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[n.134] Mons. Ferdinando Dal Maso
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biMesTrale MonoGraFiCo di CUlTUra
n° 134 · noveMbre 2011
Mons. Ferdinando dal Maso
DISTRIBUZIONE GRATUITA
Fondatonel 1989
Comune di
BASSANO DEl GRAPPA
Comune di
VAlSTAGNA
Comune di
CAmPOlONGO SUl BRENTA
Comune di
CARTIGlIANO
Comune di
CASSOlA
Comune di
POVE DEl GRAPPA
Comune di
ROmANO D’EZZElINO
Comune di
SAN NAZARIO
Provincia di
VICENZAConsorzio di promozione turistica
di Vicenza e provincia
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Non ho avuto occasione di incontrare personalmente mons.Dal maso, e quindi posso dire solo che ho sempre sentito par-lare di lui come di una persona di grande cultura, coraggio esapienza pastorale: la memoria riconoscente del sen. PietroFabris (che va ringraziato) lo conferma.Guardando le fotografie che accompagnano il testo, e cheritraggono monsignore rivestito delle insegne pontificali, miè però affiorato un ricordo. Era il 1959 e io ero un giovanestudente ai primi anni degli studi teologici. Il vescovo mons.Zinato aveva indetto il 24° Sinodo diocesano, e mi trovavo aprestare il servizio liturgico al rito di apertura. In quell’occa-sione rimasi colpito da un prelato che non conoscevo e che, alprimo posto fra i preti, spiccava per le sue insegne. Ho chie-sto chi fosse, e mi fu risposto che era l’Abate di Bassano,e che era una personalità straordinaria. Poi le trasformazioniculturali e sociali divennero sempre più vaste e veloci, e laChiesa, con il Concilio Vaticano 2°, comprese che dovevarivedere anzitutto se stessa (sottolineando la dimensione dipopolo, più che la distinzione dei ruoli) e anche il proprio rap-porto con il mondo, nella linea di un dialogo aperto e fiducio-so. In questa prospettiva di rinnovamento il Concilio avvertìl’esigenza di una maggiore semplicità anche nelle forme este-riori della vita ecclesiale, e il Papa Paolo VI decise di riserva-re le insegne e i riti pontificali ai vescovi e a chi ne esercitavai compiti, precisando che chi già godeva del privilegio potevacontinuarne l’uso, ma poteva anche rinunciare ad esso. Nonera certo questa la cosa più importante, ma era un modo permostrare un volto di Chiesa più essenziale e più fedele allaparola di Gesù che aveva chiesto ai discepoli di non cercareonori e distinzioni. E mi fu riferito che mons. Dal maso scel-se di rinunciare. mi piace allora pensare questo gesto -credonon facile- come un segno per una Chiesa che, anche oggi, habisogno di ritrovare l’essenziale del vangelo, e di offrire almondo i segni non della potenza, ma della carità e del servi-zio, in fedeltà al suo Signore e alle ansie e speranze dell’uma-nità di questo tempo.
Mons. renato TomasiAbate di Santa Maria in Colle
Siamo grati al Senatore Pietro Fabris di aver proposto di acco-gliere nella nostra galleria il ritratto di mons. Ferdinando Dalmaso (“bassanese” a tutti gli effetti, avendo trascorso ben 46anni tra noi), da lui stesso tracciato in queste pagine con lacommossa partecipazione di chi ha seguito da vicino il suobenefico operare nei vent’anni di guida illuminata della comu-nità parrocchiale di Santa maria in Colle.l’entusiastica accoglienza al suo ingresso il 18 gennaio 1953,qui documentata da splendide foto, testimonia l’affetto e lastima dell’intera popolazione, che aveva sperimentato il suoimpegno come educatore al Collegio Graziani, all’IstitutoSacro Cuore, e come sacerdote nella curazia del duomo:durante il periodo della Repubblica di Salò, con la predicazio-ne e l’azione a suo rischio personale divenne la bandiera dellaResistenza locale alla dittatura fascista; e dopo la fine dellaguerra, con lo stesso coraggio, si adoperò per evitare cruentevendette fratricide nella città ferita dal barbaro eccidio deimartiri del Grappa il 26 settembre 1944. Convinto assertoredell’associazionismo e dell’insegnamento cattolico comeluogo di libertà, aveva fondato all’indomani della liberazionenel maggio 1945, il circolo Acli cittadino. Scorrendo le opere e i giorni del suo ventennale ministeropastorale (dal 1953 al 1972) illustrati in questa monografiacorredata da uno straordinario apparato iconografico, grazieanche ai vivi ricordi di coloro che con lui hanno collaboratoper il bene della città con cui l’autore ha arricchito il raccontobiografico, si coglie nella sua completezza la nobile figura diun sacerdote dotato di una non comune apertura mentale eculturale, di una eccezionale sensibilità e di una sempre vigi-le attenzione ai problemi dei nuovi tempi e in particolare deigiovani: per essi creò come luogo di incontro e di crescita ilCentro Giovanile, il suo gesto più originale come pastore, unadelle sue “opere materiali” realizzate “per la gloria di Dio e ilbene delle anime” come scrive nel suo testamento spiritualedel 14 luglio 1970.
Giambattista vinco da sessoDirettore de L’Illustre bassanese
l’illUsTre bassaneseBimestrale monografico di cultura a distribuzione gratuita … dal 1989anno XXiii n° 134 noveMbre 2011 - Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n° 3/89 R.P. del 10-5-1989
direttore responsabile: Giambattista Vinco da Sesso - Coordinatore editoriale: Andrea minchioredazione: livia Alberton, Elena Trivini Bellini Hanno collaborato: Pietro Fabris, mons. Renato Tomasistampa: Grafiche Fantinato, Romano d’Ezzelino (VI) - iconografia: divieto totale di riproduzione con qualsiasi mezzoTiratura: 2000 copie - Pubblicità e informazioni: 0424 523199; 335 7067562; e-mail [email protected]
© CoPYriGHT Tutti i diritti riservati ediTriCe arTisTiCa bassano Piazzetta delle Poste, 22 - 36061 Bassano del Grappa (VI)
mONS. FERDINANDO DAl mASOGuida spirituale di una chiesa vicina al popolo
In copertina: Ritratto fotografico di mons. Ferdinando Dal maso nei primi anni del suo ministero a Bassano.
Ritratto di mons. Ferdinando Dal Maso, Protonotario Apostolico di Santa Maria in Colle (1953).
Ho scritto più volte su mons. Ferdinando Dalmaso, attingendo ai ricordi di un rapportofecondo per me, ma credo, anche per la città diBassano. Gli anni passano e il ricordo si fasempre più sbiadito. Gli anziani lo ricordanonel fervore delle sue attività apostoliche maanche nella serena ed umile presenza negliultimi anni della sua vita. I giovani non sannochi sia! Eppure la sua importanza e la sua
mONSIGNORFERDINANDO
DAl mASO
l’ARCIPRETE CHE lA CITTA’ VOllE
influenza nella nostra città meritano di esserericordati. E per chi, come me, ha avuto tantepossibilità di incontrarlo, subentra una speciedi obbligo morale di ricordarlo, di raccontarlo.Si dice che si ha un futuro se non si dimenticail passato. Far rivivere il passato, soprattuttoquando esso richiama fatti o personaggi posi-tivi, è quindi doveroso ed utile. Ho pensatoperciò di ricordare i suoi primi anni di aposto-lato a Bassano (quasi ventuno), il suo rientronella nostra città, dopo una breve parentesi aValli del Pasubio, come arciprete abate (unventennio), gli anni dopo le dimissioni e la suamorte. Ha amato Bassano, come la “sua” città.Dico “la sua città” e spero che il suo paesenatale e gli altri luoghi dove egli svolse l’apo-stolato vorranno perdonare questa appropria-zione che sentiamo di dover e di poter fare pertutti gli anni (quarantasei) trascorsi in mezzo anoi e soprattutto per aver vissuto e sofferto lavita di Bassano in uno dei periodi più intensi edrammatici della sua storia. Vissuto e soffertonon solo, ma anche ispirato ed influenzato,anche al di là della sfera prettamente religiosa,con le sue opere, con il suo insegnamento, coni suoi consigli e con il suo esempio.Per questo racconto e per essere più preciso,ho attinto e riportato numerosi articoli di “Vitaparrocchiale”, bollettino della parrocchia diSanta maria in Colle a Bassano, e pubblicatitra il 1953 e il 1978. Ringrazio l’arcipretemons. Renato Tomasi di avermi dato la possi-bilità di consultare questi testi che si trovanonell’Archivio parrocchiale e che certamenteinquadrano la figura e le opere di mons. Dalmaso nella sua luce più vera.
Sen. Pietro Fabris
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la vitaFerdinando dal maso nacque a Chiampo (VI)il 20 luglio del 1902. Nel 1915 entrò nel semi-narietto diocesano di Vicenza. Nel 1920 passòall’Università Gregoriana di Roma dove con-seguì la laurea in Filosofia. Passò un triennioall’Università di Grenoble a perfezionarsi
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Il commiato dagli abitanti di Valli del Pasubio, dove mons. Ferdinando Dal Maso aveva retto la
parrocchia per quasi cinque anni.
nella lingua francese e ottenne regolare diplo-ma di licenza all’insegnamento. Il 3 luglio1927 fu ordinato sacerdote. Nello stesso annofu mandato a insegnare al Collegio VescovileGraziani a Bassano del Grappa. Nel 1933divenne insegnante e preside dell’Istitutomagistrale Sacro Cuore. Fu promotore e assi-stente dei gruppi degli Studenti e dei laureatiCattolici, dei maestri e delle Acli. Il 22 agosto1948 fece il suo ingresso come arciprete aValli del Pasubio. Il 22 novembre 1952 funominato Arciprete Abate, ProtonotarioApostolico di Santa maria in Colle a Bassanoove fece il suo ingresso il 18 gennaio 1953. Il14 luglio 1972, dopo quasi vent’anni di condu-zione pastorale della parrocchia di Santamaria in Colle, a causa di una caduta, rimasedebilitato e presentò le dimissioni daArciprete. Si ritirò privatamente a Bassanopresso parenti, pur continuando ogni giorno acelebrare la messa a San Francesco. Il 19 set-tembre 1972 dal vescovo di Vicenza vennenominato Canonico onorario della Cattedrale.
Il 9 settembre 1978, alle ore 5, rese l’anima alSignore nella canonica di Santa maria in Collee le esequie funebri vennero celebrate in SanFrancesco l’11 settembre 1978.
Per quasi vent’anni arciprete abatedi santa Maria in ColleChi negli anni settanta incontrava mons. Dalmaso nel tragitto che va da via Colomba (doveera ubicata la casa dei suoi parenti presso i qualiegli si era ritirato) a via Beata Giovanna, nellachiesa delle Suore Sacramentine, e osservavaquesto piccolo prete che con passo non speditoavanzava lentamente, faceva fatica a riconosce-re il sacerdote pieno di vita che prima dellaguerra dirigeva con polso fermo un’importantescuola bassanese.Era lo stesso prete che rincuorava gli animidurante gli anni bui della guerra e che neldopoguerra si faceva promotore di molte ini-ziative che il mondo cattolico realizzava peraiutare tante persone in difficoltà.Divenuto Arciprete Abate non lesinava aiuti e
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La festosa accoglienza dei bassanesi in piazzale
Cadorna all’arrivo di mons.Dal Maso, nuovo arciprete
di Santa Maria in Colle, il 18 gennaio 1953.
collaborazione a tutti coloro che operavanoper il bene della città fino a rinunciare a tutti ipossedimenti parrocchiali per costruire quelCentro Giovanile che andava a sostituire ilvecchio Patronato San Giuseppe, punto di rife-rimento di tutti i giovani bassanesi. Un grandegesto, una grande opera! Purtroppo, come si èvisto, un incidente gli impedì di continuare nelsuo impegno. Visse gli ultimi sei anni infermo.Camminava per andare alla mattina a SanFrancesco o alla sera alle Sacramentine e chis-sà quante volte pensava ai tanti episodi dellasua vita che lo hanno legato a Bassano.Già dai dati biografici, apprendiamo della suapresenza a Bassano prima e durante la guerra.Una presenza così apprezzata dai nostri concit-tadini che sono dispiaciuti quando il vescovo lonomina arciprete a Valli del Pasubio, e che loreclamano con insistenza quando si rendevacante la parrocchia di Santa maria in Colledopo la nomina di mons. Egidio Negrin ad arci-vescovo di Ravenna e vescovo di Cervia.Da qui parte quindi il nostro racconto: dal suoritorno a Bassano nel gennaio del 1953. Il bol-
lettino parrocchiale pubblica, alla notizia dellasua nomina, tre lettere: una di mons. CarloZinato vescovo di Vicenza, una di S.E. mons.Egidio Negrin arcivescovo di Ravenna e vesco-vo di Cervia e una del sindaco di Bassano diallora, il prof. Rino Borin. In quella dallaDiocesi, mons. Carlo Zinato nell’indirizzo disaluto scriveva: “la città di Bassano si preparaa ricevere il suo nuovo Arciprete Abate nelladignità di Protonotario Apostolico. lo accolgacon il suo largo spirito di fede, con il suo cuoretanto affettuoso e con la sua più profonda devo-zione filiale. l’opera del nuovo Arciprete Abateè resa più facile dalle tradizioni religiose di unpopolo geloso custode di questo suo sacro patri-monio e dalla attività apostolica del veneratopredecessore S.E. Egidio Negrin, il quale suisolchi scavati dal suo zelo, ha gettato nuovavivifica semente di fede e amore”.Dall’Arcivescovado di Ravenna mons. EgidioNegrin, suo predecessore, scriveva: “Bassanoha ben ragione di essere esultante; ancora unavolta il buon Dio ha mostrato verso la città delGrappa un tratto bellissimo della sua predile-
zione; mons. Dal maso che per ben vent’anni(gli anni più belli del suo fecondissimo sacerdo-zio) già profuse per i bassanesi i tesori delle sueeccezionali doti di mente, di cuore e di grazie,ritorna oggi, dopo la breve parentesi nella fede-le Valli del Pasubio, alla sua mai dimenticataBassano e vi ritorna padre aspettato ed amato”.Dal municipio della città il prof. Rino Borinscriveva: “la lunga storia della nostra città,punteggiata da glorie luminose, di ardue batta-glie, di dolorosi lutti, si incornicia mirabil-mente in un radicato sentimento religioso, chetrae la sua espressione immediata nell’osse-quio rispettoso verso la Chiesa, le sue istitu-zioni ed i suoi ministri. Testimonianza recentedi quest’ossequio fu la nostra rinuncia al laica-le diritto di nominare l’Arciprete Abate, inottemperanza alle disposizioni del DirittoCanonico; questi nostri gesti furono ricompen-sati dalle Autorità ecclesiastiche con l’attribu-zione alla sede arcipretale di Santa maria inColle di una delle più elevate dignità prelati-zie, che la distingue e la onora. ma la prova più bella che il nostro filiale attac-
camento alla Chiesa trova rispondenza in cieloè la provvidenziale nomina a nuovo arcipreteabate nella nostra città dell’Ill.mo e Rev.momons. Dal maso prof. Ferdinando, uno deimigliori sacerdoti, per farne il nostro pastore”. Ed ecco la cronaca dell’ingresso di mons. Dalmaso nella parrocchia di Santa maria in Colleil 18 gennaio 1953, vigilia della festività diSan Bassiano, patrono della città (sempre dalbollettino parrocchiale): “Giornata primaveri-le, piena di sole, il 18 gennaio 1953. Dal 27novembre 1952, quando venne dato l’annun-cio ufficiale che il nuovo arciprete sarebbestato il prof. Ferdinando Dal maso, una gioiaaveva pervaso l’animo dei bassanesi. Per capi-re quanto fosse atteso mons. Dal maso basta-va essere stati presenti alle 15.15 del 18 gen-naio 1953 nel piazzale antistante al TempioOssario quando, scortato da una ottantina dimacchine, un’automobile nera, quella delvescovo mons. Zinato si è fermata ai piedidella gradinata del Tempio Ossario. migliaiadi bassanesi con interminabili e scrosciantiapplausi hanno acclamato il novello pastore e
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L'abbraccio dei bassanesi al nuovo arciprete il 18 gennaio 1953. A destra si riconoscono il sindacoQuirino Borin e il comandante dei Vigili Urbani Cesare Sommadossi.
Mons. Dal Maso dalla soglia della canonica di Santa Maria in Colle si avvia, fra due ali di chierichetti, alla volta del duomo per la festa di San Bassiano (19 gennaio 1953). Lo accompagnano,
tra gli altri, don Leonida Testa e mons. Guido Franchetto.
8con lui il pastore della Diocesi. Bassano hadato prova in questa circostanza della suadevozione al vescovo e dell’amore con cuiobbedirà al nuovo pastore”. Il sindaco prof.Rino Borin con vibranti commosse paroleporse il saluto di tutta la cittadinanza “grata amons. Dal maso per aver accettato in ubbi-dienza e umiltà di portare un gravoso pesoche certamente i bassanesi cercheranno spon-taneamente di alleviargli”. Alla conclusionedel suo dire con l’invito “Entri, Reverendomonsignore, nella città del Grappa con il cuoredi padre e l’autorità del pastore’’, il primo cit-tadino e il capo spirituale di Bassano si scam-biarono un commosso abbraccio.
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l’attività pastorale a bassanoSe uno scorre il bollettino della parrocchia haun quadro abbastanza completo di quella cheuna volta era l’attività parrocchiale. Noi cilimiteremo ad elencare i fatti più salienti pertestimoniare l’impegno di mons. Dal maso e
dei sacerdoti suoi collaboratori, alcuni deiquali meriterebbero ben più di qualche citazio-ne. Per capire come la parrocchia si interessas-se di tutto e di tutti basta scorrere l’elencodelle associazioni di ispirazione cattolica cheoperavano nella nostra città. Si pensi che esse,in occasione dell’Adorazione delle “Quarantaore” che avviene in Quaresima, occupavanocon grande frequenza di fedeli, ciascuna perun’ora, tutto il tempo stabilito.
Nel 1953, per la prima volta don Dino Sudiroapre una Casa Alpina a San Pietro di Cadore enaturalmente mons. Dal maso andava a visitar-la, come si recava ai campeggi, ai solari (moltevolte accompagnato dal sindaco e dalla signoramaria Prosdocimo Finco, Presidente del Cif).Sempre nel ’53, la sala cinematografica delPatronato San Giuseppe da sempre utilizzataper le proiezioni per i ragazzi, si apre agliadulti alla domenica dalle 17 in poi.In questo stesso anno viene consacrato arcive-scovo di Efeso, mons. Sebastiano Baggio diRosà, profondamente legato al Bassanese.
9Nel 1954 viene celebrata la grande missionedell’Anno mariano e continuano le attività ditutte le associazioni. le Acli tengono apertoun segretariato per il popolo ed aprono unascuola di falegnameria.
Nel 1955 la festa di San Bassiano viene cele-brata dalla parrocchia: messa pontificale evesperi. le Acli celebrano il decennale di fon-dazione e ricordano come il 29 giugno 1945mons. Vincenzo Borsato assistente diocesanoe il prof. mariano Rumor abbiano nominatoper Bassano assistente spirituale mons.Ferdinando Dal maso.
Nel 1956 il soggiorno alpino Acli viene spo-stato definitivamente a Campitello di SantoStefano di Cadore.
Nel febbraio 1957 riparte il Cineforum. Avevainiziato la sua attività 3 anni prima come asso-ciazione culturale cinematografica di ispirazio-ne cattolica che si propone mediante la visionee la discussione di film, di educare ad un giudi-
zio globale degli stessi e del loro valore esteti-co, sociale e morale. Dirige questa associazionedon Antonio Dalla Riva, sacerdote di grandecultura e sensibilità. Con lui come collaborato-ri troviamo la prof.ssa Ida Pellizzari, il profFiorenzo Viscidi, il dott. Andrea Campagnolo,il rag. Pietro Fabris, il prof. Agostino Zarpellon;cassiere è il rag. Antonio Basso.Nell’aprile si prepara la costruzione dellanuova chiesa di viale Venezia su terreno offer-to dal Comune. Inizia la raccolta delle offerteda parte di parrocchiani della zona.Nel luglio mons. Dal maso celebra i 30 anni di
Un momento del pontificale di San Bassiano, alla presenza del gonfalone della città (19 gennaio 1953).
In occasione del loro matrimonio, mons. Dal Masosaluta gli sposi Ruggero eNica Remonato (26 settembre1966) e il testimone AlfeoBordignon.
sacerdozio, e il 29 dello stesso mese vieneposta la prima pietra della chiesa di vialeVenezia intitolata a San marco. Obiettivo è lacelebrazione della prima messa (nella cripta)per il Santo Natale. Segue i lavori di costruzionedon Antonio Dalla Riva nominato da mons.Dal maso responsabile della nuova curazia.
Nel gennaio 1958 il prof. Rino Borin lascia ilposto da sindaco per partecipare alle elezioni
al Parlamento della Repubblica.Il 15 gennaio muore a Treviso mons. EgidioNegrin; ha 51 anni ed era arrivato a Treviso daRavenna due anni prima. Nel testamento, allafine, lascia scritto: “Purtroppo non ho un soldoda lasciare per le spese dei funerali e dellatomba, domando perciò la carità ai Reverendicanonici, ai miei preti ed ai miei fedeli”.Il 19 gennaio il vescovo visita i lavori per lacostruzione della chiesa di San marco. Sicompiace e invita a proseguire.Nell’ottobre uno dei più dinamici collaborato-ri di mons. Dal maso, don Giuseppe Bassetto,viene trasferito a Pressana, e al suo posto arri-va don Ferruccio Sala che tanta parte avrà nelprogetto del Centro Giovanile.Viene celebrato il 25° della morte di don luigilarber (1870-1933) curato della chiesa di SanGiovanni anzi per meglio dire “della chiesadella madonna Addolorata”. Fu medico delleanime e si meriterà stima ed affetto profondodimostrato dal grandioso funerale che neaccompagnerà la salma dall’ospedale a SanGiovanni e quindi al Cimitero.
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Mons. Dal Maso benedice una pianta, in occasione della Festa degli Alberi nel cortile di palazzoCortellotti Remondini in via Beata Giovanna, dove allora si trovava la palestra scolastica (metà deglianni cinquanta). Tra le autorità cittadine presenti, il sindaco Borin, il prof. Cogoli e il prof. Roversi.
Mons. Dal Maso benediceuna piccola ammalata presso
l’ospedale civile di vialedelle Fosse (primi anniSessanta). Lo assiste il
cappellano del nosocomio,don Michele Carlotto.
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La benedizione della nuova pista di Hockey al Centro Giovanile nel 1961.
Alle Acli il rag. Bassiano minchio diventa presi-dente al posto del prof. Roversi eletto sindaco. Nel 1959 si celebra la prima giornata delPatronato San Giuseppe; alla Quaresima grandepartecipazione di tutte le associazioni cattoliche.Continua la raccolta di fondi e per la costruzio-ne della chiesa di San marco.Continua pure il soggiorno estivo a Campitellodi Santo Stefano di Cadore sempre seguito dadon Dino Sudiro ed Eleonora Violetto.
Negli anni sessanta viene completata la chiesa diSan marco, ma soprattutto arriva la grande novi-tà del Centro Giovanile. Sotto la spinta di donFerruccio Sala, con la collaborazione dell’infati-cabile e intelligente Sandro Scrimin, nominatoPresidente della nuova opera, la parrocchia sipriva dei terreni coltivati a sud dell’Ossario edestina tutto alla realizzazione di grandi impiantisportivi per i giovani. Nel 1960 si pone la primapietra; si realizzano nel 1961 i campi di pallaca-nestro e hockey nonché il campo di calcio ridot-to, nel 1962 lo stadio Giusti per atletica e calcio,nel 1963 il parco giochi, nel 1964 il palazzetto
dello sport, nel 1966 i campi da tennis, nel 1969viene posta la prima pietra del cinema “Da Ponte”.
Nel 1967 mons. Ferdinando Dal maso celebrai 40 anni di sacerdozio.
Nel 1969 don Aldo Zermian sostituisce donFerruccio Sala nominato arciprete a lonigo.Partono i Consigli pastorali.
Nel 1970 si celebra il terzo centenario dallamorte della Beata Giovanna. Nel frattempoarriva don Antonio Corrà che porta a compi-mento la costruzione del cinema “Da Ponte”, ilquale viene inaugurato il 5 dicembre 1971 damons. Arnoldo Onisto nuovo vescovo diVicenza.
Nel 1972 per un banale incidente in casa,mons. Dal maso cade, batte il capo e purtrop-po non è più in grado di seguire la parrocchiacome vorrebbe. Per non compromettere il buonfunzionamento delle varie attività decide dipresentare le dimissioni.
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Una processione con la statua della Madonna Pellegrina, in uscita dal Tempio Ossario (anni cinquanta).
Mons. Dal Maso accompagna un vescovo celebrante sul sagrato di San Francesco.
manda una lettera di comunicazione al sinda-co, che in quel tempo è il rag. Pietro Fabris, ilquale risponde e il suo scritto viene pubblicatonel bollettino parrocchiale.
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Dal bollettino parrocchiale - Ottobre 1972
lettera con cui mons. dal Maso comunica al sindaco di bassano, rag. Pietro Fabris,le sue dimissioniIll.mo Sign. Sindaco, le mie condizioni di salute mi hanno costretto arimettere nelle mani del Vescovo, il mandatoaffidatomi della cura d’anime della parrocchiadi Santa maria in Colle di Bassano del Grappa.E’ stato un passo doloroso anche se fatto volen-tieri per il bene delle anime e per non aggravarel’anima mia di ulteriori responsabilità. Ringrazio lei Ill.mo Signor Sindaco, e per suomezzo, tutte le autorità per la leale e continuacollaborazione avuta nel compimento del mioufficio di Pastore delle anime e invoco da Dioper tutti, degna ricompensa. Ho chiesto ai superiori di poter rimanere comesacerdote privato a Bassano dove ho passatoquaranta anni del mio sacerdozio. Così potròincontrarmi ancora con i carissimi Bassanesiche ho amato ed amo più di me stesso.l’abbraccio, Signor Sindaco, con tanto affettoe con lei intendo abbracciare tutti i cittadini diBassano ed in particolare i più bisognosi, gliammalati, i bambini e i sofferenti.Sac. Ferdinando Dal Maso
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Dal bollettino parrocchiale - Ottobre 1972
risposta del sindaco, rag. Pietro Fabris:“Mons. dal Maso, cittadino bassanese”Ho conosciuto mons. Dal maso quando è venutoa Bassano dopo la parentesi di Valli del Pasubio,per sostituire il compianto mons. Negrin chiama-to a reggere l’Arcidiocesi di Ravenna. E’ arrivato in un momento particolare, in cuiper la parrocchia come per il comune, è inizia-to un periodo di grandi trasformazioni. la vec-chia, tradizionale impostazione delle attività
religiose e di quelle parrocchiali in genere,dopo un periodo di una certa tranquillità, hadovuto tener conto di una evoluzione semprepiù rapida delle esigenze soprattutto dei giova-ni e dei lavoratori. la presa di coscienza indi-viduale circa i diritti e i doveri di ciascuno checostituisce forse la prova più evidente del tra-vaglio che iniziò allora e continua tuttora, nonpoteva non investire la parrocchia e i moltifedeli. Per fortuna molte persone ricordavanoancora l’atteggiamento e gli insegnamenti dimons. Dal maso negli anni trenta e quaranta incui costituì punto di riferimento per chi inten-deva non abbassare la bandiera degli ideali.Tanti cittadini si convinsero che il discorsodoveva essere continuato sul piano religioso esu quello civile grazie anche alla garanzia chemons. Dal maso dava sul piano dell’impegnoche, volto soprattutto a finalità religiose, nontrascurava anche quelle civili. “Un cattolico praticante ma soprattutto convin-to è anche un buon cittadino” - diceva convin-cendo coloro che praticavano uno sterile edegoistico isolamento, ad inpegnarsi cercandonella società civile la possibilità di un’azionesociale e spirituale immediata. la sua azione dimaggiore rilievo fu la costruzione del CentroGiovanile che sorse fra tante discussioni edattese, ma anche fra tanti entusiasmi e speranze. Al di là dei risultati, che non ci è sempre pos-sibile valutare in termini concreti ed immedia-ti, credo conti soprattutto l’intenzione che haspinto mons. Dal maso a sacrificare ogni beneparrocchiale a questo scopo. E’ importante sottolineare questo atto di genero-sità verso la popolazione e soprattutto la gioven-tù bassanese, che voleva e vuole essere l’occa-sione di un incontro fra educatori e giovani, oanche solo fra giovani per parlarsi e discutere,per dare e ricevere, per migliorare e migliorarsi,per ricrearsi e offrire ricreazione. mons. Dalmaso ebbe l’abilità di utilizzare valide risorse dilaici e sacerdoti, ma il gesto più importante restòil suo e certamente costituisce uno dei momentipiù alti del suo periodo di apostolato a Bassano. E’ stata la sua offerta alla città che anche senon gli ha dato i natali, l’ha adottato ed è stataadottata. Questa città che l’ha visto custode
Il duomo di Santa Maria in Colle a Bassano.
Mons. Dal Maso impartisce
il sacramento del Battesimo
a un nuovo parrocchiano
alla fine degli anni sessanta.
geloso di tante sue tradizioni ed a cui egli nonha mai fatto mancare il suo prezioso consiglioe le sue fattive opere. Ora mons. Dal maso ècostretto a lasciarci e mi ha scritto che la deci-sione gli è costata molto sacrificio.Conoscendolo credo di dover apprezzare ilsuo gesto in maniera particolare tanto da ren-dermi difficile la stesura di queste righe. miconsola il fatto che non parte e resta tra noi equindi potrà godere della riconoscenza checertamente i bassanesi gli mostreranno perl’opera che egli ha svolto per questa nostracittà in un periodo così difficile ma con unagenerosità che è di sicuro segno di una grandesensibilità e nobiltà. Ecco perché a mons. Dalmaso, cittadino bassanese, la nostra comunitàdeve molto sul piano delle opere e su quello del-l’inpegno e dell’esempio. Il ricordo di quantodiceva, delle sue realizzazioni e della sua soffe-renza per non poter far di più, deve essere moti-vo di meditazione e stimolo di azione. Credo chequesto lo consoli più di altre cose, sicuro come è,della devozione e dell’affetto dei bassanesi”.Il sindaco rag. Pietro Fabris
Si chiude quindi la parentesi “attiva” dell’apo-stolato di mons. Dal maso. Non più le grandisettimane quaresimali, non più visite a Sanmarco e al Centro Giovanile per seguire l’anda-mento delle costruzioni, non più le riunioni incanonica con le varie presenze dei giovani diAzione cattolica, delle Acli, degli operai e sinda-cati per le fabbriche in crisi, non più visite allecolonie marine e montane. Niente di tutto questo. Gli è rimasta la fedeltà alla Chiesa e la pre-ghiera per tutti ed in particolare per Bassano,la “sua” città dove egli ha profuso per 46 annile sue doti di sapienza e bontà. Alla fine lamalattia ha avuto il sopravvento. Ricoveratoin ospedale chiede di poter morire in canoni-ca tra i suoi preti. Alle ore 5 del 9 settembre1978 muore. I funerali celebrati il giorno 11 con una partecipa-zione grandiosa e commossa, sono la dimostra-zione dell’affetto che i bassanesi gli portavano. Ilbollettino parrocchiale, 30 giorni dopo, riferiva lacronaca della giornata ed il ricordo commossetutti quelli che lo avevano conosciuto.
Bisognerebbe riportare tutte le testimonianze. manon è possibile. Abbiamo scelto la rievocazionefatta in chiesa dal prof. Pietro Roversi, che riassu-me e rappresenta il ricordo corale della città.
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Dal bollettino parrocchiale - Ottobre 1978
la commemorazione ufficialedel prof. Pietro roversi: “bassanotutta lo volle come arciprete abate”Nel rivolgere l’estremo saluto alla salma dimons. Ferdinando Dal maso, mi faccio inter-prete dei sentimenti di devozione e di ricono-scenza che sgorgano in questo momento dal-l’animo addolorato di tutta la comunità parroc-chiale come di tutta la città di Bassano colpitadal grave lutto. Era un modesto, umile pretequando venne nella nostra città animato dal fer-vore del suo sacerdozio e dalla ferma volontà diconoscere, di servire, di fare ciò che la sua fedee la sua ardente carità lo consigliavano per ilbene degli altri. mise ben presto in evidenza lesue doti di infaticabile lavoratore, fervido nellapreghiera e intraprendente nell’azione.Negli anni difficili del Ventennio, quando nonera facile parlare contro la cultura distorta diuna ideologia aberrante, che esaltava il supe-ruomo e la violenza, Egli come insegnanteeducatore nella scuola -nel collegio vescovileGraziani e all’Istituto magistrale Sacro Cuore-e prima ancora come sacerdote dall’altare,asseriva con deciso e aperto linguaggio leverità della fede e apriva l’animo dei fedeli especialmente dei giovani all’accoglimentodella sola e unica verità, la “parola di Dio” edal solo e unico maestro, “Gesù Cristo”.Non vi era ostentazione in lui ma fermezza ecoraggio; quel coraggio che dimostrò neglianni della guerra fratricida da quando con l’al-lora Arciprete Abate mons. Dalla Paola frenò,nel nome di Dio, gli orrori della vendetta edelle violente ritorsioni perché a Bassano nonscorresse ancora sangue fraterno.Aveva lo zelo dell’apostolo che affronta per lasalvezza dei fratelli il pericolo e anche la morte.la città gliene serberà perenne riconoscenza.Negli anni dell’immediato dopoguerra allor-
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ché s’imponeva l’avvio di una nuova cultura,di una nuova mentalità per affermare i valoridella libertà e della giustizia, della democraziae del bene comune ancorati ai principi sugge-riti dalla fede cristiana, don Dal maso non stet-te fermo ma percorse tutta la zona del bassane-se per avvicinare, istruire e invitare i lavoratoricristiani al loro dovere di partecipare alla lotta,al confronto con le altre forze sociali per l’av-vento di una società più giusta e cristiana.Fu il primo assistente del Circolo delle Acli diBassano e del mandamento. manifestò alloral’altra sua dote di coraggioso realizzatore eprovocò il sorgere di numerose iniziative socia-li a sollievo dei lavoratori e delle loro famigliecontribuendo a far crescere nel loro animo unapiù matura coscienza dei valori della personaumana e dei suoi inalienabili diritti. Queste atti-vità, complementari all’assidua cura del suoapostolato nella parrocchia e nella scuola, glivalsero l’apprezzamento del popolo di Bassanoche, non appena si rese vacante il ruolo dipastore della parrocchia di Santa maria in Colle(con l’elevazione alla dignità di Vescovodell’Arciprete Abate mons. Egidio Negrin) fecegiungere al Vescovo il suo desiderio dellanomina a quel posto di don Dal maso.Questi che aveva fatto un’esperienza pastoralecome parroco a Valli del Pasubio, col suoritorno a Bassano, dopo la breve assenza, sentìil peso ben più grave della nuova missione e siprodigò con tutta umiltà e con non lievi sacri-fici al bene spirituale dei suoi figli.Non è facile immaginare le tribolazioni, leansie, i timori che può provare un pastore dianime che, sente, giorno dopo giorno, il pesoenorme della propria responsabilità nei con-fronti di coloro che attendono da lui, uomocome gli altri uomini, un insegnamento di vitaesemplare, una carica feconda di spiritualità, laparola animatrice e i carismi del conforto e
della speranza nel Signore per la vita presente eper la futura. ma mons. Dal maso sapeva didover portare da solo, come tutti i veri segua-ci di Cristo la sua croce e l’ha portata fino allafine con esemplare costanza. Buono, affabile,generoso con tutti; sollecito verso i poveri, isofferenti, gli emarginati; audace contro leprepotenze, i soprusi e le ingiustizie.Fra le molte cure pastorali lo assillava non pocoil problema dei giovani, della loro educazionecristiana anche in ordine alle nuove esigenze diemancipazione e di libertà; così pure temeva ildissolversi dell’unità della famiglia, della sanafamiglia cristiana, cellula necessaria e insostitui-bile della società. Non tardò quindi, come eranel suo carattere, ad accarrezzare l’idea condivi-sa dai giovani e dalla comunità; accettò l’impe-gno che doveva arrecargli amarezze e nottiinsonni e realizzò l’impresa del “CentroGiovanile”, che doveva divenire la casa cristia-na non solo per i giovani, ma per le famiglie eper l’intera comunità a completamento e sup-porto dell’educazione familiare e di strumentodi diffusione e di incremento di tutte le attivitàcorrelate alle iniziative religiose, culturali,sociali, ricreative e sportive della stessa comunità.E’ impossibile sondare la ricchezza spiritualeche mons. Dal maso ha profuso nei 45 annidel suo apostolato sacerdotale anche dopo chel’età e la malferma salute lo costrinsero a riti-rarsi a vita privata. Rimangono però nei nostricuori e nell’anima della città che egli ha benefi-cato, le tracce e le certezze; rimangono nelleopere esteriori e durature i segni delle sue pre-occupazioni e dell’amore ch’egli nutriva pernoi, per le nostre anime, preziose agli occhi diDio e a lui affidate. Nelle lunghe giornate del-l’attesa degli ultimi anni, nelle soste del maleche per tre mesi lo ha afflitto prima del trapas-so, nei colloqui solitari con Dio, egli avrà pre-gato e sofferto anche per noi e noi ora lo rin-
Durante l’inaugurazionedella nuova caserma dellaGuardia di Finanza, in viaSan Vincenzo nel 1966, ilcomandante, ten. GiancataldoMirizzi, rivolge un salutoalle autorità intervenute, trale quali mons. Dal Maso.
Mons. Dal Maso a suo agiotra i bambini della PrimaComunione in Santa Mariain Colle (metà degli anniSessanta).
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graziamo di tutto il bene che ci ha donato epreghiamo e pregheremo per la sua anima eper la sua beata risurrezione.
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Dal diario personale di mons. Ferdinando Dal Maso
riportato nel Bollettino parrocchiale - Ottobre 1978
bassano nella GUerrae nella liberazione
10 gennaio 1945
Oggi prima incursione aerea in territorio diBassano. Al motton di S. Vito due bombe hannocolpito una casa seppellendovi una intera fami-glia meno un figliolo che si trovava in Città perla scuola. Papà, mamma e sei figli trovarono lamorte. Giunto a caso sul posto per vedere se ilfratello era salvo alla centrale elettrica, non poteistare solo a guardare ed attendere. Aiutai comepotei nella speranza di poter almeno assolvere esalvare qualcuno. Invece dovetti limitarmi adare l’Estrema Unzione sotto condizione: eranoormai tutti morti e quasi freddi quando li ritro-vammo dopo ore di lavoro. la Santa madre siprenda per figlio il piccolo superstite, ottengapace ai nostri morti e per tanto dolore e tanti luttiottenga al mondo tutto la pace.
16 gennaio 1945
Oggi per la prima volta fu colpito con bombeil Ponte nuovo, restò danneggiato lievemente,nessuna vittima e nessun ferito: Deo gratias egrazie anche a maria e ai Patroni.
21 gennaio 1945
Dopo la schietta difesa del Papa fatta domenicascorsa 14, in occasione delle offese lanciate
contro il Santo Padre dal «Popolo vicentino» mierano giunte voci di minaccia. Usai oggi moltacautela vedendo presenti alla messa alcuni pre-venuti e invece di fare l’Omelia, lessi brani diliturgia del giorno tratti dal Santo Evangelosenza commento. E così farò anche in seguitoper ora e chi ha orecchi da intendere, intenda.
8 febbraio 1945
Terza incursione sul Ponte. Due bombe anchedavanti al Tempio con gravi danni alla facciata.
11 febbraio 1945
Quinta incursione sul Ponte alle 15; sestaincursione dopo le 16. Il Ponte rimane colpitogravemente sull’arcata sud-ovest, ma non ètagliato e le persone possono passare.
13 febbraio 1945
Settima incursione sul Ponte. Due bombe anchenell’orto del Patronato. Danni, ma non vittime.
15 marzo 1945
lungo la strada SS. Trinità-Tre Ponti, due solda-ti morti e alcuni feriti fra i passeggeri. Con que-ste giornate primaverili è un vero rischio muo-versi: gli aerei frequentano il cielo a loro piaci-mento - seminatori di morte, di ansie, di rovine.
17 marzo 1945
Questa mattina un sergente con due soldati èentrato nelle aule lasciate per la Scuola alCollegio Vescovile e ci ha fatto uscire tutti perlasciare libere le aule per gli Uffici della Xamas. Fu forza cedere alla forza.
5 aprile 1945
Questa notte gli aerei hanno lasciato caderenei pressi del Ponte Vecchio molte bombe far-falla dopo aver illuminato la Città con duerazzi. Questa volta il Signore ci ha evidente-mente salvati.
23 aprile 1945
Oggi per la prima volta abbiamo subito unaincursione aerea con bombardieri. lo sganciounico in tre squadriglie susseguentesi, ha fattocrollare l’arcata del Ponte Nuovo che guarda a
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Mons. Ferdinando DalMaso in occasione di un
incontro al Centro Giovanile,assieme a don Antonio
Dalla Riva, Antonio Bassoe Pietro Fabris (fine anni
sessanta).
occidente e il gruppo di case sulla riva destradalla parte del mezzogiorno. Fra le vittime il fio-rista Veronese e l’alpino Tolfo Vittorio rastrella-to a San Zeno la sera del Venerdì Santo mentrestava per entrare in chiesa ad ascoltare la miapredica della Passione. Ci furono anche altredue vittime di sicuro: un bersagliere e una vec-chia; e pare anche una mamma.
24 aprile 1945
Terrore e rovine, vittime e lutti è il riassuntodella terroristica incursione aerea odierna sopratutto l’abitato della Città. In quattro ondate suc-cessive di circa venti apparecchi ciascuna, laCittà è stata obiettivo oggi dei bombardieri.molte le case crollate in tutti i punti centrali eperiferici. le vittime relativamente limitate.Certe finora una mamma con la sua bambinadi pochi mesi. Terrorizzati tutti cercano disfollare. Fra i colpiti ci sono anche i Gesuiti.Villa San Giuseppe guarda la Città con unagrande occhiaia vuota nel centro dove c’era laCappella. Per una grazia specialissima nessu-no all’interno rimase ferito.26 aprile 1945
Il rapido svolgersi dell’offensiva verso laPianura Padana e la notizia diffusa da Radiomilano che milano, Genova e altre Città sonoin mano agli Insorti dei Comitati di liberazionenazionale, ha provocato l’evolversi della situa-zione anche nella nostra piccola Città. Alla noti-zia che anche Verona è stata raggiunta, molti sisono allontanati dalla Città anche perché versosera correvano voci che dopo marostica gliInsorti marcerebbero su Bassano.
29 aprile 1945
E’ terminata da poche ore la battaglia per laliberazione della Città di Bassano. Questamattina verso le otto e mezza un gruppo dipatriotti prendeva in consegna il magazzinodell’aviazione e occupava gli accessi e le Torridel Castello degli Ezzelini. Poco dopo damarostica arrivava una telefonata che avvertivache le Avanguardie Americane si dirigevano suBassano. I Patriotti del Negro che da giornirastrellavano la zona alla destra del Brenta, pas-sato il fiume, prendevano possesso della passe-
rella guado di Ca’ Barziza e lentamente proce-devano lungo la riva sinistra fino alle spalle deiTedeschi sul Ponte Vecchio congiungendosi coni Patriotti del Castello. Verso le diciassette iprimi nuclei s’inoltravano per Borgo margnanper giungere al Castello verso le diciotto e tren-ta e in Piazza verso le diciannove - festeggiatis-simi. Alle ventuno circa giungeva in Piazza laprima pattuglia degli Americani. Il cannoneg-giamento della Città e il crollo del PonteVecchio fatto saltare in aria dai Tedeschiall’arrivo degli Americani, hanno causatodanni alla Città, ma non vittime. Si parla divittime però alla periferia dove i Tedeschiavrebbero fatto anche delle crudeltà.
1 maggio 1945
Questa mattina il Comando Americano mi mandòa chiamare per assistere insieme con il Prof. Tuaagli interrogatori dei fascisti fermati ieri.
Cercai di esimermi dicendo che non era per-messo ai sacerdoti di fungere da giudici incause civili, ma il Comandante Americano mirispose che non si trattava di farla da giudice,ma di assistere in qualità di proboviro e didifendere i poveri accusati invocando per lorola moderazione e la clemenza. Volevo il tempodi chiedere il parere dell’Arciprete, mal’Americano e gli altri due Italoamericani mifecero restare ed introdussero il primo fermato.Con un’ansia grandissima, che ancora midura, assistei all’interrogatorio. mi conforta ilpensiero che potei ottenere per tutti o quasigrande clemenza fino al punto di vedermibaciare le mani mentre accompagnavo allaporta persone che ero riuscito a fare rilasciare.Ho dovuto, dopo più di dieci anni, accettare efumare una sigaretta americana!
6 maggio 1945
Questa mattina all’Omelia della messa delleundici, dopo invocata Giustizia, ho esortato alperdono e all’amore e i fedeli hanno approvato,battendo freneticamente le mani a lungo conmio grave rossore.
La monografia è stata curata da Pietro Fabris
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Mons. Dal Maso durante una messa pontificale a San Francesco alla fine del suo ministero.
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QUADRO CRONOlOGICO
VITA DI mONS. FERDINANDO DAl mASO AVVENImENTI STORICI
Arthur Conan Doyle viene nominato Baronetto dopo
avere pubblicato il romanzo storico The Great Boer War.
Il 26 aprile l’Italia firma il Patto di londra con la
Triplice Intesa; il 24 maggio dichiara guerra all’Austria.
Il 13 luglio, nel corso di scontri tra fascisti ed espo-
nenti della comunità slovena viene incendiato l’Hotel
Balkan di Trieste, sede del Narodni Dom.
Il 6 aprile si svolgono le elezioni politiche: il Partito
Nazionale Fascista ottiene il 66,5% dei voti.
Il 20 maggio Charles lindbergh, a bordo dello Spirit of
Saint Louis, compie il primo volo in solitaria sull’Oceano
Atlantico. Decollato da New York, atterra nei pressi di
Parigi dopo 33 ore e 30 minuti, alla media di 188 km/h.
Il 29 gennaio il presidente della repubblica Paul von
Hindenburg nomina Adolf Hitler cancelliere tedesco.
Il 25 aprile il Comitato di liberazione Nazionale procla-
ma lo stato d’eccezione e lo sciopero generale. Nei
giorni successivi l’insurrezione partigiana e l'avanzata
alleata liberano le maggiori città del Nord Italia.
Dal primo gennaio entra in vigore la Costituzione
della Repubblica Italiana.
Il 10 aprile la RAI effettua, in fase sperimentale,
le prime trasmissioni televisive.
Con una lettera al Comitato Federale, Italo Calvino
si dimette dal Partito Comunista Italiano.
Esce nelle sale cinematografiche La dolce vita di
Federico Fellini. la Chiesa chiede l’intervento della
censura.
Papa Paolo VI ordina cardinale Karol Wojtyla.
Alle elezioni politiche anticipate (per la prima volta
in Italia dal Dopoguerra) la Democrazia Cristiana
ottiene il 38,7% dei voti, il Partito Comunista
il 27,1%, il Partito Socialista il 9,6%, il movimento
Sociale l’8,7%.
Il 26 agosto il Patriarca di Venezia Albino luciani
viene eletto papa con il nome di Giovanni Paolo I,
in ossequio ai pontefici che lo avevano preceduto:
il suo apostolato durerà appena 33 giorni
1902
1915
1920
1924
1927
1933
1945
1948
1952
1957
1960
1967
1972
1978
Il 14 luglio nasce a Chiampo.
Entra nel seminarietto diocesano di Vicenza.
Frequenta la Pontificia Università Gregoriana
di Roma dove consegue la laurea in Filosofia.
Frequenta l’università di Grenoble dove consegue
il diploma di perfezionamento in Francese.
Il 3 luglio è ordinato sacerdote dal vescovo
di Vicenza Ferdinando Rodolfi.
Da quest’anno, fino al 1948, è insegnante di Francese
al Collegio Vescovile Graziani di Bassano.
Dall’anno scolastico 1933-’34 al 1948 è docente
e preside dell’Istituto magistrale Sacro Cuore.
A guerra finita fonda le Acli bassanesi e zonali
insieme con un gruppo di laici cattolici e ne diventa
il primo assistente ecclesiastico. Gli succederà nel
1948 don Antonio Dalla Riva.
Il 16 luglio è nominato arciprete di Valli del Pasubio
dove fa il suo ingresso il 22 agosto.
Il 22 novembre è nominato Arciprete Abate di Santa
maria in Colle, dove il 18 gennaio 1953, vigilia della
festa di San Bassiano, fa il solenne ingresso.
Il 29 luglio viene posta la prima pietra della chiesa di
viale Venezia per la nuova parrocchia da lui voluta.
Benedice la posa della prima pietra del Centro
Giovanile, radicale trasformazione del vecchio e
glorioso Patronato San Giuseppe.
Il 3 luglio celebra i 40 anni di sacerdozio.
Il 14 luglio, per le cattive condizioni di salute,
rinuncia alla parrocchia di Santa maria in Colle
e si ritira privatamente presso parenti a Bassano.
Il 19 settembre il vescovo di Vicenza lo nomina
Canonico onorario della Cattedrale.
Il 9 settembre muore, alle 5 di mattina, in una
camera della canonica di Santa maria in Colle
e le esequie funebri sono celebrate due giorni dopo
in San Francesco.
N° 111 Don Antonio Dalla Riva 2008N° 112/113 Guglielmo montin 2008N° 114 monsignor Egidio Negrin 2008N° 115/116 Arpalice Cuman Pertile 2008N° 117 Antonio Andriolo 2009N° 118 Primo Silvestri 2009N° 119 Bortolo Camonico 2009N° 120 I Passarin 2009N° 121 Castelli e battaglie di Ezzelino III 2009N° 122 I Giacobbi maggiotto 2009N° 123 marco Sasso 2010N° 124 Pietro Bonato 2010N° 125 melchiore Fontana 2010N° 126 Guglielmina Bernardi 2010N° 127 Unitalsi - Gruppo di Bassano 2010N° 128 luigi Chiminelli 2010N° 129 leone Carpenedo 2011N° 130 Efrem Reatto 2011N° 131 Pacifico Pianezzola 2011N° 132 la Carrozzeria Pietroboni 2011N° 133 Gianni Visentin 2011n° 134 Mons. Ferdinando dal Maso 2011
nUMeri sPeCialiN° I la Carrozzeria Fontana 1990N° II Il Giardino Parolini 1991N° III Gaetana Sterni (IIa edizione 2001) 1991N° IV Il C.A.B. 1991N° V la Grande Guerra 1992N° VI Il Club Alpino Bassanese 1992N° VII maria Prosdocimo Finco 1993N° VIII lo Scautismo bassanese 1993N° IX l’arte orafa veneta 1993N° X Il colore a Bassano 1995N° XI Il castello di Bassano 1996N° XII Il Rotary Club di Bassano 1996N° XIII Palazzo e “Illustri” Roberti 1999N° XIV Il Gruppo “Bresadola” 1999N° XV Il lions Club di Bassano 2002N° XVI l’Oreficeria Balestra 2002N° XVII la Fondazione Don Cremona 2002N° XVIII 25 Anni di Premio Cultura 2003N° XIX l. Bonfanti e il museo dell’Auto 2003N° XX Antonio Bianchi 2003N° XXI la Società Tennis Bassano 2004N° XXII I 100 anni del Rotary International 2005N° XXIII I 25 anni del Panathlon Club Bassano 2005N° XXIV m. Cremona ed E. Vendramini 2006N° XXV la Croce Rossa a Bassano 2007N° XXVI Il CIF di Bassano 2008N° XXVII la Battaglia di Arresto 2008N° XXVIII I 20 anni di Casa Sichem 2009n° XiX i 25 anni dell’a.i.b. 2010
nUMeri ordinariN° 1 Alberto Parolini 1989N° 2 Castellano da Bassano 1989N° 3 Bartolomeo Gamba 1990N° 4 Antonio Gaidon 1990N° 5 Oscar Chilesotti 1990N° 6 Tiberio Roberti 1990N° 7 Giuseppe lorenzoni 1990N° 8 Plinio Fraccaro 1990N° 9 Pietro Colbacchini 1991N° 10 Bortolo Sacchi 1991N° 11 Giovanni montini 1991N° 12 Giovanni Volpato 1991N° 13 Jacopo Apollonio 1991N° 14 lazzaro Bonamico 1991N° 15 F. e l. dal Ponte 1992N° 16 Giovanni miazzi 1992N° 17 Bartolomeo Ferracina 1992N° 18 Antonio marinoni 1992N° 19 Antonio Baggetto 1992N° 20 Jacopo Bassano 1992N° 21 San Bassiano 1993N° 22 Antonio Suntach 1993N° 23 I Remondini 1993N° 24 Pietro Stecchini 1993N° 25 Gina Fasoli 1993N° 26 luigi Fabris 1993N° 27 Giambattista Volpato 1994N° 28 Sebastiano Chemin 1994N° 29 Giambattista Roberti 1994N° 30 Ezzelino da Romano 1994N° 31 Teofilo Folengo 1994N° 32 Giusto Bellavitis 1994N° 33 Danilo Andreose 1995N° 34 Giovanna m. Bonomo 1995N° 35 Giuseppe J. Ferrazzi 1995N° 36 Giambattista Verci 1995N° 37 Giuseppe Betussi 1995N° 38 Giambattista Brocchi 1995N° 39 Jacopo Vittorelli 1996N° 40 Domenico Freschi 1996N° 41 Giuseppe Barbieri 1996N° 42 Roberto Roberti 1996N° 43 la Battaglia di Bassano 1996N° 44 Francesco Antonibon 1996N° 45 Pietro menegatti 1997N° 46 Giuseppe Frasson 1997N° 47 Pietro Fontana 1997N° 48 Giacomo Angarano 1997N° 49 G. Vanzo mercante 1997N° 50 Giovanni Brotto 1997N° 51 Il millennio di Bassano 1998N° 52 I larber 1998N° 53 Orazio marinali 1998N° 54 Angelo Balestra 1998
N° 55 Giuseppe Bombardini 1998N° 56 Francesco Vendramini 1998N° 57 Francesco Roberti 1999N° 58 miranda Visonà 1999N° 59 Guido Agnolin 1999N° 60 Elisabetta Vendramini 1999N° 61 Ottone Brentari 1999N° 62 Achille marzarotto 1999N° 63 Gino Pistorello 2000N° 64 Francesca Roberti 2000N° 65 Aurelio Bernardi 2000N° 66 Zaccaria Bricito 2000N° 67 Antonio Viviani 2000N° 68 Domenico Conte 2000N° 69 Domenico maria Villa 2001N° 70 Antonio Bernati 2001N° 71 Tito Gobbi 2001N° 72 Bortolo Zanchetta 2001N° 73 Giovanni Balestra 2001N° 74 Pietro malerba 2001N° 75 Ferruccio meneghetti 2002N° 76 Fratel Venzo 2002N° 77 Niccolò leszl 2002N° 78 Antonio marcon 2002N° 79 Gregorio Vedovato 2002N° 80 Bruno Baruchello 2002N° 81 luigi Vinanti 2003N° 82 Sebastiano Baggio 2003N° 83 Virgilio Chini 2003N° 84 luigi Viviani 2003N° 85 Alessandro Campesano 2003N° 86 Giorgio Pirani 2003N° 87 Guido Cappellari 2004N° 88 Roberto Cobau 2004N° 89 Francesco Facci Negrati 2004N° 90 luigi Zortea 2004N° 91 Villa morosini Cappello 2004N° 92 Giovanni lunardi 2004N° 93 Alfeo Guadagnin 2005N° 94 Carlo Paroli 2005N° 95 Vigilio Federico Dalla Zuanna 2005N° 96 Francesco dal Ponte il Vecchio 2005N° 97 Pietro e Giuseppe longo 2005N° 98 I Bortignoni 2005N° 99 Giuseppe Zonta 2006N° 100 Giovanni Bottecchia 2006N° 101 Andrea Secco 2006N° 102 Giuseppe Ruffato 2006N° 103 Tommaso Tommasoni 2006N° 104 I fondatori dell’Orfanotrofio Cremona 2006N° 105 Prospero Alpini 2007N° 106 Quirino Borin 2007N° 107 Teresa Rossi Rampazzi 2007N° 108/109 Pietro Roversi 2007N° 110 Don Domenico Brotto 2007
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