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1 La Rivoluzione Francese e il risveglio delle nazionalità: il 1848 europeo e italiano (I) Argomenti Gli argomenti di questa lezione sono i seguenti: la Restaurazione europea dopo la rivoluzione francese; i moti del 1820-21 e 1830-31. Università degli Studi Guglielmo Marconi

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La Rivoluzione Francese e il risveglio delle nazionalità:

il 1848 europeo e italiano (I)

Argomenti

Gli argomenti di questa lezione sono i seguenti:

• la Restaurazione europea dopo la rivoluzione francese;

• i moti del 1820-21 e 1830-31.

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Obiettivi

Gli obiettivi della lezione sono:

• analizzare il quadro europeo dopo la Rivoluzione Francese

e i propositi di Restaurazione;

• evidenziare il sorgere dei primi movimenti insurrezionali

degli anni Venti e Trenta;

• sottolineare l’importanza delle rivoluzioni liberali del 1848.

La Restaurazione europea dopo la rivoluzione francese

• La storiografia ha ampiamente chiarito l’importanza dellaRivoluzione Francese come momento di passaggiodall’epoca moderna all’epoca contemporanea.

• Soprattutto, è stata evidenziata la rottura che laRivoluzione aveva apportato nelle coscienze europee, conil definitivo crollo dell’Ancien Régime, con il suosistema valoriale e di potere.

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La Restaurazione europea dopo la rivoluzione francese

• In effetti, la Rivoluzione, con i suoi principi egualitari enazionali, e, successivamente, la dominazionebonapartista di gran parte dell’Europa avevano introdottodei principi liberali che, seppur attenuati dal caratteremilitare di molti dei governi dei napoleonidi, ebbero ilmerito di andare incontro alle richieste della borghesiaeuropea.

• Borghesia desiderosa sempre di più di svolgere un ruoloimportante nella conduzione dello Stato, consapevole chetale desiderio si andava a scontrare con il potere, politico,economico e amministrativo della nobiltà e del clero,segmenti della società precedente che dovevano essereridimensionati.

La Restaurazione europea dopo la rivoluzione francese

• In questo senso, la Rivoluzione Francese ebbe anche ilmerito di favorire, con i suoi richiami alle identità deipopoli, il sorgere di una coscienza nazionale in moltipaesi; coscienza che poteva essere anche preesistentealla Rivoluzione, ma che da essa trasse le energieindispensabili per emergere ed affermarsi.

• I governi dei napoleonidi, poi, con i loro progetti dirazionalizzazione della sfera pubblica e di accentramentopolitico-amministrativo, indebolirono fortemente iresiduali poteri cetuali e nobiliari, in favore di unaborghesia, alta e media, dalla quale vennero tratti iquadri dei nuovi governi bonapartisti.

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La Restaurazione europea dopo la rivoluzione francese

• Sia le riforme attuate sia il personale politico allevato daNapoleone in tutta Europa non potevano certoscomparire nel momento del crollo bonapartista.− In effetti, malgrado il Congresso di Vienna e la

successiva Restaurazione cercassero in tutti i paesi diripristinare una situazione politica quo ante, taleopzione si dimostrò ben presto di poca attuabilità.

La Restaurazione europea dopo la rivoluzione francese

• Sull’onda della corrente politico-letteraria delRomanticismo e grazie all’influenza della speculazionefilosofica hegeliana, si vennero a formare negli anniimmediatamente successivi al Congresso di Vienna (1815)una serie di società segrete che cercarono di daresfogo all’opposizione politica sia della borghesia sia diquei quadri dirigenti che erano stati esclusi dal processodi Restaurazione.

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I moti del 1820-21 e 1830-31

• La struttura di queste associazioni era molto rigida, divisaper cellule e i capi di queste mantenevano un assolutoriserbo, nella convinzione che non tutti gli adeptidovessero sapere le finalità ultime del movimento.− Ovviamente, tali strutture erano sorte proprio perché

non vi era possibilità di esprimere il dissenso, maesse traevano l’origine dai club giacobini del periodorivoluzionario.

I moti del 1820-21 e 1830-31

• Una delle principali società segrete che operò in Europafu la Carboneria. Nata in Francia, essa si diffusenell’Italia meridionale, trovando un forte veicolo didiffusione nei seguaci e nell’esercito di Murat.− La Carboneria si fece promotrice di programmi

improntati al costituzionalismo liberale.

• Ovviamente, la Carboneria non esauriva lo spettro dellesocietà segrete, che erano varie e ondeggiavano traprogrammi moderati, apertamente rivoluzionari o solovelatamente reazionari.

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• La prima grande prova delle società segrete contro iregimi della Restaurazione si ebbe con lo scoppio deimoti del 1820-’21.− Questi si svilupparono inizialmente in Spagna dove la

monarchia di Ferdinando VII si era mostrata incapace difar fronte alle esigenze del paese, intaccando i privilegidella nobiltà e attuando il risanamento del paese.

• Questa situazione aveva indispettito l’esercito, mal pagatoe influenzato dalle correnti liberali, tant’è che il 1°gennaio 1820 le truppe stanziate a Cadice, sotto la guidadel colonnello Rafael Riego, si ribellarono, richiamando invigore la costituzione varata a Cadice nel 1812 dalleCortes.

I moti del 1820-21 e 1830-31

• Sull’onda dei fatti spagnoli, in Italia i moti dilagarono nelRegno delle Due Sicilie, ad opera degli ufficiali Morelli eSilvati che il 1°luglio 1820 sollevarono le truppe distanza a Nola.

• Il successo dell’insurrezione, estesasi alla Lucania e allaPuglia, favorì la saldatura tra i carbonari e la preesistenteopposizione al regno dei Borboni proveniente dagliufficiali rimasti fedeli al passato murattiano.

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I moti del 1820-21 e 1830-31

• Ben presto, però, emersero dei contrasti profondi tramurattiani e carbonari, che minarono la resistenza delfronte rivoluzionario.− Mentre i murattiani, esponenti degli alti gradi

dell’esercito e della burocrazia, lottavano perl’affermazione di una monarchia costituzionale,socialmente e politicamente moderata, i carbonari,provenienti dalla piccola borghesia, dall’ufficialitàsubalterna e dai professionisti cittadini, chiedevano lapiena applicazione della Costituzione spagnola del1812, realizzando un regime parlamentare cheandava a comprimere il potere dell’esecutivo e del re.

I moti del 1820-21 e 1830-31

• Le divisioni nel campo rivoluzionario favorirono l’azionecondotta dall’Impero asburgico che, forte dei legami dellaSanta Alleanza, riuscì a livello internazionale a favorire lanascita di un fronte ostile a nuovi tentativirivoluzionari.

• Ferdinando I che aveva finto di accondiscendere allerichieste liberali dei rivoluzionari napoletani, tradì benpresto la loro fiducia e chiese l’intervento austriaco perreprimere la rivolta.

• Il 23 marzo 1821 gli austriaci entravano a Napoli,ponendo fine alla rivolta e al regime costituzionale,restaurando sul trono Ferdinando I.

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I moti del 1820-21 e 1830-31

• Proprio mentre moriva la rivoluzione napoletana,scoppiavano dei moti di rivolta in Piemonte.

• Qui alcuni esponenti delle società segrete subalpine, tracui l’ufficiale e conte Santorre di Santarosa e il marcheseCarlo Asinari di San Marzano, aiutante di campo diVittorio Emanuele I, pensarono di realizzare unmovimento insurrezionale che instaurasse una monarchiadi stampo costituzionale.

I moti del 1820-21 e 1830-31

• Di fronte all’insurrezione scoppiata il 12 marzo a Torino, ilre preferì abdicare, nominando reggente Carlo Alberto,sul quale i congiurati avevano contato.− Ma Carlo Alberto, di fronte alla recisa sconfessione

del successore di Vittorio Emanuele I, Carlo Felice,decise di non appoggiare la rivolta e le truppecostituzionali, guidate dal generale De La Tour,entrarono a Torino il 10 aprile 1821.

• Ovviamente, dopo la sconfitta dei propositi rivoluzionari,sia nel Regno delle Due Sicilie, sia nel Regno di Sardegnasi venne a realizzare una forte repressione delle societàsegrete e dei loro affiliati nelle fila dell’esercito.

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I moti del 1820-21 e 1830-31

• In realtà, il fallimento dei moti del 1820-’21 dimostròcome la condotta delle società segrete, con il riserboassoluto tra i congiurati e il distacco tra essi e la massadella popolazione, era un elemento di forte debolezza chenon aveva permesso il successo dei propositirivoluzionari.

• Questi moti, però, ebbero il merito di dimostrarel’instabilità dei regimi conservatori che si erano formaticon la Restaurazione.

I moti del 1820-21 e 1830-31

• Bisognerà attendere gli anni 1830-’31 per assistere a unanuova ondata rivoluzionaria in Europa.

• Questo biennio ebbe un’importanza determinante nellasuccessiva storia europea, perché dove la lotta si chiusepositivamente per le forze rivoluzionarie, si ebbe iltrionfo della borghesia, con l’affermazione di un“modello” liberal-borghese che ebbe le sue variantipiù significative in Francia, Belgio e Inghilterra.

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I moti del 1820-21 e 1830-31

• All’interno di questi paesi le questioni decisivediventarono il rapporto tra sistema politico esviluppo socio-economico.− In questo contesto, il successo delle rivoluzioni in

questi paesi determinò il ridimensionamentodefinitivo dell’aristocrazia e l’ascesa della grandeborghesia.

• Una borghesia, composta da finanzieri, grandi industrialie alta burocrazia, che favorì un sistema politico liberale,con un suffragio elettorale ristretto, all’interno del qualela borghesia poteva trovare le condizioni migliori peresprimersi e svilupparsi.

I moti del 1820-21 e 1830-31

• Nei paesi dove queste rivoluzioni, invece, fallirono, comein Russia e nel mondo germanico, uscirono rafforzate lemonarchie conservatrici sorrette dall’aristocrazia, dal cleroe ostili al costituzionalismo liberale.

• Nell’Europa centro-orientale e in Italia, l’arretratezzaeconomica, il prevalere dell’aristocrazia e la presenza diun problema “nazionale”, fecero sì che il conflitto tragovernanti e governati si incentrò su i temi del liberalismopolitico e sul tema delle nazionalità.

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I moti del 1820-21 e 1830-31

• In entrambe le situazioni, comunque, i moti del 1830-’31segnarono il fallimento delle società segrete, dalmomento che apparve evidente come era impossibilecondurre la lotta contro regimi assolutistici solo attraversola cospirazione di una setta di congiurati, dovendo,altresì, favorire la maggiore partecipazione possibiledell’opinione pubblica alla causa nazionale e liberale.

I moti del 1820-21 e 1830-31

• In questo contesto, i moti del 1830-’31 videro il successodei tentativi rivoluzionari in vari paesi.

• In Francia, il tentativo di restaurazione monarchico-aristocratico portato avanti da Carlo X con il tentativo dicolpo di Stato del luglio 1830 fallì, determinando un vastoschieramento di opposizione che si ribellò a questotentativo, costringendo Carlo X alla fuga eall’instaurazione, il 9 agosto 1830, di Luigi Filippod’Orléans come “re dei Francesi per volontà dellaNazione”.

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I moti del 1820-21 e 1830-31

• In Belgio il movimento di rivolta prese spunto dal fattoche nel Regno dei Paesi Bassi, includente Olanda eBelgio, l’elemento olandese era preponderante a scapitodi quello belga.

• Sicché il 25 agosto 1830, sull’esempio francese, scoppiòuna rivolta a Bruxelles che si estese ben presto a tutto ilBelgio.

• Nonostante il governo olandese non volesse inizialmentericonoscere il governo belga, nel 1831 si formò, infine, ilRegno del Belgio, la cui corona venne offerta a Leopoldodi Sassonia-Coburgo.

I moti del 1820-21 e 1830-31

• Malgrado la situazione inglese fosse affatto differenterispetto agli altri paesi, nel corso degli stessi anni in cui sistavano sviluppando le rivoluzioni in Europa, si ebbe unforte scontro tra i conservatori (tories) e i liberali (whigs).

• Tale scontro, infine, si risolse, anche su diretta influenzadella rivoluzione francese, in una riforma, votata il 4giugno 1832, che, impendendo una probabile rivoluzionepolitica, allargava il numero degli elettori (da 500mila a800mila), il che consentiva da un lato alla piccolaborghesia di partecipare alla vita politica e, dall’altro,spezzava definitivamente la supremazia elettoraledell’aristocrazia e dei grandi proprietari fondiari.

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