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La crisi della modernità

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Page 1: La crisi della modernità

La crisi della modernità

Page 2: La crisi della modernità

LA CRISI DELLA MODERNITÀ

Le ragioni della crisi

Si afferma una razionalità finalizzata – strumentale:

alla mancata realizzazione concreta della libertà universale corrisponde la creazione di una gabbia d’acciaio

Si incrina la concezione newtoniana della scienza:

“Nei momenti di disperazione della nostra vita – come si ode ovunque – questa scienza non ha nulla da dirci.”

(E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, Milano, Il Saggiatore, 1961.

p. 82)

Il principio di eguaglianza, alla base del progetto della modernità, si traduce in un appiattimento delle differenze

La Storia non è più un processo unitario:

crolla l’idea di un centro stabile

L’identità è il risultato di un processo di negoziazione costante:

l’indebolimento delle identificazioni esterne produce l’esigenza di trovare nuove radici e rassicurazioni

Page 3: La crisi della modernità

Post- Modernità

Tardo Modernità

Il termine “post – moderno”viene introdotto nel 1930 da

Federico De Onis

Il testo di riferimento è:

“La condizione postmoderna”di Jean-Francois Lyotard

L’ipotesi dominante di Lyotard

è che sia profondamente

mutata la condizione del

Sapere nelle società più

sviluppate

Il concetto di “tardo

modernità” viene elaborato

da Antony Giddens e

sviluppato all’interno del

volume “Le conseguenze della

Modernità”

Prendendo lo spunto da altri

autori, tra cui Beck, il

sociologo inglese punta ad

evidenziare la

radicalizzazione della crisi

della Modernità

Page 4: La crisi della modernità

“L’ oggetto di questo studio è la condizione del sapere nelle società più

sviluppate. Abbiamo deciso di chiamarla postmoderna.

La definizione è corrente nella letteratura sociologica e critica del

continente americano. Essa designa lo stato della cultura dopo le

trasformazioni subite dalle regole dei giochi della scienza, della

letteratura e delle arti a partire dalla fine del XIX secolo.

Tali trasformazioni saranno messe qui in relazione con la crisi delle

narrazioni”

Postmodernità

Jean-Francois Lyotard, La condizione postmoderna,

Milano, 1981, Feltrinelli, p.5

Page 5: La crisi della modernità
Page 6: La crisi della modernità

La condizione postmoderna, caratteristica della cultura nelle società

industriali avanzate, è quella di chi vive in una società aleatoria con

infiniti conflitti disseminati in ogni settore; nella quale si assiste alla

fine delle Grandi Narrazioni, cioè di una comprensione

dell'esperienza storica come svolgimento unitario e dotato di un

senso coerente

Il mondo postmoderno si emancipa dall'idea di progresso

cumulativo di matrice illuminista e il progresso non appare

più certo, ma rientra nell'ordine delle possibilità

La società postmoderna

Page 7: La crisi della modernità

Lo storytelling

“[…]È una forma di discorso che si impone in tutti i settori della società e trascende i confini politici, culturali o professionali, realizzando quello che i sociologi hanno chiamato il narrative turn […]una svolta narrativa che ha rapidamente conquistato le scienze sociali […]”

C. Salmon, Storytelling. La fabbrica delle storie, 2007

Page 8: La crisi della modernità

StorytellingPolitica

Marketing

Media

digitali

Management

Identità

Psicanalisi

Narrative turn

Cronaca

nera

Medicinae

Scienza

Infotainment

Page 9: La crisi della modernità

Prima fase della modernità: illuminista e illusa, convinta di poter

comprendere e governare

Seconda fase della modernità: realizzata e gradualmente in crisi,

perché profondamente basata sul “politeismo disincantato”, in cui

tutti possono aver ragione a seconda del loro punto di vista

Terza ed ultima fase: modernità radicale, basata sul ripensamento

degli stessi vincoli sociali che le prime forme di modernità avevano

fondato

La società tardomoderna“Non siamo usciti dalla modernità, ne stiamo vivendo una

radicalizzazione”

Anthony Giddens, Le conseguenze della modernità,

1994, Bologna, Il Mulino, p. 15

Page 10: La crisi della modernità

L’accelerazione del cambiamento del mutamento sociale, culturale, tecnologico imposta dalla Modernità ha comportato la separazione di tempo e spazio

Nella società tardo-moderna si afferma un processo di disembedding :

1)Creazione di emblemi simbolici FiduciaRiflessività

2) Importanza dei saperi esperi

La società tardomoderna“Non siamo usciti dalla modernità, ne stiamo vivendo una

radicalizzazione”

Anthony Giddens, Le conseguenze della modernità, 1994, Bologna, Il Mulino, p. 15

Page 11: La crisi della modernità

Modernità radicale

Modernità in polvere

Modernità liquida

Il testo di riferimento è LA SOCIETA’ DEL RISCHIO. VERSO UNA

SECONDA MODERNITA’. Beck elabora una teoria secondo cui la modernità

non è stata affatto superata, ma è andata incontro ad una crisi e ad una

rielaborazione

Il testo curato da Arjun Appadurai mette in luce gli strettissimi legami tra

il concetto di modernità e quelli di globalizzazione e localizzazione

Il testo di riferimento è MODERNITÀ LIQUIDA di Zygmunt Bauman.

L’autore esprime profonde perplessità nei confronti di ogni tentativo

di definire la modernità delle società contemporanee

Page 12: La crisi della modernità

Zygmunt Bauman

La fluidità è lo stato dei liquidi e dei gas

“La proprietà caratteristica dei fluidi è il

continuo ed irreversibile mutamento di

posizione di una parte della materia rispetto

ad un’altra”

I fluidi hanno un legame profondamente

diverso rispetto ai solidi: si tratta di relazioni

spazio-temporali differenti

“La modernità solida è definita tale per la

sua tendenza a creare istituzioni durevoli e

stabili che la porta a privilegiare il legame

spaziale e territoriale all'effervescenza

temporale” .

La Modernità liquida

Page 13: La crisi della modernità

Se per i corpi solidi la dimensione principale è lo spazio,

per i liquidi è il tempo la variabile determinante

La modernità è stata liquida da sempre: nonostante la formazione di

corpi solidi (istituzioni, reti sociali, comunità ben definite), la modernità

ha continuato letteralmente a liquefare ciò che incontrava

“Fondere i corpi solidi”, secondo Marx ed Engels (Il Manifesto

del Partito Comunista), era l’obiettivo dello spirito moderno

nei confronti di una società considerata stagnante

La Modernità liquida

Page 14: La crisi della modernità

Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley e1984 (1948) di George Orwell rappresentano due mondiprofondamente differenti ma anche due utopie negativeche prospettavano un futuro tetro

La Modernità liquida

Individualità

Un futuro in cui il margine di libertàsarebbe costantemente diminuito

Un mondo sotto controllo

Page 15: La crisi della modernità

Oggi l’ubbidienza agli standard sociali, culturali, ma anche lavorativi, viene raggiunta attraverso la lusinga e la seduzione

La situazione, oggi, si è rovesciata e ora sono i molti che controllano i pochi

(T. Mathiesen, The viewer society: Michael Foucalt’s “Panopticon”rivisited,in “Theoretical Criminology”, 1-2, 1997):

Gli spettacoli prendono il posto della mera sorveglianza senza perdere alcunché del potere disciplinativo

IndividualitàUn mondo sotto controllo

La Modernità liquida

Page 16: La crisi della modernità

Vivere in mezzo a un numero infinito, apparentemente, di possibilità acquisisce il gradevole sapore del poter diventare chiunque

La gabbia d’acciaio è stata spezzata

La libertà appare l’unica condizione possibile

La società non esiste più, esiste solo l’individuo o meglio il consumatore la cui principale attività diventa lo

shopping esistenziale

La Modernità liquidaIndividualità

Un mondo sotto controllo

Page 17: La crisi della modernità

Viene meno il concetto di autorità, come anche quello di autorevolezza: opinion leader

Non esistono più punti di riferimento precisi, impersonati da autorità

Esistono esclusivamente esempi che possono essere presi in considerazione

La Modernità liquidaIndividualitàUn mondo sotto controllo

Page 18: La crisi della modernità

La vita desiderata tende a essere quella vista in televisione, anche se paradossalmente proprio in televisione viene meno la barriera tra sfera pubblica e sfera privata

I talk show legittimano il dibattito pubblico sugli affari privati, attivandosi come rituali di esorcismo nei confronti delle più diffuse paure e come confessioni pubbliche

Individualità

Un mondo sotto controllo

La Modernità liquida

Page 19: La crisi della modernità

DALLA PREMODERNITÀ ALLA POSTMODERNITÀ

MEDIUM PAROLA SCRITTURA ELETTRICITÀ

MODALITÀ

STRUTTURA SOCIALE

SIGNIFICATO BASATO SUL…

STRUTTURA PSICOLOGICA

MODALITA’

PEDAGOGICA

ORALE LETTERATA DIGITALE

COLLETTIVATRIBU’

INDIVIDUALEPERSONA

CONNETTIVARETE

CONTESTO TESTO IPERTESTO

HOMO AEQUALIS HOMO CLAUSUSHOMO COMMUNICANS

HOMO COMPLEXUS

PARLARE PENSARE CONNETTERE

Page 20: La crisi della modernità

Categorie P C R

Stato Identità nazionali

Burocrazia, secolarizzazione

controllo

Localismi globalizzazione

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Page 21: La crisi della modernità

Categorie P C R

Lavoro Taylorismo, Fordismo

Flessibilità del Capitale

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Nobilitazione dell’uomo

Page 22: La crisi della modernità

Categorie P C R

Società Separazione PubblicoPrivato

Ordine/Conflitto “Società degli individui”

Società della comunicazione

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Page 23: La crisi della modernità

COMUNITÀ

SOCIETÀ

Ferdinand Tönnies, 1887

I mangiatori di patate, Vincent van Gogh, 1885

Pierre-Auguste Renoir, Bal au moulin de la Galette, 1876

Page 24: La crisi della modernità

“Nella società

industriale domina la

logica della razionalità

diretta allo scopo e

della finalità che può

essere calcolata”

Max Weber, Economia e

società, (postuma, 1922)

Società

Page 25: La crisi della modernità

TEMPO

Page 26: La crisi della modernità

Categorie P C R

Tempo

Lineare Frammentato Istantaneo

Le categorie della modernità

P = ProgettoC = CrisiR = Radicalizzazione

Page 27: La crisi della modernità

Il tempo

La storia del tempo nasce con la modernità, o meglio:

la modernità è la storia del tempo

Ai tempi delle olimpiadi greche nessuno pensava di registrare

i record olimpici e tanto meno di infrangerli

LA MODERNITÀ: IL TEMPO LINEARE

Page 28: La crisi della modernità

Non esistevano i cronometri

ma non esisteva neppure

qualcosa che potesse essere più

veloce di un uomo o di un

animale, per questo non si

prestava attenzione alle singole

capacità motorie di un

individuo.

Quando furono inventati mezzi

meccanici in grado di diminuire

costantemente il tempo

necessario a percorrere uno

spazio, allora spazio e tempo si

scissero, diventando due

categorie a se stanti

IL TEMPO LINEARE

Page 29: La crisi della modernità

Il tempo si differenzia dallo spazio perché può

essere più facilmente cambiato e manipolato.

LA MODERNITÀ: IL TEMPO LINEARE

Page 30: La crisi della modernità

Come durante un viaggio, la continua accelerazione, e dunque

compressione del tempo.

In tal modo nella prima modernità si affermò il tempo

standardizzato: il ritmo lavorativo fordista

La modernità: Il tempo lineare

Page 31: La crisi della modernità

Nella crisi del progetto della modernità, dal tempo lineare si passa a un tempo “nuovo” e

incomunicabile che perciò non è più amico dell’uomo

“Il tempo è un nemico che ci smangia il cuore”Charles Baudelaire

Il tempo della crisi

Page 32: La crisi della modernità

La nostra esperienza è caratterizzata dal divenire, sia dei nostri stati interiori, sia degli oggetti della natura.

Il divenire non è un accostamento di differenti stati, ma un fluire continuo nel quale il passato si proietta nel presente.

la durata è creazione continua

Henri Bergson

Il tempo della crisi

Page 33: La crisi della modernità

Il tempo della crisi

«La coscienza di far saltare il continuum della storia è propria delle classi rivoluzionarie nell’attimo della loro azione. [...] E fonda così un concetto del presente come del «tempo attuale», in cui sono sparse schegge di

quello messianico. [...] ...ogni secondo era la piccola porta da cui poteva entrare il Messia»

Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, 1940

Per noi occidentali gli eventi storici si raccolgono e si ordinano intorno all’anno zero della nascita di Cristo. L’istante rompe il tempo storicista e

astratto che fa credere in una storia continua e uniforme:

Page 34: La crisi della modernità

Secondo Baudelaire:

“La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte, di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile”

Il pittore della vita moderna, 1863

La modernità sembra essere la condizione in cui le uniche certezze sono l’effimero ed il mutamento

Il tempo della crisi

Page 35: La crisi della modernità

L'ho finita con la psico-analisi. Dopo di averla praticataassiduamente per sei mesi interi sto peggio di prima. Non hoancora congedato il dottore, ma la mia risoluzione èirrevocabile. … In questa città, dopo lo scoppio della guerra, cisi annoia più di prima e, per rimpiazzare la psico-analisi, io mirimetto ai miei cari fogli. il mio abbandono. Ma ora mi trovosquilibrato e malato più che mai e, scrivendo, credo che minetterò più facilmente del male che la cura m'ha fatto. Almenosono sicuro che questo è il vero sistema per ridare importanzaad un passato che più non duole e far andare via più rapido ilpresente uggioso.

Ma di ciò non m'importerebbe gran fatto e non è questa la ragione per cui lascio la cura. Se le ore di raccoglimento presso il dottore avessero continuato ad essere interessanti apportatrici di sorprese e di emozioni, non le avrei abbandonate o, per abbandonarle, avrei atteso la fine della guerra che m'impedisce ogni altra attività. Ma ora che sapevo tutto, cioè che non si trattava d'altro che di una sciocca illusione…come potevo sopportare la compagnia di quell'uomo ridicolo, con quel suo occhio che vuole essere scrutatore e quella sua presunzione che gli permette di aggruppare tutti i fenomeni di questo mondo intorno alla sua grande, nuova teoria? Impiegherò il tempo che mi resta libero scrivendo. Scriverò intanto sinceramente la storia della mia cura.

Memoria volontariaIl tempo della crisi

Italo Svevo

Page 36: La crisi della modernità

"Ogni ora della nostra vita, appena morta, s'incarna e si nasconde in qualche oggetto materiale, e vi resta prigioniera per sempre, salvo che noi non ci imbattiamo in quell'oggetto. Attraverso lui la riconosciamo, la chiamiamo ed essa viene liberata ..."

L’universo del protagonista è racchiuso in una tazza di tè

Memoria involontaria

Il tempo e la memoria

La memoria involontaria mette in crisi il tempo omogeneo e lineare

Page 37: La crisi della modernità

La "fine della storia": è un ritorno al "tempo immobile" degli antichi, all’istante eterno

"In contrasto con un tempo lineare e progressivo che diventa rapidamente omogeneo ed esteriore, il tempo vissuto socialmente e individualmente è quello della ripetizione, della circolarità"

Il tempo della crisi

Page 38: La crisi della modernità

Ne è testimonianza la catastrofe dell’idea di progresso, che esigevache il presente fosse interpretato esclusivamente alla luce di unfuturo concepito come "miglioramento" o "ottimizzazione": questebelle promesse, sempre tradite, non fanno più sognare.

Gli uomini, incapaci di credere nell’avvenire e spesso privati delricordo del passato, vogliono ormai vivere nel presente, accettare "ilgioco del mondo, o il mondo come gioco".

Maffesoli fa notare che la vita come gioco è una sorta diaccettazione del mondo così com’è.

M. Maffesoli, L’instant éternel, Denoël, Paris 2000

Il tempo della crisi

Page 39: La crisi della modernità

La tecnologia che domina e foggia il mondo in cui viviamoè fatta di macchine, nel senso tradizionale del termine,ma è soprattutto definita, in modo essenziale, da sistemidi raccolta e trasmissione delle informazioni.

La riduzione della storia sul piano della simultaneitàsottolinea

la contemporaneità del mondo contemporaneo

Il tempo istantaneo

Page 40: La crisi della modernità

Categorie P C R

Soggetto Identità forte Identità debole Identità plurime

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Page 41: La crisi della modernità

Evoluzione del

concetto di IdentitàL’uomo della Modernità è un

homo clausus e un homo

cogitans

L’uomo della Crisi è costretto a

creare il proprio destino, prova un

sentimento di insecuritas e sensi

di colpa, non trova più la strada

della salvezza.

Spezzati i legami che

connettevano l’esistenza umana

alla natura, agli altri e a Dio,

l’uomo si ripiega su se stesso e

ascolta la vita che scorre al

proprio interno.

Page 42: La crisi della modernità

L’individuo moderno era un individuo “sostanziale” dotato di un nucleo metafisico a cui fare riferimento e nello stesso tempo, contro cui lottare per liberarsi dai vincoli della tradizione, della morale, della religione, dello Stato.

L’individuo moderno affronta la lotta prometeica contro le forze della natura e contro l’ordine sociale tradizionale.

Uno….Identità

Renè Descartes (La Haye, Turenna 1596 -

Stoccolma 1650)

Opera di riferimento: Discorso sul metodo

1637

Page 43: La crisi della modernità

Il soggetto forte cartesiano, homo oeconomicus, lascia il posto a un’identità frammentaria e nomade.

Nella crisi della modernità l’identità non è più un dato ma una sfida, un processo sempre più affidato alle risorse e alle

capacità individuali.

... nessuno, ….

?Identità

Page 44: La crisi della modernità

In un mondo in continuo mutamento, il soggetto ha il problema di garantire un nucleo stabile.

La sfida ora non è più il cambiamento, ma assicurare l’unità e la continuità della storia individuale.

… centomila

Page 45: La crisi della modernità

Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo: - Io mi chiamo Mattia Pascal. - Grazie, caro. Questo lo so. - E ti par poco?

Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all'occorrenza: - Io mi chiamo Mattia Pascal.

Il fu Mattia Pascal, Luigi Pirandello (1904)

Identità

Page 46: La crisi della modernità

Lo scontro di libertà e uguaglianza produce una rottura dell’equilibrio

illuministico

Si credeva che la libertà avrebbe prodotto un’uguaglianza naturale,

universale e duratura

L’individualismo illuminista è quantitativo

Uomo universale

Libertà vs uguaglianza

Page 47: La crisi della modernità

Liberazione dell’uomo dalla tradizione, dalla religione,dalla metafisica, dai legami causali della natura (Kant)

Al razionalismo del XVIII sec. non interessava l’uomoparticolare ma l’uomo astratto, che si emancipa dallecorporazioni medioevali

“un essere razionale deve essere senz’altro un individuo,ma non questo o quell’individuo determinato” (Ficthe)

L’uomo universale

Page 48: La crisi della modernità

Friederich Wilhelm Nietzsche(15 ottobre 1844 – 25 agosto 1900)

In Nietzsche trova piena affermazione l’individualismo ottocentesco dell’unicità

Ogni uomo rappresenta l’umanità in una forma particolare

Gli individui resi autonomi dalle istituzioni vogliono ora distinguersi l’uno dall’altro

Il superuomo è il soggetto del superamento della soggettività razionalità classica

Identità eroica

…colui che sa “continuare a sognare sapendo di sognare” …

Page 49: La crisi della modernità

L’unico mondo reale è quello dell’esperienza, le cui contraddizioni non si risolvono però in una sintesi razionale, salvifica e consolatrice

I fatti non esistono ma esistono solo le interpretazioni. Il mondo è un testo misterioso e non ancora decifrato

Identità eroica

Akira Kurosawa, 1950)

Page 50: La crisi della modernità

Oltre il silenzio possono prodursi nuove parole, strumenti per decifrare ciò che non si sa, l’impensato.

Identità e inconscio

E’ l’inconscio di Freud, un luogo sconosciuto nel quale ci si avventura nell’assenza e nel groviglio di parole, attraverso l’interpretazione e la costruzione critica.

Sigmund Freud(1856 Freiberg – 1939 Londra)

Nel 1900 viene pubblicato il poderoso lavoro: l'interpretazione dei sogni.

Page 51: La crisi della modernità

Media e Modernità

Sviluppo degli apparati di produzione e distribuzione dei beni culturali

Nascita dell’industria culturale moderna

Creazione di un mercato di massa

Page 52: La crisi della modernità

La Modernità è segnata dall’esperienza

dell’interazione mediata e dall’agire a

distanza

I media esprimono il bisogno che venga

restituita visibilità agli oggetti e ai soggetti

che occupano il proprio ambiente di vita:

Esposizioni Universali, fotografia, cinema,

televisione, Rete

Le immagini rappresentano le forme di

riappropriazione simbolica di una società

nella quale si moltiplicano segni e presenze

L’evoluzione dell’industria culturale coincide

con la storia della metropoli

Media e ModernitàNella civiltà dell’immagine…

Page 53: La crisi della modernità

Modernità e mezzi di

comunicazione

Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha avuto un ruolo di fondamentale importanza nella nascita delle società moderne

A partire dalla metà del diciannovesimo secolo si verifica una grande espansione delle reti di comunicazione e informazione che progressivamente estendono la loro ampiezza fino a raggiungere una dimensione globale

Page 54: La crisi della modernità

L’uso dei mezzi di comunicazione implica la creazione di nuove forme di azione e di interazione nel mondo sociale, di nuovi tipi di relazione e di nuovi modi di rapportarsi agli altri e a se stessi per la prima volta indipendenti dalla condivisione di un medesimo ambiente

Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha reso visibile il potere su una scala senza precedenti

Modernità e mezzi di

comunicazione

Page 55: La crisi della modernità

L’incontro con l’opera d’arte è un modo di fare esperienza, attraverso l’immaginazione di altri mondi possibili, facendo uscire l’uomo dal suo mondo “reale”

M. Heidegger definisce la Modernità come “l’epoca delle immagini del mondo”

Modernità e mezzi di

comunicazione