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LIBRERIASAL E S I ANA - TORINO ULTIMEPUBBLICAZIONI CATEC HI SMO SUI SACRAMENTI DELVENERABILE P.PIETROCANISIOD .C .D .G., CORREDATODELLETESTIMONIANZEDELLAS .SCRITTURA DEI CONCILII,PADRI,DOTTORIESCRITTORIDELLA CHIESA VersioneconAggiunteeNote delSac .GIUSEPPEMERIZZI Due elegantivolumiin-16°grande,pagine668-547(E L .800 L'illustrescrittoredella StoriaUniversaledellaChiesaCattolica, l'Abbate RoHRBACHEB, lo chiamaoperaimmensa,pienad'erudizione, disodezzaedisaggezza, scrittainistilemolto buono,diunalatinitànotevoleedegnadiunPadredellaChiesaechemeritòall'Autoreun postoprincipalissimotracoloroacuil'Alemagna vadebitriced'averconservatalafedeCat- tolicaeinsiemeconessailbuonsenso elebellearti . MancavainItaliaunaversione,eloscrittore d'Alcunepaginedidivotaletturaedi alcuniOpuscolidiS.Cipriano siaccinseadunatraduzionecheappunto oranoipubbli- chiamo . N .B. Ognicopiachesiacquistasihadirittodi10copiedelBIBLIOFILOalmanaccomoraleedi- lettevoledell'anno1888 .

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LIBRERIA SALESIANA - TORINO

ULTIME PUBBLICAZIONI

CATECHISMO SUI SACRAMENTIDEL VENERABILE

P. PIETRO CANISIO D. C. D. G.,CORREDATO DELLE TESTIMONIANZE DELLA S. SCRITTURA

DEI CONCILII, PADRI, DOTTORI E SCRITTORI DELLA CHIESA

Versione con Aggiunte e Note

del Sac. GIUSEPPE MERIZZI

Due eleganti volumi in-16° grande, pagine 668-547 (E) L . 8 00

L'illustre scrittore della Storia Universale della Chiesa Cattolica, l'Abbate RoHRBACHEB, lochiama opera immensa, piena d'erudizione, di sodezza e di saggezza, scritta in istile moltobuono, di una latinità notevole e degna di un Padre della Chiesa e che meritò all'Autore unposto principalissimo tra coloro a cui l'Alemagna va debitrice d'aver conservata la fede Cat-tolica e insieme con essa il buon senso e le belle arti .

Mancava in Italia una versione, e lo scrittore d'Alcune pagine di divota lettura e dialcuni Opuscoli di S. Cipriano si accinse ad una traduzione che appunto ora noi pubbli-chiamo .

N.B. Ogni copia che si acquista si ha diritto di 10 copie del BIBLIOFILO almanacco morale e di-lettevole dell'anno 1888 .

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TORINO - S. Benigno Can . - LIBRERIA SALESIANA - Roma - S. PIER d'ARENA

Per predisporre alla S. Confessione e Comunione

e per Ricordo della Prima Comunione .

/ Giovane Provveduto per la pratica dei suoi doveri negli esercìzii di cristiana pietà, per larecita dell'Uffizio della B . Vergine, dei Vespri di tutto l'anno, e dell'Uffizio dei morti, coll'aggiuntadi una scelta di laudi sacre .

Legato in tela a colore con placca a oro raffigurante la Cena del Signore . . . .

(D) L. 1 40-

-

-

il Crocifisso(D) » 1 40la Risurrezione(D) » 1 40

//L-I' Igiene dell'Anima . Lettere di un Curato di campagna a un'antico suo discepolo,del P. Francesco Martinengo ; in-32°, pagine 288 (E) » 0 60

- legato in tela per Ricordo (D) » 1 25- Edizione elegante su carta fina ; in-16° (E) » 1 40¢-

-

- legato elegantemente in tela (D) » 2 25on Marco ossia perdono e convito . Racconto contemporaneo, pel Sacer-dote Almerico Guerra, Canonico onorario della Metropolitana di Lucca . - Un volumein-32° di pagine 430 (E) » 0 60

- legato in tela per Ricordo (D) » 1 25- Edizione elegante su carta fina ; in-16° (E) » 1 20

legato elegantemente in tela (D) » 2 25Marietta o le vere sorgenti della vita al secolo IX . Racconto

del Sac. Bario Maurizio Vigo, Curato di S . Giulia in Torino. Opera premiata ad unconcorso . - Un voi, in-16° di pagine 536

(E) » 2 00Consigli e Preghiere in preparazione alla Prima Comunione ossia Mannaletto divoto

/

per accostarsi degnamente la prima volta alla Sacra Mensa, molto raccomandato daMons. Gastaldi (E) > 0 20

i .e meraviglie del SS. Sacramento narrate ai fanciulli della Prima Comu-nione dal Padre Pietro Laurenti d. C . d . G . Terza edizione notabilmente accresciuta . -Un volume in-32° di pagine 219 (D) » 0 50

,~ segato in tela per Ricordo (D) » 1 20dolfo e Melania o della perseveranza dopo la prima Comun .

dell'Abb . Carlo Auber ; libera versione di L . Matteucci . - Un vol. in-32°, pag. 250 (E) » 0 30legato in carta per Ricordo

J a Pasqua Cristiana . Un volumetto in-32°, pag. 96 (E) » 0 15Ogni otto giorni, per Mons. De-Segur ; 2' edizione in-32°(E) » 0 10- Legato in carta sagrì per Ricordo (D) » 0 40

Eccita i fedeli alla SS . Comunione ogni otto giorni, dimostrando una tal frequenza siccome un passar-/porto sicuro per il Cielo, la vera terra promessa che il popolo di Dio deve conquistare .

U ue gioie nascoste, per Giuseppe Frassinetti ; 2' edizione in-32°

(E) » 0 10legato in carta sagrì per Ricordo (D) » 0 40na delle due gioie nascoste che scuopre al noi lettori il presente libretto è la SS . Comunione.

enite tutti a me a per Mons. Do Segar ; traduzione del Can. T. De Virgilliie ; 2`edizione in-32°

(E) > 0 10- legato in carta sagrì per Ricordo (D) > 0 40

reghiamo i MM . RR . signori Parroci, Sacerdoti e tutti coloro cui sta a cuore la diffusione della buona stani? atener presenti i libri già annunziati nella copertina del Bollettino Salesiano dello scorso Febbraio, operette moltodatte a distribuire come premio ai pia diligenti nel Catechismo, e anche come ricordo della Prima Comunione, in-into sopra ne accenniamo altri che fanno pure poi medesimo caso ; raccomandando di tutti la massima diffusione.I libri annunziati nella presente copertina sono pure reperibili presso le Luoim SALA~ DI S. PIER D'ARSNA,AMA, S. BENIGNO CANAVESE E DI 3. GIOVANNI EVANGELISTA IN TORINO.

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ANNO XII - N. 3.

Esce una volta al mese .

MARZO 1888

BOLLETTINO SALESIANO

DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N. 32, TORINO

Sommario : - D. Bosco : - Ultimi momenti di D. Bosco - LaSalina di D . Bosco esposta nella sua stanza - Annunzi dellamorte di D . Bosco - Gli antichi allievi - La Cappella ardenteI giovani alunni - Il Popolo - L'addio ai figli - Lettera del-l'E .mo Card . Alimonda - La Messa solenne di suffragio . -Pergamena collocata nella cassa mortuaria di D. Bosco - Il tra-sporto funebre - Le esequie -Leone XIII e D. Bosco-L' Ar-civescovo di Vercelli e D . Bosco - La partenza dei Missionari .

D. BOSCO!!

Quante opere portentose, quanti affetti ipiù vivi, quante speranze le più care sonocompendiate in questo nome! E ora DonBosco non è più sulla terra, D . Bosco èscomparso di mezzo a noi! - D. Bosco èmorto! - Fu questa la parola che fu mor-morata tra i singhiozzi alle 4 3/4 del mat-tino del 31 gennaio intorno al suo poveroletto, che fu ripetuta sommessamente nellecamerate dei giovani, che incominciavanoa destarsi dal sonno, che come un lamposi diffuse per tutta Torino, stracciando millecuori, che sulle ali del telegrafo recò intutte le Case Salesiane, in ogni regionedel mondo la notizia : - Questa mattinaalle ore 4,45 l'anima di D. Bosco volava inparadiso . -L'alba del 31 gennaio aveva dissipato

l'ultimo lembo di quell'illusione che ancora

ci bendava gli occhi . Sì! l'amore ci feceillusione fin quasi all'ultimo istante . Perchènoi l'amavamo come si ama il sorriso dellafanciullezza, le speranze della gioventù , isostegni, i beni dell'età matura. Era pernoi quanto di più grande, di nobile, di af-fettuoso, di generoso potesse trovarsi sullaterra. Non vi era un istante della nostravita che non portasse un ricordo della suaaffezione per noi . Un giornale a noi con-trario nei principii ci chiamava i così detti,figli di D. Bosco. Sì ! l'amor nostro per luiera cento volte più vivo che l'amore di unfiglio verso il padre, perchè a lui centinaiadi migliaia di fanciulli erano debitori diciò che i genitori non avevano loro saputoo potuto dare .

Presentimenti .Noi speravamo che, come altre volte così

questa, si fosse potuto riavere dalla malattia, al-meno in modo da rimanere su questa terra an-cora qualche anno ; e non avevamo capito ciòche a chiare note ci aveva più volte ripetuto .L'anno scorso più volte entrò in discorso sullanecessità di affrettare l'acquisto di un terrenoal campo santo per luogo di sua sepoltura,e faceva iniziare trattative col Municipio : e sic-come la cosa andava per le lunghe : - Guarda,diceva scherzando coll'Economo della Pia So-cietà, se non ti affretti, quando io sarò morto,mi farò portare nella tua camera ! Pensaci

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E altre volte : Non mettermi in un terrenoprezzolato. Trovami il posto in una delle tantenostre case . Fu esso che volle a tutti i costiche si consecrasse nel passato maggio la chiesadel Sacro Cuore in Roma, e quando si oppo-neva esservi ancora da fare lavori che richie-devano un anno intero e altre mille difficoltà,esso, immobile nel suo parere, esclamava : - Siapure ; ma la chiesa deve essere consecrata permaggio . - E diede la ragione, non intesa allora,di questa insistenza, dicendo all'Economo : Fapresto a finire quella chiesa, se vuoi che iola veda ancora; se non fai presto, non lavedrò più! - Recatosi a Roma e andato a visi-tare una comunità religiosa , chiesto della suabenedizione : - Si, ve la do, rispondeva, purchèmi promettiate di pregare per me quando saròmorto ! - È in questa occasione che chiedevaal Sommo Pontefice l'indulgenza plenaria in ar-ticulo mortis per sè e per cento altri da lucrarsicoll'uniformità perfetta al volere di Dio.

Si parlava sovente del suo giubileo sacerdotalenel 1891, ed esso s'intratteneva volentieri coiconoscenti ed amici su questo argomento , mapiù volte disse in privato ai suoi più intimi- Voi vi illudete! - E andato a visitare unapiissima insigne benefattrice delle Opere Sale-siane, che era agli estremi della malattia, dellaquale santamente morì, le disse : - Ah, signoracontessa! Lei mi manca di parola! mi avevapromesso di regalare i giovani dell'Oratorio didue vitelli perchè potessero aver lauta pietanzanel giorno del mio giubileo sacerdotale . Leimanca di parola e mancherò ancor io! - Inultimo , un mese prima dell'Immacolata, andatoa consolare un prete della Casa gravemente in-fermo e munito degli ultimi Sacramenti, glidisse : Fatti coraggio . Non tocca a te questavolta ; vi è un altro che deve prendere il tuoposto. Quel prete guarì, ed egli fu il primo amorire nella casa ; e fu posto nel letto stessoove allora giaceva quel sacerdote, poichè il suoessendo troppo incommodo per il servizio degliinfermieri, fu mutato con questo .

Ma anche senza le sue parole il continuo de-perimento delle sue forze era un avviso dellafine non lontana dei suoi giorni . Benchè si oc-cupasse instancabilmente a progettare e far ese-guire nuovi disegni, volesse assistere a tutte ledeliberazioni, leggesse e postillasse e anche riscon

-

trasse tutte le innumerevoli lettere che gli giun-gevano, ritenesse sempre la direzione immediatadi tutta la Pia Società Salesiana e dei Collegi,fosse anima di ogni cosa , pure era ridotto alpunto che il celebre professore di medicina Combal,dell'Università di Montpellier, visitatolo con di-ligenza per più di un'ora a Marsiglia, aveva do-vuto dire : - Se ne raccontino pure cose me-ravigliose di D. Bosco : per me il più grandemiracolo si è che egli viva ancora, mentre àcosì distrutto. É come un vestito logoro dall'usoche per conservarlo ancora per qualche tempobisogna chiuderlo in una guardaroba! -Infatti nel 1885 incominciava a non potere piùcammin are senza formarsi un contrappeso colle

braccia conserte dietro alle spalle : nel 1886, cur-vandosi sempre più, dovette usare di un baston-cello ; nel 1887 bisognò che si appoggiasse aqualcuno che le sorreggeva, per fare qualchepasso ; e finalmente negli ultimi due giorni chestette fuori di letto, non potendo più assoluta-mente tenersi ritto sulla persona , volle esserespinto sovra un seggiolone a ruote nella stanzada pranzo per essere fino all'ultimo istante inmezzo ai maggiorenti della sua Pia Società . Ilsoldato veterano cadeva senza deporre le armi,poiché , anche in letto, anche in mezzo ai piùgravi dolori, continuava a pensare, ad ordinare,a consigliare, a prevedere quanto poteva tornarea vantaggio di tutti .

Ultimi momenti di D. Bosco.Avremmo voluto presentare ai nostri Coope-

ratori e Cooperatrici il quadro intiero e tantocommovente e di edificazione degli ultimi istantidel nostro carissimo Don Bosco . Ma siccome essihanno vivo desiderio, e moltissimi ce lo hannoespresso per lettera, di conoscere minutamentee le parole e le sofferenze, e le virtù del loroamico e padre, noi abbiamo preparato il diariodegli ultimi due mesi di sua vita, con quella di-ligenza e veracità che è un dovere per noi e unbisogno per tutti i nostri confratelli. Ma restan-doci ancora a raccogliere alcune memorie e nondi poca importanza, pubblicheremo quel Diarionel prossimo Bollettino. In questo parleremosolamente della sua morte e di tutto ciò chesi riferisce ai suoi funerali.

31 gennaio 1888 !All' 1 e tre quarti D. Bosco entra in agonia .

D. Rua si mette la stola e ripiglia le pre-ghiere degli agonizzanti che aveva già incomin-ciate e sospese due ore innanzi . Sono chiamati infretta gli altri Superiori e la camera si riempie ìnun attimo di una trentina fra sacerdoti, chierici,e laici. Tutti sono in ginocchio . Sopraggiunge Mon-signor Cagliero, a cui D . Rua cede la stola perpassare alla destra di D . Bosco. Quindi china-tosi all'orecchio del caro Padre : - Don Bosco,gli disse con voce soffocata dal dolore, siamo quinoi, i suoi figli. Le domandiamo perdono ditutti i dispiaceri che per causa nostra ha do-vuto soffrire, e per segno di perdono e di pa-terna benevolenza ci dia ancora una volta lasua benedizione . Io le condurrò la mano e pro-nuncierò la formola della benedizione . - Scenacommovente e straziante ad un tempo . Tutte lefronti si curvano a terra, e D . Rua, facendoforza all'animo trambasciato, pronunciando le pa-role di benedizione, alza la destra paralizzata diDon Bosco e invoca la protezione di Maria Au-siliatrice sui Salesiani presenti e su gli altri as-senti o sparsi nelle varie regioni della terra .Alle tre antimeridiane giungeva da Roma il

seguente dispaccio : - Santo Padre imparte dicuore benedizione apostolica a D . Bosco grave-mente infermo . Card. Rampolla .

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Monsignore aveva già letto il Proficiscere.Alle4 1/2 la campana di Maria Ausiliatrice suonaval'Ave Maria, e tutti i radunati in quella stanzarecitarono l'Angelus. D . Bonetti susurrò all'o-recchio di Don Bosco la giaculatoria che giorniprima aveva ripetuta : - Viva Maria! - Ilrantolo, che mestamente si faceva udire da circaun'ora e mezzo, cessò. Per qualche istante il re-spiro di D. Bosco divenne libero e tranquillo ,ma ad un tratto venne a mancare : - D. Boscomuore! - esclamò D. Belmonte. Coloro, chestanchi si erano seduti per riposarsi alquanto,corsero vicini al letto ... emise tre respiri abreve intervallo . . . Egli realmente moriva! Mons.Cagliero vestito di stola gli suggeriva alcune gia-culatorie : Gesù, Giuseppe, Maria vi dono il miocuore e l'anima mia! . .. Gesù, Giuseppe, Mariaassistetemi nell'ultima agonia . . . Gesù, Giuseppe,Maria spiri in pace con voi l'anima mia . . .D. Rua egli altri Superiori, Direttori, sacerdoti,

chierici e laici, formando corona agonizzavano ancoressi di dolore insieme col padre, che ci lasciavain terra per rivederci nel cielo ! D. Bosco eramorto ! . . e Mons. Cagliero intuonava sospirandoil Subvenite sancti Dei, occurrite angeli Domini, . .suscipientes animam eius . . . Suscipiat te Christusqui vocavit te . . . E benedicendone il sacro cada-vere pregavagli da Dio la requie eterna . La stolache indossava Monsignore fu allora messa alcollo del venerato estinto e nelle sue mani con-giunte fu posto il crocifisso che tante volte a-veva baciato . Erano le 4 e 45. Egli contava 72anni e 5 mesi e mezzo di età.

Tutti s'inginocchiarono per recitare il Depro-fundis, alternato da sospiri, gemiti, singhiozzi .

La Salma di D . Bosco esposta nella suastanza.Quella camera fino alle 10 è piena di Sale-

siani che pregano,sciogliendosi in lagrime. Igiovani al mattino nella Messa della comunionerecitano il rosario da morto, alle 10 si canta so-lennemente la Messa funebre e tutte le Messeprivate sono celebrate in suffragio dell'anima diDon Bosco . Alla sera l'ufficio dei defunti è cantatonella chiesa di Maria Ausiliatrice .

Alle ore 10 antim. D. Sala e l'infermiere, as-sistiti, diretti e coadiuvati dai medici Albertottie Bonelli, che vollero fino all'ultimo testificarel'amore vivissimo che nutrivano per l'amico e-stinto, lavarono il suo corpo, lo vestirono e, rasaglila barba da Enria, lo collocarono sovra un seg-giolone. Il fotografo Deasti ed il pittore Rollinine prendono la fotografia da seduto . L'avevanogià ritratto prima quando giaceva ancora sul lettonella posizione in cui era spirato . Fu permessodi fotografarlo per la ragione che i Superiori nonacconsentirono che fosse presa la maschera, lorodolendo di vedere intonacata di gesso la facciadel loro amatissimo Padre . Per lo stesso rispettorifiutaronsi all'idea di imbalsamarlo . Uno deglistessi medici aveva detto ; - Conosco D. Boscoda molti anni ; ho tanto rispetto al suo corpoche non mi sentirei di profanarlo coll'imbalsa-

mazione . Alle 2 pomeridiane era già largamentediffusa in città la dolorosa notizia di questamorte e produsse impressione generale e pro-fonda. Molte botteghe e negozi si chiudonocolla scritta : Chiuso per la morte di DonBosco. La gente dolente e mesta e i più cogliocchi bagnati di pianto già si affollano in portie-ria e domandano di vedere la salma di D . Bosco .Stante il poco spazio del luogo dove è posto,ciò non si concede che alle persone più cono-sciute .

Il cadavere, rivestito degli abiti sacerdotali, conpianeta violacea a fiorami d'oro, col crocifisso inmano, col capo coperto della berretta, era assisosulla poltrona in un corridoio retrostante allacappella privata, ove negli ultimi tempi D. Boscocelebrava la santa Messa. Non un lineamentodel viso era alterato. Se non fosse il pallore dimorte che contrastava col paonazzo dei paramenti,si direbbe che D. Bosco dorma placidamente al-legrato da una celeste visione. In quella stanzasi succedono gli amanti figli di D . Bosco, che,pregando l'eterno riposo al loro Padre , bacianola sua mano e la bagnano di pianto . Stuoli di sa-cerdoti, patrizii in gran numero, matrone devotesono eziandio ammesse a vederlo. A tutti pare chedavvero il defunto dorma, e camminano a lentipassi sulla punta dei piedi, e postisi essi purein ginocchio , posano istintivamente le labbrasulle sue mani che diresti del più puro alabastro .In quella stanza nessuno prova ribrezzo , maresta preso da un sentimento di riverenza edevozione. Verso le ore 6 veniva pure unaschiera di Suore di Maria Ausiliatrice per ba-ciare la mano del santo loro Fondatore e Padreanche a nome di tutte le loro consorelle lontane .Finché durò un po' di luce, il mesto pellegri-naggio non fu interrotto .

Intanto per Torino in tutte le vie sono com-prati a ruba i giornali che annunziano la mortee parlano delle opere meravigliose di D . Bosconella sua lunga ed operosa vita . Così i suoi ri-tratti e le sue biografie .

L'ottimo Corriere Nazionale dovette fare treedizioni che furono di un tratto esaurite, e iprimi cenni sulla sua morte si leggevano ad altavoce sulle piazze e per le vie . Il nome di DonBosco volava di bocca in bocca, e molti prorom-pevano in dirotto pianto.

Alle 10 di notte, radunatosi il Capitolo Supe-riore della Pia Società , prometteva che se laMadonna faceva la grazia che l'Autorità civileconcedesse di seppellire D. Bosco sotto la chiesa,di Maria Ausiliatrice o almeno nella nostra Casadi Valsalice, si sarebbero di quest'anno o al più .presto possibile incominciati i lavori per la de-corazione del suo Santuario , opera che stavasommamente a cuore al compianto Don Bosco.Egli infatti aveva già dato ordine di fare glistudi opportuni .

Annunzi della morte di D . Bosco.D. Michele Rua, vicario di Don Bosco, non

ostante il dolore che straziavagli l'anima, padro-

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neggiando coll'idea del dovere ogni sentimentodell'anima, avea già spedito il mesto annunzioper telegramma, prima al S. Padre, al CardinaleAlimonda, e quindi alle case d'America, d' In-ghilterra, di Spagna, di Francia, d'Austria e d'I-talia, e ad un certo numero di benefattori . Intantostendeva e faceva stampare la seguente circolare :

Ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice,ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane .

Coll' angoscia nel cuore, cogli occhi gonfi dalpianto, con mano tremante vi do l'annunzio piùdoloroso, che io abbia mai dato, o possa ancordare in vita mia ; vi annunzio che il nostro ca-rissimo Padre in Gesù Cristo, il nostro fondatore,l'amico, il consigliere, la guida della nostra vita,è morto . Ahi! parola che trapassa l' anima,che trafigge il cuore da parte a parte, che aprela vena ad un profluvio di lagrime !

Le private e pubbliche preghiere innalzate alCielo per la sua conservazione hanno ritardatoal nostro cuore questo colpo, questa ferita, que-sta piaga amarissima ; ma non valsero a rispar-miarcela, come avevamo sperato .Nulla ci conforta in questi istanti fuorché il

pensiero che così volle Iddio , il quale infinita-mente buono nulla fa che non sia giusto , sa-piente e santo. Quindi rassegnati chiniamo ri-verenti la fronte e adoriamo i suoi alti consigli .

Per ora non occorre che io vi dica come DonBosco ha fatto la morte del giusto, calma e se-rena, munito per tempo di tutti i conforti dellareligione, benedetto più volte dal Vicario diGesù Cristo , visitato con insigne pietà da pre-lati ed incliti personaggi ecclesiastici e laici ,nostrani ed esteri , assistito con amore figlialedai suoi alunni, curato con affetto e perizia sin-golare da celebri dottori. Neppure vi dirò quidelle sue virtù e delle opere sue , ché il tempostringe e il cuore non regge .

Pel momento vi notifico solo che, ancor pochigiorni sono, Don Bosco disse, che l' opera suanon avrebbe sofferto per la sua morte, perchéaffidata alla bontà di Dio , perché protetta dallavalida intercessione di Maria Ausiliatrice, perchésostenuta dalla Carità dei Cooperatori e Coope-ratrici, che avrebbero continuato a favorirla.Dal canto nostro possiamo aggiungere ancora

che abbiamo la più grande fiducia che sarà così,perché D. Bosco dal Cielo , ove fondatamentelo speriamo già accolto in gloria, ci farà ora piùche mai da amorosissimo padre, e presso il tronodi Gesù Cristo e della Divina sua Madre eser-citerà più efficacemente la sua carità verso dinoi, e più abbondanti ci farà piovere le celestibenedizioni.

Incaricato di tenerne le veci, farò del miomeglio per corrispondere alla comune aspetta-zione. Coadiuvato dall' opera e dai consigli deimiei confratelli, son certo che la Pia Società di SanFrancesco di Sales, sostenuta dal braccio di Dio,assistita dalla protezione di Maria Ausiliatrice ,confortata dalla carità dei benemeriti Cooperatori

Salesiani e delle benemerite Cooperatrici, conti-nuerà le opere dal suo esimio e compianto Fon-datore iniziate, specialmente per la coltura dellagioventù povera ed abbandonata e le estere mis-sioni .

Ancora un pensiero . Ad esempio del gloriosonostro Patrono S . Francesco di Sales, più volteD. Bosco, udendo o leggendo certe espressioni,che le persone benevoli usavano inverso di lui,ebbe a manifestare il timore che dopo sua morte,creduto non bisognevole di suffragi, lo si la-sciasse in purgatorio. Pertanto , giusta il suodesiderio, e per debito di figliale affetto, racco-mando a tutti che vogliano tosto far calde pre-ghiere in suffragio dell'anima sua, ben cono-scendo che il Signore saprà a chi applicarnel'efficacia .

Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice , Coo-peratori e Coperatrici, giovanetti e giovanettealla nostra cura affidati, noi non abbiamo più ilnostro buon padre in terra : ma lo rivedremo inCielo , se faremo tesoro dei suoi consigli e neseguiremo fedelmente le virtuose pedate .

Credetemi anche nel dolore e nelle pene

Torino, li 31 Gennaio 1888.

Vostro aff.mo Confratello ed AmicoSAC. MICHELE RUA .

N.B . Il Venerando D. BOSCO mori ilgiorno 31 di Gennaio alle ore 4 3/4 antimeri-diane. La sepoltura avrà luogo giovedì 2 Feb-braio, alle ore 3 pom., e la messa funebre alleore 9 1/2 del mattino, nella Chiesa di Maria Au-siliatrice .

Gli annunzi di morte spediti dalla pia SocietàSalesiana agli istituti e Case di Don Bosco, agliamici e benefattori dell'opera furono 53 MILA,cioè : 32 mila in italiano, 13 mila in francese e8 mila in ispagnuolo .

Gli antichi allievi .

Dopo i Superiori e quelli che appartengonoalla famiglia Salesiana, nessuno poteva sentiremaggiormente questa perdita quanto coloro cheDon Bosco aveva chiamati per i primi col nomedi figli . Gli anni non avevano cancellati gli an-tichi affetti, come lo dimostra la seguente lettera

COMITATO DEGLI ANTICHI ALLIEVI DELL'ORATORIOPER LE DIMOSTRAZIONI AL REV . SIG. D . BOSCO .

LUTTUOSO ANNUNZIO .

Torino, 31 Gennaio 1888 .

Caro Amico,

Un'immensa sciagura ha oggi colpito l'Oratoriodi S. Francesco di Sales e le numerose Cased'educazione da esso dipendenti . Il suo fondatoree capo, l'amico della gioventù, l'apostolo della

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religione e della carità, l'amatissimo nostro Pa-dre D. GIOVANNI BOSCO, non è più! Eglirese stamane alle ore 4,40 la sua bell' anima alSignore, munito di tutti i conforti della Religionee benedetto dal Santo Padre Leone XIII.

Quantunque prevedessimo già da tempo le ir-reparabili conseguenze della sua malferma salute,tuttavia sentiamo ora più che mai la gravitàdella perdita subìta . E ben lo attestano le lagrimede' suoi figli, il dolore degli amici., il compiantodella cittadinanza. . .

Nelle ultime ore di quella preziosissima esi-stenza noi eravamo andati a baciare per l'ultimavolta all'amato Padre la mano benedetta, e quasia dargli a nome degli antichi allievi l' estremoaddio in questa vita ; ma la sua lingua erasi giàfatta muta, il suo occhio non ravvisava più al-cuno. Era in principio dell' agonia. Quale stra-zio, quale angoscia nel ripartire da quella cameradove ci aveva le tante volte accolto col sorrisodella benevolenza! . . . O D. Bosco, D. Bosco! . . .

Caro amico, tu sai quanto noi avremmo desi-derato di festeggiare la Messa d'oro del Rev .moSig. D. Bosco, che doveva ricorrere fra pochianni, e come di cuore glielo augurassimo . Mail Signore dispose altrimenti : sia fatta la suasanta volontà . Non possiamo almen ora, benchèmorto, dargli una prova della nostra affezione edella nostra riconoscenza?

Il Comitato degli antichi allievi dell' Oratorioper le dimostrazioni a D . Bosco, previo accordocoi Superiori della Casa, deliberò d'invitare tuttii compagni Sacerdoti e Secolari residenti in To-rino e nei dintorni a trovarsi alla sepoltura cheavrà luogo giovedì 2 febbraio alle ore 3 1/2 po-meridiane, e di esortare sì i vicini che i lontania fargli tenere una piccola offerta, non però in-feriore ad una lira, per sopperire alla spesadelle torcie occorrenti e per procurare al piùpresto nella Chiesa di Maria Ausiliatrice un so-lenne funerale alla memoria del gran PadreD. Bosco .

Sarebbe desiderabile che coloro i quali sonoinsigniti di qualche onorificenza governativa in-tervenissero alla sepoltura fregiati colle loro de-corazioni . La nostra riunione sarà nel parlatoriogrande dell'Istituto . Apposite norme regolerannole precedenze nello sfilare del funebre corteo ;ma noi procederemo ancora per ordine d' anzia-nità .

Non crediamo che occorra di più per eccitartia dare quest' ultimo tributo d'affetto al defuntonostro Padre. Gli amici lontani potranno ser-virsi dei francobolli postali per l'invio della loroofferta ; e quando sarà accertato il giorno delfunerale li faremo avvisati .

Sii compiacente di recitare una divota preghieraper l' anima del non mai abbastanza rimpianto

D. Bosco, e di gradire i nostri cordiali saluti.

Pel ComitatoGASTINI CARLO .

ALASIA MATTEO Segretario.

La Cappella ardente .I GIOVANI ALUNNI.

Era stata parata a lutto la prima chiesa in-terna, dedicata a S . Francesco di Sales, quellacara chiesuola edificata da D . Bosco nel 1850 enella quale aveva continuato il suo apostolato dicarità, di beneficenza e di amore verso la gio-ventù povera ed abbandonata, incominciato nel1841. Qui dal suo appartamento venne traspor-tata la salma alle ore sei antimeridiane del 1 feb-braio, con accompagnamento di preti e di chiericiportanti ceri accesi e recitandosi il miserere . DonBonetti recitava le preghiere del Rituale, e DonSala dirigevane il trasporto .

Nella stessa ora tutte le persone dell'Oratorioassistevano nella chiesa di Maria Ausiliatrice aduna Messa solenne di requiem in canto fermo,celebrata da Don Belmonte , preceduta dalla re-cita del Rosario e conclusa colla comunione ge-nerale .

Quindi tutti i giovani e gli operai venneroammessi a visitare le spoglie mortali del lorobenefattore . Le tenebre mattutine posavano an-cora pel bruno ambiente, tutto coperto da ampiegramaglie, che velavano anche l'altare . Sull'al-tare campeggiava una croce. Ai piedi di questa,che dell'estinto fu l'unica speme in vita , Egliera posto assiso sovra di un palco . Intorno alui ardevano molti ceri. Erano circa trenta oredacchè era spirato, e la morte non aveva an-cora impresso sul suo volto alcuna traccia .

Le turbe dei giovani si accalcavano fra le ri-strette pareti e fissavano gli occhi lagrimosi làin alto , ove nella sua posa di dormiente , collatesta leggermente inclinata dal lato sinistro, colsembiante calmo , composto e quasi sorridente ,cogli occhi semichiusi fissi nell'immagine di Gesùcrocifisso che stringeva divotamente colle manigiunte, riposava D . Bosco. - Era il nostroPadre! - ripetevano concordi quei mille cuoricolpiti da tanta sventura . Quante memorie, quantipalpiti soavi, quanti teneri pensieri agitavano lementi ed i cuori dei figli di D . Bosco in quel-l'istante .

Avvezzi dalla gratitudine degli alunni anziani aconoscere le peripezie della vita meravigliosa diD. Bosco, i presenti a quell'atto di pietà filialerammentavano quanto in quelle mura disadorneil loro Padre avesse lavorato per anni ed annicon carità e perseveranza incessante . Lo rivede-vano col memore pensiero addestrarsi ai piùumili come ai più difficili uffizi per la educazionereligiosa, intellettuale e materiale dei suoi figli,e vincere ostacoli potenti ed accaniti con quellacalma serena nella quale ora riposava dopo mezzosecolo di fatiche. Fra quelle mura aveva conce-pito il disegno, effettuandolo, di tante opere me-ravigliose ed istituzioni molteplici che ora riem-piono di sè il mondo intero . Dal pulpito di quellachiesuola, ove predicò costantemente dal 1850 al1868, pareva ancora di udire quella sua potenteparola che affascinava e tr aeva al bene , strap-pando le lagrime e i generosi proponimenti dalle

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turbe infantili che lo ascoltavano . Sembrava cheoccupasse ancora il suo confessionale dietro aquell'altare e di vedere intorno tutti i giorni in-ginocchiati le centinaia di giovanetti, che a luie solo a lui volevano confidare i loro segreti .Chi potrà numerare le migliaia che risuscitò allagrazia di Dio colla sua prudente, af fettuosa, ce-lestiale carità? In quel mattino era ben dolorosala sua mancanza, e ci sentivamo spinti a dirgliun'ultima parola all'orecchio come se ci avesseascoltati . Era seduto a quell'altare ove per tantianni celebrò la santa Messa con quella divozionecosì semplice, mentre era così profonda, così te-nera. mentre nulla appariva di straordinario ;così fiduciosa che tutto otteneva, ma senza chenulla, apparisse dei doni meravigliosi che da essaritraeva .

Ma i più vecchi della casa ricordavano ezian-dio, come testimoni, ciò cha narrava il N . 6 delBollettino Salesiano l' anno 1881. Una volta D .Bosco nel 1848 trovandosi con molti giovani sopraun mucchio o monticello di terra coll'accento delprofeta aveva detto : - U n giorno ol'altroinquesto sito medesimo, sorgerà l'altare, di unaChiesa, presso al quale voi farete la S. Comu-nione e canterete le lodi del Signore . E la pa-rola di D. Bosco pochi anni dopo si era avverata .Ed ora in quel sito medesimo ricompariva DonBosco morto, ma pur circondato da' suoi giovi-netti .

Disse bene ilCorriere Nazionale Sentivamotutta la grandezza di quell'uomo, potente comeun sovrano, benefico come un Vincenzo de' Paoli,dolce come un Francesco di Sales, pio come unAlfonso de' Liguori . Si sentiva in quel lutto pro-fondo per tanta perdita un solo bisogno, un unicosollievo, quello della preghiera . Perciò, divisi perclassi e per laboratorii, i giovani si alternavanoin tutto il giorno ai piedi dell'altare di MariaAusiliatrice per la recita del Rosario, e alla seraalle 5, radunatasi la comunità nel Santuario ,cantava solennemente l'ufficio dei defunti ; benchéa dir vero i testimoni delle virtù dell'estintoprovassero un invincibile trasporto a pregarenon solamente per il riposo del venerando uomo,ma a pregare lui stesso, perchè facesse discen-dere dal luogo della gloria le celesti benedizionisull'Istituto e sugli individui da lui tanto e tuttie sempre amati. E avvennero delle scene com-moventi, tali da ricordare le leggende meravi-gliose dipinte nelle vite dei Santi .

IL POPOLO.

La piccola chiesa di S. Francesco fu aperta alpubblico alle otto del mattino . Sembrava chel'intera Torino si riversasse all'Oratorio per ve-dere la salma di D . Bosco . Da piazza Milano pertutto il corso Regina Margherita, e da via DoraGrossa per l'ampio viale di Valdocco che sboccanel corso Regina Margherita era un accorrerecontinuo di popolo. La piazza di Maria Ausilia-trice era tutto il giorno gremita di carrozze . -Andiamo da D. Bosco! -si dicevano l'un l'altro .Il popolo, sempre efficace e conciso ne' suoi giu-

dizi, come già battezzava il Cottolengo, dal fon-datore, quel complesso d'istituzioni caritative chesorgano a fianco degli Istituti Salesiani, diede aquesti il nome di D . Bosco. E dice bene, perchéquesta chiesa - oratorio - scuola - officina -ospizio - ricovero -- tutte queste istituzioniinsieme riunite non possono avere altro nomeche quello dell'uomo che ne concepiva e ne svol-geva il disegno. D. Bos co e il Cottolengo! Dueuomini che racchiudo no una storia di beneficenzeincomparabili e di sacrifizi eroici.

La folla cresceva ad ogni istante. Una frottadi venditori di giornali andav a spacciando a mi-gliaia gli esemplari dell'Unità Cattolica e delCorriere Nazionale che narravano di D. Bosco ederano ornati del suo ritratto. Quella ressa, quellafolla, quella calca, quell'urtarsi , pigiarsi , quel-l'ansia, quell' affanno, la bramosia di vedere,la spontaneità del dolore . l'abbondanza di lagrime .l'assieme di tutto ciò sapeva veramente di pro-digioso. I giornali dissero che le persone venutea visitare la salma superarono la cifra di qua-ranta mila .Ciò prevedendo l'esimio comm . Voli, sindaco

della città, aveva scritto una nobilissima letteraai Superiori della Casa, mettendo a loro dispo-sizione gli agenti per l'interno e l'esterno dellachiesa. E in questi tre giorni il servizio dei ca-rabinieri, delle guardie di questura e di quellemunicipali fu non solo superiore ad ogni elogio,ma fu quello di uomini di cuore che compievanouna missione di carità.

E nell'interno dell'Oratorio che cosa avveniva?Negli stalli disposti nel presbitero della chiesadi S. Francesco vi sono molti sacerdoti che vannosalmodiando l'ufficio dei defunti. Ai preti dell'O-ratorio si frammischiano quelli della città e aquesti si succede nella mesta preghiera il Clerodel Cottolengo mandato dal cuore gentile delSuperiore della Piccola Casa, can . Bosso. Nei duealtari laterali si seguono senza interruzione leMesse espiatorie fino a mezzo giorno. Nei pochipanchi in mezzo si vedono i veterani dell'Ora-torio che non si possono distaccare da quel luogo .

Intanto un continuo sfilare di masse di popoloche entrando pel cancello sull'angolo della desi-gnata via Caselle esce per la portieria . A stentosi può circolare nei cortili.

Nei diversi periodi della giornata si sono age-volmente potute osservare le diverse classi deivisitatori . Dalla mattina fino poco dopo le dieciera il piccolo commercio che veniva a salutarela salma dell'amato estinto. Dalle undici in poi ilegni dell'aristocrazia si arrestavano innanzi almodesto ingresso che conduce alla cappella in-terna ; ed i più specchiati casati di Torino ve-nivano a portare il tributo di loro affetto e diloro ammirazione a pie' della salma di quest'uomovenerato ; dalle due in poi si avvicenda il grandecommercio, il foro e la borghesia agiata ed im-piegati governativi in buon dato .

La folla si pigiava, si accalcava nella chie-suola che a tanta gente era angusta . Signori epopolani si accostavano con pietà riverente a con-templare la salma. Tutti volevano baciare la

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SACERDOTE DON GIOVANNI BOSCONATO IN CASTELNUOVQ D'ASTI IL 15 AGOSTO 1815,

Morto in Torino il 31 di Gennaio 1888,

E SEPOLTO NEL COLLEGIO SALESIANO DELLE MISSIONI ESTERE IN VALSALICE PRESSO TORINO .

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mano a D. Bosco, ma la balaustrata lo vietava.Molti si raccomandavano ad un buon sacerdotee gli davano medaglie, immagini, corone, fazzo-letti, libri di devozione perché accostasse questioggetti a quel cadavere e li deponesse per unistante su quelle sacre mani . Da tutte parti sipiange e tutti escono dalla chiesa commossi, ad-dolorati, cogli occhi rigonfi. Abbiamo visto uo-mini di elevata intelligenza, provati ai contrastidella vita ed al fastigio della gloria passare in-chinando quelle venerande spoglie e mormorando :- È un santo! - Vi furono cuori generosi chein questo istante pensarono di soccorrere gli or-fanelli di D . Bosco, e fra i vari atti di carità se-gnalata è da notarsi un biglietto anonimo chiusoin una busta da lettera con graziosa elemosina ,ritrovato tra le pieghe delle vesti del cadaverecon queste poche parole : - Caro D. Bosco, preghiper me.

Verso le quattro pomeridiane aumentando o-gnora la popolazione, nè accennando a scemaredi numero, si dovette aprire la gran porta del-l'Oratorio per evitare una maggior confusione.Solo verso le otto si chiusero le entrate, e moltipii visitatori giunti sul tardi da diversi paesi delPiemonte, avendo già trovata chiusa la chiesa,insistettero presso il Superiore e ottennero cheloro fosse riaperta per potere rimirare l'ultimavolta le sembianze di D . Bosco tuttora intatte,piacevoli come di chi continua il suo placidosonno sempre allegrato da dolci sogni .

Senza numero furono quei pietosi che brama-vano di visitare le povere stanze che abitavaD. Bosco, ma non tutti si poterono ammetterein quelli angusti locali. Vari preti si dovetteromettere a ragionare colla gente e a stento riu-scirono a persuaderla. Si concesse solamente acoloro che non venivano a frotte, e tale conces-sione si ritenne come un grande favore ed unprivilegio speciale .

In tutto il giorno eziandio la gran chiesa diMaria Ausiliatrice fu stipata di popolo che ve-niva a pregare pace a D. Bosco, e specialmentenell'ora della benedizione col SS . Sacramento,che impartivasi alle 7 1/2 di sera .

Un telegramma da Genova dell'EminentissimoCardinale Alimonda chiuse questo giorno di do-lore e pietà ad un tempo . Egli esprimeva il suovivissimo desiderio di recarsi a Torino pel giornoseguente. Ma non era possibile che le condizionidel suo animo angosciato per la perdita del caroamico gli permettessero di prendere parte allasepoltura .

L'addio dei figli.

Tra quante funzioni vennero fatte in questigiorni, l'addio dato in questa sera dai figli diDon Bosco alla salma del loro padre è stata lapiù commovente e mesta.

Verso le ore 9 tutti i giovani dell'Oratorio siportarono nella chiesa dove era esposto il cada-vere, e, prostrati a terra, recitarono le pre-ghiere della sera loro insegnate dal venerato de-funto.

In mezzo a solenne silenzio, si alzò D . Francesia, mentre tutti gli altri erano rimasti in gi-nocchio, e rivolse a quelle centinaia di giovaniun discorsetto che strappava lagrime di tenerezzae d'amore .

-Vedete qui il nostro caro padre con quellacalma, quella tranquillità, quel sorriso che glisfiora sul labbro? Ei pare che voglia parlarvi ,e voi quasi attendete che egli si alzi e vi ri-volga la parola . Ma egli pur troppo non può ri-petervi quei santi ammaestramenti che tantevolte ci ha dati : egli più non può parlarci . I su-periori perciò mandarono me a far le sue veci .Ma che vi dirò io da questo luogo ove D . Boscotanto fece per voi? Non farò altro che ripetervil'ultima parola che egli vi lasciò. Interrogatoquale ricordo volesse lasciare ai suoi giovani , ri-spose : « Dite ai giovani che io li attendo tuttiin Paradiso » .

Per la chiesa era un raccoglimento così grande,così intimo, così profondo, che pareva di sentirel'alito affannoso di quei poveri giovani .

E Don Bosco, nella serenità della morte , pa-reva benedirli per sempre .

Dato l'avviso a ciascuna classe di ritirarsi nelproprio dormitorio, a stento si potè condurle ,poiché tutti i giovani, come non avessero ascol-tato, stavano stretti, immobili , lagrimosi a con-templare per l'ultima volta il loro D. Bosco .

LETTERA DELL'E.MO CARD. ALIMONDA.

A temperare il nostro dolore ci perveniva lapreziosissima lettera del nostro amatissimo Ar-civescovo che tanto amava Don Bosco e tantoda lui era venerato e riamato .

MOLTO REV.DO E CARIssIMo D. RUA,

È inutile che io le dica quanto amara mi siariuscita la notizia recatami dal suo telegramma!Il venerato e caro mio D . Giovanni non ha vo-luto aspettarmi, perché una volta ancora baciassila sacra sua mano e mi raccomandassi alla suaintercessione appresso Dio! Uniformiamoci allavolontà del Signore!Presento a V . S. M. R. e carissima e per mezzo

di Lei a tutta la Congregazione Salesiana le mievivissime condoglianze, nell'atto che promettounire le mie preghiere alle tante che da ogniparte d'Italia e del mondo saranno offerte pelriposo dell' anima eletta del loro Fondatore .Benché abbiamo grandi ragioni di credere cheEgli abbia già colto la palma delle sue virtù ,delle immense sue fatiche per la gloria di Dio .

La abbraccio nel Signore , mio caro D . Rua ,e benedico a Lei ed a' suoi confratelli, raffer-mandomi

Di V. S. M. R. e carissima

Genova, S. Francesco d'Albaro, 31-1-88.

Affezionatissimo in G . C.

(Firm. all'orig.) + GAETANO Card. Arciv .

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La Messa solenne di suffragio .Per tutta la notte avevano vegliata la salma

sacerdoti, chierici e laici cooperatori salesiani .Verso l'alba del 2 di febbraio, il cadavere vennedeposto nella triplice cassa funebre, rivestito deisuoi paramenti sacri.

La prima cassa è di legno di quercia con bor-chie, maniglie e ornati in bronzo dorato . Sul co-perchio posa una gran croce. La seconda cassaè di piombo, la terza è foderata di seta gialla afiocchetti azzurri .

Si sarebbe dovuto chiudere e sigillare defini-tivamente il feretro, ma si chiuse solo provvi-soriamente per dare la consolazione ai molti con-fratelli ed ai Direttori delle case di Francia chestavano per giungere, di poter rimirare ancorauna volta le sembianze del loro carissimo Padre .

Verso le 8 1/2 il viale Regina Margherita, cheda piazza Milano per la via più breve conducea Maria Ausiliatrice, era stipato da una follaimmensa, interminabile . Nella via Cottolengo leguardie municipali, quelle di questura ed i ca-rabinieri si affaticano di porre una diga leggieraalla folla irrompente, che ad ogni istante aumentae si accalca .

Alla porta dell'Oratorio i carabinieri, pigiatiessi pure, cercavano di aprire un po' di passaggioagli amici di D. Bosco, ai Cooperatori ed alleCooperatrici Salesiane .

Fino alla porta dell'Oratorio le carrozze nonpossono giungere.

Sull'ingresso del Santuario, adorno di granfestoni a lutto con frange in oro , leggonsi inun bel quadro queste semplici parole a letterecubitali

A DON BOSCOPREGANO LA PACE DEI GIUSTI

I SUOI FIGLIDOLENTI .

Nella prima corte dell'Oratorio si vede unaquantita di signori in veste da viaggio colla loroborsa a tracollo e poco oltre molti sacerdoti com-misti ai buoni Salesiani. I primi sono Francesi,parte giunti col treno di Modane e di Susa ,parte pellegrini giunti a Genova, con molti dellaSvizzera e dell'Irlanda di ritorno da Roma, chevollero deviare dal loro itinerario desiderosidi prender parte alla sepoltura di D. Bosco .

Tutti quei sacerdoti appartengono al clero to-rinese che vengono a mescolare le loro lagrimea quelle dei Salesiani, sul volto dei quali è ri-tratta l'ambascia del cuore .La parte della Chiesa riservata al pubblico è

già occupata fin dalla mattina .In mezzo, e propriamente sotto alla cupola, si

eleva il catafalco , coperto da un ampio padi-glione bianco e nero. Una gran croce di argentosignoreggia l' altare maggiore , tutto parato acorrotto.

Nel corno dell'Evangelo è la cattedra episco-pale essa pure coperta di gramaglia, ma senzabaldacchino . La desolazione dei cuori è ritrattadal funebre apparato .

Il silenzio è profondo . Si sente al di fuori unvago romorío ; è la gente che si accalca, si urta efa ressa; ma non si ode un grido . La porta mas-sima della chiesa è spalancata : si vede la piazzagremita di persone per assistere di là alla santaMessa, non essendovi spazio sgombro nel luogosacro .

I banchi intorno al catafalco vanno riempien-dosi di molti invitati, di un gran numero di si-gnore e delle Figlie di Maria Ausiliatrice .

Si ode d'un tratto un lontano salmodiare. Siapre una porta laterale , spuntano alcuni ceriaccesi, poi sacerdoti che portano la bara, in cuiriposa il Padre di tanti poveri orfanelli, e che ètosto deposta entro al catafalco .

Alle nove e mezzo sei soli ceri ardono all'al-tare maggiore, e cento e cento intorno al cata-falco, che vedesi adorno dello stemma della Con-gregazione dei Salesiani , e di molte corone difiori deposte dalla pietà dei devoti.

Si avanza il Clero in lungo ordine, ed ultimoMonsignor Giovanni Cagliero vestito degli abitisacerdotali e la mitra bianca in capo .

L'ambascia del venerando Apostolo della Pa-tagonia traspare dal suo viso, e sembra che eipure vada ripetendo fra le sue orazioni : Ancheio ho perduto il padre!

Appena l'orchestra intuonò il Requiem, tuttigli occhi si velarono di lagrime .

Oh! Monsignor Cagliero ! Quando tu giovane sa-cerdote nel 1862 scrivevi le note di questa tuaMessa funebre così solenne, commovente, artistica,non pensavi che sarebbe stata cantata, te presentee pontefice, pel riposo dell'anima del tuo caro DonBosco. Gli stessi cantori sentivano la potenzadei tuoi affetti e si udivano chiaramente le noteuscire dai loro petti mescolate coi singhiozzi .

Alle 11 1/2 terminava il Libera me, Domine.Una singolare idea si affacciò alla nostra mente

nel tempo del sacro rito . D. Bosco da più anninel chiedere ciò che poteva essere vantaggiosoalla Pia Società da lui fondata, soleva espri-mere, il desiderio di poter cantare il Nuncdimittis servum tuum, Domine , secundumverbum tuum in pace ; per avere lasciata com-piuta quell'Opera alla quale si era accinto nelNome del Signore. Ed il suo funerale avea luogoprecisamente in quel giorno nel quale tanti se-coli fa il Nunc dimittis era stato cantato laprima volta dal vecchio Simeone .

Pergamena collocata nella cassa mortuariadi Don Giovanni Bosco .Alle ore 2, prima che le uman e spoglie del Rev.mo

D. Giovanni Bosco si chiudessero definitivamentenella cassa mortuaria, alla presenza dei dottori cav .Giovanni Albertotti e Tommaso Bestenti, fu lettoe poi collocato entro a boccetta di vetro il se-guente verbale sottoscritto dai due mentovatimedici e da parecchi Superiori dei Salesiani,testimoni oculari del fatto . La boccetta collapergamena fu riposta presso ai piedi della salma .

« I sottoscritti fanno fede che in questo fe-

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retro sono composte le umane spoglie del sa-cerdote D. Giovanni Bosco, fondatore della Con-gregazione di S . Francesco di Sales, delle Figliedi Maria Ausiliatrice e dei Cooperatori e Coo-peratrici Salesiane . Nacque in Castelnuovo d'A-sti il 15 agosto del 1815 da Francesco e daMargherita Occhiena, e morì in seguito a mie-lite lenta, come risulta dalla scheda di consegnafatta al Municipio e sottoscritta dal medico cu-rante dott. Albertotti, in Torino nell'Oratorio diS. Francesco di Sales, il 31 gennaio 1888, alle

ore 4 3/4 antimeridiane, pochi minuti dopo ilsuono dell' Ave Maria, che parve la voce dellaVergine Ausiliatrice che lo chiamasse al cielo,sulla fine del X anno del glorioso pontificatodel sapientissimo Papa Leone XIII, governandol' Archidiocesi di Torino l' E.mo cardinale Gae-tano Alimonda e regnando Umberto I di Savoia,nostro Sovrano . - Delle opere per carità e zeloammirande, delle varie istituzioni, delle grandied eroiche virtù, della vita di questo illustre E-stinto e del compianto generale, che eccitò trail popolo la sua morte, dirà a suo tempo la storia .

« Il cadavere indossa la sottana, ed è rivestitodei sacri paramenti violacei , come nell' atto dicelebrare la santa Messa . Nel feretro, insiemecon questa pergamena, dentro un'astuccio di ve-tro sono pure state poste tre medaglie di MariaAusiliatrice , ed altra medaglia d' argento com-memorante il Giubileo sacerdotale di Leone XIII .

« Ossa dolorosamente compiante e bagnate ditante lacrime, riposate in pace sino al giorno incui lo squillo dell'angelica tromba chiamerà an-cor voi alla eterna gloria, e lo spirito che giàvi animò sia a noi propizio dall'alto de' cieli,dove fondatamente speriamo che già si trovi abearsi in Dio ed in Maria, che tanto amò, enella quale ebbe sempre riposta la più grandefiducia .« Torino, 2 febbraio 1888 » .

(Seguitano le firme) .

Per l' ultima volta i pochi che presero partea questa mesta cerimonia contemplarono quellecare sembianze e baciarono quella destra benedettache era perfettamente flessibile . Quindi fu messoil coperchio e saldato .Addio, sante spoglie di D . Bosco, voi scompa-

rite per sempre . Con voi scompare l'astro dellabeneficenza, l'apostolo dei giovani, il padre delpopolo. Con voi si seppellisce . quello sguardodolcissimo che convertiva, quella voce armoniosache favellando evangelizzava , quella mano chealzandosi benediceva, quel piede che camminandoevangelizzava la pace .

Addio, spoglie venerate . Voi scendete sotterra,ma a noi rimane la grand'anima di D. Bosco a-leggiante ne' suoi istituti e viva e parlante neisuoi esempi.

Il trasporto funebre .La folla cominciò a riversarsi nelle vie e pei

corsi che sono innanzi alla Chiesa di Maria Au-siliatrice poco prima le ore 2 pomeridiane . Tutte

le tramvie sono prese d'assalto ; le vetture pub-bliche, quelle patronali, i cocchi eleganti condu-cevano stormi di signori e di signore sul luogodella sepoltura,

Già dal mezzogiorno, molti negozi della cittàerano stati chiusi in segno di lutto ; alle ore 3cessò anche il lavoro in parecchi laboratorii ein alcune manifatture.

Chi sa quante persone erano accorse a questofunerale, al cui confronto nessun altro regge ?Diciamo centomila e forse erano di più. Pertutta la lunghezza di via Cottolengo , per icorsi Principe Oddone e Regina Margherita, perla via Ariosto due strette file di popolo atten-devano il corteo che sfilava lentamente . Ogni filaera composte di tre, quattro, sei altre file dipersone. Dai balconi assistevano altre centinaiadi persone ; sugli alberi, sui fanali erano aggrap-pati quei vivaci figli del popolo che di tuttosanno far gazzarra, e che pure nel solenne rac-coglimento di quell'istante tenevano un contegnoriverente .D. Bosco in una sua memoria manoscritta rac-

comandava la modestia dei funerali, ed espri-meva il desiderio che i suoi figli ne seguisserola spoglia all'estrema dimora . Ma era possibileimporre tale desiderio a cuori che traboccavanodi affetto?

Verso le ore 3 1/2 le campane della chiesa diMaria Ausiliatrice diedero i primi rintocchi perl'avviamento del corteo . Una fitta moltitudine sistringeva nella piazza e nelle vie adiacenti. Peraprire il passaggio le guardie della questura fe-cero avanzare una carrozza, e così la gente feceun po' di spazio .

Andavano innanzi le Figlie di Maria della par-rocchia di S. Donato e quelle di S . Gioachino,seguite da alcune Suore di Maria Ausiliatrice edalle fanciulle dell'Istituto di S. Teresa in Chieri evarie giovani degli Oratorii festivi . Poi venivanonumerosissime le signore Cooperatrici Salesiane .Le donne del popolo erano associate colle damenel pio tributo di venerazione .

Seguivano gli alunni dell'Oratorio Salesiano edella Casa di S . Giovanni Evangelista, divisi perclasse se studenti, per laboratorio se artigiani ;venivano i coadiutori delle altre Case Salesianee gli antichi alunni di D . Bosco. Tra questi ul-timi notammo professori, giornalisti, musici, mae-stri, scrittori , artisti, capi di fabbrica, tutte leclassi sociali insomma . Era un omaggio signifi-cantissimo di venerazione e di gratitudine al-l'uomo che aveva dato a tutti il pane dell'intel-ligenza e del corpo e li aveva avviati tutti perla strada del lavoro onorato e proficuo .

La banda dell'Oratorio Salesiano eseguiva trattotratto marcie funebri . La seguiva la propria ban-diera .

Preceduto dal suddiacono colla croce inastatae coperta dal velo bruno, veniva quindi il Clero,cioè : i frati minori dell'Ospizio di Sant'Antonio,i chierici Salesiani, i Sacerdoti per anzianità(questi erano numerosissimi), una quarantina diParroci di Torino e di fuori, parecchi Canonicìe le LL. EE. RR. i Monsignori Cagliero Vescovo

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di Magido, Leto Vescovo di Samaria, BertagnaVescovo di Cafarnao, i quali indossavano i pi-viali neri con mitra bianca circondati dai lorodiaconi, suddiaconi e preti assistenti .

Il feretro era portato a spalle da otto Sacer-doti Salesiani . Parecchi Sacerdoti francesi editaliani avevano sollecitato l'onore di potere por-tare la salma, ma i Salesiani li pregarono alasciare loro intiero quest'onore .

La cassa era ricoperta della coltre funebre.V'erano deposte le insegne sacerdotali velate digramaglia e le due medaglie d'oro date all'illu-stre estinto dalla Società Geografica di Lione edall'Accademia di Barcellona , per le insigni be-nemerenze del grande Apostolo della gioventù .

Al passaggio del feretro , tutti si scoprivanoriverentemente il capo, molti s'inginocchiavano ;e mormoravano le parole mille volte udite inquesti giorni : - Era un santo! -

Accanto al feretro alcuni sacerdoti portavanole corone di fiori offerte dal Capitolo Salesiano .

Questo seguiva immediatamente la salma . IlRev.mo D. Rua, sfatto dalle dolorose impressionidi questi giorni , procedeva tra i reverendiD. Durando e D . Sala, a capo chino, raccolto nelsuo immenso dolore. Ad essi tre tenevano dietrogli altri quattro membri del Capitolo Superiore .Venivano in seguito : numerosissimo stuolo di sa-cerdoti, tra cui una rappresentanza della CuriaArcivescovile e del Convitto della Consolata ; poii sacerdoti della Compagnia di S . Tommaso, poii chierici del Seminario, poi i rappresentanti ditutti gli Ordini religiosi di Torino e i rappre-sentanti del Collegio degli Artigianelli e dellastampa, cioè di parecchi giornali di Torino,di Milano, di Genova, di Roma, d' Ivrea, ecc . ;il conte di Viancino , presidente dell' Operadei Congressi Cattolici ; i rappresentanti del-l' Unione Conservatrice ; altri illustri signoridell'aristocrazia ; il Consiglio Centrale dell'UnioneCattolica operaia dì Torino con bandiera, l'U-nione degli Aspiranti Operai Cattolici con ves-sillo, la Gioventù Cattolica con il suo Orifiamma,l'Unione del Coraggio Cattolico con lo stendardoe poi le rappresentanze di molte Società catto-liche operaie con bandiera , tra cui ricordiamoquelle di Saluggia, Chieri, Orbassano, Asti, San-tena, Nizza Monferrato, ecc . Dieci bandiere ab-brunate sventolano su quella fitta retroguardiache procedeva non in ordine di fila, ma occu-pando la via nella sua larghezza e stendendosiin sul principio per il tratto dall'arco della fer-rovia fino quasi all'angolo dell'Oratorio . A ren-dere onore al grande educatore della gioventùintervennero pure illustri professori e benemeritidirettori di istituti . Erano tra questi il comm .teol . coll. Giuseppe Parato rettore del Collegionazionale ed il commendatore Giovanni Scavia.

Fra i rappresentanti esteri ci vengono segna-lati : un rappresentante del Movimento Cattolicodel Chilì ; il signor Jules Auffrav, della Défensedi Parigi ; l'ab . J . Romanet , delegato dai pro-fessori del Petit Séminaire di Pont de Beauvoi-sin in Savoia .

Né qui finiva lo stuolo . Tutte quelle rappre-

sentanze erano fiancheggiate da due lunghe filedi servi in livrea recanti le armi delle primariecase patrizie di Torino, e tra essi alcuni vallettidel Municipio ; e dopo venivano parecchie centi-naia di persone divote, che recitavano piamentela corona del Rosario.

Per potersi fare un concetto della lunghezzadel corteo, composto di circa 5 mila persone,basti il dire che mentre le Figlie di Maria rien-travano in Chiesa, le ultime persone che segui-vano il feretro non s'erano ancora mosse dalcorso Principe Oddone .

Mai si vide in Torino un concorso di gentecosì numeroso e spontanee . D. Bosco, figlio deipopolo, benefattore del popolo, ebbe dal popolola più grande e imponente dimostrazione di rive-renza e d'affetto che si possa immaginare .

Lo splendore di questo funerale non può es-sere raggiunto che dalla stessa sua semplicità .

Tutti i componenti il corteo erano figli, alunni,ammiratori di Don Bosco, mossi a questa fun-zione non da desiderio di comparsa o da sem-plice obbligo di riverenza, ma da immenso sen-timento di gratitudine, da vivo slancio di pietàe di amore .

Era mirabile e commovente il contegno diquelle migliaia di fanciulli e di giovanetti, ince-denti per le vie a capo scoperto, cogli occhimesti e col labbro aperto a preghiera. L'ariafrizzante non li disturbava; il loro pensiero eraDon Bosco che conducevano trionfalmente all'e-terno riposo!

Non fu sepoltura, fu un trionfo . Portavansi aseppellire le spoglie di quel grande, ma egli -l'amato Don Bosco - era più vivo che mainella venerazione della moltitudine, nell'ossequioalla sua memoria, nella grandezza delle sue isti-tuzioni. Quel morto sopravvive in centinaia e jmigliaia di sacerdoti, di suore, di fanciulli, dioperai, che continueranno le tradizioni delle suevirtù evangeliche .

I canti funebri non avevano neppur essi lamesta cadenza che stringe il cuore e invoglia alpianto ; quelle note salivano in alto, nell'arialimpida, tra i raggi del sole fulgente, e ritorna-vano al cuore raddolcite dalla certezza che quel-l'anima godeva in cielo il trionfo che sulla terragli rendeva la pietà dei viventi .

Infatti un signore d'aspetto autorevole, avvici-natosi ad un sacerdote salesiano, gli domandò- che cosa è questo?- E il funerale di un prete!- Un funerale? Dica, dica pure : è un'apo-

teosi.- Non era conveniente che io lo dicessi, ma

era ciò che andava pensando .Una scena di bellezza ineffabile accadeva in

fondo a via Ariosto, innanzi alla statua del vene-rabile Cottolengo, la quale nella nicchia postasopra gli archi del viadotto è in atto di mostrareil cielo ad un povero vecchio e ad un giovanettoche stanno a' suoi fianchi . Ai piedi della statuasi aprono due finestrelle e a diritta sono al-lineate le finestre di una camerata. Ed eccomentre il feretro in questo punto si fermava pel

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cambio dei portatori, affacciarsi da tutte le aper-ture le testoline deì bambini ivi ricoverati , lequali col loro movimento sembravano dar vitaalla statua indicante in quel momento il cielo, aColui che aveva seguiti i suoi gloriosi esempi .Charitas Christi urget nos.

Le esequie .

Il popolo è buono ed ha cuore riconoscente .Esso lo dimostrava colla dignità del suo con-tegno .E vero che l' egregio cav. Ferrari capo della

pulizia municipale e il comandante le guardie dipubblica sicurezza avevano presi tutti i provve-dimenti atti a mantenere l'ordine ; è vero chedegno di grande elogio fu il servizio prestatodalle guardie e dagli agenti municipali che sep-pero con modi urbani contenere e regolare quel-l' immensa moltitudine : ma è pur vero ciò cheandavano ripetendo i carabinieri : E una mera-viglia , non un inconveniente : basta una parolaper essere obbediti . Ah si vede che l'affetto, coldesiderio che ogni cosa procedesse bene per l'onoredel defunto, ha radunato qui il popolo . Una si-mile assemblea radunata per altri fini non sa-rebbe possibile dominarla ! - Infatti appena ilferetro uscì di chiesa questa fu invasa daglispettatori, desiderosi di avere i primi posti alleesequie. Era un giusto desiderio, eppure tuttaquella gente all'invito delle guardie sgombròinteramente e ritornò sulla piazza.Lo spettacolo del rientrare del feretro in

chiesa fu di un'imponenza indescrivibile. Erano vi-cine le ore sei . La piazza non era che un continuatoselciato di teste fino al Corso Regina Margherita . Idue tratti di via Cottolengo quanto poteva spingersilo sguardo a destra ed a sinistra, incominciando daidue lati sporgenti dell'edifizio dell'Oratorio, eranogremiti di popolo . Gli elmi di una fila continua diguardie municipali schierate innanzi alla folla luc-cicavano ai tanti ceri . Lo spazio della strada innanzialla Chiesa era perfettamente libero. I giovani del-l'Oratorio eransi accalcati dentro al recinto po-sto innanzi alla Chiesa . Dal cancello alla portastavano due file di uomini con torcie accese . Inchiesa entrarono le figlie di Maria bianco vestitee si collocarono nel cappellone a destra e il cleroavanzandosi si schierava da una parte e dall'altradel Catafalco, nel presbitero e nel coro, bastandoesso solo ad occupare grande spazio .

Quando il feretro si volse per entrare, la mu-sica dell' Oratorio posta di fronte alla chiesa e-seguiva una marcia funebre, le campane suona-vano a lutto ; eppure quell'armonia e quel suononon erano intesi all'orecchio, tanto l'occhio eracolpito dallo straordinario spettacolo . Dalla chiesausciva la luce di mille faci ; sembrava fosse scom-parso il nero delle gramaglie sotto il riverberodei raggi che si confondevano rifrangendosi dallefrangia indorate .

- E l'entrata in paradiso ! - Udimmo a ripe-tere da più di uno. Monsignor Leto e Mons. Ca-gliero l'uno in in cornu Epistolae l'altro in cornuEvangeli dell'altar maggiore stavano in piedi tra

i loro sacerdoti assistenti e colle bianche mitrein testa . Mons. Bertagna attendeva il feretro suigradini della balaustra e questo fu deposto in-nanzi a lui . Le rappresentanze si fermarono infondo alla chiesa colle loro bandiere .

Ma data l' assoluzione alla salma dall' Ill .mo eRev. Mons. Bertagna accadde nuovo e più edi

-

ficante spettacolo . Il popolo si precipitò sul fe-retro per baciarlo come si baciano le cose sante .Le corone di fiori che avevano circondate quellespoglie mortali furono fatte a pezzi e così sa-rebbe avvenuto del drappo funebre e della stessacassa se in tutta fretta non si fosse provvedutoper servizio d'ordine .

La cassà fu quindi trasportata nella chiesa diS. Francesco in attesa della tumulazione .

Ma quali furono le impressioni lasciate da que-sto giorno memorabile? Rientrata in casa tuttala comunità, una pace, una gioia profonda invasetutti i cuori. Coloro che avevano pianto ancorain quel mattino, si sentirono tranquilli, come seD. Bosco non fosse morto : come se ancora sitrovasse in mezzo ai suoi figli.

- Che bella festa ! più d'uno andava escla-mando : e chi sulle prime erasi meravigliato disimile esclamazione conchiudeva esso pure : -Fu una bella festa! - Era un ripetersi a vi-cenda le parole argute e amorevoli udite dallelabbra di D . Bosco, un narrare i più cari trattidella sua vita, con un sorridere, con un sensodi contentezza quale difficilmente si può dire aparole. Il lutto era cessato. Tutti sentivano cheD. Bosco viveva e che non era lontano .

LEONE XIII, E DON BOSCO.

All'indomani 3 febbraio una lettera, indirizzatada Sua Eminenza Rev.ma il cardinale MarianoRampolla a D. Michele Rua, vicario generaledella Congregazione Salesiana, poneva coronaalla nostra misteriosa tranquillità con parole cheerano state suggerite dallo stesso Vicario di GesùCristo .

« Ill.mo Signore,

« La perdita del Sacerdote D . Giovanni Bosco,che godeva la stima, l' affetto e l' ammirazioneuniversale per le Opere di cristiana carità dalui fondate, per lo zelo onde erasi studiato maisempre di promuovere il bene delle anime, e perquanto aveva egli fatto perché il nome santis-simo di Dio risuonasse e fosse venerato in ognipiù remoto angolo della terra, la perdita di que-st'Apostolo forma un vuoto, di cui si duole laChiesa, e con essa debbono meritamente doler-sene i suoi figli, che lo ebbero Padre affettuo-sissimo ed esempio di ogni più bella virtù .

« E posso io dire che, sull'animo della San-tità di Nostro Signore, il tristissimo caso haprodotto una impressione tanto più dolorosa,quanto maggiori erano la benevolenza, che por-tava al benemerito sacerdote, e il pregio, nelquale ha sempre avuto le molte sue Opere, fe-conde di santi e salutari frutti . E, rivolgendosi

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alla misericordia e bontà divina, la prega di darnealla di lui anima benedetta largo premio nellaceleste gloria .

• A tutta poi la Società Salesiana impartivadi cuore l'apostolica benedizione, tenendo perfermo che le sarà di sollievo nell'afflizione, dacui è oppressa, e di stimolo a proseguire nellasanta impresa che ha densa ereditato dal defunto,e che formò oggetto delle sue instancabili curedurante i lunghi anni della mortale carriera .

« Associandomi poi ai sentimenti di animodel Santo Padre, auguro a lei ogni bene, e mele dichiaro, con sensi di stima,

« Di V. S. Ill.ma« Roma, 2 febbraio 1888,

A ff.mo per servirlaM. Card . RAMPOLLA.

L'Arcivescovo di Vercelli e Don Bosco .

Tra i più insigni benefattori delle moltepliciOpere del compianto nostro Don Bosco primeg-giò sempre la illustre famiglia Fissore, di Torino .Nell'ultima malattia, che poi ce lo doveva rapire,il signor comm. prof. Giuseppe Fissore prestòl'opera sua con interesse più unico che raro.Ora, che la dolorosa perdita ha lasciato dall'affli-zione oppressi i Salesiani, Sua Eccellenza Rev .maMonsignor Celestino Fissore, Arcivescovo degnis-simo di Vercelli e fratello al sullodato signorCommendatore, si affrettò con particolare bene-volenza a consolarli, scrivendo al sig. Don Mi-chele Rua, successore di Don Bosco, una stu-penda lettera, che noi siamo fortunati di poterriprodurre qui per intero :

« Vercelli, 7 febbraio 1888 .

« Rev.mo signor Vicario,

« Non ho parole per esprimere il dolore concui ho appreso la perdita dell'ottimo D . Bosco .La notizia non mi tornò inaspettata, ma l'animomio non fu meno straziato . Io fui dei primi aconoscere i saggi di sode virtù sacerdotali chediede il compianto fin da quando studiava nelConvitto ecclesiastico di San Francesco d'Assisi .Ebbi sempre occasione di vederne progressiva-mente lo sviluppo nella vita privata e pubblica,ed oso mettermi pure fra i primi a deplorarneil vuoto che lascia in terra, ma a crederlo giàpremiato subito dal Signore .

« Ella, signor Vicario della Congregazione Sa-lesiana, che gli fu sempre ai fianchi, ne preselo spirito e ne divise le apostoliche fatiche esollecitudini, si conforti per la protezione dall'altoche Don Bosco le compartirà alla direzione del-l'immensa famiglia, alla prosecuzione delle Operedi Carità .

« Abbiasi la espressione de' miei sentimentiper Don Bosco, per Lei, per tutti i Salesiani eCooperatori. Io unirò per tutti le mie preghiere .

« Mi pregio dichiararmi con profonda affet-tuosa stima

Di V. S. Rev.ma

« Dev.mo servitore

+ CELESTINO Arcivescovo.

« Rev.mo Sig. D. Rua Michele,Vicario della CongregazioneSalesiana

TORINO. »

A questa lettera faceva seguito, due giornidopo, un biglietto, recato dalla signora damigellaAntonia, sorella a S . E. Rev.ma, con le seguentiparole anche di pugno dell'istesso Rev .mo Mon-signor Celestino Fissore, Arcivescovo di Vercelli« Al Rev.mo signor D. Rua Michele, Vicariodella Congregazione Salesiana, in soccorso deibisogni che questa possa avere nella dolorosacircostanza della perdita dell'egregio suo fonda-tore Don Giovanni Bosco, offre l'obolo suo inL. 1000. Lire mille. »

Qui non è più d'uopo di commento : il fattoparla abbastanza eloquentemente da sé . E quel-l'anima benedetta di D. Bosco, dal trono di Dio,alla cui beatifica visione sua Eccellenza Rev.maconfida con tutti i buoni che già sia stata am-messa, impetrerà certo un cumulo di benedizioniper Lui e per tutti i suoi cari, e la vastissimaArchidiocesi che è affidata al suo zelo apostolico .Ma gli orfanelli del compianto Don Bosco nondimenticheranno mai un atto di così insigne ca-rità .

Non dubitiamo di dire che sia questo il mezzopiù efficace per suffragare l'anima di D. Bosco,beneficando cioè quegli innumerevoli giovanetti,che egli amava tanto, e per cui consacrò tuttala sua vita .

PARTENZA DEI MISSIONARIRaccomandiamo alla carità dei nostri buoni

Cooperatori sei nostri missionarii che partirannoper le Missioni d'America in questo stesso mesedi marzo. Questa spedizione fu l'ultima impresastabilita da D. Bosco, fu l'ultima sua disposizione,della quale incaricava Mons . Cagliero . L' aiutodi Maria SS ., lo spirito ardente di D. Bosco, lacooperazione generosa dei nostri benefattori nonmancherà, ne siamo certi, a questi nostri corag-giosi confratelli, e il regno di Dio dilatato sullaterra, sarà il più bel monumento che si possainnalzare alla memoria benedetta del caro DonBosco .

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TORINO - S- Benigno Can . - LIBRERIA SALESIANA - Roma - S . PIER d'ARENA

Volumi pubblicati nelle Letture Ascetiche

dall'anno 1885 al 1887

rIl Teotimo ossia il trattato dell'amor di Dio, di S. lrancesco dl SIhe. - Due vol. in-32% p. 665-591L. 2 -- Legati in tela separatamente (D) a 3 20a Filotea ossia introduzione alla vita divota, composta da S. Francesco di Sales . - In-32 0, pag. 471

(E)a 0 60

Legato in tela

D i 1 20~.' Anima Cristiana alla scuola di 3. Francesco d'Assisi. Memorie, Considerazioni e Pratiche reo-/ colte per cura di L . P . - Un vol . di pagine VII-360

(E) i 0 60~^ Legato ln tela

.

1 20,°.Opuscoli relativi allo stato religioso e lettere sul medesimo argomento di S . Alfonso M . de' Liguori.

- In-32°, di pagine 100

(E) i 0 20- Legato in tela . . .

(D)

0 604° Visita al SS. Sacramento ed a Maria SS . per ciascun giorno del mese, di S. Alfonso Maria

de' Liguori ecc . - In-32°,. pagine 144 (E) i 0 20- Legato in tela

(D) i 0 607° . Pratica di amare Gesù Cristo, di S . Afonso M . de' Liguori . Opera riprodotta per utile delle anime, che

desiderano di accertare la salute eterna e di camminare per la via d ella perfezione, coll'aggiunta delmodo di sentire la Santa Messa e di altri divoti esercizi . - Un volume in-32° di pag. 362 . .

0 40,`- Legato in tela (D) a 0 80~. Meditazione sul vangeli dell'anno e della SS . Vergine e dei Santi, del R . P. Pietro Medaille -

Un volume di pagine 392 (E) i 0 80- Legato in tela

49°. Dell'arte di ben morire, libri due del Ven . Cardin . Rob . Bellarmino dal latino volti in italiano dal Sa-cerdote P . Colbacchini . - in 32° pag . 331

T i 0 80~- Legato in tela (D) a 1 20341° . Le Veglie di S . Agostino Vescovo d'Ippona. in-32° pag. 231 (E) a 0 60

- Legato in tela (D) a 1 0011°. Vita di N . S. Gesù Cristo estratta dai Santi Evangeli colle osservazioni morali ossia medita-,

zioni sopra la passione ed altre aggiunte del Padre Carlo Massinì . - Un voi . in-32°, pag . 684

. . (E) i 1 00- Legato in tela (D) a 1 40

1° . Della Imitazione di Cristo, libri quattro, del Ven . uomo di Dio .Giovanni Gersen, tradotto percura di un Vercellese . - In-32°, pag . 240

. (E) a 0 40/ - Legato in tela (D) t 0 8013°. L'Apparecchio alla morte di S. Alfonso M. de' Liguori, aggiuntavi la traduzione dei passi

l atini. - Un volume in-32°, pag. 472 (E i 0 60- Legato in tela (D) » 1 00

14° . Le Glorie di Maria di S . Alfonso Maria de' Liguori . - Vol . 1 ., pag. 296

i 0 60- Legato in tela D i 1 00Le Glorie di Maria di S . Alfonso M . de' Liguori . - Vol. 2° di pagine 379(E) i 0 80- Leg sto in tela (E i 1 20

16° . Riflessioni, Affetti, Meditazioni ed altre pratiche divote sulla Passione di Gesù Cristo, diS . Alfonso M . de' Liguori, aggiuntavi la traduzione dei passi latini . - Un vol .in-32°di pag . 528 . (E) i 0 85

/

- Legato in tela . . . (D) i 1 4017° . Del gran mezzo della preghiera per conseguire la salute eterna, di S . Alfonso M . de' Li-

ori . Opera utilissima per ogni grado di persone, colla traduzione dei testi latini . - Un volume in-32°di pagine 286 (E) a 0 50

- Legato in tela (D) a 0 9018° . La via della salute di S . Alfonso M. de' Liguori . Nuova edizione colla traduzione dei passi latini .

Un volume in-32° Di pagine 359 (E) a 0 707' - Legato in tela (D) a 1 30'19°-20° . Traduzione dei Salmi e dei Cantici che si contengono nell'Ufficio divino, di S . Alfonso M . de' Li-

guori . - Un vol . in-32°, pag . 608 ) a 1 10- Legato in tela D) i 1 50

21 0 . Meditazioni per Novene e Feste, di S . Alfonso M. de' Liguori . - Volume contenente le novene delloSpirito Santo, del SS . Sacramento, del Sacro Cuore di Gesù, di S . Giuseppe, di S. Teresa e dei morti :

7 per le feste di S . Michele Arcangelo, dei ,S . Angeli custodi, di 5 . Francesco di Sales .- In-32°, pag . 302

(E) a 0 80•225. - Volume 2°. Contenente meditazioni per l'Avvento, per la novena del Santo Natale ed altre sino alla

Ottava dell'Epifania . - In-32°, pagine 240 . . . a (E) i 0 50- Legati in tela separati (D) i 2 10

' 3° . Le Vittorie dei Martiri, Opera di 3 . Alfonso M. de' Liguori . - Volume primo in-32°, pag . 376 (E) i 1 30- Legato in tela (D) i 1 70

r 24° . - volume secondo coll'aggiunta di vani opuscoli e canzonette divote . - In-32°, di pagine 288 . . . (E) i 1 00- Legato m tela D) i 1 40

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Operette opportune per la Settimana Santa e sulla Passione di N . S. Gesù CristoUfficio della Settimana Santa, con l'aggiunta delle dichiarazioni in lingua italiana. - Un volume

in-64°, pag . 388 (E) L. 0 40- legato in tela o mezza pelle

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Il libro degli eletti ossia Gesù Crocifisso, in-32°, pag . 256(E) e 0 40/ legato in tela o mezza pelle (D) » 0 80

rologio della Passione di N. S. Gesù Cristo ; in-64°, pag. 64(E) » 0 10Pensieri divoti sulla dolorosa Passione e morte di G . C . e sopra i dolori di Maria SS .

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. . (E) » 0 80Riflessioni, Affetti sulla Passione di i . S. 4. * C . di S . »di * S. Alfonso M . do Liguori ; in-32° di

pagine 180 (E) » 0 40Edizione accresciuta, di pagine 528 f

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; » 1 40La Divozione delle tre ore di agonia di N. S. G. *C. in Croce. Opera postuma del Car-

dinale F . Gaude . - Un vol . in-16° grande di pag . 440 (E) » 2 -~.e sette parole del Redentore in Croce, dichiarate con brevi sermoni delle tre ore di agonia,

nel Venerdì Santo . Opera del Card . F . Gaude ; in-16° di pagine 52

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in-32°, di pagine 62

(E) » 0 15editazioni sulla Passione di N . S. Gesù Cristo, per 15 giorni precedenti alla Pasqua,seguite da tre meditazioni sul Paradiso, per le Feste Pasquali . - Un vol . in-32°,(E) » 0 15

Le selte- parole di Gesù in Croce (E) e 0 05Gesù modello di pazienza (E) » 0 05Gesù nostra speranza E) e 0 05La Passione di Gesù Cristo esposta alle anime divote da S . Alfonso Maria de' Liguori (E) » 0 40

Ritratto di ]Don BoscoZincotipia su carta fina .

N. 1. Formato 6 X 8 della figura e di 13 X 18 della carta(E) L. 0 05•

2 . » 7X 10 » » 15X22 »(E) »005»

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7 . » 15 X 25 » » 31 X 45 »(E) » 0 20•

8 . » 19 X 29 » » 36 x 51 »(E) » 0 30» 9 .

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23 X 36

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10 . » 29 X 44 » » 50 X 66 »(E) » 0 50