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IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY DAL 5 AL 18 DICEMBRE PAG.3 CEO E CIO: PARLANO I LEADER/7 L’Intervista CLAUDIO SORDI. Presidente di Tsf, Telesistemi Ferroviari, l’outsourcer informatico di Ferrovie dello Stato. [email protected] Nel prossimo numero il colloquio con Vito Gamberale, A.d. di Autostrade. Nei numeri precedenti le interviste a Catania, Tronchetti Provera, Profumo, Scaglia, Bernabè e Sarmi. CINEMA & TELEFONIA INCONTRO O SCONTRO? Corriere delle Comunicazioni e Primissima Trade PRESENTANO I NTERVENGONO I RAPPRESENTANTI DEL MONDO DEL CINEMA, DELLE TLC E DELLʼICT, DELLE ISTITUZIONI CASA DEL CINEMA ROMA MARTEDÌ 20 DICEMBRE ORE 9 «Il CIO, agente chiave del cambiamento» Claudio Sordi Per Samy Gattegno, A.d. di Alcatel, va superato il ruolo funzionale attribuitogli in passato Oggi deve svolgere un compito organizzativo più ampio avvicinandosi al vertice aziendale Il colloquio con Samy Gattegno, am- ministratore delegato di Alcatel Italia, prosegue la nostra inchiesta sui rapporti che, all’interno delle grandi aziende, intercorrono, o dovrebbero intercorrere, tra i responsabili del business e i respon- sabili dei sistemi informativi. Quali sono le sue riflessioni sull’IT? L’importanza dell’IT è legata alle aspettative di miglioramento continuo dell’efficienza dell’azienda e di ridu- zione dei costi. Siamo in una società molto competitiva dove c’è una guerra sui prezzi, sui prodotti e sul timing delle soluzioni: in questo scenario i sistemi informativi devono aiutarci a migliorare le performance e a superare i nostri con- correnti. Sono quindi da considerarsi una leva per aumentare il livello di competiti- vità sul mercato. Per una multinazionale come Alcatel che ha sedi un po’ dappertutto è molto importate, solo per fare un esempio, sa- pere dov’è la merce in qualsiasi momen- to in giro per il mondo, che cosa stiamo facendo, quali sono le best practices. Se per esempio i miei amici belgi riescono a trovare una best practice noi non solo siamo in grado di saperlo perché c’è un interscambio continuo di dati e infor- mazioni e una condivisione di opinioni, ma siamo anche in grado di applicarla avendo puntato sulla omogeneizzazione e standardizzazione delle soluzioni e dei processi a livello europeo e in alcuni casi anche a livello mondiale. Stiamo realiz- zando e implementando nuove soluzioni IT in perfetta sintonia con le scelte stra- tegiche aziendali. Un esempio: siamo in grado di programmare le fabbriche secondo la domanda del cliente, indi- pendentemente da dove sono dislocati i mercati e le fabbriche stesse. Come funziona il dialogo tra lei e il responsabile dei sistemi informativi? Io ho le porte aperte per tutti i dirigenti del gruppo compreso l’IT. L’obiettivo principale per il responsabile dei sistemi informativi a mio avviso non è di parlare solo con me ma è quello di parlare con tutte le altre strutture dell’azienda ed in effetti il CIO partecipa ai principali comitati direzionali dell’azienda. Noi siamo una realtà internazionale, passata negli ultimi anni da una gestione di unità indipendenti (multinazionale multilo- calizzata) ad una realtà globale, che ha portato a una articolazione dei sistemi informativi che prevede sistemi centra- lizzati e sistemi distribuiti. E il dialogo del responsabile dei sistemi informativi si è articolato di conseguenza. In questo processo di trasformazione, infatti, il CIO di Alcatel è stato considerato a pie- no titolo agente chiave di cambiamento. Per evitare che le iniziative realizzate non portassero i benefici attesi e che mancasse il necessario coordinamento dei programmi di trasformazione dei processi interni, Alcatel ha nominato nel ruolo di CIO di Alcatel uno dei suoi CEO europei. È un passo estremamente signi- ficativo, per concentrare l’attenzione sui processi di cambiamento che devono ac- compagnare le iniziative di innovazione tecnologica. Alcatel chiede ora al CIO di svolgere un ruolo organizzativo più ampio di quello che gli è stato assegnato funzionalmente proprio nel passato ed ha impostato l’organizzazione allo scopo di facilitare il processo di avvicinamento tra CEO e CIO. Com’è l’organizzazione dei sistemi informativi in Alcatel? Come già accennato c’è un CIO mon- diale, con il quale ci incontriamo e dialo- ghiamo continuamente, responsabile del colloquio sistematico con il top mana- gement di Alcatel e della impostazione congiunta delle scelte strategiche in materia di progammi di trasformazione, processi, implementazione di soluzioni informative, erogazione di servizi ICT. Al CIO mondiale riportano tre CIO di regione (Europe & South, North Ameri- ca, AsiaPacific) e, con ambito di respon- sabilità mondiale, due responsabili ri- spettivamente delle sviluppo e manuten- zione delle soluzioni e dei servizi ICT. Al CIO Europe&South riportano poi dei CIO di area geografica, che nel nostro Alle unità responsabili dei servizi ICT noi chiediamo maggiore efficienza per ottimizzare i costi e in generale per migliorare le performance dei servizi che offriamo « » I progetti IT non devono essere intesi come sviluppo di puro hi-tech ma diventare programmi di trasformazione « caso include Italia, Romania, Israele e paesi dei Balcani. Ai CIO è richiesta la conoscenza dei processi di business e, facendo leva su questa, il continuo orien- tamento ad individuare come l’azienda può migliorare la propria competitività sul mercato attraverso gli strumenti che l’ICT nel suo complesso può fornire. Ai CIO è demandato quindi il colloquio con le diverse direzioni aziendali e, non meno importante, con le aziende partner, essendo ormai il sistema informativo aziendale esteso ad integrare sistemi esterni. Alle unità organizzative respon- sabili dello sviluppo soluzioni e della erogazione dei servizi ICT è richiesta principalmente la ricerca dell’efficienza in termini di ottimizzazione dei costi e in generale di miglioramento delle per- formance dei servizi. In questo quadro organizzativo, il dialogo del resposabile dei sistemi informativi della nostra area geografica è estremamente articolato, dovendo tenere presente le direzioni strategiche dell’organizzazione centrale CIO (che come detto accompagnano le scelte strategiche globali) ma nel con- tempo non dimenticando le specificità del business e del contesto locali . Per quanto riguarda il reporting sui sistemi, questo viene generato ed ana- lizzato da una funzione di management and control specifica all’interno della organizzazione CIO e verificato e alli- neato sia a livello locale che centrale con i responsabile della finanza e controllo Alcatel. Alcuni ritengono che l’innovazione nell’IT venga dai laboratori delle grandi aziende internazionali che pro- ducono le soluzioni IT, altri ritengono che l’innovazione sia guidata dai cam- biamenti di processo: lei cosa pensa in proposito? Le aziende che producono le soluzioni IT e investono miliardi di dollari in R&D non lo fanno certo “motu proprio” ma lo fanno in relazione alle esigenze del mercato e mi sembra che lo sanno fare abbastanza bene, osservando le esigenze dei clienti - che poi siamo noi aziende – e interpretando le esigenze latenti. Le aziende clienti a loro volta esprimono le loro esigenze di innovazione dei sistemi in relazione ai cambiamenti di processo che il mercato impone e che vanno adot- tati se se vuole rimanere competitivi ma, come già detto, è evidente che la capa- cità di trarre benefici dall’innovazione IT passa attraverso una adeguata atten- zione ai programmi di cambiamento dei processi. Ecco perché i progetti IT non devono più essere intesi come sviluppo di pura tecnologia ma devono assumere sempre più la dimensione di programmi di trasformazione. Ecco perchè alla organizzazione CIO, che è in grado di osservare il business da una prospettiva unica, trasversale su tutte le funzioni e su tutti i processi interni, è chiesto un contributo determinante nella guida dell’azienda in questi percorsi di cam- biamento dei processi. Le lei dovesse dare un buon consiglio ad un altro capo azienda italiano su co- me massimizzare i benefici dell’impie- go efficace dell’IT, cosa gli direbbe? Gli direi che questo è un processo su cui bisogna continuare a lavorare se l’azienda vuol stare al passo col mercato, con le esigenze e con i costi e quindi ri- chiede un’attenzione continua, non “una tantum”. »

L’Intervista...L’Intervista CLAUDIO SORDI. Presidente di Tsf, Telesistemi Ferroviari, l’outsourcer informatico di Ferrovie dello Stato. [email protected] Nel prossimo numero il

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  • IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGYDAL 5 AL 18 DICEMBREPAG.3

    C E O E C I O : P A R L A N O I L E A D E R / 7L’Intervista

    CLAUDIO SORDI. Presidente di Tsf, Telesistemi Ferroviari, l’outsourcer informatico di Ferrovie dello Stato.

    [email protected]

    Nel prossimo numero il colloquio con Vito Gamberale, A.d. di Autostrade. Nei numeri precedenti le interviste a Catania, Tronchetti Provera, Profumo, Scaglia, Bernabè e Sarmi.

    CINEMA & TELEFONIAINCONTRO O SCONTRO?

    Corriere delle Comunicazioni e Primissima Trade PRESENTANO

    I NTERVENGONO I RAPPRESENTANTIDEL MONDO DEL CINEMA,

    DELLE TLC E DELLʼICT, DELLE ISTITUZIONI

    CASA DEL CINEMA ROMA

    MARTEDÌ 20 DICEMBRE ORE 9

    «Il CIO, agente chiave del cambiamento»

    Claudio Sordi

    Per Samy Gattegno, A.d. di Alcatel, va superato il ruolo funzionale attribuitogli in passatoOggi deve svolgere un compito organizzativo più ampio avvicinandosi al vertice aziendale

    Il colloquio con Samy Gattegno, am-ministratore delegato di Alcatel Italia, prosegue la nostra inchiesta sui rapporti che, all’interno delle grandi aziende, intercorrono, o dovrebbero intercorrere, tra i responsabili del business e i respon-sabili dei sistemi informativi.

    Quali sono le sue riflessioni sull’IT?L’importanza dell’IT è legata alle

    aspettative di miglioramento continuo dell’efficienza dell’azienda e di ridu-zione dei costi. Siamo in una società molto competitiva dove c’è una guerra sui prezzi, sui prodotti e sul timing delle soluzioni: in questo scenario i sistemi informativi devono aiutarci a migliorare le performance e a superare i nostri con-correnti. Sono quindi da considerarsi una leva per aumentare il livello di competiti-vità sul mercato.

    Per una multinazionale come Alcatel che ha sedi un po’ dappertutto è molto importate, solo per fare un esempio, sa-pere dov’è la merce in qualsiasi momen-to in giro per il mondo, che cosa stiamo facendo, quali sono le best practices. Se per esempio i miei amici belgi riescono a trovare una best practice noi non solo siamo in grado di saperlo perché c’è un interscambio continuo di dati e infor-mazioni e una condivisione di opinioni, ma siamo anche in grado di applicarla avendo puntato sulla omogeneizzazione e standardizzazione delle soluzioni e dei processi a livello europeo e in alcuni casi anche a livello mondiale. Stiamo realiz-zando e implementando nuove soluzioni IT in perfetta sintonia con le scelte stra-tegiche aziendali. Un esempio: siamo in grado di programmare le fabbriche secondo la domanda del cliente, indi-pendentemente da dove sono dislocati i mercati e le fabbriche stesse.

    Come funziona il dialogo tra lei e il responsabile dei sistemi informativi?

    Io ho le porte aperte per tutti i dirigenti del gruppo compreso l’IT. L’obiettivo principale per il responsabile dei sistemi informativi a mio avviso non è di parlare solo con me ma è quello di parlare con tutte le altre strutture dell’azienda ed in effetti il CIO partecipa ai principali comitati direzionali dell’azienda. Noi siamo una realtà internazionale, passata negli ultimi anni da una gestione di unità indipendenti (multinazionale multilo-calizzata) ad una realtà globale, che ha portato a una articolazione dei sistemi informativi che prevede sistemi centra-lizzati e sistemi distribuiti. E il dialogo del responsabile dei sistemi informativi si è articolato di conseguenza. In questo processo di trasformazione, infatti, il CIO di Alcatel è stato considerato a pie-no titolo agente chiave di cambiamento. Per evitare che le iniziative realizzate non portassero i benefici attesi e che

    mancasse il necessario coordinamento dei programmi di trasformazione dei processi interni, Alcatel ha nominato nel ruolo di CIO di Alcatel uno dei suoi CEO europei. È un passo estremamente signi-ficativo, per concentrare l’attenzione sui processi di cambiamento che devono ac-compagnare le iniziative di innovazione tecnologica. Alcatel chiede ora al CIO di svolgere un ruolo organizzativo più ampio di quello che gli è stato assegnato funzionalmente proprio nel passato ed ha impostato l’organizzazione allo scopo di facilitare il processo di avvicinamento tra CEO e CIO.

    Com’è l’organizzazione dei sistemi informativi in Alcatel?

    Come già accennato c’è un CIO mon-diale, con il quale ci incontriamo e dialo-ghiamo continuamente, responsabile del colloquio sistematico con il top mana-gement di Alcatel e della impostazione

    congiunta delle scelte strategiche in materia di progammi di trasformazione, processi, implementazione di soluzioni informative, erogazione di servizi ICT.

    Al CIO mondiale riportano tre CIO di regione (Europe & South, North Ameri-ca, AsiaPacific) e, con ambito di respon-sabilità mondiale, due responsabili ri-spettivamente delle sviluppo e manuten-zione delle soluzioni e dei servizi ICT. Al CIO Europe&South riportano poi dei CIO di area geografica, che nel nostro

    Alle unitàresponsabilidei servizi ICTnoi chiediamomaggioreefficienzaper ottimizzarei costie in generaleper migliorarele performancedei serviziche offriamo

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    »I progetti ITnon devono essere intesicome sviluppodi puro hi-techma diventareprogrammi ditrasformazione

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    caso include Italia, Romania, Israele e paesi dei Balcani. Ai CIO è richiesta la conoscenza dei processi di business e, facendo leva su questa, il continuo orien-tamento ad individuare come l’azienda può migliorare la propria competitività sul mercato attraverso gli strumenti che l’ICT nel suo complesso può fornire. Ai CIO è demandato quindi il colloquio con le diverse direzioni aziendali e, non meno importante, con le aziende partner, essendo ormai il sistema informativo

    aziendale esteso ad integrare sistemi esterni. Alle unità organizzative respon-sabili dello sviluppo soluzioni e della erogazione dei servizi ICT è richiesta principalmente la ricerca dell’efficienza in termini di ottimizzazione dei costi e in generale di miglioramento delle per-formance dei servizi. In questo quadro organizzativo, il dialogo del resposabile dei sistemi informativi della nostra area geografica è estremamente articolato, dovendo tenere presente le direzioni strategiche dell’organizzazione centrale CIO (che come detto accompagnano le scelte strategiche globali) ma nel con-tempo non dimenticando le specificità del business e del contesto locali .

    Per quanto riguarda il reporting sui sistemi, questo viene generato ed ana-lizzato da una funzione di management and control specifica all’interno della organizzazione CIO e verificato e alli-neato sia a livello locale che centrale con i responsabile della finanza e controllo Alcatel.

    Alcuni ritengono che l’innovazione nell’IT venga dai laboratori delle grandi aziende internazionali che pro-ducono le soluzioni IT, altri ritengono che l’innovazione sia guidata dai cam-biamenti di processo: lei cosa pensa in proposito?

    Le aziende che producono le soluzioni IT e investono miliardi di dollari in R&D non lo fanno certo “motu proprio” ma lo fanno in relazione alle esigenze del mercato e mi sembra che lo sanno fare abbastanza bene, osservando le esigenze dei clienti - che poi siamo noi aziende – e interpretando le esigenze latenti. Le aziende clienti a loro volta esprimono le loro esigenze di innovazione dei sistemi in relazione ai cambiamenti di processo che il mercato impone e che vanno adot-tati se se vuole rimanere competitivi ma, come già detto, è evidente che la capa-cità di trarre benefici dall’innovazione IT passa attraverso una adeguata atten-zione ai programmi di cambiamento dei processi. Ecco perché i progetti IT non devono più essere intesi come sviluppo di pura tecnologia ma devono assumere sempre più la dimensione di programmi di trasformazione. Ecco perchè alla organizzazione CIO, che è in grado di osservare il business da una prospettiva unica, trasversale su tutte le funzioni e su tutti i processi interni, è chiesto un contributo determinante nella guida dell’azienda in questi percorsi di cam-biamento dei processi.

    Le lei dovesse dare un buon consiglio ad un altro capo azienda italiano su co-me massimizzare i benefici dell’impie-go efficace dell’IT, cosa gli direbbe?

    Gli direi che questo è un processo su cui bisogna continuare a lavorare se l’azienda vuol stare al passo col mercato, con le esigenze e con i costi e quindi ri-chiede un’attenzione continua, non “una tantum”.

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