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L’anello delle città IMPERIALI Un tour classico, con qualche sorpresa, in un Paese molto lontano dai nostri luoghi comuni, fatto di città bellissime dai monumenti elaborati. Da scoprire nei suggestivi paesaggi dell’Atlante che l’autunno rinverdisce TESTI ELISABETTA LAMPE FOTO VITTORIO SCIOSIA I GRANAI DI PALAZZO L’entrata degli Heri es-Souani, gli antichi (XVII-XVIII sec.) granai nel Dar el-Ma, il Palazzo dell’Acqua, di Meknes. Nella pagina accanto: un particolare della medersa (scuola coranica) Ben Youssef a Marrakech. STRADE MAROCCO

L’anello delle città imperiaLi - vittoriosciosia.com · nerario, ha come sfondo le cime talvolta innevate dell’Alto Atlante; vederle spunta-re qua e là dietro a palme e minareti

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L’anello delle città

imperiaLi

Un tour classico, con qualche sorpresa, in un Paese molto lontano dai nostri luoghi

comuni, fatto di città bellissime dai monumenti elaborati. Da scoprire nei suggestivi paesaggi

dell’Atlante che l’autunno rinverdisceTesTi elisabetta lampe ✶ FoTo vittorio sciosia

i granai di palazzo l’entrata degli Heri es-souani, gli antichi (Xvii-Xviii sec.) granai nel dar el-ma, il palazzo dell’acqua, di meknes. nella pagina accanto: un particolare della medersa (scuola coranica) ben Youssef a marrakech.

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Smarocco Touring editore

Un paio d’ore di volo per varcare il Mediter-raneo e una macchina a noleggio: basta tanto o, meglio, così poco per lasciarsi alle spalle gli scenari di casa e avventurarsi in un mondo di sontuose suggestioni. Quello delle città im-periali del Marocco, create da dinastie arabe a partire dal Medioevo e divenute scintillanti simboli di potere e ricchezza: la mitica Marra-kech, amata dal jet-set quanto dai globetrot-ter; l’elegante Rabat dove vive il re; Meknes celata dietro alla porta Bab el-Mansour; Fes con la Medina che è Patrimonio Unesco. È un viaggio intriso di atmosfere esotiche, colori e profumi, tra paesaggi talvolta lussureggianti e talvolta aridi, ma ravvivati dal verde delle oasi e dall’ocra delle case e delle rocce. Per compiere il tuffo nel passato delle città impe-riali non occorre rinunciare a tutte le comodi-tà del presente. Il Marocco possiede uno dei

sistemi stradali migliori di tutta l’Africa e gi-rare per conto proprio, con un minimo di or-ganizzazione e una buona cartina alla mano, non è davvero problematico.

Partenza e arrivo a MarrakechPer il tour delle città imperiali si parte da Marrakech oppure da Casablanca, seguendo un circuito di un migliaio di chilometri che costeggia l’Atlantico per un breve tratto e si snoda poi all’interno attraverso il Medio Atlante. L’ultima parte pianeggiante verso Marrakech, il punto più meridionale dell’iti-nerario, ha come sfondo le cime talvolta innevate dell’Alto Atlante; vederle spunta-re qua e là dietro a palme e minareti rende l’idea di quanto sia vario e talvolta misterioso il Paese. Più di ogni altro luogo, è la piazza Jemaa el-Fna di Marrakech a riflet-

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piazza Jemaa el-Fna (sopra), da sempre il cuore di Marrakech. a lato, da sinistra: ancora a Marrakech, tatuaggi con l’henné; il suq dei tappeti;

le mura cittadine, con le cime dell’atlante sullo sfondo. pagina accanto, in basso: a Casablanca, la moschea di Hassan II, costruita nel 1993.

arcHitetture globalizzate

il mausoleo di mohammed v

a rabat: terminato nel 1971, è stato

progettato dal vietnamita vo toan.

sullo sfondo, la torre di Hassan,

alta 44 metri.

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Fes (sopra), con Fes el-bali, la Medina, patrimonio unesco. a sinistra: il sito archeologico di Volubilis, il principale del paese, anch’esso protetto dall’unesco. È una città romana ricca di edifici di culto e civili, ornati da mosaici.a destra: incontri lungo la strada: un uromastice (una lucertola del deserto); e una guida locale.sotto: il rigoglioso paesaggio del Medio atlante.

terne tutta la magia. Poco importa se ora c’è l’asfalto al posto della sabbia e se i famosi ac-quaioli in costume, quelli che un tempo ser-vivano i mercanti delle carovane, sono lì per i turisti: lo spettacolo della piazza brulicante di gente, con le sue bancarelle colorate, i ma-ghi, i giocolieri e le donne che con l’henné dipingono piccoli capolavori sulle mani di altre donne, non ha perso nulla dell’antico fascino e inchioda incantati viaggiatori ai ta-volini dei caffè circostanti. Nella millenaria Medina di Marrakech, un tempo residenza degli Almoravidi, si ammira il lavoro di abili artigiani; nelle strade circostanti si scoprono fascinosi riad (dimore padronali) trasformati in piccoli ed esclusivi alberghi. Un’atmosfera fiabesca assai diversa da quel-la di Casablanca, moderna e frenetica, che si affaccia sull’Atlantico con la gigantesca moschea intitolata a Hassan II, padre dell’at-tuale re del Marocco. Sebbene non sia una città imperiale, questo raffinato monumen-to inaugurato appena 17 anni fa le conferi-sce uno status speciale di monumentalità. Mentre è inutile cercare tra le pieghe della metropoli le tracce del celeberrimo film del 1942 con Humphrey Bogart; all’epoca c’era la guerra, e per risparmiare Casablanca fu gi-rato in realtà interamente negli Stati Uniti.

Un giro nella capitaleTra Casablanca e Rabat si costeggiano le spiagge e i club frequentati dalla borghesia marocchina; anche il re ha una residenza sul mare a Skhirat. Giunti nella capitale, è pre-feribile lasciare l’auto in albergo per evitare ingorghi di traffico ed estenuanti ricerche di parcheggi. Girando a piedi, si coglie meglio il piacevole miscuglio di grandeur e di-

uno scorcio del mausoleo di Moulay Ismail (1672-1727), bellicoso sovrano che rese superba Meknes (a sinistra). nella pagina accanto, dall’alto: la facciata del palazzo reale di Fes, del 1969-71;

l’ingresso dei fedeli nella zaouia Moulay Idriss (1437), il luogo santo di Fes; un banco di spezie, immancabile nei suq; un dettaglio del giardino Majorelle di Marrakech, lasciato in eredità alla città da Yves Saint laurent.

Per saPerne di Più

sul marocco: www.morocco.com

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screzione che caratterizza Rabat, custode di monumenti spettacolari e dei tesori esposti nel Museo archeologico. Una bella passeg-giata tra i vicoli porta alla kasba degli Oudaia a picco sull’Atlantico, mentre ai mattinieri è riservato il cambio della guardia a cavallo da-vanti alla torre di Hassan (alle 7). Lasciando Rabat verso l’interno, il paesaggio diventa più vario. Se non si ha fretta, è pre-feribile abbandonare l’autostrada per la sta-tale e tenere la fotocamera digitale a portata di mano. Meknes, la prima delle due città imperiali del Nord, è opera dell’ambizioso Moulay Ismail della dinastia degli Alaouiti. Voleva realizzare la città più opulenta di tut-te, eppure dopo la sua morte Meknes si ridi-mensionò. Ma conserva un fascino tutto suo, con l’intrigante, piccolo mercato alimentare davanti alla Bab el-Mansour, l’avvolgente

Medina e le vicine rovine romane di Volubi-lis per gli appassionati di archeologia. A Fes, resa grande nel XIV secolo dai sultani merinidi, verranno messi alla prova pazienza e senso dell’orientamento. Girare nella città vecchia, un immenso labirinto traboccante di cose da vedere, da gustare e da comprare, è un’esperienza straordinaria, ma bisogna di-fendersi dall’amichevole assalto di aspiranti guide e di bottegai che inondano i turisti di tè e complimenti per vendere la loro mercanzia. Probabilmente si tornerà a casa con un tap-peto che non si aveva nessuna intenzione di comprare, ma che alla fine diverrà un piace-vole ricordo di viaggio. Lasciata Fes, nel tratto che tocca Ifrane e Beni Mellal, infine, il Me-dio Atlante è un susseguirsi di laghi, colline, boschi e montagne, con le cascate di Ouzoud a fare da star tra i soggetti fotografici.☻

le cascate di ouzoud (sopra), nei pressi di beni Mellal. Sono spettacolari e precipitano a valle con un salto di 100 metri. Il colpo d’occhio, soprattutto senza la folla del fine settimana, è assolutamente indimenticabile. per visitarle si attraversa lo

uadi el-abid, una gola tanto bella quanto di non facile percorrenza, dove si possono avvistare le scimmie. a destra, dall’alto: una lunare landa desertica dell’alto atlante, non lontano da Marrakech; i cartelli bilingui che indicano il circuito dei laghi da Ifrane, sulla strada che arriva da Meknes.