68
La riproduzione La riproduzione agamica agamica Prof.R. Andrei agamica agamica nelle piante nelle piante prof. Riccardo Andrei

La Riproduzione Agamica Nelle Piate

Embed Size (px)

DESCRIPTION

agamica

Citation preview

  • La riproduzioneLa riproduzione

    agamicaagamica

    Prof.R. Andrei

    agamicaagamica

    nelle piantenelle piante

    prof. Riccardo Andrei

  • PROPAGAZIONE DELLE PIANTE

    La propagazione delle piante avviene secondo due indirizzifondamentali:

    per via sessuata o gamica detta riproduzioneriproduzione;;

    per via asessuata o agamica o vegetativa detta moltiplicazionemoltiplicazione; per via asessuata o agamica o vegetativa detta moltiplicazionemoltiplicazione;

    LA RIPRODUZIONELe piante si riproducono attraverso il seme, che il prodotto dellunione tra il gamete maschile e quello femminile: questo tipo di riproduzione si chiama gamaica o sessuata. In condizioni pedoclimatiche adatte il seme germina.

    prof. Riccardo Andrei

  • Le tecniche di moltiplicazione agamicaLe tecniche di moltiplicazione agamica

    LeLe tecnichetecniche cheche pipi frequentementefrequentemente sisi impieganoimpiegano perper lalapropagazionepropagazione agamicaagamica delledelle piantepiante sonosono::

    Talea;

    prof. Riccardo Andrei

    Propaggine; Margotta; Innesto; Micropropagazione;

  • TALEALa talea una porzione di organo vegetativo di piante, lunga daqualche centimetro a qualche decina di cm, che posta in favorevolicondizioni emette radici e germogli e forma cos una nuova pianta. Letalee, in relazione alla posizione nelle piante da cui vengonoprelevate, si distinguono in : taleatalea didi ramoramo: la pi comunemente usata nelle specie arboree; taleatalea didi fogliafoglia: pi comunemente impiegata in alcune piante da taleatalea didi fogliafoglia: pi comunemente impiegata in alcune piante daornamento

    taleatalea didi radiceradice: usata in alcune specie da fruttoLe talee di ramo si distinguono in : erbaceeerbacee: quando sono ricavate da germogli ancora erbacei semilegnosesemilegnose: quando provengono da germogli gi parzialmentelignificati; legnoselegnose:: quando sono formate da porzioni di ramo prelevate nelperiodo invernale prof. Riccardo Andrei

  • Talea legnosa fogliareTalea legnosa fogliare

    barbatella prof. Riccardo Andrei

  • ANATOMIA DELLA RADICAZIONELA TALEA FORMA E ESTROFLETTE I PRIMORDI RADICALI, I QUALI

    SI ORIGINANO DA CELLULE PARENCHIMATICHE CHERIACQUISTANO CAPACITA MERISTEMATICA

    LE FASI DELLA RADICAZIOE: INDUZIONE DIFFERENZAZIONE DEI PRIMORDI ESTROFLESSIONE.

    CALLO: TESSUTO CICATRIZIALE PARENCHIMATICO ALLA BASEDELLA TALEA CHE OSTACOLA LINGRSSO DEI PATOGENI EFUNGHI.

    POTERE RIZOGENO: LE PIANTE ARBOREE SI POSSONODISTINGUERE IN TRE GRUPPI:

    o PIANTE CHE RADICANO FACILMENTE, ABBOZZI RADICALIPREFORMATI, SALICE, PIOPPO;

    prof. Riccardo Andrei

  • o PIANTE CHE SOLO IN ALCUNE SITUAZIONI FORMANO GLI ABBOZZI RADICALI: VITE E OLIVO

    o PIANTE CHE RADICANO CON MOLTA DIFFICOLTA, LA MAGGIOR PARTE DEI FRUTTIFERI. SI DEVE RICORRERE AD ALTRE FORME DI PROPAGAZIONE (INNESTO, PROPAGGINE, MARGOTTA)

    FISIOLOGIA DELLA RADICAZIONE

    prof. Riccardo Andrei

    LA RADICAZIONE E FAVORITADA FATTORI

    ORMONALI

    NUTRIZIONALI

    AMBIENTALI

  • FATTORI ORMONALI

    AUXINE:stimolano la formazioneDegli abbozzi e allungamento radici

    citochinineImportante il giusto equilibrio con

    le auxine

    prof. Riccardo Andrei

    le auxineCitochinine: schiusura gemme

    Auxine: buona radicazione ma.

    Gibberelline: ruolo contraddittorio

    Ormoni inibitori ostacolano laRizogenesi, sono idrosolubili

    Dilavati con limmersione della Talea in acqua

  • NUTRIENTI:

    Lo stato e i trattamenti

    La carenza di macro e microelementi (P,K, Ca, Mg,) ostacola la radicazione.

    Importante un equlibrato rapporto C/NI carboidrati favoriscono la radicazione, ma ostacolano il germogliamento.

    Radicano meglio le talee di piantemadri in buon stato nutrizionale e inforte attivit vegetativa. TrattamentiLo stato e i trattamenti

    Epoca di prelievo. Varia con la spp. , dallannata e zona. In molte caducifoglie il prelievo avviene nel periodo invernale o inizio primavera

    prof. Riccardo Andrei

    forte attivit vegetativa. Trattamentiormonali e d eziolamento

  • La miglior radicazione avviene :- Con rami di un anno- Con rami a legno rispetto a rami afiore- Talee munite di porzione di ramo di 2 o pi anni

    (magliolo)- Presenza di foglie e gemme: producono ormoni e s.

    nutritive importanti per la radicazione- Polarit la parte base della talea deve essere immersa

    nel substrato e non viceversa- Topofisi: impiegando talee di succhioni si ottengono

    piante con spiccate attitudini vegetative

    prof. Riccardo Andrei

  • TALEA LEGNOSA

    TALEA DA RAMOSCELLO TALEA DA FOGLIAprof. Riccardo Andrei

  • prof. Riccardo Andrei

  • CONDIZIONI CHE FAVORISCONO LA RADICAZIONE

    Per facilitare la radicazione delle talee si usano tecniche di forzatura capaci di esaltareo di stimolare la neoformazione radicale delle taleeTali tecniche sono:

    INCISIONI, LAVAGGI,BASSE TEMPERATURE, FUNGHI ECTOMICORRIZICI- IL RISCALDAMENTO BASALE : una tecnica che viene utilizzata per le taleelegnose (prive di foglie). Le talee sono piantate in appositi bancali nei quali ilsubstrato viene mantenuto ad una temperatura di 20 25

    - si utilizzano serpentine in cui circola acqua calda, o resistenze elettriche.

    - IL TRATTAMENTO CON FITOREGOLATORI (ORMONI) consiste neltrattare le talee delle specie che non radicano con facilit. Di solito questi preparati, inpasta , liquidi o polverulenti, vengono applicati alla base delle talee. La forma liquida la pi usata in quanto risulta pi precisa la determinazione della concentrazione delprincipio attivo. Auxine NAA, e IBA-

    - I SUBSTRATI DI RADICAZIONE: La natura del substrato di radicazione svolgeanchesso un ruolo importante per il buon esito della radicazione. I substrati usati, siain forma singola che in miscuglio sono: sabbia, torba, si possono usare anche substratipreparati.

    prof. Riccardo Andrei

  • prof. Riccardo Andrei

  • NEBULIZZAZIONE: per talee semilegnose o erbacce, consiste nel somministrare alle talee acqua finemente nebulizzata al fine di ridurre la traspirazione e la temperatura della talea.

    Lacqua viene spruzzata ad intermittenza, molto utilizzata per alcuni fruttiferi quali actinidia , olivo ciliegio ecc.

    prof. Riccardo Andrei

  • PROPAGGINELa propaggine consiste nellinterramento di un ramo affinch sviluppi radicimentre questo si trova ancora unito alla pianta madre.

    Praticamente la propaggine si ottiene incurvando un ramo della pianta che sivuole moltiplicare, in modo da interrarlo per un certo tratto e far s che essoemetta radici mentre la parte fuori terra emetta germogli. Si parla di propagginepropagginesemplicesemplice quando si interra la parte intermedia del ramo, lasciando emergerelapice (si ottiene un solo individuo)

    Propaggine sempliceprof. Riccardo Andrei

  • Mentre la propaggine si dice multipla quando da ununica pianta madre si vogliono ottenere pi individui contemporaneamente.

    Propaggine multiplaprof. Riccardo Andrei

  • Infine abbiamo la propaggine di trincea che ancora usata nel vivaismo perprodurre portinnesti. Si comincia con la messa a dimora delle barbatelle chevengono messe a dimora inclinate a 45 in solchi piuttosto larghi e profondi.Dopo che le piante hanno vegetato liberamente per un anno, si scava dal latodellinclinazione una trincea, poi si piega la pianta allinterno dello scavo.Successivamente, seguendo la crescita dei germogli, si ricopre gradatamente lafossa con la terra, in modo da provocare leziolamento alla base dei germogli. Inautunno si pu rimuovere il terreno ed asportare le barbatelle, lasciando un ramoogni 30 cm, per fornire nuove barbatelle lanno successivo.

    La propaggine per trincea viene utilizzata con successo nella propagazione delLa propaggine per trincea viene utilizzata con successo nella propagazione delNocciolo e del Ciliegio ma soprattutto portinnesti clonali del MELO E PERO

    prof. Riccardo Andrei

  • MARGOTTAMARGOTTA

    Scelto un ramo da far radicare, si incide con un coltello ben affilato e pulitola corteccia asportando un anello di altezza pi o meno uguale al diametrodel ramo; tolta la corteccia, si sparge sulla parte scortecciata un ormoneradicante e lo si circonda con terriccio o sfagno o torba .Il tutto va ricopertoda materiale plastico trasparente per la conservazione dell'umiditnecessaria e per osservare la formazione delle radici. Dopo un temponecessaria e per osservare la formazione delle radici. Dopo un tempovariabile ( secondo le essenze), il cartoccio sar pieno di radici, allora sipotr separare il ramo dalla pianta madre e porlo a dimora o in vaso conterriccio adeguato.Il periodo ideale per eseguire una margotta maggio-giugno, periodo in cuile temperature sono sensibilmente aumentate; la temperatura, infatti,insieme all'umidit costante, e l'entrata in vegetazione della pianta sono ifattori principali per la buona riuscita di una margotta.

    prof. Riccardo Andrei

  • MARGOTTA AEREA

    prof. Riccardo Andrei

  • LE TECNICHE DI PROPAGAZIONE PER INNESTO

    Linnesto un metodo di moltiplicazione agamica che consiste nellunire fra loro, in mododurevole, parti vegetative provenienti da piante diverse, in modo da costituire un unicoindividuo. Le parti che costituiscono linnesto si chiamano ((biontibionti)).. La pianta che forniscele radici viene chiamata soggettosoggetto oo portinnestoportinnesto; la parte dellaltra pianta che vieneaccostata al portainnesto o inserita in esso per fornire la chioma viene detta marzamarza oo nestonesto

    AffinchAffinch lunionelunione (attecchimento)(attecchimento) delledelle duedue partiparti sisi verifichiverifichi regolarmenteregolarmente necessarionecessariocheche sisi realizzanorealizzano alcunealcune condizionicondizioni fondamentali,fondamentali, ee ciocio::

    -- cheche esistaesista affinitaffinit frafra ii duedue biontibionti;; questaquesta ilil pipi delledelle voltevolte determinatadeterminata dalladalla vicinanzavicinanza-- cheche esistaesista affinitaffinit frafra ii duedue biontibionti;; questaquesta ilil pipi delledelle voltevolte determinatadeterminata dalladalla vicinanzavicinanzabotanicabotanica ,, valevale aa diredire cheche didi solitosolito laffinitlaffinit massimamassima frafra lele varietvariet appartenentiappartenenti allaalla stessastessaspeciespecie

    -- cheche esistanoesistano condizionicondizioni didi temperaturatemperatura ee didi umiditumidit adatteadatte alal tipotipo didi innestoinnesto;;

    -- cheche ogniogni tipotipo didi innestoinnesto siasia effettuatoeffettuato nellanella stagionestagione opportunaopportuna;;

    -- cheche sisi applichiapplichi lala marzamarza sempresempre rispettandonerispettandone lala polarit,polarit, ciocio lala posizioneposizione cheche essaessa avevaavevasullasulla piantapianta dada cuicui statastata prelevata,prelevata, concon lele gemmegemme rivolterivolte versoverso laltolalto

    -- cheche subitosubito dopodopo lesecuzione,lesecuzione, alal puntopunto didi innestoinnesto venganovengano applicateapplicate lele protezioniprotezioni adatteadatte aafavoriefavorie lattechimentolattechimento

    prof. Riccardo Andrei

  • Motivi per cui linnesto cos diffuso

    Propagare cultivar

    Regolare la vigoria, longevit, precocit

    Favorire lambientamento al terreno e clima

    Resistenza ai parassiti e malattie

    Migliorare limpollinazione

    prof. Riccardo Andrei

  • Influenza del portinnesto sulla marza

    Vigoria: disponibilit di diversi portinnesti con diversa vigoria: nanizzanti (M9 M27) media vigoria (M106) vigorosi (M111 Franco)

    Precocit: collegata alla vigoria: pi vigorosi e pi tardi entrano in produzione;

    Durata: durata e vigoria sono collegate: piante deboli sono in genere poco longeve;

    Adattamento pedo-climatico: Adattamento pedo-climatico: ai terreni sciolti, argillosi, umidi, calcarei, acidi. Resistenza al freddo (Pirus ussuriensis)

    Resistenza ai parassiti: Pesco. Portinnesti Hansen sono resistenti ai nematodi Meloydogene. Melo portinnesti MM resistenti allafide lanigero

    Assorbimento elementi nutritivi: M9 maggior assorbimento di N, Ca, Mg. LSO4 nella vite maggior assorbimento di K rispetto ad altri

    Fasi fenologiche: il portinnesto pu influenzare sulle diverse fasi dal germogliamento alla maturazione. I portinnesti deboli anticipano la fioritura.

    prof. Riccardo Andrei

  • prof. Riccardo Andrei

  • I TIPI DI INNESTOI tipi di innesto sono molto numerosi ed i pi importanti sono : innestiinnesti aa gemmagemma

    innestiinnesti aa marzamarza

    1. Innesti a gemma, dove si utilizzano delle porzioni di corteccia con almenouna gemma (generalmente queste sono prelevate da una marza) questo tipo diinnesto di uso molto frequente e nella maggior parte dei casi possiedeunaltissima percentuale di riuscita. Di solito viene praticato al colletto, circanei primi 20 cm dal piede del soggetto, o comunque sempre piuttoso in basso.

    Gli innesti possono essere fatti in due diversi momenti:Gli innesti possono essere fatti in due diversi momenti:

    A fine primavera, gemma vegetante

    A fine estategemma dormiente

    Sono distinti in base alla forma del nesto:

    - Ad occhio o a scudetto

    - A pezza o a toppa

    - Alla maiorchina

    - A scheggia o Clip buddingprof. Riccardo Andrei

  • INNESTO A SCUDETTO

    INNESTO ALLA MAIORCHINA

    Impiegato per drupacee e pomacee in vivaioNesto ricavato da rami vigorosi con 2 tagliPortinnesto inciso con 2 tagli a TDopo lattecchimento il portinnesto tagliato 5-7 cm sopra linnesto

    Impiegato per la vite in vivaioNesto ricavato da rami vigorosi con 2 tagliPortinnesto inciso per formare un incastroGeneralmente a gemma dormiente

    prof. Riccardo Andrei

  • Ad occhio o a scudetto

    Il nesto provvisto diuna gemma, unaporzione di corteccia eun po di legno; sulportainnesto si effettuaunincisione a T dellaunincisione a T dellacorteccia, si inserisce loscudetto e si schiudelincisione mediantelegaturara

    prof. Riccardo Andrei

  • INNESTO A TASSELLO O PEZZA

    INNESTO A ZUFOLO O ANELLO

    Impiegato su olivo, noce e kakiPu essere utilizzato sia con gemma dormiente che con gemma vegetante

    Impiegato su piante con difficile attechimento (Kaki, fico, noce, vite)Si effettua a maggio

    prof. Riccardo Andrei

  • A pezza o a toppaIl nesto ha forma rettangolare ed provvisto di unagemma e una porzione di corteccia; sul portainnestosi asporta unanaloga porzione di corteccia e siinserisce la pezza

    prof. Riccardo Andrei

  • INNESTO A SCHEGGIA O CHIP BUDDING

    Impiegato per pomacee in vivaioNesto ricavato da rami misti vigorosi con 2 tagliPortinnesto inciso per formare un incastroSi pu effettuare anche quando il soggetto non in succhioTecnica messa a punto in tempi relativamente recenti nella stazione sperimentale di East Malling

    prof. Riccardo Andrei

  • Alla maiorchina simile a quello a scudetto ma il nesto tagliato con forma ovale schiacciata da ambo i lati e sul portainnesto viene asportata una parte di corteccia di forma analoga, in modo da incastrare il nesto sopra e sotto.

    prof. Riccardo Andrei

  • A scheggia o Chip buddingSi applica in particolare alla Vite, a gemma vegetante (fine inverno). Lo scudetto, fornito di una porzione di legno, deve avere uno spessore, nella parte inferiore, di circa 3 mm, e una lunghezza di 2-3 cm. Il taglio nel portainnesto deve consentire l'incastro dello scudetto alla base.

    prof. Riccardo Andrei

  • Ad anelloMediante il coltello a doppia lama si ricava una striscia di corteccia di nesto, alta circa 3 cm, con al centro una gemma ben formata.Si stacca una striscia di corteccia, identica, sul portainnesto, risparmiando una piccola porzione verticale che serve per assicurare la circolazione della linfa; poi si inserisce l'anello e si lega.

    prof. Riccardo Andrei

  • Innesti a marza,Sono quegli innesti nei quali il nesto (chiamato anche marza o

    calma) costituito da una porzione di ramo lignificato provvisto di due tre gemme. Sono distinti in base al tipo di collegamento che viene creato tra la marza e il portainnesto:

    SPACCO (no drupacee, si pratica linnesto a corona ) periodo durante il riposo fine febbraio

    A CORONA si pratica durante la ripresa vegetativa marzo aprile;

    - AD INTARSIO O AD INCASTRO - AD ARCO - A PONTE - DI RINVIGORIMENTO MICROINNESTO

    prof. Riccardo Andrei

  • spacco comune, con una o pi marze; a spacco terminale;

    a spacco inglese semplice;DIVERSI INNESTI A

    prof. Riccardo Andrei

    a spacco inglese semplice;

    a doppio spacco inglese;

    a sella;

    a cavallo laterale;

    a sperone;

    DIVERSI INNESTI A SPACCO

  • INNESTO A SPACCO COMUNE

    FASI Si capitozza il soggetto e vi si apre una fenditura

    diametrale di pochi cm ; La marza, lunga una decina di cm e con due gemme, ha

    lestremit inferiore sagomata a cuneo che viene immessa nello spacco;lestremit inferiore sagomata a cuneo che viene immessa nello spacco;

    Se il soggetto ha un diametro molto superiore della marza, si possono usare anche 2 3 marze sempre sagomate a cuneo.

    SVANTAGGI: provoca ampie lesioni, che lasciano cavit allinterno del portinnesto che facilitano linsediamento di malattie e parassiti.

    prof. Riccardo Andrei

  • Innesto a spacco pieno

    prof. Riccardo Andrei

  • INNESTO A SPACCO PIENO

    prof. R. Andrei 38

  • Innesto a spacco diametrale

    prof. Riccardo Andrei

  • Innesti a spacco ingleseDOPPIO SPACCO

    SEMPLICE

    prof. Riccardo Andrei

  • INNESTO A DOPPIO SPACCO INGLESE

    prof. R. Andrei 41

    Impiegato su materiale di diametro limitato (1 cm) I 2 bionti devono avere il medesimo diametroImpiegato sulla vite

  • INNESTO A SPACCO VUOTO

    prof. Riccardo Andrei

    Impiegato su materiale di diametro limitato (1-2 cm) I 2 bionti devono avere il medesimo diametro

  • INNESTO A SPACCO LATERALEPENNA

    prof. R. Andrei 43

    Tipico dellolivo. Si pratica a maggio, capitozzando il selvatico,

    praticando unincisione corticale e inserendo una piccola

    talea provvista due foglie

  • Innesti a spacco laterale

    prof. Riccardo Andrei

  • Innesto a SELLALa parte inferiore della marza

    tagliata a penna

    A CAVALLO

    LA MARZA SPACCATA, IL

    SOGGETTO TAGLIATO A CUNEO

    prof. Riccardo Andrei

  • Periodo febbraio, o in autunno. adatto per piante nelle quali, a causa della struttura irregolare del legno, difficile ottenere una fenditura netta.La marza, lunga 10-20 cm e fornita di 2-3 gemme, si foggia a cuneo, con superfici diverse: la pi ampia verso l'esterno, subito sotto a una gemma.Si innesta al piede oppure su una branca.Il soggetto si taglia a 5 cm dal terreno.Si estraggono dei "cunei" lunghi 10 cm e profondi 3, quindi si inseriscono le marze (3 o 4), si lega e si protegge.

    A triangolo o ad incastro

    (3 o 4), si lega e si protegge.Si pu praticare l'innesto anche sulle branche

    prof. Riccardo Andrei

  • INNESTO A TRIANGOLO

    prof. R. Andrei 47

  • INNESTI A CORONA O SOTTOCORTECCIA

    Da preferirsi per le drupacee e gli agrumi Praticato in primavera pi avanzata rispetto le tecniche a spacco, in quanto richiede che il portinnesto sia in vegetazione, per cui la corteccia si stacchi facilmente dal legno La marza deve avere le gemme ferme, quindi essere prelevata in precedenza e conservato in

    prof. R. Andrei 48

    essere prelevata in precedenza e conservato in frigorifero ( gemme ferme) Marza, 10 12 cm e con 2-3 gemme ha la parte basale sagomata a V; nel soggetto capitozzato si solleva la corteccia per inserirvi la marza o le marze (2-3) fra corteccia e legno;Con corteccia poco elastica si pu praticare fenditura

  • INNESTO A CORONA

    prof. Riccardo Andrei

  • Innesto a corona

    prof. Riccardo Andrei

  • Innesto laterale a becco di luccio

    prof. Riccardo Andrei

  • prof. Riccardo Andrei

  • INNESTI AL TAVOLO

    OMEGA INCASTRO MULTIPLOCELERINA

    prof. R. Andrei 53

  • Innesti ad arco

    prof. Riccardo Andrei

  • Innesti a ponte

    prof. Riccardo Andrei

  • INNESTI A PONTE

    Lintermediario deve avere affinit sia con il portinnesto che con il nestoUno o pi intermediari fungono da ponte tra

    prof. R. Andrei 56

    da ponte tra portainnesto e nesto bypassando linnesto non pi efficiente

  • Innesto di rinvigorimento

    prof. Riccardo Andrei

  • SOVRAINNESTI

    Per risolvere problemi di disaffinit si pone un intermediario tra soggetto ed oggetto. Lintermediario deve avere affinit sia con il portinnesto che con il nesto

    prof. R. Andrei 58

    A DOPPIO SCUDO

  • SOVRAINNESTI

    prof. R. Andrei 59

    SOVRINNESTO DISETANEOAgosto: Innesto di una gemma dormiente su un ramo di un anno dellintermediarioFine inverno: preparazione della marza bimembreInserimento della marza nel portainnesto

  • SOVRAINNESTI

    prof. R. Andrei 60

    SOVRINNESTO COETANEOFine inverno: preparazione con innesto al tavolo della marza bimembreInserimento della marza nel portainnesto

  • REINNESTI

    prof. R. Andrei 61

  • Gli attrezzi e i materiali necessari per lesecuzione degli innesti

    Coltelli: lattrezzo pi importante per linnestatore rimane comunque il coltello; un tipodi coltello da innesti molto comune quello a lama dritta (5) che, allestremit della lama,presenta sul dorso unappendice () a forma di cresta non tagliente (a), utile persollevare la buccia negli innesti a gemma o per staccare la > o dicorteccia negli innesti che sono contraddistinti da questi nomi.. Altrettanto diffuso ilcoltello con lama ricurva (6) usato di solito per lesezuzione degli innesti a triangolo.Accanto al coltello, molto utili sono vari tipi di roncoletta (7) per ripassare i tagli effettuatisul soggetto con le forbici o con il seghetto.sul soggetto con le forbici o con il seghetto.

    prof. Riccardo Andrei

  • Alcuni modelli di coltello da innesti alama diritta presentano, allestremit delmanico, unappendice(spatolina) in osso,in metallo o in materiale plastico (8) chesi impiega per sollevare la buccia ostaccare la corteccia senza ferirla.

    Per qualsiasi tipo di coltello indispensabile luso della pietra (9) per laperfetta affilatura della lama

    prof. Riccardo Andrei

  • Fenditoi, Mazzuoli e cunei:Vi sono poi attrezzi specifici per determinati innesti, come il cuneo (10) per linnesto a spacco (provvisto di unappendice per divaricare lo spacco) o lo speciale attrezzo per linnesto a triangolo(11) che permette, in un colpo solo, di praticare lincastro nel soggetto. Per linnesto ad anello esistono in commercio degli attrezzi costituiti da due coppie di lame disposte a (12-13) con distanza fissa o variabile fra le coppie), in modo che lanello di corteccia asportato dal soggetto e quello che deve sostituirlo come nesto risultino di altezza perfettamente uguale.

    prof. Riccardo Andrei

  • Forbici: le forbici sono indispensabili per il taglio dei germogli e dei rami dai quali sidovranno prelevare le gemme o le marze, o per recidere portinnesti di piccolo diametro, unbreve richiamo va fatto per i seghetti necessari per tagliare, nel punto di innesto, soggetti obranche il cui diametro non consente un razionale uso delle forbici: si devono preferire iseghetti a lama piuttosto sottile e a denti piccoli o comunque i tipi con cui possibileeffettuare un taglio il meno scabro e sfilacciato possibile. Oggi il seghetto viene talvoltasostituito dal troncarami detto comunemente forbicione, specialmente nei casi in cui sidevono effettuare molti tagli sulla chioma per sostituire la varit. Con questo attrezzo illavoro risulta pi rapido, anche se richiede una certa attenzione nel suo uso corretto affinchil taglio risulti pi netto.

    prof. Riccardo Andrei

  • Materiali per legatura:Per le legature degli innesti si ricorre oggi a nastri di gomma (19), in particolare

    per gli innesti erbacei, a nastri di plastica di vario tipo, con preferenza per quellipi elastici, a nastri biodegradabili (20) e a nastri adesivi non telati (21). Vi sonopoi i tubetti in gomma (22) che consentono di effettuare legature a cui si richiedeuna certa elasticit , oppure altre molto solide senza dover ricorrere a nastri dilarghezza eccessiva.

    prof. Riccardo Andrei

  • Mastici: Quanto ai mastici (23), se ne trovano in commercio di vari tipi, densi o fluidi, contenentispesso anticrittogamici e/o sostanze che stimolano la cicatrizzazione. Si tratta di prodotti gipronti per essere applicati, a volte proprio come una vernice, sulla superficie rimaste a nudodel nesto e del soggetto.

    prof. Riccardo Andrei

  • prof. Riccardo Andrei