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\ LA SPIRITUALITA DEI FONDATORI E DELLE FONDATRICI DEGLI ISTITUTI MISSIONARI NEL XIX E XX SECOLO JuAN M. LOZANO ci è stato chiesto di studiare l'influsso che la vocazione missionaria e l'esperienza della missione ebbero sulla spiritualità dei fondatori e del- le Fondatrici degli Istituti nati esclusivamente per l'annuncio del Van- gelo ai non cristiani, nell'Ottocento e nel Novecento. In altre parole, ci è stato chiesto di descrivere la spiritualità missionaria di questi fondatori e fondatrici. Premettiamo che ogni spiritualità cristiana termina di per sé stessa nella missione: l'esperienza della Risurrezione sfocia nell'an- nuncio 1. Abbiamo contato diciassette uomini e donne. In ordine di nascita: Anne- Marie Javouhey, Emilie de Vialar, Angelo Ramazzotti (e compagni), François Libermann, Melchior de Marion-Brésillac, Théophile Verbist, Charles Lavigerie, Augustin Planque, Daniele Comboni, Herbert Vaughan, Alice Ingham, Marie de la Passion, old Janssen, Giuseppe Allamano, Marie de Meester, Maria Teresa Ledochowska, Guido Maria Conforti. Su due di questi non siamo riusciti ancora ad avere sufficiente informa- zioni: François Libermann, che conoscevamo però dalla lettura di un ot- timo studio su di lui fatta nella giovinezza, e Théophile rbist. I. IL SOGGETTO UMANO Una spiritualità è un'esperienza di fede - e la visione che ne deriva: di Dio, del mondo e di sé stessi in Dio e nel mondo. Essa dipende quindi non solo dall'ambiente spirituale in cui il soggetto è immerso, ma anche dai tratti individuali di costui. 1 Ciò è visibile nei Vangeli (Gv 3,16; 20,21; Mt 26,27; 28,19; Mc 16,15), negli Atti (1,8) e in San Paolo (lCor 9,16). Significativa la spiritualità del Carmelo, specialmente nella versione di Teresa di Lisieux. AD GENTES 6 (2002) 1 49-74

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LA SPIRITUALITA DEI FONDATORI

E DELLE FONDATRICI

DEGLI ISTITUTI MISSIONARI

NEL XIX E XX SECOLO

JuAN M. LOZANO

ci è stato chiesto di studiare l'influsso che la vocazione missionaria el'esperienza della missione ebbero sulla spiritualità dei fondatori e del­

le Fondatrici degli Istituti nati esclusivamente per l'annuncio del Van­gelo ai non cristiani, nell'Ottocento e nel Novecento. In altre parole, ci

è stato chiesto di descrivere la spiritualità missionaria di questi fondatori e fondatrici. Premettiamo che ogni spiritualità cristiana termina di per

sé stessa nella missione: l'esperienza della Risurrezione sfocia nell' an­

nuncio 1.

Abbiamo contato diciassette uomini e donne. In ordine di nascita: Anne­Marie Javouhey, Emilie de Vialar, Angelo Ramazzotti (e compagni),

François Libermann, Melchior de Marion-Brésillac, Théophile Verbist,

Charles Lavigerie, Augustin Planque, Daniele Comboni, Herbert Vaughan,

Alice Ingham, Marie de la Passion, Arnold Janssen, Giuseppe Allamano,

Marie de Meester, Maria Teresa Ledochowska, Guido Maria Conforti.

Su due di questi non siamo riusciti ancora ad avere sufficiente informa­

zioni: François Libermann, che conoscevamo però dalla lettura di un ot­timo studio su di lui fatta nella giovinezza, e Théophile Verbist.

I. IL SOGGETTO UMANO

Una spiritualità è un'esperienza di fede - e la visione che ne deriva: di

Dio, del mondo e di sé stessi in Dio e nel mondo. Essa dipende quindi

non solo dall'ambiente spirituale in cui il soggetto è immerso, ma anche

dai tratti individuali di costui.

1 Ciò è visibile nei Vangeli (Gv 3,16; 20,21; Mt 26,27; 28,19; Mc 16,15), negli Atti (1,8) e in San Paolo (lCor 9,16). Significativa la spiritualità del Carmelo, specialmente nella

versione di Teresa di Lisieux.

AD GENTES 6 (2002) 1

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AD GENTES 6 (20021 1

1. Tendenze e pregiudizi

Partono da una L'ambiente ci è noto: una pietà dell'Occidente che discende dal Basso

pietà Medioevo, profondamente conformata dal francescanesimo e passata per

devozionalista... la Devotio moderna del Kempis, per la Controriforma d'Ignazio, Filippo

Neri, Teresa di Gesù e Pierre de Bérulle, scorrendo poi per l'ascetismo di

Rodrfguez,-1' individualismo di Pascal («Versò quella goccia per me!») e

l'intimismo di Marguerite-Marie Alacoque, per arrivare al devozionalismo

liguoriano. Una spiritualità che spinge Francesco Saverio alle sue incur­

sioni missionarie e Vincenzo de' Paoli e numerosi altri - e più ancora

altre - a fondare Istituti di carità e apostolici.

e da una visione Questi uomini e donne, tutti europei, partono dalla mentalità diffusa nei

eurocentrica loro paesi: una visione eurocentrica del mondo e un fermo convincimen­

to della superiorià della cultura europea sopra le altre. P. Rossigno!, delle

Missioni Estere di Parigi, ha sottolineato

un certain complexe de supériorité, plus ou moins conscient, par rapport aux

cultures asiatiques, ce qui aujourd'hui nous parait insupportable

e l'idea che i missionari erano chiamati a portare i benefici della loro

cultura a quei paesi arretrati2. Dovrà passare tempo prima che gli antiqua­

ri europei comincino a vendere a prezzi altissimi vasi e mobili asiatici!

Nell'Ottocento, dopo Chateaubriand e Montalembert, si ripeterà che la

civiltà europea era dovuta alla fede cristiana3. Più avanti vedremo come i

nostri, nel loro sviluppo spirituale, passeranno dal pregiudizio all'incar­

nazione.

L'attrazione La loro spiritualità missionaria sarà condizionata anche dal grande

romantica per raccorciamento delle distanze, grazie al vapore, e dalle scoperte geogra-

50

il «lontano» fiche. Ciò che era stato messo in moto dal desiderio di conoscere

dell'Illuminismo, diventerà attrazione romantica per il lontano e finirà,

ahimè, in conquista coloniale. Nati nel periodo romantico del sogno,

Comboni e Lavigerie, tra altri, lessero i diari di viaggio degli esploratori.

C'era poi la visione teologica della salvezza nella Chiesa che rendeva

preoccupante il destino dei non cristiani. Il Comboni la espose con equi­

librio4. Si era ancora lontani dal poter valutare anche positivamente le

religioni non cristiane! Alcuni dei nostri le mettono decisamente nel re­

gno di Satanasso.

2 R. RossIGNOL, Spiritualité Missionnaire. La Société des Missions Étrangères de Paris,«Omnis Terra», aprile 2000, n. 261, p. 159. 3

F. RENAULT, Le Cardinal Lavigerie, Fayard, Paris 1992, pp. 140-144.4 J.M. LozANO, Cristo è anche nero, EMI, Bologna 1989, pp. 82-86.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

2. La personalità

La prima cosa che colpisce, quando si dà uno sguardo complessivo, è il Persone fatto di essere davanti a un gruppo di individui appassionati. Lo sono spiritualmente non pochi sul piano psicologico, persone di un amore fervente, che li appassionate spinge ali' azione e spesso all'avventura. Il loro fu un amore qualche

volta esplosivo (il romanticismo aiutava!), altre volte contenuto. Sono

stati appassionati in modo particolare Anne-Marie Javouhey, Daniele

Comboni e, con tutto il contegno britannico, Herbert Vaughan. Ma lo

sono stati anche Emilie de Vialar, De Marion Brésillac, Charles Lavige-

rie5 . Abbiamo parlato di avventura. Sì, furono avventurieri la Javouhey,

Melchior De Marion-Brésillac, Comboni, e per certi aspetti anche Lavi-

gerie e Vaughan.

Spiritualmente (ed è ciò che qui conta) appassionati lo sono stati tutti,

perchè animati da una carità ardente verso Dio e le genti da evangelizzare:

un amore costante a cui hanno dedicato le loro vite, per il quale sono

vissuti sino alla fine e, alcuni in particolare (De Marion-Brésillac,

Comboni), sono morti assai giovani. Marie de la Passion ha chiamato lo

zelo che provava «passione di conquistare le anime per Gesù Cristo» 6•

«Una vera passione per le anime» voleva vedere il Servo di Dio Paolo

Manna nei missionari7.

Dovremo forse aggiungere che i «nostri eroi» erano delle personalità for- Personalità molto tissime? Celebri il Comboni, De Marion Bresillac e Lavigerie, ma anche forti le donne Anne-Marie Javouhey, Emilie de Vialar, Marie de la Passion e

Marie de Veuster: lottarono per anni con coraggio ( e rispetto) contro ec-

clesiastici potenti; e ne uscirono vincitrici!

Il. LA PARTE DI DIO

1. Toccate/toccati da Dio

Cominciamo col dire che questi uomini e donne ci hanno ricordato un

fatto fondamentale del vivere cristiano, e cioè che la nostra storia non

comincia da noi, ma da Dio. All'inizio c'è sempre la grazia. Il titolo del

saggio di Jakob Reuter sul Janssen può applicarsi a tutti: «Cautivado y

5 È significativa la frequenza con cui i titoli degli studi su questi uomini e donne includo­no i vocaboli passione, appassionati. La versione francese del mio studio sulla spirituali­tà di Daniele Comboni s'intitola L'Afrique, une passion, fondandosi sulle celebri parole del Beato. P. Raoul Plus dedicò a Anne-Marie Javouhey Une passionnée de la volonté

divine. Marie-Thérèse de Maleissye dedicòL'amour est passi011 allo sviluppo del carisma di Marie de la Passion. 6 MARTE DE LA PASSION, Diario, FMM, Roma 1982, 2.a, p. 96. 7 P. MANNA, Virtù Apostoliche, EMI, Bologna 1997, p. 91. 51

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AD GENTES 6 (2002) 1

enviado por el Espfritu». Tutti questi, fondatrici e fondatori, sono stati catturati da Dio in ancora verde età. Ciò che il cardinale Herbert Vaughan, fondatore di Mill Hill, disse di sé, va applicato a tutti:

Our Lord took me in hand long years ago when I was but 18 ... in His particular way, I mean8

A questa presa di possesso da parte di Dio contribuirono occasioni ester­ne: incontri con missionari o altri9

, letture degli Annali della Propagazio­ne di Fede 1°, della vita del Saverio11, de I Martiri del Giappone 12, di lette­re o conferenze di missionari 13, chiamate esterne14 . Ma ci furono soprat­tutto i tocchi interiori.

«Catturati» in Alcuni sono stati catturati in forma carismatica: Anne-Marie Javouhey

forma ebbe delle manifestazioni della Madonna che le rivelava la sua vocazio-

52

carismatica ne, poi una visione di bambini di tutti i colori che Dio le dava come figli, mentre la santa madre di Avila le prometteva di proteggerla 15. Emilie de Vialar fu presa dall'esperienza dell'amore di Dio nella preghiera, poi, come una mistica medievale, vide il corpo giacente di Cristo con le pia­ghe sanguinanti e capì che doveva darsi ai poveri, più tardi ai non cristia­ni. Come Saulo vide Cristo e capì che era la Chiesa, così Emilie vide il Cristo e intese che erano i poveri 16• Marie de la Passion, mistica e missio­naria, che nella sua infanzia aveva incontrato un vecchio missionario de­gli Stati Uniti, fu conquistata dalla visione delle bellezza di Dio e dal­l'esperienza del suo amore per lei 17•

Qualcosa di simile, senza visione, provò Herbert Vaughan: l'esperienza dell'amore di Dio per lui fu una rivelazione che trasformò la sua vita e lo lanciò nell'apostolato. Ma già prima, l'immagine della madre immersa in preghiera e l'educazione in una famiglia di confessori della fede lo aveva

8 S. LESUE, ed., Letters of Herbert Cardinal Vaughan to Lady Herbert of Lee, Burns andOates, London 1942, p. 62. 9 Libermann, Planque, Lavigerie, Vaughan, Janssen, Marie de la Passion, Allamano, Ledochowska. Lavigerie ebbe inoltre un incontro decisivo con l'emiro esiliato Abd-el­Kader. 1° Comboni, Planque, Lavigerie, Allamano, Conforti. 11 Conforti, Vaughan; esperienza ripetuta poi dal comboniano P. Antonio Piacentini. Lavigerie raccomandava la sua lettura a tutti i suoi missionari e voleva che ogni casa ne avesse una copia (lnstructions aux Missionnaires, MA, Grands Lacs 1950, p. 69). 12 Comboni. 13 Comboni, Planque, Ledochowska. 14 Anne-Marie Javouhey (governo francese), Emilie de Vialar (fratello dall'Algeria), Maiie de la Passion (provinciale dell'India). 15 G. DE BERNOVILLE, Anne-Marie Javouhey, Grasset, Paris 1942, p. 26.16 EMILIE DE VTALAR, Relation des gréìces, nn. 4, 6, 12, 14, 17. 17 MARIA DEL CARMEN URBANO, Una Mistica hecha Misi6n, FMM, Madrid 2000, p. 15.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

portato all'altare18• La situazione della Chiesa nel Galles e altre esperien­

ze lo condussero a fondare il seminario.

Comboni e Conforti furono gradualmente modellati in un silenzioso dialo- Davanti

go con la grazia: la preghiera profonda davanti al Crocifisso in Guido al Crocifisso

( «Lo guardavo e Lui guardava me» ) 19, l'eco di un libro e le lettere di un

missionario in Daniele20•

A Charles Lavigerie rubarono il cuore quei musulmani che incontrò nel

viaggio in Medio Oriente, poi san Martino lo inviò con un sogno ad Algeri21•

Arnold J anssen fu preso dalla lettura del Vangelo di Giovanni, che suo

babbo faceva a tavola e dalle sue personali riflessioni sullo Spirito Santo22.

Ci è meno noto come Angelo Ramazzotti e Giuseppe Allamano ricevet­

tero la chiamata al sacerdozio e la missione. Conosciamo però la tempe­

ratura straordinaria di fervore con cui Mons. Ramazzotti e i primi alunni fondarono il seminario per le missioni estere di Milano, con una eucarestia

celebrata il 31 luglio 185023. Si ha l'impressione che lo Spirito divino

abbia compiuto una di quelle prese di possesso di tutto un gruppo di cui

parlano gli Atti (At 2,4; 4,31; 8,17; 10,44). Il Vangelo del giorno era il

brano dei detti sulla sequela: «Chi ama suo padre e sua madre ... » (Mt

10,37-39). Il giovane, ora beato, Giovanni Battista Mazzucconi, che pre­

siedeva, non poté trattenere le lacrime per il fervore e la gioia. Qualche

anno dopo, nel settembre del 1855, avrebbe dato la vita per Cristo24.

2. La passione di Dio

Questi uomini e donne di fede viva dovevano scoprire dove li voleva con­

durre Dio. Ma l' esperienza che tutti, in un modo o in un altro, hanno fatto si

riduce fondamentalmente a questo: Dio li ha resi partecipi della sua pas-

18 R.O'NErL, Cardinal Herbert Vaughan, Burns and Oates, London, 1995. T. SINNOTT,

The lnfluence of the Spiritual Exercises of St lgnatius on the Legacy of Herbert Vaughan

to the Missionary Society, dissertazione per il dottorato, Pont.Università Gregoriana, Roma

l 994. CfCH. Fox, Courtfield, the inspiring story of the Vaughan Family and the founding

of the Mili Hill Missiona,y Society, Mill Hill, Courfield 2000.19 Testimonianza di Don Pellegri, P roc. Ord. Positio, n. 210. DoN GrusEPPE PARMA, Me­

moriale, in F. TEODORI, Andrea Ferrari e Guido M. Conforti nella Chiesa di Parma

(Saveriani, Roma), p. 283. Cf A. CERESOLI, Spiritualità Missionaria di un Sacerdote

diocesano: Guido M. Conforti, EMI, Bologna 1996). 20 J.M. LOZANO, Vostro per sempre. Daniele Comboni, EMI, Bologna 1996, pp. 67-77.21 F. RENAULT, Le Cardinal Lavigerie, cit., pp. 60-61, 110-111. 22 J. REUTER, Cautivado y enviado por el Esp(ritu, SVD, Roma 1995, pp. 19-25. C. PAPE,

ed.,Arnoldo JanssenAyer y Hoy, Verbo Divino, Estella 1989. P. McHuGH, The Spirituality

of Our Society, SVD, Manila 1975. P. SESSOLO, La Spiritualità di P Arnoldo Janssen,

SVD, Roma 1986. 23 Nel calendario ambrosiano si celebrava la festa di san Cabmero, vescovo di Milano. 24 P. GHEDDO, PIME 1850-2000. 150Anni di Missione, EMI, Bologna 2000), pp. 35, 71;

A. LAZZAROTTO, I Valori che hanno sostenuto i Missionari dal PIME nella loro attività

apostolica, pro manuscripto (Settimana di Altibaia, 22-27 gennaio 2001).53

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AD GENTES 6 (2002) I

Il cuore del loro sione per gli esseri umani. Dio quindi non ha fatto altro che cercare la

carisma nostra salvezza. Sì, prima che questi Servi e Serve di Dio diventassero

degli appassionati, Dio lo era già! Passione è un amore che fa soffrire. Non mi citate Aristotele sull'incapacità che ha Dio di soffrire, perchè lo stesso

stagirita diceva anche che Dio non può prendersi cura di nessuno; e non so

perchè dovremmo accettare la prima affermazione e respingere questa se­

conda. Se Dio è amore, Dio è vulnerabile. La difficoltà sta nel capire come

la sofferenza di vina si fonda con la sua felicità.

Questi uomini e donne hanno sperimentato l'amore che Dio ha per tutti,

specialmente per i più bisognosi. E questo amore divino è diventato il

loro amore e li ha spinti a vivere e morire per l'annuncio del Vangelo

dell'amore divino ai non cristiani.

Riflettendo su tutto ciò, p. Paolo Manna, superiore del PIME, si esprime

come il Beato Allamano, quando parla de

... L'amore immenso, incommensurabile di Dio per le anime. Creazione e

redenzione ... tutto quello che Dio ha fatto, fa e farà, tutto è alla fine ordinato

alla salvezza delle anime, tutto è effetto del grande amore di Dio per le ani­

me2s_

Ed è Dio, continuiamo noi, che infonde nel missionario il suo amore per gli esseri umani.

Alla radice della vocazione missionaria c'è un elemento mistico. Ta thefa

pathein, definiva il celebre monaco la mistica. Questi mistici dell'azione

evangelizzatrice hanno sofferto la passione di Dio per noi.

3. La passione di Cristo

«Ci ha amato e ha Ad Emilie de Vialar, Ramazzotti, Comboni, Vaughan, Conforti la passio­dato sé stesso ne di Dio fu comunicata tramite la passione del Verbo fattosi uomo. Non

54

per noi» è strano: essi, uomini e donne di azione, svilupparono la loro esperienza

religiosa attorno al Figlio di Dio incarnato e morto per noi. Già abbiamo

sentito il beato Guido Maria: «Lo guardavo e lui guardava me e pareva mi dicesse tante cose ... »; «mi ha dato la vocazione»26

• Non c'è quindi da

meravigliarsi che, come ha mostrato il P. Alfiero Ceresoli, il Conforti

abbia messo alla base del sacerdozio il testo di Ef 5,2: «Cristo ci ha amato e ha dato sé stesso per noi a Dio, quale oblazione e ostia di soavissimo

odore».

Vi muove, scriveva, al compimento del grande sacrificio, la carità di Gesù

Cristo. Voi col fatto ripetete: Caritas Christi urget nos (2 Cor 5,14). Vi so-

25 P. MANNA, Virtù Apostoliche, cit., p. 90. 26 Positio super virtutibus S. D. Guidonis M. Conforti, n. 210. D. GIUSEPPE PARMA, Memo­

riale, in F. TEODORI, ed., Andrea Ferrari e Guido M. Conforti ... , cit., p. 283.

Page 7: LA SPIRITUALITA - Overblog

Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

spinge l'esempio di Lui che ha dato tutto se stesso per noi. Tradidit semetipsum pro nobis27

Ci sembra che questo testo confortiano abbia un alto valore autobiografico:

egli proiettava sugli altri ciò che aveva provato così profondamente egli stes­

so nella sua fanciullezza. Come abbiamo mostrato altrove per il b. Daniele

Comboni, questi uomini di azione, riservati sulle loro esperienze intime, tra­

discono sé stessi quando le attribuiscono ad altri. Emilie de Vialar vide il

Cristo giacente e si consacrò ai poveri. Più tardi, nell'Esprit de la Congrégation,

avrebbe trasmesso la stessa immagine alle sue Suore come fondamento della

loro spiritualità28•

Mons. Ramazzotti raccomandava ai suoi missionari la contemplazione del «Il Crocifisso ci

Crocifisso come tratto rilevante della loro spiritualità missionaria. Egli stesso fece missionari»

morirà guardando con fiducia la ferita del costato di Cristo, ma questa è

un'altra storia29• Il suo erede p. Manna scriverà:

Il Crocifisso ci fece missionari, ed è il Crocifisso ancora che deve nutrire in

noi l'amore per le anime ... Ogni zelo che non zampilla dal mistero della

Croce è effimero30•

Il P. Allamano esortava i suoi:

Donde trarrete questo fuoco e dove lo riaccenderete tra quelle terre selvag­

ge? Dal Crocifisso che vi ho ora consegnato, dal quale imparerete quanto

siano preziose le anime per cui Gesù tanto patì31•

Herbert Vaughan aveva già fatto mettere ai piedi del grande Crocifisso

che domina la cappella di Mill Hill il testo paolino: «Mi amò e donò se

stesso per me» (Gal 2,20). Ricordiamo la sua dottrina sul persona[ love,

l'amore personale. Già abbiamo detto che egli aveva cominciato a speri­

mentare l'amore di Dio per lui. Ciò accade certamente nelle prime espe­

rienze dell'unione semplice. Tale grazia costituisce, come il Vaughan scris­se, una «nuova rivelazione» e una rivoluzione nella vita del credente32

La sua risposta, e quella che egli raccomanda, fu un intenso amore per-

27 10 marzo 1929, Discorsi ai Partenti/19. Citato da A. CERESOLI, La Spiritualità Missio­

naria ... , cit., p. 30. 28 «Elles méditent chaque jour de leur vie sur la charité immense dont le coeur de Jésus­Christ est rempli et elles s'efforcent d'imiter son zèle pour le salut des ames et sa grande

miséricorde envers le prochain»: E. DE V1ALAR, Esprit de la Congrégation, mss in Arch.

SCRIS, Suore di San Giuseppe dell'Apparizione. 29 Proc. Ord. Angeli Ramazzotti, parte prob. p. LXII e c. X, Fisionomia spirituale, pp. 381-383.30 P. MANNA, Virtù Apostoliche, cit., p. 91.31 G. ALLAMANO, Conferenze ai Missionari, I, cit., p. 129.32 Letters of Herbert C. Vaughan to Lady Herbert of Lee, edited by Sh. Leslie, Burns and

Oates, London 1942, p. 52.

Page 8: LA SPIRITUALITA - Overblog

AD GENTES 6 (2002) I

sanale verso Dio33, ma anche una donazione totale al suo servizio nel-

1' azione pastorale e missionaria. L'esperienza dell'amore di Cristo per

me si fonde con l'esperienza dell'amore di Cristo per gli esseri umani:

«Cristo infatti patì e pianse per ognuno di essi, come se fosse l'unico al mondo»34

4. Caritas Christi

Il Beato Allamano, ispirandosi alle vecchie antologie per predicatori (sullo

stile della Selva liguoriana), ha ripetuto che lo zelo è un amore ardente,

infiammato, e ricorda il testo di Le 12,49: ignem veni mittere35, che tanto

piaceva anche al Beato Comboni36• Amour ardent lo chiama il cardinal

Lavigerie, citando anche lui lo stesso testo37•

La Carità Ma è forse il Beato Daniele Comboni che mostra più chiaramente in sé

che abbraccia gli effetti di questa partecipazione del missionario alla passione di Dio

56

l'universo per noi, rivelatasi nella passione e morte di Cristo. Nel suo Piano per la

rigenerazione dell'Africa lascia trasparire una sua esperienza personale

sotto una affermazione generale: il cattolico è «infiammato dallo spirito

della carità di Gesù Cristo»38;

i cattolici sono investiti e compresi dallo spirito di quella sovrumana carità

che abbraccia l'immensa vastità dell'Universo e che il Divin Salvatore è ve­

nuto a portare sulla terra: ignem veni mittere (Le 12,49)39.

«Il cattolico»?, «i cattolici»?: di chi si tratta? Ovviamente, in primo luogo

di Daniele Comboni e di tutti questi grandi servi e serve di Dio. L'amore di Cristo, quindi, infiamma il cuore di Daniele, invade e possiede lo spi­

rito di questi uomini e donne per lanciarli all'evangelizzazione. Dove

però trova Daniele innanzitutto questa carità di Gesù Cristo? Nel Croci­

fisso: il cattolico viene

trasportato dall'impeto di quella carità accesa con divina vampa sulle pendi­

ci del Golgota, ed uscita dal costato di un Crocifisso, per abbracciare tutta

l'umana famiglia ... 40.

33 H. VAUGHAN, The Young Priest, Burns and Oates, London 1904, p. 240. Letter to Fr.

Butler, Arch. Oblates St Charles. 34 Letters of H. C. Vaughan ... , cit., pp. 33-34. N. HANRAHAN, The Apostolic Spirit of Herbert

Cardinal Vaughan, tesi di dottorato, Pont. Università Gregoriana, Roma 1957, pp. 36-37,

42. 35 G. ALLAMANO, Conferenze ai missionari, I, cit., pp. 129,474,476,483.36 Scritti, cit., p. 304.37 Examens pour une Retraile, 1876, 2 inlnstructions de Son Eminence ... , cit., MA, Maison

Carrée 1907, p. 343. 38 D. CoMBONI, Scritti, cit., p. 296.39 lvi, p. 304.40 Piano, led. Torino, 1864, in Scritti, cit., p. 367.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

Notate bene: se Giovanni evangelista reinterpretò la Croce come esalta- Il missionario zione/glorificazione di Gesù (lo avrebbe ricordato il Beato Conforti41 ), deve mantenersi questa esperienza carismatica di Daniele ha convertito il Calvario in Pen- in contemplazione tecoste: «Donò il suo Spirito» (Gv 19,30). Il fuoco dello Spirito erompe del Crocifisso per

dalla ferita del costato e scende come lava vulcanica su chi contempla il entrare in comu­Cristo crocifisso, facendone un apostolo. Maria Teresa Ledochowska si nione con il suo poneva di nuovo in sintonia con l'Apostolo dell'Africa centrale, ricor- amore redentore

dando che

La carità di Cristo ci sprona (2 Cor 5,14). E questa carità, questo amore di

Cristo ci sospinge alla pratica delle opere di misericordia fin oltre i confini

della nostra patria, ci sollecita ad aiutare dovunque vi è bisogno e di portare

i benefici del Vangelo fino ali' Africa lontana42.

Abbiamo quindi imparato da Daniele Comboni, ma anche da Ernilie de

Vialar, da Herbert Vaughan, da Guido Conforti, da Angelo Ramazzotti,

da Charles Lavigerie, da Giuseppe Allamano e da Maria Teresa

Ledochowska che il missionario deve mantenersi in contemplazione del

Crocifisso, per entrare in comunione con il suo amore redentore. Poi lo

Spirito farà il resto.

Maria Teresa Ledochowska, intenta a moltiplicare gli ausiliari e le ausi­

liare delle missioni, raccomandava alle sue Figlie di educare anche i se­

colari alla contemplazione del Crocifisso:

La Missionaria Ausiliaria dovrà guidare lo sguardo dei credenti verso il Calva­

rio, dove il Salvatore - assetato di anime - versò le sue ultime gocce di san­

gue ... Se sorge in queste anime il desiderio di placare la sete del Redentore del

mondo ... allora il primo compito della Missionaria Ausiliaria è assolto43.

5. Lo Spirito divino

Nel divino le cose si fondono, senza mai confondersi: O Kyrios Pneuma

estì, il Signore è Spirito (2 Cor 3, 17). Il grande, ineffabile P. Allamano,

ispirandosi a san Filippo Neri, ripeteva ai suoi che erano figli dello Spiri­

to Santo e che i membri dei suoi Istituti dovevano avere una speciale

devozione al Paraclito, proprio perchè erano rnissionari44•

Maria Teresa Ledochowska asseriva che le due devozioni più efficaci per

la conversione dell'Africa erano quella al Cuore di Cristo (La sua espe­

rienza coincideva qui con quella del Comboni) e la devozione allo Spiri-

41 G.M. CONFORTI, Discorso, 27 settembre 1926, in: La Parola del Padre, EMI, Bologna1987, pp. 110-111. 42 Conferenza a Zug, 21-24.8.1909: M.T. LEDOCHOWSKA, Scintille, cit., p. 87. 43 Donna nell'Opera della Propagazione delle Fede, 15-3-1922. Cf M.T. Ledochowska,

Scintille, cit., p. 19. 44 G. ALLAMANO, Conferenze ai Missionari, cit., I, p. 338; II, pp. 284, 599; III, p. 577.

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AD GENTES 6 (2002) I

to Santo, «datore» di ogni grazia45. Allo Spirito chiedeva particolarmente

la grazia dell'amore46.

Una speciale Lo Spirito Santo? Ci sorride dal cielo di Dio Arnold Janssen, che fondò devozione due congregazioni di Suore, una di missionarie, l'altra di adoratrici, e

«missionaria» chiamò tutte e due «Serve dello Spirito Santo». Il Janssen dette sempre allo Spirito Santo prova di una devozione particolare al Paraclito. Gliela aveva inculcata

suo padre, il quale parlava spesso ai figli dello Spirito divino e andava a Messa-ogni lunedì per onorarlo47

. Nel 1861, nove anni prima che il padre morisse, Arnold, ordinato di recente, s'impegnò a celebrare sempre la messa della domenica in onore della Trinità e quella del lunedì per onora­re lo Spirito Santo 48. Volle anche legata in modo speciale allo Spirito la Congregazione dei Missionari del Verbo Divino. Ben 200 volte fanno menzione dello �pirito santo le Costituzioni del 1885. Nell'autunno del 1887, a Vienna, egli consacrò se stesso in corpo e anima allo Spirito49•

6. L'amore senza confini

«La vigna Trattandosi dell'amore di Cristo, morto in croce per tutti, dello Spirito del Signore divino, che è Amore infinito, l'amore che sta all'origine dello zelo di

è senza siepe» queste donne e di questi uomini si presenta come un amore senza confini. Il loro amore li proietta, fin dalla loro giovinezza, oltre le proprie frontie­re. È per questo che sono missionari. Filippo Ramazzotti ricordava a uno dei primi membri del PIME che suo fratello Angelo era solito dire:

La vigna del Signore è senza siepe. Con ciò, aggiungeva, (intendeva) esten­

dere la missione fuori della diocesi50.

Il Beato Guido M. Conforti descrisse il processo attraverso il quale l'amore corre lontano: lo zelo procede da Cristo, il cui amore abbraccia tutti. In lui non c'è, al dire dell'Apostolo, né giudeo né greco (Gal 3,28). Quindi biso­gna farsi tutto a tutti (1 Cor 9,22)51 • La M. Jahouvey lo provò in se stessa, lei a cui il Signore aveva promesso di farla madre di «figli di vari colori». Ma anche altri diventarono uomini o donne sognando «isole lontane».

45 Panorama, marzo 1899. In M. R. LEDOWCHOSKA, Scintille, cit., p. 81. 46 Conferenza alle consorelle, 7-6-1914. In M.R. LEDOWCHOSKA, Scintille, cit., p. 83. 47 P. SESSOLO, La Spiritualità del B. Arnoldo Janssen, cit., p. 81.48 C. PAPE, ed., Arnoldo Janssen Ayer y Hoy, cit., p. 296.49 P. McHuGH, The Spirituality of our Society, cit., pp. 181-183; P. SESSOLO, La Spirituali­tà di P. Amoldolanssen, cit., pp. 80-99; C.PAPE, ed;AmoldoJanssenAyer y Hoy, cit., pp.

291-298.50 A. MoNTONATI, Angelo Ramazzotti, EMI, (Bologna 2000), p.56.51 Discorsi ai Partenti, n. 4 (25-1-1904). Cf A. CERESOLI, Spiritualità Missionaria ... , cit.,

pp. 44-45.

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7. Cristo diventa anche nero

Tra tutti i territori esotici, il continente nero sembra aver rubato il cuore

ad un buon numero di servi di Dio: Anne-Marie Javouhey, Emilie de

Vialar, François Libermann, Daniele Comboni, Melchior De Marion-Bré­

sillac, Charles Lavigerie, Maria Teresa Ledochowska. La vita di Emilie

girerà attorno ai popoli arabi. Gli altri si orienteranno verso i popoli sotto

il Sahara. Alcuni cercheranno i neri anche nei Caraibi. Lavigerie lavorerà

personalmente tra arabi e berberi, ma invierà i suoi missionari e missio­

narie nell'Africa equatoriale.

Que j'aime l' Afrique! Que je remercie le bon Dieu de m'y avoir ramenée!

esclamava la Beata Anne-Marie Javouhey, facendo soltanto intravvedere la Una speciale fonte di tale amore52

• Anche Mons. Comboni dichiarava alcuni decenni più passione

tardi il suo amore per l'Africa, come avrebbe fatto subito dopo Lavigerie. per l'Africa

Costui proponeva ai suoi di sviluppare l'amore per gli africani non ferman-

dosi a considerare i difetti che potevano incontrare in loro53. Forse, scrive,

erano migliori i selvaggi della Gallia, da cui noi discendiamo, quando venne-

ro ad essi i primi evangelizzatori cristiani?54• Amore agli africani espresse

costantemente la beata Maria Teresa Ledochowska. Disse Daniele Comboni:

Vorrei avere a mia disposizione cento lingue e cento cuori per raccomandare la povera Africa!55

E ormai consunto, poco prima di morire:

Non allignò mai nel mio cuore nessuna passione, fuorchè quella del!' Africa56•

Motivo di questo amore era che si trattava di anime redente da Nostro

Signore, come scrisse Lavigerie57. Il Cardinale volgeva quindi il suo sguar­

do al Crocifisso. Fu però il Comboni a rivelare pienamente la sorgente di

tale amore:

Mi pare che il Cuore sacro dell'eterno di vino Pastore si volga con raddoppia­to amore ... ai milioni di pecorelle erranti che vivono ancora nelle tenebre della morte58

.

Lo ripeté spesso, oramai senza il «mi pare», con un convincimento pro­

fondo:

52 A M. MARIE-JoSEPH (6.9.1822), in A.-M. JAVOUHEY, Pour Dieu au bout du monde, Cerf,

Paris 1993, p. 46. 53 lnstructions aux Missionnaires, MA, Grands Lacs 1950, pp. 71-72. 54 lnstructions de Son Eminence ... à ses Missionnaires, MA, Maison Carrée 1907, p. 242.55 Al can. G. ORTALDA, 8-1-1866: Scritti, cit., p. 519. 56 Al P. G. SEMBIANTI, 30-8-1881: Scritti, cit., p. 3094. 57 lnstructions de Son Eminence ... , cit., p. 242. 58 Relazione a Colonia, 1866: Scritti, cit., p. 630.

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Il Sacro Cuore di Gesù ... palpitò anche per i popoli dell'Africa centrale e

Gesù Cristo morì sulla croce anche per i poveri neri infedeli59.

Si noti bene: lo stesso apostolo ha parlato più di una volta del nostro amore per Cristo come sorgente dello zelo60

, esattamente come poi ne avrebbe parlato Herbert Vaughan. Ma in tutti questi testi si tratta di più: non è il nostro amore per Cristo, ma l'amore di Cristo per gli uomini e donne che accende lo zelo nel missionario. L'amore stesso di Cristo agli esseri umani è da Lui comunicato ai missionari. È questa grande grazia che produrrà, alla fine dell'itinerario, quell'unione trasformante che in alcuni tratti così bene descrisse Marie de la Passion:

L'essenza di Dio mi ha come inondata. Non riesco a esprimere come ho

sentito che il soffio dell'Incarnazione del Verbo mi penetrava. Era l'amore

che voleva incarnarsi nel mio sguardo, nelle mie parole e azioni ... 61•

Molto esatto!

8. Il Crocifisso, il Cuore e la carta geografica

I lettori avranno già notato una cosa: la quasi totalità di questi servi e serve di Dio ha al centro della propria esperienza spirituale il Cristo Gesù.

La spiritualità C'è un'eccezione: la spiritualità missionaria del beato Arnoldo Janssen è trinitaria di innanzi tutto trinitaria; ed è dalla Trinità Beata che egli parte per la con-P. Janssen templazione del Verbo, per esprimere il suo fervore per lo Spirito Santo e

per la sua devozione al Cuore di Gesù e all'Eucarestia. Ciò farà sì che il simbolo del Cuore si avvicini in lui alla ricchezza semantica di san Gio­vanni Eudes e si allontani dalla riduzione romantica operata da Marghe­rita Maria Alacoque. Anche Herbert Vaughan fu condotto dalla sua tem­pra teologica alla contemplazione della Trinità, che non contraddice tut­tavia il suo cristocentrismo62

. In Marie de la Passion lo stesso processo sarà frutto delle sua intensa eperienza mistica63

.

La devozione Gli altri contemplano Dio nel Cristo e parlano di Cristo Gesù: Javouhey, all'Eucarestia e al de Vialar, Planque, Comboni, Allamano, Conforti ... I testi del processo

Cuore di Gesù per la Beatificazione di Angelo Ramazzotti non sanno come lodare abba­stanza la sua devozione all'Eucarestia64

• Dovendo abbandonare fisica­mente i suoi missionari quando fu nominato vescovo di Pavia, nel discor­so di congedo lasciò loro l'Eucarestia come vincolo d'unione65

• Marie de

60

59 Alla P ropagazione della Fede, 31-12-1878; al cardinale Simeoni, 3-3-1879; Omelia in

San Zeno, 22-8-1880: Scritti, cit., pp. 2336, 2458, 2697. 60 A P. SEMBIANTI, 20-4-1881: Scritti, cit., p. 2954. 61 MARiA DEL CARMEN URBANO, Una Mistica hecha Pasi6n, cit., pp. 66-67. 62 Rules, 1897, cit., p. 33. 63 M. DEL C. URBANO, Una M[stica hecha Misi6n, cit., pp. 75, 77, 88.64 Positio, cap. X: Fisionomia Spirituale, pp. 381-383.

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la Passion nel suo breve passaggio per la Società delle Riparatrici aveva visto intensificato il suo amore per l'Eucarestia. Gesù presente nelle Chlese e nelle cappelle delle missioni era diventato il suo primo Missionario. La spiritualità missionaria di Guido Conforti ebbe la sua sorgente cari­smatica nel Cristo Crocifisso. Questo era come sappiamo il punto di rife­rimento centrale di Daniele Comboni. In Emilie de Vialar vediamo spun­tare un processo di trasformazione del simbolo del Cuore di Gesù che culminerà subito dopo in Daniele Comboni e continuerà in Herbert Vaughan. Il Cuore è il simbolo dell'amore redentore di Cristo che spinge all'evangelizzazione. Il Crocifisso e il Cuore di Gesù sono i simboli della grazia in parecchl Un simbolo fondatori e fondatrici. Di fronte a questi simboli celesti si alza nella loro terrestre:

spiritualità un simbolo che ne esprime il polo terrestre: una carta geografi- la carta ca. La carta di paesi lontani che fa sognare molti nelle loro giovinezza geografica

diventa poi simbolo di un'umanità povera, che giace nell'ombra della mor-te, come diranno il Ramazzotti66 e il Comboni67

, seguendo forse Gregorio XVI68

: quella parte dell'umanità a cui devono portare il Vangelo69• È la

prima volta che una carta geografica diventa simbolo di spiritualità. È vero però che c'erano stati dei precedenti. Il deserto fu un simbolo importante per gli anacoreti. Secoli dopo, il sepolcro di Cristo diventò il punto di attrazione nell'ascesi dei crociati. Più tardi ancora, san Giovanni della Croce innalzò l'America e le Filippine, «las insulas extrafias», alla categoria di metafora della bellezza e ricchezza del Verbo Incarnato.

lii. LA PARTE UMANA

1. Contemplare

Di fronte all'azione con cui Dio comunica a certi uomini e donne una

partecipazione alla sua passione per gli esseri umani, come hanno rispo­sto questi e queste? Come devono rispondere i loro figli e figlie? La ri-

65 Testo citato in Scritti di G.B. Mazzucconi, a cura di P. C. Suigo, PIME, Milano 1964, p.

178. Lo stesso tratto spirituale inculca poi il P. MANNA, Virtù Apostoliche, cit., p. 102.66 «Le misere anime che giacciono nelle tenebre dell'infedeltà e dell'errore»: Proposta,

in PIME, Documenti di Fondazione, a cura di D. Colombo, EMI, Bologna 2000), p. 156. 67 1n Regole 1871, c. 10 (Scritti, p. 1257) copia l'espressione delle Proposta; cf anche p.

1239. Lo segue il redattore delle Regole del 1872: Scritti, p. 2799. «Anime gementi anco­

ra nelle tenebre e nelle ombre di morte», Piano, 18-9-1864: Scritti, p. 296. 68 «Giacciono nelle tenebre e nell'ombra della morte», GREGORIO XVI, BrevePmbe nostis,

18 settembre 1840 in U. BELLOCCHI, Tutte le Encicliche e i Principali Documenti Pontifici

emanati dal 1740, Libreria Vaticana Editrice, Città ·del Vaticano 1994, p. 282. 69 In Gb 3,5 «ombra di morte» è sinonimo di morte; in Js 9,1 ha già un senso metaforico

che Mt 4,16 interpreta in senso spirituale: l'ombra di morte viene fugata dall'avvento di

Cristo. Nel cantico di Zaccaria le tenebre sono dissipate dall'avvento del Battista.

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sposta è unanime: essi rispondono anzitutto contemplando. Una contem­

plazione che ha come centro il Cristo Crocifisso in cui si rivela questa

passione di Dio per noi. Si ricordi il testo giovanneo: «Dio ha tanto amato

il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16).

Il primato della La seconda delle nostre fondatrici, Emilie de Vialar, la cui vita apostolica

contemplazione aveva ricevuto un impulso decisivo da una visione del Cristo morto e

62

giacente, raccomandò questa contemplazione alle sue Figlie:

Pour acquérir cette divine vertu (de la charité apostolique), elles méditent chaque jour de leur vie sur la charité immense dont le coeur de Jésus-Christ est rempli et elles s'efforcent d'imiter son zèle pour le salut des àmes et sa grande miséricorde envers le prochain. Elles considèrent souvent !es plaies adorables du Sauveur au fin que, refléchissant souvent sur l'amour de Dieu pour les hommes, elles entretiennent et augmentent chaque jour les sentiments de compassion et de zèle qui doivent !es animer pour leur semblables 70

L'amore (la passione) di Dio per gli esseri umani si rende visibile nel

cuore di Gesù e nelle sue piaghe. Su quello meditino e queste contempli­

no assiduamente. Significativamente, un'idea simile abbiamo ritrovato

nel Règlement del Seminario per le Missioni Straniere di Parigi, un testo

della metà dell'Ottocento. Parlando della preghiera, dice:

Que tous s'affectionnent à l'oraison qui les conduira au Coeur de Jésus. Leur en découvrira les perfectiones adorables etsurtout son immense charité pour

le_s ames, sa soif ardente de souffrir pou r détruire l 'empire de Satan et rétablir

la gioire et le règne de son Père71•

Poco dopo, la Proposta del PIME indirizzava lo sguardo verso il Cristo

morto in croce, senza particolare riferimento al Cuore:

Il pensiero perpetuamente rivolto a questo gran fine (la conversione degli infede­li) deve ingenerare negli alunni della Missione questa altra disposizione (spirito di sac1ificio) in loro essenzialissima. Se la formino col tener sempre gli occhi fissi in Gesù Cristo, amandolo teneramente e procurando di intendere ognora cosa vuol dire un Dio mmto in croce per le anime nostre. Non è da dubitarsi che se con viva fede contempleranno e gusteranno un mistero di tanto amore .. .72.

Il p. Manna aveva questa idea ben fissa nella sua mente:

È dalla meditazione di quello che Gesù benedetto ha fatto per la salvezza delle anime che spuntò la nostra vocazione. Il Crocifisso ci fece missionari ed è ancora il Crocifisso che deve nutrire in noi l'amore per le anime 73.

70 S. EMILIE DE VIALAR, Esprit de la Congrégation, II, 4.71 SoCIÉTÉ DES MISSIONS ÉTRANGÈRES, Règlement des Messieurs les Aspirants, Avis

particuliers. De l'Oraison, Édition du 12 Octobre 1854. 72 PIME, Proposta, in Documenti di Fondazione, cit., p. 157.73 P. MANNA, Virtù Apostoliche, cit., p. 91.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

La seconda parte del testo della Proposta dovette piacere molto al Beato «Meditate ai piedi Daniele Comboni, poichè lo riprodusse nelle sue Regole, modificandolo della Croce»

leggermente:

Abbiano sempre gli occhi fissi in Gesù Cristo, amandolo teneramente e pro­

curando di intendere ognora meglio cosa vuole dire un Dio morto per la

salvezza delle anime ... 74•

Il cardinale Vaughan scrisse nelle prime costituzioni di Mill Hill:

God having manifested himself through Jesus-Christ, the Incarnation, life

and Passion of Christ must become the special object of study, imitation, of

love for all.... The thought of His infinite, Divine and human, love of which

the Sacred Heart is the emblem will urge them to undertake all manner of

labour and sufferings in His service ... Springing from solid love for Jesus

Christ is love for the souls for whom he lived and died a most bitter death75•

«Méditez au pied de la Croix» raccomandava la beata Javouhey, anche se

con uno sguardo più generale 76• Lo stesso avrebbero raccomandato in un

contesto missionario mons. Ramazzotti77, il cardinale Lavigerie (lo ab­

biamo già visto), il beato Giuseppe Allamano78, e il beato Guido Maria

Conforti79, richiamando costui la sua esperienza da ragazzo ... Il Conforti

s'innalzava a una visione più generale, quando nella sua Lettera Testa­

mento metteva alla base della spiritualità missionaria «una vita di fede

che ci faccia veder Dio, cercar Dio, amar Dio in tutto, acuendo in noi il

desiderio di propagare ovunque il suo regno»80•

Questa esperienza fondamentale (la preghiera come sorgente della voca­

zione apostolica) viene a fondersi in tutti con la dottrina comune sul valo­

re fondamentale della preghiera/rapporto con Dio in ogni forma di vita

cristiana, in questo caso nella vita apostolica. Ne parlano tutti. Un'ora e

mezza al giorno di orazione mentale volevano la Proposta del Pime81 e

mons. Lavigerie. Il missionario deve pregare di più. Uomo del mestiere,

pregare per sé e per le anime, diceva il Beato Allamano82•

2. I frutti della grazia: fede e amore

In realtà, se si considerano attentamente le parole con cui fondatrici e

fondatori descrivono come Dio li catturò e in che modo esse ed essi rea-

1➔ Regole, 1871, c. 10: Scritti, p. 1257.75 The Rules ... , cit., pp. 34-35.76 A.-M. JAVOUHEY, Pour Dieu au bout du monde, cit., p. 151.77 Positio super vita, virtutibus... part. prob. p. LXII e.78 Conferenze ai Missionari, cit., III, p. 470. 79 La Parola del Padre, cit., n. 39.80

Gumo M. CONFORTI, Lettera Testamento, n. 10.81 Documenti di Fondazione, cit., pp. 153-154. 82 G. ALLAMANO, Conferenze ai missionari, cit., II, pp. 415,417.

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La fede di girano all'azione divina, si avverte subito la presenza di una fede vivissima,

Abramo e di Sara cioè di una fede animata da una carità intensa. « Vita di spirito e fede,

forte sentimento di Dio ed un interesse vivo alla sua gloria ... un' anima mossa dalla pura vista di Dio ... amandolo (Gesù Cristo) teneramente»,

chiedeva la Proposta del Pime83. «The life of faith and the love of Jesus

Christ and of souls» è il titolo della prima parte della sezione spirituale nelle Regole di Mill Hill84. «Spirito di fede viva» chiedeva mons. Con­forti85.

L'obbedienza

«oscura» alla

volontà di Dio

64

2.1. Fede come docilità

La fede si rivela in loro nel fatto che alla presa di possesso da parte di Dio, questi uomini e donne risposero lasciandosi guidare dalla mano di­vina, come Abramo e Sara nei loro andirivieni per le strade del Medio Oriente. Occorreva proprio una grande fede, poichè non era ad essi chiaro dove Dio volesse portarli. Tutti ebbero sogni che poi non si avverarono: chi sognava di andare in Australia e rimase a Lyon, chi sognava la Cina e finì

ad Algeri, chi sognava il Giappone e finì nel Sudan ... Alcuni non andaro­no da nessuna parte; altri, come la Beata Anne-Marie Javouhey, che non sognò mai di lasciare la Francia, fece il giro di mezzo mondo. La beata Javouhey è stata definita ripetutamente un'appassionata della

volontà divina86. Per lei contava una sola cosa: cosa volesse Dio da lei.Della divina volontà aveva bisogno come di una bussola per quella sua vita a zig-zag: la Francia? l'Isola di Bourbon (oggi di Réunion)? No, lì andranno le sue Figlie, guidate da una sua sorella; lei invece sbarcherà in Senegal, andrà nello Zambia, poi traverserà l'Atlantico per finire nei Caraibi, quindi tornerà di nuovo in Francia ... 87 Anche Emilie de Vi alar fu

in continuo discernimento: la Francia distrutta dalla rivoluzione e ancora non ricostruita, sì, ma soprattutto l'Algeria, la Tunisia, Malta, la Palesti­na ... 88 Arnold Janssen è stato chiamato «l'uomo della volontà divina»89

.

Lo fu anche, lungo tutta la sua vita, il beato Giuseppe Allamano, il quale però un giorno credette di poter sfuggire, morendo, alla fondazione: il cardinale Richelmy ne rise, quella volta, e anche Dio con lui90

. Come lo

83 Proposta II, c. 2, in Documenti di Fondazione, cit., pp. 152, 157. 84 Rules, XVI, 1897, cit., p. 33. 85 G. M. CONFORTI, Lettera Testamento, n. 10.86 R. PLUS, Une Passionnée de la Volonté de Dieu, Spes, Paris 1950; Card. Garrone, Ce

que Croyait Anne-Marie Javouhey, Marne, Paris 1979. 87 G. BERNOVILLE, Anne-Marie Javouhey, Grasset, Paris 1942.88 P. HoELS, A pleines voiles, Editions du Chalet, Lyon 1969.89 C. PAPE, ed. Arnoldo Janssen Ayer y Hoy, cit., p. 531; cf pp. 110-114.90 G. ALLAMANO, Conferenze ai Missionari, cit., I, pp. 332-33.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

fu Herbert Vaughan, che all'inizio credeva di sapere (come abbiamo cre­

duto tutti noi) cosa volesse Dio da lui, poi si arrese: «Il tuo volere qualun­

que esso sia»; «I only care to love you, and to do your holy will»91: voglio

soltanto amarti e compiere il tuo santo volere.

2.2. Fede come impulso

La fede, una fede forte e viva, si avverte anche nell'impulso che spinge Fede per

questi servi e serve di Dio all'evangelizzazione dei non cristiani. Fede l'evangelizzazione

nel Dio che si rivela nel Cristo morto e risorto. Fede nell'amore di Dio del mondo

per tutti gli essere umani e nel suo volere di salvezza per tutti. Fede nel

suo amore misericordioso verso i più poveri e abbandonati. Fede nel va-

lore delle persone amate da Dio e redente dal sangue di Gesù. Stiamo

elencando i motivi che, secondo loro, spingono tutti all'impegno. Citia-

mo per tutti una sola di loro, Marie de la Passion, le cui parole abbiamo

ricordato meno:

Oggi vorrei farvi ascoltare la chiamata che questa mattina è risuonata nella

mia anima: "anime, anime!". Quando si pensa che sono state salvate al prez­

zo del sangue di un Dio, quando si considera tutto ciò che il Signore ha fatto

per la redenzione, si sente la passione di conquistarle per Gesù Cristo92.

2.3. Semplici strumenti

La passione di Dio, l'amore di Cristo-abbiamo visto- si erano impadroni­

ti di questi apostoli ed erano diventati la loro passione, il loro amore, ren­

dendoli così strumenti di Dio nella salvezza di grandi parti dell'umanità.

Questa costatazione ha portato alcune e alcuni a insistere sul loro essere

semplici strumenti di Dio. «L'Oeuvre de Dieu» chiamava M. Anne-Marie

Javouhey il suo apostolato: «Nous sommes chargées de l' oeuvre de Dieu»,

scriveva93. Lei e le sue non erano che strumenti:

Que nous sommes heureuses que Dieu veuille bien se servir de nous pour de

si bonnes choses que tant d'autres feraient mieux que nous!94.

Di là proveniva tutto un atteggiamento spirituale. Innanzi tutto, la fiducia e la preghiera:

Ayons confiance, saint Joseph saura bien trouver !es sujets dont I' oeuvre de

Dieu aura besoin. Prions, prions beaucoup; nous trouverons notre force dans

l'oraison, dans l'union avec Dieu95.

91 N. HANRAHAN, The Apostolic Spirit of Herbert Cardinal Vaugha11, tesi dott. Gregoriana,c. I, p. lll, n. 3.4, ms., p. 29.92

MARJE DE LA PASSION, Diario, II, p. 96. Citata da M. DEL C. URBANO, Una Mistica Hecha

Misi6n, cit., p. 77. 93 À M. Rosalie, 28 mai 1828: Pour Dieu au bout du Monde, cit., p. 68. 94 À M. Rosalie, 23 septembre 1824: Pour Dieu au bout du Monde, cit., p. 51. 95 À M. Rosalie, 29 décembre 1850: Pour Dieu au bout du Monde, cit., pp. 163-164. 65

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In umiltà,fiducia La fiducia in Dio, ripete altrove, unita a un senso autentico di umiltà che e abbandono riconosce la grazia che viene loro da Dio96

• Con la sua impostazione avreb­be coinciso più tardi quella del cardinal Vaughan, per il quale «humility and confidence» erano prerequisiti per la vita apostolica97

• «Humility», cioè consapevolezza dei propri limiti, e «confidence», fiducia nel Dioche opera in noi e per mezzo di noi. Il beato Allamano ricordava il fattoche sono soprattutto i missionari a costatare come è veramente Dio chelavora in coloro che vogliono evangelizzare98

• La consapevolezza di que­sta verità: che nulla può il missionario senza la grazia di Dio ( «et unegrace de choix», una grazia particolare) portava il cardinale Lavigerie araccomandare caldamente la preghiera e che tutti gli atti di preghiera co­munitaria fossero offerti per la conversione degli africani99

IV. LINEE MAESTRE DI UNA DOTTRINA

I. Per la missione

Una cosa colpisce subito quando si leggono i testi di questi servi e serve di Dio. Essi sono ben consapevoli che la spiritualità da loro raccomanda­ta prende forma dal suo orientamento verso la missione.

Tutta la loro spiri­

tualità prende f or­

ma dalla missione

Lasciamo ancora una volta che una dama, una grande. donna, apra il cor­teo:

Priez le bon Dieu qu 'Il donne à toutes nos chères filles l'esprit apostolique100 •

Abbiamo citato Anne-Marie Javouhey, che definiva sé e le sue suore in questo modo:

66

de simples femmes appelées à precher par leur exemple, leur charité; aider de saints apòtres à faire connaìtre Dieu dans les pays sauvages où le démon a regné si longtemps en mai:tre;

e le esortava ripetutamente:

N' ayez en vue que la glorie de Dieu et le salut des ames 101• Faisons tout ce

que nous pourrons pour gagner des ames au bon Dieu 102 •

96 Aux Soeurs des Iles Marquises, 16 avril 1844, Pour Dieu ... , cit., p. 131. 97 Letters of H. C. Vaughan to Lady Herbert of Lee ... , cit., pp. 133-134; cf p. 41, 99. Citato

da N. HANRAHAN, The Apostolic Spirit of H.C. Vaughan, cit., p. 70. 98 G. ALLAMANO, Conferenze ai Missionari, cit., II, p. 100.99 Premières lnstructions, mars 1878 in lnstructions aux Missionnaires, p. 68.100 À Soeur Chantal, 8 janvier 1848, Pour Dieu au bout du monde, cit., p. 157. 101 Aux soeurs des iles Marquises, 16 avril 1844; à soeur Alphonse Quenin, 28 février

1846: Pour Dieu ... , cit., pp. 131, 151. 102 À Soeur Timothée Rousseau, 23 aout 1848: Pour Dieu ... cit., p. 159.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

E di fronte a quelli che volevano introdurre strutture quasi monastiche nel suo Istituto, protestava:

Nous ne sommes pas des religieuses d'après le concile de Trente, nous sommes

des religieuses d'après notre zèle pour la religion et d'après les Jois de l'Eglise

d'aujourd'hui103•

Lo zelo per la religione, cioè, il loro zelo per portare la fede cristiana oltre le frontiere dell'Europa; le leggi delle Chiesa del suo tempo, vale a dire quelle che rendevano già possibile la fondazione d'Istituti apostolici fem­minili. La Proposta del PIME ( 1850) intitola la sua sezione spirituale: Coltivare Le disposizionile disposizioni pel Ministero delle estere Missioni 1°4• Si noti: mons. spirituali per la

Ramazzotti e i suoi non tessono un trattatello di virtù in genere. Il loro missione

testo s'incentra sulle disposizioni necessarie per l'evangelizzazione. I paragrafi che seguono si riferiscono costantemente al «Missionario degli infedeli», al «Missionario isolato in terra straniera» ... 105.

Disposizioni? Questo sarà il termine usato anche da mons. Lavigerie nelle prime istruzioni ai missionari che partivano per l'Africa equatoriale: Dispositions spirituelles106

• L'arcivescovo di Algeri usa qui la stessa espres­sione che appare nelle Costituzioni 107. È probabile che s'ispirasse al testo delPIME. Ce lo suggerisce il fatto che anche egli, come la Proposta del PIME, prescrivesse un'ora e mezzo di orazione mentale al giorno, un'ora al mattino e mezza il pomeriggio o la sera. Abbiamo cercato di appurare se i due, la Proposta e Lavigerie, dipendano da una terza fonte comune, che non potreb­be essere che il Règlement del seminario per le missioni estere di Parigi. Ebbene, no: il Règlement prescrive tre quarti d'ora di preghiera al mattino e un quarto la sera e non usa il termine dispositions per tiferirsi alla virtù. L'espressione comunque appare in francese carica di sfumature preziose. Les dispositions de l' éìme de Jésus è una delle espressioni basilari della spiritua­lità del Cardinal de Bérulle e dei suoi continuatori nell' École Française 108

Per Lavigerie l'evangelizzazione dei non cristiani era tutto e ad essa do- «Voi siete apostoli

veva orientarsi la spiritualità dei suoi missionari e delle sue missionarie. e nient'altro che

«Vous n'etes qu'apotres et rien que des ap6tres» 109, insisteva. apostoli»

103 À M. RosALIE, 13 septembre 1825, Pour Dieu ... , cit., p. 56.104 Proposta, II, c. 2: Documenti di Fondazione, cit., p. 150.105 Proposta, in Documenti di Fondazione, cit., pp. 152, 153. 106 Ctt. LAVIGERJE, Jnstructions aux Missionnaires, cit., p. 65. NelleNouvel/es lnstructions le chiama «vertus indispensables aux Missionnaires». Cf anche Instructions de Son Eminence le Cardinal Lavigerie, cit., p. 237. 107 Règles et Constitutions, 1872-1885. 108 L' École Française influirà più di altre sulla spiritualità della Società per le Missioni

Estere di Parigi. Cf R. Ross1GNOL, Spiritualité Missionnaire. La Societé des Missions

6Étrangères de Paris, «Omnis Terra» n. 362, maggio 2000. 109 Instructions aux Missionnaires, cit., n. 32.

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Similmente, ciò che interessa al cardinale Vaughan nelle sue costituzioni è una vita spirituale da cui «dipenderà fondamentalmente la carriera futu­ra del missionario», una «crescita vera in virtù solida e vera devozione che lo prepari per la sua vocazione» 110• Che tutto si ordini alla missione, dichiara all'inizio della sezione spirituale: «Faith must be the strong root from which the life of the Missioner must spring, for bis whole life is to be spent in the propagation of faith» 11 1 ("la fede deve essere la forte radice da cui sorga la vita del Missionario, poichè tutta la sua vita sarà dedicata alla propagazione delle fede"). Poi parlerà dei mezzi, means, per la vita del missionario, tra cui la pover­tà apostolica 112.

3. Donazione di sé

Consacrati da Dio Atto fondamentale della vita missionaria di questi servi e serve di Dio e per la missione dei loro eredi è l'atto di donazione di sè a Dio per la missione che essi ed

esse hanno compiuto. Prototipo fra tutti è quell'atto di consacrazione to­tale a Dio della propria persona e della propria vita per l'evangelizzazione dell'Africa nera (la Nigrizia) che fece il giovane Daniele Comboni inginocchiato davanti al servo di Dio Don Nicola Mazza. Lo fece il 6 gennaio del 1849, all'età di 17 anni, e lo chiama alcune volte giuramento ed altre voto, e lo avrebbe in seguito ricordato-spesso come punto di partenza 113• Il Beato Conforti fece una donazione personale, intima, di sè a Gesù Crocifisso in piena faciullezza; poi, alla vigilia della sua ordina­zione episcopale emise privamente i tre voti a Roma, unendosi così spiri­tualmente al suo Istituto.

68

Il giuramento di darsi alle missioni è l'atto di consacrazione proprio negli Istituti del PIME, di Lyon, dei Padri Bianchi, di Mill Hill. Nei Comboniani, Consolata e Saveriani il giuramento si unisce alla professione religiosa, indirizzando questa verso lo scopo speciale dell'Istituto. È l'equivalente del quarto voto in certi Istituti apostolici e di carità. In altri Istituti, quelli femminili, la consacrazione si fa con una professione religiosa che è indi­rizzata allo scopo dell'Istituto nella Chiesa. In tutti i casi la donazione si fa a Dio, è vera dedizione di sè al servizio divino, ma la si fa per quello che Dio vuole da loro, cioè per l'evangelizzazione. Indipendentemente dal valore istituzionale e giuridico, l'atto ha un valo­re spirituale fondamentale per l'individuo.

110 The Rules of St Joseph '.s Societyfor Foreign Missions, XVI, p. 33; Constitutions 1908,

Appendix A, p. 120.

"' Ivi, 1897, XVI, p. 33. 112 Ivi., 1897, XVl.3, pp. 43-50.113 J.M. LOZANO, Vostro per Sempre, cit., pp. 73-77.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

4. Rompere con ciò che è più caro

II primo passo, sia sulla via ascetica che nel metodo missionario, è la «par- Spiritualità della

tenza». Questo principio fu messo all'inizio della sezione sulla formazione partenza

spirituale dei canditati nella Proposta del PIME. Il testo comincia così:

(Quella del missionario è) la vita di un uomo, che in un modo assoluto e perentorio viene a rompere tutte le relazioni col mondo e colle cose più care secondo la natura11-1.

II beato Comboni, dopo aver provato nel suo spirito il dolore cagionato

dalla partenza, troverà queste parole della Proposta così illuminanti che

le ripeterà in una relazione al cardinale Barnabò del 1870, nelle Regole

del 1871, in quelle del 1872 e nella relazione a Barnabò del 1872 115• Egli

stesso aveva detto con parole proprie nel Regolamento del 1869:

Ognuno ha in mira l'unico fine per cui abbandonò patria parenti e tutto116•

Al valore spirituale della partenza come distacco allude il beato

Allamano 117•

5. Dal pregiudizio all'incarnazione

In realtà è più facile abbandonare la famiglia e la patria che lasciare la

propria mentalità. La materia prima che Dio adoperò fu un gruppo di

uomini e donne provenienti da vari paesi europei e ovviamente condizio­

nati dalla visione del mondo che dominava l'Europa al loro tempo. Come

abbiamo già indicato, la visione comune era ovviamente eurocentrica e

questo comportava uno spirito di superiorità sulle altre culture, che non

venivano riconosciute come tali. L'unica cultura era quella europea e per

di più, malgrado l'Illuminismo e le rivoluzioni, era la cultura cristiana.

«Il Missionario degli infedeli e dei selvaggi» chiama, con accostamento Portare «la fede

significativo, la.Proposta del PIME colui che porta il Vangelo 118 . Più tar- e la civiltà» di, con maggiore fondamento, il beato Alla.mano si riferirà al «mondo

civile» che lasciavano i missionari 119• Daniele Comboni nei primi contatti

con i neri non si scostò molto dall'immagine dell'africano che proiettava a Verona don Mazza e nei suoi scritti don Vinco. Al Comboni gliela ave-

vano rinforzata i racconti di viaggio e le notizie avute a Khartum: «sel-

vaggi», «crudeli» ... Così non è da meravigliarsi se Daniele Comboni vo-glia portare nell'Africa insieme la fede e la civiltà120

. Con un'idea simile

114 Proposta, Il, e 2, par. I: Documenti di Fondazione, cit., p. 151. 115 Scritti, pp. 1061, 1252, 1323. Cf J.M. Lozano, Cristo è anche nero, cit., pp. 136-137. 116 Seri/li, cit., p. 892. 117 Conferenze ai Missionari, cit., I, p. 266, cf I, pp. 142,484. 118 Documenti di Fondazione, cit., p. 152. 119

Co,�ferenze ai Missionari, cit., I, p. 266. 6 9 1211 J.M.LoZANO, Vostro per Sempre, cit., pp. 150-152.

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AD GENTES 6 (2002) 1

sull'Europa e soprattutto sulla sua patria, non è strano che mons. Lavigerie andasse in Algeria con il sogno di convertirla in una «Francia cristia­na»121. Certo, quando si vede Comboni portare ai suoi africani i vantaggi della medicina e Lavigerie raccomandare di cominciare con i dispensari medici e le scuole si capisce cosa volessero.

I primi passi verso Presto comunque tutti e due cambiarono. Il beato Comboni notava già l'inculturazione inizialmente che i racconti di viaggio esageravano il lato negativo. Qual­

che anno dopo difenderà i neri contro qualche pregiudizio razzista espresso da Pio IX 122. E il suo grande contributo alla metodologia missionaria fu il Piano per la Rigenerazione dell'Africa, che doveva essere attuata dagli africani stessi. Lavigerie insisterà sull'inculturazione, sull'imparare le lin­gue, sul vivere come gli africani:

70

Ils se feront tout a tous pour gagner les ames à Jésus-Christ età son Église 123•

Tout à tous (lCor 9,22). Il cardinale usa lo stesso testo paolino che poi sarà citato da Mons. Conforti. Il beato Giuseppe Allamano metteva il distacco della partenza come fon­damento per un distacco ulteriore 124

• Poi raccomandava: bisogna adattar­si, occmTe farsi kikuiu con i kikuiu, ricordando di nuovo il testo paolino 125.

La madre Anne-Marie Javouhey sembra essersi liberata più facilmente dai pregiudizi grazie al suo amore materno. Non le aveva Dio dato come figli «gente di ogni colore»? E quale madre non difende i suoi figli? La sua sorella Rosalie aveva avuto paura dei neri. Oh, Signore! Anne-Marie scriveva che lei avrebbe avuto minor paura di cinquanta neri che di due bianchi 126. E cercava, maternamente, di scagionarli: se i francesi vivesse­ro nelle condizioni degli africani ... ! 127•

6. La Chiesa locale

«La Chiesa mia Signora e Madre», chiamava mons. Comboni la comuni­tà dei discepoli, professando ubbidienza totale al Papa128

. «Gagner les ames à Jésus-Christ et à son Eglise» era l'ideale che mons. Lavigerie, un altro vero uomo di Chiesa, proponeva ai suoi129. Tutti e due volevano

121 F. RENAULT, Le Cardinal Lavigerie (Fayard, Paris 1992), cit., p. 144.122 J.M. LozANO, Cristo è anche nero (EMI, Bologna 1989), cit., pp. 83-94.123 lnstructions aux Missionnaires, cit., 1927, n. 32. Directoire, nn. 11 e 202-208.

Sul!' «adaptation» nello spirito di Lavigerie, cf F. RENAULT Le Cardinal Lavigerie, cit., pp. 240-242.124 Conferenze ai Missionari, cit., I, p. 206; III, p. 498.125 lvi, II, p. 248; Ill, pp. 498, 654.126 À M. Marie-Joseph, 6 settembre 1822: Pour Dieu ... , cit., p. 44.127 À son père, mars 1822: Pour Dieu ... , cit., p. 40.128 Al Card. Simeoni, 3-9-1881, Scritti, cit., p. 245.129 Constitutions, 1872-1885, art. 1.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli Istituti missionari nel XIX e XX secolo

fondare la Chiesa nel cuore dell'Africa. Comboni sapeva che la L'amore alla

rigenerazione dell'Africa doveva avvenire per mezzo degli Africani: se- Chiesa nella

minari, scuole, villaggi cristiani ... A lui e al suo piano s'ispirò Lavigerie. spiritualità dei

Va però notato che decenni prima, nel 1822, la madre Javouhey voleva Fondatori

fondare un seminario minore in Africa, poi spiegava che si trattava di

scuole per ragazzi e ragazze di cui alcuni diventerebbero sacerdoti e suo-

re e altri insegnanti 130• Più tardi inviava a Parigi i primi seminaristi africa-

ni che sarebbero poi stati ordinati. La Beata Anne-Marie, come Caterina,

come Teresa, era un'autentica Madre della Chiesa.

L'aspetto ecclesiale è evidente nella teologia missionaria di tutti i fondatori

e fondatrici 13 1• Non sarà male ricordare che sei degli undici uomini furo­

no vescovi. Quattro di loro - Ramazzotti, Lavigerie, Vaughan, Conforti -ricevettero la pienezza del sacerdozio indipendentemente dal loro carisma

missionario. Dei quattro, Lavigerie diventò vescovo di una diocesi mis­

sionaria, De Marion-Brésillac e Comboni ebbero l'episcopato come esten­

sione della loro vocazione missionaria.

In un caso, tutta una Chiesa locale fu all'origine della missione di un Tutta una Chiesa

gruppo. Ci riferiamo al PIME. Due cose vanno notate sull'ambiente locale all'origine

in cui nacque. In primo luogo, il sorgere di vocazioni missionarie tra del PIME

sacerdoti e seminaristi negli anni precedenti. Durante le vacanze del

1845 un gruppo di seminaristi erano andati alla Certosa di Pavia. Al-

cuni sentirono il vicario Laurent Marcel Supriès, già membro del Se-

minario per le Missioni estere di Parigi e missionario a Pondichery,

meravigliarsi del fatto che non ci fosse un seminario per le missioni in

Italia. Alcuni, tra cui il beato Giovanni Mazzucconi, iniziarono un

rapporto epistolare con lui. All'inizio del 1846 un gruppo di giovani

sacerdoti si recò da lui perchè li aiutasse nel progetto di fondare una

congregazione missionaria intitolata a san Francesco Saverio. 11 loro

progetto non ebbe seguito 132•

Va qui notata anche l'irradiazione esercitata dal certosino P. Supriès. In se­

condo luogo va notata l'intensità del senso ecclesiale comunitario propria

del clero milanese in quel periodo. Ad esso contribuirono la buona forma­

zione, la consapevolezza della propria identità ambrosiana, ma anche il con­

tributo attivo dato dai seminaristi ai moti d'indipendenza del 1848, mentre

l'arcivescovo Rornilli (1847-1859), salutato come il primo «italiano» -dopo

otto anni di sede vacante e un arcivescovo d'origine austriaca- credette di

130 À un ecclésiastique, avril 1822; a M. de Clermont-Tonnene, 21 avril 1824: Pour Dieu

au bout du monde, cit., pp. 42, 48. 131 G. ALLAMANO, Conferenze ai Missionari, cit., I, p. 650. Cf in particolare la sezionesulla Chiesa delle circolari di P. MANNA, Virtù Apostoliche, cit., pp. 189-198. 132 C. Su1Go, Pio IX e la fondazione del primo Istituto Missionario Italiano a Milano, 71 PIME, Roma 1976, pp. 19-21.

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doversi tenere in disparte 133• Tra i seminaristi patrioti, molto attivi sulle bar­ricate 134, si distinsero due futuri membri del PIME, il beato Giovanni Mazzuconi e don Carlo Salerio. Sarà Don Angelo Ramazzotti a portare avanti il progetto missionario, ma egli lavorò con altri 135, e l'Istituto nacque figlio di tutta una regione ecclesiastica, quella lombarda, con intervento at­tivo dei suoi vescovi.Nell'atto di fondazione i vescovi lombardi affermano:

È interesse di ogni Chiesa particolare la dilatazione della Chiesa Universale e ciascuna delle diocesi è tenuta a fornire per questo intento il suo contigente di milizia apostolica.

Il loro seminario sarà regionale e non diocesano;

In questo modo ciascuna diocesi avrebbe un espediente regolare ed opportu­no a pagare il proprio tributo per l'ampli azione della Chiesa universale 136

La prima È la prima volta nella storia, credo, che si afferma la vocazione missiona­affermazione ria delle Chiese locali, cioè la collegialità nel dovere di annunciare il

della vocazione Vangelo ai non cristiani. I vescovi lombardi s'impegnavano a considera­missionaria della re come loro sacerdoti i futuri missionari e a sentirsi responsabili per essi.

Chiesa locale Sono quindi le Chiese, parti vive della Chiesa, che devono sentirsi coin­volte nell'evangelizzazione dei non cristiani. I vescovi enunciano un prin­cipio sul quale insisterà poco dopo mons. William Bernard Ullathorne di Birmingham, già missionario in Australia, e cioè che le vocazioni mis­sionarie si traducono poi in bene per la Chiesa in cui nascono. Questa affermazione fu citata da Herbert Vaughan nel suo esposto ai vescovi sulla fondazione del seminario di Mill Hill per le missioni estere 137.

72

A quale Chiesa pensassero i primi missionari del PIME lo rende manife­sto il «Saluto ai Concittadini» composto dal beato Giovanni Mazzuconi:

Se un giorno quei popoli nuovi, dopo aver ascoltato le parole del Signore ... ci domanderanno di quelli che abbiamo abbandonati per essi, noi parleremo di voi, noi racconteremo l'amore e l'interesse col quale ci inviaste in mezzo a loro1Js_

133 Non è difficile imaginare che la debolezza della Curia milanese, compromessa dai

vincoli con la corte imperiale, contribuisse a creare il ruolo attivo del clero e del laicato

milanesi. Va però detto che l'arcivescovo austriaco, Gaisruck, si fece amare dai milanesi

e che l'italiano Romilli riuscì a fare da ponte tra gli austriaci e il suo popolo. 134 E. APECITI, La Chiesa di Milano nell'Ottocento, Quaderni Infor.pime, n. 66 (giugno

200 I), pp. 41-42. Purtroppo fu un seminarista a ferire il primo soldato austriaco, dopo

avergli strappato il fucile. In seguito i seminaristi si dedicarono a collegare i patrioti mila­

nesi con la Brianza e il Comasco per mezzo di palloni aerostatici. 135 I documenti del PIME lo mostrano in rapporto con Dom Supriès: PIME, Documenti

di Fondazione, cit., pp. 16, 19, 29, 31, 36 ... 136 PlME, Documenti di Fondazione, cit., p. 139. 137 R. O'NElL, Cardinal Herberl Vaughan, cit., p. 156.138 Scritti del Sen10 di Dio p. Giovanni Mazzucconi, a cura di c. SUIGO, cit., p. 191.

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Juan M. Lozano, La spiritualità dei fondatori e delle fondatrici degli istituti missionari nel XIX e XX secolo

Si noti bene: i missionari hanno richiesto il consenso dei loro vescovi e

hanno ottenuto da Propaganda Fide la loro missione, ma in questo testo

riconoscono di essere stati inviati da tutto il popolo di Dio della Lombar­

dia, non solo dai vescovi o da Roma.

Pauline Jaricot, raccogliendo i suggerimenti di quel vescovo di New

Orleans che aveva visitato Lyon incitando i fedeli ad aiutare le Chiese nascenti, aveva chiesto ai laici di contribuire con le loro preghiere ed

elemosine alla propagazione delle fede. A Milano si fece un altro passo

avanti per affermare il dovere delle Chiese locali come tali, non solo dei

singoli cristiani.

• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

SOMMARIO

Jiil saminando la vocazione di l 7 uomini e donne � vissuti fra il XIX e il XX secolo, diventati Fondatori e Fondatrici di Istituti missionari, l' Au­tore scopre che, al di là delle differenze di tempe­ramento, di ambiente e di vissuto personale, l'espe­rienza di tutti si può ricondurre al fatto che Dio li ha resi partecipi della sua passione per ogni essere umano. Spiritualità e missione non soffrono in essi alcuna dicotomia, perché ciò che li impegna nel­!' azione missionaria è lo stesso amore di Dio per il mondo (Gv 3,16) che lo Spirito diffonde nei loro cuori. Icona suprema di questa "passione di Dio" per l'umanità è il Crocifisso, davanti al quale han­no quasi sempre scritto le loro "norme di vita spiri­tuale". Benché vibri ancora in essi l'attrazione ro­mantica per il lontano, benché la loro visione del mondo rimanga in gran parte eurocentrica, benché il loro linguaggio simbolico sia quasi sempre lo stesso della devotio individualista e intimista del XIX secolo, proprio la condivisione dell'amore universale di Dio li porterà a fissare lo sguardo sul­le ricchezze umane e religiose dei popoli e a impe-

SUMMARY

ITTl hile examining the vocation of 17 men and l'.tl women who Iived in the 19th and 20th centu­ries and became founders of Missionary lnstitutes, the Author discovers that, beyond the differences in temperament, environment and events in the !ife of each individuai, the experience of ali of them leads back to the fact that God has Jet them share in his passion for every human person. There is no dichotomy of spirituality and mission in any of them, because what commits them to missionary endeavour is the very love of God for the world (Jn.3: 16) that the Spirit pours into their hearts. The supreme image of this "divine passion" for human­ity is Christ crucified, before whom practically ali of them wrote their "rules for spiritual life". Al­though a romantic attraction for what is far off stili stirs their hearts; although their world-vision is stili largely 'Europe-centric'; although their symbolic language is almost always that of the strongly indi­viduai and intimate devotio of the 19th century, it is their sharing in the uni versai love of God that leads them to fix their gaze on the human and reli-

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AD GENTES 6 (2002) I

gnare i loro seguaci per lo sviluppo umano e socia­

le degli stessi.

gious treasures of nations, and to commit their fol­

lowers to the human and socia! development of

these peoples.

JuAN MANUEL LozANo, nato a Lora del Rio (Siviglia, Spagna), è stato professore di spiritualità a Roma e

a Chicago. Ha pubblicato numerose opere sulla spiritualità e la vita religiosa, tra cui una biografia spiri­

tuale di Daniele Comboni e un commento sulla spiritualità dei Missionari Saveriani. Il suo Discipleship.

Towards an understanding of Religious Life è stato giudicato il miglior testo in inglese sul tema (S.

Schneiders, «New Wineskins» ). Sta attualmente lavorando ad uno studio sulla spiritualità dei Fondatori

e delle Fondatrici degli Istituti Missionari.

Calle ]osé Laguillo 30, 4-8 - 41003 Sevilla (Spagna)

Te!. 0034.95.44.25. 794 - E-mail: [email protected]

Giampietro Casiraghi STORIA E FUTURO DELLA MISSIONE

La purificazione della memoria

Giovanni Paolo II ha chiesto a tutta la Chiesa una "purificazione della memoria". Fra le vicende da

assumere con una rinnovata coscienza evangelica anche quelle dell'evangelizzazione del mondo. Da

qui lo studio di G. Casiraghi, storico di sicura affidabilità e insieme capace di un linguaggio rapido e

fluente. L'Autore ripercorre i momenti cruciali della storia della missione in quattro grandi capitoli,

i cui titoli già rivelano, insieme ai problemi e agli snodi affrontati, anche le epoche cui si fa riferimen­

to: "Il Cristianesimo religione dell'impero"; "Diversità e comunione nell'unica fede"; "Al seguito

dei conquistatori"; "Le missioni succursali della cristianità". Il primo capitolo e l'ultimo ("La mis­sione rivisitata" e "Di fronte al terzo millennio") evidenziano come il cammino della missione nel

mondo, nonostante tutti gli errori e le debolezze degli evangelizzatori, sia largamente positivo. Il passato deve essere pienamente assunto, nel bene e nel male, e diventare la base per un nuovo slancio

missionario nel millennio che ci sta davanti. Questo "nuovo slancio" è, in fondo, il desiderio più vivo

del Papa e il motivo per cui chiede questa "purificazione della memoria".

74

pp. 160-€ 8,20

Richiedere, per telefono, fax o e-mail, a:

EDITRICE MISSIONARIA ITALIANA

Via di Corticella, 181 - 40128 Bologna -Tel. 051/32.60.27 - Fax 051/32.75.52

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