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LUNDQUIST – Via San Maurilio 23/P.zza Borromeo | 20123 Milan | Tel +39 02 3675 4126 | www.lundquist.it employer branding online awards lundquist . lundquist . measure . manage . change Crisi per il mercato del lavoro, crisi per la comunicazione Investire in employer branding online in tempo di recessione serve a creare fiducia nei mercati e migliorare la propria reputazione come datori di lavoro presso potenziali candidati e dipendenti, ma le società italiane sembrano ignorarlo. Lo scenario online è fermo a due anni fa e i social media rimangono territori inesplorati. 5 Novembre 2012 L’Italia fallisce la sfida dell’employer branding online: mentre chi cerca lavoro non si accontenta più soltanto di visitare i siti corporate delle società, ma vuole interagire attraverso i social media e trovare informazioni in mobilità, le aziende italiane continuano ad offrire soltanto le informazioni di base rispetto a carriera e inserimento in azienda, faticando a rinnovarsi nei modi di comunicare con i migliori talenti sul mercato del lavoro. Il primo posto delle 100 società italiane analizzate dalla ricerca Lundquist come miglior comunicazione online per l’employer branding va alla società emiliana Gruppo Hera, seguita da Telecom Italia e Eni; a livello europeo è Allianz a spuntarla, ma la competizione è molto più livellata verso l’alto. È una situazione senza alcun progresso rispetto a quella mappata dal primo studio di due anni fa quella che emerge dalla seconda edizione dell’Employer Branding Online Awards Italy 100, pubblicato oggi dalla società di consulenza Lundquist: la maggior parte delle società italiane non sfruttano le potenzialità dei canali digitali per comunicare il proprio valore come datori di lavoro presso i dipendenti attuali e soprattutto potenziali. Soltanto una manciata di esse riescono ad essere competitive in tutti gli aspetti valutati dall’analisi, inserendosi a testa alta in uno scenario europeo, pur nella generale assenza di chiare strategie legate allo sfruttamento dei social media. “La maggior parte delle società italiane è legata a un concetto tradizionale di recruitment che viene dal mondo offline. Fare employer branding non significa solo pubblicare eventuali posizioni aperte, ma creare un valore duraturo per tutta l’azienda comunicando che cosa significa lavorare per quella società, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dai media digitali”, dichiara Joakim Lundquist, fondatore dell’omonima società. Giunta alla sua seconda edizione, la ricerca ha preso in considerazione le 100 maggiori società per dipendenti e fatturato in Italia, includendo aziende quotate, private, pubbliche e straniere con sede in Italia, analizzandone la qualità dell’employer branding online tramite un protocollo di valutazione creato anche sulla base delle esigenze emerse tramite un questionario somministrato a oltre 420 professionisti e potenziali candidati di 57 paesi diversi. Gruppo Hera vince ottenendo 79,25 punti su 100 e Telecom Italia si posiziona al secondo posto con 72 punti. Terza, ma già con un sensibile distacco, Eni, con 57,25 punti. Lundquist Employer Branding Online Awards Italy 100 2 nd Edition 1 Employer Branding Online Awards 2012 2a edizione della ricerca annuale dedicata alla comunicazione online dell’employer branding 100 società analizzate (quotate, private, pubbliche e straniere con sede in Italia) Nuovo protocollo di valutazione di 57 criteri per un totale di 100 punti Oltre 420 risposte da 57 diversi paesi a un questionario somministrato a professionisti e potenziali candidati Secondo i 6 pilastri sviluppati da Lundquist, un’efficace comunicazione dell’employer branding deve essere: esaustiva, integrata, user friendly, attrattiva, concreta e personalizzata Top 10 Italy Employer Branding Online Awards 2012 (punteggio massimo = 100 punti) 1 Gruppo Hera 79,25 2 Telecom Italia 72 3 Eni 57,25 4 Luxottica 54 5 Pirelli 51,5 6 Terna 51,25 7 Hewlett Packard Italia 51 8 Intesa Sanpaolo 50,75 9 Benetton Group 50 10 Indesit Company 48,75

Lundquist Employer Branding Online Awards Italy 100 · 2012-11-05 · Lundquist Social Media Awards: Per un approfondimento sul tema social media e recruitment si veda la ricerca

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LUNDQUIST – Via San Maurilio 23/P.zza Borromeo | 20123 Milan | Tel +39 02 3675 4126 | www.lundquist.it

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Crisi per il mercato del lavoro, crisi per la comunicazione

Investire in employer branding online in tempo di recessione serve a creare fiducia nei mercati e migliorare la propria reputazione come datori di lavoro presso potenziali candidati e dipendenti, ma le società italiane sembrano ignorarlo. Lo scenario online è fermo a due anni fa e i social media rimangono territori inesplorati.

5 Novembre 2012

L’Italia fallisce la sfida dell’employer branding online: mentre chi cerca lavoro non si accontenta più soltanto di visitare i siti corporate delle società, ma vuole interagire attraverso i social media e trovare informazioni in mobilità, le aziende italiane continuano ad offrire soltanto le informazioni di base rispetto a carriera e inserimento in azienda, faticando a rinnovarsi nei modi di comunicare con i migliori talenti sul mercato del lavoro.

Il primo posto delle 100 società italiane analizzate dalla ricerca Lundquist come miglior comunicazione online per l’employer branding va alla società emiliana Gruppo Hera, seguita da Telecom Italia e Eni; a livello europeo è Allianz a spuntarla, ma la competizione è molto più livellata verso l’alto.

È una situazione senza alcun progresso rispetto a quella mappata dal primo studio di due anni fa quella che emerge dalla seconda edizione dell’Employer Branding Online Awards Italy 100, pubblicato oggi dalla società di consulenza Lundquist: la maggior parte delle società italiane non sfruttano le potenzialità dei canali digitali per comunicare il proprio valore come datori di lavoro presso i dipendenti attuali e soprattutto potenziali. Soltanto una manciata di esse riescono ad essere competitive in tutti gli aspetti valutati dall’analisi, inserendosi a testa alta in uno scenario europeo, pur nella generale assenza di chiare strategie legate allo sfruttamento dei social media.

“La maggior parte delle società italiane è legata a un concetto tradizionale di recruitment che viene dal mondo offline. Fare employer branding non significa solo pubblicare eventuali posizioni aperte, ma creare un valore duraturo per tutta l’azienda comunicando che cosa significa lavorare per quella società, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dai media digitali”, dichiara Joakim Lundquist, fondatore dell’omonima società.

Giunta alla sua seconda edizione, la ricerca ha preso in considerazione le 100 maggiori società per dipendenti e fatturato in Italia, includendo aziende quotate, private, pubbliche e straniere con sede in Italia, analizzandone la qualità dell’employer branding online tramite un protocollo di valutazione creato anche sulla base delle esigenze emerse tramite un questionario somministrato a oltre 420 professionisti e potenziali candidati di 57 paesi diversi.

Gruppo Hera vince ottenendo 79,25 punti su 100 e Telecom Italia si posiziona al secondo posto con 72 punti. Terza, ma già con un sensibile distacco, Eni, con 57,25 punti.

Lundquist Employer Branding Online Awards Italy 1002nd Edition

1

Employer Branding Online Awards 2012

2a edizione della ricerca annuale dedicata alla comunicazione online dell’employer branding

100 società analizzate (quotate, private, pubbliche e straniere con sede in Italia)

Nuovo protocollo di valutazione di

57 criteri per un totale di 100 punti

Oltre 420 risposte da 57 diversi paesi a un questionario somministrato a professionisti e potenziali candidati

Secondo i 6 pilastri sviluppati da Lundquist, un’efficace comunicazione dell’employer branding deve essere: esaustiva, integrata, user friendly, attrattiva, concreta e personalizzata

Top 10 ItalyEmployer Branding Online Awards 2012(punteggio massimo = 100 punti)

1 Gruppo Hera 79,25

2 Telecom Italia 72

3 Eni 57,25

4 Luxottica 54

5 Pirelli 51,5

6 Terna 51,25

7 Hewlett Packard Italia

51

8 Intesa Sanpaolo

50,75

9 Benetton Group

50

10 Indesit Company

48,75

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Soltanto le prime 8 società in classifica ottengono più di 50 punti sui 100 disponibili, punteggio che contraddistingue un sito di buon livello. La media italiana è di soli 28 punti, contro i 31 della prima edizione della ricerca, risalente al 2010.

LO sCEnArIO EUrOPEO

I risultati italiani vanno analizzati anche nel contesto della ricerca Lundquist Employer Branding Online Awards Europe 100, che prende in considerazione le 100 società più importanti in Europa (incluse nell’indice FTsE Eurotop 100): Allianz si è classificata prima con 72,5 punti su 100, seguita da Telecom Italia con 72 e da Centrica con 67,75. La media europea, di 46 punti, è superiore di ben 18 punti rispetto a quella italiana e denota una generale attenzione verso l’employer branding online da parte di tutte le aziende: sono infatti ben 40 le società ad ottenere più di 50 punti nella classifica.

La ricerca ha preso in considerazione una vasta gamma di informazioni, contenuti e funzionalità dedicate a chi cerca lavoro, presenti sia sui siti delle aziende nelle sezioni “carriere”, sia sui social media. Il nuovo protocollo d’analisi, oltre che essere più esigente rispetto alla prima edizione della ricerca (2010), ha visto anche l’introduzione di un sistema di “penalty point” per penalizzare le società che, pur presentando le informazioni richieste, lo fanno in modo poco usabile e intuitivo.

tTop 10 EuropeEmployer Branding Online Awards 2012(punteggio massimo = 100 punti)

1 Allianz (DE) 73,25

2 Telecom Italia (IT) 72

3 Centrica (GB) 67,75

4 Société Générale de France (FR) 67,5

5 Novo Nordisk (DK) 65

6 = BMW Group (DE) 64,5

6 = Roche (CH) 64,5

8 BP (GB) 63,5

9 Crédit Agricole (FR) 63,25

10 Holcim (CH) 62

19 Eni 57,25

36 Intesa Sanpaolo 50,75

57 Assicurazioni Generali 43,25

68 UniCredit 41

69 Enel 40,25

77 Tenaris 37

CHE COsA CHIEDOnO I CAnDIDATI: IL sOnDAGGIO LUnDQUIsT sULL’EMPLOYEr BrAnDInG

I siti delle aziende non sono più il luogo privilegiato da visitare per cercare lavoro online, superati per gradimento dai portali di recruitment come Monster.com e dalla galassia dei social network, sia professionali (LinkedIn su tutti) che generalisti.

È questa la principale evidenza rilevata dal Lundquist Employer Branding survey 2012, questionario online che ha raccolto più di 420 risposte da parte di professionisti di 57 diversi paesi, contribuendo alla definizione del nuovo protocollo di valutazione dei siti delle aziende analizzate.

Stiamo assistendo ad una significativa crisi per le sezioni “carriere” dei siti delle aziende: se da una parte latitano proprio le posizioni aperte da promuovere, segno tangibile di un mercato del lavoro che stenta a riprendersi a tutti i livelli, dall’altra i contenuti (pochi) di employer branding che vengono pubblicati sono percepiti spesso come poco credibili e concreti, troppo “pubblicitari”.

“Chi cerca lavoro oggi non si accontenta più solo di trovare le informazioni di base sull’azienda e sulle posizioni offerte, ma chiede innanzitutto informazioni credibili, concrete e utili, e la possibilità di poter interagire anche nei modi e nei luoghi che sono propri della comunicazione online della cosiddetta era “soLoMo” (social, Local, Mobile), afferma Cristiano Poian, responsabile della ricerca e digital strategist di Lundquist.

Altri risultati significativi che sono emersi dal questionario Lundquist sull’employer branding:

>> Gli utenti sono generalmente frustrati dall’esperienza d’utilizzo dei siti aziendali: in particolar modo le sezioni dedicate alla candidatura online sembrano progettate per semplificare la vita soltanto ai responsabili delle assunzioni e non a chi cerca lavoro

>> La frustrazione è generata anche dalla generale scarsa presenza delle aziende sui social media

>> C’è un diffuso sospetto che le aziende non siano del tutto trasparenti e aperte nel descrivere le opportunità lavorative

Lundquist Employer Branding Survey 2012

I risultati del questionario sono stati alla base della definizione del protocollo di valutazione

Risposte da 420 professionisti da 57 diversi paesi

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Il protocollo di valutazione messo a punto per questa seconda edizione dello studio ha dunque tenuto conto di queste esigenze, andando ad indagare nel dettaglio, oltre che il tema della trasparenza rispetto alle posizioni aperte, l’esperienza d’uso dei siti e la presenza delle aziende sui social media per tematiche relative al recruitment.

sOCIAL MEDIA E MOBILE: LE sOCIETA’ ITALIAnE AnCOrA AssEnTI

La ricerca Lundquist sull’ employer branding dimostra che le principali società italiane si trovano maggiormente in difficoltà proprio rispetto al bisogno degli utenti di interagire tra di loro e con le aziende sui social media. Un’esigenza che contraddistingue un contesto competitivo in costante evoluzione, in cui accaparrarsi i migliori talenti, in uno scenario globale, risulta sempre più difficile.

Le società italiane faticano a comprendere l’importanza di essere presenti su un social network professionale come LinkedIn (solo il 38% delle aziende dispone almeno di un profilo di base, e questo spesso è generato dalla piattaforma in modo automatico), e addirittura soltanto il 3% delle aziende analizzate utilizzano altri canali social per finalità di employer branding, dimostrando una scarsa creatività a livello di pianificazione strategica. In Europa, invece, un’azienda su quattro utilizza diversi social network per dialogare con i potenziali candidati, tra cui Facebook e Twitter.

Tutta da costruire, allo stesso tempo, la strategia mobile per le aziende italiane a livello di presenza corporate: soltanto il 7% delle società osservate offronoal navigatore qualche tipo di esperienza fruibile da dispositivi mobile; troppo poco, dato che il questionario Lundquist sull’employer branding ha rilevato che il 34% degli utenti naviga con dispositivi diversi dal PC (20% smartphone e 14% tablet).

Anche in questo caso, siamo ancora piuttosto lontani dal caso Allianz, che vince la classifica europea anche grazie ad un sito progettato completamente secondo il paradigma del responsive design, ovvero pensato per essere visualizzato ad ogni risoluzione (PC, tablet, smartphone). Delle italiane sotto esame, soltanto Telecom ha da poco iniziato un percorso di transizione che porterà al redesign dell’intero sito corporate secondo la modalità “responsive”.

“Le società devono iniziare a parlare con chi cerca lavoro in modo diverso dal resto degli altri target, strutturando le informazioni e i contenuti in modo specifico e costruendo il dialogo anche sui cosiddetti earned media, i social network.” – dichiara Cristiano Poian, responsabile employer branding in Lundquist – “L’Italia deve colmare una serie di gap, e progettare in ottica di responsive design potrebbe aiutare le società a recuperare il terreno perso, semplificando la distribuzione di nuovi contenuti anche sul mobile”, continua Poian.

Which of the following resources have you actually used as a jobseeker and found to be most effective for your search?*

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%

Online job boards

Word of mouth

Corporate websites

Information from employees

Recruiting agenciesI know

58%

45%

45%

41%

26%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Fair, transparentemployment policies

Clean human rights record

Cares for the

Contributes to

environment

good causes

49%33%

38%32%

23%34%

16%34%

Most influentialVery influential

To what extent do the following statements influence your perception of an employer?

Fonte: Questionario Lundquist Employer Branding Online Awards 2012 * Possibilità di risposte multiple

Lundquist Social Media Awards:

Per un approfondimento sul tema social media e recruitment si veda la ricerca Lundquist sulle piattaforme di professional networking.

Per maggiori informazioni si veda il sito www.lundquist.it

La sezione carriere del sito Allianz.com, fruibile da tutti gli schermi

3

I risultati chiave del questionario 2012

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PUnTI DI FOrZA E DI DEBOLEZZA

Uno sguardo più da vicino dimostra che c’è molta strada ancora da fare per le società italiane per comunicare con successo il proprio employer branding.

BACK... TO BAsICs!

Le note stonate, tuttavia, non provengono soltanto dalla difficoltà di tener testa alle tendenze più attuali. Lo studio ha messo in luce anche che le società italiane sono preoccupantemente “ferme” di fronte ad alcune esigenze fondamentali di chi cerca lavoro online, espresse già in occasione del primo questionario Lundquist sull’employer branding risalente al periodo 2009-2010.

Per ogni società che ha migliorato il proprio punteggio rispetto alla precedente edizione, ce ne sono tre che lo hanno invece peggiorato, anche a causa di un modello di valutazione più esigente.

Se gli attuali siti risultano mediamente discreti a livello di presentazione dei contenuti e di navigabilità delle sezioni “carriera”, i risultati si fanno invece insufficienti se ci si concentra sulle informazioni che le società forniscono su di sè e sulle proprie attività a chi cerca lavoro (“Company information”), e sui contenuti utili per gli interessati “prima” di procedere alla candidatura online (“Before applying”).

Inadeguati anche i contenuti relativi alla responsabilità sociale d’impresa collegata al mondo del lavoro, soprattutto se confrontati con quelle che sono le esigenze espresse dal mercato dei potenziali candidati (tanto in Italia quanto, sorprendentemente, nel resto d’Europa): il questionario Lundquist sull’employer branding 2012 ha infatti evidenziato che le aziende che riescono a raccontare in modo concreto e diretto i loro programmi relativi alla responsabilità sociale e all’etica anche nella sezione carriere, con un taglio adeguato al target specifico, hanno maggiori possibilità di attirare nuovi talenti e di trattenere i propri dipendenti.

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Etica eresponsabilità sociale

Prima di candidarsi

Informazionisull’azienda

Social media

32%38%

25%42%

25%

50%Media ItaliaMedia Europa

50%

38%

38%50%

I punteggi medi delle società italiane confrontati con quelli europei per alcune delle sezioni più “critiche” della ricerca.

I puntI negatIvI…

>> Meno del 30% presentano informazioni sulla società nella sezione “carriere” scritte con un taglio specifico per chi cerca lavoro, in modo da farsi conoscere in modo chiaro e diretto

>> per quasi l’80% delle aziende analizzate, i temi relativi a compensi, benefit e bonus per i dipendenti sono totalmente ignorati sul sito web

>> Nonostante il questionario Lundquist per i jobseeker abbia evidenziato come ci sia molta attenzione nei confronti delle tematiche relative alla responsabilità sociale nel momento in cui si valuta l’opportunità di una candidatura, soltanto il

12% delle società dedica spazio a tali argomenti all’interno della sezione carriere

>> Solo una società su tre spiega nel dettaglio e con esempi concreti quali sono le caratteristiche cercate per i propri profili professionali

>> Solo il 4% utilizza il video per la comunicazione online su tematiche che non siano quelle legate alle testimonianze dei dipendenti

>> Nell’anno delle infografiche, soltanto il 17% delle società utilizzano forme “visive” per presentare dati in modo più leggibile e con maggior appeal. La forma testuale prevale ancora in modo schiacciante

>> più dell’80% non dispone di alcun tipo di presenza mobile

>> Solo il 3% delle società in classifica usa social media di carattere non direttamente “professionale” (per es. Facebook) per l’employer branding

e quellI poSItIvI:>>

quasi il 50% delle società presenta la propria mission e i propri valori anche all’interno della sezione carriere del proprio sito corporate

>> Il tema della formazione in azienda è affrontato da molti

(37%)

>> quasi un quarto delle società analizzate cerca di spiegare quali sono i possibili sviluppi di carriera una volta entrati a far parte dell’azienda

>>Il 47% delle aziende hanno siti usabili e con una navigazione chiara e comprensibile

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LE sOCIETA’ sUL PODIO

In netta controtendenza rispetto alla situazione generale italiana, le due società che si piazzano ai primi posti dei Lundquist Employer Branding Online Awards dimostrano di aver investito con grande maturità nel proprio employer branding online anche in tempo di crisi del mercato lavorativo, migliorando nettamente i punteggi ottenuti nello studio del 2010.

Telecom Italia passa da 58 punti su 100 del 2010 (6° posto) a 72, che le valgono il 2° posto in classifica. Gruppo Hera fa addirittura meglio, migliorandosi di 18,75 punti, balzando dai 60,5 della prima edizione (4° posto) ai 79,25 dell’attuale (1°).

In questo modo si aggiudica anche il titolo di “Best Improver”, seguita in questo caso da supermarkets Italiani – Esselunga, che migliora di 14,75 punti la valutazione della prima edizione, passando da 27 a 41,75 punti su 100.

Sia Telecom Italia sia Gruppo Hera raggiungono buoni risultati in quasi tutti i criteri di valutazione, e dispongono di tutte le informazioni richieste dal protocollo di analisi.

Gruppo Hera si fa notare per aver soddisfatto pienamente tutti i requisiti di valutazione relativi alle modalità con cui la società deve fornire informazioni relativamente alla propria organizzazione e alle proprie aree di business, ai benefit e percorsi di carriera possibili e al rispetto dei valori di etica e responsabilità sociale in azienda (28,5 punti su 28,5 assegnabili).

Il terzo posto viene conquistato da Eni, che perde 4,75 punti rispetto al 2010, scendendo dunque da 62 a 57,25. Nella prima edizione dei Lundquist Employer Branding Online Awards il principale gruppo petrolifero italiano aveva ottenuto il secondo posto, a pari merito con UniCredit.

La pagina principale della sezione carriera del sito di Gruppo Hera1

Homepage area recruitment di Telecom Italia 2

Sezione “Lavora con Noi” di Eni 3

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nOn sOLTAnTO OMBrE

Nonostante i risultati poco brillanti ottenuti nella classifica generale, che valuta la qualità dell’employer branding nel suo complesso, e quindi rispetto ad una vasta serie di contenuti e informazioni che devono essere presenti sul sito web di un’azienda, vi sono tuttavia altre società che possono essere indicate come buoni esempi per quanto riguarda alcuni singoli aspetti della propria comunicazione di brand verso chi cerca lavoro.

Va ad esempio citata Indesit, che pur piazzandosi al decimo posto della classifica generale con 48,75 punti sui 100 disponibili, si distingue per l’originalità della comunicazione audiovisiva, per la navigazione e per l’usabilità.

Da notare anche il buon risultato di Benetton, la migliore per la sottosezione “Searching for vacancies”, che racchiude i criteri dedicati nello specifico alla proposta delle posizioni aperte in azienda e alle funzionalità correlate (contatti, alert, tool di ricerca). Buona anche la performance della società nell’intera categoria di valutazione “Application process” - che valuta ogni aspetto dell’esperienza dell’utente prima, durante e dopo la candidatura - subito dietro alle prime della classe Hera e Telecom Italia.

Indesit fa dei video uno dei perni del proprio employer branding online

Il processo di selezione spiegato da Benetton

IL PrOTOCOLLO 2012

Il protocollo di analisi quest’anno ha valutato nel dettaglio tramite un test pratico anche il processo di candidatura ad una posizione lavorativa, mettendo in luce come questa parte rappresenta di solito uno dei punti deboli delle sezioni carriera dei siti aziendali a livello di esperienza per l’utente.

Anche in questo caso, vi sono delle società che invece si distinguono in modo positivo per la qualità della user experience offerta ai candidati. E’ ad esempio il caso di De’ Longhi, che propone una registrazione/candidatura tutta in una schermata, che non richiede di dover compilare molte informazioni superflue (caratteristica comune alla maggior parte dei siti analizzati) e permette di caricare in modo semplice il proprio CV.

Molto buona anche l’esperienza d’uso del processo di candidatura della già citata Indesit, fatto di campi di input dimensionati in modo generoso e di aiuti espliciti alla compilazione che prevengono quanto possibile gli inevitabili errori.

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I sEI PILAsTrI DELL’EMPLOYEr BrAnDInG sECOnDO LUnDQUIsT

La ricerca Lundquist Employer Branding Online Awards si basa su sei capisaldi che rappresentano i pilastri di un’efficace employer branding sui canali digitali, frutto di numerosi anni di lavoro sulla strategia web al fianco delle maggiori aziende europee. Di seguito, un confronto sulla media dei punteggi italiani ed europei, ricalcolati sulla base dei sei pilastri comunicativi, che dimostra una volta ancora il gap da colmare.

I SeI pIlaStRI Dell’eMploYeR BRanDIng

1. Esaustività La sezione carriere del sito deve soddisfare le esigenze informative del visitatore senza costringerlo a cercare contenuti altrove

2. Integrazione Il sito deve funzionare come un tutt’uno, fornendo link di approfondimento tra le diverse sezioni (CSR, Corporate Governance, IR, ecc.) e altri luoghi dell’ecosistema digitale dell’azienda (per es. social media)

3. User friendliness Il sito deve parlare la lingua dell’utente, essere usabile e facile da comprendere in termini di navigazione e linguaggio

4. Attrattività Il sito deve utilizzare una serie di strumenti multimediali (video, immagini, grafici) per attirare l’utente e coinvolgerlo in una narrazione dinamica

5. Concretezza Gli utenti pretendono fatti misurabili, dati pertinenti e supportati da testimonianze credibili. Messaggi marketing e troppa autoreferenzialità vanno evitati

6. Targetizzazione L’area carriere del sito parla ad un target di utenti specifico. I contenuti vanno dunque pensati in quest’ottica, e non semplicemente linkati o replicati da altre sezioni che hanno audience professionali differenti (per es. investitori o esperti di CSR)

7

40

60

80

100

20

Esaustività

Integrazione

User friendliness

Attratività

Concretezza

Targetizzazione

Media europea

Media italiana

LA METODOLOGIA DELLA rICErCA

Il protocollo con cui sono stati valutati i siti delle 100 società italiane è costituito di 57 criteri, divisi in 13 sezioni, per un totale di 100 punti assegnabili. Il peso maggiore è stato assegnato alla macro-area “Application process”, vero e proprio centro nevralgico di ogni sito dedicato al recruitment, che contiene la valutazione di tutti i contenuti e le funzionalità dedicate all’esperienza di candidatura vera e propria.

Il criterio “Commendable information” non rientra invece in alcuna delle macro-aree precedentemente citate, e viene utilizzato per premiare con un punto “bonus” eventuali contenuti o funzionalità meritevoli di nota che non sono incluse negli altri criteri del protocollo.

Rispetto al protocollo di valutazione utilizzato per la prima edizione dello studio, oltre alla presenza di un’inedita macro-area di valutazione dedicata esclusivamente a social media ed esperienza di utilizzo sui canali mobile, i principali cambiamenti hanno interessato i criteri relativi all’area “Proposition”, che nella nuova ricerca hanno verificato più puntualmente la presenza delle informazioni richieste all’interno della sezione

PROPOSITION

Sezione Criteri Punteggiomassimo

A Company information 6 10,5

B Benefits 6 11,5

C Ethics and responsibility 4 6,5

16 28,5

APPLICATION PROCESS

Sezione Criteri Punteggiomassimo

G Landing page communication 4 4

H Usability and navigation 5 7,5

I Visual communications 3 5

J Interactivity 3 2,5

15 19

USER EXPERIENCE

Sezione Criteri Punteggiomassimo

K Mobile experience 2 3,5

L Social media 3 6,5

5 10

M Commendable information 1 1

TOTAL 57 100

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carriere del sito internet delle società, richiedendo che tali contenuti fossero redatti con un taglio specifico per il target dei visitatori interessati a conoscere l’azienda da questa prospettiva.

La ricerca Employer Branding Online Awards 2012 ha visto inoltre l’introduzione del concetto di penalty point all’interno del protocollo di valutazione, un’innovazione nella metodologia di analisi mirata ad ottenere un maggior controllo anche sulle componenti qualitative della comunicazione, oltre che su quelle più meramente quantitative (presenza o meno di un’informazione).

lunDquISt ReSeaRCH SeRIeS

La ricerca Employer Branding Online Awards da parte di una serie di ricerche dedicate a valutare la qualità della comunicazione online delle maggiori aziende italiane ed internazionali.

Sulla base dell’esperienza maturata con le nostre ricerche forniamo analisi e linee guida per migliorare la qualità della comunicazione online.

Grazie al nostro approccio user-centred e integrato delle diverse aree di comunicazione aziendale aiutiamo le aziende ad identificare i propri obiettivi e le proprie priorità in termini di employer branding online.

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Lundquist è una società di consulenza strategica specializzata nella comunicazione corporate online, con una forte expertise nella comunicazione dei contenuti finanziari, CSR, Employer Branding e social media. La società rappresenta la società di consulenza svedese Halvarsson & Hallvarsson in Austria, Italia e Svizzera. Forte della sua esperienza e attività di ricerca, Lundquist propone modelli sulla base dei quali definire strategie di comunicazione digitale, anche sui social media.

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Cristiano poian

Responsabile ricerca Employer Branding Online Awards e digital strategist

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Per ordinare una copia dell’Employer Branding Online Awards Re-port 2012 o per richiedere una valutazione del proprio sito scrivere a: [email protected]

La penalità, equivalente alla decurtazione di mezzo punto, può essere assegnata per ogni criterio nel caso di:

>> evidente problema di architettura informativa (l’informazione richiesta è presente ma si trova in un punto dell’alberatura poco intuitivo o etichettato in modo del tutto fuorviante per l’utente)

>> problema di usabilità (la funzionalità analizzata non è di semplice utilizzo, è nascosta o presenta delle forti criticità per l’utente)

>> grave problema di comunicazione visiva (elementi invisibili, immagini dimensionate in modo scorretto, problemi di visualizzazione, ecc.)

Sono state assegnate complessivamente, nel corso delle valutazioni delle 100 società della ricerca Employer Branding Online Awards Italy 100, 34 penalità.

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Lundquist Employer Branding Online Awards 2012

9

posizione2012

variazione posizione2011

Società punteggio2012

1 4 Gruppo Hera 79,25

2 6 Telecom Italia 72

3 2 Eni 57,25

4 5 Luxottica 54

5 1 Pirelli 51,5

6 23 Terna 51,25

7 n.a. n.a. Hewlett Packard Italia 51

8 8 Intesa Sanpaolo 50,75

9 28 Benetton Group 50

10 17 Indesit Company 48,75

11 9 Edison 48,5

12 26 IBM Italia 47,75

13 7 Piaggio Group 47,25

14 n.a. n.a. Pfizer Italia 46,75

15 12 Mondadori 45,25

16 12 ST Microelectronics 44,5

17 11 Assicurazioni Generali 43,25

18 = n.a. n.a. Ikea Italia 42,5

18 = 22 Vodafone Italia 42,5

20 52 Supermarkets Italiani 41,75

21 n.a. n.a. BNL 41,5

22 2 UniCredit 41

23 n.a. n.a. Siemens Italia 40,5

24 = 30 ABB 40,25

24 = 17 Enel 40,25

24 = n.a. n.a. Gruppo Carige 40,25

27 = 16 A2A 39,25

27 = 12 Safilo Group 39,25

29 n.a. n.a. Ansaldo STS 38,75

30 = n.a. n.a. Amplifon 38,5

30 = n.a. n.a. AXA Italia 38,5

32 = 35 Ferrovie dello Stato 37

32 = 17 Tenaris 37

34 17 Autogrill 36,5

35 31 Barilla 36

36 57 Finmeccanica 35,75

37 39 Prysmian 35,5

38 26 UBI Banca 35,25

39 n.a. n.a. Coop Adriatica 34,75

40 31 Ferrero 34,5

41 35 Snam 34

42 43 Costa Crociere 33,75

43 23 Erg 33,5

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10

posizione2012

variazione posizione2011

Società punteggio2012

44 n.a. n.a. Unicoop Firenze 31,75

45 31 Gruppo Auchan 31

46 = n.a. n.a. ESSO 28,5

46 = 17 Fiat 28,5

48 34 Mediobanca 28

49 n.a. n.a. Fiat Industrial 27,75

50 n.a. n.a. Nestlè Italia 26,5

51 47 Danieli 25,75

52 92 Lottomatica Group 24,5

53 37 Allianz 24

54 = 70 Gruppo Campari 23,75

54 = 42 Wind 23,75

56 n.a. n.a. Credito Emiliano 22,75

57 = n.a. n.a. Banca Popolare dell’Emilia Romagna 22,5

57 = 61 RAI 22,5

59 n.a. n.a. Avio 22

60 = n.a. n.a. Gruppo PAM 21,5

60 = 54 Saipem 21,5

62 57 Italcementi Group 21,25

63 n.a. n.a. Enel Green Power 20,25

64 41 Cattolica Assicurazioni 19,75

65 = n.a. n.a. Grimaldi Group 19,25

65 = 39 Mediolanum 19,25

67 n.a. n.a. Salvatore Ferragamo 19

68 = n.a. n.a. Fincantieri 18,75

68 = 64 Menarini 18,75

70 n.a. n.a. Recordati 18,25

71 73 Poste Italiane 17,75

72 = 84 Alitalia 17

72 = 57 Rivagroup 17

74 = 61 Mapei 16,75

74 = 46 Unipol Gruppo 16,75

76 = n.a. n.a. Geox 16,5

76 = 81 Impregilo 16,5

78 n.a. n.a. Thyssen Krupp 16,25

79 37 Saras 16

80 n.a. n.a. Autostrade per l’Italia 14,5

81 87 Parmalat 14

82 = 60 Acea 13,5

82 = n.a. n.a. Reale Mutua Assicurazioni 13,5

84 96 Gruppo Veronesi 13

85 66 De’ Longhi 12,75

86 87 Buzzi Unicem 12,25

87 72 RCS Mediagroup 12

88 76 Burgo Group 11,75

89 n.a. n.a. Tod’s Group 10,5

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nota:

Per selezionare le società incluse in questa ricerca abbiamo seguito due metodologie separate: una per le società quotate e una per le società non quotate. Il nostro intento era quello di stabilire una lista delle 100 maggiori società italiane, escludendo holding di partecipazione. Le stesse società saranno valutate in tutte le nostre ricerche Lundquist Social Media Awards ed Employer Branding Online Awards e sono anche molto simili alla lista utilizzata per la ricerca CSR Online Awards.

Per le società quotate, abbiamo selezionato le prime 60 società quotate sulla Borsa di Milano (FTSE Italia All-Share Index) per valore di mercato al 24 aprile 2012 (fonte: Bloomberg). Sono state escluse le holding di partecipazioni ed altre società con meno di 500 dipendenti.

Le società non-quotate sono state identificate grazie alla ricerca dell’ufficio studi Mediobanca. Abbiamo classificato le società per ricavi (anno 2010, ultimo dato disponibile) e selezionato le prime 40, escludendo holding di partecipazione, joint venture, le società quotate e le loro controllate. Le controllate italiane di multinazionali estere sono state incluse in base ai ricavi generati in Italia. Sono state escluse anche società con meno di 1.000 dipendenti.

La ripartizione 60-40 a favore di società quotate è stata imposta per mantenere un’equivalenza tra la grandezza delle società, in base ai ricavi e numero di dipendenti.

Le valutazioni si sono chiuse a metà giugno 2012. Le società hanno avuto la possibilità di comunicare eventuali aggiornamenti alla pagina fino a fine luglio.

11

posizione2012

variazione posizione2011

Società punteggio2012

90 = 100 Armani 9,75

90 = 82 Mediaset 9,75

92 79 Banco Popolare 9,5

93 n.a. n.a. Banca Monte dei Paschi di Siena 8,75

94 82 Marcegaglia 6,75

95 n.a. n.a. Banca Generali 5

96 99 Prada 2,25

97 = 87 Banca Popolare di Milano 0,5

97 = n.a. n.a. Brunello Cucinelli 0,5

97 = n.a. n.a. De Agostini 0,5

97 = 84 Gruppo Iren 0,5