Upload
phamtram
View
216
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
PROVINCIA DI PESARO E URBINO
ASSESSORATO FORMAZIONE PROFESSIONALE E
POLITICHE PER L'OCCUPAZIONE
REGIONE MARCHE
a cura di
Un'indagine nella
provincia di Pesaro e Urbino
LA RICERCA
FABBISOGNI FORMATIVI E
COMPETENZE PER LO SVILUPPO
DEL TERRITORIO
PROVINCIA DI PESARO
E URBINO Assessorato Formazione e Lavoro
Servizio di Azioni di supporto al Sistema - Sistema Formativo:
fabbisogni, competenze e analisi dei risultati delle azioni
formative e delle azioni a sostegno dell'occupazione (FSE 2007-
2013) - Obiettivo competitività regionale e occupazione - Asse
adattabilità - Obiettivo specifico C) - CIG 02040080BA".
FABBISOGNI FORMATIVI E
COMPETENZE PER LO SVILUPPO
DEL TERRITORIO
Direzione e Coordinamento del progetto di ricerca Stefano Scorcelli
Giovanni Santus Gruppo di lavoro Stefano Scorcelli
per la stesura finale Giovanni Santus Monica Malaguti
Massimo Birardi Ilaria Annesi
Graziella Bocconi Andrea Zappi
Anno 2010
i
INDICE Introduzione pag. 1 Architettura e articolazione tecnica del progetto di ricerca pag. 5 PARTE PRIMA: IL QUADRO TECNICO DI RIFERIMENTO Il territorio pag. 7 Le caratteristiche strutturali ed evolutive dell’economia locale pag. 7 I distretti industriali pag. 22 PARTE SECONDA: LA RICERCA Analisi dei fabbisogni professionali e formativi nella Prov. di Pesaro e Urbino pag. 29 Premessa pag. 30 Il fabbisogno professionale pag. 31 La centralità delle competenze strategiche pag. 34 Gli obiettivi della ricerca pag. 38 Il modello di rilevazione dei fabbisogni: il disegno tecnico pag. 40 Il disegno del campione d’indagine pag. 41 Appendice pag. 44 L’offerta formativa provinciale realizzata con il FSE pag. 48 Premessa e processo di mappatura dell’offerta formativa pag. 48 Il catalogo delle attività formative finanziate pag. 53 Analisi della distribuzione dell’offerta formativa fse, nell’ultimo triennio pag. 57 Dettaglio degli interventi, per Bacino territoriale pag. 62 La tipologia degli interventi formativi erogati pag. 65 Le competenze di base: informatica e lingue pag. 68 Le competenze tecnico-professionali pag. 71 Area della produzione pag. 72 Area della comunicazione/commerciale/marketing pag. 73 Area amministrazione/organizzazione pag. 75 La formazione per il “Sociale” pag. 76 Le tabelle dell’incidenza formativa A2, A3, C3) pag. 78
ii
La mappa delle interviste agli opinion leader e opinion maker pag. 80 Premessa: i modelli d’impresa ed i sistemi di competenze nelle pmi maceratesi pag. 80 Tabelle - indagine congiunturale trimestrale pag. 84 Il territorio: tra eccellenze consolidate e nuovi traguardi per lo sviluppo pag. 86 L’Industria e l’artigianato pag. 86 Il Commercio pag. 93 Il Turismo pag. 96 Le Parti Sociali pag. 99 Le tabelle di sintesi pag. 101 Allegato: le citazioni “comuni” degli opinion pag. 103 I fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese pesaresi pag. 110 Introduzione pag. 110 Le assunzioni registrate dai Centri per l’Impiego della provincia di Pesaro e Urbino nel triennio 2007-2009 pag. 112 Il campione delle imprese intervistate pag. 116 Il calcolo degli indicatori di criticità e la matrice di posizionamento delle figure professionali, secondo il metodo “Prime Consulting” pag. 118 Figure – matrice complessa pag. 119 Descrizione delle figure della matrice pag. 120 Le risultanze: i fabbisogni professionali e formativi pag. 123 Le figure professionali segnalate dalle imprese ed il loro posizionamento rispetto alla matrice di classificazione delle criticità pag. 123 Le competenze necessarie per lo sviluppo del territorio pag. 140 Le competenze tecniche pag. 143 Le competenze trasversali pag. 146 La preparazione di base pag. 148 L’importanza delle soft-skills pag. 150 Aree aziendali, settori produttivi e fabbisogni formativi pag. 153 Le figure professionali necessarie per i piani di sviluppo aziendale pag. 170 Le risultanze: l’aggiornamento professionale e la formazione continua pag. 175 Le imprese che segnalano esigenze di riqualificazione professionale per i propri dipendenti pag. 175 I fabbisogni formativi per le persone occupate pag. 180 Esiti della formazione professionale pag. 192 Valutazione e monitoraggio dei corsi di formazione erogati dalla provincia di Pesaro e Urbino pag. 192 Le principali risultanze degli esiti occupazionali pag. 192 La tabella della fase di allineamento “fabbisogni-esiti dei corsi erogati” pag. 195 Principali approfondimenti pag. 197 Brevi riflessioni sul “Sociale” pag. 201 Le principali risultanze emerse e la domanda complessiva pag. 202
Figure professionali “trasversali” a più settori di attività pag. 204 Figure professionali specifiche dei settori di attività pag. 210
L’economia della conoscenza pag. 214
iii
Lo sviluppo delle competenze, la formazione professionale e l’occupabilità Il gap esistente tra l’offerta formativa erogata dalla Provincia di Pesaro e Urbino e la domanda di professionalità espressa dal territorio pag. 217 Il confronto tra l’offerta formativa erogata dalla Provincia e la domanda di professionalità espressa dalle imprese del territorio pag. 219 Le conclusioni pag. 222 Sistema formativo e territorio pag. 222 Breve nota si sintesi pag. 225 Alcuni scenari per lo sviluppo pag. 227 Allegato: le schede delle principali figure professionali richieste pag. 229
1
Introduzione
La strategia per l'occupazione che gli enti locali mettono in campo si incrocia
con i complessi problemi di tipo macroeconomici legati alla globalizzazione dei
mercati e microeconomici collegati alle dinamiche del mercato del lavoro delle
singole realtà territoriali. Il ruolo assunto della Provincia, in quanto Ente inter-
medio di programmazione e di governo del territorio, motiva la necessità di uti-
lizzare uno strumento di rilevazione ed analisi costante dei fenomeni più rilevanti
che caratterizzano il mercato ed il mondo del lavoro, a supporto della profonda
conoscenza del sistema in cui si interviene.
L’analisi dei fabbisogni professionali e formativi, prevista con il presente studio,
rappresenta un’attività strategica per la Provincia di Pesaro e Urbino in quanto,
consente di formulare delle previsioni su quelle che saranno a breve le esigenze
delle aziende in materia di professioni e competenze tecniche e si configura co-
me elemento di raccordo tra le trasformazioni in atto del sistema economico ed i
processi di rigenerazione del sistema formativo. Una delle caratteristiche preva-
lenti dei sistemi economici moderni è la necessità di adeguare continuamente
tecnologie e organizzazione del lavoro al fine di mantenere, ed eventualmente
accrescere, la competitività del proprio sistema economico. L'evoluzione econo-
mica risulta, pertanto, strettamente connessa alla dinamica formativa del capitale
umano; infatti, senza una tempestiva individuazione dei fabbisogni rilevanti, non
esiste una adeguata pianificazione strategica del fattore lavoro. Anche nel pesa-
rese l'investimento in capitale umano rappresenta una componente strategica per
lo sviluppo della competitività e della buona occupazione; di fatto il punto di
connessione di tali meccanismi viene individuato nelle strategie di integrazione
tra l’istruzione, la formazione, le politiche attive per il lavoro e la coesione socia-
le. La finalità generale di tale strategia è volta a favorire lo sviluppo e l'adegua-
mento qualitativo costante delle risorse umane protagoniste dei sistemi socio -
economici. In tale contesto, un elemento forte per coordinare gli interventi sul
versante lavoro ed occupazione con quelli che interessano il versante della for-
mazione è indubbiamente l'analisi dei fabbisogni professionali che si configura
come frontiera di raccordo tra i due aspetti. La Programmazione del FSE 2007-
2013 indirizza i suoi interventi a favore "di un mercato del lavoro efficace e in-
2
clusivo, del miglioramento del capitale umano, della valorizzazione delle poten-
zialità di sviluppo del territorio e della coesione economica e sociale", poten-
ziando gli “osservatori della conoscenza” all'interno dei quali assume una rile-
vanza strategica lo studio del Sistema Formativo, finalizzato alla rilevazione dei
flussi educativi, delle dinamiche di successo e di abbandono e dell'aderenza dei
profili professionali in uscita rispetto ai fabbisogni del Mercato del Lavoro pro-
vinciale. La collaborazione con le Università, i Centri di Ricerca, le Istituzioni, le
Aziende del territorio, costituirà un ulteriore prezioso contributo per la diffusione
di competenze innovative, mentre il monitoraggio dei fabbisogni risulterà uno
strumento cardine per il supporto delle politiche formative in coerenza con i bi-
sogni espressi dal sistema socio-economico pesarese.
Il presupposto fondamentale di una buona formazione è quello di anticipare i
fabbisogni del sistema produttivo e sociale; anticipare i bisogni significa scom-
mettere sul futuro, seguire la direzione dello sviluppo, sapere su quali scenari
professionali conviene investire. La comprensione, il controllo delle dinamiche
di mercato, la velocità di reazione, la capacità di intuire nuovi spazi o meglio di
provocarne i cambiamenti, sono tra gli elementi che contraddistinguono una
buona qualità della formazione professionale. Infatti, la formazione gioca un ruo-
lo fondamentale ed è basata sulla formazione di tipo tecnico, ma anche e soprat-
tutto di tipo comportamentale.
I risultati della presente indagine saranno essenziali per orientare, alle esigenze
che emergono, le scelte dell’offerta formativa realizzata con il contributo del
FSE. Si intende pertanto arricchire il patrimonio informativo disponibile, rispon-
dendo alla esigenza (della Provincia di Pesaro e Urbino) di avviare una azione
sistematica di monitoraggio dei fabbisogni emergenti dal territorio provinciale
verificando, attraverso indagini ex-post, anche gli esiti occupazionali dei percorsi
di formazione professionale, al fine di migliorarne l’occupabilità delle persone in
cerca di lavoro e la professionalità degli occupati. L’obiettivo primario che si in-
tende perseguire è quello di individuare uno scenario con le figure e le compe-
tenze professionali necessarie a garantire lo sviluppo economico e sociale della
provincia. L’integrazione tra le molteplici azioni pubbliche (di sviluppo locale,
delle politiche attive del lavoro, dell’istruzione e della formazione professionale)
3
richiede la conoscenza, da parte delle istituzioni, della domanda di professionali-
tà che il sistema produttivo e dei servizi esprime, al fine di organizzare le politi-
che e i progetti esecutivi sulla base di priorità condivise e di principi di coerenza,
pertinenza, efficacia ed efficienza. Una volta a regime, il modello utilizzato per
la programmazione dell’offerta formativa provinciale sarà in grado di modulare
le previsioni e di programmare le nuove attività sulla base degli impatti delle a-
zioni implementate a sostegno dell’occupazione. La finalità è quella di fornire
elementi aggiornati che permettano di comprendere l’evoluzione del mercato del
lavoro provinciale locale per attuare, in tempo utile, puntuali interventi di politi-
che attive e formative. Di fatto, una comprensione analitica e tempestiva della
evoluzione a breve-medio termine del mercato del lavoro provinciale e la costru-
zione di quadri informativi completi dei relativi mutamenti strutturali, risulta de-
terminante al fine di programmare e promuovere le (nuove) opportune azioni per
favorire lo sviluppo del territorio e correggere i disequilibri individuati nel conte-
sto attuale. Nel progettare le politiche di sviluppo locale, di cui la formazione
professionale rappresenta una delle leve essenziali, è necessario mettere in luce il
tessuto connettivo della comunità locale che è costituito dal sistema locale delle
competenze. In questo quadro le istituzioni locali si trovano a giocare un ruolo
fondamentale:
- sviluppando politiche formative come risorsa diretta per lo sviluppo delle
competenze distintive e di sostegno all’occupabilità delle persone;
- gestendo dispositivi a base concertativa che identificano e attribuiscono valore
di scambio alle competenze distintive.
Nuove esigenze informative nascono dall’evolversi della situazione generale (nel
mercato dei prodotti e nel mercato dei servizi) e fenomeni apparentemente slega-
ti fra loro quali la presa di coscienza dell’importanza del capitale umano nel pro-
cesso produttivo, i mutamenti nel mercato del lavoro, il bisogno di organizzazio-
ne aziendale, la nascita di “nuovi mercati”, fanno emergere la necessità di moni-
torare le esigenze delle imprese e i fattori produttivi che ne orientano lo sviluppo.
4
Per quali ambiti (settori di attività e territori) è necessario predisporre interventi
formativi? Quali sono le figure professionali di cui c’è bisogno in ciascuno degli
ambiti settoriali e territoriali individuati? Quali sono le competenze professiona-
li che occorre formare per ciascuna figura professionale? Quali sono le compe-
tenze strategiche e le figure emergenti specialistiche necessarie per rilanciare lo
sviluppo del territorio? Dove si registrano le difficoltà maggiori nel reperire le
figure professionali che servono? Cosa condiziona lo sviluppo del tessuto eco-
nomico locale? Di quali servizi in outsourcing necessitano le piccole e medie
imprese per rimanere competitive? Quali azioni si rendono necessarie per con-
tribuire ad un efficace ricambio generazionale? Ed infine, ma non meno impor-
tante: come garantire una formazione sempre più innovativa e di qualità per mi-
gliorare le performance del sistema socio-economico?
Con il presente progetto di ricerca si intende trovare risposte adeguate alle do-
mande precedenti e anticipare gli scenari evolutivi di intervento.
E’ ormai noto come il basso assorbimento di capitale umano di livello elevato
nel sistema imprenditoriale italiano (e locale) – caratterizzato da specializzazioni
settoriali “tradizionali”, dimensioni aziendali ridotte e orientamento
all’innovazione di tipo incrementale più che “radicale” – rappresenti uno dei vin-
coli più rilevanti per la crescita economica e lo sviluppo competitivo della nostra
struttura economico-produttiva. Tanto è vero che, per molte aziende,
l’investimento in capitale umano, a differenza dell’investimento in macchinari, è
considerato quasi esclusivamente come spesa corrente nel bilancio. Il sistema lo-
cale della formazione professionale (sempre di più orientato verso obiettivi di
qualità dell'offerta) che vede nella Provincia un attore fondamentale delle politi-
che in atto, intende valorizzazione il Capitale Umano del proprio territorio al fine
di rendere più competitivo il tessuto economico, garantendo al lavoratore stesso
che i livelli di competenza acquisiti siano un vantaggio effettivamente spendibile
sul Mercato del Lavoro.
5
Domanda di
professionalità
6
PARTE PRIMA
IL QUADRO TECNICO DI RIFERIMENTO
7
Il Territorio
Le caratteristiche strutturali ed evolutive dell’economia locale
La recessione dell’economia globale, esplosa nel corso del 2008, ha colpito so-
prattutto i paesi più industrializzati e nel quarto trimestre tutte le economie avan-
zate hanno registrato forti cadute del prodotto1. Nel corso del 2009, nell’area
dell’euro, la ricchezza complessivamente prodotta subisce una flessione prossi-
ma al 5% a cui farà seguito, secondo autorevoli previsioni, un 2010 caratterizzato
da un andamento sostanzialmente stagnante. Per quanto attiene al nostro paese,
qualora dovessero trovare conferma le valutazioni formulate dall’Isae nel rappor-
to del 2009 che prevedono un progressivo e moderato miglioramento della con-
giuntura nazionale già a partire dai mesi estivi, il Pil (crollato del 5,3% nel 2009)
dovrebbe tornare a crescere, anche se di un modesto 0,8%, nel 20102. Secondo il
Fondo Monetario Internazionale, la disoccupazione, in Italia, salirà dal 7,8%
all’8,7% per poi attestarsi all’8,6% nel 2011. I consumi, secondo un rapporto della
Confcommercio, hanno accusato un calo dell’1,8% nel 2009; la contrazione più for-
te si è registrata sui beni (-3,1%) rispetto ai servizi (-0,8%), mentre il calo per gli al-
berghi e ristoranti è stato del 2,7%. Gli investimenti fissi, crollati del 16% (-20,2%
per macchinari ed equipaggiamenti) dovrebbero tornare a crescere di appena l'1,3%
nel 2010. Particolarmente negativo anche l'andamento del commercio estero: le e-
sportazioni sono scese del 21,5% (-0,7% nel 2010) e le importazioni del 20,2% (-
0,2% nel 2010)3 La stagnazione dei consumi, dovuta anche alla stretta sul fronte del
credito al consumo, insieme alla riduzione dell’export verso i paesi più colpiti dalla
crisi, si sta ripercuotendo pesantemente su un sistema economico a forte vocazione
manifatturiera come quello italiano; a dicembre 2008, infatti, l’industria italiana ha
registrato una contrazione particolarmente sostenuta del fatturato (-10,3% in termini
tendenziali), della produzione (-12,2%) e degli ordini (-15,4%). All’interno del terri-
torio nazionale le diverse realtà, in base alle caratteristiche strutturali, alle vocazioni
e al livello di apertura internazionale risentiranno in misura differente dell’attuale
1 Banca d’Italia (2009), “Relazione Annuale ”. 2 Indagine della Federmeccanica 3 Ocse .
8
crisi economica e finanziaria. A partire dal 2008 le condizioni economiche delle
Marche si sono progressivamente deteriorate, in maniera assai repentina nell'ultimo
trimestre dell'anno, all'interno di una più generale fase recessiva dell'economia mon-
diale e italiana: essa è stata acuita in regione dall'elevato peso dell'industria, dove la
crisi è stata più forte nel confronto con il terziario, e da alcune pronunciate difficoltà
settoriali, per la nautica e soprattutto per gli elettrodomestici4. Tutti i principali settori
produttivi hanno accusato flessioni dell’attività produttiva, soprattutto a partire dal
terzo trimestre 2008. Variazioni negative superiori alla media sono state registrate
dai comparti dei minerali non metalliferi, dalle calzature e dal tessile abbigliamento;
diminuzioni meno marcate sono state sperimentate dalla meccanica e dal legno e
mobile, mentre sostanzialmente invariati sono apparsi i livelli produttivi del settore
alimentare e della gomma e plastica. Secondo le previsioni5, il livello dell’attività
economica si manterrà su toni molto deboli per tutto il 2010; i settori per i quali si
prevede un calo più sostenuto sono quelli portanti dell’economia regionale, in parti-
colare il sistema tessile abbigliamento calzature, il legno-mobile e la meccanica.
In particolare la provincia di Pesaro e Urbino, sulla base delle caratteristiche econo-
miche del territorio, sembra presentare un elevato livello di esposizione
all’andamento dei mercati esteri, per effetto della forte vocazione manifatturiera,
della concentrazione dell’industria in settori tradizionali del made in Italy e dell’alta
apertura internazionale. Tale sensibilità agli shock esterni ha prodotto una inversione
di tendenza rispetto al passato, con una forte riduzione della produzione e delle ven-
dite sul mercato nazionale ed estero, che si sono ripercosse sul mercato del lavoro,
all’interno del quale è particolarmente aumentato il ricorso alla Cassa Integrazione
Guadagni. All’interno del manifatturiero emergono segnali negativi in primo luogo
tra le aziende specializzate in alcune produzioni di punta del made in Italy come il
“sistema moda”, la meccanica, l’arredamento-mobili, i beni per la casa e il tempo
libero, più esposte agli andamenti della congiuntura internazionale. Tra le attività
terziarie, il più marcato calo occupazionale è atteso dalle imprese dei trasporti (-
2,5% circa) e da quelle della filiera turistica (-1,9% per alberghi, ristoranti e servizi
turistici).
4 Banca d’Italia (2009), L’economia delle Marche. 5 Rapporto Annuale 2009 dell’Osservatorio regionale Mercato del Lavoro – Parere Confindustria Marche
9
Il sistema produttivo della Provincia di Pesaro e Urbino è costituito da una eleva-
ta presenza di micro imprese e presenta una grande frammentazione. La fascia
delle imprese rientranti da 1 a 9 addetti rappresenta infatti il 93% circa delle im-
prese presenti, seguono a lunga distanza quelle da 10 a 49 addetti (il 6%) mentre
la grande impresa non raggiunge l’1% del totale. Queste ultime rivestono tuttavia
un peso comunque importante in termini di produzione di ricchezza, ricadute oc-
cupazionali ed in particolare di” economie di sistema generate”. Relativamente
al peso in termini occupazionali è interessante rilevare come le medie e grandi
imprese contribuiscano per il 18,1% all’occupazione “privata” provinciale, a
fronte del 25,1% nazionale, confermando dunque la elevata frammentazione e
minore strutturazione del sistema produttivo locale. In direzione opposta le micro
imprese, ossia quelle con al massimo 9 addetti, costituiscono il principale bacino
di impiego assorbendo il 53,7% dei lavoratori; seguono le imprese con 10-19 ad-
detti (che pesano in termini di occupati per il 15,3%) e quelle con 20-49 addetti
con il 13% circa. Tali dati evidenziano ancora una volta come le piccole e picco-
lissime imprese costituiscano l’ossatura del sistema produttivo provinciale, riu-
scendo tuttavia a superare i limiti e vincoli delle piccole strutture aziendali attra-
verso una organizzazione in distretti e una fitta rete di relazioni.
L’economia provinciale pesarese, caratterizzata dalla presenza di importanti con-
centrazioni manifatturiere nei beni durevoli e non, ha risentito del forte calo della
domanda interna ed estera. Il quadro economico congiunturale, dagli ultimi risul-
tati relativi al 2009, comparato alle variazioni dei trimestri precedenti, evidenzia
un trend in flessione; tutti i principali indicatori sono peggiorati rispetto alle rile-
vazioni dell’anno precedente. Di fatto, come già anticipato, l’industria manifattu-
riera della provincia di Pesaro e Urbino sembra risentire maggiormente della re-
cessione economica, soprattutto per la maggiore esposizione ai mercati esteri.
Tabella: sintesi dei principali indicatori congiunturali nella provincia di Pesaro e Urbino
Var. % Var. % Var. % II 2009 / I 2009 / IV 2008 /
Indicatori
II 2008 I 2008 IV 2007
Produzione -14,09% -11,75% -5,20% Vendite totali -17,63% -11,82% -5,70% Esportazione -15,68% -11,32% -5,80% Numero imprese attive -0,70% -0,48% 1,29% Nostre elaborazioni su dati unioncamere
10
Tabella: andamento della produzione e delle vendite totali per le imprese manifatturiere. Scostamento percentuale del II° trimestre 2009 rispetto al II° trimestre 2008. Indicatori Italia Marche Pesaro
Urbino
Produzione -16,00% -13,15% -14,09% Vendite totali -15,20% -12,71% -17,63% Esportazione -12,30% -14,02% -15,68% Numero imprese attive 0,31% -0,46% -0,70% Nostre elaborazioni su dati unioncamere
Relativamente alle esportazioni si segnala, infatti, una flessione in termini ten-
denziali del 15,6%, risultando particolarmente elevata sia nei beni strumentali e
di consumo durevole, come nel caso dei mezzi di trasporto (-49,2%) o delle
macchine e degli apparecchi meccanici (-17,7%), sia in quelli di largo consumo,
come i prodotti in legno (32,5%), cuoio, pelle e calzature (-30,4%), nell’industria
alimentare (-15,2%), o nel tessile e abbigliamento (-9,6%).
La contrazione della domanda internazionale di beni e prodotti di largo consumo
si è velocemente ripercossa sulle esportazioni marchigiane che hanno registrato
nel corso del 2008 una flessione del 14,5% rispetto all’anno precedente. La pro-
vincia di Pesaro e Urbino è riuscita a mantenere inalterate le esportazioni per
parte dell’anno, -4,3% la flessione media registrata nel 2008 rispetto all’anno
precedente, grazie ad una sostanziale tenuta di alcuni comparti, fino
all’accentuarsi della crisi che ha coinvolto trasversalmente l’intera economia.
Sulla base della distribuzione percentuale delle vendite all’estero è interessante,
infine, rilevare l’elevato peso della meccanica (settore che conta anche i distretti
di Novafeltria e Pergola), che costituisce il principale comparto dell’industria lo-
cale in termini di esportazioni, con il 31,7% delle macchine e apparecchi mecca-
nici, il 14,2% dei metalli e prodotti in metallo e il 10,3% dei mezzi di trasporto.
Seguono gli altri prodotti delle industrie manifatturiere (18,2%), all’interno delle
quali esercitano un peso importante le industrie dell’arredamento, grazie anche ai
distretti di Pesaro, Urbino, Fano, Sassocorvaro e Piandimeleto, il tessile e abbi-
gliamento (8,3%) con le concentrazioni di Sant’Angelo in Vado e Cagli, e più di-
stanziati quello delle macchine elettriche, elettroniche e ottiche (4,1%), della
gomma e plastica (3%), della chimica (2,3%), degli alimentari (2,2%), dei mine-
rali non metalliferi (2,1%) e del cuoio-pelli (1%).
11
E’ interessante osservare la distribuzione del valore aggiunto per settore di attivi-
tà che consente di rilevare le diverse vocazioni del territorio: nel complesso la
provincia di Pesaro e Urbino, al pari del resto del territorio regionale, si differen-
zia dalla media nazionale per una minore vocazione terziaria ed una più alta con-
centrazione dell’industria. In questo contesto è possibile ricordare che le Marche
presentano numerosi distretti industriali tra i quali rivestono particolare impor-
tanza il mobile-arredo e numerose altre concentrazioni manifatturiere di rilievo
che danno alla Provincia di Pesaro e alle Marche in generale una connotazione di
realtà industriale. Nel complesso, infatti, l’industria in senso stretto contribuisce
nella provincia pesarese per il 27,5% alla produzione di ricchezza (a fronte del
21,4% in Italia); il terziario, infatti, pur avendo un peso inferiore alla media na-
zionale, contribuisce in misura significativa alla produzione di ricchezza del ter-
ritorio (il 64,7% a Pesaro rispetto al 70,4% in Italia). In linea con la media na-
zionale si colloca il settore delle costruzioni (6,2%), mentre leggermente più con-
tenuto è il contributo dell’agricoltura, settore che nella provincia di Pesaro e Ur-
bino riveste un peso marginale (1,5%). Nel settore dell’industria lavora il 40%
degli occupati della Provincia di Pesaro e Urbino; nei Servizi lavora quasi il 58%
degli occupati, infine nell’agricoltura poco più del 2%.
Tabella - Valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica - Dati in milioni di euro
Industria Province e
regioni Agric. Industria
in senso stretto
Costruzioni Totale
Industria Servizi Totale
Pesaro e Urbino 1,5% 27,5% 6,2% 33,7% 64,7% 100,0%
MARCHE 1,8% 26,7% 5,9% 32,6% 65,6% 100,0%
CENTRO 1,6% 16,8% 5,5% 22,3% 76,1% 100,0%
ITALIA 2,1% 21,4% 6,1% 27,5% 70,4% 100,0%
Tabella – Occupati per settore di attività economica – Anno 2008
Occupati per settore
Province e regioni Agric.
Industria in senso stretto
Costruzioni Servizi
Pesaro e Urbino 2,1% 31,9% 8,1% 57,8% MARCHE 2,0% 33,8% 6,7% 57,4% CENTRO 2,4% 18,7% 7,9% 71,0% ITALIA 3,8% 21,3% 8,4% 66,5%
12
Un ulteriore segnale della difficoltà del sistema economico risulta
dall’andamento del numero di imprese attive. Dal primo gennaio al 30 giugno
2009 le imprese in attività nel marchigiano sono scese da 161.667 a 160.553, con
un calo di 1.114 unità, -0,7%. Il calo preoccupante è dovuto non tanto alle im-
prese che chiudono ma alla riduzione di quelle che dovrebbero sostituirle. Nel
pesarese il calo è di 331 imprese, pari allo 0,8%. Considerando l’andamento tri-
mestrale risulta che il calo maggiore si è verificato nel I trimestre del 2009, que-
sto risultato conferma quanto prevedono le analisi di scenario economico nazio-
nale e internazionale, in base alle quali la recessione dovrebbe aver raggiunto il
picco negativo nel corso del 2009, per invertire la tendenza nel corso del 2010.
Il calo delle imprese attive nel primo semestre del 2009 ha colpito soprattutto il
le costruzioni (-2%) e il manifatturiero (-1,5%), seguono l’agricoltura (-1,3%), i
trasporti e il magazzinaggio (-0,4%), e il commercio (-0,05%) che per la prima
volta da oltre un decennio deve fare i conti con una diminuzione del numero del-
le imprese. In controtendenza le aziende dei servizi (+0,1%), tra le quali non
sembrano aver risentito particolarmente della recessione le attività immobiliari e
quelle informatiche. Sono soprattutto i settori tradizionali dei distretti marchigia-
ni che risultano in difficoltà come la meccanica ed il calzaturiero, anche se per-
mangono i problemi per il mobile e il tessile-abbigliamento.
Tabella – Le imprese attive della provincia di Pesaro e Urbino a confronto con la Regione Mar-che e l’Italia, nei tre trimestri considerati.
VALORI VARIAZIONI
IV 2008 I 2009 II 2009 I 2009/ IV 2008
II 2009/ I 2009
Prov PU 40015 39799 39684 -0,54% -0,29%
Marche 161667 160335 160553 -0,82% 0,14%
Italia 5316104 5279013 5295471 -0,70% 0,31%
13
Tabella: Numero di imprese attive nella Provincia di Pesaro e Urbino (variazione % per settori 2007-2009)
SETTORI ECONOMICI
IV trim. 2007
IV trim. 2008
I trim. 2009
II trim. 2009
Var. % IV 08/ IV 07
Var. % I 09/ IV 08
Var. % II 09/ I 09
AGRICOLTURA 7.227 7.128 7013 7033 -1,37% -1,61% 0,29%
ATTIVITA' MANIFATTUR.
6.034 6.302 6305 6218 4,44% 0,05% -1,38%
COSTRUZIONI 6.458 6.488 6476 6356 0,46% -0,18% -1,85%
COMMERCIO E RISTORAZIONE
11.118 11.240 11170 11234 1,10% -0,62% 0,57%
TRASPORTI E MAGAZZIN.
1.583 1.542 1542 1536 -2,59% 0,00% -0,39%
SERVIZI 6.695 6.887 6868 6896 2,87% -0,28% 0,41%
I processi di globalizzazione dell’economia e l’innovazione come fattore strate-
gico che consente ai sistemi economici avanzati di mantenere un ruolo competi-
tivo a livello nazionale e internazionale, impone nuove regole per lo sviluppo; la
realtà pesarese presenta numerose concentrazioni in settori tradizionali del made
in Italy, come il tessile, l’arredamento, la meccanica, settori che sono particolar-
mente esposti alla concorrenza internazionale. Le imprese, però, riescono a man-
tenere un elevato livello di competitività, grazie anche alla organizzazione in di-
stretti che facilita la diffusione di Know-how e alla forte propensione per
l’innovazione dei prodotti e dei processi all’interno di settori ormai maturi. Con-
siderando infine la domanda di lavoro complessiva del territorio pesarese, risulta
un orientamento prevalente verso le macro-categorie professionali delle “Profes-
sioni operative relative alle vendite” e degli “Operai della produzione industria-
le”, 53%; mentre nel 37% circa dei casi la scelta si orienta verso qualifiche im-
piegatizie, tecniche e dirigenziali; il rimanente 11% riguarda le professioni non
qualificate. E’ interessante notare l’aumento delle figure professionali ad alto
contenuto di professionalità (high skill) che passano dal 19% del 2008 al 28% del
2009, mentre decrescono invece in misura significativa gli operai, gli assembla-
tori e i conduttori di impianti (dal 38% al 34% delle entrate totali nello stesso in-
tervallo di tempo); sostanzialmente stabile risulta la richiesta di personale non
qualificato.
14
Analizzando il dato relativo ai titoli di studio richiesti dalle imprese per le assun-
zioni si osserva un aumento della domanda di personale maggiormente qualifica-
to, infatti la quota di diplomati e laureati passa dal 47% del 2008 al 55% del
2009. Il trend evolutivo degli ultimi cinque anni evidenzia che la percentuale di
assunzioni di figure tecniche e specialistiche previste dalle imprese che operano
in Provincia di Pesaro e Urbino è in costante aumento, così come il livello di i-
struzione richiesto. Questo risultato è confermato anche da quanto emerge dai
dati in possesso sui flussi annuali di assunzioni registrati dai Centri per l’impiego
della Provincia di Pesaro e Urbino.
Il particolare modello produttivo provinciale, contraddistinto dalla presenza della
piccola impresa diffusa, profondamente radicata sul territorio, ha una forte va-
lenza di tenuta sociale e il suo punto di forza è rappresentato dalle produzioni di
qualità. Soprattutto per le piccole imprese, qualità delle produzioni significa in-
nanzitutto qualità del capitale umano: per questo motivo le aziende stanno ancora
di più puntando su assunzioni qualificate, nonostante la crisi attuale. Le figure
più professionalizzate sono, infatti, quelle in grado di sviluppare innovazione, di
progettare il nuovo e di (ri)posizionarsi sul mercato internazionale. Rimane lo
spazio da colmare tra i fabbisogni di capitale umano di qualità e il sistema della
formazione professionale; questo gap va offerto per dare più slancio alle poten-
zialità di sviluppo del sistema pesarese. Oggi più che mai servono adeguati per-
corsi di formazione e di inserimento tecnico-professionale perché una quota im-
portante delle imprese del territorio dichiara di essere costretto a ripiegare su
candidati con una qualifica diversa o più bassa, da formare successivamente in
azienda.
15
Tabella – Previsioni di assunzioni delle imprese che operano in Provincia di Pesaro e Urbino, per raggruppamenti professionali (a confronto il biennio 2008/2009)
Grandi gruppi professionali 2008 2009 Professioni operative produzione Industriale 38% 34%
Professioni operative dei servizi e delle vendite 22% 19%
Prof. operative gestione impresa 8% 9% Prof. Specialistiche tecniche 19% 28%
Prof. non qualificate 13% 11%
Grafico - Previsioni di assunzioni delle imprese che operano in Provincia, per raggruppamenti professionali (a confronto il biennio 2008/2009)
16
Tabella – Previsioni di assunzioni delle imprese che operano in Provincia, per titolo di studio (a confronto il biennio 2008/2009)
Titolo di studio 2008 2009 Obbligo 41% 33% Istruzione e formazione pro-fessionale 12% 13%
Diploma di scuola superiore e post diploma 38% 41%
Titolo universitario 9% 14%
Grafico - Previsioni di assunzioni delle imprese che operano in Provincia di PU per titolo di stu-dio (a confronto il biennio 2008/2009)
17
L'analisi degli indicatori Istat evidenzia che nel 2008 l’occupazione a livello na-
zionale subisce una brusca frenata del processo di crescita, con il tasso di occu-
pazione che si arresta al 58,7% ossia su valori similari al 2006. La flessione è
avvenuta negli ultimi due trimestri, arrivando ad attestarsi nel quarto trimestre al
58,5%. Anche nelle Marche l’occupazione, dopo un periodo favorevole, registra
una leggera inversione di tendenza con il relativo tasso che sale tra il 2004 e il
2007 dal 63,8% al 64,8%, per scendere nel corso del 2008 al 64,7%. La provin-
cia di Pesaro e Urbino mostra negli anni un andamento similare alla dinamica re-
gionale per il tasso di occupazione; nel 2008, inoltre, tale valore si attesta al
64,2%, superiore alla media nazionale. I livelli di partecipazione e di occupazio-
ne sono più alti della media italiana: il tasso di attività è del 67,7%, superiore di
5% punti percentuali rispetto alla media nazionale; il tasso di occupazione invece
è del 64,9%, contro la media italiana del 58,4%. Il tasso di disoccupazione, in
forte crescita rispetto al 2007 (3,3%), pur risultando meno critico in rapporto alla
media nazionale, mette in evidenza lo stato di difficoltà del mercato del lavoro
locale: è del 4,8% nel pesarese contro il 6,7% medio italiano (e il 4,7% delle
Marche). Analizzando il tasso di disoccupazione disaggregato per la componente
giovanile (15-24 anni) e per il resto della popolazione attiva, risulta che la Pro-
vincia di Pesaro e Urbino ha l’11,7% di giovani che non trovano lavoro, mentre
in Italia la percentuale è del 21,3% e nella Regione Marche del 12,6%.
Scomponendo i dati ISTAT sull’andamento dell’occupazione nella Regione
Marche, al fine di mettere in risalto il periodo in cui si è manifestata la crisi eco-
nomica dei mercati internazionali, risulta quanto segue:
1. Gli occupati nelle Marche, nel I° trimestre del 2009, sono complessivamente
657.652, stabili rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.
2. La sostanziale stabilità dello stock è dovuta a tendenze opposte tra maschi e
femmine: la componente femminile è in crescita del 4,1% mentre quella ma-
schile registra una flessione del 3%, la più marcata tra gli altri riferimenti ter-
ritoriali qui osservati.
3. Analizzando il fenomeno in una prospettiva settoriale si riscontra un passag-
gio di occupazione dalle attività agricole e industriali, in particolare manifat-
turiere, a quelle dei servizi e, in minor misura, alle costruzioni. Nell’industria
in senso stretto l’occupazione cala del 2,4%, pari ad oltre 5.200 unità che si
18
spostano per la maggior parte nei servizi in crescita dell’1,2% (+4.476 occu-
pati).
Il tasso di occupazione 15-64 anni nel I trimestre 2009 scende dal 65% al 64,3%.
Il tasso di disoccupazione nelle Marche si posiziona al 6,0% segnando 1,4 punti
percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2008. In particolare, conside-
rando i dati relativi alle entrate e alle uscite dal mercato del lavoro locale regi-
strati dai 13 Ciof delle Marche6, nello stesso periodo, gennaio-marzo 2009, risul-
ta:
− Dopo la rilevante flessione tendenziale registrata già nel quarto trimestre
2008 (-16,9%), il 2009 si apre con un dato ancora più negativo. Rispetto
all’analogo periodo dell’anno precedente, infatti, le assunzioni diminuiscono
del 31,2% con un andamento sostanzialmente simile nelle due componenti di
genere (maschi -32,1% e femmine -30,2%).
− Le dinamiche settoriali evidenziano come l’unico comparto in crescita sia
quello delle attività connesse al settore primario (agricoltura e pesca
+36,7%), mentre tutti gli altri settori risultano in calo. La flessione è partico-
larmente accentuata nella chimica-gomma plastica (-65,6%), nella meccanica
(-61,3%) e nei servizi alle imprese (-57,7%).
− Nel pesarese il calo delle assunzioni è del 37,2%, la flessione risulta essere
ancora più marcata rispetto al dato regionale.
Approfondendo infine gli ultimi dati resi disponibili dall’Istat a livello nazionale e
relativi al quarto trimestre 2009, si evidenzia che il numero di occupati risulta essere
pari a 22.922.000 unità, segnalando un calo dell’1,8 per cento rispetto allo stesso
trimestre dell’anno precedente (-428.000 unità). La perdita dell’occupazione è sinte-
si di una riduzione molto accentuata della componente italiana (-530.000 unità), a
6 Vi è una disomogeneità nel segmento di occupazione intercettato dalle due fonti. Nell’occupazione dipendente di fonte Istat non sono incluse le collaborazioni, le prestazioni oc-casionali e i soci di cooperative che vengono viceversa inclusi nelle registrazioni dei Centri per l’Impiego. Tra gli occupati non dipendenti di fonte Istat sono inclusi: imprenditori, liberi profes-sionisti, lavoratori in proprio, soci di cooperativa, coadiuvanti, collaboratori, prestatori d’opera occasionali. Tra le altre differenze di carattere strutturale che potrebbero incidere sui differenti valori del saldo occupazionale è opportuno considerare l’universo di riferimento che, nel caso della Rcfl, ISTAT è rappresentato dalle famiglie residenti e iscritte alle anagrafi comunali mentre per il Job Agency è rappresentato dalle imprese localizzate sul territorio regionale e obbligate per legge a comunicare l’apertura, la modifica o la chiusura di rapporti di lavoro da esse posti in es-sere.
19
fronte di una crescita, con ritmi inferiori al passato, di quella straniera. Al pro-
trarsi del calo dell’occupazione autonoma, dei dipendenti a termine e dei collabo-
ratori, si associa l’amplificarsi della riduzione dei dipendenti a tempo indetermi-
nato, in particolare nelle piccole imprese. Il tasso di occupazione è pari al 57,1
per cento, con una diminuzione di 1,4 punti percentuali rispetto al quarto trime-
stre 2008 (58,5 per cento), mentre il numero delle persone in cerca di occupazio-
ne ha raggiunto il valore di 2.145.000 unità (+369.000 unità), con un aumento
del 20,8 per cento rispetto al quarto trimestre 2008. L’incremento della disoccu-
pazione continua a concentrarsi nel Centro-nord e tra gli individui che hanno
perso la precedente occupazione. Alla crescita della disoccupazione si accompa-
gna un incremento degli inattivi pari all’1,7 per cento (+253.000 mila unità), in
particolare di quelli che non cercano attivamente un lavoro perché pensano di
non trovarlo e di coloro che rimangono in attesa dei risultati di passate azioni di
ricerca di lavoro. Il tasso di disoccupazione è pari, nella media del quarto trime-
stre, all’8,6 per cento (7,1 per cento nel quarto trimestre 2008).
20
Forze di lavoro 2008
Tasso di atti-
vità 15-64
anni
Tasso di occupa-
zione 15-64 anni
Tasso di disoc-
cupazione
Italia 63,0% 58,7% 6,7%
Marche 67,9% 64,7% 4,7%
Pesaro Urbino 67,5% 64,2% 4,8%
21
Forze di lavoro 2008 per fasce di età
Tasso di disoccupazione
giovanile 15-24 anni
Tasso di disoccupazione
25 anni e oltre
Italia 21,3% 5,6%
Marche 12,6% 4,0%
Pesaro e
Urbino 11,7% 4,2%
Tabella - Le assunzioni per Provincia e Regione sulla base dei dati dei centri per l'Impiego. ( I valori riferiti al primo trimestre di ogni anno).
Valori Variazioni Ciof
I - 2007 I - 2008 I - 2009 2008/07 2009/08
Pesaro e Urbino 19109 18957 11914 -0,8% -37,2%
Marche* 63791 67513 46469 5,8% -31,2%
* mancano i dati del Ciof di Ancona Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio MdL Regione Marche
22
I distretti industriali
In Italia lo sviluppo dei distretti industriali è caratterizzato da un modello di si-
stema produttivo particolarmente favorevole alla propagazione della conoscenza
attraverso la rete di imprese che ne costituiscono il tessuto. La conoscenza rap-
presenta uno dei principali fattori del successo competitivo del modello distret-
tuale ed ha costituito la forza propulsiva su cui si è basata la crescita del sistema
distrettuale. Essa viene prodotta in un contesto in cui interagiscono variabili so-
ciali, aziendali, locali, settoriali, ed è la linfa per le “imprese nuove” che nascono
dalle precedenti (le cosiddette spin-off) o che si formano a partire dal capitale
intellettuale e professionale sedimentato e radicato sul territorio.
Questo processo è indotto e facilitato da alcuni fattori chiave:
• il forte legame sociale e culturale delle imprese con il territorio;
• la flessibilità negli aspetti produttivi e negli orientamenti strategici delle azien-
de che si estrinseca in una forte capacità adattiva all’evoluzione del mercato;
• il sistema di divisione del lavoro tra le imprese artigiane del settore del distret-
to caratterizzato dal prevalere di imprese specializzate in singole fasi di lavora-
zione;
• il ruolo di coordinamento, supporto e orientamento strategico svolto dagli enti
istituzionali;
• le politiche di tutela dei prodotti di distretto e della loro promozione attraverso
la creazione di marchi distrettuali, esposizioni di settore, convegni; il trasferi-
mento delle innovazioni, dell’apprendimento e di ogni altra informazione utile
alla produzione e al mercato, per volontà di cooperazione tra imprese contigue,
mediante progetti di rete con Centri di Ricerca e Università;
• la diffusione di buone pratiche di azioni di sistema tra imprese, Centri per
l’impiego e Associazioni datoriali.
Il distretto industriale, pur risultando la forma organizzativa più adatta a gestire
la complessità della produzione industriale moderna trasformandola in una risor-
23
sa per la competizione globale7, negli ultimi anni ha dovuto affrontare nuove sfi-
de quali la globalizzazione dei mercati, la diffusione dell’ICT e della società
dell’informazione, l’evoluzione dei canali distributivi, ma soprattutto la concor-
renza di nuovi Paesi. Per mantenersi competitivi, i distretti industriali (ma anche
le PMI non distrettuali) hanno intrapreso nuove strategie di sviluppo che spesso
hanno imboccato le seguenti direzioni:
a) accompagnare e assicurare nel tempo la continuità di sviluppo del modello di-
strettuale puntando sulla qualità delle produzioni, sulla riqualificazione del capi-
tale umano, sul consolidamento e rafforzamento delle relazioni;
b) sostenere e sviluppare i processi di internazionalizzazione al fine di mantenere
i vantaggi competitivi acquisiti nel tempo sui mercati internazionali.
Nell’ultimo decennio, ogni qualvolta ci si è confrontati sui distretti industriali e
sulla significativa evoluzione che essi stanno affrontando, da più parti si è con-
fermata l’esigenza di “dare una testa alle economie territoriali locali” e di forni-
re strumenti organici alla governance dei distretti8, di coinvolgere con un mag-
giore impegno tutti i soggetti di “intermediazione” dei sistemi distrettuali, quali
associazioni di categoria, enti locali, centri servizi, sindacati, istituzioni, ecc.
Un ruolo importante nel sostenere le traiettorie evolutive dei distretti industriali
può essere svolto dagli attori istituzionali e dai policy makers locali. A tal fine, le
azioni che questi soggetti mettono in campo devono essere orientate al sostegno
dei processi di innovazione e di internazionalizzazione delle imprese distrettuali,
favorendo allo stesso tempo la creazione o il rafforzamento delle relazioni che
hanno un impatto specifico nella riproduzione dei distretti come sistemi locali di
innovazione. Sotto questo profilo, un riferimento è offerto dalle agenzie di inizia-
tiva pubblica o mista (privata e pubblica) che erogano servizi alle imprese di un
distretto, in campi quali il trasferimento tecnologico, le innovazioni di prodotto e
di processo, la qualità dei prodotti e dei sistemi aziendali, il marketing collettivo.
7 Il vantaggio competitivo del distretto nasce appunto dalla <<possibilità di organizzare forme di apprendimento e di pro-
pagazione collettiva della conoscenza su base locale>> e <<si è avuto, nel distretto una sorta di “naturale” processo mol-
tiplicativo: una competenza è diventata cento competenze, un business, cento business>>. Secondo la logica dell’alveare,
nel distretto <<la singola ape non ha bisogno di essere sapiente in tutto e per tutto se il sapere è diffuso e si moltiplica,
complessivamente, nell’alveare>>. Rullani E. (2003), op. cit., pp. 80-83. 8 Distretti Italiani , Newsletter Distretti Italiani.
24
Le strutture di questo tipo rientrano nella tipologia degli attori del cambiamento
dei distretti industriali. Precisamente svolgono la funzione di interfaccia cogniti-
va tra il contesto distrettuale e il più ampio ambiente competitivo, integrando le
conoscenze generate nel primo, con quelle che circolano al suo esterno. Da un
lato, sono immerse nel contesto distrettuale ed entrano in relazione con le impre-
se locali, acquisendo un elevato livello di consapevolezza del loro modo di ope-
rare, dei processi innovativi che esse dispiegano e dei corrispondenti bisogni di
informazioni e conoscenze. Dall’altro, nelle rispettive aree di competenza, svi-
luppano un’inedita (per il distretto) capacità di assorbimento nei confronti delle
conoscenze esterne. Questo secondo canale viene alimentato dalle relazioni al-
lacciate anche con clienti extra-distrettuali oppure con istituzioni analoghe che
hanno sede in altri paesi. In particolare, le relazioni tra questi attori intermediari
che operano nel medesimo campo di attività consentono lo scambio di informa-
zioni e lo sviluppo in cooperazione di progetti di innovazione. La rielaborazione
e la combinazione innovativa delle conoscenze acquisite attraverso i collegamen-
ti interni ed esterni al distretto consente di produrre e trasferire (incorporate nei
servizi erogati e attraverso le relazioni con i clienti distrettuali) conoscenze che
altrimenti risulterebbero difficilmente disponibili alla grande maggioranza delle
imprese del distretto.
La Regione Marche con la delibera n.210 del 4/8/98 in base ai dati del censimen-
to Istat 1991 sui sistemi locali del lavoro, in attuazione dell'articolo 36 della leg-
ge 5/10/91 n.317 e del decreto del Ministero dell'Industria del 21/4/93, ha indivi-
duato le aree territoriali locali, o distretti industriali, caratterizzate da elevata
concentrazione di piccole e medie imprese. In fase di attuazione del provvedi-
mento legislativo 317/91, la Regione Marche al fine di favorire la qualificazione
delle aree a valenza distrettuale individuate, promuove la costituzione dei COI-
CO (Comitati di indirizzo e di coordinamento) quali organismi consultivi con
compiti di programmazione, indirizzo e controllo delle politiche distrettuali, per
il Calzaturiero Fermano-Maceratese, per il Distretto Pesarese del Mobile, per il
Distretto degli elettrodomestici e della Carta di Fabriano, per il Distretto pluri-
settoriale di Recanati-Osimo-Castelfidardo e per il Distretto agroindustriale di
San Benedetto del Tronto. I COICO sono composti da rappresentanti dei soggetti
25
Istituzionali e da soggetti privati che svolgono attività di produzione, di servizio
e simili (imprese, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali più rappre-
sentative, centri servizi, centri di ricerca, ecc.). Hanno il compito principale di
elaborare il Programma di sviluppo delle aree a valenza distrettuale, in con-
gruenza con il Programma Regionale di Sviluppo e il Piano di Inquadramento
Territoriale, e di sottoporlo alla Giunta Regionale di Competenza, ma soprattutto
una volta approvato di seguirne l’attuazione. Le risorse destinate dalla Regione
per il finanziamento dei singoli Progetti sono tese a rafforzare precisi fattori cri-
tici di competitività, quali: la ricerca industriale, la ricerca pre-competitiva ed il
trasferimento tecnologico; l’internazionalizzazione e la promozione; la qualità e
l’innovazione.
Figura – Il modello di funzionamento della politica industriale “territorializzata”
Fonte: Regione Marche
La figura precedente evidenzia il sistema di funzionamento di un’area distrettua-
le: una “regia” territoriale in grado di coordinarsi e di indirizzare progetti e risor-
se finanziarie regionali, nazionali ed europee sugli obiettivi di sviluppo locale e
nell’ambito della quale anche soggetti, pubblici o privati, diversi dalle PMI, pos-
sono prendere parte al processo di costruzione della governance territoriale, at-
traverso la fornitura di servizi a sostegno dei processi di innovazione, di interna-
zionalizzazione, di controllo e di certificazione della qualità.
26
I distretti industriali costituiscono una delle caratteristiche peculiari della struttu-
ra produttiva del Paese, con circa 240.000 unità locali manifatturiere,
un’occupazione complessiva superiore ai 2,2 milioni di addetti e con una quota
di export sul totale nazionale che raggiunge il 45%. La regione Marche con 27
distretti industriali risulta tra le regioni italiane più distrettualizzate. I distretti
hanno un forte impatto sull’economia regionale poiché rappresentano l’81,8%
dei sistemi locali del lavoro ed occupano il 73,4% degli addetti. Nell’ultimo pe-
riodo monitorato, il loro contributo all’export regionale è stato di circa il 56%.
Il Distretto del Legno-Mobile
Il Distretto del mobile è l’asse portante dello sviluppo economico della Provincia
di Pesaro e Urbino ed è uno dei sistemi produttivi locali meglio conosciuti in Ita-
lia. Nato nel dopoguerra e sostenuto da condizioni di mercato favorevoli, il di-
stretto, situato nella parte nord delle Marche, è localizzato principalmente nella
provincia di Pesaro e Urbino. I comuni che rientrano nel distretto sono quelli di
Montelabbate, Colbordolo, Sant'Angelo in Lizzola e Pesaro. Il distretto mobilie-
ro è composto da una rete complessa e molto fitta di imprese che coprono un po’
tutte le fasce di mercato: dalle cucine ai soggiorni; dai mobili per ufficio alle ca-
mere, fino alle macchine per la lavorazione del legno. La tipologia di produzione
più rilevante è quella dei mobili per cucina. Rivestono notevole importanza an-
che i comparti per la produzione di soggiorni, camere da letto, poltrone e divani,
mobili per ufficio, arredamenti per bar e negozi, mobili in giunco, arredamenti in
vetro e cristallo.
Il Distretto è caratterizzato dalla presenza di due realtà distinte dal punto di vista
produttivo, organizzativo, strategico e di posizionamento sul mercato. Da una
parte, ci sono alcune grandi aziende leader, che operano nel comparto cuciniero
(Scavolini, Berloni e Febal) e, dall’altra, una miriade di piccole e piccolissime
imprese, prevalentemente terziste, che rappresentano il 90-95% del totale delle
aziende del Distretto. È il cosiddetto ‘terzismo’, caratteristica prevalente del Di-
stretto pesarese. Un notevole numero di piccole imprese ruota intorno a poche
aziende di grandi dimensioni con una valida organizzazione manageriale e un si-
stema integrato basato su rapporti complementari. L’abbattimento dei costi, do-
27
vuto a questo assetto produttivo, e la qualità dei prodotti, certificati da apposito
laboratorio riconosciuto, permettono alle aziende una forte competitività sui
mercati interno ed estero, in particolare quello di paesi extraeuropei come il Me-
dio ed Estremo oriente, Nord e Sud America. La presenza sul territorio di impor-
tanti industrie, tecnologicamente avanzate, per la produzione di macchine utensi-
li per la lavorazione del legno, ha contribuito, in passato, in maniera sinergica al-
lo sviluppo e all’evoluzione del settore. Il distretto pesarese ha una grande forza
commerciale ed è ben attrezzato ad affrontare le difficoltà. E’ proprio grazie
all’“effetto” distretto che è stato possibile un abbassamento dei costi a parità del
mantenimento del livello qualitativo. Se si considera il giro d’affari complessivo
del settore del mobile, il distretto pesarese si colloca in terza posizione rispetto
agli altri distretti mobilieri dopo la Brianza e l’asse Treviso-Pordenone. E questo
grazie soprattutto alle tante imprese di piccole e medie dimensioni (una media di
8,4 addetti per azienda), che lavorano nel settore del mobile. Strutture che hanno
consentito una grande flessibilità nella produzione, una lavorazione accurata del
prodotto ed un continuo adattarsi alle esigenze del mercato. Nel pesarese, per
ogni addetto interno c’è almeno un addetto esterno alla lavorazione conto-terzi di
prodotti finiti, contro mezzo addetto in Italia.
Le aziende che costituiscono il distretto sono circa 1.400, di cui 500 producono
mobili "finiti"; considerando anche gli altri componenti della filiera del mobile
(macchine per la lavorazione del legno, produttori di semilavorati, seconda lavo-
razione del vetro, arredamento per uffici e negozi) si arriva alla cifra di oltre
2.000. Complessivamente gli addetti sono oltre 10.000, compresi anche gli ad-
detti alla produzione di macchine per la lavorazione del legno, di componenti in
vetro o marmo per il mobile che incidono per circa un 15% del totale. Il distretto
del mobile è l'asse portante dello sviluppo economico della provincia di Pesaro
Ma se il modello di decentramento adottato rappresenta uno degli elementi di in-
teresse dell’area, lo è altrettanto la presenza di aziende leader strutturalmente in-
tegrate con il resto del distretto. Nel territorio si trovano i marchi leader del setto-
re delle cucine, che come altre attività industriali strutturate della provincia ope-
rano gomito a gomito con una miriade di aziende conto-terziste per lo più arti-
giane. E’ proprio questo uno dei punti di forza di un distretto dove operano gran-
di aziende che però grazie a queste particolarità si caratterizzano per una estrema
28
flessibilità nell’adattamento alle esigenze della clientela che chiede sempre più
prodotti personalizzati ad un prezzo competitivo. Non deve quindi preoccupare
la frammentazione di questo distretto. Una fitta rete di imprese, grandi piccole e
medie che lavorano in questo settore, continua ad essere un punto di forza e non
un ostacolo allo sviluppo. Questo perché il distretto, anche nella subfornitura del-
le cucine è attestato su livelli qualitativi piuttosto elevati, tali per cui non è molto
conveniente per i grandi marchi rivolgersi fuori per cercare subfornitori a prezzi
più bassi ma con lavorazioni sicuramente più scadenti.
Occorre però continuare a rimanere competitivi, soprattutto in un periodo come
quello attuale dove la crisi economica, avviata nel corso del 2008/09, continua a
rendere difficile la vita delle imprese. Ecco perché servono sviluppo e innova-
zione, non solo nella produzione ma anche nella ricerca del gusto, delle tendenze
e nel design dei prodotti.
In questo contesto, in termini di dinamiche evolutive, il fenomeno più significa-
tivo sembra rappresentato dalla tendenza manifestata da parte di alcune imprese,
di media o piccola dimensione, sia in conto proprio, sia terziste, di reagire all'ec-
cessiva frammentazione del processo produttivo (nata per l'esigenza di contenere
i costi), per recuperare il controllo del prodotto, attraverso la reinternalizzazione
di alcune fasi lavorative. Questa politica trova ragione alla luce dei cambiamenti
che stanno interessando la domanda (la forte contrazione dei consumi interni
combinata con il forte aumento dei prezzi del legno) ed i rapporti tra le aziende
operanti nel settore mobiliero, in chiave soprattutto di fattori critici di successo
(costo, qualità, rispetto di standard e normative certificabili, tempi di consegna).
Queste dinamiche potrebbero delineare, se accompagnate anche dall'affermarsi
di una organizzazione distributiva del prodotto più concentrata, un progressivo
spostamento del distretto pesarese verso un modello di possibile gerarchizzazio-
ne perseguita attraverso una crescita per linee prevalentemente interne.
29
PARTE SECONDA
LA RICERCA
Analisi dei fabbisogni professionali e formativi
nella provincia di Pesaro e Urbino
30
Premessa
Negli ultimi anni il mercato del lavoro si è evoluto in maniera tale da far analiz-
zare sempre più velocemente la domanda dei servizi con le figure professionali
connesse. Nelle aziende del territorio del pesarese, l'aumento dei servizi e dei
prodotti è legato alla volontà di avere sempre più informazioni su "come" e "do-
ve" sta andando l'azienda in qualsiasi momento. In uno scenario che evolve rapi-
damente, caratterizzato dalla “globalizzazione” dei mercati, le aziende dovranno,
oggi più che mai, fare di tutto per rimanere competitive: innovazione di prodotto,
innovazione di processo, formazione del personale, ricerca di figure professionali
capaci di mantenere alta la competitività (skill storages), analisi della domanda di
professionalità. Da un lato le aziende sono alla continua ricerca di professionalità
di difficile reperimento sul mercato del lavoro locale e dall'altro i giovani, in ge-
nere molto scolarizzati, posseggono competenze spesso poco spendibili sul luogo
di lavoro. L'elevata dinamicità del mercato e il rapido sviluppo delle tecnologie
hanno inoltre spinto le aziende verso un repentino cambiamento della struttura
organizzativa, con l'obiettivo di mantenere alta la propria competitività. Questo
processo ha portato l'organizzazione del lavoro a passare da una fase in cui i ruo-
li erano caratterizzati da una profonda rigidità, ad una fase in cui il lavoratore
deve essere altamente flessibile e dinamico. Tali nuove esigenze sono anche da
collegarsi ad una trasformazione radicale del contenuto del lavoro e della sua
struttura operativa ed organizzativa, sottolineando l'importanza del progressivo
coinvolgimento di competenze intellettuali, emotive e relazionali dei soggetti.
Competenze come queste non possono infatti essere apprese solo on the job, ma
comportano anche lo sviluppo di capacità di consapevolezza, riflessione ed ana-
lisi, che necessitano di specifici processi e percorsi di apprendimento.
31
Il Fabbisogno professionale
Il sistema formativo, in generale, ha segnalato un quadro di grandi trasformazio-
ni con implicazioni rilevanti sull'innovazione delle filiere e delle offerte formati-
ve, dei modelli di organizzazione dei processi formativi e delle competenze ri-
chieste agli operatori del sistema. I fattori che più hanno inciso su questo quadro
evolutivo toccano alcuni macro-fenomeni, significativi per comprendere le traiet-
torie del sistema formativo:
• le molteplici innovazioni apportate alle politiche della formazione, dell'istru-
zione e del lavoro, sia in termini di rinnovate strategie dell’UE, sia per le re-
centi modifiche apportate dalle riforme sulla occupazione e sul sistema scola-
stico;
• le veloci e continue trasformazioni degli scenari economici, delle tecnologie e
dei modelli di organizzazione del lavoro;
• le sempre più differenziate e frammentate culture del lavoro;
• le numerose acquisizioni prodotte dalle scienze della formazione.
In questo quadro di maggiore complessità, assume una rilevanza fondamentale la
qualità del servizio formativo, intesa soprattutto come capacità di soddisfare le
aspettative dei diversi destinatari del servizio (persone, imprese, lavoratori, attori
sociali, istituzioni). Questa nuova sfida è costituita dal passaggio dalla tutela sta-
tica del singolo posto di lavoro in un’impresa (job e employment security) al raf-
forzamento professionale, dinamico, degli individui sul mercato del lavoro
(career security). Tale rafforzamento professionale diventa indispensabile su
mercati del lavoro caratterizzati sempre più da elevata mobilità e flessibilità, ol-
tre che in contesti economici fortemente concorrenziali.
Un fabbisogno è in generale uno scarto fra una situazione attesa (le risorse e le
condizioni di cui si necessita) ed uno stato di fatto (le risorse e le condizioni ef-
fettivamente disponibili). La comprensione di un fabbisogno implica dunque l'ef-
fettuazione di una metodologia di misurazione, cioè un insieme di strumenti e
modalità operative attraverso cui applicare correttamente la metrica ai singoli ca-
si in esame. Una significativa trasformazione nei contenuti professionali è indot-
ta dall’applicazione trasversale delle nuove tecnologie dell’informazione, della
32
comunicazione e delle capacità relazionali, che stanno modificando considere-
volmente il mercato delle professioni e che incidono sullo stesso tessuto locale.
C’è una stretta connessione tra l’insediamento territoriale e l’evoluzione del
mondo dell'informazione e della comunicazione. Cambiano completamente i
rapporti, non solo economico-sociali, ma di tutto il mondo del lavoro. Le modali-
tà con cui si lavora nella società dell'informazione, produce impatti estremamen-
te differenziati anche nel vissuto personale: questo provoca, ovviamente, una
maggiore divaricazione nella struttura del mercato del lavoro tra le professionali-
tà “alte” e le professionalità “medio basse”.
Nel pesarese si rileva un livello culturale mediamente alto, mentre l’offerta di la-
voro si orienta prevalentemente su livelli medio-bassi di qualificazione. L’analisi
dell’incontro domanda-offerta di lavoro va sviluppata quindi in due direzioni:
una che guardi alle imprese, alle quali si dovrà segnalare l’esistenza di una forza
lavoro con un’elevata capacità culturale e quindi con un notevole potenziale
all’apprendimento; l’altra che guardi ai giovani e ai disoccupati, in genere a tutte
le fasce deboli del mercato del lavoro, per essere in grado di indirizzare i percorsi
formativi verso le reali esigenze del sistema produttivo locale.
L’analisi dei fabbisogni professionali e formativi va interpretata quindi sui se-
guenti livelli di operatività:
a) il primo riguarda la domanda esplicita di fabbisogni professionali, che è
rappresentata da varie indagini e in particolare dall'indagine Excelsior
delle Camere di Commercio. Essa è utilissima per una previsione dell'oc-
cupazione a breve termine ma non contiene indicazioni sui contenuti pro-
fessionali e quindi non offre la possibilità di identificare le competenze
richieste, utili alla costruzione di percorsi formativi. Occorre pertanto, a
partire da quell’indagine, individuare le competenze necessarie per otte-
nere le figure professionali richieste dalle imprese;
b) un secondo livello riguarda la domanda implicita: ovvero quali sono le
competenze di cui le imprese hanno bisogno, ma che non riescono sem-
pre a esplicitare (oppure non sono in grado) per mancanza di strumenti
appropriati. Si tratta di valorizzare fino in fondo le potenzialità della popola-
zione attiva, la quale, comunque, deve essere (ri)orientata sulla base
33
dell’esplicitazione dei fabbisogni non sufficientemente espressi dal sistema
delle imprese;
c) un terzo livello, il più importante per chi voglia “fare” sviluppo locale, è
quello di anticipare i fabbisogni di competenze conseguenti alle scelte
strategiche dei veri decisori politici nell’ottica dello sviluppo locale. “An-
ticipare” significa che l'offerta di lavoro deve evolvere verso competenze
professionali non ancora richieste, ma al passo con quelli che sono gli
sviluppi più complessivi attesi. Per fare ciò occorre avere una capacità sia
di lettura delle dinamiche in atto che di previsione degli aspetti economici
sottesi.
Facilitare l’incontro domanda-offerta vuol dire, dunque, permettere che l’offerta di
lavoro si avvicini alle necessità reali e non “ideali” delle imprese; tale è la condizio-
ne per supportare lo sviluppo e la crescita socio-economica del territorio.
34
La centralità delle competenze strategiche
Le nuove organizzazioni del lavoro hanno tra i loro fondamenti il concetto di inte-
grazione: delle fasi del ciclo produttivo; delle funzioni di esecuzione, controllo, re-
golazione dei processi; delle mansioni (insieme di compiti) affidate alla singola
persona. L’evoluzione tecnico-scientifica applicata ai processi economici ha com-
portato un enorme sviluppo del lavoro intellettuale nelle organizzazioni; inoltre, i
processi di trasformazione organizzativa necessitano di una certa flessibilità e di
un maggiore orientamento al mercato. Sono in costante aumento le attività erogate
in un rapporto diretto con il cliente, la cui soddisfazione passa attraverso la qualità
di questa relazione ed è influenzata dal comportamento e dalle competenze espres-
se dai lavoratori con i quali si interfacciano. Strumenti fondamentali per gestire
queste situazioni e per supportare i continui cambiamenti che le organizzazioni,
grandi o piccole, devono affrontare sono rappresentati dall’impegno,
dall’iniziativa, dalla creatività e dalla cooperazione delle persone.
Nel caso dell'individuazione dei fabbisogni formativi, il principio da cui si deve
partire per definire le competenze è quello della creazione e sviluppo delle condi-
zioni di convenienza dell'investimento in apprendimento. La formazione non è un
costo se ciò che produce ha un valore, cioè genera competenze dotate di un valore
d'uso e di un valore di scambio sul mercato del lavoro.
Affrontare l'analisi dei fabbisogni formativi implica dunque:
• definire cosa si intende per competenza, funzionalmente alla finalità di rileva-
zione dei fabbisogni;
• affrontare la rappresentazione del lavoro in termini di sviluppo delle compe-
tenze;
• definire ed applicare le metodologie di osservazione che consentono di rilevare
lo stato delle competenze e, differenzialmente, i fabbisogni.
Sempre più frequentemente il successo dell’impresa nell’erogazione di un servizio
di qualità dipende dalla capacità di generare e di applicare la conoscenza ai proces-
si di lavoro. In sostanza, le competenze che nell'attuale società post-industriale di-
ventano strategiche, rispetto alle quali la formazione è chiamata a dare il proprio
contributo di promozione, possono essere ricondotte al concetto che permette di
portare a valore, in situazioni differenti e variabili, il patrimonio di risorse (capaci-
35
tà, abilità, skill) acquisito dagli individui in contesti definiti. Se si vogliono indi-
viduare e "nominare" le competenze appartenenti a tale “classe" si può iniziare
affermando (in una prospettiva in via puramente convenzionale, e con la consa-
pevolezza dei rischi che si incontrano nel classificare processi e fenomeni com-
plessi), che esse sono riconducibili alle seguenti dimensioni:
1. risorse psico-sociali personali;
2. abilità sociali;
3. capacità organizzative.
L'area delle risorse psico-sociali personali (che contiene al proprio interno aspetti
legati agli atteggiamenti, alle attitudini e all'intelligenza emotiva) può essere in-
tesa come quell'area che permette agli individui di valorizzare il potenziale pos-
seduto e tradurlo in "azione" all'interno di una determinata situazione. Nell'ambi-
to di questa riflessione un valore decisivo è giocato dalla capacità degli individui
di apprendere dalla messa in azione. La diversa qualità delle possibili risorse psi-
co-sociali è determinata dalla qualità dell'apprendimento che le persone sono in
grado di elaborare in relazione ad una esperienza.
Volendo proporre un elenco (non esaustivo ma in grado di permettere di cogliere
meglio il senso della questione) di quelle che sono le competenze legate all'area
delle risorse psico-sociali si possono indicare:
- l'autoconsapevolezza;
- la spinta motivazionale;
- l'intraprendenza;
- la creatività;
- l'adattabilità;
- la flessibilità;
- il controllo emotivo.
Le abilità sociali fanno riferimento prevalentemente alla dimensione dell'interre-
lazione tra ruoli e affrontano il tema delle relazioni interpersonali. In quest'area si
ritrovano competenze che possono essere classificate nell'ambito della dimensio-
ne trasversale, ovvero di quella dimensione che valorizza le dinamiche relaziona-
li e considera tali competenze come "spendibili" in differenti contesti (prevalen-
temente lavorativi ma non soltanto lavorativi).
36
Delle possibili classificazioni si propongono come competenze di quest'area:
- l'empatia;
- la capacità comunicativa;
- la capacità di cooperare;
- la capacità negoziale.
Le capacità organizzative sono, ancora una volta, competenze che permettono, in
un contesto lavorativo (e di vita in generale) fortemente orientato al raggiungi-
mento di obiettivi, al rispetto di tempi, all'integrazione tra risorse differenti, di
supportare gli individui nella gestione dei loro molteplici (e interrelati) compiti
di ruolo. Alcune di queste capacità sono propriamente delle tecniche (si pensi ai
possibili strumenti per la gestione dei processi di problem solving) ma, sempre e
comunque, è l'approccio mentale, l'attitudine che permette di valorizzare anche la
sfera tecnico-strumentale. Volendo proporre un sommario delle capacità orga-
nizzative, si possono individuare:
- elasticità di pensiero;
- capacità di problem solving;
- capacità di autoprogrammazione;
- capacità di project management.
È evidente, da quanto detto, che una formazione intesa pressoché esclusivamente
come situazione d'aula non può aiutare le persone nel rinforzo delle competenze
strategiche1. Interventi che possono andare in questa direzione sono tutti quelli
che avvicinano il contesto formativo a quello che sarà vissuto (o che è già vissu-
to) dai partecipanti. Si tratta pertanto di rinforzare gli approcci "oltre l'aula": sta-
ge/tirocini, on the job learning, project work, action learning. Il valore aggiunto a
queste tipologie formative (che altrimenti rischiano di ridursi, come alcune espe-
rienze hanno mostrato, in interessanti sperimentazioni a sé stanti) è costituto dal-
la possibilità che le persone possano effettuare una riflessione (a livello indivi-
duale, supportati dalla consulenza di un ruolo di supporto pedagogico, e a livello
di gruppo, per socializzare e arricchire le esperienze) su quanto affrontato. Anche
per l'approccio formativo, come per le realtà complesse del mondo del lavoro, il
1 È d'altronde ormai pienamente assodato che la formazione, nell'era della complessità, debba fare
ricorso a una pluralità di tipologie che vadano oltre l'aula.
37
concetto principe diventa quindi quello di promuovere integrazione tra diverse
opzioni e tipologie. Si può pensare che, anche nei momenti in cui la formazione
rimane nei contesti "originari" (aula e laboratori), sia possibile impostare una
successione degli eventi che riproponga alcune situazioni tipiche dei contesi or-
ganizzativi postmoderni. Ciò significa impostare la programmazione degli eventi
didattici al principio della destrutturazione. Destrutturare nel senso di: evitare la
riproposizione continua e abitudinaria di orari e successione di attività, modifica-
re (comunicandolo con minimo anticipo) programmi/eventi previsti, richiedere
(come accade nelle situazioni organizzative) di fronteggiare imprevisti, abituare
alla flessibilità di tempi e orari. Impostare inoltre le situazioni di aula con moda-
lità desunte dall'approccio del “problem based learning” può ulteriormente con-
tribuire a favorire la riflessione attorno all'ambito delle competenze strategiche.
Sul piano degli approcci metodologici risulta indubbiamente da privilegiare tutto
il campo degli interventi personalizzati e individualizzati. L'attenzione alle speci-
ficità dei singoli soggetti deve tradursi in modalità (che stanno sempre più pren-
dendo piede) pedagogiche. D'altronde è anche necessario che la personalizzazio-
ne/individualizzazione travalichi i confini del recupero di deficit, per occuparsi
della promozione di competenze personali.
38
Gli obiettivi della ricerca
Gli obiettivi della ricerca discendono dalle finalità dichiarate in apertura e posso-
no ricondursi alle seguenti fasi:
– l’ascolto di tutti i soggetti che sul territorio sono coinvolti con ruoli e respon-
sabilità diversi nel sistema socio economico della provincia di Pesaro e Urbi-
no al fine di indagare la domanda di professionalità emergente;
– la valutazione dell’incremento di occupabilità generato dalle attività formati-
ve, erogate per rispondere alla richiesta di qualificazione professionale pro-
venienti dalle imprese del territorio.
Gli obiettivi, in sintesi, sono i seguenti:
- Conoscere i fabbisogni professionali e formativi collegati all’inserimento di
nuove figure professionali nelle imprese ed alla riqualificazione dei lavorato-
ri dipendenti, mettendoli in relazione sia con gli ambiti settoriali, sia con
quelli territoriali e distrettuali.
- Valutare gli esiti occupazionali e professionali, dei corsi di formazione ero-
gati dalla Provincia, in termini di quantità e qualità dell’occupazione creata.
- Valutare gli esiti delle ricadute professionali generate dalla formazione con-
tinua (per occupati) e permanente, attraverso le diverse modalità operative di
erogazione (corsi a catalogo, just in time, ecc.).
- Definire un quadro di riferimento delle priorità formative sia in termini di fi-
gure professionali sia in termini di competenze (di base, trasversali, tecnico
professionali).
- Delineare un quadro evolutivo del sistema socio economico dove la forma-
zione possa giocare un ruolo strategico e in grado di anticipare lo sviluppo.
Il progetto di ricerca ha previsto, nello specifico:
- l'analisi dello stato dell'arte delle metodologie di ricerca adottate per indagini
analoghe condotte a livello nazionale e locale;
- l’analisi dei documenti di programmazione provinciale e regionale con focus
sui piani di investimento e di sviluppo per il prossimo triennio;
39
- l’analisi del quadro di riferimento socio economico con particolare attenzione
ai trend di sviluppo dei settori produttivi e dei servizi ed alle dinamiche del
mercato del lavoro (mismatch domanda/offerta, disoccupazione intellettuale);
- un approfondimento qualitativo e con caratteristica di validazione dei risultati
mediante interviste a testimoni privilegiati, con particolare riferimento ai
rappresentanti istituzionali, a quelli delle parti sociali e delle associazioni di
categoria, ai presidenti dei distretti;
- l’analisi dell’offerta formativa espressa negli ultimi anni (periodo indagato),
per individuare le caratteristiche evolutive del fenomeno riferite al contesto
socio economico del territorio pesarese;
- la realizzazione di una indagine empirica con le imprese dislocate sul territo-
rio provinciale, al fine di individuare i fabbisogni professionali e formativi
strategici per lo sviluppo, con particolare attenzione ai contenuti professiona-
li che dovranno caratterizzare i percorsi di qualificazione e riqualificazione
delle competenze richieste.
40
Il modello di rilevazione dei fabbisogni professionali e formativi
Il disegno tecnico
CAMPIONE IMPRESE
ARTIGIANATO
CAMPIONE IMPRESE
COMMERCIO E TURISMO
CAMPIONE IMPRESE SERVIZI
CAMPIONE IMPRESE
INDUSTRIA
IMPRESE LEADER
INTERVISTE APPROFONDITE A
OPINION LEADER E OPINION MAKER
RAPPRESENTANTI DI ASSOCIAZIONI
DATORIALI
RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI ED
ECONOMICI
RAPPRESENTANTI DI ASSOCIAZIONI DEI
LAVORATORI
ARCHIVIO DEI CORSI SVOLTI
ANALISI DELLE POLITICHE PER LA FORMAZIONE
PROFESSIONALE
ANALISI DEGLI ORIENTAMENTI
STRATEGICI PER LO SVILUPPO
ANALISI DELLO SCENARIO SOCIO-ECONOMICO
DOMANDA DI IMPRENDITORIALITÀ’ E RICAMBIO GENERAZIONALE
ANALISI DEL QUADRO DI RIFERIMENTO E DELL’OFFERTA
FORMATIVA
INTERVISTE ALLE IMPRESE DEL TERRITORIO
INTERVISTE DIRETTE
IMPRESE DEL TERRITORIO
STRATIFICAZIONE PER SETTORE, DIMENSIONI,
TERRITORIO
USO DI QUESTIONARI STRUTTURATI PER
L’INDAGINE
STRUMENTI PER L’INTERVISTA DIRETTA E
FOCUS GROUP
� ELABORAZIONE DEL MODELLO DELLE RISULTANZE
� MAPPA DELLA DOMANDA FORMATIVA
� SVILUPPO DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI
MAPPA DEI RISULTATI
ELENCO DETTAGLIATO DELLE FIGURE E COMPETENZE NECESSARIE ALLO
SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DEL TERRITORIO
41
Il disegno del campione
La selezione del campione rappresentativo dell’universo delle aziende della pro-
vincia di Pesaro e Urbino è avvenuta integrando le informazioni ricavate dal Re-
gistro delle Imprese della Camera di Commercio (imprese iscritte che avevano
almeno un dipendente, con l’esclusione: delle unità scolastiche e universitarie
pubbliche) con quelle di altri archivi (Associazioni datoriali, web, contatti diretti,
ecc.). Per le aziende leader delle filiere produttive più importanti dell’economia
provinciale si è proceduto ad una intervista diretta, presso la sede locale della
impresa. In questi casi, che potremmo definire casi di studio, sono stati appro-
fonditi i temi principali all’origine della ricerca: sviluppo, formazione e strategie
per competere.
L’attività di integrazione statistica delle informazioni degli archivi amministrati-
vi ha portato alla definizione di elenchi di imprese e di unità provinciali, correda-
te delle variabili di stratificazione:
1. il settore di attività economica: in particolare si è focalizzata l’attenzione su
15 settori tra i più rappresentativi della realtà economica della provincia di
Pesaro e Urbino appartenenti all’industria ed ai servizi (seguendo la classifi-
cazione Ateco ed accorpando alcuni settori):
1.1. Manifatturiero;
1.1.1. Metallurgia e meccanica;
1.1.2. Legno e mobile;
1.1.3. Tessile e abbigliamento;
1.1.4. Mezzi di trasporto (fabbricazione, per esempio la Nautica);
1.1.5. Chimica, gomma e plastica e industrie non metallifere;
1.1.6. Alimentari e bevande;
1.1.7. Carta, cartotecnica, editoria;
1.1.8. Elettrica, elettronica ed ottica;
1.1.9. Altre industrie manifatturiere;
1.2. Commercio;
1.3. Costruzioni;
1.4. Turismo (alberghi, ristoranti, agenzie turistiche);
1.5. Trasporti e telecomunicazioni;
42
1.6. Sanità ed altri servizi socio assistenziali;
1.7. Terziario avanzato (servizi alle imprese, informatica, ricerca e sviluppo).
2. la dimensione aziendale: abbiamo considerato tre fasce dimensionali corri-
spondenti alle PMI per la selezione del campione (le imprese con oltre 250
addetti sono state coinvolte puntualmente):
2.1. 1-9 addetti
2.2. 10-49 addetti
2.3. 50-249 addetti
3. la localizzazione sul territorio, sono stati considerati i tre bacini di utenza dei
Centri per l’Impiego della Provincia di PU:
3.1. Bacino del Cpi di Pesaro;
3.2. Bacino del Cpi di Fano;
3.3. Bacino del Cpi di Urbino.
Sono stati ottenuti 135 potenziali domini di analisi, alcuni di questi sono stati ri-
tenuti prioritari ai fini della stima degli indicatori, per altri si è deciso di ricorrere
a macro raggruppamenti della variabile di stratificazione “settore di attività” per
ottenere unità di analisi e previsione statisticamente significative. Infatti, pur se
nel suo complesso, la numerosità del campione garantisce la significatività,
l’analisi dei dati non può essere fatta per tutte le singole celle di stratificazione
per motivi legati al numero di unità trattate. La lettura dei dati può, però, essere
realizzata in riferimento a macro-raggruppamenti che distinguono bene le speci-
ficità del sistema produttivo provinciale (esempio nell’industria):
- metallurgica, meccanica;
- legno e mobile;
- comparto moda, comprendente tessile, abbigliamento;
- chimica, gomma, materie plastiche e industrie non metallifere;
- altro manifatturiero
Sulla base della matrice dei domini delle variabili di stratificazione si sono de-
terminati i pesi delle singole celle ritenute utili per le analisi riportandoli
all’universo di appartenenza. Il coefficiente di ponderazione è determinato in ba-
se al peso delle unità locali in termini di addetti della stessa classe di attività eco-
nomica. Tale coefficiente permette di riportare i valori campionari a quelli
dell’universo di riferimento. Determinato il numero di casi totali necessari per
43
l’indagine, sulla base dei pesi attribuiti alle singole celle di analisi e tenendo con-
to delle quote di riserva, si è proceduto all’estrazione casuale semplice dai vari
domini di appartenenza dell’universo delle aziende facenti parte del campione.
Per ogni dominio così determinato la numerosità campionaria, calcolata in fun-
zione della numerosità N della popolazione inclusa nel dominio, è tale da garan-
tire, per i domini oggetto di stime previsionali, una significatività pari al 95%
con un errore massimo standard del 6-8%. L’errore commesso diminuisce in
funzione della grandezza dei raggruppamenti considerati. La frazione campiona-
ria sull’universo delle imprese é stata pari al 5% per le imprese con meno di 10
dipendenti, del 10% per quelle con 10-49 addetti; è risultata pari al 20% circa per
quelle con numero di addetti fino a 250 unità. Il campione copre circa l’80% del-
la forza occupazionale complessiva delle aziende con le caratteristiche descritte.
Nel campo di osservazione della ricerca rientrano, inoltre, le attività agricolo-
zootecniche, limitatamente alle imprese con almeno un dipendente.
44
Appendice
Le classificazioni utilizzate: settori di attività, professioni, livelli di istruzione e titoli di studio
Settori di attività
Nell'indagine si fa riferimento ai settori economici. Tali settori raggruppano divi-
sioni e gruppi di attività secondo la classificazione Ateco.
Di seguito è riportata la tavola di raccordo fra i settori utilizzati nel presente la-
voro e le divisioni, gruppi e classi di attività economica Ateco che li compongo-
no.
Settori Divisioni, gruppi e classi di attività economica Ateco Estrazione di minerali
Estrazione di carbon fossile, lignite, torba
Estrazione di petrolio greggio e di gas naturale; servizi connessi
all'estrazione Estrazione di minerali di uranio e di torio Estrazione di minerali metalliferi Altre industrie estrattive
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco Industrie alimentari e delle bevande Industria del tabacco
Industrie tessili, dell'abbigliamento e delle calzature Industrie tessili Confezione di articoli di abbigliamento; preparazione, tintura e
confezione di pellicce Preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio,
borse, calzature Industrie del legno e del mobile Industrie del legno e prodotti in legno e sughero.
Fabbricazione articoli in materiali da intreccio
Industrie della carta, della stampa ed editoria Fabbdcazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati
Industrie chimiche e petrolifere
Industrie del Vetro
Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili Fabbricazione di prod. chimici e di fibre sintetiche e artificiali
Prodotti e fabbricazione da vetro Industrie della gomma e delle materie plastiche
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche Recupero e preparazione per il riciclaggio di cascami e rottami non
metallici
Industrie dei minerali non metalliferi Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Industrie dei metalli Metallurgia
Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, macchine e
impianti
Industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici
Industrie elettriche, elettroniche, ottiche e medicali Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici Fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici
Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le
comunicazioni Fabbricazione apparecchi medicali, di precisione, di strumenti ottici e di
orologi
45
Settori Divisioni, gruppi e classi di attività economica Ateco
Ind. beni per la casa, tempo libero e ora manifatt. Gioielleria e oreficeria
Fabbricazione di strumenti musicali
Fabbricazione di articoli spartivi
Fabbricazione di giochi e giocattoli
Altre industrie manifatturiere
Produzione e distribuzione di energia, gas e acqua
Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di calore
Raccolta, depurazione e distribuzione d'acqua
Costruzioni Costruzioni
Commercio al dettaglio
Commercio al dettaglio, escluso quello di autoveicoli e di motocicli;
riparazione di beni personali e per la casa
Commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli
Commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli,
vendita al dettaglio di carburante
Commercio all'ingrosso
Commercio all'ingrosso e intermediari del commercio (esclusi autoveicoli
e motocicli )
Alberghi, ristoranti e servizi turistici Alberghi e ristoranti
Attività delle agenzie di viaggio e degli operatori turistici; attività di
assistenza turistica
Trasporti e attività postali Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte
Trasporti marittimi e per vie d'acqua
Trasporti aereiAttività di supporto e ausiliarie dei trasporti (escluso attività delle agenzie
di viaggio)
Attività postali e di corriere
Informatica e telecomunicazioni Informatica e attività connesse
Telecomunicazioni
Servizi avanzati alle imprese Ricerca e sviluppo
Amvità legali, contabilità, consulenza fiscale, commerciale e di gestione
Attività di arohitettura, ingegneria e altre attività tecniche
Collaudi e analisi tecniche
Pubblicità
Servizi di riceroa, selezione e fornitura di personale
Servizi di reprografia e traduzione
Organiuazioni di fiera, esposizioni, convegni
Attività dei cali center
Altri servizi alle imprese (escluso organizzazioni di fiere, esposizioni,
convegni)
Credito, assicurazioni e servizi finanziari Intermediazione monetaria e finanziaria
Assicurazioni e fondi pensione
Attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria e delle assicurazioni
Servizi operativi alle imprese e alle persone Attività immobiliari
Noleggio di macchinari e attrezzature senza operatore e di beni per uso
personale e domestico
Servizi di investigazione e vigilanza
Servizi di pulizia e disinfestazione
Attività fotografiche
Imballaggio e confezionamento per cont terzi
Istruzione e servizi formativi privati Istruzione (servizi di istruzione privat)
Sanità e servizi sanitari privati Servizi sanitari privati; altri servi sociali privati
Altri servizi alle persone Smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili
Attività ricreative, culturali e sportive
Servizi alle famiglie
Studi professionali Limitatamente a: studi legali; studi di consulenza amministrativa-fiscale,
studi di architettura e di ingegneria
46
Le figure professionali
La modalità di rilevazione e codifica delle figure professionali utilizzate nell'in-
dagine si basa su un metodo particolare che sfrutta un approccio flessibile e dif-
ferenziato in grado di semplificare la rilevazione dei dati sia mediante intervista
telefonica, sia mediante l’utilizzo di fax e internet. Nell'ambito del progetto è sta-
ta elaborata una serie di liste di figure professionali semplificate e specifiche dei
settori di attività e delle dimensioni aziendali (microimprese e piccole imprese,
medie imprese più strutturate). In altre parole, funzionalmente agli obiettivi del-
l'indagine, si è provveduto alla elaborazione di una nomenclatura delle figure
professionali che fosse al contempo:
� utilizzabile e comprensibile dagli imprenditori e dalle aziende intervistate, in
quanto basata sul linguaggio e sulle terminologie da questi stessi utilizzati;
� aggiornabile, in modo da poter recepire costantemente le naturali evoluzioni
del mondo del lavoro;
� confrontabile comunque con le altre fonti/classificazioni ufficiali;
� corretta, perché incentrata sull'osservazione delle principali caratteristiche e
parametri che concorrono alla sua definizione.
Le informazioni contenute nel sistema sono tra loro collegate attraverso le classi-
ficazioni statistiche Ateco, per quanto riguarda i settori di attività economica, e la
Nomenclatura delle Unità Professionali (NUP) Isfol-Istat per le professioni I-
SCO-88, rivista ed integrata sulla base delle richieste, emerse in fase di pre-
analisi, delle imprese o segnalate da altre fonti specialistiche. Tale nomenclatura
è associata alla descrizione proposta dall'impresa incrociando la modalità di
quattro variabili: il settore di attività economica dell'impresa; l'area aziendale in
cui la figura è inserita dall'impresa; il livello e l'area di formazione che caratte-
rizza la figura.
I livelli di istruzione/formazione e titoli di studio
I livelli di istruzione sono classificati con riferimento al livello universitario (lau-
ree 3-5 anni), di specializzazione post-diploma, di scuola media superiore (di-
ploma quinquennale), di istruzione professionale (qualifica triennale), di scuola
dell'obbligo. I titoli di studio riferiti al livello di istruzione universitario e ai di-
47
plomi vengono considerati così come classificati all'interno di specifici indirizzi
formativi dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Nel caso dei livelli formativi corrispondenti all'istruzione e alla formazione pro-
fessionale, non si fa riferimento alla singola qualifica - per le quali non esiste una
classificazione omogenea e standard a livello regionale - bensì i dati vengono
proposti secondo un insieme di indirizzi riconducibili agli indirizzi della scuola
media superiore. Si è a tal fine generata una tavola di corrispondenza tra singola
figura professionale e indirizzo formativo a cui essa è tipicamente associabile.
48
L’Offerta formativa provinciale (programmata con il FSE)
Premessa e processo di mappatura dell’offerta formativa
L’analisi comparata dell’offerta formativa, erogata dalla Provincia di Pesaro e
Urbino nell’arco dell’ultimo triennio di programmazione in ambito FSE, evi-
denzia i processi chiave della strategia di intervento adottata per rispondere alla
domanda di professionalità emergente dal territorio. Si possono indicare alcuni
punti essenziali che caratterizzano i criteri di fondo delle azioni formative pro-
mosse per allineare la domanda all’offerta di professionalità:
– L’insieme degli interventi è ‘equilibrato’ e considera le diverse esigenze di
qualificazione professionale provenienti dal territorio. L’offerta formativa
dei saperi trasversali e di base (informatica e lingue) assume un peso diver-
so rispetto ai primi tempi, dove era centrale rispetto allo sviluppo di altre
competenze. Nel periodo considerato risponde prevalentemente a due richie-
ste:
• colmare le lacune di lavoratori italiani e stranieri in questo settore (in-
formatica di base, lingua e cultura italiana);
• sviluppare competenze di alto livello per figure professionali strategi-
che per lo sviluppo (tecnici informatici, tecnici che operano sui mer-
cati esteri, manager).
– Nell’area della Produzione l’85% dell’offerta formativa è stata destinata al-
lo sviluppo di competenze per figure professionali dell’Industria e Artigianato,
il rimanente 15% ai Servizi e Agricoltura. La caratteristica principale
nell’ambito dei corsi erogati è la percentuale di interventi destinati a soddi-
sfare la domanda di professionalità di manodopera altamente qualificata; il
37% delle attività ha formato tecnici e responsabili, il 25% di tutte le attività
formative ha riguardato le seguenti figure professionali: disegnatori progettisti,
modellisti, designer, sviluppatori, tecnici CAD/CAM. In questo senso la Pro-
vincia orienta la formazione continua verso l’innovazione tecnologica ed or-
ganizzativa del sistema produttivo, supportando le imprese nelle fasi di rior-
ganizzazione e introducendo sul mercato del lavoro quelle professionalità
indispensabili per lo sviluppo del territorio.
49
– L’offerta formativa per le altre due aree strategiche per le imprese,
Management - Organizzazione e Marketing - Comunicazione, risulta in
linea con quanto sopra esposto per l’area della Produzione. In entrambe le
aree, una parte preponderante dei corsi erogati è finalizzata a qualificare fi-
gure tecniche ad elevato contenuto di professionalità, come ad esempio tec-
nici in sistemi d’impresa e tecnici di organizzazione/gestione aziendale.
Una valida risposta alla domanda di professionalità per gestire i processi di
internazionalizzazione d’impresa viene dal 34,3% di interventi realizzati
per l’area Marketing-Comunicazione e destinati a sviluppare competenze per
operare sui mercati esteri. Nell’area Management-Organizzazione il 27,8%
degli interventi formativi è finalizzato a sostenere l’organizzazione azien-
dale.
– Una parte dei corsi erogati è stata indirizzata a migliorare le competenze
specifiche in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e la gestione azienda-
le integrata (ambiente, qualità, responsabilità sociale, ecc.).
– Una quota importante delle azioni formative è stata destinata allo sviluppo di
competenze delle “figure emergenti” nei settori innovativi (ad esempio:
nautica, meccanica, arredamento, ecc.).
– Alcuni percorsi formativi rivolti agli immigrati pongono particolare atten-
zione alle competenze di base linguistiche e informatiche, integrandole con
conoscenze che possano favorire l’inserimento lavorativo e l’integrazione
sociale.
– Mediante interventi organizzati all’interno dell’Asse A ed espressamente ri-
volti ad assicurare un’offerta formativa alternativa (mirata al conseguimento
di una qualifica) a giovani minori che non sono assoggettabili all’obbligo di
istruzione e che non hanno assolto il diritto-dovere all’istruzione e alla for-
mazione, sono stati qualificati numerosi giovani (oltre 300 nel triennio esa-
minato), con professionalità legate all’area della produzione e all’artigianato
(meccanici, elettromeccanici, addetti macchine utensili, estetiste, parrucchie-
re).
– L’8,2% dei corsi erogati, Asse E Misura 1, ha qualificato professionalmente
oltre 750 donne in cerca di lavoro, con profili in uscita spendibili in vari
settori del tessuto produttivo, incrementando così l’occupabilità di genere.
50
– L’11% delle attività formative erogate nel triennio 2004-2006, progettate
nell’ambito dell’Asse B Misura 1, hanno avuto come destinatari persone ap-
partenenti a fasce deboli (detenuti, tossicodipendenti, disabili, ecc.) allo sco-
po di fornire competenze utili all’inserimento e al sostegno lavorativo.
– Sono stati avviati nuovi percorsi formativi di carattere sperimentale mediante
la modalità “Just in time”, 6,3% degli interventi, e i “Progetti Quadro”,
6,6% delle attività formative, nell’ambito della formazione continua e di
quella permanente, allo scopo di rendere l’Offerta Formativa sempre più
flessibile e personalizzata. Da una parte con i Progetti Quadro si incrementa
la flessibilità del sistema dell’Offerta Formativa Provinciale, dall’altra le a-
zioni Just in time permettono di presentare progetti formativi entro un mas-
simo di trenta giorni, accorciando di molto i tempi che decorrono dalle esi-
genze di qualificazione provenienti dalle imprese a quelle di realizzazione
effettiva degli interventi formativi.
– La formazione finalizzata al ricambio generazionale ed alla nascita e con-
solidamento delle nuove imprese ha riguardato il 4% dei corsi erogati.
Per affrontare le nuove sfide poste dalla globalizzazione e per incrementare gli
impatti positivi sulle imprese e sulle persone, il sistema della formazione pro-
fessionale dovrà essere:
1. Articolato e flessibile – In grado di soddisfare i fabbisogni formativi di
settori specifici sul territorio, espressi da piccole imprese con esigenze
particolari di formazione per i loro dipendenti, anche con interventi più
flessibili negli orari e nelle sedi delle attività formativa.
2. Efficace – Aperto a un maggiore e più significativo protagonismo dei
soggetti e degli attori che generano e fruiscono il servizio secondo la cul-
tura della qualità dei servizi.
3. Tempestivo – Capace di rispondere in tempi brevi alla domanda di for-
mazione che proviene da aziende e settori produttivi con importanti ne-
cessità di qualificazione e riqualificazione professionale, sia per motivi
contingenti legati a riconversioni industriali, sia per promuovere lo svi-
luppo socio-economico; superando la logica di programmare annualmen-
51
te la lista delle attività da svolgere, rispondendo così alle esigenze del ter-
ritorio in tempo reale.
L’innovazione delle offerte formative, in una prospettiva di crescente differen-
ziazione, personalizzazione ed integrazione, ha dirette e importanti conseguenze
sullo stesso ciclo di vita del processo formativo, a partire dall’analisi della do-
manda e diagnosi dei bisogni. Infatti, la differenziazione delle tipologie di inter-
vento arricchisce e moltiplica gli oggetti diagnostici specifici, fino ad arrivare a
percorsi e pratiche veramente “su misura” per ogni singolo utente. Da alcuni an-
ni la Provincia di Pesaro e Urbino propone un Catalogo dell’offerta formativa
strutturato in moduli, dal quale è possibile scegliere i corsi, realizzando un pro-
getto di sviluppo delle competenze professionali, tenendo conto delle esigenze e
dei vincoli aziendali.
L’innovazione “reale” dell’offerta formativa non potrà naturalmente prescindere
da un cambiamento strategico dei modelli organizzativi delle stesse strutture
formative: in questo quadro diviene indispensabile sviluppare nuove funzioni e
nuove competenze. Risulta insomma sempre più evidente che il personale addet-
to ai servizi formativi deve poter garantire e presidiare, in modo non routinario,
le diverse fasi del processo formativo. Le organizzazioni formative, ed i formato-
ri, dovranno rinunciare ai requisiti della continuità e della ripetitività dei prodotti
e dei processi formativi, per divenire attori capaci di governare la varietà e la di-
scontinuità. Occorrerà lavorare sempre di più per progetti anziché per program-
mi, per obiettivi anziché per procedure, per processi anziché per routine. In
quest’ottica la qualità dei processi formativi si giocherà proprio sulla capacità di
ascoltare, dialogare, comunicare, negoziare con tutti i soggetti coinvolti nella
realizzazione del progetto.
Alla luce di tali considerazioni, questa azione di analisi dei bisogni formativi, in
termini metodologici, richiederà una volta attivata, una sua contestualizzazione:
dovrà quindi, di volta in volta, essere strutturata sulla base delle specificità del
singolo progetto/corso/intervento. Per fare ciò dovrà essere necessario ricorrere
ad una serie di strumenti di tipo diagnostico, tenendo sempre conto della realtà
oggettiva e soggettiva di riferimento; il primo di questi strumenti è rappresentato
dall’analisi e dalla definizione di quanto è stato realizzato negli anni precedenti a
livello di erogazione dei corsi di formazione (offerta formativa).
52
Gli obiettivi principali da perseguire, nel campo delle politiche attive per il lavo-
ro, sono il raggiungimento di un’occupazione di qualità e di un’occupazione utile
che anticipi i bisogni del mercato con nuove figure professionali. Inoltre è impor-
tante coniugare: le esigenze di flessibilità a quelle di sicurezza sociale e la com-
petitività economica alla coesione sociale, affinché nel sistema locale si trovi un
punto di raccordo con i principi di eticità nella gestione imprenditoriale. Al fine
di analizzare l’offerta formativa e renderla comparabile con la domanda di pro-
fessionalità e competenze espressa dal territorio è stato necessario realizzare un
archivio elettronico ad hoc (di seguito riportato), con caratteristiche adatte agli
obiettivi della ricerca.
53
Il Catalogo delle attività formative finanziate dalla Provincia
Il processo di mappatura dei corsi, successivo alla catalogazione elettronica, in
linea con gli obiettivi della ricerca, ha stratificato l’offerta formativa per renderla
confrontabile con i successivi risultati dell’indagine empirica sui fabbisogni pro-
fessionali e formativi espressi dal territorio della provincia di Pesaro e Urbino.
Inoltre, il database dell’offerta formativa è organizzato per registrare gli indicato-
ri sintetici di efficienza ed efficacia dei corsi rispetto ai quali saranno monitorati
gli esiti occupazionali dei corsi erogati sul territorio di riferimento.
DATABASE DEI
PERCORSI FORMATIVI
VISIONE DEI CATALOGHI DEI CORSI
EROGATI DALLA PROVINCIA DI PESARO
E URBINO
NEL PERIODO DEL FSE 2004-2006
ORGANIZZAZIONE, CODIFICA,
CLASSIFICAZIONE ED ELABORAZIONE
DELLE VARIABILI IN UN ARCHIVIO
ELETTRONICO
DATABASE DELLE AREE
DI INTERVENTO
Analisi e stratificazione
dell’Offerta Formativa erogata
Risorse Umane
Amm.ne - Finanza
Produzione
Commerciale
MarketingManagement
Qualità – Ambiente - Sicurezza
Lingue
Informatica
Sviluppo - Innovazione
PERCORSI FORMATIVI REALIZZATI
CONTENUTI DIDATTICI PROGRAMMATI
TERRITORI – BACINI DI INTERVENTO
AREE AZIENDALI COINVOLTE
DURATA DEI CORSI
PERSONE INTERESSATE
54
La definizione di variabili di settore/area di intervento per raggruppare e classifi-
care i corsi, ha mantenuto la diversificazione della pluralità degli interventi, che,
da una parte incontra la domanda di competenze trasversali provenienti da settori
di attività (imprese) o di utenza (occupati e/o disoccupati), dall’altra soddisfa i
fabbisogni professionali specifici, in termini di competenze tecnico-
professionali, formulati dal sistema produttivo provinciale.
La struttura del database contiene variabili relative alle seguenti dimensioni
dell’analisi:
a. definizione del corso: classificazione primaria basata sulla tipologia
dell’intervento (ad esempio macro-area “Produzione”, oppure “Formazione
per il Sociale”), classificazione secondaria (specifica delle competen-
ze/qualifiche appartenenti ad un settore macro, oppure aggiunge informa-
zioni su caratteristiche utili per la mappatura ed il confronto con la domanda
di formazione professionale);
b. durata del corso: espressa in ore;
c. numero di allievi;
d. tipo di attestato rilasciato;
e. ente gestore;
f. indici di efficienza (organizzazione, logistica, docenti, ecc.);
g. indici di efficacia (occupabilità, ricadute socio-economiche);
h. indici di utilità (basati sulle dichiarazioni degli utenti intervistati).
Di conseguenza, i corsi erogati e rivolti al contesto delle persone svantaggiate,
essendo caratterizzati da una forte omogeneità in termini di utenza destinataria e
competenze raggiunte, vengono raggruppati sotto la categoria “Formazione per il
sociale”. Mentre alcune categorie come “Turismo”, “Artigianato” e “Ambien-
te/Energia/Sicurezza” raccolgono professioni e/o qualifiche specifiche o di un
settore (Alberghi e ristoranti, agenzie turistiche), o di una particolare forma di
impresa (figure professionali tipiche di imprese artigiane di servizio o produzio-
ne), oppure legate ad una sfera di servizi/competenze che ruotano attorno alla di-
fesa e tutela dell’ambiente.
L’analisi dell’offerta formativa, dopo aver descritto la composizione dei corsi del
Fse erogati dalla Provincia nell’ultimo triennio, stratificati secondo i criteri delle
55
qualifiche professionali e/o delle competenze raggiunte, organizza i risultati af-
finché siano comparabili con la domanda di fabbisogni professionali e formativi
espressa dal territorio. La valutazione dell’allineamento della domanda e
dell’offerta di formazione professionale risponde ad uno degli obiettivi fonda-
mentali della ricerca: misurare il gap di fabbisogni professionali e di competenze
esistente tra le richieste del sistema produttivo e le risposte istituzionali. Ovvia-
mente è opportuno considerare che la natura degli interventi è tale per cui, essen-
do vincolata da limiti di budget e normativi, la formazione finanziata copre pre-
valentemente una parte, anche se rilevante, della formazione professionale attiva-
ta sul territorio. Il resto viene realizzato integrando la formazione più specifica-
mente tecnico-professionale svolta dalle imprese con propri fondi, o singolar-
mente (grandi gruppi industriali), o attraverso associazioni di categoria (Fondi
interprofessionali).
Un altro obiettivo dello studio amplia il campo di osservazione e quindi di valu-
tazione delle politiche formative adottate, introducendo il motivo/criterio della
formazione per lo sviluppo, ovvero quella che anticipa gli scenari evolutivi del
sistema (qui inteso non solo come sistema locale, ma inserito nel contesto della
globalizzazione). Sotto questo punto di vista, si tratta di individuare una doman-
da di sviluppo proveniente dal territorio, integrarla con lo scenario prefigurato da
interventi strategici degli enti e delle istituzioni, compararla con il trend che e-
merge dall’analisi dell’offerta formativa e valutare successivamente sia
l’efficacia delle scelte compiute e quindi dei metodi adottati per attuarle (“con-
certazione” piuttosto che programmazione o “emergenza”). Una scansione mira-
ta dei corsi erogati, finalizzata ad una definizione di liste di priorità formative
differenziate per ambito di intervento (settori, aree), considera strategiche sia le
risultanze dell’indagine empirica in termini di formazione per lo sviluppo e la
competitività, sia la struttura individuata all’interno dell’offerta formativa in
termini di formazione specialistica, di base e avanzata; questo ai fini di un “u-
pgrade” complessivo del sistema socio-economico locale. L’efficacia del sistema
di formazione professionale dipende, come ricordato in precedenza, non solo dal-
le strategie e dalle politiche messe in atto dalle istituzioni locali (Regione e Pro-
vincia) ma anche dalla qualità dei servizi erogati dagli enti gestori, e soprattutto
dalla loro capacità di rinnovarsi in termini di metodologie d’aula e contenuti spe-
56
cialistici. Lo studio, attraverso i processi di analisi e confronto attivati per valuta-
re la sinergia esistente sul territorio tra i soggetti che esprimono una domanda di
professionalità (imprese e persone), le istituzioni che erogano i corsi e gli enti
formatori che li gestiscono, sarà in grado di definire un quadro evolutivo “ideale”
per promuovere lo sviluppo del sistema socio-economico provinciale.
57
Analisi della distribuzione dell’offerta formativa Fse, nell’ultimo triennio.
Per osservare la distribuzione sul territorio dei corsi FSE erogati dalla Provincia
di Pesaro e Urbino, si è operata una suddivisione sulla base dei bacini di utenza
dei Centri per l’Impiego (Pesaro, Fano, Urbino) e della distinzione in base alla
collocazione geografica nella pianura (Fascia costiera) o nella montagna (Zona
montana). Il criterio scelto discende dalla necessità di allineare le risultanze
dell’indagine sia ai criteri amministrativo-procedurali adottati dalla Provincia
nella programmazione dell’offerta formativa, sia all’importante ruolo istituziona-
le ricoperto dalle strutture per l’impiego nelle dinamiche del mercato del lavoro
locale. Dall’analisi della copertura del territorio provinciale, in termini percen-
tuali dei corsi erogati nei Comuni sedi delle attività formative dei rispettivi baci-
ni di utenza, risulta che il 51,8% dei corsi sono stati erogati nel territorio collega-
to al CIOF di Pesaro, il 25,2% a Fano e il rimanente 23% a Urbino. Consideran-
do la distribuzione delle imprese utenti1 dei CIOF del pesarese, che rispecchia
quella dei corsi erogati, possiamo affermare che l’organizzazione dei corsi sul
territorio risponde mediamente alla domanda di formazione per i propri dipen-
denti espressa dalle aziende collocate nei diversi Comuni della Provincia.
Analizzando la distribuzione delle attività formative erogate nel triennio 2004-
2006 nella provincia pesarese, sulla base della suddivisione del territorio in fa-
scia costiera e zona montana, risulta che circa il 63% dei corsi si sono svolti in
pianura, mentre il 37% circa nella zona montana. In particolare, approfondendo il
risultato della dislocazione dei corsi nella zona montana sulla base della suddivi-
sione in Comunità Montane, risulta la seguente distribuzione percentuale:
− Comunità Montana Alto e Medio Metauro, 40,1%; − Comunità Montana del Metauro, 16,4%; − Comunità Montana del Catria e Cesano, 12,4%; − Comunità Montana del Montefeltro, 12,4%; − Comunità Montana dell'alta Valmarecchia, 10,2%; − Comunità Montana del Catria e Nerone, 8,5%.
1 Nostre elaborazioni su dati regionali – Monitoraggio dei Servizi per l’Impiego nelle Marche
58
I corsi di formazione professionale erogati dalla Provincia di Pesaro e Urbino nel periodo 2004-2006 con i Fondi Strutturali Europei Grafico – Distribuzione percentuale per territorio (Bacini di utenza dei Centri per l’Impiego)
*Fonte: nostre elaborazioni su dati forniti dalla Provincia
Grafico – Distribuzione percentuale delle imprese utenti dei CIOF della Provincia di Pesaro e Urbino per territorio (Bacini di utenza dei Centri per l’Impiego)
*Fonte: nostre elaborazioni su dati forniti dall’Osservatorio Regionale
Grafico – Distribuzione percentuale per territorio (Fascia costiera e zona montana)
*Fonte: nostre elaborazioni su dati forniti dalla Provincia
Pesaro
50,0%
Fano
28,0%
Urbino
22,0%
Pesaro
51,8%
Fano
25,2%
Urbino
23,0%
Fascia Costiera
62,6%
Zona Montana
37,4%
59
Considerando la ripartizione dell’offerta formativa secondo il criterio degli Assi
e delle Misure e del numero dei corsi erogati risultano preponderanti le azioni le-
gate alla formazione del tipo on the job (Asse D Misura 1 – 33%) e long life le-
arning (Asse C Misura 4 – 21,8%), seguono:
– gli interventi per favorire l’occupazione dei soggetti deboli (Asse B Mi-
sura 1 – 11%);
– la formazione volta a prevenire e curare la disoccupazione (Asse A Mi-
sure 2 e 3 – complessivamente 10,8%);
– le azioni formative per promuovere le Pari Opportunità (Asse E Misura 1
– 8,2%);
– la formazione tecnica superiore (Asse C Misura 3 – 8,2%);
– gli interventi per lo sviluppo e la competitività delle P.M.I. (Asse D Misu-
re 2 e 3 – complessivamente 4,6%);
– le attività per contrastare la dispersione scolastica (Asse C Misura 2 –
1,7%);
– infine i corsi erogati per il miglioramento delle risorse umane nel settore
della Ricerca e Sviluppo tecnologico (Asse D Misura 4 – 0,6%).
Per comprendere meglio il peso delle varie azioni formative in termini di numero
di ore erogate e numero di allievi formati è opportuno conoscere anche la distri-
buzione percentuale delle Azioni rispetto ai parametri complessivi di gestione.
Risulta così che le azioni volte a prevenire e curare la disoccupazione (Asse A
Misure 2 e 3), pur essendo in percentuale inferiore alla formazione continua e a
quella permanente (Asse D Misura 1 e Asse C Misura 4) per numero di corsi e-
rogati, risultano coprire invece il 30% del totale delle ore erogate contro il 27%
delle altre due Azioni. Questo perché la durata media dei corsi delle Azioni
A2/A3 è maggiore di quella delle Azioni D1/C4, trattandosi di interventi finaliz-
zati a formare persone in cerca di lavoro fornendo un attestato finale di Qualifica
e/o Specializzazione. Come già anticipato in precedenza, la Provincia di Pesaro e
Urbino, dal 2005, ha approvato due nuove tipologie progettuali per le attività for-
mative: i corsi a catalogo ed il Just in Time. Il territorio pesarese è formato da
piccole e piccolissime imprese che manifestano difficoltà organizzative nell’uso
dei fondi Fse per i corsi ai propri dipendenti; si evidenzia altresì la volontà di
percorsi formativi più flessibili e legati alla costruzione “individualizzata” per lo
60
sviluppo e la “manutenzione” delle competenze necessarie. Le due nuove azioni
individuate, rendono il sistema della formazione professionale più articolato e
tempestivo, per rispondere in maniera più efficace alle richieste provenienti da
specifici settori produttivi del territorio. Si tratta di interventi che si collocano, a
partire dal biennio 2005-2006, nell’ambito della formazione on the job e perma-
nente, ma nell’ottica di estenderli anche alle azioni di formazione al lavoro.
Infine, le azioni rivolte ai giovani di età inferiore ai 18 anni, che usciti dal circui-
to dell’obbligo scolastico intendono proseguire il percorso formativo per ottenere
una qualifica professionale, vengono denominate Obbligo Formativo. Di questi
interventi e di quelli con carattere sperimentale per progettualità e procedure so-
pra richiamati, forniamo di seguito una tabella con le percentuali del “peso” di
ciascuna di queste azioni, rispetto al totale:
− dei corsi erogati;
− degli allievi formati.
− delle ore di formazione erogata;
E’ rilevante sia il numero di allievi coinvolti dai progetti Quadro (33% del tota-
le), sia le ore erogate per l’Obbligo Formativo (17% del totale). In questo caso si
tratta di corsi di qualifica con un numero di ore che varia da un minimo di 400 a
un massimo di 1200.
Grafico – i corsi di formazione professionale erogati dalla Provincia di Pesaro Urbino nel pe-riodo 2004-2006 con i Fondi Strutturali Europei (distribuzione percentuale per Asse e Misura).
C4
21,8%
D1
33,0%
E1
8,2%D4
0,6%D3
2,1%D2
2,5%
C3
8,2%
C2
1,7%
A2
7,6%A3
3,2%B1
11,0%
61
Tabella – Durata media dei progetti formativi, in ore e numero medio di allievi per progetto (distribuzione provinciale per Asse e Misura)
Asse e Misura Durata media del corso (ore)
Numero medio di allievi per corso
Ore totali di formazione
erogata
Numero totale di allievi formati
A2 878 14 31608 511 A3 477 14 7150 217 B1 370 13 19230 695 C2 365 17 2916 135 C3 392 15 15300 587 C4 118 36 12176 3689 D1 152 48 23751 7519 D2 94 32 1132 387 D3 212 26 2116 264 D4 317 15 950 45 E1 373 18 14553 693
Totale 277 31 130.882 14.742
Tabella – Le tipologie di azioni formative con particolari caratteristiche di innovazione nelle procedure di erogazione e del target di destinatari (distribuzione provinciale) Tipologia Azione % sul totale dei
progetti erogati % sul tota-le allievi formati
% sul totale ore di formazione erogate
Just in Time (solo biennio 2005-2006)
6,3% 5,1% 3,1%
Progetti Quadro (solo biennio 2005-2006)
6,6% 32,9% 9,1%
Obbligo formativo (triennio 2004-2006)
4,7% 2,0% 16,9%
62
Dettaglio degli interventi, per Bacino territoriale Tabella – Durata media dei progetti formativi, in ore e numero medio di allievi per progetto (Bacino di Pesaro)
Asse e Misura Durata media del corso (ore)
Numero medio di allievi per corso
Ore totali di formazione
erogata
Numero totale di allievi formati
A2 858 14 12016 201 A3 500 14 3500 96 B1 388 13 10080 344 C2 618 15 2470 59 C3 408 15 9380 353 C4 140 40 6177 1749 D1 159 48 15611 4683 D2 94 31 842 282 D3 279 34 1396 169 E1 370 20 7778 427
Totale 276 33 69250 8363
Tabella – Durata media dei progetti formativi, in ore e numero medio di allievi per progetto (Bacino di Fano)
Asse e Misura Durata media del corso (ore)
Numero medio di allievi per corso
Ore totali di formazione
erogata
Numero totale di allievi formati
A2 899 14 11692 183 A3 442 15 2650 91 B1 401 14 5210 187 C2 112 19 446 76 C3 356 15 2490 103 C4 97 36 2229 827 D1 161 59 6108 2224 D3 400 12 400 12 D4 365 15 730 30 E1 357 15 3570 151
Totale 304 33 35525 3884 Tabella – Durata media dei progetti formativi, in ore e numero medio di allievi per progetto (Bacino di Urbino)
Asse e Misura Durata media del corso (ore)
Numero medio di allievi per corso
Ore totali di formazione
erogata
Numero totale di allievi formati
A2 878 14 7900 127 A3 500 15 1000 30 B1 303 13 3940 164 C3 381 15 3430 131 C4 105 31 3770 1113 D1 102 31 2032 612 D2 97 35 290 105 D3 80 21 320 83 D4 220 15 220 15 E1 401 14 3205 115
Totale 249 24 26107 2495
63
Tabella – Le tipologie di azioni formative con particolari caratteristiche di innovazione nelle procedure di erogazione e del target di destinatari (Bacino di Pesaro) Tipologia Azione % sul totale dei
progetti erogati % sul tota-le allievi formati
% sul totale ore di formazione erogate
Just in Time (solo biennio 2005-2006)
3,8% 3,4% 2,3%
Progetti Quadro (solo biennio 2005-2006)
3,4% 10,6% 4,2%
Obbligo formativo (triennio 2004-2006)
1,7% 0,9% 5,6%
Tabella – Le tipologie di azioni formative con particolari caratteristiche di innovazione nelle procedure di erogazione e del target di destinatari (Bacino di Fano) Tipologia Azione % sul totale dei
progetti erogati % sul tota-le allievi formati
% sul totale ore di formazione erogate
Just in Time (solo biennio 2005-2006)
1,9% 1,1% 0,6%
Progetti Quadro (solo biennio 2005-2006)
1,5% 12,3% 2,6%
Obbligo formativo (triennio 2004-2006)
1,7% 0,7% 6,7%
Tabella – Le tipologie di azioni formative con particolari caratteristiche di innovazione nelle procedure di erogazione e del target di destinatari (Bacino di Urbino) Tipologia Azione % sul totale dei
progetti erogati % sul tota-le allievi formati
% sul totale ore di formazione erogate
Just in Time (solo biennio 2005-2006)
0,6% 0,7% 0,2%
Progetti Quadro (solo biennio 2005-2006)
1,7% 9,9% 2,3%
Obbligo formativo (triennio 2004-2006)
1,3% 0,5% 4,6%
64
Dettaglio degli interventi, per Fascia costiera e Zona montana Tabella – Durata ore e numero medio di allievi per progetto (distribuzione per fascia costiera)
Asse e Misura Durata media del corso (ore)
Numero medio di allievi per corso
Ore totali di formazione
erogata
Numero totale di allievi formati
A2 916 14 22908 358 A3 495 14 5450 157 B1 413 13 11160 349 C2 365 17 2916 135 C3 399 15 10780 414 C4 112 35 5728 1772 D1 151 45 16351 4861 D2 94 31 842 282 D3 279 34 1396 169 E1 352 19 8798 482
Totale 292 30 86329 8979
Tabella – Durata ore e numero medio di allievi per progetto (distribuzione per zona montana) Asse e Misura Durata media
del corso (ore) Numero medio
di allievi per corso
Ore totali di formazione
erogata
Numero totale di allievi formati
A2 791 14 8700 153 A3 425 15 1700 60 B1 323 14 8070 346 C3 377 14 4520 173 C4 124 37 6448 1917 D1 154 55 7400 2658 D2 97 35 290 105 D3 144 19 720 95 D4 317 15 950 45 E1 411 15 5755 211
Totale 252 33 44553 5763
Tabella – Le tipologie di azioni formative (distribuzione per fascia costiera) Tipologia Azione % sul totale dei
progetti erogati % sul tota-le allievi formati
% sul totale ore di formazione erogate
Just in Time (solo biennio 2005-2006)
4,2% 3,8% 2,3%
Progetti Quadro (solo biennio 2005-2006)
3,4% 12,7% 4,2%
Obbligo formativo (triennio 2004-2006)
3,4% 1,6% 12,3%
Tabella – Le tipologie di azioni formative (distribuzione per zona montana) Tipologia Azione % sul totale dei
progetti erogati % sul tota-le allievi formati
% sul totale ore di formazione erogate
Just in Time (solo biennio 2005-2006)
2,1% 1,3% 0,8%
Progetti Quadro (solo biennio 2005-2006)
3,2% 20,2% 4,9%
Obbligo formativo (triennio 2004-2006)
1,3% 0,5% 4,6%
65
La tipologia degli interventi formativi erogati
La classificazione dell’offerta formativa adottata, macro aggregazioni per tipolo-
gie di interventi, deriva dall’esigenza di utilizzare un criterio che permetta di
confrontare facilmente la domanda e l’offerta di professionalità anche per grandi
aree tematiche. La scelta operata, diversifica le attività formative individuando
gruppi di corsi che possono essere accomunati:
- dal tipo di competenze da sviluppare (informatica e lingue);
- dall’area e/o funzione aziendale alla quale appartengono le qualifiche profes-
sionali da formare (Commerciale, Amministrativa, Produzione, Qualità);
- dai principali settori di attività ai quali le figure professionali sono destinate;
- dalla categoria di imprese artigiane;
- dal tipo di figure professionali e competenze da formare (Imprenditoria per il
ricambio generazionale);
- dalla “forte” connotazione istituzionale e sociale delle competenze da svi-
luppare (Aree “Ambiente” e “Sociale”).
Il tipo di suddivisione realizzato è in sintonia con i criteri adottati dalle Istituzio-
ni e da altri Enti/Associazioni, locali e nazionali e mantiene le caratteristiche
principali che identificano i corsi aggregati (tipo di competenze, aree aziendali,
settori, figure professionali, emergenze sociali) contribuendo ad individuare la
finalità degli interventi descritti.
Analizzando dettagliatamente la distribuzione percentuale dell’offerta formativa
presa in considerazione risulta che il 19% delle attività formative ha come obiet-
tivo lo sviluppo di professionalità/competenze nell’informatica, segue l’insieme
dei corsi orientati alle professionalità e competenze tecnico-professionali
dell’area Produzione (17,1%), Management, Organizzazione e Amministrazione
(15,2%), Ambiente, Energia, Sicurezza (8,9%), Marketing, Commerciale, Co-
municazione (8,2%), la formazione per il Sociale (7,8%, sviluppo di professiona-
lità per i servizi socio-sanitari e socio-educativi), e quelli destinati allo sviluppo
delle competenze linguistiche (6,6%), comprensivi degli interventi per
l’insegnamento della lingua italiana agli immigrati. Seguono gli interventi per:
l’Artigianato (4,9%), il Sistema Qualità (4,7%), l’Imprenditoria (4%) e il Turi-
smo (3,6%).
66
Le competenze di base (informatica + lingue) raggiungono un quarto degli in-
terventi considerati (25,6%), mentre le competenze tecnico-professionali, legate
alle funzioni aziendali del Management-Amministrazione, del MKT- Commer-
ciale, della Produzione e del sistema Qualità, rappresentano il 44,8% dell’offerta
formativa nel suo complesso.
Grafico – distribuzione percentuale per tipologia di intervento
3,6
4,0
4,7
4,9
6,6
7,8
8,2
8,9
15,2
17,1
19,0
0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0
Informatica
Produzione
Manag,organizz, amm
Ambiente - Energia -Sicurezza
Formazione per il sociale
MKT, commerciale, comunicazione
Lingue
Artigianato
Sistema qualità
Imprenditoria
Turismo
67
Tabella degli interventi formativi erogati nel periodo del FSE 2004-2006 – Distribuzione percentuale per Bacini di utenza dei CIOF
Bacino Informatica Lingue
MKT Commerciale
Comunicazione
Ambiente Energia
Sicurezza
Formazione per il
sociale Sistema qualità Artigianato Turismo Produzione Imprenditoria
Management Organizzazione
Amministrazione Pesaro 17,1 4,0 12,0 10,4 7,6 6,0 5,2 3,6 15,1 4,4 14,7 Fano 24,8 7,7 2,6 8,5 9,4 4,3 5,1 0,9 17,1 2,6 17,1
Urbino 17,1 11,4 3,8 5,7 8,6 1,9 3,8 6,7 21,9 4,8 14,3 Totale 19,0 6,6 7,8 8,9 8,2 4,7 4,9 3,6 17,1 4,0 15,2
Tabella degli interventi formativi erogati nel periodo del FSE 2004-2006 – Distribuzione percentuale per Fasce territoriali
Zona Informatica Lingue
MKT Commerciale
Comunicazione
Ambiente Energia
Sicurezza
Formazione per il
sociale Sistema qualità Artigianato Turismo Produzione Imprenditoria
Management Organizzazione
Amministrazione Fascia Costiera 17,9 3,7 10,1 8,8 9,1 4,7 5,7 3,4 17,2 3,7 15,5 Zona Montana 20,9 11,3 4,0 9,0 6,8 4,5 3,4 4,0 16,9 4,5 14,7
Totale 19,0 6,6 7,8 8,9 8,2 4,7 4,9 3,6 17,1 4,0 15,2
68
Le competenze di base: informatica e lingue
La formazione trasversale di base, informatica e lingue, costituisce il 25,6% del
complesso dei corsi programmati nel periodo analizzato. L’informatica è stata
suddivisa in tre filoni di attività:
- Alfabetizzazione informatica, automazione d’ufficio, informatica applicata e
gestionale;
- Informatica avanzata e industriale;
- Reti, telecomunicazioni, Internet.
La percentuale dei corsi erogati per l’insegnamento dell’informatica di base ri-
guarda il 63,3% dell’offerta formativa in questo settore.
Nonostante l’informatica di base risulta essere una competenza ormai superata e
“scontata” dalla maggior parte delle aziende medio grandi del territorio che in-
tendono invece investire, come fattore chiave per lo sviluppo, sull’uso innovati-
vo delle tecnologie informatiche, la forte presenza di manodopera immigrata,
impegnata nelle piccole imprese, richiede invece interventi di qualificazione in
questo settore.
Gli altri due filoni di attività sono destinati allo sviluppo di professionalità e di
competenze tecnico-professionali di livello medio-alto, nei settori strategici delle
reti-telecomunicazioni e dell’informatica avanzata e industriale (complessiva-
mente rappresentano il 36,7% dei corsi tecnologici erogati).
Tra le figure professionali più rappresentative dei corsi di informatica di livello
medio-alto, elenchiamo le seguenti:
- Tecnici di gestione delle reti;
- Tecnici di programmazione;
- Progettisti pagine web;
- Tecnici e-learning;
- Tecnici di geoprocessing
69
Grafico – I corsi di formazione professionale di Informatica erogati dalla Provincia di Pesaro e Urbino nel periodo 2004-2006 con i Fondi Strutturali Europei
Informatica di
base
63,3%Informatica
avanzata e
industriale
20,0%
Reti, telematica e
telecomunic.,
Internet
16,7%
La conoscenza delle lingue straniere per le attività commerciali e in particolare
della lingua inglese per il ruolo che ha assunto sia nel mondo del lavoro, sia nella
pratica di vita quotidiana (si pensi, ad esempio, alle nuove tecnologie ed ai ter-
mini di derivazione anglosassone che con queste sono entrati a far parte ormai
del nostro lessico), è ritenuto un fattore importante per l’internazionalizzazione
delle P.M.I. e per la crescita culturale dei cittadini. E’ altresì importante oggi
fornire ai lavoratori immigrati le competenze linguistiche indispensabili per inse-
rirsi più facilmente nel mondo del lavoro e nella società. La percentuale dei corsi
per l’insegnamento della lingua italiana ai lavoratori immigrati (sono compresi
sia i corsi di alfabetizzazione, sia quelli più avanzati), rappresenta quasi il 36%
del totale delle attività formative linguistiche. Nella distribuzione percentuale dei
corsi erogati per sviluppare competenze linguistiche, è importante segnalare una
quota pari a circa il 61% di attività che comprende sia l’apprendimento di base
che il perfezionamento della conoscenza della lingua inglese; il rimanente 3%
circa riguarda la lingua spagnola.
70
Grafico – I corsi di formazione professionale di Lingue erogati dalla Provincia di Pesaro e Ur-bino nel periodo 2004-2006 con i Fondi Strutturali Europei
Spagnolo
3,2%
Inglese - Livello
avanzato
9,7%Inglese - Livello
intermedio
19,4%
Inglese - Livello
base
32,3%
Lingua e
cultura italiana
per stranieri
35,5%
71
Le competenze tecnico-professionali
Approfondendo l’analisi dell’offerta formativa legata allo sviluppo delle compe-
tenze tecnico-professionali abbiamo considerato le quattro tipologie di interventi
legate alle principali aree/funzioni aziendali presenti nella classificazione genera-
le: Commerciale, Amministrazione, Produzione, Qualità, per verificarne il peso
relativo all’interno di una ipotetica macro area che comprende solo questi inter-
venti. Dall’analisi effettuata, risulta una prevalenza percentuale dei corsi erogati
per sviluppare le competenze nell’area della Produzione (38,3%), seguono l’area
del Management-Amministrazione (33,6%), il MKT-Commerciale (17,8%) e il
Sistema Qualità (10,3%).
Grafico – I corsi di formazione professionale erogati dalla Provincia di Pesaro e Urbino nel pe-riodo 2004-2006 con i Fondi Strutturali Europei: distribuzione percentuale per competenze tec-nico-professionali (aree aziendali: commerciale, amministrazione, produzione, qualità)
MKT,
commerciale,
comunicazione,
immagine e
pubblicità
17,8%
Sistema qualità
10,3%
Produzione
38,3%
Management,
organizzaz.,
amministrazione,
gestione,
personale
33,6%
72
Area della Produzione
L’offerta formativa nell’ambito dell’area della Produzione si caratterizza per la di-
versificazione della tipologia di interventi destinati a sviluppare le competenze tec-
nico-professionali di figure appartenenti ai comparti principali del manifatturiero
provinciale. Un altro elemento qualificante dei corsi erogati nel periodo 2004-2006
in ambito fse riguarda quel 37% di interventi destinati a formare figure professionali
di alto livello (tecnici e responsabili). In particolare il 25% di tutte le attività forma-
tive ha riguardato le seguenti figure professionali:
− disegnatori progettisti;
− modellisti;
− designer;
− sviluppatori;
− tecnici CAD/CAM.
L’importanza dello sviluppo di queste competenze tecniche discende dal valore ag-
giunto per la competitività delle aziende del manifatturiero che introducono in ter-
mini di innovazione di processo e di prodotto.
Una parte significativa dell’offerta formativa, 85%, è stata destinata allo sviluppo di
competenze nell’industria e nell’artigianato, rivolta prevalentemente ad imprese ap-
partenenti ai settori della meccanica (nautica, moto, macchine e apparecchi elettrici e
elettromeccanici), delle costruzioni, della ceramica, del legno-mobile, del tessile -
abbigliamento, dell’alimentare, della carta-editoria. Risulta importante la quota di
figure professionali che possono essere utilizzate in più settori (uno su tre), tra que-
sti: tecnici, progettisti, modellisti, saldatori, fresatori, addetti macchine utensili. Il
rimanente 15% dei corsi erogati nell’ambito di questa funzione aziendale ha coin-
volto settori dei Servizi, dell’Agricoltura, del Turismo, della Pubblica Amministra-
zione (cuochi, operatori immobiliari, tecnici della revisione di autoveicoli, addetti
alla floricoltura, ecc.).
E’ significativa la percentuale di attività formative rivolta allo sviluppo di compe-
tenze di operai specializzati; di fatto la richiesta di manodopera qualificata per soste-
nere lo sviluppo si rivela uno dei tratti distintivi della domanda di formazione e-
spressa dalle P.M.I. del territorio pesarese.
73
Considerando una ripartizione dell’offerta formativa basata sulla tipologia di at-
tività alla quale saranno destinate le professionalità formate, risulta quanto segue:
− Produzione, 45,7%
− Progettazione, Design, 18,5%
− Manutenzione e Revisione (Impianti, Macchine, Autoveicoli), 18,5%
− CAD/CAM, 8,6%
− Montaggio, smontaggio, trasformazione ponteggi (cantieri), 7,4%
− Logistica, 1,2%
Grafico – I corsi di formazione professionale dell’Area Produzione erogati dalla Provincia di Pesaro e Urbino nel periodo 2004 --2006 con i Fondi Strutturali Europei
Area Comunicazione/Commerciale/Marketing
Nell’area commerciale assumono un peso rilevante le attività formative per il
Marketing e la Comunicazione, che rappresentano il 47,4% del totale dei corsi
erogati per lo sviluppo di figure professionali di questa funzione aziendale. Da ri-
levare la presenza significativa di corsi per la formazione di tecnici specialisti nel
commercio estero e per lo sviluppo di competenze nei processi di internazionaliz-
zazione delle P.M.I. dell’industria pesarese (21,1%), o per lo sviluppo di compe-
tenze nel marketing internazionale (13,2%). Nel complesso la quota di attività di
questa Area destinata a soddisfare i fabbisogni formativi delle imprese che opera-
no sui mercati esteri raggiunge il 34,3%. La forte vocazione manifatturiera del ter-
ritorio e la propensione ad esportare i propri prodotti determina una domanda di
qualificazione professionale orientata all’acquisizione/sviluppo di competenze
nell’ambito di questa Area. L’importanza di conquistare nuove nicchie di mercato
Montaggio,
smontaggio,
trasformazione
ponteggi
7,4%
Logisitca
1,2%Manutenzione,
Revisione (impianti,
macchine,
autoveicoli)
18,5%
Produzione
45,7%
CAD/CAM
8,6%
Progettazione,
Design
18,5%
74
e/o di consolidare e difendere quelle esistenti, spinge le imprese a dotarsi di figure
tecniche ad elevato contenuto di professionalità (high skills) in questo settore. In
particolare, il buon andamento delle esportazioni trainato dalla Meccanica (mezzi
di trasporto; macchine e apparecchi meccanici) e dal settore Mobile-Arredamento.
Ordini e assistenza clienti, distribuzione commerciale e tecniche di vendita rappre-
sentano il rimanente 18,5% dell’Offerta formativa di questa area aziendale.
Grafico – I corsi di formazione professionale dell’Area Commerciale erogati dalla Provincia di Pesaro e Urbino nel periodo 2004 --2006 con i Fondi Strutturali Europei
Commercio estero -
Import/export
7,9%
Marketing e
distribuzione
commerciale
5,3%
Internazionalizzaz.
d'impresa
13,2%
Ordini e
Assistenza clienti
7,9%
Marketing e
Comunicazione
47,4%
Tecniche di
vendita/tecniche di
distribuzione
5,3%
Marketing
internazionale
13,2%
75
Area Amministrazione e Organizzazione Aziendale
L’analisi dell’offerta formativa2 destinata alla qualificazione di profili professio-
nali nella funzione aziendale del Management, Organizzazione e Amministra-
zione, evidenzia una prevalenza di corsi erogati per lo sviluppo di competenze
nell’Organizzazione (27,8%). Risulta dall’analisi delle attività che riguardano
questa funzione aziendale una distribuzione piuttosto equilibrata tra gli altri set-
tori che la compongono:
− Amministrazione (19,4%);
− Management (19,4%).
− Risorse umane (15,3%);
− Controllo di gestione (9,7%);
− Contabilità (8,3%);
Le figure professionali destinate a presidiare i processi di questa area sono di
profilo medio alto: prevalgono i tecnici, per l’organizzazione ed il controllo di
gestione, ma sono presenti anche qualifiche elevate come esperti in sistema
d’impresa e manager aziendali.
Grafico – I corsi di formazione professionale dell’Area Amministrazione erogati dalla Provincia di Pesaro e Urbino nel periodo 2004 --2006 con i Fondi Strutturali Europei
Controllo di
gestione
9,7%
Contabilità
8,3%
Risorse Umane
15,3%Management
19,4%
Amministrazione
19,4%
Organizzazione
27,8%
2 Abbiamo trovato un certo numero di corsi, circa il 10% di questa sub area, recanti la dicitura generica “Tecniche di organizzazione/gestione/controllo/direzione aziendale”. Dopo aver analiz-zato i contenuti delle attività formative, li abbiamo inseriti nei rispettivi settori di appartenenza.
76
La formazione per il Sociale
Fasce sempre più ampie della popolazione sono esposte al rischio di “disagio”; la
risposta a questo disagio sempre più diffuso è affidata anche alle reti di assisten-
za sociale che operano sul territorio.
Sotto la dicitura “formazione per il sociale” abbiamo collocato gli interventi
formativi per lo sviluppo di competenze tecnico-professionali destinate al settore
socio-sanitario e a quello socio-educativo. Da sempre all’attenzione delle politi-
che della Provincia, questi corsi fanno parte di un ambito di intervento a voca-
zione istituzionale e rivolto ai bisogni di una utenza svantaggiata e altrimenti
marginalizzata dai processi produttivi e sociali. Per quanto riguarda le attività
formative erogate nel periodo considerato e oggetto di analisi, l’offerta provin-
ciale si è basata su una serie di interventi diversificati per la formazione profes-
sionale o la riqualificazione; di seguito le tipologie e le relative percentuali:
− tecnici di problematiche socio-educative e operatori polivalenti socio e-
ducativi, 41,7%;
− assistenti e operatori domiciliari e per case di riposo, 19,4%;
− formazione, supporto e orientamento lavorativo per fasce deboli, per di-
sabili, per giovani, 16,7%.
− operatori socio-sanitari, 13,8% ;
− educatrici/educatori/tutori per asili nido e per minori, 8,4%;
Considerando una ripartizione dell’offerta formativa basata sulla tipologia di u-
tenza alla quale saranno destinate le professionalità formate, risulta quanto se-
gue:
− tutta la popolazione, 53,8%;
− anziani, disabili, 23,1%;
− infanzia, adolescenza, giovani, 17,9%;
− fasce deboli (ex-detenuti, ex-tossicodipendenti), 5,1%.
77
Grafico – I corsi di formazione professionale dell’Area Sociale erogati dalla Provincia di Pesa-ro e Urbino nel periodo 2004 -2006 con i Fondi Strutturali Europei
Di seguito, sono riportate le sintesi dell’offerta formativa erogata nell’ultimo triennio
dalla Provincia di Pesaro e Urbino, relativamente alla formazione per occupati (Asse
D Misura 1) e alla formazione per donne che cercano un lavoro (Asse E Mis.1).
Tabella: tipologie e aree tematiche dei corsi Fse – Asse D Misura 1
Area Incidenza % Management,organizzazione 25,6 Produzione 14,7 Ambiente - Energia -Sicurezza 14,1 Informatica 12,2 MKT, commerciale 10,9 Imprenditoria 7,7 Sistema qualità 7,1 Lingue 4,5 Formazione per il sociale 1,9 Artigianato 0,6 Turismo 0,6
Tabella: tipologie e aree tematiche dei corsi Fse – Asse E Misura 1 (per sole donne) Area Incidenza % Formazione per il sociale 20,5
Produzione 17,9
Informatica 15,4
Management,organizzazione 15,4
MKT, commerciale 12,8
Turismo 12,8
Artigianato 5,1
Infanzia,
Adolescenza,
Giovani
17,9%
Tutta la
popolazione
53,8%
Anziani, Disabili
23,1%
Fasce deboli (ex-
detenuti, ex-
tossicodipendenti)
5,1%
78
Tabella: tipologie delle principali figure professionali formate nel periodo del FSE 2004-2006
Tipologia delle Figure Professionali Formate (Asse A2)
Addetto Cartario
Addetto macchine utensili
Assistente alla poltrona
Collaboratore Amministrativo
Corso di cucina
Elettromeccanico
Falegname
Fresatore
Manuntentore riparatore (meccanico di moto da competizione)
Meccanico auto
Muratore
Operatore sistemi informativi aziendali
Operatore socio sanitario
Operatore verificaa impianti termici
Parrucchiere
Progettista di Pagine Web
Riparatore motocicli
Saldatore
Videoterminalista
Tabella: tipologie delle principali figure professionali formate nel periodo del FSE 2004-2006
Tipologia delle Figure Professionali Formate (Asse A3)
Addetto personal computer
Alfabetizzazione informatica
Accounting Manager
Animatore tempo libero
Assistenti domiciliari e dei servizi tutelari
Collaboratore Amministrativo
Estetista
Informatica gestionale
Operatore macchine utensili
Operatore Personal Computer
Operatore Servizi Informativi (Uffici Stampa)
Saldatore
Sartoria teatrale
Tecnico CAD/CAM
Videoterminalista
79
Tabella: tipologie delle principali figure professionali formate nel periodo del FSE 2004-2006
Tipologia delle Figure Professionali Formate (Asse C3)
Addetto all'ufficio ordini e assistenza clienti
Animatore tempo libero
Disegnatore progettista
Energy Manager
Informatica gestionale
Istruttore di Nuoto
Management d'impresa (progettazione grafica e comunicazione)
Management della cultura
Manager aziendale
Manuntentore riparatore (meccanico di moto da competizione)
Marketing Turistico
Operatore CAD CAM e automazione industriale
Operatore della salute e del benessere
Operatore internet
Operatore Personal Computer
Skipper
Tecnico controllo e tutela ambientale
Tecnico del design
Tecnico dell'import/export
Tecnico della qualità
Tecnico di Consorzi Forestali e altre strutture di gestione associata dei
territori montani
Tecnico di GeoProcessing
Tecnico di programmazione
Tecnico di sistemi integrati di certificazione – Ambiente, Qualita’,
Responsabilita' sociale, Sicurezza
Tecnico gestione rete dati
Tecnico innovazione di processo e di prodotto
Tecnico Logistica e Movimentazione Merci
Tecnico marketing internazionale
Tecnico organizzatore Congressuale
Tecnico organizzazione gestione controllo direzione aziendale e
commercialeTecnico Prevenzione Antinfortunistica ed Igiene del Lavoro
Tecnico problematiche socio-educative
80
Il contesto generale secondo il parere degli Opinion Leader e
Opinion Maker
Premessa: I modelli di impresa ed i sistemi di competenze nella piccola e media
impresa pesarese
La piccola e media impresa suscita grandi attenzioni nelle politiche di sviluppo a
livello nazionale ed internazionale, in quanto capace di promuovere occupazio-
ne. La letteratura più recente ha riconosciuto all'impresa minore tratti organizza-
tivi e strategie proprie, che non consentono l'applicazione pura e semplice di
modelli di analisi desunti dallo studio delle grandi imprese.
Anche nel pesarese, esistono differenti modelli di piccola-media impresa, in fun-
zione dell'intensità di capitale o di lavoro, della specializzazione di prodotto o di
processo, del livello di tecnologia, dell'appartenenza o meno a distretti industria-
li, del grado di interazione con la cultura ed i servizi del territorio, del grado di
autonomia o dipendenza dalla domanda di altre imprese. E' altrettanto importan-
te la comprensione delle connessioni fra imprese minori, sia nelle catene di de-
centramento e subfornitura, sia nelle scelte di specializzazione, sia nei processi
di competizione. La piccola impresa infatti spesso è inserita in sistemi a rete, ter-
ritoriali e non, nazionali ed internazionali, dove i diversi rapporti fra imprese in-
fluenzano le strategie di prodotto-mercato, la scelta dei modelli organizzativi, il
sistema di competenze dell'azienda.
L'indagine sui fabbisogni affronta quindi un universo complesso, in cui il tema
dello sviluppo delle competenze deve necessariamente articolarsi a seconda del-
la tipologia di impresa e dei contesti di riferimento.
A tale fine, le specificità caratterizzanti da tenere presenti, sono:
� il posizionamento territoriale, in ragione delle "economie da esternalità" che
rendono possibile lo sviluppo di particolari forme organizzative, di mercato
e di innovazione, altrimenti impossibili in ragione dei limiti dimensionali e
di risorse da dedicare allo sviluppo;
� il modello organizzativo, caratterizzato spesso da gradi di flessibilità e poli-
valenza molto più elevati che nella grande impresa.
81
In particolare, i modelli a rete, dove esistenti, rappresentano un fattore chiave di
competitività per le PMI, in quanto costituiscono la modalità prevalente di inve-
stimento nella (ri)produzione intangible degli assets, fra cui:
� le competenze dell'imprenditore e del management, ampiamente intese, il cui
grado di aggiornamento e attualità sono una questione fondamentale per le
PMI;
� le competenze distintive e specialistiche che caratterizzano l'attività d'impre-
sa, in cui è cruciale ai fini competitivi l'attività di aggiornamento, manuten-
zione, rilevazione;
� le competenze che riguardano l'acquisizione, il mantenimento, il trasferi-
mento del "sapere tacito" che costituisce allo stesso tempo un fattore critico
(maggiori costi per la sua riproduzione e sviluppo) e un vantaggio competi-
tivo (difficoltà di imitazione e trasferimento).
Per le PMI, appare sempre più importante affiancare alla tradizionale tassono-
mia del lavoro per figure/profili, una nuova rappresentazione del "sapere profes-
sionale" in termini di competenze, distinguendo fra quelle "di soglia" (requisiti
di occupabilità, se letti dal lato lavoratori) - e quelle "distintive", cioé su cui si
basa la capacità competitiva di ogni singola impresa. E’ quindi necessario com-
prendere attraverso quali modalità le competenze possono essere acquisite dal-
l'impresa, mediante la rilevazione dei fabbisogni di apprendimento. Di fatto, il
problema attuale si pone soprattutto come creazione delle condizioni di conve-
nienza dell'investimento in apprendimento (e dunque in formazione), rendendo
auspicabile un adeguato sviluppo in tal senso delle metodologie di analisi dei
fabbisogni.
Nel quadro che emerge dagli incontri svolti, si evidenzia come prioritaria la ri-
chiesta di mantenere in tutti i percorsi formativi un modulo sulle competenze
trasversali (conoscenza dell’impresa, comunicazione interna-esterna, problem
solving, capacità relazionali, organizzazione aziendale, ecc.).
Si conferma inoltre:
• la necessità di investire risorse sull’utilizzo delle tecnologie per lo sviluppo,
innalzando il livello medio dell’offerta formativa rispetto alle competenze di
base che sono ormai diventate patrimonio comune;
82
• la necessità di avere una maggiore qualità dei corsi, rinnovando i contenuti, i
docenti e le metodologie didattiche laddove si registra il superamento delle
tecniche tradizionali (utilizzo di tecniche d’aula e metodologie diversificate).
Sul tema dello sviluppo, i rappresentanti intervistati ritengono strategico il fatto
che per consentire un “salto di qualità” al sistema, bisogna adottare politiche
formative ad hoc, sia per aumentare la conoscenza sulle tecniche di organizza-
zione delle PMI pesaresi, sia affrontando il ricambio generazionale. Inoltre, ser-
ve potenziare l’area della comunicazione d’impresa (maggiore valorizzazione
del Brand), aumentare le competenze nel commerciale, sensibilizzare gli im-
prenditori sul tema del “fare impresa assieme” ed incentivare la creatività. I fat-
tori principali, strategici per lo sviluppo economico e sociale del territorio, risul-
tano essere:
� ricerca, innovazione e sviluppo del capitale umano;
� promozione e internazionalizzazione;
� sviluppo competitivo delle attività produttive;
� sviluppo sostenibile e politiche energetiche;
� attività di marketing territoriale e integrazione fra turismo, cultura e territorio.
Anche i distretti economici, che risultano essere ancora soggetti “in via di svi-
luppo”, necessitano di politiche adeguate e di investimenti necessari per poten-
ziare reti, infrastrutture e servizi, in un’ottica sistemica. Al fine di promuovere lo
sviluppo del tessuto imprenditoriale, dovranno incrementarsi le iniziative atte a
sostenere la crescita qualitativa e dimensionale “a rete” delle PMI, sia a livello
di singole imprese sia di “sistemi territoriali” o “settoriali”. Inoltre, attraverso la
cultura del “lavorare in filiera” e la ricerca continua della qualità e
dell’eccellenza nelle attività produttive, dovrà essere possibile ampliare le azioni
convergenti tra le imprese e il mondo dell’istruzione e della formazione profes-
sionale.
83
Il 2010 sarà un anno cruciale per le strategie di intervento nei settori della for-
mazione, dell’istruzione e del lavoro. Secondo i risultati di Confindustria Mar-
che, a partire già dal primo trimestre del 2009 la produzione industriale ha regi-
strato un calo del 15,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in li-
nea – anche se su livelli migliori – con il dato nazionale (-23,9%). Di fatto, l'in-
dustria manifatturiera marchigiana chiude il 2009 con una ulteriore decelerazio-
ne dell’attività produttiva e commerciale. Nel trimestre ottobre-dicembre 2009
la produzione industriale ha registrato un calo del 6,4% rispetto allo stesso pe-
riodo dell'anno precedente. Il dato, pur mantenendosi in campo negativo, è tut-
tavia migliore di quello registrato a livello nazionale (-8,1%) e segnala il pro-
gressivo attenuarsi della fase di forte caduta dei livelli produttivi che ha interes-
sato l’industria nel corso degli ultimi trimestri. Peraltro, la manifattura regionale
ha registrato una ripresa congiunturale rispetto al terzo trimestre 2009 che, seb-
bene ancora contenuta, si somma a quella più evidente rilevata anche nel corso
del precedente trimestre. I segnali sul fronte dell’attività produttiva sembrano
confermare l’esaurirsi della fase di brusca caduta dell’attività e il superamento -
ormai in larga parte avvenuto - del livello di minimo della crisi. La quota di a-
ziende interessate da miglioramenti dell'attività tende infatti a risalire rispetto al
precedente trimestre (dal 22% al 26%), mentre si contrae la frazione di operatori
con livelli produttivi in calo (dal 60% del terzo trimestre al 57% del trimestre
conclusivo del 2009). Restano tuttavia ancora rilevanti gli effetti a carico
dell’occupazione, che potranno seguitare a manifestarsi anche nel corso del
2010 a causa dei ritardi nei processi di aggiustamento nell’utilizzo dei fattori
produttivi.
Anche l'attività commerciale dell’industria è in flessione, con l’andamento delle
vendite in termini reali che ha registrato un calo del 5,6% rispetto allo stesso tri-
mestre del 2008; gli andamenti sono negativi sia sul mercato interno, sia sul
mercato estero.
Le vendite sul mercato interno hanno registrato un calo dell’1,2%, con variazio-
ni negative generalizzate tra tutti i principali settori, ad eccezione
dell’alimentare. Di fatto, però, sale ulteriormente, rispetto alla precedente rileva-
zione, la quota di imprese interessate da miglioramento delle vendite (40% con-
84
tro 28%), mentre si contrae la quota di coloro che ha visto peggiorare i propri
livelli di attività (53% contro 66% del terzo trimestre 2009).
Le vendite sull'estero hanno mostrato un calo dell’8,6% in termini reali, con ri-
sultati negativi per tutti i principali settori, ad eccezione dell’alimentare. Anche
in questo caso, provengono segnali positivi dagli operatori: prosegue l’aumento
– rispetto al terzo trimestre 2009 – della quota di imprese che ha registrato risul-
tati positivi (35% contro 25% della precedente rilevazione), mentre in calo è ri-
sultata la quota con attività commerciale in flessione (44% contro 55% della ri-
levazione del terzo trimestre). Si conferma cioè il permanere di un quadro con-
giunturale molto debole con i livelli occupazionali che hanno registrato un evi-
dente calo di risorse umane che operavano già da anni sul mercato di loro com-
petenza.
Tabelle - Indagine congiunturale trimestrale
(Nostre elaborazioni su dati Confindustria)
Settore I trim 2009 II trim 2009 III trim 2009 IV trim 2009
Produzione -14,2 -24,1 -9,6 -8,1
Vendite
-mercato interno -16,6 -12,6 -6,2 -2,4
-mercato estero -5,1 -22,1 -18,2 -11,9
Tendenza delle vendite*
-mercato interno
-mercato estero in diminuzione in diminuzione stazionaria stazionaria
* previsione per il periodo successivo
Produzione -5,5 -6,7 -13,3 -8,1
Vendite
-mercato interno 2,2 -0,9 -18,4 -2,4
-mercato estero -15,2 -11,6 1,4 -11,9
Tendenza delle vendite*
-mercato interno
-mercato estero stazionaria in diminuzione stazionaria stazionaria
* previsione per il periodo successivo
stazionaria
in diminuzione
Prodotti in metallo
Macchine e apparecchi meccanici
Meccanica
in diminuzione in diminuzione stazionaria
Apparecchi elettrici ed elettronici
Totale Meccanica
Meccanica
in dettaglio
stazionaria in diminuzione in diminuzione
85
Settore I trim 2009 II trim 2009 III trim 2009 IV trim 2009
Produzione -9,6 -8,1 -7,9 -4,8
Vendite
-mercato interno -5,8 -8 -6,6 -1,7
-mercato estero -16,4 -21,4 -16,4 -10,3
Tendenza delle vendite*
-mercato interno
-mercato estero in diminuzione in diminuzione stazionario in aumento
* previsione per il periodo successivo
in aumento
Legno
Mobile
in diminuzione in diminuzione in aumento
Settore I trim 2009 II trim 2009 III trim 2009 IV trim 2009
Produzione -13,2 -18,9 -19,3 -10,6
Vendite
-mercato interno -9,6 -16,8 -14,9 -3
-mercato estero -14,9 -25,8 -26,4 -9,6
Tendenza delle vendite*
-mercato interno
-mercato estero in diminuzione in diminuzione in diminuzione in diminuzione
* previsione per il periodo successivo
Tessile
Abbigl.to
in diminuzione in diminuzione in diminuzione in diminuzione
Settore I trim 2009 II trim 2009 III trim 2009 IV trim 2009
Produzione -0,5 -4,7 3,1 1,6
Vendite
-mercato interno -4,6 -2,8 11,8 2,7
-mercato estero 0,8 1,1 7,6 4,4
Tendenza delle vendite*
-mercato interno
-mercato estero stazionaria stazionaria stazionaria stazionaria
* previsione per il periodo successivo
stazionaria
Alimentare
stazionaria stazionaria stazionaria
Settore I trim 2009 II trim 2009 III trim 2009 IV trim 2009
Produzione -13,5 -16,9 -8,9 -5,2
Vendite
-mercato interno -9,5 -13,6 -0,8 -3,4
-mercato estero -8,8 -15,8 -14,1 -4,2
Tendenza delle vendite*
-mercato interno
-mercato estero stazionaria in diminuzione in diminuzione in diminuzione
* previsione per il periodo successivo
Gomma
Plastica
in diminuzione in diminuzione in diminuzione in diminuzione
86
IL TERRITORIO: tra eccellenze consolidate e nuovi
traguardi per lo sviluppo
L’impresa industriale e artigianale
La piccola e media impresa, asse dello sviluppo locale, è oggetto di riscoperta
recente anche a livello internazionale, come struttura economica in grado di
promuovere imprenditorialità diffusa ed occupazione.
L’analisi sul campo mostra l’esistenza di diversi modelli di piccola-media impre-
sa, in funzione dell'intensità di capitale o di lavoro, della specializzazione di pro-
dotto o di processo, del livello di tecnologia, dell'appartenenza o meno a distretti
industriali, del grado d’interazione con la cultura ed i servizi del territorio, del
grado d’autonomia o dipendenza dalla domanda d’altre imprese. L’impresa mo-
dello, o il modello d’impresa descritta come struttura composta di parti funziona-
li, non è quindi una categoria euristica di per sé sufficiente a rilevare il lavoro
della mente aziendale, che in base alle proprie conoscenze ed esperienze, fa e-
volvere e adatta la propria struttura alle modifiche dell’ambiente di riferimento.
In questa fase di grandi cambiamenti è quindi necessario interpretare l’impresa,
oltre che come struttura funzionale, anche come organismo dotato d’intelligenza,
memoria, capacità e comportamenti di risposta al mutare di quanto la circonda. Il
problema è che, per arrivare a ciò, occorre tener conto della distribuzione ed in-
tegrazione delle capacità e conoscenze fra quanti lavorano in unità aziendale ed
allo stesso tempo ricostruire un profilo d’intelligenza del sistema aziendale, di
cui non è del tutto chiara la persistenza nel tempo e i modi in cui è in grado di
rinnovarsi. La presente indagine mostra oggi una gran tensione d’adattamento
delle piccole e medie imprese all’orizzonte del mercato globale percorso da con-
nessioni telematiche, in cui è necessario navigare con nuove conoscenze specia-
listiche e complicate.
I rappresentanti delle associazioni datoriali, nel corso delle interviste svolte dalla
società Prime Consulting, hanno evidenziato ed approfondito, i seguenti temi: le
competenze da acquisire e/o rafforzare in relazione alla domanda di professiona-
87
lità ed allo sviluppo socio-economico del territorio; la progettazione ed organiz-
zazione dei percorsi formativi erogati in ambito FSE, nell’insieme dell’offerta
formativa provinciale; il rapporto tra imprese, istituzioni, scuola, università e
formazione professionale, nel pesarese.
Fra l’offerta scolastica e formativa strutturata e riconoscibile in entità organizza-
te ed il sistema delle medie e piccole imprese, esiste ancora oggi una zona fran-
ca, di non comunicazione. E’ opinione degli interlocutori che la crescita delle
competenze (sia delle persone occupate che in cerca di lavoro) dipenda anche da
fattori esterni che devono essere letti attentamente, al fine di adattarli alle singole
realtà. La formazione, attraverso una capacità di lettura e di analisi delle dinami-
che socio-economiche, dovrebbe sviluppare oltre alle necessarie competenze
tecnico-specialistiche, anche una serie di altre competenze, trasversali, necessarie
ad anticipare i cambiamenti imprevisti. In particolare, si sente il bisogno di rein-
ventare le aziende sulle organizzazioni e non tanto sui prodotti; ovvero aiutare le
aziende ad essere meglio organizzate in ottica di maggiore stabilità e visibilità
sul mercato, attraverso un’adeguata politica del marchio ed orientamento alla
qualità. E’ opinione comune che l’azienda più strutturata riesce a “percepire”
meglio le esigenze del “mercato”, sviluppando così quegli strumenti necessari
per una competizione efficace; inoltre, una adeguata cultura organizzativa e di
funzionamento aziendale protegge maggiormente l’impresa nei momenti di crisi
internazionale. In ogni settore industriale, risultano strategiche le tecniche per
sviluppare sempre di più le abilità creative, in quanto la competizione non potrà
essere tanto orientata ai costi, quanto all’innovazione e qualità del servizio.
Tutto questo, però, può essere fatto se il sistema della formazione professionale
che sviluppa le competenze necessarie al tessuto economico, è inserito in una
“ rete” che marcia nella stessa direzione del tessuto economico.
In merito alle persone che oggi escono dalla istruzione scolastica, il problema
non sembra essere quello di sviluppare le competenze specifiche del profilo pro-
fessionale da ricoprire in quanto l’azienda preferisce formarle al suo interno;
piuttosto è sulla formazione relativa alle competenze trasversali la maggiore ri-
chiesta di un forte supporto esterno (il concetto del “saper essere”). La piccola e
media impresa, riesce con difficoltà a quantificare i propri fabbisogni formativi
88
nel breve-medio periodo; tuttavia la condizione di selezionare risorse umane in
possesso di competenze organizzative, come ad esempio:
� capire i mutamenti, gli orientamenti e le prospettive di sviluppo;
� saper interpretare e trovare soluzioni alle problematiche contingenti
dell’azienda;
viene sicuramente apprezzata dall’impresa, almeno nel medio periodo.
Anche le figure professionali come i tecnici, i venditori, i produttori, ecc., do-
vrebbero altresì sviluppare le principali competenze quali le capacità di relazio-
narsi, le capacità creative, il problem soling, le capacità di ascolto, da intendersi
come le facoltà di trovare soluzioni innovative al sistema.
Come può essere utile la formazione? Cosa condiziona lo sviluppo di un territo-
rio? La ricerca delle soluzioni più adatte alle esigenze di crescita economica del
territorio dipendono non solo da fattori esterni di varia natura come potrebbe es-
sere il quadro normativo e congiunturale, ad esempio, ma anche dalla capacità di
fare rete delle varie forze in gioco (imprese, istituzioni, enti, università, associa-
zioni). Le attività e le azioni da realizzare dovrebbero contenere prioritariamente:
� interventi legati alla crescita professionale e allo sviluppo organizzativo;
� interventi di sviluppo delle competenze di carattere gestionale e di processo;
� interventi per rafforzare le competenze professionali, o volti a favorire pro-
cessi di riqualificazione;
� interventi di sviluppo delle competenze tecnico professionali finalizzati al
rafforzamento del potenziale dell’individuo e dell’impresa;
� interventi per promuovere innovazioni organizzative, finalizzati anche
all’incremento della sicurezza sui luoghi di lavoro, della qualità del lavoro e
del servizio.
Inoltre, le principali figure professionali identificate dalle associazioni di catego-
ria e ritenute utili alle imprese industriali del territorio pesarese per mantenere ed
accrescere la competitività sia sul mercato interno che su quello internazionale
sono le seguenti:
� Figure professionali commerciali (Italia ed Estero)
� Figure professionali con capacità di innovazione e comunicazione del prodotto
(brand).
89
� Figure professionali tecniche per la progettazione e la produzione.
� Figure professionali legate alla capacità organizzativa per una qualità del prodot-
to e dei servizi.
Inoltre, in prospettiva della ripresa della domanda proveniente dai mercati esteri, ri-
sulta necessario preparare le nuove strategie e le relative figure professionali in gra-
do di gestire i processi di internazionalizzazione (con competenze di individuazione
dei nuovi mercati; consolidamento di mercati internazionali; ri-organizzazione
dell’azienda in un’ottica internazionale).
90
In merito alle interviste svolte sul territorio pesarese, si conferma che le imprese
artigiane esprimono una forte domanda di professionalità e consulenza nei se-
guenti ambiti di azione:
- l’aspetto commerciale e della rete di vendita;
- la qualità dei processi produttivi;
- la qualità di assistenza al cliente;
- il tasso di innovazione dei prodotti;
- la comunicazione del brand;
- l’internazionalizzazione dei mercati;
- il passaggio generazionale
Il tessuto produttivo pesarese è composto da molte imprese familiari e alcune di
queste sono diventate anche leader a livello nazionale ed internazionale; di fatto
la caratteristica rimane ancora quella di un sistema di produzione ad alta intensità
di manodopera e basso valore aggiunto. Oggi, in un contesto di globalizzazione e
di difficoltà dei mercati, questo modo di operare non è più efficace, in quanto
l’alta intensità di manodopera penalizza i costi aziendali, creando una bassa
competitività nel sistema stesso. Al fine di sostenere il percorso del passaggio
generazionale con l’obiettivo di trasmettere tutte le conoscenze per una corretta
gestione dell’impresa moderna, si rende necessario sviluppare competenze quali:
il fare impresa (amministrazione, organizzazione e gestione), il contesto mutevo-
le del mercato e la conoscenza dei mercati esteri.
Riprendendo il filo della domanda di professionalità delle imprese artigiane del
territorio, così come è raccolta dalle Associazioni di mestiere, risulta che
l’attività commerciale è, in modo trasversale a tutti i settori, l’attività più carente
nelle aziende. “Le imprese sanno fare un ottimo prodotto, ma molto spesso non
riescono a venderlo”; la difficoltà dell’imprenditore diventa a questo punto quel-
la di capire come “comunicare” e come applicare una nuova strategia alla sua re-
altà produttiva: di conseguenza una delle principali esigenze formative è rappre-
sentata dal bisogno di sviluppare tecniche per la gestione del cambiamento.
Impostare un’analisi dei fabbisogni formativi nelle piccole e medie imprese, po-
ne immediatamente il problema dell’insufficiente conoscenza condivisa della re-
altà delle imprese stesse. Molto spesso il tema della descrizione e analisi della
91
impresa artigiana e in particolare della sua struttura organizzativa è affrontato
come se la piccola impresa sia semplicemente un’impresa non ancora diventata
grande. Specializzazione, integrazione, rete, flessibilità produttiva rappresentano
altrettante soluzioni strategiche, che comportano modalità organizzative con
molte alternative. Imprese molto diverse fra di loro per scelte d’ordine organiz-
zativo e strategico possono risultare efficaci ed efficienti nella stessa misura; non
soltanto nella valutazione dei risultati economici, quanto perché i disegni strate-
gici ed organizzativi perseguiti corrispondono alle necessità interne e relative
all’ambiente di riferimento dell’impresa stessa.
Il punto concettuale importante, come base di partenza per la presente indagine
sui fabbisogni formativi, è la comprensione del fatto che l’impresa di minori di-
mensioni tende a concepire un progetto organizzativo coerente con le caratteri-
stiche d’azione volute dall’imprenditore e con l’ambiente di riferimento.
Per continuare ad essere competitive sulle fasce alte e medio alte, oggi le aziende
devono saper catturare le tendenze e farne un elemento portante delle strategie
d’impresa: monitorare le aspettative emergenti e studiare i comportamenti dei
consumatori, gli atteggiamenti d’acquisto e le strategie di marketing.
Sono ancora poche le realtà produttive che dispongono di propri marchi; ciò è
dovuto a fattori di complessità che solo poche imprese sono in grado di affronta-
re. Di fronte all’interrogativo che se le piccole e medie aziende potranno vivere
un evoluzione quantitativa e qualitativa, la risposta è che ciò può avvenire a con-
dizione che si evolvano anche le condizioni culturali, gli atteggiamenti, i rapporti
sociali, le sinergie con il territorio, la società e le istituzioni. Lo sviluppo di tale
patrimonio, pur essendo una condizione essenziale per la crescita del sistema
delle imprese, non è sufficiente se non affiancato da un forte processo di innova-
zione, dal rafforzamento competitivo e dal completamento di una rete infrastrut-
turale adeguata ed efficace. Tuttavia, non è più sufficiente affidarsi ai processi
spontanei: per poter approntare azioni e progetti, occorre percepire chiari i sin-
tomi di mutamento e operare sulla base di aggiornamenti rigorosi e continui. I
fenomeni di cambiamento non possono essere inseguiti, ma occorre saper preve-
dere e guidare le trasformazioni, per rimanere competitivi nel sistema.
Il cambiamento dovrà riguardare principalmente la trasformazione di una azien-
da tipica “artigiana”; da una attività esclusivamente manifatturiera, ovvero incen-
92
trata sulle capacità dell’artigiano di fare il prodotto, ad una attività orientata an-
che al commerciale, alla comunicazione, all’innovazione del prodotto (design,
ricerca e sviluppo) ed alla sua gestione organizzativa. Gli sforzi compiuti negli
ultimi anni dalle aziende del territorio per migliorare il proprio prodotto, pur se
necessari per essere competitivi, vanno supportati da una adeguata capacità di
penetrazione dei mercati basata su iniziative commerciali. Nella attuale fase di
crisi generalizzata, molte aziende necessitano di un riposizionamento sul merca-
to: soprattutto i contoterzisti (che rappresentano una alta percentuale delle impre-
se artigiane) dovranno adottare ulteriori strategie di sviluppo, basata su adeguate
iniziative di innovazione e solide competenze di organizzazione e controllo di
gestione.
Approfondimento sui servizi alla produzione
Il peso crescente dei servizi nei sistemi economici dipende da un ampio processo
innovativo che ha coinvolto sia la sfera tecnologica che quella organizzativa del-
le imprese. Appare cruciale decidere quali strategie adottare per lo sviluppo del
territorio, destinando le risorse dopo averne stabilito le priorità. Si può immagi-
nare, ad esempio, uno scenario dove la ricerca della qualità nei servizi rappresen-
ti un possibile intervento di successo socio-economico. Nei paesi ad economia
evoluta, il terziario occupa una posizione determinante in termini di addetti e di
contributo alla creazione di ricchezza del sistema. La sua crescita, diffusa in ma-
niera evidente in tutti i principali paesi industrializzati fin dagli anni settanta, è
stata inizialmente interpretata come un progressivo spostamento della domanda
dai beni materiali ai servizi di rango superiore. Ma come si è potuto constatare
successivamente, i paesi ad economia avanzata transitano verso forme produttive
e sociali più evolute non tanto perché un numero crescente di abitanti possono
permettersi un tenore di vita superiore, ma perché si verifica una forte crescita
del complesso dei servizi che si rivolgono al mondo della produzione e della tra-
sformazione industriale. Di fatto, alla crescita del terziario non corrisponde un
processo di deindustrializzazione, ma una trasformazione della produzione indu-
striale che porta a un aumento della domanda nel settore dei servizi. L’industria
rimane dunque il motore principale del sistema produttivo in quanto la fase di
93
transizione verso uno stadio successivo implica l’avvio di quelle attività terziarie
che, più di altre, sono in grado di contribuire all’innalzamento della produttività
e/o del valore aggiunto della produzione. Il settore dei servizi non cresce quindi
in modo autonomo, ma è la domanda da parte dell’industria che fa sì che questo
settore cresca. E’ il sistema produttivo industriale, in ultima istanza, che crea
gran parte dell’occupazione nell’economia dei servizi. Di fatto, il settore dei ser-
vizi alle imprese e alle persone rappresenta ormai la frontiera in movimento
dell’economia. Mettendo a confronto la ‘foto’ scattata alla fine del 20091 con la
stessa fatta alla fine del 2000 è possibile evidenziare il processo che, ormai da al-
cuni anni, sta lentamente ma progressivamente trasformando la struttura settoria-
le dell’economia italiana. Nell’arco degli ultimi cinque anni il valore di incre-
mento del totale complessivo delle imprese registrate nel settore “dei servizi”,
nella Provincia di Pesaro e Urbino è stato pari al 30% circa. Mentre rispetto al
complesso delle imprese registrate fino al secondo trimestre 2009, il settore “dei
servizi” rappresenta il 6,7%. L’incremento a livello provinciale, nell’arco di
tempo considerato, supera in maniera significativa quello nazionale.
Le imprese del Commercio
Gli sviluppi del mercato hanno provocato sconvolgimenti in seno al commercio;
la concorrenza e la concentrazione accresciute, l’andamento dei consumi e
l’insorgere delle nuove tecnologie premono sempre più sul settore affinché attui
determinati mutamenti. Il segmento delle piccole e medie imprese del commer-
cio sta reagendo a questo elemento di criticità sperimentando nuove formule or-
ganizzative, incentivando lo sviluppo di forme distributive come i centri com-
merciali integrati di piccola/media dimensione, i centri commerciali naturali o le
vie ad elevata vocazione commerciale plurisettoriale. Per cercare di rispondere
alle sfide del mercato è necessario sviluppare processi innovativi caratterizzati da
un forte coinvolgimento di tutti gli attori in gioco; c’è bisogno di una grossa pro-
pensione degli imprenditori ad investire in innovazione e formazione e una forte
1 Nostre elaborazioni su dati forniti da Movimprese
94
motivazione del personale occupato a contribuire alla realizzazione del cambia-
mento organizzativo intrapreso.
Il settore del commercio rappresenta per il territorio pesarese uno dei più impor-
tanti settori economici di riferimento, in termini di numero di imprese e in termi-
ni di persone occupate. Il settore è attraversato da intensi processi di ridefinizio-
ne del suo assetto, in particolare nell’equilibrio tra piccola e grande distribuzio-
ne, tra distribuzione “generalista” ed esercizi specializzati. Com’è noto il proces-
so distributivo, considerato nella sua complessità di filiera, è tra quelli maggior-
mente investiti dalle tecnologie della comunicazione e dalla diffusione dell’e-
commerce. La formazione, quindi, risulta fondamentale per migliorare la compe-
titività delle imprese commerciali dando loro stabilità e opportunità di crescita.
Le grandi imprese hanno dimostrato di esserne pienamente consapevoli e hanno
preso adeguate misure. La situazione è del tutto diversa per le PMI, anche se la
loro esigenza di formazione è ovvia. Il contesto in cui operano le imprese diviene
sempre più complesso ed è sempre più difficile fronteggiare la situazione; nel
mondo delle imprese aumentano velocità e l’ampiezza dei mutamenti che diven-
gono meno prevedibili di quanto non lo fossero in passato. L’inferiorità delle
piccole imprese rispetto ai loro principali concorrenti si riscontra in aree impor-
tanti come la strategia aziendale, la politica delle vendite e la direzione. Se lo
spirito d’impresa è un aspetto centrale del futuro del commercio, la formazione è
il principale fattore che possa promuoverlo. L’evoluzione tecnologica e manage-
riale richiede fondamentali capacità contabili, finanziarie, di tecnica delle vendi-
te, di uso della multimedialità e di gestione e delle risorse umane. Se le piccole
imprese non dispongono di questi strumenti di base, ampiamente diffusi invece
nelle grandi imprese, c’è il forte rischio che vengano prese alla sprovvista e di
essere superate; una politica di formazione effettivamente integrata è perciò es-
senziale. E’ necessario orientare una serie di azioni specifiche per lo sviluppo, il
consolidamento della qualità delle piccole e medie imprese del commercio, la
valorizzazione della cultura personale, nonché professionale delle lavoratrici e
dei lavoratori in esse occupati. Queste attività dovranno favorire percorsi forma-
tivi rispecchianti le specifiche esigenze del settore di riferimento correlando la
formazione dei dipendenti con gli obiettivi di sviluppo delle imprese.
95
Le persone si avvicinano al settore (spesso) improvvisando e soprattutto con
scarse competenze sulla gestione di un’attività commerciale. Sono attività che
richiedono anche grandi investimenti, tuttavia chi si accinge ad aprire l’attività
commerciale, spesso non ha una visione d’insieme delle problematiche legate a-
gli aspetti gestionali e non è a conoscenza delle variegate forme di gestione
dell’attività. Sarebbe auspicabile un percorso formativo approfondito sulla ge-
stione di una attività commerciale, con la conoscenza dei nuovi strumenti tecno-
logici attualmente a disposizione. Inoltre, il passaggio generazionale spesso risul-
ta difficoltoso realizzarlo; laddove invece viene fatto con successo (magari per
via del fatto che si intende mantenere il “marchio”), si registra una ventata di no-
vità, con un utilizzo maggiore di queste nuove forme tecnologiche. Tutto ciò ri-
chiede un forte supporto al giovane imprenditore, fin dalla nascita e comunque
per alcuni anni dall’avvio dell’attività.
In sintesi, al fine di incidere maggiormente nel percorso di qualificazione del set-
tore commerciale, le attività da intraprendere dovranno tenere conto di quanto
richiesto dal territorio, ed offrire principalmente opportunità di formazione per:
� attivare processi di innovazione tecnologica (di vendite e di prodotti);
� avviare nuovi servizi che rispondano alle continue richieste della clientela;
� avviare servizi comuni a più imprese orientati su un disegno condiviso di svi-
luppo territoriale o settoriale;
� l’adeguamento ai criteri di sicurezza sui luoghi di lavoro;
� l’adeguamento alle disposizioni legislative;
� il supporto all’avvio di nuove attività commerciali;
� l’utilizzo delle innovazioni introdotte dall’e-commnerce;
� la conoscenza delle normative sulla sicurezza alimentare;
� l’aggiornamento sulle normative comunitarie nel settore merceologico alimentare;
� la conoscenza in materia di logistica delle merci;
� la gestione e l’amministrazione di un’attività commerciale;
� le funzioni di contabilità analitica e gestionale;
� il ricambio generazionale.
96
Le imprese del Turismo
La gestione di questo settore vede oggi la necessità di utilizzazione e diffusione
delle nuove tecnologie informatiche, al fine di superare i modelli tradizionali per
cui era sufficiente “essere camerieri e accogliere con un sorriso chiunque arrivas-
se”. Le tecnologie esistenti possono abbattere i costi e aprire nuovi canali com-
merciali grazie a servizi diretti che consentono di vendere il prodotto locale sul
mercato globale; questi vantaggi sono evidenti soprattutto per piccole e micro
imprese, che altrimenti avrebbero grosse difficoltà a farsi conoscere fuori
dall’ambito locale e nazionale. Si può dire, quindi, che lo sviluppo tecnologico
ha modificato le modalità di offerta dei servizi turistici; l’avvento delle nuove
tecnologie ha comportato la possibilità per i singoli utenti di avere accesso ad in-
formazioni un tempo acquisibili soltanto recandosi direttamente in agenzia: in
questa nuova ottica emergono chiaramente dei nuovi fabbisogni formativi. I dati
relativi alle risorse economiche impiegate nella formazione dalle aziende locali,
non sono molto confortanti; sono però effettivamente coerenti con una realtà in
forte sviluppo e con buone prospettive di aumento. Le figure professionali e le
relative attività non sono completamente modificate rispetto al modus operandi
tradizionale, anche se molte hanno subito una trasformazione dovuta appunto al-
l’introduzione delle nuove tecnologie. La rapida evoluzione deve però essere af-
fiancata da un sistema formativo in grado di adeguarsi in tempo reale creando le
professionalità che il mercato richiede, sviluppando percorsi mirati e personaliz-
zati per la creazione di figure specifiche. Figure tradizionali come agenti di viag-
gio o organizzatori di eventi, un tempo strettamente legate a know-how persona-
li, oggi si trovano inserite in un contesto che da un lato facilita il loro lavoro
permettendo più contatti e visibilità, dall’altro li “espropria” di elementi di cui
fino a pochi anni fa erano gli unici detentori e li obbliga a sviluppare nuove
competenze. Inoltre, l’uso dei network sociali, al fine di esprimere direttamente
sul web il giudizio (positivo o negativo) del cliente finale in merito al servizio
acquisito, rivoluziona fortemente l’organizzazione delle strutture operanti (agen-
zia, istituzioni, alberghi, ecc.).
97
Per quanto riguarda il settore del turismo, l’offerta di formazione attuale risulta
essere soltanto in parte in grado di fornire risposte adeguate alle esigenze del
mercato in rapida e continua evoluzione. I principali fabbisogni formativi si rife-
riscono a due elementi:
- il primo, è quello dell’esigenza di un maggiore utilizzo delle tecnologie per lo
sviluppo (web, marketing, sistema informativo, ecc.) che comporta tutta una
serie di competenze specifiche;
- l’altro elemento è quello dell’esigenza di sviluppare competenze di tipo rela-
zionale e comunicativo. Più precisamente ci si riferisce a tutto il sistema delle
relazioni con la clientela, in quanto diventa importante e fondamentale la capa-
cità di stimolare l’interesse per le caratteristiche di un luogo e di saper ascolta-
re e comprendere i bisogni dei clienti rispondendo alle loro richieste in maniera
rapida e personalizzata.
Inoltre si evidenzia la necessità di figure professionali esperte di sviluppo territo-
riale con solide competenze nella integrazione culturale e gastronomica del terri-
torio. Un elemento su cui occorre concentrare l’attenzione è rappresentato dal
processo di formazione dei sistemi turistici locali nel proprio territorio. In questa
prospettiva si prospettano alcune linee di fondo che possono essere così sinteti-
camente riassunte:
� Turismo sostenibile come scelta strategica per le aree montane, rurali e della
costa.
� Attività promozionale, la cui efficacia deve comunque migliorare. Il prodotto
turistico dipende da un insieme complesso di fattori (efficienza delle infrastrut-
ture, politiche fiscali, politiche formative, ambientali) che chiamano in causa la
responsabilità degli enti pubblici, ma anche dalla capacità d’innovazione degli
operatori a fronte di una domanda in rapida evoluzione, Da qui l’esigenza di
fare sistema, di costruire reti collaborative efficaci che consentano
l’integrazione delle iniziative pubbliche e di quelle private. Spesso, sono pro-
prio la scarsa propensione al networking, l’inadeguatezza delle strutture im-
prenditoriali, la scarsa propensione a differenziare la domanda e a rinnovare il
prodotto, la difficoltà di reperimento di personale qualificato e la carenza di si-
stemi di certificazione di qualità a rappresentare il limite più consistente della
offerta turistica. A questo si connette il potenziamento delle infrastrutture via-
98
rie, il completamento di reti informative e culturali e l’esigenza di investimenti
per la tutela e valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle produzioni (sia
enogastronomiche che artigianali e industriali). La formazione deve sviluppare
le professionalità del marketing territoriale che punti sulla cultura della qualità
e promuova prodotti d’eccellenza.
Un turismo dinamico e competitivo non costituisce solamente una risorsa eco-
nomica del territorio ma rappresenta anche una grande opportunità di crescita per
il tessuto sociale sotto il profilo culturale per la competitività di un sistema.
In prospettiva le attività connesse al sistema integrato turismo-cultura-territorio
possono offrire nuove opportunità sia in termini di tenuta e incremento (si pensi
alle aree interne) dei livelli occupazionali sia di utilizzo di risorse umane profes-
sionalmente qualificate. In sintesi, i principali interventi per una efficace attività
di formazione professionale si dovrebbero orientare verso la costruzione di per-
corsi mirati, qualificando le seguenti figure:
� Tecnico di agenzie viaggio.
� Animatore turistico.
� Accompagnatore turistico.
� Esperto di web specifico per il territorio.
� Esperto di promozione turistica.
� Tecnico di marketing e management turistico.
� Barman/Bartender
99
Le parti Sindacali
Nel complesso panorama del mercato del lavoro e della formazione professionale, il
dialogo con le parti sindacali risulta essere di fondamentale importanza. Le contrad-
dizioni che caratterizzano la globalizzazione hanno bisogno di un complessivo salto
di qualità dell’azione nel campo della formazione dei lavoratori. Diventa, inoltre,
importante tenere insieme le competenze professionali e i contenuti del sapere più
ampi. L’impresa deve essere anch’essa una sede della formazione della cultura del
cittadino e non solo del lavoratore. Ciò implica la costruzione di programmi forma-
tivi capaci di tenere insieme i temi dell’organizzazione dell’impresa, della tipologia
del mercato del lavoro, oltre alle competenze specifiche del contesto. Ma non solo.
La formazione deve poter vedere anche la crescita della conoscenza di diritti e di
doveri in misura adeguata per poter partecipare in modo attivo, perché consapevole,
ai processi in cui il proprio lavoro è inserito. Risulta fondamentale il nesso profondo
che deve esistere tra progetto educativo, formativo e professionale, come parte di un
più ampio progetto culturale di crescita di conoscenze e di apprendimento. La que-
stione del «sapere» e della formazione deve essere posta al centro di ogni politica di
sviluppo, perché, quando ci si propone un modello di innovazione a 360 gradi per
affrontare i profondi cambiamenti che la competitività richiede, sarebbe un errore
strategico separare l’innovazione tecnologica e la ricerca dalla definizione di un pia-
no formativo e culturale generale, in particolare per un inserimento dei giovani nel
mondo del lavoro, ma, anche, per tutte le donne e gli uomini coinvolti nei processi di
mobilità che questa fase di strutturale trasformazione consegna alle scelte delle im-
prese, del sindacato, delle istituzioni. Dell’insieme di tali questioni si deve parlare
quando si parla di formazione per l’occupabilità delle persone. Si pone il problema
di costruire uno sviluppo che adotti al suo interno un modello basato sulla qualità,
l’innovazione costante dei prodotti e dei processi, in cui parte integrante sia il rispet-
to dei diritti dei lavoratori, il rispetto della salute, il rispetto dell’ambiente; e in cui
l’investimento più importante sia fatto sul capitale umano e sulla formazione neces-
saria alla crescita della società della conoscenza.
In merito al territorio, “serve innanzitutto identificare le figure strategiche per lo
sviluppo per contribuire a fare un salto di qualità al sistema, dove il piano for-
100
mativo deve risultare integrato con il territorio, considerando tutti gli attori di-
sponibili (università, scuole, istituti, enti di formazione)”.
Inoltre, sempre dal punto di vista del sindacato, “bisognerebbe individuare ed
implementare nuovi percorsi per le politiche attive del lavoro in grado di contri-
buire all'aumento della partecipazione femminile nel mercato del lavoro, al rein-
serimento delle persone in mobilità, in particolare gli over 45".
Dal punto di vista economico e sociologico, risulta fondamentale aumentare la
qualità del lavoro riducendo gli spazi di precarietà, viste le dimensioni raggiunte
dal fenomeno. Negli ultimi anni, il mercato del lavoro locale (così come quello
regionale e nazionale) ha visto una forte crescita delle forme di lavoro “atipico”
rispetto ai contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La stessa defi-
nizione di atipicità corre il rischio di risultare inadeguata di fronte al fatto che al-
cune forme contrattuali attualmente definite “atipiche” risultano, invece, di gran
lunga le più utilizzate nei rapporti di lavoro attivati in questi anni. Inoltre, la re-
cente legge di riforma del mercato del lavoro ha normato, e quindi reso giuridi-
camente “tipiche”, tutte le diverse e possibili modalità di contrattualizzazione del
lavoro. I dati del mercato del lavoro registrati dall’Istat, dai quali emerge una
contrazione dell’occupazione ed una disoccupazione in crescita, confermano an-
che la positività dei fenomeni di crescente flessibilità. Purtroppo, la crescita oc-
cupazionale registrata fino al 2008 era dovuta (in larga misura) alla componente
più precaria del lavoro: cresceva il lavoro “atipico”, in particolare i contratti a
tempo determinato e le collaborazioni, compensando il calo degli occupati a
tempo indeterminato.
101
MACRO
SETTORE
AREE DI POTENZIALE
SVILUPPO
FABBISOGNI
FORMATIVI
MACRO
SETTORE
AREE DI POTENZIALE
SVILUPPO
FABBISOGNI
FORMATIVI
IND
US
TR
IA E
SE
RV
IZI A
LLA
PR
OD
UZ
ION
E
Ricerca, innovazione e sviluppo del capitale uma-no, al fine di sostenere la competitività del territo-rio, valorizzando, dal lato della domanda, la richiesta qualificata di conoscenza e di innovazione provenien-te dalle imprese, e, dal lato dell’offerta, incentivando il trasferimento ai settori produttivi dei risultati del-la ricerca applicata, sotto forma di innovazione di prodotto, di processo e di nuove piattaforme tecno-logiche. Sviluppo competitivo del-le attività: bisogno di rein-ventare le aziende sulle organizzazioni. Accessibilità e sviluppo infrastrutturale. Le aziende dovranno esse-re più visibili sul mercato, attraverso una adeguata politica del brand. Aumentare la propria rete di vendita e la qualità del servizio al cliente. Favorire la crescita di-mensionale delle PMI, at-traverso strategie di svi-luppo basate sulle reti di imprese. Sviluppo sostenibile e po-litiche energetiche. Bioedilizia. Internazionalizzazione.
Valorizzazione del capi-tale umano attraverso la formazione di figure qua-lificate negli ambiti delle attività organizzative e produttive, orientate all’innovazione. Competenze trasversali, oltre alle necessarie com-petenze tecniche: saper leggere il territorio; azio-ni commerciali, interpre-tare i mutamenti e le pro-spettive nuove; trovare soluzioni alle problema-tiche aziendali; sviluppa-re le capacità creative e di comunicazione. Sviluppare inoltre le ca-pacità di gestione dei processi aziendali e di progettazione. Saper governare un’a-zienda internazionalizza-ta. Inoltre, le piccole aziende hanno bisogno di figure professionali con compe-tenze variegate di marke-ting, produzione, comu-nicazione del prodotto. A
RT
IGIA
NA
TO
L’attenzione allo sviluppo dei comparti più innovati-vi del sistema produttivo provinciale non deve far dimenticare l’importanza che rivestono le produ-zioni manifatturiere tradi-zionali, ancora capillar-mente diffuse sul territo-rio e rilevanti sotto il pro-filo occupazionale. I nuo-vi scenari economici im-pongono un’azione strate-gica in grado, da una par-te, di attenuare il disagio connesso alle riorganizza-zioni produttive e, dall’altra, di valorizzare le realtà ancora competitive e in grado di mantenere i livelli di occupazione. Il commercio estero dei settori tradizionali deve essere accompagnato da uno sviluppo delle tecno-logie della comunicazio-ne, mentre l’internazionalizzazione di mercato diventa sempre più dipendente dalla ca-pacità di sviluppare sia i volumi di produzione sia un interscambio di servizi e di persone di alta quali-ficazione. Le produzioni manifattu-riere tradizionali esprimo-no identità e saperi acqui-siti e radicati nei territori; il sostegno al sistema di relazioni e di apprendi-mento che ne sta alla base deve consentire il raffor-zamento del patrimonio di conoscenze, socialmente acquisito, che costituisce l’identità e la forza del territorio pesarese. Qualità e certificazione della filiera produttiva di settore. Ambiente. Sicurezza. Domotica. Wellness. Trasporti, logistica
In tutti i settori produttivi assume rilievo un’adeguata formazione professionale, oltre al supporto ai proces-si di managerializzazione necessari per rispondere al crescente problema del ri-cambio generazionale nelle imprese. Con riferimento agli ambiti di innovazione, sotto il profilo della internaziona-lizzazione, occorre prende-re consapevolezza di un riposizionamento dei si-stemi produttivi locali ver-so funzioni di governo (de-sign, promozione, gestione delle reti produttive inter-nazionali, organizzazione aziendale finanziaria, risor-se umane). Competenze nel campo delle strategie innovative per la diffusione delle e-nergie rinnovabili e per la loro integrazione nell'am-biente urbano e nello spa-zio costruito. Competenze specifiche per la certificazione dei pro-dotti impiegati nelle co-struzioni bio-edili e le co-noscenze relative alle fonti di inquinamento. Competenze per la gestio-ne e ripartitori del traffico. Competenze per promuo-vere, costruire, gestire, im-plementare reti di imprese operanti in settori e località diverse, ma convergenti nella strategia di qualifica-zione del sistema di pro-dotto e di orientamento a target mirati di fruitori. Concorrere ad assicurare il benessere psicofisico delle persone. Saper realizzare manufatti adeguati alla cultura e alla società del proprio tempo, senza tralasciare la cultura storica ed in particolare la tradizione dell'artigianato locale (ceramico, prodotti tipici).
102
MACRO
SETTORE
AREE DI POTENZIALE
SVILUPPO
FABBISOGNI
FORMATIVI
CO
MM
ER
CIO
E T
UR
ISM
O
Le potenzialità turistiche della provincia di Pesaro e Urbino sono notevoli e al mo-mento abbastanza sfruttate. Il vantaggio competitivo locale è rintracciabile in alcu-ni fattori come il contesto artistico e natu-rale, le tradizioni storico-culturali e il pae-saggio, diffusi in particolare nell’entroterra; la rinomata tradizione culi-naria e la produzione agroalimentare di qualità; il radicamento e la diffusione di produzioni artigiane. E’ necessario insistere nella strategia di integrazione delle politiche del turismo, della cultura e della valorizzazione del pa-esaggio e delle produzioni artigianali e a-gricole locali. Il prodotto culturale meglio si integra nell’offerta turistica ove è già presente nel territorio, sottoforma di bene, attività o struttura (musei, monumenti, ma anche laboratori e botteghe per lavorazioni tradizionali o artistiche) e luoghi di produ-zione culturale locale (es. teatri). La verifica degli standard di qualità dei servizi culturali, lo sviluppo di progetti territoriali e di prodotti d’area per la valo-rizzazione culturale, lo sviluppo ed il man-tenimento di microfiliere imprenditoriali del settore culturale, il consolidamento di forme di associazione e integrazione tra enti su territori continui o contigui per la gestione e la valorizzazione dei luoghi del museo diffuso richiedono la strutturazione di organismi in grado di svolgere un ruolo di coordinamento e integrazione tra le parti del sistema. Contestualmente è necessario rafforzare gli investimenti per la promo-zione dell’immagine e di valorizzazione sinergica del sistema provincia sui mercati internazionali, integrando l’offerta delle produzioni con quella propria delle risorse turistiche, culturali e naturali. Wellness e Turismo: sviluppo delle azioni di Management del marketing turistico per il miglioramento e la valorizzazione dell’offerta turistica.
Percorsi professionali per l’avvio di attività commerciali. Approfondimenti sulla gestione di una attività commerciale, con la cono-scenza dei nuovi strumenti (ad esem-pio la telematica per il commercio e-lettronico tra le imprese). Serve un forte supporto al giovane imprenditore sulla conoscenza del “Fare Impresa” (sostegno al passaggio generazionale). Marketing territoriale: � riqualificazione del patrimonio ri-
cettivo per potenziare, articolare e personalizzare l’offerta turistica lo-cale creando valore aggiunto;
� valorizzazione delle bellezze natu-rali (p.e. parchi e aree naturali pro-tette) e delle attività rivolte al loro consolidamento economico;
� potenziamento dell’offerta di beni e servizi culturali contestualizzati nel territorio di appartenenza.
Progettare un servizio sulla base della valutazione della domanda turistica, elaborare strategie promozionali e predisporre nuovi piani di comunica-zione e marketing. Analizzare le competenze e la capaci-tà individuali sui nuovi servizi di “ac-coglienza turistica”. Sviluppare le competenze per elabora-re, realizzare, analizzare un sito internet e creare le opportunità per la promozione, vendita e gestione di ser-vizi e prodotti in rete.
103
ALLEGATO
SI RIPORTANO LE CITAZIONI
PIU’ SIGNIFICATIVE E COMUNI
ESPRESSE DAGLI OPINON LEADER
E OPINION MAKER
(ASSOCIAZIONI DEI DATORI DI LAVORO,
ASSOCIAZIONI DEI LAVORATORI,
AZIENDE LEADER)
104
Cosa condiziona lo sviluppo del tessuto economico locale?
“Ciò che condiziona lo sviluppo del tessuto economico locale è il sistema orga-
nizzativo delle aziende. Il mercato è fermo e la colpa è sicuramente della crisi
mondiale, ma tutto ciò ha evidenziato anche una crisi strutturale e organizzativa
delle nostre imprese. Si devono scoprire i valori organizzativi e si deve avere più
capacità di internazionalizzazione; oggi le aziende devono guardare all’estero
con politiche più aggressive. Inoltre, il mercato è diventato ancora più selettivo,
c’è molta più concorrenza e risulta fondamentale:
- un maggiore orientamento alla qualità (del prodotto, dei processi, del servizio) - una maggiore capacità di impiego di nuovi materiali di produzione - lo sviluppo di nuovi prodotti - l’innovazione dei processi produttivi - l’attività di ricerca - l’attenzione alla cura dell’ambiente - una capacità di designer più innovativo - un rafforzamento e sviluppo delle reti di distribuzione (non esiste più il rappre-
sentante di una volta….oggi serve una figura diversa e va valorizzata) - una migliore gestione dei rapporti tra fornitori e impresa di distribuzione - più sinergia con i distributori per il prodotto - più investimento nella persona (capacità relazionali, culturali, di prodotto) - un maggiore qualità e orientamento al cliente (rispettare le scadenze, ecc..)
La sua azienda, come ha reagito alla crisi attuale?
“Tutto sommato il mercato interno ha tenuto, mentre i problemi sono nati sulla
esportazione dei nostri prodotti”
“Nel nostro caso, ciò che ha inciso sulla tenuta del mercato, è stata la capacità
di avere figure professionali in grado di accettare un lavoro difficile come se si
trattasse di un lavoro normale”.
“Ci differenziamo dai concorrenti per la linea di prodott:, tanta varietà, ed è
quello che ci aiuta. La nostra azienda ha comunque una sua etica: mantenere un
clima di lavoro e di rispetto del personale dipendente”.
105
Per quali ambiti e settori di attività è necessario predisporre in-
terventi formativi?
“Nella nostra realtà, fermo restando che in questo momento ci sono persone in Cig
ed altre con avvisi di licenziamento, si dovrà investire su figure del commerciale nel
futuro, anche se obiettivamente la situazione del distretto è molto difficile”.
“Attualmente, siamo alla ricerca di profili con capacità di innovazione/ricerca
del prodotto, commerciale, marketing e comunicazione.”
“La nostra impresa ha una difficoltà nel trovare figure commerciali per riuscire
a gestire rapporti proficui con la grande distribuzione.”
“Molti imprenditori, nel commercio e nel turismo, hanno bisogno di formazione
ma non ne percepiscono l’esigenza. Invece coloro che appartengono al settore
dei Servizi hanno avviato interessanti attività di formazione.”
“Spesso, coloro che aprono un negozio nascono come professionisti ma manca-
no di determinate competenze, come le capacità organizzative, le capacità di de-
lega e la gestione delle risorse umane”.
“E’ importante preparare la persona sull’utilizzo delle nuove tecnologie. Nelle
nostre imprese industriali, le tecnologie si innovano in continuazione e devono
essere gestite da persone flessibili, in grado di entrare immediatamente sul mec-
canismo della tecnologia che cambia. Serve capire, innanzitutto, come si deve
gestire un’azienda e come si devono gestire i cicli di produzione.”
“Il tema del turismo e’ importante e potrebbe fare da volano a molte imprese del
territorio: deve essere fatta però la scelta sia sulle modalità di come fare siste-
ma, sia sulla reale integrazione delle risorse del territorio. Serve creare le con-
dizioni al fine di mettere insieme l’alimentare e la bottega artigiana per svilup-
pare, ad esempio, il marketing territoriale”.
106
Quali sono le figure professionali di cui c’è bisogno in ciascuno
degli ambiti settoriali e territoriali?
“Ci servono figure strategiche come i commerciali per l’estero”
“La difficoltà maggiore e’ quella di trovare figure professionali con capacità di
gestione, ma che abbiano anche buone competenze relazionali”
“Servono figure commerciali in grado di saper svolgere una trattativa sulla
vendita, ma anche in grado di trovare il cliente potenziale nei paesi esteri. E’
una figura strategica. La maggior parte delle aziende sono alla ricerca di una
figura di questo tipo, con forti capacità relazionali”.
“Gli amministrativi non sono difficili da trovare, mentre il problema è sul com-
merciale.”
“Sul manifatturiero si richiedono figure specializzate (tecnici) per avviare inno-
vazioni di prodotto (più di prodotto che di processo) e tecnici commerciali per
entrare in nuovi mercati, anche esteri (più tecnici commerciali che tecnici di
marketing).”
“Un progetto formativo sul marketing turistico, ad esempio, andrebbe fatto se
l’ottica è l’auto-imprenditorialità; in ogni caso coinvolgerebbe poche aziende.
Le piccole imprese tendono a fare tutto in casa. Le attività formative, come mar-
keting turistico, accoglienza turistica e miglioramento nell’uso di tecnologie in-
formatiche, andrebbero svolte con parcellizzazione, al fine di riuscire ad assor-
bire il personale formato. In ogni caso, crediamo che per l’autoimprenditorialità
ci sia ancora spazio”.
“La grande distribuzione preferisce fare formazione in-house, perché i temi da
sviluppare non coincidono esattamente con le esigenze del Fse.”
107
“Il web, nel settore del commercio sembra saturo. Oggi, le aziende che hanno
bisogno di queste figure professionali, possono scegliere fra le persone che si
trovano già sul mercato; a meno che l’esperto web non sviluppi ulteriori compe-
tenze aggiuntive come ad esempio un linguaggio di programmazione.”
“Risparmio energetico, gestione dei rifiuti, fotovoltaico, ambiente, sono settori
che possono assorbire nuove figure professionali.”
Quali sono le competenze professionali e le competenze strategi-
che necessarie per rilanciare lo sviluppo del territorio?
“Nel momento della assunzione, l’aspetto della preparazione tecnica non è fon-
damentale come la capacità di lavorare in un clima disteso e sereno, in quanto
le competenze tecniche le formiamo internamente in seguito alla assunzione”.
“Le professioni tecniche entrano immediatamente nei processi dell’azienda, in-
vece la figura commerciale ha bisogno di un tempo maggiore”.
“Ai fini della assunzione, valutiamo innanzitutto le conoscenze teoriche e le
competenze trasversali, poi si valutano le reazioni del candidato di fronte ad un
problema imprevisto (capacità di problem solving).”
“Crediamo che una volta usciti dalla crisi, serviranno competenze come il sa-
persi relazionare con l’estero in ottica di internazionalizzazione dei mercati”.
“Per la nostra impresa la formazione è abbastanza importante: di solito proce-
diamo per aree, interessando dapprima l’area commerciale (team building), poi
attivando corsi individuali per le nuove figure. Nel 2010 avvieremo diverse se-
zioni formative legate allo sviluppo di competenze linguistiche (inglese).”
108
“I nostri tecnici della progettazione prodotto devono conoscere il disegno tecni-
co, gli impianti, i macchinari, saper definire le caratteristiche degli stampi, sa-
persi interfacciare con le persone a tutti i livelli, avere capacità di innovazione
di prodotto”.
“Oggi l’informatica di base non fa più presa: la conoscono già tutti. Invece la
conoscenza delle lingue straniere va sempre bene (forse di più della tecnologia)
e va sempre rafforzata.”
“C’è bisogno assolutamente della lingua inglese, a partire dal settore del turismo”.
“Nel nostro caso mancano i tecnici specializzati ed ogni azienda si deve arran-
giare per conto proprio. L’istruzione pubblica e la formazione professionale so-
no ancora lontane dalla possibilità di formare queste figure”.
Quali azioni si rendono necessarie per contribuire ad un efficace
ricambio generazionale?
“Ci vorrebbe una forte azione di ricambio generazionale nelle aziende del pesa-
rese. Con i “vecchi imprenditori” è difficile impostare un ragionamento di svi-
luppo organizzativo in azienda, in quanto l’imprenditore non è ancora in grado
di far gestire la sua azienda ad altre persone”.
“Nel ricambio generazionale c’è una grossa componente psicologica: innanzi-
tutto bisogna lavorare sulla relazione (piuttosto che sul controllo di gestione o
su altri argomenti), in quanto non e’ solo un problema di trasferimento di com-
petenze.”
“Nel Commercio il fenomeno del ricambio generazionale è ridotto, almeno che
non ci sia un Marchio da mantenere per garantire una continuità.”
109
Come garantire una formazione sempre più innovativa e di qualità?
“Un problema importante è rappresentato dalla preparazione di chi deve forma-
re. E’ difficile trovare figure che abbiano la conoscenza specifica per la tecnolo-
gia avanzata che attualmente esiste in azienda. Quindi la formazione la dobbia-
mo organizzare al proprio interno, perché l’azienda è andata molto avanti e la
scuola è rimasta ferma. Anche la formazione professionale non riesce ad incide-
re abbastanza”.
“Esiste troppa burocrazia nel sistema formativo provinciale e ci vuole troppo
tempo per avviare e completare le procedure. Inoltre, alcuni corsi dovrebbero
essere più strutturati e più calibrati sulle esigenze dei singoli.”
“Nel territorio, ci vorrebbe più comunicazione e collaborazione. Va studiato un
modo per fare più sinergia fra le varie istituzioni del territorio (magari proporre dei
progetti formativi utilizzando contemporaneamente più linee di finanziamento: ad
esempio il Fse, i Fondi interprofessionali, le Associazioni economiche, ecc.).”
“L’auspicio sarebbe per una maggiore sinergia fra le istituzioni, una maggiore
qualità degli enti formatori, una formazione mirata e docenti di spessore.”
“Credo che la formazione sia troppo addestramento a scapito della cultura delle
competenze trasversali, soprattutto nelle micro-aziende di 3-4 addetti, in quanto
nelle aziende più strutturate c’è più attenzione a queste tematiche. Bisognerebbe
pensare, per le aziende più piccole, ad una metodologia diversa al fine di eroga-
re una formazione più coinvolgente. Gli artigiani sono orientati prevalentemente
al lavoro e impiegano difficilmente il loro tempo per attività di formazione.
Nelle nostre piccole imprese manca la cultura al controllo di gestione ed alla
gestione dell’impresa.”
“Avremmo bisogno di una nuova ondata di formatori che, purtroppo, ancora
non c’e’; bisognerebbe avviare una forte azione sulla formazione-formatori.”
110
I fabbisogni professionali e formativi espressi dalle
imprese pesaresi
Introduzione
La rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali sul territorio pesarese co-
stituisce una delle fasi empiriche necessarie per fornire alla Amministrazione
Provinciale elementi utili nella programmazione a medio termine della forma-
zione professionale in ambito del Fse. Il modello di osservazione e monitoraggio
del mercato del lavoro prevede, oltre alla rilevazione della domanda di profes-
sionalità espressa dalle imprese del territorio, l’analisi ex post degli esiti occupa-
zionali delle attività formative erogate dalla Provincia. Una volta a regime, il si-
stema di monitoraggio, programma la formazione professionale e modifica i mo-
delli organizzativi: sia sulla base delle previsioni di assunzione risultanti dalla
analisi della domanda e dalla diagnosi dei bisogni formativi, sia verificando
l’impatto occupazionale dei corsi erogati.
Il presente lavoro, motivato dall’esigenza di rimodulare l’offerta formativa Fse
provinciale, intende focalizzare l’attenzione sui fabbisogni formativi espressi dal
territorio individuando le dinamiche di sviluppo che ne modificheranno la com-
posizione in termini di figure professionali e relative competenze tecnico-
specialistiche, trasversali e di base. A riguardo, abbiamo registrato una percen-
tuale significativa di aziende che preferiscono formare il personale assunto attra-
verso specifiche procedure interne, oppure ricorrendo a forme contrattuali di
formazione-lavoro, apprendistato o tirocini. Si velocizza così l’interazione tra
formazione e impresa, in modo tale da stabilire circuiti rapidi di comunicazione e
interscambio tra formazione, ricerca e mondo del lavoro. In questo studio il tema
dei fabbisogni formativi si sviluppa differenziando l’analisi sia in termini di in-
terventi legati alla richieste aziendali (figure professionali da assumere e/o sosti-
tuire), sia individuando le competenze professionali da potenziare per i lavoratori
che risultano già occupati dalle imprese (formazione continua). Tale procedi-
mento impone scelte metodologiche appropriate anche in considerazione del se-
guente scenario. Come noto, il Piano Operativo in ambito Fse per il periodo
111
2007-2013 ha modificato in quantità e qualità il precedente assetto legato al fi-
nanziamento ed alla programmazione delle attività per l’occupazione e lo svilup-
po. Infatti un punto focale delle nuove strategie attiene all’approvazione dei Pro-
getti formativi solo a fronte di un dimostrato fabbisogno espresso dal territorio e
preventivamente monitorato. Un ulteriore elemento per sviluppare una efficace
strategia di monitoraggio locale dei fabbisogni formativi è dato dalla necessità di
stabilire una priorità tra le azioni formative al fine di individuare, tra quelle pos-
sibili, le attività legate allo sviluppo socio-economico del territorio, salvaguar-
dando gli interventi rivolti alle fasce deboli della popolazione e soggette al ri-
schio di esclusione sociale o marginalizzazione. Nonostante i cambiamenti inter-
venuti negli ultimi anni, ci sono ancora molte cose da fare per migliorare
l’attuale circuito della formazione. Da un lato si lamenta uno scollamento tra le
esigenze effettive delle imprese e le attività formative che sono progettate e fi-
nanziate; dall’altro bisogna ricordare che molte imprese hanno verso le attività
formative un atteggiamento strumentale, richiedendo prevalentemente servizi
formativi direttamente e immediatamente rispondenti ai fabbisogni contingenti.
Ma una risposta quasi contemporanea alla domanda di professionalità e di riqua-
lificazione che matura nelle imprese, in corrispondenza di una pianificazione
spesso non strutturata, risulta difficoltosa. Occorrono una capacità di anticipa-
zione dei fabbisogni e un investimento proattivo, e non solo reattivo nella forma-
zione. Con la presente ricerca la Provincia di Pesaro e Urbino intende non solo
prevedere gli scenari evolutivi del mercato del lavoro per progettare le attività
formative necessarie allo sviluppo, ma anche guardare alla formazione come al
processo attraverso cui la comunità, il territorio, il sistema delle imprese si dota-
no delle competenze e delle professionalità necessarie a competere con altri si-
stemi produttivi, soprattutto in presenza di crisi congiunturali internazionali.
112
Le assunzioni registrate dai Centri per l’Impiego della provincia
di Pesaro e Urbino nel triennio 2007-2009
Considerando l’andamento delle assunzioni registrate dai Centri per l’Impiego
della provincia nel triennio 2007 – 2009, risulta evidente come la crisi globale
che ha colpito tutti i paesi occidentali ha determinato anche nel territorio locale
una flessione del sistema economico con ripercussioni nel mercato del lavoro. Il
calo di assorbimento di forza lavoro risulta essere pari al -27%, sia considerando
le assunzioni di tutti i settori registrate nel 2009 rispetto a quelle del 2007, sia
considerando solo i movimenti in ingresso del solo settore privato. Nel totale dei
movimenti registrati dai Centri per l’impiego rispetto alle assunzioni figurano
tutte le tipologie contrattuali e tutte le posizioni di lavoro, dai lavori temporanei a
quelli stagionali, dagli atipici a quelli a tempo indeterminato. Il numero elevato
dei movimenti registrati in ingresso nel mercato del lavoro rispetto a quanto pre-
visto ad esempio dalle analisi previsionali delle Camere di Commercio, dove per
il 2009 erano state ipotizzate circa 5300 assunzioni nella sola provincia pesarese,
dipende dalla tipologia delle assunzioni monitorate. I Centri per l’Impiego regi-
strano ogni movimento, quindi anche una assunzione temporanea di due settima-
ne per un lavoratore domestico piuttosto che uno stagionale o un cameriere che
lavora in una struttura ricettiva alberghiera, mentre le previsioni Excelsior si ba-
sano su assunzioni dichiarate da imprese che intendono assumere dipendenti con
contratti di forma differente da quelli temporanei o atipici. Nell’ambito delle as-
sunzioni registrate nel 2009 la percentuale di contratti a tempo indeterminato è
del 12%, mentre quelli a tempo determinato risultano essere del 41%. Quindi dal
totale delle assunzioni registrate dai Centri per l’Impiego, per avere un dato con-
frontabile con le previsioni Excelsior o anche con le medie provinciali delle rile-
vazioni della FdL dell’ISTAT, andrebbero considerati non i movimenti annuali
ma le persone coinvolte nei movimenti. Ad esempio una persona nel corso di un
anno può cambiare lavoro diverse volte con contratti temporanei o a tempo de-
terminato, incidendo così sul numero totale delle assunzioni monitorate. Resta il
fatto che anche considerando solo i contratti a tempo indeterminato, nel 2009 si
sono avute circa 5000 assunzioni nel settore privato; di queste il 60% riguardano
113
l’industria e il 40% i Servizi, mentre tenendo presente tutte le assunzioni le per-
centuali sono invertite.
Valutando le previsioni economiche attese per il prossimo biennio, il trend evo-
lutivo delle assunzioni nella provincia di Pesaro e Urbino (comprendenti sia il
turn-over sia le nuove assunzioni) e le risultanze conseguite dal presente monito-
raggio, possiamo prevedere che le assunzioni nel biennio 2010-20111 saranno
comprese tra il 4% e il 5% della forza lavoro attuale (circa 120.000 lavoratori di-
pendenti). Nel complesso stimiamo, nell’ipotesi più sfavorevole, circa 10.000
nuove assunzioni nel biennio 2010-2011 nella provincia. Di questi il 15%-20%
circa si prevede saranno figure tecniche.
Grafico – Andamento delle assunzioni nella provincia di PU registrate dai centri per l’Impiego nel triennio 2007-2009. I due grafici riportano i dati rispettivamente di tutti i settori e del solo set-tore privato.
Fonte: Nostre elaborazioni sui dati dei Centri per l’Impiego della provincia di Pesaro e Urbino
1 Si intendono assunzioni con tipologia di contratto a tempo determinato o indeterminato, nel settore privato. La previsione si riferisce al numero di persone coinvolte e non ai movimenti possibili in un anno.
114
Grafico – L’andamento delle assunzioni registrate dai centri per l’Impiego della provincia pesa-rese nel triennio 2007-2009 per i Macro Settori produttivi dell’Industria, del Turismo, del Com-mercio, dei Servizi e dell’Agricoltura.
Fonte: Nostre elaborazioni sui dati dei Centri per l’Impiego della provincia di PU
Abbiamo analizzato in modo approfondito le figure professionali2 di tutti gli as-
sunti nel corso del 2009, dopo aver eliminato dall’insieme dei dati quelle regi-
strate nel settore pubblico allargato (dipendenti della P.A., insegnanti, dipendenti
della Sanità e degli Enti locali, ecc.). Da ciò risulta quanto segue:
1. Sono 1300 circa le professioni che sono state coinvolte nei movimenti re-
gistrati dai CIOF nel corso del 2009 (figure professionali che hanno regi-
strato almeno una assunzione in tutto l’anno).
2. Di queste circa 500 sono figure tecniche o specialistiche (38%).
3. Ordinando le figure professionali in base al numero di assunzioni effet-
tuate nel corso del 2009, osserviamo che le prime 100 professioni “muo-
vono” il 73% del totale registrato; le prime 200 incidono sull’84% e infi-
ne le prime 300 rappresentano l’89% di tutti i movimenti.
4. Le figure tecniche rappresentano il 15% delle assunzioni totali e rappre-
sentano il 15% delle prime 100 figure per movimenti registrati.
5. Le professionalità tecniche maggiormente richieste dal mercato del lavo-
ro provinciale, nell’anno 2009, appartengono alle aree del commerciale e
dell’amministrazione, seguono le professionalità tecniche della produzio-
ne, della progettazione e della logistica.
2 Considerando le figure professionali secondo la classificazione ISTAT
115
Nel presente lavoro sono stati rilevati fabbisogni professionali per un totale di
circa 200 figure professionali. In alcuni casi abbiamo utilizzato una voce riassun-
tiva per alcune famiglie di figure professionali tra loro contigue: o perché appar-
tenenti a medesime filiere produttive con mansioni/ruoli simili, o perché pur es-
sendo trasversali a più settori risultano svolgere mansioni tra loro comparabili,
con un bagaglio di competenze molto simili.
116
Il Campione delle imprese intervistate
La scelta del campione ha tenuto conto sia della finalità della ricerca, ovvero
monitorare i fabbisogni formativi e professionali del pesarese con un orienta-
mento particolare alle esigenze di sviluppo, sia della rappresentatività statistica
del medesimo. Sono state coinvolte imprese di tutti i settori e la distribuzione
delle imprese intervistate per settore di attività si caratterizza, rispetto a quella
dell’universo di riferimento, per la presenza maggioritaria della componente in-
dustriale, che comprende al proprio interno le imprese che operano nel settore
agroalimentare. La ridotta presenza delle aziende agricole è dovuta al fatto che il
settore agricoltura è composto per la quasi totalità da imprese familiari. L’Indu-
stria e i Servizi assorbono la maggior parte di forza lavoro presente sul mercato
locale; di fatto, la composizione del nostro campione di aziende rappresenta in
modo significativo il tessuto produttivo che esprime la maggior parte della do-
manda di professionalità qualificata. La ricerca, che ha interessato i settori mani-
fatturieri, compreso il comparto dell'edilizia, del commercio, del turismo e dei
servizi, ha coinvolto un campione di aziende con le seguenti dimensioni:
- tra 1 e 9 addetti, il 64%;
- tra 10 e 49 addetti, 31%;
- oltre 50 addetti, 5%.
operanti soprattutto nei settori della metalmeccanica e dell’arredamento (mobili),
nei servizi (terziario avanzato e servizi alle imprese e famiglie) e del commercio.
Nel grafico successivo si riporta la distribuzione delle imprese del territorio per
dimensioni nei tre diversi raggruppamenti: l’Universo di tutte le imprese iscritte
alla camera di Commercio, il campione che ha partecipato alla ricerca, ed infine
quelle che hanno dichiarato di avere in programma assunzioni per il biennio
2010-2011. Queste ultime, che rappresentano il 21% di tutte le imprese monito-
rate, risultano prevalentemente di medio – grandi dimensioni:
1. il 71% delle imprese con oltre 50 dipendenti;
2. il 32% di quelle con dimensioni comprese tra 10 e 49 addetti;
3. il 15% delle micro imprese, da 1 a 9 addetti.
La forma della ragione sociale prevalente è la Srl, quasi il 60% dl totale, seguono
le Spa (16%) e le Snc (13%) con percentuali molto inferiori, seguite da altre for-
me sociali come le Sas, le Ditte individuali, le Società cooperative, le Società a
117
conduzione Familiare. Considerando la distribuzione delle figure professionali
per settori di attività risulta che la metalmeccanica e l’arredamento sono i settori
industriali più rappresentati, seguono i settori dei servizi ed il commercio.
Grafico – A confronto la distribuzione percentuale per dimensione (numero di addetti) delle im-prese iscritte alla Camera di Commercio, di quelle coinvolte nel monitoraggio e di quelle che in-tendono assumere personale nel biennio 2010-2011
93,7%
64,3%
47,9%
5,8%
31,0% 30,5%
0,6%4,8%
21,7%
1 -9 10-49 50 e oltre
Universo
Campione
Assumono
Grafico – Le imprese monitorate nella indagine sui fabbisogni formativi e professionali suddivise per macro-settori
La rappresentatività del campione indagato è tale da garantire un livello di preci-
sione nelle stime molto accurato, considerando anche la eccellente rispondenza,
sia qualitativa, sia quantitativa con quanto emerso dalle interviste ai rappresen-
tanti delle Associazioni datoriali e dei lavoratori.
Turismo
7,8%
Servizi
17,6%
Commercio
5,9%
Settori diversi
28,5%
Arredamento e Legno
12,7%
Metalmeccanica
22,5%
Costruzioni
4,9%
118
Il calcolo degli indicatori di criticità e la matri ce di posizionamento
delle figure professionali secondo il metodo “Prime Consulting”
L'analisi è stata condotta chiedendo alle imprese tre tipologie di informazioni re-
lative alle figure professionali da assumere: la suddivisione degli addetti in base
alla loro professione; le previsioni di assunzione per figura professionale nel me-
dio termine; le figure professionali che risultano più difficili da reperire nel mer-
cato del lavoro. Si è quindi proceduto riordinando le indicazioni di presenza,
previsione e difficoltà fornite dalle imprese sulla base della Classificazione delle
professioni Istat in modo tale da potere utilizzare i dati al livello di aggregazione
progettato. In alcuni casi si è resa necessaria l'integrazione della classificazione
Istat attraverso l'introduzione di voci specifiche relative, in particolare, alle pro-
fessioni emergenti legate alle nuove tecnologie e ai nuovi servizi, in quanto rap-
presentavano competenze non rilevabili nella classificazione ufficiale. Per questo
motivo si è proceduto preliminarmente alla messa a punto di una griglia di pro-
fessioni, arricchita ex post dalle informazioni ricavate dalle interviste, integrando
le figure professionali individuate dall'Istat con le professioni emerse successi-
vamente alla pubblicazione del volume, attraverso l'esame della letteratura (Isfol,
Excelsior). L’elaborazione dei dati raccolti tramite il questionario d’indagine,
consente di determinare gli indicatori che stimano l’andamento del mercato del
lavoro locale, basato sulle previsioni di assunzione delle figure professionali se-
gnalate dalle imprese.
Nella stesura del questionario di indagine, al fine di ricavare informazioni con un
grado di precisione maggiore, si è lasciato in modo ampio la possibilità di de-
scrizione da parte delle imprese delle figure professionali e delle rispettive com-
petenze, consentendo una ulteriore scomposizione sia dell’area Critica sia di
quella Emergente.
119
Figura: matrice complessa
Le figure vengono così sviluppate e dettagliate in 10 campi prioritari:
FIGURE PROFESSIONALI PRESENZA DIFFICOLTA’ FABBISOGNO
Critiche di livello 1 elevata presenza superiore alla media crescente
Critiche di livello 2 media presenza superiore alla media crescente
Critiche di livello 3 elevata presenza superiore alla media stabile - decresce
Critiche di livello 4 media presenza superiore alla media stabile - decresce
Emergenti di livello 1 ridotta presenza superiore alla media crescente
Emergenti di livello 2 ridotta presenza superiore alla media stabile
Instabili media presenza inferiore alla media crescente
Incerte elevata presenza inferiore alla media stabile
Fragili ridotta presenza inferiore alla media stabile - decresce
In declino elevata presenza inferiore alla media decrescente
L'incrocio degli indicatori permette di avere un quadro complessivo della struttu-
ra occupazionale relativamente ai profili professionali delle imprese mettendo in
luce visione strategica e difficoltà di reperimento sul mercato del lavoro.
120
Le figure critiche: in questo quadrante si collocano le figure di difficile reperi-
mento nelle assunzioni previste, anche se già presenti nel mercato del lavoro lo-
cale. Si segnala quindi una grande difficoltà di riproduzione di figure professio-
nali cruciali nel sistema produttivo locale. Da questo quadrante emergono segnali
chiari sia in relazione all’orientamento, per le opportunità d’impiego presenti, sia
soprattutto in termini di formazione, poiché si può fare riferimento a figure già
esistenti dalle quali trarre indicazioni per delineare quantomeno gli elementi
formativi di base richiesti dal mercato. Le figure critiche (soprattutto quelle di
primo livello) rappresentano il segmento forte dell'articolazione dell'occupazione
in termini di fabbisogno delle imprese del territorio, assumendo valori dell'indice
di presenza e di previsione di assunzione superiori alla media. Sono quelle figure
professionali più difficili da reperire sul mercato, in quanto:
• sono le più nuove;
• hanno un alto livello di specializzazione;
• hanno un contenuto di skills a rapida innovazione;
• sono caratterizzate dal fatto di stare poco nel ruolo per passare ad un altro (e-
levato turn-over).
Le figure emergenti: sono figure di presenza ridotta ma di fabbisogno crescente
e di difficile reperibilità. Un tale sbilanciamento tra presente e futuro può avveni-
re per diverse ragioni: carenze strutturali del sistema formativo, maggiore attrat-
tività per queste figure di altri sistemi locali, mancanza di informazioni. Certa-
mente si tratta di figure da costruire quasi ex novo o da attrarre dall’esterno del
mercato del lavoro locale. La formazione e l’informazione relative a queste figu-
re possono basarsi solo in minima parte sull’attuale conformazione professionale
del mercato del lavoro, data la loro scarsa presenza in relazione ai fabbisogni.
Sembra, in ultima analisi, che le figure professionali relative ai fabbisogni emer-
genti possano rappresentare la sfida più rilevante del sistema formativo ed in-
formativo locale. All’interno di questa categoria il gruppo “Emergenti di 1 livel-
lo” rappresenta le figure strategicamente più determinanti per lo sviluppo, nelle
percezioni degli imprenditori.
121
Le figure instabili e le figure incerte: le prime, facilmente reperibili sul mercato
e mediamente presenti, sono stimate in crescita, pertanto presentano caratteristi-
che contrapposte rispetto ai criteri di classificazione: per questo motivo sono de-
finite “instabili”. Le figure professionali “incerte” risultano essere facilmente re-
peribili, rispetto al contesto indagato, con una previsione di andamento né di ca-
lo, né di esubero; pur essendo presenti massicciamente presenti sul mercato del
lavoro locale non vengono valutate come prioritarie per lo sviluppo del territorio.
Le figure fragili: sono figure di ridotta presenza e di facile reperibilità. Questo
quadrante identifica fabbisogni che, sia in termini di tasso di presenza che di tas-
so di difficoltà-previsione, costituiscono una componente relativamente minori-
taria rispetto al panorama formativo e occupazionale. In questo caso sono richie-
sti profili formativi e professionali che, presentando opportunità quantitativa-
mente limitate, prevedono competenze solide e mirate. Sotto il profilo
dell’orientamento, è richiesta una forte capacità di indirizzare coloro che aspira-
no alle figure professionali che rientrano in questo quadrante, mettendo in guar-
dia sui rischi di un inserimento non guidato. Inoltre, questo segmento richiede
politiche preventive adeguate per agire efficacemente sui flussi di coloro che si
indirizzano verso le figure professionali di quest’area nel senso di una migliore
pianificazione delle competenze tecnico-professionali da sviluppare.
Le figure in declino: sono figure con elevata presenza, di fabbisogno decrescen-
te e di facile reperibilità. Si tratta, quindi, di figure professionali per cui non
sembra difficile il ricambio sul mercato del lavoro. In quest’area si tratta soprat-
tutto di rafforzare i canali formativi ed informativi esistenti per agevolare
l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Brevi considerazioni
Nell’ambito delle figure critiche si collocano le figure più diffuse sul territorio e
con consistenti livelli di difficoltà nella reperibilità. Nel campo delle figure e-
mergenti si collocano le figure a diffusione più contenuta, ma che fanno registra-
re una tendenza all’aumento e difficoltà nella reperibilità.
122
Queste due aree segnalano la necessità di un’offerta e di investimenti formativi
ritenuti prioritari per lo sviluppo del sistema economico-produttivo e per
l’occupabilità dei lavoratori; in particolare, è il campo dei fabbisogni emergenti
che evidenzia in modo maggiore gli investimenti necessari per lo sviluppo. I
campi relativi alle figure fragili e in declino mettono in evidenza: o le figure sul-
le quali è necessario riconsiderare le scelte di investimento formativo (perché
scarsamente presenti e con scarsa possibilità di sviluppo), o le figure per le quali
è opportuno disinvestire riducendo l’offerta formativa (perché molto presenti e
con fabbisogni in diminuzione).
123
Le risultanze: i fabbisogni professionali e formativi
Le figure professionali segnalate dalle imprese ed il loro posizionamento ri-
spetto alla matrice di classificazione delle criticità
La raccolta delle informazioni per determinare i fabbisogni professionali e for-
mativi delle imprese del territorio pesarese, in termini di difficoltà di reperimento
e previsioni di sviluppo, è incentrata su una metodologia che privilegia
l’autonomia decisionale delle imprese nella indicazione delle figure professiona-
li, in termini di nomenclatura. Tra una scelta che riduce il dettaglio della infor-
mazione, basata su una classificazione a “maglie larghe” (categorie professionali
o professioni elementari) o classi professionali, ed una che lo allarga a dismisura
(le singole voci delle categorie), rendendo praticamente impossibile realizzare
l’indagine, abbiamo utilizzato il criterio intermedio di fornire esempi di figure
professionali maggiormente rappresentativi della realtà produttiva locale, la-
sciando al rispondente la facoltà di trovare la definizione a lui più congeniale. In
una seconda fase, sulla base dell’attività dell’azienda, della descrizione del tipo
di prodotti/servizi erogati, delle competenze strumentali indicate e della funzione
aziendale di riferimento, è stata ricostruita la nomenclatura ufficiale di riferimen-
to, ricorrendo alla classificazione ISTAT, integrata per le figure professionali più
recenti da altre classificazioni.
Analizzando i risultati del monitoraggio risulta che il fabbisogno di personale
specializzato da parte della piccola e media impresa del pesarese riguarda soprat-
tutto le aree della produzione e del commerciale/marketing. Nella prima funzione
aziendale le figure professionali di cui si ha maggiore necessità sono impiantisti
(installatori, manutentori, conduttori), meccanici, elettricisti, personale qualifica-
to nel turismo, cad/cam designer e disegnatori progettisti. Nella seconda area
prevalgono, invece, i tecnici commerciali, gli operatori commerciali, gli accoun-
ter, i tecnici del brand, i tecnici di prodotto-servizio e di assistenza clienti. Nell'a-
rea dell'amministrazione gli indici di richiesta più elevati riguardano gli addetti
alla contabilità, i controller. Il territorio esprime anche una domanda di profes-
sionalità tecniche con competenze specifiche in materie innovative, come le
124
nuove fonti energetiche e la domotica, la bioedilizia e l’ecomanager. Inoltre ri-
sulta una richiesta di figure professionali con competenze specialistiche nel cam-
po della Qualità (controllo e progettazione), dell’Ambiente (trattamento dei rifiu-
ti, ecologia) e della Sicurezza. (dell’ambiente di lavoro, dei dati, ecc.)
Per quanto riguarda il livello di istruzione richiesto, al fine di identificare le pro-
fessionalità per lo sviluppo competitivo del territorio, dall'indagine si evidenzia
una maggiore incidenza dei titolo di studio intermedi (diploma e qualifica pro-
fessionale), con una quota significativa di richieste per laureati.
Tra le principali figure critiche (I e II livello) troviamo:
� Operatori commerciali (Italia ed estero)
� Tecnici commerciali e del marketing
� Responsabili degli acquisti
� Responsabili della logistica
� Tecnici specialisti in linguaggi di programmazione
� Meccanici riparatori d’auto e tecnici meccanici
� Tecnici conduttori di macchine a controllo numerico
� Maitre d’hotel e baristi specializzati
A questo livello di criticità (elevata/media presenza, difficili da reperire, fabbi-
sogno crescente), tra le figure professionali più qualificate ci sono i tecni-
ci/responsabili, che risultano strategici per il sistema in quanto ricoprono posi-
zioni nevralgiche per lo sviluppo di nuovi prodotti e per la loro commercializza-
zione, per la gestione dei sistemi informativi aziendali, per la gestione efficiente
dei magazzini e del flusso dei trasporti delle merci. Si tratta di professionalità le-
gate all’Industria, ai Servizi ed al Turismo e si caratterizzano per la specializza-
zione posseduta e per la presenza diffusa nelle imprese del territorio; operano sia
nella produzione (beni o servizi), sia nella commercializzazione dei prodotti. So-
no difficili da reperire sul mercato anche a causa di una offerta inferiore ai fabbi-
sogni del sistema locale.
Anche le figure professionali del terzo e quarto livello di criticità, caratterizzate
da una previsione di sviluppo parziale, oltre alla difficoltà di reperibilità sul mer-
125
cato del lavoro locale, risultano essere importanti per il buon funzionamento del
sistema produttivo:
� Operatori di vendita
� Progettisti disegnatori (industrial designer)
� Tecnici esperti di computer aided manufacturing (cad/cam designer)
� Tecnici informatici
� Addetti alla contabilità generale
� Addetti all’accoglienza (turismo)
� Elettricisti e falegnami
� Saldatori
� Manutentori polivalenti, installatori di impianti e tecnici impiantisti
� Tecnici di cantiere
Analizzando la categoria delle figure emergenti (ridotta presenza- difficile repe-
ribilità- fabbisogno crescente) troviamo le figure più nuove per il mercato del la-
voro locale, strategiche per lo sviluppo del territorio. Si caratterizzato per il forte
contenuto innovativo delle professionalità e per le conoscenze altamente specia-
listiche, anche in settori di “frontiera” quali la domotica e le nuove fonti energe-
tiche. Qui il ruolo che dovrebbe giocare la formazione (o gli strumenti a disposi-
zione) è quello di anticipare il mercato, preparando i tecnici e gli esperti che ser-
viranno nel prossimo futuro.
Tra gli emergenti più significativi, segnaliamo:
� Esperti nel trattamento di rifiuti industriali
� Ecomanager
� Esperti in bioedilizia, domotica e fotovoltaico
� Tecnici di comunicazione e immagine
� Tecnici di marketing e promozione turistica
� Esperti nelle preparazioni alimentari (food)
� Ricercatore di nuovi mercati (Account Manager)
� Tecnici della cura estetica (wellness)
A completamento della matrice di posizionamento, ottenuta incrociando i tre in-
dicatori di “presenza – difficoltà – andamento” e sulla base delle indicazioni
126
fornite dalle aziende riguardanti il fatto che la figura professionale da assumere a
medio termine sia una nuova acquisizione o ne sostituisca una già presente, è
stato costruito un ulteriore indicatore di consolidamento. Tale indicatore mette in
relazione il numero di nuove acquisizioni relative ad una determinata figura pro-
fessionale (nel caso questa figura sia già presente in azienda) con il totale dei ri-
spondenti. L’informazione che si può ricavare riguarda appunto la forza di una
categoria determinata dalla sua presenza sul territorio e dal suo consolidamento.
Si tratta di un indice che rinforza la criticità di una figura, infatti più alto è il tas-
so di consolidamento, maggiore l’importanza o crucialità della figura sul territo-
rio.
Tra le principali figure critiche con il tasso di consolidamento più alto troviamo:
� Figure qualificate del Turismo (barman, camerieri, receptionist, cuochi)
� Falegnami
� Contabili
� Meccanici riparatori d’auto
� Tecnici del marketing (per l’import-export)
� Tecnici commerciali
� Tecnici meccanici
� Tecnici delle reti di vendita-assistenza
� Saldatori
� Disegnatori tecnici
� Tecnici conduzione macchine c.n.c.
� Operai specializzati
Complessivamente, il 27% delle aziende intervistate ricorre alle professionalità
esterne (outsourcing), con prevalenza nelle seguenti aree:
- Comunicazione e marketing - Ambiente e sicurezza - Progettazione web - Credito e finanza
127
Grafico – La distribuzione percentuale delle aree di intervento dei servizi forniti alle aziende del territorio che li richiedono dal terziario avanzato (outsourcing)
2,5
3,6
5,3
11,5
24,4
24,6
28,1Comunicazione e Marketing
Ambiente e Sicurezza
Progettazione reti web
Credito, Finanza
Paghe, Contabilità
Privacy
Legale
128
Tabella – Posizionamento delle principali figure professionali da assumere, biennio 2010-2011. (Le categorie di raggruppamento, calcolate sulla base di tre indici, rappresentano la strategicità per lo sviluppo del territorio).
INDICATORI DI POSIZIONAMENTO
FIGURE PROFESSIONALI DA ACQUISIRE/SOSTITUIRE
Addetto alle operazioni di smistamento merci Aiuto cuoco Barista Capo cantiere Cuoco Direttore di reparto vendite Maitre d'hotel Meccanico riparatore auto Operatore commerciale (Italia) Pizzaiolo Tecnico all'informazione e all'assistenza clienti Tecnico commerciale Tecnico del marketing Tecnico meccanico (attrezzista-manutentore)
Figure Critiche di I° livello
Tecnico termoidraulico Autotrasportatore Conducente di mezzo agricolo Disegnatore tecnico Elettricista impiantista di cantiere Esperto commerciale Installatore di macchinari elettrici ed elettromeccanici Magazziniere Responsabile acquisti Responsabile della logistica commerciale Tecnico conduzione macchine a controllo numerico Tecnico di agenzia di viaggio Tecnico di controllo di qualità industriale Tecnico di laboratorio chimico Tecnico per la manutenzione impianti
Figure Critiche di II° livello
Tecnico specialista di applicazioni informatiche
129
INDICATORI DI POSIZIONAMENTO
FIGURE PROFESSIONALI DA ACQUISIRE/SOSTITUIRE
Addetti alla preparazione di cibi Addetto alla contabilità generale Addetto alla reception Addetto alle attività amministrative Animatore turistico Autista Cameriere di sala Conduttori di impianti per la lavorazione del vetro Elettricista Falegname Installatore di impianti termici Manutentore impianti bruciatori Manutentore polivalente Operaio esperto Operatore nei magazzini di smistamento merci Progettista elettrico elettronico Stiratrice Tecnico assemblatore personal computer Tecnico di cantiere Tecnico esperto di computer aided manifacturing Tecnico impianti elettromeccanici
Figure Critiche di III° livello
Tecnico programmazione macchine a controllo numerico Addetto alla gestione del magazzino Addetto alla produzione Addetto elettromeccanico Addetto montaggio e smontaggio di stampi Analista di processi e cicli di produzione Assemblatore macchine levigatrici legno Assistente commerciale Carpentiere metallico Conduttori di macchinari per articoli in plastica Cucitore Esperto di siti web Falegname di cantiere Falegname mobiliere Interprete traduttore Operatore alle relazioni commerciali con l'estero Operatore di vendita Progettista disegnatore meccanico Saldatore Tecnico analista informatico Tecnico informatico Tecnico riparatore hardware Tecnico stampaggio
Figure Critiche di IV° livello
Verniciatore
130
INDICATORI DI POSIZIONAMENTO
FIGURE PROFESSIONALI DA ACQUISIRE/SOSTITUIRE
Account executive Esperto di promozione turistica Esperto in bioedilizia Esperto in coaching Esperto in domotica Esperto in e-commerce Esperto in marketing e comunicazione d'impresa Esperto in nuove fonti energetiche Esperto nelle preparazioni alimentari Mediatore culturale Motorista specializzato Progettista di qualità Ricercatore di mercato (accounter) Tecnico della sicurezza (ambientale e sul lavoro) Tecnico dell'ambiente Tecnico di organizzazione e gestione aziendale Tecnico in computer grafica
Figure Emergenti di I° livello
Tecnico trattamento rifiuti industriali Disegnatore Progettista tecnologie non inquinanti per impianti industriali Specialista in commercio estero Tecnici della cura estetica (operatore del benessere e della salute) Tecnico della pubblicità Tecnico di marketing e management turistico Tecnico di produzione e controllo della produzione Tecnico di sistemi di programmazione
Figure Emergenti di II° livello
Tecnico trasfertista Addetto a macchinari per confezioni tessili Addetto alle presse Carpentiere navale Elettrauto
Figure Incerte
Operatori artigianali di macchine per la lavorazione del le-gno Carpentiere di bordo Conduttori di macchinari per tipografia e stampa su carta e cartone Finitore di mobili Lucidatore su legno Meccanico di precisione Montatore navale Saldatore di metalli speciali e leghe Stampista Tecnici intermedi di ufficio
Figure In declino
Tecnico di office automation
131
La rilevazione dei fabbisogni professionali e formativi presso le imprese, conferma e
integra quanto emerso dalle interviste con i rappresentanti delle Associazioni dato-
riali e sindacali. Risulta una convergenza sostanziale sia sulle previsioni dei fabbi-
sogni professionali necessari allo sviluppo dei diversi settori, sia sulla individuazione
delle competenze necessarie per allineare l’offerta dei giovani in cerca di lavoro ai
fabbisogni formativi reali delle imprese. I risultati dell’indagine, per la parte che ri-
guarda le previsioni di assunzione a medio termine, evidenziano le aree di criticità
per il sistema produttivo locale e le figure “strategiche/emergenti” per sostenere la
competitività delle imprese. Nell’area commerciale emerge il fabbisogno di tecnici
commerciali, di tecnici per la comunicazione e l’immagine e di operatori commer-
ciali, sia per promuovere/vendere i prodotti sui mercati di riferimento, compresi i
paesi UE ed extra UE, sia per contribuire a sviluppare nuovi prodotti. In fase di pro-
gettazione risultano cruciali i tecnici per il disegno cad tridimensionale e i disegnato-
ri tecnici con conoscenza del cad avanzato; nell’area della produzione servono tecni-
ci elettromeccanici (manutentori, installatori, riparatori), tecnici per programma-
re/condurre macchine a controllo numerico computerizzato, manutentori e operatori
polivalenti per impianti e macchine automatiche. In particolare nel settore del Turi-
smo risultano critiche le figure professionali del settore alberghi-ristoranti come
maitre d’hotel, cuochi e aiuto cuochi, barman specializzati, camerieri; mentre le a-
genzie turistiche segnalano la necessità di personale per la gestione tecnologica delle
prenotazioni e per la promozione turistica. Nell’ambito dei Servizi alle imprese, set-
tore informatica, risultano critiche le seguenti figure professionali: tecnico all'infor-
mazione e all'assistenza clienti, tecnico analista informatico, esperto di siti web con
competenze non più solo tradizionali ma orientate anche a sviluppare architetture
complesse con caratteristiche elevate di interazione commerciale. Nell’area
dell’innovazione/ricerca/sviluppo risultano critiche le figure di designer, tecnici per
il processo produttivo che devono saper interfacciarsi con la parte produttiva (capi
reparto e addetti al controllo delle unità produttive), per cui con buone abilità rela-
zionali. Nel settore della Qualità/Ambiente/Sicurezza risultano strategiche figure
come il tecnico per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti industriali, il tecnico di
controllo della qualità industriale (trasversali a diversi settori del manifatturiero), i
tecnici del controllo ambientale (Servizi per le imprese e per gli Enti locali) ed i
132
tecnici responsabili dei problemi dell’ambiente all’interno dell’azienda (marke-
ting ambientale).
Il fabbisogno di figure legate alla logistica si sta sviluppando in modo omogeneo
nel territorio; abbiamo verificato una domanda di professionalità per responsabi-
li della logistica, addetti alla gestione del magazzino e addetti alle operazioni di
smistamento merci. L’indagine ha evidenziato inoltre il fabbisogno di alcune
professionalità “emergenti” nel territorio pesarese. Queste figure, poco presenti
nel territorio, con elevato contenuto di skills, difficili da reperire e con fabbiso-
gno in crescita, anticipano la direzione dello sviluppo di alcuni settori, prefigu-
rando temi fortemente innovativi sia nei prodotti, sia nei processi. Si tratta di fi-
gure con un elevato contenuto di professionalità ed operano in diversi settori ed
aree; tra le più significative: l’Esperto in domotica, l’Esperto in bioedilizia, il Ri-
cercatore di nuovi mercati, l’Esperto in nuove fonti energetiche, l’Account
executive, il Tecnico per le preparazioni alimentari, il Tecnico per la cura esteti-
ca, l’Esperto in promozione turistica.
133
Analizzando le risposte delle aziende sulle preferenze riguardanti il titolo di stu-
dio rilasciato dal sistema scolastico nazionale o dalla formazione professionale,
si confermano le seguenti risultanze:
� circa il 16% delle opzioni riguarda una scelta che prevede sia il diploma che
la laurea, il rimanente 84% circa si orienta verso un solo titolo, di cui il 70%
diploma o laurea. Questo risultato evidenzia come al crescere del contenuto
tecnico del ruolo svolto dalla figura professionale all’interno dell’azienda, in
termini di conoscenze e competenze strumentali, diviene sempre più un re-
quisito necessario il “sapere” che costituisce la condizione necessaria per
svolgere quelle determinate mansioni.
� Solo il 14% circa delle risposte prevede il possesso del titolo di studio rila-
sciato dalla scuola dell’obbligo o il possesso della qualifica professionale.
� Considerando la distribuzione dei titoli di studio scelti dalle imprese tra le diver-
se funzioni aziendali, si conferma la prevalenza di laureati nel settore commer-
ciale e nella “qualità – ambiente – sicurezza”, i diplomati prevalgono
nell’amministrazione e nella produzione. La richiesta dei titoli di studio più bassi
come l’obbligo scolastico (operai e addetti non specializzati) e la qualifica pro-
fessionale (operai specializzati) è concentrata nella produzione Industriale.
Tabella – Distribuzione delle figure professionali per aree/funzioni aziendali e per posizionamen-to nella matrice tridimensionale basata sugli indicatori di presenza, reperibilità e previsione.
Instabili Incerte
AREA AZIENDALE Critiche di livello 1/2
Critiche di livello 3/4
Emergenti di livello 1
Emergenti di livello 2
In declino Management, Organizzazione e Risorse Umane 20,0% 80,0% Amministrazione, finanza e controllo di gestione 88,9% 11,1% Commerciale, marketing, internazionalizzazione 55,9% 22,0% 10,2% 11,9% Produzione 27,8% 50,7% 3,5% 7,6% 10,4% Logistica 66,7% 33,3% Qualità, ambiente, sicurezza 16,7% 75,0% 8,3% Informatica 5,9% 58,8% 23,5% 5,9% 5,9%
Totale 31,7% 42,5% 11,1% 7,9% 6,7%
134
Tabella – Le figure professionali “critiche” individuate dalle imprese dell’Industria per soddi-sfare i fabbisogni a medio termine suddivise per microsettori di appartenenza.
Livello Sub settori Industria Figure professionali Disegnatore tecnico Installatore di macchinari elettrici ed elettromec-canici Tecnico commerciale Tecnico conduzione macchine a controllo numeri-co Tecnico di controllo di qualità industriale
Metallurgia, meccanica
Tecnico per la manutenzione impianti Chimica, gomma, plastica Tecnico di laboratorio chimico
Direttore di reparto vendite Operatore commerciale (ITALIA) Responsabile acquisti Responsabile della logistica commerciale Tecnico commerciale Tecnico conduzione macchine a controllo numeri-co
Legno e Mobili
Tecnico per la manutenzione impianti Direttore di reparto vendite Esperto commerciale Tecnico commerciale
Tessile e abbigliamento
Tecnico per la manutenzione impianti Alimentari e bevande Tecnico commerciale Tecnico meccanico (attrezzista-manutentore)
Capo cantiere Tecnico commerciale Tecnico per la manutenzione impianti
Elettrica-elettronica
Tecnico termoidraulico Addetto alle operazioni di smistamento merci Elettricista impiantista di cantiere Tecnico commerciale Tecnico di controllo di qualità industriale
Costruzioni
Tecnico per la manutenzione impianti Lavorazione artistica metalli Tecnico commerciale
Figure Critiche
1 e 2
Vetro Tecnico commerciale
135
Tabella – Le figure professionali “critiche” individuate dalle imprese dell’Industria per soddi-sfare i fabbisogni a medio termine, suddivise per microsettori di appartenenza.
Addetto alla contabilità generale Addetto alla gestione del magazzino Analista di processi e cicli di produzione Assemblatore macchine levigatrici legno Assistente commerciale Carpentiere metallico Manutentore impianti bruciatori Manutentore polivalente Operaio esperto Progettista disegnatore meccanico Saldatore Tecnico analista informatico Tecnico esperto di computer aided manifacturing Tecnico informatico
Metallurgia, meccanica
Tecnico stampaggio Chimica, gomma, plasti-ca Conduttori di macchinari per articoli in plastica
Falegname Falegname mobiliere Interprete traduttore Operaio esperto Operatore di vendita Operatore nei magazzini di smistamento merci Tecnico esperto di computer aided manifacturing
Legno e Mobili
Verniciatore Tessile e abbigliamento Addetto alla contabilità generale
Analista di processi e cicli di produzione Cucitore Operaio esperto Stiratrice
Tecnico analista informatico Addetti alla preparazione di cibi Addetto alla produzione
Alimentari e bevande
Operatore di vendita Addetto elettromeccanico Manutentore polivalente Progettista elettrico elettronico Tecnico assemblatore personal computer Tecnico di cantiere
Elettrica-elettronica
Tecnico impianti elettromeccanici Falegname di cantiere Operaio esperto Tecnico analista informatico Tecnico di cantiere
Costruzioni
Tecnico impianti elettromeccanici Lavorazione artistica metalli Operatore di vendita Navale Verniciatore
Figure Critiche
3 e 4
Vetro Conduttori di impianti per la lavorazione del vetro
136
Tabella – Le figure professionali “critiche” individuate dalle imprese dei Servizi per soddisfare i fabbisogni a medio termine, suddivise per microsettori di appartenenza.
Livello Sub settori Servizi Figure professionali Disegnatore tecnico Responsabile della logistica commerciale Tecnico commerciale Tecnico conduzione macchine a controllo nu-merico
Attività e servizi alle imprese
Tecnico del marketing Tecnico all'informazione e all'assistenza clienti Tecnico commerciale
Informatica ed attività connesse
Tecnico specialista di applicazioni informati-che Aiuto cuoco Barista Cuoco Maitre d'hotel
Alberghi e ristoranti
Pizzaiolo Autotrasportatore Trasporti, magazzinaggio, comu-
nicazioni Responsabile della logistica commerciale Tecnico commerciale Agenzie turistiche
Tecnico di agenzia di viaggio
Attrezzature balneari Magazziniere
Figure Critiche
1 e 2
Autoriparazioni Meccanico riparatore auto Addetto alla contabilità generale Operaio esperto Tecnico esperto di computer aided manifactu-ring
Attività e servizi alle imprese
Tecnico riparatore hardware Esperto di siti web Tecnico analista informatico
Informatica ed attività connesse
Tecnico informatico Addetto alla reception Animatore turistico Cameriere di sala
Alberghi e ristoranti
Manutentore polivalente Addetto alle attività amministrative Autista Falegname mobiliere
Trasporti, magazzinaggio, comu-nicazioni
Tecnico analista informatico Agenzie turistiche Esperto di siti web
Addetto alla contabilità generale Installazione impianti termoidrau-lici
Tecnico di cantiere Elettricista
Figure Critiche
3 e 4
Artigianato - servizio
Installatore di impianti termici
137
Tabella – Le figure professionali “critiche” individuate dalle imprese del Commercio per soddi-sfare i fabbisogni a medio termine suddivise per microsettori di appartenenza.
Livello Sub settori Commercio Figure professionali Esperto commerciale Responsabile acquisti Tecnico commerciale
Critiche 1 e 2
Commercio all'ingrosso
Tecnico del marketing Esperto di siti web Manutentore polivalente Critiche 3 e 4
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
Operatore di vendita
Tabella – Le figure professionali “emergenti” individuate dalle imprese dell’Industria per soddi-sfare i fabbisogni a medio termine suddivise per microsettori di appartenenza.
Livello Sub settori Industria Figure professionali Disegnatore Esperto in nuove fonti energetiche Motorista specializzato Specialista in commercio estero
Metallurgia, meccanica
Tecnico trasfertista Disegnatore Esperto in marketing e comunicazione d'impresa
Legno e Mobili
Tecnico di produzione e controllo del-la produzione Specialista in commercio estero Tessile e abbigliamento Tecnico di produzione e controllo del-la produzione Esperto in coaching Alimentari e bevande
Mediatore culturale Esperto in domotica Esperto in nuove fonti energetiche Tecnico di produzione e controllo del-la produzione Tecnico di sistemi di programmazione Tecnico in computer grafica
Elettrica-elettronica
Tecnico trasfertista Costruzioni Esperto in bioedilizia
Emergenti 1 e 2
Navale Motorista specializzato
138
Tabella – Le figure professionali “emergenti” individuate dalle imprese dei Servizi per soddisfa-re i fabbisogni a medio termine, suddivise per microsettori di appartenenza.
Livello Sub settori Servizi Figure professionali
Account executive Disegnatore Esperto in nuove fonti energetiche Mediatore culturale Progettista di qualità Progettista tecnologie non inquinanti per impianti indu-striali Ricercatore di mercato (Account manager) Tecnico della pubblicità Tecnico della sicurezza (ambientale e sul lavoro) Tecnico dell'ambiente (eco manager) Tecnico di organizzazione e gestione aziendale IT specialist
Attività e servizi alle imprese
Tecnico trattamento rifiuti industriali Esperto di promozione turistica Esperto in bioedilizia Esperto in nuove fonti energetiche Esperto nelle preparazioni alimentari
Alberghi e risto-ranti
Tecnico di marketing e management turistico Trasporti, magaz-zinaggio, comuni-cazioni Specialista in commercio estero
Esperto in nuove tecnologie Agenzie turistiche
Tecnico di marketing e management turistico
Emergenti 1 e 2
Wellness e Fitness Tecnici della cura estetica (operatore del benessere e della salute)
Tabella – Le figure professionali “emergenti” individuate dalle imprese del Commercio per sod-disfare i fabbisogni a medio termine,suddivise per microsettori di appartenenza.
Livello Sub settori Commercio
Figure professionali
Esperto in e-commerce Emergenti 1 e 2
Commercio all'in-grosso ed al detta-glio Esperto in marketing e comunicazione d'impresa
139
Grafico – Distribuzione % per aree aziendali delle figure professionali da inserire nelle aziende.
Informatica
6,7%
Amministrazione,
finanza e controllo
di gestione
3,6%
Management,
Organizzazione e
Risorse Umane
2,0%
Commerciale,
marketing,
internaz.ne
23,4%
Produzione
57,1%
Logistica
2,4%
Qualità, ambiente,
sicurezza
4,8%
140
Le risultanze: le competenze necessarie allo sviluppo
Alle aziende della provincia di Pesaro e Urbino coinvolte nella indagine, abbia-
mo chiesto di indicare per ogni figura professionale da assumere quali compe-
tenze prioritarie dovesse possedere la persona per poter essere presa in conside-
razione3. La rilevazione dei fabbisogni formativi, ritenuti necessari per colmare il
gap esistente tra i profili professionali standard e le reali necessità delle aziende,
è avvenuta contestualmente a quella dei fabbisogni professionali, mediante una
scheda strutturata per ogni figura professionale indicata. La scheda era composta
di tre sezioni, corrispondenti a tre macro aree, a loro volta articolate in settori e
competenze specifiche:
1. Competenze Tecnico professionali a. Conoscenze
i. Contenuti relativi alla mansione ii. Conoscenze del settore di riferimento iii. Conoscenze aziendali iv. Conoscenze relative all’uso di macchinari v. Conoscenze di informatica avanzata vi. Conoscenze specialistiche di lingue straniere
b. Capacità specifiche del ruolo i. Concettuali
ii. Gestionali iii. Decisionali iv. Di controllo v. Manutentive
2. Competenze Trasversali a. Relazionali b. Di direzione c. Organizzative
3. Competenze di base (conoscenze e abilità da possedere a un livello essenziale) a. Informatica b. Lingue straniere c. Mondo del lavoro
Sulla base delle risposte ricevute, ricordiamo che il 21% delle imprese che hanno
risposto al nostro questionario hanno dichiarato di voler assumere personale nel
biennio 2010-2011, abbiamo rielaborato un quadro riassuntivo generale che ci
3“ Quali competenze ritiene da potenziare, affinché la figura professionale da Lei indicata possa
svolgere le mansioni necessarie alla sua azienda?”
141
permette di focalizzare sinteticamente i punti prioritari delle risultanze
nell’ambito dei fabbisogni formativi delle imprese pesaresi.
Complessivamente risulta un profilo medio del livello di preparazione necessaria
per svolgere al meglio il proprio ruolo all’interno dell’azienda caratterizzato da
una suddivisione tra saperi tecnici, trasversali e di base che pesano percentual-
mente in ragione del 50% circa, del 30% e del 20%. Analizzando più approfondi-
tamente la composizione delle tre macro aree risulta che le conoscenze e le capa-
cità tecnico professionali hanno pesi diversi, con una prevalenza delle conoscen-
ze specifiche del ruolo ricoperto in azienda (27%) sulle capacità e/o abilità
(21%); tra le competenze trasversali sono le relazionali ad avere una maggiore
importanza, in particolare vedremo che si tratta delle competenze relative alla
comunicazione e al lavoro di gruppo; infine nell’area delle competenze di base
risulta preponderante la conoscenza e l’uso essenziale del personal computer
(windows, internet, posta elettronica, word).
Considerando le competenze tecniche che le imprese ritengono prioritarie e fon-
damentali per le professionalità da inserire nei diversi contesti produttivi, risulta
un orientamento generale a conoscenze e abilità specifiche dei processi produtti-
vi del settore di appartenenza e più specificamente dell’azienda. Osserviamo una
tendenza delle aziende a disegnare profili ideali di figure professionali con una
duplice caratteristica, da una parte un nucleo di conoscenze e abilità specialisti-
che, che sono tanto più evolute quanto è alto il livello e il ruolo della figura pro-
fessionale (sono tipiche del settore di appartenenza e del contesto produttivo
dell’azienda, legate sia ai processi, sia alle tecnologie), dall’altra un bagaglio di
competenze trasversali (relazionali, organizzative, concettuali) ritenute altrettan-
to indispensabili sia per svolgere al meglio le proprie mansioni, sia per facilitare
gli adattamenti continui e sempre più rapidi ai cambiamenti imposti dalle nuove
tecnologie.
142
Grafico – La distribuzione percentuale delle competenze che dovrebbero possedere i neo assunti, secondo le tre macro aree di classificazione, così come risulta dalle indicazioni fornite dalle a-ziende che intendono assumere dipendenti nel prossimo biennio
Grafico – Il peso delle varie componenti delle tre aree della rilevazione delle competenze. Le competenze tecniche: conoscenze e capacità distintive del ruolo; le competenze trasversali: com-petenze relazionali, organizzative e direzionali; i saperi di base: Informatica, Lingue e Mondo del lavoro
143
Le competenze tecniche
L’analisi delle competenze tecnico-strumentali individuate dalle imprese per le
figure professionali che prevedono di assumere, evidenzia alcune importanti ca-
ratteristiche dell’economia provinciale, rispetto agli assetti attuali e agli sviluppi
futuri. Da una parte c’è una richiesta di competenze necessarie per governare i
processi produttivi automatizzati, dall’altra una domanda altrettanto importante
di specializzazione nella gestione di specifici strumenti ad elevato contenuto tec-
nologico.
Le competenze segnalate dalle imprese sono in molti casi dettagliate e specifi-
che, spaziando dalla robotica al cad-cam avanzato, dalla conduzione e manuten-
zione degli impianti automatizzati alla gestione di software specialistico. Sulla
conoscenza delle lingue straniere, l’inglese rimane l’opzione più importante, con
il 70% delle preferenze; tuttavia, in alcune aree, come ad esempio il commercia-
le, emergono fabbisogni alternativi o che integrano questa scelta, come la cono-
scenza di lingue orientali (cinese e russo). Per questi grandi Paesi, non si chiede
necessariamente solo la conoscenza della lingua, quanto piuttosto la conoscenza
della cultura e dei costumi sociali per poter intrattenere relazioni commerciali più
proficue in termini di penetrazione dei prodotti e più in generale delle strategie di
marketing. Le richieste derivano dalla necessità delle imprese di operare sui
mercati esteri per svolgere attività di marketing (tecnici commerciali per
l’internazionalizzazione), intrattenere scambi commerciali (operatori commer-
ciali per l’estero), assistere i clienti (retail e qualità della filiera distributiva) o
aumentare le vendite (organizzazione dello spazio di vendita e gestione della di-
stribuzione commerciale).
Considerando la composizione dettagliata dei due settori che compongono la
macro area dei saperi tecnico professionali, risulta quanto segue:
- Le conoscenze aziendali rappresentano un terzo circa delle conoscenze
tecniche ritenute necessarie per le figure professionali da assumere, in
particolare risultano importanti le conoscenze relative ai processi
dell’area commerciale, della produzione e della progettazione.
- Nell’ambito delle conoscenze informatiche di livello avanzato risultano
prevalenti il cad/cam e la grafica computerizzata; più distaccate le altre
144
tipologie di competenze relative alle reti, al web (design, programmazio-
ne, progettazione), ai software specialistici (meccanica, arredamento, tu-
rismo).
- Tra le conoscenze relative all’uso di macchinari specifici e/o l’uso di
computer, sono rilevanti quelle necessarie per la produzione.
- La conoscenza della lingua inglese ad un livello specialistico tecnico-
commerciale assume un rilievo particolare all’interno di questo sub setto-
re
- Tra le capacità distintive del ruolo professionale ricoperto, assumono un
rilievo particolare quelle concettuali e operative, come ad esempio la ca-
pacità di analisi, il senso critico, o il saper valutare e prendere decisioni;
inoltre risultano rilevanti la capacità di saper effettuare controlli per la
qualità e le capacità gestionali (saper gestire persone, risorse finanziarie,
strumenti).
Grafico – La distribuzione percentuale delle diverse tipologie di conoscenze tecniche che do-vrebbero possedere i neo assunti secondo le imprese monitorate
145
Grafico – La distribuzione percentuale delle diverse tipologie di capacità tecnico-professionali che dovrebbero possedere i neo assunti secondo le imprese monitorate
Grafico – La preparazione tecnico-professionale: il dettaglio delle competenze avanzate di in-formatica
146
Grafico – La preparazione tecnico-professionale: le lingue straniere da possedere ad un livello specialistico, distribuzione percentuale risultante dalle scelte delle imprese monitorate
Le competenze trasversali
Considerando la macro area delle competenze trasversali, che si articola nei tre
settori delle competenze relazionali, delle competenze di direzione e di quelle
organizzative, l’analisi delle risultanze fornisce le seguenti indicazioni:
- Tra le competenze relazionali risultano più importanti la capacità di co-
municare in modo efficace e quella di saper lavorare in gruppo. Queste
due caratteristiche, richieste al giovane che dovrà essere inserito in im-
presa, sono rafforzate dalla domanda di maggiori capacità di relazionarsi
con i colleghi di lavoro, coordinati o subordinati, oltre alle capacità di a-
scolto e di comprensione degli altri.
- Nell’ambito delle competenze organizzative, assume un ruolo prioritario
e fondamentale, la capacità di saper affrontare situazioni problematiche,
impreviste e/o complesse, risolvendole in autonomia. Questa competen-
za è seguita dalla capacità di gestire efficacemente il proprio tempo di la-
voro ai fini di non creare ritardi sui tempi programmati per le consegne al
cliente.
- Tra le competenze per la direzione risulta molto importante la capacità di
gestire situazioni di conflitto; più distaccate le altre competenze come la
leadership, il coaching e la delega.
147
Grafico – La distribuzione percentuale delle competenze relazionali
Grafico – La distribuzione percentuale delle competenze organizzative
148
Grafico – La distribuzione percentuale delle competenze di direzione
La preparazione di base
Abbiamo definito la macro area delle competenze di base come l’insieme delle
conoscenze / abilità necessarie ad un giovane proveniente dalla scuola o dalla
formazione professionale per inserirsi nel mondo del lavoro. Questi saperi stru-
mentali comuni ai diversi contesti produttivi, risultano essenziali in qualsiasi
ambiente di lavoro ed in qualsiasi area aziendale; si riferiscono all’uso essenziale
del computer, alla conoscenza ad un livello scolastico della lingua inglese, infine
alla conoscenza delle principali norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e ai
diritti-doveri fondamentali di un lavoratore inserito in un contesto produttivo.
Analizzando i tre settori che compongono questa macro area risulta quanto se-
gue:
− Nel settore delle competenze informatiche di base sono ritenute importan-
ti le capacità di saper usare il sistema operativo windows, internet e gli
strumenti di posta elettronica.
− La conoscenza della lingua inglese è ritenuta prioritaria rispetto alle altre
lingue straniere tradizionali, come il tedesco, il francese o lo spagnolo.
− Le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e quelle sulla prevenzione
antinfortunistica sono prioritarie rispetto alla conoscenza dei diritti doveri
dei lavoratori e alle norme che disciplinano la Privacy in generale.
149
Grafico – La distribuzione percentuale delle competenze di base nell’informatica
Grafico – La distribuzione percentuale delle competenze di base nelle lingue straniere
150
Grafico – La distribuzione percentuale delle competenze (conoscenze) di base che riguardano il mondo del lavoro
L’importanza delle soft-skills
Le risultanze della ricerca nell’ambito dei fabbisogni formativi sono importanti
per delineare le priorità della formazione professionale e più in generale anche
del sistema di istruzione scolastico, almeno per la parte metodologica e integrati-
va che ogni istituzione scolastica può autonomamente gestire e programmare.
Il processo in atto dello spostamento dalla centralità delle competenze legate alla
mansione, che in un passato non così remoto occupavano una posizione di asso-
luta preminenza nella preparazione professionale dei giovani che venivano im-
messi nel mondo del lavoro, al rilievo di quelle trasversali o altrimenti dette “soft
skill”, è ormai un dato acquisito. Da tempo, il focus sulle competenze professio-
nali si è spostato dalle conoscenze e capacità legate in senso stretto alla tecnica
del ruolo da svolgere, alle soft skills (anche denominate capacità/competenze
trasversali), termine che sta ad indicare una serie di qualità e competenze sociali,
basate anche su risorse psicologiche personali e intese come la disponibilità e la
capacità di interagire con le persone in modo costruttivo. Le cosiddette compe-
tenze trasversali, cui fa riferimento il modello di riferimento per l’analisi delle
competenze professionali da noi utilizzato nel presente lavoro4, sono in sostanza
una esplicitazione tecnica di queste ultime, circoscrivendo l’ambito di definizio- 4 Vedi ISFOL, sezione sui fabbisogni professionali e formativi
151
ne e intervento al campo delle competenze relazionali, direzionali e organizzati-
ve. Possiamo definire le competenze trasversali come le abilità relative al saper
mettere in atto strategie efficienti per utilizzare le risorse possedute coerentemen-
te con le esigenze del compito. Tali abilità sono flessibili, modificabili, trasferi-
bili su compiti e contesti diversi, migliorabili con la formazione. Sulle risorse del
soggetto, “work-habits” (valori, motivazioni, ecc) e “identità” (stima di sé, au-
tovalutazione, ecc), che determinano il suo repertorio di abilità in grado di inte-
ragire col contesto organizzativo/lavorativo (l’indagine non entra nel merito), la
letteratura le identifica come la matrice causale delle abilità sottostanti. Infatti gli
“orientamenti cognitivi” e affettivi che il soggetto ha elaborato rispetto al lavoro
(motivazione, ecc.) e lo “schema cognitivo” con il quale il soggetto si colloca
nell’ambiente e vi intrattiene relazioni (consapevolezza, autostima, appartenenza,
visione del futuro, ecc.), determinano, insieme alle conoscenze generali, il reper-
torio di abilità del soggetto.
Il ruolo delle Competenze
La competenza è “l’insieme strutturato di conoscenze, capacità e atteggiamenti
necessari per l’efficace svolgimento di un compito” (M. Pellerey).
Alcuni studi più recenti hanno focalizzato maggiormente l’attenzione sulla im-
portanza delle risorse psico-sociali del lavoratore e sulla possibilità di intervenire
con la formazione su certi aspetti migliorabili delle stesse, ad esempio esplici-
tandone alcuni processi cognitivi ed emozionali sottostanti, per aumentare la
consapevolezza e sviluppare strategie di sviluppo delle caratteristiche e/o com-
portamenti nel senso di una più efficace rispondenza alle aspettative del contesto
lavorativo. Forse per questo, da alcuni anni, le aziende sempre di più chiedono
interventi formativi per aiutare i dipendenti a lavorare bene nel loro ruolo, so-
prattutto le figure di medio-alto livello, per aiutarli a mettere in atto comporta-
menti adeguati a rispondere alle aspettative del ruolo e per essere responsabili
della qualità del loro porsi in azienda5.
La nostra indagine non solo conferma questa tendenza, ma la precisa indicando
le competenze che le aziende ritengono fondamentali per i neo assunti. Abbiamo
5 Soprattutto alcune multinazionali ricorrono sempre più spesso a tecniche recenti come il Coaching e la PNL (programmazione neuro Linguistica). Si tratta di interventi basati sugli insegnamenti dei due fondatori di questa scuola, R.Bandler e J. Grinder
152
scritto che le competenze trasversali in senso stretto risultano pari al 31%, se pe-
rò a queste aggiungiamo un 7% circa di capacità tecniche del ruolo che risultano
essere capacità concettuali, ad esempio la capacità di analisi o il senso critico, al-
lora raggiungiamo il 38% di competenze che sono trasversali rispetto al ruolo
professionale e che non rientrano a pieno titolo, almeno per ora, nella formazione
professionale tradizionale. Si tratta di un risultato medio, per figure di alto profi-
lo professionale e altre di qualifica medio–bassa; se infatti misuriamo il peso di
queste capacità per figure tecniche di rilievo inserite nell’area commerciale o per
figure di direzione, otteniamo pesi ancora maggiori per queste competenze, fino
al 50%. Questo significa che in certe aree aziendali legate ai processi immateria-
li, come il marketing e il commerciale, le soft skills assumono un rilievo strategi-
co.
Le interviste agli opinion leader e alle aziende capofila del territorio, attuate in
questo studio, confermano l’importanza delle capacità trasversali nella prepara-
zione professionale di un lavoratore da inserire nel proprio organico; in modo
particolare risulta essenziale:
1. il saper gestire le relazioni interpersonali all’interno del luogo di lavoro, po-
nendo al centro della relazione il processo comunicativo ai fini di migliorar-
lo, sviluppando le competenze necessarie;
2. il saper lavorare in gruppo in maniera proficua;
3. il saper risolvere problemi imprevisti.
E’ necessaria una formazione professionale all’altezza per sviluppare e affinare
queste abilità, in grado di fornire le necessarie competenze tecniche del ruolo
professionale integrandole con quelle trasversali. Dovrebbe essere una formazio-
ne strettamente collegata allo specifico contesto di lavoro, dove i saperi trasver-
sali dovrebbero integrarsi all’interno dei moduli formativi con quelli tecnici e di
base (non essere separati), costruendo il supporto necessario e la contestualizza-
zione pratica rispetto all’ambiente di lavoro per il quale la persona deve essere
preparata. Sia la progettazione formativa, sia la metodologia utilizzata, che le ri-
sorse e gli strumenti, dovrebbero contribuire a simulare quanto più possibile il
reale ambiente di lavoro, e lo sviluppo delle competenze dovrebbe avvenire an-
che mediante situazioni interattive realistiche (ad esempio la formazione
all’interno di aziende leader dei vari settori). Si delinea una formazione mag-
153
giormente orientata al contesto aziendale da esplorare, conoscere e interagire,
che qualifica le persone integrando i saperi tecnici e quelli trasversali (ovvero le
conoscenze e le capacità) trasferendoli in un contesto realistico e non astratto. Va
considerata la possibilità di realizzare una parte della formazione all’interno del-
le imprese più grandi e strutturate, leader e/o capofila delle filiere distrettuali, e-
sercitando i giovani ad affrontare situazioni concrete di lavoro e a risolvere pro-
blemi imprevisti.
Aree aziendali, settori produttivi e fabbisogni formativi
Le percentuali dei saperi tecnici, trasversali e di base all’interno della prepara-
zione complessiva del lavoratore, variano a seconda dell’area e del settore di ap-
partenenza nel quale si dovrà inserire; infatti per una figura commerciale o am-
ministrativa si richiede una maggiore competenza relazionale e comunicativa,
mentre ad esempio per un tecnico inserito nel processo della produzione saranno
maggiormente caratterizzanti le competenze tecniche del ruolo, pur assumendo
sempre un rilievo considerevole le capacità di lavorare in team e quelle di saper
risolvere problemi imprevisti e complessi. Per le figure tecniche del ramo com-
merciale si osserva la tendenza, trasversale a più settori, a disegnare una professiona-
lità versatile, con conoscenze tecniche, e non solo tipiche del ramo commerciale, ma
anche con abilità e capacità creative, per contribuire allo sviluppo dei prodotti ed alla
loro promozione, anche sui mercati esteri.
Sono figure strategiche che innescano i meccanismi di trasformazione e diventa-
no essenziali nelle relazioni fra mercato, innovazioni di prodotto e innovazione
di processo (in termini sia di stimolazione, promozione, vendita sia di ascolto e
marketing). Tali figure devono possedere, oltre alla capacità fondamentale di ti-
po associativo, comunicativo e relazionale, anche competenze tecniche sul pro-
dotto e organizzative sui processi aziendali. Nell’area della Produzione le azien-
de interessate ad assumere progettisti e designer, segnalano l’importanza per
queste figure di possedere sia le competenze tecniche specifiche del ruolo, sia
quelle legate alla conoscenza dei processi commerciali, organizzativi aziendali e
dei servizi di qualità ai clienti.
Nell’area del management e delle risorse umane, il peso delle competenze rela-
zionali e comunicative assume un rilievo particolare, come anche la conoscenza
154
delle lingue straniere, necessarie ad alcune figure specialistiche destinate a pro-
muovere in imprese medio-grandi l’inserimento di lavoratori stranieri.
L’evoluzione del sistema produttivo locale, soprattutto dopo un periodo di forte
crisi dei mercati internazionali, con la conseguente necessità di avviare innova-
zioni di prodotto, di possedere determinate capacità commerciali, di avere più at-
tenzione al cliente, di accorciare i tempi di consegna delle merci e ridurre i costi
a monte e a valle della produzione (catena del valore), razionalizzando la gestio-
ne del magazzino e dei trasporti, richiede nuove competenze tecniche anche per
l’area della logistica.
In definitiva, la richiesta di professionalità che proviene dal territorio, ai fini di
uno sviluppo socio-economico, indica come prioritarie figure di livello medio-
alto, con competenze tecnologiche e strumentali, competenze organizzative e ge-
stionali, conoscenze di settore specifiche, competenze relazionali e di coordina-
mento: di fatto una “polivalenza” capace però di interagire con tutto il sistema
organizzativo aziendale. I settori del manifatturiero che richiedono una specializza-
zione maggiore, in termini di competenze delle figure professionali da acquisire, so-
no i seguenti: metalmeccanica, arredamento (legno-mobili), alimentari, tessile; in
parte anche il settore delle costruzioni.
155
Nel terziario risultano indicazioni importanti che provengono dalle aziende che for-
niscono servizi ad alto valore aggiunto alle imprese nell’ambito del settore ambien-
tale (rifiuti, energia), delle nuove tecnologie informatiche e del marketing ambienta-
le. Anche il settore del turismo, in previsione di concentrare la propria offerta in otti-
ca di sviluppo, individua nuove competenze tecniche e manageriali nella promozio-
ne, organizzazione e accoglienza. Il quadro complessivo è composito, riflette una re-
altà produttiva in forte trasformazione, con fabbisogni specialistici ad elevato conte-
nuto di abilità e capacità; nello stesso tempo emergono fabbisogni “nuovi” in settori
come la domotica (esperto in domotica), l’energia, il turismo (animatore turistico), la
comunicazione d'impresa (account executive), il commerciale (accounter).
Tabella – La distribuzione percentuale media delle tre macro aree di competenze secondo le di-verse funzioni aziendali
COMPETENZE (%)
AREA AZIENDALE Tecniche Trasversali Di base
Management, Organizzazione e Risorse Umane 45,8% 39,6% 14,6%
Amministrazione, finanza e controllo di gestione 34,4% 35,9% 29,7%
Commerciale, marketing, internazionalizzazione 39,5% 36,5% 24,0%
Produzione 54,4% 25,5% 20,0%
Logistica 58,7% 32,6% 8,7%
Qualità, ambiente, sicurezza 43,6% 36,2% 20,1%
Informatica 45,8% 30,2% 24,0%
Tabella – La distribuzione percentuale media delle tre macro aree di competenze secondo i 5 Macro Settori di attività economica rappresentativi del territorio pesarese
COMPETENZE (%)
MACRO SETTORI Tecniche Trasversali Di base
Metalmeccanica 49,7% 30,5% 19,8%
Arredamento e Legno 46,1% 29,6% 24,3%
Turismo 48,5% 32,2% 19,3%
Servizi 43,5% 35,3% 21,2%
Commercio 36,4% 40,2% 23,4%
156
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nell’area aziendale: Management, Organizzazione e Risorse Umane
AREE COMPETENZE SPECIFICHE
Contenuti relativi alla mansione Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali Conoscenze aziendali relative alla gestione del perso-nale e delle risorse umane Cinese Russo Inglese Spagnolo Tedesco
Conoscenze specialistiche di lingue straniere
Francese Senso critico Capacità di analisi Essere in grado di valutare e prendere decisioni Saper monitorare processi
Capacità attinenti al ruolo professionale (skills)
Saper parlare e scrivere in modo efficace Francese Inglese Spagnolo
Lingue straniere di base
Tedesco
Mondo del lavoro Diritti e doveri dei lavoratori Comunicazione Lavorare in gruppo Motivazione Avere capacità di ascolto Avere capacità di comprensione degli altri
Competenze relazionali
Negoziazione Coaching Competenze di direzione Gestione del conflitto Come affrontare il cambiamento Gestione del tempo (time management) Saper risolvere problemi complessi Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Saper risolvere problemi e prendere decisioni
157
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nell’area aziendale: Ammini-strazione, finanza e controllo di gestione
AREE COMPETENZE SPECIFICHE
Contabilità Contenuti relativi alla mansione Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative alla gestione del per-sonale e delle risorse umane
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio Conoscenze aziendali
Conoscenze aziendali relative al processo commer-ciale aziendale
Informatica avanzata Software specifici
Conoscenze specialistiche di lingue straniere
Inglese
Senso critico Capacità di analisi Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper effettuare controlli per la qualità Saper gestire le risorse umane Saper gestire le risorse finanziarie
Capacità attinenti al ruolo profes-sionale (skills)
Saper parlare e scrivere in modo efficace Excel Internet e posta elettronica Windows
Informatica di base
Word Francese Inglese Spagnolo
Lingue straniere di base
Tedesco Diritti e doveri dei lavoratori Privacy Mondo del lavoro Sicurezza e antinfortunistica Comunicazione Lavorare in gruppo Avere capacità di ascolto Avere capacità di comprensione degli altri Motivazione Negoziazione
Competenze relazionali
Team managing, Come affrontare il cambiamento Gestione del tempo (time management) Lavorare per progetti Problem solving e decision making Saper risolvere problemi complessi
Competenze organizzative
Saper risolvere problemi imprevisti
158
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nell’area aziendale: Commer-ciale, marketing, internazionalizzazione
AREE COMPETENZE SPECIFICHE Contabilità Meccanica Marketing Legislazione-processi produttivi Elettronica Conoscenze del settore di riferimento
Contenuti relativi alla mansione
Esperienza Conoscenze aziendali relative alla gestione del perso-nale e delle risorse umane Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale Conoscenze aziendali relative alla produzione Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecni-ca
Conoscenze aziendali
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per progettare Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per produrre Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per prototipare
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per vendita e-commerce Cad 3d Cad/cam Grafica Linguaggio di programmazione C++ Office automation Reti Web application
Informatica avanzata
Web design Russo Inglese Spagnolo Tedesco
Conoscenze specialistiche di lingue straniere
Francese Capacità di analisi Senso critico Essere in grado di valutare e prendere decisioni Saper installare attrezzature e macchine Saper manutenere macchine, strumenti Saper riparare macchine, strumenti Saper effettuare controlli per la qualità Saper gestire le risorse umane Saper gestire macchinari Saper gestire risorse finanziarie Saper monitorare processi Saper parlare e scrivere in modo efficace Saper selezionare strumenti Organizzare programmi di geomarketing
Capacità attinenti al ruolo profes-sionale (skills)
Lettura e comprensione disegno tecnico e meccanico
159
Excel Internet e posta elettronica Windows
Informatica di base
Word Francese Inglese Lingua italiana per stranieri Spagnolo
Lingue straniere di base
Tedesco Diritti e doveri dei lavoratori Privacy Mondo del lavoro Sicurezza e antinfortunistica Assertività Comunicazione Avere capacità di ascolto Avere capacità di comprensione degli altri Lavorare in gruppo Motivazione Negoziazione Team building
Competenze relazionali
Team managing Coaching Delega Gestione del conflitto
Competenze di direzione
Leadership Come affrontare il cambiamento Gestione del tempo (time management) Lavorare per processi Lavorare per progetti Essere dotato di autonoma capacità organizzativa Saper risolvere problemi complessi Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Problem solving e decision making
160
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nell’area aziendale: Produzione
AREE COMPETENZE SPECIFICHE Meccanica Utilizzo presse e stampaggio Meccanica cad Elettronica-elettrotecnica Tecnologia della saldatura Conoscenze del settore di riferimento
Contenuti relativi alla mansio-ne
Esperienza nel settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative alla gestione del personale e delle risorse umane Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze aziendali
Conoscenze aziendali relative a campionamenti in cantie-ri esterni Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per produrre
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per progettare
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per prototipare
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici per analisi di laboratorio
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o com-puter
Diagnostica Cad 3d Cad/cam Grafica Linguaggio di programmazione C++ Office automation Reti Programmi informatici turistici Office access Programmi di strumentazione Software specifici
Informatica avanzata
Catia us-ibm Russo Inglese Spagnolo
Conoscenze specialistiche di lingue straniere
Tedesco
161
Capacità di analisi Senso critico Saper controllare le attrezzature Essere in grado di valutare e prendere decisioni Saper installare attrezzature e macchine Saper manutenere macchine, strumenti Saper riparare macchine, strumenti
Saper effettuare controlli per la qualità Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali Saper gestire le risorse umane Saper gestire macchinari Saper monitorare processi Saper selezionare strumenti Saper sorvegliare macchine
Lettura e comprensione disegno tecnico e meccanico
Capacità attinenti al ruolo pro-fessionale (skills)
Saper parlare e scrivere in modo efficace Excel Internet e posta elettronica Windows
Informatica di base
Word Inglese Ling italiana per stranieri Spagnolo
Lingue straniere di base
Tedesco Diritti e doveri dei lavoratori Privacy Mondo del lavoro Sicurezza e antinfortunistica Assertività Comunicazione Lavorare in gruppo Avere capacità di ascolto Avere capacità di comprensione degli altri Motivazione Negoziazione
Competenze relazionali
Team managing, Gestione del conflitto Competenze di direzione Leadership Come affrontare il cambiamento Gestione del tempo (time management) Lavorare per processi Lavorare per progetti Saper risolvere problemi complessi Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Problem solving e decision making
162
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nell’area aziendale: Logistica AREE COMPETENZE SPECIFICHE
Contabilità Logistica Contenuti relativi alla mansio-
ne Commerciale Conoscenze aziendali relative alla gestione del personale e delle risorse umane
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio Conoscenze aziendali relative al processo commerciale a-ziendale Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze aziendali
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o com-puter
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per produrre
Grafica Supply chain Informatica avanzata Office access Capacità di analisi Senso critico Essere in grado di valutare e prendere decisioni Saper manutenere macchine, strumenti Saper riparare macchine, strumenti Saper effettuare controlli per la qualità Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali Saper gestire le risorse umane Saper gestire macchinari Saper parlare e scrivere in modo efficace
Capacità attinenti al ruolo pro-fessionale (skills)
Saper verificare e misurare stati di avanzamento dei lavori Windows
Informatica di base Word
Lingue straniere di base Inglese
Mondo del lavoro Sicurezza e antinfortunistica
Comunicazione Lavorare in gruppo Motivazione Negoziazione
Competenze relazionali
Team managing, Gestione del conflitto
Competenze di direzione Leadership Gestione del tempo (time management) Lavorare per processi Lavorare per progetti Saper risolvere problemi complessi Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Problem solving e decision making
163
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nell’area aziendale: Qualità, ambiente, sicurezza
AREE COMPETENZE SPECIFICHE Meccanica Legislazione-processi produttivi Legislazione-processi innovativi
Contenuti relativi alla mansione
Conoscenze del settore di riferimento Conoscenze aziendali relative alla gestione del personale e delle risorse umane
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze aziendali
Conoscenze aziendali relative a campionamenti in cantieri esterni
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per produrre Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per progettare
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici per analisi di laboratorio
Conoscenze relative all'uso di mac-chinari specifici e/o computer
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per vendita e-commerce
Cad/cam Grafica Reti Office access
Informatica avanzata
Programmi di strumentazione
Conoscenze specialistiche di lingue straniere
Inglese
Capacità di analisi Senso critico
Saper controllare le attrezzature Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper installare attrezzature e macchine Saper manutenere macchine, strumenti Saper effettuare controlli per la qualità Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali Saper gestire macchinari Saper gestire risorse finanziarie Saper monitorare processi
Capacità attinenti al ruolo professio-nale (skills)
Saper parlare e scrivere in modo efficace Excel Internet e posta elettronica Windows
Informatica di base
Word
Lingue straniere di base Inglese
164
Privacy Mondo del lavoro Sicurezza e antinfortunistica
Assertività Comunicazione Avere capacità di ascolto Avere capacità di comprensione degli altri Lavorare in gruppo Motivazione Negoziazione
Competenze relazionali
Team managing, Coaching Delega Gestione del conflitto
Competenze di direzione
Leadership Come affrontare il cambiamento Gestione del tempo (time management) Lavorare per processi Lavorare per progetti Saper risolvere problemi complessi Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Problem solving e decision making
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nell’area aziendale: Informatica
AREE COMPETENZE SPECIFICHE Conoscenze aziendali relative alla produzione CED Elettronica-elettrotecnica
Contenuti relativi alla mansio-ne
Conoscenze del settore di riferimento Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio Conoscenze aziendali relative alla produzione Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica Conoscenze aziendali Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle per-sone Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o com-puter per produrre Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o compu-ter
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o com-puter per progettare
Cad/cam Grafica Linguaggio di programmazione C++ Reti Web application
Informatica avanzata
Web design Inglese Spagnolo Conoscenze specialistiche di
lingue straniere Tedesco
165
Capacità di analisi Senso critico Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper installare attrezzature e macchine Saper effettuare controlli per la qualità Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali Saper gestire le risorse umane Saper gestire macchinari Saper gestire risorse finanziarie
Capacità attinenti al ruolo pro-fessionale (skills)
Saper monitorare processi Excel Internet e posta elettronica Windows
Informatica di base
Word Inglese
Lingue straniere di base Tedesco Diritti e doveri dei lavoratori Privacy Mondo del lavoro Sicurezza e antinfortunistica Assertività Comunicazione Avere capacità di ascolto Avere capacità di comprensione degli altri Lavorare in gruppo
Competenze relazionali
Motivazione
Competenze di direzione Leadership
Come affrontare il cambiamento Gestione del tempo (time management) Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Lavorare per processi e per progetti
166
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nel settore metalmeccanica AREE COMPETENZE SPECIFICHE
Contabilità Meccanica Utilizzo presse e stampaggio CED Meccanica cad Elettronica Tecnologia della saldatura Conoscenze del settore di riferimento
Contenuti relativi alla mansione
Esperienza nel settore di riferimento Conoscenze aziendali relative alla gestione del personale e delle risorse umane Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale Conoscenze aziendali relative alla produzione Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze aziendali
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per produrre Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per progettare Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per prototipare Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per vendita e-commerce
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o compu-ter
Diagnostica Cad 3d Cad/cam Grafica Linguaggio di programmazione C++ Office automation Reti Software specifici
Informatica avanzata
Catia us-ibm Russo Inglese Spagnolo Tedesco
Conoscenze specialistiche di lin-gue straniere
Francese
167
Capacità di analisi Senso critico Saper controllare le attrezzature Essere in grado di valutare e prendere decisioni Saper installare attrezzature e macchine Saper manutenere macchine, strumenti Saper riparare macchine, strumenti Saper effettuare controlli per la qualità Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali Saper gestire le risorse umane Saper gestire macchinari Saper gestire risorse finanziarie Saper monitorare processi Saper parlare e scrivere in modo efficace Saper selezionare strumenti Saper sorvegliare macchine
Capacità attinenti al ruolo pro-fessionale (skills)
Lettura e comprensione disegno tecnico e meccanico Excel Internet e posta elettronica Windows
Informatica di base
Word Francese Inglese Ling italiana per stranieri Spagnolo
Lingue straniere di base
Tedesco Diritti e doveri dei lavoratori Privacy Mondo del lavoro Sicurezza e antinfortunistica Comunicazione Lavorare in gruppo Avere capacità di ascolto Avere capacità di comprensione degli altri Motivazione Negoziazione
Competenze relazionali
Team managing, Delega Gestione del conflitto Competenze di direzione Leadership Gestione del tempo (time management) Lavorare per processi Lavorare per progetti Saper risolvere problemi complessi Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Problem solving e decision making
168
Tabella – Le principali competenze segnalate dalle imprese locali, nel settore Arredamento e Legno
AREE COMPETENZE SPECIFICHE Marketing Contenuti relativi alla man-
sione Conoscenze del settore di riferimento Conoscenze aziendali relative alla gestione del personale e delle risorse umane Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio Conoscenze aziendali relative al processo commerciale a-ziendale Conoscenze aziendali relative alla produzione Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze aziendali
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle per-sone Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o com-puter per produrre Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o com-puter per progettare Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o com-puter per prototipare
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o com-puter per vendita e-commerce Cad 3d Cad/cam Grafica
Informatica avanzata
Linguaggio di programmazione C++ Inglese Spagnolo Tedesco
Conoscenze specialistiche di lingue straniere
Francese Capacità di analisi Senso critico Essere in grado di valutare e prendere decisioni Saper controllare le attrezzature Saper selezionare strumenti Saper manutenere macchine, strumenti Saper riparare macchine, strumenti Saper effettuare controlli per la qualità Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali Saper gestire le risorse umane Saper gestire macchinari Saper gestire risorse finanziarie Saper monitorare processi
Capacità attinenti al ruolo professionale (skills)
Saper parlare e scrivere in modo efficace Excel Internet e posta elettronica Windows
Informatica di base
Word Francese Inglese Spagnolo
Lingue straniere di base
Tedesco Diritti e doveri dei lavoratori Mondo del lavoro Sicurezza e antinfortunistica
169
Assertività Comunicazione Lavorare in gruppo Avere capacità di ascolto Avere capacità di comprensione degli altri Motivazione Negoziazione Team building
Competenze relazionali
Team managing, Coaching Delega Gestione del conflitto
Competenze di direzione
Leadership Come affrontare il cambiamento Gestione del tempo (time management) Lavorare per processi Lavorare per progetti Saper risolvere problemi complessi Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Problem solving e decision making
170
Strumenti per competere
Le figure professionali necessarie per i piani di
sviluppo aziendale
Focalizzando l’attenzione sui programmi di sviluppo delle imprese, nel medio
termine, è stata posta la seguente domanda: “Se Avete in programma significative
innovazioni e/o modifiche nella gamma dei servizi/prodotti offerti dalla vostra impresa
nei prossimi 12-24 mesi, di quali figure professionali specialistiche (NUOVE) avreste
bisogno per sostenere questi sviluppi?”. I l 21,3% del campione dichiara di avere in
programma significative innovazioni e/o modifiche nella gamma dei prodot-
ti/servizi offerti. Questo gruppo di aziende opera prevalentemente nell’industria
(48%) e nei servizi alle imprese (46%); il rimanente 6% rappresenta il Commer-
cio. Considerando le dimensioni aziendali di questo sub campione risulta che il
46% circa sono microimprese e quasi l’80% ha un numero di addetti inferiore a
50 unità. Questo risultato indica da una parte l’importanza strategica che le im-
prese più piccole del territorio, prevalentemente terzisti, attribuiscono al rinno-
vamento; dall’altra la necessità per le imprese del terziario avanzato, che forni-
scono servizi ad alto valore aggiunto alle aziende del territorio, di dotarsi delle
professionalità necessarie per rispondere alle esigenze di innovazione richieste.
Le imprese prevedono di acquisire figure professionali specialistiche da colloca-
re prevalentemente nell’area Commerciale (29%), nella Produzione (27%) e nel-
la Qualità – Ambiente –Sicurezza (20%).
Le figure professionali più richieste, che hanno carattere di trasversalità, risulta-
no le seguenti:
� tecnici commerciali e/o di marketing
� esperti e tecnici ambientali e in nuove fonti energetiche
� progettisti
� tecnici informatici
Si tratta di figure critiche (40%) o emergenti (60%) per il sistema perché difficili
da reperire sul mercato del lavoro locale ed il loro andamento, legato al ciclo
produttivo.
171
Di seguito forniamo i risultati del monitoraggio nelle due tabelle che riportano la
distribuzione delle figure professionali per lo sviluppo, rispetto alle aree azienda-
li di inserimento e ai settori produttivi e il quadro sintetico riassuntivo, sotto il
profilo della distribuzione per micro-settori e per criticità delle professionalità ri-
chieste essenzialmente per lo sviluppo.
172
Tabella – Distribuzione delle figure professionali necessarie per lo sviluppo
Settore di attività
Area aziendale Figure professionali da acquisire o
sostituire per i piani di sviluppo
Esperto in coaching Management, Organizza-zione e Risorse umane Mediatore culturale
Amministrazione, finanza e controllo di gestione
Controller
Esperto in marketing e comunicazione d'impresa Tecnico commerciale
Commerciale
Specialista in commercio estero
Analista di processi e cicli di produzione
Disegnatore
Tecnico impianti elettromeccanici
Produzione e Logistica
Progettista disegnatore meccanico
Esperto in bioedilizia
Esperto in nuove fonti energetiche
Manifatturiero
Qualità, ambiente, sicurezza
Tecnico di sistemi di programmazione
Addetto alla contabilità generale
Specialista in commercio estero
Amministrazione, finanza e controllo di gestione
Tecnico commerciale
Disegnatore (architetto)
Esperto nelle preparazioni alimentari
Produzione e Logistica
Tecnico di cantiere
Esperto in bioedilizia
Esperto in domotica
Esperto in nuove fonti energetiche
Qualità, ambiente, sicurezza
Tecnico trattamento rifiuti industriali
Programmatore (web)
Esperto in e-commerce
Servizi
Informatica
Tecnico analista informatico
Commerciale, marketing, internazionalizzazione
Esperto in marketing e comunicazione d'impresa
Esperto di siti web Commercio
Informatica
Esperto in e-commerce
173
Grafico – Distribuzione delle figure professionali necessarie per lo sviluppo all’interno dei prin-
cipali sub settori industria, commercio e servizi.
Costruzioni
2,2%
Metallurgia,
meccanica
13,3%
Legno e Mobili
11,1%
Tessile e
abbigliamento
4,4%
Alimentari e
bevande
6,7%Elettrica-
elettronica
8,9%
Attività e servizi
alle imprese
17,8%
Informatica ed
attività connesse
6,7%
Commercio
all'ingrosso ed al
dettaglio
6,7%
Alberghi e
ristoranti
11,1%
Trasporti,
magazzinaggio,
comunicazioni
4,4%
Agenzie
turistiche
4,4%
Installazione
impianti
termoidraulici
2,2%
174
Tabella – Posizionamento delle figure professionali per lo sviluppo del territorio (confronto con la matrice che ne individua le criticità)
Figure professionali da acquisire e/o sostituire per i nuovi piani di sviluppo
Posizionamento rispetto alla: - presenza - reperibilità - andamento sul territorio
Tecnico commerciale Critiche di livello 1
Tecnico analista informatico Critiche di livello 2
Animatore turistico Critiche di livello 3
Tecnico di cantiere Critiche di livello 3
Tecnico impianti elettromeccanici Critiche di livello 3
Addetto alla contabilità generale Critiche di livello 3
Analista di processi e cicli di produzione Critiche di livello 4
Esperto di siti web Critiche di livello 4
Progettista disegnatore meccanico Critiche di livello 4
Tecnico specialista di applicazioni informatiche Critiche di livello 4
Esperto di promozione turistica Emergenti di livello 1
Esperto in bioedilizia Emergenti di livello 1
Esperto in coaching Emergenti di livello 1
Esperto in domotica Emergenti di livello 1
Esperto in e-commerce Emergenti di livello 1
Esperto in marketing e comunicazione d'impresa Emergenti di livello 1
Esperto in nuove fonti energetiche Emergenti di livello 1
Mediatore culturale Emergenti di livello 1
Progettista di qualità Emergenti di livello 1
Ricercatore di mercato (accounter) Emergenti di livello 1
Tecnico trattamento rifiuti industriali Emergenti di livello 1
Disegnatore Emergenti di livello 2
Progettista tecnologie non inquinanti per impianti in-
dustriali Emergenti di livello 2
Specialista in commercio estero Emergenti di livello 2
Graphic designer Emergenti di livello 2
Tecnico di sistemi di programmazione Emergenti di livello 2
175
Le risultanze:
l’aggiornamento professionale e la formazione continua
Le imprese che segnalano esigenze di riqualificazione professio-
nale per i propri dipendenti
La natura diffusa, pervasiva, della domanda di conoscenza costituisce un feno-
meno nuovo, importante, che distingue la nostra epoca da quella che abbiamo al-
le spalle. Si diffonde la consapevolezza che le conoscenze legate al mestiere arti-
giano o all’imprenditorialità, pur possedendo caratteristiche di sperimentazione e
flessibilità, da sole non sono più garanzia di sviluppo. Il sapere produttivo diven-
ta relazionale, richiedendo capacità e abilità di adattamento a contesti differen-
ziati di azione, a tecnologie e tecniche di comunicazione e cooperazione;
l’investimento nella propria professionalità diviene sempre più una scelta com-
piuta dalle singole persone, con un margine di rischio maggiore rispetto a una si-
tuazione dove era possibile delegare completamente le scelte alle tecnostrutture
delle imprese o delle istituzioni. Le imprese avvertono un bisogno di conoscenza
che richiede, da parte loro, un investimento in formazione. Ma anche i singoli la-
voratori, occupati o non, sentono il bisogno di imparare, per rinnovare la profes-
sionalità di cui dispongono, o per aderire al profilo sempre più complesso delle
professionalità emergenti.
Il cambiamento, iniziato ormai da alcuni anni, interessa sia le grandi, che le pic-
cole imprese. Le prime hanno bisogno di praticare un decentramento
dell’intelligenza (know-how) e del “potere”: processi in fase di avvio in alcuni
contesti ma ancora in fase di sperimentazione, ad oggi. Le piccole imprese han-
no, invece, la necessità di investire in un sistema relazionale meno informale e
del tipo “fai da te”, come è avvenuto in passato: devono, infatti, imparare a rela-
zionarsi col sapere codificato e con interlocutori distanti, non preventivamente
conosciuti. La transizione riguarda, dunque, grandi e piccole imprese, che vanno
verso un modello di management e di imprenditorialità convergente; pur avendo
problemi diversi, che vanno riconosciuti e affrontati come tali. La natura del sa-
176
pere cambia: la competenza che serve non è più quella che prescrive a priori cosa
fare nelle varie circostanze, ma quella che sa analizzare il problema e, se non ci
sono soluzioni convincenti a portata di mano, è in grado di ricorrere a conoscen-
ze e saperi interni (esperienza strutturata) o esterni (reti), oppure alla sperimenta-
zione. Non si devono più apprendere, o non solamente, procedure formali prede-
finite, ma, al loro posto metodologie di innovazione e sperimentazione, di comu-
nicazione, di apprendimento, in azione attraverso processi tipici del metodo della
ricerca scientifica. In questo scenario evolutivo la formazione continua ha il
compito di creare un legame ricorrente tra formazione e lavoro delle persone e
delle imprese e costituisce ormai il baricentro attorno a cui ruotano le problema-
tiche formative di tutti i sistemi industriali avanzati. Per "attività di formazione
professionale continua" si intendono quelle attività formative rivolte ai soggetti
adulti occupati, che possono parteciparvi anche per scelta autonoma, e quelle
predisposte dalle aziende, al fine di adeguare o di elevare le professionalità e
competenze in stretta connessione con l'innovazione tecnologica e organizzativa
del processo produttivo. La formazione continua deve essere vista come una me-
todologia di gestione dell'innovazione che, giorno per giorno, mira ad accrescere
e organizzare il patrimonio di conoscenze e competenze generato dall'esperienza.
Organizzare un circuito di formazione continua non significa, dunque, limitarsi a
"offrire" dall'esterno corsi o opportunità di apprendimento ai lavoratori o alle
imprese, ma trasformare dall'interno i loro processi di apprendimento e innova-
zione, in modo da dare organizzazione alla domanda di conoscenze e competen-
ze che matura nel corso dell'esperienza diretta. Un programma di formazione
continua comincia infatti dal luogo di lavoro e dall'interno delle imprese, e si ri-
volge all'esterno, ai formatori specializzati, per completare e integrare i bisogni
cognitivi maturati all'interno. La formazione continua acquista un ruolo determi-
nante in un sistema produttivo come quello marchigiano ed in particolare quello
pesarese, composto per la maggior parte da piccole e medie imprese, per le se-
guenti ragioni:
– le PMI hanno il loro punto di forza nella capacità di fornire in tempi brevi ri-
sposte flessibili rispetto alle esigenze dei clienti, che non possono essere pre-
determinate con largo anticipo e che propongono esigenze differenziate. Per
questo, le PMI hanno bisogno di competenze e abilità che cambiano rapida-
177
mente nel tempo. Le capacità possedute inizialmente dall'imprenditore, dai
manager e dai lavoratori possono divenire rapidamente obsolete e avere biso-
gno di aggiornamenti rapidi e finalizzati;
– le micro e le piccole imprese, soprattutto, non sono in grado di generare al
proprio interno percorsi formativi complessi che richiederebbero di pro-
grammare con largo anticipo il fabbisogno di risorse umane e investimenti
immobilizzati incompatibili con la loro competitività. Il continuo rinnovo
delle competenze delle risorse umane dipende dunque o dall'apprendimento
“spontaneo realizzato sul lavoro", o da occasioni di apprendimento create da
iniziative esterne (associazioni sindacali, imprenditoriali o professionali, spe-
cialisti della formazione) che riescano a entrare proficuamente in contatto con
le sue particolari esigenze;
– nelle imprese di minori dimensioni e meno strutturate rimane latente un fab-
bisogno che non trova modo di esprimersi come domanda esplicita di forma-
zione, anche a causa delle modalità (tempi, luoghi, contenuti, metodologie)
con cui si manifesta un'offerta di formazione ancora distante dalle esigenze
specifiche delle PMI;
– lo sviluppo di reti globali che ricorrono in modo sempre più sistematico al-
l'outsourcing di competenze e lavorazioni specializzate, spesso affidate a pic-
cole o medie imprese, implica un aumento del livello di competenza e di affi-
dabilità, richiesta dai suoi clienti. Il possesso e l'aggiornamento di competen-
ze distintive diventa il vantaggio competitivo decisivo nelle nuove regole di
concorrenza. La piccola o media impresa, in questo senso, ha bisogno della
formazione continua anche più della grande, ma non sempre è in grado di fa-
re emergere la domanda latente, specificandola per tempo e in forma appro-
priata. Piuttosto, riesce ad organizzare una offerta rispondente ai bisogni,
man mano che questi si formano.
Il campione aziendale da noi coinvolto nel monitoraggio dei fabbisogni formativi
evidenzia una domanda di riqualificazione, per le aree di intervento segnalate,
con livelli di priorità formativa mediamente elevati. L’86% degli interventi pre-
visti riguardano imprese con meno di 50 addetti; le aree di intervento maggior-
mente indicate sono nell’ordine:
178
Management/Organizzazione/Risorse Umane,
Commerciale/Marketing,
Amministrazione/Finanza/Controllo di gestione,
Qualità/sicurezza/ambiente.
Si tratta di imprese che rappresentano l’area più consapevole e “moderna” del si-
stema produttivo locale, disposte ad investire sulle risorse umane per migliorare
la competitività. Tra queste, le aziende maggiormente strutturate e di medio-
grandi dimensioni confermano la tendenza, che si riscontra anche a livello na-
zionale, di ricorrere alla formazione in modo consistente, sia per sostenere i pro-
cessi di innovazione, che per migliorare l’organizzazione e l’efficienza dei pro-
cessi produttivi. Anche le imprese di piccole e medie dimensioni, probabilmente
le più interessate dai processi di innovazione, sulla spinta della forte competitivi-
tà imposta dal mercato globale, risultano maggiormente sensibili al tema della
riqualificazione dei loro addetti. Lo confermano sia il grado di priorità attribuito
alla richiesta di attività formative per i propri dipendenti, sia le percentuali di-
chiarate di addetti da formare nel prossimo biennio formativo. L’analisi dei fab-
bisogni formativi dell’industria evidenzia un domanda di riqualificazione mag-
giore da parte di alcuni microsettori di punta del manifatturiero pesarese,
nell’ordine troviamo: metalmeccanica, arredamento, alimentari, edilizia. Nei ser-
vizi, risulta una domanda consistente di riqualificazione tecnico-specialistica e
trasversale da parte delle aziende che operano nel turismo, nei trasporti e nel ter-
ziario avanzato. Il commercio all’ingrosso e al dettaglio, esprime una domanda
di riqualificazione rilevante, collegata prevalentemente ad incrementare la com-
petitività potenziando le aree del marketing, della comunicazione e della qualità.
179
32,1%
43,8%
63,1%
1-9 addetti 10-49 addetti 50 addetti e oltre
Grafico – Percentuali di aziende che hanno manifestato l’esigenza di riqualificare i propri dipendenti, suddivise per dimensioni
52,2%
47,5%
62,9%
55,1%
Commercio Turismo Servizi Industria
Grafico – Percentuali di aziende dei Macro Settori che hanno manifestato l’esigenza di riqualificare i propri dipendenti
180
73,0%
52,0%
57,0%
43,0%
61,0%
51,0%
Metallurgia, Meccanica
Elettrica - Elettronica
Alimentari e bevande
Tessile e abbigliamento
Legno e Mobili
Costruzioni
Grafico – Percentuali di aziende dell’Industria che hanno manifestato l’esigenza di riqualificare i propri dipendenti, suddivise per microsettori
I fabbisogni formativi per le persone occupate
Per la rilevazione dei fabbisogni formativi espressi dalle imprese del territorio è
stato utilizzato un modello che prevede la rilevazione delle attività formative ne-
cessarie per qualificare e/o riqualificare gli addetti, suddividendole per aree di
intervento, alle quali corrispondono competenze da sviluppare di carattere tecni-
co/strumentale, di base e trasversali. In particolare:
1. Le competenze tecnico/strumentali: specifiche del settore/area di lavoro, teo-
riche e tecnico-pratiche, ritenute indispensabili per svolgere il proprio ruolo.
In alcuni casi si tratta di aggiornamento (adeguamenti normativi, introduzio-
ne di nuovi strumenti), in altri di vera e propria qualificazio-
ne/riqualificazione dovuta a processi di innovazione (processo/prodotto);
2. Le competenze di base: nella nostra indagine riguardano le conoscenze in-
formatiche, linguistiche e relative al mondo del lavoro, necessarie ai lavora-
tori delle imprese sia per gestire i sistemi informativi che i rapporti commer-
ciali;
3. Le competenze trasversali: riguardano le conoscenze/abilità/risorse personali
che permettono ai singoli lavoratori/lavoratrici di migliorare le capacità di re-
lazionarsi ed affrontare problemi aumentando l’efficienza
dell’organizzazione aziendale. Sono raggruppate nell’area di intervento de-
nominata “Risorse Umane”.
181
I risultati della rilevazione dei fabbisogni formativi presso le aziende del territo-
rio per la riqualificazione e/o aggiornamento dei propri dipendenti, articolata per
aree di intervento e le relative attività formative, sono correlati a quanto riscon-
trato nell’analisi dei fabbisogni per le persone da assumere. Le aree di intervento
prevalenti risultano essere quelle delle abilità di base e trasversali, mentre quelle
a più alta priorità formativa riguardano le competenze specifiche del ruolo, in
particolare le aree come il Commerciale, l’Amministrazione e la Produzione. Si
può ipotizzare ragionevolmente una formazione di base, più generale, rivolta a
impiegati e operai qualificati su temi quali: l’informatica; la lingua inglese; la si-
curezza. Mentre per i tecnici la richiesta si indirizza verso competenze tecni-
co/strumentali e relazionali avanzate, ritenute indispensabili per svolgere le man-
sioni richieste alla luce dei nuovi profili professionali disegnati dalle innovazioni
introdotte in azienda.
Considerando le aree aziendali per le quali risulta una maggiore criticità in ter-
mini di domanda di sviluppo delle competenze, troviamo nell’ordine:
1. Produzione (e logistica)
2. Amministrazione, finanza e controllo di gestione
3. Qualità, ambiente e sicurezza
Le aree di intervento dove è più alta la domanda di formazione, in ordine al nu-
mero di addetti che le aziende prevedono di riqualificare, sono le seguenti:
1. Qualità, ambiente, sicurezza
2. Management, gestione risorse umane
3. Commerciale, Marketing
Nell’ambito delle competenze trasversali la domanda raggiunge un picco per
corsi che sviluppino la capacità di comunicazione, la capacità di risolvere pro-
blemi e il team working, confermando quanto risulta dalla analisi dei fabbisogni
formativi per le persone in cerca di lavoro. Segno che si attribuisce grande im-
portanza, alle abilità relazionali e organizzative, che restano sempre e comunque
competenze da presidiare per i lavoratori anche ad inserimento avvenuto. Consi-
derando, invece, l’area di intervento relativa all’informatica, la domanda più
consistente riguarda le competenze necessarie per l’automazione d’ufficio avan-
182
zata, quali internet-posta elettronica, word, excel, access: il 68% delle richieste
sono indirizzate a questa area di intervento.
Ricercando le preferenze espresse dalle aziende in merito alle competenze lin-
guistiche, è confermata la priorità della conoscenza della lingua inglese commer-
ciale e tecnica per il livello di conoscenza basilare, con il 66% di indicazioni in
questo settore di riqualificazione.
Di seguito riassumiamo per ogni area di intervento la tipologia dei corsi di quali-
ficazione/riqualificazione che risultano critici per i fabbisogni formativi dei lavo-
ratori delle aziende monitorate, per il biennio 2010-2011, considerando sia la
grandezza della domanda, che il livello di priorità formativa:
1. Amministrazione: “Analisi di Bilancio”
2. Commerciale: “Tecniche di vendita e di attenzione al cliente”; “Marke-
ting e tecniche di negoziazione e di vendita”
3. Contabilità : “Il calcolo dei costi per una corretta formulazione dei prez-
zi”; “Lettura del bilancio per gli imprenditori delle PMI”
4. Controllo di gestione: “Controllo di gestione e contabilità aziendale”
5. Lingue straniere: “Corso di lingua inglese commerciale e tecnico (ba-
se)”
6. Management, gestione risorse umane: “Problem solving e decision ma-
king”; “Comunicazione e leadership”; “Team working”
7. Organizzazione aziendale: “Organizzazione della produzione: tempi e
metodi”
8. Produzione e Logistica: “Gestione del magazzino e delle scorte”
9. Informatica : “Automazione d’ufficio avanzata: Internet e posta elettro-
nica, word, excel, access”;
10. Qualità, ambiente, sicurezza: “Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro”.
183
Tabella – Distribuzione percentuale degli addetti da qualificare/riqualificare professionalmente, risultante dalle previsioni delle aziende che le hanno formulate. La suddivisione è organizzata per aree di intervento e per settori di attività.
Distribuzione percentuale per aree e settori delle persone da formare nel biennio formativo 2010/2011 Aree di intervento
Industria Artigianato Commercio Servizi Totale Amministrazione/finanza 1,7% 4,1% 1,1% 5,5% 2,1% Commerciale/marketing/Internazionalizzazione 12,0% 29,8% 29,4% 30,0% 18,5% Contabilità generale/industriale 2,0% 6,6% 2,1% 1,6% 2,4% Controllo di gestione 6,9% 11,6% 6,1% 10,0% 7,6% Informatica 10,8% 3,8% 10,0% 7,1% 9,1% Lingue straniere 8,9% 4,7% 5,0% 4,5% 7,4% Management/gestione risorse umane 15,7% 12,9% 20,3% 24,5% 16,5% Organizzazione aziendale/tecniche d'impresa 6,7% 8,2% 5,0% 3,6% 6,5% Qualità/Sicurezza/Ambiente 30,1% 17,6% 17,2% 16,4% 25,4% Produzione e Logistica 5,2% 0,9% 4,7% 5,5% 4,5% Amministrazione/finanza 1,7% 4,1% 1,1% 5,5% 2,1% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Tabella – Aree di intervento e livello di priorità formative
Livello di priorità formative Aree di intervento Basso Medio Alto
Management, Organizzazione e Risorse umane 14,4 50,5 35,1
Amministrazione, Finanza, Controllo di gestione 9,8 48,2 42,0
Commerciale, Marketing, Internazionalizzazione 20,8 48,5 30,7
Produzione 4,8 47,6 47,6
Logistica 44,4 55,6
Qualità, Ambiente, Sicurezza 16,0 38,3 45,7
Informatica 10,5 78,9 10,5
Lingue 16,7 63,9 19,4
Totale 14,3 49,4 36,3
184
Tabella – Dimensioni aziendali e livello di priorità formative
Livello di priorità formative Dimensioni Basso Medio Alto
1-9 addetti 20,8 42,8 36,4
10-49 addetti 10,4 47,2 42,4
50-249 addetti 14,3 61,4 24,3
oltre 250 addetti 100
Totale 14,3 49,4 36,3
Tabella – Settori di attività e livello di priorità formative
Livello di priorità formative Settori Micro Settori
Basso Medio Alto Metallurgia, meccanica 23,8% 38,7% 37,5%
Chimica, gomma, plastica 12,0% 48,0% 40,0%
Legno e Mobili 11,1% 63,5% 25,4%
Tessile e abbigliamento 89,5% 10,5%
Alimentari e bevande 100,0%
Elettrica-elettronica 32,1% 46,4% 21,4%
Industria
Costruzioni 12,0% 80,0% 8,0%
Commercio Commercio all’ingrosso ed al dettaglio 9,7% 3,2% 87,1%
Attività e servizi alle imprese 3,8% 54,7% 41,5%
Alberghi e ristoranti 36,4% 63,6% Trasporti, magazzinaggio, comunicazio-ni
10,2 89,8%
Agenzie turistiche 66,7% 33,3%
Autoriparazioni 12,0% 36,0% 52,0%
Servizi
Credito, assicurazioni, servizi finanziari 100,0%
185
Tabella – Peso percentuale delle attività formative, calcolato sulla base della previsione, dichiara-ta dalle imprese rispondenti, del numero di dipendenti da coinvolgere nel prossimo biennio in corsi di riqualificazione. La distribuzione è relativa ad ogni singola area di intervento.
Aree di intervento
Attività di formazione necessaria
Percentuali di persone da formare nel
biennio forma-tivo 2010/11
Analisi di Bilancio 52,2% Introduzione alla gestione finanziaria delle imprese 17,4%
La pianificazione finanziaria per la piccola impresa e il lavoro autonomo 10,9%
Amministrazione, finanza
Le analisi finanziarie per le decisioni aziendali 19,6%
Approccio ai mercati esteri 4,3%
Come analizzare il mercato in funzione delle pro-pria idea di business 3,0% Come pianificare una strategia commerciale 3,3% Commercio elettronico 3,8% Comunicazione orientata al cliente 10,8% Contrattualistica internazionale 6,5%
Finanziamenti alle imprese e forme di pagamento internazionale 1,0%
Gli operatori del trasporto internazionale – aspetti contrattuali e responsabilità 0,5% La gestione della rete vendita 2,5% Marketing e distribuzione commerciale 8,3% Marketing e tecniche di negoziazione e di vendita 6,0% Marketing operativo 4,0% Packaging 2,8% Strategia e pianificazione di marketing 12,1% Tecniche di gestione commerciale (benchmarking) 6,5%
Tecniche di marketing: comunicazione e interna-zionalizzazione 8,0%
Tecniche di vendita e di attenzione al mercato e al cliente 15,3%
Commerciale, marketing
Tecniche e psicologia di vendita per il personale del punto vendita 1,3% Fondamenti di contabilità generale ed avviamento alla parte amministrativa 9,6%
Il budget nella piccola e media impresa 25,0%
Il calcolo dei costi per una corretta formulazione dei prezzi 30,8%
La contabilità di magazzino e la valutazione delle rimanenze 19,2%
Contabilità gene-rale, industriale
Lettura del bilancio per gli imprenditori delle PMI 15,4%
186
Analisi dei costi aziendali e cost object 27,4% Caratteristiche e obiettivi della contabilità analitica 4,9% Controllo di gestione e contabilità aziendale - parte applicativa 45,1% Il Budget 5,5% Il reporting direzionale 3,7% L’utilizzo di sistemi gestionali per la pianificazione e il controllo 6,7%
Controllo di gestione
Principi di gestione economica e finanziaria dell’impresa 6,7% Corso di lingua francese (base) 1,9% Corso di lingua inglese commerciale e tecnico (a-vanzato) 23,1% Corso di lingua inglese commerciale e tecnico (base) 66,3% Corso di lingua spagnola (base) 5,6%
Lingue straniere
Corso di lingua tedesca (base) 3,1% Coaching 3,1% Comprensione e gestione dei conflitti 1,4%
Comunicazione e Leadership 16,3% Gestione del personale 5,9% La Comunicazione aziendale 5,1% La Comunicazione interpersonale 9,6% Lavorare per obiettivi 4,5% Management per l’integrazione culturale 1,1% Motivazione 1,1%
Problem solving e decison making 17,1% Ricambio Generazionale 1,7%
Team working 13,8% Tecniche di gestione del cambiamento 2,0% Tecniche di vendita: la gestione del cliente 7,3% Tecniche e stili di negoziazione 7,9%
Management, gestione delle risorse umane
Time management 2,2% Analisi d’impresa: la coerenza tra prodotto/servizio, mercato e struttura 0,7% Dalla business-idea al business plan 5,7% I finanziamenti per l’avvio e lo sviluppo d’impresa 1,4% Il ricambio generazionale 2,1% Imprenditoria per imprese artigiane 2,1% Imprenditoria per imprese di servizi 3,6% L’analisi critica dei processi organizzativi in azien-da 4,3% Miglioramento continuo e innovazione di processo 12,9% Organizzazione della Produzione e Tempi e me-todi 40,0% Organizzazione e sistemi informativi aziendali 4,3% Project management 7,9%
Riorganizzare l’azienda utilizzando gli strumenti informatico-gestionali 9,3%
Organizzazione aziendale, tecni-che d'impresa
Tecniche di organizzazione e gestione aziendale 5,7%
187
Capo reparto produzione 29,9% Cicli di lavoro 3,1%
Gestione del magazzino e delle scorte 47,4% Logistica distributiva 10,3% Logistica integrata 4,1%
Produzione e Logistica
Tecnico della logistica 5,2%
Automazione d’ufficio avanzata: Internet e po-sta elettronica, word – excel - access 67,9% Cad bidimensionale e tridimensionale 4,6% Internet e sicurezza 7,1% Microsoft Access 1,5% Microsoft Excel 1,5% Microsoft Powerpoint 0,5% Microsoft Project 1,0% Microsoft Word 0,5% Modellazione 3D e rendering 3,1% Progettazione tecnica con autocad/cad 2D 3,1% Progettazione tecnica con autocad/cad 3D 6,6% Reti 0,5%
Informatica
Web design 2,0% Addetti al pronto soccorso aziendale 4,6%
Applicazione di un sistema integrato di qualità, si-curezza e ambiente 12,4%
Certificazione della qualità energetico-ambientale nella Regione Marche 1,6% Certificazione energetica degli edifici 0,7% Corso per preposti sulla sicurezza 4,6% Gestione dei rifiuti industriali - Obblighi e adem-pimenti 5,5% Gestione integrata qualità, sicurezza e ambiente 3,1% HACCP (hazard analysis and critical control points) 1,1%
Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro 42,2%
Il nuovo decreto legislativo sulla sicurezza: D.LGS. 81/2008 3,8% La certificazione energetica degli edifici 0,4% La sicurezza nel settore agricolo 0,4% La sicurezza nel settore industria e artigianato 0,4% Prevenzione incendi 4,8% Privacy 10,2%
Sistema di gestione per la Qualità: il miglioramento continuo 2,0% Valutazione ambientale e difesa del suolo 1,3%
Qualità, Ambiente, Sicurezza
Vision 2000 0,9%
188
Tabella – Livello di priorità formativa per tipologia di attività corsuale, risultante dalle dichiara-zioni delle imprese.
Livello di priorità formativa
Area di intervento
Attività formativa
Basso Medio Alto Analisi di Bilancio 9,1 45,5 45,5 Introduzione alla gestione finanziaria delle imprese 50,4 49,6 La pianificazione finanziaria per la pic-cola impresa e il lavoro autonomo 100,0
Amministrazione, finanza
Le analisi finanziarie per le decisioni a-ziendali 16,7 50,0 33,3 Approccio ai mercati esteri 84,9 15,1 Come analizzare il mercato in funzione delle propria idea di business 40,0 60,0 Come pianificare una strategia commer-ciale 66,7 33,3 Commercio elettronico 66,7 33,3 Comunicazione orientata al cliente 18,8 37,5 43,8 Contrattualistica internazionale 50,0 16,7 33,3 Finanziamenti alle imprese e forme di pagamento internazionale 90,0 10,0 Gli operatori del trasporto internazionale – aspetti contrattuali e responsabilità 65,0 35,0 La gestione della rete vendita 8,9 71,0 20,1 Marketing e distribuzione commerciale 10,0 50,0 40,0 Marketing e tecniche di negoziazione e di vendita 33,3 66,7 Marketing operativo 75,0 25,0 Packaging 25,0 50,0 25,0 Strategia e pianificazione di marketing 7,1 71,4 21,4 Tecniche di gestione commerciale (ben-chmarking) 33,3 33,3 33,3 Tecniche di marketing: comunicazione e internazionalizzazione 22,2 55,6 22,2 Tecniche di vendita e di attenzione al mercato e al cliente 14,3 57,1 28,6
Commerciale, marketing
Tecniche e psicologia di vendita per il personale del punto vendita 10,3 89,7 Fondamenti di contabilità generale ed avviamento alla parte amministrativa 10,0 90,0 Il budget nella piccola e media impresa 62,5 37,5 Il calcolo dei costi per una corretta for-mulazione dei prezzi 42,9 57,1 La contabilità di magazzino e la valuta-zione delle rimanenze 75,0 25,0
Contabilità gene-rale, industriale
Lettura del bilancio per gli imprendi-tori delle PMI 33,1 66,9
189
Analisi dei costi aziendali e cost object 9,1 54,5 36,4 Caratteristiche e obiettivi della contabilità analitica 25,0 50,0 25,0 Controllo di gestione e contabilità azien-dale - parte applicativa 7,7 46,2 46,2 Il Budget 66,7 33,3 Il reporting direzionale 50,0 25,0 25,0 L’utilizzo di sistemi gestionali per la pia-nificazione e il controllo 40,0 40,0 20,0
Controllo di gestione
Principi di gestione economica e finan-ziaria dell’impresa 33,2 66,8 Corso di lingua francese (base) 90,0 10,0 Corso di lingua inglese commerciale e tecnico (avanzato) 25,0 32,5 42,5 Corso di lingua inglese commerciale e tecnico (base) 18,2 68,2 13,6 Corso di lingua spagnola (base) 66,7 33,3
Lingue straniere
Corso di lingua tedesca (base) 12,3 87,7 Coaching 66,1 33,9 Comprensione e gestione dei conflitti 51,4 48,6 Comunicazione e Leadership 14,3 28,6 57,1 Gestione del personale 42,9 57,1 La Comunicazione aziendale 16,7 66,7 16,7 La Comunicazione interpersonale 20,0 40,4 39,6 Lavorare per obiettivi 50,0 50,0 Management per l’integrazione culturale 83,0 22,0 5,0 Motivazione 33,1 36,6 30,3 Problem solving e decison making 87,5 12,5 Ricambio Generazionale 25,0 75,0 Team working 16,8 66,4 16,8 Tecniche di gestione del cambiamento 17,5 82,5 Tecniche di vendita: la gestione del clien-te 55,0 45,0 Tecniche e stili di negoziazione 25,1 50,5 24,4
Management, gestione risorse
umane
Time management 100,0
190
Analisi d’impresa: la coerenza tra prodot-to/servizio, mercato e struttura 35,0 75,0 Dalla business-idea al business plan 28,1 61,9 I finanziamenti per l’avvio e lo sviluppo d’impresa 85,0 15,0 Imprenditoria per imprese artigiane 33,3 66,7 Imprenditoria per imprese di servizi 100,0 10,0 L’analisi critica dei processi organizzativi in azienda 32,4 67,6 Miglioramento continuo e innovazione di processo 25,0 75,0 Organizzazione della Produzione e Tempi e metodi 9,1 36,4 54,5 Organizzazione e sistemi informativi a-ziendali 15,0 35,0 50,0 Project management 100,0 Riorganizzare l’azienda utilizzando gli strumenti informatico-gestionali 30,3 69,7
Organizzazione aziendale, tecniche
d'impresa
Tecniche di organizzazione e gestione a-ziendale 60,0 40,0 Capo reparto produzione 65,7 34,3 Cicli di lavoro 15,0 23,0 62,0 Gestione del magazzino e delle scorte 50,0 50,0
Produzione e Logistica
Tecniche della logistica 25,0 75,0 Automazione d’ufficio avanzata: Internet e posta elettronica, word – excel - access 16,7 66,9 16,4 Cad bidimensionale e tridimensionale 100,0 Internet e sicurezza 75,0 25,0 Microsoft Access 100,0 Microsoft Excel 100,0 Microsoft Powerpoint 17,2 82,8 Microsoft Project 100,0 Microsoft Word 10,5 89,5 Modellazione 3D e rendering 45,0 55,0 Progettazione tecnica con autocad/cad 2D 50,7 49,3 Progettazione tecnica con autocad/cad 3D 13,1 33,6 53,3 Reti 71,0 29,0
Informatica
Web design 100,0
191
Livello di priorità formativa
Area di intervento
Attività formativa
Basso Medio Alto Addetti al pronto soccorso aziendale 70,0 30,0 Applicazione di un sistema integrato di qualità, sicurezza e ambiente 10,0 10,0 80,0 Certificazione della qualità energetico-ambientale nella Regione Marche 75,0 25,0 Corso per preposti sulla sicurezza 42,9 57,1 Gestione dei rifiuti industriali - Obblighi e adempimenti 8,3 50,0 41,7 Gestione integrata qualità, sicurezza e ambiente 25,0 50,0 25,0 HACCP (hazard analysis and critical con-trol points) 35,0 15,0 50,0 Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro 10,0 60,0 30,0 Il nuovo decreto legislativo sulla sicurezza: D.LGS. 81/2008 100,0 La certificazione energetica degli edifici 62,0 38,0 La sicurezza nel settore agricolo 10,0 90,0 La sicurezza nel settore industria e arti-gianato 27,0 45,0 28,0 Prevenzione incendi 25,0 25,0 50,0 Privacy 60,7 39,3 Sistema di gestione per la Qualità: il mi-glioramento continuo 75,0 25,0 Valutazione ambientale e difesa del suolo 24,9 25,1 50,0
Qualità, Ambiente, Sicurezza
Vision 2000 100,0
192
Esiti della formazione professionale
Valutazione e monitoraggio dei corsi di formazione erogati dalla provincia di Pesaro e Urbino
Analisi di sfondo
L’analisi dei fabbisogni formativi di un territorio è da considerarsi una delle fasi
più importanti che precedono la progettazione e l’erogazione della formazione;
di fatto tutte le scelte successive risentono della sua correttezza e l’intera attività
corsuale risulterebbe superflua se basata su fabbisogni irrilevanti. La scelta adot-
tata in questo progetto di ricerca è sostanzialmente orientata da una strategia di
fondo: la formazione, per poter anticipare i fabbisogni, deve essere considerata
un fattore determinante rispetto alle strategie di sviluppo di un preciso contesto,
anziché una variabile dipendente dagli andamenti congiunturali del mercato del
lavoro. Se si accetta questa scelta, che assegna alla formazione la valenza di un
“ investimento proattivo”, l’obiettivo della rilevazione non diventa quello di foto-
grafare la realtà attuale, quanto di prefigurare realisticamente il futuro più auspi-
cabile per lo sviluppo del territorio. In uno scenario fortemente articolato e in co-
stante evoluzione non si tratta in sostanza di registrare la sommatoria delle istan-
ze contingenti, più o meno contraddittorie, ma di acquisire capacità e strumenti
previsionali. Risulta fondamentale quindi adottare come obiettivo strumentale sia
quello della mediazione, della ricerca di un consenso negoziato tra gli attori del
sistema produttivo, sia il confronto con gli esiti prodotti dalle attività svolte. In
questo senso il progetto di ricerca, sperimenta un processo di elaborazione della
domanda formativa continuamente migliorabile e aggiornabile nel tempo, anche
alla luce delle risultanze emerse dalla valutazione degli esiti occupazionali dei
corsi. A fronte di questa finalità sono stati monitorati tutti i percorsi di formazio-
ne professionale erogati dalla provincia nel triennio di programmazione del Fse
2004-2006.
Le principali risultanze degli esiti occupazionali
Questa parte costituisce una sintesi del rapporto finale del progetto di “Verifica
delle azioni formative” che Prime Consulting srl ha realizzato per conto della
Provincia di Pesaro e Urbino. Dalla indagine complessiva abbiamo selezionato le
193
principali azioni relative alle figure professionali che risultano maggiormente
presenti nel mercato del lavoro locale. Obiettivo centrale dell’indagine è la valu-
tazione di merito sui risultati quanti/qualitativi ottenuti dalle azioni formative,
condotta attraverso la verifica dei seguenti indicatori:
- l’impatto occupazionale delle attività (efficacia occupazionale delle azioni ri-
volte a disoccupati),
- la valutazione della soddisfazione dei partecipanti,
- l’analisi del grado di utilizzo dell’esperienza svolta per lo sviluppo della cre-
scita individuale e professionale,
- la coerenza dei contenuti del corso con le mansioni svolte in azienda,
- la qualità del lavoro trovato.
Lo studio ha coinvolto tutti i partecipanti ai corsi monitorati, mediante l’utilizzo
di interviste strutturate, dirette a rilevare il tasso di occupazione (a 12 mesi dal
termine delle azioni formative). In particolare, partendo dall’assunto che le azio-
ni formative hanno il compito di creare quelle “capabilities” che sono in grado di
promuovere l’evoluzione del sistema economico locale e quindi la stessa tra-
sformazione della domanda di lavoro, il progetto si è proposto, attraverso la veri-
fica delle attività svolte, di dare impulso ad una migliore intermediazione tra ac-
quisizione delle competenze e mercato del lavoro. Il nuovo contesto socio-
economico, presenta un carattere policentrico, per numero di operatori, di utenze,
di istituzioni, di interlocutori. Ecco allora che per funzionare, soprattutto per fun-
zionare bene, occorre il supporto di un adeguato sistema in grado di mettere in
contatto tutti gli attori coinvolti, a tutti i livelli. Un impegno che presuppone più
campi di azione; il primo nodo da sciogliere, in qualche modo radicato nel siste-
ma, sarà quello legato all’intermediazione e alla promozione dell’incontro tra
domanda e offerta. Alla Provincia compete la programmazione e il coordinamen-
to di tutte le iniziative a sostegno del Mdl e di orientamento finalizzate allo svi-
luppo del proprio territorio, alla crescita dell'occupazione e delle imprese che in
esso operano, all'integrazione tra le politiche di sostegno all’occupazione e del
lavoro ed alla riorganizzazione, riqualificazione e all'operatività dei Servizi per
l'Impiego. La Provincia, inoltre, oltre allo svolgimento di compiti organizzativi e
gestionali delle varie iniziative (formative e di sostegno all’occupazione), inten-
de adottare un sistema di valutazione in grado di fornire indicazioni obiettive sui
194
risultati annualmente conseguiti, in ottica di allineamento tra fabbisogni profes-
sionali richiesti per lo sviluppo e offerta di formazione programmabile.
Nella tabella successiva si riportano i principali indicatori di efficacia dei corsi
monitorati; l’indicatore di strategicità è stato calcolato sulla base della distribu-
zione dei valori raggiunti dai singoli corsi. Il risultato ottenuto, sarà utilizzato
successivamente, come previsto dal modello descritto nella parte metodologica
del presente lavoro, per la definizione della matrice di priorità dei progetti da e-
rogare (nuova offerta formativa) basata sulla diagnosi dei bisogni formativi e
sull’impatto occupazionale creato dai corsi.
195
Tabella – Monitoraggio degli esiti occupazionali dei corsi di qualificazione professionale organizzati dalla Provincia di PU, nel triennio 2004-2006, in ambito del FSE. Determinazione dell’indice di efficacia e del livello di strategicità delle azioni formative ai fini dell’allineamento tra la domanda di professionalità espressa dal mercato del lavoro locale e l’offerta formativa programmata dalla Provincia.
CORSI DI QUALIFICA PROFESSIONALE
TASSO DI OCCUPA-ZIONE A 12 MESI
DALLA CONCLUSIONE DEI CORSI (a)
PERCENTUALE DI OCCU-PATI CON CONTRATTI A
TEMPO INDETERMINATO A 12 MESI DALLA CONCLU-
SIONE DEI CORSI (b)
PERCENTUALE DI OCCUPATI CHE SVOLGONO MANSIONI COERENTI CON I PROFILI
PROFESSIONALI DEI CORSI (c)
INDICATORE DI EFFICACIA DEI CORSI OTTE-
NUTO DALLA SOMMA PESATA DI: TASSO DI OCCUPAZIONE,
PERCENTUALE DI OCCUPATI A TEMPO INDETERMINATO E
TASSO DI COERENZA (%)
LIVELLO DI STRATEGICITA’ DEI CORSI CALCOLATO SULLA BA-SE DELLA DISTRIBUZIONE DEI VALORI DELL’INDICATORE DI
EFFICACIA RISPETTO ALLA MEDIA
Tecnico Prevenzione Antinfortunisti-ca ed Igiene del Lavoro
85,0% 66,7% 88,9% 80,3% ALTO
Tecnico della qualità 85,0% 50,0% 75,0% 75,2% ALTO Tecnico sistemi cad/cam (600 ore) 80,0% 50,0% 95,5% 74,1% ALTO Tecnico servizi multimediali (Esperto in tecniche di comunicazione tecnologica)
75,0% 100,0% 33,3% 74,1% ALTO
Tecnico di programmazione (Active Server Pages)
85,7% 80,0% 33,3% 73,5% ALTO
Operatore socio sanitario 93,2% 32,0% 51,8% 66,6% ALTO Animatore tempo libero (case di riposo)
62,5% 21,4% 85,7% 64,8% MEDIO
Tecnico di programmazione (web, commercio elettrononico)
80,0% 75,0% 9,5% 64,2% MEDIO
Meccanico auto 100,0% 5,0% 61,9% 63,9% MEDIO Tecnico Logistica e Movimentazione Merci
66,7% 50,0% 75,0% 63,4% MEDIO
Management d'impresa (progettaz. grafica e comunicazione)
82,9% 50,0% 12,5% 59,0% MEDIO
Tecnico del Design 50,0% 60,0% 80,0% 59,0% MEDIO Saldatore 76,9% 8,5% 90,0% 59,0% MEDIO Operatore biglietteria agenzia viaggi 60,2% 50,0% 66,7% 58,4% MEDIO Disegnatore Progettista 69,6% 35,5% 58,8% 57,2% MEDIO Tecnico problematiche socio educative
90,0% 25,0% 22,2% 56,9% MEDIO
Disegnatore progettista (multimedia e web designer)
66,7% 66,7% 12,5% 55,9% MEDIO
Marketing Turistico (Guide culturali) 75,0% 33,3% 33,3% 54,2% MEDIO
196
Ricercatore di mercato (Accounting Manager)
71,4% 20,0% 60,0% 53,7% MEDIO
Operatore Contabilità 47,3% 66,7% 50,0% 53,7% MEDIO Tecnico di programmazione (Progettazione pagine WEB)
71,4% 40,0% 23,1% 51,9% MEDIO
Collaboratore Amministrativo 60,0% 50,0% 33,3% 51,7% MEDIO Operatore cad cam e automazione industriale (400 ore)
62,5% 7,0% 80,0% 49,4% BASSO
Esperto nella creazione e gestione di siti web per la promozione turistico-culturale
63,6% 6,0% 37,5% 41,1% BASSO
Tecnico in sistema d'impresa (Comunicazione integrata per le PMI)
75,0% 5,0% 9,0% 40,8% BASSO
Tecnico controllo e tutela ambientale (ecodesigner)
50,0% 7,0% 7,5% 28,6% BASSO
197
Principali approfondimenti
La domanda di professionalità complessiva: figure strategiche per lo sviluppo del territorio
Industria, Commercio, Servizi
La presente ricerca, rappresenta una delle attività più sistematiche di studio
sull’allineamento tra la domanda di professionalità espressa dal territorio e l’offerta
di formazione, attivate nell’ultimo periodo sul territorio provinciale. Lo studio, basa-
to su un ampio lavoro di raccolta ed elaborazione di dati e opinioni, costituisce un
patrimonio di informazioni utili alla programmazione e all’orientamento delle attivi-
tà formative e, più in generale, delle politiche per il lavoro, soprattutto per il legame
stabilito tra la professionalità, le competenze ritenute fondamentali dalle imprese e
l’andamento del mercato che sta affrontando un periodo di crisi. Le risultanze
dell’indagine empirica – interviste agli opinion leader, interviste agli opinion maker,
alle aziende leader, alle imprese del territorio – evidenziano che la domanda di pro-
fessionalità, orientata allo sviluppo, si concentra prevalentemente su figure tecnico
specialistiche. In particolare nell’area della commercializzazione e del marketing,
della comunicazione e della vendita, dell’innovazione e della gestione del servizio al
cliente. Risultano altresì strategiche, figure professionali in grado di integrare fun-
zioni e competenze diverse, in settori, organizzazioni e dimensioni in cui la poliva-
lenza e la mobilità tra i ruoli rappresenta un’esigenza essenziale. Parliamo di tecnici
di sviluppo e innovazione, tecnici commerciali, coordinatori e responsabili di are-
a/servizio. Le aziende leader del territorio non intendono investire più di tanto nel
prossimo biennio per acquisire nuovo personale, se non per alcune figure professio-
nali che ritengono strategiche al fine di “aggredire i mercati” e migliorare la produt-
tività, o per turn-over. Si tratta di assunzioni prevalentemente di personale altamente
specializzato nelle aree della Produzione e/o Progettazione, del Commerciale e/o
Marketing, della Organizzazione, della Qualità e della Ricerca e sviluppo di nuovi
prodotti, con competenze trasversali molto elevate (capacità, relazionali, culturali, di
prodotto). In generale, tutte le imprese leader intervistate concordano nell’affermare
che alla ripartenza dell’economia saranno necessari tecnici specializzati nella pro-
duzione, come ad esempio ingegneri meccanici e tecnici per il controllo e la pro-
198
grammazione delle macchine a controllo numerico; tecnici commerciali con no-
tevoli capacità trasversali e ottime conoscenze dei canali e delle logiche del set-
tore, in grado di scoprire nuovi mercati e di condurre in porto trattative di vendi-
ta, dove la conoscenza delle lingue straniere è fondamentale per operare sui mer-
cati esteri. Nell’ambito della ricerca e della innovazione del prodotto risultano
critiche le figure dei tecnici della progettazione del prodotto (designer, progetti-
sti), che oltre alle conoscenze e capacità tecniche specifiche del ruolo dovranno
possedere capacità di designer più innovativo e ottime capacità relazionali per
sapersi interfacciare con gli altri settori aziendali, in particolare con la produzio-
ne.
In generale, per tutte le figure professionali risulta sempre più importante un
maggiore orientamento al cliente e più qualità nello stile di lavoro, che significa
anche saper rispettare le scadenze nelle consegne programmate, per cui vanno
potenziate le capacità organizzative dei singoli lavoratori e incrementata la cultu-
ra d’impresa nel senso della “Qualità in tutti i processi aziendali”.
Abbiamo rilevato, inoltre, una domanda di professionalità per le figure che ope-
rano nei servizi socio-assistenziali, in particolare per educatori e operatori socio
sanitari per minori, anziani e fasce deboli. In generale si registrano ancora diffi-
coltà nel reperimento di alcune figure emergenti, come, ad esempio, tecnici ed
esperti di settore e progettisti. Anche il settore del Sociale manifesta carenza di
operatori con competenze specifiche per operare in determinati contesti e/o co-
munità, come ad esempio le scuole (in particolare nella fascia dell’obbligo scola-
stico) e le strutture ricettive per minori in situazioni di disagio.
In sintesi, il panorama delle indicazioni è piuttosto articolato con orientamenti
convergenti nei diversi campi di attività:
• ricerca di figure di commercializzazione e coordinamento, con competenze
tecniche e trasversali molto vaste;
• necessità di figure specializzate della produzione in grado di governare mac-
chine, impianti e processi automatizzati; inoltre risultano importanti tecnici in
grado di migliorare la qualità e l’efficienza del sistema;
199
• richiesta di professionalità in grado di innovare e dare slancio a settori impor-
tanti come il Turismo, le Energie alternative, l’Ambiente, la nuova Edilizia
(Domotica, Bioedilizia);
• attenzione alle competenze trasversali, in particolare alla comunicazione, alla
capacità di risolvere problemi imprevisti e/o complessi, alla capacità di lavora-
re efficacemente in un gruppo.
Il passo successivo consiste nella piena realizzazione di unità e percorsi formati-
vi modulari e integrabili (catalogo formativo rivolto a persone in cerca di un la-
voro), agendo sul versante degli standard per allineare l’offerta di professionalità
alla domanda delle aziende. Sintetizzando quanto risulta dalla presente indagine
empirica, integrando cioè tutte le risposte ottenute dalle imprese, dalle aziende
leader, dagli opinion leader ed opinion maker, emerge quanto segue.
Nell’area commerciale/comunicazione/marketing le figure professionali di cui si
ha maggiore necessità sono i tecnici commerciali, con capacità di interfacciarsi a
monte con la progettazione e a valle con l’organizzazione delle vendite ed i tec-
nici del marketing, in alcuni casi con competenze specifiche sui mercati esteri.
Sono richiesti, inoltre, operatori commerciali, in grado di stabilire relazioni com-
merciali con il mercato di riferimento (nazionale o estero) conoscendo la lingua e
soprattutto la cultura dei paesi sui quali intervenire e tecnici di comunicazione e
di immagine (account executive, grafici, brand). In assoluto, le punte di tensione
si registrano per i tecnici esperti per la commercializzazione e vendita dei pro-
dotti (in Italia ed Estero).
Nell’ambito dell’innovazione di processo/prodotto risultano strategici per il si-
stema, anche per l’importanza che assumono come fornitura di servizi esterni al-
le piccole imprese, i seguenti profili professionali: tecnici di controllo qualità,
tecnici per la sicurezza; progettisti, disegnatori; tecnici informatici con compe-
tenze specifiche (programmazione, analisti di sistemi); cad-cam designer. In que-
sto caso, le maggiori tensioni si registrano per i progettisti con capacità di design.
La Produzione si orienta, da una parte a figure specifiche “basse” come saldatori,
falegnami, elettricisti, carpentieri, operatori di produzione vari; dall’altra a operai
specializzati, quali: conduttori di processi e sistemi automatizzati, figure poliva-
lenti come manutentori, installatori, assemblatori; infine nei profili medio alti,
risulta una domanda di professionalità per tecnici di programmazione / condu-
200
zione di macchine a controllo numerico, tecnici meccanici e termoidraulici, tec-
nici impiantisti, esperti di servizi alla produzione. Una certa difficoltà si concen-
tra sul reperimento delle seguenti figure: costruttori su macchine automatizzate,
tecnici meccanici e termoidraulici e tecnici per la manutenzione degli impianti.
Anche l’area della logistica registra una certa criticità soprattutto per gli esperti
di magazzino logistico e smistamento merci, autotrasportatori con competenze
specifiche per trasporti di merci pericolose e responsabili della logistica com-
merciale. Nell’area dell’Amministrazione, gli indici di richiesta più elevati ri-
guardano gli addetti di contabilità generale, i responsabili di reparto, i tecnici di
assistenza clienti. Infine, le richieste delle figure professionali legate all’area
Qualità/Ambiente/Sicurezza, riguardano prevalentemente:
• esperti nel trattamento, trasporto e smaltimento rifiuti;
• tecnici con competenze integrate per la sicurezza del lavoro e dell’ambiente;
• tecnici ambientali;
• tecnici per la qualità;
• tecnici specialisti nelle nuove fonti energetiche.
Da segnalare che oltre un quarto delle imprese ricorre alle professionalità esterne
(outsourcing), soprattutto per l’erogazione di servizi nelle aree della comunica-
zione/immagine, marketing, ambiente e sicurezza, progettazione e web.
201
Brevi riflessioni sul Sociale
La domanda di professionalità nel “settore sociale” sta cambiando velocemente:
da un lato aumentano le esigenze dei servizi con il bisogno di avere maggiori
competenze da parte degli operatori attualmente occupati, oltre alla necessità di
nuove figure per lo sviluppo futuro in aree d’intervento di cui si stima
l’espansione (accoglienza, mediazione culturale, mediazione familiare, accom-
pagnamento al lavoro). Dall’altro lato, le agenzie formative rispondono a queste
domande con offerte molto varie, differenziate, occasionali. La maggiore richie-
sta di servizi e il processo di diversificazione degli stessi porta ad un accresci-
mento della spesa per l'integrazione sociale e amplia il campo di intervento; allo
stesso tempo l’individuazione delle professioni sociali non sempre risulta sem-
plice. Il settore sta subendo forti modifiche e le cause sono di varia natura: la ri-
chiesta crescente di persone fortemente competenti e specializzate; il processo (a
volte lento e faticoso) di istituzionalizzazione di alcune professionalità operanti
da anni nel settore sociale (come nel caso degli assistenti sociali); l’emergere di
figure “nuove”; il progressivo consolidamento dei percorsi accademici finalizzati
a formare gli operatori del Terzo settore. Da un lato abbiamo le figure più conso-
lidate, presenti stabilmente all’interno di istituzioni pubbliche e private e con ti-
toli di studio riconosciuti come l’assistente sociale, l’operatore socio-sanitario,
l’educatore professionale e il tecnico dei servizi sociali. Dall’altro lato abbiamo
figure professionali emergenti, che sono sorte distinguendosi da subito per un ti-
po di intervento più ampio, che non va unicamente a toccare la vita degli assistiti
e il loro recupero, ma implica una serie di azioni verso il contesto sociale, pro-
duttivo e formativo. Troviamo in quest’area:
• l’operatore di comunità (per minori, per portatori di handicap, per malati psi-
chiatrici, per tossicodipendenti, per anziani);
• il manager di servizi sociali;
• il manager di reti di servizi sociali;
• l’esperto in mediazione al lavoro per categorie svantaggiate.
Attualmente, i bisogni espressi dal territorio, permettono di programmare percor-
si formativi (finanziati dalla Provincia di Pesaro e Urbino) per tecnico di pro-
blematiche socio educative e per operatori socio sanitari, in quanto figure generi-
202
che e più spendibili sul mercato (possono operare trasversalmente su varie attivi-
tà) e di conseguenza queste persone al termine dei corsi trovano lavoro con mag-
giore facilità. Dal 2004 al 2006 l’Amministrazione Provinciale ha erogato diversi
percorsi formativi finanziati con il Fse per qualificare figure professionali nel
settore sociale. Tra questi, elenchiamo i progetti principali: “Operatore socio sa-
nitario”, “Assistente domiciliare e dei servizi tutelari”, “Addetto assistenza fami-
liare”, “Operatore casa di cura, riposo e a domicilio”, “Propedeutico polivalente
socio educativo”, “Animatore tempo libero (case di riposo)”.
• Gli attori sociali da noi intervistati, convergono sulla necessità di avere nel ter-
ritorio anche una figura educativa, l’Assistente socio-sanitario, con funzioni
educative in istituzioni scolastiche e l’Assistente socio-sanitario con funzioni
di sostegno sempre in istituzioni scolastiche. La formazione di queste figure
professionali dovrebbe avere una duplice connotazione: un carattere di poliva-
lenza e trasversalità sui fondamentali socio sanitari e una specificità legata al
contesto scolastico nel quale la figura dovrà operare sia con riferimento alla fa-
scia di età, sia alla categoria di utenti (portatori di handicap, minori in situazio-
ni di disagio, stranieri con problemi di inserimento).
203
Le principali risultanze emerse e la domanda complessiva
Per riassumere le informazioni raccolte nell’indagine empirica e stimare la strategi-
cità di alcune figure professionali per lo sviluppo del territorio, in modo tale da con-
ferire un livello di priorità per le azioni formative della Provincia di Pesaro e Urbino
nell’erogazione di corsi dedicati alle persone in cerca di lavoro, è stato ricavato un
indicatore dai seguenti parametri:
- posizionamento nella matrice dei fabbisogni professionali (presenza, difficoltà,
previsione);
- consolidamento (percentuali di figure inserite come “nuove” assunzioni sul tota-
le di settore);
- percentuale di richieste per una determinata figura professionale;
- trasversalità (richiesta da più settori);
- innovazione (richieste di una determinata figura per introdurre elementi di inno-
vazione in azienda);
- importanza attribuita alle figure professionali per lo sviluppo del territorio da
parte degli opinion leader ed opinion maker;
- analisi economiche e scenari evolutivi riguardanti il territorio.
Sulla base dell’indicatore di priorità generato, sono state realizzate le tabelle di
seguito riportate: una per le figure generali (trasversali a più settori); ed una per
le figure più specifiche (all’interno di ogni settore).
204
Tabella – Figure professionali “trasversali” a più settori di attività: livello di importanza per lo sviluppo del territorio e relativo livello di strategicità per gli interventi di formazione professionale della Provincia
FIGURA PROFESSIONALE
SETTORI PREVALENTI (si elencano soltanto i settori che risultano avere richieste superiori al 21% della media delle indicazioni monitorate)
LIVELLO DI PRIORITA’ PER
AZIONI FORMATIVE
Metallurgia, meccanica
Tessile e abbigliamento
Attività e servizi alle imprese
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
Artigianato di servizio
Addetto alla contabilità
generale
Legno e Mobili
MEDIO
Metallurgia, meccanica Addetto alle presse
Chimica, gomma, plastica MEDIO-BASSO
Alimentari e bevande
Metallurgia, meccanica
Legno e Mobili
Analista di processi e cicli
di produzione
Tessile e abbigliamento
MEDIO
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
Legno e Mobili
Metallurgia, meccanica
Direttore di reparto
vendite
Alimentari e bevande
MEDIO ALTO
Metallurgia, meccanica
Legno e Mobili
Disegnatore (designer)
Attività e servizi alle imprese
MEDIO ALTO
Metallurgia, meccanica Disegnatore tecnico
Attività e servizi alle imprese MEDIO ALTO
Legno e Mobili
Agroalimentare
Trasporti, magazzinaggio, comunicazioni
Direttore commerciale
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
MEDIO
205
Informatica ed attività connesse
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
Esperto di siti web
Agenzie turistiche
MEDIO ALTO
Costruzioni
Attività e servizi alle imprese
Artigianato di servizio
Esperto in bioedilizia
Alberghi e ristoranti
MEDIO ALTO
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
Attività e servizi alle imprese
Esperto in e-commerce
Agenzie turistiche
MEDIO
Legno e Mobili
Metallurgia, meccanica
Alimentari e bevande
Esperto in marketing e
comunicazione d'impresa
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
MEDIO ALTO
Metallurgia, meccanica
Elettrica - elettronica
Attività e servizi alle imprese
Esperto in nuove fonti
energetiche
Alberghi e ristoranti
ALTO
Legno e Mobili Falegname mobiliere
Trasporti, magazzinaggio, comunicazioni MEDIO
Metallurgia, meccanica
Elettrica - elettronica
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
Manutentore polivalente
Alberghi e ristoranti
MEDIO
Alimentari e bevande
Metallurgia, meccanica
Mediatore culturale
Attività e servizi alle imprese
MEDIO
Metallurgia, meccanica Motorista specializzato
Navale MEDIO
206
Metallurgia, meccanica
Chimica, gomma, plastica
Legno e Mobili
Tessile e abbigliamento
Agroalimentare
Costruzioni
Operaio esperto
Attività e servizi alle imprese
MEDIO
Legno e Mobili
Alimentari e bevande
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
Agroalimentare
Operatore di vendita
Lavorazione artistica metalli
MEDIO ALTO
Legno e Mobili
Alimentari e bevande
Costruzioni
Metallurgia, meccanica
Responsabile acquisti
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
MEDIO
Legno e Mobili
Attività e servizi alle imprese
Responsabile della
logistica commerciale
Trasporti, magazzinaggio, comunicazioni
MEDIO ALTO
Metallurgia, meccanica
Legno e Mobili
Tessile e abbigliamento
Specialista in commercio
estero
Trasporti, magazzinaggio, comunicazioni
MEDIO ALTO
Metallurgia, meccanica Stampista
Chimica, gomma, plastica BASSO
Artigianato di servizio
Attività e servizi alle imprese
Tecnico all'informazione
e all'assistenza clienti
Informatica ed attività connesse
MEDIO ALTO
207
Metallurgia, meccanica
Legno e Mobili
Costruzioni
Informatica ed attività connesse
Tecnico analista
informatico
Trasporti, magazzinaggio, comunicazioni
ALTO
Metallurgia, meccanica
Legno e Mobili
Tessile e abbigliamento
Alimentari e bevande
Elettrica - elettronica
Costruzioni
Attività e servizi alle imprese
Informatica ed attività connesse
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
Agenzie turistiche
Lavorazione artistica metalli
Tecnico commerciale
Vetro
ALTO
Metallurgia, meccanica
Legno e Mobili
Tecnico conduzione
macchine a controllo
numerico Attività e servizi alle imprese
ALTO
Attività e servizi alle imprese
Elettrica - elettronica
Legno e Mobili
Agenzie turistiche
Costruzioni
Tecnico del marketing
Commercio all'ingrosso ed al dettaglio
ALTO
Elettrica - elettronica
Costruzioni
Tecnico di cantiere
Installazione impianti termoidraulici
MEDIO
208
Metallurgia, meccanica
Elettrica - elettronica
Attività e servizi alle imprese
Legno e Mobili
Tecnico di controllo di
qualità industriale
Costruzioni
MEDIO ALTO
Alberghi e ristoranti Tecnico di marketing e
management turistico Agenzie turistiche MEDIO ALTO
Legno e Mobili
Tessile e abbigliamento
Metallurgia, meccanica
Tecnico di produzione e
controllo della produzio-
ne
Elettrica - elettronica
MEDIO
Metallurgia, meccanica
Legno e Mobili
Tecnico esperto di
computer aided
manifacturing Attività e servizi alle imprese
MEDIO ALTO
Elettrica - elettronica Tecnico impianti
elettromeccanici Costruzioni MEDIO
Elettrica - elettronica
Legno e Mobili
Tecnico in computer
grafica
Attività e servizi alle imprese
MEDIO ALTO
Metallurgia, meccanica
Attività e servizi alle imprese
Alimentari e bevande
Tecnico informatico
Informatica ed attività connesse
MEDIO ALTO
Chimica, gomma, plastica Tecnico meccanico (at-
trezzista-manutentore) Metallurgia, meccanica MEDIO ALTO
Metallurgia, meccanica
Legno e Mobili
Tessile e abbigliamento
Elettrica - elettronica
Tecnico per la manuten-
zione impianti
Costruzioni
MEDIO
Metallurgia, meccanica Tecnico trasfertista
Elettrica - elettronica MEDIO
209
Chimica, gomma, plastica
Legno e Mobili
Verniciatore
Navale
MEDIO
210
Tabella – Figure professionali specifiche dei settori di attività : livello di importanza per lo sviluppo del territorio e relativo livello di strategicità per gli interventi di formazione professionale della Provincia
SETTORI FIGURE PROFESSIONALI LIVELLO DI PRIO-RITA’ PER AZIONI
FORMATIVE
Addetto alla reception MEDIO
Animatore turistico MEDIO
Barista MEDIO ALTO
Cuoco MEDIO ALTO
Esperto di promozione turistica ALTO
Esperto nelle preparazioni alimentari MEDIO ALTO
Alberghi e ristoranti
Maitre d'hotel MEDIO ALTO
Alimentari e bevande Addetti alla preparazione di cibi MEDIO
Elettricista MEDIO Artigianato - servizio
Installatore di impianti termici MEDIO ALTO
Account executive MEDIO ALTO
Progettista di qualità MEDIO ALTO
Progettista tecnologie non inquinanti per impianti
industriali MEDIO ALTO
Ricercatore di mercato (accounter) MEDIO ALTO
Tecnico della pubblicità MEDIO ALTO
Tecnico della sicurezza (ambientale e sul lavoro) ALTO
Tecnico dell'ambiente MEDIO ALTO
Tecnico di organizzazione e gestione aziendale MEDIO
Tecnico riparatore hardware MEDIO
Attività e servizi alle
imprese
Tecnico trattamento rifiuti industriali MEDIO ALTO
Elettrauto MEDIO Autoriparazioni
Meccanico riparatore auto MEDIO ALTO
211
Addetto montaggio e smontaggio di stampi MEDIO
Conduttori di macchinari per articoli in plastica MEDIO
Operatore alle relazioni commerciali con l'estero ALTO
Tecnico di laboratorio chimico MEDIO ALTO
Chimica, gomma, plastica
e industr. non metallifere
Tecnico programmazione macchine a controllo
numerico MEDIO ALTO
Addetto alle operazioni di smistamento merci MEDIO
Elettricista impiantista di cantiere MEDIO ALTO
Falegname di cantiere MEDIO
Costruzioni
Tecnici intermedi di ufficio BASSO
Editoria-Stampa Conduttori di macchinari per tipografia e stampa su
carta e cartone BASSO
Addetto elettromeccanico MEDIO ALTO
Capo cantiere MEDIO ALTO
Esperto in domotica ALTO
Progettista elettrico/elettronico MEDIO ALTO
Tecnico assemblatore personal computer MEDIO
Tecnico di sistemi di programmazione MEDIO ALTO
Elettrica-elettronica
Tecnico termoidraulico MEDIO ALTO
Informatica ed attività
connesse
Tecnico specialista di applicazioni informatiche MEDIO ALTO
Falegname MEDIO
Finitore di mobili BASSO
Interprete traduttore MEDIO
Lucidatore su legno BASSO
Operatore commerciale (ITALIA) MEDIO ALTO
Operatore nei magazzini di smistamento merci MEDIO
Legno e Mobili
Operatori artigianali di macchine per la lavorazione
del legno MEDIO BASSO
212
Addetto alla gestione del magazzino MEDIO
Assemblatore macchine levigatrici legno MEDIO
Assistente commerciale MEDIO ALTO
Carpentiere metallico MEDIO
Installatore di macchinari elettrici ed elettromeccanici MEDIO
Manutentore impianti bruciatori MEDIO
Meccanico di precisione BASSO
Progettista disegnatore meccanico MEDIO ALTO
Saldatore MEDIO
Saldatore di metalli speciali e leghe BASSO
Metallurgia, meccanica
Tecnico stampaggio MEDIO
Multi servizi: trasporti,
ambiente,energia, sanità
Tecnico di office automation BASSO
Carpentiere di bordo BASSO
Carpentiere navale MEDIO BASSO
Navale
Montatore navale BASSO
Addetto a macchinari per confezioni tessili BASSO
Cucitore MEDIO
Tessile e abbigliamento
Stiratrice MEDIO
Addetto alle attività amministrative MEDIO
Autista MEDIO
Trasporti, magazzinaggio,
comunicazioni
Autotrasportatore (con competenze per trasporti di
merci pericolose, esplosivi, ecc.) MEDIO ALTO
Vetro Conduttori di impianti per la lavorazione del vetro MEDIO
213
Tabella – Fabbisogni professionali delle aziende Leader intervistate che operano nei Servizi Sociali
FIGURE PROFESSIONALI PROFILO FORMATIVO Operatori socio sanitari - Figura critica ALTO
Ausiliario sociosanitario – Figura critica MEDIO ALTO
Assistente sociosanitario con funzioni educative in istituzioni – Figura critica ALTO
Assistente sociosanitario con funzioni di sostegno in istituzioni – Figura critica ALTO
Operatore sociale per assistenza (di vario genere) a domicilio – Figura critica MEDIO ALTO
Addetto alle comunita' infantili – Figura critica MEDIO ALTO
Assistenti domiciliari per anziani - Figura critica MEDIO ALTO
Assistente ed accompagnatore per disabili in istituzioni MEDIO ALTO
214
L’economia della conoscenza L’economia della conoscenza sta diventando la linea guida di tutte le analisi e le
interpretazioni dello sviluppo economico in ambito scientifico (OCSE). La cono-
scenza è sempre stata il cuore della crescita economica; l’abilità ad inventare e
innovare, cioè a creare nuova conoscenza e nuove idee, che vengono poi incor-
porate in prodotti, processi e organizzazioni, è sempre servita ad alimentare lo
sviluppo. Tuttavia il termine “Economia basata sulla conoscenza” è stato coniato
solo di recente, ad indicare però un netto cambiamento rispetto al passato.
L’attuale scenario competitivo, sempre più connotato da elevati livelli di variabi-
lità, varietà e quindi complessità, attribuisce alle conoscenze, detenute dalle per-
sone e dalle imprese, un ruolo di primaria rilevanza per la capacità stessa di crea-
re valore. In ambito organizzativo può essere rilevato un crescente interesse per
quei processi che vengono ormai diffusamente definiti di “capitalizzazione della
conoscenza”. Oggi, infatti, la complessità crescente della società e le sfide intro-
dotte dalla globalizzazione richiedono alle organizzazioni di affrontare trasfor-
mazioni radicali, in termini di strutture, processi e sistemi operativi, in modo tan-
to rapido quanto efficace. Ai fini della produzione del valore, ogni organizzazio-
ne è chiamata a porsi in una stretta e permanente connessione con il mercato, co-
sì da poter cogliere ed interpretare le tendenze evolutive da esso espresse e, con-
seguentemente, offrire delle risposte coerenti in termini di prodotti e servizi. Un
tale processo di adattamento continuo, e incessante soprattutto nel contesto com-
petitivo attuale, richiede la capacità di ottenere informazioni rilevanti, di saperle
interpretare e di tradurle in processi operativi concreti: in altri termini, il proces-
so di adattamento è fondato sulla capacità di ottenere, gestire, utilizzare e pro-
muovere la conoscenza. La crescita sempre più appariscente di innovazioni deri-
vate dall’uso più accentuato di conoscenza spinge a poco a poco le imprese a
rompere l’integrazione verticale delle fasi di produzione per concentrarsi sempre
più su elementi di core business, lasciando ad altri soggetti lo sviluppo delle fasi
precedentemente internalizzate. La struttura gerarchica comincia a rompersi e di-
ventano molto più efficienti strutture organizzative di tipo reticolare dove una
pluralità di imprese e di soggetti esplorano un ventaglio molto più ampio di pos-
sibilità produttive e di processi, spesso condividendo parti comuni di ricerca e u-
215
tilizzando tecniche di progettazione che vedono sempre più coinvolti gli utenti
finali nella definizione dei prodotti. Un modello di questo tipo è identificabile nei
distretti industriali, nei sistemi produttivi locali da un lato, e nelle forme di con-
divisione avanzata nella progettazione di prodotti ad alta tecnologia. Siamo in
una fase in cui il paradigma tecnico-economico, introduzione di tecnologia con
grandi capacità di calcolo e reti telematiche, si è ampiamente imposto attraverso
il calo dei prezzi e l’incremento esponenziale delle prestazioni.
Questa è solo la prima fase del processo. Ciò che costituirà il nucleo forte dello
sviluppo futuro saranno le innovazioni derivate e la rivoluzione nel modo di or-
ganizzare e di produrre nuovi beni ma anche i vecchi della cosiddetta old eco-
nomy. Tutto questo richiede uno sforzo nella direzione di accrescere le capacità
di apprendimento a tutti i livelli, sia individuali che di organizzazioni. La cono-
scenza è ciò che determina, e determinerà sempre di più in futuro, il benessere di
un paese; essa costituisce il principale fattore per la creazione del valore aggiun-
to nei modelli economici evoluti: in azienda, saper localizzare, creare, gestire e
trasferire in modo adeguato la conoscenza costituisce il principale strumento per
sopravvivere e per vincere nell’attuale scenario competitivo complesso e globale.
La rilevanza cruciale e strategica delle conoscenze, del resto, viene ancor più e-
sasperata dalla sempre maggiore componente di servizio che tende a connotare
l’ambiente economico attuale e futuro: ogni prodotto “fisico”, anche quello più
semplice, viene infatti sempre più accompagnato da un servizio, aspetto su cui si
gioca ormai la differenziazione tra organizzazioni concorrenti, la produzione del
valore e quindi la sopravvivenza. L’offerta di un servizio, tuttavia, implica la ca-
pacità di gestire una quantità decisamente elevata di informazioni, relative al
mercato, ai clienti, alle diverse determinazioni del contesto in cui il servizio an-
drà erogato, che, tra l’altro, mostrano un ciclo di vita sempre più breve. Di con-
seguenza, non soltanto aumenta la quantità di informazioni da gestire, ma anche
la loro complessità e variabilità. Di qui la necessità di investire quote maggiori di
risorse sulla commercializzazione dei prodotti/servizi, introducendo, contestual-
mente, innovazioni continue del prodotto. La realizzazione di questi obiettivi ri-
chiede interventi per migliorare la qualità e l’efficienza dei processi produttivi,
acquisendo nuove tecnologie e professionalità per ottimizzare l’organizzazione
aziendale. In un ideale circuito virtuoso la “nuova” organizzazione e gestione dei
216
saperi genera valore aggiunto che incrementa le risorse disponibili per investire
sullo sviluppo. Ma la velocità con cui il nuovo modello economico si sta impo-
nendo a seguito del fenomeno della globalizzazione dei mercati (anche se oggi
risulta parzialmente ridotta per via della crisi economica in atto), richiede da una
parte l’affermarsi di nuove figure professionali, che interpretino il ruolo con fles-
sibilità e con capacità di sapersi rapportare, in maniera trasversale, a diverse aree
aziendali, integrando competenze diverse; dall’altra la capacità del sistema di
formazione professionale di erogare corsi in grado di soddisfare le esigenze di
“flessibilità” e qualità del sistema produttivo locale. In sintesi l’orientamento
strategico delle politiche per le risorse umane deve mirare ad accrescere il capita-
le cognitivo attraverso le seguenti attività:
- attrezzare il territorio a produrre nuovo management, con attenzione agli a-
spetti organizzativi dell’impresa in funzione al contesto distrettuale e di rete;
- promuovere la realizzazione di strumenti innovativi di apprendimento per-
manente;
- favorire la creazione di nuovi profili di tipo scientifico e tecnologico;
- formare le figure che integrino i nuovi saperi per gestire al meglio i processi
innovativi e i lavori tradizionali;
- creare sinergie sul territorio tra sistema della formazione (istituzionale) e im-
prese leader per costruire percorsi formativi maggiormente orientati ai reali
contesti di lavoro;
- integrare le competenze trasversali e quelle tecniche mediante situazioni “on
the job”; la professionalità va collegata non solo al ruolo ma anche al conte-
sto effettivo di lavoro.
217
Lo sviluppo delle competenze, la formazione professionale e l’occupabilità
Il gap esistente tra l’offerta formativa erogata dalla Provincia di Pesaro e Urbi-no e la domanda di professionalità espressa dal territorio
La crisi economica ha accelerato i processi di cambiamento dei diversi assetti or-
ganizzativi dei sistemi economici locali. L'esigenza, forse principale, consiste nel
mantenere e valorizzare le diverse esperienze distintive del tessuto economico, cre-
ando condizioni nuove e conoscenze appropriate in grado di rilanciare il sistema e
FDOMANDA E OFFERTA DI
FORMAZIONE PROFESSIONALE
PROCESSO DI ALLINEAMENTO
Offerta di formazione professionale promossa dalla Provincia di PU
(FSE 2004-2008)
Domanda di professionalità (e competenze) espressa dal territorio
Allineamento della domanda e dell’offerta di
formazione
Formazione professionale per qualifiche e competenze tradizionali
Figure professionali e competenze tradizionali
Formazione professionale
innovativa
Figure professionali e
competenze strategiche per lo
sviluppo
Priorità formative per
lo sviluppo del territorio
Criteri di selezione
dell’offerta formativa
indispensabile
218
aumentare la competitività. In questo scenario, un vasto insieme di imprese di picco-
la dimensione può trovare difficoltà su due macro-versanti, ovvero:
- nell’introdurre le necessarie innovazioni per problemi legati alla capacità di in-
vestimento di capitali, per via della pressione alla qualificazione esercitata dalle
imprese leader;
- nel mantenere modelli di competenze e di apprendimento tradizionali per i quali
si è già attrezzati. Le imprese meno strutturate tendono a orientarsi all’utilizzo
flessibile di competenze esistenti ove se ne presenti la necessità; mentre tendono
a contenere gli investimenti in formazione non occasionale, attribuendo un valo-
re assoluto alla formazione sul posto di lavoro (ad esempio per l’artigianato).
Questa particolarità si accentua, in quanto oggi non è più possibile fissare una volta
per tutte il contenuto di uno specifico lavoro o attività; fatto dovuto alla crescente
varietà di beni e servizi prodotti e dai continui mutamenti di tecniche produttive con-
seguenti alle innovazioni tecnico-scientifiche che si susseguono a distanza anche
molto ravvicinata tra loro. Per far evolvere efficientemente i sistemi produttivi sa-
ranno necessari interventi pubblici e privati a sfondo strategico, in primo luogo dalle
imprese leader e dalle istituzioni pubbliche. L'avvio di una nuova fase di evoluzione
dei sistemi di piccole imprese verso un cambiamento anche di mentalità imprendito-
riale, oltre che di qualità delle competenze, dipenderà dalla capacità del tessuto delle
istituzioni locali di contribuire allo sviluppo di nuove e più complesse forme di ap-
prendimento. Questa prospettiva rappresenta probabilmente la principale sfida dei
sistemi produttivi del pesarese, che, ancora oggi, stenta a realizzare il salto competi-
tivo dalla singola impresa o dal singolo distretto industriale, alla necessaria competi-
zione di sistema. Sul versante istituzionale (ed in base ai dati disponibili) la Provin-
cia di Pesaro e Urbino si è sempre resa disponibile ad approfondire le esigenze for-
mative del sistema produttivo locale, nel quadro delle trasformazioni, anche struttu-
rali in corso, promuovendo l'integrazione tra politiche d'investimento materiale ed
interventi formativi sia per gli occupati che per le persone in cerca di lavoro. Un o-
biettivo importante sarà quello di supportare la produzione con un alto livello di
competenze lavorative e favorire un processo di formazione continua orientato alla
creazione di conoscenza e all'innovazione, al fine di contribuire ad un processo di
rigenerazione delle conoscenze del sistema e delle imprese, in modo trasversale a
tutti i settori.
219
Il confronto tra l’offerta formativa erogata dalla Provincia e la domanda di professionalità espressa dalle imprese del territorio
Ponendo a confronto l’offerta formativa programmata con il Fse nei vari periodi,
risulta quanto segue:
1. diminuisce la quota percentuale dei saperi di base, informatica (-14,2%) e lingue
(-2,4%), mentre aumenta l’offerta formativa nell’area della qualità / ambiente /
sicurezza (+9,4%) e della produzione / logistica (+4,5%). Si evidenzia che
l’aumento nell’area qualità / ambiente / sicurezza è dovuto prevalentemente alle
azioni di sicurezza a scapito di qualità e ambiente;
2. risulta stabile la percentuale degli interventi nell’area della amministrazione / fi-
nanza / controllo di gestione;
3. aumenta di poco il peso dell’area commerciale / marketing (+2,3%) e risulta
quasi stabile il peso relativo dell’area management / organizzazione / risorse
umane (-1,2%).
L’analisi dei due periodi di programmazione del Fse evidenzia il trend evolutivo
dell’offerta formativa provinciale che è caratterizzato da un progressivo alleggeri-
mento degli interventi nell’area informatica e delle lingue di base a fronte di un in-
cremento di attività nella produzione, nella qualità / ambiente / sicurezza, nella logi-
stica e nel commerciale. Considerando l’offerta formativa più recente e mettendola a
confronto con la domanda di fabbisogni professionali rilevata sul territorio e basata
sulle previsioni per il biennio 2010-2011, in termini quantitativi (percentuali di do-
manda e offerta per aree di intervento), risulta quanto segue:
1. Nella Formazione al lavoro, l’offerta formativa per le aree della produzione e del
commerciale risulta leggermente sottodimensionata rispetto alla domanda rileva-
ta sul territorio, mentre sono sovradimensionati gli interventi sul tema del
management / organizzazione, che risultano per la maggior parte poco specifici
e di carattere generale in fase di erogazione. In forma meno evidente sono altresì
sovradimensionate l’informatica e l’area amministrazione / finanza.
2. Nella formazione per riqualificare i lavoratori dipendenti risulta uno sbilancia-
mento importante nelle seguenti aree: amministrazione; commerciale; lingue. In
particolare, l’offerta formativa è inferiore alla domanda nell’amministrazione e
nell’area commerciale, mentre il peso percentuale degli interventi erogati
nell’informatica è leggermente sovradimensionato.
220
La domanda di professionalità espressa dal territorio per le figure da assumere se-
gnala la necessità per il sistema della formazione professionale del pesarese di co-
struire percorsi di qualifica più mirati e specifici. Occorre ridurre il peso di interventi
generici e polivalenti, a favore della realizzazione di azioni formative di elevata qua-
lità per figure critiche per il mercato del lavoro locale (ad esempio: tecnici commer-
ciali, tecnici per il governo delle macchine automatiche, operatori specializzati dei
settori del commercio e del turismo, ecc.). Nella progettazione e nella gestione della
formazione si dovranno integrare sia le competenze tecniche del ruolo sia quelle tra-
sversali, contestualizzandole ai processi aziendali e settoriali. Per quanto attiene alla
formazione per i lavoratori occupati, le imprese chiedono interventi per:
- colmare, in parte, le lacune nella preparazione di base (informatica e lingua in-
glese);
- riqualificare i dipendenti sulle materie dove esistono obblighi di legge (sicurez-
za, ambiente, privacy);
- azioni mirate per fornire le necessarie competenze tecniche e trasversali per in-
trodurre le innovazioni nei diversi processi aziendali (bilancio, finanza, marke-
ting, logistica, comunicazione).
Comparando la domanda di professionalità rilevata nel presente monitoraggio e
l’offerta formativa erogata dalla Provincia con l’ultima programmazione del Fse,
questa volta in termini di qualifiche professionali e di fabbisogni formativi, risulta
quanto segue:
1. Nel commerciale / marketing si registra un deficit di offerta per figure tecni-
che commerciali per la vendita con capacità di interfacciarsi con i principali
processi produttivi aziendali e per esperti in comunicazione d’impresa e
brand (esempio account executive).
2. Nell’amministrazione troviamo una adeguata offerta di professionalità
nell’ambito della contabilità, dove si chiedono figure di medio profilo (ad-
detti alla contabilità generale e alle attività amministrative).
3. La produzione (industria, artigianato, edilizia) richiede sia tecnici che operai
specializzati; risultano critiche alcune figure per le quali l’offerta formativa
non è sufficiente a colmare il gap di professionalità, come ad esempio i tec-
nici per la conduzione di macchine a controllo numerico, tecnici meccanici,
tecnici impiantisti.
221
4. Nei servizi (artigianato, terziario avanzato e turismo) risulta una carenza di
professionalità per alcune figure critiche per i rispettivi settori di attività:
cuochi, maitre d’hotel, baristi specializzati, installatori di macchinari elettrici
ed elettromeccanici, tecnici termoidraulici, magazzinieri, tecnici informatici,
tecnici in computer grafica.
5. Nell’area qualità - ambiente - sicurezza la domanda di professionalità si o-
rienta verso figure emergenti sul territorio come ad esempio l’esperto in do-
motica, l’esperto in nuove fonti energetiche, il progettista per tecnologie non
inquinanti, il tecnico della sicurezza (ambientale e sul lavoro), il tecnico di
trattamento dei rifiuti industriali. L’offerta formativa, che copre in parte i
fabbisogni formativi del territorio, dovrebbe orientarsi sulla costruzione di
nuovi percorsi formativi per soddisfare questa domanda a medio termine.
I fabbisogni formativi per le persone occupate sono di duplice natura, dove una do-
manda consistente e diffusa si registra per:
1. Riqualificare le competenze trasversali (lavorare per obiettivi, comunicazio-
ne, problem solving) e linguistiche (inglese di base e avanzato)..
2. Aggiornare le competenze tecniche in quasi tutte le aree aziendali, con una
priorità formativa più elevata nelle aree seguenti:
• Produzione e Logistica;
• Amministrazione, Finanza e Controllo di gestione;
• Qualità, ambiente e sicurezza.
Rispetto alla domanda di riqualificazione monitorata, risulta una offerta formativa
provinciale dell’ultimo periodo di programmazione preso in considerazione, da raf-
forzare soprattutto nelle seguenti sub_aree:
1. Analisi di bilancio e controllo di gestione.
2. Strategie di marketing.
3. Il calcolo dei costi per la formulazione corretta dei prezzi.
4. La gestione del magazzino e delle scorte.
5. Organizzazione della produzione.
222
Le conclusioni
Sistema formativo e territorio La crisi economica ha evidenziato le criticità del sistema produttivo locale met-
tendo in difficoltà centinaia di micro e piccole imprese dell’artigianato e
dell’industria, appartenenti soprattutto ai settori che più dipendono dalle esporta-
zioni, come la meccanica e il mobile-arredo. Le aziende più strutturate che ave-
vano già introdotto innovazioni di processo o di prodotto significative (miglio-
ramenti nella commercializzazione e vendita, personalizzazione dei prodotti, più
qualità nei rapporti con i clienti, riposizionamento rispetto al mercato di riferi-
mento), risultano oggi meno in difficoltà e nonostante le contrazioni degli ordi-
nativi rimangono competitive sul mercato.
In particolare, dal nostro studio, risulta che alcune imprese capofila della mecca-
nica e del distretto del mobile-arredo hanno sostanzialmente tenuto le loro posi-
zioni rispetto alla crisi che si è manifestata nel 2008 e prevedono un consolida-
mento o una espansione del fatturato del 2010 rispetto a quello del 2009; si tratta
di aziende che in passato hanno investito nella Ricerca (nuovi prodotti o mercati)
e sul Capitale umano (formazione). Gli imprenditori di queste aziende capofila
hanno introdotto significative innovazioni che hanno modificato gli assetti orga-
nizzativi basati, in passato, sul ciclo ripetitivo “Produzione-Vendita- Produzione-
Vendita”, intervenendo ad esempio sugli aspetti della commercializzazione del
prodotto e della sua diversificazione in funzione di un maggiore orientamento al
cliente. Oggi la specificità del “saper fare” delle imprese pesaresi rimane fonda-
mentale, ma il problema risiede anche sulla dotazione ed acquisizione di compe-
tenze in grado di:
- sviluppare strategie di penetrazione dei mercati basate su politiche del marchio
e sulle reti di vendita;
- aumentare la cultura d’impresa mediante la valorizzazione del Capitale umano;
- introdurre nuove tecnologie (innovazione e ricercca);
- migliorare la Qualità in tutti i processi aziendali.
Lo sviluppo socio-economico del territorio richiede un cambiamento nell'ap-
proccio alla formazione professionale. Imprese, enti formatori, lavoratori e isti-
223
tuzioni devono contribuire sinergicamente a realizzare il nuovo sistema di ap-
prendimento, più flessibile e rispondente alle esigenze del mercato globale.
Il tema dell’evoluzione delle competenze va affrontato rispetto a vari piani di let-
tura, soprattutto va preso in considerazione il fatto che le caratteristiche di base
che avevano determinato in passato il modello di successo, hanno subito seri
contraccolpi per effetto di cambiamenti esterni: la concorrenza estera sempre più
forte, il processo di delocalizzazione delle imprese anche con investimenti in al-
tri paesi, i cambiamenti nei consumatori di riferimento, (i cui bisogni diventano
sempre più difficili da interpretare) e quelli intervenuti nel sistema distributivo.
Le priorità che emergono, rispetto ai contenuti dei processi formativi, suggeri-
scono di lavorare non solo sulle professionalità, ma soprattutto sui “saperi”, per
cui le competenze tecniche, ma anche le competenze trasversali delle imprese,
quelle che consentono al tessuto produttivo di crescere e quindi di migliorare
l’efficienza interna ed il rapporto delle aziende tra loro e con il mercato stesso.
La qualità dei processi formativi e la corrispondenza in uscita ai profili profes-
sionali richiesti dal mercato, sono gli elementi di base per proposte formative uti-
li all'occupazione dei giovani ed al territorio di riferimento.
Considerando gli aspetti strategici per il successo della formazione è necessario
annoverare, innanzitutto, la definizione puntuale del fabbisogno di formazione,
che spesso le stesse imprese non hanno la capacità di esplicitare in modo chiaro;
inoltre sarebbe auspicabile:
a. creare processi di formazione per innalzare i profili professionali e colmare il
gap rispetto alle nuove professionalità richieste e alle competenze specifiche
del ruolo;
b. favorire l’integrazione tra i sistemi formativi del territorio e il mondo delle
imprese per la realizzazione di esperienze formative di alto profilo che innal-
zino la formazione di base e al contempo aggiornino costantemente i profili
professionali prima che diventino obsoleti;
c. qualificare, anche mediante percorsi formativi da realizzare in parte nelle
Imprese (aziende capofila), gli interventi di formazione superiore finalizzati
alla crescita di quadri con elevata capacità tecnico-gestionali, in modo tale da
contestualizzare e integrare i saperi teorici in situazioni concrete di lavoro;
224
d. rafforzare le sinergie tra i Servizi pubblici per l’impiego, il sistema della for-
mazione professionale, le Università e le Imprese, al fine di riorientare e raf-
forzare i profili di chi cerca lavoro, anche in funzione della qualificazione
professionale acquisita nei corsi;
e. innovare profondamente i meccanismi, i processi ed i contenuti della forma-
zione, per orientarla verso l’obiettivo della formazione “mirata e flessibile”
che consenta di raggiungere elevati livelli formativi aggiornando costante-
mente le conoscenze professionali dei relatori (formazione formatori) in fun-
zione al reale e continuo cambiamento dei profili richiesti;
f. migliorare la qualità dei processi formativi erogati in ambito del Fse, inter-
venendo su alcuni punti ritenuti critici dal tessuto produttivo:
- accorciare i tempi che intercorrono tra l’emissione dei Bandi e l’erogazione
effettiva dei Corsi;
- rendere più agili i controlli formali relativi alla fase gestionale: diversi im-
prenditori lamentano l’eccessiva burocrazia;
- incrementare la qualità dei processi formativi rispetto alla docenza utilizzata;
- rivedere e riprogettare i percorsi formativi per i profili professionali strategici
per lo sviluppo del territorio, sia rimodulando i contenuti, sia aggiornandoli
rispetto ai fabbisogni professionali monitorati;
- introdurre in via sperimentale percorsi formativi per alcune qualifiche di me-
dio livello (ad esempio per figure specializzate nel governo delle macchine in
fase di produzione) che prevedano un periodo di apprendimento all’interno
di imprese dotate dei macchinari e delle tecnologie necessarie per sviluppare
le competenze specialistiche del ruolo.
225
Breve nota di sintesi
Dall’analisi della domanda di professionalità e competenze espressa dal territorio
ed orientata allo sviluppo, risultano alcuni punti fondamentali che delineano una
evoluzione del sistema verso nuovi modelli organizzativi.
Li riassumiamo sinteticamente:
1. La domanda di professionalità risulta orientata, in prevalenza, verso tre poli:
a. figure semi-qualificate: operai generici e di manovalanza, addetti alla
vendita al dettaglio, operatori del commercio e del turismo, operatori
della produzione, impiegati esecutivi, ecc.;
b. figure qualificate di medio livello: addetti alle macchine automatizzate,
manutentori, addetti alla contabilità, addetti alle vendite, operai specia-
lizzati - in alcuni casi con competenze polivalenti del "saper fare";
c. figure altamente qualificate: tecnici, progettisti, responsabili, esperti di
settore, tipiche dei processi di innovazione e di cambiamento. Soprat-
tutto tecnici che innescano i meccanismi di trasformazione e diventano
essenziali nelle relazioni fra mercato (in termini di stimolazione, pro-
mozione, vendita e marketing), innovazioni di prodotto e innovazione
di processo. La capacità fondamentale di queste figure tecniche è di ti-
po associativo, comunicativo e relazionale, bene messa in evidenza sia
dalle interviste agli opinion leader che dall’indagine presso le imprese.
Queste capacità sono fra l'altro i fattori critici di successo dell'impresa e
costituiscono le risorse cruciali per lo sviluppo richiesto; si tratta di fi-
gure critiche o emergenti, necessarie per il funzionamento del sistema o
per introdurre le opportune innovazioni di processo e/o di prodotto. In
questo quadro assume un ruolo fondamentale la formazione professio-
nale in quanto anticipa i fabbisogni del territorio per lo sviluppo, cre-
ando quelle professionalità che trainano il sistema verso nuovi modelli
produttivi.
226
2. La domanda di competenze tecnico strumentali per le figure medio alte –
tecnici o manager – segnala una evoluzione verso modelli ed assetti organiz-
zativi più flessibili, dove al sapere tecnico specialistico si affiancano le capa-
cità di interfacciarsi ad altre aree, interne all’azienda o esterne, con un sur-
plus di know-how trasversale che dà il valore aggiunto alla professionalità
considerata. Citiamo ad esempio figure come i tecnici commerciali o i tecnici
di prodotto che sanno adottare le opportune strategie di vendita e nello stesso
tempo si interfacciano con la progettazione e la produzione per contribuire a
migliorare la qualità del prodotto.
3. Le competenze trasversali - comunicazione, problem solving, lavorare in
team - dovrebbero far parte di ogni percorso formativo di qualificazione pro-
fessionale, cercando di calibrarle in funzione della qualifica e del ruolo pro-
fessionale, integrandole ai saperi specialistici.
4. Le imprese chiedono per i propri dipendenti (oltre allo sviluppo di abilità tra-
sversali, che risultano essere diffuse e rivolte ad una porzione consistente di
addetti) una riqualificazione nelle seguenti aree:
a. nell’area qualità / sicurezza / ambiente, soprattutto per i settori sotto-
posti a obblighi di legge (norme sulla sicurezza, norme igienico sani-
tarie, norme ambientali), ma anche in un’ottica di qualità dei processi
produttivi;
b. nei processi innovativi, per quanto riguarda le competenze tecni-
co/strumentali delle figure professionali che risultano strategiche, so-
prattutto nelle aree commerciale / marketing e produzione / progetta-
zione.
5. Il ricambio generazionale, la domanda di qualificazione e riqualificazione per
l’imprenditoria, costituiscono ancora un tema prioritario per lo sviluppo del
territorio. Le piccole imprese dell’artigianato, del commercio e dell’industria
(soprattutto a conduzione familiare), rappresentano una fetta consistente
dell’intero apparato produttivo pesarese: assume quindi una rilevanza strate-
gica formare la classe imprenditoriale che dovrà prendere il posto di quella
attuale. Così come è necessario supportare nell’avvio della attività imprendi-
toriale coloro che non possiedono gli strumenti necessari.
227
6. Commercio e Turismo risultano essere coinvolti da processi di innovazione
(anche in base ai piani di sviluppo programmati dalle Istitutioni territoriali) e
necessitano quindi di figure di medio alto profilo per introdurre e gestire le
nuove tecnologie e promuovere i propri servizi in un’ottica integrata di quali-
tà, efficienza, competitività (accoglienza, offerta integrata, promozione, ven-
dita).
7. Nell’ambito dei servizi sociali, in proiezione futura, abbiamo verificato una
richiesta per le seguenti figure specializzate:
a. operatori socio sanitari, con la capacità di adattarsi flessibilmente a
diversi contesti di lavoro (comunità):
b. assistenti socio sanitari con funzioni educative o di sostegno in istitu-
zioni scolastiche;
c. assistenti ed accompagnatori per disabili in istituzioni;
d. addetti alle comunità infantili.
Alcuni scenari per lo sviluppo I risultati dell’indagine delineano un sistema in rapida trasformazione, caratteriz-
zato dalla diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunica-
zione e da una forte competitività, che sollecita le imprese ad investire
nell’innovazione e nell’organizzazione, sia per ridurre i costi, sia per mantenere
o accrescere le quote di mercato. I nuovi scenari impongono alle imprese di do-
tarsi di una nuova cultura d’impresa e di una struttura organizzativa flessibile che
sia in grado di adattarsi velocemente ai cambiamenti e anticipare le tendenze del
mercato. In questo contesto, che sarà sempre più dipendente dai processi di kno-
wledge management, assumeranno sempre più rilievo le politiche formative e le
reti che ne supporteranno lo sviluppo presso i lavoratori e le imprese: Istituzioni,
Enti formatori, Università, Servizi per l’Impiego. Di fronte ad un cambiamento
così profondo nei bisogni del mondo del lavoro, i sistemi di formazione profes-
sionale si devono innovare sia nella natura che negli standard di competenze da
assicurare in uscita. La natura della formazione professionale assume il carattere
della continuità, e l’apprendimento di competenze professionali si espande su
tutto l’arco della vita (formazione permanente). Diventano fondamentali per le
228
aziende le competenze che permettono di gestire i lavori in modo integrato, ed in
particolare l’area della comunicazione risulterà sempre più strategica, sia come
sapere diffuso all’interno dell’azienda, sia come strategia aziendale verso
l’esterno per rendere più efficace e performante la commercializzazione dei pro-
pri prodotti. Date le esigenze pressanti delle imprese, su questi fronti vanno in-
tensificati ancora di più i rapporti di stretta collaborazione tra il mondo della
scuola e il sistema produttivo (imprese leader), affinché si costituisca la necessa-
ria “funzione di ponte” tra la domanda e l’offerta di lavoro per aiutarle ad inter-
cettare tempestivamente la crescita significativa di domanda di professionalità
strategiche per le imprese, soprattutto nelle aree disciplinari scientifico-
economiche. In questo scenario assume un ruolo fondamentale l’Ente locale, la
Provincia di Pesaro e Urbino, che attraverso le funzioni di propria competenza –
politiche formative e politiche attive per il mercato del lavoro – orienta e coordina
gli interventi sul territorio, promuovendo, ove possibile, esperienze di integrazione
tra il sistema dell’Istruzione, la Formazione Professionale, l’Università, il mondo
della ricerca, le Imprese del territorio.
La capacità di effettuare politiche efficaci per lo sviluppo del territorio dipende
dagli strumenti di analisi e di previsione del mercato del lavoro locale, basati sia
sulle ipotesi di sviluppo, sia sulla valutazione degli esiti delle azioni erogate per
colmare il gap di competenze tra domanda e offerta di professionalità. Il modello
adottato in questo progetto integra le risultanze del monitoraggio dei fabbisogni
formativi con la valutazione degli impatti occupazionali dei corsi di formazione
professionali erogati dalla Provincia sul territorio. Già in questa prima fase di
sperimentazione la ricerca, oltre a identificare le priorità formative del sistema,
ne evidenzia eventuali aree di criticità che scaturiscono dalla comparazione tra le
performance attese dai corsi erogati e gli effetti verificati, sia in termini di quan-
tità dell’occupazione creata, sia in termini di coerenza, stabilità e qualità del la-
voro. L’integrazione delle conoscenze strutturate sul mercato del lavoro, così
come evidenziate dal presente studio, potrà contribuire a migliorare l’efficacia
delle attività formative in ottica di allineamento delle competenze necessarie allo
sviluppo socio-economico del territorio.
229
ALLEGATO
LE SCHEDE DELLE PRINCIPALI
FIGURE PROFESSIONALI RICHIESTE
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Disegno tecnico industraile
Pregettazione meccanica
Modellazione
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale
Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per
progettare
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per
prototipare
CAD 2D/3D
Integrazione CAD/CAM
Grafica 2D e 3D
Office automation
Software specifici
Conoscenze specialistiche di lingue
straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Saper leggere un progetto e rappresentarlo graficamente
Essere in grado di eseguire il disegno meccanico completo, gestire la
distinta di base del pezzo da realizzare, programmarne le specifiche
tecniche, gestire le librerie grafiche e mettere a punto il progetto
meccanico definitivo prima dell'invio al reparto di produzione
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
Saper gestire macchinari
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Negoziazione
Gestione del tempo (time management)
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
DISEGNATORE TECNICO
Competenze relazionali
Competenze organizzative
Contenuti relativi alla mansione
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o computer
Informatica avanzata
Informatica di base
Mondo del lavoro
Conoscenze aziendali
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Conoscenze degli aspetti legati alla produzione delle energie, anche
in forme non tradizionali
Conoscenze dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli
edifici
Conoscenze del settore di riferimento
Legislazione inerente ai processi innovativi
Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per
progettare
Conoscenze relative all'uso di programmi specifici per vendita e-
commerce
Capacità di analisi
Senso critico
Saper effettuare controlli per la qualità
Installare attrezzature e macchine
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
Saper monitorare processi
Saper parlare e scrivere in modo efficace
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Lingue straniere di base Inglese
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Assertività
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Negoziazione
Come affrontare il cambiamento
Lavorare per progetti
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
ESPERTO IN BIOEDILIZIA
Competenze organizzative
Mondo del lavoro
Contenuti relativi alla
mansione
Conoscenze aziendali
Conoscenze relative all'uso
di macchinari specifici e/o
computer
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
Competenze relazionali
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Conoscenze degli aspetti legati alla produzione delle energie in
forme non tradizionali: pannelli solari, fotovoltaico, eolico,
biomasse
Legislazione inerente ai processi innovativi
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative alla gestione del personale e delle
risorse umane
Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o
computer
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per
progettare
Capacità di analisi
Senso critico
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Installare attrezzature e macchine
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper gestire risorse finanziarie
Saper monitorare processi
Saper parlare e scrivere in modo efficace
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Lingue straniere di base Inglese
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Assertività
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Team managing
Come affrontare il cambiamento
Gestione del tempo (time management)
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
ESPERTO IN NUOVE FONTI ENERGETICHE
Competenze organizzative
Mondo del lavoro
Contenuti relativi alla
mansione
Conoscenze aziendali
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
Competenze relazionali
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Strumenti e tecniche di sviluppo, verifica e
implementazioni di sistemi IT
Architettura di elaborazione dati distribuita
Sistemi informativi e sicurezza informatica
Strategie organizzative e sistemi IT correlati
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale
Reti e sistemi hardware
Linguaggio di programmazione C++
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
Saper applicare criteri di progettazione di sistemi di
elaborazione dati
Saper gestire le risorse umane
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Assertività
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Come affrontare il cambiamento
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Gestione del tempo (time management)
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
Informatica di base
Competenze relazionali
Competenze organizzative
Conoscenze aziendali
Mondo del lavoro
TECNICO ANALISTA INFORMATICO
Contenuti relativi alla mansione
Informatica avanzata
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Conoscenza delle terminologie tecnico-commerciali
Concetti fondamentali di marketing
Conoscenze del settore di riferimento
Legislazione inerente ai processi produttivi e commerciali
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o
computer
Conoscenze relative all'uso di programmi specifici per vendita e-
commerce
Informatica avanzata Office automation
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper gestire le risorse umane
Saper gestire risorse finanziarie
Saper ricercare nuove nicchie di mercato e definire le specifiche
tecniche del prodotto e servizio
Saper collaborare, con i colleghi impegnati nell'attività di ricerca e
sviluppo, progettazione, industrializzazione e controllo di gestione
Saper monitorare dinamiche di mercato e processi commerciali
Saper gestire e coordinare le fasi realtive alla vendita del prodotto
Saper parlare e scrivere in modo efficace
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Lingue straniere di base Conoscenza di una seconda lingua straniera tra le seguenti:
Tedesco, Francese, Spagnolo
Diritti e doveri dei lavoratori
Privacy
Sicurezza e antinfortunistica
Assertività
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Negoziazione
Team building
Coaching
Gestione del conflitto
Come affrontare il cambiamento
Gestione del tempo (time management)
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
Essere dotato di autonoma capacità organizzativa
TECNICO COMMERCIALE
Competenze relazionali
Competenze di Direzione
Competenze organizzative
Contenuti relativi alla mansione
Conoscenze aziendali
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Mondo del lavoro
Informatica di base
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Tecnologia dei metalli
Elementi di: Meccanica, tecnologia meccanica, elettromeccanica,
elettrotecnica
Elementi di disegno meccanico
Macchine utensili a controllo numerico
Caratteristiche attrezzi e utensili
Processi di lavorazione meccanici
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per
produrre
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer per
prototipare
Capacità di analisi
Lettura e comprensione disegno tecnico e meccanico
Controllo delle attrezzature
Saper utilizzare apparecchi di metrologia meccanica
Saper applicare procedure di monitoraggio funzionamento
macchine utensili
Saper manutenere strumenti, macchine
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
Saper gestire macchinari
Saper sorvegliare macchine
Saper applicare tecniche diagnostiche per rilevazione guasti
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper applicare procedure di sicurezza in produzione
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Lingue straniere di base Inglese
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
Essere dotato di autonoma capacità organizzativa
TECNICO MACCHINE CNC
Contenuti relativi alla mansione
Competenze relazionali
Competenze organizzative
Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o
computer
Informatica di base
Mondo del lavoro
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Marketing
Statistica
Customer care e CRM
Sistema distributivo e strategie di vendita
Tecnologie per la comunicazione
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative alla gestione del personale e delle
risorse umane
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Informatica avanzata Office automation
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Saper analizzare e monitorare processi e dinamiche di mercato e
interpretarne il trend (prodotto, concorrenza, posizionamento)
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper gestire le risorse umane
Saper gestire risorse finanziarie
Saper monitorare processi
Saper parlare e scrivere in modo efficace
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Negoziazione
Delega
Leadership
Come affrontare il cambiamento
Gestione del tempo (time management)
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
TECNICO DEL MARKETING
Competenze organizzative
Contenuti relativi alla mansione
Conoscenze aziendali
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
Competenze relazionali
Competenze di Direzione
Mondo del lavoro
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Disegno tecnico
Meccanica, metrologia d'officina, e proprietà meccaniche dei
metalli. Lavorazione dei metalli
Macchine utensili a controllo numerico e programmazione
CAM di tornitura, di fresatura, di tecnologie avanzate
Conoscere le norme UNI (regole internazionali per i disegni)
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer
per produrre
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer
per progettare
Conoscenze relative all'uso di macchinari specifici e/o computer
per prototipare
Grafica 2D e 3D
CAD 2D/3D
Integrazione di CAD/CAM
Programmazione macchine CNC
Reti
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper leggere un progetto e rappresentarlo graficamente con
l'ausilio dei sistemi CAD-CAM
Saper utilizzare i programmi del software specifico per passare
dalle simulazioni a video alla realizzazione del pezzo
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
Saper gestire macchinari
Saper monitorare processi
Saper parlare e scrivere in modo efficace
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Privacy
Sicurezza e antinfortunistica
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Negoziazione
Come affrontare il cambiamento
Gestione del tempo (time management)
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
CAD/CAM DESIGNER
Contenuti relativi alla mansione
Competenze organizzative
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
Conoscenze aziendali
Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o
computer
Informatica avanzata
Mondo del lavoro
Competenze relazionali
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Conoscenze dei principali strumenti di automazione d'ufficio e di
gestione di database
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale
Reti e sistemi hardware
Linguaggio di programmazione C++
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Essere in grado di pregettare, gestire, organizzzare sia reti locali di
piccole dimensioni che semplici siti internet
Essere in grado di fornire formazione, supporto e assitenza al
personale non tecnico dell'azienda per cui lavora
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
saper parlare e scrivere in modo efficace
Saper gestire le risorse umane
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Assertività
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Competenze di Direzione Leadership
Come affrontare il cambiamento
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Gestione del tempo (time management)
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
TECNICO INFORMATICO
Contenuti relativi alla mansione
Competenze organizzative
Informatica avanzata
Conoscenze aziendali
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
Mondo del lavoro
Competenze relazionali
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Strumenti tecnici di misurazione
Metodi di analisi e monitoraggio
Elaborazioni di statistiche in materia di sicurezza e controllo
ambientale
Legislazione in materia di ambiente e sicurezza
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Saper applicare tecniche di analisi e di controllo dei rischi nel ciclo
produttivo aziendale
Saper monitorare processi
Essere in grado di fornire formazione ai lavoratori sul tema della
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Privacy
Sicurezza e antinfortunistica
Assertività
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Come affrontare il cambiamento
Lavorare per progetti
Gestione del tempo (time management)
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
TECNICO DELLA SICUREZZA
Contenuti relativi alla mansione
Mondo del lavoro
Competenze organizzative
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
Competenze relazionali
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Chimica, Fisica, Biologia
Legislazione inerente la tutela ambientale
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative alla progettazione tecnica
Conoscenze aziendali relative a campionamenti in cantieri esterni
Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o
computer
Conoscenze relative all'uso di strumenti specifici per analisi di
laboratorio
Office access
Programmi di strumentazione
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Controllo delle attrezzature
Saper manutenere strumenti, macchine
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
Saper gestire macchinari
Saper monitorare processi
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Privacy
Sicurezza e antinfortunistica
Assertività
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Come affrontare il cambiamento
Lavorare per progetti
Gestione del tempo (time management)
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Informatica avanzata
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
Competenze relazionali
TECNICO DELL'AMBIENTE
Contenuti relativi alla mansione
Conoscenze aziendali
Mondo del lavoro
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
La distribuzione e la vendita dei prodotti/servizi sui mercati esteri
Tecniche di controllo vendite
Legislazione inerente gli scambi commerciali con paesei extra UE,
regolamenti doganali
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali relative alla gestione del personale e delle
risorse umane
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o
computer
Conoscenze relative all'uso di programmi specifici per vendita e-
commerce
Office automation
Applicativi gestionali per l'attività commerciale
Inglese Av.
Saper utilizzare le lingue straniere in modo funzionale all'ambito di
riferimento
Capacità di analisi
Senso critico
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper gestire le risorse umane
Saper parlare e scrivere in modo efficace
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Lingue straniere di base Conoscenza di una seconda lingua straniera tra le seguenti:
Tedesco, Francese, Spagnolo
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Negoziazione
Team building
Come affrontare il cambiamento
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Gestione del tempo (time management)
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
Mondo del lavoro
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Competenze organizzative
Competenze relazionali
Informatica di base
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
OPERATORE ALLE RELAZIONI COMMERCIALI
Informatica avanzata
Conoscenze aziendali
Contenuti relativi alla mansione
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Elettronica, elettrotecnica, termodinamica
Principali tecnologie, prodotti e sistemi di integrazione
Impiantistica civile e industriale
Fondamenti di componentistica domotica
Tecnologie di controllo, tipologie di cablaggio
Legislazione inerente gli impianti civili e industriali
Conoscenze del settore di riferimento
Conoscenze aziendali Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Conoscenze relative all'uso di macchinari per il collaudo dei sitemi
domotici instalati
Conoscenze relative all'uso di macchinari per valutare le
performance dei sitemi domotici instalati
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Saper configurare, installare e gestire un sistema domotico
Saper gestire attrezzature,strumenti,materiali
Saper gestire macchinari
Saper monitorare processi
Saper effettuare controlli per la qualità
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper selezionare strumenti
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Privacy
Sicurezza e antinfortunistica
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Negoziazione
Come affrontare il cambiamento
Gestione del tempo (time management)
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
ESPERTO IN DOMOTICA
Competenze organizzative
Contenuti relativi alla mansione
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Conoscenze relative all'uso di
macchinari specifici e/o
computer
Informatica di base
Mondo del lavoro
Competenze relazionali
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Psicologia della comunicazione
Tecnologie della comunicazione e canali comunicativi
Geografia turistica, enogastronomia del territorio
Storia, cultura e folklore
I servizi turistici
Elementi di marketing, tecniche di promozione e vendita
Legislazione inerente il diritto nazionale, comunitario e del turismo
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Informatica avanzata Office automation
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Saper applicare tecniche di analisi di dati di mercato
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper gestire le risorse umane
Saper gestire risorse finanziarie
Saper monitorare processi
Saper parlare e scrivere in modo efficace
Windows
Internet e posta elettronica
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Privacy
Sicurezza e antinfortunistica
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Motivazione
Negoziazione
Gestione del conflitto
Leadership
Come affrontare il cambiamento
Gestione del tempo (time management)
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Problem solving e decision making
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
Competenze organizzative
Contenuti relativi alla mansione
Conoscenze aziendali
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
ESPERTO IN PROMOZIONE TURISTICA
Mondo del lavoro
Competenze relazionali
Competenze di Direzione
AREE IDENTIFICATE PRINCIPALI COMPETENZE SPECIFICHE SEGNALATE
Processi e sistemi di gestione aziendale
Vision 2000 e le norme ISO
Misura della soddisfazione del cliente
Conoscenze del settore di riferimento
Legislazione inerente i processi produttivi
Conoscenze aziendali relative al lavoro d’ufficio
Conoscenze aziendali relative al processo commerciale aziendale
Conoscenze aziendali relative alla produzione
Conoscenze aziendali relative ai servizi ai clienti e alle persone
Applicativi specifici per il monitoraggio e la misurazione del
prodotto/servizio
Applicativi specifici per il monitoraggio e la misurazione della
soddisfazione del Cliente
Conoscenze specialistiche di
lingue straniere
Inglese Av.
Capacità di analisi
Senso critico
Essere in grado di valutare e prendere decisioni
Saper effettuare controlli per la qualità
Saper monitorare processi
Saper parlare e scrivere in modo efficace
Internet e posta elettronica
Windows
Word
Excel
Diritti e doveri dei lavoratori
Sicurezza e antinfortunistica
Avere capacità di ascolto
Avere capacità di comprensione degli altri
Comunicazione
Lavorare in gruppo
Negoziazione
Assertività
Delega
Gestione del conflitto
Come affrontare il cambiamento
Gestione del tempo (time management)
Lavorare per processi
Lavorare per progetti
Saper risolvere problemi complessi
Saper risolvere problemi imprevisti
PROGETTISTA DELLA QUALITA'
Competenze organizzative
Contenuti relativi alla mansione
Conoscenze aziendali
Informatica avanzata
Capacità attinenti al ruolo
professionale (skills)
Informatica di base
Mondo del lavoro
Competenze relazionali
Competenze di Direzione