20
Numero IV - Febbraio 2014

L'Urlo- Febbraio 2014

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Ecco a voi il Numero di Febbraio del giornale del Beccaria. Un numero ricchissimo di contenuti, con particolare attenzione a questioni scolastiche. Speciale intervista ai rappresentanti di istituto, articoli di sport, musica, attualità, recensioni, un racconto spiritosissimo e molto altro ancora. BUONA LETTURA!

Citation preview

Page 1: L'Urlo- Febbraio 2014

Numero IV - Febbraio 2014

Page 2: L'Urlo- Febbraio 2014

- 2 -

DIRETTORI:Filippo Rovati, Riccardo Lo Bascio

CAPOREDATTORI:Attualità e cultura

Federica Dalle CarbonareCronache del Beccaria e recensioni

Naomi GrilloIllustrazioni

Matteo SchiapparelliREDATTORI:

Davide Almento, Armando Bavaro, Konrad Borelli, Matilde

Capelli, Federica Dalle Carbonare, Eric Ferracin, Maria Chiara

Fusco, Marta Gerosa, Naomi Grillo, Debora Lombardo, Alberto Mangili,

Martina Maraiulo, Ludovica Medaglia, Luca Murgia,

Giovanni Mussin, Sonia Nannavecchia, Duncan Re,

Giacomo Riccabono, SilviaRicevuti, Matteo Schiapparelli,

Martina Somperi

L’UrloFebbraio 2014 - N.IV Anno VIII

Vuoi diventare un membrodel giornalino?Non esitare a scriverci:e-mail: [email protected] a contattare i direttori!

EDITORIALECare lettrici e cari lettori, eccoci di nuovo insieme con le grosse novità dell’appena trascorso mese di Febbraio. Anzitutto, clima di rinnovata concordia con i Rappre-sentanti d’Istituto, dopo alcuni malintesi di vario genere. Il giornale torna ad essere il veicolo comunicativo degli studenti e tra gli studenti; per questo troverete un’inte-ressante intervista sulla Cogestione appena svoltasi, e sui nuovi progetti che attendono il nostro Istituto. Vi annunciamo inoltre che noi del giornale ci stiamo impe-

duratura- alla questione dei nostri costi di stampa, che si aggirano intorno ai 130 € annui, per un prodotto che ha visto numerosi e consistenti tagli nel corso del tempo. La Scuola, come sempre, e quindi anche il nostro Istituto, piange miseria, e la miseria si ripercuote irrimediabil-mente sulle attività e sui progetti al di fuori dell’orario, che tuttavia fanno parte del POF(Piano Offerta Formati-va), ma di questo, mi sembra ovvio, non incolpiamo nes-suno, a parte gli strali d’obbligo contro un sistema che vediamo sempre di più inadeguato. In questi giorni si sta addivenendo ad un accordo, che si redigerà per iscritto

-la Cassa d’Istituto nella mani dei Rappresentanti(il cui rendiconto sarà pubblicato) di questa e delle prossime edizioni del giornale. Cercheremo di garantire, in virtù di questo accordo, per cui ringraziamo preventivamente i Rappresentanti, un miglioramento nel numero di pa-gine e nella tiratura, per quanto ci sarà possibile. Nel frattempo, con gioia comunico la prossima riapertura

-sorizzato, dopo quasi due anni di inattività. Mi permetto, ora, di fare qualche piccolo appunto, proprio riguardo

ma del ruolo che questo giornalino ha oggi. Sono diven-tato Direttore nel Settembre 2012, quando la redazione era composta da al massimo sette studenti, dopo la gravi perdite che avevamo subito per il licenziamento da Ma-turità dei più vecchi, delle colonne del giornale. In due, io ed il mio collega(che non smetto mai di ringraziare) e con l’ausilio di tutti i (pochi) membri, abbiamo im-pedito che questo giornale fallisse. Perché, se qualcuno non se ne fosse accorto, il giornale stava per chiudere, e miseramente. Quest’anno, ho visto e vedo l’entusiasmo di quanti, primini, vogliono dare il loro contributo, fatto di impegno, disponibilità, voglia di imparare…ma, pos-so dire che mi viene un po’ di amarezza? Sì: amarezza, quella sensazione che provi quando alle riunioni li vedi che si animano, che pensano, quando leggi i loro pez-zi, ed il risultato davvero ti sembra prendere vita, oltre quella carta, e sei contento, per te, per loro, per noi…poi questa contentezza si infrange quando senti i tuoi

Page 3: L'Urlo- Febbraio 2014

- 3 -

compagni, di classe, di scuo-la, che accolgono il frutto di questo impegno come se fos-se dovuto..così, come se fosse normale..così, come se fosse anche un po’ fastidioso..così, come se non ci fosse niente di nuovo. E le critiche che ti fanno, spesso (sempre che te le facciano, perché il farle già

qualcosa del giornale) sono gratuite, non fondate, o basate semplicemente sul fatto che: beh, senti loba, noi di attualità ci siamo rotti, vorremo gossip, non frega molto delle vostre

E magari hanno solo sfoglia-to. E così ti trovi costretto a pensare: questo giornale costa alla scuola. Se io propones-si di venderlo, qualcuno lo comprerebbe? E la riposta, tendenzialmente pessimistica, è ripetitivamente: no. E quin-di dovresti abolire la sezione Politica ed Attualità in parte perché di Politica oramai c’è poco da dire, ma soprattutto, perché devi andare incontro alle richieste del tuo pubblico. E così, pubblico di menefre-ghisti, indifferenti, passivi so-ciali, ed anche il tuo giornale si deve ripiegare a parlare di fatti interni alla scuola, delle famose Cronache dal Becca-ria, che poi qualcuno critica per l’esatto contrario: che raz-za di giornale siete, se parlate solo di problemi di scuola?Ragazzi cari, a volte mi ver-rebbe bonariamente da sbat-tervi in faccia il frutto di questo lavoro, quelle sedici pagine neanche pinzate per-ché non ci sono abbastanza soldi, e sussurrarvi: lo sai o no che non ti è dovuto questo? E che queste pagine rappresen-tano lo sforzo di qualche tuo

compagno di dare vita ad un progetto che parla di noi, di voi, un tentativo di approc-ciarsi alla realtà che anche tu vivi, quella della scuola, quel-la della società, quella anche del Paese, perché no, cercando anche di capirci quel qualcosa in più che tu magari, pivello di prima o di quinta, non vuoi capire? Massì, cosa frega a te di questo Paese davvero di dolore ostello, eppure così bello, eppure così NOSTRO,

su come la società nella qua-

evolva, di anno in anno, ora-mai, senza neanche darci più

frega a te, che ostenti indiffe-renza forse perché hai paura del tuo futuro, di costruirtelo, ed aspetti, sempre però con la medesima paura, che altri lo costruiscano per te? Cosa frega a te, beccariota, o forse davvero, in quest’accezione, beccaidiota, e mi ci metto dentro anche io, di quello che

-vanti al nostro naso, quando puoi semplicemente turartelo, quel naso, e dire che non è tua responsabilità, forse perché non ci credi…In cogestione ho partecipato ad un interes-sante dibattito sulla scuola italiana: mi trovavo di fronte a dei primini che sostenevano le ragioni della realtà. E le ra-gioni della realtà, troppo spes-so, coincidono con quelle del pessimismo. Mi sentivo dire: come ci viene riconosciuto il

-pegno che noi facciamo, che abbiamo voluto e vogliamo fare? Ed io, di quinta, para-dossalmente a dire che dove-vano semplicemente crederci. Lottassero anche, manifestas-

sero, si inventassero forme di protesta, fatte anche sem-plicemente della loro serietà, coerenza, davvero invidiabili per la loro giovane età. An-date al Collettivo, anche, rin-verditelo, non abbandonatelo: chi ha detto che il Collettivo debba soltanto organizzare le solite, inutili, oramai anche rade, manifestazioni di piazza in Centro? Ma crederci, sem-pre. Crederci, anche quando la scuola, la nostra scuola, l’anno prossimo rischia di non avere più un centesimo di fondo per tutti i progetti e le attività fuori orario, che però animano il nostro Liceo, e per le quali già ora i nostri docenti lavorano gratuitamente. Ecco, come ci tocca da vicino la so-cietà, ed il suo disinteresse per la scuola, la cultura, la forma-zione. Ho sempre inteso que-sto giornale come il mezzo, lo strumento, ma un po’ anche il senso della volontà di interes-sarsi alla scuola, della scuo-la, nella scuola, verso tutto il resto; come il tentativo, se vogliamo, di dare vita ad una minima consapevolezza di senso critico; come il segno, di un’identità comune per tutti gli studenti, per tutti noi. Bene: nonostante il mio sen-so di amarezza e pessimismo, davvero, io ancora ci voglio credere. E, semplicemente, mi piacerebbe che anche voi, se mi state leggendo, crediate assieme a me. Queste parole, mie, e di tutti quelli che qui scrivono, questo impegno, non lasciatelo nel sottobanco dove sfogliate queste pagine. Se volete, la carta, buttatela pure, tanto si consumerà. Il

che esiste, che deve rimanere, conservatelo. Grazie.

Page 4: L'Urlo- Febbraio 2014

- 4 -

Abbiamo sempre ritenuto che il giornale scolastico dovesse essere anzitutto lo strumen-to principe della comunica-zione interna al Liceo, e più volte è stato ribadito (e ci è stato richiesto) l’impegno di questo ruolo. Convinti della verità e della bontà di questa funzione, in questo numero si è deciso di intervistare i Rappresentanti d’Istituto, per “fare il punto” sulla situazio-ne interna alla scuola, sullo svolgimento dei loro incarichi e sull’effettiva realizzazione dei loro programmi.Partiamo con l’avvenimen-to che si è appena tenuto, la cogestione; un commento generale su come si è svolta, quale è stato secondo voi l’apprezzamento dei do-centi, e se questa attività si riconferma nella sua impor-tanza per il nostro Istituto. Innanzitutto vorremmo rin-graziare per lo spazio conces-soci in questo numero dell’ L’Urlo, visto che troviamo in esso un valido strumento per mantenere vivo il contat-to con gli altri ragazzi. Per quanto riguarda la questione “Cogestione”, e credo che i miei colleghi e i professori che ci hanno supportato siano d’accordo con me, non potrei essere più contento. Dopo contrattempi e le solite pro-blematiche logistiche infatti, crediamo che il progetto (am-bizioso) proposto in Febbraio sia stato realizzato egregia-mente. Non posso esprimermi sul parere di tutti i professori naturalmente, ma abbiamo

ricevuto da diversi un giu-dizio assai positivo sia sul livello degli interventi ester-ni, sia sulla qualità dei corsi,

del Servizio di Sicurezza e dell’attenzione riscontrata fra i ragazzi. Per quanto riguarda l’importanza della “cogestio-ne”, credo risulti chiaro che questo evento sia un’occa-sione più unica che rara per tutti noi di crescita personale e culturale, che comprende ambiti che non sempre coin-cidono col nostro classico percorso di studi. Ed è proprio questo punto che ci teniamo a sottolineare, per poter far ca-pire come l’utilità di questa attività sia rimasta SEMPRE attuale e fondamentale per tutti noi, docenti compresi. Alcuni la vedono come sfor-zo inutile di mantenere attivo quell’impegno ( anche poli-tico) degli studenti espresso nelle occupazioni avvenute in passato, mentre troviamo che il suo valore sia uguale, anzi superiore, in quanto prodotto e prova della voglia di fare che ancora caratterizza il no-stro Liceo.Per quel che riguarda l’or-ganizzazione, problemi si sono avuti riguardo al comunicazione, principal-mente, a quanto si è capito, dovuti alla tempistica. Ci si domanda se vi siano stati altri motivi, e perché i tem-

sull’organizzazione delle prenotazioni, ad esempio, e come mai le informazioni, uscite dall’assemblea dei

Delegati di classe, abbiano avuto ritardi ed imprecisio-ni. La questione organizzazione è sempre un punto caldo in una cogestione: bisogna seguire la preparazione delle iscrizioni, l’attivazione del sito, cercare di esaudire le richieste dei ra-gazzi e così via. Ora, è chiaro che il compito, anche avendo a disposizione molto tempo, risulti assai impegnativo per chiunque: quest’ anno non ci siamo risparmiati il fatto di aver avuto un tempo di prepa-razione assai ristretto. Com-plici sono stati la vicinanza del Consiglio Docenti rispetto all’inizio previsto dell’ evento e l’anticipazione delle date ri-spetto agli anni passati per via della coincidenza di altre atti-vità e delle gite. Detto questo, immagino che la domanda sia mirata a capire il perchè le informazioni sul sito e sul-le procedure per le iscrizioni on-line non siano arrivate con puntualità o precisione: per prima cosa, abbiamo dovuto attendere l’approvazione dei Docenti, senza la quale non si può procedere, che essendo molto vicino alla data previ-sta per l’apertura del sito, non ci ha purtroppo permesso di avere il tempo che avevamo preventivato come necessario alla preparazione delle iscri-zioni; secondo, l’incertezza su diversi punti, come il numero, il nome e la conformazione di alcuni corsi, non ci ha nem-meno dato la possibilità di preparare un primo modello su cui lavorare, e si è dovuto

LA PAROLA AI RAPPRESENTANTIRISPONDE AMBROGIO CASTELLINI IN RAPPRESENTANZA DEI SUOI COLLEGHI

CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Page 5: L'Urlo- Febbraio 2014

- 5 -

procedere “in itinere”, affron-tando i problemi non appena si presentavano. Per quanto riguarda la comunicazione, è un problema che sempre c’è stato e sempre ci sarà. Con più tempo avremmo potuto certamente dare qualcosa in più in mano ai ragazzi, ma in una situazione del genere, è logico che non ci sia stato possibile farlo: abbiamo usa-to Facebook, sperando che la voce girasse anche a coloro che non lo avevano, e abbia-mo fatto il classico giro per le classi, tenendo in considera-zione specialmente le prime, che mai avevano partecipa-to ad un evento del genere.

tutto sia andato per il meglio, anche perchè abbiamo potuto aggiustare -per quanto ci fos-se possibile- le situazioni più complicate dopo la consegna degli elenchi.Appunto per quel che riguar-da il rapporto tra il Consi-glio d’Istituto(componente studenti) ed i Rappresentan-ti delle varie classi, vi sono alcuni pareri che sottolinea-no l’esigenza di una miglio-re comunicazione. Il vostro pensiero, ed i vostri intenti in materia, quali sono?Sinceramente non ho mai pensato ci fossero problemi nel comunicare con i Rappre-sentanti di classe. Sono molti infatti quelli che compiono il loro lavoro benissimo, quindi forse la colpa non è totalmen-te nostra. Noi comunque ci

-

comunicare con noi e trasmet-tere ciò che viene detto in as-semblea. Il nostro obbiettivo

è superare questi problemi, quindi critiche del genere ci aiuteranno senz’altro a mi-gliorarci e a lasciare un’espe-rienza positiva per coloro che ci seguiranno!Molti tra gli studenti richie-dono una “riedizione” dei

la proposta, almeno questo è ciò che sa la maggioranza, non è stata discussa. Vi chie-diamo di fare chiarezza in merito. Per quel che riguar-da i fondi della Cassa d’Isti-tuto, nelle vostre mani, ci pare opportuna una doman-da sulla disponibilità eco-nomica che la componente studentesca ha, e quali sono i progetti per cui si pensa di devolverla(parlare, qui,

corsi della cogestione, e per il giornalino scolastico). Il torta-day è un appuntamen-to al quale i beccarioti sono particolarmente attenti, e che suscita molte aspettative ed attese, e lo sappiamo bene. Purtroppo le elezioni postici-pate e la necessità di affron-tare altre iniziative non ci ha dato tempo di organizzarlo,

-remo a riproporlo. Abbiamo dato precedenza ad altro, ma non ce ne siamo dimenticati! Per quanto riguarda il fondo studentesco, tutta la quota ver-

delle spese per la cogestione e non solo: qualsiasi progetto, nostro o degli studenti, ha la possibilità di ricevere un aiu-to, ivi inclusa la richiesta di

scolastico. A breve pubbli-cheremo i resoconti precisi

idea delle disponibilità. Per quel che riguarda la collaborazione tra di voi: il gruppo dei Rappresentanti è coeso? Taluni alimentano voci di corridoio su possibi-li attriti od incomprensioni tra di voi. Sentite l’esigenza

programmi: un giudizio franco sul vostro operato

-tivi ancora vi proponete. Si aspetta, ad esempio, l’aetu-ra dei corsi di ripetizione interni alla scuola, proposti all’inizio dell’anno.Il gruppo è assolutamente coeso: le incomprensioni, gli attriti o i problemi che alcuni dicono abbiano “colpito” noi quattro sono tutte specula-zioni. E’ normale che talvolta ci si trovi in disaccordo, ma sarebbe utopico pensare che si vada d’amore e d’accordo quando si parla di cose così importanti. Sinceramente però, parlarne, mi sembra solo un modo per incrementa-re le stupidi voci di corridoio, che non hanno alcuna ragion d’essere. Stiamo lavorando senza intoppi e siamo asso-lutamente contenti di dove quest’esperienza ci sta por-tando. Per quanto riguarda i nostri programmi, già alcune cose sono state fatte ed altre sono in sviluppo, ci serve solo tempo per terminarle. Ora che l’impegno totalizzante della Cogestione è terminato potre-mo concentrarci su altre pro-poste e progetti: non voglia-mo sbilanciarci su promesse o possibilità che poi potrebbero non essere mantenute, ma il nostro impegno sarà massi-mo, sempre.

Page 6: L'Urlo- Febbraio 2014

- 6 -

Cogestione: una parola pronunciata ormai da tutti in queste ultime settimane e che sta facendo impaz-zire sia alunni che profes-sori. Sanno, però, davvero tutti, per quale motivo è stata ideata e quali trasfor-mazioni ha subito nel cor-so degli anni? Fino al 1992 non si parla-va di cogestione, bensì di autogestione: per circa una settimana gli studenti met-tevano in atto delle rivolte, occupando la scuola e non permettendo così lo svolgi-mento delle lezioni. I mo-tivi principali per cui essa veniva indetta erano delle questioni sociali (ad esem-pio i tagli all’istruzione) e le richieste degli studenti, riguardo le loro necessità, che non venivano prese in considerazione. Alcuni alunni si ribellavano im-pedendo l’entrata nell’edi-

“picchetto” - uno schiera-mento davanti l’ingresso - alterando così il normale svolgimento della giornata scolastica. Inoltre danneg-giavano l’istituto, rompen-

-tando le pareti e addirittura

-no e notte. Le cose cambiarono circa venti anni fa, con il preside Marro, che convogliò tali

spinte ribellistiche verso forme condivise, permet-tendo ai ragazzi di trattare, durante le ore scolastiche di cinque giorni, argomen-ti che li premevano parti-colarmente. Il Beccaria fu il primo a es-sere giunto a tale conven-zione; il passaggio avven-ne con grande impegno da parte dei docenti, aiutati e approvati dagli alunni. Si-curamente la caratteristica principale della cogestione è il protagonismo giovani-le, infatti essa è incentrata completamente sui ragaz-zi, permettendo loro di uscire dalla realtà scolasti-ca, facendo una relazione fra episodi lontani e la vita odierna. Nei primi anni dopo il pas-saggio essa era confusio-naria e poco organizzata: vi erano pochi corsi, alcuni dei quali trattavano argo-menti frivoli e poco conso-ni all’ambiente di un Liceo Classico, che successiva-mente vennero aboliti. Ma, come dice la Signo-ra Milani, la cogestione è come il vino: migliora di anno in anno. Infatti, con il passare del tempo, il nu-mero dei corsi è aumentato ed essi sono diventati più interessanti e approfonditi.Inoltre l’organizzazione è stata ottimizzata: si è in-

trodotta l’iscrizione online per gestire meglio i parte-cipanti, sono stati invitati personaggi competenti per le varie tematiche trattate e sono stati suddivisi i corsi in aule stabilite. Fra i vari aspetti positivi, negli ultimi anni la coge-stione ha presentato anche aspetti negativi, come ad esempio la riduzione dei giorni dedicati ad essa, ad oggi diventati tre. Ciò, for-se, è da attribuirsi all’esau-rimento degli argomenti di cui discutere e alle scarse idee degli studenti. Al mo-mento le tre giornate sono suddivise in due turni, nei quali vengono esplicati circa trenta corsi, che spa-ziano dallo sport alla mu-sica o dalla psicologia alla politica. L’organizzazione della cogestione sta coinvol-gendo tutti gli studenti e professori e sta attirando soprattutto noi di prima, che siamo molto curiosi di vedere la realizzazione di tale progetto.Si ringraziano i rofessori Bigatti, Giussani e Mila-ni per la collaborazione

Debora Lombardo Sonia Nannavecchia,

LA STORIA DELLA COGESTIONE CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Page 7: L'Urlo- Febbraio 2014

- 7 -

CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Durante i giorni 22-24-25 feb-braio la nostra scuola ha accolto la tanto attesa cogestione, si-stema di conduzione della vita scolastica alternativo a quello usuale, che prevede la partecipa-zione attiva a processi di forma-zione intellettuale e culturale da parte di noi studenti, attraverso i corsi.Tenuti da chi di noi ha voluto imbattersi nella trasmissione di una propria passione o nella con-divisione di un approfondimento personale e attraverso conferen-

in ogni modo sono l’anima della cogestione. Sebbene sia inevita-bile concepire questi tre giorni come una meritata fuga dalla estenuante routine, è importan-te non ignorare le occasioni che forniscono e non scordare che la cogestione é un diritto per cui abbiamo lottato. Per chi non lo sapesse, infatti, affonda le sue radici nell’occupazione , ultima spiaggia magari dopo una serie di manifestazioni senza riso-nanza, e nell’autogestione, che

critico nei confronti di una de-mocrazia scolastica meramente rappresentativa e molto incentra-ta sulle nozioni più che sulla co-struzione dell’individuo. La sua legalizzazione rappresenta addi-rittura un passo di rilievo storico. Obiettivo raggiunto! Ma non per questo bisogna attribuirgli meno lustro. Il non essere pervasi dall’ansia per un’interrogazione non deve essere un incentivo per chiudere i battenti della mente e fungere da spettatori passivi. Fruttifero

é invece stagliarsi tra diver-timento e attenzione. I corsi quest’anno, per esplicita ri-chiesta dei docenti, si sono attenuti maggiormente ad uno schema teorico, ma non hanno perso varietà e coinvolgimen-to. Anzi, l’accordo ha reso il clima più collaborativo: i pro-fessori, meno scettici, si sono mostrati interessati ad ospi-tare l’argomentazione scelta e plasmata da uno sguardo giovane ma consapevole. A incorniciare questi tre giorni è stata una soddisfazione gene-rale, lacerata a tratti da pigre lamentele a proposito del ser-vizio d’ordine troppo ligio(o sarà che per la prima volta ha svolto davvero il suo compi-to?) e dai disguidi per lo smi-stamento nei corsi. Notevole è risultata la preparazione dei relatori, spesso altamen-te professionale e capace di addentrarsi nella peculiarità dell’argomento, e l’interesse trasmesso. Ora, sazi di pen-nellate impresse sul volto piuttosto che sulla tela duran-te il corso ‘’action painting’’, di improvvisazioni catartiche ma anche imbarazzanti duran-te ‘’Act Attack’’, di persuasio-ne, di letture di testi antichi e di musica come protagonista e non solo sottofondo, sia-mo carichi per rimetterci in carreggiata, o almeno spero! Non sono inoltre mancate ore

del nostro patrimonio cultu-rale, nella cui conservazione è coinvolto anche il Beccaria con la sua oscura e apparen-

temente inaccessibile biblioteca, e all’accrescimento della nostra consapevolezza di cittadini im-messi in una realtà tangibile, mutabile sfruttando il nostro potenziale, verso cui porsi con un atteggiamento critico e in-dagatore, in cui non fungere da evanescenti,fuggevoli compar-se. I mezzi per consolidare que-sti concetti ci sono stati forniti in particolar modo da personaggi resisi disponibili ad incontrarci in Aula Magna per ampliare i no-stri campi conoscitivi attraverso le loro realizzazioni ed esperien-ze. Ricordiamo Eva Cantarel-la, giurista e scrittrice che ci ha illustrato il divario tra il ruolo della donna nella società latina e in quella greca, inducendo a

odierni; Pierfrancesco Maran, assessore alla mobilità e am-biente e Chiara Bisconti, asses-sora al benessere ed alle risorse umane, che ci hanno esposto i progetti Expo; Marco Bechis, regista, sceneggiatore e produt-

Onida, giurista, ex giudice costi-tuzionale, professore di diritto; Alessandro Aiuti, coordinatore dell’area clinica e di un’unità di ricerca dedicata alla terapia ge-netica, professore associato di pediatria; Matteo Dotto e Guido Meda, giornalisti sportivi. Tre giorni sono volati,questo avvie-ne solo quando l’interesse è alto. Aspettiamo con trepidazione la prossima , speriamo altrettanto coinvolgente e variegata, coge-stione.Martina Mariauilo

COGESTIONE 2014

Page 8: L'Urlo- Febbraio 2014

- 8 -

CORRIDOIO BAGNO CORTILE

VISTI DA UNO DI PRIMA...

Page 9: L'Urlo- Febbraio 2014

- 9 -

CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Venerdì 7 febbraio molti studenti sono stati chiama-ti a fornire la loro opinione riguardo alla settimana di pausa didattica, alle sue mo-dalità e all’effettivo recupero. I risultati sono stati a dir poco contrastanti: il gradimento è calato, mentre al contrario i risultati ottenuti dagli studenti nelle prove di recupero hanno raggiunto livelli migliori, evi-denziando un incremento per-centuale nettamente superiore all’anno passato. La materia

-mente di ciò è stata Latino che, mentre nel 2013 raggiun-geva un poco soddisfacente 42% di recupero, quest’anno

Inglese e Matematica salgono di alcuni punti, anche se il di-stacco con il 2013 non è così netto; al contrario Greco, pur guadagnando un +7%, è l’uni-ca materia a rimanere sotto la metà di recuperi, con il 49%. Sorgono dunque delle con-

IL DILEMMA DEL RECUPEROtraddizioni interne, in quanto rimane ancora un mistero il motivo per cui gli studen-ti, pur apprezzando di più la vecchia modalità, con questa abbiano ottenuto risultati mi-gliori. Il questionario offre la possibilità di analizzare i dati, non fornisce tuttavia delle ri-sposte esaustive: nonostante ciò è possibile comunque im-maginare le cause di questo malcontento. Le percentuali generali dimostrano infat-ti che la modalità dell’anno scorso riceve un buon 66% di gradimento, in particolare da parte degli studenti con il de-bito in latino, che, senza farlo apposta, è proprio la materia in cui il recupero è stato più elevato. Inglese invece incas-sa un 43% di apprezzamento per la modalità attuale, pur essendo comunque la materia in cui i recuperi si sono sem-pre dimostrati più numerosi, sia nel 2013 sia nel 2014.

lungo su questi risultati, ma una cosa è certa: rimanere in classe, in un ambiente a noi co-nosciuto, ed essere seguiti dai propri professori è certamente meno gradito dagli studenti ma permette loro di concentrarsi maggiormente e, di rimando, passare i recuperi con voti più alti. Infatti la maggior parte dei Beccarioti risponde alle do-mande riguardo al metodo di lavoro adottato dall’insegnante e al clima in classe in bilico tra la casella “poco” e quella “ab-bastanza”, proprio a sottolinea-re il fatto che molto spesso ciò che è meno piacevole permette tuttavia di concentrarsi meglio. All’interno del questionario c’era però anche la possibilità di esprimere un parere sul-le attività di recupero e qui la modalità attuale vacilla dav-vero molto. Ben l’80% degli studenti apprezzava il fatto che

-no fossero escluse dal recupero e ci si dovesse occupare solo dei “Big Four”, ovvero Latino, Greco, Matematica e Inglese. Marta Gerosa

Page 10: L'Urlo- Febbraio 2014

- 10 -

Lo scorso 7 febbraio 2014, presso la piscina dell’istituto Leone XIII si sono tenute le gare di nuoto della scuola.

nel tradizionale staffettone misto.Grandissimi risultati per Breschi, II C, che ha razziato gli ori di tutte le categorie allievi, ivi compreso lo staffettone nel quale si è avvicendato a Berti, De Martino, Gennari, Battuello e a Invernizzi, anche lei molto vincente, infatti oltre a contribuire alla vitto-ria nello staffettone ha sbaragliato le inseguitrici della categoria allieve vincendo stile

Oro allieve anche per Berti nel dorso e Gianconteri nella rana.Nelle categorie juniores femminili si segnalano le brillanti performance di Citterio,

Russo nello stile libero.Da registrare anche i 2 argenti e i 2 bronzi di Rovati , categoria juniores Maschile nello

Niente gobbe da studio o muscoli cascanti al Beccaria, ma grandi atleti che competono lealmente nelle discipline scolastiche e sportive.E ora ci aspettiamo grandi risultati nelle gare provinciali! Alberto Mangili

GRANDE NUOTO AL BECCARIACRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Page 11: L'Urlo- Febbraio 2014

- 11 -

<<Bellissima giornata anche questa per delle gare di sci,vero? Quasi come la giornata delle gare di istituto: neve perfetta e nonostante il freddo gli atleti hanno saputo riscal-darsi bene anche con poche ricognizioni di pista. Mentre aspettiamo i risultati di questa

tempo di 41,46 e solo 2,76 secondi aggiunti di penalità. Con una minima differenza troviamo al 2° posto, Belmonte Francesca sempre di 1B con 41,37 e 2,67 di penalità. Al 1° posto con zero secondi di penalità, pettorina numero sette COLTELLINI BIANCA di 2A con 38,70. Ottimi punteggi. Passiamo ora alle Gare maschili, biennio: 3° posto con 45,43 e 7,93 di penalità Fiammenghi Andrea 2A, 2° posto con 44,18 e 6,68 di pe-nalità Stefanutti Mattia di 1E, 1° posto con un tempo di 37,50 e zero secondi di penalità TANZI SIMONE 1E. Manca poco, abbiamo giusto il tempo di elencare i risultati delle gare del trienno, sem-

penalità, 2° posto Perucci Maria di 3F con un tempo di 39,13 più 3,94 e al 1° posto, zero

penalità, 2° posto Barbesino Carlo con 35,36 e 0.30 di penalità, al primo posto con solo 0.30 di differenza CALABRETTA PIETRO 3A con 35,06!Bene é arrivato il momento di annunciare le migliori posizioni dei nostri atleti nelle gare provinciali, ancora pochi momenti di attesa. Ecco i risultati Femminili... 12° posto per PECCHIOLI MARTA 3B, miglior risultato tra i beccarioti partecipanti, seguita da

anche i risultati maschili...miglior punteggio sempre CALABRETTA PIETRO 3A al 23° seguito a distanza da Tanzi Simone di 1E al 26° posto e da Ortu Andrea di 3B al

Bene, un San Valentino tutto sommato migliore di quanto mi aspettassi, mi ero già pro-grammata di riguardare la prima stagione di Desperate Housewifes in compagnia dei miei tredici gatti persiani e invece mi sono goduta questa bella giornata, complimenti a tutti gli atleti, a voi la linea>>.Maria Chiara Fusco

CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

CRONACHE SCIISTICHE

Page 12: L'Urlo- Febbraio 2014

- 12 -

Accingendomi a leggere le in-formazioni sulla breve vita di Peppino Impastato mi ha su-bito colpito il fatto che fosse riuscito a realizzare molti suoi progetti in un lasso di tempo molto breve. Giuseppe Impastato nasce a Cinisi il 5 gennaio 1948. La famiglia Impastato è presente

per mezzo di una sorella del padre, che ha sposato un boss attivo nel campo della droga. Frequenta il Liceo Classico di Partinico e in questo periodo ha il suo primo contatto con la politica, in primis al PSIUP, formazione politica nata dopo l’ingresso del PSI nei governi di centro-sinistra .Nel 1965 insieme ad altri gio-vani fonda il giornale “L’Idea Socialista” che costituisce un nucleo compatto con esigen-za di rottura, d’innovazione e di riferimento nei confronti dell’accoppiata clerico-rea-

Il primo numero subito crea uno scandalo e il sindaco democristiano, giudice Pel-lerito, cognato di Don Tano Badalamenti, sporge denun-cia ai carabinieri: tutto questo è ricordato da Peppino nei suoi scritti con queste parole: “Avevamo scritto pochi fogli dattiloscritti e sfumati ma era-no una carica esplosiva pronta ad esplodere. Non passarono cinque giorni dall’uscita del giornale che tutti noi della re-dazione venimmo convocati in caserma. Prima fu svolta

un’inchiesta di gruppo, poi ci interrogarono uno ad uno. Il giornale era fuorilegge perchè costituiva pubblicazione clan-destina: fummo condannati ad un ammenda.” Il giornale rimase sospeso per un anno e subito dopo uscì con articoli che miravano il sistema po-litico che ne ha minato l’esi-stenza. Peppino con l’articolo

-gna Di Merda” provoca pres-sioni e gravi intimidazioni nei confronti della redazione e frattura decisiva con la sua famiglia. Lo zio consiglia al padre di farlo fuori con que-

meu ci facissi un fossu e ci u vruricassi.” Peppino viene cacciato di casa. Il giornale

il penultimo e ultimo numero si scagliano con pesanti pa-role contro il professor Pan-dolfo che presenta querela: il PSIUP prende le distanze e Peppino Impastato e Agosti-no Vitale, rimasti da soli nella redazione, vengono obbligati a chiudere il giornale per evi-tare il deferimento dell’auto-rità giudiziaria. Partecipa alle proteste per l’esproprio delle terre adibite all’agricoltura che vennero espropriate per costruirci un aeroporto man-dando sul lastrico centinaia di famiglia: per questo fatto Peppino e altri giovani venne-ro denunciati per organizza-zione di manifestazione non autorizzata. Alle elezioni co-munali del 1972 il gruppo di

di tale anno Peppino si avvici-na a Lotta Continua e nei suoi scritti Peppino ne parla così: “Autunno 1972. Mi avvicino a Lotta Continua, nell’estate nel 1973 partecipo a quasi tutte le riunioni di “scuola quadri” dell’organizzazione, stringo rapporti sempre più profondi con il capo Ristagno: rappresenta per me un compa-gno che mi da garanzia e si-curezza: comincio ad aprirmi alle sue posizioni libertarie e mi avvicino alla problematica redunista.” Nel 1975 organiz-za il Circolo “Musica e Cultu-rale”, un’associazione fonda-ta dai giovani che promuove attività culturali e che diventa un punto cardine di Cinisi. Al suo interno si formano il Col-letivo Femminista e il Collet-tivo Antinucleare. Nel 1977 Peppino fonda un’emittente radiofonica chiamata “Radio

-rizza le sue notizie verso la controinformazione e satira

delle autorità politiche locali. Nel 1978 partecipa alle ele-zioni comunali sotto il segno di Democrazia Proletaria ma viene assassinato il 9 maggio 1978 qualche giorno prima delle elezioni in concomitan-za col ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani. Il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani. Le prime

ImpaSTATOCRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Page 13: L'Urlo- Febbraio 2014

- 13 -

ipotesi virano sull’attentato consumato dallo stesso Im-pastato oppure sul suicidio. Nel 1988 viene indagato per la prima volta Don Tano e nel 1992 viene archiviato per in-

il Centro Impastato chie-de la riapertura presetando un’istanza chiedendo l’inter-rogatorio del nuovo collabo-ratore di giustizia: il pentito Salvatore Palazzolo. Nel 1996

“Tra la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti ci sono cento passi. Li ho consumati per la prima volta in un pomeriggio di gennaio, con uno

vestiti. Mi ricordo un cielo opprimente e la strada bian-ca che tagliava il paese in tutta la sua lunghezza, dal

passi, cento secondi: provai a contarli e pensai a Pep-pino. A quante volte era passato davanti alle persiane di Don Tano quando ancora non sapeva come sarebbe

Peppino, con i pugni in tasca, tra quelle case, perduto con i suoi fantasmi.

che è facile morire in fondo alla Sicilia.”

la famiglia chiede chiarimen-ti sul comportamento delle forze di polizia dopo il ritro-

-mente dalle collaborazioni di Palazzolo, si arriva all’arresto di Don Tano Badalementi e del suo vice Vito Palazzolo. I familiari, il centro Impastato, Rifondazione Comunista, il comune di Cinisi e l’ordine dei giornalisti si costituiscono parte civile ma viene respin-

ta tale richiesta. 26 gennaio 2000 Palazzolo chiede il rito abbreviato mentre Badala-menti verrà processato con rito normale e in video-con-ferenza. Il 6 dicembre 2000 viene compilato un fascicolo sulle responsabilità delle for-ze dell’ordine quella notte. Il 5 marzo 2001 Vito Palazzolo viene condannato a 30 anni mentre l’11 aprile 2002 Don Gaetano Badalamenti viene condannato all’ergastolo

Page 14: L'Urlo- Febbraio 2014

- 14 -

La Marcia funebre (Adagio assai) dalla terza Sinfonia “Eroica” di Ludwig van Beethoven commuove. Commuove ancora più pro-fondamente se la si ascolta in compagnia di migliaia di persone. Io mi trovo tra loro: donne e uomini, tu-risti, stranieri, bambini e anziani, tutti raccolti nella piazza antistante il Tea-tro alla Scala ad ascoltare la Filarmonica diretta da Daniel Barenboim, che ne è l’attuale direttore musi-cale. É l’ultimo saluto che Milano rivolge a Claudio Abbado, il grande musici-sta scomparso a 80 anni e che è stato direttore dello stesso teatro per 18 anni. Sono circondata da molti ragazzi che, come me, stu-diano uno strumento. Al-cuni di loro se lo sono per-

o il loro clarinetto, e questo non appare affatto strano. Sono certa provino lo stes-so “senso di appartenenza” di cui parlava Rainer Ma-ria Rilke nei “Quaderni di Malte” quando faceva osservare al protagonista, immerso nella lettura di un libro in una biblioteca, che era bello sentire di essere parte di un gruppo che con-divide la stessa passione. Il

momento è effettivamente solenne: il teatro ha le por-te aperte e al suo interno è vuoto. Lo spazio interno è occupato solo dalla luce e dalla musica, che gran-di altoparlanti donano a quanti affollano la piazza e le strade adiacenti. Non avevo mai preso parte a un evento simile e sono certa che Abbado sia stato ono-rato di essere il destinata-rio di un simile omaggio. Ciò che colpisce è il silen-zio, che è davvero molto più “forte” della musica, perché è un silenzio ricer-cato e rispettoso, quello che non ci si sforza di fare, ma che nasce dal cuore. Sarebbe banale cercare di fare una cronaca di questa serata, stranamente, o forse non casualmente, in con-temporanea con le diverse celebrazioni, molte delle quali musicali, che hanno ricordato il Giorno della Memoria, il 27 gennaio scorso. Sono state scritte molte cose su questo stra-

di un violinista e membro di una famiglia che ha fatto della musica una ragione di vita. In una delle sue ul-time interviste, Abbado ha rilasciato alcune dichiara-zioni che sintetizzano mol-

to bene almeno un aspetto della sua persona, quello che lo ha fatto emergere e che lui ha avuto la sor-te di possedere: il talento. “Il talento è un’avventura mistica, che richiede me-todo e disciplina, oltre che passione” - amava ripete-re. Considerava il talento una “straordinaria fortuna” che, una volta riconosciu-ta, va amata e non spreca-ta, perché non si deve mai rimanere prigionieri delle sue seduzioni. Abbado non

“barriera”: riteneva che il talento possedesse una for-za immensa e misteriosa ed era convinto che, solo se coltivato, fosse in grado di spingere chi lo possiede a una continua ricerca e a nuovi sforzi per superare qualsiasi limite. Credo che questa sia una delle sue più grandi lezioni e sono certa che ognuno dei presenti in

gennaio, l’avesse in mente e poi trattenuta e conserva-ta, come qualcosa di pre-zioso. D’ora in avanti, la Civica Scuola di Musica di Villa Simonetta di Milano porterà il suo nome. Lo ha suggerito il sindaco Pisapia e la famiglia di Abbado

OMAGGIO A CLAUDIO ABBADOCRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Page 15: L'Urlo- Febbraio 2014

- 15 -

CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Gli anni ’80 sono stati l’epoca d’oro della fanta-scienza al cinema e hanno costituito il nostro im-maginario collettivo a riguardo. Tra il 1977 e il 1989 sono infatti usciti Star Wars, Alien (1979), Predator (1982) e Terminator (1984) e i loro vari seguiti; tutti questi franchise sono stati ripresi nell’ultimo decennio in modo insoddisfacente. Soltanto un franchise non era stato ancora rivisi-tato: Robocop. Nel 1987 il regista olandese Paul

ruolo da protagonista in quella che è diventata una pietra miliare. Questo reboot è invece palesemen-

-sto non riesce a essere all’altezza dell’originale.

bene, molto d’intrattenimento e con un buon cast (Michael Keaton, Gary Oldman, Samuel L. Jack-son). Sarebbe apprezzabile, se non fosse intitola-to Robocop. Se, infatti, è stato ripreso anche in modo migliore il tema della distopia futuristica, il protagonista, interpretato da Joel Kinnaman, non è proprio l’uomo-macchina a cui siamo abituati: lasciando da parte il design dell’uniforme (che lo fa sembrare uno SWAT interamente nero con la visiera a discapito del look robotico originale), il nuovo Robocop manca di carattere. Mentre l’ori-ginale era un simbolo della legge nella futuristica

ruolo e non bastano una stupenda moto e alcune citazioni all’originale messe senza criterio ad al-zare le sue quotazioni. Inoltre può ancora vedere la sua famiglia dopo l’incidente che spingerà la futuristica azienda OCP a trasformarlo in un uo-mo-macchina: uno dei fattori che spingeva a pat-teggiare per Robocop era che non poteva tornare dai suoi cari pur volendo perché lo credevano morto oltre che per il suo aspetto. Qui invece han-no voluto rendere più intimistico il suo rapporto con i familiari. È un buon prodotto per chi non ha visto il primo Robocop, ma snatura un’icona della fantascienza, inserendola in un genere e in un’at-mosfera dark che non gli appartengono.

Luca Murgia

ROBOCOPLa libertà è un bene prezioso troppo calpestato nei secoli e questo è ciò che è capitato in molte storie. Compresa quella di Solomon Northup, un afroamericano nato libero che nel 1841 venne venduto come schiavo con l’inganno e liberato solo nel 1853. Lo stesso scrisse un’au-

(regista omonimo del grande attore), intitolata 12 anni schiavo. A interpretare lo sventurato Solomon troviamo Chiwetel Ejiofor, attore britannico che ha iniziato nel teatro e che al ci-nema ha già lavorato con registi come Woody Allen (Melinda e Melinda) e Alfonso Cuaron

volta protagonista assoluto; la sua interpre-tazione è stata impeccabile e ha comunicato grande pathos. Questo vale anche per il resto degli attori neri: Lupita Nyong’o è stata can-didata all’Oscar come miglior attrice non pro-tagonista. Sono stati invece deludenti gli attori bianchi e piatti i loro personaggi, compreso Brad Pitt, la cui presenza non è dominante come le locandine italiane fanno credere (ha infatti suscitato polemiche il fatto che le star bianche fossero messe in primo piano mentre fosse marginale lo spazio dedicato al protago-nista di colore). Questa piattezza psicologica è

renderci più solidali con Solomon, che si di-strica tra atti di inaspettata generosità e atti di crudeltà, ahimè, realmente accaduti. Più volte ti colpisce come un pugno allo stomaco e ti la-

vicenda, sconfortato dal fatto che questa libe-razione fu una casuale eccezione: infatti molte persone vennero rapite in tal modo ma pochis-sime si liberarono. McQueen con una regia molto intima lancia non tanto un attacco allo schiavismo quanto un grido alla libertà e alla dignità individuale, sorretto da una sceneggia-tura funzionale e atmosfere soul che ti immer-gono e ti coinvolgono in un mondo alienante.

Luca Murgia

12 ANNI SCHIAVO

Page 16: L'Urlo- Febbraio 2014

- 16 -

Per chi di voi conoscesse la storia di Don Chisciotte della Mancia, ciò che sto per rac-contarvi non sarà niente di nuovo, conoscerete già la sto-ria, in quanto cambiano solo il luogo e l’epoca. Ci spostiamo di molti anni e di molti chilo-metri: siamo a Milano, nel Liceo Classico Beccaria, ed è il 24 Gennaio del 2014. Ro-

-to di lavorare, salta sul moto-rino e si dirige verso nella sua graziosa villa, non lontano dalla scuola. Alla maggior parte degli studenti fa paura:

postura perfettamente dritta e la parola seria, secca, ma una piccola parte sa che quella persona è anche capace di confortare ed amare. Ma a tut-ti questi, dal primo all’ultimo, professori e bidelli inclusi, una passione del preside è sconosciuta: il romanzo We-stern, e tutto ciò che riguardi i Cowboy. Questa non era mai uscita da casa sua: quando vi entrava, magicamente, torna-va nel Texas con i suoi com-pari, mentre, quando usciva, ritornava Roberto Proietto, il preside del Beccaria. Ma pre-sto, tutto sarebbe cambiato, il Preside, in seguito a un libro, avrebbe perso la testa, e cam-biato le sorti degli studenti del suo liceo. Quel pomeriggio, dunque, tornò a casa e, saluta-

-giordomo Gennaro, si diresse nel suo studio. Era uno stan-zone alto, le pareti coperte da librerie, pile di libri per terra e al centro una scrivania. Sedu-tosi sulla comoda poltrona,

sistemato il cuscino sotto il sedere, tirò fuori dal cassetto il suo lazo, chiuse la porta e si mise a leggere l’ennesimo li-bro sui Cowboy. Passarono le ore, ed esattamente alle venti, la moglie entrò nel suo studio, reggendo tra le mani un piat-tone di pastasciutta, ma lo la-sciò cadere appena vide l’amato marito: teneva tra le mani, abbracciato come un bambino, il volume e sorride-

il vuoto. La moglie, tenendosi a debita distanza, e reggendo tra le mani il battipanni, che

avvicinò e sussurrò: ”Rober-to, ti senti bene?”. Non fece in

ritrovo il volume di oltre due-mila pagine in mezzo agli oc-chi. Roberto balzò in piedi urlando: “Io sono un Cowboy, e non voglio essere disturbato da te, donna!... Però, adesso, vorrei andare a letto”. E così fece, andò a letto, ma la notte non fece che peggiorare le cose. A noi che lo guardiamo dall’esterno, Roberto Proietto sembra una persona normale, ma in realtà, se fossimo nella sua testa, capiremmo che ciò che lui vede è ben diverso dal “vero”, o almeno da ciò che noi intendiamo con “vero”, “realtà”. Durante il sonno le sue idee, i suoi sogni, sop-pressi in giovane età, sogni di avventure, sparatorie, caval-cate nel Texas, maturarono, si risvegliarono e attaccarono il suo intelletto, facendolo di-ventare pazzo. La mattina se-guente, quando la moglie si svegliò, Roberto non era più

nel letto. La sveglia segnava le 9:00. “Sarà a scuola” pensò la moglie, che ancora non sa-peva del trauma che stava per investirla. Vestitasi, scese le scale della graziosa dimora, e trovò un cavallo in casa, con

stava ferrando con l’argente-ria dei suoi avi. Ma prima di picchiare il marito per il ca-vallo e i cucchiaini, si mise a urlare per come era vestito: aveva un cappello, sul quale si poteva leggere l’autografo di John Wayne, una bandana rossa sul collo, una camicia a quadretti blu e bianchi, dei je-ans e due grossi stivali marro-ni con due speroni. La cosa che inquietò di più la moglie furono la pistola e il lazo, at-taccati al grosso cinturone, nel quale erano inseriti dei proiettili, blindati. Poiché non riuscì a proferire parola, ini-ziò a parlare lui: “Ti piace? E’ bellissimo, lo chiamerò Furia e sarà il mio fedele amico, compagno d’avventure”. Lu-ciana non fece in tempo a ri-spondere, che Roberto, mon-tato sul cavallo, si era già

-retto al Beccaria. Arrivò che era appena suonato l’interval-lo, parcheggiato il cavallo e

-nestra che da sul bar, si dires-se, con tutta la scuola che lo

studenti stavano fumando. Tutti si misero a ridere quan-do lo videro vestito in quel modo: cosa gli era preso? Per-

trattenersi. Ma Proietto venne turbato da quelle risa, burle e

FAR WESTCRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Page 17: L'Urlo- Febbraio 2014

- 17 -

scherni: vide un ragazzo che gli stava particolarmente anti-patico, basso, robusto, faccia rotonda, capelli e occhi mar-roni, che stava tirando su un drum. Furioso, lo colpì col lazo sul sedere, facendogli ca-dere per terra il tabacco, la

iniziò a ridere ancora di più; nel frattempo nel cortile erano scesi anche i prof. La Terra e Conti, che interpellavano gli studenti su cosa fosse succes-so al preside. Roberto era adi-rato: gli studenti dovevano ri-spettarlo, non beffarsi di lui. Così estrasse la pistola e colpì il panino speck & brie di una ragazza, che, esplodendo, aveva sporcato tutti nell’arco di tre o quattro metri, anche la pelliccia nuova della Salvato-res, che rientrò a scuola im-precando in inglese e russo. Fece così anche con altri stu-denti, cosicché nell’arco di cinque minuti, non c’era nes-suno di quella folla che non fosse sporco, ma soprattutto era tornato il silenzio. Proiet-to, felice, salì e si chiuse nel suo studio. Passò, tra sparato-rie in corridoio, assalti in cor-tile, professori legati ai busti di marmo, un mese. La situa-zione era così critica, che tre professori decisero di fare una congiura per ucciderlo. Si riu-nirono nei segreti meandri della piccionaia il Bernardi-nello, la Salvatores e il Gius-sani. Il primo, da quando gli studenti che fumano in cortile avevano iniziato a temere più il preside di lui, era caduto in depressione per la gelosia. La seconda aveva investito tutti i suoi risparmi in detersivi per smacchiare la pelliccia, inva-

-biato perché Proietto, una bel-la mattina, aveva costituito un

tribunale dell’inquisizione per gli studenti atei, e non l’aveva messo a capo. Elaborarono un piano, e decisero di metterlo in atto il giorno dopo. La Sal-vatores avrebbe distratto Pro-ietto e il Bernardinello

pistola. Il Giussani serviva solo per fare l’estrema unzio-ne. Era appena suonata la se-sta ora, e Proietto, come di consueto, si stava esercitando a sparare. La Salvatores lo chiamò fuori dalla presiden-za, e cercò di farsi seguire lungo il corridoio della ferro-via: il Bernardinello era na-scosto dietro le macchinette. Era il momento giusto, Pro-

e non sospettava nulla: il Ber-nardinello buttò via il pac-chetto di patatine che aveva mangiato per lo stress, si av-

revolver dalla fodera. Sem-brava stesse andando tutto per il verso giusto, ma il Bernar-dinello, per le patatine, aveva le mani unte e non riusciva ad afferrare con sicurezza la pi-stola: la mano gli scivolava sull’impugnatura di legno. Il piano era andato a rotoli: Pro-ietto si era accorto di tutto, si voltò di scatto, vide il Bernar-dinello, poi, guardando da-vanti a se non vide più la Sal-vatores, che era già scappata. Allora decise che si sarebbe vendicato uccidendo Bernar-dinello, ma quando si voltò, era già arrivato al primo piano più veloce del plasma stellare. Proietto senza indugiare si lanciò all’inseguimento e ben presto si trovò fuori dalla scuola, assieme ai fuggitivi. Li vedeva bene, non erano tanto lontani, allargò le gam-be, le piegò leggermente, sfo-derò la pistola (devo ricordare

che fece fatica, in quanto era ancora un po’ unta), e la puntò contro i due. Il vento del de-

conferendo un tono epico alla scena .il nostro cow boy stava per premere il grilletto quan-do venne investito dalla Pro-fessoressa Spaghi, che stava tornando a casa e non aveva guardato lo specchietto an-dando in retro. Proietto cadde e picchiò la testa sul bordo del marciapiede. I due fuggitivi, gaudenti, tornarono indietro e chiamarono il Giussani per il funerale. Nel frattempo la Spaghi si interrogava sul per-ché di tutto questo, ma ,per-dutasi fra un’aoristo e un piùccheperfetto non capiva, e si rifugiava nei paradigmi, impaurita. Alle prime gocce di acqua santa cadute sul suo volto, Proietto riaprì gli occhi. I quattro attorno a lui, o me-glio i tre, (per tranquillizzare la Spaghi, le avevano spiega-to che Proietto, per il grande

morto, come un Opossum e quindi era tornata a casa) non avevano più voglia di scappa-re: il Bernardinello, scappan-do, si era preso uno strappo, ma aveva continuato a correre per paura di morire. La Salva-tores, era stremata, ma orgo-

strepitava in giro “è tutto OKEEEEEEEEEY”. Resta-rono lì, indomiti, sperando che liavrebbe risparmiati. E così accadde. Proietto si alzò in piedi, si guardò attorno e disse: “Cosa state lì a fare? Abbiamo una cogestione da organizzare.” Presa in mano la pistola giocattolo, risalì le scale.THE END

Konrad Borelli

Page 18: L'Urlo- Febbraio 2014

- 18 -

Page 19: L'Urlo- Febbraio 2014

- 19 -

SVAGO

CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Page 20: L'Urlo- Febbraio 2014

- 20 -

cosa fai

mentre spiego?

Meditazione

trascendentale?

ma l’hai scritto

mentre eri in

preda a un

volo pindarico?

non sto facen-

do pesca d’altura

che ti devo tirare

fuori le cose con

l’amo

state zitti che

già non

capisco io,

f i g u r i amo c i

voi

ANGOLO CITAZIONI

PROFESSORI

adesso apro una parentesi, ma poi la chiudo perché fa correnteè u

na st

oria t

ipo

quella

della

princi

pessa

sul pi

sello

e del

princi

pe sul

la pat

ata

mi sto annoiando. Quasi

quasi vado al banco salumi

Esselunga a sussurrare ai

bambini che passano

“è peppa pig”

STUDENTI