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1 CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI TORINO Laboratorio chimico Camera di commercio di Torino 10 dicembre 2015 La valorizzazione del prodotto agroalimentare . Mariangela Ravasenga Camera di commercio di Torino La comunicazione del marchio Dott.ssa Mariangela RAVASENGA Settore Innovazione e Bandi Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino

La comunicazione del marchioimages.lab-to.camcom.it/f/Corsi/14/1430_LCCCT_21122015.pdf · 2015. 12. 21. · La valorizzazione del prodotto agroalimentare. Mariangela Ravasenga Camera

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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La comunicazione del marchio

Dott.ssa Mariangela RAVASENGASettore Innovazione e Bandi

Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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Strumenti e oggetti di tutela della PI

Brevetti per Invenzione Industriale

Modelli di utilità

Disegni e modelli

Marchi e segni distintivi

Diritto d’Autore

Tutelano l’innovazione tecnica (per max 20 anni)Proteggono la forma tecnica di un prodotto industriale (per max 10 anni)

Difendono la forma estetica di un oggetto (per max 25 anni)

Proteggono l’innovazione distintiva (per sempre)Tutela l’innovazione creativa (per sempre)

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Brevetto

Marchio

Modello di utilità

Design

Diritto d’autore

Il quadro attuale in relazione alla tutela territoriale

Nazionale (UIBM)Europeo (EPO)PCT (EPO - WIPO)

Nazionale (UIBM)Comunitario (UAMI)Internazionale (UIBM – WIPO)

Nazionale (UIBM)

Nazionale (UIBM)Comunitario (UAMI)Internazionale (UIBM – WIPO)

Nazionale (UIBM)

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Quanto costa depositare una domanda di brevetto in Italia?

Tassa di concessione governativadescrizione, rivendicaz. in italiano, riassunto e disegni fino a 10 pagine = 120,00 €descrizione, rivendicaz. in italiano, riassunto e disegni oltre le 50 pagine = 600,00 €per ogni rivendicazione in italiano oltre la decima = 45,00 €per la ricerca (in assenza della traduz. in lingua inglese delle rivendicazioni) = 200,00€

Diritti per il mantenimento in vitaPer il 5. anno = 60,00 €Per il 6. anno = 90,00 €…. Ogni anno un aumento…Per il 10. anno = 230,00 €Per il 15. anno e fino al 20. anno = 650,00 €

Diritti di segreteria = 40,00€

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Quanto costa depositare una domanda di modello d’utilità in

Italia?

Tassa di concessione governativa – Diritti di deposito per il primo quinquennio

descrizione, riassunto e disegni in formato cartaceo = 120,00 €

Diritti per il mantenimento in vita dopo il quinto annoPer il secondo quinquennio = 500,00 €

Diritti di segreteria = 40,00€

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Quanto costa depositare una domanda di modello o disegno

in Italia?Tassa di concessione governativa

Domanda di deposito per un disegno o modello = 100,00 €Domanda di deposito multiplo = 200,00 €

Diritti per il mantenimento in vita dopo il quinto annoPer il secondo quinquennio = 30,00 €Per il terzo quinquennio = 50,00€Per il quarto quinquennio = 70,00 €Per il quinto quinquennio = 80,00 €

Diritti di segreteria = 40,00€

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I marchi d’impresa

I marchi d'impresa consistono in nuove parole, figure o segni rappresentabili graficamente ed atti a contraddistinguere prodotti o merci fabbricati o messi in commercio, ovvero servizi svolti per conto di terzi.

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San Bernardino, patrono dei pubblicitari

Il primo logo è attribuito a san Bernardino da Siena, per questo riconosciuto come patrono dei pubblicitari.

E’ sua l'idea del logo IHS (corrispondente al monogramma di Gesù = alle prime tre lettere greche del nome Gesù) che si vede all'interno dell'ostia.

Ne fece targhe e cartelli, che in molte cittàandarono a sostituire gli stemmi di guerra posti sui muri di case e chiese.

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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Il valore di un marchio registrato (1/2)

Un marchio non si inventa. A monte del deposito deve essere effettuato un lavoro complesso, che

coinvolge professionalità diverse: esperti di comunicazione e legali specializzati in tutela della PI, che dovranno avere presenti elementi quali le esigenze dell’azienda e del prodotto, la visione del marketing, gli accorgimenti legali più appropriati per identificare opportunamente un prodotto.

Se viene scelto e costruito con cura, il marchio registrato ha un considerevole valore commerciale e, in alcuni casi, diventa il bene di maggior valore di un’impresa.

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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Questi i motivi:

☺ consente al consumatore di distinguere prodotti simili☺ permette all’impresa di differenziare i propri prodotti☺ è lo strumento di marketing sul quale si costruisce l’immagine e la

reputazione di un’impresa☺ stimola le aziende a mantenere ed a migliorare la qualità dei

rispettivi prodotti ☺ può essere concesso in licenza e procurare royalties☺ è una delle basi dei contratti di franchising☺ può facilitare l’ottenimento di finanziamenti

Il valore di un marchio registrato (2/2)

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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Il marchio è un segno che fa riconoscere i prodotti di un'impresa sul mercato e che comunica un messaggio complesso alla clientela per mezzo di un'espressione sintetica, l'unica in grado di riassumere in sé tutto il messaggio pubblicitario connesso ad uno specifico prodotto.

Il marchio è una combinazione di tre fattori:Prodotti e servizi di qualitàCorretto comportamento commerciale dell'impresa sul mercato e nei confronti della clientelaTutela dei propri marchi da parte dell'impresa.

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Quando depositare un marchio ?

Il marchio va depositato in Italia e nei paesi esteri di propriointeresse prima di iniziare la commercializzazione del prodotto, perché:La tempestività del deposito è utile per godere fin da subito dei diritti di esclusiva derivanti dal marchioSi evita il rischio di essere anticipati da terzi, che, in buonafede o meno, depositano lo stesso marchio o uno molto simile in alcuni paesi, impedendo all'impresa di commercializzare il proprio prodotti in quelle nazioni.

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Quanto costa depositare una

domanda di marchio in

Italia?

Più 40,00 € di diritti di segreteria

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In Italia l’unico simbolo ufficialmente riconosciuto è quello relativo al diritto d’autore, cioè ©.

In materia di marchi d’impresa la legge italiana cita le espressioni “Marchio registrato” (per il quale è spesso usato il simbolo ®), Marchio depositato” (identificabile anche con TM o TS) e “Marchio di fatto”, definizioni da usare con particolare precisione all’estero, poiché in molti Stati stranieri la distinzione dei casi è normata.

I simboli di riconoscimento

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L’Accordo di Nizza e le classi merceologiche.La tutela del marchio ha un'efficacia territorialmente limitata ai paesi nei quali esso viene depositato e registrato e merceologicamentelimitata ai prodotti identici o affini a quelli registrati. Il concetto di affinità indica una similarità merceologica tra i prodotti, o una connessione tra le loro destinazioni o tra i bisogni che essi soddisfano (vd. detersivi e deodoranti, calze e filati, detersivi e panni per puliture).In virtù dei limiti merceologici di tutela, è opportuno che l'impresa depositi il proprio marchio per tutte le tipologie di prodotti e servizi di proprio interesse, indicando nella domanda di registrazione tutti i prodotti che si intendono proteggere con il marchio.Il sistema di classificazione in uso in Italia e in molti paesi è quello stabilito dall'Accordo di Nizza (1957) che prevede una ripartizione in 45 classi merceologiche: dall'1 al 34 sono prodotti, dal 35 al 45 riguardano servizi.

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La Classificazione di Vienna.

E’ una lista di simboli destinati a classificare gli elementi figurativi dei marchi.Si basa su un accordo multilaterale gestito dall’OMPI, sancito nel 1973 e entrato in vigore nel 1985, e aperto agli Stati firmatari della Convenzione di Parigi.E’ un sistema gerarchico, che procede dal generale al particolare,dividendo l’insieme degli elementi figurativi in 29 categorie, 144 divisioni e 1887 sezioni.

E’ aggiornata ogni cinque anni .E’ redatta in inglese e in francese.

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Il marchio di “rinomanza”.

I diritti connessi alla registrazione di un marchio sono limitati entro l’ambito merceologico entro il quale il marchio è adottato ed effettivamente utilizzato.

Esiste, tuttavia, una protezione “allargata” anche a prodotti e servizi non affini per i marchi così noti da ritenere che la loro fama renda illecito l’uso di un marchio identico o confondibile anche in relazione ad attività remote, perché dal medesimo potrebbe scaturire una associazione di idee tale da procurare a chi ne fa uso un vantaggio ingiustificato sul mercato dove il marchio precedente è già ampiamente noto.

Si tratta di tutela ultramerceologica applicata ai marchi di rinomanza.

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Il marchio nazionale. Un marchio dura 10 anni dalla data di presentazione della

domanda ed è rinnovabile per periodi decennali. E’ registrabile, se risponde ai seguenti requisiti:

Novità = sul mercato non devono essere presenti prodotti o servizi contraddistinti dallo stesso segno. Se il marchio precedente è scaduto da due anni (tre per il marchio collettivo) o è decaduto per non uso quinquennale, la novità non difetta.Capacità distintiva atta a distinguere prodotti e serviziLiceità = non è contrario a legge, ordine pubblico e/o buon costumeVeridicità = non è decettivo

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Il marchio decettivo. Un marchio decettivo è quello che può confondere il pubblico, in

specie in relazione all’origine geografica e alla natura o alla qualitàdei prodotti che contraddistingue. Esso è nullo.

Il caso COTTONELLE è emblematico. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 3276 del 09 aprile 1996, ha

definito nullo il marchio COTTONELLE per decettività originaria del segno.

Tale parola, infatti, può indurre il consumatore a credere erroneamente che il prodotto cartaceo contenga componenti di cotone, che, invece, non sono presenti.

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La volgarizzazione del marchio (1/2). Per rimanere valido, un marchio registrato deve essere utilizzato in maniera effettiva, non

sporadica e per un quantitativo rilevante di prodotti entro 3/5 anni dalla data di registrazione.

Altrimenti decade. Come decade quando il marchio perde la propria capacità distintiva.

E’ il caso della volgarizzazione di un marchio che, dotato di capacità distintiva all’atto della registrazione, con il tempo ha assunto un significato diverso, diventando parola del linguaggio comune, e trasformandosi in una “denominazione generica del prodotto o del servizio”.

Esempi noti sono i termini BIRO, SCOTCH, JEEP, BIKINI, che sono entrati nei vocabolari come voci comuni.

GOGLEIZE, che deriva da Google, è citato come un neologismo che significa “fare una ricerca su Internet”.

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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La volgarizzazione del marchio (2/2).

La FERRERO, invece, è riuscita ad ottenere la mancata volgarizzazione della NUTELLA obbligando ad accompagnare il marchio, presente sul DEVOTO-OLI come sinonimo di “crema spalmabile” , con il simbolo ®.

La BAYER AG e BAYER S.p.A. si è vista riconoscere dal Tribunale di Milano (con sentenza del 24 giugno 2005) la mancata volgarizzazione del marchio ASPIRINA in Italia, poichè è riuscita a dimostrare che in quello specifico mercato il marchio in oggettocontinua a mantenerne l’idoneità a identificare un prodotto specifico di una precisa realtà aziendale.

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Il caso dell’

Il nome "aspirin", ad indicare la propria produzione industriale di acido acetilsalicilico, fu registrato come marchio dalla Bayer il 6 marzo 1899, componendo il prefisso "a-" (per il gruppo acetile) con "-spir-" (dal fiore Spiraea, da cui si ricava l'acido spireico, ovvero l’acido salicilico) e col suffisso "-in" (generalmente usato per i farmaci all'epoca).La Bayer perse tuttavia il diritto ad usare il proprio marchio in molte nazioni dopo che gli Alleati occuparono e rivendettero le sue proprietàdopo la prima guerra mondiale. Il diritto ad usare il marchio "Aspirin" negli Stati Uniti fu acquistato nel 1918 dalla Sterling Drug Inc. Già nel 1917, prima ancora che il brevetto scadesse, la Bayer non riuscì ad impedire che il nome e la formula del farmaco fossero impiegati da altri. Sul mercato apparvero quindi "Aspirine" prodotte da numerose diverse case farmaceutiche finché nel 1921 una sentenza della corte federale degli Stati Uniti fece di "aspirin" un nome generico non più soggetto a brevetto.In altre nazioni, tra cui l’Italia e il Canada, il nome "Aspirina" è invece ancora un marchio registrato.

Dati tratti dal sito http://it.wikipedia.org il 15 giugno 2010

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Il marchio comunitario.Il marchio comunitario è entrato in vigore il 15 marzo 1995 e il sistema di

deposito è operativo dal 1. Aprile 1996.

Lo si registra direttamente ad Alicante, presso l’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI).

E' un marchio con efficacia sovranazionale, il cui ambito territoriale si estende a tutti i paesi dell'Unione Europea(Regolamento 40/94/CE).

Un marchio comunitario deve soddisfare due condizioni:deve essere un segno suscettibile di essere riprodotto graficamentedeve essere atto a distinguere i prodotti ed i servizi di un'impresa da quelli di un'altra.

Conferisce la protezione contro la riproduzione e l'imitazione del medesimo su tutto il territorio UE e consente trasferimenti e licenze.

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Quanto costa registrare un marchio comunitario?Tassa di base per la domanda di marchio individuale = 1.050 €Tassa di base per la domanda di marchio individuale - deposito elettronico = 900 €Tassa di base per la domanda di marchio collettivo = 1.800 €Tassa per ciascuna classe di prodotti e servizi oltre la terza relativa a un marchio individuale = 150 €Tassa per ciascuna classe di prodotti e servizi oltre la terza relativa a un marchio collettivo = 300 €Tassa per le relazioni di ricerca nazionali = 72 €Tassa di base per il rinnovo della registrazione relativa a un marchio individuale = 1.500 €Tassa per il rinnovo elettronico (e-renewal) = 1.350 €Tassa per il rinnovo di ciascuna classe di prodotti e servizi oltre la terza relativa a un marchio individuale = 400 €Tassa di base per il rinnovo della registrazione relativa a un marchio collettivo = 3.000 €Tassa per il rinnovo di ciascuna classe di prodotti e servizi oltre la terza relativa a un marchio collettivo = 800 €

Dati tratti dal sito https://oami.europa.eu il 27 novembre 2015

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L'Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI)viene istituito con Regolamento del Consiglio dell'Unione Europea del 20 dicembre 1993. Esso è un organismo della Comunità Europea con personalitàgiuridica propria, la cui attività è esercitata nel contesto del diritto comunitario.Ha sede ad Alicante, dove si trova una famosa ed attiva Università, cui fa riferimento anche il progetto dell'IPR Helpdesk.Il suo compito è quello di registrare i marchi comunitari che godono di una protezione uniforme e producono i loro effetti giuridici su tutto il territorio dell'UE.

L'UAMI ha il compito di promuovere e gestire i marchi, i disegni e

i modelli nell’ambito dell'Unione europea.

L’UAMI

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Il marchio internazionale: l'Accordo e il Protocollo di Madrid.

Il marchio internazionale è il risultato della Convenzione di Madrid (1891), che ha introdotto una procedura unica per registrare il marchio in piùpaesi.Nel concreto si ha che fare con un fascio di marchi nazionali, ognuno dei quali è disciplinato nel Paese a cui appartiene in base alla normativa vigente.Due i trattati che governano questa Convenzione: l’Accordo di Madrid e il Protocollo di Madrid. Gli Stati che hanno firmato entrambi i trattati o uno dei due costituiscono l’Unione di Madrid.E’ necessario che il richiedente sia cittadino o residente in uno degli Stati contraenti.L’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI) esamina le domande preliminarmente e le spedisce alle singole amministrazioni nazionali per un esame più approfondito. Le procedure, da questo momento, seguono l’iter nazionale di ciascun paese designato.L’estensione territoriale tardiva è una successiva estensione di registrazione di marchio internazionale ad altri Paesi membri di entrambi gli accordi.

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Quanto costa registrare un marchio internazionale?

Tassa di base per la registrazione = 653 FR svizzeriper il marchio in b/n e 903 se a coloriTassa per ogni classe successiva alla terza = 100 FR svizzeriTassa per ogni Stato designato = 100 FR svizzeri(di base e se lo Stato in questione non prevede altra cifra)Tassa di rinnovo decennale = 100 FR svizzeri

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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Fonte: http://interbrand.com/best-brands/best-global-brands/2015/ranking/#?listFormat=ls

23 novembre 2015

La top 20 dei

brand nel 2015

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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I marchi collettivi Gli enti e le associazioni legalmente costituiti, aventi il fine di

garantire l'origine, la natura o la qualità di determinati prodotti o merci, possono ottenere il brevetto per appositi marchi, come i marchi collettivi, ed hanno la facoltà di concedere l'uso dei marchi stessi ai produttori o ai commercianti che appartengono agli stessi enti o associazioni.

Nel depositare la domanda, oltre alla documentazione richiesta per un normale marchio, essi devono produrre la copia delle norme statutarie riguardanti l'uso del marchio collettivo e le relative sanzioni.

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Melinda e Melasì: due facce della stessa mela.

Melasì è una mela del Consorzio Melinda che, esteticamente – magari a causa di una grandinata – non raggiunge gli standard stabiliti per potersi fregiare del bollino Melinda, apposto solo su mele di primissima scelta.

Melasì è il marchio collettivo che contraddistingue frutti provenienti dalle montagne della Val di Non, cresciuti sugli stessi alberi e curati dagli stessi produttori nel rispetto dei medesimi Disciplinari di produzione certificata per le mele Melinda.

La tracciabilità è la stessa , gli stessi sono selezione e confezionamento.

Stessa origine, genuinità e qualità organolettica e diversa estetica danno vita a due marchi collettivi di grande impatto e forte credibilità.

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Selenella“più la patata è buona + si diventa intelligenti”

www.selenella.it

Il 2 dicembre 2010 la patata Selenella ha compiuto 10 anni, passando dai 40-50 mila quintali di produzione annua del 2000 agli attuali 300-350 mila.Il Consorzio Patata Italiana di Qualità (già Consorzio delle Buone Idee), che nel 2015 riunisce 13 soci, (2 organizzazioni di produttori, 3 cooperative e 8 commercianti privati) cui fanno capo circa 320 produttori per circa 50.000 tonnellate di patate,è proprietario del marchio, ne coordina il marketing, la comunicazione e l’organizzazione commerciale. Insieme con l’Università di Bologna ne gestisce la R&S ed il controllo di qualità.Selenella è prodotta con tecniche che limitano al minimo l’uso di prodotti chimici di sintesi, èarricchita con il selenio, scoperto nel 1817 e solo da poco apprezzato per le sue qualità di contrasto di alcune patologie cardiovascolari e di rallentamento del processo di invecchiamento delle cellule, ed è controllata dalla coltivazione al packaging. Infatti su ogni confezione si trova il codice di rintracciabilità C.R., che, se digitato sul sito ufficiale, permette di verificare la provenienza dei singoli tuberi.Da pochi mesi il consorzio ha esteso il marchio Selenella alle carote e alle cipolle.

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I nomi commerciali

Sono segni suscettibili di rappresentazione grafica, quali parole, disegni o forme, che identificano un’impresa nel traffico commerciale e che servono per distinguerla da eventuali concorrenti che svolgono attività identiche o simile.

Seguono, di norma, le disposizioni previste per i marchi.

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8 maggio 1886 : Il droghiere e chimico di Atlanta Doc John Pembertoninventa la formula dell’Elisir e sciroppo di Coca Cola, miscelando zucchero, caffeina, foglie di coca e noci di cola per curare il mal di testa. Il contabile della Compagnia Pemberton, Iverson e Dennison, Frank M. Robinson, crea il nome Coca Cola.La bevanda è piatta, liscia e diventa frizzante per caso, quando un cameriere la mescola per sbaglio con acqua gassata.Il primo anno ne vengono venduti 100 litri: l’incasso è di 50 dollari, contro i 73,96 spesi per la pubblicità ! Nel 1887 le vendite aumentano a 4.000 litri, ma Pemberton è malato (morirà nel 1888) e la formula passa di mano per 2300 dollari. Gli subentra Asa Candler, genio del marketing con forti emicranie, che nel 1890 pubblicizza il prodotto come “il meraviglioso tonico per il cervello e per i nervi. Notevole agente terapeutico”.

Il caso Coca-Cola (1)

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Candler usa una tattica promozionale precisa: regala 8 litri di sciroppo sufficiente per 256 dosi quando è mischiato con

acqua frizzante, se il negoziante gli fornisce i nomi di 128 persone. Asaallora manda un biglietto valido per un bicchiere di Coca-Cola gratis a tutte queste persone, convinto che che chiunque abbia provato la bevanda la vorrà ancora. Il negoziante avrà di conseguenza altre 128 dosi da vendere. Ed è un successo !La ricetta resta un segreto aziendale.Nel 1917 l'acquirente del marchio lo rivende a 25 milioni di dollari.

Nel 2009 Interbrand, che annualmente stila la classifica dei 100 Top Brands mondiali, segnala il marchio Coca Cola come il 1. Classificato. Vale circa 68,73 miliardi di dollari (+ 3% rispetto al 2008).

Nel 2013 vale 79,213 miliardi di dollari (+ 2% rispetto al 2012, ma èterzo, dopo Apple (98,316 miliardi di dollari con + 28%) e Google (93,291 miliardi di dollari con + 34%).

Il caso Coca-Cola (2)

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E’ un accordo volontaristico.La Carta impegna i suoi firmatari – inizialmente INDICAM e Netcomm, ma aperta a tutti i soggetti della filiera produttiva e distributiva operanti in Italia, cioè merchant, piattaforme di eCommerce, titolari dei diritti, produttori licenziatari e associazioni dei consumatori – a porre in opera come best practice misure conformi allo stato dell’arte, ovvero che consentano l’individuazione delle offerte relative a prodotti non autentici anche prima della loro messa online, nonché a prevenire il ripetersi di tali offerte.

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Carta Italia : un impegno per chi la sottoscrive

Si impegnano i titolari dei diritti, che dal lato loro forniranno a chi di dovere tutte le informazioni utili per identificare i prodotti non originali e individuare quegli elementi distintivi dei venditori che potrebbero immettere prodotti falsi sul mercato. Si impegnano i merchant, che utilizzeranno queste informazioni per riconoscere i prodotti non originali e ovviamente non li venderanno.Si impegnano le piattaforme che in primo luogo veicoleranno

le informazioni e poi interverranno nel modo ritenuto piùopportuno per evitare che vengano venduti prodotti non autentici: informando il venditore e se necessario anche bloccando l’account del venditore stesso.

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Nell’impianto della Carta è prevista la presenza del “Sigillo Netcomm”: un vero e proprio bollino di qualità, divenuto europeo dal 1. settembre 2015.I siti che lo espongono, dopo un iter di valutazione, si impegnano ad offrire un servizio facile, conveniente, trasparente e sicuro ai consumatori.

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La partnership Confcommercio – eBay per stimolare l’eCommerce nelle PMI

Il 92% delle PMI italiane dichiara di non aver mai preso in considerazione l’ipotesi di un servizio di commercio elettronico, nonostante il 52% dichiari di avere un sito web. L’88% ritiene l’eCommerce poco o per nulla utile, il 69% èconvinto che non porti a un aumento di fatturato Le stime di mercato sull’acquisto on-line di prodotti in Italia rivelano una crescita del 24% in termini di volumi e al 15% in termini di valori per il 2015.Su eBay nel 2014 i venditori italiani che hanno realizzato un fatturato => al 1 milione di dollari sono aumentati del 20%.L’alimentare è uno dei settori con i maggiori margini di crescita nell’eCommerce: + 50% di prodotti alimentari acquistati nel primo semestre 2015.La partnership Confcommercio – eBay nasce per convincere le PMI a provare l’esperienza del’eCommerce.

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MATOSTOwww.matosto.to.camcom.it

La storia dell’agroalimentare in Piemonte attraverso i marchi storici

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MaToSto:Marchi Torinesi nella Storia

Archivio online di 14.787 verbali, fra i quali si annoverano 1.184 registrazioni di marchi internazionali.

Documenti manoscrittidal 1926 al 1936

8.557 marchi verbali e 5.915 figurativi

Con la digitalizzazione siamoarrivati al 16 maggio 1956.

Consultazione gratuita

Da gennaio 2013:www.matosto.to.camcom.it

MaToSto: un sito in crescita

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Quando ancora non era obbligatorio il rinnovo dei marchi, le imprese si proponevano così sul mercato … e a Torino si registravano marchi di grandi aziende straniere …

MaToSto: come eravamo1926-1941

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… e dal 1942 le registrazioni incominciarono ad essere effettuate per classi merceologiche (R.D. 21 giugno 1942, n. 929) … e la fantasia continuava ad esprimersi, e per molti il business stava diventando fiorente e i marchi venivano rinnovati...perchè il mercato “tirava”…

MaToSto: come eravamo1942-1952

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… nel periodo del boom economico sono nati grandi marchi… e la classificazione merceologica di prodotti e servizi è cambiata secondo la legge 10 aprile 1954, n. 129 …

MaToSto: come eravamo1953-1956

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MaToSto: la maschera di ricerca

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MaToSto: cosa ci fa scoprire?

☺ La storia dei mandatari italiani, a partire da un certo Ing. Gaetano Capuccio☺ L’evoluzione del gusto estetico nel rappresentare i propri prodotti e servizi☺ Il coinvolgimento di artisti nella realizzazione dell’aspetto grafico dei marchi☺ L’uso di immagini femminili, infantili o tradizionali per proporre certi prodotti☺ Il fatto che in certi anni si registravano marchi in particolare settori produttivi, a testimonianza dell’evoluzione di specifici mercati e di singole tecnologie

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Ispirazioni ….Questo marchio ha ispirato il nostro cartone animato, realizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di cinematografia e celebrante i 150 anni del sistema camerale.Cercatelo sul canale YouTube camerale fra i Cortometraggi

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MaToSto è diventato un libro, una App e una mostra itinerante!

In occasione dell’EXPO 2015 il Consiglio regionale del Piemonte ha coinvolto la Camera di commercio di Torino nella realizzazione del progetto “L’agroalimentare in Piemonte. I brand che hanno fatto la storia”, che si è concretizzato in un libro iconografico, in una App e in una mostra itinerante sui marchi storici nel settore dell’agroalimentare tratti da MaToSto.

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DIETA MEDITERRANEA patrimonio dell’Umanità

2013 = la Dieta mediterranea si aggiunge all’Opera dei Pupi siciliana e al Canto a tenore sardo fra i 167 elementi del patrimonio culturale immateriale raccolti nella lista dell’UNESCO.Dieta mediterranea è un concetto che trae ispirazione dal greco diaita, o stile di vita.Si tratta di :- un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dalpaesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo- un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità

- un comportamento che promuove l'interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festivitàcondivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende.

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Italia DOP, IGP e STG (dati tratti da I prodotti agroalimentari di qualità / ISTAT

– Roma, 2014 e da sito della Regione Piemonte)

l'Italia è il primo Paese per numero di riconoscimenti DOP, IGP e STG conferiti dall'Unione europea. I prodotti agroalimentari di qualitàriconosciuti al 25 febbraio 2015 sono 271 (10 in più rispetto al 2013).A fare man bassa dei riconoscimenti europei sono in primis gli ortofrutticoli e cereali seguiti dai formaggi, dagli oli extravergine di oliva e dalle preparazioni di carni.Le carni fresche e gli altri settori comprendono un minor numero di prodotti riconosciuti.Le Regioni con più DOP e IGP sono Emilia-Romagna e Veneto, mentre inPiemonte ci sono 12 DOP e 7 IGP.Formaggio GORGONZOLA

Formaggio TOMA PIEMONTESE

Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino

Salamini italiani alla cacciatora

Formaggio ROBIOLA DIROCCAVERANO

Salame di CremonaRiso di Baraggia Biellese e Vercellese

Nocciola del PiemonteFormaggio RASCHERA

Mortadella BolognaFormaggio MURAZZANO

Mela Rossa di CuneoFormaggio GRANA PADANO

Marrone della Valle di SusaCrudo di Cuneo

Fagiolo di CuneoFormaggio CASTELMAGNO

Castagna di CuneoFormaggio BRA

IGP PIEMONTESIDOP PIEMONTESI

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L’olio

970_1929

3814_1937 292_1943 3025_1947

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6828_1952

6847_1952

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I cereali

950_1928 1305_1929

3311_1935

4189_1938

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La frutta

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La verdura

1701_1930 1075_1944

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5624_19506807_1952

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Il pesce1504_1930

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Il latte e i suoi derivati2714_1933940_1928

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3958_1937

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

Mariangela RavasengaCamera di commercio di Torino

La carne e gli insaccati

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La valorizzazione del prodotto agroalimentare.

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Il vino

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Il marsala, i liquorie gli aperitivi

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