64

Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Embed Size (px)

DESCRIPTION

book

Citation preview

Page 1: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa
Page 2: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

2

Page 3: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

LORRIE MOORE

IL FOLLETTO DISTRATTO E LABAMBINA CAPRICCIOSA

Traduzione di Marcella Maffi

The Forgotten Helper

Illustrazioni di T. Lewis

SPERLING & KUPFER economica

Della stessa autrice

L’ospedale delle rane

Tutto da sola

Ballando in America

Anagrammi

3

Page 4: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Text Copyright © 1987 and 2000 by Lorrie Moore from “The ForgottenHelper” an original story concept

© 1987 by T. Lewis Illustration Copyright © 1987 and 2000 by T. Lewis

© 2003 Edizioni Frassinelli

© 2009 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.

I edizione Sperling & Kupfer Economica ottobre 2009

ISBN 978-88-6061-536-7 86-I-09

4

Page 5: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

5

Page 6: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

1 - Polo Nord

TANTI anni fa, ma proprio tanti, molto prima dei giorni nostri, c'era unfolletto di nome Aben che costruiva giocattoli così belli da non avere rivali intutto il Polo Nord.

Aveva lavorato vent'anni nel Laboratorio Trenini e Camion dei Pompieri,tredici nel Reparto Bambole e Soldatini, quattordici nella Sezione ImbottiturePeluche e Incollaggio Occhi, e infine un anno e mezzo nel LaboratorioCongegni Avanzati. In pratica sapeva tutto quello che c'era da sapere suigiocattoli di Babbo Natale.Aveva un caratteraccio, ma era anche un granburlone. Tra tutti i folletti era il più veloce e il più vecchio, e aveva semprevoglia di divertirsi.

«Che noia!» spesso gridava.

A volte, mentre gli altri folletti erano concentrati nel lavoro, annodavainsieme i loro lunghi cappelli e poi scappava viaridendo sotto i baffi. Oppureoffriva a uno di loro un biscotto ripieno di fichi dicendogli che era unpasticcino al cioccolato tanto per fargli uno scherzo. O ancora si nascondevafra le travi del soffitto in laboratorio e buttava di sotto cubetti di ghiaccio,caramelle gommose e addirittura intere scatole di spilli, proprio sopra i

6

Page 7: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

progetti degli altri folletti. Se poi contorceva le mani, una magia birichina gliusciva dalle dita e allora, per qualche istante, una torta di mele appariva soprala testa del malcapitato.

In poche parole, Aben non era d'aiuto. Negli ultimi tempi, poi, avevacominciato a darsi delle arie. Per esempio, si rifiutava di salutare alcunifolletti perché, secondo lui, avevano il cervello scalcagnato e pieno dimarmellata di fragole.

Portava sempre il suo vestito della domenica e fumava sigari Havana spessicome pollici. Solo di rado, infatti, indossava la divisa dei folletti: tuta diflanella, cappello con pompon e sonagli.

La maggior parte del tempo portava invece pantaloni di gabardine, unpanciotto lavorato a spina di pesce, una camicia con cravatta di seta e unamarsina in velluto di cotone.

Quando un altro folletto gli chiedeva un aiuto con un trenino o un consigliosu un congegno particolarmente complicato, Aben appoggiava le spalle al

7

Page 8: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

muro, si accendeva un sigaro e rispondeva: «Adesso non ti posso aiutare,ragazzo mio, non posso sgualcire questo capolavoro di sartoria».

La sua impressione era che nessuno al Polo Nord coltivasse un sanoapprezzamento per le marachelle e per l'eleganza, che erano invece i suoipassatempi preferiti. Ciò nonostante il lavoro di Aben era costruire giocattoli.Da giovane aveva vinto tutti i premi e i riconoscimenti più prestigiosi:Miglior Camion dei Pompieri, Miglior Trenino e tanti altri.

Ora però quel lavoro gli era venuto a noia. Sapeva che gli altri si aspettavanodelle cose da lui, e questo lo infastidiva.

«Aben, mostraci come si monta questo vagone.»

«Aben, potresti dare i ritocchi finali a questa bambola?»

«Aben, perché non ci dai una mano? È quasi la vigilia di Natale!»

E allora lui li prendeva in giro imitando la loro espressione imbronciataoppure appannava i loro sonagli con il fumo del sigaro. Nel LaboratorioCongegni Avanzati si arrampicava sul lampadario e

8

Page 9: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

dondolandosi come uno scimpanzé, mentre le code della sua marsinasvolazzavano nell'aria - dichiarava che il più avanzato dei congegni era lui!

Ma un giorno Babbo Natale irruppe nel laboratorio.

Aveva gli occhi rossi e carichi di rimprovero.

Era in maniche di camicia, le bretelle reggevano i calzoni mezzi sbottonati e ilacci degli stivali slegati pendevano molli come linguine stracotte esbattevano sul pavimento a ogni passo.

«ABEN!» tuonò.

Con lo sguardo passò in rassegna la stanza, ma non riuscì a trovarlo tra glialtri folletti, che se ne stavano come congelati ai loro posti di lavoro. Uno trai più piccoli si fece coraggio e puntò discretamente un dito verso il soffitto.

Aben era appeso al lampadario, con un cappellino di carta rosa in testa e unamascherina sugli occhi. Tirava boccate dal suo sigaro buttando la cenere sulle

9

Page 10: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

macchine da cucire di sotto, e intanto sorseggiava champagne.

«Aben!» gridò Babbo Natale. «Che cosa stai facendo là sopra?»

«Sto dando una festa», rispose. «Una festa di Natale.»

Babbo Natale era furibondo.

Prese in mano il vagone di un trenino con le ruote avvitate sul tetto e glielomostrò.

«Aben, tu sei il più bravo a costruire giocattoli. Sei il mio mastro artigiano.Perché non aiuti gli altri?»

Aben si sistemò la giacca, raddrizzò il cappellino e ricominciò a fumare ilsigaro, ma poi cambiò idea: guardò Babbo Natale con aria scontrosa e gli feceuna linguaccia.

«Questo è troppo!» urlò Babbo Natale.

Tutti i folletti, eccetto Aben, rimasero a bocca aperta.

«Tu domani notte mi accompagnerai nei miei giri, ma non scenderai nellecase assieme agli altri. Il mio folletto più prezioso resterà sui tetti a fare laguardia alle renne!»

Detto questo, uscì come una furia dal laboratorio, rosso in viso e con i pugniserrati, mentre i lacci degli stivali sbattevano e scricchiolavano sotto le suole.«

Guardia delle renne, io!» brontolò Aben, tirando un'altra boccata di sigaro.«Bell'affare! Davvero davvero!»

***

E così la notte della vigilia Aben si ritrovò seduto in fondo alla slitta,

10

Page 11: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

schiacciato dietro un sacco di giocattoli. Gli altri folletti gli saltellavanointorno allegramente nelle loro tutine con i sonagli, chiacchierando ad altavoce e facendo gridolini di gioia.

Andarono di casa in casa e scesero di camino in camino, raccontando poi conun entusiasmo irritante ad Aben quello che avevano visto.

«Quella famiglia aveva dei festoni d'argento bellissimi!» o ancora: «Avrestidovuto vedere che albero di Natale!»

Aben, con i suoi pantaloni eleganti e la cravatta di seta, avrebbe tantodesiderato scendere nel camino con gli altri, ma cercava di non darlo avedere e raccontava che, mentre loro non c'erano, lui e le renne avevano fattocose straordinarie sul tetto.

«Sapete cosa mi ha appena detto Blitzen? Non ci crederete mai!» dicevaridacchiando in modo forzato e agitando il sigaro per aria.

«Mentre eravate via, Donner ha fatto un pezzo da mimo davvero incredibile eun balletto di tip-tap che vi avrebbe fatto tintinnare i sonagli a festa!»

Gli altri folletti conoscevano bene le renne e sapevano quanto Aben leconsiderasse noiose e stupide.

11

Page 12: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Allora interrompevano i suoi racconti con frasi come: «Sapessi che sala dapranzo abbiamo visto, era magnifica!» Oppure: «Dai, Aben, non raccontarefrottole! Non è bello».

Bello! Tetto dopo tetto, Aben rimaneva rannicchiato sulla slitta accanto aigiocattoli, dando appena un'occhiata alle renne, che non avevano in realtàalcun bisogno di essere controllate.

Guardò minaccioso un orsacchiotto appoggiato vicino a lui, gli strappò via larosa che portava all'occhiello e se la appuntò al bavero. Ormai cosaimportava a lui, il folletto più bravo di Babbo Natale, di essere guardia dellerenne, vandalo di orsacchiotti e ladro di rose? Che disonore! Incrociò lebraccia e aggrottò la fronte. Poi si accese un altro sigaro e soffiò il fumopallido nella fredda notte invernale.

«Buon Natale», borbottò. «Davvero davvero!»

La notte della vigilia stava per finire e Aben non ne poteva più di fare laguardia. Allora, per divertirsi un po', unì tra loro le corna di due renneimprovvisando una rastrelliera per cappelli, poi dipinse loro la coda con unavernice verde magica che cambiava colore al buio e raccontò a Rudolph unabrutta storia di panini con la carne ambientata in Scandinavia.

Alcune renne scoppiarono addirittura a piangere, così quando Babbo Nataletornò con i folletti e gridò: «Finito! Si torna al Polo Nord!» tutti fecero unsospiro di sollievo.

Ma aspettate un momento...

«Ferma!» esclamò Babbo Natale.

Stavano sorvolando la cittadina di Waterport nel New England e BabboNatale ricontrollava le pagelle con i punteggi dei bambini buoni e cattivi.

«Qui abita una bambina che è stata proprio cattivella. Sarei tentato di tiraredritto ma... vediamo un po' che cosa c'è rimasto.»

12

Page 13: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Babbo Natale si voltò per esaminare il contenuto della slitta: un treninosolitario, l'orsacchiotto senza più rosa all'occhiello, due bastoncini dizucchero malconci e Aben.

«Per tutti i santi, è Natale!» esclamò, pronunciando quella frase in un modoche sembrava avesse detto «per tutti i canti di Natale».

«Avanti, fermiamoci anche in questa casa. Sarà l'ultima tappa di stanotte.»

Al suo comando le renne, con le code dipinte che scintillavano come comete,come lampi, come fulmini, fecero atterrare delicatamente la slitta sulla casadella bambina birichina.

Babbo Natale e i folletti saltarono giù, acchiapparono i giocattoli e i dolcirimasti e, in un sol balzo, sparirono dentro il camino.

Aben, naturalmente, rimase sul tetto.

Guardò il cielo e diede un'occhiata al suo orologio da taschino, poi si alzò e

13

Page 14: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

sbirciò dentro il comignolo. In fondo al tunnel gli sembrò di intravedere ilbordo di un tappeto rosso vivo e le punte di quattro calze di lana appese alcaminetto.

«Ummmmm...» fece dubbioso.

A un tratto ebbe la sensazione che Babbo Natale egli altri folletti ci stesseroimpiegando un po' troppo.

Forse avrebbe dovuto dare una controllata.

Forse quella bambina era così cattiva che aveva costruito una pericolosissimatrappola fatta di corde, coltelli da burro e impasto per torte.

Forse aveva addirittura annodato insieme i sonagli dei folletti!

E quindi c'era bisogno di Aben, di un tipo elegante e sofisticato come lui, pertrarre in salvo la ciurma.

«Alla riscossa!» gridò, puntando il sigaro verso il cielo come la fiaccola diuna statua, e in un attimo scivolò dentro il camino.

14

Page 15: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Naturalmente ad Aben non premeva tanto di salvare i suoi compagni, quantodi esplorare quel posto.

Com'era laggiù?

La grande vecchia casa nella quale si ritrovò cadeva a pezzi, ma c'eraqualcosa di accogliente nella sua trascuratezza, un calore un po' dimesso.

I davanzali delle finestre erano illuminati da candeline bianche e tutt'intornoc'erano tavoli di legno intagliato, sedie sgangherate e divani.

Babbo Natale e i folletti, che gli davano le spalle, stavano sistemando i regaliattorno all'albero, nient'affatto bisognosi di lui e tanto meno di qualcuno cheli salvasse.

Ma dov'era la bambina?

15

Page 16: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Aben decise di fare un giro veloce per cercarla.

Si sistemò la giacca, raddrizzò la cravatta, mise via il sigaro e si avviòattraverso il soggiorno e lungo un corridoio che sperava portasse alla stanzadella piccola. Oh, se solo avesse potuto vederla.

Se solo avesse potuto combinare qualche marachella! Eh eh eh!

Il corridoio portava invece a una dispensa con un tavolone sul quale eranoappoggiati un piatto di biscotti e un bicchiere di latte con accanto un bigliettoche diceva: Per Babbonatale e le sue rene che tirano la slita. Ivy

McAvery Aben sbuffò.

«Babbo Natale non ha bisogno di questa roba! E le renne, be', non meritanodi certo uno spuntino così.

16

Page 17: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Sono io quello che ha fatto la guardia tutta la notte!»

E senza stare troppo a pensarci si ficcò in bocca i biscotti e tracannò il latte inuna lunga piacevole sorsata.

«Bene», disse facendo schioccare le labbra. «Adesso è ora di tornare.»

Aveva appena finito di pronunciare quelle parole che udì i campanelli dellaslitta tintinnare e gli zoccoli delle renne scalpitare sul tetto.

«Oh, no!»

Tornò di corsa in soggiorno e annaspò su per il camino, imbrattandosi lafaccia e i vestiti di fuliggine.

«Aspettatemi!» strillò sbucando sul tetto. Ma era arrivato troppo tardi.

Babbo Natale, i folletti, le renne e la slitta se n'erano andati senza di lui e oraerano sempre più lontani, nel cielo.

Agitò le braccia sopra la testa e gridò: «Tornate indietro! Tornate indietro! Visiete dimenticati di me!»

Ma solo il vento che soffiava nella notte rispose al suo richiamo.

Fischiando e sibilando beffardo, fece eco alle sue parole: «Uuuu...dimenticati...»

Le strade sotto di lui erano deserte e Aben udì il vicino oceano frangersirumorosamente contro i pontili e gli scogli. Dalla costa una nebbia umida esalmastra avanzava avvolgendo tutto ciò che incontrava.

All'improvviso ebbe paura.

Se non era un brutto sogno, se Babbo Natale si era davvero dimenticato dilui, sarebbe stato costretto a rimanere lì per un anno intero, fino al Nataleseguente, quando sarebbero tornati. E forse avrebbe dovuto aspettare ancorapiù a lungo. La bambina che viveva in quella casa si era a malapena meritataqualche regalo quell'anno. Non c'era nessuna garanzia che in futurodiventasse buona, quindi Babbo Natale avrebbe anche potuto decidere di non

17

Page 18: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

andare più a trovarla.

Devo andarmene da qui! pensò Aben.

Devo trovare un altro posto dove stare!

Guardò verso la casa dei vicini. Aguzzò la vista e, attraverso una dellefinestre al terzo piano, vide un bambino addormentato nel suo letto, con unsorriso angelico dipinto sul viso.

«È là che andrò», annunciò Aben, e con un «Oplà!» saltò giù dal tettolasciandosi scivolare lungo la grondaia.

Ma il suo piano si rivelò un po' più complicato del previsto. Nel giardino deivicini c'era legato un gigantesco cane da guardia con un unico spaventosoorecchio penzolante. La bestiaccia, non appena scorse il folletto illuminatodalla luna, prese a ringhiare ferocemente. Aben urlò e rifilò su per lagrondaia, fino al tetto, poi unì le mani e attorcigliò le dita per fare una magia,ma i poteri dei folletti non funzionavano sui cani.

«Maledizione!» imprecò. Ora doveva rimanere nella casa di quella bambinacattiva finché non trovava una soluzione. Si accasciò contro il comignolo e sistrinse nella giacca. Un piccolo buco irregolare nel tetto attirò la suaattenzione. Scommetto che porta dritto in soffitta, pensò. E in men che non sidica si calò nel locale e lì rimase, al caldo e al riparo dal vento, fino almattino.

18

Page 19: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

19

Page 20: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

2 - La soffitta

QUANDO Aben si svegliò la mattina di Natale, si guardò attorno e all'inizionon capì dove si trovava. Vide ragnatele, vecchie travi di pino e qualchefiocco di neve che scendeva fluttuando attraverso il buco nel tetto. Il vecchiofolletto si strofinò gli occhi per ripulirli dalle ultime briciole di sonno e listrizzò un paio di volte.

Si alzò, si lisciò la camicia stropicciata e la giacca di velluto, e allora ricordò:si trovava nella soffitta di quella bambina molto capricciosa! Anzi, cattiva, sicorresse.

O forse, pensò animato dalla speranza, solamente un po' furbetta, come me.Si mise a rassettare la stanza, cercando di darle il più possibile le sembianzedi una casa.

Trovò un vecchio cuscino e lo sistemò a mo' di materasso. In un angolo videla fotografia incorniciata di una ballerina, che appoggiò sopra due vecchimattoni facendone un tavolo. Usò dei fazzoletti di pizzo per cucire la tovagliae le tende e, con delle graffette per la carta che incastrò e ripiegò in milledirezioni, creò un elaborato lampadario a bracci. Infine, dato che nella

20

Page 21: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

soffitta la polvere regnava sovrana, con una forchetta d'argento e alcuni aghidi pino costruì una scopa e cominciò a spazzare per terra. Proprio mentreramazzava la stanza, notò che tra le assi più grandi del pavimento c'eranodelle fessure attraverso le quali si poteva scorgere la casa di sotto.

Si mise a gattoni per sbirciare meglio.

Vide il soggiorno con il tappeto rosso, l'albero di Natale e il caminetto con leenormi calze appese.

E poi... eccola!

La bambina cattiva che sghignazzava e strappava gli occhi all'orsacchiotto!Era ancora peggio di quanto aveva immaginato!

Aben aguzzò la vista e vide una donna che sgridava la bambina: «Ivy! Chediamine stai facendo ai tuoi nuovi giocattoli?»

«Io odio il Natale, zia!» strillò la piccola peste afferrando il trenino escaraventandolo dentro il caminetto. «

21

Page 22: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Oh, Santa Maria!» esclamò zia Victoria.

«Io non mi chiamo Maria!» ribatté Ivy, e a quel punto fu spedita dritta incamera sua.

Aben iniziava a divertirsi un mondo.

Eh eh eh! Ma allo stesso tempo si rendeva conto di essere nei guai fino alcollo. Una bambina che odiava il Natale? Questo sì che era un disastro.Babbo Natale non sarebbe mai e poi mai tornato in quella casa. O Ivycambiava oppure lui avrebbe dovuto trovare un modo per raggiungere lavilla dei vicini... cane o non cane.

«Forse farei meglio ad andarmene da qui», rifletté ad alta voce. «Davverodavvero.»

Smise di rassettare, si riallacciò i polsini e si arrampicò di nuovo sul tetto.

Nella casa accanto c'era quel bravo bambino, che nel frattempo si erasvegliato e adesso offriva con dolcezza ai genitori un regalo, probabilmentefatto con le sue manine. Il bimbo diede un bacio sulla guancia al papà e poiuno anche alla mamma.

Che smancerie, pensò Aben. Però, se solo avesse trovato un modo perandare in quella casa sarebbe stato a posto. Babbo Natale, senza ombra didubbio, sarebbe passato l'anno seguente, avrebbe fatto atterrare la slitta sultetto e lui sarebbe tornato nella sua dolce casa.

22

Page 23: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Aben si stiracchiò in tutta la sua altezza, se così si può dire, e per la secondavolta iniziò a calarsi lungo la grondaia. Ma il vecchio cane malefico lanciò unululato così terrificante che il folletto schizzò subito indietro, veloce comeuna scimmia, e in un attimo ripiombò in soffitta.

***

«Ho detto di no!» strillò Ivy.

Era la cena di Capodanno e la bambina era seduta a tavola con zia Victoria e isuoi due pensionanti, la signorina Sarah Day Schiacciacuscino e il signorTim, che a quanto pareva non aveva un cognome. A tavola c'erano sempre esolo loro quattro.

La mamma di Ivy se n'era andata via molto tempo prima e non ne avevanopiù saputo niente, mentre il papà da allora viaggiava per mare.

Di tanto in tanto le mandava dei soldi accompagnati da una lettera che diceva:Mia cara cipollina, Ti mando un piccolo regalo. Sii buona con la zia. Tivoglio bene Papà

«Signorina, levati subito le posate dalla testa», tuonò zia Victoria.

La bambina stava infatti tenendo un coltello e una forchetta in equilibrio sullatesta, come due ossi incrociati.

«Forse dovresti mangiare la tua cena, Ivy», suggerì il signor Tim in tonogentile.

«In fin dei conti è appena iniziato l'anno nuovo, un'occasione perricominciare tutto daccapo», aggiunse la signorina Schiacciacuscino

23

Page 24: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

sorridendole incoraggiante.

«Non è un anno nuovo», ringhiò Ivy. «È lo stesso anno di tutti gli anni. È unanno stupido.»

E così dicendo si infilò un cucchiaino dietro l'orecchio.

«Sei ridicola», disse zia Victoria.

«Non me ne importa niente», ribatté la bimba facendole la linguaccia.

Aben, che stava osservando la scena attraverso le assi del pavimento, sisbellicò dalle risate, ma poi si fermò e prese a passeggiare avanti e indietronervosamente. Non aveva la minima idea di come far diventare più buonaquella bambina.

Aveva già difficoltà a comportarsi bene lui... come poteva insegnarlo aqualcuno?

Eppure doveva tentare. Forse avrebbe dovuto alzare la voce come facevaBabbo Natale, tenere delle lezioni alla lavagna e poi darle dei voti.

«Fai la brava!» sussurrava attraverso le assi del pavimento. «Fai la brava o

24

Page 25: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

non tornerò mai a casa.»

E nel caso le sue parole non bastassero a convincere quella peste, Abenraccolse da terra una vecchia ghianda e la lasciò cadere dentro la fessura,direttamente sulla testa di Ivy.

Eh eh eh!

«Ahi!» strillò la bambina. Si strofinò la testa e guardò la ghianda.

«Che cos'è?» Poi la appoggiò su un occhio e contrasse la faccia in modo dafarla rimanere incastrata, come se fosse un monocolo.

«Ah, così sei un vero spettacolo», commentò la zia, scuotendo la testa. «Filain camera tua.»

Una magia da folletto, che proprio non riuscì a trattenere, schizzò fuori dalledita di Aben.

E fu così che il budino di zia Victoria le si spiaccicò sul naso, mentre unatorta appariva all'improvviso sopra la sua testa.

«Oh, Santo Cielo!» esclamarono i due pensionanti. Il budino scivolò giùdalla faccia di Victoria e la sua bocca sorpresa fece capolino attraverso lacrema come una grossa O.

«Ah-ah!» esplose Ivy, che passò il resto del pomeriggio in camera sua atenersi la pancia dal ridere.

Le settimane passavano e Aben continuava a sistemare la sua nuova casa insoffitta. Sfruttando le sue doti di folletto, costruì altri mobili con mattoni epezzi di legno, e usò vecchi bottoni e grossi ditali per farne delle stoviglie. Iltempo iniziava a farsi più mite. Il ghiaccio si staccava dal tetto e l'aria eratiepida.

Aben, che aveva sempre vissuto al Polo Nord, non era affatto abituato a quelclima. Si tolse la cravatta di seta e l'appese al muro.

Di tanto in tanto si levava anche le scarpe e le calze per far prendere un po'd'aria ai piedi.

25

Page 26: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Un giorno di inizio primavera alcuni uccelli migratori entrarono in soffittaattraverso il buco nel tetto. Con aria sorpresa fissarono Aben, stupito divederli quanto loro.

«Chi sei?» cinguettarono. «E che cosa ci fai nella nostra casa estiva?»

«Io sono Aben», rispose il folletto ricomponendosi e infilando la camicia neipantaloni. «E voi chi siete?»

«Be', noi siamo le rondini e veniamo sempre a stare qui quando arriva ilcaldo.»

Il capo delle rondini, notando la marsina di Aben, gli domandò: «Anche tusei una rondine?»

«Io no», rispose il folletto, arrossendo come un pettirosso e frugandosi letasche in cerca di un mozzicone di sigaro. «A me non piace affatto il caldo. Epoi mi vesto in modo diverso da voi altri.»

Poi raccontò alle rondini la sua storia: disse che era stato dimenticato lì alla

26

Page 27: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

vigilia di Natale, che aveva sistemato la soffitta in modo da renderla piùaccogliente e che, per assicurarsi il ritorno a casa, doveva far diventare piùbuona quella bambina di nome Ivy.

Quando ebbe finito il suo racconto, si mise a sedere e scrutò le rondini,cercando di immaginare che aspetto avrebbero avuto le loro piume se glieleavesse imbrattate tutte con la gomma da masticare.

«Quando i nostri piccoli si comportano male, dimezziamo la loro razione divermi», dichiarò il capo con aria sicura. «'Se fate i cattivi, niente più vermi', liminacciamo. Dovresti provare. Funziona a meraviglia.»

«Ma lei non è un uccellino, testa di rondine!» obiettò Aben. «I vermi non lepiacciono.»

«Be', questo si che è un problema», riconobbe il capo. «E allora che cosa tiaspetti che facciamo?»

«Intanto potete stare qui e farmi compagnia», propose il folletto. «Vicostruirò delle casette per uccelli e vivremo insieme in questa soffitta. Piùavanti mi potrete dare una mano con Ivy.»

Il capo si consultò con il resto delle rondini, che cinguettarono e annuironotutte.

«D'accordo», dichiarò infine voltandosi e stendendo verso Aben la punta diuna lunga, magnifica ala.

«Affare fatto.»

Così Aben si mise all'opera per costruire le casette. Le rondini gli portavanorami più grandi che servivano da travi e ramoscelli sottili con i qualicostruiva trespoli e grate. Il resto del legname lo prese dal larice che ricadevasul tetto della casa e da cui si staccavano piccole pigne che usò per

27

Page 28: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

fare le maniglie delle porte. Le rondini erano molto contente del lavoro diAben e, in cambio, si impegnarono nell'ardua impresa di trasformare Ivy inuna brava bambina.

Come prima cosa, fuori dalla finestra della sua camera scrissero unmessaggio nel fango e nella neve sciolta, che diceva: SMETTILA, MONELLAe poi riempirono le lettere con il miglio.

Quando Ivy si alzò la mattina seguente, vide la scritta in giardino, fece unosbadiglio e lesse:

«Metti la mantella?»

Non andava tanto bene a scuola e non faceva mai gli esercizi di lettura escrittura.

«Metti la mantella?» ripeté.

Poi andò verso l'armadio, si infilò la mantella e il berretto, uscì in giardino e

28

Page 29: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

con gli stivaletti si mise a pestare allegramente la scritta fino a cancellarla,come un guerriero che fa una danza propiziatoria.

Le rondini non credevano ai loro occhi, così pensarono di farle dei regali permetterla di buon umore.

Aben, che un Natale si era specializzato nella costruzione di piccole bambole,ne fece una bellissima con un vestitino rosa e lavanda.

Una mattina Ivy si svegliò e vide una rondine che bussava con il becco allasua finestra.

Quando aprì, si accorse che le aveva portato qualcosa: era una bambola conindosso un vestito e un cappellino all'antica.

«Dove l'hai presa?» chiese alla rondine, ma questa si limitò a posare tra le suebraccia la bambola, che aveva un biglietto attaccato al vestito dove c'erascritto: FINISCILA, PESTE!

«Finisci la pesca», lesse Ivy ad alta voce e siccome non le piaceva che unostupido uccello le dicesse che cosa doveva mangiare a colazione, chiuse la

29

Page 30: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

finestra sbattendola e tirò le tende, così che né la luce, né tanto meno unuccello, potessero più entrare.

«Ecco fatto!» gridò gettando sul tappeto la bambola, il cui cappellino sistaccò come un petalo che cade da una rosa.

Aben si domandò se avrebbe mai rivisto il Polo Nord.

***

A Waterport faceva ormai così caldo che il folletto cominciava a sragionare.Non ricordava più se il suo nome era Aben o Baben o forse Bob. Stava tuttoil tempo in canottiera, si sentiva continuamente stordito, accaldato e di cattivoumore. Il sudore gli luccicava nelle rughe della faccia, mentre la temperaturain soffitta saliva alle stelle. Tutti i pomeriggi si coricava per fare un pisolino,ogni giorno più lungo, e sognava gelati, neve bianca e il suo vecchiocappellino da festa. Un pomeriggio cadde in un sonno tanto profondo chedurò una settimana, poi due settimane e poi addirittura otto, finché non futrascorsa praticamente tutta l'estate.

30

Page 31: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Le rondini si occupavano delle loro faccende e sembravano non curarsiaffatto dei lunghi sonnellini di Aben.

Raccoglievano vermi, organizzavano riunioni e facevano tutto quello chedovevano fare attorno al folletto addormentato.

Per quanto riguardava Ivy, si erano arrese.

Anzi, a parte i bisticci e gli strilli che di tanto in tanto udivano provenire dalpiano di sotto, si erano quasi del tutto dimenticate di lei. La bambina, da partesua, si divertiva a infilare bruchi nelle tazze da tè e nei piattini di zia Victoria ea strappare le calendule in giardino. Con una cesta e dei grossi coperchi si eracostruita una diligenza in miniatura con la quale scorrazzava per la casa,facendola trainare da quattro rane decisamente infelici.

«Dai! Dai! Muoversi!» la si sentiva gridare nei corridoi, mentre frustava conuna corda per saltare le povere rane che zompavano instancabili eterrorizzate.

L'estate stava ormai per finire e per le rondini era giunto il momento di

31

Page 32: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

partire. Si raccolsero attorno al letto di Aben per salutarlo.

Si schiarirono la voce, gli diedero dei colpetti con le ali, ma lui continuò adormire. Naturalmente non avevano alcuna voglia di salutare Ivy.

Così se ne andarono senza dire addio a nessuno.

Erano state una primavera e un'estate davvero strane, su questo erano tutted'accordo.

Non avrebbero mai capito perché Aben non fosse volato verso un'altra casa.

32

Page 33: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

33

Page 34: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

3 - Autunno

ABEN finalmente si svegliò e con un'idea!

Il caldo dell'estate gli aveva cotto dei progetti in testa, come una torta in unforno. Ora che la soffitta si era rinfrescata e il vento si era fatto pungente, unatrovata geniale gli frullava nella mente: un ornitottero! Ecco come sarebbescappato da lì.

Avrebbe costruito un ornitottero, come quello che aveva creato nove anniprima in occasione del Natale, quando lavorava al Laboratorio CongegniAvanzati. A bordo di quell'apparecchio avrebbe sorvolato il giardino con ilcane e sarebbe atterrato sul tetto della casa dei vicini.

«Ehi, rondini!» gridò Aben.

Quegli uccelli possono sicuramente darmi dei consigli molto utili, pensò.L'apparecchio deve avere un'elica, oltre alle ali? E magari anche un becco?

Ma non riusciva a trovare le rondini da nessuna parte. Inquieto e immersonei suoi pensieri, si sedette accanto a un vecchio carillon coperto di polvere.

Sollevò distrattamente il coperchio e lo richiuse, senza nemmeno accorgersidella musica tintinnante che ne usciva. La sua mente ribolliva di progetti e

34

Page 35: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

piani, e per tutto il pomeriggio se ne restò seduto a rimuginare.

Al piano di sotto, Ivy avrebbe dovuto fare il riposino, ma era troppo agitataper dormire e così ingannava il tempo strappando la tappezzeria con leroselline dalla parete, benché la zia le avesse raccomandato tante volte di nonfarlo. Mentre stava staccando un pezzo particolarmente lungo, udì la musicadel carillon che proveniva dal piano di sopra. Si alzò dal letto come unamolla.

Che cos'era quel tintinnio? Non aveva mai sentito un suono del genere. Tesel'orecchio per capire meglio da dove proveniva. Sembrava giungere dallasoffitta.

Com'era possibile?

La bambina uscì in corridoio in punta di piedi.

Aprì la porta chiusa con il chiavistello che conduceva alla soffitta, sbirciòverso l'alto, nella polverosa tromba delle scale, poi lentamente salì i gradini:tutte cose che le era stato severamente proibito fare.

35

Page 36: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Lo scricchiolio del legno fece sussultare Aben, che richiuse subito ilcoperchio del carillon e vi si nascose dietro, all'ombra della gronda.

La testolina bionda di Ivy spuntò all'ingresso.

«So che sei quassù», disse. «Non so che cosa sei o chi sei, ma so che sei qui.Ho sentito la musica!»

Aben riconobbe la bambina cattiva! Devo scappare? Si raggomitolò fino aformare una palla.

Devo rimanere nascosto? Forse è la cosa migliore. O magari devo usare unapiccola magia da folletto che le faccia passare la voglia di ficcare il naso insoffitta? Contorse le mani e i capelli della bambina diventarono magicamenteverdi, poi viola e poi di nuovo biondi.

Infine una torta alle ciliegie apparve sulla testa di Ivy.

«Ehi, che cosa sta succedendo?» domandò.

I poteri del folletto si limitavano solo a pochi incantesimi che in quelmomento gli sembravano scarsi e inefficaci. Forse avrei dovuto farle faredelle capriole, pensò. No, avrebbe dovuto solamente farsi coraggio. Avrebbedovuto incontrarla, una volta per tutte.

E così uscì dall'ombra.

«Mi chiamo Aben», disse con fare educato, sperando di poterle apparirecome un esempio lampante di buone maniere. «È meraviglioso fare la tuaconoscenza. Ho sentito, be', visto, be'... insomma, so un mucchio di cose sudi te», aggiunse porgendole la mano.

Ivy la strinse, senza staccargli gli occhi di dosso.

«Che cavolo ci fate tu e tutte queste casette per uccelli nella mia soffitta?»domandò in tono aspro.

«È una lunga storia», rispose Aben, ma tentò di renderla il più brevepossibile.

36

Page 37: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Tralasciò le parti più noiose, la faccenda dei biscotti alla vigilia e la lungadormita che si era fatto per tutta l'estate, e andò subito al punto.

«Quindi, come vedi», concluse con un gran sospiro, «sono nelle tue mani.»

Almeno fino a quando non avrò costruito il mio ornitottero, aggiunse tra sé esé.

«Sai, lo sapevo che c'era qualcuno quassù. Ne ero sicura!» affermò Ivy,anche se in realtà ci aveva a malapena pensato.

Poi si mise a frugare tutta la soffitta: raccoglieva delle cose, le osservava ealla fine le rimetteva giù, in un posto completamente diverso da dove leaveva trovate.

«Ah, se per caso stai cercando le rondini», aggiunse con aria distratta, «se nesono già andate. Le ho viste volare via.»

«Ah», fu il commento di Aben che, dopo essersi sputato nei palmi dellemani, si stava lisciando i capelli all'indietro.

«Allora, che facciamo?» domandò accendendosi un minuscolo mozzicone disigaro, l'ultimo che gli era rimasto. «Dicevo... che facciamo?»

Ma Ivy era intenta a sbirciare tra le fessure del pavimento: stava spiando ziaVictoria che lavorava a maglia seduta al tavolo della sala da pranzo.

«Buttiamo qualcosa in testa alla zia», rispose lei infine. Raccolse un piccolorocchetto di filo che aveva visto lì in giro e glielo lasciò cadere addosso.

Ma Victoria era troppo concentrata nel suo lavoro per accorgersene. Si sfregòla testa con aria assorta e continuò a sferruzzare: dritto, rovescio, accavallodue punti...

La bimba lo trovò comunque divertente e scoppiò a ridere. Aveva una risatachiassosa che ricordava ad Aben la propria, e così si mise a sghignazzareanche lui.

Eh eh eh! A quel punto alla donna parve di sentire un rumore. Mise giù illavoro a maglia e gridò verso la stanza della nipote. «Ivy? Sei tu?»

37

Page 38: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

«Adesso devo andare», bisbigliò la bambina. «Ma tornerò e, quando saròqui, voglio sentire di nuovo la musica di quel carillon.»

Si avviò verso le scale e poi si voltò agitando la mano in segno di saluto.

«A presto, amico», mormorò con un largo sorriso.

«Felice di averti conosciuta», rispose Aben con un inchino.

Poi si avvicinò per stringerle di nuovo la mano, e allora Ivy lo afferrò per ilpolso e lo ribaltò a terra facendogli fare un bel capitombolo.

«Fregato!» esclamò con la sua vocina stridula.

«Davvero davvero», ammise Aben.

Allora contorse le dita, schioccò le nocche e agitò le mani in direzione dellabambina, che immediatamente cominciò a girare su se stessa senza riuscire a

38

Page 39: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

fermarsi.

«Bastaaa!» strillò.

Fortunatamente la magia dei folletti era limitata, così l'incantesimo finì prestoe lei piombò a terra, stordita e tutta attorcigliata.

Ancora con il fiatone, guardò il folletto e gli disse: «Vedo che conosciqualche trucchetto, eh?»

Per tutto l'autunno, Ivy e Aben trascorsero il sabato e la domenicapomeriggio insieme in soffitta a organizzare scherzi ai due pensionanti. Avolte si divertivano a farli piroettare sulle loro sedie.

«Che stai facendo?» domandava loro zia Victoria, ma essi non sapevano checosa rispondere.

Oppure il folletto e la bambina calavano in sala da pranzo delle corde con ilnodo scorsoio o degli ami e acchiappavano al volo orecchini e scialli. Unavolta rubarono l'orologio con la catena del signor Tim che, per settimane,continuò a domandarsi dove fosse finito.

Rubarono anche i cappelli della signorina Sarah Day Schiacciacuscino,

39

Page 40: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

accumulandoli a uno a uno in soffitta, e poi un giorno glieli calarono in testatutti insieme.

«Non ci posso credere!» esclamò la signorina. «Guardate! I miei cappelli! Hoaddosso tutti i miei cappelli!»

Spesso Aben e Ivy si affacciavano alla finestra per guardare il bambino cheviveva nella casa accanto e fargli delle boccacce (che lui non poteva vedere).

Lo chiamavano Giacomino Buonino e scrivevano il suo nome con il dito sulvetro appannato dal loro alito. Quando erano un po' più tranquilli, se nestavano seduti e si raccontavano l'un l'altra delle storie che a volte erano veresolo in parte.

Aben, per esempio, disse che era stato scelto come Guardia delle Renne (ungrande onore!) perché quell'anno al Polo Nord era stato il miglior aiutante diBabbo Natale.

La bambina invece raccontò al folletto che la sua mamma era una ballerina eche li aveva abbandonati molti anni prima, senza mai più farsi viva. Ivyallora era troppo piccola per ricordarsela. Il papà era partito come marinaio ele mandava delle cartoline con l'immagine di delfini e conchiglie. Lefotografie della mamma erano sparite tutte e nessuno aveva il permesso diparlare di lei.

Alla fine del suo racconto, la piccola allungò la bocca in fuori, fece gli occhida rospo e disse: «Ecco, questa è la faccia di zia Victoria».

Aben l'aveva tenuto nascosto a Ivy, ma il suo ornitottero era ormai quasipronto.

Per tutto il tempo era rimasto mezzo montato in un angolo buio della soffittae lui doveva dargli solo gli ultimi ritocchi.

Era un apparecchio grandioso, un vero e proprio congegno avanzato.

Aveva delle calotte cromate, dei festoni e una bandiera. L'abitacolo era fattodi fasce di gomma, fili di seta e nettapipe. L'elica era azzurra e larga comel'estremità di un remo, le ali erano a pipistrello e su ogni punta era legato una

40

Page 41: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

nappina. Aveva programmato la partenza per l'ora di cena, contando sul fattoche i pensionanti, Ivy e zia Victoria sarebbero stati a tavola. Avrebbe superatoil cane, raggiunto la casa di Giacomino Buonino e, una volta lì, avrebbeaspettato l'arrivo di Babbo Natale.

Trascorse il pomeriggio a sistemare e lucidare il suo apparecchio, a stringereper bene tutti i dadi e i bulloni. I dadi erano quelli che usava per il brodo e ibulloni erano i viticci che aveva staccato dai grappoli del pergolato. Poi conuno straccio lucidò i paraurti finché non brillarono e alla fine tornò in soffittaa raccogliere le sue poche cose e a dire addio a quel posto.

Per cena la zia aveva preparato agnello e pane alla zucca. Non c'erano nécontorno né dolce.

«Non c'è il dolce?» rimarcò il signor Tim con aria delusa.

Zia Victoria alzò le spalle e borbottò qualcosa a proposito del fatto che ilpadre di Ivy quel mese non le aveva mandato i soldi.

«Io ce l'ho il dolce», annunciò la bambina con un'espressione furbetta, ecominciò a muovere la bocca come se stesse masticando, benché non ci fossenulla nel piatto, almeno per quanto i pensionanti potessero vedere.

«Che cosa stai mangiando?» le domandò Sarah Day Schiacciacuscino.

«Crostata di lule», rispose Ivy. «Mmmm... È buonissima.»

Fece schioccare le labbra e affondò i denti nella sua torta invisibile.

«Qualcuno ne vuole un morso?» disse sollevando la fetta per offrirla aglialtri, ma ovviamente nessuno poteva vederla.

«Insomma, che cos'hai in mano?» domandò il signor Tim.

Alla fine tutti e tre si avvicinarono per cercare di vedere la sua torta. Ivydistolse lo sguardo per non scoppiare a ridere e fu così che, attraverso lafinestra, vide il folletto sfrecciare nel cielo come un

41

Page 42: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

razzo fuori controllo, a bordo di una specie di macchina volante iper-decorata! Ma com'era possibile? Be', una cosa però era certa: quello eraAben, davvero davvero!

«Crostata di lule?» ripeté il signor Tim. Zia Victoria fece un sospiro e SarahDay Schiacciacuscino si tolse dai denti un pezzetto di agnello mormorando:«Ma…»

Intanto la bambina non riusciva a credere ai suoi occhi: vide l'ornitottero diAben fluttuare pericolosamente vicino alla finestra, voltare brusco e ripartireverso l'alto, così in alto che lo perse di vista, per poi tornare di nuovo giùscoppiettando. Vruum, vruum, puf puf puf.

«Scusatemi», disse Ivy alzandosi all'improvviso da tavola. «Devo fare unacosa, ma vi lascio queste», e tirò fuori dalle tasche tutte le sue lule.

Poi si precipitò fuori dalla porta sul retro, lasciandoli a bocca aperta.

«Emergenza! Emergenza!» strillava Aben con voce rotta. L'ornitotterosbandava e singhiozzava, le calotte fumavano, l'elica girava prima in senso

42

Page 43: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

orario, poi in senso antiorario e alla fine si fermò del tutto.

Aben e il suo apparecchio volarono sopra gli alberi e poi scesero in picchiatalungo lo steccato, colpendo tutti i paletti uno dopo l'altro come le pedine deldomino.

43

Page 44: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Quindi la macchina fece uno zigzag sopra il giardino verso i cespugli esobbalzò per un po', sbattendo di qua e di là il povero Aben che ormai noncapiva più niente, mentre le code della sua marsina svolazzavano dietro di luicome due striscioni.

«Ehilà!» gridò Ivy.

«Ehilà?» grugnì Aben.

Cercò di fare una delle sue magie, ma non gli riuscì. Il suo campo visivo eraun miscuglio pazzesco di terra e cielo. All'improvviso calò un silenzio ditomba. Le calotte smisero di fumare e l'elica si fermò. L'apparecchio per unmomento si raddrizzò e sembrò voler ripartire verso l'alto, ma poi rimasesospeso come se stesse decidendo che cosa fare, e infine precipitò in unammasso di rottami, proprio accanto al cane dei vicini.

44

Page 45: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

A quel punto ci fu un gran trambusto: il cane abbaiava e ringhiava, Aben siarrampicava e saltava da tutte le parti. Ivy avrebbe potuto dargli una mano,ma era troppo impegnata a ridere, battere le mani e lanciare foglie secche inaria.

«Vecchio folletto, sei proprio uno spasso!» gridò.

Alla fine Aben spuntò dal mucchio fumante e scoppiettante di rottamidell'ornitottero e si lanciò come un razzo verso la grondaia, terrorizzato daidenti di quel cagnaccio che gli stava alle calcagna. Non aveva mai corso cosìvelocemente in vita sua.

«Eh sì, vecchio folletto davvero», bofonchiò mentre risaliva la grondaia, tuttosporco e ammaccato, fino a raggiungere la sua soffitta.

Una volta entrato, si accorse che il bambino buono della casa accanto avevaassistito dalla finestra a quello spettacolo tremendo.

«Ehi, ma dove te ne volevi andare?» gli domandò Ivy dal giardino.

45

Page 46: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

L'ornitottero si era rivelato un fallimento.

Ora l'unica speranza di Aben era convincere Ivy a diventare buona prima diNatale.

«Per piacere», la pregò un triste pomeriggio in soffitta. Erano arrivate lepiogge di fine ottobre, e loro passavano lunghi fine settimana chiusi in casa agiocare, mentre l'acqua batteva sul tetto. «Ivy, devo tornare a casa. Hannobisogno di me al Polo Nord, ne sono sicuro. Non vuoi che Babbo Natalevenga da te? Non vuoi un regalo?»

«Sai cosa voglio per Natale?» disse Ivy. «Il morbillo, ecco cosa voglio!»

Stava ascoltando la musica del carillon.

Divenne molto silenziosa, poi triste e infine, in un improvviso impeto dirabbia, sollevò il carillon sopra la testa per scaraventarlo a terra, ma appenaprima di lanciarlo, con la coda dell'occhio vide che sotto c'era una scritta:PER EMMALINA, LA MIA DOLCE BALLERINA.

46

Page 47: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

«Oh», esclamò la bambina, e gli occhi le si riempirono di lacrime. «Questoera della mia mamma.»

Aben abbassò il tono della voce perché gli sembrava giusto in quel momentomostrare un certo rispetto (si era quasi dimenticato come si faceva).

«La tua mamma era una ballerina classica?» le domandò.

Aveva immaginato che fosse un altro genere di ballerina, di quelle chelavorano nei varietà e lanciano allegramente in aria le gambe con i tacchi aspillo. Fu allora che si ricordò della fotografia della ballerina che avevacoperto con una tovaglia per farne un tavolo, quando era approdato nellasoffitta.

«A volte», rispose Ivy, «ho la sensazione che se potessi almeno vedere la suafaccia, sapere com'era, non sarei più così capricciosa e monella.»

Le sopracciglia di Aben si sollevarono per l'inaspettata notizia.

Portò Ivy al suo tavolo e tolse la tovaglia, mostrandole la fotografia dellaballerina. La bambina la fissò. Sul vetro che la ricopriva si rifletteva il suoviso.

«Oh, pensi che sia lei?» domandò la piccola.

«Non vedo perché non dovrebbe esserlo», rispose il folletto.

Perché no? In fondo era tutta la vita che raccontava storie assurde e alcune sierano persino dimostrate vere.

47

Page 48: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

«Sì, scommetto che è lei», disse Ivy, seguendo con il dito il profilo dell'abitoe delle scarpette. «Ha un'aria così seria, così... buona, non trovi?»

Poi raddrizzò la schiena, il carillon in una mano e la fotografia nell'altra, edichiarò: «Aben, voglio diventare buona».

Il folletto, naturalmente, non aveva le idee chiare su come qualcuno potessediventare buono, ma tentò lo stesso di istruirla.

Quando Ivy attaccava con lo smalto le caramelle in faccia alla signorinaSchiacciacuscino, mentre faceva il pisolino, lui scuoteva un dito in segno dirimprovero.

«Smettila! Smettila!» la sgridava, non sapendo bene cosa dire.

E quando gli raccontò che si era intrufolata sotto il tavolo e aveva legatoinsieme i lacci delle scarpe del signor Tim, Aben le mise davanti la fotografiadella ballerina e disse: «Pensa a tua madre!»

Ma lei, in tutta risposta, alzò le spalle e fece gli occhi storti.

«Ah, maledizione», si disperò il folletto.

48

Page 49: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Il giorno della festa di Halloween, la bambina andò di sopra a trovarlo.

«Guarda che bello il mio costume! Mi sono travestita da brava bambina»,disse girando per la soffitta con indosso un grembiulino stirato di fresco, lescarpette lucide, due bei codini ordinati, una collezione di lentiggini disegnatein faccia e i libri di scuola che le penzolavano dalla spalla come le palline diun albero di Natale.

«Sì grazie, no prego, piacere di conoscerla, signore! Ho fatto tutti i compiti!»ripeteva cantilenando con una voce che non era la sua.

Non era giusto.

Aben si infilò tra i denti il mozzicone di un sigaro spento.

«Ivy, questo non significa essere buoni. Questo significa giocare a esserebuoni. Essere buoni davvero è, be'... è una cosa diversa.»

Ma nemmeno per tutto l'oro del mondo sarebbe stato capace di chiarire checosa fosse.

Ivy si accasciò per terra, accaldata e frustrata.

«Insomma, non sono buona neanche ad Halloween? Io ci rinuncio! Farestimeglio a spiegarmi che cosa vuol dire essere buoni, signor Folletto Saputello,o Babbo Natale non arriverà mai in questa casa!»

Aben avvertì un senso di oppressione, come se una pietra gli fosse stataposata sul petto.

Pensò a Babbo Natale.

«Essere buoni», cominciò tentennando, «vuol dire... dunque, vuol direscaldare il cuore agli altri.»

La bambina lo fissò con gli occhi spalancati, poi urlò: «Cavolate!»

E subito si alzò e corse via.

Quella notte uscì di casa in punta di piedi e distrusse la zucca di Giacomino

49

Page 50: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Buonino.

«Ecco fatto!» gridò, mentre il bambino, in piedi nella veranda, la guardava insilenzio.

Dopodiché scappò, lasciando i resti sparsi sugli scalini.

Quando arrivò il Giorno del Ringraziamento, l'inverno si era ormaidefinitivamente stabilito a Waterport.

I camini ardevano e la gente se ne stava davanti al fuoco a mangiare pane allozenzero fatto in casa e a bere deliziose cioccolate calde.

Aben non vedeva Ivy da diverse settimane e gli mancava un po'. Inoltre ilfreddo gli ricordava il Polo Nord e gli altri folletti, e anche loro glimancavano. Sbirciò tra le fessure del pavimento e vide che di sotto stavanomangiando un tacchino gigante.

La bambina stava parlando con la bocca piena di salsa di mirtilli, che leichiamava salsa di martelli.

«Conosco un folletto che vive in un posto segreto», disse.

«Smettila di raccontare storie», la rimproverò zia Vittoria.

«Sì, e scommetto anche che è goloso di lule!» aggiunse il signor Tim.

Sarah la ammonì con un gesto del dito.

Così Ivy smise di raccontare e ammonticchiò tutto il cibo che aveva nelpiatto, costruendo una specie di fortino dentro il quale fece camminare le suedita come se fossero persone.

«E va bene», si arrese. «Non me ne importa niente.»

Poi si alzò e se ne andò, senza aspettare che ce la spedissero per punizione.

Aben pensò che sarebbe salita in soffitta a chiacchierare e a guardare la foto,ma non arrivò. E nemmeno il giorno dopo.

50

Page 51: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Più tardi quella notte il folletto scese di sotto piano piano, portandosi dietrola fotografia della ballerina, e la posò appena dentro la camera di Ivy. Era unaspecie di regalo benché, naturalmente, quella foto fosse già sua dato che sitrovava nella sua casa. Aben, però, aveva intuito che nulla in quel postosembrava appartenerle veramente.

51

Page 52: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

4 - L’inverno

LA prima neve arrivò a metà dicembre.

Aben si svegliò e guardò fuori. I fiocchi cadevano tranquilli e graziosi.

«La neve!» disse, poi di nuovo gridò: «La neve!»

52

Page 53: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Subito si arrampicò sul tetto attraverso il buco.

Si mise a ballare e a fare gridolini di gioia, e tirò fuori anche la lingua perfarci cadere sopra i fiocchi, freddi e bagnati. Restò sul tetto tutta la mattina, inmaniche di camicia, a danzare e far festa, senza che nessuno se ne accorgesse,a parte il cane con un orecchio solo che continuava ad abbaiare e ululareindignato.

Quando rientrò, la neve gli si era accumulata in piccole montagnette sullespalle e sulla testa. Era felice perché l'inverno gli ricordava casa sua, ma nonera più abituato al freddo e, una volta in soffitta, il naso cominciò agocciolargli, gli vennero i brividi e si mise a starnutire. Aveva preso un belraffreddore di cui non si sarebbe liberato facilmente. Allora si raggomitolòdentro una valigia, sotto una coperta e sul suo cuscino e si sfregò i palmi peravere un po' di calore e di fortuna.

53

Page 54: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Si sentiva la febbre e lo stomaco sottosopra, ma non riusciva a prenderesonno e, poiché non era in grado di muovere neanche un dito, se ne rimase aletto a pensare al Natale.

Ivy aveva appeso la foto della ballerina alla parete, ma negli ultimi tempi nonle piaceva più guardarla, così la coprì con la federa di un cuscino e sopra cimise un cartello che diceva ABBASSO I FOLLETTI.

Quando zia Victoria le chiese il perché di quel cartello, lei rispose secca: «Èquello che penso».

Negli ultimi tempi se ne stava sempre chiusa in camera sua a staccare latappezzeria. Non le piaceva il freddo.

Continuava a chiedersi che cosa stesse combinando Aben in soffitta, ma sirifiutava di andare a vedere. È solo un vecchio brontolone, pensava. Ed ètalmente vanitoso!

Era la vigilia di Natale e lei stava strappando un pezzo di tappezzeria neltentativo di creare la sagoma di un elefante. Se solo fosse riuscita a fare perbene la proboscide!

54

Page 55: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Fu allora che udì gli starnuti.

«Ecciù! Ecciù!»

Non si fermavano mai. Ne contò dieci, undici, dodici.

«ECCIÙ!»

«Salute! Adesso però piantala!» strillò Ivy.

E invece gli starnuti continuarono: diciassette, diciotto...

Ivy iniziò a preoccuparsi. Aveva sentito dire che, se uno starnutiva troppo, leorecchie gli si accartocciavano come prugne secche fino a cascare, e poiqualcuno se le mangiava per colazione.

Così decise di andare di sopra a vedere come stava il folletto.

«Aben?» lo chiamò con un bisbiglio, mentre saliva in punta di piedi le scaleche portavano in soffitta.

55

Page 56: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

«Aben, sei lì?» continuò, ma non ricevette alcuna risposta, a parte glistarnuti.

«Aben?»

Quando finalmente arrivò in cima alle scale e si guardò attorno, l'unica cosache vide fu un ammasso di coperte che di tanto in tanto sobbalzava con unsonoro ecciù e poi riatterrava. La marsina con la rosa finta all'occhiellopendeva floscia dal trespolo di una casetta per le rondini e le sue scarpe,sporche e ancora umide, spuntavano da sotto il letto.

«Ma hai l'influenza!» esclamò Ivy.

Il vecchio Aben sbirciò fuori dal bordo ricamato della coperta e disse:«Davvero davvero».

La guardò con un'espressione abbattuta, poi si soffiò il naso con un fazzolettoe starnutì di nuovo.

«Bene, io so di cosa hai bisogno!» affermò la bambina. «Di una bellaminestra!»

E prima che il folletto potesse dire qualcosa, si precipitò giù dalle scale ecorse in cucina a prepararla.

Era una strana combinazione di acqua calda, cipolle e fiocchi di granoturcoche, quando zia Victoria non guardava, Ivy cosparse di zucchero e formaggiograttugiato. Poi portò il miscuglio ad Aben dentro una grossa tazza fumante,che lui prese tra le mani e iniziò a sorseggiare.

56

Page 57: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

«Grazie», mormorò. «Sei così buona.»

«Davvero?» si stupì Ivy, domandandosi se quello che aveva fatto avessescaldato il cuore di Aben.

Il folletto sorrise e sprofondò di nuovo nel letto.

«Aben, lo sai che giorno è oggi?» domandò, improvvisamente allegra e pienadi speranza.

«È la vigilia di Natale: le parole più belle del mondo.»

Ma lui rimase imbronciato e silenzioso, con gli occhi che gli lacrimavano pervia della minestra calda.

Così Ivy si alzò e tornò di sotto.

***

57

Page 58: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Intorno a mezzanotte il folletto si alzò e si vestì di tutto punto.

Dopo averli indossati per un anno intero, i suoi abiti erano ormai sgualciti econsumati, ma rimanevano sempre i più belli che aveva.

Nonostante gli mancassero le forze, riordinò la soffitta come un gentiluomoche si prepara a lasciare le sue stanze. Si infilò i guanti e un cappello che siera fatto con una vecchia calza di lana e, dopo aver detto addio con un cennodel capo al suo piccolo appartamento, si arrampicò sul tetto e iniziò a scrutareil cielo in attesa della slitta di Babbo Natale.

La febbre gli era scesa, ma non si sentiva ancora in forma. Si mise a sedere,stretto nella giacca e con la cravatta tutta arrotolata intorno al collo per starepiù caldo, e gli venne un po' di malinconia. Il bambino della casa accantodormiva, lo vide attraverso la finestra della sua camera. Sembrava proprio unangelo.

Aben fece un sospiro e il cane guardò verso di lui ringhiando.

Poi sentì una voce: «Accidenti a te, folletto rampicante! Ma dove ti seicacciato?»

58

Page 59: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Era Ivy, che stava salendo anche lei sul tetto.

Indossava un vecchio giaccone buttato sopra il pigiama e un buffo cappellinovaporoso che le scivolava giù da un lato. Si sedette accanto a lui e insiemeguardarono il cielo, dove c'erano le stelle e le nuvolette bianche dei lororespiri.

«Aben, Babbo Natale non si fermerà mai su questo tetto.»

Il folletto tirò fuori il vecchio mozzicone di sigaro dalla tasca della giacca einiziò a mordicchiarlo. Non diceva una parola, guardava solamente le stelleche si accendevano e si spegnevano a intermittenza.

«Andiamo», disse Ivy all'improvviso, «ho un'idea.»

Si alzò, prese Aben per mano e si diresse verso la grondaia.

«C'è un cane... ehm... c'è un cane laggiù», bofonchiò lui spaventato.

«Quel vecchio ammasso di pelo?» chiese Ivy beffarda. «Avanti, non ho pauradi lui.»

«Dove stiamo andando?» domandò Aben, ma la bambina gli afferrò dinuovo la mano e insieme si calarono dalla grondaia, che era bella scivolosaper via del ghiaccio che la ricopriva.

Una volta arrivati giù, lo condusse attraverso il giardino verso la casa deivicini. Il cane li vide e si mise ad abbaiare e ringhiare, facendo un granbaccano. Le sue zanne luccicavano come ghiaccioli. Ivy si piazzò davanti alui e lo fissò con aria decisa.

«Ah, sei proprio una nullità», gli disse.

Il cane, preso alla sprovvista da quelle parole, smise immediatamente diabbaiare e si rintanò dietro una montagnetta di neve a riflettere sulla sua vita.

«Andiamo!» bisbigliò Ivy, e come due fulmini raggiunsero la casa dei vicini.«Saltami in spalla, presto!»

Aben obbedì e la bambina iniziò la scalata.

59

Page 60: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Il fianco della casa era ricoperto da una vecchia pianta rampicante ormaisecca e senza foglie, ma abbastanza resistente perché Ivy ci si potesseappendere come a una corda.

Quando arrivò in cima, tirò su le gambe e si spinse sopra il tetto.

Poi rimasero seduti per un po' a prendere fiato.

«Bene», disse contenta.

«Bene davvero davvero», rispose il folletto sorridendole.

«Giacomino Buonino abita in questa casa, come già sai», aggiunse Ivy. «Orapuoi stare sicuro che tornerai a casa, basta che non ti muovi da qui.»

Poi lo guardò intensamente e il suo viso era amorevole e pieno di luce, anchese nascosto dal cappello.

«Grazie di cuore, sei stata coraggiosa e... ehm... generosa», affermò Aben.

In lontananza nella notte si sentirono tintinnare i campanelli di una slitta. Ilfolletto avvertì un piccolo nodo in gola e si frugò le tasche in cerca delmozzicone di sigaro.

«Sì, be'...» rispose Ivy, strofinandosi i palmi sul giaccone.

Lo scampanellio era sempre più vicino e forte.

«Adesso devo proprio andare. Se Babbo Natale mi vedesse, potrebbe anchedecidere di non fermarsi. Addio e Buon Natale.»

«Aspetta!» gridò Aben.

La bambina si voltò e aspettò.

«Cosa c'è?»

«Volevo dirti che, be'...»

Tossì e aggiunse: «Mi hai insegnato delle cose».

60

Page 61: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

«Dici sul serio?»

«Sì, mi hai insegnato a non fare mai affidamento sulla magia pasticciona deifolletti, specialmente quando c'è un cane nei paraggi. E mi hai insegnato anon credermi sempre così meraviglioso. E poi... mi hai insegnato questo.»

Aben improvvisò una danza frenetica, che in realtà lei non gli aveva maiinsegnato.

Ivy scosse un dito e sorrise.

«Be', spero che avrai almeno imparato a comportarti come si deve. Ho fattouna gran fatica a insegnartelo!»

«Davvero davvero», disse Aben aggiustandosi la cravatta.

I campanelli della slitta risuonavano nell'aria come un avvertimento.

Ivy diede al folletto un piccolo bacio frettoloso sulla guancia, poi si voltò etornò giù aggrappandosi al rampicante. Aben la guardò mentre attraversava ilgiardino.

«Aspettami l'anno prossimo!» gridò, ma Ivy non rispose, entrò in casa echiuse la porta.

61

Page 62: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

Allora Aben alzò lo sguardo: la slitta era ormai vicinissima e il vocione dabaritono di Babbo Natale stava dicendo: «Oh-oh-oh! L'ultima tappa distanotte è qui, nella casa di questo bravo bambino. Fermo, Dasher!»

E con un tonfo la slitta atterrò sul tetto.

Babbo Natale scese e vide Aben.

«Ah, eccoti! Quanto ci sei mancato! È qui che ti sei distratto e sei rimastobloccato per tutto un anno? Salta a bordo, che noi andiamo e torniamo in unbaleno.»

Babbo Natale e due piccoli folletti aiutanti si calarono giù dal camino, feceroquello che dovevano fare e in un batter d'occhio erano già di ritorno.

«Andiamo! Andiamo!» strillavano i folletti. «Abbiamo finito! Si torna alPolo!»

Finalmente, Aben stava tornando a casa, davvero davvero.

Si sistemò comodamente nel retro della slitta e, quando questa si sollevò epassò sopra la casa di Ivy, sospirò, si appoggiò indietro e chiuse gli occhi.Non avrebbe mai dimenticato quella bambina anche se, nella realtà, spesso cisi dimentica degli altri.

«Fermi tutti», disse Babbo Natale all'improvviso.

Ricontrollò i punteggi delle sue pagelle e fece fare dietro-front alla slitta.

«Dobbiamo tornare dove eravamo prima!» ordinò. «Aben, ti spiacerebbe farela guardia alle renne? Abbiamo dimenticato qualcuno.»

62

Page 63: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

63

Page 64: Lorrie Moore - Il Folletto Distratto e La Bambina Capricciosa

I nostri suggerimenti Phyllis Theroux La magia della neve M. Scott PeckL'incanto di un fiocco di neve Neale Donald Walsch La piccola anima e ilsole Finito di stampare nell'ottobre 2009 presso la Mondadori Printing S.p.A.Stabilimento N.S.M. di Cles (TN) Printed in Italy

64