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Giovedì 29 novembre 2012 – Anno 4 – n° 291 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 dc SEI MALATO? TI TIRANO LE PIETRE di Furio Colombo E cco l’ultimo messaggio del governo. Co- sta troppo la salute, ovvero il Sistema sanitario nazionale. Costa troppo il sistema previdenziale, cioè le pensioni. Costa troppo un Paese che invecchia. Costano troppo le malattie di tutte le disabilità. Ci sono due stra- de per parlarne. Una è di constatare lo strano modo di operare del governo, che calcola in- sieme cose e persone, senza badare al disor- dine logico e allo squilibrio morale. E produce decisioni che sconvolgono l’equilibrio sociale senza smuovere di un millimetro la distanza dalla famosa fine del tunnel. Invia annunci che generano non solo panico, ma anche un pericoloso senso di alienazione e di solitu- dine, dalla “non sostenibilità dei costi della salute” all’abbandono dei malati di Sla , fino alla tragica iniziativa dell’“esperto di tagli” Bondi di rendere impossibile il funzionamen- to dell’Ospedale di Santa Lucia, in Roma, cen- tro di alta specializzazione per le disabilità infantili. La ragione è: manca il sostegno fi- nanziario. Allora è importante far notare che questo nuo- vo governo di “tecnici” sta usando antichi mo- duli di bilancio che servivano per vita e suc- cesso di un Paese completamente diverso, dove la potenza contava più del benessere, le cose più dei cittadini, le armi più del lavoro. Era il modulo di bilancio di tempi in cui, per la sal- vaguardia dei confini e delle coste, non si po- teva badare a spese. A questo modello, che in parte era imposto dalla necessità, in parte dal- l’errore culturale (immaginare il futuro come il presente) si è aggiunta l’influenza potente della riforma Reagan-Bush: privatizzare ogni aspet- to della vita delle persone, dalla scuola di ogni livello alle malattie di ogni gravità e costo, e socializzare i benefici accordati alla ricchezza: tutti rinunceranno a qualcosa per tagliare le tasse alle imprese e ai milio- nari, uniche fonti di arricchi- mento per tutti. L’arricchi- mento per tutti, come è noto, non c’è stato. E il presidente Obama è stato rieletto per ten- tare di rimediare al disastro sociale Reagan-Bush nel suo Paese. Adesso, a quel disastro sociale, sembra avviata l’Italia, con tre cattivi risultati: spa- ventare i cittadini, smontare la fiducia sulla capacità dei “tec- nici”; spingere, data la solitu- dine, alla ribellione. La somma di tali risultati è un costo ben più grande dei tagli gravissimi (e irrilevanti per la salvezza del Paese) che ci vengono conti- nuamente annunciati. Non olet di Marco Travaglio D unque il governo Monti varerà un de- creto per neutralizzare le ordinanze del gip di Taranto, in parte già confermate dal Riesame, che sequestrano gli impianti “a cal- do” dell’Ilva e i magazzini rigurgitanti di pro- dotti finiti e semilavorati. Il fatto che quegli impianti siano l’arma del delitto che per de- cenni ha avvelenato Taranto e sterminato centinaia di persone e che quei magazzini pie- ni siano corpo di reato, cioè la prova che l’Ilva ha violato l’ordine di tenere i forni accesi non per produrre, ma per risanare, non interessa a nessuno. Quando certe porcherie le faceva B., almeno qualcuno a sinistra strillava. Nel 2008, mentre la Protezione Incivile finiva sotto in- chiesta per lo scandalo dei rifiuti a Napoli, B. trasformò per decreto le discariche e l’ince- neritore di Acerra in aree di interesse stra- tegico, controllate dall’esercito e sottratte alle leggi europee, nazionali e regionali (ne furono sospese ben 44), per potervi sversare e bru- ciare qualunque sostanza, anche tossica, ed espropriare le procure campane (l’unica abi- litata a indagare era quella di Napoli). Il Pd denunciò l’incostituzionalità di certe norme, il Csm pure, molti magistrati protestarono. Ora che Monti e l’ineffabile Clini si accingono a fare altrettanto, con l’aggravante che qui il decreto cancella decisioni già prese dal giu- dice, con tanti saluti alla separazione dei po- teri, all’indipendenza della magistratura, alla Costituzione e ad altre quisquilie, non muove foglia (a parte il solito Di Pietro, non a caso trattato come un appestato). Tutti d’accordo, dal Quirinale in giù. E Bersani? Non perve- nuto. E Vendola? Disperso, a parte una di- chiarazione in cui dice che Bersani “profuma di sinistra”. Come Padre Pio, che pare ema- nasse “paradisiache fragranze” di “rose, gar- denie, gelsomini, violette, mughetti, gigli e tu- berose”. Purtroppo ci sarebbe anche lo sgra- devole olezzo di quattrini, dovuto ai 98 mila euro elargiti da Emilio Riva per la campagna elettorale di Bersani del 2006 e disinvolta- mente accettati dal destinatario, alla vigilia della sua promozione a ministro dello Svi- luppo economico. Bersani ci ha detto che non intende restituirli, molto stupito per la do- manda. Ieri il nostro Ferrucci ha interpellato un bel po’ di parlamentari e tutti hanno ri- sposto che è giusto così: i soldi si prendono e non si restituiscono, basta registrarli, anche se poi il benefattore finisce agli arresti per as- sociazione per delinquere finalizzata al disa- stro ambientale e all’omicidio colposo plu- rimo, per giunta indagato per una frode fi- scale da 52 milioni, per giunta col figlio ir- reperibile all’estero inseguito da un mandato di cattura. Basta registrarli nell’apposita di- chiarazione. Quindi, par di capire, se arriva Al Capone con una carrettata di banconote, si incamera il tutto: basta dichiararlo. Mai do- mandarsi chi è il donatore né, soprattutto, perché investe i suoi soldi proprio sul futuro ministro dello Sviluppo economico. Usciti dalla porta principale nel ventennio berlu- sconiano, il conflitto d’interessi e il rapporto politica-affari irrompono nelle primarie del centrosinistra in tutta la loro attualità. Altro che profumo di sinistra. È di sinistra andare ogni anno in pellegrinaggio al Meeting di Cl? È di sinistra raccomandare i “capitani corag- giosi” Colaninno & C. per la scalata Telecom? È di sinistra sponsorizzare la fusione Mon- tepaschi-Bnl dal governatore Fazio? È di si- nistra difendere Fazio, beccato a favorire Fio- rani e gli altri furbetti? È di sinistra racco- mandare Gavio all’amico Penati per gli affari autostradali della Serravalle? E’di sinistra esentare le chiese dall’Ici? È di sinistra parlare di ambiente e lavoratori a telecamere accese e poi, girato l’angolo, prender soldi dal padrone della fabbrica più inquinante d’Europa? Viene in mente Flaiano: “Non sono comunista per- ché non me lo posso permettere”. Cl i n i : “Un mascalzone ha scritto che col decreto Ilva il governo legittima gli omicidi: è fuori dalla legalità”. Dica con chi ce l’ha, se ha il co ra g g i o BERSANI IN DIFESA, RENZI ATTACCA SU B. E SOLDI AI PARTITI MA SENZA IL COLPO DEL KO L’ITALIA DELLA CRISI Isabella Viola, 34 anni, stroncata a Roma dalla troppa fatica di Enrico Fierro I sabella Viola è morta, un- dici giorni fa da sola nelle turbolente viscere di Roma. Il suo cuore è stato spezzato da una vita difficile. Doveva- no essere dieci righe in cro- naca. » pag. 11 Sono arrivate migliaia di do- mande a Renzi e Bersani. “Mi ridate i due euro” » www.spinoza live.it LA CATTIVERIA » IL LIBRO DI INGROIA “Forza Italia, cioè il partito che serviva alla mafia” Lo Bianco e Rizza » pag. 18 Il sindaco di Firenze rinfaccia al segretario Pd i “2547 giorni al governo” senza combinare granché, ma sembra riecheggiare il Cavaliere quando promette 100 euro in più netti al mese per chi guadagna meno di 2 mila euro. Sul finanziamento della politica il leader del partito cita Pericle, l’altro Fiorito. Ma il match in tv quanti elettori avrà spostato? Marra » pag. 4 Palombi » pag. 6 Amurri, Casula e Meletti » pag. 2 - 3 Evacuata l’Ilva di Taranto, giù una ciminiera, disperso un operaio caduto da una gru e finito in mare. 38 feriti. Gli operai: “Violate le norme di sicurezza” FINE LEGISLATURA Riforme addio, le promesse dei tecnici arenate in Parlamento DOPO I RIVA LA TROMBA D’ARIA DOPO I RIVA LA TROMBA D’ARIA y(7HC0D7*KSTKKQ( +?!#!#!$!}

Marco Travaglio LA TROMBA D’ARIA - cormorano.net · senza smuovere di un millimetro la distanza dalla famosa fine del tunnel. Invia annunci che generano non solo panico, ma anche

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Giovedì 29 novembre 2 01 2 – Anno 4 – n° 291 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

dc

SEI MALATO?TI TIRANO LE PIETREdi Furio Colombo

Ecco l’ultimo messaggio del governo. Co-sta troppo la salute, ovvero il Sistema

sanitario nazionale. Costa troppo il sistemaprevidenziale, cioè le pensioni. Costa troppoun Paese che invecchia. Costano troppo lemalattie di tutte le disabilità. Ci sono due stra-de per parlarne. Una è di constatare lo stranomodo di operare del governo, che calcola in-sieme cose e persone, senza badare al disor-dine logico e allo squilibrio morale. E producedecisioni che sconvolgono l’equilibrio socialesenza smuovere di un millimetro la distanzadalla famosa fine del tunnel. Invia annunciche generano non solo panico, ma anche unpericoloso senso di alienazione e di solitu-dine, dalla “non sostenibilità dei costi dellasalute” all’abbandono dei malati di Sla , finoalla tragica iniziativa dell’“esperto di tagli”Bondi di rendere impossibile il funzionamen-to dell’Ospedale di Santa Lucia, in Roma, cen-tro di alta specializzazione per le disabilitàinfantili. La ragione è: manca il sostegno fi-nanziario.Allora è importante far notare che questo nuo-vo governo di “tecnici” sta usando antichi mo-duli di bilancio che servivano per vita e suc-cesso di un Paese completamente diverso, dovela potenza contava più del benessere, le cosepiù dei cittadini, le armi più del lavoro. Era ilmodulo di bilancio di tempi in cui, per la sal-vaguardia dei confini e delle coste, non si po-teva badare a spese. A questo modello, che inparte era imposto dalla necessità, in parte dal-l’errore culturale (immaginare il futuro come ilpresente) si è aggiunta l’influenza potente dellariforma Reagan-Bush: privatizzare ogni aspet-to della vita delle persone, dalla scuola di ognilivello alle malattie di ogni gravità e costo, esocializzare i benefici accordati alla ricchezza:tutti rinunceranno a qualcosa per tagliare letasse alle imprese e ai milio-nari, uniche fonti di arricchi-mento per tutti. L’arricchi -mento per tutti, come è noto,non c’è stato. E il presidenteObama è stato rieletto per ten-tare di rimediare al disastrosociale Reagan-Bush nel suoPaese. Adesso, a quel disastrosociale, sembra avviata l’Italia,con tre cattivi risultati: spa-ventare i cittadini, smontare lafiducia sulla capacità dei “tec -nici”; spingere, data la solitu-dine, alla ribellione. La sommadi tali risultati è un costo benpiù grande dei tagli gravissimi(e irrilevanti per la salvezza delPaese) che ci vengono conti-nuamente annunciati.

Non oletdi Marco Travaglio

Dunque il governo Monti varerà un de-creto per neutralizzare le ordinanze del

gip di Taranto, in parte già confermate dalRiesame, che sequestrano gli impianti “a cal-do” dell’Ilva e i magazzini rigurgitanti di pro-dotti finiti e semilavorati. Il fatto che quegliimpianti siano l’arma del delitto che per de-cenni ha avvelenato Taranto e sterminatocentinaia di persone e che quei magazzini pie-ni siano corpo di reato, cioè la prova che l’Ilvaha violato l’ordine di tenere i forni accesi nonper produrre, ma per risanare, non interessa anessuno. Quando certe porcherie le faceva B.,almeno qualcuno a sinistra strillava. Nel 2008,mentre la Protezione Incivile finiva sotto in-chiesta per lo scandalo dei rifiuti a Napoli, B.trasformò per decreto le discariche e l’i n c e-neritore di Acerra in aree di interesse stra-tegico, controllate dall’esercito e sottratte alleleggi europee, nazionali e regionali (ne furonosospese ben 44), per potervi sversare e bru-ciare qualunque sostanza, anche tossica, edespropriare le procure campane (l’unica abi-litata a indagare era quella di Napoli). Il Pddenunciò l’incostituzionalità di certe norme,il Csm pure, molti magistrati protestarono.Ora che Monti e l’ineffabile Clini si accingonoa fare altrettanto, con l’aggravante che qui ildecreto cancella decisioni già prese dal giu-dice, con tanti saluti alla separazione dei po-teri, all’indipendenza della magistratura, allaCostituzione e ad altre quisquilie, non muovefoglia (a parte il solito Di Pietro, non a casotrattato come un appestato). Tutti d’accordo,dal Quirinale in giù. E Bersani? Non perve-nuto. E Vendola? Disperso, a parte una di-chiarazione in cui dice che Bersani “profumadi sinistra”. Come Padre Pio, che pare ema-nasse “paradisiache fragranze” di “rose, gar-denie, gelsomini, violette, mughetti, gigli e tu-berose”. Purtroppo ci sarebbe anche lo sgra-devole olezzo di quattrini, dovuto ai 98 milaeuro elargiti da Emilio Riva per la campagnaelettorale di Bersani del 2006 e disinvolta-mente accettati dal destinatario, alla vigiliadella sua promozione a ministro dello Svi-luppo economico. Bersani ci ha detto che nonintende restituirli, molto stupito per la do-manda. Ieri il nostro Ferrucci ha interpellatoun bel po’ di parlamentari e tutti hanno ri-sposto che è giusto così: i soldi si prendono enon si restituiscono, basta registrarli, anche sepoi il benefattore finisce agli arresti per as-sociazione per delinquere finalizzata al disa-stro ambientale e all’omicidio colposo plu-rimo, per giunta indagato per una frode fi-scale da 52 milioni, per giunta col figlio ir-reperibile all’estero inseguito da un mandatodi cattura. Basta registrarli nell’apposita di-chiarazione. Quindi, par di capire, se arriva AlCapone con una carrettata di banconote, siincamera il tutto: basta dichiararlo. Mai do-mandarsi chi è il donatore né, soprattutto,perché investe i suoi soldi proprio sul futuroministro dello Sviluppo economico. Uscitidalla porta principale nel ventennio berlu-sconiano, il conflitto d’interessi e il rapportopolitica-affari irrompono nelle primarie delcentrosinistra in tutta la loro attualità. Altroche profumo di sinistra. È di sinistra andareogni anno in pellegrinaggio al Meeting di Cl?È di sinistra raccomandare i “capitani corag-giosi” Colaninno & C. per la scalata Telecom?È di sinistra sponsorizzare la fusione Mon-tepaschi-Bnl dal governatore Fazio? È di si-nistra difendere Fazio, beccato a favorire Fio-rani e gli altri furbetti? È di sinistra racco-mandare Gavio all’amico Penati per gli affariautostradali della Serravalle? E’di sinistraesentare le chiese dall’Ici? È di sinistra parlaredi ambiente e lavoratori a telecamere accese epoi, girato l’angolo, prender soldi dal padronedella fabbrica più inquinante d’Europa? Vienein mente Flaiano: “Non sono comunista per-ché non me lo posso permettere”.

Cl i n i : “Un mascalzone ha scritto che col decreto Ilva il governo legittimagli omicidi: è fuori dalla legalità”. Dica con chi ce l’ha, se ha il co ra g g i o

BERSANI IN DIFESA,RENZI ATTACCASU B. E SOLDI AI PARTITIMA SENZA IL COLPO DEL KO

L’ITALIA DELLA CRISI

Isabella Viola,34 anni,stroncata a Romadalla troppa fatica

di Enrico Fierro

Isabella Viola è morta, un-dici giorni fa da sola nelle

turbolente viscere di Roma.Il suo cuore è stato spezzatoda una vita difficile. Doveva-no essere dieci righe in cro-naca. » pag. 11

Sono arrivate migliaia di do-mande a Renzi e Bersani. “Miridate i due euro”

» www.spinoza live.it

LA CATTIVERIA

» IL LIBRO DI INGROIA

“Forza Italia, cioèil partito cheserviva alla mafia”

Lo Bianco e Rizza » pag. 18

Il sindaco di Firenze rinfacciaal segretario Pd i “2 5 47giorni al governo” s e n zacombinare granché, masembra riecheggiare ilCavaliere quando promette100 euro in più netti al meseper chi guadagna meno di 2mila euro. Sul finanziamentodella politica il leader delpartito cita Pericle, l’a l t roFiorito. Ma il match in tvquanti elettori avràspostato? Marra » pag. 4

Palombi » pag. 6

Amurri, Casula e Meletti » pag. 2 - 3

Evacuata l’Ilva di Taranto, giù una ciminiera, disperso un operaio cadutoda una gru e finito in mare. 38 feriti. Gli operai: “Violate le norme di sicurezza”

FINE LEGISLATURA

Riforme addio,le promessedei tecnici arenatein Parlamento

DOPO I RIVALA TROMBA D’ARIADOPO I RIVALA TROMBA D’ARIA

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2 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto Quotidiano

Inviata a Taranto

Amanifestare a Roma, gli operai del comitato“Cittadini Liberi e Pensanti” non ci sarebbero

andati. La ragione l'avevano già spiegata in unapartecipata assemblea svoltasi davanti alla porti-neria D dell'Ilva in cui hanno proiettato un videocon il resoconto dei fatti più rilevanti di questidrammatici mesi. “Nessuno, sindacati compresi,potranno più decidere per noi, lo hanno fatto pertroppo tempo e i risultati sono sotto gli occhi ditutti”. A parlare è Cataldo Ranieri, uno dei fon-datori del movimento: “Noi siamo uomini liberiche non vogliamo vivere di ammortizzatori socialima di lavoro. Da ora in poi non deleghiamo più”.La parola passa ad un altro operaio che tuona: “Ri -va sta per scappare, questo è chiaro, ma prima deverestituire il malloppo che ha accumulato con il san-gue dei nostri cari e con il nostro sudore. Dob-biamo pretendere l'esproprio dei suoi beni”. “I cit-tadini e gli operai sono la stessa cosa” dice al mi-crofono uno studente che strappa un lungo ap-plauso. Sullo schermo scorrono le immagini dellemanifestazioni per le vie di Taranto. Franco rico-nosce la figlioletta con la moglie e si commuove.Accanto a lui un compagno di lavoro delle cokeriedefinisce la situazione che stanno vivendo come“surreale” e racconta una storia che ha dell'incre-dibile: “Ieri notte non c'era chi ci doveva sostituire,per via dello sciopero, per non bloccare le colate ci

hanno impedito di uscire. Terminato il turno cihanno fatto stare lì fino alle due di notte. Abbiamochiamato più volte il 113 ma nessuno è venuto.Sono arrivato a casa alle quattro”. Il racconto siinfrange nell'immagine che scorre sul video di unoperaio che partecipa allo sciopero contro la ma-gistratura orchestrato dall'azienda con in mano ilkit (bombolette e tromba) distribuito dai capi e tut-ti in coro gridano: “Venduti”. “Non è una conqui-sta non credere più a niente ma non è più possibilecontinuare a fidarsi di chi dice che fa i tuoi interessimentre pensa solo ai suoi e questo è accaduto”spie -ga Ranieri che mostra le carte consegnate alleGuardia di Finanza. E' il verbale d'intesa sottoscrit-to il 7/02/96 tra la società Ilva Laminati Piani Spa ele organizzazioni sindacali territoriali per l'orga-

nizzazione e gestione del Circolo per i dipendentiche fino ad allora era gestito dall'Italsider. “Tenutoconto che il Circolo è aperto a tutti i dipendenti e ailoro famigliari” l'azienda riconosce “una sommaforfettaria globale per il primo anno di 1,4 miliardidi lire, per il secondo di 1,3, per il terzo 1,2 per ilquarto 1,1 e per il quinto 1. Poi l'importo scende a850 milioni di lire. Le attività consistono in colonieper i figli dei dipendenti, cassa mutua, borse di stu-dio, libri di testo, attività ricreative e sportive”. Co-me potevamo pretendere che i sindacati tutelas-sero i nostri diritti mentre ricevevano tutti questisoldi dall'Ilva per attività di cui gli operai non han-no mai usufruito? E' la domanda alla quale rispon-deranno le indagini.

S. A.

D I S A S T RO

di Sandra AmurriInviata a Taranto

Sono circa le 10:30quando un fungo neroall'improvviso compa-re in cielo sopra di noi

mentre in auto stiamo raggiun-gendo l'area portuale dell'Ilvaposta da anni sotto sequestrocon facoltà d'uso. In un istante ènotte fonda. Scendiamo e infretta cerchiamo riparo nel bardove vanno gli operai dell'Ilvaterminato il turno. Pochi istantie le grida di chi scappa, dalle ca-bine delle gru, dai capannonidivelti, arrivano fin qui portatidal vento. Le auto nel parcheg-gio volano in aria e ricadonouna sull'altra come fossero gio-cattoli. È una scena apocalittica.Le sirene delle autoambulanzeche passano a tutta velocitàspaccano i timpani.

D E N T RO, nel grande salone delbar, troviamo lacrime e rabbia.“C'è odore di gas, lo sentite?”chiede un operaio con il viso dabambino e la mascherina calatasul collo. “Un fulmine ha fattocrollare il camino delle batterie1 e 2 dello stabilimento, nel re-parto cokerie, su un tubo digas”. A dare la notizia è Giulio,26 anni. Intanto, fiamme di50-60 metri si alzano in cielo.Arrivano dallo stabilimento.Qualcuno dice che ci sono novemorti, qualcun altro che i mortisono dieci. Sembra un bolletti-no di guerra. Una guerra che al-l'Ilva sembra davvero non finiremai. “L'Ilva è grande tre volte lacittà, se esplode la fabbricaesplode Taranto”. Una città che

Rossella Balestra, coordinatricedel comitato ambientalista“Donne per Taranto” definisce“seduta su una polveriera”. Siode un boato. Usciamo fuori sulpiazzale sotto la pioggia, nessu-no sa spiegarsi cosa sia accadu-to. Un dato certo è che in mat-tinata nello stabilimento c'era-no 6 mila persone. Ragazzi, uo-mini, operai con i telefonini in

mano cercano disperatamentedi chiamare a casa per tranquil-lizzare mogli, mamme, fratelli:“Sono vivo mamma” è la voce diMarco 23 anni che il piantospezza quando aggiunge “man -ca Francesco, era vicino a me,forse è caduto in mare, non lotrovano”. Francesco Zaccaria,32 anni, era dentro la cabina at-

taccata alla gru che una raffica divento ha staccato e scaraventatoin mare. Il bilancio, reso notodall'assessore regionale alla Pro-tezione civile, Fabio Amati, par-la di 38 operai feriti e nove bam-bini delle elementari ricoveratiall'ospedale Moscati a causa delcrollo di un muro della scuola diStatte.

NON C'È PACE per questa gente.Seduto, le mani a coprire il viso,Mario ripete tra sé, come un au-toma: “C'ero anch'io lassù, sonostato miracolato”. Mentre Gio-vanni ricorda l'esistenza di unaccordo siglato dai sindacati chevieta agli operai di salire sulle gruquando c'è brutto tempo, quan-do il vento supera i 50 km orari,ma “ogni volta che abbiamoprovato a ribellarci siamo statirichiamati”. La gru, sostengonoaltri, deve avere un sistema di si-

curezza che di fronte a situazionimeteorologiche avverse bloccal'impianto. “La sola spiegazioneè che il sistema di sicurezza siastato disinserito” afferma Catal-do Ranieri, operaio del Movi-mento Cittadini Liberi e Pen-santi l’Ilva smentisce). Questa èla goccia che fa traboccare il va-so. La tensione si taglia con ma-

no. “Intanto a Roma decidonocome fare per fermare la magi-stratura che ci protegge e noi quia morire intrappolati come topitra il bisogno di lavorare e il di-ritto alla salute”. “Vogliamo vi-vere, sono stanco di sentire no-tizie di morti e malattie, ho persoamici, parenti che come me la-voravano all'Ilva. Mia sorella fala chemioterapia per un tumorealla gola e ha solo 18 anni”. È losfogo di Mirko. Franco pensa asua figlia che è a scuola al quar-tiere Tamburi. Ci indica i caminidell'Ilva: “Vedi, laggiù ci sono lescuole elementari, dentro 800bambini che ogni giorno respi-rano i veleni. Sono i nostri figli, inostri nipoti. Allora mi chiedo:

LAVORO A RISCHIO

Un operaio: “Un accordo

siglato dai sindacati vieta

di salire sulle gru quando

c’è brutto tempo. Ma se

proviamo a ribellarci

veniamo richiamati”

L’I LVA N E L L’OCCHIO DEL TORNADOUNA TROMBA D’ARIA ABBATTE IL CAMINO. IL BILANCIO: UN DISPERSO,FINITO IN MARE PER IL VENTO, E 38 FERITI. POLEMICHE SULLA SICUREZZA

DAL CIELONella foto, la tromba d’ariache ha spazzato l’Ilva di Ta-ranto. In basso, la gru dove eral’operaio disperso Ansa

L’ACC U SA

“L’azienda ha pagato ai

sindacati milioni di euro

per le attività del

Circolo ricreativo che

i lavoratori non hanno

mai utilizzato”

Grillo inventala favola neradi Riva, re Creso

HANNO DORMITO qualche ora sui tavoli della mensa dellostabilimento occupato dopo aver discusso di un futuro cheper adesso non sembra avere coniugazioni possibili e tan-tomeno al plurale. Stabilimento Ilva di Genova Cornigliano,una notte lunga quanto il corteo che martedì ha bloccato lacittà. Duecento operai si sono dati il turno per dormire nellasala mensa, sui tavoli e sulle sedie, attaccati ai termosifoni,con accanto la “ga m e l l a ” che hanno portato le mogli e lecompagne e i cartoni della pizza. Non è occupazione, è as-semblea permanente. Si discute su quel decreto legge di cui ilgoverno “deve dotarsi per non affondare l’I l va ”. E si spera cheoggi, durante il vertice tra governo, enti locali e sindacati, siaffermi la volontà di non mandare a casa i 20 mila di Tarantoe i duemila di Genova e nemmeno quelli di Novi Ligure, inPiemonte. Quando fa giorno salgono in quattro sulla potentepala meccanica che apre il corteo. Dietro ce ne sono almenotrecento. La pala chiude la strada, gli operai fanno presidioancora una volta. Un’ora, due poi tutti tornano in fabbrica.

Genova, fabbricaoccupata e cortei

IL GLOSSARIOLe parole per capire

AIA Autorizzazione integrata ambientale. È ilprovvedimento rilasciato dal ministero perl’Ambiente che autorizza l'esercizio di un im-pianto o di parte di esso a determinate con-dizioni descritte dettagliatamente. Deve ri-spettare la normativa italiana ed europea, masi tratta di un documento che conserva unacerta discrezionalità politica.

ARPA Agenzia Regionale per la Prevenzionee la Protezione dell'Ambiente. È un organotecnico disciplinato da una apposita legge re-gionale. È preposta all’esercizio di attività ecompiti in materia di prevenzione e tutelaambientale soprattutto in relazione alla tuteladella salute dei cittadini e della collettività.

COKERIA È la zona produttiva in cui i carboni,stoccati nei parchi primari, vengono traspor-tati e poi distillati (cokefazione) per riforniredi materiale adeguato, il coke, gli altoforni. Sitratta di una particolare fase produttiva moltodelicata e pericolosa per chi lavora.

AREA A CALDO E A FREDDO Dopo l’area acaldo (cokeria, altoforni, acciaierie) il proces-so produttivo a valle si sviluppa nell’area afreddo in cui, utilizzando la materia prima, sipassa ai prodotti finiti: laminatoio a freddo,lamiere, nastri, tubificio, rivestimento tubi).

10 MLNCA PAC I T À

P R O D U T T I VA

2 5 .0 0 0D I P E N DE N T I

IN ITALIA

ma che razza di uomini siamoper permettere tutto questo?”. Ilpensiero torna a Francesco chenon si trova. Arrivano le squadredei sommozzatori per cercarlonel mare in tempesta. Vediamopassare i blindati dell'esercito.“Amico mio dove sei?”. Franco è

inconsolabile mentre guarda lafoto dell'amico sul suo cellulare.È stato assunto all'Ilva con Fran-cesco e da allora hanno semprelavorato assieme. Nessuno vuo-le piu andare a Roma a manife-stare. Poco prima di mezzogior-no i sindacati confermano losciopero di otto ore e annullanola manifestazione. Davanti a Pa-lazzo Chigi, per il vertice di oggi,ci sarà solo un presidio di lavo-ratori. A Taranto resta il dolore.

“C'ERA UNA VOLTA un presiden-te del Consiglio, Jumbolo, che ven-dette una grande industria a un si-gnore, Creso”. Inizia così “la favolan e ra ” dell'Ilva raccontata da BeppeGrillo. “L'industria, scrive il leaderdel Cinque Stelle, che producevaacciaio, fu comprata a buon prezzo,

a un ottimo prezzo. I personaggirappresentano la fase di privatiz-zazione dell'Ilva. ”Gli investimentiper fare funzionare la Grande Mac-china non erano necessari, li avevafatti tutti Jumbolo con i soldi deisuoi sudditi”. È vero che altri, ur-genti investimenti per la salute

avrebbero dovuto essere fatti. “Manessuno controllava il veleno pro-dotto per incuria e per guadagnodalla grande industria nella città enelle campagne, neppure il GranCiambellano dell'Ambiente, PesteNera, che non mosse un dito per piùdi vent'anni”. “Creso aumentava i

suoi profitti, la gente continuava am o r i re ”. E così intervennero i giu-dici “la Grande fabbrica venne chiu-sa”. Il nuovo presidente del Con-siglio chiese udienza al Vecchiodella Montagna. E trovarono la so-luzione. Fu fatto un decreto per ria-prire la fabbrica”.

La rabbia delle tute blu:“Fregati dal padrone”

3il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2

za rispetto alla necessità di ga-rantire all’Ilva la capacità pro-duttiva. “La chiusura dell'Ilva diTaranto – ha infatti dichiarato ilministro – ha effetti socialienormi: è da irresponsabili, inquesto momento, lasciare senzareddito 20mila famiglie, per lamaggior parte nel sud d'Italia”.Per risolvere la questione Ta-ranto, secondo Clini, “ci vorran-no circa 3 miliardi di euro” se -condo il piano presentato dal-l’Ilva e approvato dal ministroche, però, ha aggiunto “ci aspet-tavamo che il piano di interventi

cominciasse ad essere efficacedue giorni fa, lunedi scorso”.La possibilità di ricorrere al de-creto “salva-Ilva” ha suscitato lareazione di alcuni parlamentari.“A causare il rischio di chiusura

nistro dell’Ambiente e le cen-tinaia di prescrizioni dell’Aiasono la sua linea del Piave, al-meno così dice, mentre ha co-minciato a rifiutarsi di faresupplenza al latitante mini-stro dello Sviluppo economi-co Corrado Passera, in questigiorni in Cina, cioè assai lon-tano, come sempre quando cisono grane.

I RIVA , dunque, devono de-cidere che cosa fare da grandi,e chi ha gli strumenti per farela scelta è proprio Fabio. Il58enne ragioniere, titolo conil quale i suoi dipendenti econsulenti sono stati abituatia riverirlo, appare nella rico-

struzione dei magistrati ta-rantini il vero protagonista etessitore dell’associazione adelinquere di cui peraltro laleadership viene attribuita alpadrone vero, l’86enne Emi-lio Riva. Ma è Fabio il croceviadi telefonate fittissime con cuisoprattutto Girolamo Archi-nà, il lobbista arrestato lunedì,relaziona su tutte le mosse cheil gruppo fa nella complicatascacchiera delle autorizzazio-ni ambientali: corruzione efalso gli altri reati contestati aFabio Riva insieme a quelloprincipale.Gli scambi tra Fabio e Giro-lamo che le intercettazioni cirestituiscono sono esmplari.Archinà parla, parla, forsemillanta, Riva normalmenterisponde a monosillabi, poi fapartire qualche ordine secco.Sembra avere un rapportosfocato con il mondo politico.Quando va a parlare con il go-vernatore Nichi Vendola e isuoi uomini alla regione Pu-glia, ha una reazione di rac-capriccio, confidata al figlio:“Ci sono dei belli elementi lì,bisogna starci molto all’oc -chio”. E infatti.

D I S A S T RO

di Francesco CasulaTaranto

Il decreto “salva-Ilva”non è una sorpresa per laProcura di Taranto. Imagistrati che indagano

i vertici aziendali per disastroambientale lo avevano messo inconto. Non esprimono opinio-ni ufficiali, ma qualche com-mento trapela nei corridoi deltribunale di via Marche. A sol-levare le maggiori perplessità èil fatto che il provvedimento le-gislativo, se approvato, possaannullare di fatto il pericolo “at -tuale e concreto” che incombesugli operai e sui cittadini di Ta-ranto. Un pericolo per il quale lamagistratura ionica ha dispostoil sequestro senza facoltà d’uso,confermato dal Tribunale delRiesame e contro il quale non èmai stato depositato ricorso inCassazione. Un provvedimentogiudiziario, quindi, divenutodefinitivo che viene cancellatoda un colpo di mano del gover-no, ormai palesemente alleatodello stabilimento siderurgico.

LA DIFFUSIONE incontrollatadi polveri dal parco minerali, adesempio, non diminuirebbe, madiventerebbe legale per 24 mesiin attesa che l’azienda realizzi lacopertura dell’area. Chi tutele-rebbe quindi gli operai e gli abi-tanti del quartiere Tamburi col-piti ogni anno da 668 tonnellatedi polveri? Non la Procura, per-ché “la responsabilità della con-duzione degli impianti dello sta-bilimento Ilva di Taranto” è, se-condo quanto si legge nella boz-za del decreto, imputabile“esclusivamente all’impresa ti-

tolare dell’autorizzazione all’e-sercizio degli stessi sotto il con-trollo dell’autorità amministra-tiva competente”. Più semplice-mente: controllare le emissioniinquinanti e le eventuali conse-guenze per lavoratori e cittadini,è un compito che non competepiù alla magistratura penale.

SE IL GOVERNO, quindi, doves-se approvare il decreto autoriz-zando “la prosecuzione dell’atti -vità” l’Ilva riprenderebbe a pro-durre e, quindi, a inquinare fa-vorendo il protrarsi di emissioniche, secondo i periti del Tribu-nale, diffondono malattia e mor-te. Il governo, giuridicamente,consentirebbe alla fabbrica direiterare il reato. L’autorizzazio -ne integrata ambientale rilascia-ta il 26 ottobre scorso allo sta-bilimento, una volta assorbitadal decreto, si trasformerebbe inun pericoloso “lasciapassare”che per due anni esporrebbe icittadini e gli operai a un inqui-namento temporaneamente le-galizzato. Non solo. Il provvedi-mento passerebbe sopra alcuniprincipi costituzionali, come ildiritto alla salute, tutelato dal-l’articolo 32 e sacrificato a Ta-ranto sull’altare dell’iniziativaeconomica privata. A rischio sa-rebbe anche l’obbligatorietà del-l’azione penale dei pm che, adesempio, non potrebbero inter-venire all’interno dello stabili-mento per violazioni di normeambientali. Per questo la Procu-ra, quando arriverà la richiesta didissequestro, potrebbe riccorre-re alla Consulta.Aspetti che forse il ministro del-l’ambiente Corrado Clini ha ri-tenuto di secondaria importan-

degli impianti è stata la gestioneillegale della famiglia Riva – hacommentato Felice Belisario,dell'Idv – che ha messo il pro-fitto davanti agli interessi deicittadini. La magistratura è in-tervenuta per fermare il disastroambientale e sanitario di Taran-to, mentre Clini si preoccupasolo di offrire un salvacondottoall'azienda''. Duro anche AngeloBonelli dei Verdi secondo ilquale “il governo si sta dimo-strando insensibile rispetto al-l'emergenza sanitaria della città:per chi si ammala e muore, per ibambini che nascono già con itumori o per la diossina nel lattematerno che si trasforma in ve-leno non ci sono stati Consiglidei ministri straordinari o de-creti”. Bonelli ha parlato di “ungolpe nei confronti della legisla-zione ambientale” per “cancel -lare i reati” e “modificare il co-dice di procedura penale”. Unfatto non nuovo, comunque, nelPaese delle leggi ad personamche ora vanta anche le leggi “adIlvam”.

3 MLDPER LA

B O N I F I CA

di Giorgio Meletti

Scocca l’ora di Fabio”, ti-tolava due mesi fa il Cor -

riere della Sera. E infatti, dopoaver arrestato in luglio il pa-dre Emilio e il fratello Nicola,i magistrati stavano già pre-parando la custodia cautelarein carcere per Fabio Riva, ilvero gestore dell’Ilva di Ta-ranto. E ovviamente il titolodel quotidiano, milanese co-me la famiglia Riva, non si ri-feriva alla malasorte giudizia-ria, ma al fatto che, con mezzafamiglia ai domiciliari, tocca-vano a Fabio le decisioni im-portanti.

DOPO il mandato di arresto dilunedì mattina, le voci lo dan-no a Miami, da dove si tiene incontatto con gli avvocati pervalutare le prossime mosse.Emilio e Nicola sono ai domi-ciliari, per Fabio c’è invecepronta una cella, prospettivanon esaltante.Ancora meno esaltante è laprospettiva illustrata ieri inParlamento dal ministro del-l’Ambiente Corrado Clini: ri-mettere a posto l’Ilva di Ta-ranto, cioè rendere accettabilel’impatto ambientale della piùgrande acciaieria d’Europa,richiederà all’azienda l’inve -stimento di 3 miliardi di euronei prossimi anni, esclusi i co-sti di bonifica. Dunque la mi-tica Autorizzazione IntegrataAmbientale, quel set di regoleall’interno delle quali l’ac -ciaieria dovrebbe proseguireattività e produzione, e che icritici considerano una fogliadi fico, imporrebbe ai Riva dimettere mano al portafoglio,pesantemente: stiamo parlan-do di un’azienda che fatturaattorno agli 8 miliardi all’an -no, e che fa qualche centinaiodi milioni di utili negli annibuoni, e centinaia di milioniperde negli anni cattivi, vistala sempre fortissima fluttua-zione dei prezzi dell’acciaio. IRiva tengono all’estero la cas-saforte che controlla il grup-po. È vero che l’Ilva non hamai distribuito dividendi, e iRiva dichiarano di aver rein-vestito tutti gli utili, però si-curamente qualche rivolo diprofitti è finito nelle casseestere della famiglia. Resta pe-rò un mistero se è abbastanzaper finanziare il risanamentodell’Ilva e soprattutto, in casoaffermativo, se i Riva hannovoglia di aprire il portafoglioper la fabbrica di Taranto.I 3 miliardi di investimentiimposti dall’Aia potrebberoessere superiori agli utili deiprossimi anni, ammesso cheutili ci siano. Alla domanda sequesto onere sia compatibilecon la sopravvivenza econo-mica dell’acciaieria, Clini perora non risponde: lui fa il mi-

Il ministro Corrado Clini Ansa

I pm: il decreto? Schiaffoalla legge e alla saluteLA LEGGE AUTORIZZA LA PRODUZIONE ED ESCLUDE I CUSTODILA PROCURA DI TARANTO PENSA AL RICORSO ALLA CONSULTA

Fabio Riva guidal’azienda di famigliadal rifugio esteroIL FUTURO DELLA FABBRICA AL CENTRODELLE TELEFONATE INTERCETTATE

IL PERSONAGGIO

LA FUGA

Lunedì mattina,

le voci lo danno a

Miami da dove si tiene

in contatto con gli

avvocati per valutare

le prossime mosse

IL TESTO DEL DECRETOLA MOSSA DI CLINI: DECIDE L’AIAHanno dormito qualche ora sui tavoli della mensadello stabilimento occupato dopo aver discusso diun futuro che per adesso non sembra avere coniu-gazioni possibili e tantomeno al plurale. Stabili-mento Ilva di Genova Cornigliano, una notte lungaquanto il corteo che martedì ha bloccato la città.

Duecento operai si sono dati il turno per dormirenella sala mensa, sui tavoli e sulle sedie, attaccatiai termosifoni, con accanto la “ga m e l l a ” che han-no portato le mogli e le compagne e i cartoni dellapizza. Non è occupazione, è assemblea perma-nente. Si discute su quel decreto legge di cui il go-verno “deve dotarsi per non affondare l’I l va ”. E sispera che oggi, durante il vertice tra governo, enti

locali e sindacati, si affermi la volontà di non man-dare a casa i 20 mila di Taranto e i duemila di Ge-nova e nemmeno quelli di Novi Ligure, in Piemon-te. Quando fa giorno salgono in quattro sulla po-tente pala meccanica che apre il corteo. Dietro cene sono almeno trecento. La pala chiude la strada,gli operai fanno presidio ancora una volta. Un’o ra ,due poi tutti tornano in fabbrica.

IL MINISTRO

“La chiusura dello

stabilimento ha effetti

sociali enormi: è da

i r re s p o n s a b i l i

lasciare senza reddito

20mila famiglie”

4 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto Quotidiano

Servizio Pubblico:stasera il sindacoe Landini (Fiom)

VUOI FARE UN GIRO davanti alle scuo-le, o nei mercati? Parlare con i romaniche non ti hanno votato? Uno degli or-ganizzatori della campagna per MatteoRenzi a Roma ha provato a convincerlo afare un giro tra la gente della capitale chegli ha dato poca fiducia. Ma lui ha pre-ferito di no. “C’è il maltempo a Firenze,

preferisco stare lì il giorno e poi andare intv ”, avrebbe detto. E allora stasera il sin-daco di Firenze tornerà anche a ServizioPu b b l i co, ospite di Michele Santoro, do-v’era già stato per la puntata inaugurale.Gli altri ospiti sono Guido Crosetto delPdl, Maurizio Landini, segretario gene-rale della Fiom, e lo scrittore Aldo Busi.

3 ,1MILIONI

AL 1°TURNO

i l fa t to q u o t i d i a n o. i tDIRETTA ALLE 11Oggi dibattito con igiornalisti Peter Gomez,Nanni Delbecchi,Wanda Marrae per il Pd Matteo Orfini

di Wanda Marra

Un sorriso largo,spontaneo, all’in -tellettuale di riferi-mento, Miguel Go-

tor, di reciproca rassicurazionePier Luigi Bersani. Un abbrac-cio e una risata all’amico disempre, Luigi De Siervo, Mat-teo Renzi. Come dire “siamo ar-rivati fino a qua”. Allo SpecialeTg 1 negli studi di Domenica in,pronti ad ospitare “Il confrontofinale”. Prima arriva il pubblico,40 persone per uno. Poi loro. Inpubblico si stringono solo lamano. Sono stati qualche minu-to insieme da soli, in un came-rino. “Teso? No, non proprio”,dice Renzi ai giornalisti. Bersa-ni: “Eh no, guarda qua”. E Ren-zi, alla domanda “vinci?”. “Ba -stasse un confronto tv”. Poi idue si separano, ognuno al suotrucco. Il segretario fa l’ultimoripasso con i suoi. Oltre a Gotor,c’è il portavoce, Stefano Di Tra-glia e il capo ufficio stampa, Ro-berto Seghetti. Si prepara anchela conduttrice, Monica Maggio-ni. Convoca i rappresentantidegli staff, Di Traglia e per Ren-zi, Antonella Madeo.

TESTA O CROCE per deciderechi deve fare per primo l’appellofinale. “Testa”. Vince la Madeo,comincia Renzi. Poi, esce Bersa-ni. Non parla con nessuno,guarda fisso davanti a sì. Vestitomarrone, cravatta rossa a pois,accigliato. Esce Renzi, scherzacon tutti. Camicia bianca, pan-taloni neri, cravatta scura. Nien-te giacca. Il look obamiano concui ha annunciato la discesa incampo, e con cui ha chiuso laLeopolda due settimane fa. In-contra un bambino, gli “dà ilcinque”. Poi entra. Ad aspettarlianche il direttore del Tg 1 (ancoraper un giorno) Antonio Macca-

ri. Si accendono le luci. Studiorosso e blu, inquadratura suidue. Zoom sulla Maggioni. Lestesse domande, due minuti cia-scuno, una per uno. Cinquepossibilità di replica per ogni sfi-dante, di 30 secondi. La crisi e letasse al primo posto. Renzi esor-disce ribadendo la proposta cheha portato in giro con il camper:cento euro netti al mese in più achi ne guadagna meno di due-mila. Lo slogan: “Fatemelo direda figlio e anche da padre, dob-biamo guardare al domani”.Bersani, tono basso, mette lemani avanti: “Non prometto 20miliardi per l’anno prossimo,già ve lo dico”. Sulle tasse parladi “una Mastricht di fedeltà fi-scale”. E la stoccatina al Renzi le-gato con Davide Serra: “Serve latracciabilità e dobbiamo attac-care i paradisi fiscali che sono undramma”. A questo punto pro-

va ad alzare i toni Renzi: “Un po’di responsabilità ce l’abbiamoanche noi del centrosinistra.Possibile non fare l’accordo conla Svizzera? E poi, finora, ce lasiamo presa con il piccolo manon con il grosso”. Strappa l’ap -

di Alessandro Ferrucci

Via le incertezze, allonta-nate i dubbi. La coali-

zione c’è ed è forte. Coesa. DaSel al Pd, per poi chiuderenell’Udc: tutti in coro diconoche Bersani fa benissimo anon restituire i 98 mila euroottenuti nel 2005 dall’i m-prenditore Emilio Riva per lacampagna elettorale dell’a n-no successivo.

MA NON HA proprio nessundubbio al riguardo? “No! So-no risorse ottenute secondoquanto previsto dalla legge”,risponde secco Matteo Orfini(Pd). Eppure mister-Ilva haguadagnato quei soldi conqualche “se” e maggiori“ma”. “Senta, e parlo proprioa voi del Fa t to , protagonisti di

una campagna contro il fi-nanziamento pubblico: dovedobbiamo prenderli? Ecco,quelli sono privati”. Non tuttii privati sono come Riva.“Appunto: io preferisco ilpubblico, si evitano tali ri-schi”.“Francamente non so... for-se... – lunghi silenzi tormen-tati da Nicola Fratoianni,braccio destro di Nichi Ven-dola in Sel – se facesse unavalutazione...”. Quindi?“Non so che dire...”. Provia-mo. “Sì, deve fare una valu-

tazione... certo li ha ottenutisecondo i canali di trasparen-za”. Va bene, abbiamo capi-to.Meno indeciso, magari per lamaggiore esperienza politica,Beppe Fioroni (Pd): “Riva haelargito un finanziamento se-condo le regole. Ha rispetta-to...”. Vero, ma ora potrestevalutare se sia opportunonon tenerli. “Non credo alsenso di opportunità ex post.Non c’è il dono della preveg-genza. Li ha presi, punto”.Certo, però... “Senta! È un’e-

rogazione liberale. Quei soldihanno avuto un’attualità po-litica, e il mondo è lastricatodi soggetti che poi si possonoscoprire pessimi”. Filosofiaallo stato puro.Angolo Udc, alcuni dubbi,molte pause. “Forse sì – so -spira Renzo Lusetti, questorealla Camera – Potrebbe an-che essere. Per carità, non vo-glio incolpare nessuno, certopotrebbe essere opportunofarlo”.

“MI SEMBRA un po’ tran -chant”, interviene Rober toRao, ex portavoce di Pier Fer-dinando Casini, ora deputa-to. In che senso? “È una que-stione delicata”. Sicuramen-te, allora? “No, mi sembra unpo’ t ra n c h a n t ” E allora? “Sen -tiamoci dopo”. Passano tre

“I soldi dei Riva? Niente di male”I PARLAMENTARI: “IL SEGRETARIO NON DEVE RESTITUIRLI AI PADRONI DELL’I LVA”

PARTITA APERTA

UGO SPOSETTI (EX TESORIERE DS)Ma cosa volete da me? Non mi dovete

chiamare! Non vi voglio sentire

Voi non mi dovete di-stur-ba-re”

IL COMITATO ha cambiato le regole! Anzi no, il comitatodice di non aver cambiato nessuna regola. Il duello pro-cedurale tra Matteo Renzi (che chiede l’apertura a tutti delleprimarie) e Pier Luigi Bersani (che vuole le nuove registra-zioni limitate a giovedì e venerdì) continua. Ieri, appuratal’impossibilità per i più di recarsi nel comitato provincialeaperto in due giorni feriali, gli organizzatori hanno concessodi potersi iscrivere anche inviando un fax o un’email entrovenerdì sera alle 20. Certo, resta la famosa giustificazione.Perché non avete votato al primo turno? Se avete bigliettiaerei, del treno o ticket autostradali, conservateli. Secondo labersaniana Alessandra Moretti va bene anche una radio-grafia di un piede rotto. La versione ufficiale del presidentedel Comitato dei garanti; Luigi Berlinguer, è arrivata nel po-meriggio: “Vorrei tranquillizzare tutti: le regole delle primarienon sono cambiate. Restiamo fedeli al principio che tra ilprimo e il secondo tempo non si modificano le regole delgioco. La platea elettorale non può essere modificata se nonper casi eccezionali come del resto hanno convenuto pub-blicamente alcuni illustri costituzionalisti”. In realtà dovreb-be bastare la frase “non ero ancora convinto” e difficilmentei comitati potranno dire di no all’iscrizione.

Caterina Perniconi

Le regole cambiano,anzi no. Solo un po’

Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi in postazione allo Speciale Tg1 condotto da Monica Maggioni Ansa

plauso. Ma stavolta Bersani èdeciso a non fargliela passare:“Vorrei dire a Matteo che Equi-talia mica l’abbiamo inventatanoi”. L’altro attacca: “Equitalianon l’abbiamo inventata noi,ma il tuo governo con te e Viscogli ha dato dei poteri. Sei stato algoverno 2547 giorni”.Renzi tocca il tema più scottanteper il segretario, l’Ilva, ma lo fain maniera tangenziale, si fermaprima dell’attacco: “Abbiamoprivatizzato, ma nessuno hachiesto di fare la bonifica am-bientale. Abbiamo lasciato farealla famiglia Riva quello che vo-leva”. Ricorda tutto quello chenon s’è fatto. Bersani replica:“Nessuno è perfetto, ma perbacco, ma non mettiamo insie-me tutti gli ultimi 20 anni”. Ber-sani recita la parte di quello con-creto, preciso, affidabile e since-ro. L’altro lo stringe sulla difen-

siva, prova a rimproverarglicontinuamente le cose non fatteo fatte male. Ma resta in bilicotra fair play e attacco.

NON FERISCE mai fino in fon-do. Però strappa la battuta. Ber-sani prova a difendere il finan-ziamento pubblico ai partiti:“Da Clistene a Pericle, in quellaculla della democrazia, deciseroche in democrazia la politicaprendeva un sostegno pubblicoche la differenziava dalla tiran-nide. Non mi rassegno che lapolitica la possano far solo i ric-chi...”. l’altro rapido: "Ho rispet-to per Bersani, ma passare daPericle a Fiorito....”. Risate. Piùpassano i minuti, più il sindacoprende quota. Al Renzi che at-tacca “Noi non dovremo farel’accordo con Casini. A me leipotesi di alleanze profumanomolto di inciucio, non di sini-

stra come dice Vendola”, Bersa-ni replica: “Non vogliamo Casi-ni, non vogliamo Vendola, mal’ultima volta che abbiamo vo-luto far tutto da soli ha vintoBerlusconi”. Proprio ieri Ven-dola ha annunciato l’appoggioufficiale al segretario: “Le sueparole profumano di sinistra,con Renzi si rischia la rottura”.Se si parla di ministri: 10 perRenzi, contro i 20 di Bersani.Che però spiazza tutti: “Unionicivili per i gay, che Casini siad’accordo o meno”. Si passa allerisposte flash. Non 2 minuti, 30secondi. Prima le scuse. quelle diBersani: “Al mio parroco”. ERenzi: “A mio fratello, che se n'èandato da Firenze per non esse-re il fratello del sindaco”. Appel-lo finale. Le parole che usa di piùBersani “perbacco” e “proble -ma”. Renzi “sogno” e “sbaglia -to”.

DAL PAPA

AL PRETE

Chiedo scusa

al mio bravissimo

p a r ro co

per lo sciopero

dei chierichetti,

era giusto farlo

ma lui ci soffrì”

RENZI ALL’ASSALTO DI BERSANINEL CONFRONTO TV DI RAI1 IL SINDACO DI FIRENZE: “MAI CON CASINI E VENDOLA”REPLICA IL SEGRETARIO DEL PD: “L’ULTIMA VOLTA SIAMO ANDATI DA SOLI E HA VINTO B.”

fattoa mano

5il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2

TWITTER DIXIT

Tacchini, c rava t te , arrotini: la sfida su Twitter

ore. “Ah, è stato puntuale”.Vuole aggiungere altro?“Non voglio intervenire...non voglio”. Perfetto, restia-mo sul t ra n c h a n t .“La questione è differente”.Prego? “Il problema non è re-stituirli – spiega Felice Beli-sario dell’Idv – Lui non do-veva proprio prenderli. Ac-cetto poche centinaia di euroe da amici e conoscenti. Non

migliaia da imprenditori se-mi-sconosciuti”.“Ma cosa volete da me! Co-sa?! – Tra lo scocciato e l’a-dirato, Ugo Sposetti del Pd,storico tesoriere dei Ds – Nonmi dovete chiamare!”. Addi-rittura. “Sì, non vi voglio sen-tire. Voi non mi dovetedi-stur-ba-re. Non mi rom-pete i co...” Tu... tu... tu.

VA MEGLIO con Stefano Fas-sina, sempre democratico.Lui risponde: “Sono vicendetotalmente scollegate. Noncapisco questa storia”. Non èproprio così. “Quei soldi nonhanno niente a che vedere. Ecomunque non mi sembra ri-levante”.“Io questa vicenda non la co-nosco – Donatella Ferranti,Pd – Non so...”. Aspetti, glielaspieghiamo. “Ma non l’hoapprofondita, sono da duegiorni impegnata in aula”.Vogliamo sentirci dopo? “Sì,sì meglio”. Bene. Mai più sen-tita.

PARTITA APERTA

Tutti a twittare il facciaa faccia ieri sera, ecconealcuni:

GIANNI RIOTTA Iltacchino sul ramo el’usignolo in mano ilbraccio da amputare eil ramo su cui siamoseduti da segare #me-t a fo re

@ r i o t taENRICO MENTANASu finanziamenti allapolitica Renzi gigio-neggia un po’ t ro p p o,ma parte dal vantag-gio di una propostapiù radicale (in tutti isensi).

@ e m e n ta n aANDREA SARUBBIRenzi: abbiamo lascia-to fare alla famiglia Ri-va quello che voleva

fare. Meno male, qual-cuno stasera l'ha det-t o.

@ a n d re a s a r u b b iFLAVIO BRIATORESu una cosa tutti con-cordano: i due hannocravatte orribili...

@ B r i a to re Fl av i oMATTEO ORFINIIo avrei permesso piùrepliche e levato gliapplausi

@orfiniDARIO FRANCE-SC H I N I Secondo meMatteo farebbe benea ripetere altri cinqueo sei volte che è Sin-daco di Firenze.Non sisa mai non si sia capi-to. .

@ d a r i o f ra n ceALESSANDRA MO-RETTI Donne: è arri-

vato l’a r ro t i n o. . . m a t-te o !

@ a l e _ m o re t t i

In tv per il Fatto vince (di poco) Renzi

ANTONELLO CAPORALEVOTO BERSANI: 6- / VOTO RENZI: 6Di sincero stampo nazionalpopolare, Mat-teo si snoda attraverso imperdibili luoghicomuni. Al top il neomelodico “Signori,qui c’è in ballo l’Italia”. La metafora bersa-niana tramortisce. Il passerotto fa ingres-so nel duello, per salire poi verso Pericle.

PETER GOMEZVOTO BERSANI: 6 / VOTO RENZI: 8Renzi cita spesso i numeri (perché fascena) e promette una legge sul lavorocon soli 59 articoli. Spiega bene cosa è lacivil partnership, mentre Bersani nonchiarisce cosa è la legge tedesca. Ma ilsegretario Pd va forte sui diritti di genere.

STEFANO FELTRIVOTO BERSANI: 6 / VOTO RENZI: 7Renzi attacca su ciò che la sinistra non hafatto quando poteva (conflitto d’i n te re ss i ) .Difficile contestare le sue buone intenzioni.Bersani evoca successi dubbi (miracoli alSud) e lontani (liberalizzazioni). L’usato èsicuro ma poco entusiasmante.

ANDREA SCANZIVOTO BERSANI: 6 / VOTO RENZI: 6+Renzi: slogan e battute. Ammicchi, pia-cionerie. Solito film da Berluschino. Ber-sani involontariamente comico (“Hai vo-glia lenzuolar, qui si è perso il lenzuolo”).Il carisma non lo ha mai intaccato, maieri è stato più grintoso del solito.

ANTONELLO CAPORALEVOTO BERSANI: 6/ VOTO RENZI: 7Le maniche arrotolate fanno tanto ragaz-zo in carriera. Finge di essere il figlio diBersani, ma quando gli ricorda gli anni digoverno il suo papà sembra Silvio. Il se-gretario del Pd pare un preside al limitedella pensione.

STEFANO FELTRIVOTO BERSANI: 8 / VOTO RENZI: 4Bersani guarda in camera, mani immobili,noioso e rassicurante. Renzi più nervosoche aggressivo, sbaglia a non mettere lagiacca, doveva sembrare un vincente, nonun promettente stagista. Rivalutato quan-do Bersani ha evoca il parroco scomparso.

PETER GOMEZVOTO BERSANI: 6 / VOTO RENZI: 7Bersani sbaglia a comunicare quando pertre volte ripete “nessuno è perfetto”. Mache Renzi sappia che il suo destino per ilmomento è da perdente di successo (nonattacca sull'Ilva). Troppo berlusconiano sui100 euro in più in busta paga.

ANDREA SCANZIVOTO BERSANI: 5,5 / VOTO RENZI: 6-Renzi: cravattone scuro su immutabile ca-micia bianca, genere De Sica yuppies. Elen-cazioni. Tutto e niente. Bersani: cravattatremenda a pois, giacca marrone-tristezza.Sguardo basso. Bocca che si “a r r i cc i a ”. Bor-bottii. Parole mangiate. Don Camillo.

ANTONELLO CAPORALEVOTO BERSANI: 6 / VOTO RENZI: 4Renzi parte dai soldi: più soldi per tutti.Berlusconi ha fatto scuola e si vede. Main tempi di crisi la promessa farloccaregge poco. Con Bersani l’Italia cambieràpochissimo però almeno sembra più pre-p a ra to.

STEFANO FELTRIVOTO BERSANI: 5 / VOTO RENZI: 7Bersani in seria difficoltà sulla politica in-dustriale, neppure un’idea. Renzi almenoè contro incentivi e grandi opere. Su po-litica estera Bersani vanta contatti, Renziimpressioni. Ma sulla legge elettoraleRenzi stravince: no inciuci no Casini.

PETER GOMEZVOTO BERSANI: 6 / VOTO RENZI: 7Bersani: pochi contenuti a parte il buonsenso. Ripete spesso (pure sugli esodati):faremo qualcosa. Ma cosa? Convince peròsulle liberalizzazioni. Renzi: vuole tasse sulgioco d'azzardo, conflitto d'interessi entro100 giorni, basta finanziamento pubblico.

ANDREA SCANZIVOTO BERSANI: 6+ / VOTO RENZI: 5,5Renzi è vago (“La politica deve cambia-re ”). “Non sono Giamburrasca”, dice, macome acume politico lo ricorda. Tra un ba-cetto e l’altro alla Fornero, è chiaro solo sulno a Casini. Bersani punta tutto su concre-tezza e pragmatismo. Rifugge il fascino.

PRIMA DEL DUELLO“Mi preparo al confronto

con il mio staff”: tweet di Pier LuigiBersani, per terra Miguel Gotor

Beppe Fioroni Ansa

6 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto QuotidianoPROBLEMI TECNICI

San Raffaele,protesta controi licenziamenti

È INDETTA PER OGGI, sotto la Regione Lazio invia Rosa Raimondi Garibaldi a Roma, la manifesta-zione dei lavoratori del San Raffaele organizzata daisindacati di Roma, Frosinone, Viterbo e del Lazioalle ore 10:00. Si protesta contro la chiusura, entroormai meno di 10 giorni, delle due strutture delGruppo San Raffaele di Roma, la Casa di Cura SanRaffaele Cassino e il Centro di riabilitazione Villa

IL RICORSO

Legge 40,Monti control’EuropaOBIETTIVO: SALVARE IL DIVIETODI DIAGNOSI PREIMPIANTO

Arriva proprio dal governo più europeistadella recente storia repubblicana la deci-

sione di ricorrere contro la Corte europea deidiritti dell’uomo. E arriva nel tentativo di pre-servare lo status quo della legge 40, nonostante19 decisioni avverse di tribunali italiani – se -condo cui la legge va riscritta perché è “an -tiscientifica”, “insensibile”e“incoerente”–e lasentenza di Strasburgo, approvata all’unani -mità lo scorso 28 agosto. La ragione ufficiale,spiega palazzo Chigi, è “la necessità di salva-guardare l’integrità e la validità del sistemagiudiziario nazionale”, dato che “la Corte hadeciso di non rispettare la regola del previoesaurimento dei ricorsi interni, ritenendo cheil sistema giudiziario italiano non offrisse suf-ficienti garanzie”. L’effetto politico è di com-piacere quelle gerarchie vaticane che tanto ti-fano per il Monti-bis. Ma il risultato concreto èdi vietare la diagnosi preimpianto che consen-te a coppie portatrici di malattie genetiche diverificare se l’embrione(in fase molto precoce disviluppo) è affetto daanomalie genetiche o al-terazioni cromosomicheprima dell’impianto nel-l’utero. Un controllo che,di fatto, permette di avereun figlio sano. Com’ègiusto che sia, aveva dettol’Europa accogliendo il ricorso di due genitori,Rosetta Costa e Walter Pavan. In seguito allanascita del loro primo figlio, malato di fibrosicistica, scoprirono di essere portatori sani del-la malattia. Nel 2010 Rosetta restò di nuovoincinta: il feto risultò positivo alla fibrosi ci-stica e la coppia decise di abortire. Avevano il25 per cento di probabilità di avere altri figlimalati (la fibrosi cistica è mortale) e il 50 percento che fossero anche loro portatori sani.Volevano avere altri figli e scelsero la procrea-zione assistita proprio per poter ricorrere alladiagnosi preimpianto. Nulla da fare: era ed èvietata dalla legge 40. Portarono la loro bat-taglia davanti alla Corte europea, che bocciò lalegge del 2004: violava i diritti umani.“La notizia è gravissima”, ha detto il senatorePd Ignazio Marino, “i cittadini più poveri sivedranno discriminati nel loro desiderio dimaternità e paternità mentre i più ricchi po-tranno rivolgersi alle cliniche per l’infertilitàdegli altri Paesi europei e avere l’assistenza chela legge 40, e adesso anche l’iniziativa del go-verno, nega loro in Italia”. Un ricorso che “rap -presenta un tentativo disperato di salvare l’in -salvabile: ovvero una legge che decisioni ita-liane ed europee stanno smantellando, perchèincostituzionale ed ideologica”, dice l’avvoca -to Filomea Gallo, segretario dell’AssociazioneLuca Coscioni.

GOVERNO INCOMPIUTOTUTTO QUELLOCHE NON SI FARÀ MAIRIFORMA DEL FISCO, DEL FEDERALISMO E TAGLIO DELLEPROVINCE: LE PROMESSE DEI PROFESSORI SI SGONFIANOIN PARLAMENTO. DICHIARAZIONE IMU A FEBBRAIO

Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha meno di 30 giorni prima del probabile scioglimento delle Camere Ansa

di Marco Palombi

Le Camere in questi giornistanno plasticamentespiegando ai professoriche essere chiamati tecni-

ci non garantisce di conoscere tuttele tecniche, specialmente quelle dellavoro parlamentare. Ieri, per dire, ilTesoro ha dovuto ratificare via co-municato una scelta impostagli aMontecitorio da un emendamentodel Pdl: la dichiarazione per le esen -zioni Imu slitta dal 30 novembre al 4febbraio. Nessun problema per iconti dell’esecutivo: il saldo andràpagato comunque entro il 17 dicem-bre. Non tutti gli errori di tecnicaparlamentare - o le rivolte della suastessa maggioranza – sono però cosìinnocui per il governo: una cattivagestione dei lavori d’aula in questofine legislatura, infatti, sta per “uc -cidere” più di un provvedimento diMonti e soci. I motivi sono molti: sesi vota a marzo, da un conto a span-ne restano solo 20-30 giorni di la-vori parlamentari (ammesso che sivoti anche lunedì e venerdì, cosanon scontata) visto che le Camerevanno sciolte entro il 20 gennaio e dimezzo ci sono le vacanze; i decretiimportanti, per un evidente erroredell’esecutivo, si trovano al momen-to tutti in Senato, dove c’è pure lalegge elettorale e sta per iniziare lasessione di bilancio (ddl stabilità eallegati), che in genere monopolizzacommissioni e aula e va chiusa ob-bligatoriamente entro dicembre; lamaggioranza, infine, “sente” l’arri -vo delle elezioni e non tiene più, pa-gando in particolare lo sfaldamentodell’ex fronte berlusconiano.Il risultato è che quattro provvedi-menti assai strombazzati al momen-to dell’approvazione in Consigliodei ministri sono praticamente de-funti: la delega fiscale, rinviata mar-tedì in commissione dopo un’imbo -scata del Pdl; la riforma costituzio-nale del Titolo V che sottraeva alcunipoteri alle regioni (servono quattroletture tra Camera e Senato); l’en -nesimo ddl Semplificazioni di Cor-rado Passera, assai atteso dalle im-prese per lo snellimento delle pro-cedure su lavoro e ambiente (assaicriticata dagli ambientalisti l’aboli -zione della consuetudine del “silen -zio rifiuto” da parte della P.A. anchein zone vincolate, che potrebbe di-ventare un implicito via libera all’a-busivismo); il decreto che cancelladi 35 province nelle regioni a statutoordinario accorpandole agli enti piùvicini, testo che scade il 5 gennaio edè atteso alla Camera, pur non essen-do ancora uscito dalla commissionedi merito. Stessa sorte toccherà an-che a due provvedimenti in discus-sione da anni, dunque non imputa-bili a questo governo, come la rifor -ma forense e il ddl omnibus in ma-teria sanitaria: tempo scaduto, non

c’è modo che arrivino sulla GazzettaUfficiale.Decisamente a rischio è pure l’ap -provazione di un provvedimentospot come il decreto sui costi dellapolitica negli enti locali, che taglia ifondi per politici e gruppi consiliarie concede più poteri di controllo allaCorte dei Conti: scade il 9 dicembree dovrà fare un altro passaggio an-che a Montecitorio, visto che il Se-

nato lo modificherà. Monti, però, ri-tiene di poter riuscire ad approvarloin tempo utile a colpi di fiducia, ac-corpando in un maxiemendamentoche verrà presentato questa settima-na anche due piccoli decretini an-ch’essi a rischio di prematura scom-parsa: uno sul sisma in Emilia e unosulla società Stretto di Messina. Conla stessa modalità il governo intendeportare a casa il cosiddetto d e c re to

Crescita 2.0, in scadenza il 18 di-cembre: è quello in cui ci sono nor-me per favorire le start up tecnolo-giche e una serie di norme (poco in-cisive) sull’Agenda digitale italiana.Passera punta ad un via libera lampoaccorpando a questo decreto anchele norme su lavoro e ambiente delddl semplificazioni: stasera dovreb-be approvarlo la commissione, lasettimana prossima andrà in aula.

del Buon Respiro di Viterbo. Alla manifestazione,cui aderisce anche il Comitato per la Difesa del SanRaffaele, si denuncerà anche “il grave stato di crisiche sta rischiando di travolgere il Gruppo San Raf-faele, aggravato dal recentissimo taglio retroattivodel 7% di tutti i finanziamenti destinati a pagareprestazioni sanitarie già rese nell’anno 2012 ope-rato dal commissario Bondi, cancellando dal pa-

norama della sanità laziale e nazionale migliaia diprestazioni ospedaliere, residenziali e ambulato-riali nonché migliaia di posti di lavoro”. La Lega hapresentato un’interrogazione parlamentare “con laquale chiediamo se i ministri Balduzzi e Fornerointendono convocare il Cda dell’ospedale per ve-rificare se esistono le condizioni per ripensare e/oritirare il provvedimento di licenziamento”.

I fantasmi dell’OperaP O RT FO L I O

LA PRESAIN VESPA

Il noto con-duttore televi-sivo prova adagganciare ilpremier Montiche guarda al-trove per nonfarsi ipnotizza-re

S O P RAAL TUNNEL

Palco reale del-l’Opera di Roma: ilsindaco, il premiere il presidente dellaRepubblica (e con-sorti). Guardano ilfondo del il famosotunnel della crisi

CONCIATE PER LE FESTEUn meraviglioso tris di dame, per chi non ha avuto la fortuna di am-

mirarle all’Opera. Da sinistra: Stirpe, Bonelli e Pampanini

A SAPERLO PRIMAEcco spiegato il motivo delle prestazioni gior-

nalistiche di M. G. Maglie: ha qualcosa in facciache le impedisce di capire quello che scrive

foto di Umberto Pizzi

ECCO LA NUOVA carta d’Italia:Pisa con Livorno, Lucca e Massa,Treviso dentro Padova, Avellinocon Benevento e via accorpandoper cancellare 35 province nelleregioni ordinarie. Quella cartina,però, è sepolta in una commissio-ne del Senato e il decreto scade il5 gennaio: non vedrà la luce.

P ROV I N C E

C’è tempo finoal 5 gennaio

“STIAMO RIMUOVENDO osta-coli alla competitività”. CosìMonti presentò la riforma costi-tuzionale del Titolo V: meno po-teri alle regioni, un po’ di più perlo Stato centrale. Solo che percambiare la Carta servono 4 pas-saggi parlamentari e quel ddl nonne ha fatto ancora neanche uno.

FEDERALISMO

Il titolo Vnon si tocca

NORME CONTRO l’abuso di di-ritto (chi usa la legge per eludereil fisco), criteri per riformare ilvecchio catasto italiano, accorpa-mento delle Agenzie fiscali e ra-zionalizzazione delle agevolazionifiscali. Questo e altro prevede lalegge delega fiscale rinviata allecalende greche per volere del Pdl.

DELEGA FISCALE

Stop su fisco,elusione e catasto

7il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2

di Marco Franchi

Dalle trifore di Palaz-zo Sansedoni, sededella FondazioneMps, si vede a Piaz-

za del Campo. Una visuale per-fetta per assistere al Palio di Sie-na. Perché non approfittarneper vendere i biglietti a vip econtradaioli? C’è chi arriva apagare 400-500 euro pur di go-dersi lo spettacolo paliesco dal-l’alto. Potrebbe rivelarsi un af-fare per l’ente senese che neiprossimi mesi rischia di ritro-varsi in bolletta, orfano del ban-comat di riferimento: il Montedei Paschi. Ieri, infatti, l’istitutodi Rocca Salimbeni è stato co-stretto ad aumentare la richie-sta di Monti bond da 3,4 a 3,9miliardi di euro (cui 1,9 da usa-re per rimborsare i vecchi Tre-monti bond). Ovvero ad allar-gare il paracadute pubblico, almassimo consentito, che evite-rà il tracollo finanziario maaprirà anche le porte del capi-

tale a una ingombrante, se purtemporanea, presenza delloStato. La Borsa, sentendo aria dinazionalizzazione, ha punito iltitolo Montepaschi: -2,4 percento.

LA DECISIONE di “rilanciare” èstata presa dal cda di Mps perfare fronte a problemi di reddi-tività del suo portafoglio finan-ziario strutturato. La nota dellabanca spiega che il provvedi-mento è “motivato dai possibiliimpatti patrimoniali derivantidagli esiti dell’analisi in corso ditalune operazioni strutturateposte in essere in esercizi prece-denti”. La banca aggiunge poiche, “vista la redditività negativadi tali operazioni, oggi inclusenel portafoglio di attività finan-ziarie aventi per sottostante ti-toli di Stato, procederà alla rine-goziazione della struttura difunding delle stesse con l’obiet -tivo di migliorarne la redditivi-tà”. I nuovi vertici, il presidenteAlessandro Profumo e l’ammi -

nistratore delegato FabrizioViola, avrebbero deciso dismontare il portafoglio di swap(strumenti derivati) sui titoli diStato su cui ha oggi una perditapotenziale rilevante, per abbas-sare il costo di finanziamentoche oggi serve a sostenere quellostesso portafoglio. Secondo al-cuni analisti la rinegoziazionedei contratti a copertura dei Btppotrebbe determinerà una per-dita di 500 milioni entro fine an-no. Meglio prevenire e appellar-si alla generosità di Monti. Chein cambio, però, diventerà unazionista importante detroniz-zando la Fondazione e spezzan-do il legame simbiotico fra entee banca.I cosiddetti Monti bond sono ti-toli speciali emessi da Mps a fa-vore del Tesoro per coprire il de-ficit di capitale (3,3 miliardi)calcolato dall’Autorità BancariaEuropea. Aumentandone la ri-chiesta, aumentano anche gliinteressi che la banca dovrà pa-gare allo Stato. Se Mps non ha i

dizioni dell’istituto senese edunque presentarsi alla portadei governi con il cappello inmano. ''Sono in contatto con leautorità italiane, il componentidella mia direzione generalehanno incontrato i rappresen-tanti'' della banca e delle autoritànazionali, ma ''la situazione è dastudiare'', ha spiegato ieri ilCommissario europeo per laconcorrenza, Joaquin Almunia.Se il capitale sale a 3,9 miliardi el’interesse fosse del 10% stimatofinora, in caso di perdita nel2013 la quota da riservare al Te-soro salirebbe ben sopra il 15%diluendo su tutti la Fondazioneoggi ancorata al 33 per cento.Meno azioni per l’ente significameno dividendi a fine anno in-cassati dalla banca, e dunquemeno risorse da distribuire alterritorio.

soldi per saldare il conto, comesarà sul bilancio 2012, dovràemettere probabilmente azioniriservate allo Stato per l’am -montare degli interessi da cor-rispondere. Ma a che prezzo? Equi entrano in campo le tratta-tive fra il ministero dell’Econo -mia e la Commissione Europeache deve ancora dare il suo vialibera all’intera operazione. IlTesoro vuole che le azioni ven-gano emesse in base al patrimo-nio netto (0,86 euro sulla basedella terza trimestrale 2012),mentre i tecnici di Bruxellespretendono che vengano emes-se ai prezzi di mercato (il titoloviaggia attorno ai 19 euro) pernon trasformare i bond in unaiuto di Stato. Ovvero in un pe-ricoloso precedente per altrebanche dell’Unione che potreb-bero ritrovarsi nelle stesse con-

NON SOLO “c h o o sy ”, schizzinosi. Dopo l’aggettivo chetante polemiche ha suscitato qualche settimana fa, il mi-nistro del Welfare Elsa Fornero precisa la sua idea sui gio-vani italiani: “ I nostri figli un po' vi-ziatelli sono troppo abituati a cercarevie dorate ma sono anche quelli chetrovano solo pezzi e bocconi. Noi mam-me dobbiamo convincere i ragazzi adavere un po' di pazienza: non è che entriin azienda e diventi manager", ha spie-gato alla presentazione del libro di An-tonio POlito “Contro i papà”, secondo lacronaca dell’Huffington Post Italia. Poiuna frecciatina, probabilmente a PierLuigi Bersani: “I politici? Sì, qualcuno mi ha delusa più dialtri. Ma non dirò chi”.

La Fornero fa il bis:“Nostri figli viziatelli”Il Monte Paschi

n a z i o n a l i z z at oal rallentatorePRESTITO DI 3,9 MILIARDI DAL TESOROALLA BANCA, POSSONO DIVENTARE AZIONI

LA CRISI DI SIENA

La sededel Montedei Paschi

di Siena,Rocca

SalimbeniLa Pre ss e

di Daniele Martini

Per Unicredit sono “esodi incentivati”. Peruna fetta di lavoratori e una parte del

sindacato bancari Cgil si tratta invece addi-rittura di “estorsioni”. Il piano per l’uscita di800 dipendenti ha innescato un braccio diferro durissimo all’interno della più grandebanca italiana e dal momento che l’opera -zione di sfoltimento è vincolata all’adesionedi tutti gli interessati, il progetto stenta a con-cretizzarsi. Di più: siccome uno dei dipen-denti, Vincenzo Carfì, sindacalista storico deibancari Cgil, si è rivolto alla magistratura pe-nale con una denuncia “per arginare una ten-denza che non riguarda solo i lavoratori delcredito” e la Procura di Roma ha aperto unfascicolo di indagine, c’è la possibilità che tut-ta la storia finisca in tribunale.

A FIANCO DI CARFÌ, altri dipendenti si sonoaffidati all’avvocato Antonio Pileggi, ordina-rio di diritto del lavoro all’università TorVergata di Roma. Il quale con una letteradurissima ha diffidato i dirigenti del grandeistituto bancario “a desistereimmediatamente dalle de-nunciate condotte illecite ediscriminatorie per scongiu-rare un immane contenzio-so”. I dirigenti della banca ri-spondono che gli 800 hannomaturato i requisiti dellapensione e che il loro allon-tanamento è stato concorda-to con tutti i sindacati. Anchese dal testo dell’accordo ri-sulta, in realtà, che coloro chehanno già maturato i titoli

per la pensione sono 350. Insomma, una bellagrana.La storia ha un prologo nell’autunno di 2anni fa, quando Unicredit inaugurò la sta-gione delle “dimissioni volontarie” per circa1.500 dipendenti. Anche allora ci fu chi evi-denziò forzature, ma il progetto alla fine pas-sò: volenti o nolenti tutti gli interessati ade-rirono e la banca portò a termine il suo pianoliberandosi di un bel po’ di dipendenti. Ora,stando al giudizio di chi si oppone, la storia sista ripetendo con le aggravanti. Se allora Uni-credit aveva adombrato solo la cancellazionedel premio di produttività, ora sta moltipli-cando le pressioni.Coloro che non intendono farsi da parte sonoesclusi dai benefici della contrattazione disecondo livello aggiuntiva al contratto di la-voro collettivo. Perdono cioè il salario in-tegrativo, la polizza sanitaria e il ticket pran-zo. Inoltre sono messi subito in ferie forzate.E non è finita: Unicredit ha chiesto ai di-pendenti il resoconto completo dei contri-buti versati, il cosiddetto modello Ecocert, ecoloro che avevano maturato i requisiti della

pensione sono stati informatiche se non avessero lasciato ilposto, sarebbero stati allon-tanati facendo uso della legge223, quella sui licenziamenticollettivi.Proprio in questi giorni Uni-credit sta passando dalle in-tenzioni ai fatti avendo av-viato la procedura per il li-cenziamento di 44 dipenden-ti a partire dal primo dicem-bre. Contro questo sbocco sisono pronunciate le rappre-

sentanze sindacali dei bancari Cgil di Roma,del Lazio e di Palermo. E Francesca Artista,segretaria dei bancari Cgil della Sicilia in unalettera al segretario nazionale del suo sin-dacato, Agostino Megale, insiste sul contra-sto stridente tra il “fiume di euro di bonus”concessi ai manager, l’uscita di AlessandroProfumo trattato “come uno sceicco arabo”da una parte e dall’altra la scelta di mandare acasa in quel modo centinaia di lavoratori.

SECONDO GLI OPPOSITORI del progetto, idipendenti vengono in pratica divisi tra se-rie A e serie B. Per Carfì tutto ciò assume ilprofilo di una estorsione. E Carfì è uno chequando prende di petto una causa, non sitira indietro tanto facilmente. Da sinda-calista Cgil e dipendente Sicilcassa anni faaccusò il vertice dell’istituto di essersi pie-gato in più di un’occasione ai voleri dellamafia: fu immediatamente sanzionato conuna deplorazione scritta. Ma dopo un lun-go processo i magistrati accertarono che lesue denunce erano fondate e la banca fucondannata per comportamento antisin-dacale. Per cinque volteCarfì è stato querelato daicapi Sicilcassa e per cinquevolte è stato assolto fino inCassazione dopo che avevarinunciato alla prescrizio-ne. Nel 2007 fu licenziatodal Banco di Sicilia (poiconfluito in Unicredit),perché aveva svelato unatruffa da 200 milioni di eu-ro, ma anche in quel casotre anni dopo fu reintegratoal suo posto. L’avvocato Pi-

leggi, invece, nella sua lettera a Unicreditmette in evidenza una contraddizione evi-dente. Contesta il dichiarato stato di crisi

della banca che presenta unutile netto di 1,4 miliardi dieuro da inizio anno e ricor-da che la riforma Fornerodelle pensioni incentiva lapermanenza al lavoro deidipendenti e quindi conclu-de: “Saranno i miei assistiti(i dipendenti che la bancavorrebbe allontanare ndr) adecidere se e quando anda-re in pensione prima delcompimento del settantesi-mo anno d’età”.

Unicredit, così nascono 800 esodatiI SINDACATI DENUNCIANO LE PRESSIONI DELLA BANCA SUI DIPENDENTI IN “E SUBERO”

POTERE BANCARIO

DOPO PROFUMOAlessandro Profumo lascia

la banca nel 2010 con unabuonuscita da 40milioni Emblema

3 ,9MILIARDIDI EURO

I MONTI BONDA MPSScontro conl’Europa sul prezzodi conversione

CONTRO L’I ST I T U TO

Il sindacalista

Vincenzo Carfì,

lincenziato e riassunto

da una controllata,

si è rivolto

alla magistratura

VERSO L’U SC I TA

“Chi non vuole

andarsene viene

privato di buoni pasto

e altri benefit,

costretti a mettersi

in ferie forzate”

Arrivano gli aiutieuropei per salvareil sistema spagnolo

LA CORTE di Cassazione ha con-validato in pieno la sentenza dellaCorte d’appello di Milano del 28maggio 2012 all’ex governatoredella Banca d’Italia, Antonio Fazio(condannato a 2 anni e mezzo),agli ex vertici di Unipol G i ova n n iConsor te e Ivano Sacchetti (1 an-

no e 8 mesi) e all’ex leader dellaBpi, Gianpiero Fiorani (1 anno), eall’i m p re n d i to re Luigi Zunino (1anno e 6 mesi). Ieri in mattinata ilPg Oscar Cedrangolo aveva chie-sto l’annullamento senza rinviodella sentenza d’appello del pro-cesso sulla tentata scalata della

Bpi ad Antonveneta per incompe-tenza territoriale dei giudici mila-nesi.Ma i giudici della Suprema Cortenon hanno affatto condiviso la tesiesposta dalla pubblica accusa ehanno rigettato rutti i ricorsi pre-sentati contro la sentenza. Defi-

nitive anche le condanne per l'im-prenditore Luigi Zunino e il fidu-ciario svizzero Francesco Ghiol-di.Gli imputati erano accusati, a va-rio titolo, di aggiotaggio, ostacoloagli organismi di vigilanza e ap-propriazione indebita.

8 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto Quotidiano

citorio, grazie al mantenimento delPorcellum (che Alfano non vuole)70-80 deputati.

QUANTO POI sul progetto possanopesare le trattative in corso per arri-vare a una pace, questo è impreve-dibile. L’ex premier viene descrittosempre più umorale e devastato dal-l’ossessione per i magistrati. Tra isuoi ex fedelissimi viene paragonatopersino al Riccardo III di Shakespea-re. La mediazione affidata a DenisVerdini prevede uno scambio: nienteprimarie, come vuole B., e nienteForza Italia, secondo la richiesta diAlfano. In pratica, i due si ritrovereb-bero sotto l’ombrello di un Pdl pa-cificato mentre gli ex An andrebberovia dopo una separazione consen-suale. Una soluzione troppo politica,forse, per piacere al Cavaliere.

IN FONDO A DESTRA

di Fabrizio d’E s p o s i to

Nove marchi per il Caima-no trasfigurato in Dino-sauro, di cui cinque de-positati l’otto novembre

scorso. Cioè nello stesso giorno incui si tenne l’ultimo, drammatico uf-ficio di presidenza del Pdl: il GranConsiglio del berlusconismo che ro-vesciò il padrone carismatico appro-vando il regolamento per le primariedel 16 dicembre. Da un lato Ange-lino Alfano cacciava un finto quid ediceva a Silvio Berlusconi di “finirlacon le barzellette”, dall’altro il Cava-liere faceva registrare a nome suo al-l’Uami, ufficio per i marchi, disegni emodelli dell’Unione Europea, cin-que varianti del nome di un nuovopartito: “Il Centrodestra italiano”.Cinque loghi che prendono in esamealtrettante sfumature sulla schedaelettorale: “Il Centrodestra Italiano”,“IlCentrodestraItaliano”, “Centrodestra Italiano”, “Centrodestra Ita-liano”, “Il Centro Destra Italiano”.Colpisce l’assonanza con l’eventualesimbolo che potrebbero scegliere gliex An di Ignazio La Russa e MassimoCorsaro in caso di scissione dal Pdl,prospettiva confermata ieri dall’exministro della Difesa: “Centrodestranazionale”. In tutto i marchi del Ca-valiere all’Uami, come scoperto daun blogger italiano (“Il Gigante”),

sono sedici, di cui nove registrati trail luglio e il novembre di quest’anno.Cinque, appunto, riguardano “IlCentrodestra Italiano”, i restantiquattro prendono in considerazionealtre due ipotesi di nome: “Italia chelavora” e “L’Italia che lavora” (23 ot-tobre); “Grande Italia” e “GrandeI -talia” (18 luglio).

MA B. QUANDO si deciderà a lancia-re il nuovo partito? Dopo il mancatoannuncio previsto per oggi (salvosorprese dell’ultimo momento), in-terpretato come una frenata, adessosi indicano altre date. Ormai l’ex par-tito dell’amore è una roulette impaz-zita che gira senza sosta, che ha giàsepolto le primarie. Maurizio Lupi,vicino ad Alfano, ha detto che a que-sto è “impossibile tenerle il 16 dicem-bre”, l’ex An Giorgia Meloni, l’unica

a crederci ancora, ha ri-sposto: “Allora rinvia-mole”. E domenica l’expremier potrebbe par-tecipare a una manife-stazione di CristianoPopolari di Mario Bac-cini, partitino del vec-chio centrodestra. Saràl’occasione giusta, inconcomitanza con ilballottaggio delle pri-marie del Pd tra Bersanie Renzi? In ogni caso, inattesa della nuova Forza Italia 2.0 o diForza Italiani oppure ancora delCentrodestra Italiano, la divisionenel Pdl tra alfaniani e berlusconiani èsempre più netta. E la black list di B.continua a ingrossarsi, nonostantel’elenco di quelli che bussano alla suaporta sia lunghissimo. Per un motivomolto semplice. Al di là di contenuti esostanza, più di cento parlamentaridisperati, per ritornare alla Camera,puntano più sulla nuova lista che sul-la bad company di Alfano.Ecco il racconto off the record di duedeputati che hanno incontrato B. adArcore in questi giorni: “Ci ha dettodi tenerci pronti per fare il gruppoautonomo di Forza Italia alla Came-ra”. Elettoralmente, i neoforzisti par-tono da un 7 per cento che potrebbesalire fino al 12. È questo il vero obiet-tivo di Berlusconi: portare a Monte-

Napolitano, bastabraccio di ferrosu legge elettorale

VENTESIMO LODO sulla legge elettorale pre-sentato dal leghista Roberto Calderoli ed en-nesimo monito del presidente della Repubblicaperché venga approvata la riforma della leggeelettorale. “Basta a questo interminabile brac-cio di ferro, al gioco degli equivoci, dovuto alripetuto alternarsi di opposti irrigidimenti sullariforma elettorale” ha chiesto il capo dello Sta-

to, inviando anche un messaggio a RobertoGiachetti, il parlamentare che, per ottenere lariforma della legge elettorale, è stato 123 giorniin sciopero della fame: “È un sollievo che Ro-berto Giachetti, al quale esprimo vicinanza eamicizia, abbia deciso di sospendere lo scio-pero della fame perché era in gioco la sua sa-l u te ”.

D I F FA M A Z I O N E

Caso Sallustiancora guerratra i giudiciRESTA IL NO DELLA PROCURAAI DOMICILIARI

di Antonella MascaliMilano

Frattura insanabile alla Procura di Milanosulla richiesta di arresti domiciliari per

Alessandro Sallusti, direttore del Giornale.L’ufficio esecuzioni pene, coordinato dal pro-curatore aggiunto Nunzia Gatto, mantienefermo il netto dissenso rispetto alla decisionedel procuratore capo Edmondo Bruti Liberatidi chiedere al tribunale di sorveglianza gli ar-resti domiciliari per il giornalista che non havoluto beneficiare di una pena alternativa ai 14mesi di carcere per diffamazione. Uno dei ma-gistrati coinvolti nella vicenda fa una battuta:“Non siamo qui con le baionette” ma ribadi-sce: “Non abbiamo cambiato parere”. Dun-que, se il giudice Guido Brambilla dovesse ac-cogliere la richiesta del procuratore, poiché “lalegge è uguale per tutti” l’ufficio esecuzione èpronto a trasmettere altribunale di sorveglianzacentinaia di fascicoli dialtri condannati con di-ritto ai domiciliari, se-condo l’interpretazionedella legge “svuota carce-ri” che Bruti Liberati haindicato nel provvedi-mento firmato in solitu-dine. Più volte il procura-tore capo aveva discusso con i magistrati del-l’ufficio pena e più volte gli avevano detto no:non si può concedere una doppia sospensionedella pena e chiedere i domiciliari al posto delcondannato. La “dissociazione” da una sceltaconsiderata “ad personam” è stata messa an-che per iscritto. Sullo scontro, Bruti Liberatitace. Tace, inoltre, sulla sua interpretazionedella norma che ha fatto infuriare pure gli av-vocati penalisti di Milano. Straparla, invece,Sallusti: “Il povero Bruti Liberati” ha chiesto idomiciliari per “acconsentire” al volere del“presidente comunista Giorgio Napolitano”,del premier Mario Monti e del ministro PaolaSeverino che vogliono evitare “una vergognamondiale”. Bruti ha “condito” la sua richiesta“con la balla della reggia Santanchè” e il vi-cedirettore del Fa t to Marco Travaglio nonchéil giornalista della S ta m p a Fabio Poletti, “gaz -zettieri della procura e cretini con il botto cisono cascati”. Se lo dice Sallusti condannatoper un articolo con notizie false (firmato daDreyfus-Renato Farina), c’è da credergli.

IPOTESI SUL NOME

I loghi ricordano

le proposte avanzate

dagli ex An

Alla Camera il gruppo

potrebbe spaccarsi già

la prossima settimana

NOVE SIMBOLI PER B.IL CAIMANO SI PREPARAADDIO PRIMARIESOLO A NOVEMBRE L’EX PREMIER DEPOSITA 5 MARCHIPER IL NUOVO “CENTRODESTRA ITALIANO”.LA MELONI INSISTE PER LA COMPETIZIONE: “R I N V I A M O L A”

Silvio Berlusconi Ansa

di Valeria Pacelli

L’evento per la sponsorizzazione di CarloDe Romanis alla nomina al Partito Po-

polare Europeo, sarebbe stata finanziata con isoldi del gruppo Pdl della Regione Lazio, di cuiil giovanissimo De Romanis, è vice capogrup-po. Un evento organizzato a maggio del 2009nel lussuoso Hotel Londra & Cargill di viaVeneto. Franco Fiorito durante l’interrogato-rio dello scorso 16 novembre a Regina Coeli,aveva raccontato della presenza a questo even-to di Angelino Alfano. In realtà da una ri-costruzione del Fa t to le spese di cui parla Fio-rito farebbero riferimento alle spese per la ma-nifestazione di De Romanis. Dal carcere dovel’ex consigliere è detenuto con l’accusa di es-sersi appropriato di 1,4 milio-ni di euro dei fondi del grup-po, davanti al pm Alberto Pio-letti, Fiorito attacca ancora isuoi ex colleghi, da FrancescoBattistoni, a Giancarlo Mielisenza risparmiare Carlo deRomanis, organizzatore diquel toga party le cui foto sonofinite su tutti i giornali, per leancelle svestite e le maschereda maiale. Proprio in relazio-ne alle fatture del vice capo-gruppo, Fiorito dichiara: “La

fattura intestata alla Tecnoservice per 4.800euro - sottolinea ancora Fiorito - è riferita alfamoso party con le maschere di maiali. Lelettere di richieste di rimborso da parte di DeRomanis si riferiscono a pagamenti prima ef-fettuati a Occhipinti (vice-Presidente delloYepp, Youth of the European people’s party,movimento giovanile del Partito popolare eu-ropeo) e in seguito all’associazione GiovaniPpe.

AL MEDESIMO OCCHIPINTI è stata pagata unamanifestazione organizzata a Roma per il se-gretario del partito Alfano, presso l’hotel Lon-dra Cargill. Complessivamente sono stati bo-nificati 100mila euro”. In realtà dopo alcuneverifiche effettuate da Il Fatto, si è scoperto che

l’evento di cui si parla, sarebbestato organizzato il 19 maggiodel 2009 presso il prestigiosoHotel Londra & Cargill di viaVeneto a Roma. Si tratta dellamanifestazione organizzataper la nomina di De Romanisal Ppe, alla quale Alfano e Ta-jani erano stati invitati. Il del-fino di Berlusconi però decisedi non partecipare. Ma tra glieventi segnati in agenda delgruppo Pdl alla regione Lazio eda questi finanziati, Fiorito

racconta anche di quello che si è tenuto al-l’Auditorium di Roma, le cui fatture a detta diFrancone sarebbero state presentate dal neocapogruppo Pdl, la giovanissima Chiara Co-losimo. “Vi segnalo come sospetti i pagamentieffettuati a favore di Das Print Srl, Elite servicesrl, associazione di promozione sociale labo-ratorio di comunità, Isec srl, Tecnology srl, Ma-ke music srl, Multiservice srl, i Borghi srl, conparticolare riferimento a queste due ultime so-cietà che si riferiscono al medesimo eventoinoltre sono certo che vi è stato un ulteriorepagamento da me disposto (circa 8mila euro) erelativo all’affitto sala Auditorium della Con-ciliazione, la somma delle varie fatture è pari a60 mila euro che ritengo somma eccessiva peruna sola serata alla quale hanno partecipato il

sen. Gasparri el’On. Meloni (ap-poggiata propriodalla Colosimo inquesta campagnaelettorale alle pri-marie)”. Fiorito fariferimento all’e-

vento del 5 dicembre 2011, in cui fu affittataquella enorme sala. E anche vero che fonti vi-cine alla Colosimo confermano che in quel-l’occasione sia stato pagato solo l’affitto del lo-cale per una sola giornata. Tra le società cheavrebbero lavorato durante quella giornata,Fiorito cita la Borghi Srl. un’azienda con unimportante azionista, quale Lorenzo Cesa, se-gretario nazionale dell’Udc.

L’ex capogruppo Pdlin Regione Lazio,Franco Fiorito Ansa

Fiorito e i soldi per De RomanisIL BATMAN DI ANAGNI INTERROGATO IN CARCERE PARLA DELLE FATTURE DEL GRUPPO PDL

IN VIA VENETO

L’o rga n i zza to re

della “festa dei maiali”

pagò con i soldi

pubblici un evento

per sostenere

la sua nomina europea

9il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2

di Davide VecchiMilano

Passeggi per strada almattino in via Tizia-no, una delle zone diMilano considerate

ancora vivibili, e sei raggiuntoda un proiettile a un gluteo. Percaso. Hai 92 anni, non ce l’han -no con te. Semplicemente unarissa tra clienti di un bar dall’al -tra parte della strada è degene-rata e uno ha tirato fuori il “fer -ro” e fatto fuoco. Capita. Comecapita di veder sfrecciare unaBmw con vetri oscurati da cuispunta un’arma che esplodequalche colpo e raggiunge unaltro passante, un marocchino30enne. L’ultimo caso risale amartedì: un tunisino di 51 anniè stato colpito da un proiettilealla tibia. Era fermo davanti allasala Bingo di viale Zara, la stessa

dove due settimane prima un fi-lippino è stato ucciso a botte.Solo nell’ultima settimana aMilano ci sono state cinque spa-ratorie, un omicidio in strada,quello dell’assicuratore DiegoPreda, freddato da un killer conun colpo a bruciapelo alla nuca;poi una donna è stata trovatauccisa incaprettata in casa e al-tri dieci ferimenti vari. E anco-ra: sparatorie con i Carabinieri,risse quotidiane (ieri l’ultima:in quattro sono stati arrestatiperché si divertivano a spaccar-si in testa bottiglie). Capita aMilano. Che nei fatti confermaquotidianamente i dati del mi-nistero degli Interni che la in-dica come la città con il più altonumero di reati rispetto alla po-polazione residente anche se, vadetto, gli omicidi sono in calo.Per le autorità non “c’è alcunaescalation della violenza”, per

usare le parole del Questore,Luigi Savina. Tanto che quan-do, dopo il duplice omicidio av-venuto a settembre in via Mu-ratori (a due passi da Porta Ro-mana, dove Giuliano Pisapiavive) il sindaco ha chiesto unapresenza maggiore di forze del-l’ordine e ha ottenuto nove uo-mini in più.

ANCHE IL PREFETTO, Gian Va-lerio Lombardi, ha garantitoche Milano non è una città a ma-no armata. Eppure la cronacadice il contrario. E ovviamente ilcentrodestra, capitanato dal mi-lanesissimo Ignazio La Russa edall’ex vicesindaco Riccardo DeCorato, attacca la giunta aran-cione di Pisapia, colpevole, a lo-ro dire “di aver fatto andare vial’esercito che noi avevamo fati-cosamente portato per le stra-de”, afferma De Corato. “Una

stagione del genere l’abbiamovissuta nel 1999 - ricorda - ed èevidente che la malavita si sentadi nuovo libera di fare ciò chevuole e i fatti lo dimostrano”. IlPdl spalleggiato dalla Lega hacavalcato l’emergenza sicurezzacostringendo Palazzo Marino aun consiglio straordinario cuiPisapia non ha partecipato.“Capiamo che il Questore e ilPrefetto debbano dichiarare chea Milano non c'è un problemasicurezza visto che loro sono imassimi vertici della sicurezza edell'ordine pubblico, ma il sin-daco - aggiunge De Corato - co-

Milano si riscoprea mano armataCINQUE SPARATORIE NELL’ULTIMA SETTIMANAIL CENTRODESTRA: “È COLPA DI PISAPIA”

Carabinieri della scientifica a Pioltello (Milano) Ansa

di Chiara Paolin

Bastano le prime righe delmessaggio di benvenuto

per capire che alla Fiera di Ro-ma prende il via un evento sto-rico: “Un Salone della Giustiziaaperto a tutti, per approfondirela cultura della legalità, per in-teragire con politici, giuristi,giornalisti e imprenditori. Perseguire i convegni, per vederedal vivo la scena del crimine, perappassionarsi alle avventure e aicompiti del finanziere virtuale,per guadagnarsi crediti forma-tivi, per sottoporsi a una accu-rata visita cardiologica, per ap-porre la propria firma su ungrande murale che recita 'I no-stri marò subito a casa'”.Tre giorni imperdibili, con ipezzi grossi che sfileranno tra labanda musicale del Corpo di

Polizia (in programma Ger-shwin e Mameli) e una esibizio-ne di Tango argentino (per ce-lebrare l'ospite d'onore, la Ciu-dad De Buenos Aires): presentiil ministro Paola Severino, ilprocuratore capo di Roma Giu-seppe Pignatone, monsignorVincenzo Paglia e il neodiretto-re del Tg1, Mario Orfeo. A se-guire un profluvio di meeting,dibattiti e prove fisiche. Peresempio, nello stand della Pro-tezione civile, mille metri qua-drati di pura emozione con lamostra “Terremoti d'Italia” e“due spettacolari simulatori checonsentiranno di vivere in sicu-rezza l'esperienza del sisma e diosservarne da vicino gli effetti”.Niente paura, perché al Salonesi parlerà anche “della lotta allamorte cardiaca improvvisa neigiovani e allo stroke cardioem-

bolico da fibrillazione atriale” etutti i graditi visitatori sono in-vitati a fare un “Ecocolor Dop-pler dei vasi epiaortici” pressol'apposito ambulatorio. Così,giusto per unire l'utile test sani-tario gratuito - coi tempi checorrono è un bel risparmio - aldilettevole passeggio legale: cisarà anche chi verrà lautamentepremiato. L'Ordine degli avvo-cati riconoscerà 6 crediti forma-tivi a tutti i giovani che strisce-ranno il badge una volta allamattina e una volta al pomerig-gio promettendo di seguire conimpegno i lavori. Roba che disolito tocca studiare mesi permettere insieme tanti puntici-ni.É la magia del Salone che fa mi-racoli. Basta dare un occhio aIus Tv, emittente ufficiale del-l'evento con sito e video da sol-

Un tango con la giustiziaA ROMA LO STRANO SALONE DI SETTORE CON MINISTRO, BALLI E CHECK UP GRATIS

M A L I TA L I A

me responsabile anche lui dellasicurezza urbana della nostracittà non può continuare a farfinta di nulla”.

IL PRIMO CITTADINO evita lepolemiche e, interpellato, ha ri-cordato che la sicurezza non ècompito del Comune, che nonha né competenze né l’autoritàper agire, ma delle forze dell’or -dine. “E se La Russa e De Coratoa Roma non avessero votato tut-ti i tagli degli ultimi anni forsegli agenti non sarebbero ridottia non avere neanche i soldi perle volanti”, ripetono da giorni

Mirko Mazzali e Marco Granel-li, rispettivamente presidentedella commissione sicurezza eassessore. “Cosa dice De Cora-to, allora, di fronte al dato di 35omicidi nel 2011 a Roma, la cittàamministrata da un suo collegadi partito, rispetto ai 14 di Mi-lano?”, chiede Granelli. “Noi ri-badiamo la nostra fiducia nel la-voro di Polizia di Stato e Cara-binieri. La Polizia locale sta col-laborando e noi vogliamo raf-forzare questa sinergia”.Il battibecco della politica, comespesso accade, finora non haportato a niente. Rimangono lenotizie di cronaca, di proiettilivaganti in pieno centro e pe-staggi di vario genere. Singolar-mente relegate in poche righenelle pagine locali, ma che semesse in fila mostrano, settima-na dopo settimana, un ruscelloche si trasforma in fiume.

SPARI PER STRADA

Colpi di arma da

fuoco da auto in

corsa, risse risolte

con il “fe r ro” fuori dai

bar e passanti colpiti

da proiettili vaganti

lucchero. È diretta da RobertoChiodi, già fondatore dell'agen-zia berlusconiana ilVelino egiornalista condannato al paga-mento dei danni in solido conaltri colleghi per aver infamatoil giudice Ilda Bocassini. Scherzidel destino, prospettive in evo-luzione tra “il nuovo modello diautoscuola promosso dall'Aci”e la “jeep tipo defender congommone a rimorchio e nume-ro tre manichini con le divisedei corpi specialistici” offertidalla Guardia costiera.Eppure qualcuno calerà su Ro-ma armato di validi propositi.Sono i verbalizzatori di tribuna-le: per mancanza di fondi, il mi-nistro Severino ha deciso che iverbali d’udienza dei processipenali dovranno essere redatti amano, limitando l’utilizzo dellaregistrazione e della successiva

trascrizione ai soli processi condetenuti o alle direttissime. Eche forse, dal primo dicembre, ilcontratto con le ditte che gesti-scono il servizio verrà rescisso.Ma negli ultimi vent'anni mi-gliaia di tecnici hanno lavoratonella più totale precarietà, constipendi da fame. Ora dal mini-stero vogliono farli fuori inblocco, per dare il buon esem-pio su come funzioni bene la le-galità in Italia. E su come sia me-glio, quasi quasi, darsi al tango.

MI FARÒ portatore dellavostra richiesta, ne parle-rò con il presidente delConsiglio Cdm”. Così ilministro dell'Istruzione,Francesco Profumo, ri-spondendo a Luisa San-tolini (Udc) che duranteun convegno del suo par-tito a Roma ha chiestoche le scuole paritariesiano esonerate dal paga-mento dell’Imu. “Ve n e rd ìvedrò il premier al Con-siglio dei ministri - ha pre-cisato Profumo - e mi faròlatore di questa richie-sta". Santolini aveva sot-tolineato che “'Imu è unproblema molto grosso eche le scuole paritarie”.

No Imualle scuolepar itar ie?

Co n fe r m a t ala condannaa Bisignani

LA CORTE di Cassazione ha convalidatola condanna a 1 anno e 7 mesi di reclu-sione per Luigi Bisignani, l’uomo d’a f fa r icoinvolto nell’inchiesta P4. In particolare,la sesta sezione penale ha dichiarato la“inammissibilità totale” del ricorso di Bi-signani contro la sentenza di patteggia-mento davanti al gup di Napoli del 25 no-

vembre 2011. Inoltre Bisignani dovrà pa-gare le spese processuali oltre a 2 milaeuro in favore della Cassa delle ammen-de. L’uomo d’affari non dovrebbe bene-ficiare della sospensione della pena inquanto a suo carico risulta la condannaper la vicenda Enimont emessa duranteTangentopoli. Bisignani potrebbe chiede-

re al Tribunale di sorveglianza di Napolil’applicazione di sanzioni alternativealla detenzione in carcere come gli ar-resti domiciliari o l’affidamento in pro-va. E sarà convocato dal pm Woodcockcome testimone nel processo in corsonei confronti del deputato Pdl, AlfonsoPa p a .

Il ministro Paola Severino Ansa

10 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto Quotidiano

Servizio Pubblicocon Renzi, Landini,Crosetto e Busi

MENTRE LE PRIMARIE del centrosinistraarrivano alla stretta finale, con la sfida perla leadership tra Matteo Renzi e Pier LuigiBersani, e il Pdl fa i conti con il suo futuropolitico, il presidente del Consiglio MarioMonti spiega che la questione della lea-dership è “soltanto la crosta. Quello checonta è cosa si farà con il potere grande che

un governo e un Parlamento hanno”. “LaC ro s t a ” è il titolo della nuova puntata diServizio Pubblico, in onda stasera su La7.Ospiti in studio Matteo Renzi, sindaco diFirenze e sfidante di Bersani nel ballottag-gio per la leadership del centrosinistra,Maurizio Landini segretario Fiom, GuidoCrosetto del Pdl e lo scrittore Aldo Busi.

Grande successomediatico per ilcalendario Pirel-li, pagine intere

su molti quotidiani e prestoanche su settimanali e men-sili, presentato in questigiorni a Rio De Janiero, inBrasile. I 300 giornalisti in-vitati, che pernottato in al-berghi di lusso e partecipanoa lunghe serate di gala, spe-discono in Italia ampi repor-tage per celebrare l'operaspalmata in dodici mesi delfotografo Steve McCurry:niente modelle nude, maambientazioni di stile neiluoghi simbolo (non solo po-sitivi) del Brasile, che s'ap-presta a ospitare prima iMondiali di calcio e poi leOlimpiadi nel 2016. Per la

società di Marco TronchettiProvera, che ha raggiunto ilSud America a bordo del suoFalcon, il ritorno pubblicita-rio è strepitoso e il marchio –come dicono le fonti azien-dali – si rafforza in un paesefondamentale per il mercatodegli pneumatici. Ad acco-gliere i giornalisti c’era lanebbia, ieri è ricomparso ilsole.

LA REPUBBLICARacconta il quotidiano diret-to da Ezio Mauro: “Un ca-lendario con l'anima, e so-prattutto senza nudo. Nean-che un bikini, figuriamoci untanga: sotto il vestito molto.Un calendario casto e narra-tivo, che si sfoglia come unlibro di racconti. (…) Belle

Quanta pubblicitàgratuita a PirelliCRONACHE ENTUSIASTE DAGLI INVIATI IN BRASILEOSPITI DELL’AZIENDA PER IL CALENDARIO 2013

di Giuseppe Lo BiancoPalermo

Diciannove milioni di eurospariti nel nulla, altri 14 re-

stituiti con ritardo alle casse re-gionali: alla fine di un’indaginedurata tre anni, i finanzieri delNucleo di polizia tributaria dellaGuardia di Finanza di Palermohanno scoperto un’altra clamo-rosa voragine nei bilanci della Si-cilia bloccando agli arresti domi-ciliari l’imprenditore GaetanoMercadante di 51 anni, fermatoieri mattina nella sua casa diBracciano, in provincia di Roma,perquisita dalle Fiamme Gialle.Titolare di tre società, le Associa-zioni Temporanee di Impresa

(A.T.I.) Novamusa Valdemone,Val di Mazara e Val di Noto di cuiera legale rappresentante in Sici-lia, Mercadante è accusato di pe-culato per essersi appropriato di19 milioni di euro provenientidagli incassi del turismo culturalee archeologico nell’isola.

DALLA VALLE dei Templi diAgrigento al teatro antico diTaormina, al complesso Neapo-lis di Siracusa, la Sicilia d’arte in-cassa dai 10 ai 15 milioni di eurol’anno dai tre milioni e mezzo dituristi che visitano siti archeo-logici e musei tra i più belli delmondo: dal 2003 le società diMercadante avevano ottenutoin concessione dall’assessorato

ai beni culturali la gestione e losbigliettamento di siti e musei incambio di una percentuale sugliincassi del 10 per cento. Il re-stante 90 per cento doveva es-sere versato nelle casse regionalie, in misura minore, anche inquelle dei comuni in cui ricade-vano i siti. Ma fin dal primo an-no l’imprenditore aveva tratte-nuto una sostanziosa parte deldenaro spiegando di avere so-stenuto ingenti spese per dotarei siti di infrastrutture cui la re-gione non aveva mai provvedu-to: bookshop, servizi di caffette-ria e ristorazione che avrebberodovuto rendere remuneratival’operazione. Ne era nato uncontenzioso durato anni, ma

Sicilia, come derubare il turismoSPARITI 19 MILIONI, AI DOMICILIARI L’IMPRENDITORE CHE VINSE L’A P PA LTO

VACA N Z E

di Gianni Boncompagni

A RISCHIO la sanità pubblica. Uno dei motivi,si dice, l'aumento dell’invecchiamento. Pochianni fa a 70 anni uno c'era o non c'era. Oggi a90 c'è chi ancora gioca a golf o addirittura a tennisanche se con qualche malanno addosso. Che fare? Montiha pensato a uno dei suoi rimedi drastici, impopolari mafunzionali. Sta varando una legge che impedisce il cittadinodi superare i 50 anni. Come? Semplice: una squadra spe-ciale munita di certificati anagrafici si reca a casa dei cin-quantenni e con una scimitarra li fa fuori senza discussioni.Già ci sono organizzazioni della malavita pronte a fornirecertificati anagrafici falsi. Questa è la situazione: seria maaltre soluzioni non sono apparse all'orizzonte.

CO M P L I M E N T I

Alla sanitàfutura

fuori ma anche molto belledentro, immerse in una lucespeciale, lontane mille migliadal nudo banale dei calenda-ri, che McCurry trova “inu -tile e non interessante. (…)Un calendario socialmenteimpegnato: una vera sterzatanella storia del Pirelli, pio-niere di erotismo elegante afirma di mostri sacri comeAvedon, Weber, Ritts...”.

CORRIERE DELLA SERAIl quotidiano diretto da Fer-ruccio de Bortoli apprezzamolto: “Il nudo non c'è più.Non solo. Donne vestite eimpegnate socialmente. Eccola novità del calendario Pi-relli edizione 2013 che saràricordato per questo comel'unico o come il primo, chis-

sà. (…) McCurry ieri è salitosul palco del Copacabana Pa-lace a raccogliere gli applausidi una platea mondiale me-ravigliata per la forza e la bel-lezza di queste immagini chearrivano persino a commuo-vere”.

LA STAMPATanti complimenti sul quo-tidiano diretto da Mario Ca-labresi: “Un inno alla bellez-za femminile, quella più verache non si inerpica per le cur-ve nude di un corpo ma perquelle dell'anima. (…) Unaserata di gala per celebrare la46esima edizione di “TheCal” nei magazzini navali diPier Mauà con 650 invitati euna madrina d'eccezione,Sophia Loren che insieme al

presidente, Marco Tronchet-ti Provera, accompagnatodalla moglie Afef, ha conse-gnato all'ex presidente Lulauna scultura di Pomodoro,riconoscimento per il suoimpegno sociale.

IL GIORNALEDoppia razione che il quo-tidiano diretto da AlessandroSallusti, che prima racconta ilcalendario e poi in economiariporta le strategie industrialidi Tronchetti: “É il primo ca-lendario senza nudi, il primocon un'anima nuova, perchécome dice il presidenteTronchetti Provera ‘c'è den-tro l'anima di un paese e leragazze che hanno posato so-no tutte impegnate nel socia-le’”.

BASTA NUDI

Pagando volo, vitto

e alloggio in alberghi

di lusso, la società di

Tronchetti si ritrova

paginate estasiate

per la “svo l t a ” sociale

nonostante l’allora dirigentedell’assessorato avesse segnala-to l’anomalia della gestione sug-gerendo la rescissione della con-cessione, l’assessore del governoCuffaro, Antonello Antinoro,non ha mai revocato l’appalto.

FINO A QUANDO, nel 2008, laprocura della corte dei contiaveva inviato la Guardia di Fi-nanza a passare ai raggi X i bi-lanci delle società di Mercadan-te. Già gestore in Puglia di ana-loghe attività, l’imprenditore inSicilia aveva stretto una solidaalleanza con due vip dell’im -prenditoria isolana, il gruppoFranza e la Domenico Sanfilip-po dell’editore Mario Ciancio,

entrambi associati con lui nelleattivita’ di Novamusa. E ieri inSicilia e’ finito in carcere un altroamministratore di denaro pub-blico: è Mario De Felice, ex as-sessore della giunta cataneseguidata da Umberto Scapagni-ni. È accusato di bancarottafraudolenta per avere creato unbuco di 11 milioni nella sua so-

cietà La Celere di vigilanza pri-vata trasferendo beni a favoredei suoi familiari tra cui la mo-glie, finita agli arresti domicilia-ri. Insieme ad altri 27 ex ammi-nistratori di Catania, tra cui ilsindaco Scapagnini, De Felice èindagato dalla Procura di Cata-nia anche per il buco milionarionel bilancio del comune etneo.

Palazzo d’Orleans, sede della Regione Sicilia a Palermo j x k z« x j «

Il calendario Pirelli di McCurry

11il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2

Sindaco di Bresciaprende 47 multeper l’alta velocità

LE AUTO BLU sulle quali ha viag-giato il sindaco pidiellino di BresciaAdriano Paroli (nella foto a destra)tra il 2009 e 2010 sono state san-zionate per eccesso di velocità 47vo l te .Altre 38 volte sono state sanzio-nate nel 2011. Ora Equitalia chiede

21 mila euro in cartelle esattoriali.Lo scrivevano ieri alcuni giornalib re s c i a n i .Le auto blu di Paroli sono statesanzionate perché i tutor auto-stradali hanno rilevato velocità dicentosettanta e anche duecentochilometri all’o ra .

Non sempre, però, il sindaco era ab o rd o.In alcuni casi le multe sono ad-debitate al vicesindaco Fabio Rolfiche le avrebbe già pagate.Paroli ha fatto sapere che una vol-ta accertata la sua presenza sulleauto pagherà di tasca sua.

di Enrico Fierro

Isabella Viola è morta,undici giorni fa da solanelle turbolente visceredi Roma. Il suo cuore è

stato spezzato da una vita dif-ficile. Dovevano essere dieci ri-ghe in cronaca (giovane donnacolpita da malore muore suuna banchina della metro A) diquelle che si leggono di mat-tina distratti dal dilemma delcappuccino (con o senzaschiuma?), e invece la sua si ètrasformata in una morte cheparla all’Italia. Racconta di unpopolo intero, una moltitudi-ne ignota e ignorata. Di lorosanno poco i dotti professori dieconomia, gli accigliati mini-stri-tecnici sempre pronti agiudicare “gli italiani”, per loronon c’è mai posto nelle pol-troncine dei talk-show che almassimo, quando voglionoparlare della “gente” la fannoraccontare da chi non prendeuna scassatissima metro da se-

coli. Sono uomini e donne,bianchi, gialli e neri, che si sve-gliano all’alba per raggiungereprecarissimi posti di lavoro,guadagnano quattro soldi elottano con mezzi di trasportoaffollati, puzzolenti, è unaumanità che tira tardi fino a se-ra lavorando e si porta il pa-nino da casa per risparmiare.

ISABELLA ERA una di loro,non sapeva di spread, di Euro-pa, di luci in fondo al tunnel,no, Isabella sapeva solo che a 34anni doveva conquistarsi la vitaa morsi, lo faceva per lei, per ilmarito, bravo muratore ma di-soccupato, e per i suoi quattrofigli da crescere. Ogni mattinasveglia alle quattro, la colazio-ne da preparare per i bambini,il pranzo da avviare, una ras-settata veloce alla casa e poi lacorsa alla fermata dei bus. Dallungomare fino alla piazza diTorvaianica, la ressa per con-quistarsi un posto a sedere sulpullman della Cotral tra i volti

assonnati delle mille razze chead ogni alba dalla periferia mi-grano verso la città eterna: 30chilometri di viaggio. Capoli-nea all’Eur, un’altra corsa allametro b, fermata a Termini, at-traversamento col cuore in goladell’infinito labirinto che portaalla metro A, ultima fermata aFurio Camillo, e poi a piedilungo la Tuscolana, in via No-cera Umbra. Il bar Kelly aprealle sette, a quell’ora devono es-sere già pronti dolci e cornetti.Così, fino alle sette di sera, lo

stesso ritmo, ogni giorno che ilpadreterno manda in terra, do-menica compresa. Isabella vi-veva in una casa della periferiadi Torvaianica, litorale romanoche Ugo Tognazzi scelse neglianni Sessanta per costruirsiuna villa. Portò il bel mondo ilgrande Ugo in questa fetta dimar Tirreno una volta strettatra campagne e macchia medi-terranea. Tutti a casa di Ugo altorneo di tennis, al più bravo loscolapasta d’oro. Di quella epo-pea è rimasto poco, vecchi al-berghi cadenti, stabilimentiche si chiamano ancora “LaBussola”, ristoranti che pro-mettono pesce sempre fresco. Etanta miseria. Don Gianni è ilparroco della chiesa dell’Im -macolata concezione. “Ho ce-lebrato i funerali della poveraIsabella, ho visto gli occhismarriti dei suoi quattro bam-bini, la disperazione del mari-to, ma una cosa mi ha colpito eche faccio fatica a descriverecon una parola che non va più

di moda: dignità. Sì, la dignitàdi questo gruppo familiare uni-to. Mai una parola fuori posto,mai un chiedere qualcosa. Isa-bella non ha retto il peso dellafatica”. Don Gianni e la suaparrocchia hanno messo su unbanco alimentare e una casa ac-coglienza, si occupano di fami-glie disagiate, fanno quello chepossono in un mare di dispe-razione.

“ORMAI DA noi non vengonopiù le famiglie di extracomuni-tari, da un paio di anni anchefamiglie italiane, ci chiedonoun aiuto in soldi, un pacco ali-mentare”. Settecento euro diaffitto, quattro figli da mandarea scuola, il conto dei pochi soldidel suo lavoro e dei lavorettiche di tanto in tanto il maritostrappava a qualche cantiere.Ogni sera: questo per le bollet-te, quest’altro per l’affitto, tan-to per mangiare, il bambinovorrebbe quel giocattolo, nonpossiamo. Una sconfitta conti-

nua, quotidiana. Che ti mangiail cuore. “Isabella è riservatanon racconta mai le sue diffi-coltà, ma io lo vedevo che stavamale”. Faith, giovane ragazzanigeriana banconista del barKelly parla al presente di Isa-bella. “Ma lo sai che mi ha in-segnato a fare i dolci?”. La si-gnora Ada, edicolante delquartiere dopo una vita ai mer-cati generali, ha un cuore gran-de così. Annarella Magnani l’a-vrebbe abbracciata e baciatacome una sorella. Ha già rac-colto 4mila euro per Isabella ene sta raccogliendo ancora. “Cisono persone che hanno decisodi tassarsi ogni mese per aiu-tare quei quattro bambini”. No,non è una storia da dieci righein cronaca, è una storia dell’I-talia di oggi. E forse Isabella sisarebbe commossa di fronte atanta solidarietà. Lei che affida-va i suoi giovani e ingenui pen-sieri a Facebook. “Una donna ilsuo gioiello più prezioso non loindossa, lo mette al mondo”.

ISABELLA, 34 ANNI, MORTA DI FATICAQUATTRO FIGLI, UN MARITO DISOCCUPATO, SI ALZAVA ALL’ALBA PER ATTRAVERSARE ROMA E LAVORARE

di Sara Frangini

Frazioni isolate, decine diautomobilisti intrappolati

nei sottopassi, macchine trasci-nate in acqua, strade bloccatedagli allagamenti. E torrenti chehanno rotto gli argini, coltiva-zioni devastate dal nubifragio,centinaia di milioni di euro didanni. È allarme rosso in Tosca -na, la regione più colpita dalviolento temporale che ieri hafatto scattare l’allerta anche inLiguria, Piemonte, Veneto, Friu-li, Lazio e Campania. Protezionecivile, vigili del fuoco e volon-tari si trovano a fare i conti conla terribile situazione di Massa eCarrara dove sono 81 le personecostrette ad abbandonare le lo-ro case, mentre si stimano 50evacuati nello spezzino. Frane ecrolli hanno distrutto strutturee bloccato strade anche in Ligu-ria, in provincia di Imperia, do-ve nel pomeriggio di ieri la si-tuazione è peggiorata, complicela chiusura della statale Aureliatra Massa e Sarzana. Difficilis-

simo il transito anche lungo laA1, in particolare tra Incisa e Fi-renze Sud dove è avvenuta unafrana che ha rischiato di travol-gere gli automobilisti. A subire idanni maggiori, però, sono sta-te le campagne toscane: solo inquest’area, stima Coldiretti, cisono state perdite per 300 mi-lioni di euro tra raccolti, semi-ne, case e attrezzature.

LA METÀ È concentrata nellazona di Albinia-Orbetello, a cuisi somma la drammatica situa-zione di Massa Carrara (oltre 18milioni di euro di danni) e delleprovince di Lucca, Arezzo e Sie-na (in particolare Chianti, Val-delsa, Valdorcia e Valdichiana).“È indispensabile – secondoColdiretti, che ha sollecitato alGoverno un intervento straor-dinario – prevedere l'immedia-to esonero dai contributi previ-denziali e tributari in scadenza”.Appello al quale ha fatto eco larichiesta dal presidente dellaRegione Enrico Rossi che hachiesto con urgenza alle Ferro-

vie dello Stato, per i ponti diCarrara, un intervento con lostesso criterio di urgenza “che laRegione ha adottato per le sueopere. L’invito è stato rivolto al-l’Ad Mauro Moretti, che si tro-vava a Bruxelles con Rossi, rien-trato d’urgenza a Firenze. Il Go-vernatore della Toscana si èconcentrato sulla situazione delcarrarese dove il sindaco Zub-biani ha indicato, come causedell’alluvione, i due ponti delleferrovie sui torrenti Carrione ePa r m i g n o l a : “Ponti troppo bassiche hanno ostruito il deflussodelle acque provocando l'eson-dazione”. Tirando le somme, èstata nel complesso una notteche il presidente Rossi non haesitato a definire “da incubo”. Ilrischio nelle 7 regioni più col-pite resta elevatissimo, mentre sipreannunciano disagi in Vene-to, prossima area nel mirino delciclone Medusa. In pianura aVenezia la marea ha toccato unamassima di 103 centimetri alle9.45 con un nuovo picco che sipreannuncia di 130 centimetri.

La Toscana paga caro “Medusa”A Carrara sono in 81 senza casa

AC QUAA LTAIl fiume Roglionella campa-gna di Forcoli(Pisa), zonacolpita dalmaltempo Ansa

C RONAC H E

IL SUO CREDO

Sulla bacheca di

Facebook scriveva:

“Una donna il suo

gioiello più prezioso

non lo indossa,

lo mette al mondo”

12 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto Quotidiano

di Gianni MarsilliParigi

Si ricama molto inItalia sulle primariea sinistra e sulle ba-ruffe tra renziani e

bersaniani. Sentite alloraquel che succede in Francia aproposito delle primarie adestra e delle baruffe tra “f i l-lonisti” e “copeisti”, e trae-tene motivi di conforto. I pri-mi sono i seguaci di FrançoisFillon, per cinque anni primoministro di Sarkozy. I secon-di sono i fedeli di Jean Fran-çois Copé, presidente delgruppo Ump, il partitonedella fu maggioranza presi-denziale.I due si sono affrontati do-menica 18 novembre inun’elezione primaria. La po-sta in gioco era la presidenzadell’Ump, che non è unostrapuntino ma l’anticameradella candidatura alle presi-denziali del 2017. E la corsacominciava appunto qui edora, quel fatidico 18 novem-bre. I votanti erano gli ade-renti all’Ump, circa 190milaassai disciplinate persone.Beh, l’Ump da quella seranon c’è più. Fu tardi nellanotte che Copé, senza aspet-tare la fine dello scrutinio, siproclamò vincitore per 88voti di scarto.

COL PIFFERO, gli rispose su-bito il solitamente compassa-to Fillon: lo scrutinio non èfinito, e comunque mi diconoche il vincitore sarò io. Tu?Gli replicò seduta stante Co-pé. Tu vincitore? Forse con lefrodi che i tuoi hanno con-sumato tra Nizza e Cannes. Ioun’imbroglione? S’inalberòFillon: le frodi sono vostre,non avete conteggiato questoquesto e questo, bisogna ri-contare. E cambiare la com-missione elettorale, chè sontutti servi tuoi. Servi miei?

Potevi dirlo prima, adesso ètardi, rassegnati. Eh no, iofaccio ricorso, anzi sporgodenuncia. Fai quello che ti pa-re, io ho vinto e io comando.Allora io mi faccio un gruppoparlamentare per conto mio,e voglio vederti poi zoppicareall’Assemblea...Tutto così, ogni giorno piùvolte al giorno, da 12 giorni,sempre ‘coram populo’. Il po-polo di destra rasenta i muri,i suoi dirigenti si strappano i

La ricetta franceseper una destra bollitaFAIDA INFINITA TRA COPÉ E FILLON PER GUIDARE L’UMP:IL PARTITO DI SARKOZY RISCHIA LA SCISSIONE

Parigi

Le Monde è in lutto. Ilquotidiano parigino ha

perso il suo direttore ErikIzraelewicz. Martedì sera,conclusa la riunione di re-dazione, “Izra”, com’era piùnoto per via del cognomeimpronunciabile, si è ritiratonel suo ufficio e lì, a 58 anni,un infarto se l’è portato via.A nulla sono servite le primecure, né l’immediato ricove-ro.È caduto “come un albero”,racconta oggi il suo giornale,di schianto e senza preavvi-so. Ieri c’era molto smarri-mento, in redazione ma an-che nei palazzi della politicae dell’economia.Izraelewicz era infatti uneconomista tra i più acuti e

stimati, disponeva di unacompetenza che non era sta-ta certo estranea, nel feb-braio del 2011, alla sua no-mina alla testa di Le Monde.Lo stesso François Hollandegli ha reso ieri pubblico esentito omaggio, come Ca-therine Lagarde, direttoregenerale del Fmi, e altri pro-tagonisti della vita pubblicafrancese ed europea.

LA SUA CARRIERA era statauna serie di andata e ritornonelle stanze di Le Monde.Aveva cominciato alla Tr i b u-ne de l’e co n o m i e , poi al Mon-de come redattore economi-co, caposervizio, caporedat-tore, editorialista, corri-spondente da New York,poi direttore editorialista aLes Echos, a La Tribune e in-

Il direttore muore in redazioneIZRAELEWICZ COLPITO DA INFARTO AL “LE MONDE”, GIORNALE DA TEMPO IN CRISI

ALTRI MONDI

fine di nuovo a Le Monde c o-me direttore in un momen-to molto delicato della vitadel giornale.La proprietà era passata, do-po anni di turbolenze, ri-strutturazioni e caduta dellevendite, al trio detto Bno:Pierre Bergé, Xavier Niel,Matthieu Pigasse, un riccomecenate della sinistra, unbanchiere, un imprenditore.A “Izra” era toccato quindirassicurare la redazione, ri-lanciare il giornale sul pianoeditoriale e industriale e alcontempo far quadrare iconti. Inoltre aveva lasciatoLe Monde nel 2000 e ci eratornato dieci anni dopo,quando ormai il cartaceo eradiventato il supporto del-l’“on line”, un vertiginososalto d’epoca.

Lo sapeva benissimo, noncoltivava nostalgie passati-ste. La sua era un’impresa dilunga lena, che aveva già da-to buoni risultati ma cheavrebbe avuto bisogno anco-ra di qualche tempo per af-fermarsi.Di lui resterà soprattutto l’e-co della battaglia che con-

dusse a Les Echos contro l’ac -quisizione da parte di Ber-nard Arnault, il primo patri-monio di Francia, che si erasentito incoraggiato dall’ele -zione di Nicolas Sarkozy al-l’Eliseo. “Izra”, da direttore,combatté per mesi in nomedell’indipendenza del gior-nale, invano. Vinse Arnault,e “Izra” tornò a Le Monde.Che oggi si sente orfano e piùindifeso. La successione saràdifficile.

G. M.

BAT TAG L I E RO

Era al comando

dal 2011, dopo aver

guidato due testate

economiche era

tornato al quotidiano

parigino

Pianeta terra

OBAMA APPELLO CONTRO IL “FISCAL CLIFF”Barack Obama ha detto ieri di “augurarsi un accordo entro Natale”con i Repubblicani sul controllo del debito, e che è contrario all’au -mento delle tasse per la classe media. Intanto il presidente Usa èstrato rappresentato in croce in un’opera d’arte intitolata “La verità”.

UCRAINA BERLUSCONI COME TYMOSHENKOUn'immagine di Silvio Berlusconi sorridente dietrole sbarre spezzate di una prigione in risposta aquella di Yulia Tymoshenko appesa in Campidogliodal sindaco Alemanno. È l'iniziativa delle autoritàdella città di Kharkiv, dove si trova il carcere nelquale è rinchiusa l'ex premier ucraina. Ansa

AL CAPEZZALESia il “grande saggio” dei neogollisti

Juppé sia l’ex presidente hanno cercato

di ricucire i rapporti tra i contendenti

DIECI GIORNI DI BATTAGLIAAccuse e ricorsi sul voto degli aderenti

al movimento nato nel 2002. E gli avversa-

ri, dai socialisti a Le Pen, gongolano

capelli, il resto del Paese sisollazza o si annoia, che è an-che peggio. È intervenuto il“grande saggio” Alain Juppéper una mediazione, rapida-mente e miseramente fallita.È intervenuto addirittura ilmitico Sarkozy, sfidandol’incompatibilità tra il ruolopolitico e la funzione di giu-dice costituzionale che rico-pre in quanto ex presidente.Ha visto i contendenti di na-scosto, li ha obbligati al com-

p r o m e s-so: un re-f e r e n-dum per decidere se rifare leprimarie.Insomma votare per deciderese rivotare, che di per sé è unalenzuolata di ridicolo. Maneanche questo ha funziona-to. Sì al referendum, ma io mifaccio il mio gruppo, ha dettoFillon. Se ti fai il tuo grupponiente referendum, perché èuna scissione bell’e buona.Fillon ha fatto il gruppo (perora più di un terzo dei de-putati Ump) dandone notiziaattraverso la Gazzetta Ufficia-le, ma i suoi dicono che è solo“a titolo conservativo”, in-somma una spada di Damo-cle sulla testa dell’altro, con-siderato ormai da metà delpartito una specie di gangster:“Un partito non è una mafia”,

ha decretato Fillon in tv.Nel frattempo i socialisti go-vernano da quasi due setti-mane senza incontrare alcu-na opposizione. La disoccu-pazione esplode, la tripla Anon c’è più, il debito cresce.Ma la destra non se ne cura,prigioniera delle sue sangui-nose querelles. Dietro il duel-lo dei due galli, oltretutto,

macerano due linee politiche.Fillon più centrista e “uma -nista”, Copé invece per unadestra “senza complessi”, cherivendica il diritto di dire lestesse cose che dice Marine LePen. Comunque vada a finirel’Ump è implosa, e questa èuna notizia europea. Biso-gnerà vedere, infatti, chi neraccoglierà i cocci.

Fillon e Copé. Sotto,Juppé e Sarkozy

In basso, IzraelewiczAnsa / LaPresse

13il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2ALTRI MONDI

IL REPORTAGE

Le donne sirianee il ruolo nella guerra:“Quello di morire”INFERMIERE, CUOCHE, DONNE DELLE PULIZIE E POCHECOMBATTENTI TRA GLI UOMINI CHE GRIDANO ALLAH

LA PALESTINA ALL’ONUI SOLITI DUE CONTRO TUTTIQUASI TUTTA LA UE FAVOREVOLE ALL’INGRE SSOCOME “O S S E RVATOR E ”. MA USA E ISRAELE RESTANO CONTRO

di Francesca BorriAleppo (Siria)

A parte una non meglio identifi-cata Brigata delle Vedove, che si

dice si aggiri a Kafrouma, vicino Idlib,l'unica di cui si ha notizie certe èThwaiba Kanafani. Ingegnere, 41 annie due figli, è sbarcata ad Aleppo da To-ronto, Canada, il trucco impeccabile eun filo di tacco: pronta ad unirsi al-l'Esercito Libero. Nessuno sospetta diuna donna, ha spiegato in decine diinterviste: e quindi mi occupo di at-tività di spionaggio - sono qui in in-cognito, ha postato su Twitter. Contanto di fotografia.

NEL NUOVO Consiglio nazionale si-riano sono tutti uomini. Ma non è veroche le donne non hanno un ruolo, mirisponde Mohammed Noor, addettostampa dell'Esercito Libero. Hannoanche compiti di responsabilità, mi di-ce. “Lei, per esempio - e indica una si-gnora di mezza età con secchio e strac-cio in mano - è a capo dell'unità di pu-

lizia”.Mona e Ghofran sono due sorelle di 23e 19 anni. Siamo al fronte: le mitraglia-trici che martellano di là dalla strada ilnido di un cecchino, sacchi di sabbia,fango di sangue, una casa che brucia;un mortaio è appena esploso e questidue burqa neri forano la polvere comeun'allucinazione. Hai visto?, dice sod-disfatto Alaeeddin, l'interprete: non èvero che le donne sono recluse in casa.In realtà, è la prima volta che Mona eGhofran si avventurano fuori, in duemesi: hanno finito i soldi, e un padreinvalido. Compaiono tre sedie e trebicchieri di té - in mezzo alla strada e iproiettili: “E poi scrivete che non ri-spettiamo le donne”, dice Alaeeddin.Non hanno idea di cosa stia accadendoad Aleppo, Mona e Ghofran, non han-no elettricità. Vogliono attraversare lacittà, e raggiungere uno zio a cui chie-dere un prestito. Noi non abbiamoniente, mi spiace, si scusa Alaeeddin -che ha in tasca i suoi 500 dollari di ta-riffa giornaliera. “Non è necessariaun'intervista, per capire”, mi dice Mo-

na. “Assad è un cri-minale: ma guar-dati intorno”. Lacittà vecchia, in ef-fetti, non è che ma-cerie, mozziconi dimura annerite. E incerti angoli, una

nebbia di insetti: resti umani. “Abbia -mo partecipato a decine e decine dimanifestazioni. Ma ora, con le armi, ledonne sono tagliate fuori dalla rivolu-zione. Certo che abbiamo un ruolo inguerra: quello dei morti”.

OSMAN AL-HAJ, medico dello Shifa, ilsolo ospedale funzionante (e distruttonel fine settimana, ndr), è deluso. “Dot -toresse e infermiere sono sparite. Han-no paura. E noi siamo costretti ai tripliturni”. I medici sono 5: tutti uomini.Ma dei 19 infermieri, 9 sono donne.“Quando è iniziata la rivoluzione, miero appena laureata”, racconta Zahra,24 anni. “Questo è il mio tirocinio”.Tra i mille tiri di mortaio che hannocolpito lo Shifa, è stata ferita tre volte.“Mi ripeto che sono qui per la libertàdel mio popolo. Ma so che se ancheAssad dovesse cadere, per me la libertàsarà ancora tutta da conquistare. Hoevitato a mio padre un'amputazione,lui che si è sempre opposto a che stu-diassi. Avevo le maniche arrotolate pernon infettargli il braccio: io ricucivo,tutto che vibrava per le esplosioni, uncadavere accanto, e lui che protestava:copriti!”.Perché l'aria, ad Aleppo, è densa di cor-dite e testosterone. “Sostengono chenon abbiamo coraggio, che siamo

troppo emotive”, aggiunge Bahia, 24anni anche lei, anche lei ferita tre volte,anche lei ancora qui. “Ma non sono si-cura che la freddezza, in certi casi, siasegno di razionalità. Stare al fronte inciabatte e ripetere che si è protetti daDio... A me non sembra tanto normale.Il solo modo per non avere paura, qui,è non pensare. Che è poi anche il modomigliore perché questa guerra non fi-nisca più. E quindi il vero coraggio ènon abituarsi. Aver paura: pensare”.All'ingresso, intanto, un'auto scaricaun corpo. Arrivano così, i passanti uc-cisi dai cecchini. Raccolti per strada, erovesciati qui davanti da un'auto cheriparte di corsa - lo Shifa è martellatodall'artiglieria. A volte, il corpo vienecentrato da un mortaio. “E si disinte-gra, letteralmente. Polvere tra la pol-vere”, dice Bahia. “L'intera Aleppo, or-mai, è un monumento al civile igno-to”.“Sulle rovine della Siria, pianteranno labandiera del fondamentalismo”, accu-sa Aisha. È credente e praticante, ha ilvelo, “ma il mio Islam non è il loroIslam”, precisa. “Ma quale fondamen-talismo? Siamo tutti medici, qui, tuttiuguali”, interrompe Osman. “Sta a voipartecipare, guadagnarvi i vostri spazi.Siete libere di fare tutto: anche di ope-rare”. Anche di governare?, ribatte Ai-sha. “Anche di governare”. E anche dicombattere? “Anche di combattere,certo” - e tutti, intorno, che ridono.Rumore di freni. Un'auto vomita sul-l'asfalto un sacco nero, e riparte sgom-mando. Uno sguardo bianco galleggiasul burqa, le pupille rovesciate. È il ca-davere di Mona.

di Roberta Zunini

Questa sera sapremo se laPalestina si è guadagnata ilsostegno internazionaleper passare dallo status di

entità a Stato non membro osserva-tore delle Nazioni Unite. Fosse anchesolo una “promozione simbolica” -come ha spiegato ieri il governo israe-liano - sarebbe una conquista impor-tante non solo per il morale della gen-te ma anche per gli equilibri politiciall'interno dell'Anp stessa. Special-mente dopo il successo mediatico ot-tenuto da Hamas la scorsa settimana aGaza. Da quando, poco più di 12 mesifa, il presidente dell'Autorità naziona-le palestinese, Abu Mazen, decise dirivolgersi all'Onu per ottenere ciò chegli sarebbe spettato secondo gli accor-di di Oslo del 1993, molte personalità,anche del suo entourage, criticaronoaspramente la scelta.

MA IL PRESIDENTE da politico mo-derato ma determinato qual è, non havoluto sentir ragione e ha continuatoad ascoltare se stesso e la gente comu-ne. Bollata come unilaterale, forzata,ostacolo insormontabile per la ripresadei negoziati – a logica, visto che loscopo dei negoziati è la creazione didue Stati, uno palestinese e uno ebrai-co, non si capisce perché il passaggioda entità a Stato non membro osser-vatore debba compromettere i nego-ziati – nessuno però ha potuto soste-nere che si tratti di una mossa violentae arrogante. Una qualità che ha per-messo a molti Stati di prendere in con-siderazione la richiesta senza esseretacciati di tradire Israele. Se la Russia equasi tutti i Paesi sudamericani, da-ranno l’ok, non era scontato l'appog-gio di Francia, Svizzera e Spagna, soloper citarne alcuni. La Gran Bretagnainvece si è tirata indietro (come pro-babilmente farà l'Italia, la cui decisio-ne arriverà solo oggi) dichiarando chesi asterrà perché i palestinesi non han-no accettato la sua richiesta di precon-dizioni. Che sarebbero: non mettereprecondizioni per la riapertura dei ne-goziati, soprattutto non chiedergli dibloccare la costruzione delle colonie enon portarlo davanti al tribunale pe-

nale internazionale per crimini diguerra. Nonostante l'approvazionesembri a portata di mano - basta lamaggioranza semplice e finora 130Paesi su 193 hanno annunciato il lorosostegno - il capo negoziatore SaebErekat non si sbilancia: “Stanno au-mentando le pressioni e al momentonon sappiamo chi sia dalla nostra par-te e chi no”. I più strenui oppositorisono, ancora una volta, gli Usa chehanno ribadito come “gli Stati si for-mino attraverso negoziati e non ricor-rendo all'Onu”. VITTIME

Donne ferite daib o m b a rd a m e n t igovernativi adAleppo. Asinistra, ilpresidente AnpA bu M a z e nA n s a / La Pre ss e

GAZA FERITI 7 PALESTINESISette palestinesi sono stati feriti ieri sera dal fuo-co di militari israeliani mentre si trovavano lungoi recinti di demarcazione fra la Striscia di Gaza eil Negev. Secondo Israele, i palestinesi avrebberocercato di abbattere i recinti. L’episodio mette arischio la tregua tra Hamas e Israele. Ansa

EGITTO ”A MORTE PER IL FILM ANTI-ISLAM”Un tribunale egiziano per i reati contro lo Statoha condannato a morte il reverendo Usa Terry Jo-nes (famoso per aver bruciato in passato copiedel Corano) e altri 6 imputati egiziani copti emi-grati negli Usa perché coinvolti nella diffusionedel film L'innocenza dei musulmani. La Pre ss e

14 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

triste, sa che qualcosa gli ca-piterà, ma non cosa né quan-do. Fu ct della Nazionale agliEuropei del 2008, uscì neiquarti, ai rigori, senza perderecontro la Spagna che, di lì apoco, avrebbe vinto, rivinto estravinto tutto. A Napoli, DeLaurentiis lo licenziò in diret-ta tv. Parma non è più un’isolafelice, è un’isola e basta. Ha

DARIA BIGNARDI ci rassicura:“Il Fatto” non è radical chic

Classifica e calendario,spezzatino la trionferàDA SABATO A MARTEDÌ, ORARIO CONTINUATO: È IL CALCIO A RATE

WESLEY Sneijder. Tra ilregista olandese e l’Inter è an-cora braccio di ferro. Nella fotogrande, l’esultanza della Laziodopo la vittoria contro l’Udi-nese. In basso, Daria BignardiAnsa / LaPresse

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

SPRINGSTEEN: 4 DATE IN ITALIACONCERTO IN PIAZZA DEL PLEBISCITOBruce Springsteen torna in Italia, dopo soloun anno e per il debutto del tour di 4 datesceglie, il 30 maggio, piazza del Plebiscitoa Napoli (poi (Padova, Milano, Roma)

“LO HOBBIT”PRIMA MONDIALE IN NUOVA ZELANDAAnteprima mondiale ieri a Wellington per“Lo Hobbit”di Peter Jackson, prequel de “IlSignore degli Anelli”. Dalla Nuova Zelanda,l’attesissimo film inizia il suo viaggio nelle sale

FRANCESCO GUCCINI“L’ULTIMA THULE”, L’ULTIMO DISCOÈ uscito “L'ultima thule”di Francesco Guccini,dopo otto anni di silenzio. Ma il cantautore hafatto sapere che sarà l’ultimo disco della suacarriera. Poi si dedicherà solo alla letteratura

di Andrea Scanzi

Al termine di quindici minuti scarsi – nel senso della du-rata, ma forse non solo – tra Fabio Volo e Daria Bignardi,

è arrivata la scomunica. Martedì sera. Volo in diretta, Rai Tre,7.4% di share. Programma piacevole, migliorato anche grazieai testi di Luca Bottura. Il duetto Volo-Bignardi, già arcivistoa Le invasioni Barbariche, era stato sensibilmente catatonico.Volo tracannava birre medie, un po’ Moccia e un po’ Fiorello,espressione furba e a suo modo sublime della classe cazzarache va in Paradiso. Dall’altra parte, le vocali come sempreallungate e le frasi para-buoniste dispensate al volgo, DariaBignardi presentava L’acustica perfetta. Entusiasmo vivo suTwitter (esempio tra i tanti: “La chiamavano letteratura: DariaBignardi parla del suo romanzo, ospitata da Fabio Volo. Nonvi viene voglia di farvi di crack?”, così Federico Gnech). Lascrittrice esalava saggezza: “Arno (protagonista del libro) citasuo padre Guelfo, che citava Tolstoj, che diceva ‘Chi è felice haragione’”; “Mi alzo alle 5 del mattiiiino, è belliiiiissimo”; “So-no nella stagione in cui sono quasi più me stessa”. Giusto allafine, Volo ha buttato là una provocazione: “Lo fonderesti unpartito? Ti sentiresti di rappresentare i radical chic, quelli diCapalbio che leggono Il Fatto Quotidiano?”. Premesso che è

complicato essere al tempostesso “radical chic” e “giu-stizialisti” (o l’uno o l’altro:decidetevi), la risposta diMadamin Daria ha colpitoper garbo feroce: “No, no, ionon leggo Il Fatto”. Il dinie-go trasudava un – più chelegittimo – disgusto.

P I AC E R E a tutti non è pos-sibile, né in certi casi unobiettivo inseguito. E i let-tori non si scelgono. DariaBignardi, radical chic a sua

insaputa, è però inciampata in un complimento involontarioverso questa testata. Il Fatto Quotidiano è nato – e gode di ottimasalute – anche perché non voleva più farsi bastare certi salottinidella sinistra-bene. Certi santoni, certi santini. Certi ecume-nismi, certi tromboni. Certe professoresse piccolo borghesi. Ecerte Fabiole Fazie in diesis minore. Ci scuserà, la brava esimpatica Daria, se – a differenza di lei – continueremo aguardare le sue interviste quasi-cattive (e ormai non siamorimasti in tanti a farlo). E ci perdonerà se, del suo non gra-dimento très chic, ce ne faremo una ragione. I “giustizialistigrillini” sono così, a Capalbio come a Capocotta: il buffo bron-cio dei professionisti del conformismo democratico, oltre ametter loro buonumore, costituisce quasi una nota di merito.

di Roberto Beccantini

Spopola il calcio spezzatino.Da sabato a martedì, da ve-nerdì a domenica. Così fantutti, dicono che sia un’e s i-genza, tra marce di coppe emance di tv. Di sicuro, è undelirio. Si gioca a rate, si vivedi attese. Nacquero gli anti-cipi, e poi i posticipi: ci tu-rammo il naso e li mandam-mo giù al grido di pecunia nonolet. Ma gli anticipi dei po-sticipi, e i posticipi degli an-ticipi, altro non sono che ac-canimento terapeutico.Fuor di metafora, in un meseè cambiato tutto. Tre mo-menti spiegano il fallito golpedella Juventus più e meglio diqualsiasi analisi.Classifica alla decima giorna-ta, 1° novembre: Juventuspunti 28 (su 30!), Inter 24,Napoli 22, Lazio 19, Fioren-tina 18.Classifica alla quattordicesi-ma giornata, oggi: Juventus32, Napoli 30, Inter e Fioren-tina 28, Lazio 26.Classifica delle ultime quat-tro giornate: Fiorentina 10,Napoli, 8, Lazio 7, Inter e Ju-ventus 4.

GLI SPICCIOLI degli spicciolidel calendario hanno suggel-lato la rimonta del Napoli, lacrisi dell’Inter e lo scatto dellaLazio. A Cagliari, sul campo,aveva vinto soltanto il Pescaradi Stroppa. A Mazzarri man-cava Cavani, ha risolto Ham-sik, i cui inserimenti, micidia-li, ricordano gli agguati diLampard, la volpe del Chel-sea. Cellino reclama un rigoresu Conti (c’era), il Napoli habadato al sodo. Le rime ba-ciate non appartengono a tra-sferte così complicate, a emo-zioni così forti.Di livello mediocre, il cam-pionato ha ritrovato almenoun plausibile equilibrio. Ap-pena Champions ed EuropaLeague hanno cambiato mar-cia, i nervi sono venuti al pet-tine. La stessa Inter è calata.Dopo aver sconfitto la capo-lista, ha raccolto la miseria di

un punto in tre partite. Ci stadi perdere a Parma, non cosìperò, da cavallo bolso, senzala bava di fantasia che garan-tiva Cassano, squalificato. Cisarebbe Sneijder, ma la socie-tà è stata chiara: o spalma ilcontratto (6 milioni di euro astagione) o non gioca. “Per lasua serenità”, aveva spiegatoBranca, che sta a Moratti co-me un chierichetto al parro-co. Immagino le risate diMoggi. Caso Sneijder-Inter,caso Llorente-Athletic Bilbao:il sindacato mondiale chiedeche si muova la Fifa. Mobbingci cova.Che bella, la Lazio di martedì.Smonta l’Udinese, tra ma-gliette contro il razzismo e co-ri in quel fosco contenitoreche è diventato il suo stadio. Ifriulani le avevano strappato ipreliminari di Championsnegli ultimi due safari, il der-by vinto e la Juve bloccatahanno contribuito a scacciarei fantasmi di Catania. Velo-cità, precisione, manovre av-volgenti: per mezz’ora, il mas-simo; poi, pilota automatico.Gli otto gol di Klose e i sei diHernanes sono prove, nonpiù indizi sparsi. Veniva dasei risultati utili, Guidolin.Temo che il meglio sia pas-sato.La Juventus, da parte sua, èrimasta imbattuta per 49 par-tite e poi, d’improvviso, ne haperse due su quattro, entram-be con le milanesi. Una ba-

nale coincidenza? Lo escludo.Non segna da due gare, e tra lasbornia post Chelsea e la brut-ta figura di San Siro non puònon esserci un nesso, di testa edi gambe. La multa a Qua-gliarella per il vaffa ad Alessioè un avviso ai naviganti. Pros-simo al ritorno in panchina(Palermo, 9 dicembre), Contedeve gestire una realtà nuova,

tra impegni incalzanti e ro-tazioni amletiche.

LA VETRINA di Parma-Interè stata spaccata dalla fionda diNicola Sansone, classe 1991,scuola Bayern. Donadoni èuno di quegli allenatori chenon leccano gli istinti: perquesto non gode di buonacurva. Ha l’aria dello sceriffo

perso Giovinco, corre dietroai dribbling del ventiquat-trenne Biabiany, un canesciolto che punta l’uomo co-me se fosse il destino. E non siarrende mai: o lo scarta o s’in -carta.Adesso che la Juventus ha fre-nato, cinque squadre in seipunti confermano quanto siaintasato il traffico. Prendete ilMilan. Sembrava prigionierodi catene troppo pesanti. Inquattro mosse - Napoli, An-derlecht, Juventus, rigoreomaggio di Rizzoli - ha datoscacco matto allo sfascio, eora pedala, sereno, a menoquattordici dalla vetta. Capi-tan Montolivo studia da Pirlo,El Shaarawy e De Sciglio han-no 20 anni e continuano a ri-sultare tra i migliori. Non tut-ti i saccheggi vengono pernuocere.Da domani, con Catania-Mi-lan, torna lo spezzatino. Sa-bato, il derby della Mole. L’ul -timo risale al 7 marzo 2009:vinse la Juventus 1-0, gol diChiellini. Il Toro e poi la mis-sione a Donetsk, per salvare laChampions: serve un pareg-gio. In chiave scudetto, favo-rita resta proprio la Signora, apatto che accetti la tortura didare il massimo ovunque ecomunque. La grandezza deinormali costa più della nor-malità dei grandi.

MUCCHIO SELVAGGIO

Fallito nel giro di un mese

il tentato golpe della

Juventus, ora ci sono

quattro squadre in

quattro punti. La frenata

dei campioni, la riscossa

del Napoli, la crisi

dell’Inter, un pareggio

in tre partite dopo aver

sconfitto la capolista.

L’Europa pesa, eccome

15il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2

© BAC KU PJovanotti (Universal)

C’È UNA DIFFEREN-ZA C’è una differenzatra una raccolta di Lo-renzo Cherubini e un

Greatest Hits di qualunque altroartista in circolazione. Backup èstato concepito da Jovanotti co-me la storia di un percorso mu-sicale, da “Gimme Five” alle ul-time tracce dell’album Ora. L’ar -twork è firmato Maurizio Catte-lan per tutti i formati: spicca ilbox, curatissimo nei dettagli,quasi una forma di “wikipedia” ditutto il materiale pubblicato sinoad oggi raccolto in una chiavetta

usb; un libro scritto per festeg-giare 25 anni di attività chiamatoGratitude e una raccolta delle fo-to e dei disegni più significativi.Guardando uno dei due dvd pre-senti, quello con le immagini te-

levisive dagli esordi ad oggi, si ri-percorre una lunga scia di suc-cessi che sono parte integrantedella vita di un paio di genera-zioni. Tra gli inediti presenti vola“Ti porto via con me” scritta conil Dj Benny Benassi (e il cuginoAlle, produttore); “Tensione evo-l u t i va ” è estrema e, di conse-guenza, fuori linea con le ultimeproduzioni. Le chicche sono il re-mix dei Crookers di “Co ra g g i o”, “IGot Rhytm” (oggi introvabile) e“Da raccontarti all’alba” origina -riamente inserita in un album diGianni Maroccolo e leggermenteritoccata nella produzione: branostruggente e rivelatore di un latoinesplorato di Jovanotti.

© THE JAZZ AGEThe Bryan Ferry Orchestra(Bmg)

L’EX ROXY MUSIC ci aveva giàdeliziato una volta con As TimeGoes By, variazione jazzata An-ni’30 di classici intriganti. ConThe Jazz Age la svolta è più ra-dicale: riproporre le sue compo-sizioni immaginando di suonarlein un piccolo club del 1920. “Do -n’t Stop The Dance” e “Ava l o n ”sembrano disegnate per LouisArmstrong; c’è aria di festa e diironia con una grande assente, lavoce di Bryan. Interessante laversione di “Slave To Love” quiacerba e scanzonata, non sfigu-rerebbe come colonna sonora diRadio Days di Woody Allen o Pa-ris-Manhattan della regista So-phie Lellouche. Un progetto al-quanto bizzarro ma, in definitiva,dotato di grande freschezza eoriginalità.

A RT Edi Claudia Colasanti

Ontani, la coerenzadel paradosso

Enrico Mattei,la morte i misteri© Enrico Matteidi Francesco Niccolini e Simone Cortesi, Becco Giallo, 144 pag.,15 euro

LA CASA EDITRICE Becco Giallo si è assunta ilmeritorio compito di raccontare a fumetti l’at -tualità e la storia contemporanea dell’Italia, so-prattutto scandali, corruzione, misteri. C’è sem-pre sullo sfondo l’idea del fumetto come stru-mento divulgativo per chi non ha voglia di leggerelibri, un approccio un po’ riduttivo. Ma a voltel’esperimento funziona. È il caso di “Enrico Mattei - vita, di-savventure e morte di un cavaliere solitario”, scritto da Fran-cesco Nicolini, autore specializzato in testi per il teatro im-pegnato (Marco Paolini, Arnoldo Foà...), e disegnato da ungiovane esordiente Simone Cortesi, 25 anni, che chiaramentesi ispira al bianco e nero di Carlos Sampayo (quello di AlackSinner). Dichiaratamente ispirato al film di Francesco Rosi,anche nelle inquadrature, in un centinaio di pagine Nicolini eCortesi riescono a catturare il fascino del personaggio, ac-cennano il giusto alla corruzione, alla spregiudicatezza, e chia-riscono che l’incidente aereo su Bascapé in cui è morto ilpresidente dell’Eni è stato tutto tranne che un incidente. Lacosa meglio riuscita è la caratterizzazione di Eugenio Cefis,cupo, spietato. La lettura è gradevole per chi conosce già lastoria, agli altri resta la voglia di approfondire. E il primo passoè un utile apparato di date, testi e bibliografia.

IL FUMETTOdi Stefano Feltri

© Cosimo e Nicoledi Francesco Amato, con RiccardoScamarcio, Clara Ponsot

CO S I M O (Scamarcio) incontra lafrancese Nicole (Ponsot) al G8 ge-novese, ed è subito amore. Dopolungo peregrinare tra Italia, Franciae Belgio, i due giovani scelgono ilcapoluogo ligure quale sede esi-stenziale, giacché è “lì che tutto èi n i z i a to”. Si adoperano presso unfonico e allestitore di palchi daconcerto (Sassanelli) per un pe-riodo, finché la “morte bianca” diun migrante clandestino manderàtutto in frantumi. Mettendo a ri-schio persino il loro legame. Dopol’esordio-tesi di diploma al CentroSperimentale Ma che ci faccioqui? il 34enne braidese FrancescoAmato compie un salto di qualitàdi sorprendente livello, confezio-nando una storia d’amore (e sepa-razione) da leggersi a più strati esensibilità. “Non è un film sul G8”

ha tenuto giustamente a precisareil regista, il cui intento si è calatonel profondo del sentire dei giova-ni d’oggi, in un’Europa dei deside-rata e di cui forse un giorno saremodegni. Vincitore di Prospettive Ita-lia al Festival di Roma 2012.

(AM Pasetti)

© I t a ke rdi Toni Trupia, con FrancescoScianna, Tiziano Talarico

IL GIOVANE regista siciliano ToniTrupia, alla prima prova nel cinemache conta: Itaker, dispregiativo te-desco che suona “i t a l i a n a cc i ”, se-gue il magliaro napoletano Benito(Francesco Scianna, mai così bra-vo) e l’orfanello Pietro (l’esordien -te Tiziano Talarico) a Bochum.Strana coppia: il primo sbarca il lu-nario e trova l’amore (la romenaMonica Birladeanu), il secondocerca il padre e ne trova un altro, inmezzo le poche gioie e i tanti dolori

dei migranti, tra criminalità no-strana (il boss Michele Placido) eostilità teutonica. Coproduzioneitalo-romena, Itaker sfoggia una ri-costruzione storica senza l’ansiadell’iperrealismo, la suggestiva eminimalista fotografia di ArnaldoCatinari e una struttura corale cherischia di offuscare il rapporto traBenito e Pietro, vero fulcro narra-tivo ed emotivo: la paternità dele-gata e l’essere figli per scelta me-riterebbero campo libero. Sinto-matico, comunque, il sottotitolo diItaker: Vietato agli italiani, e i nostrifestival l’hanno preso in parola...

(Fed. Pont.)

© L aw l e ssdi John Hillcoat, con Tom Hardy,Shia LaBeouf

LA SCENEGGIATURA di NickCave ispirata alla pazza vita deinonni dello scrittore Matt Bondu-rant racconta i tre fratelli Bondu-

rant di Franklin, Virginia, che du-rante il proibizionismo divenneroleggenda. Il maggiore Howard (Ja-son Clarke), taciturno reduce dellaprima guerra mondiale; Forrest(Tom Hardy), “il braccio”, tosto ecarismatico; il minore Jack (ShiaLaBeouf), “la mente”, amante dellabella vita. Rispettati e temuti, i fra-telloni distillano clandestinamen-te, ma la pacchia sta per finire: losbirro corrotto Charlie Rakes (Guy

Pearce) li mette nel mirino, e il san-gue scorrerà a fiotti. Ok le musichedi Cave, ok le titaniche scazzottatee i gomiti alzati, ma quante volteabbiamo già visto questo benedet-to Proibizionismo? Qui il formatofamiglia nulla aggiunge, la noia facapolino e smorza i sospiri femmi-nili per il cattivo di Batman, TomHardy, che non l’abbatti nemmenoa tagliargli la gola. Rimane in piedianche la domanda all’ultimo festi-val di Cannes: che c’a zze cc avaquesto modesto film di genere inCo n co rs o?

(Fed. Pont.)

© Di nuovo in giocodi Robert Lorenz, con Clint East-wood, Amy Adams

CLINT EASTWOOD è un vecchioguru dei talent scout nel baseball.Sta perdendo la vista e, orgogliopermettendo, si fa aiutare dalla fi-glia Amy Adams, avvocato ma al-

trettanto esperta in detto sport.Ad incitare il difficile avvicinamen-to padre-figlia sopraggiunge Ju-stin Timberlake, ex battitore di ta-lento ora bloccato da un incidente.Il terzetto porterà giustizia umanae sportiva laddove mancava. Ope-ra seconda dello storico producerdi Eastwood, Di nuovo in gioco èuna sbiadita emulazione del cine-ma del grande attore-regista cheriesce a raggiungere l’unico obiet-tivo di farci rimpiangere il di lui ma-gnanimo tocco. Opaco nella regia,retorico nei dialoghi e assoluta-mente privo di emozioni profonde,il film ricalca i classici temi a stellee strisce che partono dal SognoAmericano e si arenano nel doloredell’incomunicabilità, persino da-vanti all’hot dog di ordinanza. Clintresta carismatico in qualunqueruolo, ma questa sfida di resisten-za alla noia poteva davvero rispar-m i a rce l a .

(AM Pasetti)

S c a m a r c i o,galeotto fu il G8AMORE, POLITICA E RABBIA NEL RIUSCITO FILMVINCITORE DI PROSPETTIVE ITALIA A ROMA

PRIME CINEMA

SECONDO TEMPO

© Luigi Ontani“A n d e r S e n n o S o g n o”, Museo Anderson, Ro-ma

È POSSIBILE aver seguito molte sue mo-stre personali, ovunque, fin dagli anni Set-tanta, in Italia e all’estero, senza aver maiindividuato un’opera, un pensiero, una me-tafora uguale ad un’altra. È una rotazioneperenne, con apparizioni di satelliti lumi-nosi ancora inediti, l’opera infinita e trasver-sale di Luigi Ontani, emiliano (e romanod’adozione), fra i più originali e poliedriciartisti italiani. “A n d e r S e n n o S o g n o” - al Mu-seo Hendrik Christian Andersen di Roma,fino al 24 febbraio 2013 – è una mostra an-tologica pirotecnica, con oltre 50 opere, perla maggior parte mai esposte prima, inse-rita nella compostezza decadente e stra-vagante dell’edificio e dei suoi arredi, rima-sti fermi ai primi anni del 1900, gli stessi incui fu allestita dal suo creatore. Nella gip-

soteca, affollata sala scultorea ideata dal-l’utopista statunitense, Ontani - anch’egliautore senza tempo, lirico ed elegantemen-te irregolare – inserisce nove maschere,pezzi unici prodotti a Bali nel corso degliultimi quindici anni, concludendole con l’in -tervento sonoro di Charlemagne Palestine,fra i maggiori esponenti della musica d’a-vanguardia. Al piano superiore Ontani en-tra in simbiosi con i tratti eterogenei dellasede, in un susseguirsi di colpi di scena cheemergono dal passato più remoto e con-cettuale: dalle GeometriElastiche (solo ela-stici), l’Autocrocifissione (fra i primi celebritableaux vivant) degli anni Sessanta, pas-sando per l’infinita serie di tele in cui giornoper giorno viene impressa l’accensione diun fiammifero (1972), fino alle recenti, iri-descenti, scarpe di ceramica (Cenerentolo,2000). Il flusso ininterrotto di collegamentie di sipari sovrapposti è sterminato, in un“ripetere come movimento in avanti. Pro-

duzione del Nuovo e non la riproduzione delVecchio (Luca Lo Pinto)”. In mostra c’è tut-ta la coerenza che Ontani pone fra arte evita, fino al paradosso. Per un percorso nel-l'arte di impegno apolitico, a dispetto di tut-ti i possibili mutamenti ideologici.

DISCHI di Guido Biondi

Tutta una vita da Jovanotti

R I C CA R D OScamarcio e ClaraPonsot in Cosimoe Nicole. Sotto,Fra n ce s coScianna in Itaker.In basso, unadelle opere diLuigi Ontaniesposte allam o s t raAnderSegnoSogno

16 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto Quotidiano

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

6.00 Prima PaginaInformazione

7.55 Traffico - Meteo 5 -Borsa e MoneteInformazione

8.00 TG5 MattinaInformazione

8.40 La telefonata diBelpietro Rubrica

8.50 Mattino CinqueAttualità

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 - Meteo 5

Informazione13.40 Beautiful14.10 CentoVetrine14.45 Uomini e Donne

Talk show16.20 Pomeriggio Cinque

Attualità18.50 Avanti un altro Gioco

20.00 TG5 - Meteo 5Informazione

20.40 Striscia la Notizia - Lavoce dell’ insolvenzaAttualità

21.10 ...E Alla fine arrivaPolly - Commedia (Usa2004). Di JohnHamburg, con BenStiller, Jennifer Aniston

23.15 Vita da Strega -Commedia (Usa2005). Di Nora Ephron,con Nicole Kidman

1.30 TG5 Notte - Meteo 5Informazione

2.00 Striscia la Notizia - Lavoce dell’ insolvenzaAttualità (Repl.)

6.40 Cartoni animati8.45 E.R. “Black-out”

“Agenti federali”Telefilm

10.30 Miami Medical“Raccolta di fondi”“False impressioni”Telefilm

12.10 Cotto e mangiato -Il menù del giornoRubrica

12.25 Studio Aperto - MeteoInformazione

13.00 Sport Mediaset13.40 Cartoni animati15.00 Prima tv Mediaset

Fringe “Discendenza disangue” Telefilm

16.00 Prima tv MediasetSmallville “Legami disangue” Telefilm

16.50 Prima tv NationalMuseum “I nemicidella scuola” Telefilm

17.45 Trasformat Gioco18.30 Studio Aperto - Meteo

Informazione19.20 C.S.I. “La teoria del

caos” “Il bullo” Telefilm21.10 Segnali dal futuro -

Fantascienza(Usa/GB/Aus 2009).Di Alex Proyas, conNicolas Cage, ChandlerCanterbury

23.40 Il prescelto - Thriller(Usa 2006). Di NeilLaBute, con NicolasCage, Kate Beahan

1.45 Sport Mediaset

8.40 Hunter Telefilm9.50 Carabinieri 7 Telefilm

10.50 Ricette di famigliaVarietà

11.30 TG4 Informazione12.00 Un detective in corsia

“Il rapimento - primaparte” Telefilm

12.55 La signora in giallo“Il cadaverenell’ armadio” Telefilm

14.00 TG4 - MeteoInformazione

14.45 Lo sportello di ForumReal Tv

15.30 Prima tv HamburgDistretto 21 “Il killer deigatti” Telefilm

16.35 Ieri e oggi in tv Varietà16.45 Il giardino di gesso -

Drammatico (GB/Usa1964). Di RonaldNeame, con John Mills

18.55 TG4 - MeteoInformazione

19.35 Tempesta d’ amore20.30 Walker Texas Ranger

“La taglia” Telefilm21.10 Ultimi episodi IV

Stagione - Prima tvMediaset TheMentalist “Cartellinorosso per Jane” “Laragazza dal vestitorosso” Telefilm

23.10 The Closer“L’ archivio” “Fortunacieca” Telefilm

1.05 L’ Italia che funzionaRubrica

6.00 TGLa7 - Meteo -Oroscopo - Traffico -InformazioneInformazione

7.00 Omnibus AttualitàTG La7 Informazione(all’ interno)

9.55 Coffee Break Attualità11.00 L’ aria che tira

Attualità12.20 Ti ci porto io...

in cucina con VissaniRubrica

12.30 I menù di BenedettaRubrica (Replica)

13.30 TG La7 Informazione14.05 Cristina Parodi Live

Rubrica16.30 Il Commissario

Cordier “La stellacadente” Telefilm

18.20 I menù di BenedettaRubrica

19.15 G’ Day “Ospite:Carolina Crescentini”Varietà

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo

Attualità21.10 Servizio Pubblico

“La crosta” Attualità(Diretta)

23.45 Omnibus NotteAttualità

0.50 TG La7 SportInformazione

0.55 Prossima FermataAttualità

1.15 La7 DocDocumentario

6.45 Unomattina “Il misterodei cooperanti diKabul” Attualità

10.00 Unomattina Occhioalla spesa Rubrica

10.25 Unomattina Rosa “Tragli ospiti: Paolo Mieli”Attualità

11.05 Unomattina StorieVere Rubrica

12.00 La prova del cuoco“La puttanesca”Varietà

13.30 TG1 Informazione14.00 TG1 Economia

Informazione14.10 Verdetto Finale “Un

morto e due donne”Attualità

15.15 La vita in direttaAttualità

18.50 L’ eredità Gioco20.00 TG1 Informazione20.30 Affari tuoi Gioco21.10 Prima tv - Ultima

puntata Un passo dalcielo 2 “Io ti salverò”Fiction

23.20 Porta a Porta“Ospite: PierluigiBersani” Attualità

0.55 TG1 NotteInformazione

1.30 CinematografoRubrica

2.00 In Italia Culturale2.30 Io sono Tony Scott -

Documentario(Ita 2010). Di FrancoMaresco

6.40 Cartoon Flakes8.10 Il nostro amico Charly

Telefilm8.55 La Signora del West

Telefilm9.40 Sabrina vita da strega

Telefilm10.00 TG2 Insieme “Il

redditometro” Attualità11.00 I Fatti Vostri Attualità13.00 TG2 Giorno Info14.00 Seltz Rubrica14.45 Senza traccia “Angeli

custodi” Telefilm15.30 Cold Case “Serial killer

- prima parte” Telefilm16.15 Numb3rs “Antico

reperto” Telefilm17.00 Las Vegas “Il

traditore” Telefilm17.50 Rai TG Sport18.15 TG2 Informazione18.45 Squadra Sp. Cobra 11

“L’ auditorium”Telefilm

19.35 Il Commissario Rex“Paura in città”Telefilm

20.30 TG2 - 20.30Informazione

21.05 Rewind CriminalMinds “Demonologia”“L’ onnivoro” “Folliaincendiaria” Telefilm

23.20 TG2 Informazione23.35 Ultima puntata

Wikitaly “Musica ecibo” Varietà

0.45 Rai ParlamentoTelegiornale Attualità

10.00 Spaziolibero Rubrica10.10 La Storia siamo noi

Documentario11.00 Codice a barre Attualità11.30 Buongiorno Elisir

“Cuore e palpitazioni -Ospite: Antonio DiPietro” Attualità

12.00 TG3 Informazione12.25 TG3 Fuori TG Attualità12.45 Le storie - Diario

italiano Attualità13.10 Prima tv Julia Telefilm

14.00 TG Regione Info14.20 TG3 Informazione14.50 TGR Leonardo Rubrica15.05 TGR Piazza Affari

Rubrica15.10 La casa nella prateria

Telefilm16.00 Cose dell’ altro Geo

Documentario17.40 Geo & Geo Doc19.00 TG3 - TG Regione

Informazione20.00 Blob Varietà20.10 Comiche all’ italiana

Documenti20.35 Un posto al sole21.05 Bad Company -

Protocollo Praga -Azione (Usa/Rep. Ceca 2002). Di JoelSchumacher, conAnthony Hopkins

23.10 Volo in diretta “Lesfide di Alex Zanardi”Varietà

0.00 TG3 Linea notteAttualità

LA TV DI OGGI

LA RADIO

Passato contro Futuro:La gavetta e i Talent ShowUna volta c’ era la gavetta, oggi ci sono i talent show. E’ questo l’ argomento di “Passato contro

Futuro”, il programma di Pupo nella notte dopo il Giornale radio della mezzanotte. Domani Pupo

parlerà di talent show e reality show, i due generi televisivi di maggior successo che hanno scon-

volto le abitudini dei telespettatori ma anche dell’ industria dello spettacolo. Ospite RobertoManfredi, autore del libro “Talent shop”. “Passato contro Futuro” nasce da una domanda: leinnovazioni che ci hanno cambiato la vita negli ultimi 20-30 anni, ci hanno migliorato come esse-

ri umani o no? Con la consueta leggerezza, ironia e buon senso, Pupo affronterà un argomento a

puntata con un'alternanza di tesi pro e contro e il coinvolgimento di ospiti e, ovviamente, degli

ascoltatori chiamati a dire la loro su questo tema con cui tutti i giorni dobbiamo fare i conti. RADIOUNO 0.25

SC1 Cinema 1SCH Cinema HitsSCP Cinema

PassionSCF Cinema

FamilySCC Cinema

ComedySCM Cinema MaxSCU Cinema CultSC1 Sport 1SC2 Sport 2SC3 Sport 3

17.40 Dalla vita in poi SCP17.45 Duma SCF17.55 Black Dog SCM19.00 L’ appartamento SCU19.05 15 minuti - Follia omi-

cida a New York SCH19.10 Le donne

del 6° piano SCP19.20 Qualunquemente SCC19.20 Anche se è amore

non si vede SC119.25 Carjacked - La strada

della paura SCM19.30 Magic Silver SCF21.00 Un genio

in pannolino SCF21.00 Another Happy

Day SCU21.00 Innamorato

pazzo SCC

21.00 Dal tramonto all’ alba SCM

21.00 Il buongiorno del mattino SCP

21.10 Prima tv La notte non aspetta 2 - Stradeviolente SC1

21.10 Easy Girl SCH22.40 Spy Kids - Missione

3D Game Over SCF22.50 Grande, grosso e...

Verdone SCC22.50 Bar Sport SC122.50 13 assassini SCM22.50 John Q. SCH22.55 The Dancer SCP23.05 La mia vita

a Garden State SCU0.05 Pokémon: Fratello

dello spazio SCF

16.30 Calcio, Serie B2012/2013 Posticipo16a giornata Cesena -Spezia (Replica) SP3

16.30 Rugby, Test Match 2012Galles - All Blacks(Replica) SP2

18.15 Calcio, Premier League2012/2013 14a giornataTottenham Hotspur -Liverpool (Repl) SP3

18.15 Motori, GT Academy SP2

19.00 Wrestling, WWE Experience Ep. 22 SP2

21.00 Calcio, Copa Sudameri-cana 2012 Semifinale.Gara di ritorno SanPaolo - UniversidadCatolica (Replica) SP1

21.00 Golf, PGA EuropeanTour 2012 BarclaysSingapore Open: 4agiornata (Replica)SP3

21.00 Basket, NCAA2012/2013 Duke -Ohio State (Repl) SP2

22.30 World Series ofBoxing Gran Bretagna- Italia (Sintesi) SP2

22.45 Calcio, Premier League2012/2013 14a giorna-ta Manchester United- West Ham United(Replica) SP3

23.30 Calcio, Copa Sudame-ricana 2012 Semifinale.Gara andata Tigre -Millonarios Bogotà(Replica) SP1

I film Lo sport

SECONDO TEMPO

ONDA SU ONDA

Riformare la Gasparrio B. punterà al Corriere

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

C’era una volta l’I n te r va l l o,specie in via d’estinzione

UN GREGGE di pecore al pascolo. La piùclassica immagine dell’I n t e r va l l o

di Loris Mazzetti

Èscattato un altro allarme, datutti ignorato, su pluralismo e

democrazia. Dal primo gennaio2013 la legge Gasparri produrrà l’ul -timo effetto: cadrà per Berlusconi ildivieto di incrocio tra tv e giornali, ilvia libera per comprare azioni Rcs.L’inizio della scalata verso il fruttoproibito: il Corriere della Sera. Rcs è inprofonda crisi economica: nel se-condo trimestre del 2012 il Gruppoha subito una perdita di 400 milionidi euro, si parla di un aumento dicapitale di circa 300, sufficienti atamponare momentaneamente, neservirebbero minimo il doppio. L’u-nico, tra i grandi imprenditori, chedispone di tanti contanti, nonostan-te l’andamento non proprio brillan-te delle sue aziende, è Berlusconi,che all’interno del Gruppo Rcs harapporti molto solidi con GiuseppeRotelli (capo dell’impero sanitarioSan Donato, il salvatore del San Raf-faele), che detiene oltre il 16% del-l’azioni, ed è disponibile a cederequote all’amico Silvio. Rotelli non èl’unico che ne gradirebbe l’arrivo. Ilvero ostacolo rimane De Bortoli,inamovibile fino al 2014 dalla dire-zione del Co r r i e re , la cui scadenzacoincide con quella del patto di sin-dacato. Monti può porre fine all’al -larme con un semplice ddl, come fe-ce Berlusconi nella primavera 2011

spostando di un anno la scadenzaprevista nella Gasparri (sarebbe sta-ta clamorosa la sua entrata in Rcs dapresidente del Consiglio), prolo-gando “il divieto d’incroci tra settoredella stampa e settore televisivo”, la-sciando la palla al futuro governo.

DURANTE le Primarie del centrosi-nistra, oltre a quello della riformadella Gasparri, sono stati diversi gliargomenti non affrontati. Savianoha denunciato che non si è parlato dilotta alla criminalità e del conflittod’interessi si è solo accennato. D’A-lema quando era a capo del governoci ha spiegato che Mediaset è una ri-sorsa del Paese, il Pd, scegliendo Skye non il servizio pubblico per il pri-mo confronto tv, ci ha fatto capireche anche la tv di Murdoch è un benenazionale. E la Rai? Oggi, nonostan-te l’arrivo al vertice di due personeper bene come Tarantola e Gubitosi,l’azienda è ancora in mano agli uo-mini di Berlusconi, che l’hanno por-tata al disastro economico e qualita-tivo, come lo stesso dg ha denuncia-to. Le nuove nomine, soprattuttoquella del Tg1, hanno ancora il sa-pore di equilibrismi politici: esiste lavolontà di cambiare qualche cosa? Alballottaggio andrò a votare solo se icontendenti si impegneranno a farela lotta alle mafie, a cambiare la leggeGasparri e a risolvere una volta pertutte il conflitto d’interessi.

di Nanni Delbecchi

Tutto torna in tv, a parte i conti. Tor-na Gianni Minoli (anche due volte

al giorno, in contemporanea, come ierimattina su Raiuno e Raitre), torna ognimartedì Ballarò (ma se ne era mai anda-to?), torna Santoro e torna Formigli, tor-nano Emilio Fede e Marco Columbro, suVero Tv. Anche chi al mondo non c’èpiù, in televisione continua a esserci e an-zi, a giudicare dai vari programmi a basedi spezzoni d’archivio, verrebbe da con-cludere che in tv i morti vivono megliodei vivi. C’è una sola cosa che in tv si èestinta nel nulla, come le lucciole paso-liniane: l’Intervallo. I più giovani, quellivenuti su con Internet e che il video insalotto lo guardano di sufficiente sfug-gita, è probabile che nemmeno sappianocos’è l’Intervallo. Eppure ha vissuto fastigloriosi, e, a dispetto del nome, tutt’altroche transitori. L’Intervallo non era unprogramma propriamente detto, ma ciòche andava in onda tra una trasmissionee l’altra (per esempio, tra un’intervista diGiovanni Minoli e un’intervista a Gio-vanni Minoli). Capitava sovente che cifossero buchi nei palinsesti di RaiUno e

RaiDue (le sole reti attive); e allora erastato approntato questo non luogo tele-visivo che tuttavia aveva un’identità benprecisa.Rigorosamente in bianco e nero, i primiintervalli riprendevano a telecamera fis-sa un gregge di pecore al pascolo, mentreal centro dell’inquadratura campeggiavauna magrittiana scritta a caratteri cubi-tali. INTERVALLO, appunto. Poi, forseperché questi primi esperimenti furonoritenuti troppo movimentati, si passò alfermo immagine; alle diapositive, sem-pre in bianco e nero, raffiguranti vedute ebellezze d’Italia, accompagnate quasisempre dalla Pa ss a ca g l i a di Haendel persola arpa. Come si vede, tutto all'insegnadi un minimalismo vertiginoso.

MA A PARTIRE dagli anni Ottanta, nellatelevisione italiana tutto cambia, e tuttoaumenta a dismisura. Un'esondazionesistematica di conduttori, ospiti, studi,fasce orarie, repliche, canali, piattaformeche continua ancora adesso. Se la mate-matica non è un'opinione, in teoriaavrebbero dovuto moltiplicarsi a dismi-sura anche gli intervalli.E invece no. Proprio da allora l'Intervallo

comincia a diradarsi, fino a sparire unaventina di anni fa. Punto dalla nostalgia,ho provato ad appostarmi davanti al vi-deo a notte fonda e alle prime luci del-l'alba, tra i più remoti anfratti del palin-sesto. Ho fatto zapping tra le cinquine si-cure dei cartomanti, le televendite delcenterbe contro l'impotenza e la tomba diPadre Pio in cerca di un accordo d'arpa, loscorcio di una piazza, il belato di unagnello. Insomma, di un Intervallo.Niente da fare. Finché mi sono messo ilcuore in pace, e credo di avere capito an-che il perché. L'Intervallo non può tor-nare in tv semplicemente perché non esi-ste più nemmeno fuori dalla tv. In fami-glia, in ufficio, in rete o nel weekend èperfettamente inutile cercare un nanose-condo di pausa, un attimo di vuoto. Per-fino al cinema siamo tutti stipati uno ac-canto all’altro e quanto prima anche lepecore si iscriveranno su Facebook, altroche passacaglia di Haendel. Se poi per ca-so il vuoto si verifica, tutti ci precipitiamoa stroncarlo sul nascere, come un peri-coloso virus . Così ormai mi sono rasse-gnato: l'unica cosa sopravvissuta dell'In-tervallo (non saprei dire ancora perquanto) è la sua nostalgia.

Gli ascoltidi martedì

LE MILLE E UNA NOTTEspettatori 6,1 mln share 21, 33%STRISCIA LA NOTIZIAspettatori 6 mln share 23%

BA L L A R Òspettatori 4 mln share 15, 3%PORTA A PORTAspettatori 2,3 mln share 21,85%

17il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2

di Alfredo Faieta

Google paga le tasse in misura ade-guata a quelle che sono le sue at-

tività e i suoi profitti nei vari Paesi do-ve opera? A questa domanda che datempo aleggia tra le amministrazionifinanziarie in mezza Europa – Inghil -terra, Francia, e per l’appunto Italia – ilgoverno italiano ieri ha dato una pri-ma importante risposta in commissio-ne finanze della Camera per mano delsottosegretario all’Economia VieriCeriani. Ed è piuttosto eclatante: se-condo una verifica fiscale del nucleotributario di Milano della Guardia diFinanza iniziata nel maggio 2007,Google Italy sarebbe un grande eva-sore. La consociata italiana del gruppoche ha sede in California a MountainView non avrebbe, infatti, dichiaratoimponibili per 240 milioni di euro enon avrebbe versato 96 milioni di Ivasulle prestazioni rese relativamente alquinquennio di attività 2002 – 2006.Quest’indagine fiscale era nata da unainiziativa della procura della Repub-blica di Milano alla ricerca di profili

penali di presunta frode fiscale, ma almomento non ci sono notizie in talsenso.

CO M’È stato possibile far sparire dallapropria dichiarazione dei redditi unacifra così rilevante? Il trucco, se di gio-co da prestigiatore si può parlare, eraed è tutt’ora quello di far figurare lasocietà italiana come una mera presta-trice di attività preparatorie e ausiliarialla stipula dei succosi contratti pub-blicitari online, che significano per l’a-zienda 550 milioni di euro di ricavi so-lo nel 2011 con la previsione di arrivarea 700 milioni nel 2012. Cifre molto im-portanti, che ha evidenziato anche l’o-norevole del Pd Stefano Graziano chenon più tardi di una settimana fa avevaprodotto in commissione finanze dellaCamera l’interrogazione cui ha rispo-sto ieri il dicastero guidato da VittorioGrilli.In sostanza Google Italy non sarebbestata più che una sorta di agente dicommercio – un rappresentante – chesi limitava a mettere sotto il naso del-l’investitore pubblicitario di turno un

bel contrattino già redatto negli StatiUniti e poi in Irlanda e per poi inviaretutto alle società con sede in questi Pae-si. E come ogni buon agente prendevaper queste attività delle provvigioni, inforza di un contratto denominato di“marketing and service agreement”con la consorella Google Irland e pri-ma Google inc. Al fisco italiano la so-cietà avrebbe quindi pagato le tasse so-lo su quelle provvigioni e non su tutto ilvolume d’attività. Ma la GdF ha rilvatonell’indagine che “l’organizzazione deimezzi, di concerto con le risorse uma-

ne impiegate sul territorio italiano, èstata idonea, prodromica e finalizzataalla produzione dell’intero reddito svi-luppato in Italia attraverso la stipuladei contratti con i clienti italiani”. Al-tro che semplice agente, insomma.Google Italy è una stabile organizza-zione con sede e continuità lavorativaben solide.

DAL CANTO SUO, la società ha affer-mato che “Google rispetta le leggi fi-scali in tutti i Paesi in cui opera” e quin-di anche la legge italiana, aprendosi nelcontempo a una collaborazione con leautorità locali. Resta ancora inevaso, enella risposta del ministero al quesitodi Graziano è ben evidenziata, l’ogget -tiva difficoltà di controllare societàtransnazionali di livello mondiale dellaportata di Google, almeno “attraversole logiche tradizionali del controllo”

come si legge nel testo. Un passaggioattribuito all’Agenzia delle entrate, do-ve finirà l’accertamento con la societàamericana. che avrebbe trovato il pro-prio tesoro in Irlanda, dove la legisla-zione fiscale è molto favorevole alle so-cietà e dove i controlli sempre più la-schi, visto che lì Google dal 2010 nonha più neanche l’obbligo di presentareun bilancio lì. Un bel problema, datoche il Paese diventa così un ventre mol-le nell’Unione europea. Lo scorso 26novembre è partita un’altra verifica,definita “non prevista” a Google e pro-babilmente tra qualche tempo se ne sa-prà di più. Nel contempo, così come stasuccedendo in Francia e Inghilterradov’è scoppiata la polemica, anche al-tre società del settore tech e e-commer-ce (Amazon e Apple) sono e sarannooggetto di verifiche fiscali. L’insosteni -bile leggerezza (fiscale) dell’internet.

TWITTER DIXIT

“Carla Bruni, delle donne non capisci niente”

Bufale contagiose

I CINESI CI CREDONO: L’UOMO PIÙ SEXY 2012 È KIM JONG UNIl Quotidiano del popolo cinese, organo ufficiale del partito comunista,casca nella presa in giro della rivista satirica americana The Onion epubblica sul proprio sito, con grande enfasi, la storia del leadernordcoreano Kim Jong-un eletto (per finta) dalla rivista Usa “l’uomopiù sexy dell’a n n o”. Poi scopre la bufala e toglie l’incredibile scoop

SECONDO TEMPO

Carla Bruni si confessa a“Vo u g u e” e dice che le don-ne oggi possono fare a menodel femminismo. Le reazionidel web.

# C H È R EC A R L A B R U N I ilfemminismo serve perchéi dati dicono che, fra me ele mie amiche, una subiràla violenza di un maschioche non sa elaborare unn o.

@Lucilla1982IL FEMMINISMO nonservirà a te, ma a quelleche non hanno santi inparadiso e tanti soldoni inbanca serve eccome.

@uagdc# C H E R EC A R L A B R U N Igià mi stavi odiosa x letue pseudocanzoni ora timanderei nell' orto della# fo r n e ro.

@ ra g g i d i l u ceABBIAMO bisogno delfemminismo perché soloin Italia quest'anno sonogiá state uccise 103 don-ne!

@ b ca m p a n e rNON È PIÙ necessario ilfemminismo? Dillo adogni donna che cerca la-voro e che viene scartataproprio perchè donna!

@ s u p e rd o p a f l y

TU NON AVRAI bisognodel femminismo ma ledonne non hanno bisognodi te come opinion leader.

@AliaNemiQ UA N D O non si ha nien-te da dire è meglio tacere

@ Lo l i cc h i aIL FEMMINISMO s e r veancora se in Italia non ab-biamo mai avuto una don-na Presidente del Consi-glio nè della Repubblica.

@ LCe cco n iNON MI aspetto che unadonna come te capisca ledifficoltà reali delle donneal giorno d'oggi.

Cl a G o n n e l l i

#MONTI che promuove il suo libro da #fazio conla sua coautrice non può non perplimermi

@ p u p o g h i n a zz iB E R SA N I corteggia Nichi Vendola. Che detta così,suscita pensieri raccapriccianti.

@ s ta n za s e l va g g i aSA P E VAT E che Fabrizio Frizzi è uno spettatorestorico dello Zecchino d'Oro ? #zecchinodoro# ze cc h i n o 5 5

@ ze cc h i n o d o roIL VERO cambiamento è: chissenefrega dello ha-shtag. Ma capisco sia troppo per noi popoloditwit-ter conservatori.

@ l u ca s o f r i

di Francesco Maesano

FEDERICA SALSI NON ESISTE PIÙ. Almeno non nella listadegli eletti in tutte le competizioni elettorali per il movimen-to 5 stelle comparsa ieri sul blog Beppegrillo.it. La spiega-zione ufficiale rimanda ad un problema tecnico ma i com-pagni della Salsi a Bologna hanno più di un sospetto che sisia trattato di una esclusione intenzionale. Un’amica dellaconsigliera le ha pubblicato un post sulla ba-checa di Facebook chiedendole: “Ciao Federi-ca, come la vedi questa svolta fascista di Gril-locasaleggio? Non risulta preoccupante lavo-rare e sostenere un movimento ormai mo-struoso e fuori controllo e contro ogni logicad e m o c ra t i c a? ”.Che si tratti di errore tecnico o di decisione pre-sa, è evidente da qualche settimana ormai losforzo di Grillo nel censurare, non solo le po-sizioni critiche all’interno del movimento 5stelle tipo quelle di Federica Salsi e Giovanni

Favia, ma anche gli endorse-ment poco “co n s o n i ” ad unpartito accreditato ormaistabilmente del 20% deiconsensi. A farne le spese èstata ieri Flavia Vento. Il co-mico genovese, nel tentati-

vo di liberarsi dell’appoggio, evidentemente non gradito,della showgirl romana, ne ha bloccato il contatto, impeden-dole così di visualizzare i tweet al vetriolo contro tecnici,politici e resto del mondo emessi dal suo account. “Io tuttacarina tifo per Grillo, lo difendo perchè mi piace quello che faper la gente e poi mi ritrovo che mi ha bloccata manco fossito p o? ” è stata la reazione della Vento.In difesa di Grillo bisogna riconoscere che i cinguettii della

Vento hanno spesso un che di immaginifico:“Guardiana prepara il cavallo alato devo andareda Zeus sono arrabbiata nera fulmini saette”twittava ieri dopo aver appreso della cancel-lazione. A dar man forte alla showgirl una va-langa di messaggi, alcuni scherzosi, altri stupitidalla decisione del comico. E sospinta da tantoconsenso di popolo, anche Flavia, nel pome-riggio, ha deciso di issarsi sul suo predellino:“Bene con questo ho deciso fondo un mio par-tito, non difenderò mai più nessun politico, larivoluzione deve avvenire, per le zucchette!”.

Cinguettii al Vento:Grillo si nega a Flavia

Mappe: Applesilura il capo

EDDY CUE, che il mesescorso ha preso il controllodel software di Maps dellaApple, ha silurato RichardWilliamson, il manager rite-nuto responsabile del “m a p-

p e - ga te ”. Si tratta del pastic-cio delle mappe sballate, incui la casa di Cupertino èin-corsa, dopo il divorzio daGoogle, in occasione del lan-cio dell'iPhone 5. William-

son avrebbe pagato care leproprie responsabilità nellarealizzazione del sistema in-tegrato (male) dell'ultimaversione smartphone di Cu-pertino. Tim Cook aveva do-

vuto chiedere pubblicamen-te scusa ai suoi clienti per idisagi che la cattiva applica-zione delle nuove mappeaveva causato loro sull'IPho-ne 5 e sull'iPad.

TASSE NON PAGATE

La procura di Milano ha disposto il sequestroper il reato di ricettazione nei confronti della

“edicola digitale” Avaxhome, un portale di con-divisione che pubblicava giornali, libri e fumetti.L’inchiesta è nata da una segnalazione della Mon-dadori, che il 12 giugno scorso ha presentato unadenuncia contro il sito che pubblicava giornali sen-za però riconoscere i diritti d’autore. Il pm di Mi-lano Esposito, che ha richiesto il sequestro, scriveche la presenza di banner pubblicitari determinavauna violazione a scopo di lucro. Il legale del pro-vider Fulvio Sarzana ricorda infatti che è è la primavolta che si ipotizza il reato di ricettazione per lariproduzione di articoli sul web, e non solo quellodi violazione del diritto d’autore. I gestori del sitodevono essere ancora identificati nell’ambito delleindagini condotte dalla polizia postale.

R I C E T TA Z I O N E : chiusal’edicola online

IL QUARTIERgenerale della multina-zionale a MountainView, California La Pre ss e

L’I N DAG I N E

Mountain View

non avrebbe dichiarato

imponibili per 240 milioni

di euro e e ne mancano

96 di Iva. L’azienda:

“Noi rispettiamo la legge”

L’Italia a Google:“Dove sono i soldi?”

18 GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 il Fatto Quotidiano

È in libreria “Antonio Ingroia - Ios o” di Giuseppe Lo Bianco eSandra Rizza per Chiarelettere. Illibro racconta il ventennioberlusconiano con una lungaintervista all’ex procuratoreaggiunto di Palermo, oggicoordinatore in Guatemaladell’unità di investigazionecontro il narcotraffico delleNazioni Unite. Ne pubblichiamoun breve stralcio.

di Giuseppe Lo Biancoe Sandra Rizza

Sul fronte dell’odore deisoldi, insomma, nono-stante un lungo lavorodi indagine, fino a oggi

la Procura di Palermo non hatrovato riscontri all’ipotesi diriciclaggio dei capitali mafiosinell’impero Fininvest. Eppureora si apre un nuovo scenario

investigativo: Berlusconi, purnon essendo formalmente in-dagato, è coinvolto nell’inchie -sta sulla trattativa mafia-Statoperché la Procura di Palermoipotizza che nel 1994, da presi-dente del Consiglio, avrebbe ac-cettato un vero e proprio pattodi convivenza con Cosa nostra,garantendo ai boss un atteggia-mento di massima tolleranza.Sappiamo che nelle riunionidella Dda si è a lungo discussosulla possibilità di iscrivere Ber-lusconi nel registro degli inda-gati nell’ambito dell’inchiestasulla trattativa. La decisione dinon esercitare l’azione penalenon inficia comunque la rico-struzione giudiziaria secondocui, sullo sfondo della “copertu -ra” politica offerta ai mafiosi(attraverso la mediazione diDell’Utri), c’è il sospetto di unrapporto “storico” tra Berlusco-ni e Cosa nostra.

Co s ’è accaduto esattamente nel’94 ?La nostra ipotesi è che Berlusco-ni, nel suo ruolo di presidentedel Consiglio, nel ’94 accetta laproposta che gli fa Dell’Utri perchiudere la trattativa, accettacioè le richieste del boss Bernar-do Provenzano e sigla un pattodi “non belligeranza” con Cosanostra. È la terza parte della trat-tativa, iniziata nel ’92 con il ge-nerale Mori, poi avallata nel ’93dai massimi esponenti istitu-zionali come Scalfaro, Mancinoe Conso, e nel ’94 infine consa-crata con la decisione di Berlu-sconi che acconsente a offrire lasua copertura politica: nientepiù guerra a Cosa nostra. Daquesto momento in poi, l’orga -nizzazione criminale non puòche ricavare numerosi vantaggidalla mitezza dello Stato nell’a-zione di contrasto alla mafia. Ilriscontro di questo accordo è

di Caterina Soffici

Non ne hanno trovato unoabbastanza bravo in Gran

Bretagna? Se lo sono andati aprendere in Canada. Sono an-dati a prendere quello che tuttigli analisti e i commentatorieconomici considerano il ban-chiere centrale più bravo delmondo. Ecco come è stato no-minato Mark Carney, il primostraniero che sarà governatoredella Bank of England. Scanda-lo? No, anzi. Meglio uno stra-niero competente e pulito,piuttosto che i due banchieri lo-cali troppo vicini (non invi-schiati, badate bene) ai recentiscandali del Libor, il tasso disconto che le banche taroccava-no per guadagnare di più e fre-gare i clienti. Erano lì, LordTurner a capo del FinancialServices Authority e Paul Tuc-ker vice della Bank of England,e non hanno visto niente? Pos-sibile, ma peggio per loro, do-vevano guardare meglio.

VE LO IMMAGINATE uno stra-niero alla guida della Banca d’I-talia? Levate di scudi in difesadell’italianità, per coprire le so-lite manovre del Palazzo roma-no che si sono viste anche in oc-casione della nomina dell’ulti -mo governatore. Un gioco di in-castri, di caselle e il solito ma-nuale Cencelli delle spartizioni,che hanno rischiato anche di farsaltare accordi internazionali.Invece con questa mossa il go-verno Cameron, che non è certouno stinco di santo ed è spesso alcentro di polemiche perché legrandi banche sono tra i finan-ziatori principali del partitoconservatore, ha voluto dareuna bella ripulita all’immagine,perché le dimissioni dei verticiBarclays non bastavano.Ecco quindi la nomina di ungiovane, fuori dagli schemi, cheha spiazzato prima di tutti i ca-poccioni della City. Non cheCarney sia un outsider del siste-

ma. Viene da anni in GoldmanSachs, ha lavorato a Londra, hauna moglie inglese, è imparen-tato con famiglie della nobiltàbritannica (tendenza un po’ li -beral chic). Ma tant’è. Ha 47 an-ni e dalla sua parte ha diversimeriti. Meriti, questa la parolachiave, assieme ad altre che so-no capacità personali, autore-volezza internazionale e presti-gio personale. Il merito princi-pale è quello di aver tenuto fuori

il Canada dalla bufera finanzia-ria del 2008. Gli esperti sui gior-nali specializzati hanno spiega-to come ha fatto (chi fosse in-teressato ai dettagli tecnici si va-da a leggere il Ws j , Eco n o m i s t eFinancial Times). A noi profanibasta capire che il suo metodo èstato di rigore e di indipendenzadalle banche. E infatti il Canadaè stato il primo paese a rialzarela testa e i tassi dopo la crisi diLehman Brothers. Carney è unbanchiere che bacchetta i ban-chieri, e chiede regole. È un fis-sato della regolamentazione delsistema finanziario e su questo

l’anno scorso ha litigato con Ja-mie Dimon, capo di JpMor-gan). Dimon rivendicava mag-giore indipendenza e se la pren-deva contro l’invasività delle re-gole che affossano il mercato. ECarney ribatteva che c’è un li-mite alla presa in giro dei mer-cati, anche per i banchieri irre-sponsabili.Insomma, è stato chiamato pro-prio perché è un tipo così. Tral’altro sua moglie è la vicepre-sidente di un pensatoio am-bientalista di sinistra e solo lasettimana scorsa ha scritto unarticolo dove sosteneva la ne-cessità di ridistribuire la ric-chezza e strizzava l’occhio alleragioni di Occupy Wall Streetcontro i visibili eccessi dello 0,1per cento.

QUALCOSA di simile è successoanche con la Bbc. Scossa dallatempesta sui pedofili, con di-missioni a raffica e il fango alambire prestigiosi programmicome N ews n i g h t , la Zietta ha da-to un colpo di reni e in una notteè stato nominato l’uomo mi-gliore per risanare la tv pubblicae rilanciare l’immagine: il nuo-vo direttore generale Lord TonyHall ha un curriculum da farpaura e ha risanato i conti dellaRoyal Opera House nonché ri-lanciato la sua immagine.Hanno fatto delle cose e sonostati premiati. Probabilmentefaranno bene anche nei nuoviincarichi. E comunque sceltemigliori non potevano esserefatte, anche a detta dei detrattorie degli avversare politici.Scenari surreali per noi pove-retti, abituati al nostro poveroPaese, dove tutto si concorda esi patteggia, dove ogni nomina èun favore a qualcuno e un pri-vilegio per chi la ottiene. Un pri-vilegiato quando mai potrà ave-re la libertà di uno scelto per isuoi meriti? Mai, perché sa chedeve tutto al suo padrino che lìce l’ha messo.

Twitter: @caterinasoffici

di Gianni Barbacetto

n LA LETTERA, di nove pagine, è datata 26 no-vembre 2012 ed è firmata dal capo messo lì dallanuova proprietà del San Raffaele, il gruppo Rotelli.Non usa mezzi termini, il nuovo amministratoredelegato Nicola Bedin: “Il San Raffaele si trova inuna situazione di rilevante perdita di caratterestrutturale, aggravata dai recenti e sopravvenutiprovvedimenti nazionali e regionali relativi anchealla cosiddetta spending review”. Prognosi riser-vata per l'ospedale fondato da don Verzé? Nellalettera le cifre sono pesanti: 65 milioni di perditenel 2011, 28 milioni nel periodo gennaio-maggio2012, a cui si aggiungono ulteriori perdite nel pe-riodo giugno-settembre.Cura prevista? Tagli. Riduzione del 10 per centodelle retribuzioni. Se i sindacati non ci stanno, l'al-ternativa minacciata è il licenziamento collettivo.Reazioni? Proteste diffuse di chi al San Raffaelelavora. E due infermiere salite ieri per protesta sultetto dell'ospedale.Nella sua lettera, Bedin sostiene che “l ' i n ge n telavoro per il risanamento dell'ospedale è comin-ciato subito”: riduzione dei costi, tra cui quelli peril personale amministrativo, già tagliati del 20 percento. Bisogna rimpicciolire gli stipendi, dicel'amministratore delegato, per evitare di licenzia-re. Ma poi, a pagina 8, i licenziamenti, pudica-mente dimenticati nelle pagine precedenti, ri-compaiono: “In data 31 ottobre 2012 è stata av-viata la procedura di licenziamento collettivo per244 dipendenti”.

La parte migliore della lettera del Grande Risa-natore è però la pagina 3. Al secondo capitolodella sua esposizione, il titoletto recita: “Impos -sibilità di agire efficacemente e sufficientementesui ricevi”. Dopo aver esposto le perdite, “è chiaroche il primo obiettivo sarebbe quello di agire suiricavi. Ma anche a questo riguardo la situazione èn e ga t i va ”. Infatti “non sono ipotizzabili incremen-ti”, perché i soldi al San Raffaele (come a tutta lasanità privata) arrivano prevalentemente dal Ser-vizio sanitario nazionale, cioè sono soldi pubblici,oggi soggetti a tagli e non certo a incrementi.

n I SOLDI che arrivano dai privati (pochi) sonocalati del 20 per cento; quelli che arrivano dalpubblico (tanti) devono essere tagliati. “Sonostate decurtate”, scrive Bedin, “le cosiddettemaggiorazioni tariffarie riconosciute all'ospedaleed è prevista la riduzione anche dei ricavi deri-vanti dalle cosiddette funzioni non tariffabili”. Ca-pito? È finita l'era Daccò, cari miei, dice l'ammi-nistratore delegato. Ed è tramontato per sempreanche il metodo don Verzè. Il presidente della Re-gione Lombardia Roberto Formigoni, in una mi-rabile lettera del 2001 al fondatore del San Raf-faele, elencava tutti i privilegi (“maggiorazioni ta-r i f fa r i e ”) riconosciuti al suo ospedale. E il faccen-diere Pierangelo Daccò, un mago a far lievitare le“funzioni non tariffabili”, non faceva il lobbistasoltanto per la Fondazione Maugeri, ma ancheper il San Raffaele. La festa è finita. Basta vacanzedi gruppo. Peccato che ora a pagare siano i di-pendenti, i medici, gli infermieri, i lavoratori.

Il partito cheserviva alla mafia

L’A N T I C I PA Z I O N E

SECONDO TEMPO

San Raffaele, s e n zaDa cc ò la festa è finita

NORDISTI

Una nomina all’ingleseBANK OF ENGLAND

contenuto nella legislazione na-zionale che da quel momentoappare coerentemente orienta-ta a favorire costantemente gliinteressi mafiosi. La trattativa,come patto di massima, si chiu-de nel ’94. Quello siglato da Ber-lusconi è un patto di tregua, dinon belligeranza, non si svilup-pa come il “papello” di Totò Rii-na con dei punti specifici. È unadichiarazione di disponibilitàda parte dello Stato ad accoglie-re vie d’uscita pacifiche per ri-solvere la questione mafia. Cisono molte trattative incom-piute da allora. Il mancato ar-resto nel ’95 di Provenzano èuna delle cambiali di questopatto. Noi, con la nostra rico-struzione, arriviamo fino al ’96.Ma la nostra è un’indagine an-cora aperta, che si arricchiscecontinuamente di elementi.Non solo Rapisarda e Di Carlo,ma anche i collaboratori Penni-no e Cannella parlano di un rein-vestimento di denaro sporco daparte di Dell’Utri, nel periodoche va dal 1975 in poi (con rife-rimento, in astratto, sia al grup-po Berlusconi sia a quello facen-te capo a Rapisarda). Ma la pri-

ma sentenza d’appello su Del-l’Utri, affrontando il capitolodelle holding di Berlusconi eanalizzando le dichiarazioni deiquattro pentiti, ha concluso chedal ’75 in poi non risultano ac-quisiti “riscontri specifici” sulriciclaggio. Dopo l’a n n u l l a m e n todella Cassazione, la Procura diPalermo riaprirà le indagini sulleholding berlusconiane, analiz-zando nuovamente il capitolo diun Dell’Utri possibile riciclatoreper conto di Cosa nostra nellesocietà berlusconiane?Non c’è prova che Dell’Utri ab-bia riciclato soldi per conto diCosa nostra. Ma risulta dal pro-cesso Dell’Utri che Berlusconi

fu a lungo incerto se scendere inpolitica o meno, e che, a frontedelle indicazioni contrarie allasua discesa in campo da partedei suoi consiglieri più autore-voli, il Cavaliere scelse la stradache gli indicò Dell’Utri. Sicco-me Dell’Utri non era a queltempo né un politico né uno chesi era occupato di politica, né ri-sulta che non fu per valutazionisquisitamente politiche che sideterminò il risultato della “di -scesa in campo” di Berlusconi,ma per il ruolo che Dell’Utriaveva all’interno di Cosa nostra.Evidentemente Dell’Utri hamantenuto negli anni argo-menti persuasivi nei confrontidi Berlusconi. Quali siano stati,non si è mai definitivamente ac-certato nella logica giudiziaria.Né Berlusconi, rifiutandosi dirispondere alle nostre doman-de, lo ha voluto chiarire.Berlusconi era a conoscenza, sindall’inizio, dell’idea di costituireil nuovo partito?No; anzi, dalla testimonianza diEzio Cartotto risulta proprio ilcontrario. Quindi è escluso cheDell’Utri all’inizio agisse sumandato di Berlusconi. Ora, ladomanda è: considerato chenon era un politico e che nonaveva mai fatto politica, Dell’U-tri per conto di chi agiva, se nonsu mandato di Cosa nostra? Lanostra ipotesi è che Dell’Utristava costruendo i presuppostiaffinché nascesse questo nuovopartito, come nuovo punto diriferimento per Cosa nostra,per il quale poi convinse Berlu-sconi a scendere in campo. Latesi della procura, confermatadai giudici di primo grado, nonconfermata dalla sentenza d’ap -pello recentemente annullata, èche quest’accordo (Forza Italiacome punto di riferimento diCosa nostra, così come emergedalle dichiarazioni dei collabo-ratori Brusca, Giuffrè e Spatuz-za) viene di fatto stipulato, enon può essere stipulato all’in -saputa di Berlusconi.

DISCESA IN CAMPO

Nel libro “Io so”, l’ex

procuratore aggiunto di

Palermo Ingroia racconta

20 anni di Berlusconi

a partire dal presunto

patto con Cosa Nostra

G OV E R NAT O R E

Mark Carney,

canadese, è stato

preferito ai due

banchieri locali troppo

vicini agli scandali

sul tasso di sconto

Un bacio tra Berlusconi e Dell’Utri, nel 2007.Sotto, Mark Carney Ansa / LaPresse

ANTONIO INGROIA- IO SOdi Giuseppe Lo Bianco e SandraRizza 156 pagine; Chiarelettere;12,90 ¤

19il Fatto Quotidiano GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2 01 2

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

La privatizzazione dellaRai ma prima il pareggio

Nonostante il canone, laRai è sempre più indebita-ta, anche a causa di un for-te calo delle entrate pub-blicitarie. Molti ritengonoutile arrivare ad una pri-vatizzazione della Rai, an-che considerato il fattoche in questo modo ciguadagnerebbero non so-lo le casse dello Stato maanche la libertà di stampa,il pluralismo dell' infor-mazione e la professiona-lità dei giornalisti Rai chefinalmente dovrebbero ri-spondere a un editore enon ai partiti. Del resto lostesso Antonio Catricalà,per molti anni presidentedell’Autorità Antitrust edoggi sottosegretario allapresidenza del consiglionel governo Monti, è favo-revole alla privatizzazionedella Rai, aggiungendoperò che ora "non c'è tem-po". Però è anche vero cheun privato metterebbesoldi in un'azienda così,che fatica a reggere la con-correnza degli altri opera-tori solo se volesse fare uninvestimento politico. LaRai è stata affidata da po-chi mesi al direttore gene-rale Luigi Gubitosi e allapresidente Anna MariaTarantola, che si sono im-pegnati a raggiungere ilpareggio di bilancio neiprossimi tre anni. Ok, la-sciamoli lavorare. Poi, seriusciranno nel loro in-tento, ci si potrà realistica-mente porre l'obiettivo diprivatizzarla.

Mario Pulimanti

Dialogo tra lettori:sui soldi delle primarie

Nessuno obbliga ad anda-re a votare alle primarie equindi pagare i 2 euro, senessuno fosse andato avotare, ora Bersani e com-pany, non potrebberospartirsi il maltolto ai vo-tanti.

Domenico M.

Riduciamo la corruzionenon la spesa sanitaria

Ancora ieri il Presidentedel Consiglio è tornatosull'esigenza di rivedere laspesa pubblica, questavolta in tema di Sanità, di-cendo che da qui a un

prossimo futuro lo Statonon potrà garantire il li-vello di assistenza attuale.Come al solito negli ultimitempi, l'unica soluzioneche viene considerata è ditagli, adducendo comemotivazione gli sprechi,endemici in un sistemapubblico, ventilando una"integrazione" del Servi-zio Sanitario Naz. con altrisistemi, facendo confu-sione con "sostituzione",dato che l'intento nonsembra di arricchire il si-stema ma di ridurlo. Pos-sibile che non si riesca adaffrontare questo e altrigrandi problemi della ge-stione pubblica, partendonon dai costi finali dei ser-vizi ma dai costi all'origi-ne?

Angelo Testa

La politica italiana e lecase senza padrone

La politica, e in particolarequella italiana, ha rotto gliargini del suo navigare,presentando la sua nuovapochezza nel pretenderela normalità a comporta-menti impensabili solopochi decenni prima. Sia-mo stati tutti testimoni dicomportamenti disinvoltidi primi ministri che pre-tendono ed esigono digiustificare tutto e il con-trario di tutto, con l' asso-luta certezza che al massi-mo se ne parlerà per ungiorno. Essere altresì certidella propria "forza” di ca-

povolgere il "già detto" uf-ficiale con le nuove frasimai sentite prima di ora "Non mi avete capito, vole-vo dire esattamente il con-trario di quello che avetescritto”. Oppure "Se sco-pro chi mi ha pagato la ca-sa a mia insaputa.." Chetutti i segretari e dirigentidi partiti, si sono accorti equindi offesi della stradache prendevano, anchequesta volta a loro insapu-ta, i fondi foraggiati inmodo poco onesto, ma si-curamente legale. Per nonparlare della ventennaleconvivenza con la corru-zione e la ormai insoppor-tabilità di esagerati sti-pendi elargiti alla castasenza il minimo criteriomeritocratico.

Marco G.

Tra ricchi è troppo facileesaltarsi per Monti

Ma come fa il Casini pape-ron dei paperoni a esaltarecosi amorevolmenteMonti? Quello che mi di-spiace e che la gente lo ap-plaude esibendo un car-tello con scritto “Montia-no”. Che andassero a chie-dere ad un pensionato cheprende 400 euro al mesecosa pensa di quello chedice il Pier FerdinandoCasini. Se questo parla-mentare andasse a lavora-re in campagna capirebbecosa significa morire di fa-me per colpa di Monti.

Valentino Castriota

Lo Stato che tuttochiede e nulla da

Non ci si chiede mai seria-mente perchè l'Italia, perquanto riguarda le tasse,sia un evadificio specializ-zato, o meglio, rassegnato(ebbene sì, rassegnato adevadere!). Se lo Stato nondà (o dà molto poco e inmodo diseguale) comepuò pretendere di riceve-re dai cittadini a cui chie-de, e di ricevere molto? Laquerelle è ormai ammuf-fita, ma puntualmente inostri grandi esperti ditasse varano misure concui si dovrebbe cambiarepagina in quattro e quat-

tr'otto. Non hanno il co-raggio, o non sono capaci,di andare alla radice, co-minciando con il creareuno Stato che funzioni.Come mai in Danimarcasono (quasi) contenti i pa-gare le tasse? Perchè lag-giù c'è un rapporto citta-dino/istituzioni ben di-verso dal nostro. Noi sia-mo alla contrapposizionemedievale istituzio-ni/sudditi. E allora i sud-diti si ribellano, per so-pravvivere, soprattutto.Invece di vessare la gente,sarebbe meglio aiutarla apagare il dovuto, il giusto,aiutando se stessi a impie-

gare meglio i soldi ricevu-ti. Mi chiedo se accadràmai tutto questo.

Rita De Marco

DIRITTO DI REPLICAChiedo un piccolo spazioperché mi tocca replicaread alcune affermazioni diAldo Busi. Sul Fatto Quo-tidiano di domenica loScrittore si è esibito in unaisterica paginata di insultie falsità a proposito di uninnominato direttore diun “rotocalco” e di unagiornalista del medesimo,che l'aveva intervistato.Quel direttore sono io e il“rotocalco” è il settimana-

le Oggi. Non me la prendoper l'occhiello (“Carogna -te su carta”), poiché ipo-tizzo un vostro attimo didistrazione. Mi astengoanche dal commentare igiudizi del Maestro su dime e sulla collega che hascritto il pezzo, questi ul-timi soprattutto caratte-rizzati da rara volgarità edevidente frutto di misogi-nia. Ma non posso accetta-re che per il nostro lavoroil Divino usi termini come“falso” e “infamante caro-gnata”. Il Sublime dice chel'affermazione riportatanel titolo (“Mi è mancatosolo un figlio”) “non è neltesto”. Nel testo - approva-to dal Genio ma nient'af-fatto “riscritto”da lui, altrabugia - c'è una domanda(“Le è mancato un figlio?”)alla quale lui, invece di ri-battere semplicemente“no”, risponde così: “Negliultimi 15 anni, da quandole mie nipoti sono diven-tate troppo grandi”. Poispiega di aver dovuto “ela -borare un lutto quandol'ultima nipote si è fatta ilmoroso e io sono scom-parso. È stata la fine di unmomento paragenitoria-le. Ho sofferto”. Dicevanoi miei vecchi: se non è zup-pa è pan bagnato. Inoltrel'Immenso a un certo pun-to cita nuovamente un di-rettore “per il quale, parolesue dette a me di persona,giornalismo uguale scan-dalismo”. Non so se si ri-ferisca a me. In ogni caso,quelle parole non gliele homai dette perché non lepenso. Del resto, se avessivoluto fare “scandalismo”mi sarebbe bastato recen-sire come si deve il librodell'Eccelso.

Umberto BrindaniDirettore di Oggi

Molto gentile il Fatto achiedermi di rispondere,ma il diritto di replica com-porta anche lo spreco, inquesto caso, di un tempo dilettura, che mi risparmio, edi un ulteriore autografo,che limito a questo. Vivecordialità.

Aldo Busi

CARO COLOMBO, il presidente della Co-munità ebrea romana, Riccardo Pacifici,ha detto dopo l'aggressione di Campo de’Fiori, che “Roma non è meno pericolosa diTel Aviv” , e il prefetto di Roma si è indi-gnato, proclamando che “Roma è una del-le città più sicure del mondo”. Chi ha ra-gione? Chi ha esagerato?

Vi t to r i o

PER CAPIRE, vediamo chi sono i protago-nisti di questo scontro che non è privo di in-teresse, non solo per coloro che vivono a Ro-ma, ma per il rapporto fra cittadini e auto-rità. Il primo a intervenire è il presidentedella Comunità degli ebrei romani e si rife-risce a un violentissimo attacco subito da ti-fosi inglesi, ritenuti ebrei, da parte di unasquadra di “tifosi italiani” tuttora non vera-mente identificati, fascisti, certo. Ma orga-nizzata e diretta e mandata in missione da-gli stessi autori della violenza? Diciamo laverità. Alcune cose sono evidenti (come lamotivazione antisemita e il furore della vio-lenza bene organizzata e senza provocazio-ni). Altre no, dirò, se il prefetto non si offen-de. La vicenda sta chiudendosi, come succe-de spesso anche per i peggiori fatti di crona-ca, senza che si sappia che cosa pensano, odicono, o hanno riferito alla magistraturagli investigatori. La frase di Pacifici è unaespressione di umana esasperazione, resacerto più rilevante dal ripetersi di eventi einsulti anti ebrei e anti Israele negli stadi(Roma è sempre inclusa) senza che si inter-rompano le partite e si tentino di bloccare gliautori che ormai restano sempre impuniti,ignorati dagli altri spettatori, dalla stampa.E dai calciatori, che vanno avanti tranquillinei loro giochi. La risposta del prefetto mi ha

stupito. Cito dal Messaggero (24 novem-bre): “Roma non è Tel Aviv. Chiedo rispettoper le forze dell'ordine da parte di tutti, a co-minciare dalla comunità ebraica”. Mi sentodi dire che non è una buona risposta. Primo,perché i cittadini hanno diritto di dire chia-ro e forte se e perché si sentono in pericolo. Eil numero uno della protezione della cittàdeve, per prima cosa accogliere, ascoltare. Epoi, semmai, offrire le ragioni per rassicura-re. Una sgridata è certamente fuori posto.Ma lo è soprattutto nei confronti della Co-munità ebraica romana, che ha alcune cica-trici profonde sia nel rapporto con la storiaitaliana e le leggi razziali (il rastrellamentodella notte del 16 ottobre 1943) sia nella sto-ria democratica italiana che pure ha cono-sciuto eventi osceni (la bara davanti alla si-nagoga) e delittuosi (sparatoria e uccisionedel piccolo Stefano). Temo che quella chiu-sura di frase (“... a cominciare dalla Comu-nità ebraica”) sia clamorosamente fuori po-sto. Speriamo che sia vero che, come aggiun-ge il prefetto, “Roma è la città più sicura delmondo” e non staremo a ricordargli i mortiammazzati per regolamenti di conti nellestrade della città, purtroppo non infrequen-ti. Il mondo è quello che è, e forse, nonostan-te ciò, il prefetto sulla sicurezza di Roma haragione. Ma non occorrono razzi dal cieloperché una comunità si senta fisicamente inpericolo. E se questo accade, e se accade agliebrei romani, e se la cronaca è quella che co-nosciamo, non sarebbe meglio rassicurarepiuttosto che rispondere con irrituale ru-dezza?

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

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Roma, Tel Avive gli attacchiagli ebrei

“LA STAZIONE DI S. MARIA NOVELLA mi dà noia,forse perché ogni costruzione, una volta completata, nonsi può modificare”. Con vezzo toscano, Giovanni Miche-lucci amava denigrare sarcasticamente le sue opere, com-presa quella stazione che era stata al centro di epici scon-tri tra il conservatorismo più cieco e la parte più svegliadella cultura dell’epoca. Tra intellettuali come Soffici e Pa-pini che la consideravano “un mostro” e i fautori del ra-zionalismo fascista, Margherita Sarfatti in testa. Dopouna guerra all’ultimo progetto, Michelucci, vincitore delconcorso nel ’33, è pronto per il via allo scalo più bellod’Italia. Intrisa di toscanità e più in simbiosi con le mor-bide colline toscane che con la massiccia architettura lit-toria, la stazione dei miracoli, marcata da un’o r i zzo n ta l i t àdiscreta e ariosa, apparirà come un’antica muraglia fio-rentina, armoniosa rispetto alla maestosità della Basilicadell’Alberti, ingombrante dirimpettaia con cui competere.Rivestita di marmi policromi, di pietre forti e travertino,con gli infissi in rame brunito, le sale buffet dipinte daOttone Rosai e la grande cascata di vetro a effetto lu-minescente. Simbolo del razionalismo e di una contami-nazione urbana riuscita.

Giovanna Gabrielli

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