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L’Ingegneria Chimica a Bologna e … non solo
L’ingegneria chimica, fin dalla sua nascita a cavallo del XIX e XX secolo, si è caratterizzata come un settore
dell’ingegneria focalizzato sui processi industriali di trasformazione, quelli dell’industria chimica in primis,
superando la visione parcellizzata allora tipica delle tecnologie con una visione sistemistica che di queste
coglieva e sviluppava gli elementi comuni.
La presentazione segue il percorso dell’evoluzione di questo approccio attraverso le fasi delle “Operazioni
Unitarie” e dei “Fenomeni di trasporto” che le hanno consentito di raggiungere quel livello di flessibilità e di
efficacia che le consentono oggi di svolgere un ruolo di primo piano in tanti settori innovativi.
In questa visione del tutto generale viene inquadrato lo sviluppo dell’ingegneria chimica in Italia e in particolare
a Bologna
Francesco Santarelli
Già ordinario di Princìpi di Ingegneria Chimica
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
INGEGNERIA CHIMICA
CHIMICA INDUSTRIALE
Una vecchia definizione ancora sostanzialmente corretta per definire le due aree disciplinari:
..distinction [must] be made between the education of a chemical engineer and that of an
industrial chemist. The chemical engineer would study both chemical processes and unit
operations, while the industrial chemist traditionally learned specific procedures for producing
bulk quantities of feedstock chemicals(M.K. Whitaker, early 1900)
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
sostantivi
aggettivi
L’ingegneria chimica è quel settore dell’ingegneria che tratta i processi che a scala industriale
modificano le caratteristiche fisiche e /o chimiche della materia;
La chimica industriale studia i processi chimici (reattività) ai fini della sintesi, trasformazione
e industrializzazione
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
L’ingegneria chimica è riconosciuta come settore dell’ingegneria a livello internazionale:
negli USA A.I.Ch.E (American Institution of Chemical Engineers) è con ASCE, ASME, IEEE una delle quattro
principali società professionali dell’ingegneria
• in UK IChemE (Institution of Chemical Engineers) ha come oggetti e scopi della sua attività: To promote, foster
and develop the general advancement of the science of chemical engineering in all its branches as an end in
itself and as a means of furthering the scientific and economic development and application of processes in which
chemical and physical changes of materials are involved and to promote, assist, finance and support such
research, investigation and experimental work in chemical engineering as the Institution may consider likely to
conduce to those ends and to the benefits of the community at large.
• EFCE (European Federation of chemical Engineering) is a non-profit association, the object of which is to
promote co-operation in Europe between non-profit-making professional scientific and technical societies for the
general advancement of chemical engineering and as a means of furthering the development of chemical
engineering.
L’ingegnere chimico analizza, progetta, realizza gestisce processi nei quali si
realizza una modifica dello stato fisico e/o chimico della materia
La caratterizzazione dell’ingegneria chimica risiede nell’oggetto delle sue applicazioni nelle
quali reazioni chimiche e/o processi di scambio tra fasi si presentano secondo modalità
fenomenologicamente diverse e che vengono però affrontate riconducendo la specificità della
situazione a una visione del tutto generale
• Molti i possibili riferimenti ad applicazioni riconducibili all’ingegneria chimica in testi
di epoche anteriori (Bibbia: fermentazione, Biringuccio, Agricola)
• Sviluppo industria chimica nella seconda metà del XIX secolo con sensibile
aumento produzioni a seguito incremento domanda da altri settori produttivi
(Acido solforico, Carbonato di soda a sostegno specifiche produzioni quali vetrerie, industria
tessile, detergenza,…)
• Necessità di competenze specifiche superando empirismo e approcci qualitativi:
rilevante il passaggio di scala e la utilizzazione di processi continui superando le
produzioni discontinue
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
• Nascita e sviluppo dell’ingegneria chimica strettamente connessi all’evoluzione
della industria chimica, a sua volta strettamente collegata alla evoluzione del
settore produttivo. I prodotti dell’industria chimica sono indispensabili per
un’ampia serie di produzioni
Risposte diverse in vari paesi
Germania: chimica + ingegneria meccanica con focus sulle singole tecnologie
Mondo anglosassone (in particolare Stati Uniti):emerge una nuova figura
l’”ingegnere chimico” che con una visione sistemistica che di queste coglie e
sviluppa gli elementi comuni
George E. Davis
Figura poliedrica di tecnico e imprenditore maturò l’idea
di ingegneria Chimica negli anni ’80 del XIX secolo
“Chemical Engineer is a person possessing knowledge of chemistry,
physics and mechanics and who employed that knowledge for the
utilization of chemical reaction on the large scale”
Supera la visione tradizionale legata alle tecnologie per i singoli settori produttivi con particolare
attenzione al ruolo dell’ingegneria e al passaggio di scala.
Problemi ingegneristici organizzati intorno a “basic operations” comuni a molti di essi: “moto dei
fluidi, scambio di calore, estrazione, assorbimento, distillazione,..
1887 – Lezioni a Manchester Technical School (UMIST) pubblicate separatamente in
Chemical Trade Jl
1901 – prima edizione di Handbook of Chemical Engineering,
nel 1904 seconda edizione in due volumi
Significativa l’attenzione alla riduzione di emissioni inquinanti di HCl derivantagli dalla sua attività
di ispettore per l’attuazione dell’ “AlKali Act”
“The aim of all chemical procedures should be the utilisation of everything and the
avoidance of waste. It is often cheaper to prevent waste than to attempt to utilise a
waste product.”
Scarsa diffusione della sua visione in Europa ma diffusione negli Usa.
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
In USA erano già presenti in diverse università programmi definiti come “ingegneria
chimica” anche se con contenuti variabili e legati alla visione essenzialmente chimica.
-1888-90 attivazione a MIT del Course X «Chemical Engineering» (L.M. Norton)
-1908 fondazione A.I.Ch.E.
Essenziale il contributo del MIT alla nascita dell’ingegneria chimica
Diverse figure fondamentali
William Walker (1869–1934), Warren Lewis (1882–1975), e Arthur D. Little
furono le figure di punta che definirono l’ingegneria chimica come una
specifica professione con un proprio metodo di approccio ai problemi e alla
formazione
Attorno a William H.Walker operarono più giovani colleghi Warren K.Lewis e
Mc Adams: tutti con un periodo di formazione in Germania promossero un
approfondimento con attività sperimentale di tesi sui principi dei processi fisici
dell’ingegneria chimica e pubblicarono nel 1923 il testo Principles of
Chemical Engineering i cui contenuti entrano ancora nella preparazione di
base degli ingegneri chimici
Arthur D. Little consulente industriale, imprenditore,
amministratore a MIT nel 1915 usa per la prima volta il
termine “unit operations”
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
Successo dell’impostazione nell’industria chimica e successivamente
• nel settore petrolifero a seguito della eoluzione dei sistemi di raffinazione (anche in questo caso in
sintonia con il passaggio a sistemi continui e progressi nelle operazioni di cracking: cracking
termico continuo dopo WW1 e Fluid Cracking Catalitico negli anni ’30)
• Nell’emergere della petrolchimica
• Ruolo guida in rilevanti progetti strategici USA durante la seconda guerra mondiale ( progetto
Manhattan, produzione SBR)
• Consolidamento della reaction engineering in contiguità con
chimici industriali ma con specificità connesse alla scala (effetti
fluodinamici, di trasporto di energia , di massa)
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
• Aspetti processo: architettura di processo, ottimizzazione del
processo
• Automazione degli impianti: il controllo di processo
• Immediata attenzione alla utilizzazione di strumenti informatici
per la gestione di informazioni chimico-fisiche e adeguamento
degli strumenti di calcolo utilizzati
Importanza della disponibilità di dati specifici per le singole sostanze per poter effettuare la
trattazione quantitativa sulle base di impostazioni di carattere generale
L’approccio basato su una visione locale (microscopica a livello di mezzo
continuo) emerso negli anni ‘50 trova la sua «Bibbia» nel testo Transport
Phenomena proposto nel 1960 da Bird, Stewart, Lightfoot della Università del
Wisconsin
Si basa sul fatto che in tutti casi si ha trasporto di materia e/o di
energia e (in sistemi in fase fluida) di quantità di moto per i quali
possono essere in evidenza meccanismi simili ( trasporto molecolare, trasporto convettivo, trasporto turbolento)
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
• Leggi generali richiedono per la loro applicazione informazioni
sul comportamento di classi di materiali(equazioni costitutive).
• Il conseguente sviluppo delle «Scienze dell’ingegneria chimica»
ne consente la utilizzazione in nuovi ambiti applicativi anche
lontani dall’ originario riferimento alle applicazioni chimiche.
• Si determina una differenziazione, anche se con ampi livelli di
mutua interazione, tra l’attività legata alla professione e l’attività
di ricerca
Bird Stewart Lightfoot
Alla luce dell’evoluzione delle sue aree di intervento è condivisibile una recente definizione
dell’ingegneria chimica:
Chemical Engineering is the field of applied science that employs physical,
chemical and biochemical rate processes for the betterment of humanity(M.M. Denn, Chemical Engineering-an introduction, Cambridge 2012)
Mentre la finalizzazione è o dovrebbe essere comune a tutte le ingegnerie sono i processi
cinetici a costituire l’aspetto caratterizzante dell’ingegneria chimica.
La modellazione matematica dei fenomeni è lo strumento con il quale si trasformano in
forma quantitativa i processi fisici, chimici e biochimici considerati
Nella prima metà del 20° secolo l’ingegneria chimica era prevalentemente finalizzata a
produzioni su grande scala di prodotti chimici.
La capacità di trattare situazioni nelle quali intervengono processi cinetici ha consentito agli
ingegneri chimici di operare in un’ampia varietà di contesti, mantenendo la caratteristica di una
visione di carattere generale dei problemi:
• Settori «tradizionali»: Processi di separazione, Intensificazione dei processi, Sicurezza e
Tutela Ambientale, Ottimizzazione energetica, Dinamica e controllo di apparati e Processi,
Ingegneria dei polimeri, Industria agroalimentare, ……
• Settori «innovativi»: Biotecnologie, Nanotecnologie, Ingegneria Biomedica, Materiali
innovativi, Microfluidica,…
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
Malgrado la forte differenziazione che è talvolta presente fra gli ingegneri chimici di
oggi le radici culturali rimangono comuni……. (G. Marrucci-L’Ingegneria Chimica in Italia- 2011)
L’industria chimica in Italia
La «grande» («grandi volumi di produzione») industria chimica è stata caratterizzata da un percorso tormentato nel
quali fasi di crescita e di crisi sono state fortemente condizionate dall’intervento diretto o indiretto del potere politico.
Attualmente frazionamento societario all’interno di gruppi in prevalenza internazionali.
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
Dall’inizio del secolo alla seconda guerra mondiale
• produzione crescente di prodotti prevalentemente inorganici (fertilizzanti, coloranti, soda, acido solforico,………).
• Tra gli elementi innovativi il processo Fauser- Montecatini (1922) per la produzione di ammoniaca
• Ruolo dominante gruppo Montecatini
Da metà anni ’50
• sviluppo segnato da crescita e trasformazione con passaggio a petrolchimica, aumento potenzialità impianti,
passaggio a processi continui, automazione degli impianti
• Sintesi del polipropilene isotattico (1954- Natta)
• Nuovi attori: ANIC, Edison, Montecatini Edison (1966) (successivamente Montedison dal 1971)
Anni ’80 -’90
Scalata di Montedison da parte di Raul Gardini (1986) e fusione Montedison-ANIC in Enimont (1989) e fallimento
dell’operazione e nascita EniChem, suicidio di Gardini, smagrimento di EniChem con cessione di alcune aree di
attività (fertilizzanti, detergenza, chimica secondaria)
Cessione a Shell della quota Montedison nella joint venture Montell operante nel settore olefine
Attualmente
Presenza di imprese di medie dimensioni ma con solido posizionamento internazionale e con impegno per «Green
Chemistry»: Mapei, Novamont, Versalis , Mossi Ghisolfi, Bio-On, «BASF» (Pontecchio)
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
Ingegneria e Ingegneria Chimica in Italia
• Regie Scuole di ingegneria organizzate su base locale, autonome da università, attivate a Torino (1860), Milano
(1863) Napoli, Palermo, Roma, Padova, Bologna, Genova, Pisa (1863 - 1913)
• 1923 Legge Gentile uniformizza le situazioni
• 1935 legge R.D.L. 20-06-1935, n. 1071 Modifiche ed aggiornamenti al testo unico delle leggi sulla istruzione
superiore trasforma le Scuole in Facoltà di Ingegneria basate su
Biennio comune a facoltà di Scienze…
Triennio Ing. Civile (sottosezioni: edile, trasporti idraulica, mineraria)
Ing. Industriale (sottosezioni: aeronautica, chimica, elettrotecnica, meccanica, navale)
• 1960 riforma Capocaccia con attivazioni di Corsi di laurea autonomi
Ingegneria Chimica:
Sottosezioni di Ingegneria Chimica del Corso di Laurea – o sezione- in Ingegneria Industriale attivate
1901 Politecnico di Milano
1902 Scuola di Ingegneria di Napoli (sezione elettrochimica)
1908 Politecnico Torino
Salvo rare eccezioni formazione prevalentemente da Chimici (applicati e/o industriali)
Con la riforma del 1960 e l’attivazione del corso di laurea autonomo all’interno delle Facoltà si avvia il superamento
della tutela da parte dei Chimici «in qualche caso illuminata, più spesso retriva e strumentale» e una
caratterizzazione della formazione con contenuti tipici della cultura di ingegneria chimica.
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
Professori di Impianti Chimici e di Chimica
Industriale che hanno contribuito alla
formulazione del DPR del 1960
Giulio Natta – Milano
Rolando Rigamonti – Torino
Giovanni B. Bonino – Genova
Ippolito Sorgato – Padova
Mario Baccaredda – Pisa
Luigi Manfredini – Bologna
Eugenio Mariani – Roma
Giovanni Malquori - Napoli
Significativa modifica del curriculum in Ingegneria
Chimica in molte sedi sulla base di esperienze
internazionali realizzate a seguito di periodo di
formazione all’estero, già negli anni’50, di alcuni
pionieri e di iniziative di sprovincializzazione quali la
scuola estiva sui Fenomeni di Trasporto organizzata a
Varese dall’Accademia dei Lincei
I «primissimi» professori
Bologna: Franco P. Foraboschi, Ugo Lelli
Genova: Carlo Trevissoi, Giuseppe Ferraiolo
Napoli: Leopoldo Massimilla, Gianni Astarita
Milano: Mario Dente, Italo Pasquon, Sergio Carrà
Padova: Alberto Paratella, Gian Berto Guarise
Palermo: Raffaele Ercoli
Pisa: Gianfranco Nencetti
Roma: Alessandro Giona, Enzo Sebastiani
Torino: Agostino Gianetto,Ugo Fasoli
Da G. Russo,»L’ingegneria Chimica in Italia»«La didattica
dell’ingegneria Chimica» Giornata di studio, Bologna, 4 luglio 2013
Alcuni esempi di innovazione nella didattica
Introduzione di nuovi insegnamenti
Princìpi di Ingegneria Chimica..ha lo scopo di fornire agli
allievi i mezzi per lo studio quantitativo dei fenomeni per lo più fisici,
sia su scala macroscopica che microscopica che avvengono nelle
apparecchiature chimiche
Teoria e Sviluppo dei Processi Chimici: …tratta della
programmazioine della ricerca e soprattutto della ricerca su scala
pilota, della teoria dei modelli dell’utilizzazione dei dati forniti
dall’impianto pilota per la progettazione dell’impianto industriale e
della ricerca delle condizioni optimum di funzionamento degli
impianti industrialiNuova finalizzazione di insegnamenti esistenti
Chimica Industriale: superamento della visione puramente
descrittiva dei processi dell’industria chimica e [gli insegnamenti]
assumono pertanto un carattere altamente formativo più che
informativo
da L. Massimilla «L’evoluzione dell’insegnamento dell’Ingegneria Chimica a livello
universitario» relazione al II convegno dei Chimici d’Italia- Milano –ottobre 1962
come citato da G.Russo-Bologna 2013
La riforma del 1960
GRICU: comunità Ingegneri Chimici Universitari
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
L’ingegneria chimica a Bologna nasce per rispondere alle necessità della crescita dell’industria chimica
italiana alla fine degli anni ‘30
“…….in ordine alle esigenze autarchiche sono state istituire due nuove sezioni di
Ingegneria, quella Chimica nel 1939-40 e quella mineraria nel 1940-41…”
(da relazione annuale del Rettore prof. A. Ghigi in annuario dell’anno accademico 1941-41-XX, VI dell’Impero)
Il Consiglio di Facoltà di Ingegneria nella seduta del 28.11.1940 riconosceva:
“..necessario provvedere in modo adeguato all’insegnamento di Impianti industriali
Chimici materia obbligatoria per la sezione di Ingegneria Chimica e di molto interesse
per la Sezione Mineraria e per la Sezione Industriale;.
destinando alla disciplina un posto di professore di ruolo e chiamando a coprirlo
l’ing. Luigi Manfredini al quale veniva anche affidata la direzione dell’Istituto distinto
da quello di Chimica Applicata (l’Istituto Impianti Industriali Chimici non è
semplicemente monocattedra, ma «ad personam»)
Bologna unica sede fino alla riforma del 1960 ad avere l’ingegneria chimica come
sezione indipendente anziché come sottosezione dell’Ingegneria Industriale
Il prof. Manfredini è l’unico ordinario di Impianti Chimici fino alla metà degli anni ’50.
Primo laureato in Ingegneria Chimica Oddo Pierfederici che nell’a.a. 1941-42 discusse la
tesi “fabbricazione di prodotti azotati da ligniti nazionali”
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
Organizzazione Didattica
Dal 1960 Corso di laurea in Ingegneria Chimica
Dal 2001/02 attivazione percorso su due livelli
Laurea ing. Chimica (L) dal 2008/09 Ingegneria Chimica e Biochimica
Laurea ing. Chimica e di processo (LS e poi LM)
Attivazione del dottorato in Ingegneria Chimica in consorzio con altre sedi per oltre un decennio,
successivamente su base locale e attualmente all’interno del dottorato del Dipartimento di afferenza
Partecipazione attiva in fase sia di promozione sia di gestione di
percorsi formativi Internazionali e con rilascio del titolo congiunto con sedi straniere
percorsi formativi «post lauream» in collaborazione con società di ingegneria industriale
Collaborazione didattica con altri corsi di studio
attivazione del primo insegnamento di Facoltà su temi di protezione ambientale
Manifesto studi
Programma sempre da annuario 1941-42: operazioni unitarie servizi di fabbrica, criteri economici di progettazione e gestione
degli impianti, criteri di organizzazione del lavoro, protezione del lavoro e igiene
Fino ai primi anni ’60 prevalente formazione erogata da Chimici Applicati e
Organici.
Con i nuovi ordinamenti post 1960 introduzione insegnamento di PIC
1968 - Cattedre PIC e Impianti Chimici
1969 - spostamento baricentro formazione su impostazione Ing. Chimica e
continuo aggiornamento dei piani di studio
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Organizzazione
1941- Istituto Impianti Industriali Chimici
1960 - Istituto Impianti Chimici
1988 - Dipartimento Ingegneria Chimica e di Processo DICP
1995 - Dipartimento di Ingegneria chimica, Mineraria e delle tecnologie ambientali – DICMA
(dal 2008 nella nuove sede di via Terracini)
2012 - Dipartimento Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali - DICAM
Principali settori di ricerca sviluppati nell’ambito della Ingegneria Chimica a Bologna
(Settori con ampi collegamenti e riconoscimenti a livello internazionale)
Diffusione in polimeri
Processi di separazione (in particolare a membrana)
Miscelazione e fluidodinamica multifase
Fotocatalisi e processi di intensificazione collegati
Analisi di rischio di incidenti rilevanti
Sicurezza negli impianti industriali
Analisi di sostenibilità in fase progettuale
Bonifica di terreni inquinati
…..
L'Ingegneria chimica a Bologna e...non solo
Personaggi dell’ing. Chimica Bolognese:
I precursori: prof. L. Manfredini; (prof. G.B. Bonino)
Prima generazione: Prof. F.P. Foraboschi; Prof. U. Lelli, prof. Carlo Trevissoi, prof.A.Gatta
Hanno operato nell’ambito dell’ing. Chimica nella fase iniziale del loro percorso accademico sviluppatosi poi nel
settore della Fisica Tecnica diversi colleghi: Cocchi, Di Federico, Salvigni, Vaccari.
Seconda generazione: Magelli, Gostoli, Santarelli, Sarti, Spadoni, Stramigioli, Pasquali
Nuova generazione: Cozzani, Doghieri, Paglianti, Montante, Camera Roda, Bandini, De Angelis,
Giacinti, Salzano, Tugnoli, Nocentini, Boi, Antonioni, Bonvicini, Minelli, Frascari, Casson Moreno
Futura generazione: allievi in formazione nei corsi di dottorato e nei corsi di studio