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L’Europa in costruzioneStoria del processo d’unificazione europea
Antonella Braga
Istituto storico Resistenza Novara
Indice del percorso
1. L’unione europea oggi2. Un’eredità difficile3. Premesse storiche, culturali, ideali4. Da utopia a obiettivo politico5. L’avvio del processo d’unificazione6. Le tappe del processo d’integrazione7. Lo stato attuale del processo e il ruolo dei cittadini
L’Unione europea oggi Unità e interdipendenza
• è uno spazio di libertà, sicurezza, giustizia, pace
• è un insieme di istituzioni e regole comuni
• è un mercato unico, con una moneta unica, che consente la libera circolazione di persone, merci, capitali e servizi tra i paesi membri
• è un soggetto che intrattiene rapporti economici e politici con Paesi terzi e che prevede contatti strettissimi fra i Paesi membri per definire insieme posizioni e azioni comuni
• non è ancora una vera unione politica ….
Unificazione europeaUna “rivoluzione pacifica”
Il processo d’unificazione europea è il più grande esempio di rivoluzione pacifica della storia, che ha creato con mezzi incruenti e con gli strumenti del consenso democratico istituzioni comuni tra Stati per secoli nemici
Ha conosciuto momenti di sviluppo e di arresto, spingendosi sino alla soglia dell’unificazione politica, senza però giungere ancora a compimento.
Non è ancora irreversibile
e il suo esito finale dipenderà dalla capacità di realizzare
una vera federazione di Stati ,
che renda possibile progettare l’unificazione politica del genere umano
La guerra civile europea
(1914-1946)
Prima guerra mondiale10 milioni di morti (4 ogni minuto)
Seconda guerra mondiale50 milioni di morti(di cui quasi la metà civili)
La dichiarazione Schuman9 maggio 1950
“La riunione delle nazioni europee esige che la contrapposizione secolare tra Francia e Germania venga eliminata.
Il governo francese propone di collocare l’insieme della produzione franco-tedesca del carbone e dell’acciaio sotto un’Alta autorità comune, aperta alla partecipazione degli altri Paesi europei.
La messa in comune delle produzioni di carbone e acciaio assicurerà immediatamente l’istituzioni delle basi comuni dello sviluppo economico, prima tappa di una Federazione europea […] indispensabile alla conservazione della pace.
La solidarietà di produzione così instaurata dimostrerà che qualsiasi guerra fra la Francia e la Germania diviene non solo impensabile, ma materialmente impossibile.”
La pacificazione franco-tedesca Alcune domande
La pacificazione franco-tedesca nel 1950, ebbe l’importanza straordinaria che
nel 1989 avrebbe potuto avere l’avvio di un’unificazione russo-americana, all’indomani della guerra fredda,
o che oggi avrebbe la pacificazione israelo-palestinese, con l’avvio di istituzioni comuni tra i due popoli.
Fu un fatto straordinario, davvero rivoluzionario.
Come fu possibile, dopo secoli di lotte fratricide?
Quando è nata l’idea d’unità europea?
Come quest’idea ha cominciato a tradursi in realtà?
Come si può rendere irreversibile il processo?
Le premesse storicheUnità e diversità
L’Europa, così come si è formata nel corso dei secoli, coniuga potenti fattori di unità con altrettanti elementi di diversità e di frammentazione.
Il processo di unificazione europea in corso non è che una fase d’un processo pluri-secolareche è passato attraverso altre forme, incompiute e parziali, di unità.
Il sistema europeo degli StatiEgemonia ed equilibrioLe due figure tipiche del sistema
europeo degli Stati sono state:
1) la spinta all'egemonia che si manifestava sul fronte degli Stati di volta in volta più forti (tentativi di unificazione imperiale);
2) la contro-spinta all'equilibrio che si ristabiliva grazie alle coalizioni e, soprattutto, al contributo delle potenze laterali al sistema.
Le premesse culturali Idee e ideali d’unità europea
Numerosi sono stati i progetti di unità europeanei secoli.
A lungo tali progetti sono rimasti speculazioni isolate di letterati e filosofi.
Questi progetti hanno però creato una catena continua di pensiero che ha influenzato i progetti politici del sec. XX.
G. Mazzini C. Cattaneo
I. Kant, V. Hugo A. Briand G. Stresemann
Un primo tentativo fallito (16 giugno 1940)
Dichiarazione di Unione indissolubile franco-britannica
• La seconda guerra mondialecostituisce un punto di rottura.
• Di fronte al crollo francese del maggio-giugno 1940 di fronte all’avanzata tedesca, Jean Monnet propone un progetto di unione franco-britannica.
• Il progetto è accolto da WinstonChurchill il 16 giugno 1940, ma arriva troppo tardi, poco prima dell’arrivo al potere del maresciallo Pétain.
Il progetto europeo
Il dibattito durante la ResistenzaIl progetto europeo è nato nella
Resistenza• presa di coscienza della crisi del
sistema europeo degli Stati nazionali di fronte ai fenomeni del totalitarismo e del nazionalismo
• problema dell’unità europea da astratto ideale a obiettivo concreto di azione politica
• nascita di movimenti federalisti europei in diversi paesi d’Europa
Il dibattito nella ResistenzaI movimenti della Resistenza europea• Il movimento Federal Union in
Gran Bretagna
• Il Kreisau Circle e il movimento della “Rosa Bianca” in Germania
• Il Movimento federalista europeo in Italia (1943)
• Combat (Frenay, Camus) e Liberer et fédérer (S. Trentin) in Francia
• Europa-Union in Svizzera
• La Dichiarazione federalista dei movimenti della Resistenza europea (Ginevra, 1944)
Lionel Robbins Albert Camus Silvio Trentin
Il dibattito nella ResistenzaI documenti italiani• Manifesto di Ventotene (1941)
• Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine (Carta di Chivasso) (1943)
• Progetto per una Costituzione confederale europea ed interna(D. Galimberti – A. Repaci)
• Programmi dei partiti politici italiani in via di ricostruzione nel 1943 (DC, Pd’A, PLI, PSIUP, PCI)
Il Manifesto di Ventotene (1941) La priorità della questione europea
«Il problema che in primo luogo va risolto e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell’Europa in Stati nazionali sovrani».
(Ernesto Rossi, Altiero Spinelli)
Il Manifesto di Ventotene La nuova linea di divisione tra progresso e reazione
«La linea di divisione fra partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa quelli che concepiscono come fine essenziale della lotta politica quello antico, cioè la conquista del potere politico nazionale […] e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido Stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e,anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea per realizzare l’unità internazionale».
Il difficile dopoguerra La divisione in sfere d’influenza
• ricostruzione degli Stati nazionali europei secondo il sistema delle sovranità separate
• divisione dell’Europa in sfere di influenza subordinate a USA e URSS
• sconfitta politica dei progetti di unione federale elaborati dalla Resistenza europea
Una nuova consapevolezzaIl senso di fragilità e impotenza
Alla fine della seconda guerra mondiale (1939-1945), gli Stati europei in rovine sembrano prendere consapevolezza della assurdità delle rivalità nazionalistiche e della propria fragilità.
Ridotti a spazio politico “vuoto”,subordinati alle grandi super-potenze, senza più possibilità di svolgere un ruolo internazionale realmente autonomo, gli Stati europei si ritrovarono ad essere – come disse Luigi Einaudi –“polvere senza sostanza”.
Una nuova consapevolezzaRicostruire la democrazia, costruire la pace
In tutti i Paesi ove furono lasciati aperti spazi per il libero dibattito, si svilupparono così coraggiosi progetti di riformacon due obiettivi fondamentali:
– da un lato ripristinare la democrazia dopo gli anni dei totalitarismi;
– dall’altro ridare peso e autonomia all’Europa, costruendo una federazione sovranazionale in grado di confrontarsi con le due potenze esterne al sistema europeo.
Protagonisti di questi progetti di riforma furono:
gli statisti più avvertiti (azioni “di vertice”, degli Stati)
i movimenti europeisti e federalisti di cittadini (spinta dal “basso”)
A. De Gasperi A. Spinelli
Un’occasione per cominciare1947: il Piano Marshall (E.R.P.)
• gli aiuti americani all’Europa per la ricostruzione economica e rafforzamento della democrazia politica in funzione anti-sovietica nel quadro della “guerra fredda”
• logica progressiva: aiuti da gestire in comune da parte dei Paesi europei per rompere la tradizione di economie “chiuse”
• avvio del processo di unificazione europea “a occidente”
I fautori dell’Europa unita si trovarono però a combattere contro molto difficoltà e resistenze.
La logica intergovernativa1948: Patto di Bruxelles e OECE
La risposta europea fu però ancora una volta la logica intergovernativa, che mostrava agli USA la volontà di collaborare, in cambio degli aiuti militari e economici (Patto di Bruxelles e OECE)
MA senza intaccare la sovranità degli Stati nazionali, ormai incapaci di agire sul piano internazionale ma ancora chiusi nei loro egoismi nazionali
Finirono così per accettare di fatto la subordinazione agli USA (nascita della NATO, 1949)
proclamando la propria autonomia solo “simbolica” con la nascita del Consiglio d’Europa (1949), cui aderirono 16 Paesi sotto la guida della Gran Bretagna
L’iniziativa francese1950: il Memorandum di J. Monnet
Per risolvere il problema della ricostruzione tedesca,
Jean Monnet propose di devolvere ad una autorità sopranazionaledotata di istituzioni che prefiguravano quelle di una vera e propria federazione
il controllo del carbone e dell'acciaio, cioè delle fonti principali dell'energia (e quindi
dello sviluppo economico) e dell'industria pesante (e quindi della potenza
militare).
“L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.”
La nascita della C.E.C.A. 9 maggio 1950: la dichiarazione Schuman
• Il 9 maggio 1950, Robert Schuman, il ministro degli esteri francese, in un famoso discorso, propose la fondazione della C.E.C.A., prefigurando l’obiettivo ultimo della federazione europea.
• A questa proposta aderirono Italia, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. La Gran Bretagnadeclinò invece l'invito.
Svanita la prospettiva di costruire a breve termine un’unione politica, il processo di unificazione imboccò la strada della integrazione economica e della unificazione settoriale(FUNZIONALISMO)
La prima Comunità europeaLe istituzioni europee
Le istituzioni della C.E.C.A.
Commissione (Alta Autorità)
Consiglio dei Ministri
Assemblea parlamentare
Corte di Giustizia
Il problema del riarmo tedescoIl progetto della C.E.D. (24 ottobre 1950)
• Lo scoppio della guerra di Corea e l'esigenza di dislocare truppe sul fronte orientale spinsero gli USA a forzare i tempi per il riarmo della Germania.
• La reazione di rifiuto della Francia non tardò a manifestarsi.
• J. Monnet propose ancora una volta la formula comunitaria (Comunità europea di difesa, CED) per la creazione di un esercito europeo.
• Il primo ministro francese Pleven presentò il progetto della CED ai Paesi della CECA che l’accolsero (24 ottobre 1950).
I rischi di creare un esercito europeo senza uno Stato europeo furono portati all'attenzione di Alcide De Gasperi da un Memorandum di Altiero Spinellinell'estate del 1951.
In una riunione a Strasburgo l'11 dicembre 1951, De Gasperi ottenne che, nel Trattato istitutivo della CED, fosse inserito un articolo – l'articolo 38 – che apriva alla costituzione di una Comunità politica, attribuendo all'Assemblea della CED il compito di studiare le modalità della sua elezione a suffragio universale e la riforma delle istituzioni in senso «federale o confederale».
Chi comanda l’esercito europeo?Il Memorandum Spinelli
L’Assemblea ad hocIl progetto di Comunità politica europea (10 marzo 1953)
• L'approvazione del Trattato della CED si rivelò più laboriosa del previsto.
• De Gasperi ottenne quindi che, una volta insediata l'Alta Autorità della CECA (10 agosto 1952) e convocata l'Assemblea (10 settembre 1952), fosse conferito direttamente all’Assemblea della CECA il mandato previsto dall'articolo 38 del Trattato CED.
• Ottenuto il mandato, l'Assemblea, in seguito nota come «Assemblea ad hoc», si mise al lavoro e, il 10 marzo 1953, consegnò ai sei governi degli Stati membri un progetto di Statuto della Comunità politica europea.
LA CADUTA DELLA C.E.D. (1954)e del progetto di Comunità politica europea
• In una situazione profondamente mutata dopo la morte di Stalin (1953) – con la Francia impegnata nella guerra d’Indocina e con un’Italia frastornata dalla questione di Trieste, dalle tensioni sulla «legge truffa» e dall’emarginazione di De Gasperi – il progetto di Statuto della Comunità politica europea fu affidato a una conferenza diplomatica.
• La conferenza diplomatica si protrasse con alterne vicende finché, il 30 agosto 1954, la CED cadde di fronte al Parlamento francese, sconfitta da una maggioranza eteroclita e trasversale.
Il fallimento del primo tentativodi creare uno Stato europeo
I risultati del fallimento della CED furono:il riarmo tedesco, mascherato dall'adesione di Italia e Germania
Federale al Patto di Bruxelles, ribattezzato Unione europea occidentale (UEO), una coalizione di eserciti nazionali, gradita al Regno Unito e al servizio del protettore americano;
la fine del disegno di un’autonomia europea che conteneva, come virtualità obiettive, la equal partnership con gli USA e il superamento della logica bipolare e della divisione dell'Europa;
il blocco della vita politica nazionale nella logica delle rigide contrapposizioni ideologiche della “guerra fredda”.
I TRATTATI DI ROMA (25 marzo 1957)CEE ed EURATOM
• Svanita la prospettiva di costruire a breve termine l'esercito e lo Stato europeo, il processo di unificazione riprese imboccando la strada dell’integrazione economica e dell’unificazione settoriale iniziata con la CECA.
• Questo "rilancio", deciso dal Consiglio di Messina (2 giugno 1955), prese corpo con l'istituzione di due nuove Comunità:
la CEE (Comunità economica europea) la CEEA (o Euratom)
Comunità economica europeaI successi del Mercato Comune
• Nel periodo di «distensione» e relativa stabilità, seguito alla morte di Stalin (1953), il processo di unificazione economica consentì lo sviluppo economico e sociale dei paesi europei e fu alla base dei diversi «miracoli economici» tra anni Cinquanta e Sessanta.
• Il periodo transitorio verso il Mercato comune si chiuse così con due anni d'anticipo e, il 30 giugno1968, si realizzava l’unità doganale con una tariffa esterna comune (TEC).
• Alla fine degli anni Sessanta la Comunità economica europea era divenuta la prima potenza commerciale e la seconda potenza industriale del mondo.
Comunità economica europeaI nodi irrisolti del Mercato Comune
• Raggiunti gli obiettivi dell’integrazione negativa (abbattimento delle barriere e delle tariffe doganali), risultò più difficile riuscire a raggiungere i risultati dell’integrazione positiva (unione monetaria e politica)
• Difetti del quadro istituzionale– strapotere del Consiglio dei Ministri sugli
altri organi– deficit democratico nella gestione del
bilancio e delle competenze acquisite dalla Comunità
Comunità economica europeaNodi irrisolti nelle relazioni euro-atlantiche
• progressivo disimpegno americanonel quadro europeo e dislocazione degli interessi USA
• larvata conflittualità euro-americana sul piano economico
• incapacità della Comunità Europea di far fronte alle nuove responsabilità internazionali sul piano monetario e militare
Gli anni Settanta : la crisi economica e monetaria internazionale
• Di fronte alla crisi monetaria (fine del gold exchange standard, 1971) e alla crisi petrolifera (1973), la logica funzionalista si scontrò contro il difetto di un'effettiva capacità d'azione della Comunità europea, priva di una moneta, di una difesa, di un governo.
• Gli obiettivi di “allargamento, rafforzamento, compimento” ribaditi dal Consiglio europeo dell’Aja (1969) e di Parigi (1972) si realizzarono così solo in parte.
• Il Piano Werner (1971) per l’unione monetaria si scontrò contro il sistema generalizzato di fluttuazione dei cambi, tramite cui ogni Paese tentava di scaricare il peso della crisi sugli altri
Il rilancio dell’azione politicaIl voto europeo e lo SME
• Elezioni dirette del Parlamento europeo (1979)– coinvolgimento delle forze politiche e sociali, dei
mezzi d'informazione e dei cittadini nella costruzione dell'Europa
– primo nucleo fondante della costituzione di uno Stato europeo
• Nascita del Sistema monetario europeo (SME, 1978)– conclusione del nefasto periodo di fluttuazione
selvaggia dei cambi.
Verso l’unione politicaProgetto di Trattato di Unione europea
• Iniziativa di Altiero Spinelli e del “Club del Coccodrillo” a Strasburgo
• Progetto di “Trattato di Unione politica” approvato dal Parlamento europeo il 14 febbraio 1984 (con 237 sì e 31 no) per accrescere la capacità d'azione della Comunitàeuropea attraverso la riforma democratica delle sue istituzioni.
• Consiglio europeo -> presidenza collegiale• Commissione -> governo responsabile di fronte al Parlamento• Parlamento -> camera bassa (dei popoli)• Consiglio dei Ministri -> camera alta (degli Stati)• Unione monetaria• Comunitarizzazione della politica estera e di sicurezza• Art. 82: in vigore se ratificato da maggioranza degli Stati
Il progetto di Unione europeaL’ostilità britannica
• Il 24 maggio 1984, di fronte al parlamento europeo, il presidente francese Mitterand si dichiarò favorevole al progetto del Parlamento europeo.
• Nella Comunità europea – ormai a 12 membri con l'adesione di Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca (1973), della Grecia (1981) e di lì a poco di Spagna e Portogallo (1986) – le riserve più forti al Progetto di Trattato di Unione europea provenivano dalla Gran Bretagna.
• Il Consiglio europeo di Fointebleau (1984) decise così di affidare il progetto a una Commissione di saggi (il Comitato Dooge), che produsse un nuovo documento che si limitava a ribadire l’impegno al compimento dell’unificazione economica e monetaria.
L’Atto Unico europeo (1985)“La montagna ha partorito il topolino”
• Per superare le divisioni, al Consiglio europeo di Milano(giugno 1985) si decise - a maggioranza - di indire una conferenza intergovernativa per la riforma dei Trattati.
• L’esito della conferenza intergovernativa fu l’Atto unico, approvato al Consiglio europeo di Lussemburgo(dicembre 1985)
• Ribadito l’obiettivo d’istituire un vero mercato interno che realizzasse le quattro libertà previste dai Trattati di Roma –libertà di circolazione di merci, servizi, capitali e persone –a partire dal 1° gennaio 1993.
Il ciclone GorbacëvIl progetto di Casa Comune europea
• A metà degli anni Ottanta, il processo di democratizzazione dell’URSS avviato da Mickail Gorbacëvcon la perestroika e il riavvicinamento russo-americanoalimentarono le speranze di un possibile passo verso l’istituzione di un nuovo ordine mondiale democratico e pacifico.
• In questo clima di ottimismo maturarono insieme il progetto di Casa comune europea e il processo che condusse al Trattato di Maastricht
• Purtroppo queste speranze andarono presto deluse, in quanto la costruzione del nuovo ordine imboccò la strada dell’anarchia internazionale e del risorgere dei nazionalismiin Europa
Dall’Atto Unico al Trattato di Maastricht (1991)
Necessità di riforme per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Atto Unico
• Consiglio europeo di Hannover (giugno 1988)– «Comitato Delors»: rapporto sull’unione
economico-monetaria
• Consiglio europeo di Dublino (aprile 1990), all’indomani della caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) e alla vigilia della riunificazione tedesca (3 ottobre 1990)– trasformazione della Comunità in Unione,
definendone i poteri e le competenze.
• Consiglio europeo di Maastricht (dicembre 1991)– approvazione del Trattato sull’Unione europea
(1992)
La nascita dell’Unione Europa (1992)Potenzialità e aspetti innovativi
• Principio di sussidiarietà
• Procedura di codecisione
• Aumento delle decisioni a maggioranza
• Affermazione della cittadinanza europea, che non cancella ma si giustappone alle cittadinanze nazionali
• Commissione europea: mandato a 5 anni e approvazione dal Parlamento europeo
• Principio dell’opting out per l’unione monetaria
Unione Europa: i limitiIl deficit democratico
All’attribuzione di nuove competenze all’Unione
(politica di coesione economica e sociale; dimensione europea dell’educazione; protezione della salute; tutela dell’ambiente; «azioni comuni» in tema di politica estera e della sicurezza - PESC; «cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni», ecc.)
non ha fatto riscontro un aumento dei poteri di controllo democratico.
Unione Europa: i limiti. Unanimità e diritto di veto
Permanenza del principio dell’unanimità, che normalmente si raggiunge con compromessi al livello più basso.
Il diritto di veto blocca di fatto ogni concreto processo di riforma, in quanto l’interesse europeo non coincide con la somma degli interessi dei singoli Stati nazionali.
Ne consegue l’incapacità di agire dell’Europa in sede internazionale, come si è evidenziato in modo drammatico, negli anni Novanta, di fronte alla crisi jugoslava, albanese, allo sgretolamento dell’impero sovietico e all’emergere dell’ordine monopolare statunitense.
I problemi dell’allargamentoLa necessità di riforma istituzionale
Le prospettive dell’allargamento, inevitabile e necessario
a 9, nel 1973, con Gran Bretagna, Irlanda e Danimarcaa 12, nel 1981 e nel 1986, con Grecia, Portogallo e Spagnaa 15, nel 1995, con Austria, Finlandia e Svezia a 25, nel 2004, con Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia, Malta e Cipro a 27, nel 2007, con Romania e Bulgaria (e a 28, tra qualche anno, se verrà accolta l’adesione della Turchia)
aggravano i problemi di funzionamento delle istituzioni,rischiando di diluire l’Unione in una zona di libero scambio.
I tentativi di riforma dopo MaastrichtIl Trattato di Amsterdam (1997)
• Convocazione di un nuova Conferenza intergovernativa per riformare il Trattato dell’Unione (Consigli europei di Madrid, 1995, e Torino, 1996)
• Nuovi obiettivi: l’Europa dei cittadini; ruolo dell’Unione sulla scena internazionale, tenendo conto degli sconvolgimenti dell’ordine mondiale e della globalizzazione; lotta contro terrorismo e criminalità organizzata; problemi dell’ambiente e della qualità della vita; miglior funzionamento delle istituzioni dell’Europa in vista dei processi di allargamento.
• Trattato di Amsterdam (giugno 1997): – aumento – insufficiente – del potere di codecisione del
Parlamento europeo. – un numero crescente di funzioni è portato a livello europeo
senza alcun significativo rafforzamento istituzionale
Il Consiglio europeo di NizzaLa Carta dei diritti dei cittadini europei
Nel dicembre del 2000, Il Consiglio europeo di Nizza,
di fronte a una grande manifestazione popolareche chiedeva la riforma democratica dell’Unione attraverso un processo costituente
pur sottoscrivendo una «Dichiarazione sul futuro dell’Europa», in cui si parlava di allargamento/approfondimento e di necessità di una nuova Costituzione
si limitò ad approvare la Carta dei Diritti dei cittadini europei e un nuovo Trattato, che lasciò le cose sostanzialmente immutate sul piano istituzionale.
L’unione monetaria:la nascita dell’EURO• Armonizzazione e convergenza delle politiche
monetarie e di e di e e di bilancio degli Stati membri.
• Istituzione della Banca centrale europea e di cambi fissi
• 12 paesi (Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda, Austria, Finlandia, Spagna, Portogallo e Grecia)
• L’Euro, in circolazione come moneta unica dal 2002, è ormai una moneta di scambio e riserva a livello internazionale, concorrenziale con il dollaro
• Difficoltà per distorsioni del regime dei prezzi, nel passaggio tra le monete nazionali e la moneta unica, soprattutto nei paesi più deboli
Le crisi internazionali L’incapacità di agire dell’UE
• I limiti dell’UE sono apparsi ancor più evidenti nelle recenti crisi internazionali – attentato alle torre gemelle di New York (11 settembre 2001), guerra in Afghanistan (7 ottobre 2001), guerra in Iraq (20 marzo 2003) – che hanno mostrato come l’UE sia tuttora incapace di parlare a una sola voce.
• Questioni aperte: – moneta senza Stato – “gigante economico” ma
“nano politico”– allargamento senza
approfondimento delle istituzioni
La riforma delle istituzioniLa Convenzione europea (2002)• Decisione di istituire una Convenzione per preparare un
progetto di Trattato-Costituzione (Consiglio europeo di Laeken, dicembre 2001)
• Composizione della Convenzione: 15 rappr. dei governi, 30 rappr. dei Parlamenti nazionali, 16 rappr. del Parlamento europeo, rappr. dei paesi candidati all’adesione (senza diritto di veto), osservatori (rappr. di altre istituzioni comunitarie, rappr. delle parti sociali).
• La Convenzione si insedia a Bruxelles nel febbraio 2002 e, il 14 marzo 2002, approva un documento sul metodo di lavoro che stabilisce il coinvolgimento della società civile.
• I lavori della Convenzione si chiudono con la presentazione di un Progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa al Consiglio Europeo di SaloniccoSalonicco del 19 giugno 2003.
Il progetto di Trattato-CostituzionaleIl processo di ratifica
• Il 4 ottobre 2003 si apre a Roma la Conferenza intergovernativa per l’approvazione del Trattato
• Il Trattato è approvato il 18 giugno 2004 e firmato a Roma da tutti i Capi di Stato il 29 ottobre 2004,con alcune modifiche rispetto al progetto elaborato dalla Convenzione.
• La costituzione viene ratificata da 18 Stati, ma i risultati negativi dei referendum olandese e francese (2005) bloccano il processo.
• Nel frattempo crescono le critiche al Trattato-Costituzione da diversi fronti.
Il Trattato-Costituzione (2004)Un Giano bifronte
• Trattato (patto tra Stati sovrani) / Costituzione (atto di fondazione di un nuovo Stato)
• Struttura del Trattato:Parte I: principi generali. Parte II: Carta dei diritti. Parte III: politiche e funzionamento dell’Unione. Parte IV: disposizioni generali e finali
Il Trattato-Costituzione (2004)Gli aspetti innovativi
• Inclusione della Carta dei diritti.• Cooperazioni rafforzate (anche con solo 1/3 dei membri).• Procedura di revisione dei trattati che istituzionalizza il metodo
della Convenzione.• Estensione delle decisioni a maggioranza (ma PESC ancora
all’unanimità) e del metodo comunitario allo spazio di “libertà, sicurezza e giustizia”
• Esplicita suddivisione delle competenze fra Unione è Stati membri (competenze esclusive dell’Unione, competenze concorrenti, coordinamento)
• Semplificazione del quadro normativo (legge, legge-quadro, regolamento, decisione, raccomandazione, parere).
Ipotesi di rilancioProseguire il percorso di riforme
Tra il 2005 e il 2007 si sono confrontate quattro ipotesi:
• l’ipotesi minima, sostenuta dalla Gran Bretagna (e poi anche dalla Francia), per l’approvazione di un nuovo trattato “leggero”, scartando qualsiasi accenno a una costituzione;
• quella di “salvare il salvabile procedendo tutti insieme”, sostenuta al momento dalla Germania, per la rapida approvazione di un nuovo testo;
• quella, sostenuta dal governo italiano, che proponeva di ratificare il Trattato-Costituzione, anche attraverso il ricorso a un euro-referendum, perché, nonostante le sue ambiguità, è il massimo risultato ottenibile oggi;
• quella che propone invece di realizzare all’interno dell’Unione europea, un primo nucleo di Stato federale, aperto a chi desideri aderirvi in futuro.
Il trattato di Lisbona (13 dicembre 2007)Un rilancio problematico
Il nuovo Trattato Europeo, sebbene conservi parte delle innovazioni presenti nel testo di Costituzione europea
e miri a obiettivi importanti("l'efficienza e la legittimità democratica dell'Unione allargata nonché la coerenza della sua azione esterna"),
ha affossato lo spirito costituente che lo animava
e ha cercato di eliminare i simboli che sono propri dei cittadini europei: la bandiera europea, l'inno alla gioia e il motto dell’Unione.
Le tappe del processo d’integrazioneStrategia dei “piccoli passi”
• 1957, Trattati di Roma: nascita della Comunità economica europea e dell’EURATOM
• 1968: unità doganale con una tariffa esterna comune (TEC).
• 1978: nascita del Sistema monetario europeo (SME)
• 1979: elezione diretta del Parlamento europeo
• 1984: progetto di “Trattato di Unione politica” approvato dal Parlamento europeo con 237 SI e 31 NO
• 1985: Consiglio europeo di Lussemburgo, Atto Unico
• 1991: Consiglio europeo di Maastricht, approvazione del Trattato sull’Unione europea
• 2000: Consiglio europeo di Nizza, Carta dei diritti dei cittadini europei
• 2002: l’EURO entra in circolazione come moneta unica in 12 paesi
• 2003: Consiglio europeo di Salonicco: la Convenzione europea presenta un Progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa
• 2004: il progetto di Trattato-Costituzione èfirmato a Roma da tutti i Capi di Stato
• 2007: viene siglato il Trattato di Lisbona, molto più limitato rispetto a quello del 2004
La sconfitta del metodo costituenteBattute di arresto del processo1954-1957Il parlamento francese boccia il
Trattato istitutivo della Comunità Europea di Difesa(CED), in cui era inserito un articolo – l'articolo 38 – che apriva alla costituzione di una Comunità politica europea, attribuendo all'Assemblea della CED un mandato costituenteper la riforma delle istituzioni in senso «federale o confederale».
1984-1985Dal progetto di Trattato del
Parlamento europeo all’Atto Unico approvato da una conferenza intergovernativa:“La montagna ha partorito il topolino”
2005-2007Il progetto di Trattato-Costituzione
siglato nel 2004 viene ratificata da 18 Stati, ma i risultati negativi dei referendum olandese e francese bloccano il processo.
Il fattore-tempoUn processo troppo lento
Il principale problema della fase attuale del processo d’integrazione è fondato su un errore di prospettiva che consistite nel non considerare il fattore-tempo,comportandosi come se il processo d’unificazione europea possa ancora seguire la logica dei «piccoli passi», che funzionò nella fase della guerra fredda e della distensione, quando l’ordine bipolare offriva stabilità e tempi lunghi di evoluzione.
“Non possiamo fermarci quando attorno a noi il mondo intero è in movimento”. (J. Monnet, 1976)
Liberare Gulliver legato
In francese, utilizziamo spesso l’espressione « Gulliver empêtré » (Gulliverlegato). È l’immagine di Gulliver che giace al suolo imprigionato dalle funi dei Lillipuziani.
Leggendo tutte le dichiarazioni e i protocolli aggiuntivi che sono stati annessi al Trattato di Lisbona, si ha la stessa impressione di essere attorcigliati in una serie di funi più o meno visibili.
Così mi è venuta in mente l’immagine di Gulliver, questo gigante che giace al suolo – nel primo capitolo de I viaggi di Gulliver di Johnatan Swift – perché i Lillipuziani hanno paura di quel che succederebbe se si alzasse. I Lillipuziani hanno paura dell’ignoto. È la stessa paura che gli uomini politici o certi tecnici hanno dell’Unione europea: la paura di un’entità che non conoscono bene o che hanno paura di spiegare alla gente, ma che in fondo non è un pericolo per loro nonostante sia un gigante rispetto agli attuali stati membri. Ecco spiegata la metafora.
(Jacques Ziller)
Il compito dei cittadini Un governo per l’EuropaData l’inerzia e l’ambiguità dei governi nazionali
che, da una parte, sono costretti a spingere avanti il
processo d’integrazione europea per l’impossibilità di affrontare in modo valido i problemi fondamentali sulla base della sovranità nazionale,
ma, dall’altra, fanno di tutto per conservare il diritto di veto nazionale, dando perciò vita a strutture inefficienti e scarsamente democratiche
spetta alle forze politiche, sociali, culturali più coscienti della posta in gioco, per l’Europa e per il mondo intero, prendere ogni opportuna iniziativa per sostenere l’urgenza di una riforma in senso democratico e federale delle istituzioni europee.
Il futuro è apertoLa responsabilità degli europei
Per dirla con le parole di Alexander Hamilton, gli europei hanno oggi la responsabilità di mostrare all’umanità «se le società umane siano o meno capaci di darsi, per propria scelta e attraverso matura riflessione, un buon governo, o se esse siano invece condannate a far dipendere dal caso e dall’uso della forza le proprie costituzioni politiche».
Il futuro è “aperto” e dipende anche da noi, dalle nostre scelte e dal nostro impegno.… Per questo ogni nuovo gemellaggio è un passo nella giusta direzione.