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È un Berlusconi sereno e soprattutto “carico”, quello che ieri mattina si è presentato al Tribunale di Milano per l’udienza del processo Mills, che definisce il “peggiore di tutti” quelli a suo carico. Il premier accusa i pm milanesi di usare “il Diritto come un’arma” per estrometterlo dalla vita poli- tica e puntualizza: “Non è vero che attacco i giu- dici, sono grato ai magistrati che hanno respinto le accuse dei pm in 24 processi contro di me”. Inol- tre, sempre ieri (giorno in cui Iole Santelli ha pre- sentato una proposta alla Camera) il Cavaliere ha annunciato che all’interno del Pdl c’è chi gli chiede con insistenza “una Commissione d’in- chiesta sui pm di Milano per verificare se ci sia un’associazione con fini a delinquere”. Nel giorno della memoria delle vittime del terrorismo, poi, Berlusconi rende omaggio ai magistrati vittime delle Br e del terrorismo, definendole “figure eroi- che”. Chiusura sulla politica (sorvolando su Bossi). Il premier non è irritato per i dubbi di Na- politano sui nuovi sottosegretari, ma è pronto per la verifica parlamentare: “Ne abbiamo già fatte tantissime dal 14 dicembre in poi, la maggioranza c’è, è solida e siamo prontissimi a farne un’altra”. Ma prima ci sono le Amministrative da affrontare. E Berlusconi vuole vincerle. “Pronti a vincere ancora” QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Martedì 10 maggio 2011 Anno XVI n° 109 - € 0.50 Un quotidiano moderno nel segno della tradizione ORA A 50 CENTESIMI WWW.AVANTI.IT Un quotidiano moderno nel segno della tradizione ORA A 50 CENTESIMI WWW.AVANTI.IT L’annuncio è stato dato da Barack Obama, presidente degli Usa: “Con la morte di Bin Laden – ha detto – giusti- zia è stata fatta”. Sono interamente d’accordo con lui, per- ché quel personaggio è stato per tanti anni l’ideatore di stragi terroristiche con migliaia di morti. Molti non sono stati d’accordo: Fidel Castro ha parlato addirittura di un “atto abominevole” e il quotidiano “L’Avvenire” ha inti- tolato il pezzo con il titolo: “Giustizia è fatta? Le uccisioni non pacificano. Solo le redenzioni possono farlo”. Soddi- sfazione invece da Israele e per quanti hanno subito per- sonaggi così criminali paragonabili a Hitler e a Stalin. La morte di questo terrorista è stata una esecuzione? Chi la pensa così parla con un moralismo in malafede. Se gli at- tentati contro Benito Mussolini, nei primi anni della sua dittatura, avessero avuto esito positivo, l’Italia nel 1938 non avrebbe avuto le leggi razziali, nel 1940 non sarebbe entrata in guerra a fianco della Germania nazista e, so- prattutto, non vi sarebbe stata la guerra civile che ha insan- guinato la nostra Italia per quasi due anni. L’ALDO L’ALDO PARLANTE di Aldo Chiarle Berlusconi non teme la verifica parlamentare sui nuovi sottosegretari e risponde ai suoi accusatori: “Non attacco i giudici, ma i pm di Milano usano il Diritto come un’arma contro di me. I magistrati vittime del terrorismo sono eroi”. Alla Camera il Pdl propone una Commissione d’inchiesta sulla magistratura politicizzata la vignetta la vignetta

Marco di Mauro - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 ...2011/05/10  · Napoli, dove Gianni Lettieri dovrebbe se-dere sull’agognata poltrona di Palazzo San Giacomo. La vittoria

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Page 1: Marco di Mauro - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 ...2011/05/10  · Napoli, dove Gianni Lettieri dovrebbe se-dere sull’agognata poltrona di Palazzo San Giacomo. La vittoria

È un Berlusconi sereno e soprattutto “carico”,quello che ieri mattina si è presentato al Tribunaledi Milano per l’udienza del processo Mills, chedefinisce il “peggiore di tutti” quelli a suo carico.Il premier accusa i pm milanesi di usare “il Dirittocome un’arma” per estrometterlo dalla vita poli-tica e puntualizza: “Non è vero che attacco i giu-dici, sono grato ai magistrati che hanno respinto leaccuse dei pm in 24 processi contro di me”. Inol-tre, sempre ieri (giorno in cui Iole Santelli ha pre-sentato una proposta alla Camera) il Cavaliere haannunciato che all’interno del Pdl c’è chi glichiede con insistenza “una Commissione d’in-chiesta sui pm di Milano per verificare se ci siaun’associazione con fini a delinquere”. Nel giornodella memoria delle vittime del terrorismo, poi,Berlusconi rende omaggio ai magistrati vittimedelle Br e del terrorismo, definendole “figure eroi-che”. Chiusura sulla politica (sorvolando suBossi). Il premier non è irritato per i dubbi di Na-politano sui nuovi sottosegretari, ma è pronto perla verifica parlamentare: “Ne abbiamo già fattetantissime dal 14 dicembre in poi, la maggioranzac’è, è solida e siamo prontissimi a farne un’altra”.Ma prima ci sono le Amministrative da affrontare.E Berlusconi vuole vincerle.

“Pronti a vincere ancora”QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 Martedì 10 maggio 2011Anno XVI n° 109 - € 0.50

Un quotidiano modernonel segno della tradizioneORA A 50 CENTESIMI

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Un quotidiano modernonel segno della tradizioneORA A 50 CENTESIMI

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L’annuncio è stato dato da Barack Obama, presidentedegli Usa: “Con la morte di Bin Laden – ha detto – giusti-zia è stata fatta”. Sono interamente d’accordo con lui, per-ché quel personaggio è stato per tanti anni l’ideatore distragi terroristiche con migliaia di morti. Molti non sonostati d’accordo: Fidel Castro ha parlato addirittura di un“atto abominevole” e il quotidiano “L’Avvenire” ha inti-tolato il pezzo con il titolo: “Giustizia è fatta? Le uccisioninon pacificano. Solo le redenzioni possono farlo”. Soddi-sfazione invece da Israele e per quanti hanno subito per-sonaggi così criminali paragonabili a Hitler e a Stalin. Lamorte di questo terrorista è stata una esecuzione? Chi lapensa così parla con un moralismo in malafede. Se gli at-tentati contro Benito Mussolini, nei primi anni della suadittatura, avessero avuto esito positivo, l’Italia nel 1938non avrebbe avuto le leggi razziali, nel 1940 non sarebbeentrata in guerra a fianco della Germania nazista e, so-prattutto, non vi sarebbe stata la guerra civile che ha insan-guinato la nostra Italia per quasi due anni.

L’ALDOL’ALDOPARLANTEdi Aldo Chiarle

Berlusconi non teme la verifica parlamentare sui nuovi sottosegretari e rispondeai suoi accusatori: “Non attacco i giudici, ma i pm di Milano usano il Diritto comeun’arma contro di me. I magistrati vittime del terrorismo sono eroi”. Alla Camerail Pdl propone una Commissione d’inchiesta sulla magistratura politicizzata

la vignettala vignetta

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Le parole-chiave del presidente della Consob Giuseppe Vegas nell’incontro con il mercato finanziario

“Semplificazione e sanzioni”

Martedì10 maggio 2011 22

“Da sempre la legislazione italiana ha for-temente privilegiato la contendibilità, limi-tando le possibilità di difesa delle società afronte di scalate ostili. L’effetto indesideratoè stato quello di accentuare la chiusura degliassetti proprietari delle imprese”. Lo ha dettoil presidente della Consob Giuseppe Vegasnel suo primo discorso all’incontro annualecon il mercato finanziario, affrontando iltema della disciplina sulle offerte pubbliched’acquisto nei giorni in cui si discute dellascalata di Lactalis a Parmalat.

Vegas ha quindi ricordato gli ordinamentidi altri Paesi “dove c’è una maggiore disponi-bilità di strumenti di rafforzamento del con-trollo o in termini di maggiori possibilità didifesa”, spiegando che “l’introduzione di stru-menti di separazione tra proprietà e controlloè un tema che richiede approfondite rifles-sioni, mentre l’ampliamento delle possibilitàdi difesa delle società quotate è una strada im-mediatamente percorribile”.

Il presidente della Consob ha anche af-frontato la questione della trasparenza inBorsa per gli investitori non istituzionali.Auspicando una semplificazione della disci-plina sui prospetti informativi dal momentoche “la complessità delle regole non aiuta losviluppo del sistema finanziario e può risul-tare dannosa per la tutela del risparmiatore.Una semplificazione - ha aggiunto - po-trebbe rendere più attrattiva la nostra piazzafinanziaria e Consob sta già riflettendo sullemodalità di semplificazione dei prospetti deiprodotti azionari e ha avviato un tavolo coni rappresentanti dell’industria e delle asso-ciazioni dei consumatori per vagliare, in unprimo approccio, uno snellimento delle pro-cedure di approvazione e dei contenuti deiprospetti relativi agli strumenti finanziaripiù semplici - quelli che potremmo definireobbligazioni da ‘banco’ - individuati sullabase di criteri certi, quali la semplicità, ladurata e la liquidabilità”.

Contestualmente Vegas ipotizza invece ilveto per i cosiddetti prodotti finanziari “tossici”.“Rispetto ad alcuni prodotti - ha detto - è giuntoil momento di interrogarsi sull’opportunità divietarne la distribuzione ai risparmiatori”. Pe-raltro il presidente della Consob invita a non ca-dere nella “tentazione di inseguire la regolaperfetta o le pressioni verso una over-regulation

che inevitabilmente emergono dopo le grandicrisi finanziarie. Tentare di controllare l’interoperimetro delle attività finanziarie - osserva - èuna scommessa persa in partenza perché l’inno-vazione, gli arbitraggi e la dimensione globaledei mercati ne modificano continuamente i con-torni, tanto da dare origine a prodotti che pos-sono diventare sempre più opachi e tossici e farcrescere i cosiddetti sistemi ombra. Questi feno-meni possono aprire strappi profondi nelle ma-glie della regolazione ed essere potenzialmenteforieri di nuove bolle”.

Per Vegas, comunque, la semplificazionenormativa è un obiettivo primario del settore.Citando una massima di Tacito (“Corruptis-sima re publica plurimae leges”, ovvero:“Moltissime sono le leggi quando lo Stato ècorrotto”), ha dunque esortato a “un sistemadi norme chiare e di semplice applicazionesupportato da un sistema sanzionatorio infles-sibile”. “La complessità delle regole - ha sot-tolineato - non aiuta lo sviluppo del sistemafinanziario e può risultare dannosa per la tuteladel risparmiatore. Un apparato sanzionatorioesorbitante e non proporzionato alla gravitàdegli illeciti è controproducente - ha conti-nuato -. Analoghi effetti sortisce un’azione di

vigilanza che pone sul medesimo piano illeciti‘bagatellari’ e condotte profondamente lesivedegli interessi dei risparmiatori e del mercato”.

Ecco perché Vegas ha poi annunciato che“la Consob intende modulare la vigilanzasulla base di un principio di priorità, al fine dicolpire con rapidità e severità i comporta-menti più gravi”. Più in generale per il presi-dente della Consob è necessario “potenziareil ruolo del mercato azionario, allontanandosidalla struttura banco centrica” secondo latendenza dei sistemi finanziari più evoluti. Ein questo senso ha definito un’esigenza “nonrinviabile, il bilanciamento della centralitàdel credito bancario nel modello di finanzia-mento delle imprese e nelle scelte di investi-mento delle famiglie, secondo un percorsoche privilegi l’integrazione, piuttosto che lacontrapposizione”.

La Consob - ha aggiunto – “intende adope-rarsi per lo sviluppo del mercato azionarioagendo sul sistema delle regole che determi-nano i costi di quotazione e, per quanto pos-sibile, stimolando l’afflusso del risparmioverso la borsa”. Vegas ha infine proposto di“riportare alla Consob l’attività di listing, mu-tuando l’esperienza del Regno Unito”.

ATTUALITÀ

Siamo nell’ultima settimana di campa-gna elettorale, gli animi si infervorano evengono dal direttivo nazionale confermedell’ormai quasi sicura vittoria del Pdl aNapoli, dove Gianni Lettieri dovrebbe se-dere sull’agognata poltrona di Palazzo SanGiacomo. La vittoria quasi certa è la rispo-sta dei sondaggi, che danno per assodato ilrisultato a favore del Popolo della libertà:ormai sembra solo questione di scaraman-zia non ammetterlo in pubblico, come di-chiara il presidente della Regione, StefanoCaldoro, anche lui presente al convegnodi sabato scorso per appoggiare la candi-datura di Gianni Lettieri, che dopo la vit-toria alle prossime Amministrative, oraspera in un ministro campano. Accoratol’intervento del coordinatore del Pdl,Denis Verdini, che ha ringraziato per lacalda accoglienza quasi da stadio ricevutadai napoletani all’Hotel Mediterraneo,cosa tra l’altro riscontrata anche negli altricomuni campani presieduti nei giorni dipermanenza nella regione, ha ribadito l’or-goglio per la scelta della candidatura diLettieri e l’importanza di ottenere il risul-tato al primo turno per non rischiare uncalo di partecipazione dell’elettorato. Ver-dini considera la vittoria di Napoli, as-sieme a quella di Milano, come un testelettorale per il governo Berlusconi, di-cendosi certo della risposta positiva al suoappello. L’esponente del Pdl ha ringra-ziato pubblicamente Nicola Cosentino peril lavoro svolto, che assieme all’impegnodei deputati campani ha permesso la no-mina di quattro sottosegretari. Durantel’incontro hanno preso la parola RiccardoVillari e Bruno Cesaro, freschi di nominaa sottosegretario, entrambi convinti che lagestione di sinistra della Jervolino sia statala peggiore a cui ha assistito la città di Na-poli, dimostrando addirittura cinismo, in-differenza e scarso amore per la città.Completa la loro disponibilità come puntidi riferimento per Napoli e, forti della loronuova nomina, propongono di allargare illoro impegno con una collaborazione sia alivello locale che nazionale. L’interventodi Gianni Lettieri è ormai diventato fami-liare a chi sta seguendo più da vicino i suoispostamenti e le sue comparse in pub-blico: sente la vittoria in tasca e dunquevuole essere vicino alle problematiche diogni cittadino. E con una campagna elet-torale “porta a porta” sente nell’aria la vo-glia di cambiamento, che la svolta epocaleormai è vicina, per quanto il suo appellocontinua ad essere quello “a non abbassarela guardia, non prestare il fianco agli av-versari, per quanto deboli”. Tra le suepriorità c’è il progetto “Cultura”, presen-tato proprio nella stessa mattinata dell’in-contro, specificando che questo tema nonappartiene né alla destra, né alla sinistra,ma deve recuperare lo spazio che meritanella nuova vita della città di Napoli. Nonammette più il clima di rassegnazione e didisaffezione per la politica e la città. Sentedi essere l’uomo giusto per questa città,proprio per la sua funzione pubblica, nondi burocrate, ma di uomo pratico. Prove-nendo dal mondo dell’impresa terrà benpresente, nell’ormai prossimo impegnoper gestire una città dinamica e aperta,perché recuperi il ruolo che le spetta di ca-pitale del Mediterraneo. Forte accento, in-fine, del capogruppo al Senato del Pdl,Maurizio Gasparri, sulla problematica delrispetto dei diritti costituzionali del nostroPaese, messi tanto in discussione negli ul-timi giorni. Tutto si è svolto sotto gli occhivigili di Nicola Cosentino, che ha ricevutola solita, entusiastica accoglienza.

Daniela Leone

Amministrative: domenica e lunedì alle urne

Quando l’arte diventa una via d’uscitaDal 24 al 29 maggio alla Basilica di San Lorenzo in mostra i mosaici realizzati dai detenuti di Rebibbia

Svariati anni or sono, presso la Scuola Media “Giosuè Borsi” di Roma,quella che attualmente è la sede centrale dell’Istituto comprensivo di viaTiburtina antica 25, il professor Gianfranco Romani, docente di Educa-zione artistica, dette vita ad un suo sogno, quello di far sviluppare nei pro-pri allievi l’amore per l’arte con lo scopo di aiutarli a realizzare almenouna parte di loro stessi.

Dopo i lusinghieri successi ottenuti, dall’anno scolastico 1993/94 ilsogno di Romani si è realizzato anche presso alcuni istituti penitenziari diRebibbia: la III Casa circondariale Icatt e la Casa di reclusione maschile,dove ha prestato con grande professionalità il proprio impegno didattico.Come è riuscito Romani a far sì che si interessassero all’argomento anchevari elementi della popolazione detenuta che, ben lo sappiamo, sono gra-vati da problemi molto più pesanti di quelli quotidiani di ciascuno di noi?

Ha saputo, con il suo entusiasmo e la sua professionalità, estrarre laparte migliore presente in loro e li ha guidati ad esprimersi attraverso lacreazione di manufatti, nello specifico, di mosaici. Ma non si è limitatosoltanto a far “fare dei lavori” e a chiudere lì l’argomento. Si è adoperatointervenendo personalmente presso le Istituzioni, a mostrare al pubblicociò che persone comuni, dopo pochi mesi di addestramento, erano riuscitia creare. Anche quest’anno il lavoro del professor Romani (coadiuvatodalla collega Alba Cioci e da Viviana Belleggia per quanto riguarda lasede centrale di via Tiburtina antica 25, e da Carlo Maiorani e RaffaellaTommasi per Istituti penitenziari di Rebibbia) e degli allievi, si concretiz-zerà con una mostra aperta al pubblico che si terrà dal 24 al 29 maggio,

nello splendido chiostro della Basilica di San Lorenzo fuori le mura.L’esposizione raccoglierà oltre 100 manufatti, creati in quest’ultimo anno:lavori di artigianato artistico realizzati dai corsisti della sede centrale edei laboratori di Rebibbia. I lavori sono opere, individuali e collettive, diuomini e donne dai 21 ai 75 anni. Si tratta prevalentemente di copie di de-corazioni romane ispirate da capolavori ritrovati lungo tutto il bacino delMediterraneo. Ma non solo: questa edizione propone anche interpreta-zioni e dettagli di opere di artisti contemporanei come Morandi, Cambel-lotti, Escher, Picasso, Depero, Tamara Lampikta e Hundertwasser.

Per la creazione dei mosaici sono state utilizzate ben tre diverse tecni-che: metodo diretto su supporto provvisorio in argilla, metodo indiretto susupporto di tela o carta spolvero, metodo diretto definitivo con l’uso dicollanti cementizi. Attualmente, sono attivi due laboratori all’interno diRebibbia, dove i corsisti/detenuti hanno trovato spazi per esprimere laloro fantasia, socializzare lavorando in gruppo e migliorare così la propriaautostima, ed altri presso la sede del II Ctp in via Tiburtina antica 25, nelquartiere romano di San Lorenzo, frequentata da molte persone di ogni etàe nazionalità, veramente entusiaste di essere tornate a scuola da adulti.

Un grazie per tutto ciò ai docenti, alla dirigente scolastica e alle istitu-zioni che hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto, ma so-prattutto un grazie va agli allievi, per gli ottimi risultati ottenuti. Speriamosoltanto che eventuali altri tagli ai finanziamenti alle scuole pubblichenon trasformino questo meraviglioso sogno in un brutto incubo.

Fabio Bogi

Napoli, Lettieri sente giàil profumo della vittoria

Page 3: Marco di Mauro - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 ...2011/05/10  · Napoli, dove Gianni Lettieri dovrebbe se-dere sull’agognata poltrona di Palazzo San Giacomo. La vittoria

Nulla è come appare. Nell’ultima settimana di campagna elet-torale per le Amministrative 2011, tutto dovrebbe filare via se-condo il solito copione.

Da una parte il Cavaliere che gioca al consueto referendum(per lui vincente) “Berlusconi solo contro tutti”; dall’altra un’op-posizione divisa, che a parole cerca di sottrarsi al gioco politicodel premier, ma poi ci ricasca e non riesce a proporre un progettopolitico alternativo, solido e credibile. Con tanti saluti alla buonaamministrazione dei Comuni e delle Province, che dovrebbe es-sere il vero oggetto della contesa. Non tutto però è scontato. Anzi.Poiché andranno a votare 12,7 milioni di italiani, il risultato nonpotrà essere preso sottogamba da nessuno dei partiti in campo.Tantomeno dal premier, che ha ammesso più volte che una man-cata vittoria a Milano potrebbe mettere in crisi il suo rapportocon la Lega. Già, come andrà a finire tra il cavaliere e Bossi?

Eccolo il vero nodo cruciale di questa tornata elettorale. Eccoperché nulla è per come appare. Ci sono segnali sempre più fre-quenti che inducono a pensare che il rapporto d’acciaio che permolti anni ha legato Berlusconi e Bossi non sia più lo stesso. IlCavaliere attacca i pm e li definisce un cancro da estirpare? Bossifa immediatamente sapere che non la pensa così. Berlusconi nongradisce la richiesta del Quirinale di un passaggio parlamentaredopo la nomina dei sottosegretari? Bossi spiazza gli alleati e diceche Napolitano ha ragione. Berlusconi appoggia con la sua pre-senza la candidatura di Letizia Moratti a sindaco di Milano, epartecipa al comizio di apertura e a quello di chiusura della suacampagna elettorale? Guarda caso, l’unico assente in entrambi icasi è Bossi, che preferisce andare a Bologna insieme a Tremontiper sostenere il candidato sindaco della Lega, visto che il Pdl uncandidato suo per Bologna non è riuscito a trovarlo.

Ancora. Berlusconi firma una lettera a quattro mani con Sar-kozy e dà via libera all’Opa Lactalis su Parmalat, smentendocosì Tremonti che stava mettendo in campo la Cassa depositie prestiti per difendere l’italianità del gruppo di Collecchio?Bossi fa in modo che la Padania titoli: “L’Italia in ginocchio da-vanti a Sarkozy”. Berlusconi dà il via libera ai bombardamentisu Tripoli senza avvisare nessuno degli alleati? Bossi prendecappello e per più di una settimana non risponde al telefonoquando lo chiama il Cavaliere. Il governo vara il tanto attesodecreto per lo sviluppo, chiesto a gran voce dal premier per al-

cuni mesi e sempre rimandato da Tremonti per mancanza difondi, salvo concedere alla fine una manovra a costo zero chedi propulsivo ha ben poco? Ecco che il quotidiano della Legatitola entusiasta in prima pagina “La Lega e Tremonti rilan-ciano l’economia”, lasciando intendere che il vero premier - inquesto caso - è il ministro dell’Economia.

Di rimando il Cavaliere, pur partecipando a numerosi comizidove elogia il governo del fare e i principali risultati raggiunti,non spende una sola parola a sostegno di questo provvedi-mento, di cui avrebbe conosciuto i contenuti soltanto duranteil Consiglio dei ministri. Non solo. Anche dai ministri e dai ca-pigruppo che di solito sono prontissimi ad esternare per sotto-lineare i meriti del governo, questo volta non si leva un fiato perappoggiare la manovra Tremonti-Lega. Un silenzio che parlada solo, e dice molto.

Insomma, se fino a qualche mese fa l’asse Berlusconi-Bossiera il fulcro del governo, la garanzia vera della tenuta della mag-gioranza, ora pare difficile per chiunque dire che non sia cam-biato nulla. Sembrano davvero lontani i tempi in cui Berlusconi

garantiva ai suoi collaboratori che “Umberto non tradirà più”perché lui aveva sanato con 70 miliardi di vecchie lire i debitidella Lega provocati dal fallimento della banca padana Credieu-ronord e aveva acquistato davanti al notaio il logo stesso dellaLega, quello di Alberto da Giussano con lo spadone.

L’operazione risaliva ai primi anni Duemila e Berlusconi si eraimpegnato a pagare a rate i debiti leghisti. Che cosa è successo,poi? Le rate sono state tutte saldate ed è forse scattato una sortadi “tana liberi tutti”? Di certo, come dimostra il suo ultimo bilan-cio, la Lega ora gode di una buona salute finanziaria: ha 31 mi-lioni di euro di proventi “da gestione caratteristica”, 18 milioni dicontributi pubblici e 7 milioni di utile. Le sue due casseforti sonoabbastanza solide. La Pontida Fin, che gestisce gli immobili delpartito, dichiara 12 milioni di proprietà. La Fin Group, che si oc-cupa delle attività commerciali del Carroccio, va un po’ menobene, e in un anno il valore delle sue partecipazioni si è ridotto da128mila a 85mila euro. Colpa della Padana Viaggi, che è stataprima svalutata e poi cancellata dal registro delle imprese. Stessasorte per la società dei sondaggi, la Check-up. Azzerato anche ilvalore della Media Padania srl. Mentre una vita di stenti sembracaratterizzare la Bicicletta Padana Spa, che dovrebbe promuoverel’e-commerce, e la Celticon, che si occupa di produzioni tv e film.

Insomma, dietro la facciata di una Lega che grida contro“Roma ladrona” sembra sempre più prendere corpo un partitocentralistico che assomiglia al vecchio Pci, con le sue brave so-cietà satelliti in stile Arci. Di più: un partito ben foraggiato da“Roma ladrona”, con qualche debito con il fisco, ma di pococonto. Dunque un partito che ora può camminare sulle propriegambe. E appoggiare in modo sempre più aperto il proprio verocandidato a Palazzo Chigi, ovvero Tremonti. Nel Palazzo giravoce che l’idea di Bossi piaccia molto anche al presidente Napo-litano. E che per questo Tremonti sarebbe il vero candidato delColle in caso di crisi di governo.

Eh sì, nulla è come appare. E il primo a saperlo è proprio Ber-lusconi. Ecco perché ha deciso di dare a queste Amministrativela stessa importanza delle Politiche, e di battersi come raramente.In gioco non c’è Palazzo Marino, ma la sua premiership. Tra unasettimana vedremo chi l’avrà avuta vinta.

Luca Simonida Il Velino

Dopo le ultime frizioni tra Pdl e Lega le Amministrative di domenica e lunedì prossimi diventano un test per la maggioranza

La crisi del maggioritario imperfetto e la fine del berlusconismo potrebbero irrigidire lo scontro politico su due blocchi contrapposti e polarizzati

L’ombra del passato: possibile un ritorno alla “Balena Bianca”?Un interessante articolo di Fabrizio Ron-

dolino su “il Giornale” fornisce lo spunto diriflessione sul futuro prossimo dell’assettopolitico/partitico italiano.

L’articolo di Rondolino ha un titolo in-quietante: “Ma così moriremo tutti democri-stiani”. Scrive il giornalista: “Se proviamoper un istante ad aprire lo sguardo, sollevan-dolo dalla minutaglia politica per volgerloall’orizzonte, l’Italia di oggi appare alla vigi-lia di una grande restaurazione neodemocri-stiana”. L’asserto è motivato, in sintesi, conle seguenti argomentazioni, che tentiamo di

esprimere con parole nostre: la fine del ber-lusconismo – e la conseguente “democristi-nianizzazione” del Pdl – coincide con losfascio più totale della “sinistra”, ormai allosbando, e vittima della sempre più sciagurataalleanza con il lirismo catto-comunista diVendola ed il populismo becero dell’Idv.

Tutto ciò si accompagna al fallimento, ormaicertificato, della “destra moderna” di Gian-franco Fini e con il tatticismo opportunista dellaLega. Insomma, lo scenario possibile è quellodi una polarizzazione radicalizzata del con-fronto tra i partiti, della ri-nascita dei due Mo-loch che hanno contraddistinto la c.d. PrimaRepubblica, sia pur mutati nella loro forma enei loro contenuti. Rondolino sembra voleresprimere soprattutto un concetto secondo ilquale la rinascita della “Balena Bianca” coin-ciderebbe non solo e non tanto con il formarsidi un partito cristiano e centrista, quanto piut-tosto con la restaurazione di quel modo di farepolitica che ha contraddistinto in negativo unaparte della storia della Dc; un conservatorismospinto, finalizzato al mantenimento dello statusquo, refrattario ad autentiche spinte di riforma,e desolatamente riassunto nel famigerato “ti-rare a campare”.

Fabrizio Rondolino esprime una preoccu-pazione che abbiamo già fatto nostra in pre-cedenti interventi, anche se alcune delle suevalutazioni ci paiono scorrette. Ad esempio,non condividiamo l’idea del giornalista se-condo la quale Berlusconi non sarebbe vicino

allo “spirito” democristiano, bensì prossimoal decisionismo craxiano. L’interpretazioneche vorrebbe Berlusconi erede e continuatoredel “modo di fare politica” di Craxi non èmeritevole di condivisione. Berlusconi haimparato da Craxi il decisionismo ed il prag-matismo – questo forse sì –, ma politicamentetra i due corre un abisso. Non soltanto perchéBerlusconi non è un uomo politico tout court,ma anche perché il suo modo di fare politica– nel corso di questi anni e soprattutto in que-sta ultima fase – rispecchia (fatta eccezioneper alcuni “lampi” dei suoi uomini migliori)un atteggiamento tendenzialmente conserva-tore e immobilista (almeno in termini poli-tici), che è quanto di più lontano dal craxismosi possa immaginare. Berlusconi è sicura-mente un unicum – su questo non ci sonodubbi –, ma considerarlo un seguace del ri-formismo craxiano è errato e fallace.

Insomma, la possibile restaurazione del-l’ancient regime fondato sulla contrapposi-zione di due blocchi politici non ci sembrariconducibile (almeno non del tutto) alla finedell’era di Berlusconi, bensì appare piuttostocome una evoluzione perversa degli erroridella stessa gestione berlusconiana. Al di làdella valutazione delle cause, lo scritto diRondolino è condivisibile nelle conclusioni,soprattutto laddove il giornalista descrivel’orizzonte “democristiano” che potrebbe at-tenderci, “aspettando il Godot riformista”. Latesi si fa ancor più interessante se conside-

riamo che, già parecchio tempo fa, un acutopensatore come Giuliano Ferrara aveva ela-borato un pensiero analogo sul “Foglio”. Severamente la restaurazione dell’immobilismopolitico dovesse verificarsi, lo scenario risul-terebbe a nostro avviso aggravato da alcunecircostanze di particolare peso.

Innanzitutto, non va dimenticato che la con-trapposizione non sarebbe più tra due grandiforze democratiche quali erano – sia pur contutte le loro ombre – la Dc e il Pci, bensì tra dueblocchi pericolosamente svuotati di contenutisociali; un Pdl senza Berlusconi e senza spinteliberali non sarebbe altro che uno sterile conte-nitore moderato e conservatore; il “blocco disinistra” non sarebbe altro che un insieme dipartiti paradossalmente fondati su quella scel-lerata delegittimazione della politica cui pro-prio il Pci diede colpevolmente inizio.

In secondo luogo, mancherebbe drammati-camente una “terza forza” che possa insinuarsia cuneo tra i due blocchi, sfidandoli e rom-pendo la staticità del confronto, facendosi por-tatrice di istanze di rinnovamento svincolatedalla logica perversa dell’antitesi pietrificata:esattamente quello che rappresentò il Psi. E al-lora la nostra analisi – in bilico tra realtà e “fan-tapolitica” – diventa un’occasione in più perribadire l’enorme responsabilità che gravasulle spalle dei riformisti, soprattutto di quelliche potrebbero finire con il vivere “nella pan-cia della balena”.

Filippo Ferri

Martedì10 maggio 2011 33POLITICA

COMUNE DI BLERAVia Roma, 8

01010 BLERA (VT) Tel 0761-470093Fax 0761-470566

AVVISO DI GARA ESPERITA

Si informa che la gara me-diante procedura aperta rela-tiva all’affidamento del delservizio di igiene urbana e ge-stione ecocentro in comunedi Blera - CIG 0977727DD4di cui al bando pubblicatoalla GURI n° 19 in data14.02.2011 è stata aggiudi-cata in data 02/05/2011alla ditta “ Edera Soc. Coop.a r.l.”. con sede in Roma (RM)in via delle Capannelle n. 97per il prezzo di € 703.655,03+ IVA.

IL RESPONSABILEDEL PROCEDIMENTO

(geom. Livio Cecchini)

COMUNE DI CASTEL GANDOLFO (RM)Estratto del bando di gara per l’affi-damento dei servizi di assistenzadomiciliare, educativa e speciali-stica per il periodo 01/09/2011–31/08/2016. C.I.G.: 21290270A9CPV: 85312400-3. Ente: Comune diCastel Gandolfo – p.za della Libertà7 – 00040 Castel Gandolfo (Rm).Responsabile del procedimento: Dr.Giovanni Meconi. È indetta garaaperta sopra soglia comunitaria ag-giudicabile con il criterio dell’offertaeconomicamente più vantaggiosa.Importo a base d’asta €1.027.234,56 - IVA escl., oltre ad €3.081,70 IVA incl. annui, per glioneri di sicurezza. Termine per lapresentazione della domanda, dafar pervenire all’Ufficio Protocollodel comune, ore 12,00 del06/06/2011. I documenti di garasono scaricabili dal sito www.co-mune.castelgandolfo.rm.it Inviobando alla G.U.C.E.: 26/04/2011.

Il ResponsabileDr. Giovanni Meconi

Un voto fuori dal… comune

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La mentalità comunista, ancora oggi dilagante, continua a produrre danni e a rendere difficile la convivenza civile nel Paese

Tu chiamali, se vuoi, massimalisti…

Martedì10 maggio 2011 44

Ormai è un luogo comune che quelli della cosiddetta sinistra,ma anche i socialisti che convivono con il Pd, affermino che ilcomunismo non esiste più. Questi ultimi si chiedono: “Ma dovestanno i comunisti?”. La stessa affermazione l’ha fatta, sabatoscorso in un’intervista al Tg 4 di Emilo Fede, Piero Sansonetti,ex direttore di Liberazione e oggi del quotidiano “Calabria Ora”.

Sono rimasto stupito della sua risposta, perché ritengo Sanso-netti una persona estremamente critica nei confronti di questapseudo sinistra, parolaia ed inconcludente, come nei fatti l’hadefinita un altro ex comunista doc, Giorgio Napolitano. Capiscoil militante che per motivi elettorali o di alleanza afferma che icomunisti non esistono più, ma certo rimango basito quando taliaffermazioni vengono fatte da persone di cultura e che in qual-che modo - purtroppo non lineare - hanno iniziato un percorsocritico.

Ritengo sbagliato chiedere di rinnegare il proprio passato, maneanche si può accettare l’omissione della propria storia politica.In psicologia omettere o rimuovere la propria storia è sintomodi una vergogna, nei casi migliori, ma può essere anche unaspetto cinico di chi, convinto della superiorità morale del co-munismo, pensa di essere furbo nell’affermare che il comuni-smo sovietico è finalmente finito e potrà esserci cosi uncomunismo democratico o dal volto umano; oppure di chi inbuona fede considera razionalmente il comunismo superato, masenza aver mai messo a verifica critica le idee del comunismostesso. Qualcuno legittimamente potrebbe dirmi: “perche nonfai questa critica a quelli di destra e al fascismo?”. Il motivo èmolto semplice: il fascismo in Italia è stato giustamente con-dannato definitivamente e non ci può essere appello a questasentenza morale del popolo italiano per quanto oggi, giusta-mente, rimanendo la condanna, se ne vedono storicamente lequalità sociali che esso ha realizzato ed è anche un tentativo percomprendere come mai ha avuto un cosi forte consenso socialenella sua prima fase politica, ma ciò non fa venire meno il giu-dizio negativo sul fascismo, ma altrettanto non è avvenuto inItalia per il comunismo. Ad oggi a sinistra non esiste nessunacondanna morale per il comunismo e, dunque, per i comunisti.

I fascistelli di oggi sono solo dei cretini che non conoscono lastoria ed, ancora peggio, non capiscono la democrazia, nonsanno distinguere cos’è una dittatura da una democrazia, oppurenon sanno valutare il pro della democrazia, o sono dei dementiche hanno la necessità di appartenere ad un gruppo per coprireil vuoto esistenziale. Sia il fascismo che il comunismo sono duesistemi autoritari che sono da condannare senza appello per il fu-turo. Da un lato, forse, Sansonetti come altri si chiedono dovesiano i comunisti perché si ricordano della loro esperienza (forseanche in modo positivo) del famoso centralismo (cosiddetto)democratico, oppure il rispetto quasi sacrale che avevano siaper il partito ed anche per la sua gerarchia interna e per i loro mi-tici leader - Berlinguer, Ingrao, etc. - di fronte alla babele di po-sizioni e lotte intestine che si possono osservare oggi, e senzaidealità che comunque il vecchio Pci a parole esprimeva nellasua ritualità operaistica. Tutto ciò non toglie che, se anche èscomparso il vecchio Pci, non è scomparsa la mentalità comu-

nista che continua a produrre danni e ad infettare la cultura e laconvivenza civile nel Paese.

Ci spieghi il compagno Sansonetti se non è da comunisti de-monizzare l’avversario e viverlo come nemico? Ed ancora, senon è da comunisti utilizzare qualunque strumento, facendostrame del diritto, per eliminare qualunque avversario, come av-viene oggi con Berlusconi mediante indagini giudiziarie distampo politico, perche nella cultura comunista il diritto e leprocedure sono strumenti borghesi che i “rappresentati del po-polo” possono stravolgere per il bene del Paese, come oggi fauna parte della magistratura.

Utilizzare gli studenti per lotte che non hanno nulla a che ve-dere con la scuola e l’università, ma anzi li rende responsabilidella loro incultura (sempre se a scuola ancora oggi si producanovalori e cultura), facendoli scioperare contro se stessi e farglisvolgere la parte degli utili idioti, diteci se anche questo non ap-partiene alla cultura comunista. Le posizioni sindacali che an-cora oggi non vogliono che siano applicati gli articoli dellaCostituzione che prevedono la loro registrazione, e dunque bi-lanci pubblici, ma anche la regolamentazione del diritto di scio-pero, per non parlare della democrazia industriale (vecchio temadei socialisti per responsabilizzare la classe operaia), questioneche è stata sempre abiurata dai comunisti perché cosi, secondola loro cultura, si ingabbiavano i lavoratori nell’interesse dei pa-droni, diteci se ciò non appartiene al comunismo.

Ed infine, caro Sansonetti, non so se ti risulta che il marxismoè stata la prima teoria politica che ha legittimato la violenza po-litica come giusta con la sua teoria dell’“odio di classe”. Marx,certamente, è stato un grande teorico e, secondo me, un grandesociologo, ma un pessimo politico, ed è anche vero che quandoscriveva le sue teorie l’Europa era dominata da dittature più omeno liberali, se non assolutiste, e dunque si può comprendereciò, ma oggi è ancora lecito dare spazio a tale teorie? E non è dacomunisti sostenerle anche a loro insaputa?

Tu chiamali, se vuoi, massimalisti, ma sono espressione dellacultura comunista.

Roberto Giuliano

ATTUALITÀ

Odcec: venerdì prossimo la decima edizione di “Spring in Naples”

A proposito di Europa e fisco“Il federalismo fiscale italiano, per essere

equo e sostenibile, deve prendere ad esempioil contesto europeo e le condizioni stabilitedall’Ue.

L’Italia deve necessariamente confrontarsicon le esperienze di altri Paesi in cui il fede-ralismo è già da tempo realtà, al fine di ren-dere il sistema tributario una opportunità pertutte le regioni”. Lo ha detto Vincenzo Mo-retta, consigliere segretario dell’Ordine deidottori commercialisti e degli esperti contabilidi Napoli, presentando la decima edizione di“Spring in Naples”, il forum di fiscalità inter-nazionale e comunitaria, che si terrà venerdìprossimo a partire dalle ore 9 presso la SalaScarlatti del Grand Hotel Vesuvio (via Parte-nope 45, Napoli). Tema del convegno inter-nazionale sarà “Il federalismo fiscale inEuropa”.

“Un confronto di grande attualità, al qualeparteciperanno tecnici e personalità in gradodi offrire il loro contributo in relazione a si-stemi di federalismo fiscale già consolidati neltempo”, ha sottolineato Salvatore Tramon-tano, consigliere dell’Ordine di Napoli dele-gato al Dipartimento Internazionale. “Sonomolte le problematiche da affrontare, a comin-ciare dalla strutturazione stessa del nostroPaese che, a differenza di Stati come la Ger-mania, non ha dalla sua nascita un impiantofederale”.

Il forum sarà aperto dagli indirizzo di salutodi Achille Coppola, presidente Odcec Napoli;Claudio Siciliotti, numero uno del Consiglionazionale dei dottori commercialisti e degliesperti contabili; Donald Moore, console ge-nerale degli Stati Uniti d’America a Napoli;Enrico Sangermano, direttore dell’Agenzia

delle entrate della Regione Campania; VitoBardi, comandante interregionale dell’Italiameridionale della Guardia di Finanza.

Dopo la celebrazione della X edizione di“Spring in Naples”, tenuta da Vincenzo Mo-retta, Victor Uckmar, professore emeritodell’Università di Genova, e Fabrizio Ama-tucci, direttore del Dipartimento di studi giu-ridici della Seconda Università di Napoli, siavrà la prima sessione di lavori, moderata dalvicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano,dal titolo “I diversi modelli di federalismo fi-scale europeo a confronto”. InterverrannoFranco Gallo, giudice della Corte costituzio-nale; Luigi Abete, magistrato addetto all’Uf-ficio legislativo del Ministero dellasemplificazione normativa; i professori Clau-dio Sacchetto (Università degli Studi di To-rino), Maria Teresa Soler Roch (Alicante),Jacques Malherbe (Lovanio), Loris Tosi (Ve-nezia), Pasquale Pistone (Salerno), RaffaelePerrone Capano (Università Federico II diNapoli). La seconda tavola rotonda, incentratasulle “Nuove garanzie e vincoli degli enti lo-cali in materia fiscale in una prospettiva euro-pea”, sarà moderata da Manlio Ingrosso,docente della Seconda Università degli Studidi Napoli. Interverranno Salvatore Tramon-tano, Giampaolo Cordiale, vice-segretarioesecutivo della Camera delle Regioni delConsiglio d’Europa; i professori AntonioUricchio (Università degli Studi di Bari), Cle-lia Buccico e Giovanna Petrillo (SUN), PaolaCoppola (Università Federico II di Napoli);Stefano Ducceschi, presidente della Commis-sione fiscalità internazionale Odcec Napoli eUngdcec; Salvatore Palma, consigliere OdcecNapoli.

IL METEO

In mattinata variabile tra Basilicata, CalabriaIonica e Sicilia orientale con occasionali pre-cipitazioni, sereno o poco nuvoloso altrove.Nel pomeriggio da poco nuvoloso a parzial-mente nuvoloso sui rilievi Alpini, occasionalirovesci possibili anche tra Calabria e Siciliaorientale, generalmente sereno o poco nuvo-loso altrove. In serata parzialmente nuvolososui rilievi Alpini, generalmente sereno o poconuvoloso altrove.

Previsioni meteo di Dominique Citrignoper SPAZIOMETEO - Meteo Webcam

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L’OPINIONE / Gli scontri in Libia e l’instabilità dell’Egitto alimentano i dubbi sul futuro del Medio Oriente

Nord Africa, la rivoluzione incompiuta

Martedì10 maggio 2011 55ESTERI

Il terremoto che ha investito il Nord Africaha scompaginato tutto l’assetto degli Stati edha causato un grave squilibrio, foriero di dan-nose conseguenze per la pace in MedioOriente e nel mondo intero.

Il messaggio quasi rassicurante che è pas-sato sia in Europa che negli Usa, special-mente fra le false sinistre e fra i circoli radicalchic, sulla positività democratica insita nei“sommovimenti popolari”, si sta alla provadei fatti odierni rivelando fortemente errato.La risposta che giunge dai teatri nordafricaniporta alla luce la inquietante realtà che smen-tisce nettamente coloro che avevano intravi-sto, nelle lotte della piazza, l’alba di un“nuovo Islam”. Emerge dal gran polverone,che aveva offuscato gli occhi e la mente dimolti benpensanti, lo stagliarsi della veraportata delle “novità” e delle pie illusioninate dall’immagine fallace di lotte che recla-mavano “pane e libertà”, ma che nasconde-vano in sé intenti fondamentalisti.

Escluso il fattore isolato della Tunisia, chedalla caduta del regime di Ben Alì è stata gra-dualmente accompagnata su posizioni di sicu-rezza e di moderazione, nel resto della regionela situazione è caduta: per la Libia in unacruenta guerra civile e per l’Egitto in un ri-torno all’indietro. La cartina di tornasole di ciòche oggi è divenuto l’Egitto del dopo Muba-rak, è costituita dall’influenza crescente deiFratelli Mussulmani, che sopravvengono allefolle in lotta per spodestare il raìs e che im-pongono ai generali reggenti una brusca svoltarispetto al recente passato. Si rivela, così, chela rivolta dei gelsomini è stata una vera e pro-pria operazione di illusionismo e che gli Usa,in tale storia, iniziano a prendere in seria con-siderazione la necessità di rivedere certe stra-tegie fondate sull’affidabilità del Cairo.

Già dai primi atti della reggenza militareegiziana, come quello del permesso di attra-versamento del Canale di Suez concesso allenavi da guerra iraniane, si era intravista l’albadi una radicale svolta e di una scelta di campoche nulla di buono faceva presagire. Altramossa significativa è stata quella del riavvici-namento politico e diplomatico, dopo decennidi freddezza e di interruzione delle relazionicon il regime criminale e totalitario degli aya-tollah. Il governo transitorio cairota s’è fattomallevadore dell’accordo siglato dai criminaliterroristi di Hamas e dagli inviati di Fatah, chehanno stabilito fra di loro un patto politico chesuona come una messa in mora, da parte degliarabi palestinesi, d’ogni idea di pace in MedioOriente. Questo atto siglato al Cairo è stato su-bito definito, dal presidente israeliano Netha-nyau, come un vulnus ad ogni tentativo ditrattativa e come un chiaro riconoscimento, daparte della Giunta militare, del terrorismo, cheda questo atto esce notevolmente rafforzato.

A questo punto è giunto il momento, perWashington, di rivedere nella chiave di letturapiù giusta la politica degli aiuti militari e fi-nanziari, che è stata la sua tradizionale operadi appoggio ad un Paese fidato e d’impor-tanza basilare per gli equilibri mediorientali.Questa rivisitazione della politica delle alle-anze, nei riguardi della reggenza provvisoriaegiziana, è dovuta soprattutto alla constata-zione delle fredde reazioni di quest’ultima edel Paese di fronte alla fine di Osama BinLaden. Si passa, infatti, dal mutismo imbaraz-zato e schivo dei generali alla violenta edaperta reazione di condanna dell’organizza-zione dei Fratelli Mussulmani.

C’è di che preoccuparsi se si pensa, poi, cheil “collante ideale” che ha unito, al Cairo, lefazioni arabe palestinesi dei terroristi sangui-nari di Hamas e degli uomini di Fatah, è statoproprio quello del sentimento comune di rea-zione violenta all’intervento Usa, che ha eli-minato Bin Laden. I primi passi compiuti daigenerali egiziani del dopo Mubarak, inoltre,

non solo hanno manifestato freddezza verso iltradizionale alleato statunitense e hanno ope-rato per un rinvigorimento delle fazioni estre-miste arabe palestinesi, ma stanno ponendo inseria crisi i rapporti con Israele. Simmetrico alclima di gelo e di distacco verso Washingtone Gerusalemme, è in atto il passo di un fonda-mentale avvicinamento politico e diplomaticoalla cricca criminale iraniana.

Questo cambio di rotta che apre alle forzedel terrore e della destabilizzazione, operatodalla giunta provvisoria egiziana del dopoMubarak, mette in serio allarme le dirigenzeUsa e pone a queste il serio problema dei sov-venzionamenti e degli aiuti militari. Il radicalespostamento egiziano su posizioni allineate al-l’Iran, il peggior fomentatore del fuoco terro-rista islamico, mette in serio pericolo tutto ilteatro mediorientale e va ad immettersi in unarealtà sconvolta e in piena fibrillazione, comequella nordafricana. Si inizia, quindi, a perce-pire appieno la vacuità e l’immagine illusoriadi una vagheggiata e priva di fondamento “pri-mavera africana”, cantata da stonati mene-strelli occidentali, che al posto della dura realtàeffettuale delle cose avevano dipinto solo ipropri vacui sogni.

Troppi hanno equivocato le fasi delle lottedi piazza per pane e libertà, mentre ignoravanoo fingevano d’ignorare le trame ordite dalleforze della destabilizzazione e del fondamen-talismo islamico per impadronirsi del potere eper fare dell’intera area una piattaforma del re-vanscismo. Quel che emerge da tutto questo,però, è che la stabilità garantita dall’Egitto diMubarak sta seriamente vacillando e che laconvivenza pacifica con lo Stato d’Israele di-viene sempre più problematica, al punto taleda costringere quest’ultimo ad intraprenderele dovute misure di cautela. Gli Usa e l’Occi-dente sanno (o dovrebbero sapere) bene che laguerra al terrorismo internazionale islamiconon è stata affatto risolta con la fine di BinLaden, ma che questa sopravvive nei gruppiche sono fortemente inseriti nelle zone medio-rientali ed esterne al Medio Oriente.

I Paesi occidentali e gli Stati Uniti iniziano aprendere coscienza del fatto che le fiamme chebruciano nel Nord Africa e nel mondo sono an-cora alimentate dai tizzoni accesi di Al Qaeda edelle gerarchie teocratiche iraniane, che si dan-nano per alimentare ancor di più l’incendio glo-bale. Un dato eclatante è proprio quello chenell’area nordafricana, il mito di Bin Laden èad un punto di alta risonanza, non solo fra igruppi del terrorismo islamico come Hamas edHezbollah, ma che è anche all’interno dei Paesidove ferve la lotta per il potere, come in Libia.La fase decisiva dello scontro tra la civiltà e labarbarie si gioca nel territorio libico, dove i ri-belli potrebbero attestarsi - con l’aiuto interna-zionale - sulla Cirenaica. Così come si giocaanche sulla attendibilità del Cairo, che è l’ele-mento essenziale della stabilità in MedioOriente. I massicci finanziamenti e le fornituredi armi statunitensi, che hanno interessato dasempre l’esercito egiziano, hanno forse bisognodi maggiore abbondanza per riuscire a mante-nere quel Paese all’interno dell’alleanza occi-dentale o potrebbero essere soppiantati da quellidegli iraniani? Conviene, poi, all’Egitto dive-nire una specie di colonia dell’Iran di Mah-moud Ahmadinejad, dopo essere stato, in tuttiquesti decenni, uno dei più spigolosi e solidiostacoli al terrorismo islamico e al revanscismocriminale delle teocrazie iraniane?

A questo interrogativo non ci è dato, dallosvolgersi dei fatti recenti, rispondere in ma-niera esaustiva. Per ora contiamo sul fatto chela barbarie fondamentalista, guidata dai qae-disti e dai mullah iraniani, che si sta espan-dendo nel sud del Mediterraneo, potrà essere(forse) frenata e sconfitta dalle forze della ra-gione e della civiltà.

Franco Marta

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Martedì10 maggio 2011 66CULTURA SPETTACOLI

Nell’ambito della XXI edizione di Ecotour, te-nutasi presso il centro espositivo della Camera dicommercio di Chieti dal 6 all’8 maggio, sonoemersi dati positivi per una ripresa del turismo na-tura, quello che si vive all’aria aperta a contattocon bellezze paesaggistiche e monumentali che laRegione Abruzzo offre. Si è parlato soprattutto diinfrastrutture ricettive ed educazione all’acco-glienza per dar modo al turista di poter usufruiredi operatori qualificati che non parlino soltanto ita-liano, ma siano capaci di soddisfare la richiestasoprattutto di turisti stranieri.

Riportiamo i dati contenuti nel nono Rapportosul Turismo Natura, elaborato dall’OsservatorioEcotour, composto da Istat, Enit, Università degliStudi dell’Aquila e regione Abruzzo, illustrati inconferenza stampa dal coordinatore scientifico deltema di ricerca, il docente universitario TommasoPaolini. Le cifre hanno evidenziato come nel 2010le presenze totali negli esercizi ricettivi ufficialisiano state 99 milioni e 75mila, con un incrementodi 0,51 punti percentuali a fronte di un settore che,nel suo complesso, ha perso circa 2 punti percen-tuali. Un incremento che ha fatto sentire i suoi ef-fetti anche sul fatturato, arrivato a 10,75 miliardidi euro sul piano nazionale (+0,34%). Sono i par-chi e le aree protette il segmento più interessante,che cattura l’attenzione del 34% del turismo na-tura, seguito dalla montagna (20%), dal turismorurale (12%), dal segmento mare-riserve marine(10%) e Borghi più belli d’Italia (9%).

I relatori hanno portato all’attenzione dei con-venuti soprattutto dati che determinano tendenzeed andamento di mercato.

Nel 20l0 i tour operator italiani hanno premiatoil Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molisequanto a richieste (24%), seguito dal Parco nazio-nale del Gran Paradiso (22%) e dalle Cinque Terre(23%). Seguono nella top ten lo Stelvio (16%), ilPollino (15%), il Circeo (11%), l’Arcipelago To-scano (9%), la Maiella (8%) e la Sila 7%). Fra itour operator stranieri la graduatoria viene in testaalle richieste invece le Cinque Terre, seguite daDolomiti Bellunesi, Appennino Tosco-Emiliano,Arcipelago Toscano, Vesuvio, Abruzzo, Gran Pa-radiso, Gennargentu, La Maddalena e Stelvio.

I turisti italiani scelgono il turismo all’ariaaperta prevalentemente per le attività sportive(42%), l’enogastronomia (19%), il relax (16%) ela riscoperta delle tradizioni (13%), mentre glistranieri subito dopo le attività sportive (36,7%)prediligono le visite nei borghi (20,5%), le pas-seggiate nella natura (19,2%), l’osservazione diflora e fauna (12,8%) e il benessere presso centrispecializzati (10,8% ).

Nello scorso anno si è confermata la stabilizza-zione dell’incidenza delle strutture alberghiere tra-dizionali, che dal 2008 hanno frenato il calo

registrato fra il 2002 e il 2007: oggi quasi un turi-sta su quattro (23,5%) sceglie gli hotels per tra-scorrere le proprie vacanze, rispetto al 20,8% deib&b (-0,8% rispetto al 2009), al 20,7% degli agri-turismi (-0,8%). Tornano a crescere dopo 6 anni dicalo costante, le case private, che oggi pesano perl’11,5% contro il 10,8 % del 2009 e i campeggi(8%, +0,3). Balzo in avanti per i camper, che ar-rivano al 6,5 %, + l per cento. I turisti natura re-stano in media una notte nella destinazione(41,2%) o un weekend (25,6%), e sempre di piùarrivano da fuori regione o dall’estero: nel 2005 laprovenienza regionale superava di gran lunga il55%, oggi è al 40%. Si conferma poi la buona sa-lute dei Borghi più belli d’Italia. Nel 2010 il turi-smo mosso dal club Anci ha prodotto un fatturatodi 1,058 miliardi di euro contro i 979,5 del 2009.

Per il sistema turistico natura si è detto che il2010 si è chiuso positivamente e i prossimi mesisi prospettano ulteriormente positivi: per il 201l il50% dei tour operator stima che il movimento tu-ristico sarà in aumento, cifra destinata ad aumen-tare al 70% per il 2012.

Alla presentazione del Rapporto hanno parte-cipato, oltre al docente Tommaso Paolini, alcunidei protagonisti del Rapporto, come la dirigentedel servizio statistiche sull’attività dei servizi Istat,Laura Romano; il presidente di Ecotur, EnzoGiammarino; il funzionario della RegioneAbruzzo, Quirino Morelli; il direttore dei Borghipiù belli d’Italia, Umberto Forte. Quest’anno si èscelto di realizzare un focus sul sistema parchidella Calabria, alla presenza dei vertici ammini-strativi dei Parchi nazionali del Pollino e della Sila.

“Questo è un Rapporto estremamente atteso dalsettore - ha spiegato nell’intervento Giammarino- perché è il primo studio scientifico di altissimoprofilo. Abbiamo stimato esclusivamente le nottitrascorse nelle aree protette e nei Borghi più bellid’Italia e per questo i nostri dati sono reali, confer-mati ogni giorno da chi vive la destinazione. Ilfatto che il turismo natura sia cresciuto anche nel2010, specie grazie alle presenze straniere, dimo-stra il grande potenziale di incremento di questosegmento. Siamo convinti che nell’anno in corso,e soprattutto nel 2012, l’aumento sarà ancora piùconsistente”.

Sono stati i falconi dei Borghi più belli d’Italia,assieme ai cori polifonici ed all’artigianato arti-stico, i protagonisti della seconda giornata di que-sta edizione di Ecotur Nature Tourist Workshop.Una applaudita rappresentazione del volo dei fal-coni, guidata dagli ammaestratori e dai falconieri,si è svolta nello stand dei Borghi più belli d’Italia,mentre sono stati diversi i cori polifonici e folklo-ristici che si sono esibiti sia nei padiglioni chenell’anfiteatro del Centro espositivo.

L’ultimo giorno è stato trascorso con il Festivaldelle Vacanze Natura. Per tutto il giorno, dalle 10alle 19, venticinque espositori provenienti da 16regioni italiane hanno messo in mostra il megliodella loro offerta per un gran finale che ha vedutomolti visitatori affollare la sede dell’esposizione.Molto apprezzata la rassegna Assaggia l’Italia, conla selezione di vini e tipicità delle regioni italianein occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Guerrino Mattei

Dolcezza e intimitàin Ennio Giaquinto

Si è svolta a Chieti la XXI edizione di Ecotour Natur Tourist Workshop

Sarà presentata sabato 28 maggio, pressola biblioteca comunale di San Giorgio aCremano in Villa Bruno, la raccolta di poe-sie di Ennio Giaquinto, “Guardannose at-tuorno”, edita a Napoli per i tipi di LucianoEditore. Interverranno alla presentazione ilvicesindaco Giorgio Zinno, il presidentedella Pro Loco Gennaro Improta ed il criticoMarco di Mauro, che accompagnerannol’autore nel suo itinerario poetico.

Ennio Giaquinto, alla sua seconda rac-colta di poesie, è capace di ascoltare e darvoce al fanciullino che è in sé, di ammirareil mondo esterno col suo sguardo puro edincantato, provando quelle sensazioni distupore e meraviglia che sono proprie deibambini. Il poeta rinverdisce la lezione diPascoli: esiste in ognuno di noi un fanciul-lino che, finché siamo in tenera età, siesprime mediante il nostro corpo, così che sisente un solo palpito, uno solo strillare, unsolo guaire. Ma dopo il sopravvento dellamaturità, mentre noi ingrossiamo la voce evolgiamo l’anima verso nuovi interessi, ilfanciullino non cresce e continua a far sen-tire la sua voce ingenua e primigenia, il suo“tinnulo squillo”, suggerendoci quelle emo-zioni e sensazioni che solo un bimbo puòvivere. Spesso, però, l’adulto non odel’acuto gemito del fanciullino e lo emarginanell’angolo più remoto dello spirito, dovegiace inascoltato come un’anfora antica sulfondo del mare.

La poesia di Giaquinto - che alterna di-sinvoltamente la lingua italiana al francese,all’inglese e al napoletano - non conoscel’enfasi, l’ardore, le passioni roventi, mavive in una dimensione semplice e quoti-diana, ove il tenue respiro delle “umanecose” si sedimenta e si fa memoria. Comenella più alta tradizione napoletana, da Sal-vatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, daLibero Bovio ad E. A. Mario, anche l’og-getto più umile, consueto, familiare può as-sumere una valenza lirica: il sottile palpitaredi una foglia secca in autunno, la frizionedelle suole sui basoli di un vico napoletano,il gesto delicato di una fanciulla che si an-noda i capelli al sole, l’acre odore dellealghe nel mare di Napoli, il brusio del fale-gname che “arriccia legno e tempo in un la-voro che rotola e tintinna…”. Sono questi itemi della poesia di Giaquinto, che rievocale immagini del suo passato per sentirnenuovamente il profumo, quell’intima e fra-grante bellezza che il tempo non adombra,anzi rilancia ed avvolge in una dolce patinadi suggestione. È il procedimento oppostoa quello usato da Peter Handke, il vincitoredel Premio Kafka, che tende a cristallizzarei ricordi della sua infanzia in immagini sta-tiche, di natura freddamente contemplativa,nelle quali l’autore stesso appare simile aduna statua di alabastro.

Ennio Giaquinto, in definitiva, utilizza illinguaggio poetico per “dipingere” imma-gini memoriali, sulle quali si addensanosentimenti ed emozioni ancora vivi, trepidi,palpitanti. La sua sensibilità non si discostada quella di un pittore impressionista e po-tremmo citare, in proposito, un’opera em-blematica come la Gelata bianca di Pissarro,dove il paesaggio innevato sottende unarappresentazione interiore, che emana unasensazione di silenzio e di pienezza, di dol-cezza e di intimità, ma anche di chiusura, didistanza tra sé e il mondo. Nelle vibrantipennellate di Pissarro, come nei calibrati edarmonici versi di Giaquinto, possiamo leg-gere una sincera e immediata proiezionedell’interiorità.

Quando la natura è irresistibile

CCHIUDEHIUDE ININ BELLEZZABELLEZZA ILIL CCOMICONOMICON DIDI NNAPOLIAPOLI

Il fumetto incontra le altre arti. La tredicesima edizione di Napoli Co-micon, il Salone del Fumetto - svoltosi nelle due sedi del cinquecentescoCastel Sant’Elmo e della Mostra d’Oltremare di Napoli - che ha vistol’affluenza di 35mila visitatori in 3 giorni, lancia il mood per i prossimianni: il Festival svilupperà, infatti, nelle prossime edizioni il rapporto trala nona arte del fumetto e le altre discipline artistiche, passando da scul-tura e pittura all’architettura e letteratura, dalla danza alla fotografia, dalcinema al teatro.

Destinato a crescere e ad assumere una dimensione globale che tra-scende il solo settore dei fumetti, il Comicon anche quest’anno si è abbi-nato a GameCon. Salone del gioco e videogioco, che ha attirato unamassa notevole di pubblico, grazie anche alla presenza di personagginoti tra cui Francois Le Bescond, editor di Dargaud, Gisèle de Haan,editor di Dargaud e di Glénat per Milo Manara e Jutta Harms della te-desca Reprodukt e gli autori insurgenti Alberto Ponticelli, Officina In-fernale, Squaz, Ausonia, Akab, Tiziano Angri: una nota a parte va al

manifesto di quest’edizione con Batman “rivisitato” dal fotografo MatteoLinguiti in una sorprendente versione rock, sullo scenario di una Parte-nope iper-realistica, che riassume la vocazione del Salone a una nuovaimpostazione multi-disciplinare, mixando fumetto, fotografia, cinema emusica nella stessa immagine.

L’inedito rapporto tra musica e fumetto è in forte espansione al Comi-con, diventando protagonista, all’interno della rassegna, di una mostrache avvicina fumettisti che si dedicano alle sette note e musicisti conl’hobby della matita, includendo biografie disegnate di cantanti e coverdi dischi realizzate da famosi illustratori: la sintesi efficace dei rapportitra i due linguaggi sarà argomento di punta delle prossime edizioni, sem-pre più incentrate nel vincolo multidisciplinare con le altre otto arti dicui verranno sviscerati i collegamenti sotterranei, le commistioni, le ci-tazioni reciproche, attribuendo al fumetto un ruolo di primo piano nell’at-tuale fase culturale mondiale.

Laura Caico

Registrazione Tribunale di Roman. 599 del 29/11/1996

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Page 7: Marco di Mauro - € 0.50 QUOTIDIANO SOCIALISTA DAL 1896 ...2011/05/10  · Napoli, dove Gianni Lettieri dovrebbe se-dere sull’agognata poltrona di Palazzo San Giacomo. La vittoria

Napoletano, tra i principali espo-nenti della Transavanguardia, artistaconcettuale, dall’afflato pittorico epoetico, Mimmo Paladino è uno deimaestri italiani più conosciuti, ap-prezzati, rappresentati al mondo.Nasce a Paduli, frequenta gli studia Benevento, prima di trasferirsi aMilano dopo essere rimasto affasci-nato, adolescente, dagli artisti dellapop art americana. La sua prima ap-parizione pubblica è del 1977. Pala-dino partecipa all’esposizioneinternazionale di Breslavia. Il di-pinto “Silenzioso, mi ritiro a dipin-gere un quadro” è oggi consideratodai critici l’opera-simbolo del ri-torno degli artisti alla pittura dopola lunga stagione delle proposteconcettuali dei decenni precedenti.Affascinato dal disegno, nellostesso anno realizza un grande mu-rale a pastelli per la Galleria LucioAmelio di Napoli. Continua la suacollaborazione con Achille BonitoOliva e parte alla volta di NewYork. Anni legati alla nascita della“Transavanguardia”, ufficialmentepresentata alla Biennale di Venezia.

Continua la rivoluzione diMimmo Paladino, i successi inter-nazionali, soprattutto in Germania enel nord Europa. Basilea, Essen,Amsterdam, la prima personale alBadischer Kunstverein di Karlsruhenel 1980. Prende forma la sua ico-nografia poetica attraverso figureallegoriche e simboliche. La pitturaad olio è invasa da maschere ine-spressive, animali, teschi, straordi-nariamente ricchi di evocazionirituali e primitive. Anno portafor-tuna per Mimmo Paladino cheespone contemporaneamente pressole gallerie Marian Goodman e An-nina Nosei. Dopo il disegno, chenegli anni lo porterà a collezionarecarte di diversi maestri, da Balla aPicasso, un’altra grande passionel’incisione. L’artista si misura conl’acquaforte, l’acquatinta, la xilo-grafia, la linoleografia e nel 1980realizza il suo primo libro-oggettodal titolo “EN DE RE” con la Gal-leria Mazzoli di Modena. Si susse-guono le esposizioni. Tra il 1981 e il

1982 Mimmo Paladino è a Basilea,Hannover, Mannheim, Groning,Bologna, Londra, Milano, Biennaledi Sidney, Berlino, dove espone allo“Zeitgeist” la sua prima scultura inbronzo policromo “Giardinochiuso”.

Viaggia anche alla volta di Docu-menta 7 di Kassel, Wuupertal, An-versa, Monaco, Napoli, Roma,Zurigo, Parigi, del Louisiana Mu-seum of Modern Art di Humlebaek.Continuano i viaggi e le sue sco-perte. Il Brasile, il Sud America,l’Europa e gli Stati Uniti. “Perchél’arte non è superficie, non è socio-logia - aveva affermato -. Non ètempesta poetica. L’arte è un lentoprocedere intorno al linguaggio deisegni”. Nel 1983 realizza, in tan-dem con l’architetto Roberto Se-rino, il complesso abitativo diPaduli, la sua città natale, in provin-cia di Benevento. All’interno la sua

abitazione e i suoi studi. Un pro-getto di grande impatto ambientalecon segni della sua arte sparsi sututto il territorio collinare. MimmoPaladino continua a viaggiare con lesue mostre e le sue personali.

Partecipa a diverse collettive, trale quali “A New Romanticism”all’Hirshhorn Museum and Scul-pture Garden di Washington, la“Bilder fur Frankfurt” al Museumfur Moderne Kunst di Francoforte.Continua nell’opera di Paladino illavoro di ricerca e di introspezione,di contaminazione tra le diverseforme d’arte. Pittura, scultura, mu-sica, teatro, opera lirica. L’elenco èlungo. Paladino illustra una poesiadi Ceronetti, “Canzone per Vincentvan Gogh”, firma un progetto, conl’architetto Roberto Serino, per lachiesa di Gibellina, all’interno dellaricostruzione complessiva dellacittà coordinata da Arnaldo Pomo-

doro, dopo il devastante terremotodel 1968. Realizza inoltre anche 13illustrazioni che accompagnerannoi versi poetici di Levy-Strauss (Bie-lefeld, edition Jesse). Bisognerà,però, aspettare gli anni '90 per larealizzazione di importanti installa-zioni e interventi sugli spazi urbani.Debutto nel chiostro di San Dome-nico a Benevento con “Hortus Con-clusus”. Nel 1995 in piazza delPlebiscito Paladino installa la Mon-tagna di sale, oggi a Milano. Segui-ranno “I Dormienti”, ideata per laFonte della Fate di Poggibonsi eesposta anche nel sotterraneo dellaRoundhouse di Londra, accompa-gnata dalle musiche scritte per l’oc-casione da Brian Eno. Nel 1999 laRoyal Academy di Londra lo inco-rona “Membro onorario”.

Periodi di straordinaria efferve-scenza per Mimmo Paladino. Firmale scenografie della “Veglia” a Be-

nevento per la regia di Mario Mar-tone, “La sposa di Messina” diSchiller a Gibellina con la regia diElio De Capitani, “L’Edipo Re” alTeatro Argentina di Roma, ancoradiretto da Mario Martone. Il 2000 èl’anno dell’Iliade e dell’Odissea. Il-lustra i due capolavori omerici perla casa editrice “Le lettere” di Fi-renze. Lo stesso anno realizzaun’installazione per la stazionedella metropolitana “SalvatorRosa” di Napoli. Nel 2002 il Centrod’arte contemporanea “LuigiPecci” gli dedica la più completamostra retrospettiva organizzata daun museo italiano a cura di BrunoCorà. Realizza, inoltre, le porte perla Chiesa di Padre Pio a San Gio-vanni Rotondo, progettata daRenzo Piano, una sua mostra itine-rante su “Pinocchio” viene espostanei musei d’arte moderna di ottocittà giapponesi e nelle settecente-sca Scola dei Battioro a Venezia,vince il premio Ubu per la sceno-grafia dell’“Edipo a Colono”(2004). Non si ferma il desiderio diillustrare i grandi capolavori dellaletteratura mondiale.

Il 2006 è la volta del “Don Chi-sciotte”. Nello stesso anno firma leporte per la Chiesa di San GiovanniBattista a Lecce (progetto di FrancoPurini), l’anno seguente ancora sce-nografie per due spettacoli - “OEdi-pus Rex” e “Cavalleria Rusticana”- per il Teatro Regio di Torino. Edancora mostre e esposizioni a Na-poli, Parigi, Modena, Palma deMallorca, all’Ara Pacis nella Capi-tale, a Buenos Aires, Brasilia, Riode Janeiro, Lima, accanto all’instal-lazione permanente per il serbatoioidrico di Monte Pizzuto vicino Be-nevento, a ritratti fotografici firmatida Gianni Berengo Gardin che im-mortalano il grande maestro ac-canto alle sue opere. Tra i lavori inprogress e trasversali la “partecipa-zione” al tour della coppia Dalla-DeGregori, l’installazione di un grandecavallo blu di oltre quattro metrinell’anfiteatro del Vittoriale degliItaliani di Gardone Riviera, la casa-museo di Gabriele d’Annunzio.

UN ARTISTA DALL’AFFLATOPITTORICO E POETICO

Mimmo Paladino è uno dei maestri italiani più conosciuti, apprezzati e rappresentati al mondo

Martedì10 maggio 2011 77CULTURA SPETTACOLI

Giuseppe Ferone, giovane compagno so-cialista e collaboratore del nostro quotidiano,ha visto in un catalogo la pubblicità di unlibro dal titolo “Massoneria, Socialismo eEbraismo”. Sapendo che queste ultime sonole tre “materie” che più mi interessano, ha or-dinato il libro per regalarmelo. Appena rice-vuto è stato deluso, perché è la ristampaanastatica, fatta da Arnaldo Forni editore, diun libro uscito nel 1888, per i tipi della tipo-grafia di Rinaldo Tettamanti di Chiasso, chestronca queste tre “idee”, paragonandole a treidee criminali da distruggere e da annientare.

Il mio giovane amico non sa di avermi in-vece fatto un grande piacere, perché forse eral’unico libro che non possedevo e leggerlo èstato un meraviglioso tuffo nel passato, in unperiodo in cui massoneria ed ebraismo eranopoco più di cancri da estirpare e il socialismo,non ancora nato, era una idea da stroncarecon la forza. La prima parte, la più lunga, èdedicata alla Massoneria, additata come lamadre criminale del socialismo e del comu-nismo con un lungo elenco di tutti i criminieffettuati in tutta l’Europa, una setta di crimi-nali assassini con le mani sporche di sangue.La seconda parte è dedicata all’ebraismo, agli

ebrei che sono solo conquistatori, solo cor-ruttori, che cercano di comandare il mondoper ridurlo schiavo ai suoi turpi desideri, per-ché l’ebraismo è solo un vampiro che uccideed annienta ogni civiltà.

Per combattere l’ebraismo e la massoneriaebraica si cita spesso Leo Taxil che proprioin quegli anni ha pubblicato alcuni libri sullamassoneria, scrivendo che era la setta del dia-volo e che nelle riunioni delle Logge era pre-sente Satana che poi firmava i verbali con lacoda. I suoi libri ebbero una grande eco, sinoa quando egli, in una conferenza stampapresso la sede dei Giornalisti di Parigi, di-chiarò che si era inventato tutto, facendo ca-dere nel ridicolo tutti coloro che avevanocreduto non solo alle sue parole, ma avevanoanche organizzato a Trento il Primo con-gresso antimassonico internazionale, finitoquindi nel più grande ridicolo.

Ho tutti gli atti di questo congresso e inomi delle centinaia e centinaia di italianiche, credendo a queste “favole”, avevanomandato la loro adesione al congresso.

Grazie, caro Giuseppe, è stato un dono ve-ramente gradito.

Al. Ch.

“Massoneria, Socialismo e Ebraismo”Picasso, il record-man delle asteAll’ultima asta di New York, l’atteso primato

per la vendita del capolavoro di Pablo Picasso“Femmes lisant” non è stato raggiunto. Ma il ce-lebre pittore spagnolo resta un record-man imbat-tuto nelle vendite all’asta raggiungendo risultatida primo della classe. Mentre “Femmes lisant”del 1934, che ritrae l’amante e musa ispiratriceMarie-Therese Walter dipinta con il volto blumentre legge con la sorella, dipinta invece diverde, è stato aggiudicato per “soli” 21,3 milionidi dollari contro una stima che oscillava tra 25-35milioni, tanti sono stati i “successi” del maestroindiscusso della pittura mondiale del XX secolo.A cominciare dal “Nude, Green Leaves and Bust”(Nudo, foglie verdi e busto), dipinto da Picasso inun solo giorno, il 9 marzo 1932. Il quadro è statoceduto, nel maggio del 2010, da Christiès per unacifra complessiva, che comprende anche i dirittid’asta, di oltre 106 milioni di dollari, cioè circa 81milioni di euro. Ma i grandi numeri di Picassonon finiscono qui.

Nel 2004 “Ragazzo con la pipa”, il dipinto acui l’artista diede vita nel 1905, dopo essersi si-stemato nella sua residenza di Montmartre a Pa-rigi, ha stabilito un altro record: il quadro, cheritrae il giovane conosciuto come “Petit Louis”,è stato venduto da Sotheby’s per 104 milioni di

dollari. Nel 1999, invece, “Le nozze di Pierrette”,considerata l’ultima opera del periodo blu, quellache va dal 1901 al 1904, è stata venduta per oltre51 milioni di dollari. Sempre al 1999 risale la ven-dita del “Nudo su un armadio nero” per 45,1 mi-lioni di dollari. Passiamo ora a record più recenti.Il 3 maggio del 2006 la grande tela del 1941“Dora Maar e il gatto”, che ritrae una prostitutacon cui l’artista si è accompagnato per oltre 10anni, è stato venduto per 95,2 milioni di dollarida Sotheby’s. Di anno in anno, però, Picasso hacontinuato a seminare successi.

A febbraio di quest’anno il dipinto “La lecture”che ritrae sempre la sua giovane amante MarieTherese Walter, è stato battuto da Sothesby’s aLondra a 25,2 milioni di sterline, cioè 29,7 milionidi euro. Una bella somma per poter possedere ilquadro che racconta la storia d’amore segreta trail pittore e la sua giovane amante, impressa semi-nuda e assopita, con in grembo un libro aperto.Ignoto, come è facile prevedere, l’acquirente.D’altra parte, non va dimenticato un altro record“targato” Picasso del 1999. Il dipinto “Nudo suun armadio nero” è stato venduto per 45,1 milionidi dollari nel 1999 al potente uomo d’affari ame-ricano Les Wexner, che lo ha donato al WexnerCenter for the Arts dell’Ohio, negli Stati Uniti.