Upload
profssa-miliani
View
227
Download
1
Embed Size (px)
DESCRIPTION
Presentazione di un'attività di studio delle abitazioni della Lessinia condotta dalle classi seconde della scuola secondaria di 1°grado di Tregnago (VR) nell'a.s. 2012-13
Citation preview
Paese che vai... casa che trovi
PROGETTO INTERDISCIPLINAREDI STUDIO DELLE ABITAZIONI DELLA LESSINIA VERONESE
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
MOTIVAZIONI DEL PROGETTO
L'idea di questo progetto nasce dalla volontà di studiare il territorio che
ci circonda non solo per comprendere la nostra storia e conservarla, ma per
comprendere come, in particolare, le abitazioni siano la testimonianza di un
rapporto creativo tra uomo e ambiente, realizzato nel pieno rispetto di
quest'ultimo e come negli spazi funzionali di una casa, rimasti immutati nel
tempo, siano invece cambiati i rapporti fra persone e il senso di solidarietà e
comunione, esistente in quei vecchi borghi.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il progetto è iniziato con l'osservazione e lo studio delle tipologie
abitative della Lessinia attraverso un'uscita sul territorio nelle contrade di Velo
Veronese in provincia di Verona, l’incontro con alcuni abitanti della zona e la
lettura di alcuni documenti storici.
I ragazzi sono stato chiamati a confrontare le tipologie abitative di
questi luoghi con quelle di altre località in Italia e in Europa per evidenziare
come il bisogno umano debba adeguarsi alle caratteristiche ambientali e sia
condizionato dai materiali reperibili in loco, dal tipo di attività prevalente e
dalla cultura. Successivamente si è passato ad analizzare gli spazi
dell'abitare e le funzioni delle stanze di queste case.
La lettura dei documenti si è tradotta, insieme alle immagini, in una
precisa descrizione di queste case e contrade e una ricostruzione storica
della vita quotidiana di queste nuclei familiari.
Gli alunni hanno realizzato alla fine un album in cui ai disegni della
contrade si affiancano i particolari costruttivi delle case, gli strumenti delle
attività lavorative, gli edifici usati in comune dalla collettività e per ogni foglio
delle precise e puntuali spiegazioni. Questo album è stato presentato al
concorso bandito dal FAI per l’anno scolastico 2012-2013 Paese che vai casa
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
che trovi. Tutto il materiale di studio e le testimonianze raccolte sono invece
confluite in questo breve testo.
DESTINATARI Alunni delle classi seconde
Obiettivi • Saper riconoscere gli elementi caratteristici di una abitazione e saperli
confrontare con quelle note
• Saper distinguere la tipologia della contrada da quella della casa di
corte (le diverse funzioni in relazione all'insediamento)
• Saper descrivere con immagini e testi un luogo e una attività
• Saper utilizzare software di videoscrittura e impaginazione e semplici
software di acquisizione immagini
• Saper impaginare un testo alternandolo con immagini corredate di
didascalia
DESCRIZIONE DELLE FASI DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Lezioni in aula: analisi di documenti; lettura della carta topografica del
territorio della Lessinia; analisi delle immagini portate dall'insegnante;
confronto con le abitazioni in Italia e Europa.
Visita sul territorio: osservazione, realizzazione di schizzi e fotografie;
individuazione in loco delle caratteristiche dell'abitare individuate in classe.
In aula: realizzazione di un piccolo plastico per visualizzare la tipologia
abitativa delle case a corte e delle contrade; realizzazione dell'album con il
materiale raccolto
In aula informatica: acquisizione digitale del materiale video e
digitalizzazione dei testi
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
1. La Lessinia La Lessinia è un vasto Altopiano caratterizzato dalla presenza di 4 valli
che scendono a pettine da nord a sud: la Valpolicella, la Valpantena, la Val
d'Illasi e la Val d'Alpone.
La valle nella quale si trova Tregnago, il territorio in cui viviamo, è la Val
d'Illasi, caratterizzata dalla presenza del torrente Progno, in secca per la
maggior parte dell'anno e carico d'acqua in primavera e in autunno. Questo
altopiano, situato al di sopra dei 300 mslm, raggiunge in modo graduale
un'altezza massima di 1800 mslm e confina a nord con le Piccole Dolomiti e
la provincia di Trento, a ovest con la valle dell'Adige, a sud con Verona e la
sua provincia, a est con quella di Vicenza.
1.1 Geologia del territorio L'origine geologica di questo territorio è molto antica: oltre 50 milioni di
anni fa, infatti, questa zona era ricoperta dal mare tropicale che ospitava
pesci multicolori, flora marina che possiamo ancora oggi vedere nei numerosi
resti fossili che si trovano in loco e in particolare nel territorio di Bolca, zona
fossilifera conosciuta in tutto il mondo. Le Lessinia è stata abitata fin dalla
preistoria per il suo ambiente, ricco di acqua e vegetazione e per la grande
quantità di selce che il suolo offriva.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Con la professoressa di scienze abbiamo studiato proprio la conformazione
della pietra della Lessinia e ci siamo soffermati su alcune caratteristiche
particolari, cioè gli strati e i colori.
Questa roccia é composta da 72 strati, a volte se ne trova uno in più o
in meno, e di spessore differenti tra l'uno e l'altro. Questi strati, dai quali si
estraggono lastre di diverso spessore e durezza, venivano commercializzati
per la costruzione delle abitazioni.
I colori variano dal rosa carico, tipico degli strati superiori della bancata,
ad una colorazione più chiara con venature bianche, fino ad arrivare a un
bianco pallido che assume sfumature verdi man mano che ci si avvicina agli
strati inferiori. Ogni strato ha un preciso nome dialettale scelto dai cavatori,
che dipende dalla difficoltà d'estrazione, dalla posizione e dal colore.
La tabella riporta qualche esempio.
Facilità di estrazione Pigmentazione Posizione
Zéntil Biancon Majon de simo
Lastra grisa Maseta de banco
Loa rossa Pelosa de fondo
Corso ultimo
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Alcuni strati venivano selezionati per creare lastre adatte alla costruzione di
alcuni particolari esterni e interni della casa
Strato Uso e nome
Strato n°53-54 Lastre per tetti: “lastre da coerti”
Strato n°42-43 Lastre per l'acquaio: “seciar”
Strato n°27 Lastre per pavimentazione dei cortili esterni
Abbiamo rappresentato in un disegno i vari strati di roccia che ancora
oggi si estraggono dalle cave in Lessinia.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
La roccia affiorante a Camposilvano e il famoso “fungo”, simbolo della zona
1.2. Territorio oggetto di studio
Il territorio che è stato oggetto del nostro studio è limitato alle zone di
Velo Veronese e Camposilvano, a nord ovest rispetto a Tregnago, ad
un'altitudine compresa tra i 1083 mslm e i 1167 mslm. In particolare abbiamo
studiato le caratteristiche degli insediamenti abitativi, condizionati dal
territorio, dalle risorse a disposizione e dalla cultura dei suoi abitanti.
1.3. I muretti a secco A chi passeggia tra le montagne veronesi non sfuggono le lunghe fila di
muretti a secco che delimitano gli appezzamenti di terra, realizzati per
delimitare le proprietà. Sono semplici costruzioni realizzate con lastre di
pietra poste in verticale o veri e propri muretti alzati con pezzi di pietra più
piccoli.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Era importante delimitare le proprietà per sapere cosa apparteneva a
ciascuna famiglia. A San Martino, 11 novembre, i terreni venivano affittati e
bisognava conoscerne il valore che variava in base a quanta erba produceva
per il pascolo. Ciascun proprietario doveva quindi liberarli da sassi, dalle erbe
infestanti e da quelle velenose in modo tale che la capacità produttiva
aumentasse e fosse chiaro quanti animali potessero pascolarci. Il valore era
calcolato in paghe. Le paghe erano la misura di produzione del terreno quindi
se un terreno valeva 5 paghe significava che poteva ospitare 5 mucche
oppure, se valeva una paga poteva ospitare 4 pecore o due vitelli. Era
importante tagliare le erbe velenose che erano tossiche per gli animali. Gli
animali selvatici di montagna avevano imparato a riconoscerle, ma quelli
portati dalla pianura rischiavano di morire intossicati. Si tratta di un’erba che
cresce molto in altezza con le foglie larghe e bella d'aspetto.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Oggi in alcune zone della Lessinia ci sono interi pascoli infestati da
queste erbe perché nessuno fa più l'opera di pulitura.
Esempio di confine con muretto a secco Esempio di confine con lastre di pietra
1.4. Le contrade Le abitazioni in Lessinia non sono mai isolate, ma perlopiù riunite in
contrade e attaccate le une alle altre formando una sorta di continuità.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
La contrada è un nucleo minimo di edifici, costituito solitamente da 5 o
6 case unifamiliari a schiera. Gli
e d i f i c i d e l l a c o n t r a d a s o n o
generalmente disposti con le
facciate rivolte verso Sud per
sfruttare al meglio il calore del sole
e in genere seguono le pendenze
del terreno. In un territorio montano,
dove l'inverno è lungo e rigido, il
problema del riscaldamento delle
abitazioni non era da poco. Anche il
fatto di costruire le case una
accanto all'altra, in un certo senso,
si può giustificare con la ricerca di
risparmio in termini di calore (meno
pareti esposte) e di materiale. La
parete dell'abitazione che univa le due case, infatti, era già costruita: bastava
partire da essa per realizzare un nuovo nucleo abitativo.
Man mano che la famiglia cresceva, aumentava anche il numero di
abitazioni della contrada perché il nuovo nucleo familiare si insediava in una
nuova unità abitativa costruita a fianco di quelle esistenti, sfruttando uno dei
muri laterali. Ancora oggi le contrade hanno il nome delle famiglie che erano
insediate lì in origine. Per esempio nel nostro percorso abbiamo visitato la
contrada Tecchie, il cui nome è molto diffuso ancora oggi tra la popolazione
locale.
Vivere in una contrada significava anche condividere alcune strutture
come per esempio il forno, il baito, il lavatoio e anche collaborare nella
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
difficile vita quotidiana, soprattutto in alcuni periodi dell'anno quando
determinati lavori richiedevano l'impegno di molti.
2. La tipologia delle costruzioni I materiali da costruzione erano quelli presenti sul territorio e facilmente
reperibili: quindi la pietra per le pareti, il legno per la struttura del tetto e le
porte e finestre e il canel, vale a dire un tipo di canna palustre, per la
copertura.
Le abitazioni erano interamente costruite in pietra con uno spessore
delle pareti di 50 cm. Erano tutte simili tra loro: disposte a schiera per
risparmiare un muro tra una casa e l'altra e anche per limitare la dispersione
del calore. I muri interni, infatti, rimanevano più caldi perché meno esposti.
Erano costruite in pietra perché questo era ed è ancora oggi il materiale
facilmente reperibile sul luogo e permetteva di mantenere il calore all'interno
delle case. Le coperture erano realizzate con una struttura in legno ricoperta
di canel.
La forma delle coperture è uno dei tratti più caratteristici: hanno una
forma cosiddetta a tesa gotica, con due falde spioventi e originariamente
erano sono coperti con paglia e canne lacustri, sempre per la necessità di
utilizzare il materiale locale. La paglia, la stroa, infatti si trova in Lessinia fino
ad un'altitudine di 1200-1500 m.s.l.m., mentre nel fondovalle gli acquitrini
torrenziali garantivano grande quantità di canna lacustre che la gente della
montagna scambiava con la legna o il ghiaccio che portava dai monti. Questa
copertura, isolante dal punto di vista termico, aveva bisogno di continui
restauri, ma aveva una durata di 60-80 anni. Oggi, purtroppo non siamo
riusciti a vedere con i nostri occhi la testimonianza di questo manufatto,
perché con il tempo è stato sostituito con materiali più duraturi. Possiamo
però immaginarlo vedendo alcune fotografie scattate in Lessinia tra gli anni
'80 e '90 del secolo scorso.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Nella foto si vede sullo sfondo il profilo di un tetto a tesa gotica
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Fotografia di un tetto in paglia come si vedeva ancora negli anni ’80 in una contrada di Campofontana (foto M. Miliani)
Fotografia del particolare della copertura in canel (foto M. Miliani)
Dallo studioso Aristide Baragiola, abbiamo una testimonianza in un
documento del 1908: Le case, secondo i loro stili, sono proporzionalmente
fabbricate a somiglianza quasi tutte di quelle d'Alemagna, con le coperte di
forma piramidale, con anco tutte le altre de sette comuni che fanno bella
vista... Le coperte di esse case, ad uso de luoghi montanari e settentrionali,
sono parte in paglia, di scagliola di legname.1
Questo tipo di architettura, così omogenea sul territorio, è chiara
testimonianza di un modello di costruzione architettonica che rimanda alle
costruzioni tedesche d’oltralpe
Si hanno infatti testimonianze scritte di popolazioni definite “bande e
tribù tedesche”, i cimbri, provenienti dal territorio vicentino alle quali il
vescovo di Verona Bartolomeo della Scala concedette terre nel 1287 e
successivamente Pietro della Scala nel 1376.
Questi insediamenti, molto antichi, testimoniano una presenza
autonoma e libera, soprattutto per la zona più a est dell'altopiano veronese,
quella meno esposta ai contatti con la pianura e i suoi abitanti. Proprio in
riferimento a questa parte si conosce l'esistenza di un “Vicariatus
montanearum Theoutonicorum” risalente già al 1403, quindi un'istituzione
amministrativa autonoma, e soppresso poi in età napoleonica e
definitivamente con il Regno d'Italia.
Ancora oggi questa realtà diversa e particolare si manifesta con il
mantenimento della lingua a testimonianza del patrimonio culturale cimbro
nella zona di Giazza (Ljetzan) e anche più a ovest. La presenza di questo
popolo, infine, è resa evidente proprio dalle architetture delle case così
omogenee e risultato di una precisa identità. In questo popolo ritroviamo
modelli di costruzione architettonica che rimandano alle costruzione tedesche
d'oltralpe come ad esempio il tetto gotico e l'abitudine allo sfruttamento dei
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
1 da ARISTIDE BARAGIOLA; La casa villereccia delle colonie tedesche vento-trenitne, ed. Comunità Montana dell’Altopiano dei Sette Comuni, Vicenza, riproduzione dall’originale del 1908
materiali presenti in loco, segno di una secolare tradizione di popoli abituati a
vivere in simbiosi con il territorio e le sue risorse.
2.1 Suddivisione degli spazi e aperture Le case in genere erano a due o tre piani al massimo, più il sottotetto
utilizzato per conservare il fieno.
Le abitazioni erano unifamiliari e rispondevano alle esigenze concrete
di una famiglia contadina: al piano terra si svolgevano i lavori domestici. Sulla
parete di fondo dell’unica
stanza si trovava un grande
camino adagiato di solito sul
muro opposto alla parete di
ingresso. Serviva per cucinare
ma soprattutto per riscaldare la
casa. Oltre al camino, l’arredo
fisso della stanza era costituito
dall'acquaio, il seciar, realizzato
in un unico blocco di pietra
addossato alla parete esterna
su cui era praticato un foro da
cui una canalina portava direttamente all'esterno l'acqua utilizzata per lavare.
Da questo ambiente, con una scala in legno, si accedeva al piano superiore
destinato ad ospitare le camere da letto che venivano riscaldate dalla canna
fumaria del camino al piano inferiore. Da questo livello si raggiunge l'ultimo
piano che era utilizzato per conservare il fieno in un luogo asciutto e areato.
Anche dalla facciata esterna si può intuire questa suddivisione interna e la
cosa che colpisce subito sono le aperture, poche perché bisognava
risparmiare il calore che si trovava all'interno e alcune molto particolari.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Le aperture sulla facciate, infatti, sono poche. Nel pian terreno si trova
la porta d'ingresso, spesso protetta da una lastra di pietra, il pendenel e una
piccola finestra della cucina protetta con le grate. Al primo piano si trovano
una o due piccole finestre che danno sulle camere e, all'ultimo piano, si
trovano i bocaroi: piccole aperture di forma circolare o trilobata che
permettevano il passaggio dell'aria, necessaria per essiccare il fieno, senza
far entrare acqua o neve.
Porta con grata al piano terra Un esempio di porta di ingresso
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Aperture del piano terra. Si noti sulla porta il pendenel
Una delle piccole aperture del primo piano
I bocaroi sulla facciata di una abitazione ristrutturata
Esempio di bocarol in una facciata originale, ormai senza copertura
I bocaroi potevano avere forme diverse: circolari, quadrangolari e
talvolta anche più elaborati, segno che, pur nella semplicità di una comunità
povera, non mancava un certo gusto per il decoro e il bello. Nelle
ristrutturazioni moderne sono stati conservati con cura questi particolari,
donando loro nuova vita.
Anche le canne fumarie dei camini, così importanti per la vita
nell’abitazione, terminavano sul tetto in semplici opere architettoniche,
spesso diverse tra loro e degne di nota.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
3. Le architetture in comune Una delle caratteristiche della contrada era la collaborazione tra i suoi
abitanti che costituivano una piccola comunità, lontana dai centri abitati di
grandi dimensioni e che faceva dell’aiuto reciproco il suo punto di forza. A
questo scopo rispondevano alcune architetture che non erano proprietà della
singola famiglia, ma erano costruite con la collaborazione di tutti e il loro uso
era comune. Ancora oggi alcune di queste strutture, sopravvissute al tempo,
non hanno un solo proprietario. Così abbiamo scoperto che è difficile venderli
se non c’è l’accordo della comunità per la loro ristrutturazione, possono
essere lasciati cadere in rovina.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
3.1 Il baito
Il baito è una struttura costituita principalmente da massi di pietra.
Abbiamo avuto la fortuna di poterne vedere uno nella contrada Tecchie di
Velo Veronese, restaurato per conservare la memoria della tradizione locale.
Questa struttura veniva utilizzata principalmente per la produzione di
formaggi e burro. Ogni residente della contrada portava nel baito la quantità
di latte che il proprio animale produceva. Il casaro scriveva su un registro la
quantità accanto al nome e cognome della persona che consegnava il latte in
modo tale da poter sapere quale era stato il contributo di ciascuno. Il latte
veniva quindi lavorato a mano con l’utilizzo di semplici macchinari. Per
produrre il burro, per esempio, si faceva bollire il latte, quindi si toglieva la
panna in superficie fino a creare il burro. L’attrezzo con il quale si faceva il
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
burro era chiamato zangola. Non
abbiamo potuto vedere questi
strumenti dal vivo nella nostra
breve escursione, ma ci siamo
d o c u m e n t a t i g u a r d a n d o i
numerosi libri che parlano delle
tradizioni del territorio e abbiamo
poi riprodotto alcuni strumenti con
dei disegni.
La sera questo luogo assumeva un altro ruolo, altrettanto importante:
ospitava uomini, donne e bambini della contrada che si incontravano per
chiacchierare, raccontare storie, ma anche per lavorare e soprattutto stare al
caldo. Si faceva, come dicono i nostri anziani, filò. Stando tutti nel baito si
sentiva meno freddo, ci si riscaldava e si condividevano semplici divertimenti.
Il signor Angelo Tezza, un abitante della contrada Tecchie di Velo Veronese,
da tempo trasferitosi a vivere in città, ci ha accompagnato alla scoperta dei
luoghi della sua infanzia a cui è ancora molto legato e ci ha raccontato come
viveva qui insieme alla sua famiglia quando era bambino, ormai più di 50 anni
fa. Così abbiamo scoperto che quando la sera ci si riuniva nel baito le donne
filavano la lana o facevano la calza con le uce, mentre gli uomini spelavano le
frasche di frassino che erano state raccolte in estate e fatte leggermente
essiccare: erano i cosiddetti foscai o vansei. Le foglie, infatti, erano molto
gradite agli animali e in inverno costituivano un ottimo nutrimento. Mentre le
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
mani erano impegnate, era bello raccontare le storie a cui spesso si dedicava
un contastorie ed era particolarmente seguito e apprezzato dai ragazzi. Tra le
storie che il signor Tezza ricorda c’è quella di un luogo misterioso che doveva
trovarsi dopo la stalla, ma che mostrava il suo tesoro solo a quelle persone
che avrebbero avuto il coraggio di avventurarcisi. Così si dava avvio ad una
vera prova di coraggio tra i bambini e i ragazzi della contrada. Chi fosse
riuscito a raggiungere il luogo misterioso e a dire le parole magiche “bella
ciserbola apriti!” avrebbe visto una ricca tavola imbandita di ogni genere di
alimento. Nessuno, a quanto pare, ha mai superato la prova, perché il luogo
poco illuminato e in pendenza spaventava molto i ragazzi, ma a noi lascia
una traccia per capire che questa gente non viveva nell’abbondanza, se il
premio era proprio “ogni ben di Dio”.
3. 2. La giassara La giassara è una sorta di profonda buca scavata nel terreno a sezione
circolare e si trova solitamente in zone ombreggiate e vicino alle pozze usate
per abbeverare il bestiame al pascolo. Poteva essere sormontata da una
cupola in pietra come quella che abbiamo fotografato, ma anche essere
molto più semplice. Serviva per conservare il ghiaccio, che poi veniva
venduto in pianura in cambio delle paglia. Ce n'era normalmente una per
contrada, sempre per quello spirito di condivisione e generosità di cui
abbiamo già fatto cenno.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Il ghiaccio si formava naturalmente in inverno nelle pozze che in estate
servivano come abbeveratoio per gli animali al pascolo, mentre in inverno si
coprivano di uno spesso strato ghiacciato fino a mezzo metro.
Il ghiaccio veniva tagliato in lastre di forma quadrangolare che
dovevano essere il più possibili simili tra loro. I tagliatori del ghiaccio usavano
strumenti semplici. Con una specie di “rastrello” che aveva due punte
all'estremità tracciavano il perimetro della lastra che veniva poi inciso con
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
asce, finché non si spezzava. La lunga lastra era poi suddivisa in tanti blocchi
più piccoli per renderne più facile il trasporto. Questi ultimi venivano trascinati
dagli uomini con l'aiuto di arpioni nella giassara della contrada. Lì, i blocchi
venivano alternati con strati di paglia e foglie perché non si attaccassero tra
loro. Si conservavano così tutto l'inverno e in estate venivano portati a valle
per essere venduti. Era una merce di scambio importante per acquistare tutto
ciò che non si poteva trovare o produrre in montagna, come per esempio le
canni palustri per la copertura del tetto o l’uva per fare il vino.
Imboccatura della giassara Interno della giassara
Proprio a proposito della produzione del vino, sempre il signor Angelo Tezza,
ci ha raccontato che le cassette di uva che venivano acquistate a valle erano
poi trasformate in vino con la partecipazione di tutti, in particolare dei bambini
e dei ragazzi che venivano chiamati a pigiare l’uva da cui usciva il mosto che
sarebbe diventato vino. Dagli acini spremuti, ma ovviamente non del tutto
perché la pressione esercitata dai piedi non poteva eguagliare quella delle
moderne presse, si otteneva la graspia, un vino leggero che veniva bevuto
nelle fredde sere invernali quando ci si trovava a fare filò nella stalla o nel
baito. C’era chi, tra gli anziani della contrada, sosteneva che aggiungendo
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
agli acini d’uva l’acqua il giorno del venerdì santo si sarebbe ottenuto un
prodotto migliore.
3.3. I lavatoi Un’altra struttura di uso collettivo e importante per la vita collettiva era
la fontana-lavatoio, chiamato anche arbio che poteva essere all’ingresso della
contrada, come abbiamo visto in contrada Tecchie, ma anche all’esterno,
come quello che abbiamo fotografato che però assumeva più la funzione di
abbeveratoio per gli animali.
Al lavatoio le donne si ritrovavano per fare il bucato, in un altro
momento di condivisione.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Altre strutture architettoniche erano in comune nella contrada, come per
esempio il forno per la cottura del pane, ma di queste nel nostro percorso non
abbiamo trovato testimonianza.
4. Testimonianza della vita in contrada L’architettura, come abbiamo visto, è funzionale all’attività dell’uomo e
osservandola attentamente, guardando la disposizione degli edifici,
ascoltando la voce dei testimoni che vi hanno vissuto e continuano a viverci,
si riscopre una comunità solidale, abituata a vivere in condizioni difficili e a
superare i limiti del territorio con mezzi semplici e soprattutto con il valore
della condivisione e collaborazione. Il signor Angelo Tezza ci ha aiutato
proprio a vedere quello a cui non siamo più abituati.
Abbiamo così scoperto che quando era il momento di tagliare l’erba in
estate per farne fieno per il lungo inverno, sulla cima della collina si stendeva
un lenzuolo bianco visibile da lontano, addirittura fino a S. Bortolo. Venivano
così in aiuto per il taglio e la raccolta gli uomini, i segàti e le donne, le
resteline. Un altro modo per chiedere aiuto a persone che abitavano in una
contrada vicina era il suono emesso con il corno della mucca conservato
appositamente.
La contrada vedeva poi nei suoi spazi comuni, ma anche nelle singole
abitazioni, altri momenti in cui tutta la comunità era impegnata a sostegno di
una famiglia. Questo accadeva per esempio in inverno quando arrivava il
momento di uccidere il maiale, fondamentale per l’alimentazione degli abitanti
della Lessinia. Il maiale di una famiglia veniva ucciso e lavorato con la
collaborazione di tutti e il fegato, la parte che doveva essere consumata
subito, veniva distribuita. Con la carne del maiale, si sa, si ottenevano vari
prodotti che bastavano tutto l’inverno!
La vita di tutti i giorni era scandita da ritmi ben precisi, determinati dal
lavoro nelle stalle e nei campi, così la sveglia suonava presto e anche i
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
ragazzi aiutavano i genitori prima di andare a scuola. La mamma con il latte
appena munto preparava la colazione. Il signor Angelo ci ha raccontato che
per andare a scuola dalla contrada Tecchie dove abitava dove fare 4 km a
piedi. Si partiva da casa con la saccoccia, un sacco di tela cucito e non si
riempiva con le merende come oggi. Talvolta la mamma dava qualcosa ai
ragazzi da portare a scuola, ma il più delle volte non c’era nulla di merenda.
Ai piedi si indossavano le sgalmare, della calzature di legno con dei chiodini
(le broche) sulla suola perché non si consumassero: di certo non dovevano
essere comode.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Bibliografia
AAVV, Architettura nei monti Lessini, ed. Taucias Gareida, Giazza-Verona,
1982
CTG, Le contrade di Velo Veronese. Itinerari 3, ed. Tipolitografia Grafiche P2,
Verona, 1993
M. MILIANI, Appunti sull’architettura in Lessinia, contrada Roncari di
Campofontana, in Cimbri-Tzimbar, rivista del Curatorium Cimbricum
Veronense, Anno VII, n. 15, 1996.+
M. MILIANI, Case cimbre nel Veneto. Ipotesi, verifiche, risultati, in Cimbri-
Tzimbar, rivista del Curatorium Cimbricum Veronense, Anno IX, n. 17,
1997
M. MILIANI, Architettura rurale in Lessinia, in Cimbri-Tzimbar, rivista del
Curatorium Cimbricum Veronense, Anno XIII, n. 27, 2002
M. MILIANI, A. RIDOLFI (a cura di), La Lessinia e i cimbri, ed. Curatorium
Cimbricum Veronense, 2005
PAOLO RIGHETTI, L’architettura popolare nell’area dei cimbri, ed. Taucias
Gareida, Giazza-Verona, 1989
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13
Conclusioni Con questo nostro lavoro abbiamo voluto lasciare una testimonianza di
una ricerca fatta insieme a scuola che ha avuto come esito la realizzazione di
un album di disegni corredato da didascalie e fumetti e questo breve testo.
Non abbiamo la presunzione di aver aggiunto nulla di nuovo a tutti gli
studi che sono stati fatti sul territorio e da cui noi abbiamo preso spunto;
abbiamo semplicemente ricostruito con immagini e pensieri un percorso di
studio del nostro territorio, sperando che altri vorranno leggerlo e magari
integrarlo.
Ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato: i volontari della sezione
CAI di Tregnago, che con il loro impegno e la loro passione ci hanno
accompagnato alla scoperta di questo straordinario territorio, il signor Angelo
Tezza che ci ha raccontato con passione la sua storia e quella degli abitanti
delle contrade di Velo Veronese nel secondo dopoguerra e le insegnanti che
ci hanno guidato in questa avventura di scoperta e conoscenza.
Le immagini utilizzate in questa presentazione, laddove non
diversamente indicato, sono state realizzate da noi o dai nostri insegnanti.
Tutto il lavoro viene rilasciato con licenza creative commons: .
Gli alunni delle classi 2^A-B-C della scuola secondaria di primo grado di
Tregnago “Ferrari Dalle Spade” nell’anno scolastico 2012-13 con le loro
insegnanti: Laita Michela, Miliani Elisa, Nebula Antonella, Picchi Raffaella,
Rancan Annamaria.
Le abitazioni della Lessinia veronese
Testi realizzati dalle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado di Tregnago nell’a.s. 2012-13