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La società di massa

L’edificio dove lavora John Sims

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Page 1: L’edificio dove lavora John Sims

La società di massa

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John Sims davanti allo skyline di NYC, in King Vidor, The Crowd (1928)

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L’edificio dove lavora John Sims

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L’ufficio dove lavora John Sims

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John Sims alla sua scrivania

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“La teoria diviene una forza materiale solo quando ha fatto presa sulle masse.”

Karl Marx, Contributo per una critica della filosofia del diritto di Hegel (1843)

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“L’impero morale della maggioranza si fonda in parte sull’idea che vi sia più saggezza e acume in molti uomini

riuniti che in uno solo, nel numero piuttosto che nella qualità dei legislatori. E’ la teoria dell’eguaglianza applicata alle

intelligenze ... I francesi, sotto l’antica monarchia erano certi che il re non potesse mai sbagliare. Ciò facilitava

grandemente l’obbidienza. Infatti si poteva mormorare contro la legge, senza cessare di amare e rispettare il

legislatore. Gli americani hanno la stessa opinione riguardo alla maggioranza.”

Alexis de Toqueville, La democrazia in America (1835-1840)

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Il mito liberale dell’individuo “autonomo”

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“Le pretese che la scienza sociale ama far valere costituiscono la prosecuzione e il rispecchiamento teorico della potenza pratica raggiunta nel secolo xix dalle masse

rispetto agli interessi dell’individuo.”

Georg Simmel, Sociologia (1908)

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“L’amministrazione monocratico-burocratica [...] è il modo formalmente più razionale di esercitare il potere. Lo sviluppo

delle moderne formazioni sociali in ogni campo [...] è semplicemente un tutto unico con lo sviluppo e

l’accrescimento continuo dell’amministrazione burocratica [...] La nostra intera vita quotidiana è inquadrata in questa

cornice. Infatti, se l’amministrazione burocratica è dappertutto la più razionale dal punto di vista tecnico-

formale, essa è oggi per i bisogni dell’amministrazione di massa (di persone e di beni) semplicemente inevitabile.”

Max Weber, Economia e Società (1922)

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Tre famiglie di critiche della società di massa:

– anti-modernista: denuncia la distruzione della cultura locale, folk; es. Carl Schmitt, Martin Heidegger, Arnold Gehlen...

– elitista: denuncia la distruzione della “vera cultura”; es. Alexis de Tocqueville, Thomas Carlyle, Friedrich Nietzsche,

Ernst Jünger, Ortega y Gasset...

– teoria critica: denuncia l’indottrinamento e manipolazione delle masse; es. Theodor Adorno, Max Horkheimer, Herbert

Marcuse, Emil Lederer, Hannah Arendt...

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Martin Heidegger a Todtnauberg

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Ernst Jünger durante la prima guerra mondiale

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Herbert Marcuse e i suoi studenti negli anni Sessanta

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“Che cos’è, allora, la dittatura moderna? E’ un sistema politico moderno basato sulle masse amorfe. Le masse formano la sostanza di un movimento tramite il quale si istituzionalizzano e, in quanto masse istituzionalizzate spingono il dittatore al potere e lì lo mantengono.”

Emil Lederer, Lo stato delle masse (1940)

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“Il fascismo moderno ha tre attributi essenziali: è spietato e terroristico; crea una specie di ordine imposto; e, allo stesso

tempo, suscita emozioni, le infiamma e le soddisfa. Quest’ultimo elemento è quello decisivo, che rende possibili gli altri due. E’ la necessità di soddisfare le masse che spiega

la spietatezza e il controllo degli impulsi.”

Emil Lederer, Lo stato delle masse (1940)

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“Fatto caratteristico, i movimenti totalitari europei, quelli fascisti come quelli comunisti dopo il 1930, reclutarono i loro membri da questa massa di gente manifestamente

indifferente, che tutti gli altri partiti avevano lasciato da parte perché ritenuta troppo apatica o troppo stupida. Quei

movimenti furono costituiti in maggioranza da persone che non erano mai apparse prima sulla scena politica.”

Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo (1951)

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“Ciò che nel mondo non-totalitario prepara alla dominazione totalitaria è il fatto che la solitudine, che un tempo era

un’esperienza limite sofferta solo da alcune condizioni sociali marginali (ad esempio la vecchiaia), è divenuta un’esperienza quotidiana per le sempre crescenti masse del nostro secolo.”

Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo (1951)

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“Se la divisione del lavoro non produce solidarietà, è perché le relazioni tra gli organi sociali non sono regolamentate, perché essi si trovano cioè in un uno stato di anomia.”

Emile Durkheim, Della divisione del lavoro sociale (1893)

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“[Nelle democrazie capitaliste] lo spettatore si persuade del merito della propria medietà e sogna un giorno di ricevere il

premio supremo di ‘Mister Cliente Medio’.”

Theodor Adorno, “Lo schema della cultura di massa” (1942)

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“Per il consumatore non rimane più nulla da classificare che non sia già stato anticipato nello schematismo della

produzione.”

Theodor Adorno e Max Horkheimer, La dialettica dell’Illuminismo (1947)

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Opera di Barbara Kruger (1987)

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“Ritenere che le masse possano essere semplicemente sviatesignificherebbe disprezzarle. Il punto è che ogni ordine

sociale crea a proprio vantaggio nelle masse dei suoi membri quella struttura di cui ha bisogno per i propri fini. C’è una

relazione importante tra la struttura economicadi una società e la struttura psicologica di massa dei suoi

membri. Ciò non si riduce al fatto che l’ideologia dominante è l’ideologia della classe dominante. Quel che più conta per

la soluzione dei problemi praticiè il fatto che le contraddizioni nella struttura economica di una società sono anche ancorate nella struttura psicologica

di massa dei suoi membri. Altrimenti non si potrebbe comprendere che le leggi economiche di una

società possono avere effetti practici solo attraverso l’attività delle masse che vi sono soggette.”

Wilhelm Reich, Die Massenpsychologie Des Faschismus (1933)

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“L’idea di ‘libertà interiore’ designa lo spazio privato in cui l’uomo resta ‘se stesso’ rispetto agli altri, con se stesso nel suo essere con e per gli altri. Ora proprio questo spazio

privato è stato invaso e frantumato nella realtà tecnologica: la produzione e la distribuzione di massa reclamano

l’individuo per intero, e la psicologia industriale ha da lungo tempo smesso di essere confinata alla fabbrica. I numerosi

processi di introiezione sembrano esserci calcificati in reazioni meccaniche. Il risultato non è tanto un

‘adattamento’ quanto una mimesi: una identificazione immediata dell’individuo con la sua società, e, attraverso la

sua parte di società, con la società intera.”

Herbert Marcuse, L’uomo a una dimensione (1964)

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“Dato che prima di entrare in una folla la gente ha già una comune disposizione ad agire in un certo modo ...

l’espressione di un simile comportamento in situazioni di agitazione collettiva conduce a un rapido rilascio degli

impulsi corrispondenti. In tali condizioni infatti quel comportamento si diffonderà come un incendio.”

Herbert Blumer, “Collective Behavior” (1939)

Page 26: L’edificio dove lavora John Sims

“Possiamo rappresentarci gli ultimi secoli di storia occidentale come una graduale successione di predominio fra tre diversi tipi caratteriali. Il tipo diretto dalla tradizione cede il passo al tipo

auto-diretto, e quest’ultimo al tipo etero-diretto. Questi mutamenti del tipo di società e del tipo di carattere ovviamente

non avvengono di colpo, ma per sovrapposizione, cosicché in una data cultura si possono trovare gruppi che rappresentano

ogni fase e che dimostrano, con maggiore o minore ritardo, una varietà di adattamenti caratteriologici alla fase vigente.”

David Riesman, The Lonely Crowd (1950)

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“Di certo chi ritiene che oggi le masse siano onnipotenti o sulla via di diventarlo, ha torto. Nella nostra epoca, l’influenza

di collettività autonome all’interno della vita sociale è di fatto diminuita. E si tratta per di più di un’influenza guidata; la

masse non sono pubblici che agiscono autonomamente, al contrario esse sono manipolate in punti cruciali e

trasformate in folle di dimostranti. Come i pubblici diventano masse, altrettanto a volte le masse diventano folle; e nelle folle lo stupro psicologico messo in atto dai mass media viene rafforzato da violenti comizi. Dopo di che la gente della folla si disperde di nuovo – nella forma di masse

atomizzate e sottomesse.”

Charles Wright Mills, The Power Elite (1956)