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La riduzione dei rifiuti e lo scambio dei giochi Di mano in mano il riuso diventa un gioco Progetto di educione ambientale 2016-2017 Facciamo la ca giusta

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La riduzione dei rifiuti e lo scambio dei giochiDi mano in mano il riuso diventa un gioco

Progetto di educazioneambientale2016-2017

Facciamo la cosa giusta

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Il concetto di riuso

PER PRIMA COSA… IMPARIAMO A RIUTILIZZARE!

Riuso è una parola molto importante in ambito di sostenibilità, è un valore fondamentale per costruire una società che rispetta l’ambiente e le risorse che questo ci offre, che non spreca e non inquina, nella quale le persone sappiano adottare stili di vita sostenibili. Una società che sa riutilizzare gli oggetti è una società in armonia con la natura che la circonda, che si pone in netto contrasto con una società di tipo consumistico.

Non a caso “Riusare” è una delle 4 “Erre” della strategia promossa dall’Unione Europea, insieme a “Ridurre”, “Riciclare” e “Recuperare energia” che abbiamo già visto nelle precedenti schede didattiche.

Cosa si intende con il termine “riuso”?Il riuso si basa sul reimpiego di un oggetto che a noi non serve più e che può trovare una nuova vita. Questo può avvenire in due modi differenti:

• l’oggetto può essere utilizzato da altre persone che ne hanno bisogno. In questo modo il suo impiego viene prolungato nel tempo, allontanando il momento nel quale si trasforma in rifiuto.

• viene considerata “riuso” anche la pratica che consiste nel cambiare l’utilizzo dell’oggetto (o di materiali di scarto) che vogliamo buttare. Al posto di gettarli possiamo dar loro nuova vita, variandone l’utilizzo e la destinazione. Così ad esempio una scatola da scarpe può diventare un contenitore per prodotti di bellezza, un vecchio pneumatico può diventare una fioriera, un vasetto di vetro può dar vita a un lumino, ecc.

RIUSO E RICICLO: DUE CONCETTI DIVERSI.

Riusare e riciclare sono due concetti diversi, che implicano un diverso utilizzo dell’oggetto in questione:• riusare significa usare di nuovo oppure dare nuova vita a un oggetto, mantenendo intatte la sua

forma e le sue caratteristiche;• riciclare significa invece recuperare le materie prime con cui era fatto un determinato oggetto,

separando i vari materiali di cui è composto e sottoponendoli ad alcune lavorazioni in modo che possano essere di nuovo utilizzati per creare nuovi oggetti in materiali riciclati.

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PASSAMI AD UN AM

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Negli ultimi decenni, purtroppo, di “riuso” non si è sentito parlare molto spesso, ma da un po’ di anni a questa parte la sensibilità di molti è profondamente cambiata e questa pratica si sta diffondendo sempre più. Il riuso degli oggetti ha, infatti, molteplici vantaggi (ambientali, sociali e anche economici); vediamoli assieme:

• vantaggi ambientali: il riuso allunga il ciclo di vita dei prodotti. Riutilizzando gli oggetti si evita di acquistarne di nuovi: questo permette di risparmiare numerose risorse (materie prime ed energia) che servirebbero per la produzione di nuovi prodotti. Inoltre non gettare un oggetto significa non produrre rifiuti.

• vantaggi sociali: se invece di buttare via gli oggetti che non usiamo più (ma che sono ancora in buono stato), li mettiamo a disposizione di chi ha bisogno, allora il riuso assume anche un valore aggiunto: il valore sociale della condivisione, dello scambio e di relazione interpersonale. Il riuso diventa quindi il simbolo di una società che si oppone al consumismo e che conosce il valore delle cose.

• vantaggi economici: saper riutilizzare gli oggetti, inoltre, fa risparmiare denaro perché evita l’acquisto di nuovi prodotti.

Ma riutilizzare significa anche saper riparare! Invece di buttare un oggetto solo perchè è rotto, proviamo invece a pensare se può essere riparato. Pensiamo ad esempio alle biciclette, ai vestiti, ma anche ad alcuni giocattoli, sono tutti oggetti, il più delle volte, facilmente riparabili.

Il riuso permette uno sviluppo e una crescita sostenibile, evitando l’aumento della produzione di merci.

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FESTA NAZIONALE DEL RIUSO

Il riuso degli oggetti è uno degli obiettivi posti dalla normativa italiana ed europea in materia di gestione dei rifiuti. Diffondere questa pratica diventa quindi anche un comportamento favorevole nei confronti della salvaguardia dell’ambiente. In quest’ottica è nata la Festa Nazionale del Riuso, ideata dal franchising Mercatino e diffusa in ambito nazionale, che si svolge di consueto l’ultimo week end di settembre.Si tratta di una manifestazione nel corso della quale si potranno acquistare, in oltre 170 mercatini diffusi su tutto il territorio nazionale, ogni sorta di oggetti usati, contribuendo in tal modo al loro riciclo e riutilizzo oltre che a trasformarli in una fonte di reddito ed in una modalità creativa di lavoro.Per questo quindi, per il significato ecologico, oltre che economico, che la manifestazione sottende, essa ha ricevuto l’adesione ed il beneplacito delle maggiori associazioni ambientaliste italiane.Per gli acquirenti può essere l’occasione per trovare di tutto un po’, compreso qualche simpatico mobiletto antico da riutilizzare in casa anche con una funzione diversa da quella originaria e in un contesto completamente diverso da quello per il quale era destinato originariamente.Partecipare all’evento, però, non vuol dire necessariamente recarvisi come acquirenti. È infatti possibile anche partecipare come venditori, se si hanno in casa oggetti di cui è necessario disfarsi, magari per carenza di spazio, e che si preferisce non destinare alla discarica.I partecipanti alla manifestazione avranno inoltre la possibilità di aderire gratuitamente all’associazione Mondo del Ri-Usare che porta avanti la filosofia dell’attenzione all’ambiente, della tutela della natura e del futuro delle giovani generazioni.

Per informazioni: https://www.facebook.com/events/528123514029176

ALCUNE RIFLESSIONI SULL’IMPORTANZA DI NON GETTARE GLI OGGETTI

La società consumista non sa sfruttare le potenzialità del riuso. Quanti giocattoli possiedono i bambini di oggi? Sicuramente molti di più di quelli che possedeva un bambino di cinquant’anni fa. Molto spesso, però, l’attenzione dei bambini è catturata solo per breve tempo da un certo giocattolo: appena in televisione trasmettono la pubblicità di qualcosa di nuovo, subito si stancano di quello che hanno, cambiando idea e desiderando altri prodotti.Questo non succede solo con i giocattoli per bambini, la stessa cosa si può notare nei comportamenti degli adulti: quante volte capita di cambiare telefono cellulare solo perchè è uscito un nuovo modello che ci piace di più, invece che sostituirlo solo quando si rompe? Quante volte acquistiamo gadget inutili solo perchè restiamo affascinati da martellanti spot pubblicitari?In questo modo non facciamo altro che riempirci di oggetti, che spesso risultano superflui. Questo fenomeno così diffuso nella società moderna, ha un nome: si chiama consumismo. Vivere in una società consumista significa acquistare di più di quello che ci serve soltanto perché ci piace in quel momento.Questo stile di vita (che viene accentuato anche dai messaggi che ci vengono veicolati dalla pubblicità) non è però sostenibile: provoca consumi eccessivi, uno spreco enorme di risorse naturali e la produzione di quantità elevate di rifiuti.Ecco perché dobbiamo cercare di limitare questa tendenza: come? Ad esempio, prendendoci cura dei nostri oggetti, dei nostri giochi e anche del materiale scolastico. E poi, quando acquistiamo qualcosa di nuovo, dobbiamo imparare a fare delle valutazioni sugli oggetti, riflettendo bene sul loro vero valore e sul loro reale bisogno.

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IL CONSUMO CRITICO

Il consumismo, nella sua forma più accentuata, può portare a consumi compulsivi, cioè all’acquisto di merci sotto l’impulso dato dalla pubblicità, dal marketing, dalla confezione del prodotto, ecc. E abbiamo già visto come questo genere di comportamenti portino alla produzione di sprechi e rifiuti.Esiste però un’alternativa al consumo compulsivo: si tratta del consumo critico (o consapevole): significa rivolgere la propria attenzione a determinati prodotti che possiedono certe caratteristiche, in termini di qualità e rispetto per l’ambiente. Il consumatore critico sa riconoscere e preferisce i prodotti che possiedono certi requisiti di sostenibilità ambientale.Anche nell’acquisto dei giocattoli si possono mettere in pratica i principi del consumo critico: ad esempio, invece di giocattoli in plastica, si può preferire l’acquisto di quelli in legno o in stoffa, più ecologici (bambole in tessuto, trenini, ecc.), o comunque non contenenti materiali nocivi per l’ambiente.Ma un consumatore consapevole sa anche che molte volte sono proprio i giochi più semplici ad essere quelli più stimolanti: i giochi “da inventare”, come ad esempio le costruzioni, possono essere creati e ricreati nel tempo e diventare ogni volta un gioco nuovo, mettono in moto la fantasia molto di più rispetto ai giochi “già fatti”, che magari sono belli da vedere ma che spesso, dopo qualche giorno, finiscono in un angolo perchè non interessano più.

Lo sai che...Esiste una fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili: “Fa’ la cosa giusta”. Nata nel 2004 da un progetto della casa editrice Terre di mezzo ha la finalità di far conoscere e diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche” di consumo e produzione e di valorizzare le specificità e le eccellenze, in rete e in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale.All’interno della Fiera hanno luogo moltissime iniziative come: mostra mercato di prodotti e servizi con moltissimi espositori, eventi, laboratori, incontri, presentazioni, degustazioni, spettacoli con eventi per tutte le fasce d’età, convivialità e servizi: nursery, spazio bimbi, ristorazione e occasione di relazione, formazione e scoperta per i volontari e le scuole.

Fonte: http://falacosagiusta.org

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Il barattoIO LO DO A TE, TU LO DAI A ME

Anche il baratto è una buona abitudine, anche se non molto praticata nelle società consumistiche (che non sanno riconoscerne il valore). Il baratto però ci permette di recuperare molti oggetti, per darli a chi ne ha bisogno invece di gettarli via.Come funziona il baratto? Si tratta sostanzialmente di uno scambio: io do a te un bene, e in cambio tu dai qualcosa a me. Nel baratto non si usa denaro, perciò non si dà un valore monetario alla merce, ma semplicemente le si attribuisce un valore “qualitativo”, basato sul bisogno.Il baratto presenta un valore aggiunto rispetto all’acquisto di nuovi prodotti, un valore educativo, proprio perché si tratta di una forma sostenibile di circolazione dei beni.

IL BARATTO NELLA STORIA: DAL BARATTO ALLA MONETA.

Prima che venisse inventata la moneta, gli uomini si scambiavano le merci esclusivamente ricorrendo al baratto. Nelle primissime forme di vita sociale, le persone scambiavano ciò che riuscivano a produrre in eccedenza, per ottenere altre merci che invece mancavano.In questi scambi non interveniva in alcun modo il denaro. Il baratto costituisce quindi la prima forma di commercio. Ma quali erano i prodotti che venivano scambiati? Nell’antichità erano oggetto di scambio soprattutto i prodotti della terra, e venivano scambiati in base al bisogno e alle differenze di produzione dei vari soggetti coinvolti. Mano a mano che all’interno di una comunità ci si specializzava in una determinata produzione o mansione, tanto più il baratto assumeva una forma complessa.Ma come veniva deciso cosa e che quantità scambiare? Uno dei criteri con i quali si effettuavano gli scambi era la quantità di forza lavoro necessaria a produrre un certo prodotto. Da qui si è poi passati a una forma più evoluta di baratto: nello scambiarsi la merce si è cominciato a utilizzare una prima forma di moneta, la merce-moneta. La merce-moneta era in sostanza un bene che tutti apprezzavano, perchè serviva a soddisfare le esigenze primarie. Questi beni erano grano, sale, bestiame, pellicce, ecc.Il passaggio successivo nell’evoluzione dal baratto alla moneta avviene nel II millennio a.C.: in questo periodo l’uomo primitivo comincia a utilizzare i metalli, che diventano ben presto anche misura di scambio: si utilizzavano come valore di scambio sia i metalli lavorati (gioielli, armi, oggetti, ecc.), ma anche i metalli grezzi a peso, in forma di lingotti. Ciò determina il passaggio dalla merce-moneta al metallo-moneta. E’ un passaggio lento, anche perchè il metallo-moneta comincia ad assumere sempre più importanza con lo sviluppo dei commerci esterni.In questo periodo la difficoltà di incontrarsi per effettuare lo scambio cominciava a farsi sempre più evidente. Nascono così i primi luoghi di incontro, i mercati, e comincia a farsi strada la necessità di trovare una misura costante ed equa per stabilire il valore delle merci. Nasce così la moneta.

“Solo perché una cosa non fa ciò che tu ti aspetti, non signifi ca che sia inutile”.

Thomas Alva Edison

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SCAMBIAMOCI I LIBRI!

Lo scambio di libri è ormai un’attività che ricopre un interesse a livello nazionale. Anche in Italia si è consolidata da anni questa bella iniziativa, il Book Crossing, che consiste proprio nello scambio a titolo gratuito di libri. L’iniziativa è particolarmente interessante e funziona in modo piuttosto originale: i libri oggetto di scambio vengono dotati di un codice numerico, è possibile perciò seguire il loro percorso mentre passano da lettore a lettore. Il Book Crossing si basa su una serie di iniziative completamente volontarie e gratuite, l’idea di base è quella di lasciare i libri nell’ambiente urbano, in modo che possano essere ritrovati da altri lettori e poi proseguire il viaggio.Per aderire all’iniziativa è necessario dotare i volumi di un codice e per seguire il percorso del libro si può consultare il sito www.bookcrossing-italy.com. Nel sito si possono trovare tutte le indicazioni per aderire e anche le recensioni sui libri.

UNA PAROLA INGLESE PER DIRE BARATTO: SWAPPING!

Soprattutto grazie a Internet il baratto è diventato una pratica molto popolare. Lo scambio attraverso forum e piattaforme online viene spesso chiamato con un termine inglese, swapping, che significa scambio. Questa forma di baratto è molto informale: generalmente si tratta di singole persone o gruppi di persone che si spediscono degli oggetti, basando lo scambio esclusivamente sulla fiducia reciproca.I siti attraverso i quali mettersi in contatto spesso sono completamente gratuiti. In questo modo ci si possono scambiare i beni più disparati: abbigliamento, CD e DVD, ma anche oggetti fatti a mano dagli stessi partecipanti al baratto.

COSA POSSIAMO SCAMBIARCI CON IL BARATTO

Sono davvero molti gli oggetti che si possono barattare: tutto quello che non ci serve più, o che non usiamo più, può essere oggetto di scambio.Si possono barattare:• i giochi che utilizzavamo quando eravamo più piccoli e che ora invece non usiamo più;• i mobili vecchi, che abbiamo deciso di sostituire (ma che sono ancora in buono stato);• i vestiti che non ci vanno più bene (anche questi devono essere in buono stato);• anche gli oggetti creati da noi possono essere scambiati

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DOVE POSSIAMO METTERE IN PRATICA IL BARATTO

Abbiamo visto che uno dei luoghi migliori per scambiarsi oggetti è Internet.Ma esistono anche altri modi per scambiarsi oggetti; i luoghi in cui è possibile offrire degli oggetti in cambio di altri sono numerosi. Ad esempio:• mercatini dell’usato: sono molti i mercatini dell’usato nelle nostre città, dove si possono portare degli

oggetti che non si usano più e scambiarli, ma anche venderli a piccoli prezzi

• bancarelle nelle piazze: molte volte nelle piazze dei nostri Comuni vengono allestite bancarelle dove si possono acquistare o scambiare alcuni oggetti

• in rete con l’ausilio dei moltissimi siti, forum e anche applicazioni scaricabili nello smartphone

Il baratto è una pratica sostenibile, sotto diversi aspetti:• ci insegna a dare il giusto valore alle cose, facendoci capire che una cosa che a noi non serve più non deve

necessariamente essere gettata, può invece essere utile a qualcun’altro;• ci permette di non creare ulteriori rifiuti e di “salvare” molti oggetti;• barattando si entra in relazioni con altre persone, e si apprezza l’importanza della condivisione.

UNA FORMA PARTICOLARE DI BARATTO: LE RETI DI OSPITALITÀ

Non solo gli oggetti… si può barattare anche un posto letto!

Grazie ad alcune associazioni, chiamate reti di ospitalità, attraverso le quali le persone si possono scambiare gratuitamente posti letto (anche in cambio di piccoli lavori svolti a titolo gratuito), per brevi periodi, ma anche durante le vacanze. Queste associazioni, anche grazie a Internet, sono attive addirittura a livello mondiale, e permettono di pernottare gratuitamente invece di dover pagare la stanza in albergo. Ad utilizzare le reti di ospitalità sono soprattutto giovani, studenti e viaggiatori, che in questo modo hanno la possibilità di spostarsi senza dover per forza spendere una fortuna. Un esempio tra tutti è quello di www.couchsurfing.com attualmente il sito di rete sociale ad ospitalità con il maggior numero di utenti attivi.

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LA SETTIMANA DEL BARATTO

Soggiornare in B&B in cambio di beni o servizi: dal 2008 si può grazie alla Settimana del Baratto, un appuntamento atteso dai viaggiatori italiani.L’entusiasmo per le precedenti edizioni dell’iniziativa ha fatto aumentare le strutture aderenti ad oltre ottocento, tanti sono i B&B (affiliati al portale www.bed-and-breakfast.it) che accettano il Baratto tutto l’anno.

La Settimana del Baratto Si tiene circa a metà del mese di novembre: per una settimana l’ospite e il gestore sono svincolati dal pagamento in denaro e privilegiano l’aspetto umano dell’ospitalità.Avete già qualche idea per partecipare o siete in cerca di ispirazione? Sul sito www.settimanadelbaratto.it troverete la Lista dei Desideri dei B&B partecipanti che potranno inserire la loro richiesta all’interno di una delle categorie proposte. Le Proposte di Baratto dei Viaggiatori saranno visibili sul sito e, a scelta del viaggiatore, anche sul proprio profilo Facebook.Navigare all’interno del sito è come essere dentro un mercato virtuale dove si incontrano la domanda e l’offerta e da cui attingere moltissime idee di Baratto. Dalle lezioni private alla realizzazione di siti internet, dal giardinaggio alla manutenzione dell’impianto elettrico: non mettete freni alla vostra creatività che incontrerà sicuramente la disponibilità delle strutture aderenti alla Settimana del Baratto. Volete scambiare una vecchia giacca di pelle? Avete una collezione di CD o DVD che non entra più nel vostro monolocale? Preparate delle ottime conserve e marmellate o dei formaggi tipici? Perfetto! Portateli ai gestori di un B&B che, in cambio, vi offriranno un weekend di ospitalità.Qualche volta per incontrare persone nuove sotto il segno della fantasia e della complicità, si può anche fare a meno del portafoglio e non pensare allo spread!

Fonte: www.settimanadelbaratto.it

Il baratto tutto l’anno!Baratto, che passione! Non limitare la tua voglia di viaggiare con questa formula solo alla Settimana del Baratto: oltre ottocento strutture hanno scelto di praticare la formula “Camera con Baratto” tutto l’anno o in altri periodi dell’anno. Sulla scia della Settimana del Baratto è nato Barattobb.it, il primo sito italiano dedicato al baratto di soggiorni, alloggio e colazioni. Il sito Barattobb.it aggrega tutti i B&B disponibili a barattare un soggiorno compreso di colazione per tutto l’anno, al di fuori dell’evento ufficiale che si svolge ogni anno a novembre.

Fonte: http://www.barattobb.it

Siti per approfondire e provare a barattare:• http://www.zerorelativo.it• http://www.coseinutili.it• http://www.barattobb.it• http://www.reoose.com• http://baratto.occhiaperti.net

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LA BENEFICENZA

Se a me non serve, te lo regalo.Capita spesso che nelle nostre case ci siano oggetti superflui, che non usiamo più o addirittura nuovi ma che non ci servono. Allora perchè non regalarli a chi ne ha bisogno?Gli oggetti che più vengono richiesti sono l’abbigliamento e le scarpe, ma anche i giocattoli per bambini possono essere donati in beneficenza. Come fare?Esistono molte associazioni di beneficenza che organizzano giornate di raccolta di vestiti e altri oggetti usati per poi distribuirli a chi ne ha bisogno.Ma anche i libri possono essere regalati! Molte biblioteche accettano di raccogliere libri usati: li metteranno poi a disposizione di tutta la comunità, oppure si occuperanno di distribuirli ad associazioni, asili, ospedali pediatrici, ecc.Un’altra idea, se a casa abbiamo degli oggetti nuovi che non ci servono, è di donarli alle pesche di beneficenza che spesso si organizzano nei nostri Comuni, il ricavato in genere viene devoluto a favore dei cittadini più bisognosi o investito in progetti di beneficenza.

BENEFICENZA PER CHI HA FAMELegge del Buon Samaritano: non sprecare cibo è possibile

La “Legge del Buon Samaritano” (Legge n 155, entrata in vigore il 16 luglio del 2003) promossa dalla Fondazione Banco Alimentare onlus, ha reso possibile l’avviamento di programmi di donazione e quindi di recupero degli alimenti in eccedenza della grande distribuzione organizzata e della ristorazione.Questa legge ha permesso la nascita del progetto Siticibo della Fondazione Banco Alimentare onlus grazie al quale sono state recuperate enormi quantità di alimenti freschi e cucinati dalle mense, dalla ristorazione, dal catering e dalla grande distribuzione. è stata pensata per incoraggiare le donazioni di cibo pronto e non consumato anche nell’ambito della ristorazione collettiva che altrimenti verrebbe gettato, e per facilitare l’attività delle organizzazioni che distribuiscono pasti e generi alimentari, agli indigenti, in modo gratuito. La norma equipara il “consumatore finale” alle Onlus che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita ai bisognosi sollevandole da tutti quegli adempimenti burocratici che, di fatto, complicano l’assistenza agli indigenti.In pratica, le Onlus che recuperano cibo, per esempio, dalla ristorazione organizzata per consegnarlo alle persone indigenti non sono tenute all’osservanza delle norme sulla sicurezza dei prodotti alimentari, perché equiparate al consumatore finale.Ciò non significa che, venendo semplificati gli obblighi normativi, vengano meno le buone prassi osservate per il trattamento dei cibi cotti e freschi. Anzi, l’individuazione e l’applicazione delle corrette procedure per il recupero di alimenti riveste di responsabilità ciascuno dei soggetti coinvolti, ma con una nuova e più alta veste morale che deriva proprio dalla libera e spontanea adesione alla cultura del dono e del recupero del cibo.

Fonte: http://www.bancoalimentare.it/

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I nostri giocattoli

I GIOCATTOLI NELLA STORIA

Con che cosa hanno giocato i bambini nel corso della storia?Fin dall’antichità i bambini hanno utilizzato giocattoli e fatto giochi a volte simili a quelli con cui ancora oggi si gioca. Ad esempio, già nell’antica Roma e nell’antica Grecia si giocava con l’altalena, con la corda, con l’aquilone, ecc. Anche il gioco dei birilli è molto antico, si giocava a questo gioco già millenni fa!Come facciamo a sapere queste cose? Nei dipinti e nelle statuette ritrovate grazie agli scavi archeologici si vedono bambini che giocano a moscacieca, a nascondino, che si rincorrono, o che giocano a dadi (che venivano chiamati però astragali).Ma nell’antichità si giocava anche con oggetti di uso quotidiano, riprodotti in miniatura (proprio come ora si gioca con le macchinine e i trenini). Si trattava soprattutto di armi e aratri, di animali da trainare, carrettini, ma anche di rudimentali bambole.Altri giochi a cui si giocava sia nell’antichità che nel medioevo, erano le biglie, il cerchio e il bastone.I cambiamenti in fatto di giocattoli si cominciano a vedere con l’avanzare le conoscenze tecnologiche: cominciano a comparire i primi negozi nei quali gli artigiani costruiscono appositamente oggetti in miniatura per i bambini, le bambole cominciano ad avere un loro corredo vestiario, ecc. Anche i giochi da tavolo cominciano a diffondersi: carte, tombola, gioco dell’oca, stampe di figurine, ecc., fino ad arrivare ai giocattoli come li conosciamo oggi, sempre più automatizzati e in grado di fare diversi movimenti e suoni.

DIVERTIRSI CON POCO E CONDIVIDERE

Senza andare troppo indietro nel tempo, anche i nostri nonni, e addirittura i nostri genitori, si divertivano con poco se consideriamo invece la quantità di giochi che abbiamo al giorno d’oggi.Spesso si giocava assieme, all’aria aperta, condividendo i giochi e ritrovandosi in luoghi comuni, come piazze e cortili. Spesso erano giochi costruiti con materiali di scarto, trovati in casa, regalati da falegnami, sarte, ecc. Si giocava con poco, anche con materiali di recupero come sassi, tappi di bottiglia, a prevalere era la fantasia! Ma soprattutto, i giochi dei nostri nonni erano praticamente a costo zero, ed erano giochi ai quali si giocava in tanti, tutti assieme e non individualmente.Anche oggi possiamo dare vita di nuovo ai giochi dei nostri nonni, per tenere viva la tradizione e fare in modo che i giochi “poveri” non vengano dimenticati.

Ma come si divertivano i nostri nonni? Con che cosa giocavano? Possiamo chiedere loro di raccontarcelo!

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Attività di reporting L’ECOREPORTER

I ragazzi dopo aver affrontato insieme il tema proposto nella scheda didattica, possono verificare se quanto hanno letto avviene effettivamente anche nella zona in cui vivono.La classe si trasformerà in una redazione di giornale, allo scopo di realizzare degli articoli, ma volendo anche un vero e proprio giornalino, in cui verranno raccontate situazioni virtuose o situazioni che possono essere migliorate che vengono messe in pratica nel proprio territorio.Si potranno individuare diversi soggetti della zona e chiedere loro di essere intervistati sul tema (vedi intervista tipo sotto riportata, dalla quale prendere spunto). Si possono intervistare genitori, vicini di casa, ma si possono individuare anche altri soggetti, come associazioni di beneficenza, ecc.Le interviste possono essere corredate da foto o altra documentazione, proprio come fossero un vero e proprio articolo di giornale. Se si hanno i mezzi, si può pensare di realizzare anche un video.

Intervista sui giochi d’una voltaSi possono intervistare i nonni o altre persone anziane sui giochi d’una volta.• Con cosa giocavi quando eri piccolo/a?• Come funzionavano i giochi che possedevi?• I giochi si compravano o si costruivano?• Possedevi tanti giochi o pochi?• I giochi si usavano in comune con i propri fratelli e sorelle?• Con chi giocavi?• Ti ricordi se c’era un gioco con il quale ti divertivi di più?• Dove giocavi?• Avevi tanto tempo per giocare?

Intervista sul baratto, riuso, donazione di giochi (e non solo)Intervista da fare alle associazioni del territorio che si occupano di raccolta di oggetti usati, ecc.• Come si chiama la vostra associazione?• Di cosa si occupa?• Che cosa raccogliete?• Sono molte le persone che vi portano le loro cose usate?• Vi arrivano molti giochi?• Che tipo di giochi raccogliete?• A chi li date una volta raccolti?

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GIOCATTOLI ULTRAIMBALLATI

Nella sostenibilità legata ai giocattoli va considerato anche il loro confezionamento, più propriamente detto: packaging.Il packaging è una componente fondamentale dell’industria dei giocattoli: protegge i prodotti e comunica il loro valore ai potenziali acquirenti. Tuttavia l’imballaggio per l’industria dei giochi ha un problema d’immagine: da molti è percepito come mera spazzatura non sostenibile, e un fastidio per il consumatore che, dopo l’apertura della confezione, deve differenziare l’imballaggio in maniera corretta per la raccolta differenziata e spesso viene messo in crisi dai mille diversi tipi di parti di cui è composto. Sono disponibili sul mercato esempi di design intelligente di imballaggi, dove il packaging diventa parte integrante del prodotto. Un eccellente esempio di design che non solo abbina un intelligente approvvigionamento, protezione del prodotto ed efficacia di display, ma anche un efficientissimo post-utilizzo, eliminando la gestione dei rifiuti, in quanto non c’è alcuna necessità di differenziare l’imballaggio.*

Fonte: Price Waterhouse Coopers

“Le lamentele da parte dei consumatori che il packaging dei giocattoli è inutile, o è ingombrante spazzatura, o è troppo difficile da gestire nella raccolta differenziata, non dovrebbero essere accolte con indifferenza o ignorate, ma dovrebbero invece essere prese come un segnale per il settore: si rende necessario per le aziende produrre packaging efficiente che sia più eco-friendly.L’imballaggio è un elemento molto importante per il settore dei giocattoli e focalizzandosi sull’efficienza, dall’approvvigionamento, al design fino all’utilizzo post-acquisto, l’industria dei giocattoli può comunicare meglio il suo valore ai consumatori.”

Liz Wilks Direttore Stakeholder Engagement Asia Pulp & Paper

E a scuola cosa possiamo fare per ridurre gli sprechi?LA MIA ECOSCUOLA

All’interno della classe o a scuola si possono svolgere diverse attività per sensibilizzare i bambini sul tema dello scambio dei giochi.Di seguito proponiamo alcuni spunti dai quali partire, tutti adattabili alla vostra realtà scolastica.

Riciclo sì, creativo è meglio!Per dimostrare ai ragazzi come sia possibile ottenere oggetti utili dai materiali di scarto, non vi è modo migliore che coinvolgerli direttamente in qualche semplice attività di riciclo creativo. Alcune attività si prestano ad essere effettuate anche in classe, sono facili da eseguire e consentono di ottenere prodotti immediatamente fruibili dai bambini. Gli scarti cartacei ad esempio possono essere trasformati in fogli e cartoncini da utilizzare come biglietti d’auguri, carta da lettere o quanto la fantasia può suggerire.

Fonte: Censis

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Attività di riciclo creativoPER DIVERTIRSI BASTA POCO!

In classe si può provare a costruire i giocattoli che usavano i nostri nonni, e imparare così che per divertirsi non serve avere tante cose, ma semplicemente un po’ di fantasia e voglia di creare assieme ai nostri amici. I bambini in questo modo possono riscoprire il valore delle cose semplici e del riuso di materiali di scarto, ricostruendo i giocattoli che si usavano una volta.

Per svolgere questa attività si può chiedere l’aiuto dei nonni (ma anche delle persone anziane del paese), che possono dare indicazioni ai bambini sul materiale da procurarsi e su come costruire i giochi.A gruppi, i bambini avranno il compito di chiedere ai nonni o alle persone anziane alcune informazioni sui giochi con cui giocavano: quali materiali utilizzavano, dove li procuravano, come costruivano i giochi, ecc.Poi, si potranno recuperare i materiali (i bambini possono portare a scuola quello che trovano in casa) e provare a costruire i giochi di una volta.Non solo giocattoli fisici, si può anche chiedere ai nonni quali erano i giochi che facevano con i loro amici. I bambini possono farsi raccontare le regole e poi spiegarle ai loro compagni; in classe (anche durante l’ora di educazione fisica) si può provare a rifare il gioco.Per raccontare l’esperienza anche alle altre classi, si possono realizzare dei cartelloni da appendere nelle aree comuni della scuola dove vengono descritti giochi e giocattoli dei nonni.

Costruiamo da soli i nostri giocattoli, con i materiali di recupero!Non solo i giochi dei nonni: i bambini possono anche mettere a frutto la loro fantasia in maniera totalmente libera, per realizzare da sé i loro giocattoli usando materiale di recupero. Per farlo, per prima cosa si dovrà chiedere ai bambini di recuperare il materiale necessario per creare i giochi: possono chiedere ai genitori di lavare e mettere da parte vasetti in plastica (ad esempio quelli dello yogurt), scatole di cartone di pasta e cereali, flaconi di detersivo, ecc. Tutti questi materiali verranno portati a scuola e assieme, i bambini potranno divertirsi a creare i giocattoli più svariati del tutto originali.Gli spunti dai quali partire sono numerosi: con i flaconi di detersivo si possono realizzare automobili e animali fantastici; con le scatole di cartoncino si possono realizzare dei giochi da tavolo, ecc.Una volta realizzati i giochi, si può anche pensare di realizzare un’esposizione nell’atrio della scuola, di modo che tutte le classi possano vedere quanto è stato fatto e prendere spunto.

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Attività di osservazionePRIMA, ORA E POI: da dove viene, cos’è diventato e cosa potrebbe diventare

Indicazione: Si può proporre ai ragazzi la seguente attività come compito per casa, fotocopiando o riproponendo alla lavagna lo schema sottostante.

Osservando i rifiuti che produciamo giornalmente possiamo fare un viaggio nel tempo suddividendo la vita dell’oggetto in tre diversi periodi iniziando dalla condizione attuale di rifiuto:

COS’ERO COSA SONO COSA POSSO DIVENTARE

Es. Albero Rotolino di carta igienica finita Porta cellulare

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Attività di scambio e barattoLA GIORNATA DEL BARATTO E L’ANGOLO DELLO SCAMBIO.

Per cercare di comunicare ai bambini il valore della condivisione e per insegnare che gli oggetti che a loro non servono più possono tornare utili a qualcun’altro, si può provare a organizzare una festa del baratto a scuola, per scambiarsi giocattoli, libri e altri oggetti.La prima cosa da fare sarà chiedere ai bambini di raccogliere da casa gli oggetti che non usano più. Si potranno comunque stabilire delle regole su quali oggetti recuperare: in linea generale, si può far presente ai bambini che gli oggetti raccolti dovranno essere in buono stato, puliti e funzionanti. I giocattoli e gli altri oggetti potranno essere raccolti dagli insegnanti e messi a disposizione di tutti per essere scambiati. Questa iniziativa può essere svolta all’interno della classe, ma si può coinvolgere anche tutta la scuola.Allo stesso modo, si può decidere se organizzare un’unica giornata del baratto o se tenere aperto un mercatino o un angolo dello scambio (da allestire in un’area comune della scuola) per un periodo più lungo; si può anche pensare di coinvolgere i genitori per tenere aperto il mercatino.Nel caso i bambini raccolgano dei giochi un po’ rovinati, che hanno bisogno di qualche manutenzione, si può chiedere la collaborazione di nonni e genitori per sistemare i giocattoli prima che questi vengano messi a disposizione di tutti.Se nella scuola o nel Comune è presente una biblioteca, si può anche chiedere la collaborazione dei bibliotecari.

Definizione delle regole per un corretto meccanismo di scambioAffinchè la giornata del baratto o l’angolo dello scambio si possano svolgere nel migliore dei modi, assieme agli insegnanti bisognerà che i bambini stabiliscano delle regole del baratto. Possono pensare di realizzare un cartellone con le regole, da appendere in un’area comune in modo che sia visibile a tutte le classi che partecipano all’iniziativa.

Di seguito alcuni spunti per la redazione delle regole:• indicare quali sono gli oggetti di cui è vietato lo scambio, ad esempio generi alimentari, animali,

oggetti pericolosi, ecc.;• indicare le modalità di partecipazione (per la classe o per i singoli bambini): le classi o gli alunni

interessati a partecipare potranno presentare la richiesta di partecipazione, compilata con le caratteristiche dell’oggetto o degli oggetti che si vogliono esporre;

• dovrà essere redatto un elenco degli oggetti disponibili, che dovrà essere aggiornato ogni volta che viene portato un nuovo oggetto;

• dovrà essere predisposta un’area per l’esposizione;• gli insegnanti dovranno assicurarsi che gli oggetti siano in buono stato;• tutto quello che si porta deve essere registrato, così come quello che si prende;• ogni bambino potrà prendere una sola cosa;• nel caso dell’angolo del riuso, si dovranno stabilire degli orari durante i quali i bambini possono

accedere alla zona in cui sono esposti gli oggetti.

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Attività praticaSWAP DI NATALE

Prendendo spunto da quanto detto sopra, un’ottima occasione per mettere in pratica una buona abitudine di scambio dei giochi in classe potrebbe essere il Natale. Si può organizzare all’interno della classe uno Swap Natalizio magari l’ultimo giorno prima delle vacanze. Le regole potranno essere concordate in classe in modo che i giocattoli abbiano più o meno tutti lo stesso valore, che potrebbe andare dalla sorpresa dell’ovetto a un libro già letto. I regali andranno impacchettati e numerati, i numeri verranno scritti su dei biglietti di carta, piegati ed estratti a sorte.