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Comitato d’onore Presidenza Renzo Tondo Presidente Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Membri Roberto Molinaro Assessore all’Istruzione, Formazione e Cultura Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia On. Pietro Fontanini Presidente Provincia di Udine Cav. Giorgio Zanfagnin Sovrintendente Fondazione Teatro Giuseppe Verdi di Trieste M° Cesare Lievi Sovrintendente Teatro Nuovo Giovanni da Udine Prof. ssa Cristiana Compagno Magnifico Rettore Università degli Studi di Udine Bonaldo Giaiotti Cantante Lirico Carlo Faleschini Presidente Confartigianato - Udine Adriano Luci Presidente Confindustria - Udine Pietro Pittaro Presidente Ente Friuli nel Mondo Alberto Andreussi Presidente F. A. R. - Partner Benemerito Opera Concerto Teatro 02 Picc FEST.indd 2 8-08-2010 16:16:00

La saggezza 2010 - Programma generale

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Programma della quarta edizione del Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia

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Comitato d’onorePresidenzaRenzo Tondo Presidente Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

MembriRoberto Molinaro Assessore all’Istruzione, Formazione e Cultura Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

On. Pietro FontaniniPresidente Provincia di Udine

Cav. Giorgio Zanfagnin Sovrintendente Fondazione Teatro Giuseppe Verdi di Trieste

M° Cesare Lievi Sovrintendente Teatro Nuovo Giovanni da Udine

Prof. ssa Cristiana CompagnoMagnifico Rettore Università degli Studi di Udine

Bonaldo GiaiottiCantante Lirico

Carlo FaleschiniPresidente Confartigianato - Udine

Adriano LuciPresidente Confindustria - Udine

Pietro Pittaro Presidente Ente Friuli nel Mondo Alberto AndreussiPresidente F. A. R. - Partner Benemerito

OperaConcerto

Teatro

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Renzo TondoPresidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Le numerose associazioni attive in Friuli Venezia Giulia non soltanto arricchiscono il tessuto della società civile ma costituiscono un prezioso serbatoio di capacità organizzative, di iniziative che animano tutto l’anno la vita culturale di molti centri regionali, svolgono un importante ruolo di divulgazione, attirano spettatori anche da fuori regione contribuendo alla promozione turistica. Lo dimostra proprio l’Associazione Piccolo Festival FVG che ha saputo creare e affermare in soli tre anni una manifestazione davvero originale, una rassegna che si propone coraggiosamente di portare la musica classica nei grandi e piccoli centri del Friuli in spazi spesso inediti come chiese, sale comunali, scuole. Si può parlare sicuramente

di una scommessa riuscita.Il successo del Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia si spiega soprattutto con la capacità di fare squadra, con lo spirito di collaborazione che si è instaurato fra l’Associazione Piccolo Festival FVG, l’Amministrazione regionale, numerosi Comuni friulani e infine, mi pare importante sottolinearlo, istituti bancari e altri soggetti privati. È questa la strada giusta per far crescere le iniziative culturali in regione.Agli spettatori dei diversi appuntamenti del Piccolo Festival, e a tutti coloro che con il loro impegno disinteressato hanno reso possibile questa manifestazione, desidero rivolgere un saluto e un ringraziamento a nome dell’Amministrazione regionale.

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Roberto MolinaroAssessore regionale all’istruzione, formazione e cultura

Il Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia riserva all’edizione 2010 un ricco programma di eventi, che spaziano dall’opera al balletto, dai concerti cameristici alla musica tradizionale, dal teatro al cinema, avendo come filo conduttore la “Saggezza”. Nel corso degli anni infatti la rassegna ha seguito un proprio originale percorso che ha esplorato le tre età della vita: l’infanzia nel 2008, la giovinezza nel 2009, la maturità nel 2010.Un itinerario proposto con entusiasmo e passione e divenuto via via sempre più coinvolgente, grazie alle sinergie realizzate con il territorio e grazie alla qualità delle proposte culturali offerte. Proposte capaci di valorizzare le “migliori forze locali”, favorendone l’incontro con grandi personalità, anche di livello internazionale. Un festival, dunque, in grado di stimolare importanti occasioni di incontro e di arricchimento

per tantissimi giovani e capace di regalare emozioni ad un pubblico sempre più ampio.Una capacità che costituisce anche l’anima autentica della rassegna che, forte della sua radicazione nel rojalese, ha saputo aprirsi al territorio regionale, collaborando con un numero crescente di associazioni, enti e istituzioni locali.A fare da collante la validità del progetto di cui il Piccolo Festival è espressione e l’impegno convinto e generoso di Gabriele Ribis, Direttore artistico della manifestazione, nonché Presidente e carismatico punto di riferimento dell’omonimo sodalizio che, sullo zoccolo duro dei successi ottenuti, è riuscito ad attivare prestigiose collaborazioni, valorizzando giovani talenti e territorio: un binomio vincente per fare del Friuli Venezia Giulia l’ideale parterre per una ricca varietà di spettacoli.

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“La saggezza non si riceve, bisogna scoprirla da sé dopo un percorso che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci.”

Marcel Proust, All’ombra delle fanciulle in fiore (1919)

La terza edizione del Piccolo Festival chiude il primo ciclo di un percorso iniziato tre anni fa con entusiasmo, passione e, concedetemelo, anche un po’ di incoscienza. Abbiamo percorso un bel tratto di strada insieme e possiamo essere fiduciosi per il futuro: quasi tutti i compagni con cui abbiamo iniziato questo viaggio sono ancora con noi e molti di nuovi se ne sono aggiunti. Quest’anno il Festival ha notevolmente ampliato il suo ambito con, tra l’altro, uno spettacolo nel cartellone di Udine Estate, il debutto a San Daniele del Friuli e un’opera a Maniago, in provincia di Pordenone. La nostra politica culturale sta dando i suoi frutti: puntare sulla collaborazione e la condivisione delle risorse, intorno a un progetto unitario ed organico, è la scelta vincente.

La nostra idea di condivisione non vuol dire certo cancellazione delle particolarità: al contrario, intendiamo preservare e valorizzare le singole individualità del territorio; così nascono spettacoli come Fuejs e il progetto biennale sulla collezione Ciceri, entrambi in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Tricesimo, o la sfida di portare “Il filosofo di campagna” in una delle più belle dimore storiche della Regione, grazie alla sensibilità ed alla curiosità del Conte Luigi Deciani. L’augurio è che tutto questo sia di stimolo per pensare ad un modo davvero nuovo e collaborativo di fare cultura e promuovere il territorio: la cultura deve diventare il valore aggiunto per il nostro futuro, in particolare quello della nostra Regione. Gabriele Ribis

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sabato 21 AGOSTOCorte Morpurgo

in alternativa Teatro Palamostre

Udineore 21.00

giovedì 26 AGOSTOTeatro GarzoniTricesimo (UD)

ore 20.30

venerdì 27 AGOSTOTeatro Verdi

Maniago (PN)ore 20.30

IL PICCOLO FLAUTO MAGICOlibretto di Emanuel Schikanedermusica di Wolfgang Amadeus Mozart

adattamento di Gabriele Ribisstrumentazione di Marica Corsoregia di Stefania Panighinidirettore musicale Federico Victor Sardellamaestro collaboratore Sergio Fundaròscene Lucia Ceccolicostumi Manuel Pedretti

Luciano Virgilio Narratore / SarastroSonia Visentin Regina della Notte / PapagenaFrancesca Pacileo PaminaFrancisco Brito TaminoMattia Olivieri PapagenoSolisti dell’Orchestra Mitteleuropea

In collaborazione con la Scuola dell’Opera Italiana di Bologna

Un viaggio presuppone un cambiamento, obbliga ad uscire da sé per poi tornare rinnovati. Ogni viaggio è fatto di una partenza e di un arrivo e ogni partenza implica un addio, perché anche se torneremo non saremo più gli stessi. Il viaggio spesso non è necessario per la sopravvivenza del corpo, ma per quella dell’animo sì!Tamino è un bel principe, ma non è ancora un uomo, non sa cosa sia l’amore, non riesce a distinguere la verità dalla menzogna e non conosce l’immenso potere della musica. Per imparare a vivere

e ad amare Tamino deve attraversare prima il buio, e poi l’acqua e il fuoco, solo allora potrà ritornare finalmente alla luce come un uomo adulto.Più importante della meta però è il viaggio: serpenti, regine infuriate, amici con le piume, mori panciuti, fanciulle meravigliose, dèi onnipotenti e onnipresenti, comunità di visionari, lune, stelle e soli...Tutto questo assume per ciascuno di noi una forma diversa, data dalla combinazione di ricordi e sogni, frammenti di libri, film, fumetti, videoclip, quadri e videogiochi,

Intero Euro 10,00Ridotto Euro 8,00

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che passano davanti alla nostra retina, anche solo per frazioni di secondo.Ciò che vediamo è inevitabilmente mediato dal nostro cervello, e riprodotto secondo un personalissimo modo di guardare il mondo: un realtà relativa... e anche virtuale. Tamino cambia il proprio modo di guardare il mondo mano a mano che si avvicina alla luce ed è proprio attraverso i suoi occhi che noi vediamo la storia. Come abbarbicati sulle palpebre del principe! L’allestimento si propone di ridurre

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Wolfgang Amadeus Mozarte alcuni bozzettidella regista Stefania Panighini

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In Collaborazione con la Scuoladell’Opera Italiana di Bologna

Luciano Virgilio

l’opera senza snaturarla, trasportarla o decontestualizzarla, ma tentando di focalizzare l’attenzione sui due mondi: due cubi di tulle e metallo, che possono scindersi e inglobarsi, amarsi e odiarsi a seconda dell’azione. Sulle pareti le impressioni/visioni dei giovani protagonisti scivolano una nell’altra, trasportano il pubblico in universi mai visti: alla ricerca di una cifra stilistica diversa dalla patinata realtà dei videogames, il contemporaneo incrocia Mozart e produce nuova poesia.Il racconto scorre in musica e parole, tra le mani di chi il viaggio l’ha già compiuto e lo rivive con preoccupazione e gioia: Sarastro è il narratore, colui

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I componentidella Scuola dell’Opera

Italiana di Bologna

che tutto sa e tutto può raccontarci.Un ritorno alla semplicità e alla leggerezza: perché crescere è difficile, ma accompagnati dalla musica del flauto, dei campanelli o del canto è molto più divertente: “Con la musica puoi mutare le passioni umaneil triste diverrà lieto e l’amore conquisterà l’uomo solo.”

Il Flauto Magico I-7

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domenica 22 AGOSTOChiesa di Sant’Antonio AbateSan Danieledel Friuli (UD) ore 20.30

CONCERTO PER ALFREDOdedicato ad Alfredo Mariotti

ad un anno dalla scomparsa (23 agosto 2009)

ospite d’onore Bonaldo Giaiotticon la partecipazione del soprano Petya Ivanova

mezzosoprano Sarah M.Pungatenore Federico Lepre - baritono Domenico Balzani - basso Alessandro Svab

e i giovani cantanti del Piccolo Festival FVG e dell’Accademia Lirica Santa Croce Trieste, al pianoforte Nicoletta Olivieri

Alfredo Mariotti era di Romans di Varmo e da quel piccolo mondo del Medio Friuli non si era mai separato. Lì lo scoprí il maestro friulano Ottaviano Paroni, che lo sentí per caso cantare al-legramente in compagnia di amici in una serata improvvisata e subito ne in-tuí le doti. Gli consigliò di intraprendere studi musicali regolari,così Mariotti an-dò al Conservatorio di Torino diplo-mandosi in canto nel 1953.

L’anno seguente vinse il Concorso Internazionale del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto: il suo trampo-lino di lancio. Mariotti fu grande nel re-pertorio comico, quello del basso buffo, per il quale fu sempre richiestissimo ed apprezzato. Alcuni ruoli come il Sagrestano in Tosca e Fra Melitone nel La Forza del Destino divennero per lui quasi un alter ego. Per questo fu amato dai grandi registi (Strehler, Ronconi, Zeffirelli e Dario Fo fra gli altri) così co-me dai più importanti direttori d’orche-stra del Novecento (Tullio Serafin,

Gabriele Santini, Franco Capuana, Herbert Von Karajan, Claudio Abbado, Giuseppe Sinopoli e Riccardo Muti), cantando con le stelle del firmamento lirico internazionale da Luciano Pavarotti a Placido Domingo, Renata Tebaldi, Raina Kabaivanska, Mirella Freni e molti altri ancora.

La sua voce è stata incisa dalle piú autorevoli etichette della discografia in-ternazionale: Decca, Philips, Emi, Deutsche Grammophone, Rca , Bongiovanni. Fu il primo interprete di Nonancourt nell’opera Il cappello di pa-glia di Firenze composta da Nino Rota, di cui rimane un’incisione diretta dall’autore stesso. Non mancò mai d’at-tenzione verso i giovani che seguiva e proponeva personalmente cosicché po-tessero entrare nel panorama lirico in-ternazionale. Il Piccolo Festival ha avuto l’onore di essere stato tenuto a battesi-mo nel 2007 con un concerto dedicato ai suoi cinquant’anni di carriera assieme all’amico Bonaldo Giaiotti.

Ingresso libero

Alfredo Mariotti

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martedì 24 AGOSTOmercoledì 25 AGOSTOVilla Gallici Deciani, Montegnacco (UD) ore 19.00

IL FILOSOFO DI CAMPAGNALibretto di Carlo Goldoni

Musica di Baldassarre GaluppiRielaborazione di Ermanno Wolf Ferrari

Laboratorio teatrale a cura di Stefano VizioliProgetto scenico e costumi a cura di Susanna Rossi Jost

Assistente alla regia Adriana DainottoCostumista assistente Emmanuela Cossar

Direttore d’orchestra Filippo Maria Bressan Orchestra Mitteleuropea

Giulia Della Peruta* EugeniaValentina Vitti*, LesbinaCarlos Natale* RinaldoAndrea Zaupa* Nardo

Dario Giorgelè Don Tritemio* Vincitori dell’audizione internazionale

Il filosofo di campagna di Baldassarre Galuppi su un libretto di Carlo Goldoni (Venezia, 1754) costi-tuisce uno degli esempi più celebri del teatro buffo di metà Settecento. Fu subito esportato in tutta Europa e co-nobbe, nel primo Novecento e per opera di Ermanno Wolf Ferrari, una popolare riduzione a intermezzo in due atti. È in questa versione che il dramma giocoso goldoniano sarà rappresentato nella splendida Villa Gallici Deciani di Montegnacco, co-me risultato del laboratorio teatrale del regista Stefano Vizioli.

“L’operazione” spiega Vizioli “è

molto interessante. Lo spettacolo si fa in un posto che non è un teatro.

Questo mi aiuta a giocare in degli spazi diversi da quelli tradizionali e, quindi, più stimolanti. Il rapporto tra pubblico e interpreti è modificato. Non c’è la cosiddetta quarta parete del palcoscenico e l’azione si svolgerà tra il pubblico. I due atti saranno rap-presentati in due spazi diversi. Il pri-mo nella barchessa della Villa, che è un grande porticato. Il pubblico sem-brerà quello degli invitati alle doppie nozze che sono al centro dell’opera e sarà disposto nei tanti tavolini dispo-sti di fronte al porticato. Un modo per

Intero Euro 18,00Ridotto Euro 15,00

La statua bronzea di Baldassarre Galuppi a Burano

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coinvolgerlo direttamente nell’azione e, nello stesso tempo, per rimandare a quello che è l’utilizzo attuale della Villa, spesso teatro di feste di matri-monio. Nell’intervallo il pubblico in-contrerà i giovani artisti, mentre noi andiamo a preparare il secondo atto che si svolgerà in un’altra parte di Villa Gallici Deciani.”

Il gelso è il filosofo: “un gelso me-raviglioso rappresenta sia la campa-

gna racconta-ta da Goldoni, sia la forza del protago-nista, Nardo, ricco conta-dino, il filoso-fo di campa-gna del titolo che finirà per sposare la ca-m e r i e r i n a Lesbina . È sotto quest’al-bero che si svolge la se-conda parte dell’opera.”

La scelta dei luoghi: “è

stata una scelta emozionale. Abbiamo cercato gli spazi più consoni alla drammaturgia goldoniana rivisitata da Wolf Ferrari.

La versione del musicista venezia-no è una sorta di “pastiche” che con-

densa in un’ora e pochi minuti di musica le quasi tre dell’originale.

Due personaggi sono stati aboliti creando anche dei buchi nella dram-maturgia dell’originale goldoniano, che è perfetta. Wolf Ferrari, nel do-poguerra, recupera Galuppi, vene-ziano come lui, mentre in Italia re-gna i l verismo di Giordano e Mascagni.

È un antesignano del recupero mozartiano che in Italia interverrà più tardi. Il suo gusto si appoggia a Goldoni ma con posizioni originali.”

Il laboratorio teatrale: “è il risul-tato di una selezione che si è tenuta a Udine e cui abbiamo partecipato sia io, sia il direttore d’orchestra Filippo Maria Bressan. È stata un’esperienza interessante. Gli ele-menti che si sono presentati per par-tecipare al laboratorio erano più di cinquanta e di primissimo livello.

Ragazzi molto smaliziati e molto accurati sia nella preparazione musi-cale, sia in quella fisica. Al laborato-rio partecipano, oltre ai selezionati per le recite, gli idonei.

È un grande stimolo lavorare con questi giovani. L’energia dello spetta-colo, che avrà pochi elementi sceno-grafici, nasce dalla loro fisicità. È un lavoro di “training” psicologico e fisi-co sugli interpreti quello che mi porta a realizzare, in una cornice meravi-gliosa, quest’opera “goldoniana”.”.

Rino Alessi12

Stefano Vizioli

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Villa Gallici Deciani a Montegnacco

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Baldassarre GaluppiNato nell’isola di Burano, e perciò

detto il Buranello, fu uno dei compo-sitori più originali d’Italia nel genere comico. I primi rudimenti musicali gli furono insegnati dal padre, barbie-re di professione, che suonava il violi-no negli intermezzi al teatro della commedia.

A sedici anni appena, Galuppi si recò a Venezia e lì visse con il salario che riceveva come organista di diver-se chiese. Benché molto ignorante dei principi dell’arte, osò mettere in mu-sica un’opera buffa a Chioggia che fu oltraggiosamente fischiata. Disperato per questa sventura, Galuppi era qua-si risoluto ad abbandonare la musica e ad abbracciare la professione di suo padre, quando ebbe la fortuna di su-scitare l ’interesse del famoso Benedetto Marcello che, avendo no-tato le felici disposizioni del giovane, lo fece entrare nella scuola di Lotti, dove intraprese lo studio del contrap-punto del clavicembalo divenendo uno degli artisti più abili su questo strumento. Appena si sentì abbastan-za preparato per poter riaffrontare le scene, ricorse ancora alla bontà del Marcello che scrisse per lui il libretto della Dorinda, del quale il giovane compose la musica.

Quest’opera fu rappresentata al teatro di Sant’Angelo durante la fiera dell’Ascensione, nel 1729 e fu ben ac-colta dal pubblico. Da allora il succes-

so di questo compositore, in tutti i teatri d’Italia, fu quasi senza interru-zioni, fino alla sua morte. Tentò nel 1741 la fortuna a Londra dove fu no-minato compositore del Teatro Reale. Le sue opere non ottennero, però, gran successo e dopo undici mesi di soggiorno nella capitale inglese, optò per il rientro a Venezia.

Divenuto maestro di cappella del-la Basilica di San Marco nel 1762, or-ganista di più chiese e maestro del Conservatorio degli incurabili, rivestì tutti e tre questi incarichi fino all’età di sessan-tatré anni, quando fu chiamato in Russia d a l l ’ i m p e r a t r i c e Caterina II. Oltre ad un trattamento di 4000 rubli, gli si assi-curava un alloggio ed una vettura di corte sempre pronta ai suoi ordini.

La prima opera che Galuppi diede a San Pietroburgo, fu la Didone Abbandonata. L’imperatrice ne fu tal-mente soddisfatta che il mattino do-po gli inviò una tabacchiera d’oro, impreziosita da diamanti, contenente mille ducati.

Tornò a Venezia nel 1768, e ripre-se il suo lavoro e i suoi incarichi. Continuò a scrivere per il teatro fino al 1777 e per la chiesa fino al gennaio del 1785, data della sua morte.

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sabato 28 AGOSTOTeatro GarzoniTricesimo (UD)

ore 20.30

mercoledì 1 SETTEMBREAuditorium alla Fratta

San Daniele del Friuli (UD)

ore 20.30

FUEJS (Foglie)di Pier Paolo Pasolini

a cura di Luciano Romanmusica di Alessandro Gregosoprano Simonetta Cavalli - fisarmonica Sebastiano Zorzaclarinetto Nicola Bulfone - contrabbasso Franco Feruglio

Intero Euro 10,00Ridotto Euro 8,00

I testi del monologo sono tratti da Un paese di temporali e di primule, a cura di Nico Naldini (Edizioni Guanda). Pasolini canta una porzione del Friuli, dei Friulani e della loro cultura attraverso squarci di vita, profumi, silenzi. L’animo delle persone, dei luoghi, le atmosfere, i paesaggi sono qualcosa di profondo che Pasolini è riuscito a cogliere dalla natura del territorio che ha abitato da ragazzo, e che ai nostri occhi non sembra essere mutato. Lo spettacolo racconta un’immagine poco conosciuta di Pasolini, cercando negli scritti del “Paese di temporali e primule” la sua esistenza poetica, lontana dai clamori e dalle contaminazioni che lo vedranno protagonista dei fermenti culturali della Roma degli anni ‘60 e ‘70. Una voce di soprano solista darà voce alle poesie in lingua friulana della raccolta “Tal Còur di un Frut” (Nel cuore di un fanciullo). Nel canto e nel recitato nessuna

nostalgia, nessun canto di morte, ma anzi una spinta emotiva ancora maggiore in un percorso di conoscenza di una terra e di un popolo forse, per tanti versi, ancora sconosciuto persino a se stesso e che attraverso Pasolini si fa conoscere e acquisisce identità.

Luciano Roman

Pier Paolo Pasolini, forse già dal maggio 1944, quando aveva 22 anni e viveva nella terra friulana “di tempo-rali e di primule”, scrisse il dramma I Turcs tal Friùl. Un piccolo gioiello di drammaturgia, da epos popolare, che documenta una lucida scaltrezza di scrittura dialogata, per molti versi sorprendente.

Non poteva trattarsi dunque di un fiore nel deserto, cioè dello sboc-ciare improvviso di una sensibilità teatrale da esordiente già genialmen-te maturo. Presupponeva un interes-se più vasto e rodato, anche come abitudine alla visione dal vivo, di cui quel testo era una sorta di punto di

Luciano Roman

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arrivo e un coagulo sintetico di temi e stilemi verbali e in versi, da riversa-re in oralità, qui di una intera comu-nità di paese.

Di questo necessario sottofondo preparatorio molti ignorano l’esisten-za. E del resto, sulla drammaturgia pasoliniana, anche quella delle trage-die in italiano e in versi, esplose nel 1966 a seguito di una immobilità for-zata per malattia, grava ancora il pre-giudizio della letterarietà, dello sforzo a tavolino e dunque della sostanziale inerzia scenica. Come se Pasolini, dall’alto dei prodigi delle sua sapienza letteraria e della sua vasta conoscenza culturale, si fosse autoimposto per volontà la scrittura dialogica e come se, nell’insieme del suo fluviale labo-ratorio, quel genere in lui fosse poco efficace e per molti aspetti minore.

Nulla di più erroneo, invece, come dimostrano anche le tante e folgoran-ti riletture teatrali che, dopo la morte di Pasolini, hanno prodotto i più grandi maestri della regia contempo-ranea (Ronconi, Pressburger, Castri, Latella, De Capitani), capaci, ognuno secondo la propria sensibilità e il pro-prio stile di scena, di valorizzare la fertilità di quella drammaturgia.

Essa si assesta perciò al centro, non ai margini, dell’interesse creativo di Pasolini, come un codice comuni-cativo con cui esorcizzare l’ossessione di un assorbente monologo interiore e da praticare, anche a fatica, nella sua

specificità linguistica e come una sfi-da permanente, con gli attori, poco amati se di mestiere, e con l’artigiana-to, inevitabilmente polveroso, della pratica materiale.

È una centralità che trova un suo archetipo simbolico nel fatto che il primo testo con cui il giovane Pasolini appare in pubblico, nel 1938, è il dram-ma La sua gloria, premiato al concor-so studentesco Ludi J u v e n i l e s d i quell’anno. E an-cora, a riprova di una tensione forte e precoce per la messa in scena del-la parola, valgono anche i tre quadri dialogati in versi per “Il Setaccio”, la rivista della GIL.

Poi, vennero gli anni di Casarsa. Ma anche lì, in mezzo all’infuriare della guerra, mentre fio-risce la scrittura li-rica in casarsese, compaiono degli schizzi drammatur-gici, come “Dialoghi” in friulano, una sorta di sospesa proto-drammaturgia originaria, incunaboli progettati in-torno al nucleo di base dello scambio verbale a due e in una lingua sentita

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Pier Paolo Pasolini in osteria a Casarsa (fonte www.pasolini.net)

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incontaminata e anch’essa archetipi-ca. Per questi ultimi abbozzi, si tratta di esercizi, da collocare tra il 1942 e il 1944, di cui il Centro Studi Pasolini di Casarsa, grazie anche al fondo lascia-to dai coniugi Ciceri e costituito nel 2000, conserva la preziosa traccia au-tografa.

Piace pensare che, in Friuli, Pasolini fosse anche concreto promo-tore di iniziative pratiche di spettaco-

l o , c o m e nell ’agosto del 1944 con un “Meriggio d’arte”, che, con gusto in-c l i n e a l l a contamina-zione, intrec-ciava un pro-gramma al-ternato tra musiche dal vivo, canti

corali di villotte e recitazione di dialo-ghi, fino alla chiusa commovente e pensosa della “Prejera”, già apparsa nello Stroligut di quell’anno e poi ri-versata nell’incipit dei Turcs.

Poi, nel 1949, la “mitica” stagione casarsese si arrestò, bruscamente e traumaticamente. Pasolini si avviò al-trove su tante e diverse esperienze di vita e di scrittura, ma continuò ad es-sere tentato con intermittenza dal te-atro, almeno fino all’altezza della fine

degli anni ’60, anche come curioso spettatore di spettacoli di avaguardia (Bene, il Living, Grotowski) e nel 1968 perfino come regista di se stesso, con la messinscena di Orgia (peraltro sfortunatissima) per lo Stabile di Torino.

Ma quanto teatro non continuò ad occhieggiare anche nell’attività cine-matografica?

Insomma, i conti con Pasolini, an-che quello teatrale, sono sempre aper-ti, anzi rilanciati dal corpus di un’ope-ra e di una vita che insistono a parlare al presente e a lasciar trapelare il per-turbamento di preveggenti, scomode verità.

In linea con questo ininterrotto passaggio di testimone, come un la-scito di eredità cui accostarsi con an-sia investigativa, si colloca anche lo spettacolo Fuejs, che non vuol essere un omaggio rituale al genio che non c’è più, ma un’indagine sul suo enig-ma anche friulano e, attraverso lui, sull’inverno del nostro scontento, an-cora coi temporali ma senza più luc-ciole e primule.

Angela FeliceDirettrice Centro Studi

Pier Paolo Pasolini - Casarsa

Con il Patrocinio del Centro Studi Pier Paolo Pasolini - Casarsa

Pier Paolo Pasolini con la madre

Susanna Colussi (Foto di Mario Dondero)

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domenica 29 AGOSTOVilla Ciceri Tricesimo (UD)ore 17.30 - 19.00 20.30 - 22.00

TRACCE DI PASSIONIun ritratto di Luigi e Andreina Ciceri

ed il Teatri Sperimentâl di Vile di Buja

da un’idea di Francesco Ursella con Aldo Baracchini, Rossana Di Tommaso, Milena Taboga e Francesco Ursella

assistente Stefania Ursellamusiche di Franco Feruglio

a cura di Francesco AccomandoIngresso libero(massimo 20 pers. a replica)

Luigi Ciceri, scomparso nel 1981, e la moglie Andreina Nicoloso, man-cata nel 2000, erano due appassionati di cultura friulana. Lui, sostenitore dell’identità friulana, cultore della sto-ria e delle tradizioni locali, tra i prota-gonisti della Società Filologica Friulana, cura mostre, pubblica volu-mi, dirige periodici.

Lei, appassionata studiosa di lin-gua e letteratura, recupera e valorizza racconti orali e tradizioni popolari del nostro territorio, pubblicando impor-tanti volumi. Insieme, uniti nell’impe-gno sistematico che li porta a racco-gliere negli anni centinaia di oggetti: statue, mobili, dipinti, maschere, libri. Raccogliere, con un’ossessione quasi collezionistica, per togliere dall’oblio dell’ignoranza un patrimonio cultura-le, non per mercanteggiare ma piut-tosto per salvare.

Molti li hanno conosciuti ma mol-tissimi non sanno nulla di loro, se non

qualche traccia di un nome su una targhetta in un museo o in una biblio-grafia.

L’evento che presentiamo vuole rendere conto di un percorso che è un’indagine, alla ricerca di un ritratto dei due coniugi.

L’interno di Villa Ciceri verrà ani-mato da quattro attori per restituire al pubblico un sentimento e un sapore di quel ritratto mancante attraverso alcune tracce di partenza: il testamen-to di Andreina, l’inventario degli og-getti, le testimonianze e gli aneddoti di chi li ha conosciuti, e ancora fram-menti delle loro raccolte.

La casa sarà simbolicamente riem-pita di scatole come quelle scatole che ancora oggi vengono conservate in vari enti piene di oggetti che attendo-no una catalogazione, una degna esposizione. Pezzi di un Friuli che at-tendono altre passioni per essere de-finitivamente salvati.

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Con il Patrocinio della

Luigi Ciceri e Andreina Nicoloso Ciceri con la poetessa Novella Cantarutti

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lunedì 30 AGOSTOAuditorium

ComunaleNimis (UD)

ore 20.30

JO US DOI LA BUINESEREIl canto in friulano tra villotte e musica colta

soprano Simonetta Cavallipianoforte Cristina Santincon la partecipazione di Dario ZampaCoro “Sot le piargule” di Percoto diretto dal Maestro Michele D’Antoni

Una delle tendenze predomi-nanti della cultura musicale roman-tica europea fu la ricerca delle pro-prie più autentiche radici nell’anima del canto popolare attraverso la tra-scrizione in chiave colta delle melo-die della tradizione e la composizio-ne di brani originali infusi dello spi-rito della propria terra d’origine.

In tal senso, nella cultura musica-le friulana le composizioni corali del triestino Franco Escher (1859-1939)

rappresentano il primo passo decisi-vo di un assoluto pioniere.

Composta nel 1895 e poco dopo pubblicata su cartolina postale dall ’editore udinese Annibale Morgante, la pagina a tre voci ma-schili Oh, tu stele su due quartine tratte dalla raccolta Villotte friulane di Valentino Ostermann (1841-1904), divenne talmente popolare tra le gen-ti friulane impegnate a fronteggiarsi nelle fila degli eserciti austriaco e ita-

Ingresso libero

PRIMA PARTE: canto lirico, musica coltaCarlo Giorgio Conti Ciclo di 6 brani tratto dal quaderno manoscritto dell’autore (testi di Vittorio Cadel)I doi pôi; Vierta; I ài disfueât; Bruta ciuìta; Bùssimi; La balconela

Davide Liani da La dì per canto e pianoforte (testo di Lelo Cjanton)La buinore; La sere; La Gnot

da Cjantis per mezzosoprano e pianoforteCûr di avrîl (testo di Dino Virgili)

Franco Escher Da Villotte e Canzoni friulane‘O ai preât la biele stele

per mezzosoprano e pianoforteINTERMEZZO: canto corale, musica popolareAugusto Seghizzi Rapsodia 2° e 3°Enzo Driussi, Giorgio Miani O vuei regalati un tramontDario Zampa Parcè Signôr per coro e voce solaSECONDA PARTE: canto solistico, musica popolarePopolare Al cjante il gjâlPopolare La roseaneDario Zampa Mandi vecjo FriûlDario Zampa Il cjariesârPopolare Jo us doi la buinesere

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liano durante il primo conflitto mon-diale, da essere presto ristampata da Sonzogno e Ricordi quale brano “po-polare” con il titolo ‘O ai preât la biele stele, omettendo il nome del suo raffi-nato creatore e proponendo lievi ma sostanziali modifiche.

Carlo Giorgio Conti (1881-1956), chimico, farmacista, tisiatra, pittore e fotografo, incarna più di ogni altro la squisita figura di raffi-nato cultore di ogni forma d’arte nel-la Udine di inizio Novecento, in un rapporto inscindibile con la terra friulana, il suo popolo e le sue tradi-zioni.

Tra le circa cento composizioni, metà delle quali di ispirazione friula-na, dedicate prevalentemente al coro e alla fisarmonica, spicca la gemma solitaria e preziosa del Quaderno di Cadel, composto tra il 1937 e il 1945, nel quale Conti affronta un genere po-co frequentato, la composizione per canto e pianoforte su testi in lingua friulana, genere che pure nello svilup-po dell’etnomusicologia nostrana ave-va rappresentato il primo fondamen-tale passo, compiuto grazie alla rac-colta Eco del Friúli di Coronato Pargolesi (Stefano Persoglia), pubbli-cata nel 1892 da Schmidl & Tedeschi.

A contatto con l’altissima poesia di Vittorio Cadel (1884-1917), pitto-re, scrittore e aviatore caduto in volo nei cieli di Macedonia, la declama-

zione vocale elastica, mobilissima e intensa dei versi, composti nella par-lata di Fanna, si dipana su morbidi e funzionali sfondi pianistici.

Davide Liani (1921-2005), com-positore, direttore di coro e d’orche-stra e didatta friulano, nonostante i lunghi periodi trascorsi all’estero è rimasto costantemente legato alla sua terra e in particolare a quei poeti che a partire dal secondo dopoguer-ra si unirono nel movimento “Risultive”. Su quattro liriche di Lelo Cjanton (1922-2009) si articolano al-trettanti momenti musicali a forma-re il poemetto La dì (La buinore, Il misdì, La sere, La gnot), composto per canto e pianoforte con flauto e violoncello ad libitum.

Nei primi anni Settanta l’editore padovano Zanibon pubblica pure, per il medesimo organico, Cjantis, Sette canzoni friulane su versi dei poeti di “Risultive”, tra le quali Cûr di avrîl, lirica di Dino Virgili (1925-1983).

Suggestiva, essenziale e fonda-mentalmente improntata a un limpi-do diatonismo, la musica di Davide Liani rappresenta la testimonianza più autentica dell’eredità stilistica ri-cevuta e trasmessagli da Gian Francesco Malipiero, sotto la cui gui-da si diplomò in composizione al Conservatorio di Venezia.

David Giovanni Leonardi19

Il canto popolare friulano è quello che più di ogni altro settore artistico ha mantenuto vive le radici, la lingua e l’identità della gente del Friuli. Non solo i cori della nostra regione ma quelli di mezzo mondo hanno nel loro repertorio uno o più canti friulani grazie ad una generazione di autori, del primo Novecento, che ha contribuito, al recupero di tradizioni e canti popolari che altrimenti sarebbero andati perduti.Val la pena di ricordare alcuni autori di quella nutrita schiera: Arturo Zardini, Luigi Garzoni, Franco Escher, Carlo Conti, Augusto Seghizzi, etc. Oggi in Friuli ci sono ancora tantissimi cori, con altrettanti maestri giovani e preparati, che hanno rimpiazzato la vecchia guardia mantenendo viva la tradizione del canto popolare. È l’auspicio di una continuità che garantisce linfa alle radici dell’identità, permettendo a un popolo di proiettarsi nel futuro senza rischiare di essere standardizzato dalla globalizzazione. Dario Zampa

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martedì 31 AGOSTOPiazza San Martino

Nogaredo di Prato (UD)ore 20.30

OMAGGIO A SCHUMANN E CHOPINa 200 anni dalla nascita

pianoforte Matteo Andri viola Margherita Cossio

violini Nicola Mansutti, Annalisa Clemente violoncello Mara Grioncontrabbasso Franco Feruglio

Robert Alexander Schumann (Zwickau, 1810 - Endenich, 1856), compositore, pia-nista e musicologo. Figlio di un editore uma-nista, crebbe in un ambiente estremamente favorevole allo sviluppo dei suoi interessi musicali e letterari. La sua carriera concerti-stica fu bruscamente interrotta da un inci-dente occorsogli alla mano destra nel tentati-vo di perfezionare la tecnica pianistica.

Fervida fu al contrario l’attività composi-tiva, alla quale accostò un costante esercizio di critica musicale. Nel 1834 fondò a Lipsia la Neue Zeitschrift für Musik (edita ancora og-gi) di cui fu anche direttore e polemico redat-tore. La rivista ebbe un’importanza fonda-mentale nella vita culturale dell’epoca ed ospitò sulle sue pagine veementi attacchi alla visione pedante e conservatrice dei “filistei della musica”.

Le diverse voci del Romanticismo si in-carnarono, quasi ai limiti della schizofrenia, nelle tre figure ideali in cui amava dissocia-re la propria personalità artistica: Eusebio, il giovane e introverso sognatore, Florestano, l’ardente e vigoroso rivoluzionario, e Maestro Raro, il saggio capace di conciliare le due istanze in un equilibrio artistico e

umano che Schumann inseguì vanamente per tutta la vita.

Fryderyk Chopin (Varsavia, 1810 - Parigi, 1849), compositore e pianista, fu detto “poeta del pianoforte”. Figlio di un in-segnante francese trasferitosi in giovane età in Polonia, dimostrò fin da bambino un ec-cezionale talento.

Nel 1830 presentò a Varsavia i due Concerti op. 11 e op. 21 per pianoforte e or-chestra. Nel 1831 si trasferì a Parigi dove, centellinando l’attività concertistica, si dedicò regolarmente alla composizione e all’inse-gnamento. La sua produzione, quasi intera-mente consacrata al pianoforte, esprime ap-pieno le aspirazioni estetiche del suo tempo, esplorando i confini immateriali di una musi-ca pura e assoluta, capace di evocare vette di significazione inattingibili da arti semantica-mente più connotate. Romantica è anche l’ispirazione nazionalistica di molte sue com-posizioni: la patria, lontana e indimenticabile, tempra un’ispirazione solitamente più lirica (Robert Schumann parlò di “cannoni rico-perti di fiori”), nell’anelito di una libertà nu-trita di valori umani e politici.

Ingresso libero

Fryderyk Chopin

R. SchumannMärchenbilder

op.113 per viola e pianoforte Arabesque in Do maggiore,

Op.18 per pianoforte solo.

F. Chopin

Ballata No. 2 in Fa maggiore, Op. 38

per pianoforte solo (dedicata a Robert Schumann)

Concerto n.1 in Mi minore, Op. 11 per pianoforte

ed orchestra (versione per pianoforte

e quintetto d’archi).

RobertSchumann

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giovedì 2 SETTEMBREChiesa dei SS. Felice e Fortunato Reana del Rojale (UD)ore 20.30

HARMONIE BRASS ENSEMBLEConcerto per tre trombe, timpani e organo

Trombe Diego Cal, Stefano Flaibani, Giuseppe Domicoli Organo Andrea Tomasi

Timpani Gianni Casagrande

“Divertire e divertirsi!” questo è l’intento dell’Harmonie Brass che offre al pubblico un programma vario, che spazia dal repertorio operistico a composizioni di intensa carica meditativa, per proseguire sulle melodie di fa-mosi musical o di travolgenti brani pop latini e swingati.

Da un’idea di Diego Cal, musicista friula-no, già prima tromba solista dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, docente pres-so il Conservatorio Statale “Jacopo Tomadini” di Udine, si e’ sviluppato questo progetto arti-stico denominato Harmonie Brass. Si tratta di una formazione composta da professionisti, docenti di conservatorio e scuole musicali, molti dei quali collaborano o hanno collabora-to con prestigiose orchestre nazionali

L’Harmonie Brass Ensemble ottiene già da diversi anni una vasta eco nel panorama con-certistico italiano sia in termini di originalità che di successo per gradimento di pubblico e di critica. Le peculiarità offerte da tale compa-gine permettono altresì di evidenziare aspetti virtuosistici dei singoli componenti.

La formazione è molto versatile e si esibi-sce sia sotto forma di decimino con o senza direttore, quintetto, quartetto con o senza timpani e organo, trio di trombe, e brass band con percussioni. Ciò che l’Harmonie Brass propone è far risaltare le poliedriche possibili-tà esecutive degli ottoni sia negli aspetti vir-tuosistici che in quelli melodici, soddisfacendo così i gusti e le aspettative anche del pubblico più esigente.

Posto Unico Euro 5,00

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PRIMA PARTEDietrich Buxtehude (1637-1707) Cantata per l’Avvento “Lieben Christen, Freut euch nun”

Antonio Vivaldi (1678-1741)Concerto in Sib maggiore “Il Pastor fido”Allegro - Adagio - Allegro George Philipp Telemann (1681-1767) Sonata in Re maggiore per due trombeSpirituoso - Largo - Vivace

Georg Friedrich Händel (1650-1759) Sonata n.° 3 HWV 388 dalla “Trio sonata, op. 2”Andante, Allegro, Larghetto, Allegro

SECONDA PARTEFranz Joseph Haydn (1732-1809)Tema e variazioni su “St. Anthony Chorale” dal Divertimento in Sol

Georg Friedrich Händel (1650-1759) Aria e Variazioni

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)Ave verum(arrangiamento per tre trombe e organo)

Jean Joseph Mouret (1682-1738)Sinfonies de FanfaresAllegro, Minuetto, Allegro

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Dal 1962 specializzata nella produzionedi acciai antiusura utilizzati come ricambi

nelle macchine per la frantumazione degli inerti

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IO TU E LARRYcommedia musicale per ragazzi

soprano Mirella di Vitabaritono Alessandro Calamai

animazione Enrico Spinellipianoforte Giuliana Menichini

maschere e oggetti teatrali Elena Bianchiniideazione e regia Aldo Tarabella

Musiche di Aldo Tarabella con citazioni musicali da Mozart, Rossini, Donizetti, Offenbach etc...

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venerdì 3 SETTEMBRESala Ex Cinema ImperoMartignacco (UD)ore 18.00

sabato 4 SETTEMBREParco RubiaPradamano (UD)ore 18.00

Questo progetto nasce da un compositore italiano, Aldo Tarabella, personaggio eclettico, uomo di teatro e d’opera, che abbina stabilmente la composizione con la regia lirica.

Le sue esperienze al Piccolo Teatro di Milano come compositore di Giorgio Strehler, la Commedia dell’Ar-te, Arlecchino, le maschere, il profon-do amore per l’opera buffa, hanno in-fluito decisamente sul desiderio di comporre altrettante opere, ispirate sì, a questi mondi, ma proiettate verso uno stile leggero, spumeggiante, di grande singolarità.

Opera bestiale, è una strampalata divertente ironia del mondo dell’opera interpretata da cinque animali-can-tanti con il disegnatore italiano Altan e Tubeo e Violetta, tenera ed appas-sionata parodia del celeberrimo Romeo e Giulietta shakespeariano,

opera rappresentata con grande suc-cesso all’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma.

Le sue opere sono state rappresen-tate anche al Teatro Regio di Torino, al Teatro Comunale di Bologna, all’Ac-cademia Chigiana di Siena e presso vari Enti Lirici e Sinfonici in Italia e all’estero.

Due cantanti e un… particolare pianista, un pupazzo, sono i singolari interpreti impegnati in uno spassosis-simo ed esilarante concerto vocale. Attraverso una comicità a suon di musica, i due artisti lirici proporranno al giovane pubblico un percorso a ca-rattere divulgativo nel mondo dell’ope-ra giocosa e buffa: dalla Regina della notte del Flauto magico al Figaro del Barbiere di Siviglia, fino a giocose e divertenti ariette, suggerite dall’im-pertinente pupazzo.

Ingresso libero

“Pianista fantasista suona a prima vista!! Larry senza svista!!”

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MA ADESSO È PRIMAVERALa Resistenza delle donnea cura di Eleonora Ribis

con Marzia Pezzetta, Ylenia Pignari e Elisa Valent collaborazione musicale Gabriella Gabrielli - assistente Federica Vincentiimmagini Francesca Cogni e Donatello Mattia - scenografia Gianfranco Carta

venerdì 3 SETTEMBREAula Magna

Scuole Primarie Majano (UD)

ore 20.30

sabato 4 SETTEMBRE Scuole Primarie

Remugnanodi Reana del R. (UD)

ore 20.30

Posto Unico Euro 5,00

“Gildo il custode mi diceva “Frute, non vai a passeggo?”. “È fred-do”. “Ma adesso è primavera”. Allora io sapevo che nel campo di granturco

vicino all’ospedale c’era un tizio e io gli passavo il pac-chettino di medicinali che avevo rubato in ospedale.

Così Gianna Garosi Lizzero ricorda l’inizio della sua collaborazione con la Resistenza.

Allora aveva vent’anni.La stessa età delle tre

giovani attrici che hanno partecipato al laboratorio organizzato dal Piccolo Festival e che ridanno vita

alle storie di Rosa Cantoni, Maria Savolac Parmeggiani e Gianna Garrosi Lizzero.

Adesso è primavera nasce prima di tutto dal desiderio di far incon-trare tre ragazze di oggi con le sto-rie di tre ragazze della Resistenza, storie piene di coraggio, di forza, di passione ma anche di delicatezza,

di poesia, d’amore.Abbiamo cercato di raccontare in-

fatti una Resistenza femminile, inti-ma, forse più nascosta e silenziosa ma certo non meno intensa.

“Non parlare mai. Devi tacere sempre.” Era proprio l’ultima e più importante delle regole che le staffet-te dovevano seguire.

Attraversare strade e ponti, con le loro biciclette e mantenere sempre il silenzio e il segreto sui loro sposta-menti.

La Resistenza delle donne era una Resistenza di documenti nascosti, di giornali clandestini battuti a macchi-na nel cuore della notte, di frasi in co-dice che abbiamo cercato di riportare in vita proprio animando quei docu-menti, quelle carte, quelle parole. Utilizzando tecniche del presente con materiali del passato, perché solo mi-schiandosi passato e presente posso-no a vicenda significarsi.

Un ringraziamento all’Anpi Udine,

a Federico Vincenti,Luciano Rapotez,

Alice Parmeggiani e a Gianna Garosi Lizzero

che ci hanno aperto i loro archivi,

i loro album di famiglia e le loro memorie. in memoria di Rosa Cantoni

e Maria Savolac Parmeggiani

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VOCI NUOVE PER GIAIOTTIconcerto lirico

con la partecipazione straordinaria di Bonaldo Giaiotticon i giovani cantanti del Piccolo Festival FVG

e dell’Accademia Lirica Santa Croce Triesteal pianoforte Nicoletta Olivieri

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venerdì 3 SETTEMBREAuditorium “De Cesare”Remanzacco (UD)ore 20.30

Bonaldo Giaiotti è uno dei più illu-stri esponenti della grande tradizione dei bassi italiani. Per più di tre decenni è stato una delle grosse stelle – fra l’altro – del Met e del Teatro alla Scala di Milano.

Una carriera più che cinquantennale, che lo ha visto nel massimo teatro new-yorkese per 26 sta-gioni, in più di 500 recite ed in 30 diversi ruoli; tra quelli più frequentati si anno-verano Filippo II nel Don Carlo, Alvise, ne La gioconda, Padre Guardiano ne La for-z a d e l d e s t i n o , Ramphis in Aida.

È stato presente anche negli altri principali teatri di tutto il mondo, tra i quali Parigi, Londra, Barcellona, Roma, Vienna, Madrid, Monaco di Baviera, Tokyo.

Al festival dell’Arena di Verona, ove

ha cantato quasi ininterrottamente dal 1963 al 1996, ha interpretato, tra gli al-tri, i ruoli verdiani di Attila e Fiesco nel Simon Boccanegra. Negli ultimi anni ha continuato a cantare nei maggiori teatri europei, tra cui Verona, Marsiglia, Zurigo, oltre ad esibirsi nuovamente a Tokio. Alterna l’attività di concertista a quella di insegnante e di giudice nei più importanti concorsi lirici.

Per la particolare attenzione che sta ultimamente dedicando ai giovani can-tanti questo concerto è un omaggio alla sua carriera e un inno al futuro della li-rica per cui Giaiotti è forse il più presti-gioso rappresentante che la nostra re-gione possa vantare.

Questo nel suo comune natale che lui non ha mai dimenticato e dal quale è sempre stato amato e ricordato con or-goglio. Il Piccolo Festival gli dedica questo concerto memore dell’indimen-ticabile serata che ha visto i natali della manifestazione celebrando i cin-quant’anni di carriera di Bonaldo Giaiotti e Alfredo Mariotti il 23 dicem-bre 2007 a Reana del Rojale.

Ingresso libero

Bonaldo Giaiottinell’Attiladi Giuseppe Verdi

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Page 25: La saggezza 2010 - Programma generale

MEP S.p.A. - Via Leonardo da Vinci, 20 - 33010 Reana del Rojale (UD) - ITALIA www.mepgroup.com

t h e h i s t o r y o f i n n o v a t i o n

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Page 26: La saggezza 2010 - Programma generale

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domenica 5 SETTEMBREChiesa dei SS. Ilario e Taziano, Rizzolo di Reana del Roiale (UD)ore 20.30

OMAGGIO A PERGOLESIa 300 anni dalla nascita

soprano Annamaria Dell’Ostemezzosoprano Anna Malavasi

tenore Roberto Mianibasso Gabriele Ribis

direttore d’orchestra Paolo ParoniCoro del Rojale e Coro Panarie di Artegna

Orchestra Mitteleuropea

Bartolomeo Cordans (Venezia, 1698 - Udine, 1757), compositore fra i più impor-tanti del panorama settecentesco della musica sacra in Friuli, entrò nell’Ordine Francescano a sedici anni, per poi abbandonarlo su dispen-sa papale e diventare sacerdote. Gli inizi della sua carriera manifestarono uno spiccato inte-resse per il melodramma. Compose infatti di-verse opere liriche rappresentate sulle scene veneziane (come Orsmida 1728, La Silvia

1730, Romilda 1731 e La Rodelinda 1732) e oggi perdute, eccezion fatta per i libretti e un duetto tratto da Romilda, attualmente conser-vato nella Bibliothèque Nationale di Parigi. Il 14 giugno 1735 ottenne l’incarico di Maestro di Cappella del Duomo di Udine.

Tale nomina segnò una decisa svolta nella sua produzione: abbandonò la carriera operi-stica per dedicarsi alla musica sacra. Il suo re-pertorio comprende 60 parti di messe, 119

Intero Euro 8,00Ridotto Euro 5,00

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Bartolomeo CordansMagnificat in Sol minore per soli, coro e orchestra

Bartolomeo CordansMessa da Morti con esequie a 4 per soli, coro e orchestraIntroito e Kyrie

Giovan Battista PergolesiStabat Mater per soprano, contralto e orchestra

Giovanni Bellini: Pietà, 1505, Venezia, Gallerie dell’Accademia

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salmi e numerosi mottetti, inni, antifone e lita-nie, oltre a 24 sonate per due violini e basso continuo e una sonata per violino e organo. La sua opera più conosciuta è una Messa da Requiem composta nel 1738, donata dall’auto-re al Capitolo di Cividale del Friuli e conserva-ta nell’Archivio di Stato di Udine. La Messa da Requiem è stata incisa dal Coro Polifonico di Ruda nel 1998.

Giovanni Battista Pergolesi (Jesi, 1710 - Pozzuoli, 1736), compositore, violinista e or-ganista. Il soprannome “Pergolesi” risale al nonno, originario della cittadina di Pergola, e col tempo divenne d’uso comune per identifi-care la famiglia, in sostituzione del cognome originario “Draghi”. Godendo di una situazio-ne economica relativamente agiata, intraprese gli studi musicali rivelando doti notevolissime, che in breve tempo gli guadagnarono l’ammis-sione al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo a Napoli. Al termine degli studi, forte di una già considerevole fama, venne assunto co-me Maestro di Cappella dal principe Stigliano Colonna.

Grande successo ebbe la sua prima opera buffa, Lo frate ‘nnammorato (1732), e un vero trionfo accolse la prima rappresentazione de La serva padrona (1733), intermezzo buffo in due atti dell’opera Il prigionier superbo. Nel 1734 compose l’Adriano in Siria, di cui ancora una volta furono applauditi in particolare gli intermezzi Livietta e Tracollo. Al 1735 risale invece la sua ultima opera buffa, Il Flaminio.

Nello stesso anno gli fu commissionato dall’Arciconfraternita dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di Napoli uno Stabat Mater, che fu terminato nel convento dei cappuccini di Pozzuoli, dove Pergolesi si era ritirato per curare la sua salute minata dalla tisi e dove si spense ad appena ventisei anni. Alcuni anni

dopo la sua morte, l’esecuzione parigina de La serva padrona consegnò la sua opera ad una fama quasi leggendaria: come scrisse Jean Jacques Rousseau, essa si colloca “dans le san-ctuaire du bon goût et de l’expression”.

Lo Stabat Mater è una sequenza della li-turgia cattolica risalente al XIII secolo. Il testo, attribuito a Jacopone da Todi, dapprima si sof-ferma sul dolore di Maria ai piedi della Croce (Stabat Mater dolorosa juxta crucem lacrimo-sa, dum pendebat Filius), per poi declinarsi nell’accorata invocazione della compartecipa-zione al suo strazio (Eja Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut Tecum lugeam). La drammatica semplicità di questa preghiera, che si origina dalla lacerazione del cuore ma-terno per diventare poema della redenzione, ha ispirato numerosi compositori.

In particolare, secondo la tradizione, Giovanni Battista Pergolesi si sarebbe dedica-to alla composizione del suo Stabat Mater nell’ultimo scorcio di esistenza, ultimandolo pochi giorni prima della morte.

L’analisi dell’autografo, che mostra una grande frenesia nella scrittura, con parti mancanti o soltanto abbozzate, unita al Finis Laus Deo posto in calce alla partitura, quasi a ringraziamento per la possibilità concessa di terminare il lavoro, ha alimentato questa leggenda romantica, non suffragata da prove definitive.

La scrittura pergolesiana è essenziale e vo-lutamente spoglia di complicazioni. I piccoli incisi melodici si giustappongono, plasman-dosi su un impianto armonico semplificato, in cui l’orchestra accompagna con equilibrio le voci. Tutto risulta in un’emotività composta, che stempera il dolore nella grazia di un elo-quio musicale mai abbandonato all’enfasi drammatica.

Un ritratto di Giovanni Battista Pergolesi

e il direttore d’orchestra Paolo Paroni

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La Chiesa di San Michele a Monastetto

CONCERTO A SORPRESAcon i fiati dell’ Orchestra Mitteleuropea

Musiche di Ludwig van Beethoven, Gioachino RossiniGaetano Donizetti e… P. D. Q. Bach.

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domenica 5 SETTEMBREChiesa di San MicheleMonastetto, Tricesimo (UD)ore 18.00

L’Orchestra Mitteleuropea è una realtà di recente costituzione. Raccoglie l’eredità delle più recenti orchestre re-gionali radicandosi nel tessuto sociale del nostro territorio, non precludendo collaborazioni e aperture verso i paesi che culturalmente ci sono affini da lu-stri: il nome infatti è frutto dell’idea di allargare i confini culturali, grazie anche al contatto con talenti provenienti da nazioni che fanno e faranno parte della Comunità Europea.

La nuova Europa che ha fatto di-ventare il Friuli Venezia Giulia non più paese di confine ma centrale, ap-punto “mittel”, ci offre l’opportunità di diventare traino di un progetto che af-fonda radici nella tradizione musicale europea.

Le capacità professionali assodate di un gruppo ormai storico di musicisti della nostra regione trovano così nuovo slancio in un progetto di matrice euro-pea, dinamico e innovativo senza pre-

clusioni verso la “nuova” musica, con l’ambizione di diventare un’istituzione musicale di riferimento per l’area mitte-leuropea. Negli ultimi due anni L’Orchestra Mitteleuropea ha parteci-pato al Mittelfest in occasione del più prestigioso Festival (Galà di danza), alla rassegna Carniarmonie, alla Biennale Musica, al Festival “Le giornate del ci-nema muto” e in parecchie produzioni del teatro Giovanni da Udine.

Recentemente si è esibita all’interno dell’“Emilia Romagna Festival” con la partecipazione di Gigi Proietti. Nell’ottica di una costante crescita cul-turale e dell’ ampliamento del prorio repertorio, ha recentemente portato in scena diversi programmi in ambito ope-ristico.

È stata diretta da Luis Bacalov, Pietari Inkinen, John Axelrod, Ola Rudner collaborando con artisti quali Giovanni Sollima, Lilya Zilberstein, Roberto Cominati, Federico Mondelci.

Ingresso libero

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BIGLIETTI

È disponibile un abbonamentocumulativo a tutti gli spettacoli:CARTA FESTIVAL che dà dirittoal posto riservato, all’ingresso ridottoper un accompagnatore e altri vantaggi.Il costo è di Euro 45,00

Ingresso Ridotto per i maggiori di 65 anni e i minori di 18 anni.Ingresso Gratuito per i minori di 14 anni.

BIGLIETTERIAON LINE

899 500055Lun.-Ven. 9-13/14-18

www.greenticket.it

PER IINFORMAZIONI

+39 329 40 71 254www.piccolofestival.org

[email protected]

AssociazioneCulturale

Piccolo Festival FVG

...ANcORA uN PIZZIcO dI sAGGEZZAGli spettatori del Piccolo Festival FVG, presentando il biglietto d’ingresso, potranno usufruire fino alla fine di settembre di uno speciale sconto del 10% sull’acquisto di libri presso:

Libreria CLUFvia Gemona, 22 - 33100 Udinetel: 0432 295447

Libreria Friulivia dei Rizzani, 1 - 33100 Udinetel: 0432 21102

Libreria per Ragazzi La Pecora Neravia Gemona, 46 - 33100 Udinetel: 0432 295447

Libreria W. Meister & Copiazza Vittorio Emanuele II, 133038 San Daniele del Friuli (UD)tel: 0432 941271

Libreria Tuttilibri via Umberto I, 83 - 33038 San Daniele del Friuli (UD) - tel: 0432 954666

Libreria Il Pensieropiazzetta Portuzza, 1 - 33013 Gemona del Friuli (UD) - tel: 0432 970302Libreria Il Pensieropiazza Roma, 6 - 33017 Tarcento (UD) tel: 0432 793013

Libreria per Ragazzi La Naf Spazial*piazza Italia, 34 - 33085 Maniago (PN) tel: 0427 701306*in questa libreria sarà possibile usufruire anche dello sconto del 15% sui giochi.

Gli sconti non sono cumulabili con altre promozioni in corso.

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Page 30: La saggezza 2010 - Programma generale

AssociazioneCulturale

Piccolo Festival FVG Gabriele RibisDirettore Artistico

Roberto Miani Direttore Amministrativo

Alessandra RiccatoSegreteria Organizzativa

Nicoletta OlivieriDirettore Produzione e Marketing

Clementina Antonaci Responsabile Comunicazione

Carter&BennettUfficio Stampa

Marco CanaliResponsabile Tecnico

Gianfranco CartaCapo Macchinista

Gabriele Ribis*Presidente

Roberto Miani*Vicepresidente

Simonetta CavalliAndrea Ciciliot*Franco Feruglio Flavio Luchitta*

Fabiana Noro*Alessandra RiccatoConsiglio Direttivo

*Soci fondatori

OperaConcerto

Teatro

COLORI (CMYK)GIALLO : 0.10.100.15BLU: 100.60.0.35 Staff

RINGRAZIAMOConte Luigi Deciani, Maddalena Broili, Lorenzo Cerneaz Pianoforti,

Eugenio Art di San Eugenio de Tenerife, Ilaria Colicchio e Maria Pia Caruso, Bomboniere da me- Budrio (BO) e tutti i librai che hanno prontamente

offerto la loro generosa collaborazione.

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Page 31: La saggezza 2010 - Programma generale

CASSACCOMAJANO

MANIAGO MARTIGNACCO

NIMIS PRADAMANO

REANA DEL ROJALEREMANZACCO

SAN DANIELE DEL FRIULITRICESIMO

UDINE

LA SAGGEZZA3a EDIZIONE

con il Contributo del Comune di: con il Patrocinio di:

Ideazione Grafica:

Main Sponsor

con il Patrocinio di:

in Collaborazione con:

San Eugenio de Tenerife

Club Unesco di Udine

www.piccolofestival.org

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