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    LINFANZIA E I SERVIZI PER LINFANZIA:VERSO UN APPROCCIO EUROPEO

    Un documento di indirizzo diBambini in Europa

    Bambini in EuropaBarn i EuropaBrn i EuropaChildren in Europe

    Copii n EuropaDzieci w EuropieEnfants dEuropeInfncia a EuropaInfancia en EuropaInfncia na EuropaKinder in EuropaKinderen in Europa

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    Oggi, in tutta lEuropa, si ormai riconosciuta, a livello generale, la necessit di avere servizi dedicati alla primainfanzia e alle loro famiglie. Le organizzazioni internazionali, tra cui lUnione Europea, i governi con diversi gradidi coinvolgimento, i partner sociali, le ONG e molti genitori richiedono a gran voce tali servizi. Ma quali servizi?Su che principi e valori? Si tratta semplicemente di un problema che dovranno risolvere i singoli stati membria livello nazionale o locale, oppure necessaria unazione congiunta a livello UE? E se cos fosse, che tipo diazione dovrebbe essere? veramente necessario un approccio europeo concertato a favore dei servizi per la prima infanzia?Il documentoche segue si propone di rispondere a queste domande.

    Bambini in Europa una rete di dodici riviste nazionali che si sono unite al ne di creare ununica rivistapubblicata in undici paesi europei, in dieci lingue diverse. La rivista tratta dei servizi diretti ai bambini e alle lorofamiglie e si rivolge quindi a tutte le persone e le organizzazioni coinvolte in questo ambito.Tra gli obiettivi di questa rivista c lidea di creare un forum, uno spazio europeo dedicato a scambi di idee einformazioni, che contribuisca allo sviluppo di pratiche e politiche nazionali ed europee rivolte allinfanzia. Questodocumento di indirizzo, elaborato dal Comitato Editoriale diBambini in Europa ha lobiettivo di stimolare undialogo democratico sulla politica europea e sulla necessit di un approccio europeo ai servizi per linfanzia,sostenendo in questo modo la nascita di una politica europea per linfanzia.

    Bambini, Italia BRN & UNGE, Danimarca Betrifft Kinder, Germania Cadernos de Educao de Infncia, Portogallo Children in Scotland, UK and Ireland Dzieci w Europie e Comenius Foundation for Child Development, Polonia Grandir Bruxelles, Belgio Infncia, Spagna Infancia, Catalogna Le Furet, Francia Tidningen Frskolan, Svezia Unsere Kinder, Austria

    Labbonamento annuale 2008 di euro 31,00e pu essere sottoscritto con versamento su ccp 25287228 intestato a Bambinio via internet aprendo la pagina web www.edizionijunior.com/riviste/abbonamenti.asp

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    Per un approccio europeo ai servizi per linfanzia

    1. Le responsabilit dellUnione Europea

    Riteniamo che la ricerca di un approccio europeo sia giusticata per almeno tre motivi.Prima di tutto perch lUnione Europea ha una responsabilit nei confronti di questi servizi e dei bambini cheli frequentano, allo stesso modo dei livelli di governo nazionale, regionale e locale. Questi servizi da qualche

    tempo ormai gurano nella politica sociale ed economica dellUE, tipicamente come mezzo per raggiungere gliobiettivi occupazionali e di pari opportunit. In particolare, lUE. ha enfatizzato il ruolo dei servizi per linfanzianellambito delle politiche del lavoro. Recentemente, nel corso della riunione dei governi degli stati membri, aBarcellona nel 2002, si sono concordati obiettivi comuni per quanto riguarda la percentuale di posti nei serviziper linfanzia: 33 percento per i bambini dalla nascita ai 3 anni e 90 percento per i bambini dai 3 ai 6 anni. Maquesti obiettivi di quantit non sono stati accompagnati da nessuna condizione di qualit; gli Stati membri sonostati lasciati liberi di perseguire gli obiettivi di Barcellona in linea con gli standard di qualit (nazionali).

    Bambini in Europa ritiene che lobiettivo politico a lungo termine dellUE comporti una responsabilit de factoper i servizi per linfanzia e verso i bambini che li frequentano. Inoltre si recentemente assunta anche unaresponsabilit de jure grazie alladozione della Carta dei Diritti Fondamentali dellUnione Europea, da parte deiPresidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, in occasione della riunione del ConsigliodEuropa a Nizza il 7 dicembre 2000. Larticolo 24 della Carta riconosce che: in tutte le azioni relative ai bambini,

    adottate da autorit pubbliche o istituti privati, necessario dare priorit ai migliori interessi dei bambini.Nel Luglio 2006 la Commissione Europea ha emesso unimportante rapporto, Verso una strategia europea suidiritti dei bambini (COM (2006) 367 nal). Esso propone di stabilire una strategia europea di vasta portata chepromuova e salvaguardi effettivamente i diritti dei bambini nelle politiche europee interne ed esterneIl rapporto afferma che i diritti dei bambini sono una priorit per lEuropa. Tale impegno stato riaffermatonel Trattato di Lisbona per la riforma dellUnione Europea, sottoscritto dai capi di stato e di governo dei paesimembri nellottobre 2007, nel quale La tutela dei diritti dei bambini specicata tra gli obiettivi dellUE (CIG14/07; Articolo 2 (3)).

    C unaltra iniziativa politica degna di menzione: oltre agli obiettivi di Barcellona e a un recente riconoscimentodei diritti dei bambini, lUE ha dimostrato un interesse anche verso leducazione per linfanzia. In un recenteComunicato, Efcency and Equity in European Education and Training Systems - Efcienza ed uguaglianza

    nei sistemi educativi e di formazione in Europa (COM (2006) 481 nal) lUE conclude che rispetto a qualsiasialtra forma di educazione, quella prescolare ottiene i risultati migliori in termini di adattamento sociale deibambini. Gli stati membri dovrebbero quindi investire maggiormente nellinsegnamento prescolare, che risultaun mezzo utile a porre delle buone basi per un insegnamento futuro.Questo ampliamento degli interessi politici europei, richiede un approccio ai servizi per linfanzia che vada aldi l degli obiettivi di Barcellona. Questi obiettivi quantitativi devono necessariamente essere accompagnatida una chiara serie di valori e principi sui quali tali servizi devono basarsi, esplicitamente collegati ai dirittidei bambini e al loro maggior interesse, denendo un approccio europeo ai servizi per linfanzia. Lapproccionecessita di andare oltre il concetto di custodia, adottando un concetto di servizio, aperto a tutti i bambini e lefamiglie, che provveda al raggiungimento di numerosi ni tra cui: educazione, supporto alle famiglie, inclusionesociale e pratiche democratiche.

    Bambini in Europa apprezza la crescita di attenzione da parte dellUE verso linfanzia e i servizi educativi

    e spera che il prossimo passo dellUnione Europea sia di superare i conni fra aree politiche, per lavorare unitiper i diritti dellinfanzia, leducazione dei primi anni, la tutela dei bambini e le pari opportunit.

    2. I bambini sono i cittadini dellEuropa

    Secondo e strettamente correlato al primo motivo, il problema dellequit. Limitarsi a precisare gli obiettivipolitici quantitativi (come nel caso degli obiettivi di Barcellona), senza citare alcuni degli obiettivi decisamentepi qualitativi signicherebbe negare le responsabilit dellUE ed esporre i bambini a condizioni non paritarieallinterno dellEuropa. I bambini, in quanto cittadini dEuropa, vantano diritti acquisiti e vantaggi condivisi chenon dovrebbero dipendere dal loro paese nativo.

    3. Il valore aggiunto di un approccio europeo

    In terzo luogo riteniamo che la ricerca di un approccio europeo possa essere utile a tutti gli stati membri,in quanto rappresenta il modo migliore afnch tutti possano godere delle varie e ricche tradizioni europee.La creazione di un approccio europeo fornir agli stati membri lopportunit di imparare gli uni dagli altri e disviluppare ed esplorare uno spazio europeo per lo scambio, il dialogo e la riessione.

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    Che cosa si intende con approccio europeo?

    Che cosa intendiamo quando parliamo di approccio europeo? Non intendiamo assolutamente che gli statimembri adottino e condividano nel tempo uno stesso sistema euro-standardizzato, ma piuttosto lidea diun rapporto tra coerenza e diversit, tra obiettivi, principi e diritti comuni e aree in cui rimarranno marcate ledifferenze, tra e allinterno dei singoli paesi. Per favorire lo sviluppo, oggi pi che mai, essenziale trovare unrapporto tra coerenza e diversit, sia allinterno dellUE sia allinterno di molti dei suoi stati membri, soprattuttoquegli stati che hanno adottato forme di governo decisamente pi decentralizzate. Che cosa dovr essere

    determinato centralmente per garantire a tutti i cittadini diritti comuni? E cosa dovr essere invece lasciatoallautonomia locale, in modo da riettere particolari necessit e desideri delle diverse comunit?Non riusciamo a immaginare un tempo e un luogo in cui tale rapporto sia mai stato realizzato, ed proprioper questo che parliamo di una denizione provvisoria di un rapporto tra coerenza e diversit. Si tratta diun argomento altamente politico e quindi aperto a cambiamenti e dibattiti costanti. Potrebbe, ad esempio,essere possibile convenire che tutti i servizi per la prima infanzia dovrebbero fare afdamento a unostesso programma, anche se la portata, la specicit e la forma del programma potrebbe (a oggi) variareenormemente da paese a paese.

    Per questo, nellintraprendere il presente esercizio didattico teso a proporre un approccio europeo, stiamocercando di denire servizi per la prima infanzia in un dibattito a pi ampio raggio, in cui riconosciamo spazio aconsiderevoli differenze di opinione. Ci auguriamo che si apra un dibattito con tutti quelli che non condividonole tesi che proponiamo.

    Servizi per la prima infanzia

    Il titolo di questo documento di indirizzo Un approccio europeo ai servizi per la prima infanzia. Con questotermine intendiamo riferirci a una serie di servizi destinati ai bambini dalla nascita alla scuola dellobbligo ( diunet quindi che varia dai 4 ai 7 anni tra gli stati membri, ma che in generale di 6 anni). A questi servizi sonostati attribuiti nomi diversi; ogni nome, in ogni singola lingua, racchiude un particolare e ricco mix di tradizioni,valori e signicati (cole maternelle, scuola dellinfanzia, kindergarten, nursery, frskola, crche collectif,childrens centre). Scegliendo uno di questi nomi nazionali per fare riferimento allintera gamma di servizi, sirenderebbe invisibile la loro diversit e da qui non potrebbero che proliferare le incomprensioni. Abbiamo quindideciso di avvalerci del termine pi ampio e meno specico servizi per la prima infanzia, che non associato anessun paese o tradizione particolare.

    Che cosa intendiamo con servizi per la prima infanzia?Essenzialmente intendiamo i servizi di prima istanza, per gruppi di bambini in et prescolare, garantiti daorganizzazioni formali, che potrebbero variare dai comuni a cooperative di genitori a aziende e con almeno unaparte dei lavoratori preposti a contratto. Ci riferiamo quindi a servizi quali nursery, crche, kindergarten, scuolenon obbligatorie, centri di accoglienza per i bambini o centri famiglia (cio dove gli operatori dei centri famigliarilavorano come parte di unorganizzazione pi ampia, come una rete, un ente o un Comune).Per la maggior parte di questi servizi, i bambini trascorrono una parte o molto del loro tempo senza la presenzadei genitori; vi sono per anche servizi in cui alcuni, o la maggior parte dei genitori, rimangono con i loro gli(come, ad esempio, les Maisons vertes in Francia o gli Spazi gioco in Italia).

    Anche se in questo documento non includiamo i servizi per bambini in et scolare, che intendiamo prendere inconsiderazione in un successivo documento, enfatizziamo comunque limportanza del rapporto tra servizi per

    bambini in et prescolare e la scuola dellobbligo. In particolare, vorremmo evitare il pericolo sempre maggioredi scolarizzazione del primo da parte del secondo, sostenendo invece lideale di una forte e paritariapartnership, come proposto dallOCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nelrapporto Starting Strong, in cui nessuno domina laltro, ma entrambi dialogano e sono aperti a nuove idee.

    Costruire sul lavoro gi fatto: le basi per un approccio europeo

    In questo documentoBambini in Europa propone le linee per un approccio europeo e delinea dieci principiche possono essere alla base di questo approccio. Questi principi non sono stati scelti in modo arbitrario:derivano dal lavoro gi sviluppato da politici, amministratori ed esperti.

    La Raccomandazione adottata dal Consiglio dei Ministri il 31 marzo 1992 fornisce una dichiarazione

    di principi e obiettivi politici comuni che tutti i governi hanno raticato. La Raccomandazione rientra nelTerzo programma per le Pari opportunit dellUE, come misura utile per promuovere la parit tra i sessi. LaRecommendation, diversamente dai successivi obiettivi di Barcellona, adotta una prospettiva decisamentepi ampia. Riconosce che essenziale promuovere il benessere dei bambini e delle loro famiglie, garantendoal tempo stesso la soddisfazione delle loro varie necessit. Sostiene un pacchetto di misure quali servizi per

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    la prima infanzia (a cui si fa riferimento con il termine childcare), migliori politiche per i congedi parentali, postidi lavoro pi adatti alle famiglie e azioni tese a incoraggiare gli uomini a assumersi maggiori responsabilit neiconfronti dei bambini. Propone anche una serie di principi qualitativi che dovrebbero guidare nello sviluppo deiservizi: convenienza; accesso in qualsiasi area, urbana e rurale; accesso a bambini con necessit particolari;integrazione di assistenza sicura e afdabile con approccio pedagogico; rapporti stretti e sensibili tra servizi,genitori e comunit locali; diversit e essibilit; maggiore scelta per i genitori; coerenza tra i diversi servizi.La Raccomandazione stata seguita dagli Obiettivi di qualit nei servizi per linfanzia, pubblicati dallaEuropean Commission Childcare Network nel 1996 (vediBambini in Europa , n. 3/novembre 2004).La rete era costituita da un gruppo di esperti provenienti da tutti gli stati membri e sostenuta dalla Commissioneeuropea come parte del programma della pari opportunit. Ha prodotto una serie di studi e report tra il 1986 eil 1999. Su precisa richiesta della Commissione Europea di stabilire una serie di criteri per denire la qualitdei servizi di custodia per la prima infanzia, la rete partita dai principi affermati nella Raccomandazionedel Consiglio e ha inquadrato 40 obiettivi sostenibili e raggiungibili da tutti gli stati membri su un periodo di10 anni. Il conseguimento di tali obiettivi garantirebbe un effettivo progresso verso limplementazione dellaRaccomandazione, anche se il documento sottolinea che gli obiettivi non sono la parola denitiva sullaqualit, di cui non pu esserci una denizione nale e statica. Oltretutto anche considerando gli obiettivicome una implementazione parziale e non completa della Raccomandazione, questi implicano, comunque, ungiudizio di cosa sia fattibile in un lasso di tempo per limitato. Gli obiettivi sono stati organizzati in nove areeo blocchi: Politica; Finanza; Livelli e tipi di servizi; Istruzione; Rapporto personale-bambini; Occupazione eformazione del personale; Ambiente e Salute; Genitori, Comunit e Prestazioni. Il documento sottolinea che gliobiettivi formano un tuttuno unitario e sono strettamente interdipendenti tra loro: prenderne uno solo isolatodagli altri, pu determinare fraintendimenti ed errori.Anche se non sono mai stati pienamente adottati dalla Commissione Europea, gli Obiettivi di Qualit sono statiampiamente distribuiti, discussi e citati e rimangono per tutti lunico esempio di un gruppo multi-nazionale inquesto ambito, che ha cercato di negoziare un rapporto tra coerenza e diversit.Sono stati presi in considerazione anche recenti documenti che indicano esplicitamente la necessit dellUE ditenere in primaria considerazione il maggior interesse dei bambini in tutte le iniziative indirizzate allinfanziae di promuovere e proteggere i diritti del bambino. Sebbene essi non facciano riferimento esplicito ai serviziper linfanzia,Bambini in Europa considera questi documenti un elemento importante su cui poter costruireun approccio europeo, fornendo una chiara ricognizione della necessit di tenere in considerazione i bambinicome cittadini portatori di diritti.

    Bambini in Europa ha tenuto in considerazione altri tre documenti di grandissima importanza, anche senessuno di questi prodotto dallUE.Recentemente, stato intrapreso uno studio pi ampio e decisamente pi sistematico a livello transnazionalesui servizi per la prima infanzia da parte dellOCSE tra 20 dei suoi stati membri, la maggior parte dei qualinon in Europa. I due rapporti di questa ricerca sistematica sulleducazione e la cura infantile (Starting Strong,pubblicato nel 2001, e Starting Strong II, pubblicato nel 2006) includono non solo valide informazioni e giudizi,ma un numero di elementi politici chiave, tra cui: un approccio sistematico ed integrato alla politica; unapartnership forte e paritaria tra servizi per la prima infanzia e istruzione; un approccio universale allaccesso;un sostanziale investimento pubblico; un approccio partecipativo al miglioramento e alla garanzia di qualit econdizioni adeguate per la formazione e loccupazione del personale.Nel luglio 2005 stato pubblicato un documento in cui si denisce una nuova utopia educativa. Ladichiarazione stata pubblicata da Associaci de Mestres Rosa Sensat, una rispettata organizzazionecatalana che si occupa dellistruzione e dello sviluppo professionale degli insegnati, con il supporto e ilcontributo di due importanti colleghi francesi e inglesi. Per una nuova educazione pubblica (vedi documentopag. 12) avanza principi e giudizi importanti in merito allo scopo e alla fornitura di servizi, organizzati in diecititoli, che deniscono una nuova utopia educativa. La prospettiva adottata piuttosto ampia, senza alcunadistinzione tra servizi per la prima infanzia e scuole per bambini di et superiore e adolescenti. Rappresenta,quindi, unimportante opportunit per riettere sul rapporto tra questi settori.

    La nostra immagine del bambino

    I principi cheBambini in Europa pone alla base dei servizi per linfanzia, sono fondati su precedentiquestioni europee, ma soprattutto sulla risposta che noi diamo a una delle domande pi importanti: cheimmagine abbiamo del bambino?. una domanda fondamentale, in quanto qualsiasi discussione circa iservizi per linfanzia deve partire dal concetto di bambino. La risposta praticamente una scelta politica edetica, una scelta che molto signicativa per la politica, la normativa e la pratica ed offre una dichiarazione divalori come un punto di riferimento per i principi che seguono.La nostra immagine di bambino quella che Loris Malaguzzi, uno degli esponenti europei di maggiore rilievonel campo dei servizi garantiti alla prima infanzia, ha denito come il bambino ricco: con questespressioneegli non designava una ricchezza materiale, ma un bambino nato con un ottimo potenziale che potr essereespresso in centinaia di lingue; un discente attivo, alla ricerca del signicato del mondo sin dalla sua nascita,un co-creatore di conoscenze, identit, cultura e valori; un bambino che pu vivere, imparare, ascoltare

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    e comunicare, ma sempre in relazione agli altri; un individuo la cui individualit e autonomia dipendedallinterdipendenza e che necessita e cerca rapporti con altri bambini e adulti; un cittadino con un ruolo benpreciso nella societ, un soggetto di diritto che la societ deve rispettare e sostenere.

    Riteniamo che il bambino abbia un ruolo importante sia pubblico, nella societ, sia privato, in famiglia. La famiglia essenziale per il benessere e lo sviluppo del bambino, per permettere al bambino di sentirsi amato, sostenutoe apprezzato e per la costruzione della sua stessa identit, la sua cultura e i suoi valori. La famiglia un luogoin cui la diversit deve essere rispettata e vista come elemento fondamentale della societ europea. Ma come ilbambino, la famiglia non esiste se isolata, parte della societ e del rapporto con la societ. La famiglia ha unruolo importante nella crescita, ma tale ruolo mediato da forze decisamente superiori: il supporto e il rispettoche riceve dalla societ; le richieste lavorative e un capitalismo sempre pi competitivo; le inuenze di mezzie tecnologie della comunicazione sempre pi potenti e altro ancora. La famiglia, in breve, potrebbe offrire unambito privato per la fanciullezza, ma pur sempre inserita in un ambito pubblico. Non n il primo n lultimoeducatore, ma ha un ruolo essenziale nella complessa rete di rapporti educativi in cui vive il bambino.

    Il bambino chiede e merita un servizio con un approccio olistico, che presupponga linseparabilit tra cura eistruzione, ragione ed emozione, corpo e anima; che presenti il potenziale per un gamma innita di possibilit:culturali, linguistiche, sociali, estetiche, etiche, politiche ed economiche e che rappresenti il punto di incontroper bambini e adulti nel signicato sico ma anche sociale, culturale e politico del termine. Si tratta di unservizio previsto come istituzione pubblica, un forum e uno spazio per i bambini, un sito di incontro e diinterrelazione, in cui i bambini e gli adulti si incontrano e si impegnano in qualcosa, in cui possono dialogare,ascoltare e discutere. Uno spazio di prassi etica e politica, uno spazio per la ricerca e la creativit, lacoesistenza e il piacere, i pensieri critici e lemancipazione. Si tratta di un luogo privilegiato per la formazionedellindividualit e lautonomia ma anche per rafforzare linterdipendenza e la solidariet, senza le qualilindividualit e lautonomia non sono possibili.Questo servizio non un sostituto della famiglia, ma un complemento e un supporto, che offre ai bambini ealle loro famiglie maggiori opportunit Ultimo, ma non per questo meno importante, un diritto di tutti i cittadini,dalla nascita.

    Proposta per un approccio europeo ai servizi per la prima infanzia

    Premessa questa dichiarazione di principi fondata sulla nostra immagine di bambino,Bambini in Europa propone 10 principi che stanno alla base dellapproccio europeo rivolto ai servizi per linfanzia. Ve li offriamocon uno spirito dapertura e con desiderio di dialogo democratico, ma anche con il chiaro scopo di trovareun terreno comune che pu garantire diritti comuni a tutti i bambini in Europa rispetto ai servizi un compitourgente nel momento in cui aumenta il numero di bambini che frequentano questi servizi.I servizi considerati sono solo una parte della rete formata anche da politiche necessarie a garantire una buonainfanzia, a supportare la genitorialit e a ridurre le disuguaglianze, lesclusione e lingiustizia.

    Questi principi potrebbero essere considerati obiettivi da perseguire con forza. In molti casi dovrannoessere sviluppati progressivamente piuttosto che implementati di colpo.I principi seguenti devono essere considerati un traguardo da raggiungere e Bambini in Europa propone che questi vengano realizzati entro il 2020, che signica un periodo di 12 anni. Inne, comeper i precedenti obiettivi di qualit, questi principi sono inter-dipendenti e formano un tuttuno: essidevono essere adottati unitamente, senza operare una selezione.

    Principi1. Accesso: un diritto di tutti i bambini Laccesso un diritto per tutti i bambini. Tutti i bambini dovrebbero avere diritto a un posto nei servizi destinatialla prima infanzia, indipendentemente dalla disabilit o da altre speciche necessit, o da dove vivono.Laccesso non dovr essere correlato alloccupazione dei genitori o a qualsiasi altra condizione. Questo dirittoper i bambini non unalternativa alle cure materne o dei genitori, ma anche un diritto per tutti i genitorieuropei; entrambi sono necessari ed entrambi sono valori per bambini e genitori.

    2. Convenienza: un servizio gratuito Visto che i servizi per la prima infanzia rappresentano un diritto e una responsabilit pubblica, dovrebberoessere a frequenza gratuita. Il principio dellaccesso gratuito gi stato attuato da molti stati membri neiservizi per bambini dai 3 ai 6 anni; dovrebbe essere esteso anche ai servizi per bambini al di sotto dei 3 anni.Il nanziamento di tali servizi dovrebbe provenire dalla tassazione generale e dovrebbe essere messo adisposizione di tutti i servizi, pubblici e privati, che rispondano ai principi qui elencati. Il rapporto dellOCSE,Starting Strong II, conclude che il nanziamento diretto dei servizi comporta pi beneci che il nanziamentoindiretto attraverso contributi (vouchers) alle famiglie.

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    3. Approccio pedagogico: olistico e multifunzionale I servizi dovrebbero essere intesi come istituzioni pubbliche e luoghi per incontrarsi e creare relazioni fra bambinie adulti. I servizi dovrebbero adottare un approccio olistico nei confronti dei bambini, con molteplici obiettivi escopi, che riconoscano le numerose possibilit che i servizi sono in grado di offrire cos come la diversit deibambini e delle famiglie. Dovrebbero garantire una custodia sicura. Naturalmente dovrebbero operare seguendounetica della cura, prontamente integrata in tutte le loro attivit e rapporti. Ma la fornitura di questi servizi diassistenza dovrebbe rientrare in un quadro pi ampio che includa lapprendimento, i rapporti sociali, letica, lademocrazia, lestetica e il benessere emotivo e sico leducazione nel signicato pi ampio.Tali servizi dovrebbero essere aperti non soltanto a nuovi ruoli e proposte, ma anche a risultati che non possonoessere previsti. Una questione di risultati, quindi, e non soltanto risultati predeniti. La domanda da rivolgere aquesti servizi non deve essere ha raggiunto gli obiettivi a, b e c? ma piuttosto cosa ha raggiunto?.

    4. Partecipazione: un valore essenziale I servizi devono prevedere la partecipazione come valore essenziale, come espressione democratica e mezzoper combattere lesclusione sociale. La partecipazione esige un lavoro pedagogico che supporti lo sviluppo eleducazione di ogni bambino. La partecipazione aperta allintera comunit: bambini, genitori, operatori neiservizi, politici e cittadini. Dovrebbe permettere a questi gruppi di contribuire alla costruzione di un progettocomune e della durata del servizio, tra cui il supporto in modalit diverse e la partecipazione alla gestione, alledecisioni e alle valutazioni.

    5. Coerenza: un quadro di riferimento per sostenere un approccio comune Tutti i servizi dovrebbero funzionare nellambito di un quadro di riferimento politico che garantisca un approcciocomune e condizioni condivise, in cui sia stato stabilito che la coerenza un valore essenziale. Queste areechiave, che deniscono il quadro di riferimento sono: accesso, convenienza, approccio pedagogico, un quadrodi riferimento programmatico, partecipazione, valutazione, spazi minimi garantiti e standard di personalecompresa la formazione e le condizioni di lavoro, e una struttura di supporto pedagogico. La costruzione e losviluppo di questo quadro coerente di politica dei servizi dalla nascita alla scuola dellobbligo pu risultare pifacile se la responsabilit di tutti questi servizi fa capo ad un unico riferimento di governo.

    6. Diversit e scelta: condizioni necessarie per la democrazia Tutti i servizi dovrebbero riconoscere, rispettare e valutare positivamente la diversit nelle sue diversedimensioni e forme quale elemento e valore fondamentale della cultura europea. Dovrebbero supportarela diversit di lingua, etnia, religione, genere, orientamento sessuale e disabilit, sdando stereotipi ediscriminazione. Questo dovrebbe essere dimostrato dalla loro apertura a tutti i bambini e famiglie, nei serviziofferti e nella composizione della forza lavoro, che dovrebbe riettere la diversit della comunit locale;includendo almeno il 40 percento di operatori maschi nel lungo termine e il 20 percento entro il 2020.I servizi dovrebbero essere luoghi in cui la diversit non si limita a essere riprodotta ma attivamente costruitaattraverso lapertura a conoscenze, valori e identit nuove e diverse.Sarebbe opportuno implementare servizi utili a esplorare e sperimentare teorie e pratiche diverse, a contestare idiscorsi dominanti e creare nuove idee e modalit di lavoro. I servizi daltronde, dovrebbero essere luoghi dove ladiversit non solo riprodotta, ma attivamente creata, supportando la co-costruzione da parte di tutti i partecipanti,bambini e adulti, di nuove e diverse conoscenze, valori e identit. Il riconoscimento, il rispetto e la valorizzazionedelle diversit di persone, pratiche e prospettive e delle scelte intese come processo decisionale collettivopartecipativo e inclusivo (lesercizio democratico della scelta) sono condizioni per la democrazia nei servizi perlinfanzia, un altro valore essenziale che dovrebbe sottendere tutti gli aspetti di questi servizi.In questo contesto, i genitori e i bambini dovrebbero avere la possibilit di scegliere a quali servizi accedere.Ma questo esercizio individuale di scelta solo uno dei signicati della scelta e uno fra molti valori. Nondovrebbe essere prioritario rispetto ad altri valori.

    7. Valutazione: partecipativa, democratica e trasparente La valutazione dovr essere un processo costante, partecipativo e democratico. La valutazione dovr essereaperta a tutti i cittadini di qualsiasi livello, offrendo lopportunit a chiunque di discutere problemi reali e concretie di assumersi la responsabilit di raggiungere giudizi di valore con gli altri, piuttosto che trincerarsi dietro lapresunta obiettivit scientica offerta da esperti e valutazioni manageriali. Sono necessari metodi quali unaspecica documentazione pedagogica che renda tale prassi visibile, trasparente e soggetta a riessione,dialogo, interpretazione e giudizi di valore, e che garantisca spazio per raggiungere risultati imprevedibili.

    8. Valutazione del lavoro: una professione 0-6 e parit di livello con gli insegnanti di scuola dellobbligo La nostra immagine dei servizi per linfanzia e i principi deniti in precedenza, richiedono la collaborazione diun operatore qualicato in grado di lavorare, dal punto di vista pedagogico, con i bambini no a 6 anni e nonsolo con i bambini, ma anche con i loro genitori e la comunit nel suo insieme. Si tratta di unattivit complessa,impegnativa e importante. Leducatore pu assumere una variet di professionalit diverse; lei o lui, peresempio, pu essere un pedagogo, un insegnante, un atelierista, un pedagogista; in alcuni paesi esisteruna professione distinta per i bambini no a 6 anni, mentre in altri paesi il lavoro con i bambini pi piccoli sarunarea di specializzazione allinterno di una professione pi ampia.

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    Ma, aldil della forma, tutti gli operatori hanno bisogno di competenze comuni: capacit di pensiero critico,di espressione di valutazioni contestualizzate, di lavoro sia individualizzato che di gruppo, di superare glistereotipi e ascoltare, comunicare e lavorare in modo democratico.Questo operatore dovrebbe essere considerato allo stesso livello degli insegnanti della scuola dellobbligo, intermini di sviluppo professionale iniziale e continuo, condizioni e stato di impiego. Esistono diverse posizioniriguardo a quale proporzione della forza lavoro dovrebbe essere qualicata a questo livello professionale:secondo noi (e secondo gli obiettivi di qualit) dovrebbe esserlo almeno il 60%, e questa proporzione dovrebbeessere applicata in egual misura ai lavoratori e alle lavoratrici.

    9. Servizi per la prima infanzia e istruzione obbligatoria: una partnership forte e paritaria I servizi per la prima infanzia e listruzione obbligatoria dovrebbero lavorare secondo quella che lOCSEdenisce una forte e paritetica leadership, venendo considerati come protagonisti paritari del sistemaeducativo.Questa partnership dovrebbe essere basata su una visione condivisa dellimmagine di bambino, dei serviziper linfanzia e leducazione: leducazione, in questa visione condivisa, un processo di costruzione dellaconoscenza, dei valori e dellindividualit, che riguarda in via prioritaria insieme con lemancipazione e losviluppo della salute, persone competenti e con senso morale. Dovrebbe essere organizzato non intornoa soggetti accademici, ma attraverso aree che sono importanti per lo sviluppo individuale, per una societdemocratica e per un ambiente sostenibile: comunicazione, cultura, scienza e tecnologia; salute, ambiente esviluppo sostenibile; democrazie e cittadinanza; creativit e curiosit, e cura.Listruzione obbligatoria ha molto da imparare dai servizi per la prima infanzia, soprattutto dai servizi coscome noi li abbiamo previsti. Sono necessari luoghi di incontro pedagogici in cui entrambi i servizi possanodialogare e costruire insieme nuovi valori e pratiche che permettano a entrambi di offrire istruzione nel sensopi ampio del termine, riconoscendo che il raggiungimento di obiettivi accademici pedissequamente limitati nonrappresenti lunico o necessariamente lo scopo principale dellistruzione.Esistono numerose condizioni che possonopromuovere una forte e paritaria partnership, compreso un settore di servizi per linfanzia forte e sicuro di s.Questo obiettivo pu essere pi facilmente condivisoquando i bambini non entrano nella scuola primaria prima dei 6 anni di et.

    10. Partnership transnazionale: imparare con altri paesi LEuropa vanta una ricca tradizione di teoria e pratica, innovative e democratiche nei servizi per linfanzia, checontinua tuttoggi nelle esperienze locali (e poche nazionali), che rappresentano esempi viventi dei principi cheabbiamo delineato. Al tempo stesso lEuropa deve affrontare forze sostenute che mettono a rischio tutto quantoc di buono nella nostra tradizione ed esperienza attuale, sostituendole con unalternativa standardizzata eimpoverita, un approccio di mercato che limitato e limitante, calcolatore e contrattuale, strumentale e tecnico.Per contrastare tale approccio neo-iberale ai servizi e per contrastarlo con un approccio europeo alternativo, importante allargare e approfondire la partnership in tutta lEuropa, coinvolgendo molti partecipanti e a livellidiversi.Non partiamo da zero.Bambini in Europa una delle diverse partnership e reti gi esistenti. Abbiamobisogno di creare maggiori spazi transnazionali di incontro a livello Europeo, dove sia possibile dialogaree riettere, dove la pratica (a qualsiasi livello, anche a livello politico) possa essere resa visibile e discussacriticamente, e dove sia possibile imparare con e dagli altri, costruendo insieme nuove conoscenze. Comeparte di questo processo, gli scambi di lavoratori tra diversi Paesi potrebbe essere un ulteriore elemento difacilitazione, sia a breve sia a lungo termine.

    Questo documento stato pubblicato per incoraggiare la discussione di questi argomenti.Ci farebbe piacere ricevere la vostra opinione.

    Che cosa pensate dellidea di un approccio europeo ai servizi per linfanzia: siete daccordo oavete obiezioni?

    Se siete daccordo, ci sono altri elementi fondamentali da porre alla base di questa riessione? La nostra proposta pu essere un contributo alla costruzione di un approccio europeo? Che cosa pensate dei dieci principi che proponiamo? Avete proposte integrative? Avete

    proposte di modica o correzioni?

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