Upload
orlanda-puddu
View
219
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Lo sviluppo sostenibile: percorsi per la politica e le realtà
produttive
Formazione all’impegno sociale e politicoDiocesi di Padova - PSL
Padova, 8 – 22 novembre 2008
Matteo MasciaFondazione Lanza - Padova
Prima parte
Un quadro orientativo: DSC, ambiente e sostenibilità
mmascia 8-22/11/2008 3
Dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa
(460) L’uomo non deve “disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma ed una destinazione anteriore datale da Dio, che l’uomo può si sviluppare, ma non deve tradire”. Quando si comporta in questo modo, “invece di di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui”.
(466) La tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo.
mmascia 8-22/11/2008 4
Dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa
(470) la programmazione dello sviluppo economico deve considerare attentamente “la necessità di rispettare l’integrità e i ritmi della natura”, poiché le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili.
(482) Il principio della destinazione universale dei beni offre un fondamentale orientamento, morale e culturale, per sciogliere il complesso e drammatico nodo che lega insieme crisi ambientale e povertà.
(486) I gravi problemi ecologici richiedono un effettivo cambiamento di mentalità che induca ad adottare nuovi stili di vita “nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti.
mmascia 8-22/11/2008 5
Sviluppo sostenibile (1)
Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (1987):
Definizione di SS: "uno sviluppo che soddisfa i bisogni del
presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni"
mmascia 8-22/11/2008 6
Sviluppo sostenibile (2)3 concetti guida: la centralità della persona umana che è il fine dello
sviluppo sostenibile e la qualità dell'ambiente è considerata il presupposto per un effettivo miglioramento della qualità della vita
l'equità, posta sia a livello intragenerazionale per il soddisfacimento dei bisogni essenziali dei 3/4 della popolazione mondiale, sia su scala intergenerazionale, per garantire alle future generazioni la possibilità di soddisfare i propri bisogni.
l'ampliamento dell'orizzonte temporale è indispensabile alle politiche di sviluppo che non possono più soffermarsi solo sul breve e medio periodo, ma devono riguardare il lungo periodo;
mmascia 8-22/11/2008 7
Sviluppo sostenibile (3)
2 ulteriori aspetti chiave: riconoscere e rispettare i limiti della natura,
cioè che il pianeta terra è un sistema finitogarantire le condizioni che hanno consentito
e che consentono alla vita di svilupparsi nel tempo, controllando gli effetti negativi delle attività umane sulla natura (aria, acqua, suolo, biodiversità) minacciata da un uso sopradimensionato rispetto alla capacità di rinnovo/rigenerazione della stessa
mmascia 8-22/11/2008 8
Sviluppo sostenibile (4)
Obiettivi: lotta alla povertà con il vincolo della
sostenibilità ambientale tutela della dignità della persona perseguimento del bene comune conservare e sviluppare il capitale naturale modifica dei modi di produzione e di consumo
crescita economica da redistribuire equamente in modo sostenibile
mmascia 8-22/11/2008 9
Dalla protezione dell’ambiente alla promozione dello sviluppo
sostenibile Non più solo problema di inquinamento e
sfruttamento delle risorse ambientali, ma questione che coinvolge, seppure in misura diversa e differenziata, tutte le dimensioni della vita delle persone e della società: strette interconnessioni tra la questione ambientale e sociale, tra diritti umani, sviluppo, povertà e protezione dell'ambiente
Non più solo fenomeno locale ma problema globale: cambiamento climatico; inquinamento degli oceani e dei mari; perdita di biodiversità…
mmascia 8-22/11/2008 10
Una nuova responsabilità sociale e ambientale
Il tema della sostenibilità impone di ricercare nuovi modi di pensare il mondo e nuovi modi di stare nel mondo il nostro rapporto con la natura: valore
strumentale v. valore intrinseco il nostro rapporto con l’altro, con il diverso da me:
giustizia intragenerazionale e intergenerazionale il nostro rapporto con l’economia, con la
tecnologia, con i beni Richiede progressiva presa di coscienza della
nuova responsabilità ambientale e sociale a cui tutti siamo chiamati
Seconda parte
Politiche e strumenti per lo sviluppo sostenibile a livello urbano
mmascia 8-22/11/2008 12
Per una società “capace di futuro”
una comunità che è in grado di progettare il proprio futuro in modo da prevedere, anticipare, innovare, costruire e praticare concretamente modalità diverse di sviluppo secondo la triplice accezione della sostenibilità: economica, come capacità di garantire redditi,
profitto e lavoro; sociale, come capacità di promuovere il rispetto dei
diritti fondamentali della persona e una migliore giustizia sociale;
ambientale, come capacità di mantenere la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali, di arricchire e valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale.
mmascia 8-22/11/2008 13
Agire in modo integrato
Promuovere lo sviluppo sostenibile richiede di innescare un processo virtuoso in grado di operare in modo integrato, su più livelli di governo (internazionale, continentale, nazionale, regionale-locale), su più piani (economico, sociale, ambientale, culturale), su diversi attori (istituzioni, imprese, cittadini). Sarà così possibile procedere nella direzione della modifica del sistema economico e sociale oggi prevalente attraverso il coordinamento tra azioni locali e globali e il coinvolgimento dei soggetti attivi della comunità.
mmascia 8-22/11/2008 14
Politica per uno sviluppo sostenibile
Settori prioritari d’azione: gestione durevole delle risorse naturali; integrazione delle iniziative assunte per
contrastare l’inquinamento e per la gestione dei rifiuti;
riduzione del consumo di energia, proveniente da risorse non rinnovabili;
più efficace gestione della mobilità; migliorare la qualità dell’ambiente urbano; interventi più incisivi in materia sanitaria e per
la sicurezza.
mmascia 8-22/11/2008 15
Politica per uno sviluppo sostenibile
Obiettivi: Riconciliare e integrare ambiente e sviluppo Modificare i modi di produzione e gli stili di vita per
renderli sostenibili nel lungo periodo Coinvolgere tutti i soggetti attivi della società nelle
azioni di salvaguardia e ripristino dell’ambiente Ampliare gli strumenti per l’attuazione di una
politica ambientale
Si rivolge a tutti i settori produttivi (industria, energia, trasporti, agricoltura, turismo)
La città rappresenta il luogo
in cui vive la maggior parte
delle persone:80% popolazione UE50% su scala globale
Sono le città/comunità locali che si trovano concretamente a gestire i processi di interdipendenza e globalizzazione in ambito:
ambientale (rifiuti, aria, mobilità,…)sociale (immigrazione, anziani, salute, …)economico (lavoro, infrastrutture, servizi,…)
mmascia 8-22/11/2008 17
La Campagna europea delle città sostenibili
Dopo Rio alcune città europee hanno promosso, con il supporto dell’Unione europea e di alcuni coordinamenti di enti locali hanno promosso la Campagna europea delle città sostenibili
le Conferenze delle città sostenibili: Aalborg (Danimarca) nel 1994
Lisbona
Lisbona (Portogallo) nel 1996
Hannover (Germania) nel 2000
Aalborg + 10 nel 2004
Dalle 80 autorità locali del 1994 si è passati oggi a 2.500.
web:www.sustainable-cities.org
mmascia 8-22/11/2008 18
Le città/comunità locali sono consapevoli
limiti delle risorse naturali e del crescente inquinamento
esigenza di giustizia intragenerazionale (Nord/Sud) e intergenerazionale (future generazioni)
ruolo fondamentale per stimolare e promuovere nuovi stili di vita (produzione e consumo)
dimensione ideale per la ricerca di soluzioni partecipate
mmascia 8-22/11/2008 19
Politiche per la sostenibilità urbana
RISORSE NATURALI COMUNI ridurre il consumo di energia primaria e
incrementare la quota delle energie rinnovabili e pulite.
migliorare la qualità dell’acqua e utilizzarla in modo più efficiente.
promuovere e incrementare la biodiversità, mantenendo al meglio ed estendendo riserve naturali e spazi verdi.
migliorare la qualità del suolo, preservare i terreni ecologicamente produttivi e promuovere l’agricoltura e la forestazione sostenibile.
migliorare la qualità dell’aria.
mmascia 8-22/11/2008 20
Politiche per la sostenibilità urbana
CONSUMO RESPONSABILE E STILI DI VITA prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e
incrementare il riuso e il riciclaggio. gestire e trattare i rifiuti secondo le migliori
prassi standard. evitare i consumi superflui e migliorare
l’efficienza energetica. ricorrere a procedure di appalto sostenibili. promuovere attivamente una produzione e un
consumo sostenibili, con particolare riferimento a prodotti eco-certificati e del commercio equo e solidale.
mmascia 8-22/11/2008 21
Politiche per la sostenibilità urbana
PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE URBANA rivitalizzare e riqualificare aree abbandonate o
svantaggiate, prevenire una espansione urbana incontrollata, dare precedenza alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
assicurare una miscela di destinazioni d’uso, con un buon equilibrio di uffici, abitazioni e servizi, dando priorità all’uso residenziale nei centri città.
garantire una adeguata tutela, restauro e uso/riuso del nostro patrimonio culturale urbano.
applicare i principi per una progettazione e una costruzione sostenibili, promuovendo progetti architettonici e tecnologie edilizie di alta qualità.
mmascia 8-22/11/2008 22
Politiche per la sostenibilità urbana
MIGLIORE MOBILITA’, MENO TRAFFICO ridurre la necessità del trasporto motorizzato
privato e promuovere alternative valide e accessibili.
incrementare la quota di spostamenti effettuati tramite i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta.
promuovere il passaggio a veicoli con basse emissioni di scarico.
sviluppare un piano di mobilità urbana integrato e sostenibile.
ridurre l’impatto del trasporto sull’ambiente e la salute pubblica.
mmascia 8-22/11/2008 23
Strumenti per lo sviluppo sostenibile
la valutazione ambientale strategica
la contabilità e gli indicatori ambientali
il green public procurementl’Agenda 21 Locale
mmascia 8-22/11/2008 24
La valutazione ambientale strategica
La VAS è un processo volto a valutare le conseguenze ambientali di piani e programmi sia nell’elaborazione che nella attuazione
Richiede la realizzazione di un Rapporto Ambientale
Richiede un’ampia consultazione del pubblico
mmascia 8-22/11/2008 25
La contabilità ambientale
Mettere la natura nel conto conoscere i limiti naturali che lo sviluppo
sostenibile ci impone di rispettare; sapere quante risorse naturali stiamo consumando
e quante ne potremo consumare in futuro; attribuire al patrimonio naturale un valore
adeguato per la sua preservazione; conoscere le pressioni che determinano gli impatti
sull’ambiente; informare il pubblico per coinvolgerlo nel processo
decisionale.
mmascia 8-22/11/2008 26
Gli indicatori di sostenibilità
indicatore è qualcosa che aiuta a capire dove siamo, in che direzione andiamo e quanto lontano siamo da dove vogliamo arrivare: descrivere, informare, comunicare. Nel campo della sostenibilità gli indicatori sono necessari per saldare la conoscenza con la scelta politica.
Impronta ecologica:superficie di territorio necessaria per sostenere una comunità e mantenere il suo standard di vita e di consumi;
Zaino ecologico: è il peso dei materiali che abbiamo prelevato dalla natura per realizzare un prodotto o un servizio, meno il peso del prodotto stesso
mmascia 8-22/11/2008 27
Zaino ecologico
1 litro di aranciata, in base al Paese da cui proviene, può avere fino a 100 kg di materiali nascosti;
un giornale quotidiano, del peso di soli 500 g, ha uno zaino di 10 kg;
la costruzione di un'automobile produce 15 tonnellate di detriti solidi, senza contare l'acqua utilizzata; una marmitta catalitica, se il platino in essa presente non è riciclato, pesa più di 2,5 tonnellate;
un anello d'oro di circa 10 grammi, necessita di 3,5 tonnellate di materiale minerale
mmascia 8-22/11/2008 28
Il Green Public Procurement
GPP significa orientare gli acquisti della PA verso prodotti compatibili con l’ambiente
Acquistare verde significa scegliere un determinato prodotto o servizio anche sulla base degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo ciclo di vita, ovvero durante tutte le fasi del processo produttivo, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento dei rifiuti.
GPP agisce sia da lato della domanda (PA come consumatore) sia dal lato dell’offerta stimolando il miglioramento dei processi produttivi
mmascia 8-22/11/2008 29
Cos’è l’Agenda 21 locale
E’ un processo multisettoriale rivolto a definire ed attuare, ricercando il consenso e la partecipazione dei cittadini, un piano d’azione strategico di lungo periodo per realizzare lo sviluppo sostenibile a livello locale.
mmascia 8-22/11/2008 30
Agenda 21 locale: strumento di governance a livello urbano
approccio di tipo sistemico e interdisciplinare nei confronti dell’analisi dei problemi, nella definizione delle risposte politiche che devono essere il più possibili intersettoriali ed integrate.
stimola e promuove forme di cittadinanza attiva da parte dei diversi attori di una comunità locale traducendo in concreto i principi di sussidiarietà, responsabilità, partecipazione.
mmascia 8-22/11/2008 31
Agenda 21 locale: aspetti qualificanti
la costituzione di un forum civico che coinvolga tutti i soggetti attivi di una comunità e che ha il compito di orientare il processo di elaborazione dell’Agenda 21 e di monitorarne la sua applicazione
l’attivazione di azioni di consultazione del pubblico in modo da individuare i bisogni, i potenziali conflitti tra interessi diversi, le risorse che ognuno può mettere a disposizione
mmascia 8-22/11/2008 32
Agenda 21 locale: aspetti qualificanti (2)
la predisposizione di un Rapporto sullo stato dell’ambiente urbano che consente di identificare le principali criticità ambientali, ma anche economiche e sociali
la definizione degli obiettivi di breve, medio e lungo periodo, la scansione dei tempi per la loro realizzazione, il ruolo e le azioni che i diversi attori coinvolti si impegnano a svolgere, in altre parole il Piano d’azione locale
la predisposizione di momenti di verifica e di informazione sull’attuazione dell’Agenda 21
Parte terza
Sviluppo sostenibile e responsabilità sociale d’impresa
mmascia 8-22/11/2008 34
Dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa
(470) la programmazione dello sviluppo economico deve considerare attentamente “la necessità di rispettare l’integrità e i ritmi della natura”, poiché le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili (Sollecitudo reis socialis).
Un’economia rispettosa dell’ambiente non perseguirà unicamente l’obiettivo della massimizzazione del profitto, perché la protezione ambientale non può essere assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e benefici. L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi di mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente (Centesimus annus).
mmascia 8-22/11/2008 35
Che cos’è la RSI
Con RSI si intende l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate
Non si tratta di soddisfare gli obblighi giuridici (leggi), ma di andare oltre investendo di più nel capitale umano e nell’ambiente
mmascia 8-22/11/2008 36
Che cos’è la RSI (2)
Decisione da parte di agenti economici (cittadini o imprese) di tenere conto nelle proprie scelte non soltanto dell’interesse personale immediato (es. massimizzazione profitto per le imprese, massimizzazione delle preferenze individuali per i cittadini) inserendo tra i propri obiettivi quelli del benessere della collettività (Becchetti 2004)
mmascia 8-22/11/2008 37
Che cos’è la RSI (3)
Modificare l’idea stessa di fare impresa attraverso nuove modalità di partecipazione, progettazione, concertazione basate sulla fiducia
tutelare tutti gli stakeholders e non solo l’azionista di maggioranza
vicinanza con il territoriotrasparenza, onestà, rispetto delle regole,
responsabilità
mmascia 8-22/11/2008 38
Che cos’è non è la RSI
Un meccanismo di immagineUn modo per fare
beneficenza/filantropiaLa semplice osservanza delle leggi
mmascia 8-22/11/2008 39
L’azione delle OIG per la RSI
Global Compact delle Nazioni Unite (2000)Dichiarazione tripartita dell’OIL sulle
imprese multinazionali e la politica sociale (1997/2000)
Principi direttivi dell’OCSE destinati alle imprese multinazionali (2000)
Libro Verde UE sulla RSI (2001)Norme ONU sulla responsabilità delle
società multinazionali e di altre imprese in relazione ai diritti umani (2003)
mmascia 8-22/11/2008 40
Le implicazioni della parola responsabilità
Responsabilità implica la tensione a soddisfare le legittime attese, economiche e non economiche, di tutti gli stakeholder (interni ed esterni)
Responsabilità implica la presenza di spazi di discrezionalità nel perseguire i fini istituzionali, cioè l'esistenza di gradi di libertà nel decidere ambiti e modalità di azione
Responsabilità implica la volontà di rispondere, cioè di: rendere conto dei propri comportamenti e risultati, stabilire un dialogo costruttivo, improntato alla
reciproca fiducia, con gli stakeholder.
mmascia 8-22/11/2008 41
RSI come strategia
La RSI si esplicita in un insieme di strategie che accrescono il valore economico dell’impresa, rispettando l’ambiente e gli aspetti etico-sociali (a livello globale e locale) tenendo in considerazione le aspettative legittime degli stakeholders
mmascia 8-22/11/2008 42
RSI e libertà economica
Nella prospettiva della RSI la libertà economica è intesa come: libertà responsabile, attenta allo sviluppo
umano oltre che allo sviluppo economico libertà sostenibile, attenta all’impatto
ambientale delle attività economicheIn questa prospettiva il successo di
un’impresa è un bene pubblico da cui scaturiscono benefici collettivi
mmascia 8-22/11/2008 43
L’impatto economico della RSI
Le attività di RSI possono favorire un miglioramento delle prestazioni e generare maggiori profitti e crescita risultati diretti: migliore ambiente di
lavoro favorisce maggiore produttività; migliore gestione risorse naturale significa riduzione delle spese
risultati indiretti: migliore reputazione, accesso a nuove nicchie di mercato
mmascia 8-22/11/2008 44
Azioni e strumenti per la RSI
Ampia è la gamma di azioni e di strumenti di gestione aziendale e di valutazione delle performance raggiunte che impattano sulle diverse funzioni aziendali (mission, governance, rendicontazione, organizzazione e risorse umane, marketing e comunicazione, rapporti con la comunità, ambiente, diritti umani, finanza)
mmascia 8-22/11/2008 45
Ambiente
Riduzione dei consumi energeticiRiduzione dei consumi di acqua e materie primeRiduzione delle emissioni inquinantiRiciclabilità dei prodotti, imballaggi,…Eco-label dei prodottiCertificazioni ambientaliPromozione di campagne educative-informativeAdesione a programmi di sviluppo sostenibile
mmascia 8-22/11/2008 46
“fare di più con meno”
Produrre gli stessi beni e servizi con meno natura e meno inquinamento
maggiore efficienza nell’uso dell’energia e delle materie e una riduzione delle emissioni
mmascia 8-22/11/2008 47
Criteri di sostenibilità ambientale
I tre criteri proposti da Herman Daly (1991) per l’uso sostenibile delle risorse:
il tasso di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve mai eccedere il tasso di riproduzione delle stesse,
il tasso di utilizzo delle risorse non rinnovabili non deve mai eccedere il tasso di sviluppo di sostituti rinnovabili,
i tassi di inquinamento non devono mai eccedere la capacità di assimilazione dei sistemi naturali.
mmascia 8-22/11/2008 48
Investire nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili
Ristrutturazione del patrimonio edilizioNuove costruzione secondo i criteri della
Direttiva 2002/91/CE sul consumo energetico degli edifici
Sviluppo energie rinnovabiliRisparmio del 25% consumi energetici
Potenziali 1-3 milioni nuovi posti di lavoro
mmascia 8-22/11/2008 49
Un esempio di RSI: il Commercio equo e solidale
Il CEES è una filiera commerciale che identifica i prodotti alimentari e tessili realizzati nei PVS e venduti nei paesi industrializzati soggetti ad un elenco di prerequisiti ben definito
Alcuni criteri: Pagare un salario giusto nel contesto locale Promuovere le pari opportunità di lavoro per tutti, in
particolare per i più svantaggiati Realizzare procedure ambientalmente sostenibili Fornire condizioni di lavoro sane e sicure nel contesto
locale Costruire relazioni commerciali di lungo periodo Fornire assistenza finanziaria e tecnica ai produttori locali
mmascia 8-22/11/2008 50
Un esempio di RSI: il Commercio equo e solidale (2)
I prodotti del CEES iniziano a guadagnare quote di mercato interessanti: Oltre il 7% del mercato del caffè macinato
in Inghilterra e il 2% nell’UE La Commissione europea ha preparato un
documento sul CEES (29.11.1999 Com 619) che afferma come le iniziative del CEES danno ai consumatori l’opportunità di contribuire al raggiungimento di uno sviluppo sociale ed economico sostenibile nei PVS attraverso le loro preferenze di acquisto.
mmascia 8-22/11/2008 51
Un esempio di RSI: il Commercio equo e solidale (3)
Alcuni effetti indiretti del CEES: Procter&Gamble annuncia di aver inserito un caffè
certificato equo solidale nella gamma dei propri prodotti
La Kraft si impegna nell’acquisto di caffè coltivato in modo ecologicamente sostenibile in un accordo stipulato con Rainforest Alliance
In Italia numerosi gruppi della grande distribuzione decidono di vendere prodotti equo solidali (Esselunga, Carrefour, Pam, Sma, GS, Conad)
Coop si certifica come distributore equosolidale
mmascia 8-22/11/2008 52
RSI e coscienza sociale: il caso degli imprenditori di Padova e del Nord Est Una ricerca della Fondazione Nord Est
Tabella 1 - Secondo Lei, un modello di sviluppo economico può essere definito “sociale” quando contribuisce a: (indichi due fra le risposte qui riportate, percentuali di sì)
Iscritti Unindustria PD Opinion Panel FNE
Tutelare l’ambiente 43,8 53,6 Promuovere crescita umana e culturale del territorio in cui opera 42,4 50,5 Contenere la disoccupazione 39,9 29,9 Garantire equa distribuzione della ricchezza 39,3 34,0 Garantire adeguati livelli di assistenza socio-sanitaria 27,7 17,5 Promuovere azioni di solidarietà sociale 6,6
17,5
Fonte: Fondazione Nord Est; n. casi 381 iscritti Unindustria Padova; n. casi 97 Opinion Panel FNE
mmascia 8-22/11/2008 53
RSI e coscienza sociale (2) Una ricerca della Fondazione Nord Est
Tabella 2 - In che misura, secondo Lei, il sistema produttivo della Sua provincia si avvicina ad un modello di sviluppo economico
sociale?(val %)
Iscritti Unindustria PD Opinion Panel FNE
Molto 5,8 6,2 Abbastanza 51,6
56,7 Poco 40,3 35,1 Per nulla 2,3
2,1 Totale 100,0 100,0
mmascia 8-22/11/2008 54
RSI e coscienza sociale (3) Una ricerca della Fondazione Nord Est
Tabella 3 - Quale delle seguenti affermazioni la trova maggiormente d’accordo?
Iscritti Unindustria PD Opinion Panel FNE
Un’impresa deve puntare solo al profitto 1,2 0
Un’impresa deve puntare al profitto e nondanneggiare il territorio e la società in cui opera 61,2 60,8 Un’impresa, accanto al profitto, deve investire inprogetti a favore della società e del territorio 37,7 39,2
Totale 100,0 100,0
Fonte: Fondazione Nord Est; n. casi 381 iscritti Unindustria Padova; n. casi 97 Opinion Panel FNE
mmascia 8-22/11/2008 55
RSI e coscienza sociale (4) Una ricerca della Fondazione Nord Est
Tabella 4 - Qual è, a Suo giudizio, il principale ambito di intervento su cui un’impresa dovrebbe puntare per dare concreta attuazione al principio della “responsabilità sociale”?
Iscritti Unindustria PD Opinion Panel FNE
Miglioramento degli standard di sicurezza e di comfort del luogo di lavoro 43,3 26,9 Attività di formazione 41,0 39,8 Azioni di solidarietà sociale 7,6 12,9 Tutela del territorio 5,5 11,8 Sponsorizzazione o patrocinio di attività culturali 2,6
8,6Totale 100,0 100,0
Fonte: Fondazione Nord Est; n. casi 381 iscritti Unindustria Padova; n. casi 97 Opinion Panel FNE
mmascia 8-22/11/2008 56
RSI e coscienza sociale (5) Una ricerca della Fondazione Nord Est
Tabella 5 - Quali, fra le seguenti azioni di responsabilità sociale, sono già state adottate dalla Sua impresa o intende promuovere in futuro?
Iscritti Unindustria PD Opinion Panel FNESì Intende farlo Sì Intende farlo
Sostegno o sponsorizzazione di attività sportive 51,8 10,6 58,8 5,2
Donazioni 45,7 11,1 45,4 6,2 Agevolazione alla frequenza di corsi di formazione 44,9 26,8 67,0
13,4 Aiuti alla ricerca 27,9 20,9 30,9
23,7 Sponsorizzazione di mostre, spettacoli e restauri 27,6 8,7 29,9
15,5 Conseguimento di certificazioni in materia ambientale 19,2 34,4 17,5
35,1 Interventi rivolti alle fasce sociali più deboli 13,8 14,3 28,9 13,4 Erogazione di borse di studio 6,7 12,5 28,9 23,7 Costituzione di asili nido 0 7,0 7,2 13,4 Altro 4,2 0 3,1 0
Fonte: Fondazione Nord Est; n. casi 381 iscritti Unindustria Padova; n. casi 97 Opinion Panel FNE
mmascia 8-22/11/2008 57
RSI e coscienza sociale: il caso degli imprenditori di Padova e del Nord Est Una ricerca della Fondazione Nord Est
Indicazioni emerse è necessaria un’opera di natura educativa e
culturale che sviluppi la consapevolezza nei confronti della RS
il settore terziario, dei servizi alle persone e alle imprese, è il più sensibile alla RSI
il tema della RSI è collegato al ritorno di immagine e poco a quello economico
la RSI è assunta come una dimensione da coniugare all’interno dell’azienda e molto meno come fattore da comunicare all’esterno
mmascia 8-22/11/2008 58
Alcuni nodi aperti
Il problema della regolamentazione approccio volontario o obbligatorietà
Avviare un’azione educativa promuovere una cultura e una consapevolezza
della RSI (le imprese spesso non sanno di essere responsabili, i consumatori di poter incidere)
Dimostrare che adottando la RSI si diventa più competitivi
Adozione di strumenti di RSI per le PMI