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LA VOCE DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA BRESCIA SETTEMBRE OTTOBRE 2010 5 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 48) art. 1, comma 2, DCB Brescia

La Voce della Compagnia di Brescia n. 5/2010

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Periodico di informazione religiosa

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LA VOCEDELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA • BRESCIA

SETTEMBRE • OTTOBRE 2010

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VOCEDELLA

COMPAGNIA DI S. ANGELADI BRESCIA

SETTEMBRE - OTTOBRE 2010

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Via F. Crispi, 23 - 25121 BresciaTel. 030/295675-3757965 c/c postale n. 12816252

Nihil obstat quominus imprimatur

Aut. del Trib. di Brescia n. 24/69 del 5 sett. 1969Direttore responsabile: D. Antonio Fappani

Tipografia: Alfa - Brescia

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 nº 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia

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invito

DOMENICA 24 OTTOBRE 2010 ORE 16.00S. Messa e dedicazione del Santuario a S. Angela

GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 2010475° Fondazione della Compagnia di

S. Orsola Figlie di S. Angela

Ore 14.30 Palazzo della Loggia Apertura del Convegno

La risposta femminile ai nuovi bisogni dell’età borghese: la rinascita delle Compagnie e degli Istituti religiosi

delle Orsoline fra Ottocento e primo Novecento.

SABATO 27 NOVEMBRE 2010 ORE 21.00Santuario di S. Angela

Inaugurazione dell’organo e concerto del Maestro Giancarlo Parodi

DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010 ORE 10.30In Santuario S. Messa officiata dal Card. G. Battista Re

A chiusura dell’anno straordinario 2009-2010

IL 25 NOVEMBRE LA PREGHIERA DEI VESPRI

SARÀ PREGATA DA TUTTE IN COMUNIONE CON TUTTO

IL MONDO ORSOLINO SECOLARE E RELIGIOSO.

DATA L’IMPORTANZA DELLE MANIFESTAZIONI IN PROGRAMMA

SI AUSPICA LA MASSIMA PARTECIPAZIONE POSSIBILE

DA PARTE DI TUTTE.

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La parola del Superiore

Concordied uniteinsieme

1111- Siamo ormai giunti all’ultimaparte dell’anno straordinario econ fiducia esorto tutte le figlie a

riprendere le proposte fatte all’iniziodell’anno, privilegiando il dialogo conCristo Redentore e Sposo, sottol’azione dello Spirito Santo, secondol’esempio e l’insegnamento di S.Angela. Solo così si può ravvivare laconsapevolezza del dono ricevuto e“rendere infinite grazie a Sua DivinaMaestà”.Quelle poi che hanno giàpartecipato agli esercizi spiritualihanno ricevuto un nuovo impulsoper rimotivare la consapevolezzadella propria condizione per esserestate elette ad essere vere e intattespose del Figliuol di Dio. In concreto invito ciascuna arivedere il proprio progetto di vita:se si vuol vivere la propriaconsacrazione con animo fiducioso † Vigilio Mario Olmi

Concordied uniteinsieme

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sia in famiglia che nel contesto parrocchiale e professionale, occorreriservare a Cristo sposo il primo posto per poi curare il propriorapporto con le Consorelle e con la Compagnia e contribuire allacomunione nella Chiesa e nella società.

2222– Credo che la Lettera pastorale del Vescovo “Tutti siano unacosa sola” offra delle indicazioni preziose anche per noi. In quel “tutti” infatti ci siamo anche noi, con la nostra identità,

fatta di ombre e di luci, di risorse e di limiti. La tensione ad “essere unacosa sola” con tutti comporta un esame di coscienza per togliere tuttociò che in noi possa essere di ostacolo. Certamente l’egoismo va considerato come l’ostacolo principale, inquanto si manifesta in tanti modi: orgoglio, freddezza, meschinità,antipatia, invidia, gelosia, pettegolezzo ecc. Possono emergere anche altri ostacoli, causati dai nostri limiti.Dobbiamo però essere convinti che pur essendo anche noi dei vasi dicreta, siamo chiamati ad accogliere il mistero di Cristo che opera intutte le membra: in ciascuna per se stessa, ma anche in comunione contutte le altre, formando insieme l’unico corpo, di cui Cristo è il capo. Quanto più intensa è la comunione con Cristo, tanto più si è dispostia intessere relazioni positive con tutti, usando vigilanza e pazienza, pernon cedere a giudizi malevoli o a chiusure incomprensibili e deleterie.Siccome siamo diversi gli uni dagli altri, volendo diventare “una cosasola”, cercheremo di inserirci, ciascuno con la propria individualità,con la propria fisionomia e secondo la vocazione ricevuta, convinti chele differenze non costituiscono degli ostacoli ma delle risorse per ilbene comune. Infatti nel corpo di Cristo non ci sono duplicati, néesuberi né esseri insignificanti.

3333- Potremmo chiederci: E’ possibile mettere insieme tante personediverse? Non è facile, ma è possibile. Con l’umiltà e la carità. E difatti la

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carità è presentata come “vincolo della perfezione”, ha la dolce forzadi tener insieme coloro che si riconoscono complementari, rende umilie disponibili a riconoscere ciò che ostacola per eliminarlo e sviluppa lastima reciproca per comporre la comunione. L’umiltà ci convince chenon siamo autosufficienti e quindi restringe l’ambito dell’autonomiaindividuale mentre la carità apre al dialogo, al mutuo scambio dirisorse, attitudini e servizi, in modo che il corpo ben articolato possasvolgere al meglio tutte le sue funzioni.Anche in questo si manifesta l’azione dello Spirito Santo, che suscitauna molteplicità di carismi e di ministeri ordinati, di laici con famigliao legati a qualche aggregazione ecclesiale, e li guida in modo che “tuttisiano una cosa sola”.

4444– Perché ciò che è possibile diventi reale, è necessario checiascuno vigili su stesso per mettere in pratica alcune indicazionisuggerite sia dalla Regola che dalla Lettera pastorale. Sono

indicazioni che hanno la loro ispirazione nel Vangelo e sono descrittecome caratteristiche già nelle nascenti comunità cristiane. Ne richiamo alcune.“Non giudicate e non sarete giudicati. Perché guardi la pagliuzza cheè nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuoocchio. Perdonate e sarete perdonati. Con la misura con la qualemisurate, sarà misurato a voi in cambio”(Lc6). “Se tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello haqualcosa contro di te, lascia il tuo dono davanti all’altare, va’ prima ariconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono”(Mt5,23-24).E’ proprio vero: nessuno è così buono da non aver difetti e nessuno ècosì cattivo da non aver qualcosa di buono. La strada maestra è quelladel dialogo, di cogliere l’aspetto positivo, e quando si rileva il negativo,prima di giudicare, l’amore si chiede: in che modo posso aiutare ilfratello debole perché se ne renda conto? E in ogni caso cerca di

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scusarlo e affidarlo alla bontà del Signore. Gesù stesso sulla croce sirivolge al Padre esclamando: “Padre, perdona loro perché non sannoquello che fanno”.Fa pena il vedere a volte dei cristiani che non si parlano, si evitano eche per giustificarsi ingrandiscono i torti ricevuti, mentre sarebbe piùsemplice che chi ama di più faccia il primo passo. Le figlie non possono ignorare la pressante esortazione di S. Angela:“L’ultima voce mia che vi ripeto e colla quale fin col sangue vi prego, èche siate concordi ed unite insieme tutte di un cuore e d’una volontà.Siate legate col vincolo della carità l’una con l’altra stimandovi,aiutandovi e sopportandovi in Gesù Cristo…”(Nono Ricordo).Come non augurarci che queste parole della Madre incoraggino tuttele figlie a tradurre questi insegnamenti tra di loro e nel contestofamiliare, ecclesiale e sociale? Davvero la Compagnia darebbe la bellatestimonianza di come le spose di Cristo si amano tra di loro e comerispondono al desiderio di Cristo che “tutti siano una cosa sola”. Aiutiamoci a vicenda perché a conclusione del 475° di fondazione lanostra Compagnia sia animata da questi sentimenti e possa stimolareanche le nostre comunità a riconoscere la bellezza del carismamericiano e a confidare nella protezione di S. Angela proclamataCompatrona nel loro impegno educativo a favore della promozionedella donna.

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LLLLa spinta iniziale per l’avviodel nuovo anno pastorale ci èstata offerta dalla dott.a

Paola Bignardi, che nella relazioneintroduttiva all’assemblea disettembre ci ha tracciato le linee diuna spiritualità laicale.Ella si è rifatta a Sant’Angela che,cinquecento anni fa, ha avuto unaintuizione innovativa: vivere laradicalità evangelica all’interno delmondo come lievito nella pasta perfermentarlo cristianamente.“Genesi” ci dice che il mondo èuscito bello e buono dalle mani diDio: Dio vide che era cosa buona,molto buona la sua creazione!Tuttavia costatiamo che è in atto unabbrutimento dell’uomo. Gesù, conla sua incarnazione lo ha riscattato,vivendo prima del suo morire, nelsilenzio e nel nascondimento aNazareth per trenta anni. La nostra

E' iniziatoun nuovo anno

E' iniziatoun nuovo anno

Maria Teresa Pezzotti

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vocazione di consacrate laiche è molto simile alla sua. Riusciremo arealizzarla se, con semplicità e gioia, sapremo vivere la situazionecomune a tutti gli uomini, condividendo con loro problemi, gioie esperanze,senza distogliere lo sguardo da Gesù e restando aperte arelazioni di amicizia con le persone che incrociamo sul nostrocammino o che vivono accanto a noi nel nostro ambiente familiare,ecclesiale e sociale. Sant’Angela ci offre una pista di comportamento alcapo IX della Regola: “Ognuna deve in ogni cosa comportarsi cosi danon commettere né in se stessa, né nei confronti del prossimo, cosaalcuna che sia indegna di spose dell’Altissimo. Ma sia lieta e semprepiena di carità e di fede e di speranza in Dio, non rispondendosuperbamente, non facendo le cose malvolentieri, non restando adirate,non mormorando, non riportando cosa alcuna di male.”

MMMMaddalena Girelli le fa eco:”Mansuetudine e pazienza formanoquella virtù che si chiama dolcezza ... Tolleranza riciproca,tacere i difetti,non far mai rapportamenti ... Oh, quanto devo

imparare! Delle mie mancanze dò sempre la colpa alla mia natura, edovrei attribuirle solo alla mia poca virtù, alla mia poca fedeltà nelvincere me stessa…”Il cammino e lo stile di vita che le Figlie di Sant’Angela sono chiamatea vivere oggi, ci è stato indicato dal nostro Vescovo Luciano inoccasione della proclamazione di Sant’Angela Compatrona,dopo i SS.Faustino e Giovita, della città e della Diocesi di Brescia, quando,additando Angela come modello, ha sottolineato l’importanza e lapeculiarità della presenza della donna nella vita della Chiesa, nelvolgere dei tempi e, particolarmente, ai nostri giorni. Il Vescovo hamosso un accorato appello alla presenza delle donne nel tessutoecclesiale e sociale e alla necessità di un confronto con Cristo, perchèil loro vissuto ne sia illuminato.Anche il Superiore mons. Olmi ci ha ribadito la funzione

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provvidenziale della Compagnia nella Chiesa e ha posto a ciascuna dinoi degli interrogativi circa il modo di presenza e di incidenza nelnostro contesto sociale attuale, a partire dalle attese di Dio. Ci hachiesto:come viviamo il carisma della consacrazione sponsale cheabbiamo ricevuto da Sant’Angela e che cosa vuole il Signore dallaCompagnia perchè possa vivere con fedeltà la consacrazione secolarein un forte contesto di secolarismo? Suggerisce che all’esame dicoscienza di ciascuna circa le proprie responsabilità vada aggiunta unaforte invocazione allo Spirito Santo perchè illumini le nostre menti emuova il nostro cuore ad operare in linea con le esigenze di oggi e conlo spirito che Sant’Angela ha suggerito fin dagli inizi.

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Liturgia

La Dedicazione di una chiesa

Il 24 ottobre alle ore 16 verrà celebrata la dedicazione del Santuariodi S. Angela a compimento dei lavori che nei decenni si sonosusseguiti per renderlo sempre meglio rispondente al culto divino ealla venerazione di S. Angela. Il presente articolo descrive ilsignificato di tale rito. Ringraziamo mons. Federico Pellegrini chel’ha steso per noi.

Con il Concilio Vaticano II una terminologia più esatta è venuta adarricchire il patrimonio teologico – liturgico della Comunità cristiana.Infatti, mentre fino qualche decennio fa si parlava di “consacrazione”di una chiesa, oggi si privilegia il termine “dedicazione”, riservando la“consacrazione” alle persone e la “dedicazione” alle cose.Questa precisazione terminologica ci permette di approfondire ilmistero che lega la Chiesa fatta di persone, pietre vive, alla chiesa fattadi semplice pietra.Innanzitutto Cristo è colui nel quale abita la pienezza della divinità edell’umanità. Nel suo perfetto sacrificio sull’altare della Croce egli haconvocato tutta l’umanità a partecipare dell’effusione dello Spirito perla glorificazione del Padre. Questo popolo adunato e convocatodall’alto, da Dio, è la Chiesa, che incamminata verso l’eternità, siraccoglie in ogni luogo e in ogni tempo per ascoltare la Parola di Dioe celebrare il sacrificio eucaristico, fonte della sua esistenza e pegnodella gloria futura.Questa Chiesa è misticamente manifestata nel segno del tempio, dellachiesa – edificio, che visibilmente rivela il misterioso incontro tra Dioe il suo popolo.

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Liturgia

È la persona che è sacra perché Dio la con-sacra, la rende sempre piùa sua immagine e somiglianza affinché possa nella lode e nella caritàdegnamente glorificarlo. La chiesa – edificio viene invece “dedicata”, cioè è solennemente dettae proclamata essere il luogo concreto dove Dio rende sacro l’uomo.Ecco perché una chiesa ha come riferimento, secondo la prassitradizionale, un santo particolare. Il santo nella Chiesa è quella pietraviva che, avendo Cristo a suo fondamento, costruisce la comunità e larende solida nella fede, nella speranza, nella carità.Questo ci permette di comprendere come mai il rito della dedicazionesi articola sui diversi poli liturgici, in particolare: l’altare, l’ambone, lasede, il tabernacolo, le reliquie dei santi, le colonne o pareti.Sono i luoghi dove noi diventiamo contemporanei al mistero pasqualedi Gesù Cristo e, levigati e lavorati dalla sua passione, morte erisurrezione siamo purificati per rendere la carità autentica e viva lasperanza, che non delude.L’altare, segno di Cristo (Sacerdote, vittima, ara del sacrificio, mensadel convivio pasquale) è il centro a cui convergere istintivamente losguardo e la devozione.L’ambone, luogo della Parola di Dio, è il luogo dove il Signore ciinsegna e ammaestra.La sede del celebrante richiama a quella presidenza che Cristo operanel Sacerdote affinché tutti possano trovare la guida sicura pergiungere ai verdi pascoli della vita eterna.Il Tabernacolo, proteggendo il pane eucaristico, permette non solo lasollecitudine verso i malati, ma rivela a ciascuno di noi la particolarevicinanza del Signore in mezzo a suoi discepoliDove poi è possibile, si pongono le reliquie di un santo dentro l’altare(non nella mensa), per significare lo stretto legame tra la vita santa chefa di una persona una pietra viva e l’altare di pietra segno della soliditàdi Cristo, vera roccia salda e pietra angolare.

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Liturgia

Suggestivo, però, è anche il momento in cui, una volta unta la mensadell’altare (Cristo significa Unto), vengono poi unte le pareti,tradizionalmente in dodici punti (o solo queste se l’altare fosse giàdedicato), alle quali vengono collocate delle croci: l’unzione dellepareti sta a significare che la Chiesa è immagine della Gerusalemmeceleste e così unta partecipa del mistero di Cristo, l’Unto del Signore.Alla fine l’illuminazione della chiesa ricorda che Cristo è luce perilluminare le genti; del suo splendore brilla la Chiesa e per mezzo diessa tutta la famiglia umana. Con la celebrazione del sacrificio eucaristico si raggiunge e si manifestachiaramente nei segni il fine principale per cui è stata edificata la chiesaed è stato costruito l’altare. Così la preghiera di dedicazione mirabilmente riassume in alcuni suoipassaggi:

«Chiesa sublime, città alta sul monte,

chiara a tutti per il suo fulgore,dove splende, lampada perenne, l’Agnello,

e si innalza festoso il coro dei beati.

Qui la santa assembleariunita intorno all’altare

celebri il memoriale della Pasquae si nutra al banchetto della parola

e del Corpo di Cristo.

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Liturgia

Qui il povero trovi misericordia,l’oppresso ottenga libertà vera,

ogni uomo goda della dignità dei tuoi figli,affinché tutti giungano alla gioia piena

nella santa Gerusalemme del cielo.

Amen!» mons. Federico Pellegrini

Direttore Ufficio - Beni Culturali - Diocesi di Brescia

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Valori da coltivare con urgenza

Gentilezza, che comincia dalrispetto, si nutre dell’esempio degliadulti, si sostanzia con la coerenza,va applicato sempre e ovunque.

Meraviglia, ossia la capacità distupirsi delle infinite cose che cicircondano: ricchezze del creato edelle sue creature.

Ottimismo, che fa la personagenerosa, serena e concreta.

Silenzio, che aiuta a usare bene lapropria voce, ad ascoltare, aritagliarsi spazi di riflessione e dipreghiera.

Sobrietà, tanto necessaria in tempidi consumismo, di sciupii e di unbenessere che distrugge l’essere, didipendenze che uccidono la libertà,per un ritorno al necessario cherifiuti il superfluo.

Interiorità, che esclude le smanie diesibizionismo e l’obbligo di seguirele mode; che attira l’attenzione suiveri valori della persona, sui talentiche Dio le ha concesso, su ciò chenon scompare con il tempo, ma siaccresce con gli anni.

Tenerezza, che ci rende capaci ditanti piccoli atti che danno gioia achi vive accanto; una tenerezzafatta di atti concreti come l’offertadi una carezza, di un fiore, di unsorriso, di una parola gentile.Entusiasmo, vera locomotiva dellavita: da difendere e conquistare conl’incoraggiamento.Volontà, come capacità di portare atermine piccole o grandi imprese,coraggio di fronte agli ostacoli, perconquistare ciò che ci siamo proposti.Lavoro, intenso come sviluppodella voglia di fare che nasceinsieme con ogni bambino eprende forza se gli adulti non sisostituiscono a lui per fare piùpresto o per fare meglio.Perdono, che spegne ogniaggressività, rasserena l’ambiente edà pace alla vita.Gratitudine, che fa scoprire quantoognuno deve all’altro, quanto èprezioso ogni uomo che incrociamonella vita e soddisfa i nostri bisogni.

da “Cor Unum”delle Suore Orsoline

di via Bassiche, 36 Brescia

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Alle sorelle ammalate

Sorelle carissime,

con voi vorrei dare unosguardo retroattivo alla nostravita, ormai giunta alla suamaturità umana, e, perché no,anche spirituale!Tutta la nostra vita è stata uncammino che ci ha insegnato avivere, grazie anche alleassociazioni cattoliche che cihanno educato ad amare Cristo,il quale ha voluto presentarsi anoi come modello di salvezza. Così abbiamo imparato ad essereprudenti e insieme forti, a crederenel valore di quel cammino cheGesù ha percorso prima di noi, ad amare chi guidava il nostrocammino e chi camminava con noi. Tutto questo vale ancora oggi perché il nostro appartenere allaCompagnia ci fa famiglia che vive nell’amore che S. Angela ci ha tantoraccomandato “… essere concordi ed unite insieme, tutte d’un cuore e diuna volontà”.Anche il salmista ci fa cantare: “Com’è bello e gioioso camminareinsieme”. Se oggi siamo giunte a questa esperienza di comunione, lodobbiamo in parte all’impegno che ognuna di noi ha messo perconquistare la meta: lo sforzo della fatica, della ricerca, del donare sestessa per il bene degli altri, della conquista di Dio, ora nostro Sposo.Leggendo la descrizione di un giovane che ha risposto alla chiamata diDio al Sacerdozio, mi ha colpito la frase che qui riporto: “Ogni uomodesidera, per ciò che ha costruito, una fioritura eterna; ma bisogna gioiredel presente. Come quei fiori di alta montagna che nascono senza che

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Alle sorelle ammalate

nessuno li abbia seminati, come se fatti da Dio per sé. Ogni uomo, inrealtà, è chiamato ad essere come quei fiori nelle crepe delle rocce,invisibili a tutti, nati per la gloria di Dio”.Qui veramente possiamo dire di essere Frutto della Grazia Divina,l’essenziale é che ognuna di noi rimanga ancorata alla Grazia certa che,dalla nostra risposta, dipende il nostro destino temporale ed eterno;Cristo in ogni istante della nostra vita ci invita a seguirlo portando lanostra croce.Per quanto lunga sia la nostra strada da percorrere, non abbiamoancora toccato l’orizzonte; il Cristo è la strada che ad ognuna di noi èdata ancora da percorrere; è Lui che bisogna seguire.Permettetimi da riportare qui il peniero di un educatore scout, JosepFollist, il quale ha inciso, in parte, sulla mia formazione spiritualegiovanile: “Le pene della via dolorosa non tolgono nulla alla felicità delgiogo soave e del leggero fardello; per penoso che sia il cammino una lucelo precede sempre: luce di fede, di speranza, quella che illumina ogniuomo che cammina in questo mondo. Per noi camminatori cristiani, lastrada simboleggia Colui che è la nostra fede, nostra speranza e nostroamore, nostra verità e nostra vita, Colui al quale abbiamo dato persempre i nostri cuori ardenti e felici, Colui che noi seguiremo semprecontro i venti e le maree fino alla morte, Colui la cui visione sarà ungiorno la nostra ricompensa, il Cristo Dio!” E’ l’augurio che reciprocamente facciamo al nostro cammino. Fraternamente

Enrica L.

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Approfondimenti

Uno degli aspetti singolari della vita di Gesù è il suo modo di porsi neiconfronti dei bambini. Essi lo assiepano da ogni parte. Qualcuno glicorre incontro per abbracciarlo; qualche altro gli si accoccola ai piedie vi sono anche quelli che si siedono sulle sue ginocchia. Gesù accoglie tutti, senza discriminazioni, con somma benevolenza. Aigrandi tutto questo pare eccessivo e sgridano i piccoli,allontanandoli, anche bruscamente, da Lui. A questopunto Gesù rimprovera gli adulti e, con accento accorato,esclama: “Lasciate che i bambini vengano a me; e non glieloimpedite!” Elisabetta Girelli si domanda il perchè dell’atteggiamentodi Cristo nei riguardi dei piccoli e ipotizza due risposte. La prima è questa: è l’innocenza e la semplicità del lorocuore. “O Agnello immacolato - esclama - che vi pascete frai gigli, io non ho il coraggio di invidiare le celestiali carezzeche Voi fate alle anime innocenti, perchè conosco e confessodi non meritarle. Ah! che passarono troppo presto per mequegli anni beati in cui era incapace di offendervi!”Bettina ne trae alcune amare conseguenze: la malizia delsuo cuore è la causa di un allontanamento del Signore. Ellanon vi si può rassegnare e gli chiede in modo struggente:“Ma per questo non potrò io più accostarmi a Voi, o caroGesù? Mi sarà impossibile il gustar nuovamente le caredelizie dell’amor vostro?” A suo conforto scopre un’altravia d’accesso al Cuore di Cristo: quella della penitenza.“Verrò coi penitenti! – esclama – e spero proprio che non mirigetterete. Qui ai vostri piedi, o Gesù mio, voglio star

“SCUOLA DI GESU’ CRISTO”:Gesù amico dei fanciulli

“SCUOLA DI GESU’ CRISTO”: Gesù amico dei fanciulli

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Approfondimenti

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sempre a piangere e pregare col Profeta: “Asperge me issopo etmundabor; lavabis me et super nivem dealbabor!.” (Aspergimi conissopo e sarò mondato: lavami e sarò più bianco della neve!) Elisabetta ci indica anche un’altra modalità per andare a Cristo:percorrere la via della piccolezza o dell’infanzia spirituale: assumere,cioè, nei rapporti col Signore gli stessi atteggiamenti dei bambini, ladiffidenza di sé e la fiducia filiale, l’ingenuità del cuore, la sinceritàdel linguaggio, l’oblio di sé che dona pace. Mete, queste, resepossibili ad una condizione: annientare l’amor proprio.Infine, un’indicazione preziosa che lo stesso Gesù ci dà è di imitarlonel prenderci cura delle anime innocenti, perchè conservino questodono singolare. “Chi raccoglie uno di questi fanciulli per amor mio, raccoglierà mestesso!” - diceva spesso Gesù. Bettina illustra in modo originale tale affermazione di Gesù.“Dovresti immaginarti che ogni anima innocente sia come il giardinodelle delizie di Gesù. Qual fortuna per te il potervi spendere intorno lepiù sollecite cure!”... “Non vedi quali sforzi fa il demonio per rovinarequeste anime? Quali bestie feroci fa girar loro intorno; quali tempesteprepara per devastarle? Deh, se tu puoi, coprile coll’ali d’ un amorevolecustodia, riparale con la siepe d’un’istruzione cristiana, pianta in mezzoa loro il balsamo inespugnabile del timor santo di Dio e sta certa chequelle fatiche che spenderai intorno ad esse non saranno mai senzafrutto e una grande mercede.” Bettina fa (e ci fa fare) un esame dicoscienza. Quindi prega: “Mio Dio, sento che la coscienza mirimprovera d’aver sinora trascurato un gran bene ... Vi domando quellospirito di zelo prudente che mi è necessario per adempire secondo ilgusto vostro questa cara opera di carità.”S. Pio, rapito dallo splendore dell’anima innocente dei bimbi, 100

anni fa, con decreto di suo pugno, stabilì che i piccoli, appenaraggiunto l’uso di ragione (ossia a 7 anni) potessero accostarsi al

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Approfondimenti

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banchetto eucaristico, anziché attendere fino ai dodici- tredici comeera in uso prima. Era il “sigillo di Dio” apposto sui loro corpi puri,abitati dalla divina Presenza. Una vera festa d’Angeli era quellaPrima Comunione! Elisabetta Girelli l’aveva intuito per grazia,ancora prima che venisse emanato il decreto papale.

Giuseppina Zogno

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Attualità

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Don Franco Frassine

L’Italiaperde la testa

L’Italiaperde la testa

Il mondo dell’agricoltura è inallarme. il suolo agricolo, la buonaterra coltivabile, che garantisce ilpane quotidiano, sta letteralmentescomparendo fagocitato da voracicolate di cemento e da dilagantidistese di asfalto. “Crescono le città,che pure si svuotano al loro interno,si gonfiano a dismisura i paesidell’hinterland, si estendono comeamebe nuovi villaggi, nuovi quartieri(“immersi nel verde” promettonoimmancabilmente i signori delcemento), nuovi centri residenziali“dove vivere con i vostri bambini”(salvo che poi di bambini ce ne sonosempre meno) e intanto si contrae, inmaniera paurosa, lo spaziodisponibile per l’”agricoltura”. Sicalcola che in 40 anni l’Italiaagricola abbia perso un’area pari adue Lombardie.Da uno studio della Coldiretti si sache l’agricoltura italiana dispone

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Attualità

solo di 12,7 milioni di ettari di suolo coltivabile, dei quali appena il 30per cento in aree di pianura, le più produttive e capaci di assicurarerese redditizie. Sono un milione e 700 mila le aziende oggi operantisull’intera area nazionale. Secondo l’ultimo censimento del settore sicontano 2 milioni 576 mila addetti e il dato esprime la misura di comesia cambiato il Paese dalla fine della seconda guerra mondiale, quandodi agricoltura viveva circa il 50 per cento degli italiani.C’è dell’altro: dal momento che le quotazioni di mercato dei terrenirisultano proibitive per chi voglia intraprendere ex novo questaattività, favorendo il ricambio generazionale (i giovani sono costrettiall’affitto quale unica alternativa al possesso diretto dell’azienda) ci sideve preparare a convivere con un fenomeno che segnerà latrasformazione epocale, l’a1terazione generica dell’agricoltura che siconosce. Con ripercussioni sull’antropologia dell’agricoltore.E’ sempre la Coldiretti che, dopo ]’indagine commissionata alla Swg,ha avuto conferma di un dato preoccupante: “oggi chi acquista la terra,o meglio riesce ad acquistarla, non è più, nel 42 per cento dei casi, unimprenditore agricolo. E’ semplicemente un signore (o più spessoun’entità societaria) che dispone di qualche milione di euro, uninvestitore scottato dai crolli in Borsa e deluso dagli irrisori rendimentidei bot che sceglie di parcheggiare il danaro in un appezzamento, inuna cascina o in una prestigiosa tenuta: a seconda dell’entità delle suefinanze, ovviamente!”La ricerca Coldiretti - Swg indica con chiarezza che “i terreni agricolibattono ormai l’oro nella classifica degli investimenti giudicati piùsicuri dagli italiani e sono collocati a pari livello dei conti correnti amaggiore remunerazione e appena al di sotto della casa, che degliinvestimenti risulta di gran lunga in testa alla graduatoria. Crisifinanziaria, corsa al bene rifugio, speculazioni sui terreni agricoli le cuiquotazioni schizzano alle stelle minacciano la sopravvivenza delleaziende e frenano la creazione di nuova imprenditorialità in un settore

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Attualità

che vede numericamente prevalere addetti dai capelli grigi, avanti conl’età, se non ostili all’innovazione”.Il 37,9% ha superato i 65 anni, gl’infraquarantenni sono appena 269mila. In questo contesto rimarrebbe per gli aspiranti agricoltori lascorciatoia dell’affitto a canoni sempre più elevati, e sarebbecomunque un ritorno al passato: il padrone assenteista, l’affittuariolegato ad un contratto che impone oneri rilevanti ed è sottoposto ascadenze temporali che condizionano la progettualità. Ben altro che lasoluzione migliore per fare un’agricoltura moderna. Intanto il segnalerosso dei terreni agricoli, che vengono sottratti per altri scopi rimaneacceso.Proprio in tempo di crisi, varrebbe forse la pena di meditare sullacultura della campagna che era prima della pur necessaria tecnologia eche sicuramente rimarrà sempre a servizio dei bisogni primaridell’uomo.

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La nostra Martinaci ha lasciato unaraccolta di poesiedialettali.Abbiamo il piaceredi offrirne unacome spunto di riflessione.

I è na mana per la nostra anima, ma ga öl buna uluntà e previsiùper miga perdìla sènsa risù. El som che serte olte vedóm èl bé, ma gh’è vergót chè tira ‘n dré.

A la sorela chè la pöl mia lasà quistiù o parencc dise dè ardà bé chè forse la troarà verghüchè fa per lé, e ‘1 mónd no èl narà zó per isé pócc dé!

Per le sorèle che le sta póc béi ga pensàt i Süperiur a preparà i cors dè tré dé e pò le tròa anche ‘1 dutùr che cüra i so dulùr.

Le sorèle ‘mpegnade per laurà

o professiù le faghe i cőncc pèr tép pèr troà i dé bu. Gh’è tőtt dé guadagnà:

l’è ‘l Signur chè ‘1 ciamaa sta èn po con Lü

èn silensio e libertà.

Se pò a l’Angilina gh’é natt zó le àle, la faghe i Esercizi e, de sicür, la turnarà a ulà!

El Signur per fa èl miracol èl dopèra èl Predicadür, chè, con tőt èl so fervùr, èl ga parla del sò amùr. El dopéra i Süperiur chè i da na buna ma per söghetà a caminà.

Isé, dopo tante riflessiù, Sante Mèse e Cuminiù, e na buna Confessiù, la vé föra co la forsa ‘en ma perché nel mond gh’è de turnà. Piö forte la sarà per scornà, èl diàol, per sta pió bé col so Signùr e portaga a töcc èl so amur.

Martina L.

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preghiera

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Dalle Sorelle del Brasilea Fulvia, Lucia e a noi tutte

““BBEENNEEDDEETTTTOO CCOOLLUUII CCHHEETTEEMMEE IILL SSIIGGNNOORREE EE SSEEGGUUEE IISSUUOOII CCAAMMMMIINNII””

Mi chiamo Maria Lindalva daSilva Santos, sono nata nella cittàdi Riachào nello stato delMaranhào, il l0 marzo 1958.Figlia di Antonio Domingos dosSantos e Maria Rosa da SilvaSantos (deceduti). Sono cresciutae ho vissuto tutta la mia infanzia eadolescenza in questa cittàinsieme ai miei familiari. Ho iniziato i miei studi nella scuola di nostraSignora di Nazarè, dove ho fatto le elementari. Morti i miei genitori,sono entrata nell’orfanotrofio dove ho terminato le magistrali nellacittà di Carolina (capitale del Maranhào). Terminati gli studi, sonotornata nella mia città, e subito, su invito del mio parroco, hoincominciato il lavoro di missionaria come catechista. Nel 1980, dopoaver racimolato i soldi per il viaggio, sono partita alla volta di SanGeraldo in cerca di lavoro. Qui, per grazia di Dio, incontrai il signorLuiz Coutinho, che mi propose di lavorare nella sua grande “fazenda”come insegnante delle elementari per i bambini dei suoi contadini: quiho preso residenza esercitando la mia professione per due anni. Nonso dire perchè e cosa fosse quello che andavo cercando, sentivo chequalche cosa mi mancava e ritornai così in San Geraldo. Qui, tutti siricorderanno, con i soldi che avevo risparmiato alla “fazenda” ho preso

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in affitto un piccolo negozio, con il nome di San Domenico, che mi hadato la possibilità di vivere per ben 17 anni. Non ho mai smesso diringraziare il Signore per questo aiuto essendo tempi molto difficili inSan Geraldo. San Geraldo incominciava a crescere, molta gentepoverissima con tanti figli, di passaggio in cerca di un posto per vivere,trovava qui fissa dimora. Insieme a Maria Pereira e Luisa Pignatel,incominciammo a rispondere (come potevamo perchè ancora la Chiesanon era ben spiritualmente formata) alle esigenze di evangelizzazione.Era il 1996, è stata per me una bella esperienza, più lavoravo per farconoscere Gesù, più mi sentivo vicina a Lui e più ero felice di stare conla gente. Con l’arrivo di Padre Giovanni, la Chiesa incomincia a organizzarsi, enel 1998, su proposta del Padre, assunsi l’incarico di coordinare lacatechesi a livello parrocchiale e più tardi anche diocesana, incaricoche mantengo ancora oggi. Ma sentivo che non era facile, il lavoro eratanto e le mie capacità deboli, ma continuavo chiedendo forza a Dio.Il 5 dicembre 1998, inviate dallo Spirito Santo, arrivano nella nostracomunità, sorella Lucia e sorella Fulvia, esse vengono dalla città diBrescia - Italia, della stessa città del Padre Giovanni, e sono Figlie diSanta Angela Merici. Sono state accolte da tutta la comunità congrande allegria e insieme a Padre Giovanni hanno subito abbracciatotutta la comunità di San Geraldo come se fosse la loro famiglia. Unitisempre insieme, testimoniando l’amore di Dio, in un solo obiettivo,abbiamo cominciato a portare il Vangelo di Gesù nei Bairros, con tantedifficoltà, ma con equilibrio interiore, fiduciose nella ProvvidenzaDivina; e vedete i buoni frutti che stiamo ancora raccogliendo grazie aDio. E nel giugno del 2000 arriva anche per me la chiamata di Gesùattraverso un invito delle sorelle Fulvia e Lucia per una esperienzavocazionale nuovissima, cioè appartenere a Gesù restando nella miaparrocchia, lavorando come segretaria parrocchiale per poter vivere espendendo la mia vita per amore di Gesù e dei fratelli, così come ha

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fatto Santa Angela la loro fondatrice. Rimasi sorpresa e anchedisorientata, non conoscevo questo modo di vivere eppure già vivevoquesta vita. Pregai molto il Signore chiedendo forza spirituale,intelligenza per capire, saggezza per dare una risposta, intantocontinuavo a lavorare con loro e a godere della loro sincera amicizia.Dopo pochi mesi la risposta che mi suggerì lo Spirito Santo nel miocuore è stata: “Sì, io accetto”. Sono stati quattro anni e quattro mesi dicrescita e formazione spirituale nell’ insegnamento del Signore Gesù,lavoro comunitario, preghiere quotidiane, ritiri spirituali, conoscenzadella vita e della spiritualità della nostra madre Santa Angela e mi davala sensazione di essere sempre stata sua figlia.Rinvigorita del dono dello Spirito Santo il 22 maggio 2005 nella ChiesaMadre di San Geraldo, alla presenza di Padre Giovanni, di PadrePaolo, della sorella Lucia e di tutta la mia comunità mi consacrai per 5anni al Signore nelle “Figlie di Santa Angela Merici”, assumendo ilproposito di mantenermi “Obbediente, Povera e Vergine”. Ma pochi mesi dopo i nostri amici guide spirituali e missionari sonoritornati ai loro paesi lasciando la nostra comunità organizzata, attiva eforte nel Signore per continuare l’Evangelizzazione. Nei quattro anniseguenti, rimasta sola senza le mie sorelle, ho pensato di desistere; nellemie orazioni di ogni giorno mettevo tutto nelle mani del Signore echiedevo a Sant’Angela di aiutarmi perché volevo continuare acrescere nell’amore di Dio. Ma Dio è grande: arrivarono altri missionari per lavorare nel progettodi Dio, i quali mi accompagnarono fino al grande giorno. Il 31 gennaio2010, nella chiesa Madre di San Geraldo, con la presenza dello SpiritoSanto, del mio Vescovo Mons. Dominique, del mio Padre spirituale eparroco Padre Ladir e tutta la mia comunità ho inaugurato un nuovotempo della mia trasformazione con Cristo confermando il mioproposito di “Obbedienza, Povertà e Verginità” definitivamente alSignore nella Compagnia delle “Figlie di Santa Angela Merici” che apartir da oggi sarà registrata nella nostra città e avrà come sede il

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Centro Pastorale Santa Angela Merici, situato nel bairro NovoHorizonte, avendo Maria Lindalva da Silva Santos come superiora e ilVescovo della diocesi Mons Dominique come responsabile e guidaspirituale. E così, con la grazia di Dio, ho realizzato un sogno che avevoancora da fanciulla, di essere scelta da Dio per lavorare nella Sua vignafedele al mio Gesù e al mio prossimo. Ringrazio e tutti voi con meringraziate il Signore per averci dato il Padre Giovanni, Fulvia e Lucia:mai li dimenticheremo.

““CCHHII AASSCCOOLLTTAA QQUUEESSTTEE MMIIEE PPAARROOLLEE EE LLEE MMEETTTTEE IINNPPRRAATTIICCAA EE‘‘ SSIIMMIILLEE AA UUNN UUOOMMOO SSAAGGGGIIOO CCHHEE HHAA CCOOSSTTRRUUIITTOOLLAA SSUUAA CCAASSAA SSUULLLLAA RROOCCCCIIAA”” ((MMTT 77,,2244))

Mi chiamo Regina Alves de Souza, sono nata nella città di San Geraldodi Araguaia nel Parà il giorno 27 Ottobre 1984. Sono figlia di DeodatoMorais de Souza e di Tereza Alves de Souza. Ho avuto una infanziafelice e piena di amore da parte dei miei genitori, dei miei fratelli e deimiei amici e parenti. Vengo da una famiglia umile e povera, ma

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nonostante le grandi difficoltà economiche, i miei genitori hannosempre trovato il tempo per insegnarci i buoni cammini nella vita edare a noi buoni esempi. Ancora bambina, ho imparato a pregare einsieme alla famiglia a camminare in cerca di Dio e delle cose di Dio.All’età di 11 anni ho incominciato la scuola, ma quasi subito ho dovutorinunciare per la grande difficoltà che stava passando la mia famiglia:sono stata costretta a lavorare presso una famiglia, ma ero contenta diessere di aiuto. Comunque non mi sono mai persa d’animo, con moltaforza e fede in Dio e con tanto amore da parte dei miei professori, sonoriuscita più tardi a superare tutti gli esami fino alle medie. Hoincominciato il mio cammino cristiano nella Chiesa Cattolica della miacittà. Ho partecipato con tanto entusiasmo alle sante missioni popolariche mi hanno stimolato molto a continuare poi a partecipare a tutte leiniziative della mia comunità. Ero molto felice e ringraziavo Dio peravermi dato la possibilità di conoscere sempre di più il suo amore. Ecosì la mia vita da adolescente è passata fra lavoro, famiglia e Chiesa.Nell’ottobre del 2007 ho ricevuto un invito dalla Dalva per fare unlavoro missionario come catechista. Rimasi senza parole!.. ho taciuto eriflettuto a lungo mentre sentivo dentro di me una forza che mi dicevadi accettare. Con il cuore aperto, le mani tese e gli occhi umidi, la miarisposta è stata “sì”. Incominciai il lavoro missionario fra i fanciulli delmio Bairro dove sono nata e vivo (Alto Socorro). I primi mesi, sonosempre stata orientata e accompagnata dalla Dalva, e incominciavo asentire una grande trasformazione di vita, mi accorgevo di averesempre più forza e fede a parlare dell’amore di Dio ai fanciulli. Intanto,quando ci trovavamo per preparare il catechismo, la Dalva mi parlavasempre di Santa Angela Merici e della gioia per la sua scelta nella“Compagnia delle Figlie di Santa Angela”. Mi piaceva tanto il suolavoro di evangelizzazione tra i giovani e mi colpiva il suo “stare bene”con tutti i fratelli. Così in un incontro, ho ricevuto dalla Dalva un invitoper una esperienza di formazione vocazionale per due anni dentro la

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“Compagnia delle Figlie di Santa Angela Merici”. Dopo alcuni mesi diriflessione e preghiera, con il cuore pieno di gratitudine e amor di Dioe una forte presenza dello Spirito Santo, ho accettato l’invito. E il 15dicembre 2007, alla presenza di Padre Giovanni delle sorelle Fulvia eLucia, nel Centro Pastorale Santa Angela Merici durante la SantaMessa, mi sono messa alla presenza di Dio chiedendo diaccompagnarmi in questi due anni di formazione vocazionale nella“Compagnia di Santa Angela Merici”. Nella mia comunità di sanGeraldo e nella mia diocesi sono stata accolta con tanta gioia. E’ statoper me un periodo di tanto lavoro comunitario nella mia parrocchia ein Diocesi. Il Vescovo ha pensato subito di mandarmi per un corsobiblico che continuo ancora, ritiri spirituali con i nostri padri eorazioni quotidiane con Dalva. Nella certezza di essere stata scelta daDio per essere sopratutto testimone del suo amore, prego sempre ilSignore che benedica la mia decisione, e che lo Spirito Santo mi diatanta forza e tanta fede nel mio cammino spirituale. E oggi, 31 gennaio2010, alla presenza del Vescovo della nostra diocesi, Mons VescovoDominique, il mio padre spirituale, Padre Ladir, la mia sorellamaggiore Dalva, i miei genitori e tutta la mia comunità, la mia vita sitrasformerà tutta per Gesù come laica che si consacra a LUI nella“Compagnia delle Figlie di Santa Angela Merici”.

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Cronaca

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Pagliuzza e trave

La multa sul bus e le leggi per i potenti

Due fatti, di ben diversa portata ma concomitanti, mi sollecitano a unariflessione che faccio ad alta voce, attraverso il suo giornale, se loritiene opportuno.Il primo fatto è di ordinaria amministrazione, almeno per me cheviaggio solo sui mezzi pubblici: il controllore trova passeggeri senzabiglietto e, giustamente, applica la legge facendo pagare una sanzione.A volte i trasgressori sono italiani, altre volte sono stranieri soprattuttoquesti ultimi, si ribellano alla sanzione. Anche l’altro giorno la stessascena. Finito l’alterco e pagata (questa volta!) la multa senza denunce,con calma mi sono avvicinata ai due stranieri, ho mostrato il mioabbonamento, ho detto che il controllore non era razzista, ma solo unservitore della legge, perché anche noi italiani paghiamo i servizi e, senon lo facciamo, arriva la multa! Come insegnante di italiano agliimmigrati, infatti, prendo tutte le occasioni per correggere l’idea che -tanto - qui in Italia si può fare quello che si vuole.Fin qui, chissà quanti lettori sono d’accordo con me. Non so, però, sesaranno altrettanto d’accordo sul secondo fatto e cioè l’operatodell’attuale Governo che non ha ancora smesso di battereostinatamente il chiodo su proposte che hanno un solo obiettivo:tutelare, non far pagare sanzioni, a chi ad alti livelli ha infranto le leggi.Allora, se l’ingenuità disarmante del Vangelo dice che non si puòaccanirsi sulla pagliuzza nell’occhio degli altri, se prima non si è toltala trave dal proprio occhio (Matteo, 7 3- 6), la mia conclusione è checontinuerò ad educarmi ed educare alla legalità gli immigrati,sperando, però, che al più presto si possa fare un bel monumento conla trave rimossa dagli occhi dei potenti.

Madre Silvana Bettinelli CanossianaDalle Lettere al Direttore del “Giornale di Brescia”di mercoledì 8/09/2010

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Tra noi

L’impegno come risorsa

Ottobre: mese missionario! E’fondamentale per ogni cristianoriscoprire e vivere la missionarietà nella propria vita, quotidianamente.Annunciare il Vangelo è una realtà seria, che interpella tutti, oggi,ciascuno di noi, ora! Saper ridire ogni giorno con convinzione etestimonianza di vita la verità del Vangelo, che è LIETA NOTIZIA!Avere il coraggio di riprendere questa meravigliosa realtà,quotidianamente dove ci troviamo, poiché per essere missionari nonserve una vocazione in più, ma occorre vivere la propria vocazionecristiana ricevuta nel Battesimo. Se si partecipasse vivamente alla celebrazione eucaristica, si potrebbeaccogliere con impegno anche solo l’invito che il Sacerdote rivolge atutti, e a ciascuno, al termine della Messa: “LA MESSA E’FINITA…ANDATE E PORTATE A TUTTI LA GIOIA DI DIORISORTO”. Si uscirebbe con l’entusiasmo di comunicare in ogni ambiente ilgrande dono ricevuto: l’Amore di Dio, ricco di Misericordia, che offresalvezza! L’impegno come risorsa. A tale proposito è importante averben presente qualche espressione della bellissima Lettera Pastorale perl’anno 2010-2011 “TUTTI SIANO UNA COSA SOLA” (Gv. 17, 21)che il nostro Vescovo Luciano ha offerto alla Chiesa bresciana, quindiad ogni cristiano di ciascuna Comunità parrocchiale della nostraDiocesi, perciò ad ognuno di noi. Nel I capitolo parla del dono dell’Amore e scrive: “C’è una dotazioneillimitata dell’Amore messa da Dio a disposizione dell’uomo perché lavita quotidiana ne sia riempita ed animata”! Il nostro Vescovo ci invitaad una risposta libera e consapevole e scrive: “I cristiani hanno vistol’Amore di Dio nella vita di Gesù… sanno che Dio li ama e cercano divivere l’Amore per l’uomo come risposta stupita e gioiosa all’Amore diDio che li precede”.

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Tra noi

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Da ciò si può cogliere l’impegno come risorsa vitale per se stessi e pergli altri.Non dimentichiamo che Ottobre è pure il mese del Rosario, preghierache può essere riscoperta anche come aiuto a ravvivare una profondadevozione alla Vergine SS. Ritrovarsi come famiglia unita, ad esempio,la sera e pregare insieme almeno qualche Ave Maria può divenire unpiccolo impegno a vantaggio di tutti. Se vogliamo, possiamo provare,con coraggio. Una piccola scelta che può donare gioia e creare unitàfamiliare, proviamoci!

Mariuccia G.

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Voci e suoni di mondo (...canzoni per pensare)

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IO MI FIDO DI TE

Mi fido di te, mi fido di teio mi fido di te,

cosa sei disposto a perdere? ... Dottore che sintomi ha la felicità?

I pensieri che vorrei proporre non hanno un legame con il periodoliturgico, non sono meditazioni che prendono spunto da passi biblici oda riflessioni teologiche.Partono, per così dire, dal basso: dalle voci di quegli uomini e donnedel mondo contemporaneo che comunicano usando uno strumento“1eggero” come quello delle canzonette.Trovo che ascoltando bene queste voci si possono cogliere intuizioni,riflessioni, aspirazioni, messaggi che vale la pena riprendere; a voltedicono più di quel che immaginiamo, certe altre hanno la forza dilasciarci immaginare più di quel che dicono.La musica, col suo messaggio poetico ed universale, è in grado diraggiungere, nel bene e nel male, quasi la totalità della persona: mente,cuore, corpo. E’ un mezzo potentemente espressivo.Ho trovato nei testi e nella musica di alcuni cantautori italiani dei testisorprendenti per acutezza e profondità, riflessioni di persone che sidichiarano frequentemente “non credenti” e che tuttavia esprimonouna grande nostalgia di infinito, di verità.Quello di cui mi occupo adesso non è proprio un esempio di riflessioneprofonda, tuttavia mi permette di prendere in considerazione unargomento di attualità nelle nostre conversazioni.

“MI FIDO DI TE” è il titolo di una canzone di Lorenzo Jovanotti, unsimpatico cantautore stile “rap”, che ha avuto un discreto successo nel2005. La musica è gradevole, il testo della canzone complessivamente

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Voci e suoni di mondo (...canzoni per pensare)

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non ha un ordine, propone suggestioni, immagini, ma senza unapparente legame logico.Ha però un leit motiv interessante e insistentemente ripetuto,un’affermazione che varrebbe la pena prendere in considerazione: MIFIDO DI TE. La ripete più volte, aggiungendo anche un IO mi fido dite, cosa sei disposto a perdere? Jovanotti con il suo messaggio vuoleconfermare il suo atteggiamento tendenzialmente positivo nei riguardidell’altro che ha di fronte a sé.Proviamo a pensare all’effetto che potrebbe fare su ciascuna di noiquesta semplice dichiarazione: MI FIDO DI TE. Non sarebbeconsolante?E se tutte noi nelle nostre relazioni attivassimo questa sanapredisposizione? E se pensassimo qualche volta di più che anche ilSignore Gesù ci dice ogni giorno, più volte al giorno: IO MI FIDO DITE!, anche quando gli altri non ci accordano fiducia?E se anche noi dicessimo al Signore Gesù ogni giorno, più volte al giorno:IO MI FIDO DI TE!, sapendo già del resto cosa Lui è disposto a perdereper aver impegnato tutto e per aver creduto nella dignità della nostrapovera condizione umana segnata dalla fragilità e dal peccato?

Purtroppo la nostra tentazione, è quella di continuare a ripetere aglialtri, lagnosamente: TU NON TI FIDI DI ME.Lo diciamo mentre desideriamo affermare le nostre capacità etroviamo in chi ci sta di fronte delle riserve o delle riflessioni diverseche magari scombinano i nostri progetti. Ripetere questo malsanoritornello (tu non ti fidi di me) è davvero dannoso; c’è sempre nella vitauna qualche occasione per pensarlo, perché l’animo è amareggiato daalcune incomprensioni, ma continuare a ripeterlo, coltivando un certovittimismo, incancrenisce l’esistenza, la rende rancorosa, sospettosa,ripiegata su di sé. Ed in fondo tende sempre ad autogiustificare edassolvere sé stesse, mentre mette in discussione solo gli altri.Alla domanda di Jovanotti “... dottore, che sintomi ha la felicità?...”

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Voci e suoni di mondo (...canzoni per pensare)

possiamo essere certe di una risposta. Uno dei sintomi della felicità èproprio la capacità di coltivare la FIDUCIA di fondo nei confrontidella vita, degli altri, del Signore Gesù.Senza ingenuità però, senza superficialità: la fiducia infatti non ècieca e non esclude la fatica della comprensione. C’è semprequalcosa da mettere in atto su se stesse affinché gli altri sianoagevolati nell’accordarci la loro fiducia. E’ anche per questo che nonmi sembra né banale né coreografica la domanda che ancheJovanotti nella sua canzone rivolge ai suoi interlocutori: CHE COSASEI DISPOSTO A PERDERE?

Giusy P.

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Un po’ di storia

I Moro

Da alcune fonti storiche è emerso che i Moro furono presenti nelterritorio sin dalla fine del XIV sec. Non si sa con esattezza a quandorisalga l’origine di questa nobile famiglia, però esiste già nel 1303, unsegno di presenza e di passaggio di un certo Mauro Moro, morto inquell’anno, costituito da un frammento di pietra con iscrizionesepolcrale cementato nel muro della primitiva casa dei Moro sitadietro il palazzo costruito più tardi. Si afferma che i Moro siano di antichissima stirpe di parte ghibellinae risultano tra i firmatari del patto di unione con Venezia del 1426.La famiglia dei Moro, fin dal principio del XV sec., appartenne allanobiltà bresciana con un Giacomo de Moris. già iscritto agli estimidel 1430. Numerosi sono poi i discendenti di questa nobile famigliala quale era proprietaria dell’ospedale San Martino, prese possesso aBorgo delle Chiaviche dell’antichissima ‘hostaria, concessa per unducato et mezzo” dove fu firmata la pace di Bagnolo nel 1484. 1fratelli Moro, Giovanni e Girolamo, ed altri, a ricordo di tale evento,apposero una lapide e con “Ducale” del 25 settembre dello stessoanno ottennero, dalla Repubblica di Venezia, l’esenzione in perpetuodai gravami sull’osteria stessa. Nel 1611 il Senato di Venezia fece unarevisione sulle esenzioni concesse e riconfermò questoriconoscimento a Benedetto Moro.1 Moro però non solo abitavano a Borgo, ma possedevano una casanella vecchia Cittadella di Brescia, presso la piazzetta San Benedetto,dove risedettero per circa cinquant’anni anni e dove esercitarono, perdue generazioni, le professioni liberali dì notai, giudici e medici. Conoculati matrimoni, si imparentarono poi con le migliori famiglie dellanobiltà bresciana fra le quali i Cazzago ed i Martinengo. Sembra che,oltre all’osteria, i Moro possedessero a Poncarale una filanda nella

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Un po’ di storia

quale si produceva seta assai pregiata e che Giuseppe Zanardelli,allora giovane giornalista, in alcuni suoi articoli, elogiasseparticolarmente la seta da essi prodotta. Un altro personaggio deiMoro da non dimenticare è il nobile dottor Lodovico che, lasciata lacittà nel 1547, venne a Borgo anteponendo alla toga l’aria salubre ele bellezze della nostra campagna. Soddisfatto per il quieto vivere deicampi, con una lettera datata 23 novembre 1547, convinse il suoamico Giovan Battista Avogadro a lasciare la città ed a venire in villaa Borgo Poncarale. Man mano ci avviciniamo al XIX sec.incontriamo l’ultimo ramo dei Moro: il capostipite dell’ultimo ceppoè Camillo, sposato alla nobile Giulia Zanetti dalla quale ebbe ottofigli: Caterina, Camilla, Luigi, Giulio, Emilio, Antonio e Girolamo.Caterina entrò nelle Vergini di Gesù a Castiglione delle Stiviere edinoltre cooperò all’educazione delle nipoti, Maddalena ad ElisabettaGirelli che le erano state affidate dalla sorella Camilla. Camilla infattisposò il nobile Giuseppe Girelli dal quale ebbe sette figli; viventirimasero Maddalena, Elisabetta ed Elena Marietta. Cecilia invecededicò interamente la sua vita alle opere di carità e proprio a lei sideve la fondazione della casa di cura Moro, avvenuta il 13 febbraio1880. Giulio, non sposato, continuò a reggere ed a sovvenzionare lacasa di salute e per questo l’Ateneo di Brescia onorò la famiglia Morocon una medaglia d’oro. Girolamo (1806-187 1), sposato, fu sindacodi Bagnolo Mella dal 1869. Per volontà testamentarie egli volle esseresepolto a Bagnolo Mella invece che nella tomba di famiglia nelcimitero di Brescia. Luigi nacque l’l 1 novembre 1804 e morì allaveneranda età di 93 anni. Fece parte di molte congregazioni religiosee fu per molti anni consigliere del Comune di Brescia. Sposò lacontessa Ippolita ed ebbe un’unica figlia, Giulietta, che venne data inmoglie al conte Luigi Martinengo delle Palle e che, non avendo avutoprole, fu l’ultima discendente e benefattrice dei Moro: con la suamorte si estinse la nobile casata. Le sue ultime volontà furono attuate

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Un po’ di storia

dalla nipote Maddalena alla morte del marito Luigi. Essa lasciò perpoco prezzo l’avito palazzo e parte dei terreni alle suore canossiane.Lo stemma di casa Moro è: ‘d’oro, all’albero di gelso (o moro) alnaturale, fruttato di rosso”.Tratto da: “BORGO DI PONCARALE - Fogli di storia, cultura edarte” di Anna Artioli, Luciano Artioli

Ringraziamo Maria Emma che, navigando in Internet, ha recuperato unapreziosa pagina riguardante gli antenati delle Venerabili Maddalena edElisabetta Girelli.

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Poncarale, Cappella accanto a Palazzo Moro

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Diario di Casa S. Angela

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Diario di Casa S. AngelaAgosto – settembre

L’11 settembre, in concomitanzacon l’apertura dell’anno pastorale,anche noi, nella Cripta diSant’Angela, abbiamo tenuto lanostra assemblea d’inizio d’anno,presenti numerose Sorelle. Lamattina abbiamo ascoltato ladott.ssa Paola Bignardi, che hatrattato il tema “Di Dio nelmondo”.

Dal 12 al 18 settembre si è tenuto,in Casa Sant’Angela, un corsod’Esercizi, al quale hannopartecipato 25 Consorelle, di etàvariabile, ma tutte comprese dellaParola di Dio che dona a tutticonforto nelle necessitàquotidiane.

Sempre in settembre, è statoospitato un gruppo di Orsoline dell’Unione Romana provenienti dallaPolonia e dalla Slovaccha, pellegrine sulle orme di S. Angela.

Alla fine di settembre un gruppo di Terziari Carmelitani ha fatto una“tre giorni” di preghiera e di profondo raccoglimento: solo nel silenziodifatti Dio può operare e manifestare il suo Amore.

Valentina B. e Consorelle

La scala di Casa S. Angela con ilSacro Cuore di recente restaurato.

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Ranghetti MariaNata a Pontoglio il 14-08-1916 Consacrata nel 1941 – Deceduta il 12 settembre 2010

Cara zia,La serenità, l’umiltà e la disponibilità che ti hannoaccompagnato in tutta la vita resteranno sempre un

esempio per noi tutti. Quando ti facevamo visita, avevi sempre una parolae un consiglio per aiutarci ad affrontare i nostri problemi quotidiani. Latua forza e la tua fede saranno sempre esempio per tutti noi. Ciao Zia.

La nipotina Alice

Una donna silenziosa è un dono di Dio; nulla è più prezioso di una donna ben educata.

Grazia su grazia è una donna di cuore puro, e non può valutarsi il pregio di una donna riservata.” (Siracide 26, 14-15)

Questa citazione biblica è l’identikit di Maria, Figlia di Sant’Angela,vissuta per 94 anni in famiglia e nella Parrocchia di Pontoglio: donnariservata, materna, ma sicura e forte nel testimoniare i principi evangelici,attenta alle persone ed alla realtà. Consacrata al Signore in giovane etànella Compagnia, ha speso tutta la vita tra lavoro e l’apostolato,occupandosi del catechismo, della chiesa e dell’oratorio. Non trascuravala visita e l’aiuto agli ammalati, sacrificando la notte, nonostante il lavoroquotidiano, in appoggio alla famiglia. Fu Responsabile per parecchi annidella Compagnia che guidò con saggezza e bontà finché la salute glielopermise. Dalla S. Messa quotidiana, dall’incontro con Gesù Eucaristia,dalla preghiera dialogante con Dio, dalla filiale donazione alla VergineMaria, che l’ha accompagnata nelle braccia del Padre il giorno del suoonomastico, traeva tanta saggezza e forza, che dimostrava nelle variecircostanze della vita. Mentre il nostro grazie, come Consorelle eComunità, unito al suffragio, sale a Dio, invochiamo lo Spirito Santo chesusciti nella Compagnia e nella Parrocchia anime umili ma piene di Amoreper Dio ed i fratelli. Mariarosa P. e Consorelle

Le ricordiamo

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Compagnia di S. Orsola - Figlie di S. Angela

Calendario degli incontri formativi

2010 - 2011

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II

Appuntamenti vari

SABATO 16 OTTOBREassemblea Centro Mericiano

25 - 28 NOVEMBREconvegno internazionale

nel 475.mo di fondazione della Compagnia

26 GENNAIO 2011veglia vocazionale di preghiera

11 MAGGIO 2011incontro delle Compagnie di Brescia - Verona - Mantova

GIORNATE PER LE RESPONSABILI8 gennaio 201119 marzo 2011

GIORNATA DI STUDIO PER TUTTE12 febbraio 2011

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III

Formazione iniziale

Gli incontri per le Figlie in cammino si svolgono in Casa S. Angela il3° lunedì del mese dalle ore 8.30 alle ore 15.30 con la guida della mae-stra di formazione

Le date sono le seguenti:

LUNEDÌ 18 OTTOBRE

LUNEDÌ 20 DICEMBRE

LUNEDÌ 21 FEBBRAIO

LUNEDÌ 21 MARZO

LUNEDÌ 18 APRILE

LUNEDÌ 16 MAGGIO

LUNEDÌ 20 GIUGNO

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IV

Ritiri in casa S. Angela

– Iniziano puntualmente alle ore 8.45 e terminano alle ore 16, dopola celebrazione comunitaria del Vespro.

– Il testo è quello preparato dalla diocesi per la vita consacrata.

Giovedì Domenica

Don Diego Facchetti - Mariuccia Goffi Don Luigi Gregori - Letizia Nodari

7 OTTOBRE 3 OTTOBRE

4 NOVEMBRE 7 NOVEMBRE

2 DICEMBRE 5 DICEMBRE

2 GENNAIO

MERCOLEDI’ 26 GENNAIO

Ritiro plenario - Festa di Sant’Angela

3 MARZO 6 MARZO

7 APRILE 3 APRILE

5 MAGGIO 1 MAGGIO

SABATO 4 GIUGNO

Assemblea di fine Anno Pastorale

7 LUGLIO 3 LUGLIO

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V

Ritiri in zona

Malonno PisogneDon Antonio Leoncelli Don Ermanno Turla/

Incaricate Carla Lazzarini - Incaricata Giulia SalodiniGiulia Salodini

Sabato 6 novembre Martedì 12 ottobreSabato 4 dicembre Mercoledì 10 novembreSabato 5 febbraio Martedì 14 dicembreSabato 5 marzo Martedì 11 gennaioSabato 2 aprile Martedì 8 marzoSabato 7 maggio Martedì 12 aprileMartedì 10 maggio

Marone PontoglioDon Fausto Manenti Don Angelo Mosca

Incaricata Maria Corbelli

Mercoledì 6 ottobre Mercoledì 20 ottobreMercoledì 3 novembre Mercoledì 17 novembreMercoledì 1 dicembre Mercoledì 16 febbraioMercoledì 5 gennaio Mercoledì 16 marzoMercoledì 2 febbraio Mercoledì 20 aprileMercoledì 2 marzo Mercoledì 18 maggioMercoledì 5 aprileMercoledì 3 maggioMercoledì 7 giugno

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VI

Ritiri in zona

Montichiari Chiari

Don Luigi Lussignoli Mons. Rosario Verzeletti

Incaricate Incaricata

Gabriella Bianchetti-Letizia Nodari Emilia Ravizza

Lunedì 18 ottobre Sabato 9 ottobre

Lunedì 8 novembre Sabato 13 novembre

Lunedì 13 dicembre Sabato 11 dicembre

Lunedì 14 febbraio Sabato 12 febbraio

Lunedì 14 marzo Sabato 12 marzo

Lunedì 11 aprile Sabato 9 aprile

Lunedì 9 maggio Sabato 14 maggio

Anfo

Don Bruno Codenotti

Incaricata Giulia Salodini

Giovedì 21 ottobre Giovedì 17 febbraio

Giovedì 18 novembre Giovedì 17 marzo

Giovedì 16 dicembre Giovedì 19 maggio

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VII

Corsi di esercizi spirituali

Iniziano il sabato alle ore 18.30 con la celebrazione del Vespro eterminano il sabato successivo alle ore 9.30.Si raccomanda di: • prenotarsi, presso casa S. Angela, almeno 20 giorni prima

dell’inizio corso;• partecipare al corso completo, che comprende la giornata di

fraternità;• portare con sé la Regola e il breviario.• il tema dei corsi sarà: “Di Dio nel mondo, testimoni dell’originalità

cristiana”.

n. data sede predicatore

1 28 maggio - 4 giugno Casa S. Angela Mons. Cesare Polvara

2 10 - 17 settembre Casa S. Angela Padre Marcello, omi

3 15 - 22 ottobre Casa S. Angela Mons. Alfredo Scaratti

N.B.: Per il corso estivo suggeriamo: Eremo di Montecastello, 1-10Agosto 2011, Lectio Divina: Atti degli Apostoli. Detta don DinoCapra, ed è progremmato per anime consacrate.

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VIII

Incontri dei gruppi locali

In quest’anno pastorale il Consiglio di Compagnia, per favorire l’unitàdi tutti i gruppi sparsi in diocesi, ha deciso di valorizzare, anche per lecongregazioni, i temi dei ritiri spirituali riportati nel libro “Nellacomunità, grembo di tutte le vocazioni, pastori secondo il cuore di Dio”:testo preparato dalla diocesi e adottato dalla Compagnia e lacomparazione con gli scritti di S. Angela. A ognuna, insieme al propriogruppo, spetterà farne la concretizzazione e l’applicazione pratica.Buon lavoro!

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Indice

Indice

La parola del Superiore (S. Ecc. Mons. Vigilio Mario Olmi)Concordi ed unite insieme pag. 3

La parola della Superiora (Maria Teresa Pezzotti)E’ iniziato un nuovo anno pag. 7

LiturgiaLa Dedicazione di una chiesa(Mons. Federico Pellegrini) pag. 10Valori da coltivare pag. 14

Alle sorelle ammalate (Enrica Lamberti) pag. 15

ApprofondimentiSpiritualità (Giuseppina Zogno) pag. 17

Inserto incontri formativi 2010-2011 al centro rivista

AttualitàL’Italia perde la testa (Franco Frassine) pag. 20

Preghiera pag. 23

Missioni ad extra pag. 24

CronacaPagliuzza e Trave (Madre Silvana Bettinelli Canossiana) pag. 30

Tra noi pag. 31

Voci e suoni di mondo (...canzoni per pensare) pag. 33

Un po’ di storia pag. 36

Diario di Casa S. Angela pag. 39

Le ricordiamo pag. 40

Page 51: La Voce della Compagnia di Brescia n. 5/2010

LA VOCEDELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA • BRESCIA

SETTEMBRE • OTTOBRE 2010

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