24
Società 3 Sempre più senza lavoro C on la chisura dello stabilimento Siap di Gorizia l’Isontino si ritrova con sempre meno realtà industriali Società 4 Corsa all’atomica nel Golfo Persico L e mire dell’Arabia Saudita sulle armi pakistane, in attesa dell’accordo internazionale sul nucleare iraniano Società 5 La fragile pace nel Mali I l rischio di nuovi scontri fomentati dai jihadisti nonostante la convivenza tra religioni ed etnie Chiesa 8 Le Zelatrici a Castellerio T radizionale incontro e preghiera con i seminaristi dell’istituto interdiocesano 100 anni dopo Nulla fu più come prima di Sergio Mattarella ento anni fa, il 24 maggio del 1915, l’Italia entrava in guerra. Truppe non sempre preparate e armate in modo adeguato C varcavano il confine. Vi era, nei vertici politici e militari, la convinzione che l’intervento sarebbe stato di breve durata: l’apertura di un nuovo fronte a Sud - era la previsione - avrebbe rapidamente costretto l’Austria-Ungheria alla resa. Già il 21 giugno, giorno del primo attacco generale, la speranza di trasformare la guerra in una "passeggiata a Lubiana" si dimostrerà illusoria. Benché inferiori per numero, le truppe austro-ungariche resistevano tenacemente. Nei primi mesi di guerra l’esercito italiano, che ha scritto in quegli anni pagine gloriose, perse la sua parte migliore: gli effettivi e i volontari, i più addestrati e i più motivati. Ben presto ci si dovette rendere conto che, anche sul fronte italiano, il conflitto avrebbe preso, come nel resto d’Europa, la forma di guerra di trincea. Se ogni assalto - una parola così temuta dai soldati - si trasformava in una carneficina, la vita nelle trincee, così realisticamente descritta nei diari e nelle lettere dei soldati, non era un sollievo. Fango, pioggia, parassiti, malattie. E quelle attese, lente e snervanti: per il rancio, per la posta, per il cambio. O, inesorabilmente, per un nuovo assalto. Il cui esito sarebbe stato difficilmente risolutivo per le sorti della guerra, ma decisivo per il personale destino di migliaia e migliaia di uomini. "Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie", scriveva Giuseppe Ungaretti dal fronte, dove era fantaccino, fissando in versi stupendi il senso di totale precarietà che regnava al fronte. Come era diversa, alla prova dei fatti, quella vita di guerra dal sogno luminoso di gloria, dal mito della vittoria, vagheggiati da intellettuali e poeti nei mesi precedenti all’entrata in guerra! Non vi era bellezza tra le trincee, solo orrori, atrocità e devastazioni. Lo aveva ben intuito Renato Serra, spirito nobile di uomo e di letterato, partito volontario e morto sul Podgòra. Serra scriveva: "Non c’è bene che paghi la lagrima pianta invano, il lamento del ferito che è rimasto solo, il dolore del tormentato di cui nessuno ha avuta notizia, il sangue e lo strazio umano che non ha servito a niente. Il bene degli altri, di quelli che restano, non compensa il male, abbandonato senza rimedio nell’eternità". continua a pagina 9 Domenica 31 maggio a SanValeriano La Festa dei Popoli a Gradisca d’Isonzo Domenica 31 maggio pellegrinaggio delle Chiese di Gorizia e Koper al santuario di Montesanto - Sveta Gora. Alle 16 santa messa presieduta dai vescovi Jurij Bizjak e Carlo Roberto Maria Redaelli Cultura 10 Monte Santo: verso i 300 anni dall’Incoronazione Cervignano 16 Una nuova area verde sulle sponde dell’Aussa Gradisca 22 Si prepara la festa di S.Antonio da Padova Cormons 23 "Amadio": da caserma a parco urbano WWW.VOCEISONTINA.EU 30 maggio 2015 - Euro 1,00 Anno LI - Numero 21 Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale | D:L: 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1, NE/PD | tassa riscossa/taxe perçue/Padova (FOTO GALBATO)

La Festa dei Popoli a Gradisca d’Isonzo · avrebbe preso, come nel resto d’Europa, la forma di guerra di trincea. Se ogni assalto - una parola così temuta dai soldati - si trasformava

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Page 1: La Festa dei Popoli a Gradisca d’Isonzo · avrebbe preso, come nel resto d’Europa, la forma di guerra di trincea. Se ogni assalto - una parola così temuta dai soldati - si trasformava

Società 3Sempre piùsenza lavoro

Con la chisura dellostabilimento Siap

di Gorizia l’Isontino siritrova con sempremeno realtàindustriali

Società 4Corsa all’atomicanel Golfo Persico

Le mire dell’ArabiaSaudita sulle armi

pakistane, in attesadell’accordointernazionale sulnucleare iraniano

Società 5La fragilepace nel Mali

Il rischio di nuoviscontri fomentati

dai jihadistinonostante laconvivenza trareligioni ed etnie

Chiesa 8Le Zelatricia Castellerio

Tradizionaleincontro e

preghiera con iseminaristidell’istitutointerdiocesano

100 anni dopoNulla fu più come primadi Sergio Mattarella

ento anni fa, il 24 maggio del1915, l’Italia entrava in guerra.Truppe non sempre preparatee armate in modo adeguatoC

varcavano il confine. Vi era, nei verticipolitici e militari, la convinzione chel’intervento sarebbe stato di breve durata:l’apertura di un nuovo fronte a Sud - erala previsione - avrebbe rapidamentecostretto l’Austria-Ungheria alla resa. Già il 21 giugno, giorno del primo attaccogenerale, la speranza di trasformare laguerra in una "passeggiata a Lubiana" sidimostrerà illusoria. Benché inferiori pernumero, le truppe austro-ungaricheresistevano tenacemente.Nei primi mesi di guerra l’esercitoitaliano, che ha scritto in quegli annipagine gloriose, perse la sua partemigliore: gli effettivi e i volontari, i piùaddestrati e i più motivati.Ben presto ci si dovette rendere contoche, anche sul fronte italiano, il conflittoavrebbe preso, come nel resto d’Europa,la forma di guerra di trincea. Se ogni assalto - una parola così temutadai soldati - si trasformava in unacarneficina, la vita nelle trincee, cosìrealisticamente descritta nei diari e nellelettere dei soldati, non era un sollievo.Fango, pioggia, parassiti, malattie. Equelle attese, lente e snervanti: per ilrancio, per la posta, per il cambio. O,inesorabilmente, per un nuovo assalto. Ilcui esito sarebbe stato difficilmenterisolutivo per le sorti della guerra, madecisivo per il personale destino dimigliaia e migliaia di uomini. "Si sta come d’autunno sugli alberi lefoglie", scriveva Giuseppe Ungaretti dalfronte, dove era fantaccino, fissando inversi stupendi il senso di totale precarietàche regnava al fronte. Come era diversa, alla prova dei fatti,quella vita di guerra dal sogno luminosodi gloria, dal mito della vittoria,vagheggiati da intellettuali e poeti neimesi precedenti all’entrata in guerra! Non vi era bellezza tra le trincee, soloorrori, atrocità e devastazioni. Lo avevaben intuito Renato Serra, spirito nobile diuomo e di letterato, partito volontario emorto sul Podgòra. Serra scriveva: "Nonc’è bene che paghi la lagrima piantainvano, il lamento del ferito che è rimastosolo, il dolore del tormentato di cuinessuno ha avuta notizia, il sangue e lostrazio umano che non ha servito aniente. Il bene degli altri, di quelli cherestano, non compensa il male,abbandonato senza rimedionell’eternità".

continua a pagina 9

Domenica 31 maggio a San Valeriano

La Festa dei Popolia Gradisca d’Isonzo

Domenica 31 maggiopellegrinaggio delle Chiese

di Gorizia e Koperal santuario di Montesanto - Sveta Gora.

Alle 16 santa messa presieduta dai vescoviJurij Bizjak e Carlo Roberto Maria Redaelli

Cultura 10Monte Santo:verso i 300 annidall’Incoronazione

Cervignano 16Una nuova areaverde sulle spondedell’Aussa

Gradisca 22Si prepara la festadi S.Antonioda Padova

Cormons 23"Amadio":da casermaa parco urbano

WWW.VOCEISONTINA.EU 30 maggio 2015 - Euro 1,00Anno LI - Numero 21

Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale |D:L: 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1,NE/PD | tassa riscossa/taxe perçue/Padova

(FOTO GALBATO)

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Sabato, 30 maggio 2015 3Società

entre sia la stampaa livello nazionalesia i resocontidell’assemblea di

Confindustria, tenutasi inregione in questi giorni,manifestano ottimismo sullafine della crisi che ormai datroppi anni sta dilaniandol’Italia, nel nostro piccolo,ma per noi importante,territorio non si intravedonosegnali di crescita.La riforma dei contratti dilavoro (il famoso jobs act)non sembra aver avutoalcuna ripercussionepositiva nell’isontino per ilquale, il 2015 è iniziato nelpeggiore dei modi, con lachiusura definitiva dellaDetroit operata dalGruppo De Rigo e iltrasferimento di tutta laproduzione nell’altra loroazienda sita nel bellunese.La conseguenza di talechiusura, oltre allagravissima perdita di uncentinaio di posti di lavorodiretti, è stata anche laperdita definitiva delprodotto cosiddetto "freddo industriale"sviluppatosi a Monfalcone negli anni’50.Uguale è la sorte, per la seconda voltanel breve volgere di alcuni anni, dellaSIAP con sede a Gorizia. Il cambio delnome non trae certo in inganno chiconosce la storia industriale goriziana.Parliamo dell’O.M.G. (OfficineMeccaniche Goriziane), fabbrica a PP.SS.sorta a Gorizia alla fine dell’800, inconcomitanza con la nascita deicotonifici e che, unitamenteall’adiacente fonderia SAFOG,produceva macchinari per la tessituradella lana e di altri filati.Nel corso della metà del secolo scorso,venuto meno il settore tessile, l’O.M.G.cominciò a produrre semiassi perautomobili, macchine agricole e per la

movimentazione terra. Fra i tanti clientiche l’azienda vantava c’erano la FIAT,l’ALFA e la Carraro di Campodarsego(PD), produttrice di trattori.Negli anni ’80, a seguito dell’indirizzogovernativo di privatizzazione delleimprese industriali non ritenutestrategiche, l’O.M.G. divenne proprietàdel Gruppo Carraro, chiaramenteinteressato al prodotto industriale.Nel giro di pochi mesi allaprivatizzazione dell’O.M.G. seguì quelladella SAFOG e della SBE di Monfalcone.Non mi dilungo , e lascio a chi leggeesprimere un giudizio di merito su talepolitica che, nel corso degli anni, hadepauperato l’industria nazionale.L’ingresso della Carraro non segnòl’inizio di un felice rapporto sindacale.Se con le altre proprietà acquirenti

(Gruppo Cividale per la SAFOG-Vescovini per la SBE) ci furono incontripreliminari, con Carraro, benché allorafosse considerato un imprenditoreilluminato, non ci fu mai alcun rapportodiretto . I rapporti con ilsindacato,preliminari e successivi,furono delegati tutti all’INTERSIND(associazione delle industrie a PP.SS.).Lo" spirito imprenditoriale" cheanimava il Gruppo, portò nel 1990 (allafine del quarto anno di presenza aGorizia) a chiudere il rapporto di lavorocon una ventina tra impiegati e tecnici,non ritenuti idonei, diversamentedall’anno precedente quando gli stessidipendenti erano stati premiati conattestati di professionalita’.In occasione delle premiazioni, leautorità intervenute alla cerimonia

avevano dato atto allaCarraro di aver acquistatol’O.M.G. in funzione del suorilancio e, quindi, avantaggio della comunità edell’economia delgoriziano.Già però all’inizio del 2000,la proprietà pose laquestione delmantenimento del sitogoriziano sostenendo che ilrapporto costi/benefici nonera equo. Venne peraltromesso in discussione anchel’altro stabilimento delGruppo sito a Maniago(SIAP). La partita siconcluse, allora, con il

mantenimento dellaproduzione operando congli ammortizzatori sociali,come da consuetudinenelle crisi aziendali- vere oindotte-, una riduzionesostanziale del personale.Oggi, viene ritenutostrategico lo stabilimentodi Maniago, mentre quellodi Gorizia, che nelfrattempo è divenuto SIAP,deve essere cancellato.

La storia industriale del Gruppo Carraroa Gorizia è così durata 29 anni.Quello che oggi più che mai sembra nonlasciare dubbi, se mai ce ne fossero stati,è che a pagare i costi di una produzioneche muore sono sempre le maestranze . Nel caso di specie, si tratta per lamaggior parte di giovani, con famiglia acarico, che difficilmente troverannoun’altra occupazione nel nostroterritorio che, attualmente, dal punto divista lavorativo, non offre prospettive.La conclusione della vicenda Carrarosancisce, al di là della presuntacondivisione sindacale, la definitivachiusura dell’azienda: una chiusura chegià si delineava con il passaggio da Pnha Siap. E questo porta l’ennesimo colpoall’occupazione nell’Isontino.

Gianfranco Valenta

M

Economia

Il lavoro può cambiare! Ma sì che è possibile!

● Papa Francesco haincontrato sabato ilmondo delle Acli

● "Dobbiamo proporrealternative eque esolidali praticabili”

● "Fare un figlio non èuna gioia ma un costoa volte insostenibile"

n questo mondo in cui sono incre-dibili “l’ampiezza e la velocità diriproduzione delle disuguaglian-ze - come ha detto Papa Francesco

in occasione del 70° anniversario del-la fondazione delle Acli - dobbiamoproporre alternative eque e solidaliche siano realmente praticabili”, per-ché molte cose non vanno, e le vecchiericette non funzionano più.È appunto un mondo in cui troppinon lavorano (soprattutto i giovani,“capro espiatorio verso il dio denaro”)e troppi lavorano in condizioni disu-mane o comunque sfruttati da altriesseri umani: mezzi per arrivare aisoldi, a più soldi ancora. Chi predicava che la corsa alla ric-chezza individuale avrebbe “ingrassa-to” pure il resto dell’umanità, ora sideve ricredere: immensi patrimoni inmano a pochi; peggioramento gene-ralizzato delle condizioni lavorative;la classe media nata nel Novecentoche pian piano scivola verso la pover-tà. L’ascensore sociale s’è rotto, i ricchilo sono sempre di più; il resto declinain una decrescita felice solo per chi

I non la subisce.Gli anziani faticano a pagarsi le me-dicine (non solo: pure a campare) conpensioni “miserabili”. Si è arrivati al punto - e lo ha ricorda-to il Papa con veemenza - che fare unfiglio diventa causa di povertà: non èuna gioia, non è il futuro, ma un costoa volte non sostenibile.Possibile che non ci sia una via dimezzo tra il tutti uguali-tutti poveri, ela condizione di “homo hominis lu-pus”? Certo che c’è, ma bisogna ribal-tare un tavolo che ha sempre menosenso, mentre c’è il rischio che lo si la-sci lì continuando in una strada “checonsidera il welfare un costo, e nonun’infrastruttura dello sviluppo”: pa-role di Francesco. Insomma ognun persé e il dio denaro per pochi, dimenti-cando che iniquità e divisioni portanoa rivoluzioni e violenze. Ma la Storianon insegna?E allora torniamo al buonsenso, tor-niamo ad un lavoro che non schiaccil’uomo o lo respinga dal consorzioumano, ma che sia libero, creativo,partecipativo e solidale. Sostenere che

è utopia, è voler negare la possibilitàdi cambiare le cose come stanno: fa co-modo ad alcuni, potenti e influenti. Cambiamo le regole; cambiamo le lo-giche; cambiamo i cuori. Ecco: la politica con la P maiuscoladeve sentirsi interpellata. Lo tsunamidella globalizzazione impone un pen-siero nuovo e una lungimiranza chesembra mancare a troppe classi diri-genti in varie parti del mondo, cosìmiopi nel focalizzare solo il proprioorticello, il proprio “particulare”, ilpiccolo coacervo di egoismi che ci sipregia di rappresentare. Si metta incampo tutto ciò che serve ad aumen-tare il lavoro; a difenderlo dal degra-do delle condizioni e delle retribuzio-ni; a sostenerlo nel momento in cuimanchi.E - veramente - basta con quel refraindell’impossibile, le cose stanno così! Seci pensiamo bene, l’Italia ha passatomomenti molto difficili ma ne stauscendo con una società ancora coesa,con una povertà più diffusa ma - condifficoltà - contenuta e combattuta. Inaltri Paesi sono stati fatti “sacrifici” ai

L’INTERVENTO DIPAPAFRANCESCOALL’INCONTRO DISABATO CON LEACLI

limiti della macelleria sociale, che ov-viamente non ha interessato più ditanto le classi agiate.Forse noi italiani potremo spiegare alresto del mondo quali siano i nostrivalori fondanti - la solidarietà, lo spi-rito di comunità, la famiglia: il consi-derare insomma le persone più im-portanti delle cose - piuttosto cheseguire esempi figli di altre culture chehanno molto più da imparare che dainsegnare.

Nicola Salvagnin

Sempre più senza lavoroLa chisuura dello stabilimento Siap di Gorizia segna la fine della presenza

del Gruppo Carraro in un Isontino con sempre meno realtà industriali

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Corsa all’atomicanel Golfo Persico

a possibilità di un’intesa en-tro il 30 giugno sul program-ma nucleare iraniano sembraaver dato il via alla corsa al-

l’atomica nel Golfo Persico. Secondo quanto riferiscono fontidell’intelligence Usa, l’Arabia Saudi-ta, culla del wahabismo, l’interpre-tazione più rigida dell’Islam sunni-ta, dopo molti tentennamenti,avrebbe rotto gli indugi e si appresterebbe ad acquista-re dal Pakistan, Paese sunnita, un ordigno atomico giàpronto, per contrastare quella che a Riad, e nelle “pe-tromonarchie” sunnite del Golfo, ma anche in Israele,percepiscono come la principale minaccia alla loro so-pravvivenza: l’Iran sciita potenza atomica. Con l’acquisto, Riad riscuoterebbe il credito che vantacon Islamabad per gli investimenti di miliardi di dolla-ri, risalenti agli anni ‘70, per finanziare il programmanucleare pakistano, nato a sua volta per contrastarel’atomica indiana. Il presidente Obama non sembra essere riuscito a per-suadere l’Arabia Saudita sulla sua capacità di impedireall’Iran di dotarsi di armi nucleari, né di reagire conprontezza nel caso in cui questo dovesse riuscire a do-tarsi dell’atomica. “La volontà dell’Arabia Saudita di tro-vare una scorciatoia per arrivare ad avere armi di di-struzione di massa era nota da tempo - commenta

LRiccardo Redaelli, ordinario di Geopolitica e di Storia eistituzioni dell’Asia presso l’università del S. Cuore diMilano - ed è il frutto dell’ossessione dell’Arabia sunnitanei confronti dell’Iran sciita. In tutto il Medio Oriente viè una forte spinta verso la proliferazione nucleare”. “Se ciò accadesse - sottolinea l’esperto - sarebbe il pri-mo caso di vendita diretta di armi nucleari, illegale inquanto non rispetter ebbe i trattati di non proliferazio-ne dando il via libera alla corsa all’atom ica in tutto ilMedio Oriente. La comunità internazionale dovrebbe,a quel punto, reagire pesantemente”. Redaelli, tuttavia,nutre dubbi sul fatto che il Pakistan possa aderire alla ri-chiesta dell’Arabia Saudita: “Islamabad non può per-mettersi una mossa del genere. È un Paese che dipen-de non solo dall’Arabia ma anche, e molto, dal Fondomonetario internazionale e dagli aiuti economici e mi-litari degli Usa. Obama non consentirà l’acquisto an-che perché crescono i dubbi sugli obiettivi dell’Arabia

Saudita sempre più invischiata con l’estremismo sun-nita in Medio Oriente”. “Comprarsi un’atomica non basta - aggiunge Redaelli -occorre avere anche tutta una struttura che ne permet-ta l’utilizzo come i vettori di lancio, siti di stoccaggio,una catena di controllo dei lanci, chiavi elettroniche.Cose che non si possono avere in poco tempo. I saudi-ti, che hanno denaro ma difettano di strategia, sem-brano non capire che un conto è avere un’atomica, unconto è avere la deterrenza nucleare che non si fa ac-quistando ordigni già pronti”. A spingere contro l’ato-mica saudita anche il fatto che “un simile acquisto por-terebbe l’Iran a stracciare” il possibile accordo sulnucleare. “La firma ci sarà, tuttavia - avverte il docente- dentro l’accordo ci sono possibilità di boicottaggio siada parte iraniana che del Congresso americano che, inmodo quasi paranoico, è ostile all’Iran”.

Daniele Rocchi

In attesa dell’accordo sul nucleare iraniano

"I sauditi, che hanno denaro madifettano di strategia, sembranonon capire che un conto è avereun’atomica, un conto è averela deterrenza nucleare che non si faacquistando ordigni già pronti”

Sabato, 30 maggio 20154 Società

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5mila dei 125mila fedeli cattolici sono stati uccisi e 100mila sono dovuti fuggire

"Povertà e mancanza di educazione alla basedi un indottrinamento di massa all’Islam radicale, per poi mandare i giovani a combattere"

cqua e cibo agli sfollati in fugadalle violenze di Boko Haram:questa sarà la priorità degliaiuti da parte di Caritas Nige-

ria, a sostegno della popolazione chesarà reinsediata nello Stato del Borno,nel nordest della Nigeria, caduto loscorso anno sotto il controllo delle mi-lizie islamiste. Dopo la recente avanza-ta dell’esercito nigeriano nelle areecontrollate da Boko Haram, con la li-berazione di molti ostaggi - ma anche

A

Nigeriani in fugada Boko Haram

la dolorosa scoperta di fosse comuni -ora la popolazione inizia a rientrare. Neabbiamo parlato con monsignor Lu-cius Ugorji, vescovo di Umuahia e pre-sidente di Caritas Nigeria. Secondo da-ti recenti forniti da Fides, 5mila dei125mila fedeli cattolici sono stati ucci-si dagli estremisti e 100mila sono do-vuti fuggire, inclusi 26 dei 46 sacerdotidiocesani, 30 religiose e oltre 200 cate-chisti. Dei 40 centri parrocchiali, 22 so-no deserti o occupati da Boko Haram,mentre 350 chiese sono state distrutte.

Qual è la situazione nei campi dovevivono gli sfollati in fuga da BokoHaram?

“Ci confrontiamo con il fenomeno Bo-ko Haram dal 2009: tante case e vil-laggi sono stati distrutti, tante personesfollate. Due settimane fa sono stato inCamerun, nella diocesi di Maroua a vi-sitare 26mila sfollati in fuga da BokoHaram. Siamo andati con una delega-zione di vescovi nigeriani. Il governo fe-derale della Nigeria si è unito agli sfor-zi della Chiesa cattolica nell’assistere irifugiati nigeriani in Camerun. Il cam-

po è gestito dall’Alto Commissariatodelle Nazioni Unite per i rifugiati chegarantisce cibo e assistenza sanitaria”.

Patrizia Caiffa

La Nigeria ha eletto di recente unnuovo presidente, MuhammaduBuhari, che entrerà in carica il 29maggio. Quali aspettative in meritoalla lotta a Boko Haram?

“Il nuovo presidente è un generale inpensione, quindi ci aspettiamo che fac-cia qualcosa di più. Vedremo dal 29maggio in poi come riuscirà ad affron-tare le sfide della sicurezza nel Paese.Auspichiamo una rapida soluzione delproblema ma finché non saranno sra-dicate le cause che ne sono alla base sirischia di avere questa presenza anco-ra tra noi. Una delle cause principali èla povertà, specialmente in quella re-gione. Naturalmente la mancanza dieducazione trova terreno fertile per unindottrinamento di massa all’Islamradicale, per poi mandarli a combat-tere contro il resto del Paese”.

La Nigeria è una nazione enorme:

tutti i cattolici sentono la presenzadi Boko Haram come una questio-ne che riguarda tutti oppure è av-vertito solo come un problema lo-cale?

“Maiduguri, nello Stato di Borno, è unimportante centro commerciale, percui si avverte l’impatto sugli affari an-che in altre zone del Paese. Inoltre mi-gliaia di persone stanno fuggendo ver-so il Sud della Nigeria, perciò oramai èuna questione che preoccupa tutti”.

Cosa fa la Caritas nigeriana per glisfollati?

“Ci sono molte necessità nella zona,perché le persone hanno perso le lorocase, il bestiame, le attività produttive.Molti ponti sono stati distrutti e alcu-ne fonti ci informano che anche le sor-genti d’acqua sono state avvelenate. Lanostra priorità ora è capire come aiu-tare nel reinsediamento degli sfollati,hanno bisogno soprattutto di acqua edi cibo. Come Caritas dobbiamo impe-gnarci nella riabilitazione delle perso-ne quando torneranno nelle loro case”.

Come vescovi nigeriani, quale ap-pello alla comunità internazionale?

“Chiediamo alla comunità internazio-nale di sostenere la popolazione conaiuti umanitari e un sostegno militaresoprattutto nell’area dell’intelligence,delle attrezzature militari e nelle co-municazioni”.

Oggi è più difficile essere cristiani inNigeria?

“Sì ma c’è anche da dire che le perse-cuzioni rendono le persone più consa-pevoli della propria fede. Quando si vi-vono situazioni così drammatiche lagente dice solo: ‘Dio è la nostra speran-za’. Questa è la frase che ho udito piùspesso nei campi dove vivono i rifugia-ti. E ringraziano la solidarietà di chi liaiuta in nome del Vangelo. Questo lirende molto più saldi nella loro fede”.

Mali, pace fragileminacciataanche dagli jihadisti

un accordo a metà, quello fir-mato il 15 maggio a Bamako,capitale del Mali, dopo i lun-ghi negoziati che si sono tenu-

ti ad Algeri. A siglare la pace col go-verno, dopo il conflitto iniziato nel2012, è stata infatti solo una partedelle milizie attive nel nord del Pae-se, composte prevalentemente dicombattenti tuareg e arabi.

Scetticismo diffusoOggi, alle richieste di autonomia, il governo di Bamakoha risposto promettendo la creazione di assemblee loca-li con poteri relativamente ampi e maggiore partecipa-zione delle popolazioni del nord all’amministrazionedel Paese: ma il Mnla e i suoi alleati chiedono conces-sioni più ampie. È questo il motivo per cui “in generalequi i cittadini sembrano contenti dell’accordo, ma sonoin parte scettici e diffidenti nei confronti sia dei movi-menti che non hanno firmato, sia della comunità inter-nazionale”, come testimonia dalla capitale l’abbé Timo-thée Diallo, curato della cattedrale e responsabile dellacomunicazione dell’arcidiocesi. La convinzione diffusa,infatti è “che se questi gruppi non hanno firmato, signi-fica che sperano di trovare sostegno altrove”.

ÈStato assenteL’instabilità politica porta inevitabilmente con sé ancheconseguenze sociali: il disarmo dei combattenti e il lororeinserimento nella società attraverso iniziative miratesarebbero infatti garanzie di pacificazione, ma “finché imovimenti armati, che cercano di riposizionarsi eguadagnare terreno, resteranno attivi, non sarà possibilenessuna iniziativa di smobilitazione”, prosegue l’abbéDiallo. Gli attacchi infatti hanno riguardato spessoanche operatori umanitari e gli stessi caschi blu dellamissione Onu nel paese: tra luglio 2013 e metà aprile2015 già 79 militari inquadrati sotto la bandiera delleNazioni Unite hanno perso la vita.

Presenza jihadistaLo scopo delle imboscate, però, sostiene l’abbé Diallo “èquello di logorare le autorità, di sabotare il processo dipace, che non fa gli interessi dei jihadisti, dei trafficanti

di droga e di armi: con la pace non potrebbero più fareaffari”. Sono soprattutto i fondamentalisti a preoccupa-re: gruppi come al-Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi)o il Movimento per l’unità e il jihad in Africa occidenta-le (Mujao) hanno subito colpi importanti da parte deimilitari francesi ormai attivi in tutta la regione, ma le si-gle estremiste si sono dimostrate capaci di colpire la stes-sa Bamako. A prescindere dalle tesi politiche, ci sono po-chi dubbi che, come riconosce anche Human RightsWatch, la disillusione delle popolazioni del nord nei con-fronti del governo faccia sì che i gruppi islamisti “stianoaumentando il reclutamento di giovani disoccupatistanchi della situazione attuale”. È questa, anche secon-do l’abbé Diallo, la vera divisione che si sta creando nelPaese: “Non ci sono problemi tra popolazioni del nord epopolazioni del sud, né tra cristiani e musulmani, il no-do sono semplicemente i jihadisti”, conclude.

Davide Maggiore

Il rischio di nuovi sanguinosi scontri

“Non ci sono problemi tra popolazioni del nord e popolazioni del sud, né tra cristiani e musulmani, il nodo sono semplicemente i jihadisti”

Sabato, 30 maggio 2015 5Società

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Sabato, 30 maggio 20156 Chiesa Locale

Dall’agenda dell’arcivescovo

Domenica 31 Maggio- 9.30 a Gradisca, Parrocchia di S.Valeriano, S. Messa in occasione dellaFesta dei Popoli.

- 11.30 a Gorizia, Parrocchia del SacroCuore, celebrazione del sacramento dellaConfermazione.

- 16.00 Santuario di Monte Santo / SvetaGora, pellegrinaggio delle diocesi diGorizia e Koper.

Lunedì 1 Giugno- Incontra gruppo di sacerdoti di Milano.

Martedì 2 Giugno- 10.00 a Gorizia, Chiesa del Sacro Cuore,saluto ai religiosi del Triveneto inpellegrinaggio.

- 15.30 ad Aquileia, celebrazioneEucaristica per i religiosi CISM, USMI eCIIS del Triveneto nell’Anno della VitaConsacrata.

Mercoledì 3 Giugno- 14.30 incontro con un sacerdote nelluogo del suo ministero.

Giovedì 4 Giugno- 20.00 a Gorizia, concelebrazioneeucaristica del Corpus Domini eprocessione per le vie cittadine.

Venerdì 5 Giugno- In mattinata, in Arcivescovado, udienze.

Domenica 7 Giugno- 17.00 a Terzo di Aquileia, Chiesa di SanBiagio, celebrazione del sacramento dellaConfermazione per i ragazzi di Terzo diAquileia e San Martino di Terzo.

Dichiarazione dell’Arcidiocesiull’edizione di martedì 19 maggio del Messaggero Veneto, pa-gina di Gorizia, è apparsa la notizia di una presunta divergen-za di posizioni fra la Caritas diocesana e i Frati Cappuccini diGorizia riguardo la gestione dei locali sede della Caritas stessa

(in piazza San Francesco a Gorizia): tale divergenza sarebbe conse-guenza dell’ospitalità offerta e dei servizi forniti in tale struttura a ri-chiedenti asilo. Si sottolinea come tale notizia risulti priva di alcun fon-damento.Da parte della Caritas diocesana e dei Frati minori cappuccini di Gori-zia si ribadisce concordemente come invece prosegua la fattiva e po-sitiva collaborazione sino ad oggi instaurata: né è testimonianza evi-dente anche la concessione in comodato gratuito (e non in affitto come,peraltro, erroneamente indicato nell’articolo) da parte dell’Ordine al-la Caritas dei locali di piazza San Francesco. Tale collaborazione hapermesso, anche negli ultimi mesi, di dare risposta concreta all’emer-genza venutasi a creare in città con l’aumento del numero dei richie-denti asilo ed in modo particolare di coloro che risultano "fuori con-venzione". L’utilizzo della sede Caritas in piazza San Francesco comeluogo deputato all’accoglienza dei rifugiati ed alla somministrazionedei pasti rispondeva ad esigenze temporanee di eccezionalità ed erafonte di notevole disagio per gli stessi ospiti. Avendo la Caritas dioce-sana potuto finalmente individuare una soluzione alternativa, vienemeno la necessità dell’uso di detti locali per tale finalità. Alla luce di tut-to ciò parlare di "sfratto" (come segnalato nel titolo e ribadito nel te-sto) risulta decisamente fuorviante e non corrispondente in alcun mo-do alla verità dei fatti.

S✎FAQ - FREQUENTLYASKEDQUESTIONS | di don Nicola Ban

l termine della Liturgiadella Parola vengonoportati all’altare diversioggetti che servono per la

celebrazione dell’eucarestia. Dalracconto degli evangelisti si dicesolo che Gesù durante l’ultimacena prese il pane e il calice… Nelcorso dei secoli gli oggetti percontenere il pane e il vino hannoassunto delle forme stabilite e deinomi particolari. Il calice è il vaso liturgico in cuiviene versato il vino che diventail Sangue di Cristo. Può avere for-me diverse ed essere di vari mate-riali. La patena è il piattino, in generedi metallo, su cui si trova l’ostiapiù grande che viene presa in

A mano durante il racconto dell’Ul-tima Cena e che viene spezzataall’Agnello di Dio. La pisside è il contenitore in cuivengono messe le particole. Puòavere forme diverse: o come unaciotola o come un calice. A volteha anche un coperchio per custo-dire l’eucarestia nel tabernacolo. Le ampolline sono come dellepiccole brocche in cui sono porta-ti l’acqua e il vino che poi vengo-no versati nel calice durante lapreparazione delle offerte. In ge-nere sono di vetro. Insieme a questi oggetti, chiamati"vasi sacri", sull’altare ci sono an-che degli oggetti di tessuto cheservono durante la messa.

Il corporale è come una tovagliet-ta quadrata, in genere inamida-ta, che viene stesa sull’altare. Co-me suggerisce il nome stesso,serve ad appoggiarvi il Corpo diCristo. La palla è un quadratino di stof-fa inamidata che serve a coprireil calice per evitare che insetti oaltre cose vi cadano dentro. Il purificatoio è un fazzoletto cheviene usato per "purificare" il ca-lice e la patena dopo la comunio-ne. Il manutergio è un piccolo asciu-gamano che serve ad asciugare lemani del sacerdote che vengonolavate dopo aver accolto i doni.

Come si chiamano i vari oggettiche usa il sacerdote per la messa?

a missione non è proselitismo omera strategia; la missione faparte della ’grammatica’ della fe-de, è qualcosa di imprescindibile

per chi si pone in ascolto della voce dello Spi-rito che sussurra ’vieni’ e ’vai’". Lo afferma Pa-pa Francesco nel Messaggio - pubblicato ieri24 maggio, solennità di Pentecoste - perl’89ma Giornata missionaria mondiale che ri-correrà il 18 ottobre. Sullo sfondo dell’Annodella vita consacrata, nel 50° anniversario deldecreto conciliare "Ad gentes" e sulla scia del-l’esortazione apostolica "Evangelii gaudium",il Pontefice traccia una rotta per la missioneevangelizzatrice della Chiesa di fronte alle sfi-de odierne e alla chiamata ad andare "verso le grandi periferie" delmondo. Interpellati in prima persona i consacrati, ma il Papa ricordache ogni battezzato ha il compito di annunciare il Vangelo con la pro-pria testimonianza di vita.

Vita consacrata e missioneLa Giornata, esordisce il Pontefice, "avviene sullo sfondo dell’Anno del-la vita consacrata e ne riceve uno stimolo per la preghiera e la rifles-sione". Se ogni battezzato è infatti chiamato "a rendere testimonianzaal Signore Gesù annunciando la fede ricevuta in dono, questo vale inmodo particolare per la persona consacrata, perché tra la vita consa-crata e la missione sussiste un forte legame". Tuttavia ogni battezzatoè chiamato alla missione perché "chi segue Cristo non può che diven-tare missionario", aggiunge Francesco richiamando l’"Evangelii gau-dium". Nel comando di Gesù: "andate", spiega, "sono presenti gli sce-nari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice dellaChiesa. In essa tutti sono chiamati ad annunciare il Vangelo con la te-stimonianza della vita; e in modo speciale ai consacrati è chiesto diascoltare la voce dello Spirito che li chiama ad andare verso le grandiperiferie della missione, tra le genti a cui non è ancora arrivato il Van-gelo". Il Papa rammenta quindi il 50° anniversario del decreto conci-liare "Ad gentes" invitando ad una sua rilettura, e sottolinea l’urgenzadi "riproporre l’ideale della missione nel suo centro: Gesù Cristo". Suquesto, chiarisce, "non vi possono essere compromessi".

Identificarsi con i poveriPapa Francesco si rivolge anzitutto ai formatori negli istituti missiona-ri, chiamati "ad indicare con chiarezza ed onestà questa prospettiva divita e di azione" e ad "essere autorevoli nel discernimento di autenti-che vocazioni missionarie". Ai giovani, "ancora capaci di testimonian-

ze coraggiose e di imprese generose e a voltecontrocorrente", il Pontefice chiede di non la-sciarsi "rubare il sogno di una missione vera,di una sequela di Gesù che implichi il donototale di sé". Oggi, avverte quindi, "la missio-ne è posta di fronte alla sfida di rispettare il bi-sogno di tutti i popoli di ripartire dalle proprieradici e di salvaguardare i valori delle rispetti-ve culture". Ogni popolo ed ogni cultura hadunque "il diritto di farsi aiutare dalla propriatradizione nell’intelligenza del mistero di Dioe nell’accoglienza del Vangelo". Ma chi sono i"destinatari privilegiati dell’annuncio evan-gelico"? "La risposta "è chiara e la troviamonel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli in-

fermi, coloro che sono spesso disprezzati e dimenticati, coloro che nonhanno da ricambiarti. L’evangelizzazione rivolta preferenzialmente adessi è segno del Regno che Gesù è venuto a portare". "Ciò dev’esserechiaro - il monito del Papa - specialmente alle persone che abbraccia-no la vita consacrata missionaria: con il voto di povertà si sceglie di se-guire Cristo in questa sua preferenza, non ideologicamente, ma comeLui identificandosi con i poveri, vivendo come loro nella precarietàdell’esistenza quotidiana e nella rinuncia all’esercizio di ogni potere".

Il ruolo dei laici"Per vivere la testimonianza cristiana e i segni dell’amore del Padre trai piccoli e i poveri", avverte ancora il Papa, "i consacrati sono chiama-ti a promuovere nel servizio della missione la presenza dei fedeli laici".È necessario, scandisce, che "i consacrati missionari si aprano semprepiù coraggiosamente nei confronti di quanti sono disposti a collabo-rare con loro, anche per un tempo limitato, per un’esperienza sul cam-po", e "le case e le strutture delle missioni sono luoghi naturali per laloro accoglienza e il loro sostegno". Nel sottolineare che al servizio dicoloro che non conoscono Gesù sono poste "le istituzioni e le operemissionarie della Chiesa", il Pontefice ricorda che per realizzare effi-cacemente questo scopo "esse hanno bisogno dei carismi e dell’impe-gno missionario dei consacrati, ma anche i consacrati hanno bisognodi una struttura di servizio, espressione della sollecitudine del vescovodi Roma per garantire la koinonia, così che la collaborazione e la si-nergia siano parte integrante della testimonianza missionaria". Unaconvergenza che, chiarisce, "non equivale ad una sottomissione giuri-dico-organizzativa a organismi istituzionali, o ad una mortificazionedella fantasia dello Spirito che suscita la diversità, ma significa darepiù efficacia al messaggio evangelico e promuovere quell’unità di in-tenti che pure è frutto dello Spirito".

Giovanna Pasqualin Traversa

L"

Il messaggio di papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale

"Nessun compromesso:nella missioneil centro è Gesù Cristo"

Il Pontefice traccia unarotta per la missione

evangelizzatrice dellaChiesa di fronte alle sfide

odierne e alla chiamata adandare "verso le grandiperiferie" del mondo

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Sabato, 30 maggio 2015 7Chiesa

Gradisca ha ospitato la Veglia di Pentecoste dei giovani e delle Aggregazioni laicali

i è svolto a Gradisca sabato 23maggio l’incontro di Pentecostedal tema "Servono ponti, nonmuri". Due itinerari si sono incro-

ciati in quel pomeriggio-serata. Gli adulti del Centro Volontari della Sof-ferenza, Unitalsi, Comunione e Libera-zione, Ordine Francescano Secolare, Rin-novamento nello Spirito si sono alternatidalle 17.30 alle 21.00 nella preghiera peri giovani della diocesi nella chiesa di S.Spirito. Questa preghiera degli adulti èstato il segno di un bel modo per soste-nere i giovani, lasciando allo stesso tem-po loro spazio ed iniziativa. I giovani si sono riuniti all’inizio presso lachiesa di S. Valeriano dove, dopo un bre-ve lancio, si sono divisi in quattro labo-ratori per affrontare quattro "muri" chesono presenti nella vita dei giovani: ilmuro dello straniero, il muro della diver-sa abilità, il muro dell’apparenza, il mu-ro della tecnologia. I diversi laboratorierano animati dai giovani di Gradisca cheli avevano pensati. Il laboratorio "il muro dello straniero" siè recato al muro fisico del CARA dove è

stato accolto da alcuni giovani afghani lìpresenti. Insieme i giovani italiani e quel-li provenienti dall’Afghanistan poi han-no cercato di fare una partita a cricket,sport amato e diffuso in quella nazione. Il laboratorio "il muro della diversa abili-tà" si è recato presso la palestra comuna-le, dove gioca anche una squadra di ba-sket in carrozzina, e lì ha riflettuto sucome lo sport possa essere fonte di inte-grazione per persone con una diversaabilità. Il laboratorio "il muro dell’apparenza" siè riunito nell’atrio del palazzo comunaledove si è confrontato sulla differenza trail modo in cui uno si presenta e com’è ve-ramente. Il laboratorio "il muro della tecnologia"ha raccolto il parere di alcune personecon delle interviste e poi ha suscitato undialogo per verificare quanto la tecnolo-gia possa essere un ponte tra le personeo a volte possa essere un muro. Anche la condivisione della cena tra i gio-vani presenti e alcuni degli afghani delCARA è stato un momento per costruireponti.

Il momento di preghiera per i giovani èiniziato sulla passerella fra Gradisca aSdraussina, primo ponte ad essere fattosaltare all’ingresso in guerra dell’Italia nel1915, proprio nella notte tra il 23 e il 24maggio. È stato chiesto in quel luogo dipensare a quali sono i muri da abbatteree i ponti da costruire. Un rametto di uli-vo è stato lanciato nell’Isonzo come de-siderio di costruire ponti e pace. In mo-do processionale i giovani si sono recatifino alla chiesa di S. Spirito dove la vegliaè continuata anche insieme agli adulti.Nel suo intervento il vescovo Carlo hasottolineato che molto spesso i muri so-no presenti in noi e non tanto nella real-tà, che ha meno confini di quelli che noicostruiamo. Lo Spirito permette di supe-rare le divisioni, a partire da quelle inte-riori.La preghiera per i cristiani perseguitatinei vari continenti ha permesso di allar-gare lo sguardo alle dimensioni del mon-do intero. A conclusione dell’incontro si è comin-ciato a parlare della GMG che sarà cele-brata a Cracovia nel luglio 2016.

S

La realtà ha meno confinidi quelli costruiti da noi

Quattro intensi laboratori hanno voluto affrontareaffrontato i "muri" presenti nella vita dei giovani

❚❚ Incontro a Udine in preparazione al Convegno ecclesiale di Firenze

Operatori pastorali a confrontona giornata intensa quellavissuta dagli operatori culturalidelle quattro diocesi del FriuliVenezia Giulia, convenuti sabato

9 maggio a Udine per una giornata distudio dal tema: "La cultura al serviziodi un nuovo umanesimo cristiano" inpreparazione al Convegno Ecclesiale diFirenze 2015.Operatori culturali provenienti sia daorganismi partecipativi diocesani eparrocchiali, laici impegnati in politica,nel giornalismo, in associazioniculturali cattoliche, insegnanti direligione. Variegata anche lacomposizione dei delegati diocesaniguidati dal vicario episcopale prof. donFranco Gismano.Nella mattinata il dibattito è ruotatoattorno alla relazione del professorGiovanni Grandi, che ha delineato le

principali sfide culturali entro le quali sipuò iscrivere la proposta di un nuovoumanesimo cristiano, seguitadall’intervento di Vittorio Sozzi,responsabile dell’Ufficio per il Progettoculturale della Conferenza episcopaleitalaian e di Rosy Russo, professionistaesperta di comunicazione e del mondodei new media.Nel primo pomeriggio i delegati,suddivisi in gruppi di lavoro misti,hanno riflettuto sui temi guida delprossimo Convegno Ecclesiale (uscire,annunciare, abitare, educare,trasfigurare) cercando di rapportarli allaquotidianità dell’impegno in ambitoculturale.In seguito le risonanze espresse dai varimembri dei gruppi sono state raccolte econdivise nel successivo momentoassembleare, creando un iniziale

discernimento sulle tematicheaffrontate.Evento centrale della giornata la tavolarotonda pubblica del pomeriggio "Trapassato e futuro. L’antica novitàdell’umanesimo cristiano" tra ilsociologo Luca Diotallevi dell’Universitàdi Roma Tre e il filosofo Giovanni Grandidell’Università di Padova, moderati dalnostro direttore Mauro Ungaro.La giornata si è rivelata un’ottimaoccasione di incontro, confronto ecrescita, anche per "accentuare uncammino di collaborazione tra le diocesisul piano della pastorale culturale,perché la nostra regione ha bisogno diuna voce chiara e libera della Chiesa edel suo laicato", come ha affermato nelsuo saluto l’Arcivescovo di Udine mons.Andrea Bruno Mazzocato.

A.N.

U

Agenda

■ GradiscaFesta dei PopoliSi svolgerà quest’anno a Gradiscal’edizione 2015 della Festa dei Popoli.La manifestazione è promossa daMigrantes e Caritas diocesana con JobelOnlus, con il patrocinio del Comune diGradisca d’Isonzo, in collaborazione conla Parrocchia di Gradisca, Stella MarisMonfalcone, Aiuti senza confini Onlus,oltre agli amici del Borgo Basiòl diGradisca, il gruppo Scout locale.La Festa conclusiva si terrà domenica 31,presso la parrocchia di San Valeriano, ViaM. L. King a Gradisca. Alle 9.30 si inzieràcon la celebrazione della santa messainsieme alla locale comunità; quindi, neilocali adiacenti alla parrocchia,prenderanno il via i "Giochi senzafrontiere". Spazio, dalle 13, ai tradizionaligazebo culinari multietnici, mentre siesibiranno nel pomeriggio, tra gli altri, ilcoro femminile dell’Ass. La Tela di Udine ela scuola di danza Nueva Clave di Gradiscad’Isonzo.

Cristiadaal Kinemax

ristiada a Gorizia e MonfalconeA partire da venerdì 5 giugnoverrà proiettato al Kinemax di

Gorizia e Monfalcone il Kolossalmessicano Cristiada, film prodotto nel2011 non è mai stato distribuito inItalia. Solo nel 2014 la pellicola ègiunta a noi grazie all’investimentodella "Dominus Production", unapiccola ma dinamica casa didistribuzione, che ha comprato ildoppiaggio e ha distribuito il filmgrazie anche all’aiuto di volontari e alpassaparola.

Il filma narra la persecuzione deicattolici ad opera del regime liberal-massonico del Messico, negli anni ’20e della rivolta del popolo messicano,che verrà bollato col nome"Cristeros" contrazione del loromotto "Viva Cristo Rey!". Una vicendacensurata dalla storiografiamessicana e internazionale,praticamente assente nei libri discuola, nell’informazione prevalentee nel cinema.La storia del film si situa fra il 1926 eil 1929 quando il presidente Plutarco

Calles applicò sistematicamente leleggi anticlericali già previste dallaCostituzione del 1914. Voleva sradicare la religione cattolicadal popolo con la scristianizzazionedei luoghi pubblici, della scuola, laconfisca degli edifici di culto e deiseminari, la chiusura degli istitutireligiosi, l’espulsione dei missionaristranieri e dei vescovi.Fu allora che il popolo messicano siribellò prima mediantemanifestazioni pacifiche poi, inreazione alle violente repressioni

governative, imbracciò il fucile. Fuuna rivolta popolare, non voluta dallagerarchia ecclesiastica, che coinvolsecontadini, artigiani, avvocati,notabili, donne, bambini e che videmolti laici e sacerdoti aff ontare ilmartirio pur di non rinnegare Cristo.La regia è di Dean Wright.Le proiezioni previste a Gorizia sono il5 giugno alle 20.45 (con il saluto didon Franco Gismano e una brevepresentazione) e il 9 giugno (18 e21); a Monfalcone l’8 e il 9 giugno (18e 21).

C

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Il sostegno all’evangelizzazione e promozione umanail primo elenco 2015 del Centro missionario

OPERE MISSIONARIEDIOCESANE 1° ELENCO 2015

Bennati Renata 50,00Lucinico - Le cugine Erta e Valeria inmem. Tranquilla Brandolin 100,00Gorizia - Gori Roberto in mem. Clelia perbambini Salvador Bahia 50,00Villesse - N.N. 100,00 Campolongo - Paolini Angelina 100,00Vermegliano - N.N. 50,00Vermegliano - N.N. 50,00Vermegliano - N.N. 50,00Visco - La nipote Adriana in mem. AlbinaUrizzi 50,00Gradisca - Visisntin Chiara per seminarioBurkina Faso 26,00Villesse - N.N. per Maurice Sawadogo Bur-kina Faso 500,00Monfalcone - Azione Cattolica e simpatiz-zanti in mem. Bruno Mazzoli 200,00Gorizia - Scuola dell’infanzia di S.Andreasez. italiana per suor Flavia Luca 50,00Bagnaria Arsa - Zanette Adele 300,00Ronchi - Zanette Caterina per bambini

150,00Grado - Ronzullo Maria e amiche 100,00Cormons - Parrocchia e gruppo miss. damercatino e lotteria 8.665,00Gorizia - N.N. di S.Ignazio per un comple-anno 50,00Gorizia - N.N. da cassetta postale ufficio

20,00Campolongo - Bambini della parrocchia

100,00Cervignano - Tomat Roberto 26,00

Borgnano - N.N. per op. vista 500,00Borgnano - N.N. in mem. Luciano Tortul

50,00Monfalcone - Mazzoli Adriana 100,00Campolongo - Don Ennio Tuni per don Flavio 150,00

PER SCOLARITÀIN BURKINA FASO

Villesse N.N. 50,00Gradisca - Visintin Chiara 25,00N.N. - 25,00Villesse - N.N. 150,00

Turriaco - N.N. 90,00Terzo d’Aquileia - N.N. 50,00Fogliano Redipuglia - N.N. in mem. Stefa-no Marizza 50,00S. Pier d’Is. - Pizzamiglio Livia in mem. Stefano Marizza 20,00S. Pier d’Is. - Simonetti Maria e CristinGianfranco in mem. Stefano Marizza 50,00S. Pier d’Is. - Famiglie Donat in mem. Stefano Marizza 70,00S. Pier d’Is. - Revelant Giuliana in mem. Stefano Marizza 50,00

Sistiana - Bruna 250,00Monfalcone - Duilio Basso in mem. Stefano Marizza 50,00

ADOZIONE BAMBINIDENUTRITI - TOGO

Lucinico - Dommarco Mauro 26,00Ronchi - Valenti A.M. 320,00Monfalcone - Nardini Paolo 500,00

ADOZIONE MORBODI BURULI

Staranzano - Sintich Luciano 20,00Lucinico - Lucia De Fornasari 315,00Lucinico - N.N. 100,00Villesse - N.N. 50,00Gradisca - Visisntin Chiara 26,00Gradisca - Pittia Pierina 50,00Gradisca - Bressan Maria e Olivo Vilma 110,00Duino Aurisina - Arnaldo Perossa 312,00Monfalcone - Marisa Dorbolò 300,00Gorizia - N.N. 55,00Gradisca - Fontanin Fiorenzo ed Erika 160,00Gorizia - N.N. 150,00Gorizia - N.N. 150,00Monfalcone - Crivellotto Chiara 312,00Monfalcone - Verzegnassi Claudia e Clau-dio in mem. Giovanni Ridolfi 156,00Grado - Borsatti Giovanni e Maria 26,00Sistiana - Bruna 250,00Cervignano - N.N. 26,00Trivignano - N.N. 26,00

TOTALE 15.957,00

l rettore, il nostro seminaristaDiego e il nuovo Padre spiritualedon Ilario, sono state le primepersone che ci hanno accolto

all’arrivo in Seminario a Castellerio.In sala Madrassi il saluto e ilringraziamento della Presidente delleZelatrici. La signora Angela hamotivato la visita, oltre che per iltradizionale incontro di preghiera contutti i seminaristi, anche per ilsostegno a Diego e alla sua vocazione.

I

"Non si può non pregareper le vocazioni!"

Le Zelatrici in visita al Seminario interdiocesano di Castellerio

Ha ribadito che, al di là dei numeri,non si può non pregare per levocazioni. Il gesto, poi, di carità vieneda sé perché è anch’esso indicativo diquanto ci stiano a cuore le vocazionipresbiterali e religiose.Anche al giorno d’oggi se un ragazzodesidera rispondere alla chiamata delSignore, ma non ha i mezzi economicinecessari e spesso neppure l’appoggiodei genitori, è costretto a rinunciarvi.È più che mai necessario, dunque, un

lavoro capillare nelle singoleparrocchie per individuare questepersone, per accompagnarle esostenerle.Don Ilario ha accennato al nuovoincarico di Padre spirituale dellamaggioranza dei seminaristi, che lovede impegnato a guidarepersonalmente chi si rivolge a lui.Come un Padre affianca ognuno diloro con colloqui personali per aiutarlia fare discernimento, a distinguere ciòche avviene nella loro vita, ciò cheviene da Dio ed è opera dello SpiritoSanto e ciò che, invece, è opera delmaligno, a cercare l’orizzonte, qual è ilbene che può portarli allarealizzazione gioiosa, piena di sensodella loro vita.Abbiamo bisogno di giovani che citrasmettano la gioia della chiamatache hanno ricevuto, che testimoninol’incontro con il Signore. Le vocazioninon nascono da strategie pastoraliraffinate, ma là dove si prega e dove sichiede esplicitamente al padrone dellamesse di mandare operai.E questo è proprio il senso degliincontri delle zelatrici ed amici tuttidel seminario.Un ringraziamento a tutti ipartecipanti che, aderendo alla lotteriadella signora Mandina e con le quoteviaggio, ci hanno permesso di lasciareun’offerta al seminario di euro 500 cheva ad incrementare l’importo raccoltoin occasione della Giornata per leVocazioni. Il totale è ora di euro 14.360.

Agenda

■ Venerdì 29Incontro con p. DamianoVenerdì 29 maggio, alle 17, nella salariunioni della Fraternità Sacerdotale divia del Seminario a Gorizia, avrà luogo unincontro con p. Damiano Puccini,missionario in Libano, dal titolo"Un’esperienza in Libano, tra violenza econvivenza", nel corso della quale ilreligioso presenterà la propriatestimonianza dell’opera missionaria dalui condotta assieme all’associazione divolontari libanesi "Oui pour la vie" afavore delle fasce più povere dellapopolazione, senza distinzione di credo odi stirpe. L’appuntamento è promosso dalCentro Missionario Diocesano, incollaborazione con le associazioni TerraNuova ed il centro "Studium".All’incontro seguirà la celebrazione dellas. messa, alle ore 18.30, nella cappelladella Fraternità.p. Damiano Puccini è nato a Pisa nel 1966.Ordinato sacerdote nel 1992, è religiosodell’Istituto dei Servi del CuoreImmacolato di Maria. Dal 2003 opera inLibano. Incardinato nella Chiesa maronitalibanese, p. Puccini appartiene ad unacomunità di sacerdoti e laici dedita ad uncammino di condivisione dei beninecessari con i poveri dei gruppi incontesa tra loro. La testimonianza di p. Damiano aff onteràaspetti poco noti della realtà di una terramartoriata dove, tra tanta violenza, cercadi farsi strada un impegno di amore esolidarietà, ispirato, in tutta semplicità,alle indicazioni evangeliche.

Sabato, 30 maggio 20158 Chiesa

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Sabato, 30 maggio 2015 9Società

Il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della visita sul MonteSan Michele, lo scorso 24 maggio, centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale

Nulla fu più come primadalla prima

Eppure, in questo universo fat-to di fango, di sofferenze, distenti e di morte, migliaia e mi-gliaia di soldati, dell’una e del-l’altra parte, sopportaronoprove incredibili, compironoatti di grande valore e di corag-gio e gesti di toccante solida-rietà. Siamo qui per ringraziare an-cora le nostre Forze Armate,per rendere onore a tutti colo-ro che in questi luoghi, in que-ste trincee, patirono, soffriro-no e morirono. E compironogesti di grande valore e di gran-de coraggio.La logica crudele della guerranon riuscì a piegare il senso difratellanza, amicizia e umani-tà. L’odio per il nemico nonprevalse sulla pietà. I soldati italiani, in maggioran-za contadini, provenienti dastorie e regioni diverse, scopri-rono per la prima volta, nelsenso del dovere, nella silen-ziosa rassegnazione, nella con-dizione di precarietà, l’appar-tenenza a un unico destino dipopolo e di nazione. Molti di loro, forse, non riusci-rono mai a comprendere le ra-gioni di quella guerra. Ma nel-l’animo dei sopravvissutirimase scolpito, accanto alleinsanabili ferite, il senso diaver partecipato a un evento difondamentale importanza perla vita della nazione. La coscienza nazionale, primaappannaggio ristretto di élitesintellettuali, si allargava e siconsolidava tra il fango delletrincee. Se, nel 1914, l’Europa si eratrovata in armi quasi per un fa-tale e incontrollato succedersidi avvenimenti, il nostro Pae-se faceva ingresso nella primaguerra mondiale dopo un an-no di trattative diplomatiche,giocate su due tavoli. La sceltaebbe grandi conseguenze, al-cune delle quali, allora, diffi-cilmente immaginabili.Dopo quella guerra nulla fuuguale a prima. Il terribile conflitto, che flagel-lò l’Europa per quattro anni,disgregò imperi e depose re-gnanti. Abbatté antichi confi-ni, fece nascere nuove nazioni,

cambiò radicalmente mentali-tà, sogni, consuetudini, lin-guaggi.La guerra fu anche un grandefattore di modernizzazione,industriale, scientifica, socia-le. Ma mai crescita di moder-nità fu pagata a così caro prez-zo. Da un punto di vistaumanitario fu una carneficina:vi persero la vita 10 milioni dimilitari e un numero indefini-to di civili, vi furono milioni diferiti e di mutilati. Distrusseeconomie fiorenti, produsselutti e devastazioni, fame e mi-seria. Sul piano geopolitico, le sueconseguenze - anzitutto, i trat-tati di pace troppo duri - costi-tuirono i presupposti per nuo-vi e ancor più tragici eventi in

Europa e nel mondo.Ci troviamo sul monte San Mi-chele, in rappresentanza delpopolo italiano e in memoriadei combattenti e delle vittimedi tutto il conflitto per rendereloro onore, per ricordare que-ste sofferenze e il desiderio dipace. Questo è il significatodell’esposizione del tricolorein questa giornata. Sono oggi qui, con noi, gli am-basciatori di nazioni e popoli icui soldati, allora, combatteva-no e morivano sull’altro fronte:l’Austria, l’Ungheria, la Slove-nia e la Croazia. Oggi siamopopoli e nazioni legati da saldivincoli di amicizia e di colla-borazione e dal comune futuroeuropeo. Li ringrazio per la lo-ro presenza che spiega al me-glio il senso di questa celebra-zione, nel modo più autentico,mettendo in evidenza l’aspira-zione che ogni uomo nutre perla pace e per la fratellanza.Il San Michele è un luogo sa-cro. Su questa altura, di quotamodesta, ma di straordinariaimportanza strategica, si ten-nero furiosi combattimenti trale truppe italiane e quelle au-

stro-ungariche.I soldati dell’una e dell’altraparte combattevano e moriva-no, valorosamente, per la con-quista o la difesa di pochi me-tri di terra, avanzando earretrando di continuo. La di-stanza tra le trincee nemicheera qui ridottissima. Si potevasentire il nemico parlare e re-spirare.Ogni metro di questa altura, "ilgigante vestito di ferro", è co-stato prezzi altissimi per en-trambe le parti. Lo testimoniail museo qui eretto. Scriveva a proposito del SanMichele il Sottotenente LuigiPasseri del 48° ReggimentoFanteria in una lettera ai fami-liari: «Quando penso che que-sto monte è stato conquistatoa palmo a palmo ... loro soprae noi sotto, e che siamo arriva-ti fino a presso le cime ... Ognielemento di trincea, ogni li-nea, è stato preso e ripresomezza dozzina di volte in as-salti feroci ...».Su questo piccolo colle si èconsumata una delle tante tra-gedie della guerra.Oggi, gli alberi e la vegetazionehanno pietosamente ricoper-to le ferite che il conflitto ave-va inferto al paesaggio. Ma cisono voluti decenni. Per moltotempo questi luoghi, spogliatie devastati dalla furia delle ar-tiglierie, non avevano più co-nosciuto la primavera. Ovunque da qui volgiamo losguardo, dalla cima del MonteNero ed oltre fino al Rombon,al fiume Isonzo, alle alture delCarso, per arrivare a Monfal-cone e al mare, possiamo os-servare e riconoscere cime,vallate, luoghi che un tempofurono tristemente famosi,teatro di tante battaglie duris-sime.Quanto sangue versato, quan-to dolore in questi luoghi! E’ passato un secolo dall’iniziodella "Grande Guerra". La ri-cerca storica ha scandagliato afondo tutti gli aspetti di queltremendo conflitto: le strategiemilitari, le responsabilità della

politica e della diplomazia, lapropaganda, il contributo de-gli intellettuali, l’industria de-gli armamenti, l’economia diguerra. Più di recente si è data voce,attraverso la pubblicazione diepistolari e diari, agli anonimifanti di trincea, talvolta semi-analfabeti, alle loro speranze ealle loro paure. Si è messo in luce il contributodelle donne rimaste a casa, avegliare sui figli, o andate infabbrica o nei campi, a sosti-tuire i mariti che si trovavanoal fronte. La Prima Guerra Mondiale èun campo sterminato di ricer-ca. Ci sono capitoli ancora daapprofondire. Pensiamo alle sofferenze dellepopolazioni del Friuli e di par-te del Veneto durante l’occu-pazione dopo Caporetto. Pen-siamo all’altra guerra, quelladella minoranza italiana del-l’Impero Austro-ungarico: 100mila trentini e giuliani spediti acombattere contro i russi nellelontane terre di Galizia. Pen-siamo a tante decisioni che so-no state assunte durante laguerra. Non dobbiamo avere pauradella verità. Senza la verità,senza la ricerca storica, la me-moria sarebbe destinata a im-pallidire. E le celebrazioni ri-schierebbero di diventare unvano esercizio retorico. In Italia, nonostante sia passa-to un secolo, la memoria diquella guerra, la "GrandeGuerra", è ancora sentita, evanno ringraziati Onorcaduti ele Associazioni che tengono vi-va la memoria di tanti luoghiche è bene ricordare perché lìsi è spiegata, con grande valo-re e con grande impegno, l’at-tività del nostro esercito e del-le nostre Forze Armate. Non c’è comune, per piccoloche sia, che non abbia il suomonumento ai caduti. Non c’èfamiglia che non abbia unastoria da raccontare o da tra-mandare. Rivestono grande significato itanti progetti di ricerca su que-gli anni di guerra impostati erealizzati da giovani studenti. Il ricordo di tanto sacrificionon deve sbiadire. Le atrocisofferenze, inflitte e ricevute,non devono essere rimosse. Il conflitto 1914-18 fu una tra-gedia immane che poteva es-sere evitata. La guerra, ogniguerra, porta sempre con sésofferenza, distruzione e mor-te. I caduti, di ogni nazione e diogni tempo, ci chiedono di agi-re, con le armi della politica edel negoziato, perché in ogniparte del mondo si affermi lapace. Si tratta del modo più alto peronorare, autenticamente com-mossi, il tanto sangue versatosu queste pendici martoriate. È questo il monito, severo e ac-corato, che tutti avvertiamo,qui, sul San Michele.

Sergio Mattarella

Presidente della RepubblicaDiscorso pronunciato

domenica 24 maggio 2015 sul Monte San Michele

"Il San Michele è unluogo sacro. Su questaaltura si tennero furiosicombattimenti tra letruppe italiane e quelleaustro-ungariche"

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Sabato, 30 maggio 201510 Cultura

Nel 2017 l’importante anniversario per l’effige della Madonna del Santuariodi Monte Santo. L’importanza di "non smarrire la strada verso il Monte"

Verso i 300 anni dall’Incoronazionera due anni, nel 2017, siricorderanno i 300 annidall’Incoronazionedella Madonna di

Monte Santo, avvenuta aGorizia in piazza Grande(Travnik ora Vittoria) nel1717.Accade spesso di ricordarsidegli anniversari quandosono già passati, magari perun soffio, perdendoun’opportunità pervalorizzare delle occasioniche la storia ci offre e chespetta a noi - generazionepresente - decidere diaccogliere o ignorare, maalmeno consapevolmente.Già due anni fa, su questepagine, si era fatta menzionedi questo anniversario a suomodo significativo, perché ingrado di poter stimolare quelcollegamento tra la città e ilsuo santuario che nel temposi è smarrito, perdendo difatto la strada del MonteSanto.Nel 2007 si svolse proprio nelsantuario la 1^ Festa deiCampanari del Goriziano.Nell’occasione venneorganizzato un convegno apiù voci che aveva come tema"Monte Santo e il Goriziano:un rapporto da riscoprire", edè utile a questo propositorecuperare alcune riflessioniche dettò don Luigi Tavano:"Siamo qui questa sera ariscoprire questo nostroappartenere ad una "patria"comune: come suggerisce iltermine, luogo dei nostri"padri" che qui hannoconvissuto per secoli. Ma èaltrettanto vero che ci sonostati, per restare ai nostritempi, quaranta anni diconfine - e che confine! - cheha causato tanti guai. Che peri fedeli italiani, friulani,triestini, ha significatoun’interruzione ed unadimenticanza di Monte Santocome una realtà di casa.Certamente la Chiesa non haaspettato l’Unione Europeaper riprendere i rapportiintessuti per tanti secoli fra lapianura, la città ed il

T

santuario. Ma quei 40 annipesano ancora troppo. […]Occorre che i fedeli delGoriziano vengano aiutati erieducati a rispondere quassùall’invito di Maria".Un auspicio che il prossimoanniversario potrebbetramutare in realtà, magariportando nuovamente lavenerata immagine dellaMadonna di Monte Santo inquella piazza, che guarda ilsantuario, in cui vennesolennemente incoronata il 6giugno 1717.Nell’Impero asburgico, fu laseconda effigie della Verginead essere incoronata, due an-ni dopo quella di Tersatto, eaddirittura qualche mese pri-ma della Madonna di Cz?sto-chowa, nell’odierna Polonia.Interessante rileggere la cro-naca di quella importantegiornata, tratta dal "Compen-dio storico della erezione di-

struzione e riedificazione delSantuario di Maria SS. DiMonte Santo sopra Salcanovicino Gorizia" edito nel 1841:"La gran piazza della città, de-nominata Traunich, fu il luo-go destinato alla solennissimafunzione (e perciò nella fac-ciata del Palazzo di S.E. il Sig.Gerolamo Conte della Torre,Maresciallo della Provincia, incui ad eterna memoria vi sivede ancora incisa in pietral’effigie di M.V. di Monte San-

to): fu perciò innalzato un va-stissimo Padiglione ornato amodo di Sacro Tempio, connobilissimo Trono, dove tra-sportata con somma pompala sacra Immagine, fu colloca-ta, e col consueto rito, tra spa-ri, evviva, e divote lacrime fuaffissa una Corona d’oro allaBeata Vergine, ed altra al Divi-nissimo Figlio, ammendue ar-ricchite di gemme offerte dallasignora Contessa Anna Catte-rina de Selemberg di Lubiana;

e dopo essere stata la SacraImmagine esposta alcune orein Duomo, poi alla Chiesa del-le Monache Orsoline, indi nelConvento di S. Chiara, persoddisfare al divoto zelo diquelle sacre vergini, fu la me-desima sera con lo stesso mae-stoso apparato ricondotta aSalcano nella Chiesa del-l’Ospizio dei medesimi Reli-giosi di Monte Santo, ove conegual pompa la mattina se-guente fu riportata, ed ivi perotto giorni sopra innalzatoTrono collocata, e con ogni ge-nere di funzioni venerata. Talee tanto fu il concorso in questiotto giorni che arrivarono alnumero di cento e trentatre-mille le Sacre Particole chepria numerate, e poscia consa-crate, furono distribuite ai Fe-

deli".Si potrebbe obiettare che ora ilSantuario è oltreconfine e inun’altra diocesi, ma la rispostapotrebbe essere condensatanella celebre frase che l’avv.Carlo Doliac pronunciò al-l’inaugurazione del CircoloCattolico del Goriziano, nel1870: "La fede c’insegna che,quando verremo chiamati alDivin Giudice a rendere ragio-ne dei fatti nostri, non ci chie-derà se siamo italiani o slove-ni, ma in qual modo abbiamocustodito il deposito della no-stra fede. In questa fede chechiamerò nazionalità cattoli-ca, noi tutti dobbiamo conve-nire per formare un solo Ovilesotto un solo Pastore".Monte Santo - Sveta Gora -Monsanta ci attende; e come silegge sulla facciata "Ego autemsteti in monte sicut prius".

Andrea Nicolausig

"Occorre che i fedelidel Goriziano

vengano aiutatie rieducati a

rispondere quassùall’invito di Maria"

Ricordarsi di anniversari

solo quando sono giàpassati

fa perdere notevoliopportunità

veva solo 10 anni Mariano, l’ultimodei 12 figli di ’Barba Bepo Mulinar’di Fratta, (Giuseppe Marinig),quando l’Italia entrò in guerra con

l’Austria il 24 maggio del 1915.Le truppe italiane varcarono prontamente ilconfine fino all’Isonzo. Ci fu confusione inquell’estate e nel cortile di quel mulino cad-de a terra qualcosa di lucido che attirò l’at-tenzione del piccolo Marianin, come lochiamavano. Era una spoletta di bomba, inottone, la raccolse e cominciò a giocare conessa. Ma ad un certo punto questa gli scop-piò in mano: le schegge gli devastarono ilviso. Accorse qualcuno e non sapendo chefare pensò di correre nel vicino ospedale mi-litare di Medea. Subito una camionetta delpronto soccorso arriv ò sul posto con medi-co e infermiera. Cercarono di curarlo comesi poteva, ma gli occhi ormai…Per un mese lo assistette con amore quella

cara infermiera che lo aveva soccorso. Sichiamava Elena: era la regina Elena in per-sona! Passato quel mese quel ragazzo lasciòl’ospedale, ma cieco, per sempre! Forse fu laprima ’piccola’ vittima civile di quella brut-ta guerra. Nel commiato l’infermiera gli dis-se: "Quando avrai bisogno, ricordati dellatua regina".Finita la guerra, Mariano fu inviato a Pa-dova in un Istituto per Ciechi e, dotato, sidedicò alla musica divenendo un bravo pia-nista, compositore, direttore di coro, ecc. Tor-nò a casa quando aveva 22 anni. Si dedicòall’insegnamento, fece l’organista del duo-mo di Gorizia per un periodo. Pieno di ini-ziative lavorò nel teatro parrocchiale di Ro-mans, componendo musiche e poesie (sua èla famosa "Ursula Parusula" di cui si ver-gognava e non voleva far capire di essernel’autore). Qui si innamorò della sorella diuna sua cognata e nel 1930 si sposò.

In quella occasione pensò di render parteci-pe delle sue vicende, e soprattutto del ma-trimonio, la sua regina, allegando alla let-tera anche una sua breve composizionemusicale, e domandandosi se la regina si ri-cordasse ancora di quel bambino... Dopo 15giorni arrivò la risposta, in comune a Ro-mans: altro che si ricordava di quel piccolo,ricordava anche il nomignolo di Marianin!Felicitazioni, auguri e un bell’assegno comeregalo! Ci fossero ancora della regine similia quella, ora sepolta e onorata in Francia aMontpellier, dove ha fatto tanto del bene fi-no alla sua morte e dove le hanno intitola-to una importante via.

Fratelli controUn altro figlio di Barba Bepo, Francesco dinome, proprio prima dell’ultimatum colquale l’Italia dichiarava guerra all’Austria,

da Fratta andò a portare un carro di farinaa Palmanova, cioè in Italia.Nei ritorno fu fermato al confine e fu co-stretto a fare il soldato nell’esercito italiano.Aveva 24 anni. Altri fratelli invece erano giàda tempo combattenti nell’esercito austria-co. Attraverso la Croce Rossa, Francesco erariuscito ad avvertire della faccenda la suafamiglia in quel di Fratta.Passano alcuni anni e un suo fratello, Ma-rio, in Austria, fu scelto a fare il cecchino adifesa di quei confini. Nel settembre ’17 ci fula disfatta di Caporetto e Mario fu costrettoad andare nel Trentino per sparare controgli italiani. Menomale che subito fu feritoda una bomba nascosta dagli italiani in ri-tirata e per il resto della guerra non sparò uncolpo. Che brutta e tremenda è la guerra!

don Graziano MariniPS: Quel Mario era mio padre e quel Maria-no mio zio

A

Aneddoti della famiglia Marini "Mulinars"

Ricordi della Grande Guerra: l’infermiera

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Sabato, 30 maggio 2015 11Musica, Sport & Spettacoli

Evaristo e Nicolaer tanti miei coetanei gli anni del-l’adolescenza sotto collegati al ri-cordo delle domeniche passate abordo campo, seguendo con gli oc-

chi le partite dei Dilettanti (a turno ProGo-rizia e Juventina) e con le orecchie "Tutto ilcalcio..." trasmesso dall’immancabile ra-diolina.Anni in cui non c’erano i massaggiatori conle miracolose bombolette spray, ma un sec-chio d’acqua fredda, un colpo di spugna evia in piedi. Anche perchè non era comeadesso che a ogni contatto i calciatori stra-mazzano al suolo. C’era più lealtà e uno secadeva a terra voleva dire che non potevafarne a meno. Certo, legnate fra i giocatori si vedevano, co-me interventi al limite del codice penale,ma essendo il gioco stesso meno veloce diadesso, i traumi erano meno frequenti. Anni in cui oltre alle due squadre goriziane,tifavo per l’Internazionale. Fra i tanti gio-catori passati con la maglia nerazzurra, duesoli hanno acceso la fiammella della pas-sione vera e incondizionata per loro. Evari-sto Beccalossi e Nicola Beti. Il primo un trequartista che giocava a in-termittenza ma quando era in vena regala-va emozioni incredibili. Il secondo è Nicola Berti, ricordato per lafantastica rete realizzata al Bayern dopouna cavalcata di ottanta metri. Un gol diquest’ala destra dal piede vellutato che re-sterà nella memoria collettiva. Giocatori e campioni intramontabili di an-ni in cui il calcio si poteva vivere con pas-sione.

Paolo Nanut

P

A tutto sport✎

Festival del teatro sociale a Gradisca dal 16 giugno al 5 luglio

Un appuntamento per incontraci

su tre grandi temi del nostro vivere: l’immigrazione,

il lavoro, le diverse abilità

n continuità con analoghi eventirealizzati con successo negli ultimi 3anni nella nostra Provincia, le Asso-ciazioni Fierascena di Gorizia e Arte-

studio di Roma propongono un festivaldi Teatro Sociale a Gradisca d’Isonzo, dal16 giugno al 5 luglio. Il festival, intitolato "Per un Teatro Vul-nerabile", ospiterà 3 laboratori, 3 spetta-coli, lezioni e incontri sul tema della vul-nerabilità. Per Teatro Sociale si intende quell’azione

I

Per un teatro vulnerabile

scenica che interviene con gli strumentidel teatro in situazioni di criticità socia-le come le zone di guerra, i centri di ospi-talità e identificazione per immigrati, lecomunità terapeutiche, il carcere, le pe-riferie e che è in particolare modo capa-ce di agire nell’ambito della questioneinterculturale. Per vulnerabilità si inten-de la capacità di aprirsi, esponendosi alrischio della ferita, all’incontro con l’al-tro. Un Festival dunque per incontraci sutre grandi temi del nostro vivere: l’immi-grazione, il lavoro, le diverse abilità.Il primo laboratorio - Le buone pratiche- dedicato appunto all’immigrazione sisvolgerà negli spazi del C.I.S.I. di Gradi-sca, dal 16 al 27 giugno, in orario pome-ridiano, dalle 15 alle 19, e si concluderàcon una performance in occasione dellagiornata mondiale del rifugiato. Il labo-ratorio è aperto ad attori, allievi attori,operatori sociali, studenti e a chi operanel campo dell’intercultura e prevedeuna formazione teorico-pratica, uno sta-ge di teatro sociale con gli ospiti del Cen-tro di Accoglienza Richiedenti Asilo diGradisca d’Isonzo e una dimostrazionescenica finale.

Un secondo laboratorio - Fabbrica Am-leto - sarà dedicato al tema del lavoro.La perdita del lavoro o la difficoltà neltrovarlo sono condizioni complesse chepossono mettere in crisi l’essere umanonel suo modo di stare al mondo; il lavo-ro infatti spesso identifica, dà un postonella società, oltre che i mezzi per il so-stentamento. Il Teatro può essere un so-stegno importante ed efficace per chi sitrova in tale difficoltà: per recuperare leproprie energie, le proprie capacitàespressive e di comprensione del mondo,per raccontare, attraverso una storia, inqualche modo, anche la propria storia.Il laboratorio, aperto a tutti, in pro-gramma dal 17 giugno al 4 luglio, si svol-gerà dalle 10 alle 14 sempre negli spazidel C.I.S.I.Il terzo laboratorio - Fili d’erba / Sceneda Shakespeare - è dedicato alle diverseabilità e si concluderà con uno spettaco-lo pubblico, un percorso per confrontar-si attraverso l’arte del Teatro e scoprirenuove forme di incontro. Questo lavoroparte dalla più ampia e profonda espe-rienza teatrale coltivata in questi anni alC.I.S.I di Gradisca, con l’intento di am-

pliarla e valorizzarla: prenderanno par-te al laboratorio gli utenti/attori che par-tecipano ai gruppi teatrali già presentida tempo nella struttura e gli operatoriche li conducono. Il laboratorio vuole es-sere anche un momento d’incontro e discambio per gli operatori che si occupa-no di Teatro integrato nel nostro territo-rio, per rafforzare uno sguardo sul temadelle diverse abilità, molteplice, com-plesso e in continua elaborazione.Tutti e tre i laboratori, promossi da Fie-rascena e Artestudio, prevedono la par-tecipazione gratuita degli iscritti e si av-valgono della collaborazione, a variotitolo, del Comune di Gradisca d’Isonzo,della Provincia di Gorizia, della CaritasDiocesana, del C.I.S.I. e del Circolo Cul-turale e Ricreativo don Eugenio Brandldi Turriaco.Riccardo Vannuccini ed Elisa Menon, re-sponsabili artistici della manifestazione,cureranno la realizzazione dei laborato-ri e la regia degli spettacoli, assitente al-la regia sarà Carlotta del Bianco, respon-sabile organizzativo Marco Fabris.Vannuccini da molti anni lavora a Romae realizza in Italia e all’estero spettacoli,laboratori, mostre e progetti di studio: ateatro, in carcere, nelle zone di guerra. Èstato docente presso il master di Teatrosociale all’Università di Roma-Sapienza.È uno dei massimi esperti italiani nelcampo del Teatro Sociale. Elisa Menon, attrice, drammaturga e re-gista, lavora nel Teatro sociale in diversiambiti. Ha fondato e conduce la compa-gnia Fierascena, con cui ha realizzato,fra molti altri spettacoli, il monologo Si-lenzio (2010), contro la violenza sulledonne. Per qualsiasi informazione e per le iscri-zioni gli interessati possono contattare inumeri 3333762495 / 3398871341 o in-viare una mail a [email protected];maggiori dettagli sull’iniziativa si pos-sono inoltre trovare sulla pagina facebo-ok di Fierascena.

Dorino Fabris

La multimedialità urbana sbarca a Goriziaase, strade, piazze, cortili, edi-fici industriali, aree verdi com-pongono un mosaico carico disuggestioni visive, sonore e tat-

tili. Il festival "In\visiblecities" - festivalinternazionale di multimedialità urba-na - esplorerà i legami fra città visibilie invisibili, attraverso l’arte multime-diale in tutte le sue declinazioni.La kermesse, che animerà per la primavolta Gorizia da 3 al 7 giugno e, con-temporaneamente, toccherà ancheNova Gorica, Miren e Trieste, intenderiflettere e agire sulle dinamiche chelegano spazi, persone ed emozioni at-traverso le potenzialità offerte dai lin-guaggi della multimedialità e dell’in-terattività.Duplice lo scopo dell’iniziativa: porta-re in città nuove forme d’arte e far rivi-vere ambienti che, al momento, nonhanno più un uso.Come spiegato nella conferenza stam-pa di presentazione da Alessandro Cat-tunar, presidente dell’associazioneQuarantasettezeroquattro, organizza-trice del festival, "l’idea nasce propriodalla constatazione della difficolta vis-suta in questo momento. Uno dei con-cetti sviluppati è il partire dagli spaziche sono stati simbolo per la città e re-inventarli, mettendoli nuovamente alcentro".Per fare ciò sono stati invitati a Gorizia

C 28 artisti da Italia, Slovenia, Inghilter-ra, Olanda e Croazia, i quali lavoreran-no dentro gli spazi di via Rastello, delTrgovski dom, in Galleria Bombi e inpiazza Vittoria, dando vita a 12 instal-lazioni interattive."L’invito a tutti - ha sottolineato Cat-

tunar - è di aprirsi all’interazione congli artisti al lavoro e di non "subire pas-sivamente" le installazioni ma diven-tarne parte grazie al loro caratteremultimediale".Le contaminazioni tra linguaggi saran-no alla base di tutti gli eventi in pro-gramma, che ogni giorno dalle 9 delmattino a tarda sera animeranno glispazi cittadini. Se da un lato infatti l’arte è sicuramen-te in grado di agire direttamente suglispazi fisici, rendendoli elementi attivie significativi, capaci di raccontare sto-rie e comunicare emozioni, dall’altrole nuove tecnologie offrono molte pos-sibilità di esplorare ciò che della cittànon appare immediatamente visibile:la sua storia, le molteplici vicende del-le diverse comunità, i rapporti socialied economici ma anche le possibilitàdi immaginare e progettare il futuro.All’interno del ricco programma, deli-neato tra incontri, workshop, labora-tori, installazioni e spettacoli, nume-rosi sono gli eventi che animeranno inparticolar modo le serate goriziane.

Spicca nella serata di venerdì 5 giugnoalle 21:30 in piazza della Transalpina,proprio a cavallo tra le due città, lospettacolo "A heap of broken ima-ges/Un cumulo di immagini infrante.Gorizia 1915 - 1918", che sarà capacedi unirà immagini e musica per rac-contare il dolore della guerra. Ospitespeciale della serata sarà Theo Teardo,compositore per il regista Paolo Sor-rentino e vincitore dei premi "EnnioMorricone" e "David di Donatello". Sa-bato 6, alle 21:30 piazza Vittoria diven-terà un grande palcoscenico, ospitan-do la performance teatrale itinerantedi Karim Galici e Veronica RodriguezGotay, che proporranno una riletturadelle "Città Invisibili" di Italo Calvino.A conclusione della rassegna, domeni-ca 7 giugno, il concerto degli artistiMarko Batista e Boštjan Cadež, che siesibiranno in una performance cheabbinerà musica e immagini, unitedallo stesso ritmo.Accanto agli eventi dedicati all’intrat-tenimento, anche numerosi incontri,presentazioni e conferenze, che pun-tano a raccontare la città, andando avalorizzarne le architetture e gli spazigià esistenti. Per il programma completo è possibi-le consultare direttamente il sito inter-net www.invisiblecities.eu

S.T..

Il Festival "In\visiblecities" dal 3 al 7 giugno nel capoluogo

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ogliere dalle testimonianze provenienti dalle guerre passate l’opportunitàper riflettere sul mondo di oggi. Con questo intento si è svolto il progetto "Otroci Otrokom/I bambini nellaGrande Guerra: un messaggio

ai giovani d’oggi", realizzato con ilcontributo della Regione Friuli VeneziaGiulia dal Kinoatelje di Gorizia incollaborazione con le scuole adinsegnamento in lingua slovena di SanPietro al Natisone, Doberdò del Lago,Trieste e Gorizia.Il progetto si è svolto in tre fasi. Laprima ha visto la presentazione aglistudenti del documentario "Niso letele

C

Un messaggio di paceper i giovani di oggi

Il Kinoatelje propone "Otroci Otrokom/I bambini nella Grande Guerra"

possibile intervistarli. Oggi, che non cisono più, rimane un patrimonioprezioso, da presentare per unariflessione". A seguito della proiezione,ai ragazzi è stato anche raccontatocome si svolgono le fasi direalizzazione di un documentario.La seconda fase li ha portati a Goriziaper conoscere i luoghi dove la I GuerraMondiale si è svolta e, soprattutto, perpercepire quella città multiculturaledel periodo subito precedente alloscoppio del conflitto. Le visite guidatesi sono svolte a marzo e hanno avutocome speciali "guide" Hans Kitzmüllere Vili Prin¤i¤.La terza fase, quella creativa, hachiesto ai ragazzi di riflettere sulle loroemozioni a seguito della visione deldocumentario, a ragionare sulsignificato di "pace", ma non solo: èstato affidato loro il compito di capiredove la loro famiglia si trovasseall’epoca degli eventi. "La ricerca haportato a ricreare un mondo molto piùampio di quanto si possa pensare,portando alla luce storie moltointeressanti", ha raccontato Veluš?ek.Grazie all’aiuto di esperti del campoaudiovisivo, sono stati realizzatiquattro mini - film, che usciranno aluglio in un DVD assieme aldocumentario "Niso letele ptice/Nonvolavano uccelli". Due dei quattro"videopensieri" sono stati proposti loscorso 23 maggio nel corso di"èStoria", Festival Internazionale dellaStoria, in una serata che ha avutocome ospiti gli storici Petra Svoljšak eLucio Fabi e la cantante GabriellaGabrielli."In un momento in cui ci sono tanteguerre e tante persone in fuga, èimportante riflettere su questetematiche; non possiamo chiudere gliocchi - ha commentato Mateja Zorn,project manager del programma con lescuole -. È importante poi che sianoproprio i giovani ad esprimere le lororiflessioni e le loro opinioni su questo,anche avvicinandosi e comprendendoil mondo della produzione filmica edocumentaristica".

Selina Trevisan

ptice/Non volavano uccelli", prodottoda Kinoatelje in coproduzione con lasede Rai Regionale nel 1999 e"rispolverato" quest’anno in occasionedei 100 anni da quel 24 maggio 1915."A quel tempo alcuni testimoni di quelgiorno erano ancora in vita - hacommentato Nadja Veluš¤ek, coautricedel documentario - ed era stato

In breve

■ Roma"Fiat pax"Due eccellenze del Friuli Venezia Giulia -l’azienda Lis Neris di San Lorenzo Isontinoe il Coro Polifonico di Ruda - insieme perpresentare, a Roma, in collaborazione conla Comunità di Sant’Egidio, il Concerto"Fiat pax" per ricordare le vittime di tuttele guerre, di tutte leingiustizie, di tutte le sopraffazioni e ditutte le ideologie. L’occasione è scaturita dal settantennaledel coro friulano e dalla volontà

dell’aziendaisontina diproporre alpubblicodellacapitalequalchecosa dieccezionalee raffinain grado diraccogliereunmessaggio

di pace e amore fra i popoli. Le recentiparole del santo Padre e i drammi dellacontemporaneità ovunque nel mondohanno fatto il resto con la decisione dellaComunità di Sant’Egidio, da sempre impegnata sui temi della pace nelmondo, di aiutarci ad organizzare nellacapitale un concerto di tale natura. La performance si terrà sabato 6 giugno,con inizio alle ore 20.30, nella storicaBasilica barocca di san Bartolomeo,sull’Isola Tiberina, in pieno centro diRoma. L’ingresso sarà gratuito e le offe te raccolte durante ilconcerto saranno devolute alla Comunitàdi Sant’Egidio. Per l’occasione FabianaNoro, direttore del Polifonico di Ruda, hapredisposto un programmaprevalentemente sacro che si dipana fraautori dei secoli XVIII e XXI quasi ariannodare un filo rosso della speranza,affinché i popoli depongano e armi –“Che follia la guerra’’, ha esclamato papaFrancesco a Redipuglia nell’autunnoscorso - e tutti insieme si possa costruireun futuro migliore e di speranza per lenuove generazioni.

Delusione per l’Italiaall’Eurovision song:solo terzo "Il Volo"

ari amici, all’Eurovisionsong contest - chequest’anno si è disputato aVienna grazie alla vittoria

austriaca del 2014 con ConchitaWurst - il gruppo vocale italiano"Il Volo" non è riuscito amantenere le attese della vigilia eda bissare il successo ottenuto aSanremo. Rimane ancora lontana,quindi, per il nostro Paese quella vittoria cheattende dall’ormai molto lontano 1990. Allora - ma è già passato più di un quarto di secolo -a Zagabria Toto Cutugno si impose con la furbesccainstant song "Insieme 1992". Il gruppo vincitore di Sanremo, presentando"Grande amore", è giunto soltanto terzo dietro alcantante svedese Måns Zelmerlöw (trionfatore con"Heroes", titolo per nulla originale visto che è lostesso di un grande hot di David Bowie) e ad unabrava cantante russa con un pezzo assolutamenteanonimo. D’altronde all’Euro song si vince il più delle voltecantando in inglese e la Svezia in questo è maestrasin dal 1974, anno della vittoria degli Abba con"Waterloo", brano che lanciò in tutto il mondo ilquartetto e inizio di una carriera veramente magicache è nella storia della musica leggera.

CLa canzone dei ragazzi del Volo non era adatta alcontesto? Forse no, ma il gruppo aveva diritto di partecipare egiocare tutte le sue carte: il premio della stampa èstato un riconoscimento meritatissimo.

E veniamo anche per questa settimana ad un albumparticolarmente interessante e significativo delpanorama blues.

Going back to Mississippi - KevinBrown Kenny Brown è un bluesman, bianco, chearriva dal sud degli Stati Uniti. Chitarrista con RLBurnside, amico dei North Mississippi All Stars, èuno dei punti fermi del revival blues di quelle lande.Blues elettrico, puntuale e puntiglioso, che richiamaanche elementi rock e svisate southerm. Browntenta ora la carriera solista, e ne ha tutti i diritti, vista

la sua bravura e la voglia di emergere. In questo album tra brani nuovi e covers,segnaliamo Frankie & Albert, Goin Back toMississippi, e Hold Me Baby.

I nostri preferiti1(-) Lascia il segno- i Nomadi2(1) Shadows in the night - Bob Dylan3(2) Wallflower - Diana Krall4(3) Prima di parlare - Nek-Filippo Neviani5(-) Io sono - Paola Turci6(4) Rhytmotlight - Lorenzo Ghetti Alessandri

7(5) Porti di mare - Marco Castelli8(6) Tracker - Mark Knopfler9(8) Marie - Rachele Bastrenghi10(-) Soul man - Luca Ronka

Giuliano Almerigogna

Musicalmente

Rimane ancora lontana per il nostro Paese quella vittoria

che attende da 1990. Allora a Zagabria Toto Cutugno

si impose con la furbescca instantsong "Insieme 1992"

Sabato, 30 maggio 201512 Musica, Sport & Spettacoli

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Timida e non stabilizzatama è pur sempre ripresa

● I dati relativiall’occupazionenel primo trimestre 2015

● La disoccupazioneraggiunge ormai il datopiù alto in regione

● Aumentano i posti vacantirichiesti dalle aziende

imida, ancora non solida estabilizzata, ma pur sempreuna ripresa. Il segnale positivo arriva dal-

la presentazione dei dati relativi al-l’occupazione in Provincia di Gori-zia nel primo trimestre 2015,illustrati la scorsa settimana dal dot-tor Marco Cantalupi del Servizio Os-servatorio sul Mercato del Lavoro eda Ilaria Cecot, assessore provincia-le alle Politiche del Lavoro.Guardando ad un primo consuntivodel 2014, la Provincia di Gorizia haregistrato il 63,1% di occupazione,in crescita rispetto all’anno prece-dente, ma cresce anche la disoccu-pazione, che tocca l’8,7%, il dato piùalto in Regione (che registra inveceuna media pari all’8%). Il dato è confermato dagli ingressicomplessivi ai Centri per l’Impiego,che nel 2014 hanno raggiunto quo-ta 6.200, pari al 14%, superiore al10% regionale.Spostandosi ai dati del primo tri-mestre 2015, la situazione si pre-senta leggermente migliorata, con

T una flessione delle ore autorizzateper la Cassa Integrazione Guadagni,468.215, in drastica riduzione ri-spetto alle 1.848.428 dello stesso tri-mestre 2014; l’incidenza provincia-le sul totale della Regione passa cosìdal 19% del 2014 al 9% di quest’ini-zio d’anno. La concentrazione delle ore avvie-ne quasi tutta nel settore del mani-fatturiero, toccando in particolare icomparti relativi alla meccanica, altessile e all’edilizia.Per quanto riguarda la DID - Di-chiarazione Immediata di Disponi-bilità, dopo gli ingressi molto soste-nuti nel secondo trimestre 2014, ildato è in rallentamento (+3% su ba-se tendenziale). A livello territoriale il Centro perl’Impiego di Gorizia registra unaflessione (-7%) mentre quello diMonfalcone segna ancora un +10%.I dati migliori arrivano dagli ingres-si alle liste di Mobilità, che in Pro-vincia di Gorizia - come nel restodella Regione - registrano un’im-portante flessione nel primo trime-

stre 2015, toccando il -63%. "Sonogli effetti della Legge Fornero - hacommentato Cecot -, per la quale leaziende hanno registrato la messain mobilità al 2014, poiché con que-sto nuovo regolamento cambiano itempi di permanenza nelle liste".Dato nuovo ed interessante è datoinfine dalle "vacancy", ovvero i po-sti vacanti richiesti dalle aziende,295 in totale. Attraverso il lavoro deiCentri per l’Impiego sono stati 1.132i cittadini segnalati. Le assunzioni complessive entro i90 giorni sono state 217; tuttavia isegnalati assunti entro 90 giorni so-no stati solo 11, "questo non perchéi Centri per l’Impiego non lavorinobene - ha rimarcato Cecot -, anzi,come si nota dal dato relativo allesegnalazioni sono molto attivi, maperché nonostante il lavoro dei ser-vizi alla fine sono le aziende ad as-sumere secondo i propri livelli di-screzionali e perché molti di coloroche presentano domanda non arri-vano dai Centri".A chiusura della presentazione dei

LA PROVINCIA DIGORIZIAREGISTRA IL 63,1% DIOCCUPATIMA ANCHE UNADISOCCUPAZIONEALL’8,7%

dati trimestrali, l’assessore Cecot haanche espresso la sua preoccupa-zione per il massiccio uso che, sulterritorio, viene fatto dei voucher:"il Friuli Venezia Giulia rimane laterza regione in Italia per utilizzo diquesto strumento; non vorrei venis-se usato in maniera impropria, an-dando a sostituire quelle che, in al-cuni casi, potrebbero diventaredelle vere e proprie contrattualizza-zioni".

Selina Trevisan

Prima comunione e riconciliazione anche a Madonna della Misericordia

Ai neocomunicati è stato consegnato un nuovo ulivo. Tempo di seminare e tempo di raccogliere. Questo ulivo, voluto fortemente dai genitori di questi giovani virgulti crescerà con loro

ue avvenimenti hanno conno-tato il mese di maggio per laparrocchia della Madonna del-la Misericordia a Gorizia.

È il 10 maggio e 16 ragazzi di IV ele-mentare entrano in Chiesa precedutidai chierichetti.Mentre il coro di Sant’Ignazio intona ilcanto d’introduzione il tempo si ferma,o forse rallenta. Questi ragazzi vannocon gioia e timore verso l’altare dove liaspettano don Fulvio e le loro catechisteAlessandra e Donatella.Tempo. La mes-sa scorre e si susseguono i segni: ognunodei ragazzi accende una candela dalCero Pasquale.

D Il coro intona il Panis Angelicus e l’As-semblea silenziosa osserva questi picco-li mentre ricevono il Corpo di Cristo.Ritornano ai propri posti con le manigiunte, emozionati e un po’ timidi, gliocchi puntati dei genitori su di loro. Ungenitore sale sull’altare e legge una let-tera "Ai nostri figli", ringraziandoli perla grazia di Dio e chiedendo perdonoper le proprie mancanze. Tempo. Lamessa è finita, andiamo in pace. Al-l’uscita una sorpresa: nel chiostro fra lachiesa e l’Oratorio San Giovanni PaoloII, don Fulvio benedice un nuovo ulivo.Tempo di seminare e tempo di racco-gliere.

Questo ulivo, voluto fortemente dai ge-nitori di questi giovani virgulti cresceràcon loro. Tempo per crescere e ricordareuno dei giorni più importanti del pro-prio cammino verso il Padre.Sabato 16 maggio alle 17 hanno rice-vuto il sacramento della Riconciliazio-ne 20 bambini. Una cerimonia atipicasuddivisa in tre tempi, fortemente vo-luta dai genitori. Prima di procedere don Fulvio ha rag-gruppati i bambini sul sagrato per poiinvitarli ad entrare in chiesa dandosi lamano, seguiti dai catechisti Lisa, Ales-sandra e Joan. In chiesa don Fulvio chiede a ciascunodi pensare a chi è, perché chiedere scu-sa ma anche di pensare a chi dire grazie.Poi si alzano e vanno tutti insieme a fa-re il Segno della Croce nell’acqua delnuovo fonte battesimale. Poi uno dopol’altro salgono sull’altare per riceverel’assoluzione, per poi recitare insiemel’Atto di Dolore e il Padre Nostro. Terminata la liturgia, chi scrive insie-me a Alessandra e Joan consegniamo aigenitori il "diario di bordo" di quest’an-no intitolato "Verso la riconciliazionecon Francesco e Chiara d’Assisi".Sì tirano le somme del cammino per-corso. Ai bambini viene consegnato unlibriccino di preghiere istoriato dalleSuore Trappiste cilene mentre con i ge-nitori recitiamo una preghiera scrittada Madre Teresa. La messa vissuta insieme chiude unagiornata davvero intensa.

Lisa Garbellini

La gioia di una comunità

Omaggio a Celso Macor

ommovente e profondamentesentito è stato martedì scorso alKulturni dom di via Brass

l’omaggio trilingue al poeta friulanoCelso Macor (1925 - 1998) nel 90°anniversario della nascita, promossodallo stesso Kulturni dom, dallaBiblioteca Statale isontina, dalForum per Gorizia e dal settimanaleVoce Isontina.La figura di Celso Macor è statanell’occasione presentata comesimbolo culturale della specificitàdelle nostre terre: l’uomo che ha

dedicato la sua intera esistenza allapromozione della Cultura (con la "C"maiuscola), quella della pace, deldialogo, della valorizzazione dellediversità, senza mai dimenticare lesue radici friulane e il rispetto neiconfronti della natura che cicirconda.Nel corso dell’incontro, che ha visto -oltre alla presenza della moglie Laura- la partecipazione di un numeroso equalificato pubblico (della cultura edell’alpinismo isontino), hannooffe to le loro personali riflessioni

Igor Komel, presidente del Kulturnidom, Marco Menato, direttore dellaBSI di Gorizia, Mauro Ungaro,direttore del settimanale VoceIsontina, Renzo Boscarol, giornalistae amico personale del poeta, e JurijPaljk, poeta sloveno. Un sentito messaggio dipartecipazione, espresso in linguafriulana, è stato esposto anche anome della Società filologicafriulana, da Renzo Medeossi. AncheAndrea Bellavite, impossibilitato adessere presente fisicamente, ha

voluto testimoniare la profondastima all’opera letteraria e sociale diCelso.La serata si è conclusa con laproiezione del documentariodedicato allo scrittore di Lucinico econ l’auspicio propostonell’occasione da Igor Komel, eaccolto dai numerosi presenti con unluogo e caloroso applauso, chel’Auditorium della cultura friulana divia Roma sia dedicato proprio a CelsoMacor, una figura storica friulana"senza reti e senza confini".

C

Sabato, 30 maggio 201512 Gorizia

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Sabato, 30 maggio 2015 15Gorizia

Agenda

■ S. Rocco/1Essere padriVenerdì 29 maggio, con inizio alle ore20.30, presso il Centro Culturale"Incontro" in via Veniero 1 a Gorizia verràpresentato il libro "Essere padri in unmondo che cambia" di MatteoMeneguzzo.Il testo si caratterizza perun’approfondita analisi della societàodierna, ormai orfana di "padre", e laconseguente perdita di autorevolezza esacrificio, caratteristiche legate allafigura paterna. L’epoca moderna centratasulle emozioni ha sostituitoindegnamente l’anacronistica rigiditàpatriarcale, lasciando un vuoto e una crisidi senso profonda. La presentazione ha lo scopo di rivalutarela paternità intesa in senso lato,ridonandole luce, concretezza ecredibilità.

■ S.Rocco/2Etica, politica e affariGiovedì 4 giugno, alle 20.30 nella sala delcentro "Incontro" in via Veniero a SanRocco si terrà un incontro su "Etica,politica ed affari" con Ivan Cicconi. La serata è promossa da "Gorizia etica" eda "Libera".Ivan Cicconi è direttore dell’Associazionenazionale ITACA, Istituto per laTrasparenza degli Appalti e laCompatibilità Ambientale, organo tecnicodella Conferenza dei presidenti delleregioni e province autonome.

La prima comunione nella chiesa di Sant’Ignazio

Quel pane spezzato per tutti noiANCHE PERUN GRUPPODI BAMBINIE BAMBINE DELLA PARROCCHIA DI SANT’IGNAZIOÈ VENUTO IL MOMENTO DELLAPRIMA COMUNIONE.UN MOMENTO DIVERA FESTA CHE HA COINVOLTOLE FAMIGLIE E TUTTA LA COMUNITÀ.NELLA FOTOBUMBACAI NEOCOMUNICATISONO INSIEME AL PARROCO ED ALLE CATECHISTEAL TERMINE DEL RITO.

n’occasione culturale ma anche l’opportunitàdi stare insieme per una giornata davverocoinvolgente. Questo, in sintesi, il bilancio

dell’uscita a Vicenza proposta dai pensionati diAscom e Confcommercio di Gorizia per visitarel’interessante mostra "La sera e i notturni dagli Egizial ’900".

U

Gita a Vicenzaper i pensionati Ascom

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Una nuova area verdesulle sponde dell’AussaSono una cinquantina gli aberi piantati lungo la passeggiata del fiume caro ai cervignanesi: un intervento che permetteràanche di consolidare le sponde del corso d’acqua

l fiume Aussa, il fiume deicervignanesi, è sempre stato unpunto di riferimento per lacollettività, affezionata a quel piccolo

corso d’acqua che nasce da risorgive neipressi di Aiello e che, una voltaattraversato Cervignano, si dirige nellavicina laguna di Grado. La passeggiata lungo il fiume cambieràmolto presto il suo volto. Questo, infatti, avverrà grazie

I

all’intervento programmato della Nauticacervignanese, che farà nascere una nuovaarea verde. Sono stati infatti piantumati unaquarantina di alberi, giunti in zona da unvivaio della Forestale di Tarcento. Si tratta di un intervento che va anchenell’ottica di consolidare le sponde delfiume Aussa che, vale la penasottolineare, decenni fa eranocaratterizzati da una vegetazione moltorigogliosa, come documentano ancoraalcune fotografie e cartoline d’epoca inbianco e nero. Le essenze scelte sonostate consigliate dalla stessa Forestale; sitratta di meli selvatici e ontani, ma anchealtri tipi di vegetali, che ben siadatteranno all’ambito della Bassafriulana. Del resto, interventi di questo tipo, moltomirati e in uno spazio così ridotto, sonomolto importanti, per evitare diimmettere (come purtroppo avvenuto inzone anche vicine in un passato nontroppo lontano) delle essenze nonautoctone e che, al tempo stesso,

possano risultare in breve tempo ancheinfestanti sulle altre specie. Si tratta di una porzione di territorio cheai cervignanesi è sempre piaciuto e chein questi ultimi anni ha riacquistatoquello smalto perduto, quell’atmosfera"fin de siecle" che si poteva respirare finoagli inizi degli anni Sessanta, quando siavviarono delle certamente importantima al contempo anche distruttive operedi bonifica dei territori umidi presentiattorno all’abitato e alla rettifica forzatadi diverse anse lungo il percorso stessopdel fiume. Queste, senza dilungarci in discorsiimpegnativi o riservati agli addetti ailavori, rappresentavano un unicumirripetibile sia per le specie vegetali siaper la fauna che vi si instaurava. E che si è perduta. Un tanto, ora, è possibile ripristinare, perfar rivivere un angolo di zona umida, maanche per lasciare in eredità alle giovanigenerazioni un pezzo di storia darispettare.

Bruno Arcangeli

Aiello, il paesedelle meridiane

ompie quest’anno il terzolustro di vita, ad Aiello delFriuli, la tradizionale Festadelle Meridiane con una

particolarità: è l’unica su questo temaa livello europeo. La manifestazione inizia con dueserate d’intrattenimento musicale ilvenerdì 30 e il sabato 31 maggio, ladomenica invece l’appuntamento èper gli appassionati, curiosi,matematici, alla scoperta dellebellezze delle meridiane che sonocostruite con tanta sapienza ma anchecon il fascino della creatività, poichésulle facciate delle case si possonoammirare vere e proprie opere d’arte. Nella giornata di domenica, lungo levie e le piazzette saranno allestite lebancarelle dei mercatini dell’usato edell’hobbistica. Presso le sale del Museo della CiviltàContadina del Friuli Imperiale alle9,30 apriranno ben quattro mostre:due fotografiche dedicate alleMeridiane ed al Tempo, una diMerletti a tombolo con la Scuola dimerletti di Gorizia, una dedicata ai

Cmanifesti cinematografici d’epoca e laquinta dal titolo "i sardi nella grandeguerra" presso il foledor di villaPerinello. Alle 10 la partenza dal "Pascut" dellaCiclolonga delle Meridiane, ventichilometri tra Aiello ed i paesi limitrofialla scoperta delle meridiane delterritorio. Alle 10,30 presso l’aulascolastica del Museo inizierà laconferenza gnomonica "Il Tempo delSole" con cinque argomentignomonici sulle antiche e modernemeridiane del Friuli Venezia Giuliasostenuti da esperti gnomonisti.Nel pomeriggio dopo l’apertura delCentro gnomonico presso laBiblioteca comunale curato dal prof.

Carlo Bressan si svolgerà a partiredalle 17 dal Cortile delle Meridiane delMuseo, l’inaugurazione di quattronuove meridiane, legate al ConcorsoMeridiane di Aiello 2015. "Le oremedievali", "Tramonti in laguna","Una goccia d’essenza", "La torre deldrago" i loro nomi ed una di questesarà la vincitrice del concorso 2015; lenuove opere si uniranno alle ormai100 meridiane presenti ad Aiello arappresentare una vera mostrapermanente alla luce del sole. Nonmancheranno, poi, i mercatini,accompagnati da musica e tantemanifestazioni sotto il tendone dellaPro Loco.

Livio Nonis

Domenica 31, a partiredalle 17, verrannoinaugurate le nuovequattro opere costruitecon sapienza e creativitàsulle facciate delle case

Il 30 e 31 compie 15 anni la festa

❚❚ Iniziative per l’anniversario

Torre: 50 annidi presenzacalcistica

ono già passate più di 50 primavereda quando un manipolo di amicifondava l’AC Tapogliano, ne è pas-sata di acqua sotto i ponti e sono

passate tante e tante partite. L’eredità di tutto questo lavoro è un piccolofiore all’occhiello del panorama calcisticodella Bassa friulana: il Torre una piccolagrande famiglia. 1000 tesserati, 120 dirigenti, 70 allenatori,numeri che fanno riflettere in un un paeseche ha poco più di 1200 anime. L’eredità di tutto questo lavoro e tutta que-sta passione oggi parla chiaro, la prima

S Campolongo Tapogliano Masutto, degli as-sessori provinciale Govetto e regionale Mo-retti, del Presidente e Vicepresidente dellaFIGC regionale Toffoletto e Zorat e del Pre-sidente del CONI regionale Brandolin. Altermine della serata verranno premiati tut-ti gli ex Presidenti del Torre. Il 30 Maggio sa-rà la volta dell’amarcord, sul campo sporti-vo a Tapogliano ci sarà una serata dedicataa tutti gli ex Torre. Si inizierà alle 17 con il IIITorneo "G. Folla", triangolare di giovanissi-mi tra le squadre del settore giovanile unifi-

cato. Alle 19.30 scenderanno in campo ilTorre 2014-15 contro le all Stars. Le celebrazioni proseguiranno anche il 3 e 4giugno dove sul campo sportivo a Tapoglia-no si svolgerà il XXIV Torneo F. Dean cate-goria pulcini. Dopo la finale ci saranno lepremiazioni.Durante tutte le manifestazioni nell’atriodel Comune sarà possibile visitare la mo-stra fotografica di Livio Avian: 50 anni diTorre.

L.N.

squadra si è confermata per la terza voltaconsecutiva in seconda categoria mentre ilsettore giovanile, grazie alla collaborazionecon Aquileia, Terzo e Villa, sta dando i suifrutti con una copertura totale di tutte lesquadre provinciali e regionali dai pulcinifino ad arrivare agli allievi. Tutto questo verrà rappresentato in una se-rie di iniziative che avranno luogo a parti-re dal 29 Maggio alle ore 20, quando nel Pa-lazzo del Comune verrà organizzato unconvegno su "Il calcio dilettanti nel periododella crisi..." con la presenza del Presidentedell’ASD Torre TC Savioni, del Sindaco di

I CALCIATORI CHE PARTECIPANO AL CAMPIONATO “GIOVANISSIMI”VESTENDO LA MAGLIA DEL TORRE: UNA REALTÀ CHE DA MEZZO SECOLO RAPPRESENTA UN RIFERIMENTO PER IL MONDO CALCISTICO REGIONALE.

Agenda

■ ViscoLa propagandadi guerraVenerdì 29 maggio, alle 20.30, a Visco, alpadiglione degli Alpini (Via Dante, 14),nell’ambito delle manifestazioni perillustrare la I guerra mondiale,conversazione su: "Propaganda di guerranelle cartoline italiane a favoredell’intervento". Ne parlerà la dott.ssaAlessandra Martina (Conservatore delMuseo della Grande Guerra di Gorizia). La conversazione sarà accompagnatadalla proiezione di una ricca serie diimmagini.L’iniziativa è del Gruppo Alpini A.N.A."Vittorio Beltramini" - Visco e della Ass.Internazionale "Terre sul Confine" - isco.Recentemente, la dott.ssa AlessandraMartina, su invito dell’Istituto Italiano diCultura, ha tenuto a Budapest unaconferenza sulla origine del MuseiProvinciali di Gorizia, nell’ambito diqueste terre di confine, uno dei p incipaliteatri della grande guerra.

■ CrauglioMostra missionariaVerrà inaugurata sabato 30 maggio alleore 11, presso il ricreatorio parrocchialedi Crauglio, la 24^ mostra missionaria.La mostra, rimarrà aperta al pubblicosabato 30 maggio (dalle 11 alle 22),domenica 31 (dalle 10.30 alle 22), lunedì1° e martedì 2 giugno (dalle 10.30 alle21).

Sabato, 30 maggio 201516 Bassa Friulana

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❚❚ Terzo d’Aquileia

Passeggiatadi solidarietàper le missioni

elle scorse settimane si è svolta aTerzo di Aquileia la 3^ edizionedella "Passeggiata di Solidarietà".L’iniziata, organizzata dai docen-

ti della scuola primaria, ha avuto comescopo il sostegno al progetto "Uominicome noi", gestito dalla parrocchia diCervignano del Friuli in collaborazionecon altre parrocchie vicine, tra cui anchequella di Terzo.Bambini e adulti si sono ritrovati nel par-cheggio limitrofo alle scuole e verso le 10è partito un folto gruppo di persone; sot-to uno splendido sole il "serpentone" ha

N Il ricavato dell’iniziativa è stato infineconsegnato al responsabile dell’Opera-zione "Uomini come noi" Sergio Odoni ead Francesca Giusti della segreteria UCNdurante una semplice cerimonia svolta-si all’interno della scuola e nel corso del-la quale i bambini hanno scelto di desti-nare il ricavato al Progetto sanità, cioè aldispensario di Konguanou, cittadina del-la Costa d’Avorio dove si cura il morbo diBurulì.

attraversato Terzo e la frazione di S. Mar-tino lungo due percorsi (2,5 e 5 chilome-tri), fino al parco giochi allestito nel lo-cale campo sportivo.Lì, i presenti hanno ascoltato i discorsidelle autorità: la dirigente scolastica del-l’I.C. Don Milani di Aquileia, dott.ssaBertossi, il sindaco di Terzo Tibald e l’As-sessore all’Istruzione Contin.Dopo aver condiviso un piccolo rinfre-sco preparato da alcuni genitori, i bam-bini hanno fatto volare in cielo decine dipalloncini colorati con messaggi di pacee solidarietà scritti da loro stessi.

ALCUNI DEI BAMBINI DELLA PRIMARIA DI TERZO CHE HANNO PARTECIPATO ALLA "PASSEGGIATA DI SOLIDARIETÀ"

el mese di maggio che staconcludendosi, in moltecomunità cristiane anchedella nostra diocesi sono

state celebrate le Prime Comunioni. Bambini e famiglie sono state

N

Via Lucis a San Vitoper tanti comunicandi

Iniziativa delle parrocchie di Aiello, Joannis, San Vito e Nogaredo

impegnate negli ultimi preparativi:ritiri e momenti di preghiera si sonosusseguiti, le comunità si sonoritrovate festose per accompagnarequesti piccoli all’incontro con Gesùnell’Eucarestia.

Anche le parrocchie di Aiello(domenica 17 maggio), Joannis (24maggio), San Vito e Nogaredo (31maggio) hanno avuto o avranno alcentro della celebrazione Eucaristicadomenicale i bambini. Il gruppo delle catechiste che li seguenel percorso di formazione aiSacramenti dell’iniziazione cristianaha pensato di riunire le treparrocchie in un’unica chiesa etrovarsi a pregare assieme. Vista l’esperienza positiva della ViaCrucis tra Aiello e Joannis, si èpensato di proporre, nel tempopasquale, una Via Lucis a San Vito. Il temporale che si è sviluppato nonha scalfito la voglia di trovarsiassieme a pregare e così, rimanendoin chiesa si sono ritrovati i bambini eragazzi accompagnati dalle lorofamiglie.Sono state lette quattro apparizionidi Gesù Risorto così come vengonoraccontate nei Vangeli accompagnateda alcuni segni che hanno fattocapire l’importanza di stare assiemee di pregare insieme. Al termine i piccoli protagonisti deiquattro paesi della Bassa si sonoportati in Ricreatorio per unmomento di fraternità. Alcuni si conoscevano perchéfrequentano la stessa squadra dicalcio, altri hanno iniziato a giocaresenza problemi, concretizzando ilfatto che stare assieme e collaborareè sempre una cosa bella e piacevole.

Domeniche di festa per le comunità di Cervignano del Friuli e Terzo d’Aquileia

Il dono del pane spezzato e dello Spirito

NELLE SCORSE DOMENICHE LA COMUNITÀ DI CERVIGNANO SI È STRETTA ATTORNO AI SUOI RAGAZZI CHE HANNO RICEVUTO IL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE DALLE MANI DELL’ARCIVESCOVOCARLO. LA COMUNITÀ DI TERZO D’AQUILEIA, INVECE, HA VISSUTO FESTOSAMENTE IL GIORNO DELLA PRIMA COMUNIONE PER UN GRUPPO DI BAMBINI DEL PAESE. (FOTO ILARIA TASSINI)

In breve

■ San VitoIn festa per S. MarcoQuest’anno è continuata a San Vito alTorre la tradizione delle rogazioniprimaverili.L’anno scorso con la volontàdell’amministratore parrocchiale, DonFederico Basso, e con la memoria delladonne meno giovani del paese si era

ripresa,dopo alcunianni, sonostatecelebrateper le vie delpaese i ritidellerogazioniperpropiziare icampi e lacrescita

della vegetazione nel periodo delrisveglio primaverile. Le litanie in latinosono state accompagnate dal coroparrocchiale. Celebrazione permessagrazie solamente alla memoria dei piùanziani in quanto la tradizione è ormaiscomparsa e ne restano sbiaditi ricordi.Poche, oramai, le Parrocchie che lericordano.Questi rituali svolgevano una funzionedeterminante nel mondo contadino,ovviamente insita nella ri-sacralizzazioneperiodica del territorio, in particolare inquesto periodo dell’anno in cui la natura,la vegetazione e le messi assicurano lasussistenza e l’esistenza delle comunità.

Riccardo Millan

Agenda

■ GoriziaL’amore è una ceramicaLa Compagnia "Attori senza confini"mette in scena una divertente commedia"L’amore è una ceramica" scritta e direttada Rosaria De Vitis Piemonti.La trama, ispirandosi all’ osservazionedell’odierna realtà, tenta di far riflettere,sdrammatizzando con ironia e con spuntifantasiosi, su alcuni degli aspetti piùinquietanti del nostro tempo.Questi gli interpreti: Antonio Abrescia,Beatrice Bonato, Paolo Buiat, AnnamariaBuso, Donatella Cattaruzzi, Marco Cernic,Elena Chubko, Meri Corvaglia, AndreaIanesch, Donatella La Rocca, MonicaMarizza, Francesco Monaco, CarlaRighetti, Giovanni Zandonai.L’appuntamento è per venerdì 29 alle20.45 presso il Kulturni Dom in via Brass,20 a Gorizia. L’ingresso ad offe ta libera:il ricavato verrà devoluto all’AssociazioneSclerosi multipla sezione di Gorizia.

Sabato, 30 maggio 2015 17Bassa Friulana

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Il Corpus Dominicittadino si snoderànelle strade di Panzano

aranno la chiesa della Mar-celliana e le vie di Panzano adaccogliere quest’anno i fedelidi Monfalcone nella solennità

del Corpus Domini. Si riuniranno qui, per confermare lapropria fede in Gesù Risorto che con-tinua la propria presenza in mezzoagli uomini nel pane e nel vino con-sacrati, concreta attualità del dono disé stesso per la salvezza del mondo. La chiesa della Mar-celliana e il quartiere di Panzano sono due simboli rile-vanti nella storia di questo territorio, richiamando a va-lori importanti del passato, attuali oggi e necessari per ildomani della comunità monfalconese. E’ in quella che era chiamata "Insula Pansàna" che intempi antichi era sorta la "pieve", primo punto di riferi-mento dei cristiani presenti in questo lembo di terra at-traversato dalla strada che congiungeva Aquileia edEmona (antico nome di Lubiana). La fede dei martiriAquileiesi aveva camminato su questa strada e, primache le mura medievali dessero forma all’abitato di Mon-falcone sotto le pendici del Carso, aveva dato vita ad unacomunità di credenti nella località di Panzano. Venire alla Marcelliana, per i monfalconesi, è come tor-nare alle origini di una fede che ha sempre trovato gran-de sostegno e conforto in Maria, Madre di Gesù che an-cora oggi accoglie i fedeli dall’alto dell’altare maggiore

Sdella chiesa rinnovata nel corso dei secoli. Il quartiere diPanzano è un altro luogo simbolo della vita di Monfal-cone. Luogo dove si sono incontrati l’inventiva e la ca-pacità di innovazione dell’uomo imprenditore e il biso-gno di lavoro di tanti nella quotidiana ricerca di darecibo e dignità a se stessi e alle proprie famiglie. Il Cantieree i suoi dipendenti, la fabbrica e il suo villaggio, con tut-te le distinzioni di ruoli, doveri e privilegi, anche nellaforma delle case. Imprenditorialità e capacità di lavoroche hanno ingrandito Monfalcone e il Territorio, se-gnando la sua storia con tutti i benefici e con tutte lecontraddizioni e lotte, anche molto amare, che negli ul-timi cento anni di storia hanno segnato la vita della po-polazione. Una popolazione che è il risultato di moltemigrazioni provenienti da ogni direzione, dall’Est istria-no, dal sud della Penisola, dal nord sloveno e tedesco,dall’Ovest della pianura padana e del Friuli. Oggi ancheda più lontano. Gente che si è riunita qui, a Panzano e a

Monfalcone, chiamata dal lavoro. Un monumento, davanti alla vecchia entrata del Can-tiere, ricorda la ricerca della dignità nella libertà da ognioppressione; un nuovo monumento nella piazzetta alcentro del quartiere ci ricorda che il progresso non devemai dimenticare la dignità e la salute delle persone chelavorano: è il punto in cui ricordiamo la grande con-traddizione, se non la lotta, tra le ragioni del profitto equelle della vita; la lapide in memoria di chi è morto acausa dell’uso dell’amianto nella costruzione delle navi. La processione, nella sera del Corpus Domini, dopo lamessa delle 20 di giovedì 4 giugno, partirà dalla chiesaper attraversare il quartiere con una fermata particola-re davanti a quella lapide. E’ il segno di una fede che haradici antiche, che si rafforza quotidianamente nell’Eu-carestia, che chiede testimonianza nella vita di ogni gior-no, nelle case come sui luoghi del lavoro.

Guido Baggi

Dopo la messa delle 20 di giovedì 4 giugno

La chiesa della Marcelliana e il territorio circostante sono duesimboli rilevanti nella storia cittadina,richiamando a valori importanti delpassato, attuali oggi e necessari per il domani della comunità

acci capire che ci sei. Noi canteremo in coro e anche tusorriderai...’’. Le voci delle classi quarte della scuola elementare Battisti diMonfalcone partono dal palco nel ricreatorio parrocchiale di San

Nicolò e aggiungono che "se tu credi che la pace è possibile, allora la paceverrà". E’ il 9 maggio, giornata dedicata alla Festa dell’Europa e siamo allasettima edizione di una iniziativa partita dal Liceo Buonarroti e allargatasi adaltre scuole, con il patrocinio del Comune di Monfalcone e della Provincia diGorizia. Il teatro del ricreatorio è pienosoprattutto di studenti che per duegiorni hanno lavorato sui temi chesono gli obiettivi di chi ha fondatoquella che oggi chiamiamo UnioneEuropea: pace, sviluppo, equità,cooperazione, diritti. E’ stata unafesta senza retorica, senza discorsi

F"

La Festa dell’Europa,per un futuro di pace

VII^ edizione della manifestazione con le scuole del Monfalconese

mostrato la mattina del 9 maggio aSan Nicolò è statocontemporaneamente un rifiuto eduna speranza. Hanno analizzato il mondo attuale esi sono chiesti in musica: "èveramente questo il progresso?". Unospot sul tema del rispetto dei dirittiterminava con una frase scritta: "Noinon vogliamo il mondo che i nostrigenitori ci hanno lasciato".Una lettura amara della realtà, maaderente a quello chequotidianamente ci raggiunge comenotizia attraverso i mezzi dicomunicazione. La speranza? Nelle note generate sia dallaboratorio musicale chedall’Insieme strumentale dellaseconda A della scuola secondariaAlighieri di Staranzano e nel #MiRifiuto di seguire la logica del#MeNeFrego, proveniente dal lavorodi un laboratorio che conteneva unulteriore invito: "crea un mondo dovepoterti sentire sicuro". I laboratorisono stati la vera Festa dell’Europa, illuogo dove i valori non sono statiproclamati, ma verificati nell’oggi erinnovati nell’impegno per il domani. Nelle sale dei laboratori ha lavoratouna generazione di giovani che nonha visto sbarre e armi ai nostriconfini, ma ha dimostrato di sapercogliere tutte le contraddizioni di unmondo nel quale chi accetta i valorifondanti dell’Europa deverimboccarsi le maniche per farlientrare nella realtà di ogni giorno.L’impegno di chi ha organizzato lafesta è già esempio di questa realtà,così come l’attività illustrata airagazzi da rappresentati di Benkadì,Rotaract, Emergency. Giustificata lasoddisfazione per l’esito della Festaper i partecipanti e per il ParlamentoEuropeo degli Studenti,l’Associazione "il Buonarroti", "ProveTecniche di Volontariato", e dirigentiscolastici ed insegnanti che si sonoimpegnati nell’accompagnare glistudenti in questa iniziativa.

Gi.Bi.

celebrativi, ma piena di significato. Iragazzi hanno riflettuto e lavorato indiversi laboratori attraverso mezziespressivi quali danza, cinema,musica, fotografia, scrittura creativa,arte, teatro. Quello che hanno prodotto e

Il battesimo è un’altra cosa

opo il battesimo nella sede delComune avremo anche il matri-monio gay. Mentre il Parlamento discute la

legge sulle unioni civili c’è chi, come l’as-sessore ai servizi sociali del comune diMonfalcone, vuole precorrere i tempi evorrebbe, con quasi un annuncio pubblici-tario celebrare un matrimonio gay e quasisi lamenta perché nessuno si è ancora pre-sentato. Il problema dei diritti delle persone dellostesso sesso unite da vincoli di amore nonsi risolve con trovate estemporanee che ser-vono solo a marcare il terreno per la pro-pria parte politica e neppure si può pensa-re di dare lo stesso nome e lo stessosignificato a unioni che naturalmente so-no diverse. Del resto non ci meraviglia questa nuovascelta visto che qualche settimana fa inComune a Monfalcone si è celebrato il pri-mo "battesimo laico". Una novità che sembra riservata a chi nonsi battezza in Chiesa, non un benvenuto atutti i nuovi nati cattolici, musulmani oatei che siano, come del resto, aveva fatto ilsindaco di Gorizia qualche tempo fa conun incontro con tutte le mamme e i lorobambini. Che stia per nascere una nuova religionecon tutti i suoi riti? Tante cose si possono fare o copiare, ma,per cortesia e onestà, chiamiamole con illoro nome; "battesimo" ha un significatopreciso e non è solo una presentazione oun gesto di accoglienza sociale.

L.R.

D

A proposito ✎

Sabato, 30 maggio 201518 Mandamento

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Sabato, 30 maggio 2015 19Mandamento

I riti dell’iniziazione cristiana per i più piccoli

Staranzano in festa per Prime comunioni e confessioni

DOMENICA 17 MAGGIO UN PRIMO GRUPPO DI RAGAZZI HA RICEVUTO LA PRIMA COMUNIONE. ANCHE QUEST’ANNO IL RITO, PER LA COMUNITÀ STARANZANESE, HA AVUTO LUOGO PRESSO LAPARROCCHIA DI MARIA MADRE DELLA CHIESA A RONCHI DEI LEGIONARI. PER I BAMBINI DEL PRIMO ANNO DI CATECHISMO, È STATA INVECE LA VOLTA DELLA CELEBRAZIONE DELLA FESTA DELPERDONO. CON LA PRIMA CONFESSIONE I PIÙ PICCOLI E I LORO GENITORI HANNO CELEBRATO IL RITO CHIEDENDO LA MISERICORDIA DEL SIGNORE. (S.F.)

In breve

■ Marcelliana50 anni insiemeCinquanta anni fa, nella chiesa dellaMarcelliana, padre Biagio benedisse ilmatrimonio di Gianni Visintin e LoredanaZaratin. Lo scorso 20 maggio, Gianni eLoredana hanno voluto ringraziare ilSignore per l’amore ed il sostegno inquesti anni di vita assieme, allietati dallanascita di due figli.Lo hanno fatto, con la semplicità e la fedeche li contraddistingue, rinnovando lapromessa di cinquant’anni fa durante lamessa del mattino e accogliendo labenedizione impartita da don MarioMalpera, circondati dalla simpatia edall’aff tto di quanti quotidianamente siincontrano per la celebrazione eucaristicanel santuario della Marcelliana.

■ FoglianoMaggio musicaleContinuano gli appuntamenti del MaggioMusicale proposti dall’Associazione"Albero del Melogramma" di Fogliano. Il terzo concerto, proposto lo scorso 22maggio presso la chiesetta di Santa Mariain Monte sul colle del paese bisiaco, havisto la presenza del prof. AlessandroMiniussi al pianoforte e di BarbaraPalombieri alle letture. Il titolodell’esibizione presentava già di per sé ilcontenuto della stessa "Liszt e il DolceStil Novo": i primi tre brani delrepertorio, infatti, sono stati tre sonettipetrarcheschi dapprima recitati secondola loro natura per poi essere ripropostiattraverso le varianti musicali scritte su diessi proprio da Liszt. Dal compositore ungherese si è passati adun altro grande nome della liricapianistica: Chopin, proponendo quattropezzi concertistici tra loro diversi nellostile. Una serata gradita al pubblicofoglianino che nonostante il maltempo hacomunque deciso di raggiungere lachiesetta per passare un po’ di tempo incompagnia tra le soavi note di due tra imaggiori musicisti dell’Ottocento. L’ultimo appuntamento è in programmasabato 30 maggio alle ore 18, nellaCappella del Sacrario Militare diRedipuglia, con il titolo: "La GrandeGuerra: l’inutile strage" e l’esibizione delcoro ’Alpi Giulie’ di Trieste.

Monfalconeprima cittàitalianacoinvoltanella guerra

l 25 maggio del 1915, il giornodopo la dichiarazione di Guerradell’Italia all’impero

austroungarico, Monfalcone fu laprima città italiana a esserecoinvolta nel conflitto: unricognitore gettò le prime bombe sulcantiere. Il 9 giugno dello stessoanno le truppe italiane entrarono incittà. Il Comune di Monfalcone ricorda ilCentenario di questi eventi connumerose iniziative.

Mercoledì 3 giugno Fabio Toderopresenterà la nuova edizione di ’’Laguerra del ’15’’ di Giani Stuparich.L’8 giugno alle 18.30 nella galleriadi piazza Cavour presentazione dellibro-catalogo ’’Ali sulla storia’’. Ilgiorno successivo alle 19 cerimoniaal monumento ai caduti esuccessivamente alle 20 sfilata davia IX giugno sino a piazza Falcone eBorsellino, dove si terrà un concertodella banda civica con cinque gruppicorali.

I

onfalcone si prepara alla Festa dello Sport, in pro-gramma da sabato 30 maggio a martedì 2 giugno, peruna quattro giorni di festa che porterà in piazza il me-glio dell’attività sportiva cittadina.

Il programma prevede alle 15 di sabato 30 maggio il raduno de-gli atleti in piazza della Repubblica, mentre in via Sant’Ambro-gio prenderà il via l’attività di tiro con l’arco a cura dell’Arco Clubdi Monfalcone. Alle 15.30 ci sarà l’aper-tura ufficiale della festa con Sax CharlieYelverton. Dalle 16.30 alle 17.30 Piazzadella Repubblica sarà lo sfondo delFlash mob a cura della Croce Rossa Ita-liana.Inizieranno quindi le attività: alle 18 al-la palestra di via Baden Powel andrà inscena il Basket Femminile. Alle 18.30 al-l’impianto di via Atleti Azzurri Hockeysu prato a cura di Fincantieri. Dalle17.30 alle 19.30 in Piazza della Repub-blica sul Ring laterale salirà la Planet Fi-ghters Boxe, che alle 19.30 lascerà il po-sto all’Alexander Club. Alle 18.00 sulColle della Rocca si terrà il Nordic Wal-king a cura di Turismo Attivo Fvg, alle20.30 al Teatro Comunale di Monfalco-ne si svolgerà la cerimonia di premia-zione dell’atleta dell’anno 2014.Domenica 31 maggio si aprirà all’inse-

M

La festa dello sport

A Monfalcone da sabato 30 maggio a domenica 2 giugno

Particolarmente ricco il programmache porterà in piazza il megliodell’attività sportiva cittadina

attraverso il coinvolgimento delle piùsvariate discipline

gna dello sport in piazza: dalle 9.30 alle11.30 in piazza della Repubblica tocche-rà al calcio a cura di UFM, che poi la-scerà il posto al rugby. Il pomeriggio siaprirà con la gara di orienteering a curadel Cai di Monfalcone sul Colle dellaRocca. Poi si tornerà sul campo princi-pale della piazza: dalle 15.00 alle 16.00sarà dato spazio alle prove di pattinag-gio a cura di Fincantieri, a cui seguiran-no le lezioni di Karate a cura del CSKS.Alle 17.00 si terrà la cronoscalata podi-stica a cura di Atletica Fincantieri, men-tre alle 18.00 sul Colle della Rocca Nor-dic Walking a cura di Turismo Attivo Fvg.Alle 18.10 sul campo centrale protago-nista la sarà la Uisp, mentre alle 20.30andrà in scena il pattinaggio a cura diFincantieri.

Si arriva così a lunedì 1 giugno, che siaprirà alle 15.00 in piazza con il tennis acura del tennis club Monfalcone, a cuiseguirà alle 17.30 lo Judo a cura di ClubIsao Okano.Martedì 2 giugno, dalle 9 alle 12 in Piaz-za della Repubblica sarà protagonista laPallavolo a cura di Fincantieri. Semprealle 9, ma al porticciolo Sauro, si terràun’esibizione del Kaiak Canoa Monfal-cone. Il pomeriggio dalle 14.50 alle 16.50in Piazza della Repubblica torneràl’hockey a cura di Fincantieri, a cui se-guirà la Pallacanestro basket maschile equella femminile. A chiudere il pro-gramma della festa sarà, alla sede dellaLega Navale italiana di Monfalcone invia dell’Agraria, la consegna del libro’’Monfalcone sul podio’’.

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Le celebrazioni delle prime comunioni nelle comunità del Mandamento al termine dei cammini di catechesi che hanno coinvolto anche le famiglie

L’incontro con Gesù nell’Eucarestia

empo di prime comu-nioni nelle comunità delMandamento. Prose-guiamo in questo nu-

mero la carellata sulle celebra-zioni nelle diverse parrocchie,iniziata nelle scorse settimane.

Ronchi - San LorenzoGrande festa a San Lorenzo diRonchi con la celebrazionedella comunione di 34 ragazzie dei battesimi dei due bambi-ni Nicolò e Gabriel.Domenica 24 i ragazzi dellacomunione sono entrati inchiesa in due file parallele conun fiore in mano verso l’altare,accompagnati dal canto delpiccolo coro della parrocchia.Don Renzo ha proposto una ri-flessione sull’importanza deisacramenti del battesimo edella comunione. La condivi-sione del pane con tutti gli uo-mini testimonia la regolad’amore di Gesù. "Quandomangiamo il Pane, quel panediventa la nostra vita. Dio nelmondo ci invita a vivere l’inse-gnamento che Cristo ci ha da-to : ama Dio sopra ogni cosa,ama il tuo prossimo come testesso". Il parroco con queste paroleinvita i ragazzi a testimoniarel’importanza di questa regolaal resto degli uomini e ad ap-plicarla nella loro quotidianitàper ottenere speranza e gioianella vita. I ragazzi e i genitori e i padrinie madrine dei bambini Gabriele Nicolò hanno quindi rinno-vato le promesse del battesi-mo. Successivamente i duebambini sono stati battezzaticon l’acqua e sono diventatiparte del "popolo cristiano".Sono state consegnate inoltrea ciascun bambino la vestebianca, segno del nuovo cami-no intrapreso da condurre sen-za macchie per la vita eterna, ela candela, simbolo della lucedi Cristo che bisogna conti-nuare ad alimentare nella vita.Alla fine della celebrazione, iragazzi hanno ricevuto la pri-ma comunione e hanno into-nato il canto finale come segnodi appartenenza alla parroc-chia di San Lorenzo.I ragazzi chiedono ai genitori ealla comunità di mantenerel’appuntamento di festa e di

T incontro della domenica, inquanto festeggiare insiemevuol dire vivere a pieno la pro-pria vita.

Beatrice Branca

AurisinaDomenica di festa ad Aurisinaper tre bambine provenienti

dalle parrocchie di Duino, Si-stiana e Aurisina. Il parrocodon Ugo Bastiani ha fortemen-

te voluto celebrare le PrimeComunioni nella chiesa di SanRocco ad Aurisina per dare unmessaggio di speranza a quel-la comunità nel cammino diunità pastorale.Nei territori del Carso il cam-mino è difficile ma ci vengonoin aiuto le parole di papa Fran-cesco che ci ricorda che "è la

vita della propria parrocchiaad aiutare la crescita della pro-pria fede". Il parroco ha rin-

graziato di cuore i genitori,esortandoli a dare la loro testi-monianza alle loro bambine;sono essi i primi annunciatoridi pace e di gioia. Ad ognunodi noi sono stati dati dei doni,ognuno di noi ha un ruolo spe-cifico in questa famiglia che sichiama chiesa.

"Andate, testimoniate, an-nunciate, esortati ad essereuniti sopportandovi a vicen-da". Il messaggio di oggi è diuscire a portare anche agli altrila luce del battesimo che ab-biamo ricevuto, diventandotestimoni dell’Amore di Dio.

Lucia Lalovich Toscano

Monfalcone - DuomoDomenica 17 maggio, anche lacomunità del centro città,quella del Duomo di Sant’Am-brogio, era in festa per le Pri-me Comunioni. Il clima di gio-ia si respirava già dalle ore 10quando la squadra degli Scam-panotadori Bisiachi di Foglia-no e San Pier d’ Isonzo ha co-minciato a suonare a mano gliantichi bronzi della basilica diSant’ Ambrogio. Nuovi postialla mensa del Signore dunqueper 27 bambini della comuni-tà monfalconese i quali pocoprima delle 11 presentandosicome nuovi commensali si so-no riuniti in canonica dove so-no stati accolti dalle catechiste

e dan Don Giovanni De Rosa.Processionalmente poi si sonopoi diretti in chiesa dove han-no fatto il loro ingresso ac-compagnati dal parroco donOstroman dal quale hanno ri-cevuto per la prima volta il do-no dell’Eucarestia. La messa èstata accompgnata dal corodei giovani della parrocchia.

S.F

Monfalcone- SS. RedentoreDomenica 10 maggio, 16 bam-bini della parrocchia delSS.Redentore hanno ricevutola Prima Comunione, dopo uncammino durato tre anni as-sieme alle catechiste France-sca e Valeria; la celebrazione èstata presieduta da don Rinoassieme a don Giovanni DeRosa che dall’anno scorso haaffiancato le catechiste negliincontri di preparazione al sa-cramento.

P.Z.

San Pier d’IsonzoUndici bambini hanno ricevu-to la Prima Comunione loscorso 24 maggio durante la S.Messa domenicale presso lachiesa parrocchiale di San Pie-tro Apostolo in San Pier d’Ison-zo. Un momento fondamenta-le nella vita di ogni cristiano eche ha visto la comunità delpaese bisiaco in festa per Ba-gnuoli Daniele, Condotto Si-mone, Gandin Tommaso, GonMiriam, Mauro Omar, NovatiFrancesco, Roblegg Tommaso,Sechi Samuel, Tech Giorgia,Tomasin Mattia, Tortolo Valen-tina. Come ha ricordato il par-roco don Lucio Comellato nel-l’omelia, è lo "Spirito Santoche unisce". Unione che deveessere portata avanti nelle fa-miglie dove bisogna coltivarela vita cristiana per far matu-rare nella pienezza di un per-corso spirituale completo ibambini che in quella faustadomenica si sono accostati perla prima volta con fiducia nuo-va all’Altare del Signore. Unmomento di gioia, certo, ma diriflessione che come sempreva a toccare gli adulti nella lo-ro responsabilità morale versoi più piccoli.

Ivan Bianchi

RONCHI - SAN LORENZO (FOTO LEBAN)

AURISINA - FOTO LALOVICH TOSCANO

DUOMO DI MONFALCONE

MONFALCONE - SS. REDENTORE

Sabato, 30 maggio 201520 Mandamento

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Don Pozzar, uomodi grande umanitàIntitolata la sala dell’oratorio di San Valeriano al nome del sacerdote che della comunità fu parroco per lunghi anni;applaudita esecuzione del "Requiem" di Cherubini

ella cornice delle manifestazioniorganizzate per la festa del Borgodella comunità di San Valeriano,due delle giornate più vissute e

coinvolgenti sono state le serate di ve-nerdì sera con la rappresentazioni tea-trale e sabato con il concerto corale. Ve-nerdì sera prima della rappresentazioneil parroco ha motivato la dedicazionedella sala dell’Oratorio alla figura del par-roco di San Valeriano don Silvano Pozzar,uomo vicino alle povertà, uomo di rela-zioni e di grande umanità. Una delle suesorelle presenti alla serata ha scopertouna bella immagine del fratello sacerdo-te che troneggia nell’Oratorio. E’ seguita una bellissima rappresentazio-ne teatrale, "A.A.A. Perpetua cercasi", conla compagnia dell’Università della Terzaetà di Cervignano del Friuli che ha offer-to un’ora di svago e di risate che hannofatto del bene a tutti staccando un po’dalla realtà quotidiana talvolta pesante edura. Vada anche da queste righe il plau-so della comunità alla compagnia teatra-le che lavora con grande impegno e gra-

N tuità per permettere a tutti di gustare dimomenti di incontro e serenità. Sabatosera i cori riuniti, Perosi di Fiumicello eSeghizzi di Gorizia, sotto la direzione delmaestro Italo Montiglio, hanno entusia-smato i presenti con brani sacri di autorifamosi, tra cui il Requiem di Cherubini. Più volte il pubblico presente ha sottoli-neato con calorosi applausi le varie ese-cuzioni, talmente belle e ricche di poten-za musicale, da essere capite edapprezzate da tutti. Non ci stancheremomai di evidenziare il fatto che questi mo-menti di incontro non sono solo cultura-li ma anche relazionali, acquistano un lo-ro enorme valore perché hanno il poteredi parlare al cuore e all’anima e sappiamobene come oggi ce ne sia un enorme bi-sogno. La conclusione si è avuta domenica conla Messa della comunità e il pranzo peroltre duecento persone allietato da mu-siche e giochi di società tesi far ritrovareil borgo, lo zoccolo duro e antico dei suoiormai duemila abitanti.

A.P.

Doppio festoso appuntamento per i bambini della comunità di Romans

Il dono del pane spezzato e della riconciliazione

DOPPIO APPUNTAMENTO DI FESTA PER LA COMUNITÀ DI ROMANS. DOMENICA 10 VENTI BAMBINI DELLA PARROCCHIA DI ROMANS, FRATTA E VERSA HANNO RICEVUTO IL SACRAMENTODELL’EUCARESTIA PER LA PRIMA VOLTA. IN QUESTO PERCORSO DI PREPARAZIONE DURATO DUE ANNI SONO STATI ACCOMPAGNATI DALLE CATECHISTE ROSANNA, ANNAMARIA E ANTONELLA. LAS.MESSA È STATA CELEBRATA, IN UN CLIMA DI FORTE EMOZIONE, DA DON GIULIO BOLDRIN, E I BAMBINI DURATE LE PREGHIERE DEI FEDELI, DA LORO PREPARATE, HANNO VOLUTO AFFIDARE AL BUONGESÙ IL PARROCO DON NINO CHE STA ATTRAVERSANDO UN PERIODO NON FACILE. INOLTRE PRIMA DELLA CONCLUSIONE DELLA MESSA DON GIULIO HA LETTO UN MESSAGGIO DI AUGURIO E DI BUONCAMMINO AI BAMBINI E ALLE LORO FAMIGLIE PROPRIO DI DON NINO. NEI GIORNI SEGUENTI, DOPO UN ANNO DI PREPARAZIONE, DURANTE IL QUALE CON LA CATECHISTA E IL DON HANNO RIVISTO LALORO BREVE ESISTENZA ALLA LUCE DELLA PAROLA DI DIO, È GIUNTO PER 12 BAMBINI DI ROMANS IL GIORNO DELLA FESTA DEL PERDONO. HANNO SCOPERTO CHE DIO, È BELLEZZA, È LIBERTÀ, ÈACCOGLIENZA, È PAZIENZA, È GIOIA, È SPERANZA, È AMORE, È PERDONO, È PIÙ FORTE DELLA MORTE. HANNO RAGIONATO SU QUANTO FATTO DI BENE O DI MALE E IMPARATO A CHIEDERE E A DONAREIL PERDONO. GAIA, FILIPPO, CHIARA, SARA, LUCA, GAIA, DESIRÉE, DAVIDE, GIULIA, EMMA, ANDRES, AMELIA, RICONCILIATI COL SIGNORE, COL DESIDERIO NON ANCORA REALIZZATO DI ACCOSTARSIALLA MENSA EUCARISTICA, CI CHIEDONO DI ESSERE LORO VICINI CON LA PREGHIERA E DI DAR LORO SEMPRE IL BUON ESEMPIO. LA FESTA DEL PERDONO È PER TUTTI NOI "UN INVITO A RISCOPRIRE LAMISERICORDIA DI DIO PER ADOTTARE UNO STILE DI VITA CHE SAPPIA RISPONDERE ALLE SFIDE DELL’OGGI" COME CI DICE PAPA FRANCESCO NELLA BOLLA DI INDIZIONE DELL’ANNO SANTO DELLAMISERICORDIA.

na bella mattinata di sole ha ac-compagnato la cerimonia dipresentazione alla comunità diquanto realizzato dalla coopera-

tiva sociale Padre Giacomo Montanari edal Comune di Villesse in piazza SanRocco: una struttura destinata ad ospi-tare servizi socio educativi a favore dipersone disabili o svantaggiate. Dopo la celebrazione della messa, il Pre-sidente della cooperativa Mauro Perissi-ni ha ripercorso velocemente la storiadella cooperativa che affonda le proprieradici all’inizio del 1900 come coopera-tiva di distribuzione per poi svolgere lasua funzione fino agli anni ’80 quando isoci decidono di chiudere il negozio. Alla fine del 1998, l’incontro con il Con-sorzio "Il Mosaico che valorizza l’oppor-tunità trasformandola in "Consorzio ru-

U rale di acquisto e smercio" in cooperati-va sociale intitolandola al missionariovillessino che ha operato per tanti anniin India. La cooperativa si concentra nellavoro di recupero dei 2 immobili conti-gui di proprietà, situati nella centralePiazza San Rocco, con un progetto com-plessivo di realizzazione di locali a de-stinazione comunitaria; una serie di esi-genze pubbliche comporta l’interventodel Comune che acquista una significa-tiva porzione dell’immobile, ristruttu-randolo e destinandolo in comodato de-cennale alla cooperativa a condizioneche venisse mantenuta questa origina-ria finalità comunitaria e sociale. Alcuni anni di interventi edili servonoper arrivare all’attuale situazione che sipresenta organicamente all’interno del-la piazza e la scelta del nome "Baolar"

intende simboleggiare la centralità delluogo d’incontro di persone così come loera la l’antico albero nella piazza d’ini-zio secolo, riproposto anche dall’attualepianta quale metafora di luogo di scam-bio comunitario, di aiuto reciproco, disolidarietà praticata. Gli interventi dell’assessore Buffolin e delvice sindaco Turco hanno ripercorso ilsenso della collaborazione tra l’ammini-strazione pubblica e un soggetto del pri-vato sociale che hanno saputo trovare,con intenti comuni, le forme migliori peruna collaborazione fattiva e realizzati-va. La benedizione del Parroco mons.Olivo, ai luoghi e soprattutto alle perso-ne che vi lavoreranno, hanno conclusola parte ufficiale della manifestazioneche è continuata con la visita dei localiallestiti grazie alla donazione di Ikea.

Villesse Inaugurati in piazza San Rocco i nuovi locali destinati ad ospitare servizi socio-educativi

Baolar, la persona al centro

Sabato, 30 maggio 2015 21Cormonese - Gradiscano

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Sabato, 30 maggio 201522 Cormonese - Gradiscano

Nel duomo di Cormonsil saluto a Sergio Perin

a comunità cormonese nel duomo Sant’Adalberto ha da-to l’ultimo saluto al geometra Sergio Perin deceduto a 84anni dopo una breve malattia. Larga è stata la partecipa-zione alla cerimonia esequiale a testimonianza di quanto

Perin era conosciuto nella cittadina collinare sia per l’attività pro-fessionale, che non aveva mai abbandonato, sia per il suo passatoda vero uomo amante dello sport. Intanti si sono stretti ai familiari, la mo-glie Silvia, i figli Claudio e Michela, ifratelli Laura e Paolo oltre ai nipotiLuca, Elisabetta, Davide e Rebecca. Sergio aveva cominciato a dare i suoiprimi calci al pallone nell’Alba, la so-cietà di calcio che don Rino Cocolin, ilfuturo arcivescovo di Gorizia, avevafondato nel dopoguerra. Centrocam-piosta dai piedi buoni Perin si eramesso in evidenza tanto da sostene-re un provino con l’Inter e coo la pre-selezione dell’Italia junior aveva di-sputato una partita a Bologna. Avevacominciato la sua carriera calcistica

Ldiscipline ed era stato negli an-ni Settanta tra i fondatori delTennis Club e dello Sci clubMonte Quarin, società di cuiera stato anche presidente.Ma non c’è stato solo lo sportnellla sua vita, era stato asses-sore comunale nella secondagiunta guidata dal sindaco Re-nato Godeas nei primi anniSessanta e aveva poi fatto par-te della Commissione comu-nale per l’edilizia.

F.

CormonsMemoria di S.Ritain San Leopoldo

el giorno dellamemoria liturgicadi Santa Rita,venerdì 22 maggio,

nonostante le condizionistrutturali della chiesa diSan Leopoldo, i fedeli sisono radunati nella chiesaper celebrare la SantaMessa e la Benedizionedelle Rose in memoriadella santa. Santa Rita è lasanta delle causeimpossibili: con il trascorrere del tempo la ristrutturazionedella chiesa di San Leopoldo sembra stia diventando una"causa impossibile", anche se non dobbiamo mai perdere lasperanza.La vita della Santa di Cascia, ha ricordato il parroco, ci insegnache la Chiesa è la comunità dei battezzati, cioè degli immersinella Morte e Risurrezione di Gesù. Si può vivere la vocazionead essere cristiano indipendentemente dal suo stato diordinato, consacrato, sposato o di laico.

Nnel 1952 con il Vigevano in se-rie C per approdare l’anno suc-cessivo al Pavia in serie B. Nel1955 il trasferimento a Cata-nia, sempre in B, dove è rima-sto per tre stagioni sfiorando lapromozione in serie A. Avevapoi indossato le maglie del-l’Empoli e per cinque annii delPortogruaro. Aveva concluso lasua attività calcistica nel 1964con la Cormonese. Ma la suapassione per lo sport lo avevaportato a interessarsi di altre

Orti estremi: come realizzare un orto in bottigliaUna pratica da fare in casa ma anche con i bambini a scuola o in oratorio

vete il pollice verdema vi manca un faz-zoletto di terra dovepoter coltivare le

vostre piantine? Se avete incasa un paio di bottiglie diplastica avete risolto il vo-stro problema e siete prontia coltivare un orto in botti-glia. Una pratica da fare acasa, ma che puo’ essererealizzato anche con i bam-bini, ad esempio in classe ascuola-Coltivare un orto con questometodo non solo è un otti-mo modo per riciclare le

bottiglie ma è anche una soluzione per chi non ha spazio per allestire un vero eproprio orto. Certo chi ha un balcone o una terrazza può prediligere la coltiva-

Azione in vaso, ma chi non ha neanche quel-li e vive in un bilocale? La soluzione nasceper riciclare plastica PET ma può dare pia-cevoli soddisfazioni a chi coltiva Ecco al-cune semplici istruzioni per coltivare unorto in bottiglia.- Procurarsi una bottiglia di plastica.- Tagliare la parte superiore dalla bottiglia(circa 10 cm).- Praticare un foro centrale sulla parte in-feriore della bottiglia.- Inserire dentro al fondo della bottiglia laparte superiore della bottiglia con la puntaverso l’alto.- Riempire la bottiglia di terriccio e mesco-larlo con acqua in modo tale da ottenereun terreno compatto.- Assicurarsi che il terreno abbia superatodi almeno 5 cm la punta della bottiglia in-

castrata dentro.- Inserire la piantina all’interno della botti-gliaIl drenaggio è essenziale. Ogni bottiglia de-ve avere il foro nel fondo per consentire ildrenaggio dell’acqua in eccesso, evitandocosì che le radici della pianta marciscano. Ilforo è necessario anche per far penetrarel’aria nel terriccio-Ovviamente le dimen-sioni delle bottiglie di plastica saranno dif-ferenti per ogni tipo di verdura Sotto ognibottiglia mettete un piattino in modo daraccogliere il suolo sciolto e l’acqua cheesce dal basso. Se avete la possibilità dimettere le bottiglie su terreni naturali, nonc’è bisogno del piattino.

Paolo Cappelliresponsabile progetto di Campagna

Amica Coldiretti Gorizia

nizia lunedì 1° giugno in Duomoalle ore 18.00, al sabato e alla Do-menica alle ore 18.40 prima dellaMessa serale, la tredicina in onore

di san Antonio di Padova. Ogni sera ilcanto del Si Quaeris Miracula, la ri-flessione sulla spiritualità del santocon i tradizionali canti antoniani.Ma sarà soprattutto il tema e il signifi-cato della pace a caratterizzare que-

I

Si prepara la festa di Sant’Antonioda Padova ricordando "l’inutile strage"

Gradisca: l’olio per la lampada proviene dagli ulivi del Carso

st’anno in particolare l’offerta dell’Olioper la lampada votiva che arde peren-nemente accanto alla reliquia di San-t’Antonio di Padova in Duomo.L’occasione è data dal Centenario del-l’inizio della Grande Guerra che con ilsuo dramma e il suo esser stata defini-ta “l’inutile strage” richiama con forzail tema della pace. Ma anche perchél’olio che sarà donato, proviene dagli

ulivi coltivati sul Carso, a Castelvec-chio, terra che è stata intrisa dal san-gue di intere generazioni di giovani, làdove le radici degli alberi si affondanoin un anelito di vita e producono unsegno, che biblicamente, è sempre sta-to espressione di pace. Alla famigliaTerraneo - Della Valle, che quest’annolo dona, vada la riconoscenza dellaComunità.

In breve

■ Gorizia"I luoghie la scrittura"Successo di pubblico alla FondazioneCarigo di Gorizia per il secondoappuntamento della rassegna "I luoghi ela scrittura", organizzata dallaBiblioteca statale isontina incollaborazione con la fondazione di viaCarducci 2 . Ospite dell’incontro, condotto dalgiornalista Mario Rizzarelli, l’architettodi fama internazionale, Roberto PirzioBiroli, protagonista del video "Il mioantenato esploratore", realizzato per larubrica della Tgr Rai "Il Settimanale"dallo stesso Rizzarelli, e proiettato inapertura. Roberto Pirzio Biroli èdiscendente dell’esploratore friulanoPietro Savorgnan di Brazzà (1852 -1905)e figlio di F y von Hassel, scomparsa nel2010, figlia del dip omatico tedesco,Ulrich von Hassel, che fu tra ipartecipanti alla fallita congiura controHitler del luglio 1944, pagando il suogesto con la vita. In seguito a quellavicenda, Roberto Pirzio Biroli, bambino,insieme al fratello Corrado, visse unastraziante esperienza, evocata in un librodella madre e in una fortunata fictiotelevisiva Rai "I figli trappati". Spazio è stato dato nell’incontroall’approfondimento, corredato daimmagini, dell’attività dell’ architetto.La rassegna si concluderà mercoledì 3giugno con ospite lo scrittore PaoloMaurensig.

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Sabato, 30 maggio 2015 23Cormonese - Gradiscano

piccoli passi Cormons si riappropria di un’area chefino a poco tempo fa era chiusa da alti muriinvalicabili: la caserma Giovanni Amadio, quasi seiettari racchiusi tra le vie Madonnina, Gorizia e Roma.

Gran parte dei 17 edifici sono stati abbattuti e al loro posto stasorgendo un parco urbano al servizio dell’intera comunità.Il parco sarà inaugurato sabato 6 giugno, alle 10.30, duranteuna cerimonia nell’ambito diAmbientArti, il festival dell’ambientee delle arti, che si articolerà in quattrogiornate dal 4 al 7 giugno. Sarà una giornata, quella del 6 giugno,che vedrà la partecipazione dinumerosi ragazzi che daranno vita auna serie di attività coordinate da unaventina di associazioni cormonesi.Tra queste anche le associazioniparrocchiali come l’Agesci chesvolgerà una serie di attività a favoredei ragazzi. Ci sarà pure nelpomeriggio, alle 15, un’anteprima delGrest 2015 a cura di Ric e parrocchiadi Cormons. Nella stessa giornata spazio all’artecon la una serie di mostre pittoriche efotografiche, alla scienza con una"camminata tra i pianeti" assieme aSteno Ferluga. Ci saranno poiconferenze su temi ambientali e ilconcerto serale con i Metronomes. Ilgiorno precedente, sempre nel parcodell’ex caserma, alla mattina dalle 10saranno installati i lavori eseguitidagli allievi delle scuole dell’infanzia,primaria e medie dell’Istitutocomprensivo, mentre sul Quarin glistudenti della scuola primaria

A

La "Amadio" da caserma a parco urbano

L’inaugurazione dell’area cambierà volto alla città

Alla manifestazionein programma il 6 giugno

parteciperanno anchele associazioni parrocchiali

Cormons

metteranno a dimora alcune piante.Il festival AmbientArti proporrà anchealtri avvenimenti come concerti inpiazza Libertà e nella Sala civica. Da segnalare anche la Notte verde trasabato e domenica con una serie diappuntamenti sul Quarin a iniziaredalle 22 con visioni guidate delle stelleal telescopio a cura di Steno Ferluga; amezzanotte danze al chiarore dellaluna, all’1.30 "I bagni di gong" conRoberto Jarc e alle 5.16 concerto perpiano solo con Claudio Coianiz.Tornano al parco urbano dell’excaserma un’anteprima si è svoltadomenica scorsa con l’intitolazionedell’ex piazzale d’armi a GiovanniAmadio, il militare morto durante laprima guerra mondiale e al quale erastata intitolata la caserma, che dal1935 e fino al 2002 ha ospitatomigliaia di militari provenienti da ogniparte d’Italia. Con questa intitolazionesi è voluto fare memoria di una riccapagina di storia cormonese. La "Amadio" ha caratterizzato oltresessant’anni di vita del centrocormonese sotto il profilo economico

e anche sociale: i militari sono statiuna componente importante dellavita cittadina.Ora si cambia. Con la chiusura dellacaserma e la cessione dell’area alComune si è intrapresa una nuovastrada. La sua trasformazione in parcourbano cambierà il volto di Cormons:già l’abbattimento delle muraperimetrali sul lato di via Gorizia edegli edifici interni ha cambiato ilpanorama rendendolo più aperto conla visione del Quarin che appare intutta la sua magnificenza a chi entrain paese. Il recupero dell’area non è ancoracompletato: si devono ancoraabbattere gli edifici che insistono sullavia Madonnina, attrezzare il parco edecidere il futuro dei due complessiche la Soprintendenza ha vincolato: lapalazzina comando di via Roma e unadelle camerate che si afficciano sulpiazzale. Serviranno soldi e tempo, ma la stradaintrapresa è già ben segnata.

Fr. Fe.

Agenda

■ CormonsLucciolata 2015Sabato 30 maggio, partendo dallascalinata del Duomo, alle ore 19.15, altermine della Santa Messa prefestiva, siripeterà il tradizionale appuntamentodella Lucciolata per la raccolta fondi afavore della "Casa Via di Natale", unastruttura, presso il CRO di Aviano, cheospita gratuitamente i malati oncologiciterminali ed i loro parenti e che vivesolamente grazie alle donazioni. "Al di là di quanto verrà raccolto -sottolineano gli organizzatori - crediamosia bello e significativo esse e presentiper sentirci solidali con chi vive lamalattia sia come paziente sia comefamiliare".

■ Rosa MisticaConclusione del mesemarianoLa conclusione solenne del mese marianoverrà vissuto in Rosa Mistica, domenica31 maggio alle 18 con la preghiera delSanto Rosario ed a seguire la Santa MessaSolenne che sarà accompagnata dallaCorale di Sant’Adalberto con lapartecipazione del gruppo strumentale"Gli Archi dei Patriarchi". Al termine della Celebrazione Eucaristicaverranno proposti alcuni brani di A.Vivaldi dai concerti "Le QuattroStagioni" per violino.

■ BrazzanoPellegrinaggio La Comunità di Brazzano domenica 31maggio si recherà in pellegrinaggio apiedi sul Monte Quarin partendo dallaChiesa Parrocchiale alle 9. Alle 10.30nella Chiesetta della B.V. del Soccorso sulMonte verrà celebrata l’Eucarestia.

■ RuttarsConcertoCome da tradizione anche quest’anno è inprogramma il concerto di primavera nellachiesa di S. Vito e Modesto a Ruttars.L’appuntamento è per lunedì 1° giugno2015 alle ore 20.30. Nell’edizione 2015 si esibiranno i Solistidi Trieste che eseguiranno il seguenterepertorio: il Quintetto d’Archi n. 1 in Lamagg. op. 18 di Mendelssohn e ilQuintetto d’archi n. 1 in Fa magg. op 88 diBrahms.Il concerto è aperto a tutti ed è a ingressolibero. Al termine ci sarà un momento convivialecon tutti i presenti preparato dallefamiglie della comunità di Dolegna delCollio.

Corpus Domini: la festa del pane spezzatoGli orari delle celebrazioni nelle parrocchie dell’Unità pastorale cormonese

a Festa del Corpus Domini che si vi-vrà nelle Comunità della Collabora-zione Pastorale Cormonese, ricordache noi crediamo nella presenza di

Cristo in mezzo a noi nel segno efficace del-l’Eucarestia e nella Parola che riecheggia neinostri cuori. L’Eucarestia è il luogo della Co-munità per eccellenza. Il pane spezzato ri-porta all’unità, all’essenziale, al centro. Sia-mo cristiani perché Cristo ci ha chiamato, ciha scelto. La Chiesa non è il club dei braviragazzi che pregano Dio, ma la Comunitàdei diversi radunati nell’Unico Pane spez-zato. La comunità cristiana brazzanese si radu-nerà giovedì 4 giugno, Solennità del Corpus

Domini, alle ore 20.00 per la Celebrazione Eucaristica nella Chiesa Parrocchia-le di San Lorenzo a seguire la Processione lungo Via San Giorgio, Via Sottomon-te, Via Risorgimento, Via XXIV Maggio e Via San Giorgio; conclusione nella Chie-sa Parrocchiale di San Lorenzo.

L Nella chiesa di Santa Fosca sul Colle a Bor-gnano sabato 6 giugno 2015 alle ore 19.30 lacomunità cristiana celebrerà la Santa Mes-sa solenne del Corpus Domini a cui seguela Processione dalla Chiesa di Santa Foscasul Colle fino alla Chiesa di Santa Fosca nelpaese. La Santa Messa di domenica 7 giu-gno è sospesa a Borgnano.La Parrocchia di Dolegna celebrerà il Cor-pus Domini la sera di domenica 7 giugnocon la Celebrazione Eucaristica delle ore20.00 nella Chiesa di San Giuseppe a Dole-gna al termine della quale ci sarà la Pro-cessione lungo le vie del paese. Non vienecelebrata la Santa Messa festiva delle ore11.00 nella comunità di Dolegna.La comunità cristiana cormonese vivrà laSolennità del Corpus Domini con un’unicaCelebrazione Eucaristica che sarà officiataall’aperto, nelle vie e tra le case della citta-

dina. Il Consiglio Pastorale cormonese hascelto di celebrare un’unica santa Messa al-l’esterno per due motivazioni. La prima èvoler sottolineare che la Festa del CorpusDomini è la festa della comunità cristianache si riconosce nel Pane Spezzato. La se-conda è voler testimoniare di essere unacomunità parrocchiale in uscita che testi-monia la Misericordia di Dio nelle periferiedell’esistenza.Domenica 7 giugno alle 9.30 in Largo SanLuigi davanti al Convento di Rosa Misticasarà celebrata, quindi, la Santa Messa chesostituirà tutte le celebrazioni della dome-nica: sabato 6 giugno non viene celebrata laSanta Messa prefestiva delle ore 18.30 inDuomo e domenica 7 viene celebrata solouna Santa Messa alle 09.30 e sono sospesele Sante Messe delle ore 08.00, 10.00 e18.30.

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