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LA VALUTAZIONE DEL DECLINO COGNITIVO NEI SENIOR WORKERS: STATO DELL’ARTE ED INDICAZIONI FUTURE Dott.ssa Maria Elide Vanutelli U.O.C. Neurologia, IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

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LA VALUTAZIONE DEL DECLINO COGNITIVO NEI SENIOR WORKERS:STATO DELL’ARTE ED INDICAZIONI FUTURE

Dott.ssa Maria Elide Vanutelli U.O.C. Neurologia, IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

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NOTE SUL CONCETTO DI INVECCHIAMENTO

INVECCHIAMENTO ATTIVO > AUTONOMIA NEL QUOTIDIANO

CRESCITA DELL’ASPETTATIVA DI VITA

AUMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE

Buona salute Partecipazione

socialeRealizzazione nel

lavoro

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• Relazione positiva tra deterioramento cognitivo e perdita delle autonomie nella vita di tutti i giorni

• Relazione negativa tra invecchiamento ed abilità cognitive

NOTE SUL CONCETTO DI INVECCHIAMENTO

PUNTI CHIARI

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1) Qual è la relazione tra invecchiamento ed efficienza sul lavoro?

NOTE SUL CONCETTO DI INVECCHIAMENTOQUESTIONI APERTE (1)

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ETA’ E PERFORMANCE SUL LAVOROQUESTIONI APERTE (1)

Poiché la performance in ambito lavorativo ha collegamenti evidenti con le abilità cognitive, è lecito aspettarsi relazioni significative tra invecchiamento e performance lavorative.

Es. GENERAL APTITUDE TEST BATTERY Batteria di test cognitivi sviluppata dal Dipartimento del Lavoro degli USA come ausilio alla selezione e formazione del personale.

Correlazioni positive tra età e punteggi ottenuti al GATB:

Meno del 50% degli over 60 sarebbe considerato qualificato per la maggior parte delle occupazioni. (Indeed, Fozard & Nuttall, 1971)

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Esempio. POSIZIONE: controllo del traffico aereoETA’ MASSIMA PENSIONABILE: 56 aaETA’ MASSIMA D’IMPIEGO: 30 aa

• Elevatissime correlazioni negative tra età e performance. Perché?

ABILITA’ RICHIESTE:• Monitorare e dirigere tutti i movimenti dei velivoli,

ciascuno dei quali ha uno spazio personale designato che cambia continuamente ATTENZIONE SELETTIVA E

DIVISARAGIONAMENTO

MdL

VELOCITA’ E FLESSIBILITA’

ETA’ E PERFORMANCE SUL LAVOROQUESTIONI APERTE (1)

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Tuttavia, nonostante singoli casi isolati…

… in letteratura NON emerge una chiara correlazione negativa tra età e performance lavorativa

META-ANALISI (Hunter & Schmidt, 1998; Sturman, 2003)

Perché?

Salthouse, T. (2012). Consequences of Age-Related Cognitive Declines. Annu. Rev. Psychol, 63: 201-226.

ETA’ E PERFORMANCE SUL LAVOROQUESTIONI APERTE (1)

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A. Una possibile spiegazione della discrepanza tra una ragionevole aspettativa di una relazione tra età e performance sul lavoro può essere ricondotta alla distinzione tra funzionamento tipico e massimo (Cronbach, 1949). Tale distinzione è basata sull’idea che ciò che facciamo nella vita di tutti i giorni, che rappresenta ciò che viene OSSERVATO, riflette il nostro funzionamento TIPICO, mentre i test neuropsicologici, che servono per PREDIRE, misurano il nostro livello di funzionamento MASSIMO.

I deficit non vengono rilevati perché le persone non hanno bisogno di funzionare al livello nel quale i deficit si potrebbero manifestare.

ETA’ E PERFORMANCE SUL LAVOROQUESTIONI APERTE (1)

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B. Un’altra possibile spiegazione consiste nella capacità dei test di misurare capacità come agilità o flessibilità cognitiva, ma di non avere riscontro nella vita quotidiana: ciò che facciamo nella vita di tutti i giorni, così come al lavoro, non è molto diverso da ciò che abbiamo sempre fatto in passato.

- SCARSA ECOLOGICITA’- VANTAGGIO DELL’ESPERIENZA ACCUMULATA

ETA’ E PERFORMANCE SUL LAVOROQUESTIONI APERTE (1)

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C. Le capacità cognitive («HARD SKILLS) non sono l’unico fattore determinante per una performance lavorativa di successo.

Quali altri fattori?- Personalità- Impegno- Motivazione

«SOFT SKILLS»

ETA’ E PERFORMANCE SUL LAVOROQUESTIONI APERTE (1)

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D. Presenza di accorgimenti compensativi: es. evitamento di esposizionei a situazioni che solleverebbero la presenza di deficits.(Tassisti: No guida nelle ore di punta, in percorsi non

noti…)

Oppure riduzione degli ambiti in cui si possiede un alto livello di competenza, con atteggiamenti di tipo delegatorio.

(«selective optimization», Baltes & Baltes, 1990)

ETA’ E PERFORMANCE SUL LAVOROQUESTIONI APERTE (1)

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ASSESSMENTQUESTIONI APERTE (2): CHE TIPO?

2) Che tipo di valutazione cognitiva in ambito organizzativo?

In un contesto occupazionale non è solo necessario valutare la presenza o meno di deterioramento cognitivo PER SE, ma di verificare quale dominio cognitivo è interessato

IN RELAZIONE ALLE ABILITA’ E CONOSCENZE RICHIESTE DAL RUOLO OCCUPATO DALLA PERSONA.Importante tenere a mente l’ottica

di produttività dell’azienda!

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2 grandi categorie di test cognitivi:

• COMPONENTE FLUIDA: valutazione delle capacità di ragionamento, delle abilità mnesiche e della velocità.Questo genere di competenze ha picchi di sviluppo molto precoci e al contempo un precoce declino. (Età-picco per i matematici = 26.5)

ASSESSMENTQUESTIONI APERTE (2): CHE TIPO?

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2 grandi categorie di test cognitivi:

• COMPONENTE FLUIDA: valutazione delle capacità di ragionamento, delle abilità mnesiche e della velocità.Questo genere di competenze ha picchi di sviluppo molto precoci e al contempo un precoce declino. (Età-picco per i matematici = 26.5)

• COMPONENTE CRISTALLIZZATA: valutazione di conoscenze acquisite nel passato.Più resistenti all’invecchiamento (età-picco per gli storici = 38.5)

ASSESSMENTQUESTIONI APERTE (2): CHE TIPO?

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Bisogna ragionare per FAMIGLIE PROFESSIONALI ed individuare competenze specifiche.

> ECOLOGICITA’

ASSESSMENTQUESTIONI APERTE (2): CHE TIPO?

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3) Quando effettuare la valutazione?

Hp 1: valutazione preliminare all’atto dell’assunzione

Hp 2: organizzazione di visite periodiche

Hp 3: attuazione di campagne di screening e prevenzione

Hp 4: periodicamente al raggiungimento di un’età prestabilita (es. 50aa)

ASSESSMENTQUESTIONI APERTE (3): QUANDO?

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4) Chi dovrebbe essere autorizzato ad effettuare la valutazione?

PSICOLOGO esperto in NEUROPSICOLOGIAArticolo 19: «Lo psicologo che presta la sua opera professionale in contesti di selezione e valutazione è tenuto a rispettare esclusivamente i criteri della specifica competenza, qualificazione o preparazione, e non avvalla decisioni contrarie a tali principi».

Articolo 21: «Lo psicologo (…) è tenuto a non insegnare l’uso di strumenti conoscitivi e diintervento riservati alla professione di psicologo a soggetti estranei alla professione stessa (…)».

ASSESSMENTQUESTIONI APERTE (4): CHI?

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5) È etico farlo?

• SVILUPPO• MANTENIMENTO• RISELEZIONE INTERNA

Problemi di emarginazione

ASSESSMENTQUESTIONI APERTE (5): E’ ETICO?

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CONCLUSIONI

• Le abilità cognitive sono importanti nella vita di tutti i giorni, lavoro compreso, e peggiorano con l’età.

• Esistono relazioni negative tra età e capacità cognitive MA

• Per quanto riguarda l’ambito lavorativo queste relazioni sembrano ancora deboli per questioni metodologiche.

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CONCLUSIONI

Scelta di test specifici per famiglie professionali

Scelta di strumenti affini per valutare l’efficienza sul lavoro, anche dal punto di vista QUALITATIVO

Scelta dell’età-limite da cui iniziare con gli screening periodici

Ruolo del neuropsicologo

Punto di vista etico in merito all’eventuale riqualificazione del personale.

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Grazie per l’attenzione