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L’Annuncio PERIODICO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA Annunciamo... NOVEMBRE - DICEBRE 2011 Anno II - Numero 2 TEMPO DI CRISI, TEMPO DI SOLIDARIETA’ LA VOCE DI PIETRO: LA VISITA APOSTOLICA DI BENEDETTO XVI IN AFRICA 2 L’ANNUNCIO DEI PICCO- LI: PREMIO D’AVVEN- TO E FILASTROCCA 8 LA NOSTRA PARROCCHIA: LA CHIESA ED IL NUOVO TESSUTO CONNETTIVO DI INTERNET 9 UOMINI E COMUNITA’: GENITORI PER DUE MESI 10 CULTURA: & ARTE: LA MUSICA SACRA E LA LITURGIA 11 Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14) “Quando Dio è sulla paglia, dona all’uomo un trono di gloria!” Santo e sereno 2012 don Genny e don Giorgio Il nuovo numero de L'Annuncio si lega profondamente al tema parrocchiale lanciato lungo il periodo di Avvento, definito tempo di crisi ma anche e per questo tempo di solidarietà. (continua a pag 3) L’EDITORIALE C’E’ PIU’ GIOIA NEL DARE CHE NEL RICEVERE (Atti 20, 35) Marcello Buonaurio UOMINI E COMUNITA’: COSA ACCADE NEL- LA TERRA DI CRISTO? 4 L’ANNUNCIO DEI PICCO- LI: SONDAGGIO: COSA E’ PER TE LA CRISI? 6

L'Annuncio n°8

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L'Annuncio n°8

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Page 1: L'Annuncio n°8

L’Annuncio PERIODICO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA

Annunciamo...

NOVEMBRE - DICEBRE 2011

Anno II - Numero 2

TEMPO DI CRISI, TEMPO DI SOLIDARIETA’

LA VOCE DI PIETRO: LA VISITA APOSTOLICA DI BENEDETTO XVI IN AFRICA

2

L’ANNUNCIO DEI PICCO-LI: PREMIO D’AVVEN-TO E FILASTROCCA

8

LA NOSTRA PARROCCHIA: LA CHIESA ED IL NUOVO TESSUTO CONNETTIVO DI INTERNET

9

UOMINI E COMUNITA’: GENITORI PER DUE MESI

10

CULTURA: & ARTE: LA MUSICA SACRA E LA LITURGIA

11

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14)

“Quando Dio è sulla paglia, dona all’uomo un trono di gloria!”

Santo e sereno 2012

don Genny e don Giorgio

Il nuovo numero de L'Annuncio si lega profondamente al tema parrocchiale lanciato lungo il periodo di Avvento, definito tempo di crisi ma anche e per questo tempo di solidarietà. (continua a pag 3)

L’EDITORIALE

C’E’ PIU’ GIOIA NEL DARE CHE NEL RICEVERE (Atti 20, 35) Marcello Buonaurio

UOMINI E COMUNITA’: COSA ACCADE NEL-LA TERRA DI CRISTO?

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L’ANNUNCIO DEI PICCO-LI: SONDAGGIO: COSA E’ PER TE LA CRISI?

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Pagina 2 L ’Annuncio Anno II - Numero 2

Il viaggio apostolico del Sommo Pontefice Be-nedetto XVI in Africa e, precisamente, nel Be-nin dal 18 al 20 novembre scorsi non ha avu-to nei media italiani la risonanza che un e-vento di tale portata avrebbe meritato. Certa-mente le vicende politiche ed economiche ita-liane ed europee hanno finito per monopoliz-zare l’attenzione dell’opinione pubblica, ma personalmente ho maturato la convinzione che Benedetto XVI sia un papa “scomodo”, altrimenti non si spiegherebbe come sia pos-sibile che i tg nazionali abbiano dedicato 5 minuti ad un plurimilionario vincitore di gio-chi on line e solo pochi secondi al Sommo Pontefice impegnato nel suo secondo viaggio in A-frica. Il viaggio apostolico in Be-nin è stato il 22° del papa Benedetto ed ha mobilitato tutte le comunità cristiane francòfone dell’Africa. Fi-nalità del viaggio sono sta-te la consegna del testo finale del Sinodo dei ve-scovi africani, la celebrazione del 150° anni-versario dell’evangelizzazione del Benin e l’o-maggio alla tomba del cardinale Bernardin Gantin, considerato dai beninesi un vero e proprio eroe nazionale, al punto tale da inti-tolare al suo nome l’aeroporto della capitale Cotonou. La presenza del Pontefice ha radu-nato migliaia e migliaia di pellegrini accorsi da tutto il Benin e dai paesi africani di lingua francese vicini, come il Burkina Faso, il Togo e il Niger. Basti pensare che il tragitto di 40 chilometri percorso dal papa da Cotonou, ca-pitale del Benin, a Ouidah, altra città del pae-se, si è svolto tra due ali ininterrotte di fede-li. Durante il discorso pronunciato ai politici e ai diplomatici il papa ha sottolineato alcuni dei drammi che affliggono il continente africa-no, l’analfabetismo e le malattie, che uccido-no la dignità della persona emarginando e

LA VOCE DI PIETRO

LA VISITA APOSTOLICA DI BENEDETTO XVI IN AFRICA

Maurizio De Simone

condannando alla morte sociale gli ammalati. Non è mancato un chiaro riferimento all’aids, con la precisa condanna del Papa alla difficoltà di accesso alle cure e ai trattamenti sanitari. Il Pontefice si è anche soffermato sulla condi-zione femminile, con l’invito a combattere ogni forma di emarginazione e violenza, spesso pra-ticata in nome di ancestrali usanze tribali che avviliscono la dignità della donna. Clou del viaggio papale è stata la S. Messa ce-lebrata domenica 20 novembre a Cotonou in concomitanza della solennità di Cristo Re del-l’Universo, che ha chiuso l’anno liturgico. Du-rante l’omelia il Papa ha evidenziato più volte

il paradosso di un Dio fatto uomo, nato povero tra i poveri, che ha fatto del servizio ai poveri e a-gli ultimi il modo privile-giato attraverso il quale esercitare la propria rega-lità. Il Papa ha invitato a riflettere sullo straordina-rio privilegio di essere figli di Dio, in virtù del dono

del Battesimo; ha esortato a non porsi dinanzi al giudizio finale con atteggiamento di paura, ma con il cuore gonfio di speranza. Gesù ha scelto di rendersi presente nei poveri, negli ul-timi, negli emarginati e tutti saremo giudicati sull’amore vicendevole che saremo riusciti a provare gli uni verso gli altri. Denso di contenuti è stato anche il discorso di commiato pronunciato dal Santo Padre ai fe-deli e alle autorità beninesi. Il Papa ha definito l’Africa “terra di speranza” e ha sottolineato che vivere una fraternità autentica tra diverse componenti della società civile non è utopia, ma un progetto possibile da realizzare. Ha i-noltre auspicato una reale riconciliazione nel-la pace e nella giustizia di tutto il continente africano, invitato ad essere luce per tutto il mondo. (continua nella pagina seguente)

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(segue dalla pagina precedente) Altro tema trattato dal Pontefice durante la visita apostolica in A-frica è stato il rapporto dei cristiani con la modernità: la modernità non deve fare paura e non deve essere mai fondata sulla dimenticanza del passato né sulla sottomissione alla legge del mercato, della finanza e della disgregazione dei valori etici e religiosi. E’ evidente che le parole di Benedetto XVI sono un prezioso contributo ai cristiani di tutto il mondo. Chi pensava che il pontificato di Benedetto XVI sarebbe stato di “transizione” dovrà senz’altro ricredersi: ci troviamo al cospetto di un grandissimo Papa, un uomo di Dio, semplice e profondo allo stesso tempo, un vero faro illuminante per i fedeli di tutto il mondo.

LA VOCE DI PIETRO

LA VISITA APOSTOLICA DI BENEDETTO XVI IN AFRICA

Maurizio De Simone

DALLA PRIMA PAGINA

C’E’ PIU’ GIOIA NEL DARE CHE NEL RICEVERE (Atti 20, 35)

Marcello Buonaurio

(segue dalla prima pagina) La nostra comunità ha sempre mostrato di avere un gran cuore. Tante sono le occasioni in cui la solidarietà si è fatta palpabile e di alcuni episodi significativi il nostro stesso periodico ne ha reso testimonianza. Tuttavia la crisi economica ha lasciato un se-gno di disagio profondo in moltissime famiglie. I responsabili della nostra Caritas, in misura proporzionale alle stime ed alle condizioni della Caritas nazionale, ha sofferto un ampliamento imprevisto delle famiglie oggi portatrici di grandi difficoltà economiche. Oltre alla distribuzione del vitto, raccolto in un numero almeno triplicato di pacchi, sempre più numerose ed insistenti sono ormai le richieste di un lavoro, uno qualunque, o del pagamento di bollette. E' impressio-nante anche notare come fin nei più piccini il fenomeno sia avvertito in tutta la sua gravità, co-me dimostra un nostro sondaggio che troverete all'interno, e che mette in luce una fetta di per-sone della nostra comunità colpite dalla perdita di un lavoro con stime ben maggiori di quelle emerse con la Caritas. Solo un pudico moto di vergogna e di orgoglio tiene spesso ancora confi-nati questi disagi familiari tra le mura domestiche.

A coloro che in questo periodo speculano, come usurai, sulle croci portate da questi nostri fra-telli, invitiamo con tutto il cuore a cercare il loro tesoro altrove, giacchè lì dove è il loro tesoro sarà il loro stesso cuore.

Ai fratelli carissimi che tanto si adoperano, a cominciare dalle preghiere, affinchè la croce di chi ci è accanto sia più leggera, oltre che la gratitudine profonda va il medesimo invito a non ab-bandonare la via della solidarietà che tanto caratterizza questa parrocchia, a partire dal nostro parroco, Don Genny. Invitiamo a pregare anche per lui, che senza tregua e da buon pastore si fa carico quotidianamente di ognuna di queste croci con le braccia ed il cuore spalancato.

E' stato un onore unico per Simone di Cirene alleggerire le sofferenze di Dio. E' stato confortan-te, nel cuore di quello stesso Dio fattosi uomo che di lì a poco griderà Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato (Mc 15, 34), ricevere l'aiuto concreto, la "spalla" di uno sconosciuto e nello stesso tempo di un fratello e figlio amato.

Che ci tocchi di vivere l'una o l'altra condizione, o entrambe, è nel nostro farci dono per gli altri che assaporiamo con viva profondità Colui che si è fatto dono di tutti.

C'è più gioia nel dare che nel ricevere (Atti 20, 35). Continua con mite insistenza a suggerircelo quel bambin divino deposto in una mangiatoia a patire freddo e gelo solo ed esclusivamente per amor nostro.

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Cosa sta accadendo nella ter-ra di Cristo? Facile immagi-nare la dolorosa risposta di molti, ovvero, che non possa essere di interesse ciò che av-viene in Israele quando in Ita-lia ci troviamo di fronte al buio di una nera e capillare crisi.

E pure, non solo perché asse-condare questo atteggiamento sarebbe proprio di chi non considera tutti gli uomini co-me propri fratelli, ma anche perché potrebbe essere per molte altre circostanze la mol-la emotiva di un egoismo spinto al punto di non inte-ressarsi di nulla e nessuno se non di se stessi ed al massi-mo dei più stretti cari, la Ter-ra Santa è e rimane per un cristiano la casa e la famiglia di origine e ciò che accade al suo interno ci tocca in specia-le misura.

Del resto, pur non volendo richiamare ciascuno alle ori-gini della propria fede, ciò che avviene nei luoghi di Nostro Signore merita l’attenzione di ciascuno in quanto costitui-sce, ancora ora come millenni fa, il centro del mondo politi-co, religioso e geografico del pianeta. Il suo costante livello di tensione misura, quotidia-namente, il polso di potenziali confitti globali.

Inoltre il nostro Santo Padre non manca, come questo Na-tale, di richiamarci ad una preghiera speciale per i nostri fratelli di quella Regione ed è

nostro dono nonché servizio rispondere con un maggiore trasporto nelle loro vicende, spesso caratterizzate dal so-pruso ingiusto e dalla violazio-ne della dignità umana.

La nostra parrocchia, infine, ha maturato con gli anni una sensibilità tutta speciale verso la Terra Santa, cosa di cui essere particolarmente orgo-gliosi. Non solo, infatti, la chiamata annuale al pellegri-naggio nella casa terrena di

Dio è ormai appuntamento estivo immancabile; non solo stretto è il legame di alcuni fratelli palestinesi di Nazareth, come Ghasub e Rahawan, con la nostra parrocchia ma so-prattutto perché, attraverso il memento shop, la nostra chie-sa propone l’acquisto di pro-dotti artigianali di Betlemme, aiutando così i nostri fratelli della regione dove il Signore è nato, oggi letteralmente op-pressi dai fratelli Ebrei al punto da privare loro, oltre che del lavoro, anche dei più elementari mezzi di sussisten-za. Non per partigianeria, ma è bene anche ricordare che il 99% dei cristiani presenti nel-

la Regione sono palestinesi. Beati loro perché perseguitati a causa della giustizia e della loro fede, oggi, nel 2011. A noi la preghiera di sostegno alla loro pesante croce quotidiana che oggi, come 200 anni fa, continua a percorrere quella terra ed a fendere l’aria che Dio ha respirato.

Tale sistematico peccato assu-me la veste di una vera e pro-pria tortura crudele ad un in-tero popolo, il palestinese. La dignità di fratelli è privata dal-la sete di un territorio. Che esso sia stato promesso dal medesimo Dio che chiede di amare il fratello come se stes-si, poco importa. Poiché in re-altà in quella regione ci si gio-ca una presenza stabile in un punto nevralgico del pianeta, per un motivo, pertanto, che nulla ha a che vedere con quello religioso, millantato da-gli Ebrei. I quali, ad oggi, solo per uno scarso 10% sono cre-denti nella Legge antica. Se il richiamo biblico alla terra pro-messa è solo una scusa, essa tuttavia si fa sistematica be-stemmia nel momento in cui la Scrittura costituisce il movente per soprusi, torture e violazio-ni dei diritti umani. Basta leg-gere uno dei rapporti settima-nali sulle violazioni dei diritti umani stilati dal Pchr (Palestinian Center of Human Rights) per capire quanto sia necessaria anche la sola pre-ghiera personale di sostegno ai nostri poveri (continua nella pag. seguente)

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I LUOGHI DI GESU’

COSA ACCADE NELLA TERRA DI CRISTO? Marcello Buonaurio

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Dobbiamo sostenere le comu-nità palestinesi anche attra-verso la possibilità concessaci da Don Genny e dai giovani con il memento shop.

Ben peggiore del silenzio dell’-ONU e dei media è quello dei nostri cuori.

Invito chiunque fosse interes-sato ad informarsi personal-mente della reale situazione palestinese in Israele a con-sultare il seguente sito www.infopal.it il quale costi-tuisce un raro caso di ponte di comunicazione con le croci quotidiane sommerse dal si-lenzio imposto al mondo dalle potenti lobby israeliane.

I LUOGHI DI GESU’

COSA ACCADE NELLA TERRA DI CRISTO? Marcello Buonaurio

Aiutateci a sostenere i fratelli palestinesi di Betlemme, la culla terrena di Nostro Signore!

Presso il punto parrocchiale MEMENTO Shop, all’interno del centro Qin+, potrete trovare delle splendide idee regalo per i vostri doni. Pezzi di artigianato fatti a mano con legno di uli-vo di Betlemme, provvisti di certificato di provenienza, dall’-oggettistica sacra più svariata a semplici ninnoli intagliati.

Nessun dono può essere più grande di quello che vien fatto due volte con un unico oggetto: al caro nei vostri pensieri co-me ad una famiglia palestinese bisognosa. Nessun dono è più adeguato che quello fatto con legno proveniente dal luo-go in cui Nostro Signore ha visto la luce sulla Terra!

Chiusura degli acquedotti in punti mirati di Israele per pie-gare intere comunità. Demoli-zioni forzate di abitazioni. In-tere colonie costruite in viola-zione degli accordi dagli stessi Ebrei sottoscritti nell’arco di pochi giorni . Le manifestazio-ni pacifiche per contestare gli abusi soffocate nel sangue dei palestinesi.

Tutto questo è terribile ed ol-tre ad un moto di sdegno im-pone a ciascuno una parteci-pazione a quel dolore più viva e duratura dell’emozione che può suscitare la lettura di queste righe. Ripeto e sono convinto: dobbiamo pregare per la pace in Terra Santa.

(segue dalla pagina precedente) fratelli rimasti a vivere nella casa di famiglia.

Mutilazioni ai civili che si oppongono all’abbattimento illegale di case, in particolare ai genitali. Torture ed arresti indiscriminati verso i bambi-ni per punire intere famiglie palestinesi da tenere in pu-gno. Divieti di accesso conti-nui ai luoghi di culto princi-pali. Distruzione dei campi e degli uliveti coltivati dai pa-lestinesi con raid dell’eserci-to. Otturazione dei pozzi, an-che di quelli attribuiti al pe-riodo dei patriarchi, con massi in modo che i beduini vengano privati dell’acqua e sgomberino dalla loro terra.

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SONDAGGIO DEI PICCOLI Che cosa è per te la crisi ?

Tra la fine del mese di novembre e la prima decade di dicembre ai bambini iscritti al catechi-

smo nella nostra parrocchia (più di 500 cuccioli) è stato chiesto dalla nostra redazione di ri-

spondere in breve alla seguente domanda: “Che cosa è per te la crisi?” La redazione, infatti, non solo per l’attenzione speciale che dedica ai piccoli membri della nostra

comunità, ma anche perché incuriosita e convinta, del resto, che i piccoli membri di una fami-

glia fungano da “innocente megafono” dell’atmosfera, delle problematiche e - perché no? - anche

della follia connessa alla crisi degli adulti, ha voluto tastare il polso di chi ha più facilità a vede-

re le cose come stanno con la semplicità che è tipica prerogativa di un bambino nonché propria

santa virtù. Di seguito riportiamo solo alcune delle tante risposte rese, che ci hanno colpito par-

ticolarmente perché emblematiche o ironiche o pungenti e sagaci o sagge in maniera del tutto

inaspettata.

Che cosa è per te la crisi?

- La crisi sono le persone di tutto il mondo senza soldi - Vincenzo

- La crisi è quando uno si annoia - Mario

- La crisi è quando mamma è malata - Antonio

- La crisi per me è mancanza di soldi, padri che perdono il lavoro, madri che non fanno spese - Giovanni

- Per me la crisi è quando una persona si sente male o perde qualcosa - Ilaria

- Secondo me la crisi è quando la catechista si arrabbia - Gennaro

- La crisi è … quando tieni la tosse - Nunzia

- La crisi ce l’hanno quasi tutti nel mondo. La crisi è una cosa brutta per tutti. E’ una cosa

brutta perché non puoi fare le cose che vorresti fare. - Marika

- E’ una mancanza di soldi delle famiglie, per cui lo Stato dovrebbe intervenire. Altrimenti non

potrebbero mangiare, avere una casa, etc. - Maria Gaia

- Mi dispiace per la crisi e pregherò per farla finire - Maria

- Voglio donare tutto quello che ho per le persone povere - Michele

- La crisi è quando le persone si litigano continuamente e le persone dicono “c’è sempre la crisi

in questa casa” - Emanuele

- Per me la crisi significa che tante persone sono al verde, cioè è la povertà - Loredana

- Non lo so - Adele

- La crisi è quando tu sei nervoso - Salvatore

- Per me la crisi è una cosa brutta che non vorrei mai sentire, perché ci fanno sentire la tristez-

za delle persone che perdono tutte le persone più care - Camilla

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SONDAGGIO DEI PICCOLI Che cosa è per te la crisi ?

- Alcuni uomini non hanno il lavoro e le persone non possono mangiare - Vincenza

- Secondo me la crisi è una mancanza eccessiva di soldi a causa della rincretinaggine del go-

verno - Francesca

- Purtroppo a casa mia si parla molto spesso di crisi, soprattutto ora che mia mamma ha per-

so il lavoro. Però cerchiamo di andare avanti anche solo con i soldi che guadagna mio padre - Ilaria

- Mio padre non tiene lavoro e stiamo facendo sacrifici per le persone povere - Pietro

- La crisi economica è quando una persona non lavora e quando non ci sono i soldi a casa. Il

padre del mio amico non lavora perché è stato licenziato - Giuseppe

- Per me la crisi economica è una crisi di panico e sembra che stia cadendo un meteorite in-

fuocato - Danilo

- La crisi è quando una persona si arrabbia molto - Anna

- La crisi è successa a mio zio che ha perso il lavoro - Luigi

- La crisi economica è quando una persona non lavora. Mia madre e mio padre discutono

sempre perché mio padre ha avuto la carta di licenziamento ed ora è in crisi perché non sa se

lavorerà o non lavorerà - Anna

- La crisi sta rovinando il mondo - Antonio

- Gli uomini stanno avendo la crisi perché stanno perdendo il lavoro - Vincenzo

- A me la crisi non è successa a mio padre o a mia mamma ma a mio nonno che faceva il mu-

ratore ed aveva finito la casa ed è rimasto senza lavoro e soldi - Giovanni

- Le crisi alle mamme le vengono perché uno o una si mette sempre a dire “mi scoccio”. Alla

mia mamma a volte io mi metto a piangere e mamma dice “smettila, basta! Vai di là!” ed io ve-

do che a mamma gli sta venendo una crisi - Lucia

- Per me la crisi economica è quando per esempio una famiglia è a corto di soldi e non può

permettersi grossi o costosi acquisti, oppure quando il governo cade viene un momento in cui

c’è molta crisi - Mattia

- Io avverto la crisi perché in casa mia mio padre non lavora - Teresa

- Per me la crisi economica è la poverezza di una famiglia che non ha niente, ma noi possiamo

risolvere questo problema donando cose che gli serviranno per sopravvivere. - Nello

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Le vicende di un uomo che sul finire del XIX secolo compie un viaggio surreale sono il tema di questo bellissimo libro. L’uomo si trova catapultato in un ambiente foriero di presagi, che incute paura e terrore, ma che si apre poi ad un finale di salvezza e gioia eterna. Quella che viene descrit-ta è un’apocalisse contemporanea, un viaggio fantastico su un treno in compagnia del male, un treno che corre ad una velocità fuori da ogni comprensione umana. Lo scenario al quale il malca-pitato viaggiatore assisterà sarà di distruzione, sofferenza e morte, ma il Bene, così come le Sacre Scritture riportano, trionferà e la salvezza degli eletti sarà assicurata. (recensione di Giulia Gentile)

“L’Annuncio” - Periodico di spiritualità cristiana

Redazione: Marcello Buonaurio - Maurizio De Simone - Antonella Amazzini

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Pagina 8 L ’Annuncio Anno II - Numero 2

PREMIO DI AVVENTO L’INCONTRO CON GESU’

UNA FILASTROCCA PER RIFLETTERE

L’indiano nel presepe Gianni Rodari

Il pellerossa con le piume in testa e con l’ascia di guerra in pugno stretta, come è finito tra le statuine del presepe, pastori e pecorine, e l’asinello, e i Magi sul cammello, e le stelle ben disposte, e la vecchina delle caldarroste? Non è il tuo posto, via, Toro Seduto: torna presto da dove sei venuto.

Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano. Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso? O darà noia agli angeli di gesso? Forse è venuto fin qua ha fatto tanto viaggio, perché ha sentito il messaggio: pace agli uomini di buona volontà.

La redazione de L’Annuncio è lieta di assegnare anche quest anno un premio per i due disegni più belli e rappresentativi aventi a tema “L’incontro con Gesù” e selezionati tra gli oltre 400 disegni pervenuti dai bambini iscritti al catechismo nella nostra comunità.

La piccola vincitrice del primo premio è ALESSANDRA COTENA. Il disegno raffigura u-na tipica scena che vive ogni bambino a scuola, dove trascorre parte della sua giornata. Per Alessandra, come ci suggerisce ella stessa nel disegno, aiutare la propria compagna di banco in difficoltà a fare una moltiplicazione significa incontrare Gesù poiché essa decide di farsi prossima della sua amica Marianna. La scena è disegnata con precisione e grande senso della profondità pur nella sua espressione visiva semplice e chiara.

Secondo premio viene invece conferito a Edgardo Mattoli (figura a destra). Anche que-sto nostro piccolo fratello vive l’incontro con Gesù nel divenire il prossimo di un uomo che in ginocchio ed in evidente difficoltà e povertà ricerca l’aiuto e lo ottiene nella carità del nostro. In entrambi i casi l’incontro con il Signore richiama il passo del vangelo letto nella solennità di Cristo Re, nel quale ogni cosa fatta ad uno di costoro vien fatta a Lui.

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LA NOSTRA PARROCCHIA

LA CHIESA ED IL NUOVO TESSUTO CONNETTIVO DI INTERNET

Lo sai che la tua parrocchia è on line?

Alessio Romano

Nella società liquida della condivisione veloce e dell’ora e subito, in cui la vita e le relazioni u-mane sembrano sfuggirci dalle mani, ci trovia-mo a riflettere come uomini e donne sulle pos-sibilità offerte dai nuovi mezzi di comunicazio-ne in rete, senza demonizzare la loro funzione.

Volendo riprendere la lettera Enciclica “Miranda Prorsus” di Papa Pio XII, già nel lon-tano 1971 l'Istruzione Pastorale sui Mezzi di Comunicazione Sociale “Communio et progres-sio” affermava che: «la Chiesa riconosce nei mezzi di comunicazione dei “doni di Dio” desti-nati, secondo il disegno della Provvidenza, a unire gli uomini in vincoli fraterni, per renderli collaboratori dei Suoi disegni di salvezza».

La funzione sociale dei nuovi mezzi di comuni-cazione promuove e accelera la missione di e-vangelizzazione tra la gente, raggiungendo, at-traverso i nuovi linguaggi della comunicazione - più semplici, veloci e molto schematici - diverse fasce della popolazione.

Se è vero che oggi internet contribuisce ad apportare cambiamenti rivoluzionari nel commercio, nell'educa-zione, nella politica, nel giornalismo, nel rapporto fra nazione e nazione e cultura e cultura - cambiamenti riguardanti non solo il modo in cui le persone comunicano -, è altrettanto vero che la rete modifica notevolmente il modo in cui le persone interpretano la propria vita. Quella che stiamo vivendo è una rapidissima evoluzione, che presto supererà il digital divi-de, il divario tecnologico tra gli adulti e i nativi

digitali, attraverso la condivisione del sapere nella rete sociale.

Ci troviamo sempre più spesso ad interagire con il prossimo attraverso i social network che, come ha affermato mons. Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell'Ufficio nazionale per le comunicazioni so-ciali, sono sempre più un terzo luogo tra pub-blico e privato, tra personale e sociale, dove emergono alcuni "prepotenti bisogni".

Mons. Pompili sottolinea, per primo, il biso-gno d’identità: attraverso i social network, o-gnuno di noi rappresenta un sè con caratteri-stiche tipiche dell’idealizzazione, incorrendo di frequente nel rischio collaterale dell’artifi-ciosità, protesa alla creazione di un’identità puramente immaginaria e fittizia. Ma non bi-sogna dimenticare gli effetti positivi, che risie-

dono nell’instaurare relazio-ni che superano le barriere sociali e culturali. Ed è pro-prio in queste relazioni che il buon cristiano, testimone digitale, realizzando il biso-gno di riconoscimento, e-vangelizza Cristo, intessen-do relazioni autentiche e normali, senza nascondersi e testimoniando la sua e-sperienza di Cristo.

Il web diventa per tutti noi un humus da vi-vere e abitare, un luogo da alimentare ed i social network un nuovo paradigma della vita sociale - come afferma mons. Claudio Giulio-dori - una nuova agorà, una moderna rappre-sentazione del cortile dei Gentili dove dobbia-mo imparare a muoverci.

I COLORI DELL’ANIMA - Giulia Gentile

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I colori dell’anima è un suggestivo ed intenso romanzo generazionale vissuto in un unico tempo, fuso tra ricordi ed esperienze. Attorno al legame una donna di fede forte e romantica e sua nipote si costruisce un intreccio di storie e di anime la cui linfa è l’amore vissuto nelle sue sottili sfumature e contrasti come nel-le sue nette manifestazioni. Il tutto raccontato mai banalmente, con uno stile semplice e diretto, intenso e sentito dall’autrice e per questo vero e credibile fino in fondo. Da leggere tutto di un fiato. (Marcello Buo-

naurio)

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Non credo che dimenticheremo mai, mia mo-glie ed io, l’estate 2011. L’idea mi venne una mattina dello scorso febbraio: ospitare “un bambino di Chernobyl” cioè uno di quei bam-bini dell’Ucraina o della Bielorussia che anco-ra oggi respirano l’aria avvelenata dalle radia-zioni fuoriuscite in seguito all’incidente nucle-are avvenuto il 26 aprile del 1986 nella cen-trale di Chernobyl in Ucraina. In verità avevamo già fatto questa esperienza dal 1998 al 2002, ma poi quei bambini che ospitammo in quegli anni diventarono grandi e quindi non poterono più venire. Oggi hanno 20 anni. Ne parlai con mia moglie la quale inizialmente fu un po’ titubante, ma poi si convinse e così prendemmo contatto con una associazione che si occupa di far venire in Italia bambini dalla Bielorussia. Venire in Italia da noi, per loro, significa scaricare il 50% delle radiazioni assorbite durante tutto l’anno: quindi la per-manenza nel nostro Paese, seppur breve, di-venta un vero toccasana. Il giorno in cui arrivò Diana, questo è il nome della bambina di 8 anni che abbiamo ospitato, eravamo emozionati mentre attendevamo il pullman che li portava da Roma dove era at-terrato l’aereo. Non la conoscevamo di perso-na, l’avevamo vista solo in fotografia. Quando il bus arrivò, frugammo con lo sguardo tra i bambini che scendevano, con in testa dei cap-pellini tutti uguali, nel tentativo di riconoscer-la (scoprimmo solo dopo, nei locali dell’asso-ciazione, che su quel cappellino i bambini a-vevano stampato il loro nome), ma non ci riu-scimmo. Dopo pochi minuti ci fu presentata una splen-dida bambina con due treccine bionde che in-corniciavano un visino tondeggiante con al centro due occhi di un verde mare che erano un incanto. Ci sorrise un po’ sperduta e un po’ impaurita, ma, dopo una rassicurazione ed una presentazione da parte dell’accompa-gnatrice, ci seguì verso la macchina che ci

portava a casa nostra dove le avevamo prepa-rato la cameretta, e sulla porta di questa ave-vamo scritto il suo nome nella sua lingua: ne fu felicissima. Diana ci conquistò immediata-mente e, anche se non parlava una sola paro-la di Italiano, si faceva capire benissimo a ge-sti. I giorni che seguirono furono intensi e pie-ni di scoperte da parte sua e nostra. Al mare, che probabilmente vedeva per la prima volta, si divertiva un mondo e, come tutti i bambini della sua età, era un problema tirarla fuori dall’acqua. Pian piano, poi, cominciò a dire qualche parola di italiano ed io, forte dell’e-sperienza precedente, qualcuna in russo, è andata via che ormai parlava la nostra lingua al punto da farsi capire in tutto. Si muoveva per casa con assoluta padronanza, quella pa-dronanza che solo i membri di una famiglia hanno, e questo non poteva che riempirci di gioia perché significava che da noi si trovava come a casa sua, cosa che auspicavamo e volevamo. Ha trascorso un’estate favolosa, non si è risparmiata e non lo abbiamo fatto noi .Abbiamo giocato e riso con lei come dei bambini. Tutte le sere ci coinvolgeva in un gioco nuovo (a nascondino, cassiera dei gran-di magazzini e noi i clienti, a computer e perfi-no con le bamboline) e non ci siamo mai tirati indietro: sarà anche per questo che si è legata moltissimo a mia moglie e a me e viceversa. Alla fine della serata poi, tutte le sere, doveva stare almeno un’ora nel letto con noi a guar-dare i cartoni animati: abbiamo acquisito una buona esperienza sull’argomento. Le abbiamo dato un amore totale e infinito, ma a conti fat-ti siamo ancora in forte debito nei suoi con-fronti perché quello che ci ha donato lei è di gran lunga superiore, e poi i bambini amano come Dio: senza riserve, condizioni o calcoli, senza sapere chi sei, che fai e da dove vieni: ti amano e basta. Quando è partita è stato terri-bile, in casa c’era un silenzio assordante, un vuoto che non si può descrivere e tante cose intorno parlavano ancora di lei.

UOMINI E COMUNITA’

GENITORI PER DUE MESI

Mimmo Fattore

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Poi, dopo alcuni giorni di “assestamento”, abbiamo cominciato a protenderci con la mente verso il futuro, a quando verrà di nuovo in Italia. Auguriamo a tutte le famiglie di fare un’esperienza del genere, in Bielorussia e in Ucraina ci sono tanti bambini che vorrebbero venire nel nostro Paese… Diana in Bielorussia ha una situazione familiare difficile, molto difficile, quasi insoste-nibile; è tornata a Natale per vivere un altro periodo spensierato e felice con noi, poi la prossima estate e ancora il Natale successivo e così via, ad arricchire i nostri ed i suoi giorni. Ogni volta noi l’aspettiamo e non vediamo l’ora che ritorni. Nel frattempo la teniamo ben chiusa a chiave nel nostro cuore in quello spazio privilegiato che è riservato solo ai figli.

UOMINI E COMUNITA’

GENITORI PER DUE MESI

Mimmo Fattore

CULTURA & ARTE

LA MUSICA SACRA E LA LITURGIA

Romolo Rosario Napolitano

La musica sacra raggruppa i generi musicali associati ad una tematica sacra o religiosa. Il con-cetto si oppone dunque a quello di musica profana. Conviene distinguere la musica sacra dalla musica liturgica, dalla musica spirituale e dalla mu-sica religiosa: La musica sacra è una musica considerata come capitale, essenziale a una persona o a una co-

munità dal punto di vista religioso. La musica liturgica è una musica prettamente legata al rituale liturgico e quindi contestualizza-

ta rispetto ad un particolare momento della liturgia o ad una specifica funzione liturgica. La musica spirituale è una musica che permette di elevare l'anima a Dio, senza essere però inse-

rita in un contesto di una pratica religiosa. La musica sacra quindi, sorpassa la musica spirituale per il suo carattere personale o comuni-tario: una musica può essere considerata sacra per un culto (il magnificat per la Chiesa cattoli-ca per esempio), senza esserlo per un altro. Allo stesso tempo una musica profana può essere considerata spirituale. La musica religiosa è spesso consacrata da testi o preghiere religiose, si distingue dalle precedenti per la sua funzionalità. Una musica può così essere una combinazione di questi tre caratteri. La musica sacra cristiana comprende al suo interno diversi generi e forme e copre tutti i periodi della storia del Cristianesimo. In ambito cattolico la musica sacra è quella che, composta per la celebrazione del culto divino, è dotata di santità e qualità formale. In particolare si considera musica sacra il canto gregoriano, la polifonia sacra antica e moderna nei suoi diversi generi, la musica sacra per organo e altri strumenti legittimamente ammessi nella Liturgia, e il canto po-polare sacro, cioè liturgico e religioso. Durante il tempo forte del Natale la nostra parrocchia ci propone tre concerti di musica sacra: il primo è stato il CONCERTO VOCALE E STRUMENTALE del Coro Diocesano il 28 dicembre, con a seguire il CONCERTO NATALIZIO CORO GOSPEL del 29 dicembre. A chiusura del ciclo ci sarà, infine, un CONCERTO D’ORGANO previsto per il 4 gennaio alle ore 19.

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IL SIGNORE DEL CASTELLO PERDUTO NEI CIELI

Marcello Buonaurio

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" I protagonisti della storia che leggerai sono l’immagine di quest’uomo dei giorni nostri, sono la nostra im-

magine! Accade per loro la magia! Vengono condotti per mano a scoprire la bellezza della vita vissuta nella

speranza, che diventa certezza in Gesù Cristo, di non essere mai soli. È questa la novità del Natale! L’Em-

manuele, il Dio con noi, è il vero messaggio del Natale. Come non recuperare la gioia di fronte a questo do-

no? Questo racconto suggerisce, appunto, un atteggiamento da assumere quando perdiamo di vista questa

gioia: guardare verso l’alto."

dall'Introduzione di don Genny Guardascione

Il racconto di un incontro speciale che diviene dono nella notte magica del Natale

EDIZIONI Qin+ 2011 5,00 €