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na folla immensa, composta non solo dai “soliti” senzatetto o dagli stranieri giunti da ogni parte del mondo, ma anche da disoccupati, da pensionati e da famiglie disagiate, abita sempre più spesso i Centri Caritas sparsi sul territorio. E dato che le necessità sono sempre più diverse e pressanti, agli inizi dell’anno il Vescovo di Livorno Mons. Simone Giusti e i rappresentanti della Caritas diocesana hanno pensato alla creazione di un nuovo centro diurno per affrontare questa crisi. Un progetto da novecentomila euro presentato da Mons. Giusti con l’Avv. Luciano Barsotti, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno (la quale finanzia al cinquanta per cento le attività della struttura), e con Suor Raffaella Spiezio, Presidente della Fondazione Caritas Onlus di Livorno, in occasione della conferenza dal titolo “L’economia, la crisi e la sfida antropologica” del Prof. Luigino Bruni, docente della facoltà di Economia dell’Università di Milano- Bicocca ed editorialista del quotidiano “Avvenire”, intervenuto per l’occasione e per i 20 anni dalla creazione della Fondazione bancaria. «L’idea è nata per poter venire incontro a nuove e varie esigenze - spiega suor Raffaella - ed offrire così servizi aggiuntivi e complementari rispetto a quelli già offerti presso la struttura di Torretta. Il complesso di via Donnini dovrà diventare una “Caritas II”, dove poter creare un nuovo spazio di aggregazione, di socializzazione e di formazione per persone che versano in condizioni di povertà di vario tipo ed estreme». Previsti un dormitorio per l’alloggio dei “senza fissa dimora” e per l’ospitalità degli immigrati, un cineforum e laboratori d’informatica, d’arte, di musica, di cucina, di teatro e di scrittura, ma non solo. «Sicuramente una parte importante dei progetti che verranno svolti nella nuova struttura - spiega Mons. Giusti - sarà dedicata all’istruzione e all’inserimento, o reinserimento, lavorativo, per dare una mano ai giovani inoccupati o a coloro che, avendo perso il lavoro in età avanzata, hanno difficoltà a trovare una nuova collocazione. Questa “Casa dei Mestieri”, che gode anche di un contributo dei Lions, si occuperà così della formazione di tecnici ed operai per attività sempre richieste ma che nessuno vuole più affrontare, servendosi di docenti istruttori e di artigiani professionisti». Ed i settori sono i più svariati: formazione di manutentori di impianti idraulici ed elettrici, di giardinieri, d’imbianchini, di falegnami, di fabbri, di facchini e di molte altre figure professionali. Ma l’attuale crisi sociale ha investito anzitutto la base della società stessa, la famiglia. Per questo non mancherà un consultorio per le famiglie, voluto fortemente dal Vescovo, uno spazio di accoglienza e sostegno, consulenza legale e psicologica, per interi nuclei, per genitori soli (giovani madri e padri separati), per minori e per donne vittime di violenza (progetto “codice rosa”), cercando di creare anche spazi per favorire lo scambio d’esperienze tra famiglie con figli, «un’assistenza “tra e alle famiglie”». Si cercherà inoltre d’incrementare il coordinamento con i vari centri ascolto territoriali e di sensibilizzare ulteriormente famiglie e attività locali sul tema della povertà e sull’utilizzo più attento di risorse materiali ed economiche. Ora non resta che attendere l’inizio dei “lavori”, previsto per il mese prossimo. Fabio Figara U Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 28 ottobre 2012 a Messa... per capire non ho bisogno di estraniarmi dal mondo, anzi posso dire che la Messa mi attende nella strada, nei miei problemi, vicino alla casa dei miei affetti, attende a qualunque ora della mia giornata e della mia vita, mi attende nei momenti della solitudine più isolata o della compagnia più diversa. La Messa mi attende per dire un suo importante discorso nel ritmo di tante parole. La Messa è un discorso le cui parole sono così vitali che diventano creative; perché sono parole che non sono dette solo per essere capite, perché – come scrive uno scrittore moderno “la verità più che capita deve essere concepita”. La Messa è un discorso, è una parola, è una verità che si concepisce perché porta una vita, il Cristo, in un’altra vita, la mia, e ne sorge un essere nuovo che comincia già a vivere quaggiù l’esperienza di “nuovi cieli e nuova terra”…La Messa è un discorso fatto di parole, per dire persone, cose, gesti, tutti trasfigurati dalla divina istituzione di Gesù. (1969, conversazioni con monsignor Ablondi, vescovo ausiliare di Livorno) L Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno e Diocesi: sinergia perfetta per aiutare chi è in difficoltà. A novembre l’inizio dei lavori di ristrutturazione e adattamento, che saranno sostenuti al 50% dai due Enti Ecco la Caritas n.2 l Ministro Profumo ha affermato la neces- sità di rivedere i programmi di religione e di geografia. In sostanza di fronte ad un aumen- to di studenti stranieri occorre una scuola più aperta e inclusiva. Viene da chiedersi come mai allora occorre rivedere solamente la reli- gione e la geografia. E le altre materie? Forse più che i programmi è da rivedere il modo di relazionarsi con gli altri, con i bambini, i ra- gazzi, i giovani e con le loro famiglie. Occor- rono insegnanti capaci di convivere con le differenze e aperti al dialogo, all’ascolto e al- la tolleranza. Quella tolleranza vera che si ba- sa sull’accoglienza dell’altrui diversità, anche se scomoda e non facilmente comprensibile. La religione rappresenta un approccio a quei valori fondanti la nostra realtà culturale e ri- chiama le nostre radici cristiane aperte al va- lore della persona, di qualsiasi persona. La religione ha già fatto passi avanti di fronte al- la scuola “aperta e multietnica” e continua a farli. Quotidianamente. I UNA SCUOLA PIÙ APERTA E INCLUSIVA Il progetto di come sarà il Centro polifunzionale l complesso oggetto degli interventi di ristruttu- razione e recupero funzionale ubicato in Livor- no, via Donnini 165 di proprietà della diocesi di Livorno si sviluppa su due livelli per complessivi mq 742,00. La struttura sarà adibita: 1. Piano terra: -Centro diurno: da destinare uno spazio complessivo di mq 100/150, utenti stimati 30/50; Scuola dei Mestieri: da destinare uno spa- zio complessivo di mq. 100/150, utenti stimati 15/30; Portineria; N° 2 uffici operatori; Servizi igienici; Consultorio Familiare (50 mq) 2. Piano primo: Centro di prima accoglienza; ospitalità uomini: totale 15 posti. Da destinare n° 6/7 stanze + servizi igienici (5/6 docce) AREA FAMIGLIE Spazio di accoglienza in cui sostenere le famiglie, i genitori soli ed i minori e favorire scambio d’espe- rienze tra famiglie con figli. Esso si configura come un contenitore ed un catalizzatore d’opportunità e di risorse della comunità, per l’assistenza “tra e alle famiglie”. La famiglia è il luogo in cui si sperimen- ta che “la relazionalità è un elemento essenziale dell’umanità” (Caritas in Veritate, n. 55): molte ri- cerche hanno dimostrato l’influenza positiva di una azione di sostegno sociale: i genitori sono più affezionati e più responsivi verso i loro figli se si sentono stimati e apprezzati (sostegno di stima), quando possono condividere le loro paure e le lo- ro emozioni connesse con la genitorialità (soste- gno emotivo). Si sentono anche più competenti quando persone autorevoli forniscono loro infor- mazioni e consigli adeguati (sostegno informati- vo) in un contesto che valorizza le loro competen- ze e la loro importanza. L’intervento interesserà le seguenti aree/obiettivi: A. Genitorialità: Interventi di sostegno alla coppia in fase di separa- zione o già separata; a.1 Sviluppo competenze genitoriali: Saper essere, saper fare e divenire per un ruolo di maggior pro- tagonismo e partecipazione alle vicende formative dei propri figli); a.2 Accoglienza padri separati: identificati come la generazione dei “nuovi poveri”, affrontano il trau- ma della separazione, devono lasciare la casa co- niugale, pagano il vecchio mutuo e il nuovo affit- to, l’assegno di mantenimento per i figli e la ex moglie. Spesso sono costretti a vivere in auto o presso strutture di accoglienza. Il progetto si pro- pone di sostenere la persona e offrire un luogo in cui poter incontrare i propri figli. In cantiere la realizzazione di una struttura di ospitalità (social housing). B. Salute: sostegno alla maternità, percorsi di ac- compagnamento socio-sanitari (in collegamento con le strutture pubbliche preesistenti sul territorio per potenziare la rete di protezione asociale e gli interventi nell’età adolescenziale) C. Formazione ed educazione (genitori e figli) D. Socialità ed intrattenimento: creazione di un ambiente protetto in cui sviluppare e potenziare le competenza sociali attraverso attività ludiche, il gioco educativo E. Lavoro: avviare al lavoro attraverso borse e per- corsi formativi F. Sostegno economico per evitare che la riduzio- ne del reddito comporti la erosione dei legami fa- miliari; G. Mutualità: Forme di solidarietà e reciproco so- stegno da parte delle persone medesime nella ri- sposta ai disagi e problemi quotidiani. Il personale impegnato nel Centro ha solo un ruolo di regia, con il compito di coordinare e coadiuvare le atti- vità , che sono svolte con il protagonismo attivo delle famiglie Le suddette attività saranno progettate e coordinate da un centro di ascolto tematico. Si punterà a soste- nere le famiglie nelle loro responsabilità genitoriali (orientamento e consigli esperti sulla cura dei bambini, sulla vita domestica, sull’accesso alla rete dei servizi), e a facilitare il loro inserimento o rein- serimento nel mondo del lavoro con percorsi di formazione e laboratori occupazionali che preve- dano anche tirocini, borse lavoro e accesso al mi- crocredito. AREA DISAGIO ADULTO E GIOVANI A. CENTRO DIURNO Formazione e socializzazione: * Attività ludico – ricreative * Scrittura creativa * Laboratori di manualità * “Redazione di strada” * Corso base di Informatica * Scuola dei mestieri: formazione di tecnici ed ope- rai in settori caratterizzati dalla forte richiesta di mercato. Gli allievi saranno istruiti ed affiancati costantemente da docenti istruttori e da artigiani, in applicazione della metodologia didattica del learning by doing. La Scuola svolge attività di Formazione in: * Piccole manutenzioni (idraulica, elettricità, giar- dinaggio, facchinaggio) * Tecnico riparatore/assemblatore biciclette * Tecnico riparatore/assemblatore di pc * Barbiere/sarto * Gestione Lavanderia sociale * Gestione Caffetteria sociale B. CENTRO DI ACCOGLIENZA NOTTURNA * Servizio di accoglienza notturna maschile per 15 persone senza dimora, in condizione di estrema povertà. I A proposito delle dichiarazioni del ministro Profumo Accoglienza, formazione e socializzazione IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi LINEA di Pensiero di Luca Lischi

La Settimana n. 38 del 28 ottobre 2012

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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na folla immensa, compostanon solo dai “soliti”senzatetto o dagli stranierigiunti da ogni parte del

mondo, ma anche da disoccupati, dapensionati e da famiglie disagiate,abita sempre più spesso i CentriCaritas sparsi sul territorio. E datoche le necessità sono sempre piùdiverse e pressanti, agli inizidell’anno il Vescovo di LivornoMons. Simone Giusti e irappresentanti della Caritasdiocesana hanno pensato allacreazione di un nuovo centro diurnoper affrontare questa crisi.Un progetto da novecentomila europresentato da Mons. Giusti con l’Avv.Luciano Barsotti, Presidente dellaFondazione Cassa di Risparmi diLivorno (la quale finanzia alcinquanta per cento le attività dellastruttura), e con Suor RaffaellaSpiezio, Presidente della FondazioneCaritas Onlus di Livorno, inoccasione della conferenza dal titolo“L’economia, la crisi e la sfidaantropologica” del Prof. LuiginoBruni, docente della facoltà diEconomia dell’Università di Milano-Bicocca ed editorialista delquotidiano “Avvenire”, intervenutoper l’occasione e per i 20 anni dallacreazione della Fondazione bancaria.«L’idea è nata per poter venireincontro a nuove e varie esigenze -spiega suor Raffaella - ed offrire cosìservizi aggiuntivi e complementaririspetto a quelli già offerti presso lastruttura di Torretta. Il complesso divia Donnini dovrà diventare una“Caritas II”, dove poter creare unnuovo spazio di aggregazione, disocializzazione e di formazione perpersone che versano in condizioni dipovertà di vario tipo ed estreme».Previsti un dormitorio per l’alloggiodei “senza fissa dimora” e perl’ospitalità degli immigrati, uncineforum e laboratori d’informatica,d’arte, di musica, di cucina, di teatroe di scrittura, ma non solo. «Sicuramente una parte importantedei progetti che verranno svolti nellanuova struttura - spiega Mons. Giusti- sarà dedicata all’istruzione eall’inserimento, o reinserimento,lavorativo, per dare una mano aigiovani inoccupati o a coloro che,avendo perso il lavoro in etàavanzata, hanno difficoltà a trovare

una nuova collocazione. Questa“Casa dei Mestieri”, che gode anchedi un contributo dei Lions, sioccuperà così della formazione ditecnici ed operai per attività semprerichieste ma che nessuno vuole piùaffrontare, servendosi di docentiistruttori e di artigiani professionisti».Ed i settori sono i più svariati:formazione di manutentori di

impianti idraulici ed elettrici, digiardinieri, d’imbianchini, difalegnami, di fabbri, di facchini e dimolte altre figure professionali. Ma l’attuale crisi sociale ha investitoanzitutto la base della società stessa,la famiglia. Per questo non mancheràun consultorio per le famiglie, volutofortemente dal Vescovo, uno spaziodi accoglienza e sostegno,

consulenza legale e psicologica, perinteri nuclei, per genitori soli(giovani madri e padri separati), perminori e per donne vittime diviolenza (progetto “codice rosa”),cercando di creare anche spazi perfavorire lo scambio d’esperienze trafamiglie con figli, «un’assistenza “trae alle famiglie”». Si cercherà inoltre d’incrementare il

coordinamento con i vari centriascolto territoriali e di sensibilizzareulteriormente famiglie e attivitàlocali sul tema della povertà esull’utilizzo più attento di risorsemateriali ed economiche. Ora nonresta che attendere l’inizio dei“lavori”, previsto per il meseprossimo.

Fabio Figara

U

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

28 ottobre 2012

a Messa... per capire non ho bisogno di estraniarmi dal mondo, anzi posso direche la Messa mi attende nella strada, nei miei problemi, vicino alla casa dei miei

affetti, attende a qualunque ora della mia giornata e della mia vita, mi attende neimomenti della solitudine più isolata o della compagnia più diversa. La Messa miattende per dire un suo importante discorso nel ritmo di tante parole.La Messa è un discorso le cui parole sono così vitali che diventano creative; perchésono parole che non sono dette solo per essere capite, perché – come scrive unoscrittore moderno “la verità più che capita deve essere concepita”. La Messa è undiscorso, è una parola, è una verità che si concepisce perché porta una vita, il Cristo,in un’altra vita, la mia, e ne sorge un essere nuovo che comincia già a viverequaggiù l’esperienza di “nuovi cieli e nuova terra”…La Messa è un discorso fatto diparole, per dire persone, cose, gesti, tutti trasfigurati dalla divina istituzione di Gesù.

(1969, conversazioni con monsignor Ablondi,vescovo ausiliare di Livorno)

L

Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno e Diocesi: sinergia perfetta per aiutare chi è in difficoltà.A novembre l’inizio dei lavori di ristrutturazione e adattamento,che saranno sostenuti al 50% dai due Enti

Ecco la Caritas n.2

l Ministro Profumo ha affermato la neces-sità di rivedere i programmi di religione e di

geografia. In sostanza di fronte ad un aumen-to di studenti stranieri occorre una scuola piùaperta e inclusiva. Viene da chiedersi comemai allora occorre rivedere solamente la reli-gione e la geografia. E le altre materie? Forsepiù che i programmi è da rivedere il modo direlazionarsi con gli altri, con i bambini, i ra-gazzi, i giovani e con le loro famiglie. Occor-rono insegnanti capaci di convivere con ledifferenze e aperti al dialogo, all’ascolto e al-la tolleranza. Quella tolleranza vera che si ba-sa sull’accoglienza dell’altrui diversità, anchese scomoda e non facilmente comprensibile.La religione rappresenta un approccio a queivalori fondanti la nostra realtà culturale e ri-chiama le nostre radici cristiane aperte al va-lore della persona, di qualsiasi persona. Lareligione ha già fatto passi avanti di fronte al-la scuola “aperta e multietnica” e continua afarli. Quotidianamente.

I

UNA SCUOLA PIÙAPERTA E INCLUSIVA

Il progetto di come sarà il Centro polifunzionale

l complesso oggetto degli interventi di ristruttu-razione e recupero funzionale ubicato in Livor-

no, via Donnini 165 di proprietà della diocesi diLivorno si sviluppa su due livelli per complessivimq 742,00.La struttura sarà adibita:1. Piano terra: -Centro diurno: da destinare unospazio complessivo di mq 100/150, utenti stimati30/50; Scuola dei Mestieri: da destinare uno spa-zio complessivo di mq. 100/150, utenti stimati15/30; Portineria; N° 2 uffici operatori; Serviziigienici; Consultorio Familiare (50 mq)2. Piano primo: Centro di prima accoglienza;ospitalità uomini: totale 15 posti. Da destinare n°6/7 stanze + servizi igienici (5/6 docce)

AREA FAMIGLIESpazio di accoglienza in cui sostenere le famiglie, igenitori soli ed i minori e favorire scambio d’espe-rienze tra famiglie con figli. Esso si configura comeun contenitore ed un catalizzatore d’opportunità edi risorse della comunità, per l’assistenza “tra e allefamiglie”. La famiglia è il luogo in cui si sperimen-ta che “la relazionalità è un elemento essenzialedell’umanità” (Caritas in Veritate, n. 55): molte ri-cerche hanno dimostrato l’influenza positiva diuna azione di sostegno sociale: i genitori sono piùaffezionati e più responsivi verso i loro figli se sisentono stimati e apprezzati (sostegno di stima),quando possono condividere le loro paure e le lo-ro emozioni connesse con la genitorialità (soste-gno emotivo). Si sentono anche più competentiquando persone autorevoli forniscono loro infor-mazioni e consigli adeguati (sostegno informati-vo) in un contesto che valorizza le loro competen-ze e la loro importanza.

L’intervento interesserà le seguenti aree/obiettivi:A. Genitorialità:

Interventi di sostegno alla coppia in fase di separa-zione o già separata;a.1 Sviluppo competenze genitoriali: Saper essere,saper fare e divenire per un ruolo di maggior pro-tagonismo e partecipazione alle vicende formativedei propri figli); a.2 Accoglienza padri separati: identificati come lagenerazione dei “nuovi poveri”, affrontano il trau-ma della separazione, devono lasciare la casa co-niugale, pagano il vecchio mutuo e il nuovo affit-to, l’assegno di mantenimento per i figli e la exmoglie. Spesso sono costretti a vivere in auto opresso strutture di accoglienza. Il progetto si pro-pone di sostenere la persona e offrire un luogo incui poter incontrare i propri figli. In cantiere larealizzazione di una struttura di ospitalità (socialhousing).B. Salute: sostegno alla maternità, percorsi di ac-compagnamento socio-sanitari (in collegamentocon le strutture pubbliche preesistenti sul territorioper potenziare la rete di protezione asociale e gliinterventi nell’età adolescenziale)C. Formazione ed educazione (genitori e figli)D. Socialità ed intrattenimento: creazione di unambiente protetto in cui sviluppare e potenziare lecompetenza sociali attraverso attività ludiche, ilgioco educativoE. Lavoro: avviare al lavoro attraverso borse e per-corsi formativiF. Sostegno economico per evitare che la riduzio-ne del reddito comporti la erosione dei legami fa-miliari;G. Mutualità: Forme di solidarietà e reciproco so-stegno da parte delle persone medesime nella ri-sposta ai disagi e problemi quotidiani. Il personaleimpegnato nel Centro ha solo un ruolo di regia,con il compito di coordinare e coadiuvare le atti-vità , che sono svolte con il protagonismo attivodelle famiglie

Le suddette attività saranno progettate e coordinateda un centro di ascolto tematico. Si punterà a soste-nere le famiglie nelle loro responsabilità genitoriali(orientamento e consigli esperti sulla cura deibambini, sulla vita domestica, sull’accesso alla retedei servizi), e a facilitare il loro inserimento o rein-serimento nel mondo del lavoro con percorsi diformazione e laboratori occupazionali che preve-dano anche tirocini, borse lavoro e accesso al mi-crocredito.

AREA DISAGIO ADULTO E GIOVANIA. CENTRO DIURNOFormazione e socializzazione: * Attività ludico – ricreative* Scrittura creativa* Laboratori di manualità* “Redazione di strada”* Corso base di Informatica* Scuola dei mestieri: formazione di tecnici ed ope-rai in settori caratterizzati dalla forte richiesta dimercato. Gli allievi saranno istruiti ed affiancaticostantemente da docenti istruttori e da artigiani,in applicazione della metodologia didattica dellearning by doing.

La Scuola svolge attività di Formazione in:* Piccole manutenzioni (idraulica, elettricità, giar-dinaggio, facchinaggio)* Tecnico riparatore/assemblatore biciclette * Tecnico riparatore/assemblatore di pc* Barbiere/sarto* Gestione Lavanderia sociale* Gestione Caffetteria sociale

B. CENTRO DI ACCOGLIENZA NOTTURNA* Servizio di accoglienza notturna maschile per 15persone senza dimora, in condizione di estremapovertà.

I

A proposito delle dichiarazionidel ministro Profumo

Accoglienza, formazione e socializzazione

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

Page 2: La Settimana n. 38 del 28 ottobre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI28 ottobre 2012II

no di noi” è un’iniziativa deicittadini europei, lanciata il

20 maggio 2012, che intendechiedere alla CommissioneEuropea, ovvero al Governodell’Europa, che si impegni nellatutela del bambino concepito e nonancora nato, con uno specifico attolegislativo che possa avere ricadutepositive sulla ricerca scientifica esulla sanità, evitando che possanoesserci finanziamenti nel campodella salute pubblica a discapitodella vita umana. “Uno di Noi” èpromossa da un Comitatorappresentativo delle associazionipro-life d’Europa, tra cui ilMovimento per la Vita Italiano. Peressere presentata alla CommissioneEuropea l’iniziativa deve esseresostenuta da almeno un milione difirme, raccolte in almeno sette statimembri dell’Unione Europea. LaCommissione Europea ha perciòtenuto conto solo dei primi settemembri del Comitato organizzatorein rappresentanza di Francia, Italia,Spagna, Germania, Regno Unito,Polonia ed Ungheria. Anche le altrenazioni però possono partecipare egli aderenti sono in tutto 27. Laproposta che i pro life fanno,attraverso il quesito che saràsottoposto all’adesione popolare, èdi estendere la protezione giuridicadella dignità, del diritto alla vita edell’integrità di ogni essere umanofin dal concepimento in tutte le areedi competenza UE quali, ricerca,sanità pubblica e aiuto allasviluppo; ponendo fine aifinanziamenti di attività chepresuppongono la distruzione diembrioni umani nei settori dellaricerca, nei programmi di riduzionedelle nascite e nelle pratiche chepresuppongono la violazione deldiritto alla vita. Per adesso èpossibile aderire soltanto suformato cartaceo. La raccolta èiniziata a Firenze il 28 maggio e aMilano dal 30 maggio al 1 giugnoin occasione dell’incontro mondialedella famiglia. Per l’adesione èindispensabile indicare il numerodella propria carta di identità o delpassaporto, può sottoscrivere ognicittadino che abbia raggiunto idiciotto anni di età anche se nonancora iscritto nelle liste elettorali.Il modulo di adesione è scaricabiledal sito www.mpv.org, può esseresottoscritto anche da più persone einviato alla sede del Movimento perla Vita (Lungotevere dei Vallati,2 –00186 Roma) entro il 1 Febbraio2013. Per ulteriori informazioni èpossibile consultare il sitowww.oneofus.eu

Alice Carpentiere

U“

■ LA FESTA del Ciao dell'ACR diocesana

Ragazzi … in cerca di Autore

ono appena iniziate lescuole, ottobre è anche ilmese della ripresa delleattività per i ragazzi di

AC che in verità non si sonofermati neanche durantel’estate ma hanno continuatola loro crescita insieme,accompagnati dagli educatori.Li avevamo vistil’ultima volta neipressi di Camaldoliper il campeggiodiocesano e ora liincontriamo nellaFesta del Ciao,tradizionaleappuntamento che da’ il viaalle iniziative dell’AzioneCattolica per i ragazzi,giovanissimi e giovani,La festa del Ciao nasce conl’intento di incontrare nuoviamici ed è infatti un evento"aperto" anzi quest’anno lapartecipazione con uno o piùamici non ACRini prevedevaun bonus nel punteggio deigiochi a squadre organizzatidall’Equipe di animatori.Anno dopo anno aumenta lapartecipazione dei

S

giovanissimi coinvolti inquesto evento e sarebbe belloriuscire a far diventare questafesta una festa aperta a tutti iragazzi che iniziano ilcammino dell’iniziazionecristiana nelle parrocchie, perpoter "respirare" un’aria didiocesanità e farglicomprendere che la Chiesa è"di più" della propriaparrocchia.Il tema della festa del CIAOedizione 2012 fa riferimentoall’iniziativa annuale

proposta dall’ACR ”incerca d’Autore”.Attraverso le propriecapacità "artistiche" iragazzi si sonocimentati in gare dicanto, ballo, disegno,

bricolage e mimo.L’obiettivo era quello di farcapire attraverso il gioco el’esperienza, che peraffrontare la vita non ènecessario e nemmeno utileindossare delle maschere oricercare le luci della ribaltama l’importante è conoscerese stessi e capire che “Gesù ciama per quelli che siamo e civuole impegnati nella Chiesaper quello che possiamodare”.I circa 50 partecipanti hanno

potuto godere dell’ospitalitàdella Diocesi nel Chiostro delSeminario che per unpomeriggio si è trasformato inun palcoscenico e campo digioco.Gli animatori hanno cercatodi associare spiritualità, giocoe voglia di stare insieme pereducare tutti i ragazzi ad unagiusta convivenza nellasocietà civile. Molti i genitoripresenti che hannopartecipato divertitiassistendo alle performancedei propri ragazzi. Ilpomeriggio di festa si èconcluso poi con la SantaMessa celebrata all’aperto daDon Federico Locatelli,assistente diocesano ACR.

Antonio Martella

Un’iniziativa per lasalvaguardia della vita

UNO DI NOI

LE ESERCITAZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE LIBURNIA

Tutti «a scuola»di catastrofi

ello scorso fine settimana ha preso ilvia l’esercitazione regionale di

protezione civile denominata “Liburnia2012”, un progetto organizzato dallaMisericordia di Livorno e dalraggruppamento provinciale delleMisericordie, con la collaborazione delcomune di Livorno, che ha avuto un ruolodi importante sostegnonell’organizzazione delle attività, e ilsupporto della Confederazione Nazionaledelle Misericordie d’Italia.Nella giornata di Venerdì è stato simulatoun evento sismico del settimo grado dellascala Mercalli, che ha messo i volontari,nella stessa giornata e nelle due successive,a diretto contatto con tutti i possibiliscenari che avrebbero potuto verificarsidopo un simile evento, perpoter al meglio controllare iprotocolli operativi. Uncampo base è stato allestitopresso la località Cisternino,così come indicato nelpiano comunale diprotezione civile; questospazio delimitato econtrollato è stato messo adisposizioneesclusivamente per ivolontari della protezionecivile e per le forzedell’ordine, dopo averistallato al suo interno unrefettorio e un dormitorio.All’iniziativa hannopartecipato oltre 450volontari di circa 20Misericordie Toscane, chenella prima giornata si sonotrovati a mettere in atto lasimulazione del recupero dialcuni dispersi a Calafuria,

il deragliamentodelle carrozze dellafunicolare diMontenero, il crollodel monumento diCiano e unintervento perviolenta mareggiatapresso la TerrazzaMascagni.La giornata di Sabato ha visto invece lasimulazione del crollo dello chalet dellaRotonda di Ardenza, il recupero di feritiallo scoglio della ballerina e ai Tre Ponti, ilcrollo della cava presso la localitàCorbolone e un naufragio davanti alBoccale, con l’intervento di natanti per ilrecupero dei naufraghi. Il Comune ha

inoltre dato l’opportunità di realizzare unintervento reale di pulizia dell’argine deltorrente Rio Felciaio nei pressi della Leccia,onde evitare possibili esondazioni. Nelcorso della mattina di Sabato è stata messain atto l’evacuazione dell’istituto Cecioni,con l’individuazione di alcuni studentiferiti che sono stati messi in salvo daidelegati della protezione civile.

Altre simulazioni si sonoverificate presso gli Scalidelle Ancore, Antignano eArdenza con il crollo dialcuni palazzi, la ricerca didispersi al Castellaccio, unincidente stradale in piazzaCavour con l’allestimento diun presidio ospedaliero eprove di fuoristrada alGabbro e Quercianella. Perrealizzare queste prove sonostati messi a disposizione 29ambulanze A, 7 ambulanze4x4, 12 mezzi Y, 52 4x4, 34punti luce, 3 natanti, 12pulmini, 7 mezzi A.I.B e 26idrovore. Un interventoquesto certamente pocousuale in altre città italiane,che contribuisce a metterein buona luce l’operatodella Misericordia dellanostra città.

Alice Carpentiere

N

Un pomeriggio di sole che ha fatto da cornice a circacinquanta bambinidell’Azione CattolicaRagazzi, che si sonomisurati e cimentati in diverse attività nel giardinodel vescovado

omenica 14 ottobre è nata Anna,la primogenita della nostra

collaboratrice Flavia Marco e di suomarito Luca Pecorini.Ai neo genitori i più grandi auguri daparte di tutti: giornalisti e lettori,sperando di vedere presto questo"piccolo gioiello" anche tra le muradella redazione!

D

BENVENUTAAnna

Gesù ci ama per quello che siamo e ci vuole impegnati nella Chiesa per quello che possiamo dare

Le simulazioni della Protezione Civile:ipotizzare il peggio per essere pronti al meglio

Tutelare i bambinidi tutta Europa

Page 3: La Settimana n. 38 del 28 ottobre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI28 ottobre 2012 III

L’INTERVISTA AL DIACONO Massimo Bartolini

Dalla parte del malato, con passioneopo aver intervistato ildiacono Paolo Bencreati,incontriamo anche ildiacono Massimo

Bartolini che, insieme a lui, offreun servizio di assistenza ai malatiall’interno dell’ospedale.Come è iniziato il suo camminoa fianco dei malati?«Il 1° giugno del 2004, condecreto dell’allora Vescovo diLivorno Mons. Coletti, venninominato “Aiuto Cappellanonell’Ospedale Civile diLivorno successivamenteridefinito “Assistente religiosocollaboratore”. Quindi, daoltre otto anni,ininterrottamente, svolgoquesto servizio in regime diassoluto volontariato e,quindi, non vincolato da oraridefiniti a priori, seppurrispettosi del regolamentoospedaliero e delledisposizioni inerenti alservizio della Cappellania».

In quale modo si avvicina aipazienti?«Non esiste un “modo” peravvicinare chi soffre,specialmente se in un lettod’ospedale dove tutto èspiacevole, ma unatteggiamento che può sorgerespontaneo solo se riesci in adintuire il caso specifico che staiaffrontando, cioè, se riesci, inun certo senso, adimmedesimarti inquel malato, senzacommiserazione,bensì “con-passione” e mettertiun po’ dalla suaparte. E, siccome,ogni caso è semprediverso, anche,l’approccio è semprediverso e tendeanche a modificarsinel corsodell’incontro e nonè mai banale.Sembra complicatoe impossibile, ma sussistel’occasione di riscontrare,sempre e con certezza,l’intervento di Cristo stesso.Senza di Lui è meglio nonprovarci: si può solo esseregoffi e si possono arrecare altresofferenze. E succede quando,qualche volta, dimentichi cheil vero servo è Lui. Certo non èneppure così facile e scontato,sono convinto che tutto siapossibile quando questoservizio non è sotteso aldovere e al fare. In ognireparto ci sono tipologiediverse di ammalati, presso iquali non ci si può rapportareallo stesso modo. Le notevolidiversità tra una patologia el’altra, specie quando, comenel mio caso, visiti reparti diforte impatto: Psichiatria,Malattie Infettive, o Chirurgiache richiedono atteggiamentidi diversa sensibilità edisponibilità, che nondipendono dametodologie, né dal“fare” o dal “dovere”,bensì, da ciò che senti“dentro”. A volte troviil malato non ricettivoche ti accettacomunque perché gliporti pur sempre ungesto di carità, unabuona parola, unaugurio, ma ti lasciasolo amarezza perchévedi che non gli rechiconforto. A volte ildialogo si fa collettivoperché anche altriammalati nellacamera si uniscono,vogliono essereconsiderati, coinvoltie allora l’incontro si fameno personalizzato,ma più fruttuoso.Ci sono, poi, ifamiliari deiricoverati, con i qualientri spesso in

Dcontatto e devo dire che èsempre un momento moltosignificativo: sei dapprimaaccettato e poi accolto (chenon sono la stessa cosa)proprio perché con “Quello”che porti, supportato daquell’atteggiamento diimmedesimazione dellasofferenza che dicevo prima,rendi più credibile la speranza.Ti sentono vicino, amico,spesso, non hanno bisogno dialtro. Ecco perché io sonofermamente convinto che ildiacono sia indispensabile inospedale: non potrà portare ilconforto sacramentale finaleall’ammalato (Unzione), maquante croci può sollevare,magari prendendosenequalcuna sulle proprie spalle.Nei primi tempi del mioservizio- i primi due o treanni- i diaconi erano ancorauna sorpresa, moltichiedevano spiegazioni suquesta “nuova” figura e sul suoruolo nella Chiesa, nellasocietà, nel lavoro, sulle suespecificità, interessati dalconnubio tra gli impegnifamiliari, ecclesiali e civili: èstato un bel periodo, inqualche modo, di vera epropria evangelizzazione(come ebbe a riconoscereanche Mons. Coletti). Oggi,con la maggiore

consapevolezza,quando tiincontrano, anchefuori dal servizio,esclamano: “toh, èun diacono” esempre dimostrano,al di là del lorocredo, di apprezzareil servizio chefacciamo».

Come si svolge lagiornata dei diaconiche operano inOspedale? «Fino ad un po’ di

tempo fa, trascorrevo inospedale quasi tutta lamattinata, prima ancora ilpomeriggio, ma la presenza tragli ammalati era spessolimitata dai servizi di pulizianei reparti o dai “turni” mediciche frammentavano troppo lamia presenza rendendo quasiimpossibile il servizio. Da unpo’ di tempo ho ridotto la miapresenza ad un paio d’ore almattino dei giorni feriali, oreconcentrate nei momenti dirallentamento delleprestazionimedico/professionali e, graziead una migliore distribuzionedei compiti di altricollaboratori che man mano siavvicendano, credo che il miooperare non abbia sofferto diquesta riduzione del tempoche vi dedico poiché, purvisitando tutti i pazienti, riesco

a dedicarmi con piùattenzione a quei casi che, divolta in volta, si dimostranopiù bisognosi di carità. Inquesto non mi sono mairisparmiato e, per questo,quando lascio l’ospedale, sonopiuttosto affranto per lediffuse sofferenze e drammiche mi trovo ad affrontare,entrando quasi in simbiosicon quelle degli ammalati,portando spesso in mel’impegno di una preghieraparticolare per ciascuno diloro».

C’è un episodio che ricorda inmodo particolare?«Molti sono gli episodi chemeriterebbero di esserericordati, ma due in modospeciale: una volta, inChirurgia, dopo che avevodato la Comunione ad unpaziente, da un letto si è alzatoun uomo che mi ha detto diessere musulmano e chevoleva recitare il Padre Nostrocon me; allora mi sono rivoltoagli altri pazienti della camerache si sono uniti a noi in unapreghiera corale, al termine hosaputo che uno era di famigliaebraica ed uno addirittura ateo…!Un’altra volta mi trovavo inuna camera con alcunipazienti operati. Li avevoinvitati ad avere fiducia in Dioma, anche nei medici e nelpersonale dei quali decantavola professionalità, l’efficienza ela bravura, esortandoli adunire la speranza cristiana aquella umana. Sento un

colpetto di tosse, migiro: sulla porta c’erail primario,personaggio noto ma,nel modo piùassoluto nonindulgente a religioni,anzi … e che, quandomi incontrava, nonmi salutava neppure.Mi mise una manosulla spalla e rivolto aipazienti disse:“persone come questa(il sottoscritto), avolte, con il loromodo di fare e conpoche parole, sannoessere efficaci comeun bisturi e non c’éneppure bisogno diricucire le ferite”. Poi,rivolto a me: ”Grazieper quello che è!”.Una soddisfazione,anche se da allora,quando mi incontra,continua a nonsalutarmi!»Qualche malato ha

rifiutato la sua presenza?«Una sola volta, nel reparto diMalattie Infettive, una ragazzaquando mi ha visto entrarenella sua camera -l’avevo solosalutata- in modo ostile mi hadetto di uscire perché erol’ultima persona con la qualeavrebbe voluto parlare. Ilgiorno dopo si è scusatadicendomi che non avevanessun credo e che non volevale parlassi di Dio. Tutti i giornitornavo da lei, senzaconsiderarla. Dopo alcunigiorni mi ha ascoltato, senzaentusiasmo ma serenamente,poi non l’ho più vista. Hopregato perché il Signorecontinuasse a parlarle, comeaveva fatto per mezzo mio».

Come sono i rapporti conmalati di altre religioni?«Se vogliono, parliamo direligione in genere, della loro,del Dio unico, altrimentiparliamo di altro, ma semprecon assoluto rispetto. Nescaturiscono spesso delle belleesperienze di reciprocità e discambio. Non li ho mai evitati,né mi hanno mai rifiutato».Ed i rapporti con il personaledell’ospedale?«Non sono uguali con tutti: gliinfermieri (quasi tutte donne)sono troppo presi dai servizi dilavoro impegnativi eraramente trovano il tempo disoffermarsi a parlare; conalcuni si può, ma non moltospesso. Con i medici è diverso,spesso mi è capitato disentirmi coinvolgere: chi michiede di seguire un pazienteun po’ difficile, chi mi accettanella camera dove stavisitando ed, a volte, c’è anchedel dialogo e, comunque, intutti c’è accoglienza eapprezzamento, spessogratitudine.Questo, è un servizio per ilquale occorre negazione di sestessi, passione,predisposizione, volontà ecarità gratuita, facendo ilgiusto spazio a Dio. Solo cosìsi può essere molto efficaci peril conforto di chi soffre ipeggiori mali ed anche insupporto alla professionalitàdell’assistenza sanitaria. È unservizio di grande ricchezza e,perché no, di soddisfazioneche non guasta mai, per chi,come me, ne fa una ragione divita cristiana. Non cirinuncerei, anche perché,ammesso che faccia del bene,forse, non riesco a fare granchédi altro. Spero che il Signoremi dia la forza di farlo ancoraa lungo!»

E.C.

e vi fosse un canto all’uscita, siaspetterà che termini e poi ci si

avvierà alla porta con calma.Sarebbe buona cosa allontanarsi dalproprio posto solo dopo che ilsacerdote è entrato in sacrestia.Si eviti, terminata la Messa, di "faresalotto" in chiesa, per nondisturbare chi volesse fermarsi apregare. Usciti di chiesa avremotutto l’agio di intrattenerci con amicie conoscenti.Ricordiamoci che la Messa deveportare i suoi frutti nella vitaquotidiana di tutta la settimana.«Come i grani di frumento che sonogerminati sparsi sulle colline,raccolti e fusi insieme, hanno fattoun solo pane, così, o Signore, fa’ ditutta la tua Chiesa, che è sparsa sututta la terra, una cosa sola; e comequesto vino risulta dagli acinidell’uva che erano molti ed eranodiffusi per le vigne coltivate diquesta terra e hanno fatto un soloprodotto, così, o Signore, fa’ che neltuo sangue la tua Chiesa si sentaunita e nutrita di uno stessoalimento» (dalla Didachè).

Ancora alcune piccoleraccomandazioni:

* cerchiamo sempre di partecipare aicanti usando i libretti.

* Alla fine della Messa mettiamo inordine i libretti usati.

* Masticare gomme o caramelle inchiesa è mancanza di rispetto.

* Evitiamo di accendere le candeledurante la celebrazione: lasciamoche la parola di Dio illumini lanostra vita.

S

LE BUONEmaniere

di Elena Cerini

«Ricordiamociche la Messadeve portare i suoi fruttinella vitaquotidianadi tuttala settimana»

Qui sopra: Il diacono Bartolini nel giorno della sua ordinazione l’8 dicembre 2004 per lemani del vescovo Coletti. In basso: insieme a sua moglie e ai suoi nipotini

«Sembracomplicato e impossibile,ma sussistel’occasione di riscontrare,sempre econ certezza,l’intervento diCristo stesso»

L’USCITADALLA CHIESA

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Diocesiinforma

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI28 ottobre 2012IV

VENERDÌ 26 OTTOBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado18.30 incontro con i cresimandi in ve-scovado21.00 il Vescovo partecipa al consigliopastorale parrocchiale della parroc-chia dei Sette Santi

DOMENICA 28 OTTOBRE11.00 a Fornacette, per il decimo anni-versario della chiesa progettata damonsignor Giusti15.30 S. Messa e ingresso del nuovoparroco, don Cristian Leonardelli, al-la chiesa di San Giovanni Gualberto(Valle Benedetta)In serata il Vescovo è a Roma per lacommissione CEI per i Beni Culturali

LUNEDÌ 29 OTTOBREIl Vescovo è a Roma per il comitato deibeni culturali della CEI

MARTEDÌ 30 OTTOBRE9.30 incontro con mons. Nicolas Djo-mo, vescovo di Tshumbe in vescovado11.00 il Vescovo partecipa al giubileodelle Piccole Figlie di San GiovanniGualberto a Montenero

MERCOLEDÌ 31 OTTOBRENella mattina, udienze clero in vesco-vado21.00 processione mariana a conclu-sione del giubileo della parrocchia diSan Giovanni Bosco

GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE10.30 S. Messa e cresime alla chiesa diSan Pio X

VENERDÌ 2 NOVEMBRE9.30 benedizione al cimitero di SantaGiulia10.00 S. Messa al cimitero comunale15.00 S. Messa al cimitero dellaPurificazione16.30 S. Messa al cimitero della Mise-ricordia

SABATO 3 NOVEMBRE16.30 S. Messa e saluto in occasionedel primo centenario della morte diPio Alberto del Corona alla chiesa diSan Ferdinando (vd. Brevi e pag.7)18.30 S. Messa per i defunti del Rotaryalla chiesa di Santa Giulia

DOMENICA 4 NOVEMBRE11.00 S. Messa e cresime alla chiesadella Seton15.30 Apertura dell’Anno della Fede inDuomo, incontro con il card. CamilloRuini (vd.pag8)

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESIIncontro DiaconiSABATO 27 OTTOBRE ALLE 16.00Presso il salone parrocchiale di S. Rosa, confronto sulla letteraapostolica "Porta Fidei" di Papa Benedetto XVI. Alle 18.15 primivespri della domenica presieduti dal diacono Carlo Vivaldi

L’organista del Papa a LivornoLUNEDÌ 29 OTTOBRE ALLE ORE 21.15A conclusione dei festeggiamenti per il 50° anniversario di erezio-ne della Parrocchia di San Giovanni Bosco in Coteto, concertod’organo.

Una giornata per mons. Pio Alberto DelCoronaSABATO 3 NOVEMBRE ALLE 16.30Il coro polifonico “Pio Alberto del Corona” e la Schola CantorumGregoriana organizza presso la chiesa di San Ferdinando la S. Mes-sa XII Pater Cuncta con canti gregoriani concelebrata da monsi-gnor Tardelli Vescovo di San Miniato e monsignor Giusti Vescovodi Livorno. Canto finale composto e interpretato dal soprano Ro-salia Gallardo GonzalezAlle 17.30 Tavola Rotonda: "Mons. Pio AlbertoDel Corona. Primocentenario della morte di un livornese illustre".Relatori: Angelo Montonati, giornalista, agiografo: “Fare la caritàdella verità. Un esempio luminoso: mons. Del Corona”; RiccardoNovi, direttore generale Fondazione Madonna del Soccorso diFauglia: “mons. Del Corona e le “Figlie” del Quilici”; moderatoreMarco Marrocchini, curatore della nuova biografia (vedi pag7)

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Pontificio Consiglio per la Promozione dellaNuova Evangelizzazione- Vivere l’Anno dellaFede. Sussidio pastorale- Ed. San Paolo, pp.182, Euro 10,00

Questo Sussidio pastorale è stato predispostoper corrispondere al desiderio di BenedettoXVI di riscoprire i contenuti della fede profes-sata, celebrata, vissuta e pregata. Esso si offrepertanto come uno strumento semplice e sin-tetico al quale hanno contribuito teologi, re-sponsabili della catechesi e parroci. La primaparte è dedicata alla catechesi sugli articolidel Simbolo apostolico per aiutare ad entrarenel merito di ciò che costituisce una vera sin-tesi della nostra fede. La seconda parte intro-duce alla celebrazione dei Sacramenti che se-gnano la vita della comunità cristiana nel-l’anno liturgico. La terza parte cerca di aiutarela comunità parrocchiale a vivere l’Anno del-la Fede con iniziative proprie e mediante ilpellegrinaggio alla tomba di Pietro e nei luo-ghi santi. Un cammino concreto che ogni co-munità può percorrere seguendo le esigenzeche sono peculiari a ognuno come sostegnoalla vita spirituale. La quarta parte infine, pre-senta il valore della preghiera personale e co-munitaria, soffermandosi soprattutto sul-l’importanza del Credo

S. Messa Vigiliare, Sabato 27 otttobre ore 18.00SS. Messe della domenica ore 8.30-10.00 alle 12.00 Santa Messa pontificale celebrata da S.Eccellenza Rev.ma mons. Luciano Giovannetti,Vescovo emerito di FiesoleI canti verranno eseguiti dalla corale "DomenicoSavio"

Si ricorda che nella solennità del santo titolare dellaParrocchia è concessa l’indulgenza plenaria.Per conseguire un’indulgenza, oltre lo stato digrazia, è necessario che il fedele:- abbia la disposizione interiore del completodistacco dal peccato, anche solo veniale;- esegua l’opera indulgenziata (visita nel giorno delsanto titolare nella chiesa a lui dedicata e la recita diun Padre Nostro e del Credo);- si confessi sacramentalmente dei suoi peccati;- riceva la SS.ma Eucaristia; Preghi secondo leintenzioni del Sommo Pontefice (Padre Nostro e unAve Maria ) INDULGENTIARUM DOCTRINA(conc. 33. 1,2-5)

Festa Patronale di San Simone

l prossimo 11 Novembre a Livor-no si correrà la 33ª Maratona

Città di Livorno, p. Gabriele cor-rerà per Alessio (un bambino te-traplegico) 21,097 Km per aiutar-lo a realizzare il suo sogno: cam-minare.Casa fare?Chiunque voglia associarsi a p.Gabriele potrà fare il giorno stes-so della Marcia, un piccolo per-corso a piedi o di corsa nel luogoove si trova e devolvere una picco-la somma.

PER LE DONAZIONI USARE LE SEGUENTI INDICAZIONI:BANCA INTESA SAN PAOLOIBAN: IT75P0306905165100000000282 BIC: BCITITMMINTESTATO A: Alessandro Pasqualato (padre del bimbo)Causale: donazione per Alessio n alternativa POSTEPAY n. 4023600566542215 Cod. Fisc. PSQLSN68P09H501Aintestata a Alessandro PasqualatoPER INFORMAZIONI [email protected]

10 Novembre al Palazzetto dello Sport via S. AllendeSTAND DI ALESSIO Ore 18,00 Santa Messa alla fine Preghiera del MaratonetaTutti insieme per vincere con Alessio la gara più bella e diffici-le, quella di aiutarlo a realizzare il suo sogno.p. Gabriele correrà la sua gara con appuntato sul petto un fioc-co giallo per ricordare i nostri marò del “San Marco”, Massimi-liano Latorre e Salvatore Girone, ancora trattenuti in India, in-vitando tutti gli appartenenti alle Forze Armate che partecipe-ranno all’evento a fare altrettanto (I fiocchi saranno disponibi-le presso lo stand di Alessio all’interno del Palazzetto dellosport), chiunque vorrà, potrà unirsi all’iniziativa e ritirare gra-tuitamente il fiocco giallo.PER SAPERNE DI PIÙ VISITA I SEGUENTI BLOG:http://blog.libero.it/dolcealessiohttp://sportperlavita.blogspot.it

I

LA MARCIA DI ALESSIO … passi uniti di solidarietà

SABATO 27 OTTOBRE ORE 10

a lingua di Ana è la storia della crescita dolorosa diuna bambina travagliata in una situazione difficile.

La storia della straniera fuori dal suo contesto naturalein una società xenofoba italiana col rapporto misoginodi odio-amore, punizione e ricatto che abbiamo con lamadre (dalla prefazione di Jasmina Tešanovi).Parlerà l’autrice del libro, Elvira Mujcic, in un dialogocui parteciperanno anche insegnanti e studenti dellescuole medie “G. Bartolena” diLivorno, che da tempo lavoranosui temi dell’educazione alla dif-ferenza e alla convivenza civile lamattina di sabato 27 ottobre2012, alle ore 10, presso l’audito-rium del Museo di Storia Natura-le del Mediterraneo, in via Roma234 – Livorno.Elvira Mujcic lasciò Srebrenicaquando aveva dodici anni, condue fratelli più piccoli e sua ma-dre. Il padre è rimasto per sem-pre in Bosnia, sepolto chissà do-ve, in una tomba senza nome esenza lapide. Il suo corpo non èstato ancora trovato. Fece moltafatica a raggiungere l’Italia, insie-me con altri profughi della suaterra. Sua madre riuscì in qualchemodo a trovare lavoro: cinquegiorni alla settimana in una fabbrica, il sabato in un ri-storante, la domenica a fare la donna delle pulizie pres-so famiglie. Elvira è laureata in Lingue e letterature stra-niere con il massimo dei voti e ha dedicato alla Bosniala sua tesi di laurea. Dopo l’eccidio di Srebrenica, Elviraha voluto far conoscere ed esprimere le conseguenzedella terribile strage, rivivendola in sé stessa e nei tre li-bri da lei scritti. Elvira non ha perso le proprie radici:‘parla italiano meglio del bosniaco, ma il bosniaco nonlo ha dimenticato: parla italiano come una persona col-ta ed adulta, il bosniaco come una ragazza dodicenne’(Predrag Matvejevic).

L“

La lingua di AnaPromosso dall’AssociazioneCentrodonna Evelina De Magistris

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI28 ottobre 2012 V

4. NOI TUTTI ESISTIAMO INFORZA DEL SUO AMORE

Noi tutti oggi siamo benconsapevoli che col termine"cielo" non ci riferiamo ad unqualche luogo dell’universo, auna stella o a qualcosa disimile: no. Ci riferiamo aqualcosa di molto più grande edifficile da definire con i nostrilimitati concetti umani. Conquesto termine "cielo"vogliamo affermare che Dio, ilDio fattosi vicino a noi non ciabbandona neppure nella eoltre la morte, ma ha un postoper noi e ci dona l’eternità;vogliamo affermare che in Dioc’è un posto per noi.Per comprendere un po’ di piùquesta realtà guardiamo allanostra stessa vita: noi tuttisperimentiamo che unapersona, quando è morta,continua a sussistere in qualchemodo nella memoria e nelcuore di coloro che l’hannoconosciuta e amata. Potremmodire che in essi continua avivere una parte di questapersona, ma è comeun’"ombra" perché anchequesta sopravvivenza nel cuoredei propri cari è destinata afinire.

Dio invece non passa mai e noitutti esistiamo in forza del Suoamore. Esistiamo perché egli ciama, perché egli ci ha pensati eci ha chiamati alla vita.Esistiamo nei pensieri enell’amore di Dio. Esistiamo intutta la nostra realtà, non solonella nostra "ombra". La nostraserenità, la nostra speranza, lanostra pace si fondano propriosu questo: in Dio, nel Suopensiero e nel Suo amore, nonsopravvive soltanto un’"ombra"di noi stessi, ma in Lui, nel suoamore creatore, noi siamocustoditi e introdotti con tuttala nostra vita, con tutto il nostroessere nell’eternità.

È il suo Amore che vince la morte eci dona l’eternità, ed è questoamore che chiamiamo "cielo":Dio è così grande da avere postoanche per noi. E l’uomo Gesù,che è al tempo stesso Dio, è pernoi la garanzia che essere-uomoed essere-Dio possono esistere evivere eternamente l’unonell’altro.Questo vuol dire che diciascuno di noi non continueràad esistere solo una parte che civiene, per così dire, strappata,mentre altre vanno in rovina;vuol dire piuttosto che Dioconosce e ama tutto l’uomo, ciòche noi siamo. E Dio accoglienella Sua eternità ciò che ora,nella nostra vita, fatta disofferenza e amore, di speranza,di gioia e di tristezza, cresce ediviene.Tutto l’uomo, tutta la sua vitaviene presa da Dio ed in Luipurificata riceve l’eternità. Questa verità ci deve riempire digioia profonda. Il Cristianesimonon annuncia solo una qualche

salvezza dell’anima in unimpreciso al di là, nel qualetutto ciò che in questo mondoci è stato prezioso e caroverrebbe cancellato, mapromette la vita eterna, "la vitadel mondo che verrà": niente diciò che ci è prezioso e caroandrà in rovina, ma troveràpienezza in Dio. Tutti i capellidel nostro capo sono contati,disse un giorno Gesù . Ilmondo definitivo sarà ilcompimento anche di questaterra, come afferma san Paolo:"la creazione stessa sarà liberatadalla schiavitù della corruzioneper entrare nella libertà dellagloria dei figli di Dio ". Allorasi comprende come ilcristianesimo doni unasperanza forte in un futuroluminoso e apra la strada versola realizzazione di questofuturo.

5. PROMUOVERE UNA SALVEZZAINTEGRALE DELL’UOMO

Senza Dio la ragione scopre il latooscuro: "Lo spirito della finanza havinto; oggi la civiltà europeavenera il consumo come adoraval’Onnipotente".Queste tragiche parole delfilosofo ungherese LászlóFöldényi, fotografano conestrema lucidità la situazione incui versa l’intero Occidente epertanto il problema dellasalvezza, della redenzione edella liberazione, è quanto maicentrale e attuale perché si deverispondere al problema piùdrammatico del mondo di oggi:il fatto cioè che - malgrado tuttigli sforzi - l’uomo non è affattoredento, non è per nulla libero,conosce anzi una crescentealienazione.

L’esperienza fondamentaledella nostra epoca è proprioquella della "alienazione", cioèlo stato che l’espressionecristiana tradizionale chiama:mancanza di redenzione. Èl’esperienza di un’umanità chesi è distaccata da Dio e inquesto modo non ha trovato la

libertà. È questa una visione realistica(non pessimistica), che non sinasconda la situazione, ma silimita a leggere i segni deltempo guardando la realtà infaccia, nel suo positivo e nel suonegativo. Ora, giusto in questalinea di oggettività, vediamoche c’è un elemento in comuneai programmi di liberazionesecolaristici: quella liberazionela vogliono cercare solonell’immanenza, dunque nellastoria, nell’aldiquà. Ma èproprio questa visione chiusanella storia, senza sbocchi sullatrascendenza, che ha condottol’uomo nella sua attualesituazione".Il bisogno di salvezza, oggi cosìavvertito è affidato al soloaffetto in una dinamicaintimista e aperta al solorapporto a due. Questa forteesigenza esprime la percezioneautentica della dignitàdell’uomo, creato a immagine esomiglianza di Dio e salvo solograzie all’amore. Ma il pericolooggi è di non rendersi conto, dinon vedere che la "liberazione"è innanzitutto e principalmenteliberazione da quella schiavitùradicale che il "mondo" nonscorge, che anzi nega: laschiavitù radicale del peccato. Promuovere una salvezzaintegrale dell’uomo è questaun’opera di liberazione chedobbiamo operare prima ditutto in noi stessi, dando peròuna testimonianza non soloindividuale ma principalmentecomunitaria perché laredenzione operata da Cristo èper tutti i popoli e per tutta lastoria dell’umanità e Cristo havoluto che fosse proseguitanella storia del suo popolo: laChiesa, la comunità dei redenti.A questo proposito ci ricorda ilConcilio di cui in quest’annocelebriamo il cinquantesimodalla sua apertura: "Certo,siamo avvertiti che niente giovaall’uomo se guadagna il mondointero ma perde se stesso.Tuttavia l’attesa di una terranuova non deve indebolire,

bensì piuttosto stimolare lasollecitudine nel lavoro relativoalla terra presente, dove crescequel corpo dell’umanità nuovache già riesce ad offrire unacerta prefigurazione cheadombra il mondo nuovo.Pertanto, benché si debbaaccuratamente distinguere ilprogresso terreno dallosviluppo del Regno di Dio,tuttavia nella misura in cui puòcontribuire a meglio ordinarel’umana società, tale progressoè di grande importanza per ilRegno di Dio". Promuovere una salvezzaintegrale dell’uomo è un’operaavvincente a cui si è chiamati.

Il nostro impegno dovrà convergereverso l’essere personalmente,comunitariamente avanguardie diuna liberazione integraledell’umanità e della sua storiapromuovendo una redenzionedell’uomo né intimistica, chiusa,privata, individualistica né soloimmanente bensì capace diliberare il cuore dell’uomo e la suastoria personale e collettiva.

È un’opera grande alla qualepossiamo riuscire nutriti ealimentati al pane dellacomunità, l’eucarestia, sostenutidalla grazia di Dio che semprerisiede nel nostro cuore liberodel peccato, convinti che: "Chi èinnamorato non incontra fiumisenza guado. Chi ti deveincontrare, Cristo, con amore tideve cercare" .

E noi Signore siamo innamoratidi Te e siamo stati toccati nelnostro cuore dalla Tua passioned’amore per ogni uomo. Tuvuoi Signore che ogni uomo siasalvo. Tu Signore vuoi che ogniuomo viva oggi e sempre liberoe in eterno. Anche noi Signorelo vogliamo e siamo convintiche con Te quell’ultima portache ci tiene ancora reclusi saràabbattuta, la morte finirà e solola carità resterà nella celesteGerusalemme.

Vieni Signore Gesù, Vieni!

È il suo Amoreche vince la morte

LA LETTERA PASTORALE/2.........

Continua la letturadella lettera pastoraledel Vescovo per l’Anno della Fede.In questo numero,la conclusione della prima parte

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Page 6: La Settimana n. 38 del 28 ottobre 2012

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI28 ottobre 2012VI

ella seconda serata assemblearedon Gino ha detto che il

Signore è il Buon Pastore, è coluidi cui ci si può fidare, ha poiripreso il Salmo 23 ricordando cheHenry Bergson aveva scritto chequel testo gli aveva dato "luce econforto", il Buon Pastore èdunque il Dio che ci ospita allasua mensa, ci accoglie come ospitid’onore, felicità e grazia abiterà inlui e con lui. Don Gino ha quindipresentato don FrancescoMarcaccio, responsabile dellaPastorale Giovanile Salesiana perl’Italia Centrale, che ha suggeritoalcune annotazioni e spunti per farcrescere la Comunità EducativaPastorale.Per risolvere i conflitti -ha iniziatol’ospite- ci sono indicazioni moltoutili che ci provengono dagli Attidegli Apostoli. Infatti il Conciliodi Gerusalemme indica che persuperarli bisogna: capire ilproblema, esaminare i fatti,ascoltare le diverse opinioni,confrontarsi senza fretta,valorizzare le esperienze personalidi giovani e anziani, rileggere tuttoalla luce della Parola che è sempreilluminante.Don Francesco è poi passato adesaminare i pregi e i limiti delprogetto. I pregi sono quelli delcoinvolgimento di tutta lacomunità per sentirlo proprio;averne determinato la durata incinque anni; l’auto-consapevolezzacritica del lavoro; la ricerca dellasintesi tra quello che chiede laDiocesi, l’Ispettoria, il territorio,nella sua reale concretezza; icompiti delle Commissioni; leproposte di verifica; l’itinerario diformazione permanente alla fede;le ipotesi di crescita delMovimento Giovanile Salesiano; letre nuove frontiere: giovani poveri,famiglia, comunicazione sociale;l’attenzione verso i poveri del CeisTre Ponti, Progetto Rom e CantiereGiovani. Don Francesco ha messoanche in evidenza la positivitàdell’equilibrio che si è cercato tral’identità solida che deve dare unsenso alla missione.I limiti scaturiscono dalladomanda: in che cosa dobbiamocambiare? Si nota -ha detto- unamancanza di mentalità alcambiamento. Il ruolo dellacomunità religiosa, consacrati eFiglie di Maria Ausiliatrice, deveemergere di più quale nucleoanimatore di tutto. Gli indicatoridi verifica dovrebbero essere piùconcreti infatti i vari cammini diformazione hanno bisogno diverifiche costanti degli interventi,bisogna inoltre valorizzare ladimensione vocazionale comeculmine della Pastorale Giovanileponendo un’attenzione specificaagli itinerari dei gruppi apostolici(come il post-cresima), e poi nonvivere i vari gruppi solo all’internodel proprio ambiente ma aprirsiall’esperienza della Chiesa e delcarisma salesiano. Comesuggerimento finale don Francescoha consigliato di aggiungereall’ambito sociale e ecclesialequello carismatico. Dal CapitoloGenerale Salesiano ha tratto l’ideadi chiarire quali possono essere "lecondizioni di possibilità delcambiamento" che consistono nel"convertire mentalità e modificarestrutture". Ha terminatoricordando ciò che suggeriva unmartire della Chiesa Russa, PavelFlorensky, riguardo alcambiamento e alla conversione:una ecclesialità dialogica, lacollegialità, la realizzazione delprogetto di Dio nella storiacogliendone i nessi con tuttol’esistente.

Gi.Gi.

N

PARROCCHIAdei Salesiani

Pregi e limitidi un progettoper i giovaniL'intervento di don FrancescoMarcaccio

■ A LIVORNO il convegno regionale dell’Apostolato della Preghiera

Con lo sguardo fisso al cuore di Gesù

omenica 17 ottobre 2012gli incontri delle religiose

della Diocesi hanno preso ilvia con l’aiuto di don PierGiorgio Paolini che hapresentato una letturaintroduttiva del Vangelo diLuca. Presenti quasi tutti gliIstituti con una buonarappresentanza, il primopensiero è stato un grazie a sr.Gabriella Gigliucci e allesorelle del consiglio, sr. RosyKaliparumbil, sr. MonicaBarbato, sr. Eliana Karram e sr.Maria Stella Calicchia, chehanno organizzato unprogramma annuale con ilcriterio di offrire a tutte lereligiose quasi un incontro almese per approfondire il tema dellafede.Iniziare col Vangelo di Luca e con lapresentazione chiara, ricca ed efficaceche lo ha spiegato, è stato moltosignificativo nell’anno della fede.L’intenzionalità dell’Evangelista che èquella di dare un resoconto ordinato aTeòfilo, diventa oggi un messaggio pernoi. Il destinatario, Teòfilo, amante diDio, può essere ognuno di noicondizione che si ponga

nell’atteggiamento di consapevolezzache il messaggio di Gesù è “solido” edesigente, chiede coerenza e apertura. Inquesto anno dedicato alla fede, prendeluce e colore particolare ogniaffermazione del Vangelo letta conquesto filtro e questa luce e questocolore, ci dovrebbero aiutare a calare nelpresente le intuizioni di bene e gli invitidi Gesù così da rendere vivo, oggi, ilmessaggio che porta vita piena. Questoatteggiamento è stato considerato anche

dalle religiose che nel corsodell’incontro hannoconcordato di incontrarsi percondividere una lettura delleattuali povertà del nostroterritorio, vedere a qualirispondono e qualipotrebbero ancora tenerepresenti.L’incontro di tutte le superioresi svolgerà il 7 novembre alleore 16.00 presso la Casa diCura “Villa Tirrena” in viaMontebello.Luca nel suo scritto ha messoin risalto l’importanza della“donna” annunciatrice diGesù, oggi nella nostra Chiesalocale le “donne” consacrateal servizio di Cristo

conducono silenziosamente egenerosamente opere di vario genereche sul territorio di Livorno sono“polmoni” di ossigeno per tante povertàe necessità di tipo, educativo, sociale,medico sanitario e caritativo e a queste“donne” va espressa gratitudine econsiderazione perché, nonostante lecondizioni avverse del nostro presentesono serenamente capaci di “resistere”nel bene.

MSC

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L’incontro delle RELIGIOSE

Il ruolo della donna: annunciatrice di Cristo

I membri del gruppo della Toscana hanno ricevuto il mandato

RICREARE L’APOSTOLATO

l Convegno si è concluso con la presentazione di un docu-mento: “RICREARE L’APOSTOLATO DELLA PREGHIERA”

preparato dal Consiglio Internazionale ADP , in cui vengonoproposti nuovi modi di lavorare, nuovi linguaggi e nuovestrutture nazionali e internazionali, In dialogo con le richiestedi un mondo che cambia, all’ascolto dello Spirito. Il processodella “ricreazione” va visto nel grande progetto della NuovaEvangelizzazione, voluto dal Papa e dai Vescovi.Cosa può offrire di originale l’AdP, che non si trovi nelle altreforme di servizio del Vangelo, e per cui valga la pena di conti-nuare a lavorare per ricrearlo?Ciò che non bisogna ricreare è il contenuto dell’intuizione ori-ginale dell’AdP, che ha offerto ai cristiani un cammino per vive-re la disponibilità verso la missione di Cristo nella Chiesa, sul-la cui base veniva proposto un modo di entrare nella dinamicadel Cuore di Gesù attraverso l’offerta della propria vita, e in talmodo, di condividere la vita di Cristo e di collaborare alla suamissione, che si prolunga nella Chiesa. Era un modo pratico divivere l’Eucaristia e il sacerdozio battesimale.La ricreazione è necessaria, perché le formulazioni e la meto-dologia, che sono state utilizzate dall’AdP nel passato, non so-no più adeguate per raggiungere l’uomo e la donna d’oggi e didomani. Le nostre pratiche, le nostre preghiere, la nostra teolo-gia e i nostri metodi vanno oggi rivisti, in modo che l’AdP siacapace di toccare e cambiare la vita reale delle persone.L’itinerario di formazione dell’AdP ricreato vorrebbe essere unascuola del cuore, che guida il cristiano verso la sua identifica-zione con il Cuore di Gesù e verso la collaborazione con luinella missione della Chiesa, rendendo presente la compassio-ne di Dio nel mondo. Un cammino mistico che deve condurrea portare frutti di giustizia e di servizio.A livello nazionale l’AdP si mette al servizio delle diocesi e del-le comunità cristiane, con la proposta di un itinerario spiritua-le per accompagnare una nuova immagine di Chiesa, che stanascendo, suscitando o rianimando nel cuore dei cristiani unarelazione profonda e personale con Gesù Cristo, nella lineadella Nuova Evangelizzazione.

Ottavia Margotta, Responsabile diocesana AdP

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UN CAMMINO PER VIVERE LA PROPRIADISPONIBILITÀ

gruppi dell’Apostolatodella Preghiera da ottodiocesi della Toscana(Pescia, Pisa, Pistoia,

Siena, Firenze, San Miniato,Prato, Livorno), sonoconvenuti alla Chiesa deiSalesiani per celebrarel’inizio dell’Anno della Fede.Da Roma è giunto ilDirettore Nazionale, padreTommaso Guadagno chedurante la mattina ha tenutola conferenza sula lettera diBenedetto XVI: “La Portadella Fede”.Padre Tommaso haevidenziato come “La fede inOccidente è paragonabile adun fico che non producefrutti”, pertanto è opportunocelebrare quest’anno perchéc’è la necessità di riseminareil campo e dare spazio aduna nuova evangelizzazione.La Chiesa si fa profeta perdenunciare l’assenza di Dioche comporta diconseguenza la presenza delmale e dell’ingiustizia nellasocietà. Quindi dobbiamoriconsiderare i contenutidella fede professata, vissutae celebrata. Riguardo la fedeprofessata: il Credo deveessere approfondito; idocumenti del ConcilioVaticano II vanno vistinell’ottica della continuità edella riforma che diventa unagrande forza per ilrinnovamento della Chiesa.Così pure va ripreso in manoil Catechismo della ChiesaCattolica di cui celebriamo ilventennale dalla suapubblicazione e che è unvero strumento per coloroche hanno a cuore laformazione dei cristiani siaperché vi è un analfabetismoe una ignoranza religiosamolto diffusa.Riguardo la fede vissuta, cisono di aiuto coloro chehanno consacrato la loro vitaa Cristo laddove vivevano, inogni ambito di vita: famiglia,lavoro ecc..Circa i luoghi dove vivere lafede, la prima cosa da tenerconto è che la fede non è unfatto privato, ma ha unadimensione pubblica,sociale. Gesù ha inviato gliapostoli ad evangelizzare. Findalla Chiesa apostolica, con

la discesa dello SpiritoSanto, essi sono uscitidal Cenacolo e hannoannunciato a tutti lasalvezza compiuta daCristo. Noi come loro,nella nostraquotidianità dobbiamotrasmettere la fedevissuta anche neimomenti dellasofferenza, dellasolitudine, e della crisiche la nostra società staattraversando. Se saràcosì la nuovaevangelizzazione sarà ilnuovo lievito perquesta società smarritae senza sensodirezionale.Monsignor Giusti cheha presieduto la Liturgiaeucaristica, partendo dallafesta dell’evangelista Luca,“pittore di Cristo”, in quantoil suo Vangelo è il ritrattodell’umanità di Gesù, hainvitato alla sequela di Cristosecondo le modalità che Lucastesso descrive quando Gesùinvia i discepoli in missione.Come prima cosa bisognaandare avanti insieme: comela Trinità è una comunioned’amore di Persone dove lacarità ha un posto di rilievo,così anche noi dobbiamosaper mostrare il volto diColui che per primo ci haamato. Noi, “servi inutili”non dobbiamo essereefficienti, ma innamorati diCristo e certi che la preghierasovverte ogni situazionedifficile. Quando Gesù cidice, che ci manda comeagnelli in mezzo ai lupi, èperché se siamo grandinell’amore anche i lupi siammansiscono; se siamouomini di pace, lasciamoun’orma di santità. La giornata si è conclusa conil “mandato” ai membridell’Apostolato che con larecita quotidiana del Credosi impegnano a pregare,tenendo lo sguardo fisso alCuore di Gesù, nel qualetutto trova il compimento e ilsenso. Con la certezza cheEgli ha vinto la morte e cioffre la gioia e la bellezza diessere cristiani e uomini disperanza.

Mo.C.

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI28 ottobre 2012 VII

«Non siamo nemici»

re madririvaleggianosulla posizioneraggiunta dai

propri figli. La primaafferma: «Mio figlio èVescovo! Quando entrain una stanza tuttidicono: oh..Monsignore!». Laseconda ribatte: «Miofiglio è Cardinale!Quando entra in unastanza tutti dicono:oh.. Eminenza!». Laterza replica: «Il mioinvece è finanziere!Quando entra in unastanza tutti dicono:oh.. Dio!».Barzellette a parte,nell’immaginariopopolare, gli uominidella Guardia diFinanza, rispetto adaltri corpi di Forzedell’Ordine, vengonospesso visti comespauracchi più checome latori di giustizia.Difficile o fin tropposemplice capire dadove venga questa idea,fatto sta che a voltequesta impressioneimpedisce ai finanzieridi svolgere al meglio illoro lavoro. «Ilcontributo alla società,all’economia, che noiFinanzieri portiamo èquello di contrastare ilpiù possibile chi fa ilgioco sleale – affermail colonnello BenedettoLipari, comandante delpresidio della Guardiadi Finanza di Livorno –questo per garantirechi lavora con serietà enel rispetto delleregole.Non siamo “nemici”come invece a volteveniamo considerati!Anche quando i

Tcontrolli avvengonosugli extracomunitari: ècapitato che i livornesisi facciano paladini diquesti venditoriambulanti: sappianoche dietro il sempliceragazzo che vende lasua merce per strada, cisono traffici illegali,merce contraffatta,prostituzione, c’è ilmercato della droga; daloro risaliamo ad unarealtà purtroppo moltopiù ampia ed ilcontrollo non è teso apunire il singolovenditore ambulante,ma a contrastare chi stadietro di lui e losfrutta. Poi c’è anche ilfatto che comunque illoro vendere illegale vaa discapito deinegozianti in regola,che sostengono spese,che pagano le tasse…capisco che gliextracomunitari sianovittime di questasituazione ed è ancheper questo che ai mieiuomini raccomando ilbuon senso».

Il colonnello è aLivorno da più di treanni, dopo averlavorato in molteregioni italiane:Calabria, Abruzzo,Lazio, Campania e lasua opinione della cittàè positiva:«Sicuramente Livornoper noi della Guardiadi Finanza non è unarealtà dove ci sia tempoper “annoiarsi”, nelsenso che dove c’è unporto il lavoro per leForze dell’ordine nonmanca; la nostraattività però è nellamedia nazionale:

evasioni banali,riscontrate soprattuttoin estate quando c’è lastagione turistica, altricasi di evasione, tipopensionati che poiinvece lavorano e nondichiarano, ed altro,ma rispetto a moltealtre città italiane, al dilà di qualche episodiodi delinquenza emersonegli ultimi giorni, misembra una città dovesi possa vivere bene. Lamancanza di lavoro èevidente e la situazioneappare abbastanzaimmobile per adesso,ma soprattutto a suddella città ci sono tantiimprenditori sani,soggetti che lavoranonel terziario,un’economia che certorisente della crisi, mava avanti.Ho l’impressione che cisiano buoneprogettualità per ilfuturo, ma che poirestino sulla cartaperché le realtàdell’economiacittadina si facciano un

po’ la guerra tra loro,immobilizzando iltutto.E poi i ragazzidovrebbero avere unpo’ più di coraggio: adesempio sento di tantiche studiano alNautico e poi nonvogliono imbarcarsi,oppure laureati checercano lavoro solovicino casa: al giornod’oggi questoatteggiamento non

deve più esistere».

Livorno dunque unacittà che resiste, tentadi risollevarsi, ma devecambiare mentalità eaprirsi all’esterno; ilcolonnello Lipari tienepoi a ricordare i buonirapporti tra Guardia diFinanza e Istituzionilocali, compresa laDiocesi, ne sonotestimonianze lapartecipazione aglieventi cittadini e alleiniziative ecclesiali,nonché la promozionedi progetti disolidarietà come ilconcerto al teatroGoldoni a favore delBaby Hospital diBetlemme: «Il concertoè stato davveroun’occasione unica peresprimere ancheconcretamente lanostra solidarietà, èattraverso queste operedi attenzione aiproblemi che cicircondano che inqualche modo traspareanche la nostra fede».

Chiara Domenici

A colloquio con il colonnello BENEDETTO LIPARI

er approfondire il percorso di fedeindetto da Benedetto XVI, il Serra

Club ha iniziato l’anno proponendo untema sociale ed economico che in que-sti ultimi anni purtroppo sta coinvol-gendo a tutti i livelli, non solo la societàitaliana ma quella mondiale. Infatti ilPresidente della Provincia, Giorgio Ku-tufà che ha ospitato nel salone dellaProvincia il dibattito, ha subito eviden-ziato con un lucida lettura, il diffuso fe-nomeno dell’evasione fiscale a frontedell’articolo 2 della Costituzione cheinvece dice che ci sono dei doveri inde-rogabili: politici, economici e socialiche invitano tutti a dare il proprio con-tributo in base alle proprie capacità e asostenere le spese. Purtroppo però nelsentire comune l’evasore viene invecevisto come un furbo e non come coluiche reca invece danno alla società.La storia, a partire da Carlo Magno regi-stra l’introduzione delle esenzioni neiconfronti della Chiesa innescando poitutto un sistema dove essa godeva diprivilegi che poi con la RivoluzioneFrancese e il Risorgimento verranno pri-ma annullati e poi trasformati. Perve-nendo all’oggi, le intese con lo Statohanno introdotto un regime fiscale par-ticolare per cui con l’8 per mille la Chie-sa Italiana ottiene dei finanziamentiche destina al clero, alle opere caritative,agli oratori che hanno un sistema edu-cativo che funziona e apporta un bene-ficio alla società e alle opere artisticheche costituiscono il 75% del patrimo-nio nazionale. C’è casomai da doman-darsi se siano giuste le tasse e se chi lepone siano persone credibili e il proble-ma di fondo è chi sia il furbetto; pur-troppo siamo al paradosso che «chi ru-ba una mela è un ladro e che chi rubaun miliardo è un affarista!!Ci vuole unatto pubblico, un sussulto da parte dinuove persone che vedano la politicacome un servizio al Paese».Il Comandante della Guardia di Finan-za, Colonnello Benedetto Lipari, pre-sente a Livorno dal 2009, specializzatoin Diritto Tributario nel rispondere alladomanda se vi è un dovere etico nel pa-gare le tasse, ha fatto riferimento allaDottrina sociale della Chiesa che parladi dovere e di bene comune che deve es-sere perseguito per un corretto rapportotra singolo e società. Giovanni Paolo IInell’Enciclica Sollecituto rei socialis in-vitava a cooperare con l’impegno di tut-ti per il bene comune e la solidarietàviene ritenuta un pilastro fondamenta-le. Il priore di Bose Enzo Bianchi, biasi-mando coloro che sfruttano le risorse ditutti per il bene di pochi, arriva a defini-re le tasse “una cosa bellissima, un mo-do civilissimo a cui tutti insieme devo-no contribuire”. Prendendo poi in con-siderazione un aspetto molto impor-tante circa l’etica del funzionario; se dauna parte esso deve adoperarsi affinchéciascuno paghi in base alla propria ca-pacità contributiva, d’altro canto peròlegislazione, giurisdizione e prassi de-vono andare di pari passo. E’ del 2000la emanazione dello Statuto dei dirittidel contribuente dove si mette in rilievoche all’incisività degli strumenti investi-gativi, “deve accompagnarsi un atteg-giamento molto equilibrato da parte dicoloro che operano in questo settore”.È assai importante, ha ribadito Lipari,che essi siano formati anche dal puntodi vista etico; devono nelle verifiche tri-butarie seguire delle linee guida chehanno alla base la trasparenza, la cer-tezza e la snellezza, per cui il contri-buente percepisce che tutti nei giustiparametri concorrono alle spese pub-bliche… bisogna convincere più che co-stringere!”. In ultima analisi dobbiamoconsiderare che l’attuale pressione fisca-le è dovuta all’altissima evasione fiscale,ma se non si acquisisce la consapevo-lezza che le tasse sono un contributoper crescere insieme a tutti gli altri citta-dini, l’evasione non potrà mai esserecombattuta con successo.È quanto mai necessario che si ritorni aconsiderare la politica come un serviziogratuito e riprendendo le affermazionidel Cardinale Bagnasco ha rimarcatoquanto il reticolo di corruttele e scanda-li siano una zavorra inaccettabile per ilnostro Paese e costituiscano motivo didisagio e di rabbia per gli onesti: il futu-ro dei nostri figli non sarà nero se tutticoncorreremo a perseguire il bene co-mune e considereremo la politica qualegrande gesto di carità per la società civi-le.

Mo.C.

PLa Guardia di Finanzacontrastando

l’illegalità sostiene icittadini: la mentalitàpopolare spesso non

comprende questoaspetto.

L’opinione delComandante anche

sulla situazionecittadina

Il colonnello Lipariinvitato dal Serra Club

Pagare le tasse èun dovere etico?

IL CENTENARIO DI MONS. PIO ALBERTO DEL CORONA

uest’anno ricorrono cento anni dalla morte diPio Alberto Del Corona, vescovo, scrittore,

predicatore e teologo. Nasce a Livorno, nelquartiere Venezia, il 5 luglio 1837 da una famigliadi commercianti. Fin da piccolo dimostra grandeintelligenza, amore per lo studio e profondareligiosità; viene educato dai Padri Barnabiti(Collegio di San Sebastiano), si impegna nelleattività caritative delle Conferenze di San Vincenzode’ Paoli, si accosta all’Ordine Domenicanodiventando terziario. Sentita presto la vocazionereligiosa, prende la decisione definitiva nelSantuario mariano di Montenero. Spinto dalla suadevozione per Santa Caterina da Siena edall’attrazione per la preghiera, lo studio, lapredicazione, sceglie l’Ordine Domenicano e, nel1854, entra nel convento di San Marco (Firenze).L’anno successivo veste l’abito domenicano eprende i nomi di Pio Tommaso; nel 1859 fa laprofessione religiosa e l’anno seguente diventasacerdote. A Firenze si dedica all’insegnamento,alla predicazione, alla direzione spirituale.Tra lepersone che accorrono al suo confessionale c’è lavedova Elena Bruzzi Bonaguidi, conosciuta nel

Q 1869, che il Padre giudica la persona adatta perrealizzare una comunità femminile, un asilo dianime contemplative. Padre Del Corona vuole chele sue figlie abbiano una particolare devozione perlo Spirito Santo e che si salutino con le parole diSan Gregorio Magno: lo Spirito Santo è Amore. Ilpapa Pio IX, nel 1872, approva la nuovacongregazione, aggiungendo alla contemplazioneuna forma di apostolato: l’educazione dellebambine. A Firenze, in via Bolognese (oggi al n.111), vengono edificati il grande monastero(1875-1878) e la cappella (benedetta nel 1881).Dal 1872 al ’74 il Padre Del Corona ricopre unprimo incarico di governo, svolgendo la funzione diPriore nel Convento di San Marco. Alla fine del ’74gli giunge la nomina episcopale, che accetta conmolta riluttanza, reputandosi indegno. Il 3 gennaiodel 1875 il Padre viene consacrato Vescovo edassegnato alla Diocesi di San Miniato (Pisa).Durante il suo episcopato si mostra pastoreesemplare, spendendosi senza riserve per il benedelle anime: visite pastorali frequenti, predicazionie confessioni incessanti, attenzione allaformazione del clero, carità materiale e spirituale

verso tutti. Nel 1906 rassegna le dimissioni pergravi problemi di salute. Nel 1908, allorché vienenominato il nuovo vescovo di San Miniato, Mons.Pio viene promosso Arcivescovo titolare diSardica. La salute declina inesorabilmente e,quando si sente vicino alla fine, si fa portare alMonastero, in mezzo alle sue figlie. Qui spiraserenamente il 15 agosto 1912, il giornodall’Assunzione di Maria, solennità cui era moltodevoto: “Noi crediamo all’Amore, inneggiamoall’Amore. Prendiamo con gioia quel che Dio cimanda e moriamo d’amore”.

Per ricordare questo grande personaggio li-vornese, SABATO 3 NOVEMBRE ALLE 16.30presso la chiesa di San Ferdinando S. MessaXII Pater Cuncta con canti gregoriani conce-lebrata da monsignor Tardelli Vescovo di SanMiniato e monsignor Giusti Vescovo di Livor-no. Alle 17.30 Tavola Rotonda: "Mons. PioAlbertoDel Corona. Primo centenario dellamorte di un livornese illustre".Relatori: Angelo Montonati e Riccardo Novi(vedi pag IV)

Il vescovo livornese sulla via della santità

Nelle foto: in alto il colonnello nel suo ufficio, qui sopra insieme a padreBezzi, cappellano della Guardia di Finanza

I risultati conseguitidalla Guardia di Finanzadi Livorno negli ultimi tempi

- Recuperi ai fini delle Imposte dirette (perredditi non dichiarati al Fisco), per oltre 78milioni di Euro;- Contestazioni ai fini dell’Iva per oltre 10milioni di euro;- circa 70 contribuenti scoperti (tra evasoritotali e paratotalI);- oltre 7.000 controlli per la regolareemissione di scontrini e ricevute fiscali, conpercentuali di irregolarità per circa il 40%.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI28 ottobre 2012VIII