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LO SVILUPPO
DELL’INDIVIDUO
Gaia Londero
LO SVILUPPO
DELL’INDIVIDUO– processo frutto della costante relazione tra l’organismo e l’ambiente che lo
circonda
Fondamentali:
– capacità di adattarsi all’ambiente
– capacità di stabilire relazioni con le persone di tale ambiente
costituiscono la base delle funzioni psicologiche e cognitive del bambino.
Fattori principali: guida dei genitori, esperienze, condizioni
economiche/sociali/culturali.
CONTESTO
MODELLI TEORICI
– l’ambiente psicologico di Lewin
= ambiente percepito dall’individuo sulla base delle sue specifiche caratteristiche
– l’interazione con l’ambiente e lo sviluppo cognitivo di Piaget
= processo attivo composto da assimilazione ed accomodamento
– il ruolo generativo delle interazioni con gli altri di Vygotskij
= le capacità del bambino derivano dalle interazioni con i superiori; ciò permette di
assimilare diversi comportamenti
– la teoria ecologica di Brofenbrenner
TEORIA ECOLOGICA DI
BROFENBRENNER
= l’ambiente viene rappresentato con cerchi concentrici al cui centro troviamo il
bambino con le sue caratteristiche
Dal più vicino, al più lontano:
– microsistema: famiglia, scuola e coetanei – interazioni quotidiane
– mesosistema: interazione tra microsistemi – scambi positivi e negativi
– esosistema: struttura di cui il bambino non ha esperienza diretta
– macrosistema: valori, ideologie e caratteristiche del contesto sociale
– cronosistema: dimensione temporale e storica
I CONTESTI
Nicolò Ballistreri
CONTESTO
– Insieme di:
- Aspetti fisici
- Aspetti sociali
- Aspetti culturali
- Aspetti storici
- Aspetti economici
- Interagiscono tra di loro;
- Sono organizzati in maniera gerarchica;
- Influenzano tutti lo sviluppo del bambino;
- Ogni bambino reagisce in maniera diversa alle
influenze;
I CONTESTI COME SISTEMI
COMPLESSI
I contesti sono sistemi complessi, composti da vari elementi interdipendenti tra di
loro;
Influenze reciproche possono essere:
- Dirette
- Indirette
Tendono all’equilibrio interno, rimanendo dinamici.
SVILUPPO E APPRENDIMENTO
ALL’INTERNO DEI CONTESTI
Elemento fondamentale è la socializzazione, strumento attraverso il quale
norme, valori e consuetudini sono trasmesse al bambino.
Socializzazione: processo che ha come scopo l’acquisizione di capacità sociali,
emotive e cognitive al fine di diventare un membro integrato e competente
della società
METODI DI INSEGNAMENTO
ALL’EDUCAZIONE
Avviata dalla figura educante in 3 modi:
- Insegnamento esplicito
- Modello comportamentale (insegnamento implicito)
- Organizzazione e selezione delle attività
SOCIALIZZAZIONE EMOTIVA
Nonostante le emozioni abbiano una base biologia, la loro manifestazione e
comprensione varia in base alla cultura.
Si sviluppa sia in base alle osservazione diretta degli altri, sia in base al feedback
che si riceve dopo averle manifestate.
SOCIALIZZAZIONE
COGNITIVA
Le capacità cognitive di un individuo si svilippano anche in base alla relazione
con gli altri, specialmente le figure educanti.
Es. imparare come si legge, cos’è un libro, a cosa serve, cosa sono le lettere,
etc.etc.
ATTIVITÀ CONGIUNTE
Attività svolte insieme a membri del contesto più competenti, che non hanno
necessariamente obiettivi educativi, ma portano comunque a uno sviluppo del
bambino.
PARTECIPAZIONE GUIDATA
I bambini partecipano insieme alla figura educante a determinate attività,partendo da una base semplice e sviluppando sempre di più il compito.(concetto di scaffolding)
LA FAMIGLIA
Alice Altin
– Micro-sistema che influenza il bambino.
– Contesto più importante per lo sviluppo del bambino.
– Esistono diverse tipologie di famiglia.
– Sono in continua trasformazione per effetto di fattori sociali, culturali ed
economici.
– Ognuna di queste è caratterizzata dall’interazione reciproca dei membri.
– Tale interazione porta all'equilibrio del micro-sistema.
FAMIGLIA
– Caratteristiche dei singoli membri;
– Supporto sociale;
– Fattori di tipo sociale.
Inoltre vi sono vari fattori hanno effetti sulle dinamiche familiari:
Lo stato di equilibrio viene mutato nel caso si verifichino deicambiamenti. Alcuni di questi, propri della famiglia, caratterizzano il ciclo della vita, formato dal continuo susseguirsi di specifici periodi.
Altri cambiamenti possono riguardare:
1. I singoli membri,
2. Le loro relazioni,
3. La struttura familiare.
Caratteristiche Famiglie metà novecento Famiglie attuali
Struttura familiare Mononucleare Mononucleare e plurinucleare
Status coppia SposataSposata, convivente, divorziata, risposata
Orientamento sessuale coppia Eterosessuale Eterosessuale, omosessuale, bisessuale
Struttura genitorialità BigenitorialeBigenitoriale, monogenitoriale, plurigenitoriale, no genitori
Fondazione genitorialità BiologicaBiologica, tecnologicamente assistita, adozione, acquisita
Residenza membri CoabitazioneCoabitazione, no coabitazione, coabitazione part-time
Reddito familiare Monoreddito maschileMonoreddito maschile , “”femminile, doppio reddito
Composizione etnica Monoetnica autoctona e multiculturale
Monoetnica autoctona, “” non autoctona, multietnica, multiculturale e multireligiosa
– Ruolo determinante per lo sviluppo dei bambini.
– Alla figura genitoriale si affiancano altre figure che influenzano la crescita
del bambino.
– Vi è una predisposizione innata nel saper accudire i figli, ma è anche
possibile imparare a farlo.
– I comportamenti genitoriali possono essere modificati tramite interventi
mirati.
GENITORI
– Garantire la sopravvivenza
– Autonomia economica
– Sostenere nell’autorelaizzazione
Oltre a queste esistono aspetti propri di una determinata cultura o grupposociale:
a. Individulastico;
b. Collettivistico.
TRE FUNZIONI FONDAMENTALI DI LEVINE
I GENITORIStili genitoriali e come questi
influenzano lo sviluppo del
bambino
Julia Renee’ Johnson
GLI STILI
– Gli stili genitoriali che oggi vedremo insieme sono 4.
– E’ importante conoscere la propria modalità educativa e di
comportamento, per orientare l’azione educativa e andare a modificare o
potenziare un certo comportamento nell’educazione dei propri figli.
COSA SONO GLI STILI
GENITORIALI?
– Sono tutte quelle modalità educative che ognuno di noi utilizza
nell’educazione e nella comunicazione con i propri figli
– Tali modalità possono influire, positivamente o negativamente
COME SI
DIFFERENZI
ANO?
Lungo 2 dimensioni:
1. All’accettazione e al
supporto dato al figlio
2. Controllo e richieste che
gli si pongono
QUALI SONO?
– STILE PERMISSIVO
– STILE AUTORITARIO
– STILE TRASCURANTE
– STILE AUTOREVOLE
STILE PERMISSIVO
– basse aspettative nei confronti del figlio
– aperto al dialogo e affettuoso
– soddisfa le richieste e i bisogni del bambino
– Non fornisce un sistema di regole adatte all’età e all’esigenza del figlio
Di conseguenza:
– bambino crescere senza aver interiorizzato un sistema di regole
– età prescolare presentano scarso controllo degli impulsi
– demotivati ed egocentrici
– 8-9 anni —> registrano minori competenze sia a livello sociale che cognitivo
STILE
AUTORITARIO
– Aspettative molto elevate
– Non è in grado di ascoltare i bisogni del figlio
– Regole molto rigide
– Punizioni di tipo fisico e verbale
– Non fornisce consigli e feedback positivi per la crescita
Di conseguenza:
– Bassa autostima, autonomia e indipendenza
– Forte difficoltà nel socializzare e relazionarsi
STILE
TRASCURANTE
– Scarsa reattività nei confronti dei bisogni del figlio
– Indifferente, sprezzante e negligente alle sue richieste
Di conseguenza:
– Scarso rendimento sia a scuola che in altre situazioni
– Non mantengono comportamenti appropriati
– Difficoltà cognitive, emotive e relazionali
STILE AUTOREVOLE
– Modello più adeguato
– Sistema di regole positivo
– Atteggiamento assertivo, non invadente
– Non c’è imposizione
– Condivisione e comunicazione
Di conseguenza:
– Attivi, socialmente estroversi e competenti
– 8-9 socievoli e sicuramente responsivi
LA SCUOLA
Leonardo Dreossi
LA SCUOLA
– 3.1 caratteristiche e funzioni
3.2 la classe
CARATTERISTICHE E
FUNZIONI
1. Risorse materiali
1. Strutture
2. Oggetti
3. Il mobilio
2. Risorse umane
1. Le persone coinvolte nell’educazione
3. Risorse simboliche
1. La scrittura
2. La numerazione
3. Linguaggio
4. computer
RUOLO DELLO STATO IN
ITALIA
Il ruolo dello stato in italia:
Organizzazione del sistema educativo
1. Riconoscimento dei nidi come servizi di cura e educazione (2017)
2. Politica di inclusione (fine anni 70):
1. Abbandono classi diferenziate
2. Insegnanti di sostegno
IL NIDO E LA SCUOLA
3 aspetti distintivi tra nido e scuola
1. Ambiente fisico:
a. Tipologia degli spazi
b. Attrezzature
c. Materiali per attività e gioco
2. Orientamento pedagogico:
a. Metodologie
b. Attività organizzate da insegnanti e educatori
3. Clima sociale:
a. Qualità e caratteristiche delle relazioni
LA CLASSEObiettivo = formare culturalmente e personalmente gli alunni
2 tipi di relazione individuati da Hartup (1989):
1. Verticale:
a. Tra alunni e insegnanti/adulti
b. Differenza di conoscenza e potere sociale
c. Natura complementare:
I. insegnanti devono agevolare l'acquisizione di conoscenze e abilità.
2. orizzontale:
a. Tra alunni
b. Stesso livello di potere sociale e conoscenza
c. I ruoli possono essere invertiti (come nel caso del gioco)
I. Sviluppo competenze sociali
L’APPROCCIO DIDATTICO
Due tipi di approccio didattico:
1. Incentrato sull’insegnante
a. Controllo attività
b. Ruolo passivo degli studenti nel confronto dell’apprendimento
c. Obiettivi prefissati e non negoziabili
d. Intelligenza considerata come ’fissa’ o da trasmettere a chi non ce l’ha ancora
Lezione frontale
2. Incentrato sul bambino
a. Fondato su teorie di Piajet e Vigotskij
b. Ruolo attivo degli studenti
c. Possono discutere e negoziare le attività e la loro gestione
d. L'intelligenza è concepita come incrementale e la conoscenza sviluppata collettivamente
Quindi è importante in questo contesto considerare e bilanciare a seconda
dell'obiettivo i metodi e gli approcci, al fine di attivare nella miglior maniera i
processi di apprendimento e sviluppo degli studenti.
LA
RELAZIONE
INSEGNANTE-
BAMBINO E
GLI EFFETTI
DI NIDO E
SCUOLA
Iva Skoko
DOMANDE– È importante il rapporto tra insegnante e bambino? Perché?
– Esso influisce sulla prestazione scolastica e sulla futura carriera del bambino?
– Influisce sullo sviluppo emotivo e sociale del bambino?
– Che tipo di approccio dovrebbe adottare un insegnante ideale? Quale invece
dovrebbe evitare?
– È bene mandare i figli all’asilo nido? Promuove il loro sviluppo?
– Quali sono gli effetti della scuola sull’individuo, sulla popolazione e sulla
società?
COSTRUZIONE DI UNA
BUONA RELAZIONE
– Stabilità degli scambi nei diversi momenti della giornata
– Supporto e sicurezza emotiva quando è presente un alto livello di vicinanza e
bassa conflittualità
– Insegnante deve avere una buona competenza sociale
– Promozione della motivazione, cooperazione tra gli alunni e comportamenti
prosociali
STUDIO DI LEWIN, LIPPITT E
WHITE (1939)
– Tre diversi stili educativi:
– Leadership autoritaria: i bambini lavorano bene solo sotto sorveglianza, da
soli tendono a bloccarsi e tra loro dimostrano comportamenti aggressivi e
litigiosi.
– Leadership democratica: Gli alunni lavorano bene e in autonomia,
dimostrano collaborazione e poca aggressività.
– Leadership permissiva: i bambini sono poco produttivi, disorganizzati e
litigiosi
ALTRI STUDI
– Molinari, Speltini e Passini (2013): descrizione da parte dei ragazzi di tre
tipologie di relazione con l’insegnate, che può essere cooperativo, oppositivo o
sottomesso
– Gli alunni che descrivono le relazioni con i propri insegnati positivamente
sviluppano un atteggiamento propositivo verso la scuola, manifestano un
minor numero di problemi di comportamento e hanno un migliore rendimento
scolastico.
GLI EFFETTI DELLA
FREQUENZA DEL NIDO
– Dipendono dallo specifico aspetto dello sviluppo e della popolazione che si
considera.
– Limitati e minori rispetto agli effetti della famiglia e della condizione
socioculturale.
– Legati alla qualità della struttura
– Attaccamento
EFFETTI DELLA SCUOLA
– Sul livello socioeconomico
– Sul matrimonio
– Sulla salute e l’aspettativa di vita
– Sul quoziente di intelligenza e su alcuni processi cognitivi
– Acquisizione di molti contenuti disciplinari
STRUMENTI PER VALUTARE
– Sistema di monitoraggio delle strutture di educative, dei processi e degli
esiti. (SVANI e AVSI)
– Prove invalsi
– Voti scolastici