La storia dell'editore Crocetti e della rivista Poesia

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  • 8/6/2019 La storia dell'editore Crocetti e della rivista Poesia

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    Rassegna s tampa ragionata a cura di Maria Lo Cont i| Obl ique Studio| lugl io 2009

    LaPoesia di Crocetti

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    LaPoesia di CrocettiRassegna stampa ragionata a cura di Maria Lo Conti

    Progetto grafico e impaginazione a cura di Mario Izzi

    Oblique, luglio 2009www.oblique.it

    Se i poeti vanno al mercato e non trovano nessuno pag. 4Red.la Repubblica , 21 gennaio 2002

    Enzo Golino, I cantieri della poesia pag. 6la Repubblica , 24 marzo 2005

    Gian Paolo Serino, I diciottanni di Poesia romantica maggiorenne pag. 8la Repubblica , 31 gennaio 2006

    Gaia Cesare, Versetti & Crocetti pag. 10Il Foglio , primo dicembre 2007

    Luigi Mascheroni, I miei ventanni diversi pag. 15il Giornale , 4 gennaio 2008

    Gian Paolo Serino, Da ventanni sbatte i poeti in prima pagina pag. 17la Repubblica , 10 gennaio 2008

    Andrea Cortellessa, Ventanni di Poesia da leggere per strada pag. 19La Stampa , 14 gennaio 2008

    Giuseppe Genna, 20 anni di Poesia pag. 20carmillaonline.it , 14 gennaio 2008

    Matteo Sacchi, Quando leditore sa far (bene) i conti pag. 23il Giornale , 15 gennaio 2008

    Le 20 candeline del mensilePoesia pag. 25Red.ilsole24ore.com , 18 gennaio 2008

    Giovanni Tesio, Con Ulisse oltre Itaca 33.333 volte pag. 26Tuttolibri dellaStampa , 13 giugno 2009

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    Nicola Crocetti uno dei pochi coraggiosieditori italiani che ha scelto di investirele sue conoscenze e le sue energie nellapubblicazione di opere poetiche. La sua casa edi-trice, nata nel 1981, si proponeva di pubblicaresoprattutto poeti greci moderni e contemporanei.Col tempo la sua produzione si ampliata fino araccogliere autori stranieri e italiani (da Gibran aRilke, da Loi a Raboni), molti dei quali vincitoridel premio Nobel (tra cui Odysseus Elytis e Derek Walcott). Nellultimo decennio Crocetti ha sceltodi creare tre ulteriori collane, con lintento di darespazio anche alla narrativa di scrittori greci, suda-mericani ed emergenti italiani.

    Ma probabilmente, ci che distingue Crocettida altri meritevoli editori di poesia il fatto che siastato lideatore del mensilePoesia, lunica rivista dipoesia in Italia che riesca a tirare una media di20.000 copie a numero. I suoi punti di forza sonostati da subito riconoscibili: la distribuzione nelle

    edicole che ha reso la rivista accessibile a un ampiopubblico; il linguaggio non accademico che hapermesso di avvicinare non solo gli specialisti maanche i semplici appassionati; linternazionalitdelle poesie accolte in ogni numero; la scelta didare un volto ai poeti, piazzando in prima paginala loro foto.

    Lattenzione della stampa si concentra sullim-presa di Crocetti quasi esclusivamente in occasio-ne del ventesimo anniversario della rivista (genna-io 2008). I giornalisti sottolineano laudacia e lapassione che hanno permesso alleditore di portareavanti il suo ostinato progetto in un Paese in cuisembrava che la poesia non avesse mercato n let-tori. Invece, gi dopo i primi tre numeri diPoesia,Crocetti, inizialmente considerato un folle, eradiventato lautore di un miracolo: non solo la rivi-sta era riuscita a sopravvivere alle catastrofi annun-ciate, ma oggi ritenuta una delle pi prestigiose alivello internazionale.

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    I versi sono come i figli.Crescono nelle viscere con rumori segreti,soffrono dentro di te, si ammalano,poi inaspettatamente crescono,un giorno ti si rivoltano contro,

    contro di te che hai dato loro vita,finch poi se ne vanno per sempree non sono pi soltanto tuoi.

    (Titos Patrikios, I versi, 1 )

    || Mi chiami poeta? Io lo so quanto indegno ne sia. / C qualcun altro, lo sento, che scrive la mia vita / e se il far poesia un qualche nome addita / non poe

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    Tirature 02, lannuario promosso e curatoda Vittorio Spinazzola (FondazioneMondadori Il Saggiatore),razzola que-stanno nel difficile mondo dei poeti. Difficileperch? Intanto perch, a chi si interessa, comeTirature , del mercato librario la situazione dellapoesia si presenta come un oggetto quasi impren-dibile. Bassissime le tirature dei libri (con lano-malia dei Miti Mondadori) e altalenante linte-resse degli editori nazionali: tanto che ladecisione di Cucchi e Giovanardi, curatori di unNovecento poetico per i Meridiani, di antolo-gizzare per gli ultimi anni solo i poeti pubblicatida grandi editori ha destato un certo scalpore. Lapoesia in genere appannaggio della microedito-ria e delle microriviste. Pi che contare i consu-matori di versi, sarebbe forse utile capire chisiano oggi i lettori di poesia, scrive UmbertoFiori, dopo aver constatato un declino del gene-re poesia che, dopo qualche fuoco dartificionegli anni Settanta e un inizio di riflusso neldecennio successivo,vede,negli anni Novanta, ilcredito scendere ai minimi storici. Certo per ladiffusione della poesia c la scuola, ma (vedi lar-ticolo di Carlo Minoia) anche se molti manualioffrono poeti pi recenti difficile che si vadaoltre Montale. E le riviste? Qui c il paradosso,illustrato da Federico Bona, di riviste lette solo

    Se i poeti vanno al mercatoe non trovano nessuno

    Red.,la Repubblica , 21 gennaio 2002

    da poeti. Con leccezione diPoesia, stampata daCrocetti,che tocca le ventimila copie a numero (un mensile),per il resto siamo di fronte a un pul- viscolo di quattrocento testate che tirano duecen-to copie ciascuna il che, secondo Bona, produr-rebbe un pubblico di ottantamila lettori se nonfosse che i lettori sono spesso sempre gli stessi.

    sento poesia. (Franz Grillparzer,Autoconfessione ) | Ispirazione per me indifferenza. / Poesia: salute e impassibilit. / Arte di tacere. / Come la tragedia larte di

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    La decisione diCucchie Giovanardi, curatori di un Novecentopoetico per iMeridiani, di antologizzare per gli ultimi anni solo ipoeti pubblicati da grandi editori ha destato un certo scalpore. Lapoesia in genere appannaggio dellamicroeditoriae dellemicroriviste

    poesia (magari letta dallautore) forse qualcosacambierebbe. Perch non ci provano quelli diIsoradio? Basterebbero pochi minuti di tanto intanto e renderebbero il viaggio pi lieve.

    Sar un mio vecchio pallino ma solo la lettura inpubblico pu aiutare la poesia mescolandolamagari con le canzoni. Se le tante radio che riem-piono letere di suoni ci regalassero ogni tanto una

    (Vincenzo Cardarelli)| Lo so bene: solo chi felice / amato. La sua voce / la si ascolta volentieri. Il suo volto bello. // Lalbero tutto storto nel cortile / addita il

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    Sembra linquadratura di un noir. C uncorpo morto che da un po di tempo giaceabbandonato, senza sepoltura, sul cigliodelle camionabili percorse dalle arti cosiddettenobili e belle: il cadavere della poesia. Se in

    Italia non si legge pi poesia, o se ne leggecomunque poca e male, di qualcuno la colpa.Flavio Santi, raccogliendo indizi e denunce degliinvestigatori che lhanno preceduto, rilancia lac-cusa: lassassino il Gruppo 63. E il trentunenneaccusatore (poeta in dialetto e in lingua, roman-ziere, critico) ripete circostanze, cause ed effettidel delitto tuttora visibili nellappassionatapostfazione alla ristampa diPrima della poesia(Quiritta, 2004), il polemico saggio di EnzoSiciliano che nel 1965 (Vallecchi) contrast leidee dellavanguardia novissima sulla letteratura.Ma proprio giusta, in tutti i suoi dettagli, lascena mortuaria allestita da questo angry youngdetective che si dispera perch il reato cadutoin prescrizione e lassassino grazie a complicipotenti: laccademia e leditoria gode di unaimmeritata impunit?

    Proviamo ad ascoltare altre voci, a visitarealtri set dove la poesia non un cadavere abban-donato n un immobile manichino,bens un orga-nismo che vive e tenta di rinnovarsi tra i miraggidel grande consumo e la semiclandestinit delle

    nicchie elitarie. Milano, periferia Ovest, quartie-re Gallaratese, via Enrico Falck, un comprenso-rio edilizio progettato dagli architetti CarloAymonino e Aldo Rossi. In uno dei cinquepalazzi costruiti su pilastri c la redazione diPoesia, mensile internazionale fondato e direttoda Nicola Crocetti, titolare dellomonima casaeditrice. Con il numero 190, uscito in gennaio, larivista ha compiuto diciotto anni e continua nel-lambizioso disegno di comporre in prospettivauna mappa mondiale della poesia. Finora duemi-la poeti sono passati nelle sue pagine. Tira circa ventimila copie, ne vende in edicola intorno allequindicimila, registra milleduecento abbonati.Niente sponsor, pubblicit quasi inesistente. acquistata da professionisti, casalinghe, studentiliceali, operai, suore. Qualche anno dopo lanascita della rivista Crocetti decide un lanciotelevisivo, mai ripetuto perch costa troppo. Unospot di sette secondi sulle reti Fininvest per ses-santa volte tra le 23.30 e le 2.00. In video lacopertina del fascicolo in uscita con la foto diGiorgio Caproni, in audio la voce di un attore:Forse manca qualcosa alla nostra vita. Poesia,tutti i mesi in edicola. Risposta immediata,trentamila copie vendute. Un record. Se gli edi-tori, soprattutto i maggiori, auspica Crocetti,destinassero pi risorse alla pubblicit dei libri

    I cantieridella poesia

    Enzo Golinola Repubblica , 24 marzo 2005

    i passanti gli danno dello storpio / e hanno ragione. // I battelli verdi e le allegre vele del Sund / non vedo. Di tutto / vedo soltanto la rete sdrucita dei pes

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    di poesia invece di preferire romanzi e saggi, ipoeti sarebbero molto pi venduti. E letti. I cri-tici non li recensiscono con lassiduit necessaria,forse scoraggiati dalla macchina redazionale.Ma il luogo comune che la poesia non ha merca-to stato clamorosamente smentito dal successodei libri acclusi allaRepubblica(17 antologici, feb-braio-maggio 2004, pi 2 monografici) e alCorriere della Sera(32 monografici, febbraio-set-tembre 2004). Ciascuna serie ha venduto inmedia novantamila volumi a settimana per untotale di circa 4 milioni e mezzo. Intanto laminuscola impresa di Crocetti, un vero miracoloeditoriale, oltre alla rivista stampa ogni anno treo quattro poeti italiani, una decina di stranieri,una decina di narratori greci. E infatti leditore,64 anni, di madrelingua greca, ha tradotto eccel-lenti poeti neoellenici come Kavafis, Ritsos,

    Elytis. Sar pure limitato il suo osservatorio, maha permesso a Crocetti di conoscere bene la liti-giosit che affligge la corporazione dei poeti e diesercitarsi nelle scelte anche sulla base di testiediti e inediti che gli arrivano in numero cospi-cuo, soprattutto da giovani. Rigetta laccusa ditrascurare gli italiani. Anzi si vanta di aver datocredito tempestivo ai versi tanto per fare qual-che nome di Antonella Anedda e, pi recente-mente, di Maria Grazia Calandrone, premioPasolini opera prima: le ha pubblicatoLa scimmiarandagia (2003). Cos, di tassello in tassello, ilmosaico raffigura, al posto di un cadavere, unmondo di lettori che comprano e leggono.Naturalmente, ci sono anche quelli che scrivono:la poesia, come lacne, viene a tutti gli adole-scenti, dice Crocetti, ma la faccia butterataresta ai poeti.

    Oltre alla rivista, la casa editrice di Crocetti stampa diversi poeti,con una predilezione per i neoellenici comeKonstantinos Kavafis.

    solo di questo: / della bracciante che a quarantanni cammina tutta curva? / I seni delle ragazze / sono caldi come una volta. // Nel mio canto una rima /

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    nata a Milano diciotto anni fa e ora che diventata maggiorennePoesia continua aessere la pi diffusa rivista di settore inEuropa. Pi di venticinquemila copie di tiraturache premiano un team di lavoro coordinato da

    Nicola Crocetti, ideatore della rivista conGiovanni Raboni ed editore dellomonima casaeditrice che proprio nel 2006 compie venticinqueanni.La nascita diPoesiaCrocetti la ricorda anco-ra oggi con emozione: Raboni era perplesso,con-siderava una follia dedicare un mensile interamen-te alla poesia in un paese come lItalia dove, si sa,ci sono pi scrittori di versi che lettori. Superati iripensamenti e le prime inevitabili difficolt nelgennaio del 1988 usc il primo numero, alloradiretto da Patrizia Valduga. A lei, nel corso deglianni, si sarebbero susseguiti Maurizio Cucchi e lostesso Crocetti che, dal 1990, editore ma anchedirettore. La scommessa, comunque, riuscita.Crocetti sin dagli esordi segu una strada non faci-le e innovativa per il mercato editoriale italiano:presentare in edicola un periodico che si occupas-se unicamente di poesia. Ma in pochi anni la rivi-sta si imposta ad un pubblico sempre pi nume-roso pubblicando oltre tremila poeti, molti deiquali tradotti per la prima volta in italiano.Un suc-cesso che vede premiate sia la qualit delle propo-ste editoriali che le scelte di mercato: in un paese

    come lItalia dove la poesia per lo pi confinatanegli angoli delle librerie, Crocetti ha portato larivista non solo in edicola, quindi alla portata ditutti, ma ha addirittura ideato e programmato spottelevisivi. Una promozione che,per molti pubblici-

    tari,era considerata una follia: una campagna di ses-santa spot di sette secondi sulle allora ancora acces-sibili reti Fininvest. Lalta tiratura di oggi ha datoragione allinventiva delleditore. Al di l dei nume-ri,per, la linea editoriale a premiare la rivista:unaredazione sempre attenta al nuovo, pur senza maidimenticare la tradizione, affiancata da collaborato-ri esterni che rappresentano alcune tra le firme piimportanti del panorama critico italiano. Il mesescorsoPoesia ha festeggiato il numero 200, conunedizione speciale caratterizzata da una nuovasfida: Abbiamo tentato, sottolinea Crocetti, unamappatura della poesia mondiale del Novecentopur consapevoli del fatto che ogni antologia pos-sessiva e violenta. Un esperimento riuscito vistoche lo speciale andato esaurito in pochissimotempo. E al successo della rivista ha contribuitonotevolmente anche lapporto del fotografoGiovanni Giovanetti: Prima diPoesiai poeti nonavevano una faccia.Poesiaha dato loro un volto.Diquesto sottolinea il direttore dobbiamo esseregrati proprio a Giovanetti che ha collaborato connoi sin dagli inizi e per di pi a titolo gratuito.

    I diciottanni diPoesia romantica maggiorenne

    Gian Paolo Serinola Repubblica , 31 gennaio 2006

    atto protervo. // Dentro di me si affrontano / lentusiasmo per il melo in fiore / e lorrore per i discorsi dellimbianchino. / Ma solo il secondo impulso / m

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    Molte anche le firme milanesi che hanno contri-buito al successo della rivista: da VivianLamarque ad Alda Merini, da Franco Loi adAntonello Satta Centanin (pi conosciuto con ilnome da romanziere: Aldo Nove) solo per citar-ne alcuni. E il rapporto con la citt? A Milanoc molto interesse per la poesia, c anche moltofermento: peccato che, molto spesso, le iniziative

    Prima diPoesia i poeti non avevano una faccia.Poesia ha dato loro un volto

    rimangano isolate e di conseguenza poco pubbli-cizzate. E la famosa Casa della Poesia apertadallassessore Zecchi a tutti i poeti milanesi? unottima idea. Il problema che non ho capitocome funzioni nella pratica. Qual il progetto?Io non lo vedo.Se qualche cittadino lha compre-so me lo faccia sapere: gli regalo un abbonamentoper un anno.

    (Bertolt Brecht,Tempi grami per la lirica ) | Lascia che la serpe attenda sotto / la malerba, / la scrittura / sia di parole, lenta e svelta, acuta / per colpire, quieta pe

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    C un editore italiano che ha messo sulred carpet un fenomeno da ventimilacopie e da 37 Premi Nobel. La rivista sichiamaPoesia, compie ventanni e festeggia unrecord mondiale: Dura minga, si mormorava,

    fuori dai denti, negli ambienti della poesia milane-se. Non dura, sentenziavano gli addetti ai lavori.Scuotevano la testa, alzavano le spalle,e commenta- vano: Nicola Crocetti? Ha deciso di suicidarsi eco-nomicamente. Poi cominciavano le previsioni,tutte fosche: Chiude fra un anno, no a settembre,forse in estate. Il pi lapidario fu il pi esperto,uneditore di poesia: A maggio chiude,disse. E inve-ce sono passati ventanni. Ventanni il prossimogennaio ePoesia, la rivista al centro delle attenzionidi quei letterati affannati a cercare una data da inci-dere sulla sua lapide, ancora l,ed oggi la pi dif-fusa del suo genere in Europa.Una tiratura media di ventimila copie con un picco di cinquantamila cheha segnato un record mondiale duemila poetipubblicati, tra cui 37 Premi Nobel,ventimila poesiee migliaia di foto di poeti,la maggior parte mai visteprima. Un miracolo italiano, insomma. Un miraco-lo editoriale che approda ogni mese in molte dellemaggiori universit europee e americane. Un mira-colo che il frutto di almeno due grandi intuizionie che ha il copyright di un solo uomo, un signoremezzo italiano e mezzo greco che nel 1988, contro

    ogni previsione, decide di dare alla poesia lo spazioche non aveva mai avuto fino ad allora in Italia.Nicola Crocetti un lavoro ce lha gi, fa il giornalista,ma da quando era ragazzino ha sempre avuto in testala poesia. Niente a che vedere con laspirante poeta-

    letterato,col giovanotto che chiede in regalo al papricco e famoso una rivista su cui pubblicare i propri versi. Niente a che fare nemmeno con i gruppuscolidi aspiranti poeti, che pubblicano una rivista di poe-sia,magari chiedendo qualche inedito a firme presti-giose a far da contorno ai loro versi.Mi accorsi benpresto che cerano troppe persone che scrivevanopoesia e poche che la leggevano.E io decisi di schie-rarmi con queste ultime, spiega Crocetti. La suaprima grande intuizione proprio questa: la poesia al di l di quello che comunemente si pensa, dellaconvinzione che si tratti di un fenomeno di lite inrealt un imponente fenomeno di massa.Digitatepoetrysu Google,il pi grande motore di ricerca suInternet. Il risultato sorprendente: 124 milioni dipagine (un terzo della parola God, Dio, che neconta 340 milioni).Provate con poesia: si sfioranoi 44 milioni e manco a dirlo la rivista di Crocetti la prima della lista. In Italia ci sono centinaia dimigliaia di persone che scrivono,e il fenomeno dif-fuso a livello mondiale. Ma io mi chiesi: e quellaminoranza che vuole leggere della buona poesia? Cosadeve fare? Dove deve andare?, racconta Crocetti.

    Versetti& Crocetti

    Gaia CesareIl Foglio , primo dicembre 2007

    insonne. // metaforica per riconciliare / le persone e le pietre. / Componi. (Idee / solo nelle cose) Inventa! / La sassifraga il mio fiore, che spacca / le rocce. (W

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    Qui nasce la sua seconda brillante intuizione.Allepoca in Italia cerano trecentottanta riviste let-terarie, molte delle quali si occupavano prevalente-mente di poesia,ma che tiravano poche centinaia dicopie e avevano una diffusione circoscritta. Io pensaialla provincia, ai centri dove non ci sono librerie. Edecisi che la mia rivista doveva essere distribuita inedicola.Ovviamente il problema erano i soldi.Unmio amico, un commercialista diRoma, appassionato di poesia, midisse: Guarda che me ne intendo,se vuoi fare quello che hai inmente ti ci vogliono duecento

    milioni. Io te ne do trenta, il restodevi cercarlo tu.Cercai e non tro- vai. Tornai dal mio amico e glidissi: se mi dai i tuoi trenta me lifaccio bastare.Mi diede del matto,ma tre mesi dopo luscitaPoesiaaveva venduto quarantamila copie.

    La sua decisione di trasformarsi in editore-diretto-re, dopo due difficili esperienze iniziali, quandoaffid la direzione della rivista a due poeti, la liqui-da cos, e tanto basta a capire di che pasta fatto,un po sognatore, un po Peter Pan, ma insiemeanche lucido e concreto: Non si possono affidarele proprie utopie agli altri, perch ne fanno scem-pio. Far dirigere una rivista di poesia a un poeta

    come aprire una pasticceria e darlain gestione a dei bambini golosi.Timangiano i pasticcini e ti manda-no in bancarotta. Per due anni,quando era trentenne, Crocetti ha

    girato in lungo e in largo gli StatiUniti, dopo avere vinto una borsadi studio: LAmerica mi ha inse-gnato a essere pragmatico e pro-fessionale.E a pensare in grande,dice. La Grecia mi ha educatoallarte e alla bellezza. Non si pu

    Non si possono affidare le proprie utopie agli altri, perchne fanno scempio. Fardirigere una rivista di poesia a un poeta come aprireuna pasticceriae darla in

    gestione a dei bambini golosi. Ti mangiano i pasticcini eti mandano in bancarotta

    Tre anni dopo, al suo apice, raggiunse cinquantamilacopie di tiratura. Qualcuno potrebbe insinuare chedue follie si sono miracolosamente unite, quella deipoeti e quella di un editore squattrinato. YiannisRitsos, uno dei miei autori pi amati,definiva i poetigli inconsolabili consolatori del mondo.Ma a voleressere meno aulici, dice Crocetti, pazzi lo sono dicerto.Dedicano la vita a unattivit che se sono fortu-nati d loro tre cose:1) la pubblicazione,per la quale,spiega,devi sottoporti a umilianti richieste e attese;2) una recensione,per la quale devi sottoporti a umi-lianti richieste e attese; 3) un premietto, per il qualedevi sottoporti a umilianti richieste e attese. Ma non la follia che io e i poeti abbiamo in comune, sem-mai la passione.Con una differenza:quella dei poeti spesso una passione molesta, la mia una passionegenerosa.Loro chiedono e io do.Crocetti un gen-tiluomo dalla battuta pronta e dallo stile un poanglo-sassone. A tratti timido, a tratti persino irriverente.

    essere greci impunemente, dico io. E per la suaGrecia ha cominciato a occuparsi di poesia, tradu-cendo una settantina di raccolte di versi. Dietro lastoria di questo piccolo editore di piccolo successo(come dice lui),di questo selfmade mansconosciu-to al grande pubblico, c un pezzo di vita checomincia a Patrasso e che conosce presto una bruscasvolta. la storia di uno sradicamento, di una fami-glia interrotta, costretta a lasciare la Grecia perchgli italiani,dopo linvasione di Mussolini prima e diHitler poi, finita la guerra, devono pagare. Miopadre era un proprietario terriero, figlio di immi-grati italiani, che in Grecia avevano fatto un podifortuna. Era lunico di sette fratelli che non aveva voluto prendere la cittadinanza greca solo perchavrebbe dovuto rinunciare alla religione cattolica ediventare ortodosso, come imponevano le leggi diallora. Finita la guerra gli confiscarono tutti i benie lo rispedirono al suo paese. Peccato che n lui,

    Una sorta di canzone ) | Cos io vorrei la mia ultima poesia / Che fosse tenera dicendo le cose pi semplici e meno intenzionali / Che fosse ardente come un singhio

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    uno dei maggiori poeti contemporanei, alla lettera

    che lo invitava a aderire,replic cos:I do not only accept, but Im honoured. Il Nobel irlandeseSeamus Heaney, invece, sinform: Do I have to work? Devo lavorare?Gli risposi che era una cari-ca onorifica, e accett. Crocetti ha compiutoanche il miracolo di far entrare la poesia inParlamento. Irene Pivetti, allepoca presidentedella Camera, gli chiese di organizzare una mani-festazione di poesia a Montecitorio. Fu come seun alto prelato entrasse ufficialmente in un bordel-lo, dice lui.

    Ogni mese sulla scrivania di Crocetti si accu-mulano centinaia di libri e manoscritti. Persone diogni genere ed et che vogliono realizzare il sognonumero uno, la pubblicazione. Ogni rifiuto unafucilata che spari, un nemico che ti fai per il restodella tua vita. Ma io ho solo una scialuppa di sal- vataggio che porta venti persone, e su cui voglionosalire in cinquantamila. O ci salviamo in venti oanneghiamo tutti. Tra coloro che hanno evitatolannegamento c Alda Merini, che Crocetti risco-pr dopo anni di oblio, pubblicando unantologiacurata da Giovanni Raboni, che la defin uno dei

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    n mia madre n tanto meno io e la mia gemella

    sapessimo una parola ditaliano.Crocetti non amaraccontare di s, n di quel pezzo di passato, chepure spiega come da quel bimbo di cinque anni sia venuto fuori un uomo che ha voluto dedicare la vita alla poesia, cercando di lasciarsi alle spalle iricordi di anni vissuti tra un collegio e laltro, aFirenze, nellItalia distrutta del dopoguerra.Ricordo che un giorno di Pasqua mia mammalavorava e non poteva portarmi a casa, n venirmia trovare.In collegio eravamo rimasti in due su tre-cento: io e un ragazzo orfano semiparalizzato dallapoliomielite. Allora i sorveglianti decisero di invi-tarci a pranzo con le loro famiglie.Fu il giorno pibello della mia infanzia, quella tavola ricchissima,imbandita di ogni prelibatezza. Poi ci portarono alcinema. Fu la mia prima volta, impossibile dimen-ticare. Da quel pranzo di Pasqua degli anniCinquanta agli inviti recenti negli Stati Uniti, allaLecture suPoesia che fu invitato a tenereallUniversit di Yale, di acqua sotto ai ponti ne passata. Cinque Premi Nobel hanno accettato lin- vito a far parte del comitato di redazione della suarivista. Joseph Brodsky, russo esule in America,

    Joseph Brodsky[...] alla lettera che lo invitava a aderire,replic cos: I do not only accept, but Im honoured

    Che avesse la bellezza dei fiori quasi senza profumo / La purezza della fiamma in cui si consumano i diamanti pi limpidi / La passione dei suicidi che si ucc

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    pi bei libri di poesia degli ultimi quarantanni.Ci sono Marina Pizzi, Antonella Anedda, MariaGrazia Calandrone e altri poeti oggi noti. Tantedonne, s, perch se la cultura ha una speranza disalvezza, dice Crocetti, questa sono proprio ledonne, il 70 per cento dei lettori. Alla fine del2002 la rivista americanaPoetry, che in un secolodi vita ha pubblicato i maggiori poeti del mondo,riceve una donazione di 100 milioni di dollari, edal pi povero diventa il pi ricco magazinedAmerica. A offrire quella cifra enorme RuthLilly, erede del colosso farmaceutico Eli Lilly, pro-duttore del Prozac, il pi diffuso farmaco antide-pressivo del mondo. Ruth Lilly fece quella dona-zione nonostante trentanni prima i suoi versifossero stati rifiutati daPoetry. Ma per il direttore, Joseph Parisi, in carica da trentanni, quella lotte-ria si trasform in un disastro. Arrivarono decine

    di migliaia di richieste di pubblicazione, comincia-rono i litigi allinterno della redazione circa lutiliz-zo di quel tesoro, laccusa dei poeti censurati di voler far tacere le voci nuove della poesia america-na, e in un anno il capitale si ridusse del 40 percento per investimenti sbagliati. Una dbcle,insomma.Tanto che qualche maligno ha avanzatoil sospetto che la donazione della Lilly fosse piuna polpetta avvelenata che un atto di generosit.Perch come poteva la donna pi ricca dAmericaignorare gli effetti che una somma cos sproposita-ta avrebbe potuto scatenare? Quando lessi quellanotizia sul New York Times, mi ricordai che avevoricevuto anchio una lettera di Ruth Lilly qualcheanno prima della sua donazione aPoetry, raccon-ta Crocetti. Allora ignoravo chi fosse. La signoraaveva letto un mio annuncio sullinserto domeni-cale del New York Timesin cui cercavo anchio un

    Il Nobel irlandeseSeamus Heaney, invece, sinform:Do I have to work? Devo lavorare? Gli risposi che erauna carica onorifica, e accett

    (Manuel Bandeira,Lultima poesia ).| Non sa cosa getta / fonte nuova che gorgoglia insieme / terra di sapori lontani / acqua di profonde vene // Ognitanto dalla sua p

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    sostegno economico per la mia rivista, e mi scrissechiedendo qualche copia-saggio diPoesia. Leinviai una decina di numeri,ma non successe nien-te: verosimilmente, una donazione in Italia nonsarebbe stata deducibile dalle tasse. Ma,visto quel-lo che successo aPoetry, penso che forsePoesialha scampata bella. Ci sono gli aspiranti poeti,insomma,che rischiano di trasformarsi in nemici epoi ci sono i fedelissimi lettori e abbonati aPoesia. Tra loro, molti professionisti, avvocati che giranoper il Tribunale di Milano con la rivista sotto ilbraccio, ci sono giovanissimi (12-14 anni!) e per-fino due monache di clausura: Ricevo regolar-mente la richiesta di una madre superiora, lunicaa poter autorizzare una spesa per conto di chi hafatto voto di povert, spiega Crocetti.E c anchequalche carcerato: Mi scrivono di esseremomentaneamente limitati nella loro libert dimovimento e mi chiedono di inviare le copie a unindirizzo, che poi ho scoperto essere quello delcarcere di Rebibbia.Poesia, che da un paio dan-ni stampata a colori (ma stata una scelta obbli-gata, dopo che al tipografo si era rotta lunica

    Tra coloro che hanno evitatolannegamento cAlda Merini,che Crocetti riscopr dopo anni dioblio, pubblicando unantologiacurata da Giovanni Raboni.macchina che stampava in bianco e nero), piace.Epiace anche perch Crocetti d un volto ai poeti.O forse piace nonostante questo. vero, a voltele foto dei poeti sono una piccola galleria dimostri. Una volta il distributore mi chiama e midice: Crocetti, perch ogni tanto non mette incopertina una bella signorina?. Ma in un mondoin cui le edicole grondano di immagini conmodelle e veline, la mia una scelta ostinatamen-te in controtendenza. Faccio vedere le facce deipoeti. Che piaccia o no. Per avere alcune dellefoto che ha pubblicato,Crocetti ha dovuto penarenon poco. Molte sono state generosamente offer-te da Giovanni Giovanetti, fotografo di Pavia,chenellarchivio della sua agenzia Effigie conservacirca centoquindicimila scatti. Poi ci sono quelle

    inedite, come i celebri scatti rubati che immor-talano Giuseppe Ungaretti mentre viene imboc-cato dalla sua ultima compagna, Nella Mirone.Vidi i provini di quelle foto, le ultime scattate alpoeta (che mor pochi giorni dopo), nellarchiviodella fotografa milanese Paola Mattioli. Mi disseche non aveva mai stampato quelle foto e che nonle avrebbe mai pubblicate senza il permesso diNella Mirone. Rintracciai lultima compagna diUngaretti, che ai tempi della loro storia damoreera molto pi giovane di lui, e che dopo la mortedel poeta si era ritirata in Sicilia. Non si ricordavanemmeno di quelle foto,ma rispose che non vole- va fossero pubblicate, erano troppo private.Tornaiallattacco qualche tempo dopo.Ma s, dopotuttola sua una rivista seria, mi disse rassegnata:Faccia quello che vuole. Chiesi la foto a PaolaMattioli, che me la regal.Quella copertina unodei piccoli vanti della mia rivista perch in quel-limmagine, che fece molto arrabbiare la figlia diUngaretti, Ninon, c molta tenerezza e poesia.Poesia,s,quel vizio assurdo di Crocetti che a gen-naio compie ventanni.

    una vita / ognitanto dalla sua vita si stacca una poesia // Esprimere esprimere / cosa perdi tempo a vivere? / Sono morti senza parlare / i poeti che hanno vis

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    Non lo direbbe mai, essendo un vecchiogentleman, ma se qualcuno gli dovessechiedere: Cos la poesia?, NicolaCrocetti lunico che potrebbe permettersi dirispondere: Sono io.Sangue greco, eleganza ita-

    liana, studi americani, scelta di vita milanese, unlavoro da giornalista alGiornale , arrivato 33 annifa, con Montanelli e una passione per la lettera-tura, Nicola Crocetti uno dei pochi che, nella vita, pu dire di avere svoltato. Lo fece, imboc-cando una strada lastricata di versi, ventanni fa:gennaio 1987, il giorno in cui usc il primo nume-ro della sua rivista,Poesia. Un nome semplicissi-mo, che da allora fa rima con successo. Quandoapparve nelle edicole questo curioso mensile dicultura poetica con in copertina foto di stranicompassati signori con la faccia da intellettuali,lintellighenzia italiana lo sdegn con sorrisi disufficienza. Figurati, chi si compra una rivista dipoesia?. Il primo numero lo comprarono in die-cimila, il secondo in venti, il terzo in trentamila.Oggi, con una tiratura media di ventimila copie epicchi di cinquantamila, la rivista poetica pidiffusa e autorevole dEuropa. Da quel lontanogennaio a oggi, Crocetti ha pubblicato oltre due-mila poeti da Los Angeles allAustralia, tra i quali37 Premi Nobel, pi di venticinquemila poesie,migliaia di foto, articoli, recensioni. Erano anni

    I miei ventanni diversi

    Luigi Mascheroniil Giornale , 4 gennaio 2008

    che avevo in mente di stampare una rivista delgenere, da quando aprii la mia casa editrice, nel1981. Per volevo qualcosa che fosse lesattoopposto di tutte le riviste allora esistenti, quelleformato libro, contenuti paludati, taglio accade-

    mico e a diffusione limitata. Cos mi inventai unformato magazine, articoli comprensibili a tutti,foto per guardare in faccia i poeti prima lagente al massimo riconosceva Montale e soprat-tutto una diffusione di massa. Cio la distribu-zione in edicola. Era la condizione necessaria perfarsi leggere e per vendere.

    Crocetti riusc in entrambe le cose. Deciso aparlare agli amanti della poesia e non solo aglispecialisti, questo riservato editore, educato findalla nascita a Patrasso, nel 1940 al piaceredellarte e della bellezza,non ha mai sottovalutatoil potere del linguaggio (post)moderno. Alla finedegli anni Ottanta commission uno spot pubbli-citario della rivista da trasmettere sulle retiFininvest. Triplic le vendite. Lo slogan una voce fuori campo su due ragazzi che leggevanosilenziosi era: Forse manca qualcosa nellanostra vita.Poesia, ogni mese in edicola. Ognimese in edicola, da ventanni, Crocetti porta qual-cosa che manca alla nostra vita.Riceve migliaia dilibri, inediti, plaquette, dattiloscritti da sconosciu-ti di mezza Italia e mail,buste,versi inediti e opere

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    perch non posso vivere... / o se potessi vivere / cosa mimporterebbe di parlare? (Piero Jahier,Arte poetica ) | Appena se ne va lurtima stella / e diventa pi pallida la luna

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    stampate da amici poeti di mezzo mondo. Poilegge,scarta,taglia,sceglie e impagina.Ha pubbli-cato tutti i grandi del suo secolo, spessissimo perla prima volta in traduzione in Italia, dando allarivista ecco unaltra mossa vincente un taglioelegantemente internazionale (Se dovessi pub-blicare solo grandi poeti italiani, dopo tre numeriavrei gi chiuso). Ci ha regalato i versi pi bellidella poesia, da Saffo a Joseph Brodsky, e ci hafatto conoscere giganti come Czeslaw Milosz, Yiannis Ritsos, il suo amico Derek Walcott, lallo-ra carneade Adam Zagajewski oggi punta di dia-mante dellAdelphi e candidato al Nobel... In ventanni mi sono tolto la soddisfazione di pub-blicare chiunque volessi. I poeti che ritengo pigrandi? Saint-John Perse,William B.Yeats,Derek

    Walcott e Charles Wright. La poesia, si sa, nonpaga. E anchePoesia, come si pu immaginare,non naviga nelloro. figlia e frutto prima di tuttodi un sacrificio, e poi di una passione assoluta.Crocetti, da questo punto di vista, non ha maifatto nulla per denaro. Ed per questo che molto pi difficile dirgli grazie. Da parte sua,Milano tenter di farlo tra una decina di giorni, lasera del 14 gennaio, a Palazzo Reale, con unagrande festa ospiti donore il premio NobelSeamus Heaney, e poi Yves Bonnefoy, Tony Harrison e Titos Patrikios per i Ventanni diPoesia. La rivista di Crocetti, per loccasione,uscir con un numero speciale fatto di cinquecen-to poesie di tutti i tempi e di tutte le letterature atema. Naturalmente, la poesia.

    Crocetti ci ha fatto conosceregiganti comeCzeslaw Milosz,Yiannis Ritsos, Derek Walcott,Adam Zagajewski

    A sinistra, Yannis Ritsos; sotto, Czeslaw Milosz

    c un Merlo che me becca una per una / tutte le rose de la finestrella: / sagguatta fra li rami de la pianta, / sgrulla la guazza, sarinfresca e canta. // Lantra m

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    Un numero speciale in edicola e una festa,luned sera a Palazzo Reale. Cos NicolaCrocetti ha deciso di festeggiare ven-tanni della suaPoesia, il mensile internazionaledi cultura poetica pi letto e autorevole in

    Europa, che fond nel gennaio del 1988. A testi-moniare il successo della sua rivista, le cifre: 223i numeri andati in edicola, venticinquemila lepoesie pubblicate, duemila i poeti che hannoscritto (tra i quali 37 Premi Nobel), ventimilacopie vendute ogni mese con punte di cinquan-tamila. Una rivista nata e cresciuta a Milanodove Crocetti, nato a Patrasso nel 1940, abita elavora da anni. E negli anni aPoesiahanno lavo-rato e collaborato poeti come Giovanni Raboni,Patrizia Valduga, Milo De Angelis, GiancarloPontiggia e pubblicato i loro versi, spesso nellaprima traduzione italiana, giganti come Czeslaw Milosz, Yiannis Ritsos, Derek Walcott e AdamZagajewski, oggi punta di diamante dellAdelphie candidato al Nobel. Abbiamo incontratoNicola Crocetti nella redazione milanese doveogni giorno trasforma linchiostro inPoesia.Iniziamo dalla fine: la grande festa di luned sera.La volevo davvero regale. Cos Vittorio Sgarbici ha gentilmente concesso Palazzo Reale.Abbiamo messo insieme, come si dice, un castdeccezione: il premio Nobel Seamus Heaney e

    Da ventanni sbattei poeti in prima pagina

    Gian Paolo Serinola Repubblica , 10 gennaio 2008

    tre fra i maggiori poeti europei: il francese YvesBonnefoy, linglese Tony Harrison e il greco Titos Patrikios. Moni Ovadia legger in italianole loro poesie. Massimo Cacciari ci testimonierla sua stima. Officer Nicola Gardini, dellUni-

    versit di Oxford. E lingresso, dalle 21, apertoa tutti. Nelloccasione presenter il numero digennaio. Un numero speciale che raccoglie cin-quecento poesie sulla poesia: da Omero aGoethe, da Rimbaud a Montale, da Cardarelli aPessoa. Mentre nel numero in edicola a febbra-io ci saranno i versi inediti di un grande poetaitaliano. Valerio Magrelli. Ma anche un impor-tante poeta tedesco, Robert Gernhardt, pratica-mente sconosciuto in Italia. Scommettere anchesugli sconosciuti sempre stato il punto di forzadella rivista: anchePoesia nata come una scom-messa. Lidea mi venne negli anni Settanta,durante i miei studi universitari negli Stati Uniti.Mi accostai alla grande tradizione anglosassonenei campi della divulgazione scientifica e lettera-ria. Allora, ma purtroppo in buona parte ancoroggi, in Italia prevaleva un linguaggio iniziaticoe accademico.Poesia ha cercato di rompere conquesta tradizione, di far leggere la poesia a chi laama senza farlo sentire inferiore. Da l lideadella rivista. Poco dopo aver fondato la mia pic-cola casa editrice di poesia, nel 1980,cominciai a

    co lidea de vedello da vicino, / e er Merlo, furbo, che cap el latino / spalanc lale e se nann sur tetto. / Scemo! je dissi Nun tacchiappo mica...

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    poesia italiana sia la divisione in conventicole,cricche, fazioni, luna contro laltra armata. Forseesagero, ma credo sia raro imbattersi in poeti chein privato esprimano stima e solidariet nei con-fronti di altri poeti che non siano loro amici, oche non possano pi nuocere, cio siano morti.Alla base di tutto credo ci sia il fatto che la poe-sia la forma darte meno sponsorizzata. Unapersona che dedica tutta la vita alla poesia puaspettarsi ben poco in cambio: un libro da uneditore serio, qualche recensione, un premietto.E deve penare molto. Perci uno si cerca unpadrino: un poeta affermato, una rivista, unamico compiacente. La poesia avrebbe bisognodi mecenati. Uno c, lindustriale Aragno:mentre altri comprano squadre di calcio, lui hafondato una casa editrice. Ma altri forse devonoancora nascere.

    pensare a una rivista a grande tiratura. Ero con- vinto che il pubblico ci fosse. Le persone chescrivono versi sono legioni smisurate. Io mi dissi:chi vuole leggere poesia dove se la procura, se ilibri dei maggiori editori italiani escono in due-mila copie e sono distribuiti in poche centinaiadi librerie? E se poi sui media nessuno ne parlase non occasionalmente e casualmente? Neglianni Ottanta cerano in Italia trecentottanta rivi-ste letterarie, ma avevano tirature di poche cen-

    tinaia di copie e distribuzioni limitate. Io scelsidi fare un mensile e di distribuirlo in edicola.Un ruolo fondamentale lhanno giocato anche lecopertine:Poesiaha sbattuto in faccia agli italia-ni i volti dei maggiori poeti. Non solo dei mag-giori, ma anche di illustri sconosciuti. Di questosono grato al fotografo Giovanni Giovanetti, cheha uno dei maggiori archivi mondiali di fotogra-fie di scrittori e poeti. Da ventanni mi regalatutti gli scatti di cui ho bisogno. E i poeti nonsono abituati a questa esposizione. Ne ricordouno per tutti, il polacco Adam Zagajewski. Inunedicola di Napoli vide espostaPoesiacon la suafoto in copertina. Mi telefon e mi disse: Mi sonosentito come luomo dellanno sulla copertina diTime . Lo scrittore e critico Anceschi negli anniOttanta scriveva che la poesia a Milano vivevanei salotti da plaquette, nel trionfare di unamediocre burocrazia editoriale con i suoi riti. cambiato qualcosa? Anceschi era molto severo,ma altrettanto competente. La situazione dellapoesia richiederebbe un trattato. Semplificando,credo di poter dire che il problema maggiore della

    Adam Zagajewskivideesposta in unedicola diNapoliPoesia con la suafoto in copertina. Mi telefone mi disse: Mi sono sentitocome luomo dellannosullacopertina diTime

    de mollica. // Nun rispose er Merlo che nun ciabbia / fiducia in te, ch invece me ne fido: / lo so che nun minfili in uno spido, / lo so che nun me

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    Sempre per la serie editoria di ricerca. La siintenda anche nel senso del marketing: dovericerca, di mercato, vorr dire immaginarsi,lungimiranti,lo spazio lasciato libero dallaltrui ceci-t. Lo dice Nicola Crocetti nelleditoriale del nume-

    ro 223 del mensilePoesia, che festeggia i suoi ven-tanni: Cera una lacuna grande come una cattedralenel traffico della carta stampata, / offrire la buonaPoesia da leggere / allangolo della strada,alla stazio-ne del treno,a qualunque chiosco con esposizione diquotidiani e periodici.Era appunto il 1988 quando,sotto lala di Giovanni Raboni e con la pepata cura-tela di Patrizia Valduga,esplodeva il pi sorprenden-te dei fenomeni editoriali: un mensile tutto di poesiache raggiunge quasi tutte le edicole italiane (la tira-tura media sulle ventimila copie ma con certinumeri si sono sfiorate le cinquantamila; in totale sene sono vendute pi di 2 milioni). Pi di duemila

    poeti, ha pubblicatoPoesia, e circa venticinquemilapoesie in 36 lingue (proprio la proiezione internazio-nale, assicurata da una rete di entusiasti corrispon-denti, sempre stata il suo punto di forza, rispettoalle nostrane camarille e fiere della vanit). Larteficedi tutto ci,Nicola Crocetti,porta con s oltre a unamore e a un fiuto, si capisce, fuori del comune

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    Ventanni diPoesia

    da leggere per strada

    Andrea CortellessaLa Stampa , 14 gennaio 2008

    solo una doppia eredit: la nascita in Grecia, culladel pensiero e della parola dOccidente, e la giovi-nezza in una Milano molto diversa dallattuale,quella segnata da Vittorio Sereni poeta e di poetifunzionario. Proprio a Milano,al Palazzo Reale di

    piazza del Duomo, oggi alle 21 si festeggianoCrocetti e la sua creatura con una serata condottada Nicola Gardini: Seamus Heaney, YvesBonnefoy, Tony Harrison e Titos Patrikios legge-ranno i propri versi,Moni Ovadia le versioni italia-ne, Massimo Cacciari porter il suo saluto. Intanto un regalo bellissimo il numero speciale della rivi-sta: duecento pagine che antologizzano poesie sullapoesia,da Omero sino ad Antonio Pellegrino (clas-se 1979).Ne scelgo tre: diceva Paul Valry che poe-sia pensiero singolarmente compiuto; per AldoPalazzeschi una realt / al di sopra della realt;mentre secondo un poeta di oggi,Valerio Magrelli,

    la scrittura non specchio, piuttosto / il vetrozigrinato delle docce. / Perci che importa / vederedietro la filigrana, / se io sono il falsario / e solo lafiligrana il mio lavoro. Un altro modo per dire lagrande verit detta una volta da Pessoa: Il poeta un fingitore. / Finge cos totalmente / da fingereche dolore / il dolore che davvero sente.

    Poesia ha pubblicato pi diduemila poetie circa venticinquemila poesie in36 lingue.

    ma sei poeta, e la paura mia / che me schiaffi in una poesia. // un pezzo che ce scocci co li trilli! / Per te, lucelli, fanno solo questo: / chiucchi, cicc

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    portare in edicola e vendere, ogni mese, unamedia di ventimila copie il che fa diPoesia larivista di settore pi venduta e letta al mondo.Pidi dieci milioni di italiani scrivono poesie.Leditoria di poesia, nelle sue principali collane,

    cio Lo Specchio di Mondadori e la Bianca diEinaudi, ferma al palo, con vendite che metto-no a continuo repentaglio lesistenza stessa delledue collane. La poesia internazionale contempo-ranea praticamente non tradotta in Italia e,spesso,di conseguenza, non studiata dai poeti ita-liani. La poesia italiana considerata marginale

    un onore e una felicit, per una rivistacomeCarmilla, celebrare i ventanni di vitadi unaltra rivista, cartacea, che indefessa-mente ha affrontato e vinto, grazie alla pervicaciadel suo editore e direttore, una sfida pressoch

    impossibile da condursi nel nostro Paese. Parliamodei ventanni di vita diPoesia, magazineinteramen-te dedicato al mondo dei versi, impresa eroica e riu-scita il cui merito ascrivibile nella quasi totalit aNicola Crocetti.Questa sera a Milano, nella presti-giosa sede di Palazzo Reale,Poesiasi autocelebra e viene celebrata da importantissime personalit

    20 annidiPoesia

    Giuseppe Gennacarmillaonline.it , 14 gennaio 2008

    La poesia internazionale contemporanea praticamentenon tradottainItalia e, spesso, di conseguenza,non studiatadai poeti italiani.

    della poesia mondiale: il Nobel Seamus Heaney, ilquasi Nobel Yves Bonnefoy,Tony Harrison e TitosPatrikios. Sar Moni Ovadia a leggere versi dalnumero speciale della rivista (dalle ore 21, postifino a esaurimento).

    Vorrei descrivere limportanza di questa sca-lata editoriale allEverest dellignoranza naziona-le, fregiandomi di avere fatto parte, negli annidella mia formazione, di uno dei molti staff cheCrocetti ha radunato intorno a s per riuscire a

    nella sua produzione anche per questo motivo.Gli italiani, che gi stentano a leggere narrativa esaggistica, sembrano non avere voglia di leggerepoesia. Con clamorose contraddizioni, per. Apartire dal fatto che, nellindicizzazione diGoogle, la seconda parola pi ricercata dopo sex poetry (poesia). Oppure considerando le ven-dite di uniniziativa editoriale di qualche anno fa:i Miti Poesiadi Mondadori vendettero fino a unmilione di copie per titolo. Tuttavia leccezione

    de facce fa la parte dimbecilli / senza cap nemmanco una parola / de quello che ce sorte de la gola? // Nove vorte su dieci er cinguettio / che te consol

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    pi clamorosa, nel desolante panorama delledito-ria poetica nostrana, proprio costituita dallarivistaPoesia, dalla sua persistenza nel giungere auna distribuzione costante in edicola (il che,garantisco da addetto ai lavori, unimpresa pra-ticamente impossibile per un simile mensile) edallo specifico carattere che il magazine diCrocetti ha assunto, dopo due direzioni affidate apoeti, cio Patrizia Valduga e Maurizio Cucchi,dallilluminata guida dello stesso Nicola Crocetti.Che non a caso la persona che ha letto il mag-gior numero di versi, del passato e del presente,che io abbia mai conosciuto. nellimpostazione

    della stessa rivista il segreto del successo diPoesia. Crocetti ha elaborato uno strumento che hapermesso un accesso massivo alla poesia contempo-ranea e a quella antica,praticamente di ogni lingua,evitando (mi si passi il grezzi-smo) le seghe mentalie gli inu-tili contorcimenti teorici chenascondono il nulla a cui la criti-ca abituata. Il secondo passo stato sostituire il primato criticocon quello testuale:Poesiatraboc-ca di versi,tradotti o italiani,e chilegge la rivista pu farsi unideadel poeta autore di quei versi econfrontarsi direttamente conquello che deve essere la poesia cio il testo poetico stesso,non il

    In un numero, accanto a Zanzotto e Fried, stan-no giovani esordienti, o poeti ignorati da tempo.Quinto motivo del successo di questa rivista:mentre il catalogo delleditoria espelle ed eliminatitoli e autori, in una sorta di progressiva e sem-pre pi veloce disgregazione della memoria cul-turale di una nazione, che potremmo paragonarea un lento incendio della biblioteca di Alessan-dria,Poesiarecupera e quindi permette larchiviodi poeti, perfino contemporanei,che sono fonda-mentali nella storia del Novecento e della nostracontemporaneit: penso, per esempio, allintro- vabile Ashbery, a Jamme, a Ritsos, a Jabs, per

    fare nomi diversi dalle loro poetiche espuntidai cataloghi e scomparsi dai remainders o addi-rittura mai tradotti, questi poeti stanno nellim-menso archivio allestito daPoesia. Sesta e fonda-

    mentale causa della diffusionedella rivista: linvenzione, daparte di Crocetti, della storicarubrica (poi copiatissima) incui si pubblicano e commenta-no i versi dei lettori.

    La ragione fondamentaledella vita felice di questa rivi-sta, per, va identificata con ilsuo inventore, realizzatore,gestore ed editore: cio NicolaCrocetti. SePoesia, negli anniNovanta, giunta a vendere

    Crocetti la persona che ha letto ilmaggior numero di versi, delpassatoe delpresente, che io abbia mai conosciuto (Genna)

    discorso sullopera. Terzo passo che giustificaquesto incredibile successo editoriale lumiltstessa della rivista, il fatto che si proponga senzasaccenza, senza pretendere di raggiungere apiciche soltanto unaccademia morta replica ormaicon funereo automatismo, mentre alle persone eagli amanti della poesia serve la speranza di cuiproprio la poesia capace,serve il messaggio chela poesia conduce come un filo porta elettricit cio la luce di un futuro, il superamento deltempo e il tocco intimo degli universali, dellim-maginario. Quarta ragione dellimporsi diPoesia: crollano le gerarchie, i blocchi anagrafici.

    sessantamila copie (a vendere, non a distribuire),ci dovuto al fatto che a farla non sono poeti,ma un uomo che ha avuto unidea, prossima aicaratteri evidenti dellutopia, e lha realizzata apartire dalla sua professione di base, grazie allaquale ha finanziato lesistenza della rivista. NicolaCrocetti, infatti, fa il giornalista per met della suagiornata e leditore, il direttore, il compositore, lim-paginatore e il correttore diPoesia nellaltra met.Iddio ne preservi la salute,perch si tratta di una vitastressantissima,a cui va ad aggiungersi il privato,chespesso Crocetti ha sacrificato in nome dellimpresaeditoriale. Certo,Poesianon si fa da sola, non la fa

    nun pe gnente er canto de lamore / o linno ar sole o la preghiera a Dio: / ma solamente la soddisfazzione / dav fatto una bona diggestione. (TrilussaLa poesia ) | I poeti /

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    loro che lidea della militanza culturale se la sonomangiata, digerita e defecata. Ci conduce a unfenomeno paradossale: i poeti italiani contempo-ranei non amanoPoesia: la considerano pocorigorosa, pensano che non sia una rivista di ele- vata qualit, se ne stanno insomma arroccati inpubblicazioni sclerotizzate che raggiungono, se va bene, cinquecento lettori, essendo costoropreparati ad affrontare le stolide arzigogolaturedi una critica che davvero incapace, ormai, diintercettare lautentico a cui la poesia apre. Cisar un motivo se il massimo critico poetico vivente, che Pier Vincenzo Mengaldo, ha deci-

    so da anni ormai di non scrivere pi su alcun

    soltanto Crocetti: se devo ricordare i nomi deigiovani che sono passati e si sono formati nellaredazione della rivista, viene fuori una generazio-ne di scrittori e critici, che col tempo hannomaturato le proprie strade, spesso finendo nellaprosa, con una competenza poetica abnorme,come nel caso di Aldo Nove o di Nicola Gardini,per citare due nomi. In Italia, senza questa costan-te operazione di raccolta di collaborazioni, di resi-stenza nella solitudine in cui Crocetti stato lascia-to da qualunque istituzione o sponsor possibili (una vergogna tutta italiana), noi non avremmo lettotesti dei nuovi poeti inglesi, francesi, tedeschi,

    greci, spagnoli, russi, cinesi, canadesi, americani,

    Unafondamentalecausa della diffusione della rivista linvenzione,da parte di Crocetti, dellastorica rubrica(poi copiatissima) in cui

    si pubblicano e commentano iversi dei lettori.giapponesi e via dicendo. Noi non avremmo avutopanoramiche memorabili sulla poesia antica, fir-mate da gente come Ezio Savino e Luca Canali.Noi non avremmo ricordato adeguatamente i versidi Gottfried Benn e Samuel Beckett, di DiegoValeri e Hart Crane, di Antonio Machado e Tomas Transtrmer ci sarebbe sfuggito il No- vecento. Senza parlare degli esordi permessi daCrocetti non c praticamente poeta italiano chenon sia passato sulle pagine del mensile poetico: igiovani poeti delle ultime due generazioni hannoavuto pubblicazione e visibilit (mai pi ottenuta alivello cos massivo) grazie allopera dellinfaticabi-le Crocetti. Accanto alla rivista c la casa editricedi Crocetti e basterebbero i libri desordio di

    Antonella Anedda e Maria Grazia Calandrone agiustificare lelogio incondizionato per quantocompiuto nella redazione immersa nel labirintobrumoso della periferia Nord di Milano. La for-mula semplice, ma davvero impossibile da por-tare a realizzazione in Italia.Poesia segnala cheesiste fame di versi e di autorialit, che i poeti eleditoria non sanno come soddisfare o, meglio,non riescono pi a soddisfare. Questa ventennalemilitanza culturale di Crocetti agli antipodi del-lidea che i poeti contemporanei si sono fatti dellapropria arte (ammesso che la facciano, larte),

    poeta contemporaneo italiano. Le malelinguesubiscono un netto taglio per la presenza di mae-stri come Heaney e Bonnefoy, che interverrannoalla celebrazione diPoesia, dichiarandosi pubbli-camente onorati di fare parte del comitato diredazione della rivista, che si rende cos chiaronon essere unaccozzaglia inerte di nomi. Se si vada scrittori a incontrare scrittori in pubblicidibattiti allestero,ci si accorge di comePoesiasia vista e ammirata dalle intellighenzie extra nazio-nali. Tiri la conclusione pi opportuna la nostrasupposta lite poetica, con tanti ringraziamentida un ex redattore e un continuo lettore diPoesia.

    Nicola Crocetti non un uomo facile. ira-

    condo, giustamente indignato. Ha il vantaggio dinon essere narcisista, lo svantaggio di non tolle-rare il narcisismo altrui. Ha tutti i pregi degliuomini il cui sangue lutopia. Ha unesperienzadi vita che bisogna sognarsela, dalla dittatura deiColonnelli in Grecia a memorabili soggiorni sta-tunitensi. Lavorare con lui non facile. Anche io,dopo anni, ho scazzato, come altri, con ledito-re di Poesia. Non perdendo mai, tuttavia, lacoscienza del debito che devo a questuomo, che comunque stato come un padre e un educatoreper me.

    sono come le api: // altri mangiano ci che loro fanno. (Humberto Akabal,I poeti ) | La poesia, semplice e chiara / come la luce del sole / in un colore / davanti ai tuoi o

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    La poesia sarebbe, per definirla nellotticadelleditore attento alle vendite, ai ricavi,niente di pi di quel qualcosa di cui una

    casa editrice per bene non pu fare a meno ma che,in libreria, proprio non tira. un preconcettobottegaio che, purtroppo, ci azzecca quasi sem-pre.Almeno in un caso,per, subisce una grandio-sa smentita: quella contabilizzata in maniera ine-quivocabile dalle tirature del mensilePoesia, gloriadella casa editrice Crocetti.

    La rivista proprio questo mese compie ventanni epu guardarsi alle spalle, rimirarsi allo specchionon solo della qualit ma anche dei numeri: tiratu-re che in passato oscillavano tra le trentacinquemi-la e le cinquantamila e che si sono attestate negliultimi anni sulle ventimila. Numeri incredibili che

    ne fanno il periodico poetico pi diffuso dItalia edEuropa. E la chiave del suo successo stata, sindallinizio, proprio quella dellinternazionalizzazio-ne, fare della poesia un fatto globale senza confini,fare del testo originale a fronte una vera e propriabandiera.Cos nella sua lunga storia di 223 nume-ri sono transitati per le sue pagine pi di duemilapoeti, venticinquemila poesie scritte in trentaseilingue. Abbastanza per far abbonare, sin dal primonumero, le maggiori universit americane ed europee

    e per far in modo che nel comitato editoriale, checoordina il lavoro delle tre redazioni (la principa-le quella milanese, le due secondarie si trovanoalla Columbia University di New York e aOxford), ci siano ben cinque Premi Nobel tra cui Joseph Brodsky, Derek Walcott, Seamus Heaney

    Quando leditoresa far (bene) i conti

    Matteo Sacchiil Giornale , 15 gennaio 2008

    Il periodico poeticopi diffusodItalia e dEuropa. Abbastanza per far abbona-re, sin dal primo numero, lemaggiori universitamericane ed europee e perfar in modo che nel comitato editoriale [...] ci siano bencinque Premi Nobel.

    in un colore / come la luce del sole / finch non la chiudi. // Proprio come una goccia / che apre i raggi bianchi. (Hannes Ptursson,Universi ) | Scrivendo / mette in moto leternit //

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    di cui a volte ci si dimentica, soprattutto nellambitodella critica,da sempre ombelico centrica. Crocettidal 1988 ha distribuito la rivista anche nelle edicole,e sono ben trentottomila che punteggiano la nostrapenisola,scommettendo sul fatto che parte di quei 2o 3 milioni di italiani che scrivono versi prima o poiqualche copia se la sarebbe comprata.Nessun patron

    Crocettio un matto fortunato oha lintuito delgenio editoriale

    Fanno parte dal comitato editorialeanche poeti di fama come YvesBonnefoy oTony Harrison.

    e poeti di fama come Yves Bonnefoy o Tony Harrison.

    Ma se questa la forza culturale diPoesia, quelgene nobile che lha proiettata di prepotenza nellebiblioteche dove circola la letteratura alta, o alme-no quella che si crede tale, la scommessa pi bella delsuo direttore-editore Nicola Crocetti stata unaltra,

    letterario anche dotato di mezzi editoriali ben piimponenti aveva mai tentato un azzardo simile,costoso e imprevedibile. Il tutto senza mai ricevereaiuti statali e con pochissima pubblicit. Abbastanzaper far parlare a ventanni di distanza di pionieri-smo culturale: modo da terza pagina di dire:Crocetti o un matto fortunato o ha lintuito del

    genio editoriale.

    A prescindere da quale parte del binomio definitoriosia quella esatta (il trascorrere del tempo farebbeoptare per la seconda) non stupisce che,con una sto-ria cos, un bel pezzo di mondo letterario, tra cui lostesso Nobel per la letteratura Seamus Heaney,siano venuti ieri sera alla sala delle Cariatidi del PalazzoReale di Milano per festeggiare la rivista e il suonumero speciale di gennaio, dedicato ai vent'anni.Con buona pace di chi pensa che il verso sia sempre

    in perdita.

    e invita la morte / a mangiare versi. (Anise Koltz,Il poeta ) | Poesia, macchina crudele / Voce senza voce, albero / Senzombra: gigantesco / Coleottero, poesia scorpio

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    La scommessa di quelle dafar tremare i polsi nelpanorama editoriale ita-liano: vendere un mensile di poe-sia. Ad avere la vittoria in mano la casa editrice Crocetti che con ilsuo mensilePoesiaregge alla provadel mercato, tenendo costante labarra della qualit, da ben ven-tanni. Una linea di successo chenon mai venuto meno in questidue decenni. Fondato nel 1988come estensione del lavoro dellaCrocetti Editore, il mensilePoesia il primo periodico di poesia nellastoria dItalia a diffusione nazio-nale, distribuito nelle edicole, chein Italia sono trentottomila. Fu unatto di pionierismo culturale senzaprecedenti: nessun editore, neppu-re grande, fino ad allora aveva maiosato pensare che una rivista dedi-cata esclusivamente alla poesiaavrebbe potuto avere successo, siapure in un Paese dove le personeche scrivono versi sono stimate in2-3 milioni, tanto pi vista lasso-luta mancanza di qualsiasi tipo di finanziamento o di sponsorizzazione. Quanto alla tiratura, ormaicostante, a quota ventimila copie. Per festeggiare il compleanno il numero 223 propone cinquecentopoesie sulla poesia. Si parte con Omero ed Esiodo e si conclude con Oliver Scharpf e AntonioPellegrino.Del comitato di redazione diPoesiafanno parte Premi Nobel per la Letteratura, oltre a poetidi fama nazionale e internazionale, tra cui Joseph Brodsky, Derek Walcott, Seamus Heaney, Yves

    Bonnefoy,Tony Harrison.

    Le 20 candelinedel mensilePoesia

    Red.,ilsole24.com , 18 gennaio 2008

    corazzato di lingua // Insegnaci con parole ripulite / A sbucciare la carne proliferante delle ossa / Insegnaci con parole pungenti / A schiacciare le dita de

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    Linapparenza mi congeniale, diceNicola Crocetti, greco di nascita (aPatrasso nel 40), italiano di elezio-ne: prima traduttore, poi editore e editore soprat-tutto di poesia. Ambizione che sostiene di condivi-dere con lamatissimo Yiannis Ritsos. Farsi vedereil meno possibile, tanto pi quando sei toccato dauna timidezza patologica, mai del tutto superata,nonostante poi la vita ti costringa a fare ci per cuinon sei tagliato.La Crocetti Editore sta a Milanodalle parti della stazione San Leonardo, in unaperiferia fatta di giardinetti un podesolati,di qual-che casetta nascosta dalla vegetazione domestica,molti palazzi dormitorio; qualcuno di architetturateorica e di ambizioni sbagliate,contro cui leditorenon esita a scagliare i suoi anatemi. Fra le tantecarte, i tanti libri,un disordine ordinato,che mostrauna passione operosa e i molti fornelli accesi nei ventotto anni di attivit, nei ventidue della rivistaPoesia, mensile di cultura poetica (il numero 239

    appena sfornato ha in copertina una bella fotogra-fia proprio di Yiannis Ritsos di cui ricorre il cente-nario della nascita).Un catalogo ricco anche di libri

    di narrativa, ma soprattutto di poesia, antologie e

    testi singoli: Aragon, Gibran, Rilke, Machado,Anne Sexton, Derek Walcott, Yiorgos Bramos, Yves Bonnefoy, Franco Loi, Antonella Anedda,Vivian Lamarque, Alda Merini, Antonio Porta,Giorgio Manganelli, Milo De Angelis, CesareViviani, Maria Luisa Spaziani, Valeria Rossella,Mariangela Gualtieri, per non dirne che alcuni.Loccasione dellincontro la sesta edizione delFestival di poesia di Parma, che anche un pounemanazione di questa officina. Ma il discorso viaggia su molti binari.A cominciare dallattivit ditraduttore.

    Sono nato in Grecia, da madre greca, la miaprima lingua il greco. Per chi si occupa di parole,conoscere il greco offre un vantaggio inestimabile.Il greco una lingua ricca, bella, importante, chene fa scomparire molte altre,rendendole inadegua-te.Tremila anni di stratificazioni lessicali le hannodato una ricchezza straordinaria di sinonimi. Se

    pesco, a caso, nel dizionario del Vostantzoglu alla voce rimpianto trovo dai centocinquanta ai due-cento sostantivi,dai cinquanta ai sessanta verbi,dai

    cento ai centocinquanta aggettivi. Ma lo stesso26

    Con Ulisse oltreItaca 33.333 volte

    Giovanni TesioTuttolibri dellaStampa , 13 giugno 2009

    Per chi si occupa diparole, conoscere ilgrecooffre un vantaggio inestimabile

    Insegnaci con parole dal fruscio teso / A infrangere la barriera a pi voci delle anime: / Insegnaci a vivere nel vuoto mortale / Il dolore puro e senza volto,

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    accade per molte altre voci, ad esempio soddisfa-zione, ad esempio delusione e cos via.

    Inadeguato anche l'italiano? Linadeguatezza dellitaliano sta nel lessico e nel-lindisponibilit a formare parole composte, cheinvece lingue come il greco, linglese e il tedescopossono formare. La lingua greca molto ricca eplasmabile: il che, se per uno scrittore costituisceun vantaggio,per un traduttore una dannazione.Dopodich voglio subito dire che litaliano unalingua che mi sempre piaciuta molto. Il primolibro che mi ha iniziato alla poesia stato unanto-

    logia di Pascoli, che avevo avuto in dono a undicianni. Ho poi imparato a memoria centinai di poe-sie, tutti iCanti di Leopardi, iSepolcri di Foscolo,nove canti di Dante,decine e decine di sonetti e dialtre poesie.

    Lei ha tradotto tantissimo: Kavafis, Ritsos, Elitis gli autori da lei tradotti sono anche gli autori pi suoi? Direi proprio di s. Kavafis, secondo una ricercadellUniversit di Salonicco, il poeta delNovecento pi tradotto nel mondo (seguito daPessoa). Di Ritsos ricordo almenoQuarta dimen-sione , una raccolta di diciassette monologhi lirici,per lo pi dedicati a personaggi del mito o dellatragedia, in cui il poeta ribalta gli assunti del mitoe della storia. Non dimentico per di avere inizia-to con un poeta da pochi conosciuto in Italia,Nikos Kazantzakis, autore di unOdisseaassai ori-ginale, di cui a ventiquattro anni tradussi mala-mente quattrocento versi (non ero attrezzato).LOdissea di Kazantzakis, che continua quella diOmero, composta da 33.333 versi scritti in unmetro inusitato di diciassette sillabe in forma chiu-sa. Qualcuno la ritiene un polpettone indigeribile,ma per me un capolavoro assoluto, totalmentesconosciuto in Italia (ne esistono traduzioni inte-grali in inglese, tedesco, spagnolo e francese).

    Di che parla la nuovaOdisseadi Kazantzakis? Racconta di Odisseo che, dopo essere approdato aItaca e avere scoperto un complotto per ucciderlo,torna a mettersi in viaggio. Ora con FilippomariaPontani, figlio del grande Filippo Maria,stiamo pre-parando per Mondadori un Meridiano dedicato alla

    poesia greca del Novecento, dove Kazantzakis verr

    tradotto per la prima volta. Bellissima la pagina incui Odisseo immagina di addormentarsi accantoalla morte, la mano scheletrica di lei poggiata sulfianco come una cara compagna:Dorme la Morte,e sogna che esistano uomini vivi / che sinnalzinocase sulla terra e palazzi e regni, / che vi siano giar-dini fioriti, e che alla loro ombra / passegginodonne gentili e cantino le schiave. [] Sorride dinascosto la Morte,ben sapendo che un sogno.

    Altre letture formative? Nei miei ventanni stata fondamentale l Anto-logia della poesia italiana contemporaneadi GiacintoSpagnoletti. La cosa sorprendente che nel 59(ledizione che ebbi tra le mani) cera gi tutta lapoesia italiana del Novecento che conta.

    Qual la poesia che conta, a suo giudizio? Gli ultimi giganti sono stati Pascoli e DAnnunzio.

    Poi Campana e Montale.LItalia poeticamente un27

    Con Filippomaria Pontani [...] stia-mo preparando per Mondadoriun Meridiano dedicato alla poe-sia greca del Novecento, dove

    Kazantzakisverr tradotto per laprima volta. (Crocetti)

    Poesia robot ) | Con parole diverse / dire la stessa cosa, / sempre la stessa. / Sempre con le stesse parole / dire una cosa del tutto diversa / o la stessa in m

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    Paese di grande rilievo, anche in certe voci pensoad esempio ad Alfonso Gatto che lAccademia haspesso snobbato. Grandi anche Betocchi, Luzi,Sereni, Raboni.

    Lavventura editoriale come iniziata? Diciamo pure che cominciata come una ripic-ca. Il prodromo stata la Grecia dei Colonnelli,quando molti editori erano interessati ai poetigreci ridotti al silenzio: Ritsos, Anaghnostakis,Vrettakos, tradotti in tutti i Paesi dEuropa manon in Italia. Si aggiunga che nel 78, durante unmio viaggio in Grecia, vidi una fotografia di Elitis

    in compagnia di Artur Lundkvist, il potentesegretario dellAccademia di Stoccolma. Sospettaiqualcosa e proposi a Raboni, che allora dirigeva

    la poesia per Guanda, una raccolta di Elitis cheavevo tradotto, ma non se ne fece niente. Poilanno dopo Elitis vinse effettivamente il Nobel eil libro,Sole il Primo, usc a tempo di record coltesto a fronte. Di Elitis Filippo Maria Pontaniprepar anche per Mondadori unantologia chenon usc mai. A quel punto mi dissi: qui c qual-cosa di sbagliato, e decisi di entrare in lizza.

    A parte la casa editrice, stataPoesiala grande scommessa? Da ventidue anniPoesia la dorsale della casa edi-trice, smentendo qualsiasi assunto sullinvendibilitdella poesia. una rivista che vive di s, senzadonazioni, solo una piccola sponsorizzazione diIntesa San Paolo negli ultimi tre anni. Va da s che viviamo in maniera oculata. Senza montarci latesta, e con dignit.

    Come giudica la condizione attuale della poesia in Italia? Qui tutti scrivono e nessuno legge, lo sannoanche i sassi. Perch cos? Di ragioni ce n piduna ma molto si deve al fatto che da noi di poe-

    sia non parla quasi nessuno, e mai in televisione.

    La poesia esiste nellindividualit delle persone,per esprimere rabbia e buoni sentimenti, ma nes-sun poeta si prende la briga di leggere ci che scri- vono gli altri.

    Davvero crede che la soluzione possa essere la televisione? Potrebbe. Le faccio un solo esempio. SullaBBC4, allora in cui sui nostri schermi televisiviappaiono programmi come Affari tuoi o Striscia lanotizia, comincia una trasmissione intitolata A Poets Guide to Britain, sei puntate condotte dalpoeta e romanziere gallese Owen Sheers.Mezzora a puntata per visitare altrettanti luoghi

    della Gran Bretagna sulla scorta dei versi di unpoeta famoso. Mi pare una scelta intelligente ecoraggiosa.

    Lei di poesie sue ne scrive? Sono stati scritti miliardi di versi in migliaia dilingue, miliardi di poesie. Se come stato calco-lato solo nei dieci anni della RivoluzioneCulturale cinese sono stati scritti 25 milioni dipoesie, quante se ne scrivono nellintero pianeta?Miliardi. Questo ammasso di parole non le diceniente? Bisognerebbe far capire che occuparsi dipoesia non passa necessariamente attraverso lascrittura ma attraverso la conoscenza e la lettura.Ecco perch mi basta quanto hanno scritto glialtri.

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    Quitutti scrivonoe nessuno legge, lo sanno anche i sassi. Perch cos? Di ragioni ce n pi duna ma molto si deve al fatto che da noi

    poesianon parlaquasi nessuno, e mai intelevisione

    Molte cose non dirle, / o dire molto / con parole che non dicono niente. / Oppure tacere in modo eloquente. (Hans Magnus Enzensberger,Opzioni per un poeta ) ||

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