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© 2011 Cisco and/or its affiliates. All rights reserved. ©2011 Stefano Pilla All rights reserved Laboratorio di configurazione e gestione di reti locali 20th March 2012 Cisco Academy Instructor (CCAI) [email protected] Stefano Pilla

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Laboratorio di configurazione e gestione di reti locali

20th March 2012

Cisco Academy Instructor (CCAI)[email protected]

Stefano Pilla

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ArgomentiNetworking e i suoi benefici

Modello ISO/OSI

Tipologie di rete e protocolli di comunicazione

Broadcast domain/Collision Domain

Differenze tra Hubs and Switches

Access/Distribution/Core Layer

Reti Ethernet

Cisco IOS

VLANs

InterVLAN Routing

Laboratorio

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Networking: Client e Server

Tutti i computer connessi ad una rete e capaci di comunicare attraverso la rete

stessa vengono definiti host. Il software installato sugli host definisce il loro

ruolo, nel senso che un host può agire da client, da server o da entrambi.

I server sono host con software installato che permette loro di fornire servizi

(ad esempio servizi web o di posta) agli altri host della rete; ogni servizio

richiede che sia installato un server software separato.

I client sono host il cui software consente loro di richiedere informazioni ai

server e di visualizzare le informazioni ottenute (ad esempio un browser è un

software client)

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Networking: Le reti P2P

Le reti peer-to-peer (P2P) sono quelle reti in cui gli host hanno simultaneamente

il ruolo di client e server, situazione tipica di una rete di due soli computer. Reti

peer-to-peer più grandi si possono realizzare connettendo i computer mediante

un hub o uno switch. Al crescere del numero di host, le performance degradano a

causa del fatto che ogni host agisce sia da server sia da client.

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Protocolli di comunicazione

Tutte le comunicazioni iniziano con un messaggio che deve essere inviato da un

individuo (o dispositivo) ad un altro. I metodi con cui i messaggi vengono inviati

cambiano nel tempo al progredire della tecnologia

Tutti i metodi di comunicazione hanno in comune tre elementi: la sorgente, il

ricevente ed il canale (il percorso dei messaggi dalla sorgente al ricevente)

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Protocolli di comunicazione

In qualsiasi comunicazione (tra umani o computer) devono esserci delle regole

perchè il messaggio sia ricevuto e compreso con successo

I protocolli definiscono in dettaglio le regole con cui il messaggio deve essere

trasmesso e consegnato. I protocolli per la comunicazione tra dispositivi si basano

su molti concetti che rendono affidabile e comprensibile la comunicazione tra

esseri umani

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Protocolli di comunicazione: Encoding

Nella comunicazione umana la codifica delle informazioni avviene tutte le volte

che qualcuno esprime ad un altro i propri pensieri attraverso parole e gesti. Il

ricevente deve poi decodificare per interpretare e comprendere il pensiero

dell’altro.

Nella comunicazione tra computer ogni messaggio viene prima convertito in

bit e poi codificato con impulsi elettrici, luminosi, onde e.m. a seconda del

mezzo trasmissivo. Il messaggio codificato viene inviato all’host ricevente, che

dovrà decodificarlo per poterlo “interpretare” e “comprendere”.

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Protocolli di comunicazione - Encapsulation

Ogni messaggio spedito da sorgente a destinazione viene costruito secondo

uno specifico formato che dipende dal tipo di messaggio e dal canale usato

Quando si scrive una lettera, il messaggio ha una certa struttura (intestazione,

saluto, corpo del messaggio). Inoltre viene “incapsulato” in una busta che

contiene altre informazioni (indirizzo del mittente e del destinatario)

Allo stesso modo ogni messaggio tra computer viene incapsulato in uno

specifico formato, detto frame, pacchetto, prima di essere spedito sulla rete. Il

frame “avvolge” il messaggio e contiene gli indirizzi dell’host sorgente e di

quello di destinazione.

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Protocolli di comunicazione - Timing

Un altro fattore importante, di cui i protocolli tengono conto, è il timing (la temporizzazione, la gestione del tempo) che si divide in:

Metodo di accesso: perché un messaggio sia ricevuto e compreso si può parlare quando nessun altro parla. Se due persone parlano

contemporaneamente si ha una collisione tra messaggi. Allo stesso modo, gli host sulla rete necessitano di un metodo di accesso per sapere quando

trasmettere.

Controllo di flusso: se una persona parla troppo velocemente, l’altra potrebbe non capire. Gli host negoziano la velocità adeguata attraverso il controllo di flusso.

Timeout della risposta: se non si ottiene risposta ad una domanda in un tempo ragionevole, la domanda viene ripetuta. Gli host hanno regole che stabiliscono

quale azione intraprendere alla scadenza del timeout.

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Protocolli di comunicazione

Così come accade per gli esseri umani, anche nel caso degli host esistono delle

circostanze in cui la comunicazione è “da uno a uno”, altre in cui è “da uno a

molti”. Pertanto i vari tipi di messaggi vengono classificati come:

Unicast: un solo destinatario

Multicast: più di un destinatario, all’interno di un gruppo (ma non tutti)

Broadcast: tutti gli appartenenti ad un gruppo

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Protocolli di comunicazione

Se all’interno di una stessa stanza, delle persone usassero ognuna una lingua

differente questi potrebbero non capirsi

Gli host in una rete locale devono condividere uno stesso protocollo perchè la

comunicazione abbia successo

Il protocollo maggiormente utilizzato nelle reti locali è Ethernet. Il protocollo

Ethernet definisce molti aspetti della comunicazione su rete locale, tra cui: formato

e dimensioni del messaggio, timing e codifica.

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Modello a strati (o a livelli)

Perchè la comunicazione tra due host possa avere successo diversi protocolli

devono interagire. Questi protocolli sono implementati nel software e/o

nell’hardware degli host e dei dispositivi di rete. L’interazione tra i protocolli può

essere rappresentata mediante una pila (o stack), una struttura gerarchica in cui i

protocolli dei livelli superiori dipendono dai servizi offerti dai protocolli dei livelli

inferiori. A questa pila ci si riferisce con il nome di suite (o pila) TCP/IP. I protocolli dei

livelli più bassi gestiscono lo spostamento dei dati sulla rete e forniscono servizi ai

livelli superiori. I livelli più alti si riferiscono al contenuto informativo dei messaggi inviati

e all’interfaccia verso l’utente.

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Modello a strati (o a livelli) - FunzionamentoQuando un host invia messaggi, lo stack dei protocolli opera dall’alto verso il

basso. Ciò corrisponde ad un processo di incapsulamento.Consideriamo un web server che invia una pagina web ad un client. Il codice HTML

ed il protocollo HTTP vengono suddivisi in segmenti dal protocollo TCP, che successivamente aggiunge un’intestazione con le porte sorgente e destinazione. I

segmenti TCP vengono passati al livello inferiore che li incapsula in pacchetti IP, con un’intestazione che contiene indirizzi IP sorgente e destinazione. I pacchetti IP

vengono inviati al livello sottostante che li incapsula in un frame Ethernet, con un header che contiene MAC sorgente e destinazione, ed un trailer che contiene

codice di controllo per eventuali errori. Infine i bit sono codificati dalla NIC in segnali la cui natura dipende dal mezzo fisico e dalla tecnologia.

Quando i messaggi sono ricevuti, lo stack opera dal basso verso l’alto. Ciò corrisponde ad un meccanismo di de-incapsulamento. La NIC decodifica i bit e

se riconosce il MAC di destinazione coincidente con il proprio, passa il frame al livello Ethernet che rimuove header e trailer. Il livello internet rimuove l’header IP. Il

livello trasporto rimuove l’header TCP e riassembla i segmenti. Infine i dati sono passati al livello applicazione, dove il browser mostra la pagina web ricevuta.

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Pila ISO/OSI

Il modello OSI (Open Systems Interconnection) fu creato nel 1984 dall’ente di

standardizzazione ISO. È stato creato come un’architettura che gli sviluppatori

dovrebbero seguire nel progettare i protocolli di rete. Il modello OSI contiene tutte

le funzioni (o task) associate alla comunicazione tra reti, non solo quelle relative al

TCP/IP.

Avendo sette livelli, i task sono organizzati in maniera più specifica, nel senso che

con questo modello si è cercato di individuare le funzioni veramente essenziali e

di separarle in livelli diversi (cosa che non sempre succede con il TCP/IP)

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Pila ISO/OSI

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Comunicazione in una rete locale Ethernet

Quando le reti iniziarono a svilupparsi, c’erano molti protocolli proprietari,

cosa che impediva a prodotti di marche diverse di interoperare. Ci si

accorse ben presto che la standardizzazione portava ad una più facile

progettazione dei dispostivi e ad una effettiva interoperabilità tra

dispositivi di produttori diversi. Negli anni Ethernet si è imposto come lo

standard de facto per le reti locali. Fin dalla nascita nel 1973 ed

attraverso le successive standardizzazioni (1980 DIX, 1983 IEEE 802.3...)

la tecnologia si è evoluta verso forme più veloci e flessibili. I primi standard

(10BASE-T) operavano a 10Mbps. Oggi Ethernet opera a 10Gbps

(GigaEthernet)

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Reti Ethernet - Il MAC Address

Ogni scheda di rete Ethernet ha un indirizzo fisico (MAC Address) che le viene

assegnato quando viene prodotta

L’indirizzo fisico serve ad individuare un host nella rete

Quando un host comunica su una rete Ethernet, invia frame che contengono il

suo MAC address (che identifica la sorgente) ed il MAC address dell’host di

destinazione. Ogni host che riceve il frame lo decodifica e ne legge il MAC

destinazione: se coincide con il proprio MAC address processa il messaggio; se

non coincide lo ignora.

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Reti Ethernet - Protocol Data Unit (PDU)

Il protocollo Ethernet definisce molti aspetti della comunicazione: formato e

dimensioni del frame, timing e codifica. Quando dei messaggi vengono inviati

su una rete Ethernet, gli host li formattano in una struttura di frame che è

definita dagli standard. I frame vengono anche chiamati PDU (Protocol Data

Unit).

Il protocollo definisce inoltre: le dimensioni massime (1518 byte) e minime

(64 byte) del frame; la codifica dei bit come segnali fisici sul canale (cavi in

rame, fibra...)

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Reti Ethernet - Livelli Gerarchici

Le reti Ethernet di grandi dimensioni sono inefficienti a causa dei broadcast generati dalla tecnologia Ethernet stessa e dalla difficoltà a localizzare un host in

base al solo MAC Address (l’indirizzo fisico identifica una NIC, ma non permette di localizzare né l’host che la possiede all’interno di une rete, né la

rete stessa)

In base a queste difficoltà sarebbe impensabile realizzare Internet come una gigantesca rete Ethernet. L’approccio gerarchico raggruppa gli host in più reti

locali, organizzate a livelli. Il traffico passa in un altro livello solo quando deve raggiungere una rete locale diversa da quella di origine

Il design gerarchico ha tre livelli base:

Access layer: connette dispositivi in rete locale Distribution layer: connette più reti locali (Access Layer)

Core layer: connette I dispositivi del distribution layer

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Reti Ethernet - Indirizzi IPIl MAC Address è fisicamente assegnato alla NIC degli host e non cambia,

dovunque l’host si trovi nella rete. L’indirizzo IP viene detto indirizzo logico

perchè è assegnato logicamente in base a dove un host si trova (rete di

appartenenza).

Viene assegnato da un amministratore di rete ed è costituito da due parti. Una

prima parte dell’indirizzo identifica la rete locale di appartenenza, la seconda

parte individua uno specifico host.

Gli indirizzi MAC ed IP possono essere paragonati rispettivamente al nome ed

all’indirizzo di una persona.

E’ chiaro che entrambi sono necessari perché i computer possano comunicare su

una rete gerarchica.

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L’avvio di un router Cisco - Stage 1La fase di avvio di un Router Cisco è composta principalmente da 3 Stages:

1) Fare un Power-on Self Test e avviare il programma di bootstrap

Il Post è quel processo che avviene su tutti i Pc quando si avviano. Il POST

viene utilizzato per testare l’hardware. Dopo il POST il programma di

bootstrap viene avviato.

2) Localizzare e avviare il Cisco IOS Software

Dove cercarli?

In una Flash memory, un TFTP Server o quasiasi altra posto indicato nel file di

configurazione d’avvio. Di default l’avvio avviene dalla memoria flash.

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L’avvio di un router Cisco - Stage 3

3) Localizzare e eseguire la “startup-config” o entrare in “Setup Mode”

Dopo aver avviato e caricato l’IOS il bootstrap software cerca la startup-

config nella NVRAM. Questo file contiene la configurazione salvata, inclusi gli

indirizzi delle interfacce, le informazioni di routing, password, etc... Se il file di

configurazione non viene trovato, il router entra in una modalità in cui è

possibile riconfigurarlo da zero. Se la startup-config viene trovata, viene

copiata nella RAM e il prompt con l’hostname viene visualizzato. Il prompt

indica che è tutto andato a buon fine!

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Running/Startup Config

Per evitare la perdita di dati è importantissimo conoscere la differenza tra

Running-Config e Startup-Config.

La Startup Config è quel file di configurazione che configura il router ogni

volta che si avvia. Questo file è memorizzato in una NVRAM (Non-Volatile

RAM), questo significa che resta in memoria anche quando il Router viene

spento. Quando un Router viene avviato, l’IOS viene caricato in RAM. Lo step

successivo è quello di copiare la startup-config dalla NVRAM nella RAM.

Quando il file viene copiato diventa la “Running-config”

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Running/Startup Config

La running-config fa riferimento all’attuale configurazione presente in RAM. Il file contiene tutti i comandi utilizzati per determinare come il dispositivo deve

funzionare sulla rete.

La running-config è memorizzata nella RAM. I cambiamenti a questa possono essere solo fatti quando il file si trova nella RAM. Quando il device viene spento, la running config viene persa. Per non perdere anche i cambiamenti effettuati e per renderli “permanenti” bisogna memorizzarli nella “startup-config” con il comando

copy running-config startup-config (copy run start)

ATTENZIONE! La running config NON viene automaticamente salvata dopo un tot di secondi!

Quando viene utilizzata l’SDM, c’è un opzione per salvare la running-config nella startup-config.

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Out-of-band Management

Richiede che un computer (dotato di emulatore di terminale) sia connesso alla

porta console o alla porta AUX del dispositivo.

Questo tipo di connessione è adatta nei casi in cui le interfacce di rete non

sono ancora attive, come nella prima configurazione, o quando la connettività

di rete mostra problemi e non vi sono altri modi di raggiungere il dispositivo.

Sfrutta collegamenti di rete (sia LAN sia WAN) e necessita che almeno una

interfaccia di rete sia attiva e propriamente configurata. Due protocolli TCP/IP

possono essere usati allo scopo: HTTP (con uso del browser) e Telnet (con

un telnet client)

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Configurazione tramite CLILa Cisco IOS CLI offre due livelli di accesso all’interfaccia di configurazione:

user EXEC (Router>) e privileged EXEC (Router#).

Il primo è quello in cui si trova per default un dispositivo appena viene acceso. In questa modalità si accede ad informazioni base ed a strumenti di

troubleshooting come il ping.

Alla modalità privilegiata si passa con il comando enable. In questa modalità è possibile impartire i comandi che possono modificare l’operatività del

dispositivo. Entrambi i livelli di accesso possono essere protetti con una password.

Per impartire comandi di configurazione è necessario entrare in modalità di configurazione, tramite il comando configure terminal. Comandi successivi possono far passare a modalità di configurazione più specifiche, ad esempio

quella di configurazione delle interfacce o quella di configurazione dei protocolli di routing.

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Configurazione tramite CLI

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Livelli di configurazione

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Question Mark (?) ..help!

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Invalid Input (^) - Incomplete Command

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History command

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Access Layer - Hub e Switch

L’Access layer fornisce un punto di connessione alla rete per i dispositivi dell’utente finale. È la porzione della rete in cui si ottiene l’accesso ad altri host ed

a file e stampanti condivise. Questo livello è costituito dagli host e dai dispositivi di rete (hub e switch) ai quali gli host sono connessi.

Diversamente da una semplice rete costituita da due computer, nell’access layer si deve usare un dispositivo per interconnettere gli host.

Ogni host può essere collegato ad un dispositivo di rete tramite un cavo, che soddisfa i requisiti degli standard Ethernet.

Ogni cavo è una connessione point-to-point inserito in una NIC da un lato e in una porta di uno dei dispositivi dall’altro.

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Access Layer - HubHa più porte per connettere gli host alla rete. Non avendo l’elettronica necessaria a

decodificare il messaggio, si limita a ripetere e rigenerare il segnale ricevuto da una

porta su tutte le altre porte.

È un dispositivo a banda condivisa perchè tutte le sue porte costituiscono un unico

canale. Se due o più host tentano di spedire messaggi contemporaneamente, si verifica

una collisione e i messaggi vengono corrotti. La zona della rete dove un host può

essere raggiunto da un messaggio corrotto viene detta dominio di collisione.

Quando gli host rilevano una collisione, aspettano per un breve intervallo di tempo, poi

provano a ritrasmettere (CSMA/CD). All’aumentare del numero di host, aumentano le

probabilità di collisione, quindi è necessario limitare le dimensioni dei domini di

collisione.

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Access Layer - SwitchCome un hub, collega più host alla rete. Diversamente da un hub, spedisce un

messaggio allo specifico host di destinazione, potendo leggere il MAC di destinazione all’interno dei frame.

La tabella dei MAC Address (MAC o CAM Table) associa le porte attive dello switch ai MAC address degli host collegati. Quando un frame arriva su una porta

dello switch, esso controlla se il MAC address di destinazione è associato ad una porta. Se sì, lo switch crea un circuito temporaneo tra la porta sorgente e la porta

di destinazione. Ogni circuito è un canale separato, che ha tutta la banda disponibile a disposizione ed è libero da collisioni. Ciò permette a più host di

spedire messaggi contemporaneamente, senza che avvengano collisioni.

E se il MAC address di destinazione non è presente nella MAC Table?

Lo switch fa flooding, ossia invia il frame ricevuto su tutte le altre porte. Tutti gli host confrontano il MAC destinazione con il proprio indirizzo fisico, ma solo la corretta destinazione processa il messaggio (ed eventualmente risponde alla sorgente)

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Access Layer - Hub collegato allo Switch

Lo switch costruisce un’entry nella MAC Table leggendo il MAC address sorgente in

un frame ed associandolo alla porta su cui il frame è stato ricevuto.

Quando un hub è connesso alla porta di uno switch, questo associa alla porta tutti i

MAC degli host collegati all’hub. Se un host connesso all’hub invia un messaggio

ad un altro host connesso all’hub, il messaggio arriva anche alla porta dello switch,

che però scarta. Tra gli host connessi all’hub sono possibili collisioni. Anche i risultati

delle collisioni che giungono sulla porta dello switch non vengono da questo

inoltrati

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Access Layer - Comunicazioni BroadcastSulle reti locali può essere spesso necessario che un host possa inviare

messaggi a tutti gli altri host contemporaneamente (es. flooding). Siccome un

frame può contenere un solo MAC di destinazione, si è posta la convenzione che il

MAC di destinazione di un frame spedito in broadcast è costituito da 48 bit posti ad

1. In esadecimale corrisponde a FFFF.FFFF.FFFF.

Hub e switch spediscono i messaggi in broadcast a tutti gli host in una rete locale.

Per questa ragione, una rete locale viene detta dominio di broadcast. Se molti host

sono collegati ad una rete locale, può verificarsi un eccessivo traffico broadcast

che decrementa le prestazioni della rete. Pertanto può essere necessario dividere

una rete locale in più reti locali, aumentando il numero dei domini di broadcast, ma

diminuendo le dimensioni di ciascun dominio.

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Distribution Layer - I routerQuando le dimensioni di una rete locale aumentano, è bene dividerla in più reti di tipo Access layer. Il Distribution layer connette queste reti indipendenti e

controlla il traffico che passa da una all’altra. I dispositivi del DL sono (principalmente) router. I router interconnettono reti, non singoli host.

I router del Distribution layer possono:

Contenere i broadcast nelle reti locali dove è necessario che tali broadcast vengano ricevuti

Proteggere specifici gruppi di computer e nascondere al mondo esterno i loro indirizzi interni per prevenire attacchi

Collegare location separate geograficamente di una stessa organizzazione

Raggruppare host su base logica, ad esempio l’appartenenza ad uno stesso dipartimento e la necessità di accedere a risorse comuni

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Distribution Layer - Encapsulation (MAC+IP)

I router sono dispositivi di rete che connettono tra loro reti locali e remote.

Diversamente dagli switch che decodificano i frame per poterne leggere i MAC Address, i router decodificano il pacchetto incapsulato nel frame. Il pacchetto

contiene gli indirizzi IP degli host sorgente e destinazione, oltre ai dati tra essi scambiati. Ogni NIC del router è connessa ad una differente rete locale. Ogni

router conserva una tabella (detta “di routing”) delle reti locali connesse e delle

rotte per raggiungere reti remote. Quando un frame giunge al router, esso estrae il pacchetto contenuto e ne legge le informazioni IP. Se la rete di destinazione

coincide con una delle reti presenti nella tabella di routing, il router costruisce un

nuovo frame incapsulando il pacchetto, poi instrada il nuovo frame sull’interfaccia corrispondente nella tabella di routing alla rete di destinazione. Questa operazione

prende il nome di routing. Il router non instrada messaggi indirizzati con il

broadcast fisico FFFF.FFFF.FFFF, pertanto tali broadcast non si propagano da

una rete locale all’altra (Segmentazione della rete).

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Distribution Layer - Default Gateway

Il metodo usato da un host per inviare messaggi su una rete locale differisce da quello

usato per inviarli su un’altra rete.

Quando un host invia un messaggio ad un altro host in una rete diversa dalla propria,

deve usare un router. L’indirizzo IP di destinazione sarà quello dell’host remoto,

mentre il MAC address di destinazione sarà quello del router, in modo che il frame

possa essere consegnato al router che provvederà ad instradare il pacchetto in esso

contenuto. Il default gateway di un host è l’IP dell’interfaccia del router connessa

alla stessa rete locale dell’host. Gli host conoscono l’IP del default gateway dalle

impostazioni TCP/IP. Il MAC address del default gateway può essere ricavato tramite

una richiesta ARP (Address Resolution Protocol).

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Distribution Layer - Tabelle di routing e ARPI router muovono dati tra reti locali e remote. Per svolgere questo compito usano

sia la tabella di routing sia la tabella ARP

Le tabelle di routing non contengono indirizzi di host specifici, bensì gli indirizzi di reti (locali o remote) ed i percorsi per raggiungerle, ossia le interfacce da

usare per instradare i pacchetti ad esse destinati.

Per evitare che pacchetti destinati a reti ignote vengano eliminati, gli amministratori di rete configurano una default route, ossia un’interfaccia sulla

quale instradare tutti i pacchetti diretti a reti non note. Generalmente la default route connette ad un altro router che può instradare i pacchetti verso la rete di

destinazione

I router mantengono tabelle ARP per ogni rete alla quale sono connessi. In questo modo, dopo aver determinato l’interfaccia di uscita, costruiscono il frame che ha come MAC di destinazione o quello dell’host di destinazione (nel caso la

rete da raggiungere sia direttamente connessa) o quello di una altro router posto sul cammino per raggiungere la rete (non direttamente connessa)

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Distribution Layer - Local Area Network?

Agli inizi del networking il termine LAN (Local Area Network) indicava una piccola

rete che si estendeva su una singola locazione fisica. Oggi il termine si è evoluto e

comprende anche reti costituite da centinaia o migliaia di host.

Il concetto chiave è che con il temine LAN ci si riferisce o ad una singola rete

locale o a più reti locali interconnesse poste sotto un unico controllo

amministrativo.

Le LAN utilizzano soprattutto protocolli Ethernet e wireless, caratterizzati da alti bit

rate.

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In una Switched Network, le Virtual LAN (VLAN), vengono create per contenere i

domini di broadcast e gruppi di host.

Una VLAN è un dominio di broadcast che separa logicamente un unico dominio di

broadcast in più sottodomini di broadcast. Questo permette agli amministratori di rete

di raggruppare gli utenti non solo in base alla locazione fisica!

Virtual LAN (VLAN)

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Virtual LAN (VLAN)Ogni VLAN deve essere considerata come una LAN separata. Le principali

funzioni di una VLAN sono:

Contenere i domini di broadcastRaggruppare i dispositivi in base alla loro locazione logica.

Per il passaggio da una VLAN ad un altra è necessario quindi un dispositivo di Layer 3 (come avviene per le normali LAN che abbiamo conosciuto fino ad ora)

Per il raggruppamento logico vengono spesso utilizzati: MAC Address, IP Address o le varie applicazioni applicazioni.

Esistono due metodi di assegnazione ad una VLAN:

Metodo Statico (Port-based VLAN)Metodo Dinamico (VLAN Membership Policy Server - VMPS)

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Management VLAN

Il massimo numero di VLAN è limitato dal tipo di switch e dall’IOS (da 1000 a più di

4000). Di Default però la VLAN 1 è la Management VLAN.

Un amministrator può utilizzare l’indirizzo della vlan di management per poter

configurare gli apparati (vi ricorda qualcosa l’ip sulla vlan 1?)

Inoltre la Management VLAN può essere utilizzata per scambiare informazioni di controllo (Duplex Mismatch, Speed Mismatch)

Quando una VLAN viene creata, bisogna assegnarli un numero e un nome. Il nome non è obbligatorio ma è una Best Practices.

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VLAN CommandsPer creare una VLAN basta utilizzare i seguenti comandi:

Switch(config)#vlan vlan_numberSwitch(config-vlan)#name vlan_name

Switch(config-vlan)#exit

Per assegnare una porta ad una VLAN si utilizzano i seguenti comandi (di default tutte le porte appartengono alla VLAN 1)

Switch(config)#interface fa<slot_number>/<port_number>Switch(config-if)#switchport access vlan vlan_number

Per assegnare un range di porte ad una VLAN si utilizza il seguente comando:

Switch(config)#interface range fa<slot_number>/start_of_range - end_of_rangeSwitch(config-if)#switchport access vlan vlan_number

Per eliminare una VLAN o per disassociare una porta utilizzare gli stessi comandi preceduti dalla keyword: “no”

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VLAN PortsLe porte devono possono essere configurate principalmente in 2 modalità:

Access Port: Una porta di Access può appartenere ad una sola VLAN. Tipicamente

a queste porte sono collegati gli host. Se è collegato un Hub ad una porta di Access

tutti i PC collegati all’Hub apparterranno alla stessa VLAN.

Trunk Port: Una porta in Trunk è una connessione punto-punto tra due switch e/o

un altro apparato di networking (es. Router). I Trunk possono “far passare” più VLAN su un singolo link e permettono alle VLAN di essere raggiunte

attraverso l’intera rete. L’IEEE 802.1Q è lo standard approvato per il frame tagging. Cisco ha sviluppato un

protocollo proprietario chiamato ISL (Inter-Switch Link). La maggior parte degli

switch di fascia bassa non supportano l’ISL ma solo il dot1q.

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Trunk EncapsulationTutte le porte degli switch di default sono in Access mode. Per configurare una porta

in Trunk mode bisogna utilizzare i seguenti comandi:

Switch(config)#interface fa<slot_number>/port_numberSwitch(config-if)#switchport mode trunk

Switch(config-if)#switchport trunk encapsulation {dot1q | isl | negotiate}

La keyword “negotiate” è valida solo per gli switch di fascia alta e permette di negoziare il protocollo da utilizzare. Se un Trunk deve essere creato, questo può

essere anche “negoziato” in modo automatico utilizzando il comando:

Switch(config-if)#switchport mode dynamic {desirable | auto}

Desiderable: il trunk viene stabilito solo se l’altro switch è configurato con auto, desiderable o trunk.

Auto: il trunk viene stabilito solo se l’altro switch è configurato con desiderable o trunk

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VLAN NativaI trunk abilitano il traffico tra gli switches utilizzando una singola porta. Un Trunk

configurato con dot1q da entrambi i lati, aggiunge ai frames un tag aggiuntivo di 4bytes.

Un determinato tipo di traffico che passa su un link 802.1Q senza VLAN IDè chiamato “untagged”. Un esempio di traffico “untagged” è ad esempio il Cisco

Discovery Protocol (CDP), VTP (VLAN Trunking Protocol), etc...

Per permettere questo “passaggio” c’è la necessità di stabilire una VLAN Nativa (in

cui in traffico non viene taggato). Questo è possibile attraverso il comando:

Switch(config-if)#dot1q native vlan vlan-id

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Inter-VLAN RoutingCome detto in precedenza, due dispositivi possono comunicare solo se

appartengono alla stessa VLAN. Due dispositivi su VLAN differenti hanno bisogno di

un dispositivo a Layer 3 per potersi scambiare informazioni. Quindi un Router

dovrebbe avere un’interfaccia dedicata per ogni VLAN!!!!

Un altro metodo per poter far comunicare dispositivi su VLAN differenti è quello delle “SubInterfaces” con l’Inter-VLAN Routing

Questa feature divide logicamente una interfaccia fisica in più interfacce logiche, una per ogni VLAN. Per supportare le comunicazioni Inter-VLAN le sottointerfacce

richiedono una particolare configurazione:

1) Devono appartenere alla stessa VLAN dei dispositivi che devono comunicare.2) Il Link deve essere un Trunk

Una sottointerfaccia permette quindi ad ogni VLAN di avere un proprio “Default Gateway” (raggiungibile a Layer 2).

Questa configurazione è in genere chiamata “Router-on-a-stick”

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Configurare le SubInterfaces

Dopo aver configurato la porta dello switch in Trunk dot1q basta procedere alla seguente configurazione:

Router(config)#interface fa0/0Router(config-if)#no ip addressRouter(config-if)#no shutdown

Router(config)#interface fa0/0.10Router(config-subif)#encapsulation dot1q 10

Router(config-subif)#ip address 192.168.10.1 255.255.255.0

Per ogni interfaccia, prima di inserire l’indirizzo ip, va inserito il comando

encapsulation dot1q <vlan_id>

per indicare a quale VLAN quella sottointerfaccia appartiene.

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