. Un’ora dopo si ritiravano nelle loro stanze e dopo poco l’ultimo rintocco di campana della giornata, ordinava il silenzio.

Nei giorni di festa o vacanza non erano previste istruzioni e quindi gli allievi potevano partecipare a ricevimenti a corte, cerimonie, feste e divertimenti pubblici. Non uscivano però mai per motivi personali , se non in casi eccezionali e solo se autorizzati dal direttore . In autunno, normalmente, gli allievi si trasferivano presso un forte per le esercitazioni di attacco e difesa di una piazza.Guerre continue impedirono all’Accademia Reale di essere sempre operante e infatti fu chiusa e riaperta più volte. Nel 1669 a causa della guerra della lega di Augusta, per riaprire al termine nel 1697, praticamente senza nulla di invariato dalla fondazione salvo che per il regolamento che per la prima volta diventa organico il 13 ottobre 1697 e porta la firma del gran scudiero Adalberto Pallavicino marchese di Ceva ed è il primo regolamento che si conosca e ricalca approfondendole le regole del 1679.

Si chiudeva ancora nel 1703 per riaprirsi il 25 Ottobre 1713 con atto a firma del conte S. Martino di Baldissero, governatore dell’accademia che ne aveva differito la data, inizialmente stabilita al 1° dicembre 1912, dall’annuncio della riapertura contenuta nel manifesto del primo ottobre 1912.Nel 1722 prende vita un nuovo regolamento.Si chiude probabilmente ancora dal 1729 al 1730 forse per riorganizzare l’istituto che alla nuova riapertura appunto nel 1730 risulta profondamente mutato.

Carlo Emanuele III portò a compimento le radicali trasformazioni volute dal padre Vittorio Amedeo II che aveva abdicato in suo favore e aveva ristabilito in Torino, il 28 Agosto 1730, l’Accademia Reale.

8

Page 9: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Carlo Emanuele III

Con questa fondamentale riforma il Cavaliere Amedeo Tana era nominato governatore e incaricato di redigere un regolamento che definisse con chiarezza la mutata organizzazione e i corsi di studio necessari per consentire un’effettiva preparazione dei frequentatori al fine di occupare posti di quadri dirigenti dello stato.

Il 7 Settembre 1730 era presentato il documento Notizie od istruzioni per quei che vorranno esser ricevuti nell’Accademia Reale di Torino, con il quale si riordinava completamente l’istituto.

9

Page 10: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

L’istituto, riservato ai soli nobili degli stati di Sua Maestà, serviva non solo per l’istruzione cavalleresca ma anche, per la prima volta, per quella universitaria.

Così si esprimeva il Cavalier Tana:

IL CAVALIERAMEDEO TANA

GOVERNATORE DELLA REAL ACCADEMIAQualunque Persona nobile degli Stati di SUA MAESTA’, che vorrà esser ammessa, o far ammettere in quest’ Accademia alcuno di sua famiglia, affine d’aver precedentemente il preciso gradimento Reale pel suo ricevimento, farà capo a Noi, in voce, o per via di lettere, con porgerci le opportune notizie dell’età del Giovane concorrente, de’ principali Studj, od Esercizj, a cui vorrà applicarsi. D’ogni età, dagli anni dieci compiuti, fino a’ trenta, saranno capaci i Giovani d’entrare in detta Accademia; e per ogni Scienza, ed Esercizio, propri, ed adattati alla loro età, al loro genio, e talento, troveranno Maestri proporzionati, abili, ed attenti al loro profitto. Per questa, e per altre degne cagioni, si stabiliranno tre Appartamenti distinti, corrispondenti alle diverse Classi degli Studj, ed Esercizj, a cui si disporranno i Giovani soggetti d’attendere principalmente. Per tutt’e tre le suddette Classi d’Accademisti, poiché eguali debbon essere i requisiti di Nobiltà, e di buona indole, saranno pure eguali, e fra di loro, e fra ognuno de’ soggetti di esse, i trattamenti civili; salvi solo que’ riguardi, che competono per precedenza dell’età, o ne’ trattamenti economici; di cui parlandone in ciascuna Classe, si daranno poi le notizie. Dipenderanno ugualmente tutt’e tre dette Classi da’ medesimi Capi, e Superiori; a’ di cui ordini ubbidiranno con pari rispetto, e riverenza; e detti Superiori sono: Il Governatore con eminente autorità sopra ogni ispezione, ed ogni genere di Persone, e di Cose. Il Maresciallo, subordinato solo al Governatore, con giurisdizione sopra ogni atto, e sopra ogni materia civile, e cavalleresca. Il Priore, con l’ispezione similmente subordinata sopra qualunque genere di Cose, riguardanti la Pietà, e lo Studio di Lettere. Userassi pure da ciascun Accademista, di qualunque Classe si sia, di quel rispetto, riguardo, e riverenza a’ rispettivi Maestri, ed agli Assistenti, tanto per gli Studj, che per gli Esercizj, e per la cura dei costumi, che per mezzo di proporzionate istruzioni, regole, e precetti verranno loro preferitti.

PRIMO APPARTAMENTONel primo Appartamento saranno disposti quegli Accademisti, che avranno per principale intento l’acquisto delle Arti Cavalleresche, e specialmente la Cavallerizza, la Scherma, il Ballo, il Volteggiare, e l’Architettura militare;…..Non si nega però…ad alcuno il comodo di coltivare anche lo spirito con qualche Studio di Lingue, d’Aritmetica, di Geografia, di Storia, e d’altri simili insegnamenti.Gli allievi assolti i doveri del cristianesimo e di applicazione degli esercizi prescritti potranno curare la loro educazione da gentiluomini frequentando persone e luoghi onorati e distinti per…acquistare le conoscenze, e le maniere più civili, e colte del Mondo, e delle Corti.Potranno anche avere domestici e un governatore particolare, naturalmente a loro spese che non dovrà …disporre de’ Cavalieri …affidati, indipendentemente da Noi, con distrarli da’ comuni Esercizj……o in altra guisa dirigerli…dovendo eglino in quello riguarda il buon ordine di questa Real Casa, riconoscersi da Noi dipendenti…

I giovani saranno alloggiati in piccoli appartamenti, tra loro uniformi, ma arredati secondo il gusto individuale. Potranno vestirsi nel modo che riterranno più opportuno e conveniente con panni, colori e drappi di proprio gusto, sia per frequentare la corte sia per visite o conversazione. A tavola ….saranno serviti…secondo lo stile, con cui comunemente si servono le Tavole onorate della Nobiltà di questo Paese.

10

Page 11: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

…………………………SECONDO APPARTAMENTO

Nel secondo Appartamento si riceveranno gli Accademisti di quella Classe di Scolari, che dovranno proseguire gli Studj all’Universtà; in qualunque delle Scienze, che ivi s’insegnano, dalla Rettorica inclusivamente, fino al compimento dello Jus Civile, e Canonico; e a qualunque Grado, e Laurea, che ivi si conferisca. Gli scolari potranno praticare anche due o tre tra gli esercizi cavallereschi per i quali si sentano portati..Lo Studio sodo, e pratico d’una vera Pietà sarà quivi insinuato, come principio, mezzo, e fine d’ogni vero Sapere; e alle massime di quello si uniranno documenti, e lezioni metodiche, con Accademie di quella morale Filosofia, o sana Cavalleria, che misura il vivere civile, e nobile con le regole del vero onore. Gli alloggi composti di una piccola camera hanno accesso diretto ad una sala per ogni otto studenti. Normalmente vestono con l’abito uniforme di colore nero, eccetto quando sono in Campagna o escono isolati . A tavola …il modo di servire s’accosterà a quello di più colte Comunità, in gran Sala, a Tavole ripartite per piccole Brigate, con un Assistente a ciascuna, e con l’intervento di qualcuno de’ Superiori. Come elemento ….distintivo di Cavalieri, porteranno la spada.

…………………………TERZO APPARTAMENTO

I Giovani poi, li quali, o per la tenerezza dell’età, o per bisogno d’abilitarsi ne’ fondamenti delle prime Scuole, non saranno ancora capaci, ne d’andare agli Studj dell’Università, ne appigliarsi di proposito al travaglio di tutti gli Esercizi Cavallereschi, saranno trattenuti, e educati nel terzo Appartamento, finché siensi renduti abili di passare a quella delle suddette due Classi, a cui avranno talento di determinarsi.

In questa classe dei giovanissimi gli allievi sono istruiti nei principi della cristiana pietà, nella grammatica, umanità, geografia, nelle lingue e nei principi elementari delle scienze.Ma anche storia e regole morali secondo l’età e la capacità di ciascuno. Come le…prime nozioni del vero onore, e s’imprimono le giuste idee del Mondo…

Il 13 Dicembre 1730, con regio biglietto, veniva accordata agli accademisti la facoltà di accedere alle università e l’assegnazione di “un posto distinto in ogni scuola, e funzione in detta Università”, in banchi separati.

I giovani cavalieri che venivano educati nell’Accademia Reale, oltre a godere della protezione di Sua Maestà, abbracciando la carriera militare o quella civile avevano assicurazione “.. che s’avrà riguardo alla coltura presa da cotanto utile educazione e all’applicazione che ciascuno avrà dato, per abilitarsi al servizio della Corona e dello Stato”.

Nell’anno 1730 i frequentatori furono 48. Carlo Emanuele III, il 16 Aprile 1739, con l’istituzione delle Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione, dava inizio ad un corso di studi per formare i gentiluomini nella scienza dell’artiglieria e dell’architettura militare. Conquistando così un doppio primato in Europa, sia come priorità nella istituzione di regolari istituti militari, sia come eccellenza di docenti e di testi.Quello che fin qui si era chiamato non a caso Cavallerizza Reale diventerà un istituto per la formazione dei dirigenti dello stato e dei quadri dell’esercito piemontese. Esercito che risulterà così affidabile sopratutto grazie ad esso, oltre che ai solidi legami dinastici, al forte patriottismo, sostenuto dalla saldezza morale delle popolazioni del regno, alla disciplina che rifletteva il rapporto di obbedienza esistente tra la classe dirigente dei nobili e i contadini, in un ducato privo di forti tensioni sociali e alla assoluta lealtà delle milizie nazionali.

Modifiche al regolamento nel 1769, ulteriori modifiche e Riforma del 1778 e via via fino al periodo immediatamente successivo a quello napoleonico con, nel 1815, la costituzione della Regia Militare Accademia, porteranno l’istituto, ormai non più Cavallerizza Reale, ai giorni nostri.

11

Page 12: LA CAVALLERIZZA REALE - Altervistaossml.altervista.org/cavallerizza_reale.pdfpressoché quadrato di 70 metri di lato che comprendeva tre corpi con due ordini di gallerie sovrapposte

Allievo delle RR. Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione

12