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I LUOGHI DELLA BIBBIA IL MAR ROSSO 1 LA PUREZZA: VALORE SPIRITUALE O CULTURALE? TESTIMONI DELL’EVANGELO L’ATEISMO TESTIMONI DELL’EVANGELO SAPIENZA E SCELTE SAPIENZA E SCELTE BIBBIA E SOCIETÀ ANORESSIA E BULIMIA BIBBIA E SOCIETÀ C O P I A C A M P I O N E N. 0

MANUALE DI STUDIO - CORSO GIOVANI- Studente

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Il nuovo Manuale Giovani (18-25 anni) è stato concepito per dare risposte bibliche a temi d'attualità e approfondire lo studio della Bibbia. Il manuale si caratterizza per: - 13 lezioni tematiche che spaziano da argomenti pratici ed attuali (anoressia, uso di internet, fidanzamento ...) allo studio della verità e della realtà biblica (le dottrine bibliche, le parabole, i luoghi geografici, i personaggi ...). - Una grafica agevole e dinamica. - Un linguaggio giovanile chiaro e diretto. - Un glossario e brevi considerazioni che accompagnano il testo di ogni lezione. - Approfondimenti, note esplicative e riflessioni nel Manuale Insegnante.

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Page 1: MANUALE DI STUDIO - CORSO GIOVANI- Studente

I LUOGHI DELLA BIBBIA IL MAR ROSSO

1

LA PUREZZA:VALORESPIRITUALE OCULTURALE?

TESTIMONIDELL’EVANGELOL’ATEISMO

TESTIMONIDELL’EVANGELO

SAPIENZAE SCELTESAPIENZAE SCELTE

BIBBIA E SOCIETÀANORESSIAE BULIMIA

BIBBIA E SOCIETÀ

COPI

A CAMP

IONE •

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CONVERSIONELACONVINZIONEDI PECCATO

I MIRACOLIDI GESU’LE NOZZEDI CANA

I FONDAMENTIDELLA FEDEL’ISPIRAZIONEDELLABIBBIA

BIBBIAE SOCIETA’ANORESSIAEBULIMIA

LE PARABOLEDI GESU’ILSEMINATORE

PRIMI PIANIBIBLICIGIUSEPPE

LO SPIRITOSANTO E NOIL’AZIONEDELLOSPIRITOSANTO

I LUOGHIDELLA BIBBIAIL MARROSSO

SAPIENZAE SCELTELE GIUSTEPRIORITA’

STORIABIBLICALE ORIGINIDELLACREAZIONE

ESSERE CHIESAL’IDENTITA’DELLA CHIESADI CRISTO

UNA VITA SANTALA PUREZZA: VALORESPIRITUALE O CULTURALE?

TESTIMONIDELL’EVANGELOATEISMO,IPOTESIPOSSIBILE?

SOMMARIO N.0

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Manuale di Studio per le Scuole Domenicali - Corso “Giovani” - Testo per lo studente - Pubblicazione trimestrale a cura delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemlee di Dio in Italia” - Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959, n. 1349 - Legge 22.11.1988, n.517Autorizzazione Tribunale di Roma n. 17289 dell’8.6.1978 - Direttore responsabile: Francesco ToppiEdito da: ADI-Media | Via della Formica, 23 - 00155 Roma | Tel. 06.2251825 - 06.2284970 | Fax 06.2251432www.adi-media.it | [email protected] - Hanno collaborato: C. Fiscelli - A. Cravana - A. Botturi - Grafica: G. Di MeglioStampa: Graffietti Stampati Snc. Montefiascone (VT) - Aprile 2011

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PIA CAMPIONE •

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lezione Una vita santa3

La società in cui vivia -mo, confondendo il pia -cere sfrenato con la li-

bertà e la felicità, normalizzaogni tipo di licenza e ridico-lizza quanti scelgono la pu-rezza e la castità [vedi glos-sario] come valori base divita. Anche le “norme” giuri-diche devono necessaria-mente adeguarsi ai muta-menti delle realtà sociali e,spesso, legittimare la mora-lità delle maggioranze. In un mondo tanto segnatodalla relatività del bene e delmale, dove trovare la purez -za? Come ripristinarla nel lavita intima e conservarla neirapporti umani? C’è forseuna civiltà modello, che maiè stata contaminata da mal-vagità e scandali? Indubbia-mente no! Lo scopo della ri-

velazione divina è ricondurrel’uomo al Creatore. Pertantogli insegnamenti biblici sullapurezza non possono esseresoggetti alle mu tazioni gene-razionali, a mode e scuole dipensiero, ma esprimono de-gli assoluti punti fermi, validie benèfici per l’uomo di ogniluogo e d’ogni tempo. I credenti non sono chiamatia stare al passo con i tempi,bensì con la Parola di Dio, inun progresso spirituale chenon riporta alle tradizioni diuna bigotta condotta all’an-tica, ma fa vivere verità eter -ne, verso il futuro più radio -so: la gloria celeste! In tale prospettiva, la pu-rezza deve coinvolgere tuttol’essere uma no: la mente, ilcuore e l’agire (I Tessalonice -si 5:23).

1. La purezzanei pensieri:: Romani 12:2:: II Corinzi 10:4, 5:: Filippesi 4:7-8:: Ebrei 4:12:: Salmo 19:9-13

Una coscienza pulita ed unavita trasparente non s’im-provvisano! Fondamental-mente sono frutto di unamente radicalmente rinno-vata dalla grazia in Cristo, diuno spirito vivificato e quindireso abile a ricevere lucedalla diretta influenza delloSpirito Santo. La purezza non si ottiene in-nanzitutto mediante una se-parazione fisica dal mondo,ma accogliendo in noi Coluiche è puro e santo, lasciando

LA PUREZZA: VALORESPIRITUALE O CULTURALE?

Il relativismo [vediglossario] morale,imperante nella nostrasocietà, non è unaconquista del liberopensiero, mal’assoggettamento

ad uno stato di profondaincertezza, una crisid’identità. Cambiare ideaogni giorno vuol dire nonsapere chi siamo, dadove veniamo e dovestiamo andando.

Rifletti

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che Egli trasformi il nostrostesso modo di pensare e ciguidi ad attingere alle incor-rotte fonti celesti (Romani12:2).Un delicato problema di fon -do dei giovani, e non solo dilo ro, è la mancanza di iden-tità. Questa è marcata doveman ca una nitida esperienzadi rigenerazione spirituale edunque una realtà di vita cri-stiana certa.Una persona che sperimentala salvezza in Cristo e pos-siede la certezza di essere unfiglio di Dio, non soltanto sa -rà ben corazzato dinanzi atutti quei pensieri in contra-sto con la giustizia e la gloriadel Signore, ma vorrà evitare

ogni sorgente inquinata cheavvelena la mente. Tanti dubbi, propositi per-versi cercheranno di offu-scare la nostra anima; nondobbiamo credere di poterlicoltivare e poi magari “espia -re” con delle punizioni perio-diche o dei pentimenti su-perficiali, tanto meno possia -mo sforzarci di sostituire obilanciare idee ed immaginiimmorali con altre pure. Infatti, quando la mente è“sporcata” da un pensiero,non lo è in una zona, ma ècontagiata tutta, a macchiad’olio. La purezza dall’iniquità nonsi ottiene con alcun rimedioumano (Geremia 2:22).

Siamo chiamati a purificar-ci e fortificarci nella poten-za prodotta dalla comunionecon il Signore (II Corinzi 10:4,5). Questo ci permette di ri-cevere luce e potenza per ri-muovere quelle intime tra-sgressioni di cui siamo giàcoscienti, ma che sembranopiù forti della nostra volontà.Ciò implica la rivelazione deipec cati a noi ancora nascosti(Sal mo 19:9-13; 139.23, 24, I Giovanni 1:7).

“Come potrà il giovanerender pura la sua via?Badando a essamediante la tua parola”Salmo 119:9

Quello che leggiamo o guar-diamo tende inevitabilmentea condizionarci e a orientarciin determinate direzioni. La purezza va coltivata conuna lettura attenta ed umiledella Parola di Dio, posta co -me un “filtro” che ci fa di-scernere il bene dal male se -con do la luce celeste e nonsem plicemente in base allamorale vigente nella socie-tà (Ebrei 4:12, 13; I Pietro 4:4, 5). Questo profondo vaglio deipensieri fa dimorare e gover-nare il Signore nei nostri ra-gionamenti (Filippesi 4:8; IGiovanni 1:7, 9). Occorre de-porre ogni pensiero impuroin preghiera, chiedendo a Diodi santificarci (Filippesi 4:7).Ciò non significa riuscire al-l’istante a non pensare piùcerte cose, ma a condividereil giudizio di condanna che laBibbia riserva a tali cose.

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lezione

2. La purezzanei sentimenti:: II Timoteo 2:22:: Efesini 5:3-5:: I Pietro 2:1, 2:: Giacomo 1:21

Il coinvolgimento emotivo,nella sfera dei sentimenti, èun forte propulsore che ser -ve a superare gli indugi o ifreni esasperati della razio-nalità, aiutandoci così a tra-mutare le intenzioni in azioni. La spinta del sentimento, pe -rò, può portare tanto a glori-ficare Dio quanto indurci almale e a fare ciò che Lo of-fende (Matteo 5:27). Al primo sorgere di attrazionied emozioni, bisogna essereintelligenti da separare tem-pestivamente un desiderioche onora il Signore da unapassione dovuta invece al-l’influenza di un mondo cor-rotto (Proverbi 4:23; II Timo-teo 2:22).Attenzione a non cadere inpericolose semplificazioni,

come, ad esempio, l’ideache i sentimenti im -

puri o immoralisi riducano al -

la sfe ra ses -suale, dellafornicazio -ne o dell’a -dulterio.

La Parola diDio non la-

scia dubbi sul -la vastità della

sporcizia spiritualee morale che può intossi-carci (Galati 5:19-21; Efesini4:31; 5:3-5).I sentimenti non soltanto de-vono essere buoni, ma san-tificati, separati da ogni resi-duo di male. Infatti, l’odiopotrebbe alternarsi all’a mo -re verso una stessa persona.L’indifferen za e un morboso

attac-camentoper qualcu -no o qual cosapos sono coesi-stere nello stessocuo re, vittima di desi-deri insani. Tali passioni, nel tem po, di-struggono chi gli concedespazio, portando con sé mol-teplici amare conseguenze(Giacomo 1:21).

Un cuore puro non è esentein sé stesso da imperfezioni,ma indica un animo traspa-rente, che si lascia scrutaree soppesare dallo SpiritoSanto, con il desiderio di ap-profondire la gioia dell’ap-provazione divina (Proverbi16:2). Il “filtro spirituale” si azionacon semplici domande e sin-cere risposte. Stiamo idola-trando qualcuno, qualcosa onoi stessi? Stiamo ospitando risenti-menti, covando vendette?Stiamo coltivando superbia,invidia, gelosia, avarizia, avi-dità e altre forme di egoi-smo? Negare e dissimularecattivi sentimenti come que-sti non ci esenta dal le con-seguenze del peccato nellanostra vita. Questi sfoghe-ranno altrove e non me no rovinosamente, con rabbia,ma linconia e ansia… Per es-serne purificati c’è una solavia: la confessione e il per-dono divino (Giacomo 3:14-17; 4: 8; I Giovanni 1:8, 9).

“Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio”Matteo 5:8

La purezza di cuore è la con-dizione di gioiosa e serena si-curezza che è frutto della di-vina giustificazione ottenutain Cristo; avendo confessatoil proprio peccato a Dio, nonsi ha bisogno di celarlo, cer-cando scuse o addossandoload altri. La bontà dei sentimenti puòesserci anche quando, senzavolerlo, commettiamo errorio compiamo gesti che indu-cono gli altri ad attribuircipassioni insane. In tal caso, non lasciamociscoraggiare né smaliziare,deducendo che non vale lapena proporsi certe cose;piuttosto, valorizzando sen-timenti d’umiltà, chiediamoa Dio maggiore saggezza peramministrare quello chesentiamo nel cuore di fare(Salmo 26:2, 3).

Come unambiente salubreè tale innanzituttoperché è un luogotenuto pulito, così un

anima in buona salute è ilfrutto di un cuorequotidianamente purificato

mediante una vivarelazione con

Cristo.

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considera

Una vita santa

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3. La purezzanelle azioni:: I Pietro 1:13-16:: II Corinzi 8:20, 21:: Salmo 24:3, 4:: Giacomo 3.13:: Colossesi 3:17

Consacrarsi a Cristo nonvuol dire rinchiudersi in qual-che monastero, isolandosida tutto e tutti. In ogni caso,una condotta pura include,quale naturale conseguenzadella purezza interiore, un al-lontanamento risoluto daqualunque pratica o stile divita in antitesi con la santitàDio (II Corinzi 7:1; I Tessalo-nicesi 4:3-7; I Pietro 1:13-16). L’espressione di I Tessaloni-cesi 5:22 è anche tradotta:“Astenetevi da ogni mala ap-parenza”.Ciò deve farci considerarel’opportunità di evitare certicontesti di penombra e am-bigue situazioni di intimitànon soltanto per essere pre-servati da tentazioni, maanche per non esporrela testimonianza del -l’E van gelo a delle con -clusioni umane di -spre giative. La purezza nelle azioniimplica l’assenza dimalizia e ipocrisie,ma non è sinonimod’ingenuità (Pro-verbi 27:12; Ro-mani 16:18, 19). Una condotta in-tegra sarà sempresostenuta da unaintelligenza pura evigile, alla quale nonsfugge che viviamoal la presenza dell’onniscien -te Dio, ma pure dinanzi agliuomini che, non conoscendoi cuori, valutano le azioni. Tale armonia tra pensieriprovenienti da Dio e senti-

menti che ci prtano ad at-tuare la Sua volontà, per-mette di camminare con ilgiusto passo nelle vie del Si-gnore, preservandoci nonsoltanto da rovinose cadute,ma anche da cattive appa-renze e facili deduzioni ne-gative da parte di altri (II Co-rinzi 8:20, 21)Tuttavia, essere santi non silimita all’astensione dal ma -le, ma riguarda soprattuttola dedicazione al bene (Sal -mo 37: 27; Efesini 4: 28, 29;II Timoteo 2:21).

“La religione pura eimmacolata dinanzi a Dioe Padre è questa: visitargli orfani e le vedovenelle loro afflizioni, econservarsi puri dalmondo”Giacomo 1:27

Per essere certi che i nostriatteggiamenti e la nostra

con dotta siano secon -do la volontà di Dio,

domandiamoci seil nostro modo

di agire halo scopo dionorare ed

innalzare il Signore, oppurese mira ad attirare su di noilo sguardo e il plauso deglialtri (Filippesi 1:9, 10; Colos-sesi 3:17). Davanti a Dio un’azione èpura quando sono limpidi lemotivazioni o l’uso dei mezziche ci inducono a compierla. Infatti, si potrebbe donarequello che si è rubato o com-piere un gesto apparente-mente altruista, perfino eroi-co, soltanto per vanagloria oanimati da rancori verso altri(Salmo 24:4, 5; I Corinzi 13:3;Colossesi 2:20-23).

“Puro” significa: noncontaminato dal peccato.

“Casto”vuol dire: coluiche si astiene,con gli atti e conla mente, dapratiche sessuali nonconsentite al suostato.

“Relativismo”indica lacorrente dipensierosecondo cui il concetto dibene e male non possonoessere affermati inmodo assoluto e definitivo, ma vannolasciati allainterpretazionedelle diversegenerazioni,culture e societàumane.

Glossario

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lezione Bibbia e società4

Itermini “anoressia” e “bu-limia” si riferiscono a queidisordini compulsivi [vedi

glossario] alimentari, che so -no sintomo di un grave ma-lessere interiore (definiti DAP:Disturbi Alimentari Psicoge -ni). L’anoressia è il persisten -te rifiuto del cibo, determi-nato da un’intensa paura diacquistare peso, mentre labulimia è una patologica avi-dità di cibo (fame da bue).

Queste alterazioni ali-mentari sono talmen -

te diffuse nella nostrasocietà, da essereconsiderate una ve -ra e propria epi-de mia, perché at -tra versano tutti gli

stra ti sociali e lediverse etnie, seb- bene interessinospe cialmente lafascia giovanile egeneralmente legio vani ragazze.

Spesso questi di-sturbi dipendo -no dalla soprav -v a l u t a z i o n edell’importan -za della pro-pria forma fi-sica e del pro -prio peso cor-poreo, dal la ne -cessità di cor-risponde re ad

un cano ne este-tico. I modelli so-

ciali, falsati dai me-dia (non tutti consi-

derano che con un uncomputer puoi inter-

venire sui difetti cor porei efar apparire i personaggi fa-mosi ben diversi da comesono realmente), richiedonoinfatti corpi per fetti, ossiasmunti ed esili, ed è gratifi-cato chi riesce ad apparire inconformità a quei parame-tri di immagine e, quindi, dipeso. Chi invece non è abbastanzasnello o non ha una corpora-tura scolpita, scarno ed ema-ciato si sente brutto e pocoattraente, per cui il giovane,che pensa di dover essereconsiderato, deve impararea mangiare sempre meno(Proverbi 31:30). Il mezzo per dimagrire sonoappunto i comportamentianoressici e bulimici. Alla base di ogni disordinealimentare non c’è soltantoil fatto di sentirsi oggetto diderisione (o almeno si crede)degli altri per la propria for -ma fisica. Ciò, infatti, po-treb be dipendere anche da un dramma familiare comequello di essere fortementetrascurati dai propri genitori,da un even to traumatico co -me la morte di un caro o laseparazione dei propri geni-tori, da continue frustrazionico me quello di credersi inca-pace a raggiungere il pesovoluto. Quando il giovane inizia asottoporsi ad una dieta ec-cessiva, sempre “fai da te” esenza il parere di un dieto-logo, in principio egli provasoddisfazione e piacere dipoter controllare com ple -tamente la propria astinenzadal cibo. L’autostima e la gra-

tificazione di sé diventano di-rettamente proporzionali ainumeri che appaiono sullaalla lancetta della bilancia ea quanto riesce a vederli ca-lare sempre più verso un nu-mero inferiore. Questo è l’ini-zio di un vortice incon trol-lato! Quella dieta ossessiva, chein un primo momento po-trebbe compiacere il gio-vane, in seguito però diventala sua prigione, perché man-giare qualcosa in più creauna tale frustrazione che sitenta a tutti i costi di piegarela propria volontà al solo finedi liberarsi dal cibo. Così si comincia a pensareche sarebbe meglio affinarele “tecniche” per svuotare lo stomaco e ci si ritrova amangiare qualsiasi cosa inquantità enormi per poi pro-vocarsi forzatamente il vo-mito e così impedire l’assi-milazione di quanto man gia-to: si mangia e si vomita.

“Lo stolto incrociale braccia e divorala sua carne”Ecclesiaste 4:5

I disturbi compulsivi alimen-tari sono la conferma dellafragilità umana, perché pri-vano il corpo del fabbisognonecessario e ne compromet-tono il metabolismo basale[vedi glossario].

ANORESSIAE BULIMIA

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1. La Bibbiae la cura delproprio corpo :: Genesi 2:16:: Salmo 78:24:: Matteo 6:26; 15:32

Dal punto di vista fisico l’uo -mo è una complessa ma per-fetta macchina, che si ali-menta ad ‘aria e cibo’. Percompiere tutte le attività, ra-zionali o fisiche che siano, eper mantenere il minimo difunzioni vitali, l’organismoconsuma “energia”, che vie -ne acquisita dal cibo. Mentreci si alimenta, il cibo vienetrasformato in “mattoni” utilialla crescita fisica. Il Signoreha realizzato l’uomo in modoche nutrirsi sia una precisae spontanea indicazione na-turale, un istinto [vedi glos-sario]. La Bibbia ci insegnaad aver cura del nostro cor -po per alcune importanti ra-gioni.

A. Perché siamo il tempio diDio.

“Non sapete che siete iltempio di Dio e che loSpirito di Dio abita invoi? Se uno guasta iltempio di Dio, Iddioguasterà lui; poiché iltempio di Dio è santo; equesto tempio siete voi”I Corinzi 3:16, 17

Il nostro corpo appartiene alSignore ed Egli ce ne ha affi-dato l’amministrazione. Cia-scuno di noi dunque devepreoccuparsi di curarlo nel

modo più opportuno, in quan -to esso è “tempio di Dio”.Quando ci alimentiamo conequilibrio, allora dimostria -mo riverenza e rispetto versoil Signore e la Sua Parola,perché la Bibbia ci esorta atenere il nostro cor po in ono -re (cfr. I Tessalonicesi 4:4). Idisturbi compulsivi alimen-tari sono ol tre modo dannosi,perché determinano conse-guenze devastanti per la sa-lute e la vita. Questi, inoltre,danneggiano e compromet-tono la testimonianza chediamo agli altri di Dio, ancheattraverso il nostro corpo

(Luca 8:55). L’apostolo Paoloscrive ai Corinzi di agire inmodo che, vedendoli, gli uo-mini avrebbero potuto loda -re il Signore (I Corinzi 10:31).

B. Perché il corpo deve es-sere protetto dall’insorgeredi malattie.Alcune malattie sono cau-sate proprio da un’alimenta-zione non corretta, per cuidobbiamo essere saggi nellosce gliere cibi sani ed idoneialla nostra salute (Genesi6:21). Evitiamo quegli ali-menti che ci danneggiano,ma non certamente quelli

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lezione

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che sono essenziali al fabbi-sogno quotidiano, alla cre-scita fisica e allo sviluppo in-tellettivo e morale. Anoressia e bulimia invecedeterminano una grave mal -nutrizio ne e ciò comporta ul-cere, danni permanenti aitessuti dell’apparato dige-rente, disidratazione, dannicardiaci e al sistema ner-voso, debilitazione fisica, de-pressione, senso di vergognae di colpa, difficoltà a man-tenere relazioni sociali e fa-miliari, tendenza a compor-tamenti maniacali.

C. Perché la santità non ri-guarda soltanto lo spirito el’anima.

“Or il Dio della pace visantifichi egli stessocompletamente; el’intero essere vostro, lospirito, l’anima e ilcorpo, sia conservatoirreprensibile per lavenuta del Signorenostro Gesù Cristo”I Tessalonicesi 5:23

Il credente deve principal-mente perseguire la salutespirituale come anche quellafisica, ma questi due aspettinon si possono sdoppiare. IlSignore a ragione vuole cheogni com ponente della no-stra persona sia santo: lospirito, l’anima e il corpo. Come dunque ricerchiamo laParola di Dio e la preghieraper crescere in grazia e nellaconoscenza davanti al Si-gnore, così dobbiamo preoc-cuparci anche del benesserefisico e ciò è dovuto ad unacorretta alimentazione. Questo è il risultato sia di sa -ni pensieri e sia dell’ubbi-dienza alla volontà di Dio (cfr.Efesini 5:28).

2. La potenzadella Graziadi Cristo:: Giovanni 21:9, 12:: Galati 5:1:: I Timoteo 4:4

Questa lezione vuole farti ri-flettere sul pericolo di preci-pitare nel vortice incontrollatodei disturbi compulsivi ali-mentari, manifestazioni se-gnate anche dall’incapacità diprendersi cura con amore disé stessi, dalla profonda soli-tudine e dalla paura continuadi non sentirsi amati. Se avevipensato di emulare gli altri,che praticano l’anoressia o labulimia perché si credonopoco attraenti, evita di incor-rere in un simile grave pro-blema spirituale e fisico. Inol-tre, ricorda di non credertitanto capace da provarci perpoi uscire indenne solamentecon le tue forze. Anche altrihanno creduto di poterci riu-

scire, ma sono rimasti succubidi queste complesse malattie.Se poi stai già vivendo pro-blemi di anoressia o di bulimiae, mentre consideri questa le-zione, lo Spirito Santo ti con-vince del bisogno di essere li-berato/a da una simile schia -vitù, allora hai bisogno di con-siderare alcune importanti ve-rità.

A. Riconosci la gravità dellatua attuale condizione. La Bibbia insegna che dietrola perversione di un istinto c’èil peccato e questo produce ilgiudizio (Romani 6:23). Tal-volta si identifica il peccatocon cose eclatanti come ilfurto, l’adulterio o qualche al-tra grave manifestazione so-ciale. La Bibbia invece ci inse-gna che anche ciò che ha ilpotere di alterare persino lapurezza di un istinto, sia in di-fetto sia in eccesso, è peccato.L’istinto della nutrizione è de-turpato quando non si man-

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“Compulsivo”generato da unimpulsoirrefrenabileo da unacostrizione.

“Metabolismobasale” è laquantità dienergia, che unorganismovivente consumain condizionestandard diriposo.

”Istinto”è un impulsonaturale,congenito eimmutabile, adagire ecomportarsiin un determinatomodo; il moventenaturale di ognicomportamento,finalizzato allapropriaconservazione.

“Psicoterapeuta”professionistaspecializzato intrattamenti atti aricostituire orafforzarel’efficienzafunzionale dellapersonalità.

Glossario

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gia, quando si mangia troppoo quando si mangia male. Haidunque bisogno che Dio operinella tua vita, perdonandoti eliberandoti anche dalla schia-vitù dei comportamenti com-pulsivi alimentari.

B. Devi capire che soltanto ilSignore ha la capacità di libe-rarti. Esistono medici specialisti co -me lo psicoterapeuta [vediglossario], che possono aiu-tarti a ricomporre la tua strut-tura psicologica e possonodarti un supporto teorico peraffrontare malattie complessecome quelle in esame nella le-zione. Il Signore però ha l’au-torità di operare istantanea-mente e perfettamente (Sal-mo 147:15). Ricorda che, quan -do per gli specialisti non c’èpiù niente da fare, Dio può an-cora tutto! Soltanto il SignoreGesù ha l’autorità di vincere ilpeccato e risolverne le conse-guenze.

“Or a colui che può,mediante la potenza cheopera in noi, fareinfinitamente di più diquel che domandiamo opensiamo”Efesini 3:20

Se ti affidi al Signore con unasemplice preghiera, Egli ope-rerà. Non devi più essere tu alottare ogni volta contro il de-siderio di liberarti da ciò chemangi e risolvere così i tuoi pro-blemi, ma devi affidarti a Gesù,fidarti di Lui con tutto te stessoe mettere completamente latua vita nelle Sue mani.

C. Richiedi al Signore la guari-gione. Non pensare mai cheper te non ci sia più alcuna spe-ranza, perché il Signore non ècambiato. MettiLo alla prova!

“Vi è forse qualcosache sia troppo difficileper il Signore?”Genesi 18:14

La Bibbia ci ricorda: “Se cammino in mezzoalle difficoltà, tu mi ridaila vita” (Salmo 138:7);

“Chiedete e vi sarà dato… perché chiunquechiede riceve” (Matteo 7:7, 8);

“La preghiera della fedesalverà il malato e ilSignore lo ristabilirà”(Giacomo 5:15).

Ci sono tanti altriversetti con i quali ilSignore ti incoraggia adinvocarLo. Se lo desideri, chiedi dipregare ai tuoi genitori,ad un responsabile dellacomunità, ad un amico,ma soprattutto almonitore della tuaclasse. Esercita la tuafede nel Signore,considerando che Cristo

ha trionfato per mezzodella croce perprovvedere anche la tuaguarigione (Isaia 53:5) e la liberazione da ogniforma di schiavitù(Galati 5:1).

“... io sono il SIGNORE,colui che ti guarisce”(Esodo 15:26).

Credi nella guarigione

La tristezzaUna componente da non sottovalutare, e che

spesso cerca di albergare il nostro essere, è quelladella tristezza. Come recitava un cantante del

secolo scorso: “tristezza ... amica della miamalinconia .... facciamoci ancor oggi compagnia”

(BuongiornoTristezza - Claudio Villa).Un sentimento, un’emozione che non deve

prendere il sopravvento, ma che deve essereaffidata a Gesù: Colui che che può aiutarci

davvero, come fece con quei due discepoli sullavia di Emmaus, ai quali si avvicinò e parlò ed ai

quali si rivelò. Può farlo anche con te!

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lezione Lo Spirito Santo e noi5

La Scrittura ci rivela co -me sin da prima delprincipio, quando non

esisteva nulla, lo Spirito Santoè “Spirito eterno” (Ebrei 9:14). Egli nel principio ha dato ori-gine al creato (Giobbe 33:4),operando in armonia con lealtre due Persone della Trinità(Genesi 1:26). Come dal prin-

cipio, poi, lo Spirito Santo con-tinua ad “aleg giare” ancoraper santificare quanto è statodanneggiato dal peccato edalla ribellione dell’uomo. Da queste considerazioni in-troduttive siamo invitati a ri-conoscere dunque la divinità,la personalità e l’operositàdello Spirito Santo.

1. Lo Spirito Santoè Dio in Persona:: Giovanni 16:7, 13:: Atti 5:3, 4

Lo Spirito Santo sarebbe unaPersona, sebbene non abbiaun corpo fisico? La Scritturalo conferma!

“Ma quando sarà venutoil Consolatore che io vimanderò da parte delPadre, lo Spirito dellaverità che procede dalPadre, egli testimonieràdi me “Giovanni 15:26

Nella lingua greca, la linguain cui è stato scritto il NuovoTestamento, il termine “spi-rito” traduce le parole “sof-fio”, “respiro”, “vento”. Lalingua greca differisce dal lanostra perché si avvale di tregeneri: il maschile per la per-sona maschile, il femminileper la persona femminile, ilneutro per le cose. “Spi rito”è dunque una parola in ge-nere neutro, perciò l’articololo, che precede, con cordacon il neutro e così pure do-vrebbe fare il pronome egli,che segue. Quan do Giovanni, lo scrit-tore del Vangelo, volle conEgli riferirsi a Dio lo SpiritoSanto, violando le regole del -la gram matica greca, ha usa -to il pronome maschile co -me per riferirsi ad una per-sona. Giovanni lo usa anchenel capitolo 14:26 e 16:7, 13rimarcando così la verità chelo Spirito Santo è Dio in Per-

L’AZIONE DELLOSPIRITO SANTO

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sona! Si può dunque essere“persona” senza per questoavere un corpo fisico (adesempio gli angeli) e di con-tro si può avere una strut-tura fisica senza per que-sto essere una persona (adesempio le piante).Ogni persona ha delle carat-teristiche tipiche. Intanto havolontà propria, ossia agiscenella libertà delle propriescelte, secondo il propriopensiero ed opera come cre -de e come vuole. Lo SpiritoSanto ha una Sua propriavo lontà “ma tutte que ste co -se le opera quell’uno e me-desimo Spirito, distribuendoi suoi doni a ciascuno in par-ticolare come Egli vuole” (ICorinzi 12:11). La Sua volon -tà è sempre in accordo conquella del Padre e del Figlio,proprio perché insieme con-dividono le stes se perfezioni.Ogni persona ha anche intel-ligenza, ossia ha la facoltà diconoscere, di sentire, di co-municare, di esprimere séstesso, di comprendere, diavere sensibilità, di ragio-nare…

Lo Spirito Santo conosce lecose di Dio ed inoltre parla,convince, insegna… ed hatanti buoni motivi per farlo (ICorinzi 2:9-13). Egli provaemozioni ed è sensibile allerisposte dell’uomo (Efesini4:30). Anania e Saffira si erano ac-cordati per mentirGli e l’apo-stolo Pietro dichiarò che essiavevano mentito a Dio (Atti5:3, 4). Noi ci affliggiamo e ci indi-gniamo, quando altri ci insul-tano o ci offendono. Lo stes -so avviene allo Spirito Santo,quando l’uomo rifiuta i Suoiconsigli e non Lo considera(Atti 7:51). Ogni persona ha inoltre po-tenza, ossia ha la capacità diperseguire i propri obiettivi edi realizzarli. Lo Spirito San -to ha deciso di creare e l’hafatto, di portare alla salvezzai peccatori e continua a farlo(Giovanni 3:5-8), di santifi-care la Chiesa (I Corinzi 6:11)… Egli continua ad agire nelcuore dei credenti, perché loSpirito Santo è Dio in Per-sona!

2. Il Consolatoreche nonci abbandona:: Giovanni 14:16, 26:: Efesini 4:30

Quando il Signore Gesù an-nunciò il Suo prossimo ri-torno al Padre, i discepolifurono preoccupati, perchéa torto pensavano che sa-rebbero rimasti da soli persempre. Il Signore, però, nonaveva bisogno di notare illoro disagio interiore primadi intervenire, perché infattiaveva già provveduto ad unaltro Consolatore, Dio in azio -ne, il Quale avrebbe svol toun’opera insostituibile e pre-ziosa nella vita dell’uomo. Quei discepoli non sareb-bero rimasti soli… e neppurenoi lo saremo mai!

“E io pregherò il Padre,ed Egli vi darà un altroconsolatore, perché stiacon voi per sempre”Giovanni 14:16

Il vento.Uno dei simboli delloSpirito Santo è quellodel vento. Gesù vi fariferimento parlandocon Nicodemo dellanuova nascita.Nel libro degli Atti lovediamo citato quandoi discepoli nell’altosolaio sperimentano lapienezza dello SpiritoSanto o quando ilprofeta Ezechieleinvoca Dio per soffiarecon il Suo Spirito inquella valle di ossasecche per farlerivivere. Lo SpiritoSanto porta vita epienezza. PermettiGlidi farlo anche nella tuavita.

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lezione 5

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Soltanto Giovanni, nello scri-vere il Vangelo, ha riportatoper quattro volte il termine“Consolatore”, che significa“colui che sta a fianco”,“colui che viene in aiuto”. Egliera, dunque, la persona chia-mata a fianco di un’altra alloscopo di aiutarla, specie neiprocedimenti penali, e infon-dere se renità. Prova ad immaginare in quan -ti pericoli siamo capaci diimbatterci e quanti problemiabbiamo; è per questa ra-gione che abbiamo bisognodi un consolatore. Considerache Gesù ha già pensato an -che per te e per me!Il versetto, che abbiamo ri-portato sopra e che ti inco-raggiamo a memorizzare, ri -porta l’aggettivo “altro”. Nella lingua greca ci sonodue parole, che possono es-sere tradotte in italiano con“altro”, ma il cui significato ètotalmente opposto. Il primotermine significa “altro” è in-teso della stessa specie (adesempio dammi un’altra ca-ramella) mentre il secondo è di una specie diversa (adesem pio dammi un’altra co -sa). Quando Cristo promi seun altro consolatore inten-deva dire che avrebbe man-dato un’altra Persona com -passionevole e benigna pro-prio come Lui, della stes saNatura. Giovanni ha usatoappunto il primo termine. LoSpirito Santo dunque è unConsolatore della stessa Na-tura e competenza di Cristo!Egli non è quindi un dele-gato, un sostituto tempora-neo, un precario, uno cherimedia alla mancanza del ti-tolare, ma è un altro conso-latore della stessa capacità enatura! Gesù per i Suoi di scepoli erastato insegnante infallibile esaggio, grande difensore nei

loro momenti critici, e dona-tore amorevole della Suagrazia. Lo Spirito Santo avreb -be fatto esattamente comeGesù: né più, né me no!La Scrittura ribadisce ancorache il Consolatore rimane connoi per sempre e non ci ab-bandona mai. Lo Spirito San -to non ci visita episodi ca-mente, non ci sta vicino uni-camente nei nostri momentimigliori, non fa sen tire la Suapresenza soltanto quandoentriamo nel locale di culto,né si interessa di noi a pattoche siamo spirituali [vediglos sario]. Cristo ha mandatolo Spirito Santo perché ci stiasempre vicino, perché dimo-ri sempre nel nostro cuore(Giovanni 14:17; I Corinzi 3:16).Non hai bisogno di cercarlochissà dove, né di dover faremolta strada per raggiun-gerlo, né di doverlo chiamarea lungo per farlo avvicinare,perché anzi Egli ti è già vicinoe lo sarà per sempre. Pensa

che Dio lo Spirito Santo vuolestare sempre con te: riflettisul l’onore e l’amore che ti ri-serva!

3. Lo SpiritoSanto è Dioall’opera:: I Corinzi 2:9-11

Quante volte i nostri genitorici incoraggiano a compiereun’attività o un servizio. Puòcapitare che sulle prime rispondiamo entusiastica-mente: “Lo faccio subito!”,mentre poi lasciamo tutto ametà. Gesù ha ricordato ilcomportamento di un figlio,per esporre poi un insegna-mento spirituale. “Un uomo aveva due figli. Siavvicinò al primo e gli disse:Figliolo, va’ a lavorare nellavigna oggi. Ed egli rispose:Vado, signore; ma non viandò” (Matteo 21:28, 29). Tirivedi nell’agire di questo fi-

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glio? Considera ora Dio loSpirito Santo mentre è al-l’opera. Se Egli dovesse im-pegnarsi e non mantenere,se dovesse tirarsi indietro o non svolgere bene il Suocom pito. Tu esclameresti su-bito: “Non può farlo, Egli èDio! La Sua opera è perfet -ta!”. Hai assolutamente ra-gione in questo (Deute ro no- mio 32:4). Questa certezzadipende dalla fiducia nelleScritture e da quello che ab-biamo visto compiere nellavita di Gesù. Dietro la nascita miracolosadi Cristo c’è stata l’operadello Spirito Santo (Luca 1:35;Matteo 1:18), proprio comedietro il Suo meravigliosoministerio (Luca 3:22; 4:1,18, 19; 10:21; Giovanni 1:33;Atti 10:38), fino alla morte incroce (Ebrei 9:14) e alla ri-surrezione dai morti (Ro-mani 8:11). Se lo Spirito Santo ha se-gnato così tanto la vita di

Cri sto da essere con Lui inogni aspetto del Suo mini-sterio terreno, come potrem -mo noi credere di poter vi -vere la nostra vita cristianasenza il Suo aiuto? La Scrittura ci incoraggia adagire come ha fatto Gesù enon impedire l’opera delloSpirito Santo nella nostravita.

“Non rattristate loSpirito Santo di Diocon il quale siete statisuggellati per il giornodella redenzione”Efesini 4:30

La Bibbia ci aiuta a compren-dere il tipo di opera, che Diolo Spirito Santo compie. Pri -ma fra tutte Egli è all’originedell’opera della salvezza (Gio -vanni 16:7-11), è Colui che ciaiuta (Giovanni 14:16), ci par-tecipa le virtù di Cristo (Gio-vanni 16:14); Egli riempie icredenti per annunciare la

Parola di Dio con franchezza(Atti 4:31), istruisce nella ve-rità (Giovanni 16:13), sospin -ge nella preghiera (Romani8:26)… Lo Spirito Santo èdavvero una Persona straor-dinaria ed insostituibile! Considera, inoltre, che laSua opera di grazia non èper qualche credente privile-giato o per alcuni pochi spi-rituali [vedi glossario], maper tutti e dunque anche perte (Atti 2:39). Quanto è scritto nella Bibbiaè dunque il progetto di DioPadre per te, perciò lo Spi-rito Santo vuole incoraggiar -ti affinché tu possa per met-terGli di operare anche nellatua vita (Filippesi 1:6). Ricordati che molto dipendeanche dalla tua volontà! Con sidera allora questa le-zione come l’invito di Dioad affidare pienamente latua vita nelle mani di Cri-sto e all’opera dello SpiritoSanto.

Hai mai provato ad aiutaredelle persone segnate daldolore, forse anche per laperdita di un lorocongiunto? Sicuramente sai che ilmodo più indicato èincoraggiarli usando laParola di Dio. Forse ti sei reso conto dicome, mentre da un lato letue parole volevanosostenere la fiducia einfondere coraggio a chiera nel bisogno, dall’altro il

dolore stesso stavasgretolando l’efficaciadella tua opera diconsolazione. Hai provato allora arafforzare il tuoincoraggiamento con altriesempi della Scrittura, maancora inutilmente.Sembravi Ercole chetagliava le teste dell’Idra[vedi glossario] e checontinuavano a ricrescere.Poi ti sei arreso.Lo Spirito Santo invece

non si stanca mai di offrireil Suo aiuto a quanti sonobisognosi, facendoloefficacemente. Anche quando Glisfuggiamo, dubitiamo diLui o addiritturamormoriamo contro ilSignore, il Consolatore nonsi rassegna a volerciguarire da tutte le nostreafflizioni. Egli è paziente enon si scoraggia nelcompiere la Sua opera.

Vivilo sulla tua pelle

La colomba.Un altro simbolo dello Spirito Santo

è la colomba. Il vangelo vi fariferimento nel descrivere i momentiin cui Gesù fu battezzato in acqua daGiovanni. Il battista dice: “Ho visto lo

Spirito Santo scendere dal cielocome una colomba e fermarsi su di

lui” (Giovanni 1:32).

“Spirituale”colui cheubbidisce allaParola di Dio e lamette in praticacon coerenza ecostanza.

“Idra”nella mitologiaclassica era unserpentemostruoso dallemolte teste,capaci dirinascere ancheuna voltatagliate.

Glossario

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lezione Essere chiesa 13

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La Chiesa costituisceuna prova inconfuta-bile dell’opera di Cristo

e una tangibile manifesta-zione della presenza del Si-gnore. Tanti luoghi comunihanno sfigurato le sembian -ze del popolo di Dio. L’iden-tità di esso, come dichiaratonelle Scritture, si distinguechiaramente dalle maree dipratiche religiose massifi-canti [vedi glossario] e daglistrati secolari di tradizioniumane, che vorrebbero in-sabbiarne le vere origini, cosìpure dal declino teologico,che pretende di limitare l’ac-cesso tra le fila della Chiesaad una ristretta cerchia diuomini. La Parola di Dio ci mostra co -me si forma e consolida unacoscienza cristia na nel cre-dente, su quali basi può ma-turare l’identità personale ecollettiva di Chiesa di Cristo. La Bibbia ritrae la chiara im-magine di un popolo consa-pevole di essere stato sal-vato per grazia dalla condan-na eterna, appartato daquesto mondo ottenebratodal male e in marcia versola gloria celeste.

“Non sapete chesiete il tempio diDio e che loSpirito di Dioabita in voi?”I Corinzi 3:16

1. Un popoloredento :: Efesini 2:1-5, 12, 13, 19-22; :: Romani 8:15, 16:: I Corinzi 15:7-10:: I Timoteo 1:13-15

Spesso la Chiesa è assimi-lata con una “religione dimassa”, cioè con tutte quellepersone che si definisconocristiane o frequentano leadunanze comunitarie. In realtà la Scrittura affermacategoricamente che non èla partecipazione a riunionidi culto o attività religiose arendere cristiana una per-sona. Persino il rito battesi-male, per quanto ortodossonella forma, non potrà maiconferire il diritto di entrarea far parte della Chiesa, seprima il Signore stesso noncompie un’opera radicale edinteriore nell’individuo (Gio-vanni 1:12, 13). La Bibbia identifica un cri-stiano come uno dei “mem-

bri della fa -miglia diDio”, sot-tolinean -

do il con-trasto tra ciò

che si era nel-la vecchia vi-ta, nella natu-ra corrotta e

schia va del peccato, e ciòche si è nella nuova vita rice-vuta per l’opera di Cristo(Efesini 2:1-5, 12, 13). Questo è il punto basilaredell’identità cristiana che pos -siedono quanti hanno costa-tato l’abisso della propria mi-seria spirituale e realizza-to l’immensa ricchezza del lagra zia divina (Efesini 3:8; I Ti-moteo 1:13-15).Pertanto, la coscienza di es-sere figli di Dio non può es-sere impartita dal senso diappartenenza ad una comu-nità locale, per quanto ciò siapositivo, neanche dal prove-nire da una famiglia evange-lica da generazioni. Chi diventa figlio di Dio sache Egli stesso lo ha “adot-tato”, donandogli una nuovanatura (Isaia 63:16; Galati4:5, 6).L’identità cristiana non pro-viene da conferme umane,bensì dall’attestazione divinae corrisponde alla certezzache il Signore ha operato perme e in me, spezzando le ca-tene della schiavitù del malee donandomi nuova visionedella vita (II Samuele 7:23;Romani 8:15, 16).

“Se dunque uno è inCristo, egli è una nuovacreatura; le cose vecchiesono passate: ecco, sonodiventate nuove”II Corinzi 5:17

È come possedere un “docu-mento” spirituale, che forni-sce una forza capace di vin-cere ogni rimorso e le in -cer tezze o la superbia per

L’IDENTITÀ DELLACHIESA DI CRISTO

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quegli aspetti della propriaconversione che differisconodalle esperienze altrui (I Co-rinzi 15:7-10; Galati 6:3, 4).Alcuni, soprattutto quelli cheda bambini frequentano lacomunità cristiana, non sem-pre sanno stabilire con pre-cisione la data della loro con-versione al Signore, dellanuo va nascita. Non è questoil problema che deve causareuna crisi d’identità cristia na.L’importante è che ci sia quelraffronto tra il peccatore ne-mico di Dio che ero ed il figliodi Dio che adesso sono!Non è indispensabile fissarcisul definire il momento esat -to in cui la nuova creatura èvenuta alla luce, quello checonta davvero è l’essere co-scienti che la nuova vita per-mane e si sta sviluppandomanifestandone i frutti (Gio-vanni 9:25; Romani 5:8-10;8:14). L’opera di santificazione pro-gressiva compiuta dallo Spi-rito Santo ci rivela aspetti ne-gativi del nostro carattereche ignoravamo, fa esplorare“zone interne” del nostro es-sere in cui mai nessuna per-sona o circostanza ci ave-vano fatto penetrare. Talvoltanoi stessi stentiamo a rico-noscerci, pare di non saperepiù chi siamo (Romani 6:21;Giacomo 1:26). Tuttavia, intali esperienze siamo soste-nuti dall’immutato amore diDio verso noi. Egli continuaa riconoscerci come Suoi fi-gli, mentre ci apriamo allaSua voce ed arrendiamo allaSua correzione (Ebrei 12:4-6; I Giovanni 1:7).

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2. Un popoloappartato:: Ester 3:8:: Daniele 1:6-8; 3:14-17:: Matteo 5:13-16:: Atti 11:26; 19:15:: I Pietro 4:4

Certamente il popolo di Dioè trasversale alle denomina-zioni cristiane, essendo la co-munione spirituale di tutti isalvati per grazia (Efesini 4:4-6). Tuttavia la Bibbia asseri-sce che la Chiesa è formatada quanti fondano la loro fedeunicamente e integralmentesulla Parola di Cristo, l’unica“pietra angolare”, che uniscei redenti d’ogni luogo e tem-po, facendo di essi l’edificiospirituale in cui dimora edopera lo Spirito Santo (Efesini2:19-22).I credenti, pur vivendo ancorafisicamente sulla terra, oraappartengono ad un altro re-gno spirituale (Colossesi1:13). Ciò li pone come per-sone trasformate in contestisociali rimasti immutati. Vecchi amici o parenti noncomprendono quanto è av-venuto nell’anima di chi harealizzato l’opera di Cristo;spesso nel dirgli che non ri-conoscono in questi la me-desima persona di prima,esprimono un tono accusa-

torio piuttosto che di com-piacimento (I Pie-

tro 4:4). Ciò potrebbe

spingere ic re d e n t i a far si ac-cettare dalmondo, a

voler esse-re ancora ri-

conosciuti da-gli altri come “uno

di loro”. Ma il cristianodeve prendere atto che ora

è un altra persona, con nuovipensieri, sentimenti e desi-deri; non sembra diverso, nédeve sforzarsi di apparirlo:lo è davvero! (Efesini 5:7, 8; IGiovanni 3:1).In famiglia, nella società edin ogni rapporto umano, ilcredente è chiamato a risco-prire e ribadire il ruolo asse-gnatogli dal Signore e ciòprovocherà inevitabili con-traccolpi; tuttavia, questoprocesso risulta utile per for-tificare la propria identità diuomini e donne di Dio (II Ti-moteo 3:14-17). Diversamente, quando il po-polo di Dio cerca di conciliaretutte le vecchie relazioni edusanze con la nuova vita fi-nisce per smarrire il sensodella propria identità e quindila forza della propria voca-zione (I Samuele 8:19, 20).

“Ma voi siete... unagente santa, un popoloche Dio si è acquistato,perché proclamiate levirtù di colui che vi hachiamati dalle tenebrealla sua lucemeravigliosa; voi, cheprima non eravate unpopolo, ma ora siete ilpopolo di Dio... “I Pietro 2:9, 10

Partire da ciò che il Signoreha compiuto per noi, da quelche speriamo, rimane la ba -se imprescindibile per forti-ficare la propria identità difede con delle scelte nette,quelle di chi appartiene a Cri-sto e ad un popolo appartatoda questo mondo (I Re 18:21;I Pietro 1:16). Sebbene a Daniele e ai suoigiovani amici fossero statimutati i nomi, per farli iden-tificare con le divinità babi-lonesi, essi sapevano chi era -

no perché sapevano bene inChi avevano creduto (Danie -le 1:6-8; 3:14-17). La comunità evangelica nonè un circolo religioso, nean-che un ghetto chiuso in sé;essa si estranea dallo stile divita mondano avverso allagiustizia ed alla gloria di Dio,ma per “tornare” fra la gentecon un divino mandato mis-sionario. L’efficacia della te-stimonianza nel mondo vie -ne proprio dalla separazionespirituale da esso (Matteo5:13-16). Siamo come amba-sciatori presenti su territoristranieri per offrire la pacenella riconciliazione con ilproprio Sovrano (II Corinzi5:18-20). Quando ci identifichiamo pie -namente con Cristo sarà lasocietà stessa a definirci“cristiani” e persino le schie -re sataniche dovranno rico-noscere chi siamo, a motivodi Colui che regna in noi,della nostra relazione viventecon il Signore (Atti 11:26;19:15).

Imitare imodelli delmondo spersonalizza l’individuo, ma

prendere a modelloCristo induce il credente a sviluppare

una forte identità.

considera

lezione Essere chiesa 13

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3. Un popoloceleste

:: Salmo 148:12-14:: Galati 3:28:: I Giovanni 3:2

Il popolo di Dio per quantoincluda persone differentiper razza, ceto sociale, carat-tere, sesso ed età, è spiritual-mente unito, capace di ope-rare in armonia, sulla ba sedella comune identità di fede(Galati 3:28; Romani 12:5). La personale identificazionecon Cristo non porta a cer-care una comunità secondola propria indole o cultura,ma permette di stabilire saldilegami di comunione frater -na fondati sull’insegnamentobiblico e sugli scopi divini (Fi-lippesi 2:2-5).Quando vi è scarsa visione diciò che significa essere Chie -sa di Gesù Cristo si generanopericolose fratture tra i cre-denti. Taluni girovagano tra i gruppipiù disparati sperando di tro-

varne uno in cui essere ac-cettati per quello che sono eper la vita che conducono,ma in realtà stanno rincor-rendo soddisfazioni egoistee sfuggendo le loro respon-sabilità davanti al Signore. Per tali credenti sarà vera-mente arduo sapere chi so -no, cosa credono e capirequello che Dio vuole per laloro vita (Efesini 4:20-24). Nella comunità cristiana nonc’è posto per individualismie conflitti generazionali. Perciò non esiste la chiesadei giovani e quella degli an-ziani, dove ognuno ha il suoculto esclusivo e i propri me-todi. I redenti sono chiamati a ser-vire il Redentore insieme esenza “camere stagne” (Sal -mo 148:12-14; Geremia 31:13).Purtroppo può accadere cheda un lato i giovani voglianoorganizzarsi per proprio con -to, non rispecchiandosi nellamentalità secondo loro or-mai superata delle passategenerazioni. Dal lato oppo-

sto, adulti e anziani possononon fidarsi dei giovani e coin-volgerli adeguatamente, giu-dicando superficiali le loroesperienze cristiane. Ciascuno è chiamato a darel’apporto della propria sta-gione di vita; i giovani contri-buiscono con il loro vigore e gli anziani con la sobrietàdel la loro esperienza, senzala pretesa che gli altri sianodiversi da quel che la loro etàli porta ad essere (Proverbi20:29; I Timoteo 4:12; I Pie-tro 5:5).D’altra parte, una forte iden-tità cristiana, a qualunqueetà, si completa nella cer-tezza di ciò che saremo nellafutura gloria celeste (I Gio-vanni 3:2).

“Quando Cristo, la vita nostra,sarà manifestato, allora anche voi sarete con luimanifestati in gloria”Colossesi 3:4

Ecco perché i redenti non cer-cano di stare al passo con itempi, ma camminano sem-pre più al passo con la Paroladi Dio, studiandosi di progre-dire ogni giorno nell’essere lepersone che Dio vuole essisiano, mentre si preparanoper la meta eter na della lorovocazione a salvezza (I Timo-teo 6:11-14; I Giovanni 2:13-17).

Affermare che i giovanisono la Chiesa deldomani è un luogocomune da rettificare. Si può dire che essi sono

potenzialmente lecolonne del futuro, ma i giovani sono lachiesa attuale, se nati di nuovo oggi.

Rifletti

“Massificare”significaspersonalizzare gli individui,inquadrandoli inmasse anonime,senza alcunadifferenziazione

Glossario

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