12
, ( " 144 1. il cavallo deI Saracin: il cavallo di Man- dricardo, che, fuggendo spaventato, aveva trascinato nel fitto delJa boscaglia il suo padrone, col quale Orlando aveva dato ini- zio ad un duelJo. 2. andô ... in fallo: erro due giorni inu- tilmente. 3. spia: indizio. 4. di nativo ... distinto: bello e variopinto, con i colori della natura e adornato di molti begli alberi. 5. l'orezzo: l'ombra. 6. ignudo: per Ia calura. 7. né '" scudo: «cosiccMneppure a Or- lando era sgradita Ia frescura, essendo pro- tetto dall'armatura». 8. travaglioso ... crudo: ospitalità dolorosa e crudele (perché in questo luogo Orlando scopre che Angelica ama un altro uomo). 9. scritti: incisi. 10. esser di man: essere stati scritti da Angelica di suo pugno. 11. indi: a quelluogo. 12. nodi: i nomi di Angelica e Medoro sono fra loro intrecciati. 13. in cento locbi: ripetuti ovunque. 14. fiede: ferisce. 15. ch'al suo dispetto: suo malgrado. 16. scorza: corteccia. 17. note: caratteri. 18. Finger ... puote: pua essere frutto delia sua fantasia (Orlando si illude che il nome Medoro sia uno pseudonimo col quale Angelica intende alludere alui). 19. cognome: soprannome. 20. usando ... medesmo: ingannando se stesso. 21. che ... procacciando: (speranza) che a fatica riuscl a formulare. Ariosto ~ --",-"" ",",,,"..,!O, '~4'.' ~ La foBia di Orlando L 'episodio dellafollia di Orlando si distribuisce in numerosi canti, inframmezzato dalle vicende di molti altri personaggi, secondo la tec- nica dell'entreIacement. Isoliamo il nucleo centrale dell'episodio, in cui esplode la pazzia dell'eroe (canto XXIII, ottave 100jine; canto XXIV, ottave 1-1J,.). Canto XXIII 100 Lo strano corso che tenne il cavallo deI Saracin 1 peI bosco senza via, fece ch'OrIando ando duo giorni in fall02, né 10 trovo, né poté averne spia8. Giunse ad un rivo che parea cristallo, ne le cui sponde un bel pratel floria, di nativo color vago e dipinto, e di molti e belli arbori distint04. 101 Il merigge facea grato l'orezzo 5 aI duro armento et aI pastore ignudo 6; SI che né Orlando sentia alcun ribrezzo, che Ia corazza avea, l'elmo e 10 SCUd07. Quivi egli entro per riposarvi in mezzo; e v'ebbe travaglioso albergo e crud08, e piu che dir si possa empio soggiorno, quell'infelice e sfortunato giorno. 102 Volgendosi ivi intorno, vide scritti 9 molti arbuscelli in su l'ombrosa riva. Tosto che fermi v' ebbe gli occhi e fltti, fu certo esser di man 10 de Ia sua diva. Questo era un di quei lochi già descritti, ove sovente con Medor veniva da casa deI pastore indi 11 vicina Ia bella donna deI Catai regina. 103 Angelica e Medor con cento nodi 12 legati insieme, e in cento lochi 18 vede. Quante lettere son, tanti son chiodi coi quali Amore il cor gli punge e flede 14. Va col pensier cercando in mille modi non creder quel ch'al suo dispetto15 crede: ch'altra Angelica sia creder si sforza, ch'abbia scritto il suo nome in quella scorzal6. 104 Poi dice: - Conosco io pur queste notel7; di tal'io n'ho tante vedute e lette. Finger questo Medoro ella si puote 18: forse ch'a me questo cognome19 mette. - Con tali opinion daI ver remote usando fraude a sé medesm02O,stette ne Ia speranza il malcontento Orlando, che si seppe a se stesso ir procacciando 21.

La Folia Di Orlando_12pg

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1. il cavallo deI Saracin: il cavallo di Man-dricardo, che, fuggendo spaventato, avevatrascinato nel fitto delJa boscaglia il suopadrone, col quale Orlando aveva dato ini-zio ad un duelJo.2. andô ... in fallo: erro due giorni inu-tilmente.3. spia: indizio.4. di nativo ... distinto: belloe variopinto,con i coloridella natura e adornato di moltibegli alberi.5. l'orezzo: l'ombra.6. ignudo: per Ia calura.7. né

'"scudo: «cosiccMneppure a Or-

lando era sgradita Ia frescura, essendo pro-tetto dall'armatura».8. travaglioso ...crudo: ospitalità dolorosae crudele (perché in questo luogo Orlandoscopre che Angelica ama un altro uomo).9. scritti: incisi.10. esser di man: essere stati scritti daAngelica di suo pugno.11. indi: a quelluogo.12.nodi: i nomi di Angelica e Medoro sonofra loro intrecciati.13. in cento locbi: ripetuti ovunque.14. fiede: ferisce.15. ch'al suo dispetto: suo malgrado.16. scorza: corteccia.17. note: caratteri.18. Finger ... puote: pua essere fruttodelia sua fantasia (Orlando si illude che ilnome Medoro sia uno pseudonimo col qualeAngelica intende alludere alui).19. cognome: soprannome.20. usando ... medesmo: ingannando sestesso.21. che ... procacciando: (speranza) chea fatica riuscl a formulare.

Ariosto

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La foBia di Orlando

L 'episodio dellafollia di Orlando si distribuisce in numerosi canti,inframmezzato dalle vicende di molti altri personaggi, secondo la tec-nica dell'entreIacement. Isoliamo il nucleo centrale dell'episodio, incui esplode la pazzia dell'eroe (cantoXXIII, ottave 100jine; cantoXXIV,ottave 1-1J,.).

Canto XXIII

100 Lo strano corso che tenne il cavallodeI Saracin 1 peI bosco senza via,fece ch'OrIando ando duo giorni in fall02,né 10 trovo, né poté averne spia8.Giunse ad un rivo che parea cristallo,ne le cui sponde un bel pratel floria,di nativo color vago e dipinto,e di molti e belli arbori distint04.

101 Il merigge facea grato l'orezzo 5

aI duro armento et aI pastore ignudo 6;SI che né Orlando sentia alcun ribrezzo,che Ia corazza avea, l'elmo e 10 SCUd07.Quivi egli entro per riposarvi in mezzo;e v'ebbe travaglioso albergo e crud08,e piu che dir si possa empio soggiorno,quell'infelice e sfortunato giorno.

102 Volgendosi ivi intorno, vide scritti 9

molti arbuscelli in su l'ombrosa riva.Tosto che fermi v' ebbe gli occhi e fltti,fu certo esser di man10 de Ia sua diva.Questo era un di quei lochi già descritti,ove sovente con Medor venivada casa deI pastore indi 11 vicinaIa bella donna deI Catai regina.

103 Angelica e Medor con cento nodi 12

legati insieme, e in cento lochi18 vede.Quante lettere son, tanti son chiodicoi quali Amore il cor gli punge e flede14.

Va col pensier cercando in mille modinon creder quel ch'al suo dispetto15 crede:ch'altra Angelica sia creder si sforza,ch'abbia scritto il suo nome in quella scorzal6.

104 Poi dice: - Conosco io pur queste notel7;di tal'io n'ho tante vedute e lette.Finger questo Medoro ella si puote 18:forse ch'a me questo cognome19 mette. -Con tali opinion daI ver remoteusando fraude a sé medesm02O,stettene Ia speranza il malcontento Orlando,che si seppe a se stesso ir procacciando 21.

~,~,

22. in ragna o in visco: nella rete o nelvischio (metodi usati per l'uccelIagione).23. s'incurva ... d'arco: dove il monte, m-curvandosi, forma un arco simile ad unagrotta (ê quella dove Angelica e Medorohanno trascorso momenti di intensa feli-cità).24. coi ... storti: con i rami intrecciati.25. erranti: rampicanti.26. allotta: alIora.27. sentenzia: considerazione.28. culta ... linguaggio: espressa in unostile elegante, nella sua lingua (Medoro êsaraceno).29. spelunca opaca: grotta protetta dalIaluce.30. commodità: protezione.31. meni: conduca.32. che proveggia ... greggia: che prov-veda affinché nessun pastore conduca ilgregge in questo luogo.33. come latino: come fosse Ia sua lingua.34. ch'avea pronte: che parlava fluente-mente.35. gli schivô: gli evitõ.36. scontargli: fargli scontare tutti i van-taggi.

145105 Ma sempre piu raccende e piu rinuova,

quanto spenger piu cerca, il rio sospetto:come l'incauto augel che si ri trovain ragna o in visco22 aver dato di petto,quanto piu batte rale e piu si provadi disbrigar, piu vi si lega stretto.Orlando viene ove s'incurva il montea guisa d'arc023 in su Ia chiara fonte.

106 Aveano in su l' entrata il luogo adornocoi piedi storti 24 edere e viti erranti 26.

Quivi soleano aI piu cocente giornostare abbracciati i duo felici amanti.V'aveano i nomi lor dentro e d'intorno,piu che in altro dei luoghi circonstanti,scritti qual con carbone e qual con gesso,e qual con punte di coltelli impresso.

107 Il mesto conte a pie quivi discese;e vide in su l' entrata de Ia grottaparole assai, che di sua man disteseMedoro avea, che parean scritte alIotta 26.

DeI gran piacer che ne Ia grotta prese,questa sentenzia 27 in versi avea ridotta.Che fosse culta in suo linguaggi028 io penso;et era ne Ia nostra tale il senso:

108 «Liete piante, verdi erbe, limpide acque,spelunca opaca29 e di fredde ombre grata,dove Ia belIa Angelica che nacquedi Galafron, da molti invano amata,spesso ne le mie braccia nuda giacque;de Ia commodità 30 che qui m'e data,io povero Medor ricompensarvid'altro non posso, che d'ognior lodarvi;

109 e di pregare ogni signore amante,e cavallieri e damigelIe, e ognunapersona, o paesana o viandante,che qui sua volontà meni31 o Fortuna;ch'alI'erbe, alI'ombre, alI'antro, aI rio, alIe piantedica: benigno abbiate e sole e luna,e de le ninfe il coro, che proveggiache non conduca a voi pastor mai greggia»32.

110 Era scritto in arabico, che '1 conteintendea cOSIben come latino33:fra molte lingue e molte ch'avea pronte34,prontissima avea quelIa il paladino;e gli schivÕ36piu volte e danni et onte,che si trovõ tra il popul saracino:ma non si vanti, se già n'ebbe frutto,ch'un danno or n'ha, che puõ scontargli 36 il tutto.

Orlando .furioso

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37. ai ...indifferente: lui stesso non dif-ferente dai sasso.38. si lassa: si abbandona.39. tutti ... passa: supera tutti gli altri.40. nê potê ... pianto: e, a causa dei dolore,non riusci ad esprimere i lamenti (querele)con parole (voce) e il desiderio di lacrimecon il pianto.41. restar: fermarsi (indica Ia difficoltà adefluire).42. vase: bottiglia.43. Ia bocca: il collo.44. che ... a fatica: che, capovolto di colpo,lascia uscire con difficoltà il liquido checontiene.45. che voglia... pera: ancora una conget-tura: forse ê una macchinazione volta acoprire d'infamia Angelica o a rendere luitanto geloso da morirne.46. Ia man di lei: Ia grafia di Angelica.47. debol speme: tenue speranza.48. sveglia: risveglia.49. il dosso preme: sale in groppa.50. dando ...loco: quando il sole, ai tra-monto, cede il passo alia luna.51. da le vie supreme: dalla sommità (daicomignoli).52. vapor dei fuoco: fumo (le indicazioniricordano i versi conclusivi della BucolicaI di Virgilio).53. Languido: indebolito.54. discreto: zelante.55. a forbir: a lucidare.56. alta avventura: di essere amato daAngelica.

Ariosto

111 Tre volte e quattro e sei lesse 10 scrittoquelIo infelice, e pur cercando invanoche non vi fosse quel che v'era scritto;e sempre 10 vedea piu chiaro e piano:et ogni volta in mezzo il petto afflittostringersi il cor sentia con fredda mano.Rimase aI fin con gli occhi e con Ia mentefissi nel sasso, aI sasso indifferente37.

112 Fu alIora per uscir deI sentimento,si tutto in preda deI dolor si lassa 38.

Credete a chi n'ha fatto esperimento,che questo ê '1 duol che tutti gli altri passa 39.

Caduto gli era sopra il petto il mento,Ia fronte priva di baldanza e bassa;né poté aver (che '1 duol l'occupõ tanto)alIe querele voce, o umore aI pianto 40.

113 L'impetüosa doglia entro rimase,che volea tutta uscir con troppa fretta.Cosi veggiàn restar41 l'acqua nel vase42,che largo il ventre e Ia bocca 43 abbia stretta;che nel voltar che si fa in su Ia base,rumor che vorria uscir, tanto s'affretta,e ne l'angusta via tanto s'intrica,ch'a goccia a goccia fuore esce a fatica44.

114 Poi ritorna in sé alquanto, e pensa comepossa esser che non sia Ia cosa vera:che voglia alcun cosi infamare il nomede Ia sua donna e crede e brama espera,o gravar lui d'insopportabil sometanto di gelosia, che se ne pêra 46;

et abbia quel, sia chi si voglia stato,molto Ia man di lei46 bene imitato.

115 In cosi poca, in cosi debol speme 47

sveglia 48 gli spirti e gli rifranca un poco;indi aI suo Brigliadoro il dosso preme 49,

dando già il sole alIa sorelIa loc06O.Non molto va, che da lp. vie supreme61dei tetti uscir vede il vapor deI fuoco 62,

sente cani abbaiar, muggiare armento;viene alIa vilIa, e piglia alIoggiamento.

116 Languido 53 smonta, e lascia Brigliadoroa un discreto64 garzon che n'abbia cura:altri il disarma, altri gli sproni d'orogli leva, altri a forbir66 va l'armatura.Era questa Ia casa ove Medorogiacque ferito, e v' ebbe alta avventura 56.

Corcarsi Orlando e non cenar domanda,di dolor sazio e non d'altra vivanda.

57. le labra chete: tiene Ia bocca chiusa.58. usar ... stesso: ingannarsi.59. e: c'e.60. voria levarIa: vorrebbe alleviarla.61. dilettevole: fu motivo di grande pia-cere.62. senza rispetto: senza reticenze.63. villa: casa.64. in pochi di guarilla: Angelica era fral'altro esperta conoscitrice delle erbe e deiloro poteri.65. loco: scampo.66. si condusse: si ridusse a.67. AlI'ultimo ... ridusse: Ia conclusionedella vicenda fu.68. mercede: ricompensa.69. secure: scure.70. il manigoldo ... satolIo: l'amore aguz-zino(manigoldo) fu sazio (satolIo) di aver-gli inflitto innumerevoli colpi.71. põlIo: 10puà.72. scocchi: erompa.73. senza ...rispetto: senza il pudore pro-vocato dalla presenza di estranei.74. con ... ruote: rivoltandosi di continuo.75. tutto ... letto: cercando in tutto illettouna posizione tollerabile.

147117 Quanto piu cerca ritrovar quiete,

tanto ritrova piu travaglio e pena;che de l' odiato scritto ogni parete,ogni uscio, ogni finestra vede piena.Chieder ne vuol: poi tien le labra chete 57;

che teme non si far troppo serena,troppo chiara Ia cosa che di nebbiacerca offuscar perché men nuocer debbia.

118 Poco gli giova usar fraude a se stesso 58;

che senza domandarne, ê59 chi ne parIa.Il pastor che 10 vede cOSIoppressoda sua tristizia, e che voria levarIa 60,l'istoria nota a sé, che dicea spessodi quei duo amanti a chi volea ascoltarla,ch'a molti dilettevole61 fu a udire,gl'incominciô senza rispett062 a dire:

119 come esso a prieghi d' Angelica belIaportato avea Medoro alIa sua villa63,

ch' era ferito gravemente; e ch' elIacurô Ia piaga, e in pochi dI guarilla 64.:

ma che nel cor d'una maggior di que lIalei ferI Amor; e di poca scintillal'accese tanto e SI cocente fuoco,che n'ardea tutta, e non trovava loc065:

120 e sanza aver rispetto ch' elIa fussefiglia deI maggior re ch'abbia il Levante,da troppo amor constretta si condusse 66

a farsi moglie d'un povero fante.AlI'ultimo l'istoria si ridusse67,che '1 pastor fe' portar Ia gemma inante,ch' alIa sua dipartenza, per mercede 68

deI buono albergo, Angelica gli diede.

121 Questa conclusion fu Ia secure 69

che '1 capo a un colpo gli levô daI colIo,poi che d'innumerabil battituresi vide il manigoldo Amor satolIo 70.

Celar si studia Orlando il duolo; e purequel gli fa forza, e male asconder pôlIo 71:per lacrime e suspir da bocca e d' occhiconvien, voglia o non voglia, aI fin che scocchi72.

122 Poi ch'alIargare il freno aI dolor puote(che resta solo e senza altrui rispetto) 73,

giu dagli occhi rigando per le gotesparge un fiume di lacrime sul petto:sospira e geme, e va con spesse ruote 74

di qua di là tutto cercando illetto 75;

e piu duro ch'un sasso, e piu pungenteche se fosse d'urtica, se 10 sente.

Orlando furioso

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148

76. drudo: amante. Ma in realtà nell'u-nione non vi era nulla di ilJegittimo: Me-doro era il marito di Angelica.77. gli casca: gli diventa.78. alIa... frasca: dove il bosco ê piu fittoe quindi buio.79. gli ê aviso: si rende conto.80. non resta: non smette.81. Fugge cittadi: I'iperbole caratterizzaIa follia di Orlando.82. si vivace: tanto inesauribile.83. Non suppliron: le lacrime non sonostate sufficienti aI mio dolore.84. vitale umore: Orlando vede deftuire Iasua linfa vitale, spinta dai fuoco d'amore.85. questo vento: i sospiri.86. mentre ... mai?: come ê possibile cheAmore permetta che una persona stia sem-pre nel fuoco e non si consumi mai?87. mancando di fé: non corrispondendoalla sua fedeltà in amore.88. 10 spirto: I'ombra.89. avanza: resta.

Ariosto

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128

123 1n tanto aspro travaglio gli soccorreche nel medesmo letto in che giaceva,l'ingrata donna venutasi a porrecol suo drudo 76 piu volte esser doveva.Non altrimenti or quella piuma abborre,né con minor prestezza se ne leva,che de l'erba il villan che s'era messoper chiuder gli occhi, e vegga il serpe appresso.

124 Quelletto, quella casa, quel pastoreimmantinente in tant'odio gli casca 77,che senza aspettar luna, o che l'alboreche va dinanzi aI nuovo giorno nasca,piglia l'arme e il destriero, et esce fuoreper mezzo il bosco alla piu oscura frasca 78;

e quando poi gli ê aviso 79 d'esser solo,con gridi et urli apre le porte aI duolo.

125 Di pianger mai, mai di gridar non resta 8°;né Ia notte né '1 dI si dà mai pace.Fugge cittadi 81 e borghi, e alla forestasul terren duro aI discoperto giace.Di sé si maraviglia ch'abbia in testauna fontana d'acqua SI vivace82,e come sospirar possa mai tanto;espesso dice a sé cOSInel pianto:

126 - Queste non son piu lacrime, che fuorestillo dagli occhi con SI larga vena.Non suppliron 83 le lacrime aI dolore:finlr, ch'a mezzo era il dolore a pena.DaI fuoco spinto ora il vitale umore84fugge per quella via ch'agli occhi mena;et ê quel che si versa, e trarrà insiemee '1 dolore e Ia vita all'ore estreme.

127 Questi ch'indizio fan deI mio tormento,sospir non sono, né i sospir son tali.Quelli han triegua talora; io mai non sentoche '1 petto mio men Ia sua pena esali.Amor che m'arde il cor, fa questo vent085,mentre dibatte intorno aI fuoco l'ali.Amor, con che miracolo 10 fai,che 'n fuoco il tenghi, e nol consumi maj86?

Non son, non sono io quel che paio in viso:quel ch'era Orlando ê morto et ê sotterra;Ia sua donna ingratissima l'ha ucciso:SI, mancando di fé87,gli ha fatto guerra.10 son 10spirto88 suo da lui diviso,ch'in questo inferno tormentandosi erra,acciô con l'ombra sia, che sola avanza89,esempio a chi in Amor pone speranza. -

90. 10 torno: 10riportõ.91. insculse I'epigramma: scoIpi i versid'amore.92.dramma: goccia. La drammaê I'ottavaparte di un' oncia, quindi una quantità pic-colissima.93. Cosi restàr ... gregge: ia grotta e glialberi, su cui erano scoIpiti i monogrammidi Angelica e Medoro, furono ridotti inmodo taIe che non offrirono piu ombra nêfresco ai pastori.94. da sommo ad imo: da cima a fondo.95. Ia lena vinta: ia resistenza venutameno.96. si serba: rimane.97. che '1 sole ... sotto: per tre giorni.98. commosso: sconvoIto.99. e maglie e piastre: sono quelle dell'ar-matw'a.100. l'usbergo: Ia corazza.101. differente albergo: diversa collo-cazione.102. I'ispido: irsuto.103.de Ia piu: di una piu grande di questa.104. bipenne: i'ascia.105. crollo: scrollone.

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129 Pel bosco erro tutta Ia notte il conte;e alIo spuntar delIa diurna fiamma10 torno 90 il suo destin sopra Ia fontedove Medoro insculse l'epigramma91.Veder l'ingiuria sua scritta nel montel'accese SI, ch'in lui non resto dramma 92

che non fosseodio, rabbia, ira e furore;né piu indugio, che trasse il brando fuore.

130 Taglio 10 scritto e '1 sasso, e sin aI cieloa volo alzar fe' le minute schegge.Infelice quelI'antro, et ogni steloin cui Medoro e Angelica si legge!CosI restàr quel dI, ch' ombra né gieloa pastor mai non daran piu, né a gregge93:e quelIa fonte, già SI chiara e pura,da cotanta ira fu poco sicura;

131 che rami e ceppi e tronchi e sassi e zolIenon cesso di gittar ne le belI'onde,fin che da sommo ad imo94 SI turbolIe,che non furo mai piu chiare né monde.E stanco aI fin, e aI fin di sudor molIe,poi che Ia lena vinta 96 non rispondealIo sdegno, aI grave odio, alI' ardente ira,cade sul prato, e verso il ciel sospira.

132 Mflitto e stanco aI fin cade ne l'erba,e ficca gli occhi aI cielo, e non fa motto.Senza cibo e dormir cOSIsi serba 96,

che '1 sole esce tre volte e torna sotto 97.

Di crescer non cesso Ia pena acerba,che fuor delsenno aI fin l'ebbe condotto.Il quarto dI, da gran furor commosso 98,e maglie e piastre 99si straccio di dosso.

133 Qui riman l' elmo, e là riman 10 scudo,lontan gli arnesi, e piu lontan l'usbergo 100:

l'arme sue tutte, in somma vi concludo,avean pel bosco differente albergo 101.

E poi si squarcio i panni, e mostro ignudol'ispido 102 ventre e tutto '1 petto e '1 tergo;e comincio Ia gran foHia, SI orrenda,che de Ia piu 108non sarà mai ch'intenda.

134 In tanta rabbia, in tanto furor venne,che rimase offuscato in ogni senso.Di tor Ia spada in man non gli sovenne;che fatte avria mirabil cose, penso.Ma né quelIa, né scure, né bipenne104

era bisogno aI suo vigore immenso.Quivi fe' ben de le sue prove eccelse,ch'un alto pino aI primo crolIo106 svelse:

Orlando furioso

150

106. ebuli o aneti: sambuchi o finocchi.107. illiei: lecci.108. Quel ...antiche: «queIlo che fa conle erbe e i cespuglietti un cacciatore perpredisporre Ia piazzola pulita per coIlocarele reti, queIlo faceva congli antichi alberidi alto fusto».109. pania: una sostanza particolarmentevischiosa e adesiva ottenuta daIle bacchedei vischio. Si cosparge sui rami per cat-turare gli uccelli.110. v'inveschi: vi resti intrappolato.111. insania: follia.112. se ben: sebbene.113. fallire: smarrire.114. a chi ...s'invecchia: chi perdura nel-l'errore di innamorarsi.115. faIlo: errore.116. ho ... intervaIlo: Ia follia d'amorelascia qualche intervaIlo di lucidità utile achi voglia ravvedersi. Forse c'ê una memo-ria degli «intervaIla insaniae» nel corso deiquali, secondo Svetonio, Lucrezio composeil De rerum natura.117. d'useir ...baIlo: di non essere piu vit-tima deIl'amore.118. tosto: subito.119. trattesi ... avea: si era spogliato deIlearmi e le aveva sparpagliate per il campo.120. brando: Ia spada.

Ariosto

135 e svelse dopo il primo altri parecchi,come fosser finocchi, ebuli o aneti 106;

e fe' il simil di querce e d'olmi vecchi,di faggi e d'orni e d'illicP07 e d'abeti.Quel ch'un ucelIator, che s'apparecchiil campo mondo, fa per por le retidei giunchi e de le stoppie e de l'urtiche,facea de cerri e d'altre piante antiche 108.

136 I pastor che sentito hanno il fracasso,lasciando il gregge sparso alIa foresta,chi di qua, chi di lã, tutti a gran passovi vengono a veder che cosa e questa.Ma son giunto a quel segno il qual s'io passovi potria Ia mia istoria esser molesta;et io Ia vo' piu tosto diferire,che v'abbia per lunghezza a fastidire.

Canto XXIV

1 Chi mette il pie su l'amorosa pania 109,cerchi ritrarlo, e non v'inveschi 110 l'ale;che non e in somma amor, se non insania 111,a giudizio de' savi universale:e se ben 112 come Orlando ognun non smania,suo furor mostra a qualch'altro segnale.E quale e di pazzia segno piu espressoche, per altri voler, perder se stesso?

2 Varii gli effetti son, ma Ia pazziae tutt'una perõ, che li fa uscire.Gli e come una gran selva, ove Ia viaconviene a forza, a chi vi va, fallire 113:chi su, chi giu, chi qua, chi lã travia.Per coneludere in somma, io vi vo' dire:a chi in amor s'invecchia 11" oltr' ogni pena,si convengono i ceppi e Ia catena.

3 Ben mi si potria dir: - Frate, tu vail'altrui mostrando, e non vedi il tuo falI0115.-10 vi rispondo che comprendo assai,or che di mente ho lucido intervalIo 116;

et ho gran cura (e spero farlo ormai)di riposarmi e d'uscir fuor di ballo117:ma tosto118far, come vorrei, nol posso;che '1 male e penetrato infin all'osso.

4 Signor, ne l'altro canto io vi diceache '1 forsennato e furIoso Orlandotrattesi l'arme e sparse aI campo avea1l9,squarciati i panni, via gittato il brando 12°,svelte le piante, e risonar facea

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121. cavi sassi: grotte.122. alte: fltte.123.in subitana tema: per un improvvisotimore.124. ratto: rapido.125. scema: priva.126. pome: i frutti.127. vago: bei.128. novissimo di: il giorno deI giudizio.129. ch'ebbono ...presto: ebbero prontiil piede e Ia saggia decisione.130. Non saria ... armento: Orlando nonli ghermisce perché il suo interesse ê ri-volto ai loro armenti, non certo perché siatroppo lento per raggiungerli.131.accorti: attenti a quanto era accadutoagli altri.132. marre: zappe.133. propinque ville: località vicine.134. rusticane: di contadini.135. frombe: fionde.136. villanesco: approssimativo perchéorganizzato da contadini inesperti di tat-tica militare.137. salso lito: Ia riva deI mare.138. austro: vento deI sud.139. umore: acqua.140.e ne ... sferza: flagella piu estesamen-te Ia sabbia della riva.141. empia: ostile, feroce.142. esperimento: prova.

151i cavi sassp21e l'alte122 selve; quandoalcun' pastori aI suon trasse in quellatolor stella, o qualche lor grave peccato.

5 Viste deI pazzo I'incredibil provepoi piu d'appresso e Ia possanza estrema,si voltan per fuggir, ma non sanno ove,si come avviene in subitana tema 123.

Il pazzo dietro lor ratto 124 si muove:uno ne piglia, e deI capo 10scema 125

con Ia facilità che torria alcunoda l'arbor pome126,o vagol27fior daI pruno.

6 Per una gamba il grave tronco prese,e quello uso per mazza adosso aI resto:in terra un. paio addormentato stese,ch'al novissimo di 128 forse fia desto.Gli altri sgombraro subito il paese,ch' ebbono il piede e il buono aviso presto 129.

Non saria stato il pazzo aI seguir lento,se non ch' era già volto alloro armento 130.

7 Gli agricultori, accorti 131 agli altru' esempli,lascian nei campi aratri e marre 132 e falei:chi monta su le case e chi sui templi(poi che non son sicuri olmi né salci),onde I'orrenda furia si contempli,ch' a pugni, ad urti, a morsi, a graffi, a calei,cavalli e buoi rompe, fraccassa e strugge;e ben ê corridor chi da lui fugge.

8 Già potreste sentir come ribombel'alto rumor ne le propinque ville 133

d'urli e dicorni, rusticane 134 trombe,e piu spesso che d'altro, il suon di squille;e con spuntoni et archi e spiedi e frombe 135

veder dai monti sdrucciolarne mille,et altritanti andar da basso ad alto,per fare aI pazzo un villanesco 136 assalto.

9 Qual venir suol nel salso lito 137 l'ondamossa da l'austro138 ch'a principio scherza,che maggior de Ia prima ê Ia seconda,e con piu forza poi segue Ia terza,et ogni volta piu l'umore 139 abonda,e ne l'arena piu stende Ia sferza 140;

tal contra Orlando l'empia141 turba cresce,che giu da balze scende e di valli esce.

10 Fece morir diece persone e diece,che senza ordine alcun gli andaro in mano:e questo chiaro esperimento 142 fecech'era assai piu sicur starne lontano.

Orlando furioso

152Trar sangue da quel corpo a nessun Ieee 143,

che 10 fere 144 e percuote il ferro invano.AI conte il re deI ciel tal grazia diede,per porlo a guardia di sua santa fede.

11 Era a periglio145 di morire Orlando,se fosse di morir stato capace.Potea imparar ch'era a gittare il brando,e poi voler senz'arme essere audace.La turba giã s'andava ritirando,vedendo ogni suo colpo useir fallace 146.

Orlando, poi che piil nessun l'attende,verso un borgo di case il camin prende.

Dentro non vi trovô piccol né grande,che '1 borgo ognun per tema 147 avea lasciato.V'erano in copia148povere vivande,convenienti a un pastorale stato 149.

Senza il pane discerner da le giande 150,

daI digiuno e da l'impeto cacciatol6l,le mani e il dente lasciô andar di bottoin quel che trovô prima, o crudo o cotto 152.

12

13 E quindi errando per tutto il paese,dava Ia caccia e agli uomini e alle fere;escorrendo pei boschi talor presei capri isnelli e le damme153leggiere.Spesso con orsi e con cingiai154 contese,e con man nude li pose a giacere;e di lor carne con tutta Ia spoglia155

piil volte il ventre empl con fiera voglia.

143. Ieee: ê lecito.144. fere: ferisce.145. periglio: rischio.146.coIpo ...fallace: ogni percossa andarea vuoto.147. tema: timore.148. copia: abbondanza.149. stato: condizione.150. giande: ghiande, cibo non comme-stibile.151. cacciato: spinto.152.crudo o cotto: dato significativo dellafollia e della degradazione animaIesca ê Ianon distinzione tra cotto e crudo.153. damme: daine.154. cingiai: cinghiaIi.155. con ...spoglia: senza aver Ievato Iapelle.156. discorre: corre attraverso.

14 Di qua, di lã, di su, di giil discorre156

per tutta Francia; e un giorno a un ponte arriva,sotto cui largo e pieno d'acqua correun fiume d'alta e di scoscesa riva.Edificato accanto avea una torreche d'ogn'intorno e di lontan scopriva.Quel che fe' quivi, avete altrove a udire;che di Zerbin mi convien prima dire.

ANALISI DEL TESTO

La critica deU'idealismo cortese.

E l' episodio che dà il titoIo aI poema: e questo basta a segnalarci che si tratta di unmomento narrativo di importanza centrale, denso di significati. Vi ritroviamo il tema fon-damentale deI desiderio che spinge I'uomo all'«inchiesta», all'instancabile ricerca dell'og-getto desiderato: desiderio vano, oggetto sempre sfuggente e inafferrabile, inchiesta neces-sariamente fallimentare. Orlando, che ha fin qui inseguito invano Angelica, che sempre glisfugge, incontra ora, nella grotta e poi nella capanna deI pastore, Ia prova inconfutabileche l' oggetto ê per lui perduto per sempre. Ma, nel personaggio di Orlando, desiderio e«inchiesta» hanno caratteri peculiari, sicché si caricano di valenze ulteriori. La tenacia con

Ariosto

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Orlandoperfetto aDBantecortese

Gli autoingannie l'incapacitàdi adattarsiaI reaIe

La follia,rovesciaDBentodell'aDBor cortese

La cavalleria siautodistrugge

La poIeDBicacontroIa civiltàcortigiana

La parodiadeI petrarchisDBo

L'aDBore coniugaIe

153

cui Orlando insegue Angelica e Ia fedeltà indefettibile nei suoi confronti fanno dell'eroe unperfetto amante secondo i codici cortesi. La donna amata e da lui sottoposta ad una totaleidealizzazione: Angelica e una dea, una creatura di assoluta perfezione, da adorare e ser-vire con umile devozione. In questo, Orlando si rivela privo di una virtu che Ariosto ritieneessenziale all'uomo, Ia duttilità nell'adattarsi alle varie situazioni proposte dalla Fortunamutevole, il pragmatico realismo. Orlando, ossessivamente fisso nel suo amore, non si piegaad accettare oggetti sostitutivi, un'arma, un eavallo, un'altra donna, come altri personaggipiu pragmatici (Ferrau, Mandrieardo, 10stesso Rodomonte, che quasi impazzisce per il tra-dimento di Doralice, ma subito si innamora di Isabella: canti I, XII, XIV, XXIX, efr. i TT5-6,e 9-10). E proprio gli autoinganni che si eostruisce rivelano Ia sua incapacità di adattarsiaI reale: pur di non accettare una realtà sgradevole Orlando preferisce costruirsene unafittizia. Per questo il fortissimo eroe si trova inerme e vulnerabile di fronte alla realtà effet-tuale, che smentisce ogni idealizzazione. E ciõ 10induce a smarrire Ia via giusta, a restareimpigliato nella trama dell'«errore», a perdere il senno. La fissazione idealizzante su unoggetto, priva di realismo, ê l'antecedente diretto della foBia.

Il furore di Orlando appare quindi come il rovesciamento ironico di una concezionesubli-mante e idealizzante dell'amore, Ia eoncezione cortese, ehe nella civiltà rinascimentale siera rivestita delle forme deI platonismo (Bartlett Giamatti): nel suo caso, con l'esito dellapazzia, l'amore e Ia fedeltà alla donna non nobilitano l'uomo ad una eondizione spiritual-mente superiore, ma 10degradano ad una condizione bestiale. Si pensi all'insistenza sull'a-spetto fisico di Orlando, nudo ed irsuto come una bestia feroce, ehe gareggia eon le altrebelve nella corsa e nella lotta e si ciba delle loro carni crude. Con l'amor cortese sono stret-tamente legati i valori cavallereschi, Ia prodezza, l'onore, Ia magnanimità; ebbene, Ia caval-leria, portata sino alle estreme conseguenze della foBia,finisee per autodistruggersi: Orlandosi spoglia delle sue armi, e soprattutto getta Ia spada, che ê il simbolo per eccellenza delladignità cavalleresca (e, come ê stato notato, Ia dispersione delle armi, nelle quali consistevaIa sua essenza di cavaliere, sembra allusiva alla divisionedell'io). Non solo, ma l'eroe, invecedi prodigare Ia sua forza per nobilifini, Ia difesa della fede e dei deboli,e per eompiere impresemirabili, degne di gloria eterna, Ia spreca distruggendo cose vili (alberi, sassi), abbassandosia far Ia guerra a una masnada di villani, o, nel colmodell'abiezione, nel far strage di animali.

Non si dimentichi che l'amor platonico, insieme con il culto delle virtu cavalleresche,era uno dei valori fondamentali della società cortigiana. Noi conosciamo, in particolare dalleSatire, Ia profonda avversione che Ariosto nutriva per l'ambiente della corte (cfr. TT1-2):allora, nella foBiadi Orlando, nella degradazione da essa prodotta dell'amor platonico e dellacavalleria, si puõ vedere trasposta in cifra una sottile, segreta polemica contro Ia civiltàcortigiana e i suoi valori. Una polemica che investe anche le forme letterarie. L'espressionedell'idealismoamoroso platonizzante era essenzialmente il petrarchismo: e in effetti, in questoepisodio, si puõ cogliere una sfumata, maliziosa parodia della poesia petrarchista contem-poranea, deI suo linguaggio e delle sue immagini. Ci riferiamo soprattutto aI monologo diOrlando alle ottave 126-128:l'eroe parIa facendo ricorso ai "concettini" correnti deI petrar-chismo, le lacrime ormai esaurite e sostituite dall'umor vitale, i sospiri che sono il ventoprovocato dalle ali che Amore sbatte per attizzare il fuoco nel suo cuore. Ariosto, secondoil suo solito, non ricorre alla parodia aperta, violentemente beffarda e caricaturale: si limitaa caricare leggermente le immagini e le espressioni, ad andare un po' sopra le righe, edin tal modo fa venire alla luce tutta Ia convenzionalità artificiosa e l'assurdità di quelle con-cezionie di quellinguaggio codificato, manifestando cosi sornionamente ma corrosivamenteIa propria irrisione. I valori in cui Ariosto crede sono diversi: come sappiamo sempre dalleSatire (che sono Ia chiave migliore per penetrare nell'universo deIFurioso), alIavita di corte,con i suoi onori, il suo fasto, le gare di ambizione e le invidie, contrappone Ia vita domestica,modesta ma serena e raccolta negli affetti e negli studi; all'amor cortese e platonico-petrarchesco contrappone l'amore coniugale. Se l'amor cortese, come Ia sorte di Orlandoinsegna, porta alla foBiae a smarrire il dominio razionale di sé (uno dei valori centrali dellaconcezione dell'uomo rinascimentale), l'amore coniugale consente di imbrigliare le passionie di conservare l'equilibrio razionale. Alla follia e alla degradazione animalesca di Orlandosi contrappone infatti, nell'architettura deI poema, il percorso di formazione di Ruggiero,che proprio grazie all'amore di tipo" coniugale" di Bradamante, che si concluderà col matri-monio, da giovane incostante, facHea deviare dai propositi e a seguire gli impulsi e le pas-sioni (si pensi all'episodio di AIcina, Tll, ma anche aI fulmineo desiderio per Angelica dalui saIvata daI mostro) impara a disciplinare se stesso e a indirizzare le sue forze a nobilifini.

Orlando furioso

, 154L 'impianto narrativo e l 'ironia.

L'episodio ê scandito strutturalmente in tre sequenze: 1) Ia scoperta degli amori di Ange-lica e Medoro e gli autoinganni con cui Orlando cerca di soffocare il dolore; 2) Ia confermainequivocabile ottenuta nella casa deI pastore e l'esplodere della sofferenza; 3) Ia follia verae propria e il suo furore distruttivo. Attraverso questi tre momenti narrativi si sviluppacon sottigliezza di gradazioni e di sfumature il processo psicologico che porta il personaggioalla follia. Ma occorre precisare Ia natura dell'analisi psicologica nel Furioso. Si tratta diun'analisi ben diversa da quella che si affermerà nel romanzo realistico ottocentesco: là siavrà l'indagine sui processi psicologici di un individuo particolare, dalla fisionomia perso-nale, unica e inconfondibile (si pensi a Gertrude e a don Abbondio nei Promessi sposi, o aIJulien Sorel deI Rosso e il nero di Stendhal, o aI Raskolnikov di Delitto e castigo di Dostoiev-skij); in Ariosto si ha invece 1'analisi di processi psicologici tipici, senza connotazioni indivi-duali e personali. Tn altre parole, in questo episodio non abbiamo Ia psicologia di Orlando,visto come individuo singolo, concreto, non confondibile con nessun altro, ma Ia psicologiadell'innamorato infelice in generale e in astratto; le sofferenze di Orlando non sono le sof-ferenze di un individuo coIto nella sua unicità irripetibile, ma le sofferenze di chiunque. IIsenso dell'individualità concreta sarà una prerogativa deI realismo moderno: Ariosto restanegli orizzonti della psicologia classica, che costruiva esempi tipici e generali. Con questo,non si vogliono affatto stabilire gerarchie di valore: si vogliono semplicemente sottolineareconcezioni diverse, proprie di civiltà diverse.

II sostrato ideologico dell'episodio, si ê detto, ê una sottile polemica contro gli idoli dellacultura cortigiana, 1'amore idealizzato e i valori cavallereschi: Ia polemica non ê mai direttaed esplicita, ma si manifesta nei modi consueti di Ariosto, con l'ironia. Essa ê in primo luogoironia oggettiva, che scaturisce dai meccanismi stessi deI racconto, daI suo montaggio: intal caso alla base vi ê sempre una sproporzione, un contrasto implicito. CosI avviene quandoOrlando, prode cavaliere, getta via le armi e appare quale irsuta bestia, o quando, invecedi combattere altri cavalieri, si scontra con i villani. Ironico ê il contrasto tra illuogo amenoe idillico in cui Orlando giunge in apertura di episodio, credendo di potervi trovare ristoroe riposo, e Ia sventura che vi incontra, scoprendovi il "tradimento" di Angelica: l'ironia ogget-tiva ê qui data daI gioco beffardo della Fortuna, che si compiace di rovesciare le aspettativee i progetti degli uomini. Lo stesso avviene quando Orlando giunge proprio alla casa cheaveva ospitato Angelica e Medoro, e quando il pastore, per rallegrare l'ospite, gli raccontaIa storia dei due amanti, mostrando ingenuamente Ia gemma ottenuta in ricompensa.

Oltre che dai meccanismi oggettivi deI racconto, l'ironia puõ scaturire anche da inter-venti diretti della voce narrante, che sottolineano esplicitamente un contrasto o una spro-porzione. Nel momento in cui esplode il furore di Orlando, il narratore sottolinea che l'eroeavrebbe fatto «mirabil cose» se non avesse gettato via Ia spada, e subito dopo definisce «proveeccelse» 10 sradicare con irrisoria facilità gli alberi: il contrasto che si crea tra le formuleepiche e il folle accanimento sugli oggetti inerti che degrada 1'eroe ê 1'indizio dell'ironia.Valore ironico ha poi tutta una serie di paragoni che, come di consueto, abbassano Ia sta-tura epica dell'eroe, pur senza stravolgerla in aperta caricatura e irriverente sberleffo: Iasimilitudine deI vaso daI collo troppo stretto, da cui illiquido «a goccia a goccia fuor escea fatica», l'immagine delletto che sembra ad Orlando pieno di ortiche, o dell'uccellatoreche sgombra il campo delle erbacce per stendere le sue reti: l' accostamento a queste realtàquotidiane e prosaiche, abbassando Ia figura dell'eroe, produce un effetto straniante sullasua dignità epico-cavalleresca. Straniante ê Ia fittizia limitazione dell'onniscienza deI nar-ratore, come avviene a proposito della scritta di Medoro: «Che fosse culta in suo linguaggioio penso»: il narratore, che di norma ê onnisciente, nel suo gioco ironico finge di avere un'in-formazione limitata, ottenendo cos) l'effetto di allontanare 1'oggetto in una luce maliziosae sorridente e di spezzare l'immedesimazione dellettore, costringendolo a distanziarsi criti-camente daI narrato. Funzione ironica hanno ancora gli interventi con cui il narratore acco-sta Ia propria esperienza amorosa a quella dell'eroe: «Credete a chi n'ha fatto esperimento/ che questo ê '1duol che tutti gli altri passa» (112), e soprattutto 1'esordio deI canto XXIV.Qui ê evidente come 1'ironica sovrapposizione della figura deI narratore abbia Ia funzionedi abbassare le vicende epico romanzesche, e quindi di straniarle, per trasformarle, da oggettodi immediata e appassionata partecipazione emotiva dellettore, in spunto per Ia riflessionedisincantata sul comportamento dell'uomo, sui suoi errori e le sue follie. Compare infatti,maliziosamente, l'equazione amore-follia, amore-trappola o catena, ma significativa ê soprat-tutto 1'immagine della selva. Essa richiama Ia selva simbolica dove si svolgono tanti episodi

Ariosto

OU' -.0'_._--

L' analisipsicologica

L'ironiaoggettiva

GIi interventidiretti delia voeenarrante .

Paragonie similitudini

La limitazionedell' onniscienza

L'aeeostamentodei narratoreali' eroe

II paragonedella selva

155

L'atteggiamentodi tolleranzaoraziano

deI poema (cfr. TT5-6), illuogo dell' «arbitrio di fortuna», dove mille vie si intersecano esi dividono, in cui si svolge l'«inchiesta» vana e l'uomo rischia sempre di smarrirsi nell'er-rore e di perdere Ia ragione. Lo spazio esterno diviene metafora dello spazio interiore, illabirinto della selva ê l'equivalente oggettivo deI labirinto di passioni e desideri che si agi-tano nell'animo umano. La selva, oltre ad essere simbolo di un mondo intricato e multiforme,ê anche il simbolo dell'intrico della vita interiore dell'uomo che vi si smarrisce, della folliache sempre l'insidia. Ricompare allora puntualmente, in queste ottave dell' esordio aI canto,10 stilema ben noto, «chi su, chi giu, chi qua, chi lã travia»: ê Ia formula che indica il movi-mento circolare dell'«inchiesta», movimento vano e ripetitivo che non raggiunge mai Ia meta,rispondente all'intrico labirintico della selva. Non ê un caso che 10stilema ritorni poco dopoa proposito di Orlando pazzo e delle sue insensate peregrinazioni: «Di qua, di lã, di su, digiu discorre / per tutta Francia» (14). L'intromissione della persona deI narratore ad acco-stare Ia propria esperienza a quella dei personaggi ê un procedimento caro ad Ariosto, checompare di frequente nel poema: l'abbiamo già trovato, sempre a proposito di Orlando, nelproemio aI canto I, ottava 2 (T4). 11ricorrere deI procedimento ci segnala che il giudiziosulla follia e sugli errori degli uomini non ê fatto dall'alto di un moralismo arcigno ed impla-cabile, ma da parte di chi si sente anch'egli partecipe della follia generale degli uomini, equindi puõ studiarla prima in sé che nei personaggi, piegandosi in tal modo ad un atteggia-mento di saggia tolleranza. E l'atteggiamento "oraziano" che si ê individuato anche nelleSatire (cfr. T2).

PROPOSTE DI LAVORO, ". \-~~'it':;'~\jh"~~;

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1. Individuaretutti gli interventi dei narratore e rifletterese questi siano di semplice informazione o di commento.

2. Individuare le figure retoriche prevalenti ed i modelli letterari seguiti.

3. Nell'episodio della pazzia sono presenti solo i toni drammatici e sentimentali o anche quelli ironici?

4. Orlando, da cavaliere pieno di senno, si trasforma in essere bestiale, privo di ragione. Questa trasforma-zione riguarda anche iI livellolessicale. Cercare tutti gli aggettivi che accompagnano Ia trasformazione diOrlando (ad esempio 104, v. 7 «malcontento»).

5. Orlando ê analizzato solo rispetto alie azioni compiute, come avviene per tutti gli altri personaggi, o anchedai punto di vista psicologico?

6. Individuare nel canto gli oggetti sostitutivi, le fissazioni dell'eroe, le trasformazioni dei luoghi e dei perso-naggi a seconda dell'ottica di chi li vede.

7. Individuare le varie fasi nelle quali si suddivide I'episodio, corrispondenti alie diverse fasi della pazzia.

8. Rifletteresulla funzionedei IIcaso" .9. Quale tipo di amore rappresenta iI narratore in questo episodio?

10. Riflettere sul significato della pazzia di Orlando, inserita nel contesto della cultura rinascimentale...""

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-. Cfr. La critica, C4

Orlando furloso